ANDREA RAGAINI
Così i private banker hanno aiutato i clienti a navigare i mercati con razionalità
Così i private banker hanno aiutato i clienti a navigare i mercati con razionalità
Uno studio pubblicato di recente dalla International Private Bank (IPB) della Deutsche Bank ha rilevato che molte aziende tedesche a conduzione familiare riescono ad a rontare meglio crisi complesse come la pandemia di Covid. L’analisi, condotta da Markus Eckey, head of Investment Banking Solutions (IBS) di IPB, e da Sebastian Memmel, product specialist dell’IBS, è giunta alla conclusione che le aziende familiari quotate in borsa presentano dei vantaggi rispetto a quelle che non hanno una famiglia come investitore di riferimento, e ciò le rende più resilienti in tempi di crisi.
“La nostra ricerca dimostra che le imprese familiari sono in grado di a rontare meglio le crisi complesse”, ha a ermato Eckey. Mentre i prezzi delle azioni delle aziende a conduzione familiare sono crollati del 23,7% durante la prima fase di Covid, le aziende senza un azionista familiare hanno visto i loro prezzi delle azioni scendere ancora di più, del 30,7%. “Nel caso delle aziende a conduzione familiare, il crollo è in media più contenuto in caso di crisi e la ripresa è di solito molto più rapida”, ha aggiunto Eckey. Lo studio ha rilevato che i prezzi delle azioni delle aziende a conduzione familiare sono tornati ai livelli pre-Covid tre settimane prima. Eckey e Memmel hanno identi cato tre fattori che garantiscono una maggiore resilienza nelle crisi:
1. Ancoraggio emotivo. In qualità di investitori di riferimento, le famiglie o i fondatori sono spesso più legati emotivamente all’azienda rispetto agli altri investitori principali. La loro attenzione è rivolta al successo aziendale a lungo termine.
Soprattutto nei momenti di crisi, questo può dare maggiore stabilità all’azienda.
2. Canali decisionali brevi. Le imprese familiari sono spesso gestite a livello centrale e il processo decisionale è rapido. Ciò consente di reagire rapidamente alle situazioni di crisi e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Inoltre, i membri della famiglia occupano spesso posizioni dirigenziali.
3. Stabilità nanziaria. “Le imprese familiari hanno spesso una base di capitale più conservativa, che conferisce loro maggiore stabilità in caso di crisi improvvisa”, ha spiegato Eckey. Ciò si manifesta di solito con equity ratio più elevati. Di conseguenza, le aziende familiari hanno più facilità a garantire la propria liquidità in condizioni di mercato di cili.
Un altro dato sorprendente emerso dallo studio è che le aziende familiari quotate in borsa sono più redditizie. Secondo lo studio, il loro return on equity (RoE) è stato in media del sette per cento nel 2020. Per le aziende senza azionista familiare, il RoE medio è stato di meno 11%. La conclusione è che il modo in cui le imprese familiari hanno dimostrato la loro capacità di recupero durante la crisi Covid possa servire da modello per altre aziende, combinando orientamento a lungo termine, processi decisionali brevi e stabilità nanziaria per prepararsi meglio alle crisi future. Ed è un punto che i private banker non devono dimenticare, chiamati come sono anche in Italia a rimodulare la loro business proposition per le famiglie imprenditoriali.
anno 8 - numero 10 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015
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Ha iniziato la carriera come analista nanziario per poi passare alla gestione di fondi comuni. Dal 2018 in Banco Posta, è responsabile customer value management della clientela privata. Ha insegnato alle università di Firenze e Padova ed è autore di 15 libri. pag. 24
ANGELO DEIANA Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 26
ROBERTO FALZONI
Nome storico della nanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è il fondatore e proprietario di Denarius Conseils & Gestion SA, multifamily o ce basato a Ginevra. pag. 28
Fondatore e managing partner di Zitiello Associati, avvocato cassazionista, esperto di diritto nanziario, bancario e assicurativo, opera con i principali intermediari fornendo consulenza e assistendoli nel contenzioso. È autore di libri e di numerose pubblicazioni. pag. 36
Barman di fama internazionale, lavora da sempre nel segmento del lusso. Ha curato l’apertura di locali in Italia e all’estero (tra cui Mosca e Praga). Attualmente opera al Casinò di Monte Carlo. pag. 38
Massoterapista, personal trainer, titolare e gestore della palestra “Universo tness”, small club ubicato nel centro di Milano, specializzato nel settore della terapia manuale. pag. 63
Laureata in Psicologia del benessere e iscritta all’albo degli psicologi. Master in Pnl, ha frequentato corsi e seminari su comunicazione e cace, persuasione e public speaking. Da 10 anni si occupa di selezione dei consulenti nanziari e dei private banker. pag. 82
Direttore del Master in Art Market Management all’Università Iulm, ha fondato Art Wealth Advisory, specializzata nell’o erta di servizi di art advisory e nella formazione executive. pag. 88
Appuntamento con i PRIVATE Banking Awards il 18 novembre a Milano In palio ci sono 29 premi destinati ai professionisti e alle aziende del settore
DI L.D.O.Non solo banche specializzate, ma anche family office, avvocati, fiscalisti e advisor. Il private banking ha ormai assunto l’articolazione di una vera e propria filiera industriale, con caratteristiche peculiari rispetto alle altre realtà che si occupano di gestione e valorizzazione dei patrimoni familiari. Rispetto a qualche lustro fa non sono cresciute solo le dimensioni dei patrimoni
investiti, ma anche il numero di aziende e professionisti che gravitano intorno al settore.
La pianificazione finanziaria ha preso sempre più corpo tra i detentori di grandi patrimoni e questo ha reso necessario affiancare ai private banker una serie di altre figure specializzate in tematiche di protezione e valorizzazione degli asset familiari e imprenditoriali. Questo giornale è
nato nel 2015 proprio con l’obiettivo di raccontare questo mondo e negli anni i PRIVATE Banking Awards si sono affermati come l’appuntamento di riferimento per il settore, a riconoscere aziende e professionisti che maggiormente si sono distinti sul mercato. L’edizione 2022 si svolgerà il prossimo 18 novembre a Milano (inizio ore 18), presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa
In queste pagine alcuni momenti dei PRIVATE Banking Awards 2021.
Italiana. Si tratta della settima edizione dell’evento organizzato da questo mensile nel quadro della piattaforma ForbesLIVE.
I riconoscimenti Nel corso della serata verranno premiati i principali protagonisti del mercato italiano relativo alla gestione dei grandi patrimoni e agli investimenti alternativi, nel corso una
individuare i profili che maggiormente si sono distinti durante l’anno in corso. L’edizione 2022 prevede
riconoscimenti: dai banker alle private bank, dalle società di private equity ai family office, dai club deal alle realtà specializzate negli investimenti crossborder, dagli advisor agli avvocati che operano nel settore, dagli specialisti degli investimenti alternativi alle società che maggiormente si sono distinte sul fronte dell’innovazione, sia It, che in termini di business model.
In Italia il private banking ha raggiunto il 50% della ricchezza privata investita Ragaini (Aipb): “La vicinanza dei professionisti ha fatto evitare scelte d’istinto”
DI LUIGI DELL’OLIOUna vera e propria industria del risparmio, che gestisce il 50% della ricchezza nanziaria in capo alle famiglie italiane. È la fotogra a del private banking in Italia, che negli anni è cresciuto a ritmo accelerato sia rispetto all’economia nazionale, sia al settore del risparmio gestito in generale. Della situazione attuale e delle prospettive del comparto abbiamo parlato con Andrea Ragaini, da qualche mese presidente dell’Associazione italiana private banking (Aipb), nonché vice direttore generale di Banca Generali.
Se volgiamo lo sguardo all’indietro, al 2004 anno di nascita di Aipb, di strada ne è stata fatta tanta. È così. Abbiamo raggiunto risultati di cilmente prevedibili, anche dai più entusiasti. Diciotto anni fa si trattava di un piccolo segmento di mercato; oggi siamo un’industria, anzi potremmo dire una liera che comprende le fabbriche prodotto, le compagnie assicurative, i distributori e ovviamente i risparmiatori/ investitori. Se abbiamo raggiunto il 50% della ricchezza investita dalle famiglie italiane signi ca che il modello di servizio, caratterizzato
dalla professionalità dei private banker e dalla vicinanza alla clientela, è stato vincente. Ma non ci sediamo sugli allori.
Anche perché ora si tratta di fare i conti con uno scenario dei mercati tutt’altro che orido. Quali sono oggi le principali preoccupazioni della clientela?
