GIAN MARIA MOSSA
Banca Generali punta in alto Masse a 100 miliardi grazie a dati, relazioni e competenze gestionali
EDITORIAL
Il prossimo capitolo
Nel corso dei prossimi 20 anni, secondo il report e Next Chapter compilato da Knight Frank, si veri cherà un massiccio trasferimento di ricchezza e risorse mentre la generazione silenziosa e i baby boomer cederanno le redini ai millennial. Lo spostamento vedrà 90mila miliardi di dollari di beni passare tra le generazioni solo negli Stati Uniti, rendendo i millennial benestanti la generazione più ricca della storia. Il trasferimento avviene in un contesto di cambiamenti epocali nel modo in cui la ricchezza viene utilizzata. La di erenza di prospettive tra le generazioni più giovani e quelle più anziane si tradurrà in una sostanziale rivalutazione delle strategie di marketing per chiunque desideri vendere prodotti o servizi a questo gruppo di nuovi ricchi. Potrebbe partire da una base bassa, ma la tendenza è innegabile. I risultati di un recente sondaggio di Altrata suggeriscono che le donne costituiscono circa l’11% degli UHNWI globali. Anche se non si tratta ancora di una quota elevata, si tratta di una crescita rapida rispetto ad appena l’8% in meno rispetto a dieci anni fa. Considerati gli atteggiamenti delle donne della gen Z che notiamo di seguito, sembra probabile che questa rimanga la direzione di viaggio. Le aziende che desiderano attrarre investitori facoltosi dovranno adattare le proprie strategie per assicurarsi di essere rilevanti per questo nuovo mercato più ampio. Come rivela l’indagine il 71% degli UHNWI a livello globale prevede una crescita della propria ricchezza quest’anno, mentre per gli HNWI la cifra più prudente si attesta al 65%. Un modello chiaro emerge quando i dati vengono analizzati per età: i gruppi più giovani e benestanti sono più duciosi riguardo alle
prospettive economiche rispetto ai gruppi più anziani. Solo il 52% dei boomer HNWI prevede di aumentare la propria ricchezza nei prossimi 12 mesi, rispetto al 75% dei membri della gen Z, con il 43% che prevede una “crescita signi cativa”. Gli uomini HNWI esprimono maggiore ducia rispetto alle donne. Ciò è particolarmente pronunciato tra i millennial uomini, con il 75% che prevede una crescita della propria ricchezza, rispetto al 64% delle donne. Tuttavia, per la gen Z, queste aspettative sono completamente invertite, con un notevole 81% di donne che prevede una crescita.
La metà si aspetta una “crescita signi cativa”.
Il cambiamento climatico è un’area in cui i risultati mostrano chiare di erenze generazionali nelle priorità. I millennial sembrano aver colto il messaggio quando si tratta di ridurre i consumi: l’80% degli uomini e il 79% delle donne intervistate a erma che stanno cercando di contenerli.
I boomer maschi hanno una visione diversa, con solo il 59% che cerca di ridurre il proprio impatto, ben al di sotto delle loro coetanee (67%). Il recente lavoro intrapreso da e Future Laboratory conferma un cambiamento nell’atteggiamento nei confronti della ricchezza, con i gruppi più giovani che guardano all’opportunità che o re di agire come forza di cambiamento. In ne, mentre si prevede che quest’anno il 22% degli UHNWI investirà nell’acquisto di una casa, solo il 19% degli HNWI seguirà la stessa strada.
I boomer appaiono più reticenti (8% e 7% rispettivamente per le femmine e i maschi) mentre i millennial sono i più attivi, con punteggi che si avvicinano ai livelli UHNWI (23% per le femmine, 21% per i maschi).
anno 10 - numero 04 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015
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MARKETS
08Banca Generali rafforza la leadership
16 Carlyle punta su Schwarz
20 Club esclusivo
22 Fideuram ISPB rinnova i vertici
40I cambi di poltrone
50Le strategie di Cherry Bank
52 L’evoluzione dei paperoni
58La dynasty dei Bonomi
24 The Great Transition
30Polizze ed eredi
38Più tutele per i servizi online
48Gulf: the new eldorado
78 Spread, ora conta la Grecia
80L’era dell’algocrazia
82 Polizze vita e beneficiari
104 Managing emotions
18 Kkr diversifica la clientela
34 Nuova era per il calcio
42 Finanza per l’innovazione
44Falsi e truffe nell’arte
86Wine & spirits da collezione
102 Asset digitali
LIFESTYLE
65Habanos in vetrina
66Hotel dal cuore lusitano
70 Esclusività al polso
76 Catamarano green
90Allenarsi a 50 anni
96 Bentley sceglie il whisky
98 Regine del fashion
OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
NICOLA MARTINELLI
Junior associate dello studio legale e tributario Loconte & Partners, con competenze in diritto civile, diritto successorio, trust e wealth management. Fornisce assistenza e consulenza, sia giudiziale che stragiudiziale, nelle suddette aree di competenza. pag. 30
ROBERTO FALZONI
Nome storico della nanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è fondatore e proprietario di Denarius Conseils & Gestion SA, multifamily o ce basato a Ginevra. pag. 48
ANDREA BOTTI
Partner dello studio legale Legance, si occupa di fusioni e scissioni, acquisizioni e valorizzazioni, joint venture e riorganizzazioni societarie. pag. 34
PAOLO SOBRINI
Senior Counsel dello
Studio Zitiello Associati, avvocato, presta assistenza di carattere stragiudiziale e nelle controversie giudiziali a banche, Sim, Sobrini Sgr, intermediari nanziari sulle principali tematiche di carattere regolamentare. pag. 38
ALESSANDRO TAGLIETTI
Portfolio manager presso Denarius Conseils & Gestion, specializzato nella gestione nanziaria dei grandi patrimoni e esperto di data science e intelligenza arti ciale. pag. 48
ANGELO DEIANA
Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione nazionale private & investment bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 80
ALESSIA ZORLONI
Direttore del master in Art & Luxury Business all’Università Iulm, ha fondato Art wealth advisory, specializzata nell’o erta di servizi di art advisory e nella formazione executive. pag. 44
YVES BONZON
Group chief investment o cer di Julius Baer, siede anche nel board della banca elvetica. In passato ha lavorato per UBS prima e Pictet poi. pag. 104
Nasce Mediobanca Premier.
La preparazione dei nostri consulenti per la gestione del risparmio delle famiglie italiane.
Evoluzione in corso
Banca Generali punta a masse in gestione per 100 miliardi di euro a ne anno
Mossa (ad): “Relazione, competenze gestionali e dati, le leve della leadership”
DI VITO ANDREOLABanca Generali alza l’asticella nelle s de del wealth management portando nuova luce sulla gestione dei patrimoni. La banca guidata dall’ad Gian Maria Mossa, fresco di rinnovo dall’assemblea per un quarto mandato dopo che la banca ha quasi quadruplicato le masse dal suo arrivo, sta lavorando a nuove logiche nell’evoluzione della relazione di ducia tra il consulente e il cliente, che rappresenteranno le basi di sviluppo verso i nuovi orizzonti della banca.
Nuovo piano d’impresa
Sì, perché l’ambizioso traguardo del piano triennale dei 100 miliardi alla ne del 2024 appare in dirittura d’arrivo, e da lì il management è già pronto a rilanciare su una strategia basata sul ra orzamento di uno dei pilastri più importanti della professione: l’eccellenza nelle soluzioni di investimento, grazie a un approccio aperto, internazionale e sempre più personalizzato.
“I nuovi scenari economiconanziari e geopolitici, sono sempre più caratterizzati da incertezza e tensioni, in un contesto di
accelerazione tecnologica ed evoluzione demogra ca senza precedenti che richiedono un attivismo e una pluralità di approcci agli investimenti che non possono essere sintetizzati in soluzioni standardizzate, o di pura replica, ma che richiedono una molteplicità di dimensioni di analisi per fare parlare esigenze micro con scenari macro. Da qui la centralità del consulente, capace di interpretare le diverse dimensioni speci che del cliente e del suo nucleo con le opportunità che il nostro gruppo può o rire”
spiega Mossa.
Negli ultimi 10 anni, grazie ai tassi molto bassi, gli investitori riuscivano a estrarre valore anche solo posizionandosi in modo passivo sul mercato. Una situazione che è cambiata con gli shock degli ultimi anni, dal Covid in poi, che hanno portato prima a nuove massicce iniezioni di liquidità e poi a una forte in azione.
Complessità crescenti
Oggi il contesto di mercato è divenuto infatti, molto più complesso, dopo che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati
Gli scenari macro sono sempre più caratterizzati da incertezza e tensioni, in un contesto di accelerazione tecnologica ed evoluzione demogra ca senza precedenti che richiedono un attivismo e una pluralità di approcci agli investimenti
95 MILIARDI
GLI ASSET IN GESTIONE, IN EURO
20 MILIARDI
AUM NEI SERVIZI DI INVESTIMENTO
EVOLUTI (GESTIONI PATRIMONIALI E ADVISORY)
37%
LA QUOTA DI INVESTIMENTI ESG RISPETTO AL TOTALE
In foto un dettaglio della torre di Banca Generali, Milano
da un fenomeno di correlazione sempre più marcato tra azioni e obbligazioni. Per questo i principali wealth manager internazionali, in particolare negli Stati Uniti e in Asia, stanno gradualmente reimpostando le loro attività focalizzandosi sulle soluzioni a maggiore valore aggiunto per la clientela private, come le gestioni su
misura, gli investimenti alternativi e l’advisory dedicata, arricchita da strumenti di roboadvisory. Banca Generali è stata tra le prime a portare questo modello in Italia, sviluppando da una parte il valore della gestione attiva dei portafogli, dall’altra continuando ad arricchire la qualità nella consulenza dell’amministrato e i
risultati le danno ragione. Negli ultimi 5 anni le masse seguite con servizi di investimento evoluti, quali gestioni patrimoniali multi-team e multi-strategy e la consulenza evoluta integrata da competenze e piattaforme, sono passate da poco più che 8 a oltre 20 miliardi. “Serve riportare al centro la gestione integrata degli investimenti.
Le correlazioni tra asset class dell’ultimo biennio in presenza di in azione hanno mostrato i limiti dei portafogli tradizionali. In questo ambito avere alle spalle un player con un comprovato track-record che sappia gestire attivamente l’assetallocation a dandosi ai migliori gestori internazionali, costruendo un’architettura sui singoli mattoni di
investimento, può fare la di erenza come dimostrano la solidità delle performance delle nostre gestioni patrimoniali e advisory negli ultimi 5 anni, o i ritorni dei nostri portafogli in consulenza lo scorso anno tutti superiori ai target pre ssati” aggiunge il numero uno della terza banca private in Italia.
Masse private al 70% Proprio il forte posizionamento verso la clientela di fascia alta caratterizza l’evoluzione dell’approccio del Leone che oggi può contare sul 70% di masse private sul totale di oltre 95 miliardi gestiti e un brand che si colloca tra i vertici del settore per apprezzamento e riconoscibilità tra i banker. Nel disegno del top manager quindi, i bisogni e le complessità di una clientela so sticata richiedono risposte che vadano oltre la qualità gestionale potendo contare anche su un approccio dinamico ed estensivo intorno a tre logiche: di protezione, family o ce,e diversi cazionepersonalizzazione. La prima riguarda tutta la sfera di soluzioni dedicate alla tutela del patrimonio, potendo contare non solo sulla qualità unica dell’o erta assicurativa con la capogruppo Generali andando a esplorare le molteplici opportunità o erte dalla mutualità, ma anche sui servizi di advisory scale, piani cazione successoria e legati al mondo corporate che interessano sempre di più imprese e imprenditori. In questo ambito è stato infatti creato il progetto
BG4FUTURE che riguarda la famiglia e la conservazione del patrimonio nel tempo, inserendo il dialogo e il confronto generazionale come pillar fondamentali su cui sviluppare un percorso dedicato che si serve di professionisti e partner specializzati e delle competenze della duciaria nella costruzione del percorso dedicato.
I benchmark internazionali Il secondo approccio riguarda il lancio del modulo “Family O ce” che è un servizio innovativo o erto alle grandi famiglie (con patrimoni complessivi importanti per oltre 25 milioni), per accompagnarle nelle scelte di piani cazione patrimoniale che tengano conto delle esigenze e dei migliori strumenti per raggiungere gli obiettivi in ottica anche di futuro passaggio generazionale.
Confronto con le soluzioni proposte dai migliori family o ce internazionali, piattaforma tecnologica proprietaria all’avanguardia e team di eccellenza a supporto consentono a imprenditori e importanti famiglie di avere un monitoraggio personalizzato sulle diverse dimensioni di patrimonio a prescindere dall’intermediario utilizzato e con un’analisi trasversale dei principali rischi di mercato e non solo. Grazie al supporto della tecnologia si può lavorare in modo strutturato per formulare un’analisi dell’assetto di governance e di allocazione patrimoniale con la possibilità di contestualizzarlo
in una logica di benchmarking nella wealth-allocation, nei macrotrend e costruire quindi un report dinamico sulla base dei progetti di vita tenendo conto delle prerogative generazionali.
La terza logica per la clientela private si basa sull’eccellenza e la personalizzazione nei servizi di investimento, con focus qualità, controllo del rischio e performance, ma anche personalizzazione del
veicolo, logica del booking degli asset, nalità del patrimonio e logica intergenerazionale.
De nito l’involucro il processo si fonda sulla personalizzazione nella costruzione di singoli blocchi dei portafogli, crescita e innovazione nell’o erta della gestione attiva, con partnership di altissimo livello ma anche eccellenza nelle piattaforme proprietarie, con una spinta all’innovazione della gamma
Lux Im con strategie alternative e soluzioni “time to market”, ma anche l’accesso a piattaforme e asset class diversi cate nell’amministrato e ai servizi di BG International con l’o erta dal Lussemburgo e le potenzialità della neonata BG Suisse col modello multibooking gestibile col proprio banker dall’Italia. L’approccio beyond investment: “Ci ispiriamo alle best-practice internazionali per portare sempre
Abbiamo lanciato il modulo “Family O ce” per le famiglie con patrimoni complessivi superiori ai 25 milioni di euro
L’obiettivo è accompagnarle nelle scelte di piani cazione patrimoniale che tengano conto delle esigenze e dei migliori strumenti per raggiungere gli obiettivi in ottica anche di futuro passaggio generazionale
che è già un aspetto essenziale nella nostra o erta sia nella consulenza, sia nell’operatività dispositiva. Dall’utilizzo al servizio delle gestioni per i calcoli quantitativi e predittivi, no alle analisi sui bisogni e potenzialità dei target, l’o erta dalle piattaforme, il roboadvisory e i test sulla chatbot operativa, lavoriamo a una banca sempre più e ciente dove il presidio delle informazioni e il controllo dei rischi sono elementi prioritari”.
più strumenti ai nostri banker e valore ai clienti. Le logiche “beyond investment”, oltre la sfera core gestionale, sono supportate da competenze e strumenti speci ci in un ecosistema di piattaforme e professionalità che ci consente di sederci al tavolo delle grandi famiglie e imprenditori, portando le risposte più accurate ai bisogni di protezione patrimoniali.
Grazie alla tecnologia riusciamo poi a traslare lo stesso approccio a famiglie e risparmiatori portando valore e personalizzazione ai vari livelli nella gestione del servizio di investimento” dichiara Mossa. L’innovazione non passa solo nel solco della gestione ma abbraccia ogni aspetto della progettualità della banca, che aveva già presentato a ne 2023 un primo tassello importante della strategia per alzare l’asticella e ambire a nuovi orizzonti ancora più s danti, con la recente riorganizzazione della rete (nascita della rete d’eccellenza senior partner,
l’introduzione delle gure dei sales manager strategici sui progetti legati al corporate e Svizzera, il talento e lo sviluppo delle persone, la rete sustainable advisor, e le sinergie con Generali). Ma l’innovazione è anche saper cogliere le opportunità e le nuove frontiere della tecnologia per portare sempre più l’eccellenza nel rapporto consulente-cliente: “La società è in prima linea nello sviluppo dell’intelligenza arti ciale per migliorare la qualità e l’e cienza nei servizi di assistenza ma anche per guidare la comunicazione e la formazione in modo sempre più personalizzato.
E allo stesso modo lavora sulla valorizzazione del contributo dei dati, per portare ulteriori informazioni e opportunità nel lavoro dei banker, e un servizio ancor più su misura ai propri clienti. Abbiamo dei team di lavoro dedicati, sul modello delle start up, per testare e confrontarci sulle migliori opportunità dal digitale
La carta della qualità Dunque, qualità del servizio riportando valore e centralità alla gestione del servizio di investimenti, inteso nelle diverse sfaccettature e logiche di approccio; poi innovazione nell’uso del digitale, con la blockchain da un lato dalle sinergie con Conio e negli applicativi con l’intelligenza arti ciale; ma anche sostenibilità, non solo la crescita delle masse Esg in gestione (al 37% del totale gestito), la nascita della rete personalizzata e il modello d’o erta strutturato sugli obiettivi Sdg’s dell’Onu che ne quanti ca l’impatto, concepita nell’uso più estensive del termine. “La nostra ambizione è quella di dare un futuro di crescita sostenibile alla nostra azienda, con uno sviluppo che porti valore a tutti gli stakeholder, con uno sguardo all’impatto anche oltre il mero risultato economico che resta imprescindibile”.
Il percorso verso i nuovi orizzonti è già tracciato.
Markus ha appena comprato un’auto
Ci sono forze inarrestabili che ci parlano del mondo che sarà. L’aspett ati va di vita aumenterà, la sostenibilità diventerà fondamentale, Internet sarà ovunque. In economia si chiamano megatrend. Per te sono grandi opportunità di investi mento. I fondi Anima Megatrend si concentrano su aziende che benefi ceranno di questi cambiamenti globali per permetterti di investire nell’economia di domani, oggi. Scopri di più su megatrend.animasgr.it
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Avvertenze: questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito.
IN UNA RECENTE INTERVISTA A BLOOMBERG TV, HARVEY SCHWARTZ
DI CARLYLE HA ILLUSTRATO I SUOI OBIETTIVI PER IL SUO SECONDO ANNO COME CHIEF EXECUTIVE OFFICER: “CONCENTRARSI SULLE NOSTRE PRIORITÀ, ECCELLENZA NELL’ESECUZIONE E MAGGIORE LAVORO DI SQUADRA
SE FACCIAMO QUESTE TRE COSE, RAGGIUNGEREMO I NOSTRI OBIETTIVI PER QUEST’ANNO. SE FAREMO TUTTE QUESTE COSE... IL PREZZO DELLE AZIONI CI SEGUIRÀ”.
La s da principale di Schwartz alla guida di Carlyle, colosso degli investimenti alternativi da oltre 400 miliardi di dollari in gestione, sarà di continuare ad a rontare uno scenario di mercato non facile per i tassi elevati, contribuendo a far crescere il prezzo delle azioni di Carlyle, che secondo Schwartz è notevolmente sottovalutato. Sin dal suo insediamento, Schwartz ha sottolineato di volersi muovere in armonia con i fondatori, dopo le dimissioni del suo predecessore, Kewsong Lee, che nel 2022 ha deciso
di lasciare l’incarico. Oltre a perseguire una serie di priorità aziendali esistenti, tra cui l’espansione della piattaforma Global Credit di Carlyle, il timoniere ha voluto con sé alcuni executive con i quali ha lavorato a lungo in Goldman Sachs, tra cui Je Nedelman e Lindsay LoBue, che si concentreranno su iniziative strategiche. Tra le priorità, la crescita del canale wealth di Carlyle, unitamente all’insurance, soluzioni di investimento e alla gestione delle spese.
Le origini
Nato 60 anni fa a Morristown, nello stato americano del New Jersey, si è laureato in Economia presso la Rutgers University e ha conseguito un Mba presso la Columbia Business School.
