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2022: L’ANNO DELLE NUOVE ASTRONAVI

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CIELO DEL MESE

CIELO DEL MESE

SPACE ECONOMY

DI DAVIDE LIZZANI*

DOPO RITARDI, PERMESSI NON CONCESSI E INTOPPI LEGALI, I PROSSIMI MESI POTREBBERO ESSERE CRUCIALI PER I NUOVI MEZZI DI TRASPORTO SPAZIALE

L’anno appena cominciato non vedrà solo il primo lancio delle missioni Artemis, ma anche il debutto di due navicelle “stellari”. La prima è la gigantesca Starship di SpaceX, che ha già macinato diversi lanci, ma a cui manca ancora il test orbitale nella sua configurazione completa con il booster Super Heavy. La seconda è la navicella Starliner di Boeing, che ha già effettuato un test orbitale nel dicembre 2019, ma mancando il suo bersaglio, la Stazione spaziale internazionale. Dopo la fine della diatriba legale invocata dagli esclusi al programma Nasa per lander lunari commerciali, la realizzazione di Starship continua ad avere problemi burocratici. Il primo test orbitale di Starship 20 e Booster 4 è stato ulteriormente rinviato da un intervento della

Federal Aviation Administration

(Faa), l’agenzia del Dipartimento dei trasporti statunitense che fornisce i permessi per i lanci orbitali. La Faa non è infatti riuscita a concludere le sue analisi sull’impatto ambientale entro la fine del 2021 come preventivato. I portavoce dell’ente spaziale statunitense hanno dichiarato di aver bisogno di altri due mesi, portando la data di pubblicazione del documento al 28 febbraio. Questo farà slittare almeno fino ad aprile il primo test degli stabilimenti di Boca Chica, conosciuti come Starbase. Nel frattempo continuano i test statici dei motori, e non solo: con un tweet Elon Musk ha annunciato che SpaceX è al lavoro su una versione potenziata di Starship. Secondo lo stesso tweet, questo modello monterà ben nove motori Raptor al posto degli attuali sei, già montati a bordo di Starship 20. I Raptor pensati per funzionare a livello del mare rimarranno tre, come nella configurazione già testata più volte nelle fasi di rientro dei precedenti modelli. Aumenta invece il numero di Raptor vacuum, ossia i motori non direzionabili incaricati di generare spinta in assenza di atmosfera. Più motori significa anche più carburante: a cascata ci saranno numerose modifiche strutturali come, per esempio un incremento dell’altezza, che potrebbe aumentare del 10% raggiungendo i 55 metri. Una modifica che incrementerà il potenziale di Starship consentendo alla navicella di trasportare il 50% in più di carico utile. È un’ottima notizia per il programma Artemis, che si avvarrà proprio di una navicella Starship per trasportare gli astronauti dal Lunar Gateway alla superficie lunare. Purtroppo, però, il primo lancio della capsula Orion a bordo dello Space Launch System è stato rimandato a non prima di marzoaprile per via di un problema al sistema di controllo di uno dei motori del gigantesco razzo. A fine 2021, dopo accurate ispezioni, gli ingegneri della Nasa hanno deciso di sostituire il pezzo difettoso per continuare la fase

SPACE ECONOMY

» Due immagini dello Starship 20.

di test e indagare in parallelo le cause del malfunzionamento. Oltre alle problematiche tecniche, la Nasa ha incontrato anche quelle burocratiche, come la già citata diatriba legale che ha impedito di formalizzare il contratto con SpaceX per sette mesi. Tutto ciò, unito alla pandemia in corso, ha ritardato il calendario del programma Artemis di almeno un anno posticipando il prossimo allunaggio al 2025. Questo rende Artemis 1 l’unica missione in grado di portare in orbita lunare una navicella spaziale (anche se senza equipaggio) entro 50 anni dall’ultima visita umana al nostro satellite: la missione Apollo 17 del dicembre 1972. Di problematiche puramente tecniche sta soffrendo Boeing con la sua capsula Crew Space Transportation-100, altrimenti detta CST-100 Starliner. Il primo e a oggi unico test di volo, effettuato nel dicembre 2019, si era concluso con un parziale fallimento: sebbene la Starliner sia atterrata in sicurezza, anomalie al software della navicella hanno impedito l’attracco alla Stazione spaziale internazionale. Questo ha spinto Boeing a effettuare un nuovo lancio di prova senza equipaggio, facendosi fra l’altro carico dei costi del test in quanto il contratto con la Nasa ha una quota fissa. Il 3 agosto 2021, Boeing ci ha riprovato. Ma, a sole due ore dal decollo e con la capsula già posizionata in cima a un razzo Atlas V della United Launch Alliance, il test è stato cancellato per via del malfunzionamento di 13 valvole del modulo di servizio della navicella. La causa del problema è stata poi individuata nelle interazioni fra ossidante e l’umidità data da condizioni meteo

*DAVIDE LIZZANI GIORNALISTA SCIENTIFICO, ASTROFILO E PLANETARISTA DI STANZA A TOKYO. anomale. Una complicanza non facilmente risolvibile. Per poter rifare il test, Boeing ha deciso di sostituire il modulo di servizio cannibalizzando quello del modello di capsula destinato al primo lancio con equipaggio. La prima finestra di lancio sarà quindi a maggio 2022 e, se questa volta la fortuna sorriderà al colosso dell’industria aerospaziale, il primo lancio con equipaggio potrebbe addirittura avvenire prima di fine anno. Se a prima vista può sembrare che Boeing abbia già perso la sfida con la Crew Dragon di SpaceX, il futuro della capsula Starliner è ancora tutto da decidere. Il programma Nasa per lo sviluppo di stazioni spaziali private potrebbe dare a questa capsula una nicchia di operatività quasi esclusiva: Boeing è infatti coinvolta nello sviluppo di Orbital Reef, la più grande delle tre stazioni presentate alla Nasa, progettata da Blue Origin in collaborazione con Sierra Space.

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