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La salute con un click
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di Elisa Serafini
Di recente la sua eFarma è stata acquisita Da atiDa. Oggi Francesco Zaccariello è managing
DirectOr per l’italia, cOn una visiOne più internaziOnale, ma cOn lO stessO apprOcciO Digitale. l’ObiettivO? Diventare unO Dei principali player Della salute in eurOpa. F
Francesco Zaccariello è un imprenditore, ma anche manager. Un uomo di scienza e medicina, ma anche di business. Fondatore di eFarma, oggi parte del gruppo Atida, ha iniziato la sua carriera come studente di farmacia dell’Università di Napoli, con la passione per la vendita online. “Sentivo il desiderio di creare la mia azienda, senza necessariamente lasciare casa, i miei amici e familiari”, racconta. “In dieci anni sono riuscito a organizzare tutto questo, con 90 collaboratori, in provincia di Napoli, a Bacoli, una località balneare”. Zaccariello ha rilevato così un ex cantiere navale, lo ha arredato ispirandosi alle più importanti tech company internazionali e il resto è storia: oggi eFarma è parte del gruppo Atida, offre un catalogo di oltre 60mila referenze dei migliori brand del settore farmaceutico e una strategia di customer care multicanale, per permettere a clienti e consumatori di vivere il rapporto con il proprio farmacista, anche online.
Come ha vissuto eFarma la exit e acquisizione con Atida e quali trasformazioni ha generato?
L’acquisizione non è stata semplice,
All’interno di Mug ci sono ambienti polivalenti altamente tecnologici, postazioni di co-working, sale per meeting e workshop di varie dimensioni, oltre a un auditorium, e a una filiale bancaria.
Francesco Zaccariello
siamo arrivati alla fine di questo processo dopo quasi due anni di trattative con player industriali e fondi italiani e internazionali. Alla fine abbiamo scelto Atida, condividiamo gli stessi valori e la stessa visione rispetto al settore della salute online. Il processo di acquisizione ci ha dato una visione molto più ampia: respiriamo oggi un’aria europea e non solo italiana, guardiamo al futuro della salute con uno sguardo
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digitale, stiamo centralizzando alcune attività e migliorando skill locali. Quello che abbiamo ritenuto fondamentale all’interno di questa collaborazione è stato mantenere l’intero team in Italia, la sede resterà a Napoli, e stiamo lavorando a un piano di espansione. A luglio apriremo la nostra struttura, circa seimila metri quadrati con sistemi di automazione. Stiamo lavorando inoltre a un rebranding, diventeremo Atida.it
Oggi il suo ruolo è passato da imprenditore e manager, come vive questo percorso?
Ho trasformato la mia visione da startupper a manager internazionale. Oggi sono il managing director per l’Italia, riporto alla ceo Julie Szudarek, e faccio parte di un gruppo di lavoro di 12 persone che rappresentano il team centrale e i managing director di vari paesi. Si tratta di un processo in cui è necessario operare maggiormente in team, seguendo linee guida aziendali. Ho scelto questa strada anche per seguire questo percorso. Magari sarà una parentesi, o sarà un percorso che durerà nel tempo. Si tratta di una sfida non solo per me, ma per il resto del team. Lavorare in una startup italiana ha delle logiche diverse rispetto a lavorare per un gruppo internazionale: un challenge che entusiasma tutto il team.
Che ruolo vedi per le farmacie e parafarmacie del futuro?
Mio nonno era farmacista nel 1940, vengo da una famiglia di farmacisti, e ho lavorato in farmacia. Ho sempre visto l’online come un altro canale, non sostitutivo, ma parallelo all’attività delle farmacie. Per il futuro vedo una farmacia che evolve, più orientata ai servizi. Lo abbiamo visto in questo periodo di pandemia, quando i farmacisti hanno iniziato a fornire servizi, come i vaccini. I servizi, in questo caso, rappresentano il futuro e un’opportunità, così come l’integrazione con l’online. Non si tratta solo di sfruttare l’e-commerce ma l’intera omnicanalità.
Quali sfide vede sul tema regolamentatorio?
Un’evoluzione potrebbe essere quella di liberalizzare, online, la vendita di farmaci con ricetta. Mi rendo conto che però si tratterebbe di un’evoluzione molto forte per l’Italia. In altri Paesi è stato fatto, in Germania dal 2002 è possibile vendere farmaci con ricetta. Sarebbe possibile anche in Italia poiché già disponiamo delle ricette dematerializzate. L’opportunità di fornire servizi, in ogni caso, la ritengo quella più interessante.
Come sta cambiando il rapporto tra italiani e salute?
Il concetto di salute è in continua evoluzione. In passato i pazienti si concentravano sulla guarigione: la farmacia era il luogo della cura. Oggi stiamo passando a un concetto di prevenzione. Tutti vogliamo vivere con una qualità della vita alta, è fondamentale la prevenzione, ed è fondamentale lavorare su chi sta bene. Come Atida riteniamo di posizionarsi come la prima healthy platform in Europa. Uno dei nostri claim è il futuro della salute è personalizzato. Ognuno di noi ha bisogni diversi. Riteniamo di poter creare integratori e prodotti totalmente personalizzati e ritagliati sulle esigenze del singolo. È un concetto che evolverà sempre di più, non solo su persone mature ma anche sui giovani. Basti pensare che oggi una crema anti-rughe è consigliata per persone di 25 anni: l’obiettivo, in ogni campo, sarà sempre di più prevenire.
Quali sono le prossime sfide di Atida?
Abbiamo in programma un piano di acquisizioni. Attualmente siamo presenti in Italia, Francia Spagna, in Germania dove abbiamo 50% delle quote di mercato, in Austria, Portogallo e Olanda. L’obiettivo è diventare uno dei principali player della salute e non solo una farmacia online. Stiamo lavorando per avere un’unica visione europea e un unico brand europeo. Entro il 2022 lanceremo il brand Atida in tutti i Paesi, insieme a prodotti a marchio e servizi personalizzati. Oggi siamo quasi mille collaboratori, con esperienze diverse e culture diverse ma che condividono la visione futura della salute.
Cosa direbbe ai giovani che vogliono innovare in Italia?
A tutti i giovani che hanno in mente un’idea e che vogliono sviluppare la propria startup vorrei dire questo: si può fare, con impegno, visione, qualche porta in faccia, ma, alla fine, è possibile raggiungere i propri obiettivi. F