Forza di volontà
Nato e cresciuto in una famiglia tutt’altro che facoltosa, da giovane ha svolto diversi lavori, tra cui il buttafuori. Queste esperienze, ha ricordato a più riprese, gli hanno insegnato ad affrontare le sfide della sua vita professionale.
Esordi nella finanza
Ha iniziato la sua carriera presso la JB Hanauer & Co, società di gestione patrimoniale, per poi passare alla First Interregional Equity Corporation e quindi approdare a Citigroup.
Goldman Sachs
Schwartz è entrato nel 1997 e ha ricoperto numerosi incarichi dirigenziali di alto livello, tra cui chief financial officer, e co-head of the Americas Financing Group.Inoltre ha istituito l’Investment Policy Committee dell’azienda, di cui è stato anche membro.
Filantropia
Come investitore e advisor, è attualmente impegnato in una serie di investimenti e iniziative filantropiche, con un’attenzione particolare alle iniziative per la salute mentale e lo sviluppo dei futuri leader aziendali, comprese le donne e i giovani che desiderano intraprendere una carriera nel settore finanziario.
Altri incarichi
Tra le altre cose, è presidente e consigliere non esecutivo della Bank of London, banca di compensazione, nonché membro del board di Sofi Technology, una società fintech con sede a San Francisco.
La promozione
Bill Conway e David Rubenstein, co-chairmen di Carlyle, lo hanno incoronato con queste parole: “Harvey vanta una significativa esperienza di leadership in un’istituzione finanziaria globale altamente performing e competitiva. Data la sua esperienza e le sue competenze, il board ha deciso all’unanimità che sarà il leader giusto per guidare Carlyle verso il futuro”.
Leadership
Al suo arrivo in Carlyle, Schwartz ha intrapreso un tour di ascolto, incontrando investitori in tutto il mondo e dipendenti, dalla Corea a Londra e Washington, prima di definire concretamente una serie di iniziative strategiche chiave che l’azienda sta sviluppando.
KKR
Da sinistra: Henry R. Kravis e George Roberts, fondatori e presidenti esecutivi della società.
NUOVO TARGET DI CLIENTELA
Quelle che un tempo erano strategie d’investimento a disposizione solo di una ristretta cerchia di investitori, oggi sono a disposizione anche del retail, grazie all’evoluzione della normativa, hanno spiegato manager dell’azienda.
SERIE K
KL’ULTIMA NOVITÀ
KKR, UNO DEI PRINCIPALI INVESTITORI DI PRIVATE EQUITY E GESTORE DI ASSET PER LA CLIENTELA ISTITUZIONALE E PRIVATE, HA AFFERMATO DI AVER RACCOLTO MEZZO MILIARDO DI DOLLARI DA INVESTIRE SUGLI ALTERNATIVI.
Per intercettare gli investitori privati, Kkr ha lanciato la Serie K, una famiglia di fondi che punta su una politica commissionale aggressiva: l’1% annuo nei primi cinque anni, per poi salire all’1,25%.
L’iniziativa più recente è Kkr-Prime (che sta per Private markets equity), un fondo aperto che consente di accedere a strategie diversi cate, come mezzanini, buyout e acquisizioni.
LA PENALE
Le commissioni sono le medesime indicate per tutta la Serie K, con in più il 5% in caso di richiesta di rimborso nei primi 24 mesi. Una scelta dettata dalla volontà di evitare contraccolpi alle quotazioni nella fase iniziale del fondo.
INVESTIMENTO MINIMO
La soglia minima investibile è di 25mila dollari. È prevista liquidità trimestrale no al 5% del Nav aggregato per ogni quarter. Non è esclusa la possibilità di superare questa soglia, ma con una serie di paletti che puntano a evitare la corsa ai riscatti in caso di turbolenze.
INVESTI NEL REDDITO FISSO
IL PATRIMONIO NECESSARIO IN OGNI PAESE PER ENTRARE NELL’1% DEI PIÙ RICCHI A MONACO OCCORRONO 12,9 MILIONI
MILIONI
ISTRUZIONE AVANZATA, SUCCESSO D’IMPRESA, INVESTIMENTI AZZECCATI E FORTUNA : SONO I 4 FATTORI PRINCIPALI DELLA RICCHEZZA
WM al centro
Fideuram
ISPB
crea una nuova divisione per la gestione dei grandi patrimoni
Al vertice c’è Corcos, al quale fanno riferimento i capi di insurance, am e pb
DI LUIGI DELL’OLIOUn mix tra novità e conferme. Intesa Sanpaolo ha deciso di costituire una nuova divisione wealth management di gruppo, confermando così di voler puntare sempre più sulla gestione dei portafogli, in particolare quelli di una certa consistenza. Lo ha fatto scegliendo per il vertice Tommaso Corcos, al quale faranno riferimento le divisioni insurance, asset management e private banking, con la prima linea manageriale che è stata rinnovata puntando su giovani e donne. In particolare, la guida delle assicuazioni va a Virginia Borla, la gestione dei risparmi a Maria Luisa Gota e il pb a Lino Mainol .
Esg, non si torna indietro
A conferma del rilievo da sempre attribuito ai temi Esg viene costituita un’area di governo ex novo denominata Chief sustainability o cer, con compiti di indirizzo strategico sui temi della sostenibilità, di piani cazione delle attività e di monitoraggio. Con uiscono in quest’area, a data a Paola Angeletti, le attività al momento distribuite in diverse unità organizzative del gruppo con la costituzione, in
ambito sociale, dell’area di governo Chief social impact o cer a data a Paolo Bonassi. In ambito Chief sustainability o cer con uiscono inoltre la struttura Arte, cultura e beni storici, l’Innovation center e Neva Sgr e viene creata una nuova unità organizzativa “Esg Steering” dedicata all’indirizzo strategico e al monitoraggio delle tematiche Esg. Nella nuova area di governo Chief governance, operating and transformation o cer, a data a Nicola Maria Fioravanti con uiscono diversi ambiti di governo del gruppo come: Chief transformation & organization o cer a data a Cristina Motta, Chief people and culture o cer a data a Roberto Cascella, e Chief equity, legal & m&a o cer a data a Flavio Gianetti. Paolo Maria Grandi, già chief governance o cer continuerà a supportare Messina come senior advisor.
La cabina di regia
Una cabina di regia “Fees & Commissions”, presieduta direttamente dal consigliere delegato e ceo Carlo Messina, sarà focalizzata sul monitoraggio, presidio
e coordinamento delle strategie necessarie per aumentare i ricavi da commissioni di tutte le divisioni del gruppo. Saverio Perissinotto, che ha guidato con successo negli ultimi anni la crescita della divisione asset management, diventa presidente di Eurizon Capital Sgr. L’obiettivo, si legge nella nota di usa dal primo gruppo creditizio italiano, è “l’accorpamento in un presidio unitario delle attività di wealth management, ambito strategico del gruppo, in modo da accelerarne la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto”, oltre che “la costituzione di una nuova area di governo relativa ai temi Esg per guidare le strategie di sviluppo sostenibile del gruppo, con un impegno particolare verso il sociale e il contrasto alle disuguaglianze”.
Obiettivo snellimento
Con questa novità, il gruppo presieduto da Gian-Maria Gros Pietro crea “un’unità dedicata a delineare le trasformazioni future della banca, innovare i modelli organizzativi e operativi e rispondere alle nuove s de dell’innovazione
tecnologica e dell’intelligenza arti ciale dando vita a nuove professionalità, per rendere la banca meglio attrezzata nel raggiungimento di nuovi obiettivi”. Nella decisione ha, inoltre, in uito la volontà di operare “uno snellimento delle aree di governo direttamente in capo al consigliere delegato Carlo Messina, tramite un nuovo livello organizzativo di chief”. Per nire, il gruppo di Ca’ de Sass indica tra le nalità della riorganizzazione il “potenziamento dell’area Chief lending o cer, alla quale farà capo un nuovo modello decisionale del credito, in grado di consolidare gli
importanti traguardi raggiunti e garantire ulteriore sostenibilità dei risultati (Zero Npl Bank)”.
Un aspetto rilevante alla base delle decisioni è il passaggio generazionale in posizioni chiave “di nuovi talenti, guidati e supportati da persone di grande esperienza che hanno a lungo ricoperto ruoli di elevata responsabilità nel gruppo”, rivendica Intesa Sanpaolo.
Passaggio generazionale
“Le nuove e giovani gure in posizioni strategiche potranno così a rontare le s de future, forti dell’esperienza già maturata negli
ultimi anni, inclusi i due anni del piano d’impresa attuale”.
L’età media di chi assume nuovi incarichi di responsabilità di vertice è di 49 anni e cinque tra questi sono quarantenni. “Il programma in atto da diversi anni per la valorizzazione del talento femminile realizza un passaggio di particolare signi cato”, si legge ancora nella nota.
“Rinnoviamo Intesa Sanpaolo con un’organizzazione che unisce giovani in ruoli chiave e manager con una solida esperienza alle spalle”, commenta Messina.
“La capacità di generare nuovi talenti manageriali consentirà alla banca di rimanere leader in una prospettiva ultradecennale. Siamo leader in Europa per la solidità di bilancio, la redditività sostenibile, per l’unicità del modello di business, per la capacità di innovazione tecnologica e per la sensibilità ai temi Esg. Abbiamo fatto un ulteriore importante passo nella crescita del nostro gruppo che è punto di forza dell’economia reale e sociale del Paese”.
The Great Transition
e banking sector is at a turning point, dictated by structural reasons Here are ve priorities that could help nancial institutions survive
BY MIKLÓS DIETZ* - MCKINSEY QUARTERLY (AbbiamoBroadly speaking, a favorable wind seems to have returned to the banking industry’s sails: the past 18 months as a whole have been the best period for global banking overall since at least 2007, as rising interest rates have boosted pro ts in a relatively benign credit environment. at’s a welcome shift from the challenges of the past few years, which included increased oversight, digital innovation, new competitors, liquidity woes, and bank failures—all at a time when interest rates were at historic lows Much has changed over the past few years: balance sheets and transactions have increasingly moved out of traditional banks to nontraditional institutions and to parts of the market that are capital-light and often di erently regulated—for example, to digital payment specialists and private markets, including alternative asset management rms.
Aum under pressure
While the growth of assets under management outside of banks’ balance sheets is not new, our analysis suggests that the traditional core of the banking sector—the balance sheet—now nds itself at a tipping
point. Between 2015 and 2022, for example, more than 70 percent of the net increase in nancial funds ended up not on banking balance sheets but held by insurance and pension funds, sovereign-wealth funds and public pension funds, private capital, and other alternative investments, as well as retail and institutional investors… In this article, which is adapted from McKinsey’s Global Banking Annual Review 2023, we focus on ve priorities for nancial institutions (covering both banks and specialists such as traditional and alternative asset managers, payment companies, and market infrastructure providers) to consider as they look to reinvent and future-proof themselves in light of this transition: exploiting leading technologies and AI, exing and potentially even unbundling the balance sheet, scaling or exiting transaction businesses, leveling up distribution, and adapting to the evolving risk landscape.
Exploiting AI
All nancial institutions will need to examine each of their businesses to assess where their competitive advantages lie across and within each
of the three core banking activities of balance sheets, transactions, and distribution… Technology is a game changer for banks when used with skill and creativity and when fully integrated into an institution’s ecosystem and operating model. e pace of technological innovation is not slowing, and productivity-enhancing innovation is increasingly possible. One of the attractive qualities of generative AI, for instance, is that it has very low barriers to entry. We have seen leaders in some geographies such as Europe invest 2.5 times more in technology than laggards.
To compete on technology, banks could consider several options: • Capture the AI opportunity to deploy process automation, platforms, and ecosystems across customer services to provide better and more e cient services, front to back.
• Scale the delivery of products and services to products and platforms to operate like a tech company and prioritize engineering excellence—for example, delivery agility, DevSecOps (development, security, operations)—
by aggressively pursuing top tech talent and partnerships.
• Future-proof the tech foundation to cultivate a cloud-based, platformoriented architecture that allows for continuous innovation and the ability to implement next generation capabilities.
• Improve capabilities to address technology risks and enhance processes to identify continually evolving next-generation threats— such as remote-work security—while mitigating cybersecurity and AI risks, which can include sophisticated ransomware.
e balance sheet
Financial institutions seeking to reduce the balance sheet and move business o of it can create opportunities to distribute risk to a broader set of investors.
e macroeconomic outlook and changes in interest rates over the medium to longer term will likely determine the dynamics of this aspect of the Great Banking Transition.
For those that are going capitallight, one option to possibly do so is unbundling; another is exing. Flexing implies the active use of syndication, including for loans; originate-to-distribute models (including for nancing environmental, social, and governance projects, for example); and thirdparty balance sheets—for example, as part of banking-as-a-service (BaaS) business when using white-labeled revolving credit cards. It may also involve the active use of comparison
Note:
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Source: McKinsey Panorama
platforms to gain deposits or distribute unused balance sheet space… Whether to ex or to fully unbundle depends on the situation… e bene ts of both approaches would include the following, to various degrees:
• Customer service and business capacity. Banks could originate credit business. e net-zero transition, for instance, may be an opportunity for more exible balance sheet usage by bringing in investors with di erent time and risk horizons.
• Capital optimization. Optimizing capital enables banks to hold on to the assets for which use of the balance sheet is most e cient (with regard to attractiveness for other banks,
nonbanks, and investors).
• Portfolio and risk optimization. Banks have an option to choose what they hold, optimize their portfolio mix, and generate additional value by lowering their risk pro le.
Flexing or unbundling may also shift the lending business model from one based primarily on spread income to one that includes fee income from distributed assets. By separating out the balance sheet and treating it as a pure play, a company may be able to reduce the cost of equity and boost the level at which the core balance sheet trades closer to book value. For customer-facing banking business, unbundling essentially allows nancial institutions to double
down on prioritized, customer-facing growth products and services such as investment advisory and commerce marketplaces…
Scaling transaction business
Although the Great Banking Transition has been happening across payments, asset management, and capital markets and infrastructure for a long time, most customers still need these services and banks to distribute them. Many banks still hold operations for these services, but many of the bene ts have accrued to specialists. From best-practice examples, we can see that scale in a particular market or product is the key to success. But scale can be
multifaceted: institutions can nd a niche in which to go deep, or they can look to cover an entire market. e following are some points to consider for scale:
• Decide whether to scale or exit. Assess the institution’s existing and potential products or services on the basis of whether you have su cient scale. More captive business models might provide bene ts, such as inhouse card issuing, asset management, and securities services; however, external specialists are often more e cient. As a rule of thumb, more regulated and smaller markets need more local developments; in other words, if no ntechs, global-asset services, or acquirers want to operate locally, you may need to do so yourself.
• Aggressively pursue economies of scale, possibly through M&A. Scale can be used to improve o erings, geographic reach, processes, and cost levels. M&A, along with technology, has been a key di erentiator between traditional banks and specialists.
• Leverage partners to help with exits. e ip side of scaling up in some areas is reducing in others. Retail banks will likely need cardissuing and asset management services for their customers, for example. Partners can help take care of respective sub-businesses, including payments to security services and asset management.
Leveling up distribution
Whatever path a company chooses to follow, modern tech foundations,
especially the cloud and APIs, make switching and managing partners easier. Connecting or reconnecting with customers is an essential element of thriving during the Great Banking Transition. Several paths can help achieve this:
• Innovate with how to interact with clients through hybrid and digital models. is is particularly true for advisory, which many institutions have mastered o ine but not in hybrid or online form. Furthermore, the digital o erings of many private and public wealth managers with established advisory services often lag behind.
• Decide on your strategy toward third-party distribution. is could involve partnerships to create embedded nance opportunities (for example, “buy now, pay later” applications), platform-based models including build-and-operate software platforms that directly address customer needs (for example, supply chain nance platforms or passive investment opportunities),
or establishing the company in marketplaces and ecosystems to create opportunities to serve customer needs with products outside your immediate business models.
• Stop the leakage where possible. Banks are at risk of losing customers to other distributors. Plugging the leaks is especially important with regard to price discovery and comparison platforms and can be done through selective engagements, separate products, and technology use.
• Involve private, corporate, and merchant banking. Banking leaders often see distribution as a retail issue, but it goes potentially much deeper.
Adapting to the new risk landscape
Chief risk o cers in nancial organizations are dealing with a plethora of complex issues. ese include the macroeconomic context (that is, in ation and geopolitical uncertainty); an uncertain growth outlook and potential credit challenges in speci c sectors such as commercial real estate; the changing regulatory environment, including cybersecurity and fraud regulation, and the importance of data; and the exponential integration of AI into the banking ecosystem….
In recognizing this evolving landscape, risk functions can take several noregret actions, such as these:
• Elevate the risk narrative to make it a true di erentiator. In client discussions, product design, and communications, for example, highlight the bank’s resilience based on its track record of systemic risk
and liquidity management, data protection, cybersecurity, and operational fortitude.
• Further strengthen the rst line, and embed risk into day-to-day activities, as opposed to conducting after-thefact oversight.
• Invest in newer risk activity areas, many of which are driven by the growth of generative AI and other advanced analytical techniques— including cybersecurity, fraud, and model risk.
• Embrace the importance of data assets, and treat data risk as an enterprise topic that requires the right governance, operating model, and controls across both providers and consumers of data assets.
• Focus on outcomes and not process. In other words, determine what the bank is actually getting out of its risk and control self-assessment— as opposed to focusing on getting the process right—and rethink committees and governance.
• Pay close attention to talent implications, linking risk expertise with frontline understanding— spanning integrative skill sets that can look across risk stripes and deep expertise in cybersecurity and fraud groups that speak the language of banking, for instance.
• Proactively prepare for increased regulatory scrutiny through increased foresight, scenario planning, and stress testing; improved transparency and depth of reporting at both board and management levels; increased focus on operational resilience; and preparation of faster response times to
Financial institutions seeking to reduce the balance sheet and move business o of it can create opportunities to distribute risk to a broader set of investors
e macroeconomic outlook and changes in interest rates over the medium to longer term will likely determine the dynamics of this aspect
both external factors and regulatory inquiry, as well as increased decision velocity.
e Great Banking Transition has been a dominant underlying theme for the banking sector. e industry may have reached an in ection point now that more than half of the global balance sheet has transitioned, and technology is likely to induce more change.
Financial institutions should consider how they will set themselves up for success in this fundamentally new environment.
While the extent of change can be disconcerting, banking does have a historic opportunity to reinvent itself. Despite all the recent favorable winds, banking is still the lowest valued sector, trading at a 70 percent valuation gap to the rest of the economy. If banks— whether they’re traditional banks, specialists, or new actors—can nd a business model that reduces the sector’s valuation discount to other sectors, the upside
in value creation could be enormous. Banks can seize the opportunity if they parse their balance sheet, transaction, and distribution businesses to identify which of them create value or provide competitive advantages, where their advantages lie, and how technology and AI will a ect the market and their advantages. Banks can identify what it will take to create economic value with new business models in the future macroeconomic environment, amid heightened geopolitical risks, to thrive despite a broadening set of competitors. For institutions with powerful new technologies and a revised mindset, a new era of value creation is possible.
*Senior partner in McKinsey’s Vancouver o ce; Alexander Edlich* *Senior partner in the New York o ce; Brian Weintraub* * Partner in the New York o ce; Reinhard Höll* *Partner in the Düsseldorf o ce.
Polizze vita ed eredi
La Cassazione ha scelto di conformarsi alle direttive dettate dal Garante della privacy
Il diritto alla riservatezza dei dati personali può cedere il passo al diritto di difesa
DI NICOLA MARTINELLI*Pochi mesi dopo il provvedimento interpretativo del Garante della privacy n. 520/2023, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3565, datata 8 febbraio 2024, ha ripreso in esame il tema relativo alla conoscibilità dei dati identi cativi del terzo bene ciario di polizze assicurative vita, da parte di eredi e/o chiamati all’eredità. Tale ordinanza ci o re l’opportunità di approfondire il tema, anche alla luce delle più recenti novità in materia.
