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Dall’arte ai media le immagini dal nulla Alessandro Longo
from L'Espresso 49
by BFCMedia
IN TELLIGENZ A ARTIFICIALE Creativit à e fake news Dall’ar te ai media le imma gini dal nulla
Programmi accessibili consentono di generare video rappresentando realtà inesistenti. Una frontiera non esente da rischi di manipolazione di Alessandro Longo
Foto: Cortesia Francesco D’Abbraccio Si entra in una stanza ed è come entrare in un sogno. Un pavimento di specchi le dà i tratti di un limbo, un “non luogo” av volgente. Si sente la voce di un bambino che parla con la madre e immagini si materializzano sulle pareti. Un’automobile, un lampo di luci, poi pezzi di lamiere che volano. Insieme a loro, una fanciulla. Tutto alla fine rimane immobile, fino a cancellarsi. Appare così un’installazione (Distrust Ever y thing) esposta in molti musei nel mondo (tra cui la Biennale di Venezia, Ars Electronica di Linz e la Triennale di Milano). «Dialoghi, immagini e sceneggiatura sono state create con l ’intelligenza artificiale», come spiega l ’autore Francesco D’Abbraccio. Lui la chiama «arte generativa» e ne riconosce il valore di supporto al gesto artistico, creativo.
L’intelligenza artificiale che crea immagini, persino video in base alle indicazioni date dai suoi utilizzatori è un fenomeno esploso quest’anno. Perché questi strumenti solo ora sono usciti dai laboratori di ricerca per entrare nelle nostre case e uffici. Adesso chiunque può usarli, anche gratis, per creare immagini originali su piattaforme come Dall-E 2 di Open Ai (Microsoft il principale investitore), MidJourney, StableDiffusion. Meta (l ’azienda che possiede Facebook, Instagram, Whatsapp) da poco ha mostrato il primo sistema per creare anche video con intelligenza artificiale. La tecnologia è simile a quella che già da qualche anno è usata per il supporto alla creazione di testi o musica, con algoritmi; ma per le caratteristiche dei contenuti visivi generati può avere effetti ancora più dirompenti. Sul modo in cui si fa arte, certo; ma anche sul mercato del design, della pubblicità e sul sistema dell ’informazione.
Con un impatto sul mercato del lavoro, per prima cosa, perché «sembra inevitabile che l ’automazione, con strumenti sempre più semplici da usare, sostituirà il lavoro di basso livello, industriale e commerciale, di quelli che ora sono musicisti, artisti visivi e pubblicitari», dice Luciano Floridi, filosofo tra più autorevoli nel settore digitale (insegna all ’università di Oxford e come ordinario a Bologna). Molti esperti evidenziano inoltre il rischio di una disinformazione di massa se chiunque può creare immagini realistiche con contenuti di fantasia, mostrando ad esempio attacchi terroristici mai av venuti. Un problema trattato soprattutto dai ricercatori del Mit di Boston e, da noi, indagato da sociologi come Davide Bennato (università di Cata-
nia), Mario Morcellini (Sapienza di Roma, ex consigliere dell ’Autorità garante delle comunicazioni dove ha aff rontato il problema delle fake news) e Nicola Strizzolo (università di Teramo).
A rischio, notano, è la fiducia in una narrazione comune, base di qualunque progetto sociale, se diventa così facile creare immagini false, poi diff use su media e da politici per affermare tesi e lanciare allarmi. Si arriva a smettere di credere a qualsiasi ev idenza, insomma; come già adesso molti elettori americani credono che il voto presidenziale del 2020 sia stato rubato.
Ed è dav vero facile creare immagini originali in questo modo, da quando – a settembre 2022 – Open A i ha reso il sistema aperto a tutti, con 15 utilizzi gratuiti ogni mese (si paga per quantità maggiori e usi più sofisticati).
Basta scrivere in inglese una frase descrittiva a piacere e il sistema la “traduce” in alcune immagini generate in automatico (e, volendo, si può anche usare un altro sistema di intelligenza artificiale, come Deepl.com, per avere una traduzione automatica dall ’ italiano). Abbiamo provato con «un politico italiano che grida sulla minaccia di una invasione di immigrati dall ’A frica tramite nav i di Ong». Ci sono apparsi uomini e donne in giacca, con il megafono; v isi a volte italiani a volte – curiosa coincidenza – con tratti nord-africani. Quasi sempre un mare sullo sfondo e abbozzi di nav i.