Per la prima volta da tanti anni, il 2022 sta facendo registrare performance negative sia sul fronte equity, sia su quello dei bond, con una performance cumulata tra le peggiori ultimi 40 anni. Finora la clientela del private banking ha reagito con razionalità: i riscatti sono stati limitati e questo è un grande segno di maturità degli investitori. Signi ca che si sta imparando a gestire l’emotività e, dal canto nostro, siamo orgogliosi di questo approccio. Dopo le recenti strette delle banche centrali e il ridimensionamento dei corsi azionari, oggi ci sono le condizioni per ottenere rendimenti interessanti nel medio periodo.
La s da è ridurre il risparmio fermo sui conti correnti, che non solo è improduttivo, ma produce
INTERVIEW ANDREA RAGAINIFino a questo momento la clientela del pb ha reagito con razionalità alle di coltà dei mercati È un segnale importante di maturità
una perdita sicura a fronte di un’in azione che non smette di correre.
La ricchezza delle famiglie depositata ma non investita, che ammonta a circa 1.500 miliardi di euro, oggi può trovare nuove strade proprio alla luce dei rialzi dei tassi. Abbiamo iniziato il 2022 con il bund decennale in terreno negativo e il BTp di analoga durata intorno all’1%, oggi rendono rispettivamente l’1% e oltre il 3%. Questo signi ca che si può tornare
a investire senza rimetterci anche in campo obbligazionario.
Da tempo chiedete una revisione della normativa scale per favorire gli investimenti di lungo termine. Non bastano le agevolazioni previste per i Pir?
I Pir sono stati una grande innovazione che risponde a un’esigenza del Paese, quella di far a uire nuovi capitali sulle imprese, per aiutarle a investire, a diventare più grandi e quindi più
competitive nello scenario globale. Occorre proseguire su questa strada. Siamo attivi nel dialogo con le istituzioni, in primo luogo, perché venga riconosciuto il valore della gestione professionale del risparmio, proprio alla luce delle dimensioni raggiunte dalla nostra industria. L’autorevolezza che ci siamo guadagnati sul campo ci consente di proporre una di erenziazione della scalità tra operazioni nanziarie di breve termine e investimenti di medio-lungo periodo. Oggi esiste
Dal 2 novembre saranno aperte le iscrizioni all’edizione 2023 del master Aipb in Private Banking & Wealth Management, che durerà nove mesi, di cui tre di formazione in modalità prevalentemente online sincrona e sei di stage remunerati presso 25 istituti finanziari associati ad Aipb che hanno aderito all’iniziativa.
Il master avvicina giovani neolaureati al mondo del lavoro, attraverso un percorso formativo che li introdurrà nel mondo del private banking e nel wealth management.
Il corpo docente è composto da circa 140 relatori fra docenti universitari, studi professionali e rappresentanti dell’industria direttamente o indirettamente collegati al private banking e al wealth management
Il corso è rivolto a: neolaureati ai corsi di laurea magistrale in economia, ingegneria gestionale, giurisprudenza e scienze statistiche, che abbiano ottenuto come voto minimo di laurea 99/110 e siano nati dal 1995 (compreso); laureandi magistrali ai corsi di laurea magistrale in economia, ingegneria gestionale, giurisprudenza e scienze statistiche, che ultimeranno tutti gli esami entro l’inizio del corso (con tolleranza di un esame arretrato) e una votazione media di tutti gli esami sostenuti che assicuri il voto finale pari almeno a 99/110, che discutano la tesi entro il 31/12/2023 e siano nati dal 1995 (compreso).
Il programma, sviluppato in circa 312 ore di didattica, affronta sia tematiche finanziarie tecniche che inerenti alle attitudini trasversali della gestione della relazione con il Cliente. Verranno trattati: l’evoluzione degli strumenti e dei servizi finanziari dai più tradizionali ai più tecnologicamente avanzati, l’approccio alla sostenibilità, le soluzioni digitali, il Fintech collegato al Private Banking, la finanza comportamentale, l’empatia e l’approccio neuroscientifico.
Per approfondire: Master.aipb.it
Segreteria.master@aipb.it
una tassazione unitaria al 26%, che non aiuta né la piani cazione delle famiglie, né lo sviluppo del mercato nanziario e delle imprese. Sul fronte dei Pir, vediamo margini di intervento ulteriore, ad esempio ampliando la platea degli investimenti ammessi o consentendo di detrarre le perdite.
Su quest’ultimo punto chiedete anche la pari cazione tra risparmio gestito e amministrato. In che modo?
Non si tratterebbe di introdurre misure di favore, ma solo di garantire un livellamento nel campo di gioco tra vari strumenti di investimento. Compensare eventuali perdite generate con il risparmio gestito con eventuali guadagni nel risparmio amministrato, così come eliminare l’Iva sui servizi di gestione patrimoniale va in questa direzione.
Ci sono poi battaglie che si giocano a livello internazionale, dato che la regolamentazione comunitaria diventa sempre più pressante?
Su questo versante stiamo lavorando molto insieme con le altre associazioni come la nostra. Puntiamo al riconoscimento nella normativa comunitaria della gura di investitore semi professionale, al quale consentire un più ampio spettro di investimenti alla luce del servizio di consulenza ricevuto.
Insiste molto sul tema della professionalità, ma occorre
numero degli Associati AIPB
Il forum annuale
masse in gestione presso le banche associate
considerare che l’età media dei private banker oggi è piuttosto avanzata e non sono molti i giovani che scelgono di avviarsi a questa professione. È vero quello che dice. Proprio perché il nostro settore è giovane, i private banker in attività arrivano tutti da altri percorsi, dalle direzioni bancarie alla gestione della clientela a uent, in alcuni casi anche dal corporate. Riteniamo perciò fondamentale un percorso di formazione ad hoc (si veda box in pagina sul master), che consenta di inserire giovani professionalità provenienti dal mondo universitario.
“Fiducia, innovazione, protezione: il valore della consulenza private”. Si intitola così la diciottesima edizione del forum di Aipb in programma il 23 novembre prossimo. L’evento si svolgerà a Milano presso Palazzo Mezzanotte, con ingresso riservato agli associati e possibilità per gli altri di seguire la diretta streaming collegandosi al sito internet Forumprivatebanking.it
Fiducia, innovazione e protezione sono i valori guida ai quali il private banking ha fatto riferimento nel corso della sua evoluzione, facendo emergere l’importanza di una gestione professionale della ricchezza delle famiglie private. Il futuro porta sfide importanti, in parte legate allo scenario macroeconomico globale e in parte determinate dall’evoluzione della società, in particolare dai comportamenti e dalle attese degli investitori. Come rinsaldare la fiducia dopo l’ennesima (ma diversa) crisi, quali leve attivare per intercettare e soddisfare i bisogni dei clienti private di domani, come ingaggiare la nuova generazione di professionisti, quali possono essere gli ingredienti di successo per i nuovi modelli di servizio. Di questi temi, e di molto altro, se ne parlerà in occasione del forum.
Nelle passate edizioni dell’evento, esponenti dell’industria e del sistema finanziario, opinion leader ed economisti si sono confrontati sul posizionamento del private banking italiano rispetto alle altre piazze finanziarie globali, sul contributo del risparmio private a supporto della crescita economica e sul ruolo del settore nel “rinascimento” economico e culturale del Paese.
Questa folta rappresentanza e la portata dei temi affrontati ha permesso di raggiungere un pubblico estremamente ampio – che ha potuto seguire l’evento da remoto – formato anche da clientela finale e da studenti universitari che si avvicinano alla professione in questo settore.
Oggi i neolaureati più brillanti di solito scelgono di lavorare nell’investment banking o nei consumer goods. Come pensate di convincerli a entrare nel private banking?
Innanzitutto, raccontando quello che fa questo professionista. Non si tratta solo di a ancare il cliente nelle scelte di investimento, ma di creare un rapporto di ducia destinato a durare negli anni. E la ducia si crea e si ra orza mostrando competenza, vicinanza, capacità di fornire risposte adeguate. In de nitiva, quello di private banker è un lavoro bellissimo, che richiede capacità non solo di interpretazione commerciale, ma anche tecnica, e di aggregazione delle informazioni provenienti da tante fonti. È un lavoro di squadra, nel quale le individualità possono esprimersi al meglio.