Il provvedimento interpretativo
Anzitutto, è opportuno fornire una sintesi del provvedimento supra citato, mediante il quale il Garante, nell’autunno dello scorso anno, ha ritenuto necessario esprimere un proprio orientamento, stante l’incertezza interpretativa generatasi in materia. È stato previsto che la compagnia assicurativa, quale titolare del trattamento, ha il dovere di bilanciare la tutela della riservatezza dei dati personali (che non ha valore assoluto) con il diritto di difendersi in giudizio esercitato da colui che accede ai dati personali del defunto.
In altri termini, ciò implica che di
fronte alla richiesta di accesso ai dati identi cativi del bene ciario presentata dagli eredi o dai chiamati all’eredità dell’assicurato, la compagnia assicurativa, al ne di decidere se accogliere o meno tale richiesta, deve veri care la sussistenza dei due seguenti presupposti: (i) che il soggetto che richiede l’accesso ai dati del defunto sia portatore di una posizione di diritto soggettivo sostanziale in ambito successorio, corrispondente alla qualità di chiamato all’eredità o di erede; (ii) che l’interesse perseguito sia concreto e attuale, ossia realmente esistente al momento dell’accesso ai dati, strumentale o prodromico alla difesa di un proprio diritto successorio in sede giudiziaria.
L’intervento della Suprema Corte Con l’ordinanza emessa, la Cassazione ha trasposto sul piano giudiziale le suesposte direttive espresse dal Garante della privacy. La Cassazione ha stabilito che il giudice, a fronte del ri uto di rivelare l’identità del bene ciario, non è tenuto a valutare preventivamente la fondatezza
dell’azione che il richiedente intenda intraprendere, bensì è su ciente veri care che non si tratti di un’istanza del tutto pretestuosa. Nel caso di specie, i due attori, in qualità di eredi legittimi del de cuius, agivano in giudizio nei confronti di una compagnia assicurativa, quale titolare del trattamento, per sentirla dichiarare tenuta e, conseguentemente, condannata a consegnare agli attori la copia integrale delle polizze vita, complete e non oscurate, con l’indicazione intelligibile e chiara delle generalità dei bene ciari.
Difatti, gli attori - ritenendo che fosse stata lesa la loro quota di legittima - avevano necessità di conoscere l’identità dei terzi bene ciari in modo da poter esperire l’azione di riduzione, ai sensi degli artt. 553 e seguenti del codice civile. La compagnia assicurativa ha proposto ricorso con un unico mezzo per la cassazione della sentenza del tribunale, la quale accoglieva il ricorso degli attori e dichiarava tenuta la compagnia assicurativa a consegnare loro la copia integrale e non oscurate delle polizze. Nello speci co, la
compagnia assicurativa denunciava la falsa applicazione delle norme che disciplinano il diritto di accesso ai dati personali del de cuius. In merito, la Suprema Corte, ha osservato che l’art. 2-terdecies, d.lgs. 196/2003, stabilisce che il diritto di accesso ai dati personali del defunto può essere esercitato da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato, quale suo mandatario, o per ragioni familiari meritevoli di tutela, salvo il caso che l’interessato lo abbia espressamente vietato comunicandolo per iscritto al titolare del trattamento. Tuttavia, è importante precisare che il predetto divieto, come speci cato dal comma 5 del medesimo articolo, non può produrre e etti pregiudizievoli per l’esercizio da parte di terzi dei diritti patrimoniali che derivano dalla morte dell’interessato nonché del diritto di difendere in giudizio i propri interessi. È proprio questo comma, richiamato in ultimo, che ha costituito la base normativa per riconoscere il diritto di accesso ai dati personali del de cuius da parte di eredi e/o chiamati all’eredità,
con particolare riferimento a quelli dei bene ciari delle polizze vita. Ciò premesso, gli Ermellini hanno ssato i criteri che il giudice deve seguire nel pronunciarsi sulla legittimità del ri uto della compagnia assicurativa di rivelare le generalità del bene ciario, in merito alla valutazione della ‘non pretestuosità’ dell’interesse ad accedere ai dati del bene ciario da parte dei richiedenti.
Il giudice, a fronte del ri uto di rivelare l’identità del bene ciario, non ha il potere-dovere di provvedere ad una valutazione preventiva in ordine alla fondatezza dell’azione che il richiedente intenda intraprendere, ma è su ciente che veri chi che l’istanza non sia del tutto pretestuosa, come allorché il richiedente non vanti, neppure in astratto, una posizione di diritto soggettivo sostanziale, che si ricolleghi all’esigenza di conoscenza dei dati per farlo valere”. Di contro, invece, va riservata al giudice del processo ogni questione attinente al merito e alla fondatezza delle domande oggetto delle cause giudiziarie prospettate dal
richiedente alla conoscibilità dei dati. Dunque, il giudice non è tenuto né ad accertare l’e ettiva qualità di erede in capo al ricorrente, né a stabilire se il bene ciario designato abbia acquisito un diritto proprio nemmeno entrato nel patrimonio ereditario.
Conclusioni
L’ordinanza, come anticipato, si pone in continuità con le direttive dettate dal Garante della privacy, incluse nel provvedimento n. 520/2023, ai titolari del trattamento in merito all’accoglimento della richiesta di accesso ai dati del bene ciario formulata in via stragiudiziale da eredi e/o chiamati all’eredità. La giurisprudenza di legittimità, pertanto, ha espresso il principio di diritto tale per cui nelle controversie relative al trattamento dei dati personali e alla conoscibilità dei dati identi cativi del terzo bene ciario di polizze assicurative vita, il giudice, a fronte del ri uto della compagnia assicurativa di rivelare le generalità del bene ciario, non ha il potere-dovere di provvedere a una valutazione preventiva in ordine alla fondatezza dell'azione che il richiedente intenda intraprendere, essendogli demandato soltanto il compito di veri care che non si tratti di un’istanza del tutto pretestuosa.
*Junior Associate dello studio legale e tributario Loconte & Partners
Nuova era per il calcio
L’avanzata dei fondi nella proprietà delle squadre procede inarrestabile
Una ricerca fa luce sugli scenari che si aprono per i top club europei
DI ANDREA BOTTI*Tifosi e azionisti si pongono dalla notte dei tempi una domanda molto intrigante: una squadra può dominare sul campo e allo stesso tempo generare pro tti?
La risposta no a oggi è sempre stata “no”, fatte salve quelle particolari eccezioni che risultano persino utili alla comprensione dell’esistenza di una regola generale. Una squadra per vincere deve spendere e deve farlo in misura superiore ai ricavi perché i pro tti vanno misurati in prestigio. Questa risposta, capace di mantenersi di generazione in generazione certa e unica per immediata evidenza, sembrerebbe improvvisamente essere caduta in discussione.
La caduta si sta facendo peraltro rumorosa perché un gruppo sempre più numeroso di investitori professionali ritiene di poter dimostrare che tutti si sbagliano.
Acquisizioni in crescita
La ricerca condotta da Ai , in collaborazione con Legance e Fineurop Soditic, rivela infatti che già un terzo delle squadre dei primi cinque campionati europei hanno come azionista di maggioranza
Gli investitori di private capital, soprattutto quelli statunitensi, hanno già sperimentato in altri sport che i tifosi sono disposti a incrementare notevolmente le loro capacità di spesa se vengono o erti servizi innovativi
investitori professionali di private capital.
Il private capital sta quindi investendo molto e a un ritmo senza precedenti nel calcio.
Questa tendenza sembrerebbe essere destinata a esplodere nei prossimi anni.
Qualche dato interessante: durante la nale della Coppa del Mondo, WhatsApp ha raggiunto il record assoluto di 25 milioni di messaggi scambiati al secondo. La foto di Messi che celebra la vittoria dell’Argentina ha superato per numero di like su Instagram il famoso uovo (56 milioni) raggiungendo 1 milione in un solo minuto e mezzo.
Questi numeri sono la prova innegabile dell’immensa popolarità di questo sport.
Le ragioni economiche
La tesi di investimento è semplice: se un club vuole crescere ha bisogno di successi sportivi e quindi di investimenti. Al successo sportivo segue il successo commerciale che, se ben gestito, fa da volano, alimentando ulteriormente il successo sportivo e nuovi investimenti e pro tti. Per ora sono stati pochi i club capaci di dimostrare la bontà di questa teoria ma aumenteranno sicuramente perché la storia ci insegna che gli investitori professionali
(tendenzialmente) sanno ben gestire. Alcuni esponenti del settore quali, Alessandro Antonello - FC Internazionale, Luca BassiAtalanta BC, Stefano Campoccia - Udinese Calcio, Stefano Cocirio - AC Milan, Roberto Spada - Juventus FC, Rosanna Volpe - Milanosport e Nazzareno Mengoni - Startupbootcamp, ne hanno discusso durante il summit sul private equity organizzato da Legance in collaborazione con Ai e Fineurop Soditic.
Fattori che fanno la di erenza Sono emersi alcuni fattori che guidano gli investimenti del private capital nel calcio.
Il valore dei contenuti: le persone attribuiscono sempre più importanza al proprio tempo libero. Il calcio, in quanto generatore di contenuti, ha un’attrattiva internazionale e intergenerazionale senza eguali. Nonostante la concorrenza di Nba, N e F1, il calcio ha ampi margini per monetizzare i propri contenuti attraverso le piattaforme digitali. I club come asset di prestigio: le squadre di calcio dei principali campionati europei, con una storia sportiva importante e una tifoseria numerosa e solida, rappresentano veri e propri “trophy asset”. La loro esclusività li rende intrinsecamente preziosi.
La richiesta di coinvolgimento da parte dei tifosi: gli investitori di capitale privato, soprattutto quelli statunitensi, hanno già sperimentato in altri sport che i
tifosi sono disposti a incrementare notevolmente le loro capacità di spesa se vengono o erti servizi innovativi, prodotti di alta qualità ed esperienze personalizzate. In questo ultimo gruppo rientrano gli investimenti che Internazionale e Milan devono e ettuare sul proprio stadio. Martina Riva (Assessore dello Sport), durante l’incontro, ha confermato che il Comune di Milano è ben consapevole di questa opportunità e farà tutto il possibile per assicurare che San Siro resti la Scala del calcio europeo oltre che la casa di Inter e Milan (se interessati). Questi fattori contribuiscono a rendere il calcio un settore attraente
per gli investimenti di private capital, con un potenziale di crescita signi cativo. La scommessa d’investimento, peraltro, si sta estendendo a tutto l’ambiente del calcio: il private capital non guarda solo ai club o alle leghe ma anche alle società capaci di o rire nuovi prodotti digitali, nuovi canali di distribuzione, nuove esperienze di intrattenimento, nuovi servizi. Una rivoluzione per il calcio e per tutto il suo ecosistema, sicuramente l’inizio di una nuova era.
*Partner dello studio legale Legance
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Più tutele sui servizi online
Il legislatore comunitario ha ra orzato i diritti dei risparmiatori
Obblighi di informativa più pressanti e vincolo di chiarezza nell’esposizione
DI PAOLO SOBRINI*La disciplina del mercato nanziario ha sempre mostrato una grande attenzione per l’utilizzo delle tecniche di comunicazione a distanza. La rivoluzione tecnologica, che ha contraddistinto gli ultimi vent’anni, ha comportato sviluppi di mercato inattesi: sono emersi nuovi prodotti e nuove tipologie di operatori professionali con modelli commerciali e canali distributivi innovativi come, ad esempio, i modelli di robo advice che utilizzano piattaforme digitali per gestire l’intera fase del rapporto. L’impatto della pandemia ha poi nito per fungere da acceleratore al processo di digitalizzazione dei servizi.
Acceleratore del cambiamento Nell’ambito di questo contesto, in sede comunitaria è stata avviata l’iniziativa di revisionare la normativa sulla commercializzazione a distanza dei servizi nanziari (risalente al 2002) la quale, partendo dagli obiettivi posti dalla “Nuova Agenda dei Consumatori” adottata dalla Commissione nel novembre 2020, ha partorito la direttiva (Ue)
n. 2023/2673, pubblicata sulla Gazzetta u ciale dell’Ue il 28 novembre scorso. La direttiva, che si applica (tra l’altro) ai servizi bancari, di investimento e assicurativi, si muove attraverso due traiettorie: da un lato, ra orzare le tutele dei consumatori e la ducia di questi nella prestazione dei servizi a distanza e, dall’altro, favorire l’erogazione transfrontaliera dei servizi nanziari nell’ambito del mercato unico.
Sempli cazioni in corso
Dal punto di vista sistematico, si opera un riordino della normativa, abrogando (seppur dal 19 dicembre 2026) la vecchia direttiva 2002/65, in cui si menziona ancora il fax e superata dalle diverse normative settoriali e, al contempo, trasponendo - innovandola e aggiornandola sensibilmente - la precedente disciplina all’interno della più ampia cornice di tutela consumeristica. In buona sostanza, in un’ottica di sempli cazione legislativa e di complementarità, si è esteso l’ambito di applicazione della direttiva 2011/83, che nora riguardava i contratti a distanza
con i consumatori a eccezione (appunto) dei servizi nanziari, anche a quest’ultima categoria, al ne di evitare il rischio di inutili sovrapposizioni. Il nocciolo della nuova direttiva riguarda sostanzialmente due punti: l’informativa precontrattuale e il diritto del recesso, i quali vengono aggiornati e modernizzati alla luce delle nuove caratteristiche dell’ambiente on line. Per quanto riguarda il primo pro lo, la direttiva si pre gge di garantire l’equità online, attraverso un sensibile miglioramento delle regole di informazione, che vengono adeguate all’era digitale, rendendo obbligatoria, per esempio, l’indicazione del telefono e dell’indirizzo email del professionista, nonché dei rischi e di eventuali costi occulti. Sono poi espressamente previste spiegazioni adeguate nonché indicate le modalità attraverso cui le informazioni debbano essere veicolate al consumatore (per esempio, quando può essere utilizzata la strati cazione delle informazioni) e in quale momento. Inoltre, in caso di servizi nanziari
che impiegano strumenti di informazione completamente automatizzati (i.e. chatbot o roboadvice), viene previsto il diritto del consumatore di richiedere l’intervento di un operatore.
Il pulsante di recesso Venendo al secondo punto, la principale novità, estesa peraltro a tutti i contratti on line, concerne senza dubbio l’introduzione del pulsante di recesso, ossia di una nuova funzionalità contraddistinta dalla locuzione “recedere dal contratto qui” (o da formula equipollente), che dovrà essere visibile e facilmente accessibile
sull’interfaccia online del prestatore del servizio per l’intero periodo in cui il recesso può essere esercitato. Inoltre, qualora le informazioni precontrattuali siano state fornite meno di un giorno prima rispetto alla conclusione del contratto, il professionista è tenuto a noti care al cliente un reminder per ricordargli la possibilità di esercitare il diritto al ripensamento e tornare sui propri passi. Vengono, in ne, introdotte alcune norme di protezione supplementare contro i dark pattern, volte a prevenire che i consumatori siano ingannati o spinti verso scelte speci che piuttosto che altre. La direttiva fornisce alcuni criteri
di coordinamento tra la normativa consumeristica e quella settoriale: si dispone, in buona sostanza, che in presenza di norme settoriali, si applichino quest’ultime, salvo che non prevedano diversamente. In mancanza di norme settoriali, si applicano le norme contenute nella nuova direttiva. Gli Stati membri dovranno recepire la nuova direttiva entro il 19 dicembre 2025 attraverso le rispettive disposizioni interne di attuazione, che saranno applicate dal 19 giugno 2026.
*Senior counsel di Zitiello Associati
RINNOVAMENTO IN CASA CORDUSIO
L’assemblea di Cordusio Fiduciaria (gruppo UniCredit) ha votato per il rinnovo degli organi sociali. Sono stati confermati alla presidenza Manuela Soncini (nella foto) e al ruolo di amministratore delegato Francesco Rubino (nella foto). Entra a far parte del cda Paola Marzetta, partner dello Studio Maisto & Associati di Milano. Ra aella Brambilla e Marco Allena vengono confermati nel ruolo di consiglieri.
Polato per Scouting Capital Advisors
Scouting Capital Advisors ra orza l’organico con l’arrivo di Nicola Polato (nella foto) alla guida della neonata business unit di capital market. La divisione permetterà al gruppo di consolidare la propria attività nell’ambito delle operazioni sui mercati quotati di Borsa Italiana, fornendo così una consulenza a 360° alla clientela. In particolare, fornirà supporto a emittenti, banche e azionisti nelle principali operazioni di quotazione e public m&a.
“L’arrivo di Nicola si inserisce in una strategia di sviluppo e ra orzamento delle attività di capital market - a erma Rinaldo Sassi, founder e ceo di Stpg Scouting Tra Partners Group. La sua esperienza ci permetterà di ampliare l’o erta di servizi e allargarne le competenze per a ancare la clientela nelle diverse opzioni strategiche”.
NOVITÀ IN CASA REYL
Novità per Reyl, controllata del gruppo Intesa Sanpaolo. La società svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni ha nominato François Reyl (nella foto) nuovo membro del cda e presidente del comitato strategico, mentre Pasha Bakhtiar, attualmente partner e membro del comitato esecutivo, diventa il nuovo ceo della banca e presidente del comitato esecutivo. Le novità, in vigore dal 1° luglio prossimo, sono soggette all’approvazione della Finma. Dopo una carriera di 13 anni come avvocato e banchiere d’investimento, François Reyl è entrato a far parte della banca nel 2002 come responsabile dello sviluppo ed è diventato ceo nel 2008.
UN TRIO PER VONTOBEL Il consiglio d’amministrazione di Vontobel ha proposto Kristine Braden (già a capo del mercato statunitense di Citigroup), Annika Falkengren (con un passato ai vertici di Lombard Odier dal 2017 al 2023) e Mary Pang (già a capo del pb di Cambridge Associates) come nuovi membri del board.
Finanza per l’innovazione
Il venture capital sta prendendo piede anche in Italia, a supporto delle giovani imprese
Dopo il giro di boa del 2023, le prospettive restano interessanti per aziende e investitori
A ne 2012 prendeva il via lo Startup Act, primo insieme di norme italiane a sostegno di startup innovative e di incentivi scali per gli investitori, recentemente rivisto e potenziato proprio lo scorso anno.
Il percorso fatto nora
Molta strada è stata fatta in questi ultimi 10 anni. La traiettoria di crescita del venture capital è stata signi cativa, in termini di volumi, investimenti, creazione di imprese innovative e impatto sull’economia: in 10 anni sono stati investiti circa 8 miliardi di euro in startup italiane che nel 2023, sono arrivate a valere 67 miliardi di euro. Queste imprese hanno aumentato di 25 volte il loro valore, registrando un tasso di crescita più che doppio rispetto alla media europea.
Sono numeri che credo rappresentino chiaramente il potenziale di crescita e redditività degli investimenti in innovazione tecnologica. Ma non solo. Queste imprese, oltre a generare ritorni signi cativi per chi ha creduto in un’idea imprenditoriale, producono anche un impatto rilevante sul sistema economico.
Le oltre 50 società in cui P101 ha
investito nel decennio, nello stesso periodo hanno generato ricavi complessivi per 5 miliardi di euro e solo nel 2023 hanno impiegato oltre 5 mila persone e generato un fatturato di circa 1,7 miliardi di euro. Più in generale, le oltre 13 mila startup italiane, unitamente a circa 2mila Pmi innovative, nel 2023 hanno generato un valore della produzione di quasi 10 miliardi di euro occupando circa 62mila persone.
Sono aziende attive in settori tecnologici come software, ntech o healthtech, ma anche portatrici di tecnologie sia emergenti, come quelle dedicate allo spazio, sia sostenibili, come sul fronte dell’energia.
