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Noi e voi
from L'ESPRESSO 30
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Certificato ADS n. 8855 del 05/05/2021 Codice ISSN online 2499-0833 N. 30 - ANNO LXVII - 31 LUGLIO 2022
V I VA L’ I TA L I A C H E R E S I S T E
RISPONDE STEFANIA ROSSINI [ STEFANIA.ROSSINI@ESPRESSOEDIT.IT ] Cara Rossini, ne “Il Gattopardo”, capolavoro di Tomasi di Lampedusa, Tancredi esprime al principe zio una verità molto italiana, valida ancora oggi. Gli dice che bisogna che tutto cambi perché nulla cambi. Il giovane aveva fiutato il “mutamento” e si era arruolato tra i garibaldini. Come accadde del resto anche il 26 aprile del 1945, quando gli italiani si autoproclamarono tutti partigiani e numerosi fascisti transitarono improv visamente nel Pci. Noi siamo così, opportunisti, cambia-casacca, voltagabbana, esperti nel gioco dei quattro cantoni, tristemente famosi nel mondo fin dai tempi di “Franza o Spagna pur che se magna”. In guerra alleati sleali e traditori. Oggi, destra o sinistra, Nato o Putin, Russia o Ue, pur di avere il gas in abbondanza. Cade Mario Draghi, tutti a brindare, insieme alla cricca del boss di Leningrado. Qui a Prosecco, là a fiumi di vodka. Vincerà la Destra, a fine settembre? Niente paura! La troika Meloni-Salvini-Berlusconi darà vita ad alcune settimane di proclami farneticanti da qualche balcone, da uno qualsiasi (non ancora quello famigerato) con la Giorgia bianco vestita o dal Papeete con Salvini tra birre e piadine o nella reggia di Arcore con il vegliardo che tiene per mano la “morosa” che ha l’età di una bis-nipote. E dagli agli immigrati, ai gay e ai trans, alle moschee! Poi, di fronte alla dura realtà, veloce e silente marcia indietro. Qualche raduno con saluto romano, magari con qualcuno di quelli che prima stendevano il braccio con il pugno chiuso, poi le piazze si spopoleranno. Ma fin da oggi, tutti ad azzannarsi sui giornali, sui meschini social, nei penosi talk show televisivi, tra giornalisti d’assalto e d’accatto. Poi, per le festività natalizie, tutti a cena, Covid-19 o meno, a strafogarsi di zamponi, cotechini, lenticchie, panettoni farciti, tutta robaccia ipercalorica e ipercolesterolica. E vai alle ammucchiate di San Silvestro, a beccarsi qualche variante di Omicron. Tutto come prima, peggio di prima. I politici si vedranno sempre, in Transatlantico e alla buvette per accordi sotterranei. Come aveva ragione, con la sua “W l’Italia!” De Gregori: un testo, valido ancora oggi, e per sempre.
Franco Bifani
Un po’ esagerata l’analisi del nostro lettore, che dipinge con pessimismo paradossale il futuro prossimo di questo Paese. Ma forse immaginare il disastro è la ricetta migliore contro l’inerzia del tanto peggio tanto meglio e contro la tentazione di non votare più, opzione che si ascolta in giro sempre più spesso. Serve anche a guardare con occhi neutrali il faticoso presente, risultato inevitabile di una politica che ha dimenticato la sua missione principale che, al di là delle differenze ideologiche, è semplicemente quella di ricercare il bene comune e far vivere a tutti con dignità la porzione di storia che ci è stata assegnata. In quanto a De Gregori, qui citato per il disincanto di una sua celebre canzone, alcuni versi della stessa suggeriscono il contrario: “Viva l’Italia/ l’Italia che resiste/ L’Italia derubata e colpita al cuore/ Viva l’Italia/ l’Italia che non muore”.
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