L’anno di fondazione di AIPB
banche Private associate
Noto anche con le sue iniziali Sbf,è il fondatore e ceo di Ftx, piattaforma per la compravendita di criptovalute, che conta oltre un milione di utenti e che nel 2021 ha generato utili per 388 milioni di dollari. Nelle ultime settimane, numerose riviste hanno sottolineato la sua capacità di salvaguardare il business nonostante i venti contrari. I “segreti”? “Puntare sulla clientela so sticata, meno in uenzata dal calo delle quotazioni, e tenere bassi i costi di gestione”, è la sua risposta.
Figlio di due professori della Stanford University, sin da giovanissimo si è messo in luce per il talento matematico, vincendo diversi contest.
Ha frequentato il Massachusetts Institute of Technology, dove si è laureato in Fisica e Matematica. Durante gli studi si è dedicato a un blog di successo sul baseball.
Per gli stage universitari ha scelto la Jane Street Capital, società di trading proprietario nella quale è stato poi assunto subito dopo aver conseguito la laurea.
Dopo quattro anni nella finanza, si è trasferito a Berkeley, dove ha lavorato brevemente presso il Center for Effective Altruism come direttore dello sviluppo.
È stato tra i primi a diventare un guru delle criptovalute, prima come conferenziere, poi come grande imprenditore e investitore del settore.
Lo scorso aprile Bankman-Fried ha acquistato il 7,6% di Robinhood, piattaforma molto gettonata tra i giovani trader Usa.
A differenza di molti altri imprenditori del settore, non è contrario all’introduzione di una regolamentazione adeguata per il settore delle criptovalute.
Nella campagna per le ultime presidenziali è stato il secondo donatore individuale di Joe Biden dopo Michael Bloomberg, mettendo sul piatto ben 5,2 milioni di dollari.
ARTE CONTEMPORANEA
ARTE IMPRESSIONISTA E MODERNA
DIPINTI DEL 19ESIMO SECOLO
ARTE AMERICANA
ARTE TRADIZIONALE CINESE
INDICE SOTHEBY’S MEI MOSES
OROLOGI DA
OROLOGI ROLEX
GIOIELLI
DOPOGUERRA
BORSE CHANEL
BORSE BIRKIN
AUTO CLASSICHE
VINI PREGIATI
AL
SOTTO
BORSE CHANEL
ARTE TRADIZIONALE CINESE
OROLOGI ROLEX
OROLOGI DA POLSO
GIOIELLI DAL DOPOGUERRA AL 2000
BORSE BIRKIN
ARTE CONTEMPORANEA
ARTE IMPRESSIONISTA E MODERNA
DIPINTI DEL 19ESIMO SECOLO
AUTO CLASSICHE
INDICE SOTHEBY’S MEI MOSES
ARTE SUD AMERICANA
ARTE AMERICANA
VINI PREGIATI
La società controllata da Bossi crea una nuova divisione e cerca 100 private banker Aldrovandi (responsabile): “O riamo un’opzione base gratuita e una avanzata a pagamento”
DI FRANCESCA VERCESICherry Bank sviluppa una nuova unità di business, dedicata al wealth management. La nuova banca nata lo scorso marzo dalla fusione per incorporazione del servicer Cherry 106 spa nell’istituto di credito padovano Banco delle Tre Venezie, già operativo sul mercato con servizi specializzati nel credito per privati e imprese, acquisto crediti scali e gestione distressed credit, lancia, a otto mesi dalla sua nascita, un piano per la creazione di un nuovo pool di professionisti nella gestione del risparmio. Prevede un programma di assunzioni di un centinaio di private banker, per la formazione di team da dislocare nelle zone già presidiate dalle liali della banca (Padova, Mestre, Treviso, Verona e Vicenza) e in altri territori target per disponibilità di ricchezza, con l’obiettivo di creare una boutique per risparmiatori e imprese. Giovanni Bossi è l’amministratore delegato della nuova realtà. PRIVATE ha incontrato Stefano Aldrovandi, responsabile della divisione wealth management di Cherry Bank.
Dopo la divisione special situations, lanciate quella dedicata al wm.
Ci racconta il progetto e che tipo di gure state cercando? Ci stiamo addentrando in un mercato maturo, ma riteniamo che ci sia spazio per un progetto innovativo come il nostro, che ha l’obiettivo di creare una boutique di condivisione del valore, dove le esigenze dei clienti e del business si incontrano in totale trasparenza e soprattutto in assenza di con itti di interesse. Pertanto, cerchiamo professionisti, o meglio, team di professionisti, in grado di o rire il valore della consulenza, ovvero la capacità di fornire soluzioni tagliate su misura di ogni singolo cliente. Con quell’attenzione per la persona che è distintiva del nostro modo di fare banca e per la quale ci piace de nirci una Human Bank.
Questa mossa segue il recente lancio dell’unità specializzata nell’investimento in imprese sane ma in temporanea tensione nanziaria. Dove volete arrivare? Non abbiamo intenzione di fare tutto, semmai solo quello che sappiamo fare al meglio, grazie alle competenze e al record storico dei nostri professionisti. Siamo partiti a ottobre del 2021, con l’integrazione
di Cherry106 in Banco delle Tre Venezie e a febbraio 2022 si è concluso il processo di rebranding che ha dato vita a Cherry Bank. Stiamo correndo veloci, sia in termini di crescita dell’organico, sia in termini di progetti in pipeline, sempre rivolti all’obiettivo di o rire a imprese, imprenditori e privati soluzioni nanziarie personalizzate e innovative, in grado di generare valore condiviso e ricadute positive sull’economia reale: ci proponiamo per rispondere ai veri bisogni dei clienti, non per vendere prodotti.
A quale tipo di clientela guardate? Ci rivolgiamo dall’upper a uent ai più facoltosi high networth individual, dalla fascia medio-alta dei risparmiatori quindi agli investitori più evoluti.
Avete annunciato un team da dislocare nelle zone già presidiate dalle liali della banca e in altri territori target per disponibilità di ricchezza. Quali?
Ci proponiamo come una banca a livello nazionale con le radici in Veneto. Attraverso i business degli Npl e dei crediti scali siamo già
Ci stiamo addentrando in un mercato maturo, ma vediamo spazio per un progetto come il nostro, che ha l’obiettivo di creare una boutique di condivisione del valore
Stefano Aldrovandi responsabile della divisione wealth management di Cherry Bank.
andati oltre la logica del territorio e vogliamo proseguire in questa direzione. Apriremo dove troveremo le condizioni giuste, ovvero un team di professionisti che, sposando il nostro progetto e il nostro modo di fare banca, siano in grado di creare valore per la clientela.
Cherry Bank intende o rire due opzioni di servizio, uno sempli cato e uno avanzato, il primo o erto gratuitamente, il secondo con il pagamento di una “fee on top” calcolata percentualmente in base al controvalore di portafoglio e con contestuale riconoscimento al cliente di eventuali commissioni incassate dalla banca.
Il nostro modello di consulenza avanzata prevede l’applicazione di una commissione chiara e trasparente calcolata sul portafoglio del cliente senza nessun altro costo occulto.
Ad esempio, le commissioni riconosciute dai fondi ai loro collocatori verranno restituite ai clienti, che si vedranno accreditare la cifra corrispondente in conto corrente. Per quanto concerne invece la trasmissione degli ordini sui mercati nazionali ed internazionali, prevediamo esclusivamente il recupero delle spese applicateci dalla controparte. In questo modo, non avendo prodotti della casa da portare a break-even, siamo in totale assenza di con itti di interesse e le nostre
raccomandazioni saranno e ettuate nell’esclusivo interesse della clientela che vorrà a darsi a noi per la gestione dei risparmi e degli investimenti di carattere nanziario.
Avete dichiarato di credere nel valore del servizio e nell’erogazione di una consulenza sartoriale e di qualità. Ci spiega quindi il tipo di private banking che intendete o rire e come pensate di distinguervi in un contesto tanto competitivo?
Siamo una banca che fa leva su competenze e velocità, ovvero persone e processi semplici ed e cienti. Non ci interessa proporre al cliente prodotti standardizzati. L’obiettivo è connettere il risparmio all’economia reale, intercettare le esigenze delle imprese (capitale o debito) e sottoporle agli investitori, creando un circuito virtuoso capace di portare ricchezza alle parti coinvolte e al territorio. L’approccio prescelto, quindi, è essenzialmente phygital, un mix di sico e digitale in
Giovanni Bossi, ceo di Cherry Bank.
cui la tecnologia è solo un mezzo che rende e cienti i processi, ma in cui le decisioni nascono dal dialogo tra il consulente della banca e il cliente.
Qual è la sua indole e quali sono le sue passioni?