Si restringe il gap con l’Europa Per continuare a sostenerne lo sviluppo, solo negli ultimi 5 anni, i fondi di venture capital in Italia hanno raccolto 3,6 miliardi di euro, evidenziando una traiettoria di crescita (+88%) in controtendenza rispetto all’Europa (-32%). Una crescita che ha visto parallelamente aumentare i player del venture capital, che oggi sono oltre 300,
la dimensione e il numero di fondi (11 nuovi fondi solo nel 2023), e il numero di investitori istituzionali e privati.
Sono segnali importanti che ri ettono la maturità raggiunta dall’ecosistema dell’innovazione italiano, l’emergere di realtà con potenziale di ulteriore sviluppo nel settore tecnologico e la crescente consapevolezza che il venture capital rappresenta per gli investitori un’opportunità unica di scommettere sull’innovazione, sostenere la crescita delle imprese e contribuire allo sviluppo economico, tecnologico e sostenibile a lungo termine del nostro Paese.
Al via una nuova fase
I dati e le dinamiche analizzate nel report ci dicono che la costruzione delle fondamenta dell’ecosistema italiano del venture capital è conclusa e che dobbiamo guardare al 2024 come al primo anno di un nuovo decennio decisivo per portare i player dell’innovazione italiana a competere a livello globale.
A nché ciò sia possibile, dobbiamo agire su diversi fronti. Dobbiamo continuare a supportare le aziende
che hanno avuto successo nello scorso decennio e che oggi mostrano la scalabilità del loro business e sono pronte a fare un salto dimensionale che sempre più spesso le porterà oltre con ne.
Dobbiamo di ondere la cultura del venture capital e intensi care il dialogo con tutti gli investitori, sia con quelli che si a acciano per la prima volta a questo settore, sia con quelli che da tempo vedono nel comparto un’opportunità alternativa non solo di diversi cazione e di redditività a doppia cifra, ma anche di investimento sostenibile nell’economia e nell’innovazione italiana. Il nostro Paese so re ancora di un ritardo temporale
nello sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione rispetto ad altri mercati del continente: il valore delle startup italiane nel 2023 è ancora equivalente a quello della Spagna nel 2020, della Francia nel 2016 e della Germania nel 2015. Un gap che si sta rapidamente accorciando, ma dobbiamo accelerare se vogliamo che l’Italia, e l’Europa nel suo insieme, sia veramente competitiva.
Individuare i campioni di domani Google e Amazon sono state startup. Chi oggi, con il senno di poi, non investirebbe nelle startup che sono state? Questo è il nostro mestiere: identi care i player del tech di domani, supportando,
nanziariamente e industrialmente, lo sviluppo di quello che oggi è solo un progetto o un’idea innovativa. È un percorso che richiede tempo e non è scevro di rischi. Del resto, il nostro è capitale di rischio. Ma non c’è futuro senza innovazione costante. E non c’è spazio per l’Italia nella competizione globale se non investiamo nel nostro futuro.
*Founder e managing partner di P101, società di venture capital che - tra gli altri - ha acquisito quote di Tannico, Opyn, Fatmap (Strava), Deporvillage e Musement
Falsi e truffe
Il settore dell’arte è spesso preso di mira da persone senza scrupoli
I casi più noti a livello internazionale e le pronunce dei tribunali
DI ALESSIA ZORLONI E ISABEL POMALe opere d’arte possono svolgere la funzione di collateral di operazioni nanziarie, consentendo ai collezionisti di generare liquidità pur senza privarsi delle stesse. Si chiama art lending ed è un servizio o erto da alcune banche e da operatori specializzati. Il meccanismo è semplice: il collezionista riceve un prestito sulla base delle opere che possiede e che vengono date a garanzia del debito contratto.
In caso di mancato assolvimento degli obblighi di restituzione, l’istituto che ha erogato il nanziamento potrà procedere con la vendita al ne di recuperare l’importo prestato. Questa premessa per introdurre il caso di Inigo Philbrick, un giovane e talentuoso mercante d’arte che è stato condannato per aver sottratto a decine di clienti una cifra da capogiro, 86 milioni di dollari, attraverso una serie di operazioni legate all’art landing e all’art ipping.
Il caso
Gallerista e mercante, Inigo Philbrick (1987) ha già una certa reputazione e notorietà nel settore dell’arte, quando nel 2020 viene arrestato dall’FBI con l’accusa di frode telematica.
Nel maggio 2022 Philbrick viene condannato dal tribunale di New York a scontare 7 anni in carcere, 2 di libertà vigilata e a pagare un risarcimento di 86 milioni di dollari
Dopo essere stato incarcerato per quasi un anno e mezzo, si scoprì che era coinvolto in varie pratiche fraudolente tra cui la vendita di quote di opere d’arte con richieste che a volte superavano il 100%; l’utilizzo delle opere d’arte come garanzia per ottenere nanziamenti all’insaputa dei proprietari; la creazione di documenti falsi in grado di gon are il valore delle opere d’arte.
Molte furono le vittime coinvolte e tru ate, tra cui il collezionista Aleksandar Pesko, il tedesco Daniel Tümpel e sua moglie Loretta Würtenberger che dal 2014 al 2019 investirono oltre13 milioni di dollari in quote di opere d’arte di artisti come Yayoi Kusama, Christopher Wool, e Rudolf Stingel
L’ascesa
Inigo Philbrick nasce e cresce nel Connecticut, circondato dall’arte:
sua madre è un’artista e il padre è un direttore di museo. Studia arte alla Goldsmith a Londra e subito dopo inizia a lavorare per Jay Jopling, il più importante gallerista d’Inghilterra. Giovane e sveglio, a 32 anni apre la sua galleria che inaugura con mostre di artisti come Joe Bradley e Sterling Ruby. Ben presto impara a muoversi con destrezza nel mercato dell’arte, specializzandosi nel ipping: raccoglie quote dagli investitori per nanziare l’acquisto di opere d’arte che vengono rivendute rapidamente per generare un pro tto da distribuire.
Le vittime
Nel 2016 Philbrick convince l’amico Aleksandar Pesko, un nanziere serbo-inglese, a comprare, per 3,35 milioni di dollari, il 50% di “Untitled”, un dipinto di Rudolf Stingel che ritrae Pablo Picasso.
Secondo il mercante è un ottimo investimento e di lì a poco le sue quotazioni aumenteranno. Nello stesso anno, replica l’operazione con la Fine Art Partner (Fap), società di art advisory di Daniel Tümpel e Loretta Würtenberger. Philbrick suggerì loro di acquistare l’altro 50% per 7,1 milioni di dollari. Successivamente, il mercante ipotecò l’intera opera alla Guzzini Properties, senza comunicarlo ai proprietari, incassando 6 milioni di dollari. Nel 2019, quando il dipinto di
Rudolf Stingel fu venduto tramite Christie’s, i titolari dell’opera scoprirono, con stupore, che la documentazione fornita da Philbrick era falsa. Tümpel citò in giudizio Philbrick, aprendo così le porte ad altre azioni legali contro il mercante per aver tru ato molteplici collezionisti.
La condanna Quest’evento svelò una tru a più ampia in cui Philbrick avrebbe accumulato no a 20 milioni di dollari in prestiti garantiti da opere
d’arte che, in realtà, non possedeva. Nel maggio 2022 Philbrick viene condannato dal tribunale di New York a scontare 7 anni in carcere, 2 di libertà vigilata e a pagare un risarcimento di 86 milioni di dollari per frode nanziaria e furto d’identità ai danni di collezionisti, prestatori e nanziatori. Robert Newland, suo socio e consulente nanziario, viene condannato l’anno successivo a un anno e otto mesi di carcere, 2 di libertà vigilata e a pagare 67,5 milioni di dollari di risarcimento.
DALLE NOSTRE RADICI, NASCE VALORE PER IL VOSTRO FUTURO.
Ph: Vincent Peters Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Credem Euromobiliare Private Banking Spa - Sede legale: via Emilia San Pietro 4, 42121 Reggio nell’Emilia Iscritta all’Albo delle Banche (al n. 4999) e all’Albo dei Gruppi Bancari tenuto dalla Banca d’Italia - Società soggetta ad attività di direzione e coordinamento (ex art. 2497 bis c.c.) da parte di Credito Emiliano S.p.A. Aderente al Fondo interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia - Società autorizzata e vigilata da Banca d’Italia, CONSOB ed IVASS. www.credemeuromobiliarepb.it.Gulf: the new eldorado
For the next decade, a very attractive mix for investors in the booming of the region Favour an active approach, allying with local partners to uncover opportunities
BY ROBERTO FALZONI E ALESSANDRO TAGLIETTI (Abbiamo lasciato il testo in inglese pere nations of the Gulf region are experiencing a wave of incredible development and interest from international investors, as they bene t from a combination of large government projects, aimed at developing and diversifying the local economy, and the growing market share of their nancial hubs, which are increasingly attractive due to their hyper-low-tax regimes and ability to nurture constructive relationships with both the East and the West. GDP growth, while volatile due to its correlation with oil prices, has been on a sustained uptrend, driven by Saudi Arabia and the UAE, which
have averaged respectively a 5% and 3% growth rate in the last 10 years, as the two leading countries undergo an accelerating boom in real estate and entrepreneurship.
e most immediate manifestation of this trend is the massive in ow of wealth and talent into Dubai and Abu Dhabi, which are developing into major booking centres for international banks and especially Hedge Funds, such as Brevan Howard, which has turned Abu Dhabi into its largest risk-taking centre, with 10 billion USD under management. Furthermore, after the war in Ukraine, Russian high-net-
worth individuals have ocked to the UAE, due to its high quality of life and neutrality with respect to US sanctions.
inking about the longer term, the trend that is set to have the most transformational impact is the rise of Saudi Arabia, under the leadership of Mohammed bin Salman. e Crown Prince, despite controversies regarding his style of governance, is pushing for a fast modernisation of the business and nancial ecosystem of the Kingdom, spending hundreds of billions to launch large projects diversifying the industrial base away from energy. Moreover, he is opening
the gates of the Saudi economy to foreign investors, which creates a tremendous potential to invest early in a country that will see aggressive growth in the coming decade, as we have seen with China and India.
Investing in the Gulf region
e stock markets of the Gulf region have historically been correlated with oil prices and concentrated on banks and telecommunication companies, providing an imperfect exposure to the region’s economy and development. e scenario is now changing, with more and more government utilities and private companies going for IPOs, providing access to a more diversi ed range of opportunities. e latest example is the recent listing of Parkin Co
PJS, a utility managing public parking in Dubai, which was sold out within minutes, with a 31% jump in prices at the open of its rst trading day. Investors should expect more and more euphoric listings of public entities on the part of the government, which makes for a very compelling case to invest in the region. Liquidity and transparency should also improve, as market infrastructure is enhanced and the population invests locally a greater share of its savings: we expect the Gulf region to transition from niche to core asset in a very short time horizon.
Looking at the performance of the key stock indices since 2018, Saudi Arabia’s Tadawul Index and the MSCI Kuwait Index have beaten
the MSCI World index, in spite of it being propelled by the rise of US tech giants. Both the MSCI UAE Index and the MSCI Qatar Index have beaten the MSCI Emerging Markets index, while trailing the MSCI World. Only Qatar has shown a disappointing performance, primarily driven by a stronger correlation with oil prices and the aftermath of the Saudi blockade that took place between 2017 and 2021. Superior performance is not the only advantage in investing in the Gulf region versus other emerging markets: Gulf currencies are pegged to the US dollar, which practically eliminates forex risk and guarantees stability.
Active Approach
Due to the massive potential and growth trajectory of the Gulf region, we believe it is the right time to start including it in portfolios as a core investment. Rather than relying on passive instruments that track the main indices, we are studying active investment solutions, partnering with a local asset manager, who can help generate signi cant alpha through stock picking, thanks to a strong network and a deep understanding of key policy trends and business opportunities. We are very positive on gaining access to the IPO market, which allows to invest in innovative companies that can have massive growth prospects, as well as sponsorship from the government and sovereign wealth funds like Pif, Adia and Mubadala.
Human bank
Cherry Bank, struttura nativa digitale, fa leva sul rapporto personale per fare la di erenza Caramaschi (head pb): “Puntiamo a un team di 100 professionisti e 3 miliardi di masse” personalizzata e di lungo periodo. Partiamo da un ascolto attivo dei bisogni degli imprenditori e, grazie a un team di grande esperienza capace di analizzare il portafoglio globale e gli obiettivi individuali e familiari, individuiamo la soluzione idonea”.
“Siamo una realtà nativa digitale, ma al tempo stesso una human bank, nella quale la relazione personale riveste un ruolo cruciale”. Così Luca Caramaschi, responsabile commerciale private banking & wealth management di Cherry Bank, sintetizza l’o erta dell’istituto attivo nei servizi di supporto alle imprese e nella gestione degli Npl e valorizzazione dei crediti scali, che negli ultimi tempi sta accelerando nell’o erta di servizi per la protezione e la valorizzazione dei grandi patrimoni.
I tratti distintivi dell’o erta Un settore già parecchio a ollato in Italia, ma con un potenziale inespresso che gli analisti stimano tra il 25 e il 30% tra clienti facoltosi seguiti da banche tradizionali o, quanto meno, da strutture non specializzate. “Tutto questo mentre le esigenze di consulenza avanzata si fanno via via più articolate, tra incognite di mercato e nuove normative”, evidenzia Caramaschi. Il quale ribadisce un concetto: “Non vendiamo prodotti, ma ci mettiamo al servizio del cliente per una piani cazione nanziaria
Due approcci
Il modello di o erta si sviluppa lungo due sentieri. Il primo è il servizio di consulenza sempli cata, completamente gratuita, che prevede la proposizione di una determinata gamma di prodotti e dunque adatta a clienti con esigenze nanziarie di base. La seconda, invece, riguarda una consulenza avanzata, che si distingue per il suo approccio orientato al cliente, anche nell’aspetto commissionale, con la previsione di una commissione de nita sul patrimonio del cliente, mentre tutte le retrocessioni delle commissioni sui prodotti venduti vengono restituite al cliente con cadenza trimestrale. Nel private banking, Cherry Bank o re sia gestioni patrimoniali, fondi e advisory, sia prodotti assicurativi (ramo primo e terzo, danni, previdenza). Il team di professionisti
è composto, oltre che da private banker, anche da specialisti della nanza d’impresa. I clienti partono da disponibilità liquide per 400mila euro e arrivano no a 10 milioni.
Lavori in corso Quanto alle novità in divenire, Caramaschi - manager che si è unito pochi mesi fa al progetto di sviluppo e crescita di Cherry Bank dopo un’importante esperienza in Azimut Sgr in qualità di responsabile wealth management per la Lombardia e altre esperienze nel settore, tra cui Deutsche Bank e Banca Leonardo Spa - racconta che l’istituto è al lavoro per raggiungere accordi nalizzati a ra orzare l’o erta di investimenti illiquidi in modo da favorire la diversi cazione dei portafogli più consistenti. Cherry Bank ha stabilito di non legarsi in modo esclusivo ad alcuna fabbrica prodotto, in modo da non vincolare il lavoro dei consulenti, né limitare la scelta per i clienti-investitori. “Puntiamo sul massimo della trasparenza sia verso la clientela, sia verso i professionisti”, aggiunge il numero uno della divisione. “Abbiamo messo in piedi un
L’innovazione
è evidente nel campo degli investimenti, con il ricorso a un software di intelligenza arti ciale personalizzato, in grado di produrre segnali su ben 67 asset class
progetto per reclutare private banker, inserendo le nuove risorse in team insieme a gure con una seniority più avanzata, valorizzando al contempo la presenza delle donne”. L’obiettivo è arrivare a un team di 100 professionisti entro ne 2025, con asset in gestione per 3 miliardi di euro.
Quanto alla copertura geogra ca, oltre al Veneto (dove vuole ra orzarsi), Cherry Bank ha aperto a Pordenone, aprirà degli u ci private a Milano nella seconda metà del 2024, guarda a Brescia e Bergamo, all’Emilia-Romagna (ha inaugurato una liale a Ferrara) anche grazie alla recente acquisizione di Banca Popolare Valconca (che copre anche il nord delle Marche), a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Roma e Toscana.
Più paperoni
Secondo il report annuale di Knight Frank, nel 2023 è aumentato il numero degli Uhnwi A livello globale hanno superato quota 600mila. Balzo in avanti della Turchia
Torna a crescere il numero dei paperoni nel mondo. Secondo il Wealth Report 2024, analisi annuale curata da Knight Frank, il numero degli Uhnwi, persone con patrimonio superiore ai 30 milioni di dollari, è aumentato del 4,24% nel 2023, passando a 626.619 ultra high net worth individual da 601.300 a livello globale, rispetto all’anno precedente.
Nord America al vertici
Per quanto riguarda le macroaree geogra che, il Nord America si trova in testa, con un aumento degli Uhnwi del 7,2%, al secondo posto il Medio Oriente con un 6,2%, l’Africa si colloca invece in terza posizione con un 3,8%. L’America Latina è l’unica regione che ha visto diminuire la popolazione di individui facoltosi (-3,6%).
In termini di performance dei paesi chiave, la Turchia guida la classi ca di Knight Frank con un incremento del 9,7% degli Uhnwi, seguita da Stati Uniti (7,9%), India (6,1%), Corea del Sud (5,6%) e Svizzera (5,2%).
Liam Bailey, responsabile del dipartimento di ricerca di Knight Frank a livello globale, ha commentato: “Il miglioramento delle prospettive dei tassi di interesse, la solida performance dell’economia statunitense e il forte rialzo dei mercati azionari hanno favorito la creazione di ricchezza a livello globale. Alla ne del 2023 c’era il 4,2% di Uhnwi in più rispetto all’anno precedente, con
ogni giorno quasi 70 investitori ricchi in più, e un totale globale di questi individui di poco più di 626mila”.
Il cambio di passo
La ricchezza è stata sostenuta dalla crescita economica globale e dal miglioramento delle sorti dei principali settori di investimento. Hanno condizionato la ripresa un calo dell’in azione, un’impennata delle azioni grazie all’IA (intelligenza arti ciale) e una performance eccezionale dei titoli tecnologici statunitensi.
Anche il valore degli immobili residenziali ha sorpreso in positivo, con una crescita del capitale del 3,1% nei principali mercati mondiali no al 2023.
Per gli investitori, i rendimenti del settore delle case sono stati sostenuti dall’aumento degli a tti globali di lusso, in media tre volte superiore alla loro tendenza di lungo periodo. Altri asset hanno registrato rendimenti positivi nel corso dell’anno: l’oro è salito del 15% e il Bitcoin del 155%, in quest’ultimo caso, annullando gran parte delle perdite subite nel 2022.
Prospettive di progresso
Guardando in prospettiva, gli individui alto spendenti a livello globale dovrebbero aumentare del 28,1% nei prossimi cinque anni no al 2028. Anche se si tratta di cifre in positivo, il tasso di espansione è notevolmente più lento rispetto all’incremento del 44%
GLI ULTRARICCHI I NUMERI ASSOLUTI
LA VARIAZIONE 2023/2022 LA VARIAZIONE ATTESA
FONTE: THE WEALTH REPORT
registrato nel quinquennio 20192023. Il report evidenzia la forte sovra-performance dell’Asia, con una crescita elevata in India (50%),
Cina continentale (47%), Malesia (35%) e Indonesia (34%).
“Con questa ricchezza in costante aumento e sempre in movimento,
è fondamentale chiedersi se la crescita futura rimarrà all’interno di questi o di altri mercati, o se ci sarà una fuga di talenti verso l’Europa,
l’Australasia o il Nord America” prosegue Liam Bailey. “Al di fuori dell’Asia, l’aumento si concentra in Medio Oriente, Australasia e Nord America, mentre l’Europa è in ritardo e l’Africa e l’America Latina saranno probabilmente le regioni più deboli”.
