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Guerre (anche) stellari

di Patrizia Caraveo ed Emilio Cozzi CONTRARIAN SPACE ECONOMY

OneWebb e Galileo lasciati sulla rampa di lancio, Venera D ed ExoMars nella ghiacciaia: i riflessi del conflitto in Ucraina si vedono anche oltre l’atmosfera. Una disintegrazione delle collaborazioni tra la Russia e gli altri Paesi, dopo mezzo secolo di rapporti costruttivi

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Nel nostro mondo interconnesso, la distruzione causata da una guerra ha ripercussioni che vanno oltre gli altissimi costi umani, la devastazione delle città, la crisi degli approvvigionamenti, energetici e no. Per la prima volta i venti di guerra hanno lambito anche lo spazio, un non-luogo che aveva sempre goduto di uno status privilegiato, un settore in cui, nono-

A causa della guerra in Ucraina, Samantha Cristoforetti si è vista accorciare la prossima missione in orbita e ridimensionare il ruolo di comandante della Staziona spaziale internazionale al solo segmento ‘non russo’. stante le origini legate alla sfida strategica fra Stati Uniti e Unione Sovietica, anche durante gli anni della guerra fredda le nazioni che si sfidavano apertamente per il dominio del mondo avevano trovato modo di collaborare nel nome di un comune interesse scientifico. Oggi, purtroppo, si assiste a una sorta di resa di conti spaziale. Dmitry Rogozin, a capo dell’Agenzia spaziale russa, la Rosco-

mos, e fedelissimo di Vladimir Putin, ha aperto le ostilità (verbali) twittando una serie di messaggi beffardi, impossibili da ignorare. Per rispondere alle sanzioni occidentali che colpiscono gli import tecnologici russi, a fine febbraio Roscosmos ha ritirato il suo personale dalla base di Kourou, dove i lanciatori Sojuz vengono sfruttati nell’ambito di un accordo commerciale con Arianespace. Di fatto, una decisione che impedisce di usare i Sojuz dallo spazioporto europeo della Guyana Francese. Anche i lanci del vettore Sojuz dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, sono stati annullati. Ne sa qualcosa OneWeb – compagnia salvata dal governo britannico che ne possiede più del 30% -, che ha visto cancellarsi il lancio di un carico di 36 satelliti già sulla rampa. Lo stesso, probabilmente, succederà per il lancio di due satelliti della costellazione Galileo previsto per aprile. Il clima è incandescente, con annunci roboanti - almeno per ora senza alcun effetto drastico - sulle operazioni della Stazione spaziale internazionale, dove al momento astronauti e cosmonauti convivono insieme con i colleghi europei (fra i quali, a breve, Samantha Cristoforetti, che si è vista accorciare la prossima missione in orbita e ridimensionare il ruolo di comandante della Stazione: sarà la leader del solo segmento ‘non russo’). Che cosa si diranno questi professionisti, che si conoscono da anni e, spesso, si sono addestrati insieme? Di certo, l’astronauta tedesco in questo momento a bordo non potrà andare nella parte russa della Iss per gestire uno strumento fornito dall’Agenzia spaziale tedesca (la Dlr), per l’ottimo motivo che la Dlr ha deciso di interrompere tutte le collaborazioni spaziali con la Russia. Per par condicio anche Roscosmos ha tagliato le collaborazioni con gli istituti tedeschi. Una scelta che va oltre la Stazione spaziale, visto che la Dlr ha fornito il telescopio X eRosita, a bordo della missione russa Spektr-RG, del cui funzionamento è anche responsabile. A seguito della cancellazione di tutti i programmi di collaborazione con la Russia, eRosita, che si trova a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra nell’eden astronomico chiamato L2, è stato messo in safe mode: è una specie di ibernazione, che interrompe le operazioni ordinarie del telescopio, arrivato a circa la metà del suo piano di osservazio-

A settembre si sarebbe dovuti partire alla volta di Marte. Ma l’Agenzia spaziale europea ha già detto che sarà molto improbabile rispettare le tempistiche

ne con la produzione di dati di eccellente qualità. È possibile immaginare lo sconforto tra gli scienziati che hanno investito anni nella costruzione dello strumento, il quale, pur funzionando perfettamente, deve essere spento. La stessa cosa vale per tutta la comunità coinvolta nella missione ExoMars, che il prossimo settembre sarebbe dovuta partire alla volta di Marte da Baikonur su un vettore Proton. L’Agenzia spaziale europea (l’Esa) ha già detto sarà molto improbabile che la tempistica possa essere rispettata e con il Pianeta rosso non si scherza: le finestre di lancio si aprono ogni due anni, quando Marte è in opposizione, cioè nel punto più vicino alla Terra. L’Esa e la Nasa – che nel frattempo si è vista estromettere anche dal programma russo Venera D destinato a Venere - sono molto caute; lontane dai proclami del numero uno di Roscosmos sebbene, per quanto la si descriva con parole più misurate, la situazione rimanga identica. Tutte le attività basate su collaborazioni con istituzioni russe sono sospese. Diversamente da quanto deciso dalla Dlr, però, le agenzie americane non hanno ordinato di cancellare le collaborazioni. Né potrebbero farlo. La gestione della Iss deve essere sostenuta con i russi e l’amministratore della Nasa ha già dichiarato che è intenzione dell’agenzia continuare il programma. Che tristezza assistere alla disintegrazione delle collaborazioni cresciute nel corso di mezzo secolo di rapporti costruttivi. È difficile immaginare cosa succederà: si può ripristinare una collaborazione sospesa, ma è molto più complesso farlo a fronte di una cancellazione. E inevitabile sarà una completa riconfigurazione dei programmi internazionali, che d’ora in poi consideri strategie (anche economiche) di medio e lungo termine. Per aspera ad astra. Davvero. F

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