Sono una persona decisa che riconosce il valore del gruppo rispetto al singolo. È pur vero che il singolo può fare la di erenza ma ha bisogno del gruppo per esaltare le proprie qualità. Ho sempre cercato di creare team con persone di valore. In ne, la famiglia ed il calcio.
Quanto il suo carattere la ha aiutata nel suo percorso professionale?
Penso che il carattere e la determinazione siano importanti per raggiungere qualsiasi obiettivo della vita. Per quanto mi riguarda ritengo che la focalizzazione, l’ambizione e la voglia di contribuire alle decisioni strategiche siano stati i veri motori che mi hanno guidato in questi 35 anni di vita professionale.
Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.
I rendimenti passati non sono indicativi di quelli
Questa
Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e
soggetti collocatori, anche in forma
Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
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Sette mesi di guerra, pandemia ancora in essere, in azione, deglobalizzazione, crisi delle liere produttive, rischio recessione sempre più elevato a livello globale, esplosione delle contraddizioni interne in Cina, Usa ed Europa, riaggregazioni delle aree di in uenza geopolitica.
Tutti questi fattori hanno mutato il quadro internazionale e sono saltati equilibri forti o precari, ma sempre equilibri, determinando una elevata instabilità che rende il ruolo delle banche centrali e della politica estremamente di cile per delineare lo sviluppo economico dei prossimi anni e dipingere un nuovo equilibrio sociale interno ai singoli paesi.
L’impatto sul settore L’industria del wealth management risente pesantemente di tutto
questo. Dovrà cambiare il modo di sviluppare ragionamenti per la piani cazione nanziaria e la creazione di portafogli.
L’e cienza dei portafogli non sarà più basata solo su rischio/ rendimento/orizzonte temporale ma dovrà contenere e ponderare anche un nuovo approccio alla diversi cazione non solo valutaria o settoriale, non solo tra economie sviluppate ed emergenti, ma anche e soprattutto sulle relazioni geopolitiche e sulle aree di in uenza e/o di appartenenza.
La diversi cazione geopolitica dovrà valutare: 1) la disponibilità di materie prime energetiche e di materie prime strategiche per la tecnologia; 2) la disponibilità di “risorse” nucleari; 3) il collocamento
nelle aree di in uenza e quindi del possibile usso commerciale di riferimento; 4) il livello di indipendenza alimentare dei singoli paesi. La metodologia di costruzione di portafogli di investimento dovrà essere aggiornata continuamente perché il punto 3, come ci insegnano questi sei mesi, è un punto dinamico che può ridisegnare nuovi equilibri con impatti diretti ed immediati sul sistema economico internazionale e sulla crescita e quindi sulle dinamiche dei mercati e dei rendimenti.
*Head of customer value management privati presso Poste Italiane – tratto dal suo pro lo Linkedin
Le incognite macro incideranno a lungo sul wealth management La priorità di breve è riequilibrare gli investimenti secondo i nuovi parametri DI ANTONELLO DI MASCIO*Ci sono forze inarrestabili che ci parlano del mondo che sarà. L’aspettativa di vita aumenterà, la sostenibilità diventerà fondamentale, Internet sarà ovunque. In economia si chiamano megatrend. Per te sono grandi opportunità di investimento. I fondi ANIMA Megatrend* si concentrano sulle aziende che beneficeranno di questi cambiamenti globali per permetterti di investire nell’economia di domani, oggi.
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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID/KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KIID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito
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A ogni sessione di navigazione online lasciamo informazioni personali I giganti dell’It fanno a gara per valorizzare le nostre tracce digitali
DI ANGELO DEIANASiamo ormai consapevoli che ntech e big tech stanno trasformando in profondità molte delle logiche di business del sistema bancario e nanziario. D’altra parte, l’uso dei dati per ni non solo primari rispetto a quelli per cui sono acquisiti rende la struttura dell’ecosistema digitale profondamente diversa anche, soprattutto, nel sistema bancario e nanziario.
Nella maggior parte dei casi, infatti, tale ecosistema si autoregola perché manca il principale strumento che rende trasparente, sia staticamente che dinamicamente, tutti i mercati e cienti: il prezzo correlato alla diversa qualità/quantità della domanda dei dati stessi. Che siano dati delle big tech, delle banche o delle organizzazioni ntech. Dati profondamente eterogenei i cui prezzi, quindi, dovrebbero essere molto di erenziati sulla base della tipologia di informazioni scambiate.
Poca trasparenza E, dunque, pur sapendo che normative come la Psd2 siano un passo in avanti su questo piano, il mercato dei dati rimane comunque
poco trasparente. Ma la mancanza del prezzo non è il solo elemento di incompletezza e di opacità del mondo dei dati in generale, e di quelli bancari e nanziari in particolare. Le big tech hanno infatti immensi volumi di indicazioni comportamentali delle persone che ne ricostruiscono abitudini, modalità di interazione, usi, processi di acquisto, desideri e sogni. Tali dati sono accumulati per essere rivenduti all’ecosistema esterno dalle grandi piattaforme a rete. E tuttavia, la logica dell’incompletezza sul lato del pricing e dell’asimmetria nella consapevolezza degli utenti, si veri ca a specchio anche nel campo delle big tech. Tutto questo perché i dati comportamentali non sono sempre determinanti
nell’individuare trend e derive su cui costruire o erte commerciali, campagne di vendita o modelli di business. In altri termini, si tratta di misurazioni e valutazioni che consentono di individuare alcuni cluster, alcune tendenze strategiche, ma mancano ancora di altrettanti dati che gli consentirebbero di mirare gli obiettivi di analisi in maniera più diretta e “chirurgica”.
Un mix di fonti Come ricordiamo spesso, l’esempio più signi cativo è quello del mix tra dati comportamentali e dati reddituali e patrimoniali tipici delle banche e del mondo Fintech. In assenza di questo incrocio a matrice, i dati comportamentali di breve e medio periodo delle persone potrebbero far emergere
Le big tech hanno immensi volumi di indicazioni comportamentali delle persone che ne ricostruiscono abitudini, modalità di interazione, usi, processi di acquisto, desideri e sogni
rappresentazioni distorte sui reali stili di vita e, dunque, su consumi, comportamenti di acquisto e organizzazioni target.
Chiaramente, il tema dei dati nanziari e reddituali è molto delicato in termini di privacy ma si rivela strategico per le grandi piattaforme che vogliono trasformare i loro big data in better data. Ecco il motivo principale
con cui gli analisti più attenti ai processi evolutivi spiegano la ormai costante attenzione delle piattaforme per licenze bancarie, sistemi di pagamenti, crypto e transazioni nanziarie.
Obiettivi a lunga gittata Vale la pena di ribadirlo ancora una volta. L’obiettivo strategico delle big tech non è (almeno per il
momento) quello di “fare banca” a rendimenti economici che, essendo questo mondo digitale e ntech, avrà margini altrettanto digitali. Ma quello di incrociare i loro dati comportamentali con i dati patrimoniali e reddituali provenienti dalle attività nanziarie, che siano quelli delle banche o quelli delle Fintech. E quando avranno i dati, avranno tutto.
Lo scenario economico attuale punta verso la stag azione, ovvero un’in azione persistente unita a una decelerazione nella crescita economica, una situazione in cui, storicamente, l’oro ha rappresentato il miglior investimento.
I fattori che puntano a una forte opportunità nei metalli preziosi sono molteplici: in primo luogo, anche se la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve Americana ha portato al
ra orzamento del dollaro e alla svalutazione dell’oro, i tassi reali restano fortemente negativi, un elemento che fornisce un supporto a medio termine. In secondo luogo, il forte livello di indebitamento e la liquidità immessa nel sistema con la pandemia pongono un limite alla capacità delle banche centrali di alzare i tassi. Vediamo già l’esempio della Banca del Giappone e della Banca d’Inghilterra, che si trovano in una trappola, dovendo acquistare obbligazioni a lungo termine, per stabilizzare il mercato del debito,
fronteggiando al tempo stesso la svalutazione dello Yen e della sterlina.
Anche sul fronte della geopolitica vediamo delle tendenze a favore: la crescita delle tensioni internazionali e il perdurare della guerra in Ucraina, possono portare a una maggiore domanda di beni rifugio, di cui l’oro è il massimo esponente. Inoltre, le sanzioni occidentali contro la Russia, in particolare il congelamento delle riserve in
dollari e valute europee, porterà i paesi non allineati con la Nato, da competitor evidenti come la Cina, a paesi neutrali come India e Brasile, a diversi care le proprie riserve di moneta estera. Dal momento che né il renminbi cinese, né il rublo russo rappresentano un’alternativa realistica, riteniamo che l’oro sarà il candidato ideale. Come ulteriore elemento di analisi, sottolineiamo che l’inversione della curva nei tassi di interesse Americani (tassi di interesse a breve termine più elevati di quelli a lungo termine) tipicamente ha anticipato un rialzo di diversi anni nei prezzi dell’oro.