Spiccano i piccoli
Ogni anno, il Wealth Report di Knight Frank stila “l’1%”: quanto denaro occorre per far parte della cerchia degli individui più ricchi del pianeta. I dati rivelano che, per quanto possa sembrare esclusivo, è più facile far parte di questo gruppo ristretto piuttosto che ottenere lo status di ultra high net worth individual. Nei vari mercati globali, infatti, la soglia dell’1% parte da un livello inferiore rispetto ai 30 milioni di dollari necessari per diventare un Uhnwi.
Le località europee sono in cima alla lista dell’1%, guidate dal Principato di Monaco, dove 12,9 milioni di dollari costituiscono la soglia per entrare nel club. Seguono il Lussemburgo con 10,8 milioni di dollari e la Svizzera con 8,5 milioni di dollari. Gli Stati Uniti si piazzano poi al quarto posto, con 5,8 milioni di dollari.
Nella regione Asia-Paci co, Singapore è in testa, con un requisito di 5,2 milioni di dollari. “I risultati di Knight Frank confermano le di erenze sostanziali nella distribuzione della ricchezza tra i paesi, con i centri più piccoli che mostrano numeri più elevati”
commenta Liam Bailey. “Poiché i paesi occidentali, in particolare, sono alle prese con i debiti pubblici e la necessità di aumentare le entrate scali, ci si aspetta una maggiore attenzione da parte delle politiche su dove si trova la ricchezza, su come è distribuita nelle economie e su come i governi possono sia tassarla che incoraggiarne la crescita: un mix di risultati non facile da garantire”.
Il nodo del passaggio generazionale Se da un lato vi è una variazione della distribuzione del denaro per paesi e regioni, dall’altro si sta veri cando un cambiamento ancora più importante tra le generazioni. Knight Frank indica cinque tendenze fondamentali da tenere d’occhio.
1) Nei prossimi 20 anni si veri cherà un passaggio di beni e denaro, quando la silent generation e i baby boomer trasferiranno la ricchezza alle generazioni più giovani. Le aziende dovranno quindi comunicare con un linguaggio adatto a questi nuovi acquirenti.
2) La ricchezza sta diventando più diversi cata. Secondo la società di data intelligence Altrata, le donne rappresentano circa l’11% degli Uhnwi globali, in rapida crescita rispetto all’8% di circa dieci anni fa.
3) La generazione Z è la più duciosa nella propria capacità di creare ricchezza: la Attitudes Survey di Knight Frank, questionario condotto dall’agenzia sul benessere degli attori di mercato, rivela che il 71% degli Uhnwi globali prevede
una crescita del proprio patrimonio. Il 65% degli Hnwi (high net worth individual) la pensa allo stesso modo secondo la Next Generation Survey. I più duciosi sono proprio i più giovani: il 75% della generazione Z prevede un incremento della propria ricchezza contro il 52% dei boomer. Il 75% dei millennial di sesso
maschile è più ottimista sul proprio patrimonio futuro rispetto al 64% delle donne, mentre nella generazione Z le aspettative sono invertite, con l’81% delle donne che si aspetta un incremento.
4) Il cambiamento climatico in uenza le decisioni di investimento, soprattutto tra le
nuove generazioni: tra i millennial, l’80% dei maschi e il 79% delle femmine a ermano di voler ridurre la propria impronta di carbonio, contro il 59% dei boomer di sesso maschile e il 67% di sesso femminile.
5) Gli immobili residenziali rimangono al centro degli
Il miglioramento delle prospettive dei tassi di interesse, la solida performance dell’economia statunitense e il forte rialzo dei mercati azionari hanno favorito la creazione di ricchezza a livello globale
investimenti per tutti i gruppi facoltosi. Il 22% degli Uhnwi e il 19% degli Hnwi dichiarano di voler comprare casa quest’anno, con millennial più attivi (il 23% delle donne e il 21% degli uomini) rispetto ai più reticenti boomer (l’8% delle donne e il 7% degli uomini).
L’erede vincente
Andrea Bonomi ravviva e ra orza la tradizione familiare a cavallo tra nanza e impresa
Una storia tra alti e bassi, ma sempre con un orizzonte d’investimento di lungo periodo
Buon sangue non mente, specie se nelle vene scorre quello della nanza che guarda alle iniziative senza scopo di lucro. L’ultima, in ordine di tempo, è una donazione di 800mila euro che avvierà una radicale trasformazione del percorso di accesso al Cenacolo Vinciano di Milano. Di pochi mesi prima è poi il progetto Anna Bonomi Women Award, grazie al quale 18 studentesse potranno usufruire di un supporto economico per frequentare un corso di laurea triennale presso l’Università Bocconi. Tutto questo si inserisce in un quadro di sensibilità sociale rmata Investindustrial Foundation, fondazione creata dalla società di private equity Investindustrial e dalla famiglia Bonomi che risale alla gura di Anna Bonomi Bolchini. Lei, prima donna protagonista della nanza ma anche donna che, nella Milano del dopoguerra, ha dato vita all’istituto Le Carline per accogliere bambine da sottrarre alla povertà, educare alla cultura e all’indipendenza professionale. Il binomio nanza/mecenatismo, in casa Bonomi, è sempre stato ancorato a temi fortemente attuali.
Tanto che, nel caso della borsa di studio, la fondazione ha dato un iniziale contributo pari a 1,5 milioni di euro con l’obiettivo di aiutare a promuovere una leadership femminile nel mondo degli a ari e nella società italiana in generale, oltre che per colmare un gap che rimane elevato per le diverse opportunità di carriera delle donne rispetto agli uomini.
Personaggio fuori dal comune
Ma chi era Anna Bonomi? Una di quelle che gli inglesi de nirebbero larger than life, persone fuori dal comune. “Mia nonna era diversa dalle altre donne che ho conosciuto”, ha raccontato il nipote Andrea Campanini Bonomi, fondatore e presidente dell’industrial advisory board di Investindustrial, realtà dal portafoglio molto diversi cato che investe dal food alla sanità, dall’industria manifatturiera, all’high-tech e al design.
Ha aggiunto: “Era diretta, parlava chiaro. Cerco di fare lo stesso, imitandola. Di lei dicevano: non legge i bilanci, li annusa.
Aveva intuito e capiva le persone al volo. C’è un episodio che la
racconta: Mario Faccioli, il suo salumiere, le con dò la delusione di non avere i soldi per acquistare il negozio a anco, Cova.
Mia nonna il giorno dopo tornò da lui con tre assegni del valore di 3 miliardi di vecchie lire. Che poi lui le ha restituito”. Anna Bonomi Bolchini è nata a Milano il 23 novembre del 1910 da una relazione tra Carlo Bonomi (che l’ha adottata al compimento del suo diciottesimo anno), erede di una importante famiglia di immobiliaristi diventati ricchi grazie alle esattorie, e Maria Gironi, che faceva la portinaia in uno dei suoi palazzi, in corso Indipendenza 23. Fino a 9 anni ha vissuto in portineria, poi si è ammalata di polmonite e il padre l’ha voluta in casa.
Il primo passaggio di testimone Nel frattempo l’ha fatta studiare dalle Marcelline e, a 16 anni, le ha intestato una villa spettacolare sul Lago di Como, progettata da Mino Fiocchi, dove si è trasferita con la madre. Con un colpo di scena, poi, il padre Carlo alla sua morte, nel 1940, l’ha fatta diventare la sua unica erede, scatenando una
Nell’ultima parte dell’Ottocento, la mamma di Carlo, Maria, vedova di Giovanni Vittorio, madre di dieci gli, è stata per 25 anni guida indiscussa degli a ari economici e nanziari della famiglia
guerra (poi spuntata) tra fratelli. “Vivevamo tutti in via Bigli 9, la casa era frazionata per tre, lei era al centro: era il nostro riferimento”, ha raccontato ancora il nipote.
Andrea è glio di Carlo, a sua volta glio di Anna, nata Galbiati, che ha aggiunto il cognome Bonomi dopo il riconoscimento del padre naturale e si è fatta chiamare
Anna Bonomi Bolchini dopo il secondo matrimonio con l’avvocato Giuseppe Bolchini. Scomparsa nel 2003, a 92 anni, è stata per almeno quattro decenni la signora della nanza. “Era convinta della superiorità delle donne, senza essere femminista. È sempre stata tenace e mi ha insegnato a esserlo”, ha continuato il nipote.
Predisposizione per gli a ari
E la vicenda della famiglia Bonomi, tra gli alti e i bassi di quella che può de nirsi una dinastia, è una storia di naturale predisposizione per gli a ari. Basti pensare che, nell’ultima parte dell’Ottocento, la mamma di Carlo Bonomi, Maria, vedova del marito Giovanni Vittorio, madre di dieci gli, è stata per 25 anni guida indiscussa degli a ari economici e nanziari della famiglia che iniziava a passare dagli agi della nanza (la gestione delle esattorie) alla ricchezza dell’immobiliare di una Milano che cresceva e si espandeva. Così, Andrea Bonomi ha respirato sin da piccolo l’energia fattiva del fare impresa e di prendersi dei rischi. Tanto da aver fondato quello che
oggi è uno dei principali gruppi di investimento indipendenti in Europa. Nato e cresciuto a New York, classe 1965, dopo gli studi alla Nyu, Bonomi ha iniziato la sua carriera in Kleinwort Benson a Londra mentre ha mosso i primi passi nel mondo della nanza in Lazard Frères a New York. È poi tornato a Londra nel 1990 e ha deciso di fondare Investindustrial. “Come mia nonna Anna mi ha insegnato, per ottenere risultati che
si possano ricordare nel tempo non bisogna avere paura delle s de”.
I numeri di Investindustrial Risultato: vicina ai suoi primi trentacinque anni di storia, che compirà nel 2025, Investindustrial ha oltre 32 miliardi di euro investiti in 81 imprese, di cui 40 italiane, e un portafoglio attuale di 26 società con ricavi per 15 miliardi di euro. È stata riconosciuta, per l’undicesima volta in vent’anni, la
miglior società di private equity in Italia ai Private Equity International Awards 2023. Guarda ad aziende presenti nel cosiddetto segmento mid-market. Si tratta di imprese di medie dimensioni che hanno solitamente una consolidata storia industriale alle spalle e forti specializzazioni in speci ci segmenti di business. Lo sta della società è composto da 170 professionisti in sette u ci in tre continenti e l’attuale portafoglio
32 miliardi di euro investiti in 81 imprese, di cui 40 italiane; 26 società compongono il portafoglio attuale
15 miliardi di euro sono i ricavi
7 uffici in 3 continenti
170 professionisti di 26 nazionalità e 22 lingue
di partecipazioni include alcuni nomi noti del made in Italy, come l’ambasciatrice dell’eccellenza alimentare nel mondo Eataly, la casa di moda Ermenegildo Zegna o Guala Closures, gruppo multinazionale leader nel settore della produzione di chiusure per bottiglie di liquori, vino, acqua minerale e olio d’oliva. La società, infatti, attraverso le sedi europee e quelle di New York e Shanghai, ha sempre le antenne tese a captare i movimenti del mercato. Anche il design e l’architettura italiani fanno parte del dna di Investindustrial e di Bonomi stesso. Basti pensare che Gio Ponti era il migliore amico della nonna, che costruì con lui il Pirellone, l’edi cio più alto in Europa negli anni Sessanta. Luigi Caccia Dominioni aveva progettato per la sua famiglia i grattacieli Parc Saint Roman a Montecarlo e Milano San Felice, quartiere rivoluzionario nato alla ne degli anni Sessanta
e diventato la prima città satellite verde di Milano. Nel portafoglio ci sono state anche Miralanza, Rimmel, Durban’s e Sa a, l’azienda agricola Sella & Mosca. Nella distribuzione ha inventato la vendita per corrispondenza di Postalmarket. Nella nanza, il Credito Varesino e Fingest. Nelle assicurazioni ha avuto un ruolo preponderante nella Toro, nella Previdente, nella Milano, nell’Italia e nella Fondiaria, uno dei perni della nanza e del potere italiano. Nella Milano dei giganti di allora, aveva come banchiere di riferimento Ra aele Mattioli della Banca Commerciale, il nanziere umanista complementare e in fondo alternativo all’Enrico Cuccia di Mediobanca, e come agente prediletto Aldo Ravelli, numero uno della Borsa no agli anni Settanta. E via così. Intanto Bonomi continua a investire.
Criteri di scelta degli investimenti “Non scegliamo le aziende una dopo l’altra secondo le opportunità che emergono sul mercato. La realtà che selezioniamo deve integrarsi perfettamente nel modello che Investindustrial ha in testa”, ha dichiarato il manager. “Stiamo costruendo un polo dell’alimentare che già oggi fattura 8 miliardi, con 20mila persone in 116 impianti e 20 siti di ricerca e sviluppo. Dagli ingredienti di Csm alle passate de La Doria no ai tappi di Guala Closures e Eataly”. Il Gruppo, che nel 2023 ha acquisito la maggioranza di Eataly, ha investito
in Sammontana e, dall’unione di La Doria in Europa e di Winland Foods negli Stati Uniti, ha creato Amal Holding, punta a dar vita a un polo alimentare di portata globale. Ha aggiunto: “Il problema delle aziende italiane è che non hanno i capitali, le dimensioni, il supporto per espandersi. Se investiamo in un’azienda abbiamo già visto l’aggregazione della sua liera, anche negli Stati Uniti e in Asia. Ci siamo inventati il polo dei prodotti da forno surgelati e del gelato. Il mondo crede che il pane e la pasticceria siano sinonimo di Francia. Gli italiani sono più bravi, eppure questo settore all’estero non lo rappresentiamo adeguatamente”. Bonomi guarda sempre avanti. “Stiamo acquistando negli Stati Uniti un’azienda familiare che fattura 500 milioni di dollari e produce pasta. Andrà sotto il cappello dell’italiana Amal che fattura quasi 3,5 miliardi e a cui fa capo La Doria, già primo produttore in Europa di pelati e polpa di pomodoro. Nel settore alimentare abbiamo fatto 30 acquisizioni in tre anni e ora le nostre aziende hanno impianti in Europa e in America. L’Asia e il Medio Oriente hanno ancora potenziale inespresso”. Un progetto, quest’ultimo, che rappresenta un nuovo tassello di un percorso guidato da un imprenditore capace di prevedere i trend, di sentire il mercato e di costruire strategie di crescita solide e futuribili. Questione, forse, anche di dna.
BRAND FOR COMMUNITY
MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL
BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
HABANOS IN VETRINA
Tre giorni a Londra per celebrare i 55 anni del brand di Trinidad
Appuntamento dal 20 al 22 giugno prossimi con seminari ed eventi di gala
Tre giorni di eventi, incontri e approfondimenti per appassionati di sigari. Gli Habanos World Days quest’anno si svolgeranno a Londra dal 20 al 22 giugno prossimi. In occasione
del 55esimo anniversario del brand di Trinidad, verranno organizzati un cocktail party nella serata inaugurale, un seminario con visita guidata ai prodotti storici nella seconda, in ne una cena di gala in chiusura, accompagnata da un’asta, il cui ricavato nirà in bene cenza. Habanos.com
CUORE LUSITANO
Ha aperto i battenti l’AlmaLusa Alfama, che o re una vista spettacolare di Lisbona
Tradizione ed elementi di design si intrecciano o rendo un mix originale agli ospiti
A Lisbona, da poco c’è stata l’inaugurazione di un boutique hotel che mescola in maniera armoniosa elementi contemporanei e incursioni nella tradizione lusitana, con una vista spettacolare sulla città. AlmaLusa Alfama è un albergo per chi cerca il lusso abbinato alla personalizzazione del servizio, che solo una struttura mignon può o rire no in fondo.
Almalusahotels.com/alfama Prezzi: da 220 euro
AL DELFINA CAFÉ, GLI OSPITI POSSONO GUSTARE I PASTI
NELLA ZONA PRANZO ALL’APERTO, TRA LA DOLCE BREZZA E L’INCANTEVOLE ATMOSFERA DEL QUARTIERE DI ALFAMA.
L’hotel occupa un edi cio risalente al XII secolo, meticolosamente ristrutturato per preservarne le qualità originarie, ubicato su una collina che sovrasta il ume Tago. Il design intreccia colori tenui e rilassanti, materiali naturali e dettagli architettonici che evocano un senso di bellezza senza tempo.
SENZA SCONTI
Il primo suv full-electric di Maserati conferma le prestazioni dei modelli tradizionali Accelerazione da record e 500 km di autonomia la pongono al top di gamma
Da zero a 100 km/h in 4,1 secondi. È uno dei tratti caratteristici della Grecale Folgore, il primo suv Maserati full-electric, progettato con soluzioni della Formula E per ottenere prestazioni da circuito. L’aria scivola sulle sue linee eleganti, grazie alla cura dell’aerodinamica. La ricarica completa garantisce una percorrenza di 500 km. Il bagagliaio ha un’invidiabile capienza di 535 litri. Prezzo: da 127.100 euro - Maserati.com
IL
PESO
DICHIARATO
È 2.480 KG.
LA BATTERIA DA 105
KWH A 400 VOLT È ALLOGGIATA
NEL PIANALE E I DUE
MOTORI EROGANO
557 CV E 800 NM
COMBINATI.
Il digitale caratterizza il quadro dei comandi, dalla regolazione della temperatura dell’abitacolo da remoto alle informazioni sul tra co, sempli cando le attività quotidiane, grazie anche alla presenza di un concierge tecnologico.
ESCLUSIVITÀ AL POLSO
La cura artigianale caratterizza il Tourbograph Perpetual “Pour le Mérite” Il cronografo è dotato di un calendario perpetuo e di una lancetta ratrappante
Tourbograph
Perpetual “Pour le Mérite” è un vero e proprio gioiello dell’orologeria, in linea con il focus sull’esclusività che da sempre caratterizza i modelli di A. Lange & Söhne. L’amore e l'attenzione anche per i più piccoli dettagli sono il frutto della cura artigianale che caratterizza la
Tra le caratteristiche di questo modello vi è la lancetta ratrappante, che utilizza un meccanismo molto complesso per misurare i tempi intermedi contemporaneamente all’utilizzo della funzione cronogra ca.
costruzione di questi cronogra . Tra gli elementi distintivi, la presenza di un calendario perpetuo, arricchito da cifre arabe, lancette in acciaio brunito per le ore e in oro per il calendario, nonché i quadranti ausiliari disposti a trifoglio. Alange-soehne.com
Prezzo: 480mila euro
FORBES BRAND FOR COMMUNITY
FUTURO E TRADIZIONE
Arriva il cambio di proprietà per Ulturale, brand napoletano di cravatte
Imprenditori e politici: l’azienda ha collezionato clienti vip da tutto il mondo
Pierfrancesco Barletta e Raphael Caporali sono i nuovi proprietari di Ulturale, storica azienda di cravatte che in questo modo si proietta verso il futuro, senza rinunciare al valore della tradizione. Imprenditori, politici, uomini dello spettacolo e persino capi di Stato hanno scelto nel tempo il brand napoletano, che in alcune soluzioni presenta un cornetto portafortuna in oro e corallo.
Ulturale.com
Il fondatore Vincenzo Ulturale ha mostrato sin da bambino una grande passione per i tessuti, i campionari e la creazione di oggetti unici. Ogni tessuto viene selezionato con estrema cura per dar vita a soluzioni esclusive, come il “Tiè”, ironico calco partenopeo della parola inglese “tie”, o come la cravatta sette pieghe, confezionata da un solo pezzo di tessuto e contraddistinta da dettagli che la rendono un prodotto esclusivo. È il caso del punto di chiusura sul retro, cucito più in alto, o “il lo di frizione” mobile che rende la cravatta estremamente morbida, o ancora l’anima interna fatta solo di bre naturali e il taglio realizzato esclusivamente a 45 gradi che implica un maggiore uso di tessuto ma garantisce che la cravatta non si torca.