Attenzione: si potrebbe pensare che sono immagini create mescolando foto trovate su Internet. No: il sistema genera dav vero immagini inedite. I volti non appartengono a nessuna persona reale. Come ha fatto l ’ intelligenza artificiale a capire che aspetto av rebbero un politico italiano e una nave? I programmatori hanno addestrato il sistema con centinaia di milioni di foto dotate di didascalie scritte a mano da un eserciolio. Una trasformazione tecnologica che ha impattato su stili e g usto artistico», dice Floridi. Per fare Distrust Ever y thing, l ’ intelligenza artificiale è stata addestrata dagli autori con vent’anni di descrizioni testuali dei sogni di Jack Hardiker, collaboratore di D’Abbraccio. Ha perso la madre da bambino, in un incidente d ’auto. A ltri sistemi artificiali sono ser v iti per realizzare le sceneggiature e i dialoghi, in base alle indicazioni dell ’artista, che comunque ha compiuto selezioni di
Il progetto transmediale dell’artista visivo e musicista Francesco D’Abbraccio
to di lavoratori (spesso in Paesi poveri, per meno di due dollari l ’ora). L’ intelligenza artificiale le decostruisce con un processo matematico e così poi aggrega un ammasso di pi xel che, sulla base di quanto ha appreso, ha una probabilità abbastanza alta di assomigliare a ciò che l ’utente le ha richiesto.
Gli artisti, com’è capitato spesso nella storia, si sono seduti in prima fila a sperimentare le potenzialità dei nuov i sistemi, «un po’ com’è capitato con l ’arrivo della pittura a
La nostra simulazione per la protesta di un fantomatico sbarco di migranti
Foto: Cortesia Francesco D’Abbraccio, Alessandro Longo quanto prodotto e scelte di reg ia.
«I sistemi generativ i fanno emergere elementi inaspettati e causano merav ig lia nello stesso artista, costringendolo a un cambiamento del proprio punto di v ista», dice D’Abbraccio. «Qualunque tecnolog ia si inserisce in modo forte nella costruzione di ogni opera; il medium entra nel messagg io», agg iunge.
D’Abbraccio è uno dei magg iori esponenti di questa nuova tendenza artistica, secondo Giu lio Lughi, professore di Teorie e tecniche dei nuov i media all ’università di Torino, il quale cita anche “Emissaries”, di Ian Cheng, esposto tra l ’altro al MoMa di New York . «Un v ideo dove elementi di flora e fauna generati g raficamente al computer interag iscono tra loro, si modificano e ricombinano in un flusso narrativo senza fine, g uidati da sistemi log ici complessi e modelli mu ltipli interconnessi di intelligenza artificiale». Oppure «il progetto Kórsafn della cantante Björk , in collaborazione con Microsof t: un algoritmo reg istra tutte le variazioni nel cielo di New York associando in tempo reale alle variazioni atmosferiche il mi x deg li arrang iamenti corali di Björk . Genera così una ininterrotta e sempre diversa colonna sonora del panorama atmosferico new yorkese».
Ma, a un livello più commerciale, l ’ intelligenza artificiale è sempre più usata anche da designer e da agenzie pubblicitarie, adesso perlopiù per avere idee e spunti creativ i; ma, per lavori di più basso livello, c’è g ià qualche imprenditore che preferisce risparmiare rivolgendosi a Dall-E 2 invece di assumere un g rafico, come nota un’ indag ine recente del New York Times. Qualche settimana fa ha espresso preoccupazione anche un noto illustratore fantasy come Rj Palmer, quando ha v isto le immag ini generate, in questo modo, proprio per riprodurre il suo stile.
Sì, i risu ltati sono ancora piuttosto imprecisi, soprattutto con questi sistemi pre-addestrati e pronti all ’uso, disponibili a tutti. I volti e le mani hanno spesso deformazioni che ne denunciano la falsità. A llo stesso modo, anche a occhio nudo risu ltava falso il v ideo con Zelensk y che chiedeva di deporre le armi. Generato probabilmente dai russi, con intelligenza artificiale, qualche mese fa e circolato sui social a scopo di disinformazione. Sembra inev itabile però che «la tecnolog ia continuerà a mig liorare, ponendo sfide importanti alla società contemporanea», dice Bennato. Open A i ora ha fi ltri contro la possibilità di creare immag ini dannose, ma altri sistemi (come StableDiff usion) sono config urabili senza limiti. Tra l ’altro, dov rà riposizionarsi il mestiere del creativo (v isivo, musicale, testuale, qui compresi i g iornalisti). «Le conseg uenze vanno da un’esplosione creativa collettiva, favorita da questi strumenti, al rischio di un certo appiattimento cu lturale. Ma al momento ancora troppo presto per dirlo».