Gli investitori possono ottenere un’esposizione all’oro tramite un’ampia gamma strumenti; in primo luogo, acquistando direttamente il metallo sico, anche contro valute di erenti dal dollaro, come l’euro, oppure un paniere di erenziato di monete internazionali. Evidenziamo, ad esempio, che se, nel 2022, l’oro si è svalutato di 8.6% contro il dollaro, si è apprezzato del 5.2% contro
l’Euro, del 9.2% contro la Sterlina e del 12% contro lo Yen. Un’alternativa si può trovare nell’acquisto di azioni di società minerarie, operanti nell’estrazione dei metalli preziosi: i titoli titoli minerari hanno un andamento fortemente correlato con il prezzo del metallo, ma rappresentano anche il business sottostante, con la possibilità da parte del management di distinguersi e di distribuire dividendi agli azionisti.
Società come Newmont Mining e Barrick Gold pagano, ad oggi, un dividendo superiore al 5%.
Un ulteriore punto di interesse nel settore minerario è rappresentato dal fatto che esso è attualmente sottovalutato rispetto ai prezzi del metallo (il rapporto tra l’indice delle minere d’oro e il metallo ha perso l’80% dagli anni ’2000). Il mercato mette a disposizione anche di erenti Etf, sia per ottenere un’esposizione al metallo, ad esempio tramite il prodotto GLD di State Street, sia per giocare il settore delle miniere, ad esempio tramite il prodotto GDX di VanEck.
SOVRAPERFORMANCEIn ne, sottolineiamo che gli investitori che puntano ad assumere un rischio più elevato per un maggiore guadagno potenziale possono investire nell’argento, che è fortemente correlato all’oro ma più volatile e, attualmente, storicamente sottovalutato rispetto all’oro. Per posizionarsi sull’argento, gli strumenti chiave sono gli Etf SLV di iShares, sul metallo sico, e SIL di Global X, sulle miniere.
La carta delle opzioni Una strategia interessante può essere costruita mediante l’acquisto di opzioni call a un anno e mezzo su livelli di prezzo 25%-30% superiori alle valutazioni attuali. Ci concentriamo sui prodotti più liquidi, come gli Etf GLD e GDX, oppure le azioni di Newmont Mining e Barrick Gold. Le opzioni permettono un guadagno potenziale elevato (se i prezzi delle miniere d’oro tornassero ai livelli di aprile scorso, il guadagno sarebbe del 200%-400%) mantenendo il rischio circoscritto all’ammontare investito nei premi. Una strategia conservativa, ad esempio, può consistere nell’investimento in un prodotto strutturato a capitale garantito, in cui il rendimento da interessi di un portafogli obbligazionario è investito in premi su opzioni. Considerando il reinvestimento di un reddito medio del 4% annuo, avremmo un guadagno potenziale complessivo del 12%-15%, se le miniere tornassero ai livelli di aprile.
Gli shock geopolitici, l’in azione e la virata restrittiva della politica monetaria hanno creato un contesto di di cile lettura sui mercati internazionali. Sui principali listini azionari è in atto una correzione signi cativa, dopo il rally osservato in seguito alle prime fasi della pandemia. A complicare ancora di più la situazione c’è l’elevata volatilità, la cui crescita è misurata dall’indice Vix del Chicago Board Options Exchange. Anche per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo scenario è in rapido mutamento, a causa di politiche monetarie restrittive da parte della Fed e della Bce per frenare l’in azione. Sono scelte che stanno avendo e etti sui titoli di debito, i cui rendimenti sono in salita. Il tutto con un mercato ancora sensibile a potenziali notizie negative che arrivano, in primo luogo, dagli sviluppi della guerra.
Le virtù Preso atto di questa situazione di incertezza, per gli investitori globali è necessario fare le giuste contromosse, andando a stabilizzare e diversi care maggiormente il loro
portafoglio. È importante avere un orizzonte di lungo termine, in modo che l’emotività non porti a prendere scelte sbagliate. Il private equity, insieme agli altri private asset, sembra rappresentare una valida soluzione nelle mani degli investitori, combinando diversi cazione, bassa volatilità – data la scarsa correlazione con i mercati tradizionali quotati – e maggior copertura del capitale dagli e etti dell’in azione. Questo può portare a una rinnovata attenzione al private equity che, storicamente, è un mercato riservato a investitori istituzionali e persone a elevato patrimonio, ma in questa epoca di mutamenti la platea di investitori si sta allargando. A questo ha senz’altro contribuito l’abbassamento delle soglie d’investimento in fondi di investimento alternativi (Fia) da 500 mila e 100 mila euro.
La crescita dei private asset non riguarda solo il nostro Paese.
Secondo le stime di Preqin dal 2015 al 2021 il patrimonio gestito in tutte le classi di attività alternative è passato da 7,23 mila miliardi di dollari a quota 13,32, con un Cagr
del 10,7%. Preqin prevede che si raggiungeranno i 23 mila miliardi nel 2026. Un tasso di crescita che dovrebbe battere l’incremento di Pil e per no l’in azione. E se è vero che investitori high net worth e istituzionali continueranno a rappresentare la maggior parte degli investitori in private equity e private market, anche la rilevanza del retail è in crescita. Quest’ultimi, anche se destinati a rimanere una parte residuale di questo mondo, potranno agire per mezzo dei nuovi strumenti che stanno nascendo sul mercato.
Non solo una nicchia Secondo un’indagine di Ipsos per Aipb, nel segmento private il 65% della clientela si dice favorevole agli investimenti in economia reale, percentuale che sale col crescere della disponibilità patrimoniale. Inoltre, sempre i clienti Private, sarebbero disposti a detenere il 16% del loro patrimonio per almeno 10 anni in investimenti illiquidi, in cambio di rendimenti interessanti (o incentivi scali). Nel 2021, tuttavia, le strategie specializzate in economia reale sono state pari solo allo 0,6% delle attività in portafoglio.
C’è quindi ampio spazio per l’a ermarsi di nuovi modelli e strategie di investimento.
Il coinvolgimento delle famiglie private è importante anche per il rilancio dell’economia del Paese, che continua ad avere un risparmio elevato. Di questo, oltre mille miliardi di euro si riferiscono proprio alle famiglie private. Una cifra importante, ma che arriva ancora oggi solo in minima parte alle aziende del nostro Paese, storicamente bisognose di capitali. Il vero nodo da sciogliere riguarda proprio quelle azioni necessarie a indirizzare il risparmio privato verso il nanziamento degli investimenti e dei progetti di innovazione delle imprese.
Inoltre, sempre l’osservatorio di Preqin ci dice infatti che il private equity guiderà da leader la crescita degli asset alternativi a livello globale aumentando in cinque anni del 107% pari a un Cagr del 15,6% annuo, grazie anche alla grande resilienza mostrata durante i periodi di stress economico e ai rendimenti superiori ad altre asset class.
In un futuro caratterizzato da maggiori masse da allocare e da grande competitività, quindi, si a ermerà sempre più la necessità di gestori di private capital specializzati a livello settoriale. Questo perché si opererà meglio in alcuni segmenti di mercato, con trend di crescita di medio-lungo periodo, che riservano opportunità
da cogliere con team dedicati e competenti, con una profonda conoscenza del settore in cui investono. Uno di questi comparti è la tecnologia, che continua a innovare e crescere a un ritmo vertiginoso, aprendo le porte a nuove e interessanti opportunità di investimento.
La trasformazione tecnologica è, oggi più che mai, la chiave per
un futuro ancora migliore: un pianeta più sano, un’economia più intelligente, una comunità diversa e inclusiva e un percorso più ampio verso la prosperità.
Wolfer helps clients decide where their wealth will go when they are no longer around. e secret to a successful transfer is a mix of law and psychology, forward-looking planning and good communication. How did you come to be a wealth planner?
Already when I studied law at the University of Zurich, I liked the topic of inheritance and succession planning. is is a very sensitive, personal issue, and to handle it well you must like people. You must be interested in them, in their lives, their achievements, their families, their fears, their dreams and their plans. Shortly after graduation, I started at Julius Baer, and 17 years later I’m still here. I was interested in the topic then, and I’m still just as interested in it today – it’s a great job.