ROMBO NOSTALGIA
Con la Hydra-Glide Revival, tornano le atmosfere anni Cinquanta Il motore Milwaukee-Eight 114 V-Twin aggiunge spinta al suono tradizionale
La Harley-Davidson prosegue nel suo programma di rivisitazione dei modelli storici con l’obiettivo di creare un ponte tra passato e futuro. Per il 2024 la scelta è ricaduta sulla Hydra-Glide, che nella versione Revival riporta in auge le atmosfere degli anni Cinquanta, a cominciare dalla nota verniciatura bicolore “slash”, che prende vita
nelle tonalità Redline Red e Birch White. La modernità più spinta si riscontra nel motore Milwaukee-Eight 114 V-Twin, che genera una potenza spinta, mantenendo l’aspetto, il suono e la sensazione classici della casa di Milwaukee. Harley-davidson.com Prezzo: da 34.700 euro
HYDRA GLIDE 2024
L’HARLEY NEI FILM
Simbolo dell’America da sogno e da avventura, le Harley-Davidson sono spesso state protagoniste al cinema. Da Easy Rider (in foto), spaccato della gioventù statunitense negli anni del Vietnam e della contestazione, a Rocky III, da Terminator II a Twin Peaks
CATAMARANO GREEN
Quasi 24 metri di lunghezza e 12 di larghezza caratterizzano l’80 Sunreef Power Eco
Due motori elettrici e un sistema fotovoltaico a bordo minimizzano l’impatto ambientale
Il massimo del lusso, abbinato a una grande attenzione all’ambiente.
L’80 Sunreef Power Ecoche misura 23,8 metri in lunghezza e 12 in larghezzaè stato presentato come lo yacht di lusso elettrico più avanzato al mondo, che consente lunghe crociere private e charter di lusso sostenibili.
L’imbarcazione presenta due motori elettrici da 180 kW e il pacco batterie da 440 kWh, con la possibilità di passare a 2 da 360 e aumentare il pacco a 640 kWh. L’energia viene anche generata dai 200 metri quadri di celle solari incorporate nello scafo.
Sunreef-catamarans.com
Prezzo: n.d.
Dalla Germania alla Grecia
Oggi il vero termometro dei conti pubblici italiani è il confronto con il paese ellenico I rendimenti dei nostri titoli di Stato sono più elevati ed è un segno di scarsa a dabilità
DI MARCELLO GUALTIERIPossiamo davvero compiacerci del fatto che lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi sia sceso (al momento di licenziare questo articolo per la stampa è circa 130 bp rispetto ai 185 di un anno fa)?
Oppure dobbiamo interrogarci sulle reali condizioni del nostro debito pubblico e della sua credibilità e quindi sostenibilità?
La tempesta è passata e si è nalmente intrapreso un cammino virtuoso di rientro dagli squilibri di nanza pubblica? Purtroppo non è così.
Bagno di realismo
Come noto, lo spread è un di erenziale tra due valori e quindi può scendere o perché migliora la nostra valutazione o perché peggiora la valutazione del paese
preso come riferimento. In questo caso è peggiorata la valutazione della Germania che da tempo si trova in una fase di recessione.
Sempre al momento di licenziare questo articolo per la stampa, il rendimento del Bund tedesco è pari a circa il 2,4%; diciotto mesi fa era sotto il 2%.
Il commento sul calo dello spread Italia - Germania potrebbe nire qui, se non che c’è dell’altro ed è decisamente preoccupante. Se confrontiamo la discesa dello spread con la Germania per i due più grandi debitori d’Europa, Italia e Grecia, veri chiamo che in un anno lo spread del paese ellenico si è ridotto del 51% e quello della Penisola solo del 29%. Difatti, un anno fa lo spread tra la Grecia e
la Germania era 186 punti base e quello dell’Italia 185; a un anno di distanza, la situazione si è invertita: lo spread tra la Grecia e la Germania è 91 e quello dell’Italia è 130.
Quella garanzia impropria
E questo apre un nuovo scenario, francamente scioccante. Oggi abbiamo un nuovo spread che misura l’ina dabilità nanziaria dello Stato italiano e cioè lo spread tra l’Italia e addirittura la Grecia; ormai stabilmente da mesi i titoli del debito greco pagano interessi passivi più bassi di quelli italiani.
Di fatto l’Italia è il debitore più ina dabile d’Europa e il default è scongiurato solo dall’implicita garanzia fornita dal risparmio privato. Et ed hoc satis.
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COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI CREDIT LINKED
• I Credit Linked Certificate (CLC) sono strumenti finanziari che consentono ai loro investitori di assumere un’esposizione al rischio creditizio di una o più entità di riferimento.
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• In particolare, qualora quest’ultimo si materializzi durante la vita del prodotto, i flussi cedolari compreso il rimborso del capitale potrebbero essere ridotti in relazione al tasso di recupero, effettivo o fissato anticipatamente nelle condizioni contrattuali, per l’Entità di Riferimento con conseguente perdita parziale o totale del capitale investito.
PUBBLICITÀ La presente comunicazione ha finalità pubblicitarie e non costituisce sollecitazione, consulenza, raccomandazione
nonché le Condizioni Definitive (Final Terms) e il Documento contenente le informazioni chiave (KID) di ciascun prodotto, con particolare attenzione alle sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, alle sedi di esecuzione ed ai costi e oneri connessi. Per i prodotti emessi da Leonteq Securities AG, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) in Lussemburgo e notificato alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) in Italia. Per i prodotti emessi da EFG International Finance (Guernsey) Ltd, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Central Bank of Ireland in Irlanda e notificato alla CONSOB in Italia. L’approvazione dei Prospetti di Base non va intesa come approvazione da parte delle relative autorità degli strumenti finanziari emessi in base agli stessi e/o ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati
di quelli futuri e sono espressi al lordo di eventuali costi e/o oneri a carico dell’investitore. I prodotti finanziari descritti
e
funzionamento
essere di difficile comprensione. Si raccomanda agli investitori di consultare un consulente finanziario competente prima di investire nei prodotti finanziari. Gli strumenti finanziari collegati agli indici non sono in alcun modo sponsorizzati, garantiti, promossi o venduti dai licenziatari ed i licenziatari non rilascia alcuna dichiarazione, garanzia o assicurazione espressa o implicita in merito a: (a) l’opportunità di investire negli strumenti finanziari; (b) la qualità, l’accuratezza e/o la completezza dell’Indice; e/o (c) i risultati conseguiti o che verranno conseguiti da qualsiasi persona o soggetto tramite l’utilizzo dell’Indice. I licenziatari si riservano il diritto di modificare le modalità di calcolo o di pubblicazione relative all’Indice. I licenziatari non saranno responsabili per eventuali danni subiti o derivanti dall’utilizzo (o dall’impossibilità di utilizzo) dell’Indice. In alcun modo i licenziatari promuovono, garantiscono o sono in altro modo coinvolti nell’emissione e nell’offerta dei presenti Prodotti. I licenziatari non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, in merito all’opportunità di investire in titoli o prodotti finanziari in generale, o nei presenti Prodotti in particolare, o rispetto alla capacità di alcuno dei rispettivi indici di riflettere
LEONTEQ SECURITIES (EUROPE) GMBH Sede di Milano Via Verziere, 11 20122 Milano (MI)L’era dell’algocrazia
Il ntech sta trasformando a fondo servizi e processi del settore nanziario
Le 7 dimensioni che creano nuove opportunità e anche preoccupazioni
ANGELO DEIANAOrmai ne siamo consapevoli. Il ntech è un mondo innovativo, suddiviso in numerose applicazioni che, in realtà, sono solo singole onde di un unico fenomeno rivoluzionario che sta impattando il sistema bancario e nanziario. Certo, ripensare i modelli di business, rimettere il cliente al centro dei modelli di servizio, essere ibridi, dominare e anticipare la discontinuità distruttiva non è semplice. Siamo in una fase ancora magmatica, dove coesistono modelli di business tradizionali e strutture altamente innovative che hanno saputo attuare con successo soluzioni infrastrutturali, di servicing commerciale e di customer interaction.
Rischi da monitorare
Se volessimo provare a sintetizzare, sono sette le dimensioni innovative della trasformazione ntech:
1. l’interattività; 2. la mobilità; 3. gli analytic; 4. l’intelligenza arti ciale; 5. il cloud; 6. la normativa; 7. la cybersecurity.
Come stanno a rontando questi fenomeni le banche centrali e le autorità di vigilanza? Secondo Banca d’Italia, il ntech necessita di un’attenta valutazione e una rapida reazione da parte del regolatore, anche in virtù della velocità con la quale tali fenomeni si propagano. Banca d’Italia si so erma su tre categorie di rischi: rischio tecnologico, rischio di perdite di valore (asset risk) e rischio di conformità/legale. L’evidenza empirica mostra che il crescente utilizzo di tecnologie dlt/ blockchain comporta un aumento degli attacchi da parte di hacker, perdite dovute a buchi nella rete (cd. bug), o a “congestione” connessa con l’eccessivo tra co. Queste problematiche possono comportare un aumento dei costi delle commissioni per la clientela, ritardare la chiusura e la liquidazione delle transazioni.
Il nodo dell’anonimato
Senza dimenticare che l’anonimato delle transazioni, il venir meno delle barriere geogra che non consentono una chiara identi cazione delle regole di governance e riducono il livello di accountability dei
Senza le tradizionali barriere geogra che diventa più complesso ssare le regole
partecipanti all’ecosistema ntech. Possono inoltre favorire fenomeni di prociclicità e ampli care i rischi in caso di crisi. Per questo, rispetto al mondo della nanza tradizionale appare più complesso attivare misure di recovery e/o di resolution. Anche perché non sono presenti, per de nizione, sistemi centralizzati di controllo dei rischi, nonché presidi e strumenti per assorbire eventuali perdite. Se ci pensiamo bene, sono gli stessi problemi che ci stiamo ponendo rispetto ai processi evolutivi dell’intelligenza arti ciale. Perché la domanda di fondo rimane identica: come accompagnare i processi di innovazione senza so ocarli con forme di regolamentazione preventive e spesso indirizzate da incumbent che temono di perdere quote di mercato a favore dei nuovi player? In ogni caso, il futuro è già oggi: stiamo entrando nell’era dell’algocrazia.
L’ora della chiarezza
La Corte di Cassazione è intervenuta su polizze vita e conoscibilità dei bene ciari
La pronuncia può avere e etti importanti in tema di piani cazione nanziaria
DI NICCOLÒ DI BELLA*La recente ordinanza di Cassazione n. 3565 del 08/02/2024 o re lo spunto per una serie di ri essioni in materia di utilizzo delle polizze vita nell’ottica della piani cazione successoria, non solo per l’autorevolezza e le funzioni tipiche dell’Organo dalla quale promana, ma anche perché da un punto di vista del diritto successorio rappresenta un importante pilastro nella tutela dell’erede leso o pretermesso. Ma andiamo con ordine.
Il ruolo delle assicurazioni
Come noto, le polizze vita sono eccellenti strumenti di piani cazione patrimoniale-successoria, sia per le loro caratteristiche civilistiche che, non di meno, per quelle scali. Su tutte basti ricordare l’impignorabilità e l’insequestrabilità dei premi versati alla compagnia e l’esenzione da imposta di successione degli ammontari detenuti in polizza in capo ai bene ciari. Accanto a queste caratteristiche, vi è indubbiamente un aspetto particolarmente apprezzato dai contraenti (ergo, i sottoscrittori dei contratti
In sede di programmazione successoria è possibile “indirizzare” somme, in favore di determinati soggetti, anche se a discapito di altri individui
assicurativi): la riservatezza –rispetto ai terzi – dell’indicazione dei bene ciari. Ecco che, in virtù di tale riservatezza, in sede di piani cazione successoria è possibile “indirizzare” somme, anche rilevanti, in favore di determinati soggetti anche, talvolta, a discapito di altri individui che vanterebbero determinate aspettative ereditarie.
I paletti del Garante
Ne è ben consapevole anche il Garante per la protezione dei dati personali, il cui provvedimento n. 520/2023 viene richiamato nell’ordinanza qui in commento, quando, citando alcuni orientamenti giurisprudenziali, evidenzia quelli nei quali i giudici (correttamente, a parere di chi scrive) sostengono che “…nei contratti di assicurazione sulla vita stipulati in favore di terzi, i premi assicurativi costituiscono
oggetto di donazione indiretta e come tali sono suscettibili di riduzione…”.
Né più e né meno, peraltro, di quanto può avvenire in materia di trust o, per essere più precisi, in tutti gli atti dispositivi in trust (ovvero gli atti attraverso i quali il fondo in trust viene costituito e/o incrementato).
Con l’ordinanza 3565/2024 la Cassazione predilige il diritto dell’erede leso o pretermesso a conoscere il nominativo dei bene ciari delle polizze vita del de cuius al ne di poter tutelare i propri diritti in materia di legittima, rispetto alla riservatezza dei dati personali contenuti nella polizza. Ma attenzione: gli Ermellini mettono in guardia i titolari di certi dati personali (evidentemente le compagnie assicurative, nel caso di specie) a non piegarsi
supinamente alle richieste formulate da chiunque esso sia, ma a veri care la sussistenza dei seguenti presupposti: “1) che il soggetto che esercita il diritto di accesso ai dati del defunto sia portatore di una posizione di diritto soggettivo sostanziale in ambito successorio, corrispondente alla qualità di chiamato all’eredità o di erede; 2) che l’interesse perseguito sia concreto e attuale, cioè realmente esistente al momento dell’accesso ai dati, strumentale o prodromico alla difesa di un proprio diritto successorio in sede giudiziaria”.
Nuovi con ni per la privacy
Addio alla riservatezza delle polizze, dunque? In parte sì, e giustamente, al ne di evitare utilizzi dello strumento assicurativo in violazione di alcuni dei princìpi fondanti del nostro diritto: quelli successori, segnatamente quelli in materia di tutela dei cosiddetti eredi legittimari. Tuttavia, occorre pur sempre ricordare che: un contratto assicurativo potrebbe aver avuto una genesi particolarmente lontana nel tempo, talmente lontana da perdersene memoria anche nei documenti bancari recanti il/i boni co/i in favore della compagnia; che tale contratto, con ogni probabilità, non sarà mai stato resto noto a coloro i quali non avrebbero mai dovuto conoscerne l’esistenza…
*Dottore commercialista e revisore Legale. Ad di Nest Srl
Highway to Hell
e 1931 German Crisis might be the most consequential nancial fall in history International actors, unconsciously, paved the way for World War IIBY JOHN BELL (Abbiamo lasciato
Past month, Germany and, more in particular, the Weimar Republic and its economic woes, happened to be the topic of this column. is month, this column remains in Germany. Indeed, if the 1921-1923 Weimar crisis is always worthy of attention, the 1931 German crisis might be, it could be argued, even more important in the history of Europe as well as the world’s: it was the misery brought upon by the Great Depression, that began in late 1929 and boomed following the nancial turmoil of 1931 that resurrected Hitler to Reichskanzler, Reichspräsident, Führer.
Roaring Banks
e Roaring Twenties, hard to believe given the content of past month’s piece, had been roaring for Germany as well –economic prosperity followed the crash, prosperity brought about by substantial (but short-term) foreign capital ows that, as it is known, reversed in late 1929, reducing the average quantity and amount of deposits across German banks. e economic downturn complicated, once again, the matter
of reparations and the functioning of the democratic government, that happened to be replaced by the government led by Chancellor Bruning, who would govern by decree. During those rst couple of years of the Depression, up until mid1931, on the banking front things were relatively placid. Everything changed with the bankruptcy of Creditanstalt, the largest Austrian bank as of May 1931. Although the Austrian central bank, in joint operations with the BOE, was able to bail out and stabilise the Austrian banking system, a sensitivity towards anything-banking spread throughout Europe. Shortly afterwards, at the beginning of June, Chancellor Bruning, doubling down on his austerity policies, announced that wages of the government’s employees would be reduced and, in order to sugarcoat the policy, he also announced that the government could no longer follow the reparations’ payment plan (the Young plan) or, better, that it could but only for a few additional months. is announcement, justi ably, made investors, that had just experienced the Creditanstalt shock, doubt the
viability of the Gold Standard in Germany, raising further the level of investors’ sensitivity to any sort of bad news. And bad news were on their way. Nordwolle, a company whose business revolved around wool, announced losses (after having hidden them in a shell company) that were even larger than the value of the assets of the company itself. at might have been relatively unproblematic from a systemic point of view had it not been for the fact that Danatbank, the second largest German bank, not only had an exposure to the company that was almost as large as the value of Danat’s equity but it also co-owned the company.
Between a Rock and a Hard Place
As the rst three weeks of June went by, more and more gold and currency exited the vaults of the Reichsbank in order to both provide liquidity to the distressed banking system in exchange for bills of exchange and other accepted assets and stabilise the currency. US President Hoover suggested to pause for one year the payment of reparations but, having encountered
A historical photo of Germany, Munich French resistance to anything of the sort, nothing came from that suggestion and the pressure remained on. By the beginning of July, the vaults of the Reichsbank had been drained down - the Reichsbank had to maintain, by law, a 40% gold-to-banknotes ratio and that ratio that was rst hit in those days. e Reichsbank turned to the BOE for emergency loans that were, however, denied by London as London, as mentioned, had already helped the Austrian central bank in bailing out the Austrian banking system and, therefore, it was not sitting on spare piles of gold. e Reichsbank turned, then, to the Banque de France which, of course, given the war, the occupation of the Ruhr, the reparations had no intention of providing the German counterpart with trains of gold. e Reichsbank, hence, found itself
at a crossroads – it could defend the currency or it could provide emergency liquidity to the banking system but it could not do both (and, technically, by then, it could not do any of the two). Liquidity was, inevitably, further cut down and the discount rate was increased so to, they hoped, reduce the amount of deposits being converted into gold.
Going Under
Danatbank had already run out of assets it could use as collateral to obtain further liquidity from the Reichsbank and it announced it would not open the doors for business again. e announcement, as it is easy to envision, brought hordes of already-concerned citizens to the respective banks to withdraw everything that could be withdrawn.
e next victim, the following day, was Dresdner Bank (whose size
was second only to that of Danat) which, as it turns out, was also very exposed to Nordwolle. Dresdner, in the same fashion, run out of liquidity and followed in Danat’s footsteps. At that point, with both the second and the third largest banks down, the German government took some extreme measures, such as bank holidays, capital controls and the inevitable suspension of convertibility and, implicitly, of the Gold Standard. Many aspects of the story told in these pages are worthy of careful consideration and equally worthy of careful consideration the many aspects that did not make it to these pages. However, probably, the chief takeaway of the 1931 crisis is that setting up an economic and nancial system in which the central bank is not given full mandate and resources that match the mandate means, more often than not, playing with re.
In alto da sinistra in senso orario: Barolo Monfortino riserva 2013, Giacomo Conterno. Langhe. Confezione originale, 3 bottiglie. Aggiudicate da Wannenes a € 2.000.
Romanée Conti Grand Cru 1988, Domaine de la Romanée-Conti, Côte de Nuits, 1 bottiglia. Aggiudicata da Wannenes a € 15.360.
Macallan 1940 Handwritten Label, Speyside. Bottled in 1981, Rinaldi Import, confezione originale in legno singola, 1 bottiglia Aggiudicata da Wannenes a € 8.750. Verticale di 5 bottiglie di doppio magnum (3 Lt.) Masseto (2004-2008) Aggiudicate da Wannenes a € 13.750.
Wine & spirits da collezione
Il 2024 si prepara a registrare una ripresa del mercato alle aste italiane e internazionali
Giordana (formatore): “Le etichette più ricercate e come individuare il potenziale inespresso”
DI GIACOMO NICOLELLA MASCHIETTIEconomia e geopolitica sfavorevoli hanno causato una essione nei prezzi alle aste 2023, in tutti i comparti. Buoni segnali di inizio 2024 stanno però incoraggiando collezionisti di tutto il mondo ad acquistare nuovamente con entusiasmo.