Inheritance and succession planning – what does that involve?
First of all, being a good listener. No two people or couples have the same assets, the same family situation, the same lives. Spouses, children, relatives and ‘signi cant others’ are involved. With patchwork families, inheritance can get very complicated, with various spouses and partners, half-siblings, stepsiblings and step-parents. Also, the larger and more spread-out assets and family members are, the more complicated the riddle. So I cannot hand out o -the-shelf solutions.
I need to understand the client’s big picture: their wealth, of course, but
also their family and their individual situation (e.g. nationalities, place of residence, personal circumstances and provisions in place). Once I obtained the holistic view, I know which other experts from within the bank or from our business partners need to be involved. We can then work with the client and family to develop a solution which best meets their needs. Death – which is part of inheritance – is a di cult topic. Many people don’t like to think about their own demise. But we do this in a gentle, structured way that leads to answers and solutions.
In your work, do you draw more on your nancial or your legal education?
I rely heavily on two disciplines: my legal background and psychology. ere is a lot of human psychology involved in my work. In almost every family there are hiccoughs, stories and sometimes intrigues – these tend to come out when inheritance and succession are discussed. Sometimes somebody feels he or she is being treated unfairly or being ignored or overruled.
Trying to move too quickly. ere is a lot to consider, such as the needs of the people involved, the assets and the technical issues of law and taxes. Planning an estate and/or a succession is a process – you need to
is is the foundation of a solid relationship that can last for generations
work through it peacefully, carefully, over time. If all the wealth and involved parties are in Switzerland and relationships are ‘plain vanilla’, clients usually need about three months to reach a solution. If matters are more complicated – e.g. the wealth or the family are complex and spread over various countries and jurisdictions, the process can take up to one year or even longer. is is especially the case in comprehensive planning which may include matrimonial and inheritance contracts, last wills and structures (e.g. trusts, foundations and life insurance).
A good example is the experience I recently had with an older couple.
ey wanted to treat their children equally, and they wanted to avoid disputes. e couple already has more than enough money for their retirement, so they wanted to pass on their unneeded wealth while they were still alive. is is nice, but also complicated, because it involved giving various properties to various children. Who gets the holiday house? Who gets the family home? Who gets the hunting lodge? ese are emotional issues, and the properties weren’t equal in value, so this had to be evened out as well. ey talked it out as an entire family, and we found a way to allocate and compensate everyone. We discussed and drafted gift and inheritance contracts, which were nally signed in front
of the respective notaries. Now parents and children are happy – all is decided and properly planned. We place huge value on building trust with our clients and their children. is is the foundation of a solid relationship that can last generations.
Many of our clients’ children - who haven’t banked with us previouslychoose to continue the relationship with us for this reason.
What gives you the greatest sense of ful lment?
Finding a solution that suits an entire family. en the box is ticked – they needn’t worry any more, and they can get on with other parts of their lives. My main aim is to give my clients peace of mind. In which area that is not related to Wealth Planning can you o er your clients advice?
ere is one thing that jumps to my mind here: fashion. Before going on to study law, I completed an apprenticeship at an international fashion company in Zurich. It was there that I discovered this world, which has since become a passion of mine. I would feel con dent in o ering insights about the latest trends and must-haves – especially to female clients. In the o ce, I have quite a reputation for my fascination with style and fashion; my colleagues do not only count my shoeboxes under my desk, but they also ask me for my advice when they are looking for a present for their signi cant other.
Pubblicato il documento di consultazione dell’Esma sulle nuove linee guida di Pog L’obiettivo è far sì che i prodotti o erti siano sempre in linea con il pro lo dell’investitore
DI LUCA ZITIELLOL’Esma ha pubblicato un documento di consultazione contente l’aggiornamento delle linee guida in tema di Product Oversight Governance (Pog). L’esigenza di revisione nasce dall’emanazione, rispetto alla versione precedente che risale al 2017, di una serie di provvedimenti che hanno completato il quadro normativo di Mi d2. Il riferimento è soprattutto agli aggiornamenti normativi derivanti dell’Eu Commission Capital Markets Recovery package, la direttiva cosiddetta “Quick Fix” che ha modi cato Mi d2 sulla scorta delle urgenze create dalla di usione della pandemia da Covid-19 e da quelli discendenti dall’emanazione della regolamentazione Esg in tema di sostenibilità degli investimenti, unitamente alle raccomandazioni sulle linee guida POG promanate dal Comitato consultivo dell’Esma sulla proporzionalità. A ciò si aggiunge la Common Supervisory Action (Csa) condotta nel corso del 2021 dalle autorità europee e nazionali con l’obiettivo di valutare la conformità delle imprese rispetto ai requisiti di product governance,
il modo in cui i produttori e i distributori identi cano e rivedono periodicamente il target market e la strategia di distribuzione dei prodotti nanziari, nonché il funzionamento dello scambio di informazioni tra produttori e distributori.
Come noto, la Pog rappresenta una delle maggiori novità di Mi d 2 essendo una nuova procedura volta ad assicurare l’adeguatezza nell’allocazione dei prodotti nanziari al giusto target market.
Le notevoli potenzialità della riforma però sono state in parte pregiudicate dalla sua e ettiva implementazione da parte degli operatori (produttori e distributori).
Le nuove linee guida, soprattutto sulla base degli esiti dell’azione di vigilanza comune svolta dalle autorità, introducono importati modi che volte a contrastare l’esistenza di un approccio troppo formalistico nella de nizione del target market, l’elaborazione di strategie distributive incapaci di raggiungere il target market identi cato, la mancanza di
uniformità nelle modalità di esecuzione dell’analisi di scenario da parte delle imprese ai ni dell’identi cazione del mercato target del prodotto, le carenze nell’analisi della struttura dei costi del prodotto volta a garantire la compatibilità con il mercato di destinazione del prodotto stesso, le carenze nelle procedure di revisione dei prodotti specie nella frequenza delle stesse, il malfunzionamento dei processi di scambio di informazioni tra produttori e distributori che talvolta funziona più su richiesta che sulla base di un approccio proattivo.
Con ni di applicazione ampi Viene ribadito l’obbligo di valutazione del target market per tutti i prodotti realizzati o distribuiti e quindi anche per quelli più semplici distribuiti in execution only, ferma comunque l’applicazione del principio di proporzionalità. L’Esma ha inteso speci care che una corretta de nizione e graduazione del livello di complessità dei prodotti è un presupposto necessario per consentire di determinare adeguatamente
il livello di dettaglio con cui identi care il mercato target Sebbene un approccio di clustering sia già consentito dalle linee guida esistenti, Esma intende comunque delimitarlo, sia per i prodotti semplici che per quelli complessi, raccomandando l’impiego di un livello di granularità su cientemente preciso nel raggruppare i prodotti.
Una qualche ri essione merita la proposta di modi ca delle linee guida esistenti nella parte in cui consentono ai distributori di discostarsi dal target market e ettivo quando il prodotto viene utilizzato a ni di diversi cazione o di copertura nell’ambito dei servizi di consulenza
di portafoglio o di gestione di portafoglio.
Spazi ridotti per le eccezioni Ciò in ragione della constatazione che alcune imprese hanno utilizzato la possibilità di deroga in modo troppo ampio. Sul punto però val la pena osservare che, al contrario, la de nizione in termini positivi di un target market autonomo, come quello della clientela di private banking, apre la via alla compatibilità di una serie di prodotti che, lungi dal derogare alle caratteristiche dell’investitori, appaiono conformi a quel tipo di cliente in una logica di livello di servizio, di patrimonio minimo
gestito o consulenziato e dei più ra nati obbiettivi di investimenti rispetto ai quali proprio l’utilizzo di un ampia gamma di prodotti diventa condizione necessaria per il loro soddisfacimento.
Da ultimo Esma propone di introdurre una lista di good practices esempli cative di condotte che le imprese dovrebbero adottare al ne di una corretta product governance.
*Luca Zitiello, managing partner di Zitiello Associati, avvocato cassazionista esperto di diritto nanziario, bancario e assicurativo
Viene ribadito l’obbligo di valutazione del target market per tutte le soluzioni d’investimento realizzate o distribuite e quindi anche per quelle più sempliciSHAKER
Il Chicote è una vera e propria istituzione per la città di Madrid
L’art deco caratterizza gli arredi del cocktail bar più antico di Spagna
DI LUCA COSLOVICHMuseo chicote. Al contrario di quello che il nome fa intendere, non si tratta di un museo vero e proprio, ma sicuramente di un’istituzione. Chi per un motivo o per l’altro passa da Madrid, non può evitare di passare dalla Gran Via, centro nevralgico della capitale spagnola. Al numero 12, da novantun anni, per la precisione dal 1931, si trova il primo cocktail bar in Spagna e gioiello intatto dell’art deco. Quando Perico Chicote aprì questo tempio del cocktail, progettato e adattato da uno dei grandi architetti del momento, Luís Gutiérrez Soto, era già una persona rilevante all’interno di ciò che i drink miscelati rappresentavano in Spagna, arrivava infatti da esperienze importanti, come il Ritz e il Savoy e cocktail bar come il Pidoux.