Il mercato wine & spirits alle aste o re innumerevoli fasce di prezzo e di operatività: dalla bottiglia nazionale di nicchia al nome di grido, al distillato da collezione. Secondo iDealwine (piattaforma di riferimento per le aste di vini pregiati e la valutazione dei Grand Cru, fondata nel 2000) lo scorso anno la Top 5 delle regioni più ricercate in termini di valore sono state: Borgogna (40%), Bordeaux (31%), Valle del Rodano (10%), Champagne (5,6%) e Valle della Loira(3,3%). Mentre in termini di volume, le posizioni si invertono fatto salvo per il Rodano che mantiene la sua terza posizione, il primo e secondo posto vanno a Bordeaux e Borgogna, con Loira e Champagne rispettivamente al quarto e quinto posto.
A caccia di opportunità
Anche per le bottiglie di pregio di casa nostra ci sono molte opportunità
e innumerevoli piattaforme dove avventurarsi alla ricerca di vini eccezionali e da collezione. PRIVATE ha voluto intervistare Luca Giordana, docente ai corsi di formazione per sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e responsabile del dipartimento Wine & Spirits di Wannenes Art Auctions.
Che anno è stato il 2023 per il mondo ne wines & spirits nelle aste online? Qual è la temperatura del mercato attuale?
Il 2023 ha confermato un trend in crescita. Il mercato dei collezionisti e delle aste di vino e spirits è ancora piccolo in termini numerici, soprattutto se paragonato al mercato globale, ma se ne parla sempre di più e negli ultimi anni sembra non conoscere crisi. Nell’ultimo periodo si è registrato un aumento generale dei volumi battuti all’asta ma anche un aumento del prezzo medio per bottiglia, a conferma di un mercato orido che attira sempre più collezionisti, operatori del settore e appassionati di vino. L’avvento delle aste online ha certamente in uito sui risultati ottenuti negli ultimi anni. Le aste battute su piattaforma digitale
hanno reso maggiormente accessibili bottiglie di pregio ad appassionati, piccoli collezionisti e rivenditori indipendenti, che in questo modo hanno alimentato e ravvivato il mercato. Il settore delle aste di ne wines & spirits è in costante mutamento, con nuovi protagonisti che entrano a farne parte. Anno dopo anno, si trova ad a rontare importanti cambiamenti, nuove s de e grandi opportunità. La disponibilità dei diversi prodotti, le dinamiche economiche, l’in azione, le politiche scali e l’evolversi della situazione geopolitica mondiale, sono solo alcune delle variabili che hanno largamente in uenzato l’andamento dei prezzi e il successo di questo mercato.
Diventano sempre più preziose le bottiglie pregiate alle aste. Di cili da reperire, più semplici da aggiudicare. Sarà questo il trend anche per il 2024?
Le etichette e le cantine che hanno valore nel mercato delle aste sono ancora poche e quindi sempre più di cili da reperire ma, proprio per questo, molto facili da commercializzare.
PRIVATE
Per molti anni, questo settore è stato appannaggio esclusivo dei vini francesi con etichette provenienti prevalentemente dalle regioni di Bordeaux, Borgogna, Champagne e Valle del Rodano. Oggi i francesi, e in particolare Borgogna e Bordeaux, continuano a farla da padrone, ma anche l’Italia è diventata sempre più protagonista nelle aste e nel mercato dei collezionisti. Con i suoi brand e i suoi territori di punta, concentrati soprattutto in Piemonte e in Toscana, l’Italia negli ultimi anni si è saputa ritagliare una fetta consistente di mercato occupando uno spazio di rilievo nelle aste battute sia nel nostro Paese che nel resto del mondo.
Molte aziende italiane hanno anche capito come le aste siano uno strumento importante per costruire il valore del proprio marchio nel mondo. Siamo in un’epoca in cui le grandi collezioni di vino e spirits non sono più soltanto appannaggio dei ristoranti blasonati i quali si trovano spesso ad avere dei limiti nell’acquisto e nella proposta di vini, ma sempre più frequentemente appartengono a collezionisti privati collocati in ogni angolo del pianeta. Il 2024 confermerà questo trend, con delle solide certezze e con qualche interessante sorpresa.
Investire in vini pregiati, quali le regole da seguire secondo l’esperto?
Conoscenza e competenza sono fondamentali per sapersi muovere all’interno di un mondo molto vasto, quale quello del vino. Saper
riconoscere la qualità e il valore di un vino grazie alla conoscenza dei territori, delle annate e del mercato è molto importante per capire dove orientare le proprie scelte e su quali etichette puntare. Investire nell’acquisto di vini ormai molto ricercati e talvolta speculati, può essere semplice ma allo stesso tempo rischioso.
Un buon investimento spesso nasce dalla scelta di vini di grande qualità provenienti da aziende di ottimo livello, ma non ancora così note nel circuito dei collezionisti oppure nell’acquisto di partite di vino da annate potenzialmente eccellenti e molto longeve. La disponibilità di certi vini rispetto alla richiesta ne condiziona il prezzo, sia relativo alle annate recenti, sia nel lungo periodo. Una bottiglia non è solo un oggetto per collezionisti ma anche un prodotto da bere e di cui saper godere. I grandi vini sono proprio quelli in grado di garantire un’estrema qualità, complessità e fascino, soprattutto dopo una lunga evoluzione nel tempo.
A tutto questo si aggiunge un aspetto non di poco conto, ossia la necessità da parte del collezionista di acquistare in sicurezza un prodotto
autentico e in buono stato di conservazione. A darsi a una casa d’aste signi ca a darsi a un team di esperti che controlla accuratamente ogni bottiglia, veri ca le condizioni di conservazione, l’autenticità e lo stato dell’etichetta e della chiusura, garantendo la massima soddisfazione per ogni cliente.
E per i ne spirits, qual è lo stato dell’arte?
Il mercato degli spirits continua a crescere di anno in anno anche all’interno delle aste rispecchiando un andamento generale positivo per questo settore. Anche in questo caso i grandi marchi non so rono la crisi e ogni anno raggiungono nuovi record di prezzo, a dimostrazione di come i collezionisti si orientino facilmente verso brand blasonati e conosciuti. A orientare il mercato e a raggiungere le quotazioni più alte sono i grandi brand di whisky scozzese e giapponese, ma anche le etichette di riferimento nel panorama del cognac e armagnac, a cui seguono i marchi più ricercati di porto, rum, bourbon e calvados.
Tre vini italiani che non possono mancare in una buona collezione?
Mi vengono in mente: Giacomo Conterno Monfortino, Barolo Riserva Docg; Biondi Santi Tenuta il Greppo Riserva, Brunello di Montalcino Docg; Giuseppe Quintarelli Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg. Tre etichette che racchiudono la storia, la qualità e il valore delle più importanti zone vitivinicole italiane.
MAXI CASH COLLECT SU PANIERI DI AZIONI
Maxi Premio incondizionato no al 20%¹ il 27 Novembre 2023
Potenziali premi trimestrali successivi no all’1,40% (5,60% p.a.) Barriera premio e Barriera a scadenza no al 30%
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Emittente: BNP Paribas Issuance B.V.
Garante: BNP Paribas (S&P’s A+ / Moody’s Aa3 / Fitch AA-)
Maxi Premio a Novembre 2023 non condizionato dall'andamento dei sottostanti
Potenziali Premi trimestrali con Effetto Memoria anche in caso di ribassi dei sottostanti fino al livello Barriera
Livello Barriera fino al 30% del valore iniziale dei sottostanti
Allenarsi a 50
Livello di rimborso anticipato: 100% del valore iniziale
Importo Nozionale: 100 euro Rimborso condizionato dell'Importo Nozionale a scadenza
Sede di Negoziazione: SeDeX (MTF), mercato gestito da Borsa Italiana
Certificate è uno strumento finanziario complesso
NLBNPIT1U7W6 Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM 14,50%1% (4% p.a.) 60%
15%0,90% (3,60% p.a.)60%
60%
L’allenamento con i pesi a 50 anni può essere ancora produttivo?
NLBNPIT1U7X4 Eni, Unicredit, Intesa Sanpaolo
15%0,90% (3,60% p.a.)60%
Possiamo aspettarci ancora dei progressi di tipo estetico o dobbiamo dedicarci soltanto a un approccio anti-aging e salutististico?
NLBNPIT1U7Y2 Intesa Sanpaolo, icroelectronic,STM Tenaris 16,50%1% (4% p.a.)
NLBNPIT1U7Z9 STMicroelectronic, Nexi, Stellantis
NLBNPIT1U803 Banco BPM, Eni, Moncler 17%0,80% (3,20% p.a.)60%
NLBNPIT1U811Assicurazioni Generali, Eni, Enel, Mediobanca 14%0,80% (3,20% p.a.)60%
60%
50%
Evoluzione demogra ca
55%
NLBNPIT1U829 Engie, Occidental Petroleum, Arcelormittal 15%0,90% (3,60% p.a.)60%
NLBNPIT1U837 Airfrance, American Airlines, Easyjet 15%1% (4% p.a.)
NLBNPIT1U845 Ferragamo, Zalando, Tapestry 16%1% (4% p.a.)
Negli ultimi anni, l’età degli utenti medi in palestra si è alzata, complice la volontà di chi è avanti con gli anni di tenersi in salute. Problematiche articolari o sistemiche come dislipidemie, obesità e diabete sono alcuni dei motivi che spingono i cinquantenni ad andare in palestra. Ciò che spinge l’ingresso in palestra può essere quindi legato al mantenimento o al recupero della salute, ma spesso il pensiero di poter migliorare anche l’aspetto estetico suscita nuove motivazioni.
20%1,20% (4,80% p.a.)35%
50%
NLBNPIT1U852 Mercedes-Benz, BMW, Tesla 17%1% (4% p.a.)
NLBNPIT1U860 C3.AI, Uipath, Pure Storage
NLBNPIT1U878 Microchip Technology, Advanced Micro Devices, Qualcomm 14,50%0,80% (3,20% p.a.)60%
20%1,40% (5,60% p.a.)30%
19%1,40% (5,60% p.a.)40%
NLBNPIT1U886 Tripadvisor, Uber, Carnival 18%1% (4% p.a.)
NLBNPIT1U894 Sunrun, Sunnova Energy, Plug Power
NLBNPIT1U8A0 Zalando, Adidas, Farfetch
1 Gli importi espressi in percentuale (esempio 20%) ovvero devono intendersi al lordo delle ritenute fiscali previste per legge.
Ma è possibile migliorare ancora dopo il mezzo secolo di vita?
A questo proposito ci sono alcune false convinzioni di use. Vediamo le principali.
Il metabolismo rallenta. Falso: il metabolismo basale non perde velocità. Le attività neuro-bio-endocrine possono essere leggermente più basse, ma sostanzialmente il dispendio calorico non cambia. Ricordiamo però che il metabolismo basale è legato alla quantità di tessuto muscolare, quindi più massa muscolare perdiamo, minore sarà il nostro consumo. Il testosterone è più basso e quindi i risultati saranno inferiori. Vero: mediamente a questa età è più basso rispetto a i livelli di un ventenne, ma una ricerca rivela che gli uomini tra i 50 e i 60 anni che si sono allenati regolarmente con i pesi, hanno ottenuto incrementi di massa muscolare simili ai soggetti ai quali è stato fornito un supporto terapeutico di testosterone, che invece non si allenavano.
il recupero sia sistemico sia distrettuale è sicuramente più veloce, a cinquanta dobbiamo essere più precisi e diligenti, quindi è importante programmare bene allenamenti e recuperi. Considerare di allenarsi anche tutti i giorni per tempi più brevi, potrebbe essere la scelta migliore. Sono stati pubblicati studi che dimostrano miglioramenti della composizione corporea, che signi ca più massa muscolare e meno grasso, anche in soggetti di 70 anni sottoposti ad allenamenti coi pesi in sole dieci settimane.
dall’Euro sono dotati di opzione Quanto che li rende immune dall’oscillazione del cambio tra l’Euro e la valuta di denominazione del sottostante, neutralizzando il relativo rischio di cambio.
I Certificate con un sottostante denominato in una valuta diversa
Impatto sull’organismo
A cinquant’ anni non ci si può allenarsi tutti i giorni.
Dipende: mentre a vent’anni,
Il corpo è una macchina meravigliosa, in grado di adattarsi all’ambiente e agli stress, ma solo se rispettiamo le richieste: giusta alimentazione, adeguato riposo, e giusta dose di allenamento. Solo allora il nostro corpo si adatterà modi candosi, regalando – anche se non più giovani – delle gran belle soddisfazioni.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionali.
Prima di adottare una decisione di investimento, al fine di comprenderne appieno i potenziali rischi e benefici connessi alla decisione di investire nei Certificate, leggere attentamente il Base Prospectus for the issuance of Certificates approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in data 31/05/2023, come aggiornato da successivi supplementi, le Condizioni Definitive (Final Terms) relative ai Certificate e la Nota di Sintesi e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento fiscale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID), ove disponibile. Tale documentazione è disponibile sul sito web investimenti.bnpparibas.it. L’approvazione del Base Prospectus non dovrebbe essere intesa come approvazione dei Certificate. Il presente documento costituisce materiale pubblicitario e le informazioni in esso contenute hanno natura generica e scopo meramente promozionale e non sono da intendersi in alcun modo come ricerca, sollecitazione, raccomandazione, offerta al pubblico o consulenza in materia di investimenti. Inoltre, il presente documento non fa parte della documentazione di offerta, né può sostituire la stessa ai fini di una corretta decisione di investimento. L’investimento nei Certificate comporta, tra gli altri, il rischio di perdita totale o parziale dell’Importo Nozionale, nonché il rischio Emittente e il rischio di assoggettamento del Garante agli strumenti di gestione delle crisi bancarie (bail-in). Ove i Certificate siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà incorrere anche in perdite in conto capitale. Nel caso in cui i Certificate siano acquistati o venduti nel corso della loro durata, il rendimento potrà variare. Le informazioni e i grafici a contenuto finanziario quivi riportati sono meramente indicativi e hanno scopo esclusivamente esemplificativo e non esaustivo. Informazioni aggiornate sulla quotazione dei Certificate sono disponibili sul sito web investimenti.bnpparibas.it. SCOPRILI TUTTI SU investimenti.bnpparibas.it
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Maxi Premio incondizionato no al 20%¹ il 27 Novembre 2023
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Barriera premio e Barriera a scadenza no al 30%
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Emittente: BNP Paribas Issuance B.V.
Garante: BNP Paribas (S&P’s A+ / Moody’s Aa3 / Fitch AA-)
Maxi Premio a Novembre 2023 non condizionato dall'andamento dei sottostanti
Potenziali Premi trimestrali con Effetto Memoria anche in caso di ribassi dei sottostanti fino al livello Barriera
Livello Barriera fino al 30% del valore iniziale dei sottostanti
Livello di rimborso anticipato: 100% del valore iniziale
Importo Nozionale: 100 euro
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Sede di Negoziazione: SeDeX (MTF), mercato gestito da Borsa Italiana
NLBNPIT1U7W6 Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM
NLBNPIT1U7X4 Eni, Unicredit, Intesa Sanpaolo
NLBNPIT1U7Y2 Intesa Sanpaolo, STMicroelectronic, Tenaris
NLBNPIT1U7Z9 STMicroelectronic, Nexi, Stellantis
(3,60% p.a.)60%
NLBNPIT1U803 Banco BPM, Eni, Moncler 17%0,80% (3,20% p.a.)60%
NLBNPIT1U811Assicurazioni Generali, Eni, Enel, Mediobanca
NLBNPIT1U829 Engie, Occidental Petroleum, Arcelormittal 15%0,90% (3,60% p.a.)60%
NLBNPIT1U837 Airfrance, American Airlines, Easyjet 15%1% (4% p.a.) 60%
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NLBNPIT1U852 Mercedes-Benz, BMW, Tesla
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NLBNPIT1U886 Tripadvisor, Uber, Carnival
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1 Gli importi espressi in percentuale (esempio 20%) ovvero devono intendersi al lordo delle ritenute fiscali previste per legge.
I Certificate con un sottostante denominato in una valuta diversa dall’Euro sono dotati di opzione Quanto che li rende immune dall’oscillazione del cambio tra l’Euro e la valuta di denominazione del sottostante, neutralizzando il relativo rischio di cambio.
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Prima di adottare una decisione di investimento, al fine di comprenderne appieno i potenziali rischi e benefici connessi alla decisione di investire nei Certificate, leggere attentamente il Base Prospectus for the issuance of Certificates approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in data 31/05/2023, come aggiornato da successivi supplementi, le Condizioni Definitive (Final Terms) relative ai Certificate e la Nota di Sintesi e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento fiscale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID), ove disponibile. Tale documentazione è disponibile sul sito web investimenti.bnpparibas.it. L’approvazione del Base Prospectus non dovrebbe essere intesa come approvazione dei Certificate. Il presente documento costituisce materiale pubblicitario e le informazioni in esso contenute hanno natura generica e scopo meramente promozionale e non sono da intendersi in alcun modo come ricerca, sollecitazione, raccomandazione, offerta al pubblico o consulenza in materia di investimenti. Inoltre, il presente documento non fa parte della documentazione di offerta, né può sostituire la stessa ai fini di una corretta decisione di investimento. L’investimento nei Certificate comporta, tra gli altri, il rischio di perdita totale o parziale dell’Importo Nozionale, nonché il rischio Emittente e il rischio di assoggettamento del Garante agli strumenti di gestione delle crisi bancarie (bail-in). Ove i Certificate siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà incorrere anche in perdite in conto capitale. Nel caso in cui i Certificate siano acquistati o venduti nel corso della loro durata, il rendimento potrà variare. Le informazioni e i grafici a contenuto finanziario quivi riportati sono meramente indicativi e hanno scopo esclusivamente esemplificativo e non esaustivo. Informazioni aggiornate sulla quotazione dei Certificate sono disponibili sul sito web investimenti.bnpparibas.it.
TESTIMONIAL
MARGOT ROBBIE È IL VOLTO
DELLA NUOVA CAMPAGNA
CHANEL BEAUTY PER I ROSSETTI
Margot Robbie è il volto della nuova campagna Chanel Beauty per i rossetti Rouge Allure Velvet Nuit Blanche. La gamma Rouge Allure Velvet Nuit Blanche si compone di diverse tonalità, ognuna ispirata a un diverso momento della notte. Otto ore per una s lata di otto colori. Otto sfumature per liberarsi dalle convenzioni del giorno e vestire le labbra di tonalità notturne.
Ecco che questa campagna di Rouge Allure Velvet Nuit Blanche consolida il successo di Margot Robbie come ambasciatrice di Chanel. Ruolo che ricopre già dalla campagna degli orologi J12, insieme a Penelope Cruz. L’attrice, ormai icona della moda, incarna perfettamente l’essenza della donna della maison: elegante, disinvolta e moderna. La 33enne, 1 milione di follower su Instagram, che gura anche tra i produttori del successo di cassetta dell’estate sulla bambola della Mattel, ha guadagnato l’anno scorso 59 milioni di dollari, contro i 73 milioni di Adam Sandler (il divo più pagato di Hollywood), accumulati grazie a un ‘comedy tour’ da 44 tappe e alla rom-com di Net ix Murder Mystery 2, il quinto lm per numero di downloading della piattaforma in streaming con 173 milioni di ore davanti allo schermo. Chanel.com/it/make-up
LIGHT
LA LAMPADA SENZA FILI
ELICA DISEGNATA
DA DANIELE DELLA PORTA
PER LUMERE
Una nuova interpretazione della luce di usa a taglio: nasce così la lampada led senza li Elica di Lumere disegnata dal designer Daniele Della Porta, art director del marchio. Il progetto nasce con l’obiettivo di proporre l’illuminazione attraverso l’unione di elementi uguali e modulari. Il corpo della lampada Elica è formato da tre fogli di metallo curvato, in modo identico, con al centro il cilindro tecnico contenente la batteria. Le tre fonti luminose nascoste irradiano e sfumano la luce nelle curve del metallo colorato. Elica o re tre intensità di luce ed è disponibile in diverse varianti di colore tra cui il giallo, colore della felicità e della speranza, della positività, dell’energia e dell’ottimismo. Made in Italy, artigianalità, design, sperimentazione, sono alcuni
dei concetti chiave che hanno segnato l’avvio del nuovo marchio di illuminazione Lumere, nato dalla passione e dall’importante background nel settore dell’imprenditore Ferdinando Ingenito, prima professore di liceo a Firenze e, poi agente di commercio estero nel settore dell’illuminazione. Queste le origini di un’esperienza lunga oltre 45 anni e di una passione per il progetto della luce.
L’animo imprenditoriale di Ingenito lo ha portato nel 1980 ad avviare l’azienda Mito, che presto si fa apprezzare per la scelta di coinvolgere e puntare su giovani architetti e designer, talenti che poi diventeranno nomi del calibro di Ferruccio Laviani, Gordon Guillaumier, Vera Fraboni, Massimo Iosa Ghini, Terry Pecora, Enzo Berti e molti altri. Lumere.it
DESIGN HOLDING INAUGURA IL NUOVO FLAGSHIP STORE
A MADISON AVENUE: DESTINAZIONE ESCLUSIVA
DEL DESIGN EUROPEO NEL CUORE DI NEW YORK
Design Holding inaugura un esclusivo agship store che si propone come un unicum nel panorama del design. Lo store riunirà i brand del gruppo – B&B Italia, Flos, Louis Poulsen, Maxalto, Arclinea e Azucena – che dialogheranno fra loro raccontando una visione estetica di origine europea, so sticata, contemporanea e iconica. Lo store di oltre 2.300 metri quadrati esteso su due piani sarà un luogo di condivisione per clienti e professionisti del settore e uno spazio esperienziale in cui i marchi, ciascuno con una forte identità, potranno essere riscoperti dai visitatori sotto un’inedita luce. Il piano terra vede un rinnovamento dello spazio di B&B Italia, con la presentazione di alcuni dei suoi prodotti iconici quali
il divano Camaleonda di Mario Bellini, il sistema di sedute Tufty-Time di Patricia Urquiola e il tavolo Alex di Antonio Citterio, a cui si a ancano gli arredi più recenti come il sistema di sedute Dambo di Piero Lissoni e il divano Tortello di Edward Barber e Jay Osgerby, oltre alla collezione B&B Italia Outdoor, ai classici di Azucena e le cucine Arclinea. Da un ingresso dedicato si accede allo spazio Maxalto, il luxury brand del gruppo, espressione dell’eccellenza dei progetti rmati da Antonio Citterio, Art Director del marchio dal 1995: una vetrina di prodotti signature, dai divani Arbiter e Lilum al tavolo Pathos, dal paravento Privatus al letto Sileo.
Designholding.com
BENTLEY E THE MACALLAN LANCIANO UN NUOVO ORIGINALE
WHISKY: IL MACALLAN HORIZON
Il whisky torna protagonista grazie alla collaborazione tra il luxury brand Bentley Motors e e Macallan, che ha dato vita a un nuovo distillato di altissimo livello.
e Macallan Horizon è il primo whisky progettato e realizzato grazie a questa collaborazione fondendo l’eccellenza dei single malt e il design automotive unico per festeggiare il 200° anniversario della storica distilleria. In omaggio ai “Sei Pilastri” di e Macallan, sono stati utilizzati sei materiali, parte integrante delle due aziende e di questa partnership fondata sull’innovazione.
e Macallan Horizon viene presentato in un esclusivo contenitore di vetro realizzato ad hoc, progettato per essere creato orizzontalmente, s dando le convenzioni dell’imbottigliamento tradizionale del whisky. Un nastro di alluminio avvolge il vetro ed è stato
progettato con precisione secondo i rigorosi standard Bentley, in omaggio a un materiale chiave utilizzato dalla factory di Crewe. La bottiglia è racchiusa in una scultura rivestita con un pregiato cuoio sostenibile, lavorato nel colore chestnut per vestire e proteggere il prezioso distillato. Il telaio realizzato in rame riciclato è stato magistralmente disegnato e per la sua realizzazione è impiegato il rame proveniente dagli alambicchi precedentemente utilizzati da e Macallan. Un altro materiale pregiato e parte integrante di entrambi i brand è incluso attraverso un intarsio di legno di quercia sulla chiusura, realizzato da una delle sei botti utilizzate nella maturazione di questo whisky e ispirato al quadrante rotante Bentley Drive Dynamic Control.
Bentleymotors.com
Regine del fashion
e Standard stila la graduatoria delle donne più potenti della moda
Ortega di Inditex supera Wintour, Arnault e Kardashian
DI SARA MORTARINIRANKING
PINK POWER
Da Anna Wintour a Kim Kardashian, dalla Principessa Kate a Pharrell Williams e Miuccia Prada. Sono solo alcune delle personalità della moda inserite dal magazine britannico e Standard nella sua classi ca “Fashion Power 100”. Ma a guidare la lista, che elenca le protagoniste più potenti del settore nel 2023, non è nessuno dei nomi citati: in prima posizione troviamo infatti la 40enne Marta Ortega, glia di Amancio e, dal 2021, presidente del colosso Inditex (che controlla marchi come Zara, Massimo Dutti, Stradivari, Bershka e Oysho). Ma cosa signi ca oggi essere potenti nel mondo della moda? “L’industria del fashion vale circa 1.200 miliardi di sterline a livello globale e si stima che impieghi circa 430 milioni di persone”, si legge nell’introduzione alla classi ca. “La Standard Fashion Power 100 List è, in realtà, un lavoro in divenire e, nel corso dei prossimi 12 mesi, potrebbe cambiare signi cativamente; l’immagine azzeccata di una campagna può infatti proiettare una persona in cima ai feed, portandole fama e attenzione ma, allo stesso modo, un solo post sbagliato può farla momentaneamente cancellare”. Ciò detto, ecco alcune delle personalità che più hanno in uenzato il mondo della moda nel 2023.
01. MARTA ORTEGA
RUOLO: PRESIDENTE DI INDITEX
02. FAMIGLIA ARNAULT
RUOLO: PROPRIETARI DI LVMH
03. KIM KARDASHIAN
RUOLO: IMPRENDITRICE
04. EDWARD ENNINFUL OBE
RUOLO: EDITORE E STILISTA BRITANNICO, EX DIRETTORE DI BRITISH VOGUE
05. ANNA WINTOUR
RUOLO: CHIEF CONTENT OFFICER DI CONDÉ NAST
06. PHOEBE PHILO
RUOLO: DESIGNER
Kardashian
GRETA GERWIG CONQUISTA
LA COPERTINA DI TIME
Dopo il op agli Oscar, la regista di Barbie Greta Gerwig si prende la sua rivincita: la rivista americana Time le ha dedicato la copertina incoronandola come Donna dell’Anno 2024, insieme ad altre undici donne di tutto il mondo che – scrive il magazine – “si sono dedicate a farne emergere altre”: tra queste ci sono l’attivista per i diritti umani Nadia Murad (Premio Nobel per la pace nel 2018), la tennista
Coco Gau , l’economista Claudia Goldin (Premio Nobel per l’economia nel 2023) e la genetista Marlena Fejzo.
“Le donne dell’anno scelte per il 2024 sono tutte all’avanguardia nella creazione di un mondo più equo e stanno apportando cambiamenti reali attraverso il loro impegno per l’ambiente, i diritti umani e altro ancora”, ha detto Jessica Sibley, chief executive o cer del Time.
GIULIA DE LELLIS IN CATTEDRA
ALLA SDA BOCCONI
Giulia De Lellis approda all’Università Bocconi. La “beauty in uencer”, ex corteggiatrice di Uomini e Donne, ha tenuto una lezione al master in Fashion, experience e design management della Sda Bocconi, business school dell’università milanese, dove ha raccontato la sua storia: dalla formazione in un istituto professionale agli esordi come commessa, no al successo –Instagram, sponsor, pubblicità, moda, programmi televisivi, un libro e un lm. E di recente, De Lellis ha anche lanciato il suo brand di beauty. Ma quanto guadagna con la sua attività? Stando ai dati (aggiornati al 2020) di HopperHQ, i suoi introiti arrivano a circa 16mila dollari a post.
Identikit di un leader
L’empatia non è solo una dote innata, bensì va coltivata con dedizione La genuinità nei rapporti consente di creare consenso duraturo
DI MARIA GRAZIA RINALDINelle relazioni umane, il rispetto e l’ascolto attivo si rivelano elementi essenziali per costruire rapporti signi cativi fondati sulla ducia. È cruciale saper riconoscere il valore di ogni persona nella sua diversità. Questa essibilità apre al dialogo.
Qualità da avere È in questo scenario di predisposizione verso l’altro e verso il suo personale modo di percepire la realtà che un leader acquisisce la capacità di guidare non imponendo, ma ispirando. Il vero leader è colui che, attraverso l’empatia e l’umiltà, sa mettersi al servizio dell’altro. La trasparenza e la coerenza fanno da base in queste relazioni. Mostrarsi coerenti tra ciò che si dice e ciò che si fa non solo consolida la ducia, ma dimostra un impegno
autentico verso i valori e gli obiettivi condivisi. La trasparenza invita a un dialogo aperto, prevenendo malintesi e costruendo un ambiente in cui l’onestà è la norma, non l’eccezione. In quest’ottica, il feedback diventa uno strumento prezioso non solo come mezzo per la crescita individuale, ma anche come catalizzatore per il ra orzamento delle relazioni. Creare rapporti di ducia richiede tempo, pazienza e dedizione. Non esiste una formula magica per il successo relazionale; si costruisce giorno dopo giorno, attraverso piccoli gesti di gentilezza, momenti di condivisione sincera e un impegno costante nel prendersi cura dell’altro. Edith Stein, losofa tedesca, ha lasciato un segno indelebile nella loso a con le sue ri essioni sull’empatia. Per la studiosa
è proprio attraverso l’empatia che possiamo vivere gli stati emotivi di un’altra persona, pur mantenendo una chiara distinzione tra noi e l’altro.
Ricerca di relazioni genuine
L’approccio di Stein all’empatia e alla cura reciproca invita a considerare questi concetti non solo come atti di gentilezza, ma come elementi fondamentali per vivere rapporti sani e veri. La Stein sottolinea inoltre che l’empatia non è un processo passivo, ma richiede un impegno attivo e consapevole. Per empatizzare veramente con qualcuno, dobbiamo essere disposti a mettere da parte i nostri pregiudizi e giudizi. Occorre aprire il nostro cuore e la nostra mente alle esperienze dell’altro e accoglierle per quelle che sono.
Kairos International Sicav
ACTIVESG
Benvenutinelcircolovirtuosotrasostenibilitàevalore
KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.
È stata una delle prime soluzioni ESG in Italia ad adottare una strategia di gestione long-short. La consolidata expertise in metodologie di gestione alternative, unitamente alla capacità di selezione dei titoli, basata su di un rigoroso processo di analisi fondamentale e su di un modello proprietario di analisi ESG, consente a Kairos di proporsi sul mercato con un’offerta distintiva.
KIS ActivESG intende generare un impatto positivo sul mondo, continuando a valorizzare il patrimonio dei clienti.
Grazie a KIS ActivESG, Kairos è stata premiata nella categoria Alternative Investments ai Private Banking Awards 2023*
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione.
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Frontiera digitale
L’evoluzione tecnologica apre nuove prospettive per i private asset
Gli strumenti per massimizzare l’e cacia delle strategie di portafoglio
DI EDOARDO REGGIANI*Nei prossimi anni gli investimenti in private asset rappresenteranno una quota sempre più consistente dei portafogli, dati i vantaggi o erti non solo in termini di diversi cazione, ma anche di protezione dall’in azione.
Investimento nel futuro
Inoltre, investire in private asset signi ca investire nel futuro, ovvero in quelle aziende ben posizionate per cogliere i nuovi trend di mercato, in grado di generare multipli importanti per gli investitori. Come dimostrano i dati dell’Outlook 2024 di Aipb, sta aumentando la consapevolezza dei vantaggi e del valore aggiunto che si ottiene nel dedicare parte dei portafogli a investimenti fuori dal quotato. Tuttavia il mercato italiano, a di erenza di altri, non ha ancora espresso appieno il suo potenziale. Tra i motivi di questo relativo ritardo c’è la mancanza di infrastrutture digitali in grado di minimizzare le frizioni per investitori, aziende e intermediari che stanno sempre più dirigendo la loro attenzione verso questa forma di investimento. L’investimento
non quotato presenta una serie di complessità: dall’individuazione e valutazione delle operazioni sul mercato, alla gestione postinvestimento degli strumenti sottoscritti, no alla gestione dell’exit per gli investitori. Limiti che possono essere superati grazie al digitale. L’obiettivo di ClubDeal Digital è sempli care l’accesso agli investimenti in economia reale attraverso strumenti digitali innovativi, come per esempio ClubDealFiduciaria, la prima duciaria 100% digitale che permette a investitori e private banker di eliminare le frizioni, gestendo tutto il ciclo di vita dell’investimento in private asset dal proprio device.
Più e cienza nella gestione
Questa infrastruttura digitale ha permesso di gestire oltre 900 partecipazioni in 50 società italiane e internazionali. Operazioni spesso intermediate da strutture di private banking, che trovano nell’o erta di ClubDeal Digital strumenti e cienti per gestire il portafoglio non quotato dei propri clienti. Grazie all’innovazione e alle
tecnologie digitali, l’investimento in private asset diventerà sempre più snello ed e ciente, dall’origination alla gestione.
*Professionista con una vasta esperienza nel settore ntech. Managing director per ClubDeal Digital, contribuisce alla crescita dell’infrastruttura digitale per l’investimento e la gestione a 360 gradi di private asset.
INVESTIRE IN MODO SOSTENIBILE CON CHIAREZZA
Investire in fondi sostenibili significa anche comprendere esattamente in cosa si sta investendo.
Ecco perché in iShares ci stiamo impegnando al massimo per fornirti i dati ESG e sul clima di cui hai bisogno, con l’obiettivo di farti comprendere cosa includono i nostri ETF.
INVESTIRE IN MODO SOSTENIBILE CON CHIAREZZA
ETF sostenibili. iShares. Aspettati di più.
Investire in fondi sostenibili significa anche comprendere esattamente in cosa si sta investendo.
ETFsostenibili. iShares. Aspettati di più.
Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante sono soggetti a oscillazioni al rialzo oal ribasso e non sono garantiti. L’investitore potrebbe non recuperare l’importo inizialmente investito.
Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante sono soggetti a oscillazioni al rialzo o al ribasso e non sono garantiti. L’investitore potrebbe non recuperare l’importo inizialmente investito.
Ecco perché in iShares ci stiamo impegnando al massimo per fornirti i dati ESG e sul clima di cui hai bisogno, con l’obiettivo di farti comprendere cosa includono i nostri ETF.
Messaggio Promozionale: Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il PRIIPs KID disponibili su http://www.ishares.com/it, che contengono una sintesi dei diritti degli investitori. Informativa di Legge. Pubblicato da BlackRock (Netherlands) B.V. BlackRock (Netherlands) B.V. è autorizzata e disciplinata dall’Autorità per i mercati finanziari olandese. Sede legale: Amstelplein 1, 1096 HA, Amsterdam - Tel.: 020 – 549 5200 - Tel.: 31-20-549-5200. Iscrizione al Registro delle Imprese n. 17068311. A tutela dell’utente le telefonate potranno essere registrate. Per informazioni sui diritti degli investitori e su come presentare reclami, visitare https://www.blackrock.com/corporate/compliance/investor-right disponibile in italiano. © 2023 BlackRock, Inc. Tutti i diritti riservati. 3046038
Managing emotions
One of the most prevalent biases in investing is loss aversion It is crucial for wealth manager to have a clear philosophyBY YVES BONZON* (Abbiamo lasciato
ere is no universal way to invest, and di erent investment styles all have their relative merits and weaknesses. However, it is crucial for every wealth manager to have a clear philosophy and a core set of values that they adhere to. is not only helps investors keep their longterm view but helps curb irrational responses and manage risk.
Human beliefs and emotion
While investing may seem like a numbers game, an important reason why investors make poor decisions is human emotion. One of the most prevalent biases in investing is short term loss aversion, which is when investors make rash decisions because of a fear of losing. is tends to lead investors to be overly cautious rather than cautiously optimistic. In practice, especially when markets are volatile, private investors are prone to make forecasts based on their gut feeling, often concluding that equities will go down sooner rather than later.
As Daniel Kahneman explained in his famous book inking, Fast and Slow, our brains have two modes of operation, a fast one that is wired
for survival in the hostile natural environment of the Stone Age, and a slow one that allows for analytical reasoning. e fast brain built for survival is a very poor evaluator when it comes to nancial outcomes. Much better conclusions, and therefore investment performance over time, can be achieved by using our slow brain, i.e. the one we also use for calculations when we settle a restaurant bill. Having a solid investment framework allows investors to use their slow brain when making investment decisions. When managing money, it helps to understand the emotions, the thought process and the reaction functions of market participants
“As the late Charlie Munger once stated in a conversation with Warren Bu et, managing money is about psychology,” explains Bonzon. “ e market is made of human beliefs and emotions.
We invest in companies, we invest in entities that are managed by people. Understanding them is crucial.”
Having an investment framework
Apart from understanding market psychology, Bonzon highlights
It’s fun to race a car on a PlayStation, but it’s not like the real experience on a track with a proper car When you make a mistake, the car goes o track It’s the same with theoretical asset allocations on spreadsheets
another important ingredient to successful investing: your own behaviour. “We have a strong belief that managing money successfully starts with avoiding mistakes, avoiding counterproductive decisions. And to avoid those counterproductive decisions, for instance, reacting emotionally, you need to have a framework. is is what our investment process is all about.”
According to Bonzon, the process is not necessarily about avoiding risks, it is about taking “good” risks. “Our jobs require a deep
understanding of the sources of return in capital markets and how to produce good risk-adjusted returns in a portfolio. Lots of people believe that managing money is about trading a lot, or watching nance channels on television all day. However, you need to understand how the market works and how to make good decisions.”
Bonzon highlights that “You really have to have a disciplined approach, 100%.” is is because performance is not only an objective but also always the consequence of
a well-designed investment process. Sometimes a strategy goes through a period of negative performance for exactly the right reasons. Performance is a combination of passive (market-dependent) and active (non-market-dependent) returns, that are constantly uctuating. “In many ways, the less frequently you look at your portfolio, the potentially better the performance.” says Bonzon.
Become a better investor
At Julius Baer, the CIO is managing money himself, directly putting the investment approach to practice. Questioned about this, Bonzon, having worked in investment management for over three decades, describes the importance of rolling up his sleeves as a CIO and taking a role in managing money, comparing it to car racing. “It’s fun to race a car on a PlayStation, but it’s not like the real experience on a track with a proper car. When you make a mistake, the car goes o track. It’s the same with theoretical asset allocations on spreadsheets. What really matters is the actual way a portfolio performs. You need to practice, you need to be in the market, you need to experience good and not so good performance. at’s how you eventually grow and become a better investor.”
*Julius Baer group chief investment o cer
Flessibilità. Convizioni. Potenziale di rendimento.
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Capitale a rischio. La performance dipende dalla tempistica dell’investimento e può comportare rendimenti negativi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
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In un contesto di mercato incerto, il settore sanitario può offrire interessanti opportunità agli investitori grazie alla sua resilienza. I mutamenti demografici e l’incremento della domanda a livello globale, infatti, lo hanno reso meno vulnerabile alle condizioni macroeconomiche.
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