Filoso a del bere È facile farsi un’idea non appena si attraversa la porta girevole, sulla sinistra, dove si trova la prima sala. Lì, in un’enorme vetrina, sono esposti alcuni degli oggetti che hanno de nito
la loso a e il modo di intendere il mondo delle bevande no alla sua morte nel 1977. Proseguendo nella sala in cui si trova il banco bar, con arredi originali, tantissime foto (scattate nel locale) di ospiti illustri ci fanno capire l’importanza avuta negli anni da questo splendido bar. Ava Gardner, Audrey Hepburn, Sofía Loren o Grace Kelly, ma anche scrittori della statura di Ernest Hemingway o cantanti come Frank Sinatra, e persino un presidente americano, Dwight D. Eisenhower. Gli attuali proprietari del museo chicote hanno pensato di sottolineare la presenza di tali ospiti, ed hanno infatti creato una piantina del locale segnalando i tavoli a cui i divi erano abituati a fermarsi e cosa beveveano.
Scopriamo cosi che So a Loren era (forse lo é ancora) una amante del Negroni e lo degustava nella sala del
Luca Coslovich, bartender, consulente e formatore, Casinò di Montecarlo.
bar al secondo tavolino sulla destra.
La Loren è anche la protagonista di un aneddoto nito sui giornali spagnoli. L’attrice chiese a Chicote di regalarle una bottiglia della sua collezione, che rappresentava il suo pro lo, ricevendo una risposta negativa. Il giorno seguente i titoli dei giornali riportavano la notizia in questo modo: “Chicote dice no alla Loren”. Ava gardner si accomodava al tavolino appena prima, per sorseggiare un Old Fashioned con il torero Luis Muigel Dominguin e a quello dopo Salvador Dali degustava un Martinez (ovviamente non tutti insieme, sarebbe stato un vero spettacolo). Pare che “the voice”
Frank Sinatra fosse un amanate del Manhattan e Bette devis del Dry Martini. Ovviamente non manca il “signature” cocktail, che porta il nome del fondatore El Chicote, composto da vermouth dolce, gin, orange curaçao e grand marnier.
Come dicono da queste parti, “se non sei stato al Chicote, non conosci Madrid.
Il metaverso è presente e futuro. E permea tutto ciò che ci circonda.
Le grandi eccellenze agroalimentari italiane stanno già e icientando le catene di produzione.
E coltivano sani fatturati.
Come? Collaborando con le aziende che costruiscono oggi l’infrastruttura dei mondi virtuali di domani.
Investi nelle società che creano valore nel metaverso.
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Riservato ai clienti professionali. Ogni investimento comporta rischi. Pubblicato in Italia da Invesco Management S.A.
Automatic exchange of information led from 2017 to a ow of information A decree provides for the integration of the data available into a single database
BY GUGLIELMO MAISTO, MARCO CERRATO, ALESSANDRO CAVILA, STEFANO TELLARINI* (Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)A number of domestic and international measures have been implemented in the last few years leading to a full transparency vis-à-vis Italian public authorities on assets held abroad, foreign legal entities and cross-border structures.
Automatic exchange of information under the Common Reporting Standard (CRS) led from 2017 to a massive ow of information to the Italian tax authorities on nancial accounts and nancial products held by Italian taxpayers with foreign nancial intermediaries. e information transmitted under the CRS partially overlaps with that obtained from the tax authorities under reporting obligations imposed by Italian domestic tax law on both resident taxpayers and nancial intermediaries. Italian resident individuals, non-commercial entities and non-commercial partnerships are indeed required to report, on a yearly basis, in their income tax return (socalled RW reporting), information on investments held abroad and foreign nancial assets that may originate Italian taxable income (Article 4, Law Decree of 28 June 1990, No 167).
e information collected from these various sources is expected to support the Italian tax authorities in their audit activity.
e impact of Pnrr
In particular, as one of the measures of the Italian National Recovery and Resilience Plan (PNRR), the Italian government issued on 28 June 2022 a decree providing for the integration of the data available to the tax authorities into a single database to be searched by applying most up-to-date data analysis methodologies in order to identify taxpayers at risk of tax evasion. To comply with European and Italian privacy regulations, the relevant information shall, however, be subject to a “pseudo-anonymisation” prior to being processed.
Finally, with the guidelines provided in circular letters of 10 February 2021, no 2 and of 13 May 2022, no 12/E, the Italian implementation process of European Directive (EU) 2018/822 (so-called DAC 6) was completed. e Directive requires intermediaries involved in crossborder arrangements containing one of the “hallmarks” identi ed
therein or taxpayers implementing the arrangement or to which the arrangement is made available to report detailed information on such arrangements to the Italian tax authorities that, in their turn, shall transmit the same information to the corresponding competent authorities of the other EU States involved in the arrangement.
Various ows of information Due to the di erent conditions and applicable regulations, these may indeed easily give rise to mismatches, leading to clari cation requests to the taxpayers also in the absence of any violation. In 2022, the Italian Government issued ministerial regulations (Decree 11 March 2022, no 55) implementing the central registers with the Chamber of Commerce where information on bene cial ownership of corporate and other legal entities (in the so-called “ordinary section” of the register) and on the settlor, trustee(s), protector(s), bene ciaries and controlling persons of tax relevant trusts and similar arrangements (to be reported in the so-called “special section” of the register) shall be held.
Access to the information in the “ordinary section” on bene cial owners of corporate and other legal entities is granted not only to competent public authorities and nancial intelligence units, but also to the public in general, except in exceptional circumstances where it would expose the bene cial owner to the risk of fraud, kidnapping, blackmail, violence or intimidation or where the relevant individual is
incapable or of a minor age. To that purpose, the Decree speci es that the exceptional circumstances precluding access to the public shall be reported in the communication originally made to the register by the relevant corporate entity.
In such a case, the request to access the information shall be forwarded by the Chambers of Commerce to a “counter-interested” person that may oppose the request on a grounded
basis, with a nal decision on whether to grant access to be taken by the same Chamber of Commerce.
In August 2021, the Italian tax authorities published a draft for discussion of a long-awaited circular letter providing for a comprehensive review of their o cial position on trust taxation.
e draft left various points open and
received comments, criticisms and suggestions for improvement from a number of professionals, scholars and associations. e nal version has not yet been released almost one year after the publication of the draft, but some of the principles set forth therein have already started to be applied by the Italian tax authorities in their audit and assessment activity as well as in their rulings.
Among other things, the draft revisits the historical position of the tax authorities on some important interpretative issues, such as indirect taxation and individual reporting obligations in relation to trusts.
With respect to indirect taxation, under Italian gift tax law, gift taxes are applicable to all assets (wherever located) contributed to a trust by an Italian resident settlor and to Italian assets contributed to a trust by nonresident settlors. e tax applies, subject to certain exceptions, at rates ranging from 4% to 8% depending on the degree of kinship between the settlor and the bene ciaries.
As anticipated, another critical topic addressed by the Italian tax authorities relates to the compliance by trusts’ bene ciaries with Italian reporting obligations (RW form).
ese shall indeed be complied with not only by persons holding the foreign assets and investments directly, but also by bene cial owners of those same assets and investments, as identi ed for anti-money
laundering purposes. e de nition of bene cial owner provided for AML purposes does not, however, t well in the context of the provisions on foreign asset reporting obligations, and this has raised doubts regarding the actual scope of the reporting obligations. In particular, the only legal provision explicitly dealing with trusts provides for a very broad de nition of trusts’ bene cial owners, including, among others, the bene ciaries or a class of bene ciaries (Article 22, Legislative Decree of 21 November 2007, No 231).
Replies recently issued by the Italian tax authorities have increasingly focused on cases where foreign entities, trusts and similar arrangements may be treated as interposed and therefore disregarded for Italian income tax purposes, so that Italian income taxes apply on the proceeds deriving from the assets held by the interposed entity or arrangement as if they were held directly by the participants in the interposed entity or by the settlor or bene ciary of the interposed trust.
As far as trusts are concerned, the position of the Italian revenue agency
is generally to disregard for income tax purposes, and to treat as merely interposed, revocable trusts, as well as trusts where the settlor or the bene ciaries retain signi cant powers to direct the trustee in relation to the discretionary management and disposal of the trust assets. For example, the Italian tax authorities include among interposed trusts those where the settlor has the right to terminate the trust (for his or her own bene t or for the bene t of third parties), to receive distributions, or to direct the trustee to allocate the trust’s assets and income to persons selected by the settlor. at strict approach was con rmed also in some recent replies where, for example, a trust with the settlor’s surviving wife being at the same time bene ciary and one of the two trustees was declared interposed for her bene t even if the trust deed excluded her involvement in any decision relating to distributions (ruling 398/2021).
By contrast, in another ruling, the Italian tax authorities excluded a Cayman Islands limited partnership set up as a vehicle for co-investment in various investment funds by the
To compliance with European and Italian privacy regulations, the relevant information shall be subject to a pseudo-anonymisation prior to being processed
Esistono aziende innovative che stanno creando le tecnologie necessarie per combattere con successo il cambiamento climatico. Si chiama Rivoluzione Ambientale, e rappresenta una concreta opportunità per investire nei settori in grado di creare un impatto positivo sia sul tuo portafoglio che sull’ambiente.
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Sostenibilità idrica per ridurre la domanda di combustibili fossili per rispettare le limitate risorse del nostro pianeta per ridurre le emissioni per combattere la scarsità di risorse per far fronte alla carenza d’acqua
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per far fronte alla carenza d’acqua
E cienza dellerisorse Consumo sostenibile Economia circolare Sostenibilità idrica per ridurre la domanda di combustibili fossili per rispettare le limitate risorsedelnostropianeta per ridurre le emissioni
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Le performance passate non sono garanzia di risultati futuri, che possono variare. Ad uso esclusivo di investitori professionali. Nell’Unione Europea, il presente materiale è stato approvato da Goldman Sachs Asset Management Funds Services Limited, che è regolamentata dalla Central Bank of Ireland. Gli obiettivi non garantiscono in alcun modo i risultati futuri. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Prima dell‘adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione e il prospetto disponibile sul sito Internet https://assetmanagement.gs.com/content/gsam/ita/it/advisors/homepage.html e presso gli intermediari collocatori. Goldman Sachs Global Environmental Impact Equity Portfolio è comparto della SICAV di diritto lussemburghese Goldman Sachs Funds. Il presente documento non rappresenta un‘offerta di acquisto o sottoscrizione di quote. Prima di ogni investimento consigliamo di contattare il vostro consulente finanziario. Riservatezza: Nessuna parte di questo materiale può, senza il previo consenso scritto di Goldman Sachs Asset Management, essere (i) riprodotta, fotocopiata o duplicata, in qualsiasi forma, con qualsiasi mezzo, o (ii) distribuita a qualsiasi persona che non sia un dipendente, un funzionario, un amministratore o un agente autorizzato del destinatario. Goldman Sachs & Co., © 2022 Goldman Sachs. Tutti i diritti riservati. 253743-OTU-1478729
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con qualsiasi
funds’ asset manager executives from being regarded as interposed (ruling 274/2022). In this case, the partnership lacked any organisational structure, was not required to le statutory accounts and had as its sole purpose the passive holding of the interests in the funds based on a predetermined investment plan. e fact that the Italian resident taxpayer was a minority investor in the partnership and was not involved in its management was nevertheless deemed su cient to exclude the vehicle’s interposition. It should be pointed out that the interposition of a trust or legal entity does not necessarily imply a higher Italian income tax burden.
On the one hand, the holding of assets through a non-interposed entity or legal arrangement may allow a deferral of taxation on the proceeds deriving from the underlying assets to the time when the proceeds are distributed to the bene ciaries (unless general or speci c anti-avoidance provisions are applicable, such as controlled foreign companies regulations). On the other hand, income taxation applicable on distributions may be signi cantly higher than that applicable on the proceeds deriving from the underlying investments.
For example, distributions made by companies and trusts established in States that have a privileged tax regime are subject to taxation in the hands of Italian resident individual bene ciaries at the ordinary progressive income tax rates, plus
municipal and regional surcharges, up to a maximum combined rate of approximately 45%.
e increasing interest in the cryptocurrency market has led to various initiatives and debates among public authorities, scholars and professionals on the tax and legal implications of this type of investments by private individuals. e fact that crypto-assets can be issued, recorded and stored in a decentralised manner without the involvement of traditional nancial intermediaries raises special concerns, in particular in relation to anti-money laundering and tax reporting obligations. In that respect, Legislative Decree of 21 November 2007, No 231 was amended by Law 90/2017 (anticipating subsequent initiatives taken at EU level, such as EU Directive 2015/849 of 20 May 2018) to include among intermediaries required to comply with anti-money laundering obligations any juridical or natural person providing on a professional basis services relating to the utilisation, exchange or storing of virtual currencies or their conversion into currencies with legal tender status or any services ancillary to their acquisition, trading or intermediation as well as digital
wallet services. Italian tax law does not, however, currently provide any speci c rule governing the taxation of transactions in cryptocurrencies, and this has led to uncertainties over the categorisation of these assets for tax purposes and hence over the applicable income tax regime.
In the absence of speci c rules, the Italian tax authorities clari ed that cryptocurrencies shall be assimilated to currencies with legal tender status for tax purposes and hence be subject to taxation accordingly (ruling 788/2021).
is implies the application of a 26% substitute tax on capital gains realised through the forward sale of cryptocurrencies as well as through the sale of cryptocurrencies coming from deposits (including electronic wallets), subject to the condition that the average amount of currencies held (also in di erent wallets) calculated on the basis of the exchange rate at the beginning of each scal year, exceeds EUR51,645.69 in the course of the relevant scal year for seven consecutive working days.
*Avvocati dello studio Maisto. Estratto dal sito internet di Chambers & Partners
e exceptional circumstances precluding access to the public shall be reported in the communication originally made
Private markets rally to new heights. After a year of pandemicdriven turbulence that suppressed fundraising and deal activity, private markets rebounded across the board. Fundraising was up by nearly 20 percent year over year to reach a record of almost $1.2 trillion; dealmakers were busier than ever, deploying $3.5 trillion across asset classes; and assets under management (AUM) grew to an all-time high of $9.8 trillion as of July, up from $7.4 trillion the year before. A new set of risks emerged at the beginning of 2022 with the potential to undermine growth and performance. e Russian government’s invasion of Ukraine, higher in ation and interest rates, and supply chain and labor challenges are already increasing volatility three months into the new year.
Private equity continued to drive global growth in private markets. Fundraising rebounded across regions, and global totals fell just short of the prepandemic peak established in 2019. AUM reached an all-time high of $6.3 trillion, driven primarily by asset appreciation within portfolios. With a pooled IRR of 27 percent in 2021, private equity (PE) was once again the highest-performing private markets asset class.
Structural demand from institutional investors fuels growth Private markets’ threefold growth in
markets fundraising by region,1
fundraising over the last decade has been powered by more institutional investors participating and at higher average target allocations. In the sustained low-rate environment of the last decade, institutiona Investors have steadily increased their allocations to private markets in a bid to achieve greater returns. ere is good reason to believe that demand will continue to grow as LPs broadly remain below their respective targets for private markets asset classes. Over the last several
years, the combination of rising targets and strong public market performance has increased the dollar gap between actual allocation and target allocation despite record commitments to private equity. e composition of institutional demand has also changed. Endowments and foundations (E&Fs) were early movers, and private market alloca tions have long been a hallmark of the “endowment model.” E&Fs continue to maintain higher targets than other
institutional investors. But the dynamic has shifted over the last 20 years, and today most limited partner capital comes from larger capital pools. Chief among these are pensions, which have transitioned formerly conservative approaches, closer to the endowment model, in part because most pensions remain underfunded, with liabilities that exceed their assets.3 For instance, private equity targets for privateand public-sector pensions tend to be in the range of 7 to 8 percent of
assets. ese relatively mature pools are roughly half to one and a half percentage points below target. For E&Fs and pensions, the gap to target allocation has closed in recent years.
Within real estate, investors rotated to higher risk-return strategies relative to their prepandemic preferences, which perhaps re ects investors anticipating buying opportunities in a stressed or distressed environment. Fundraising in opportunistic and value-add strategies grew sharply, while open-end core and core-plus funds experienced net out ows. Investor concerns about rising in ation may prove to be a tailwind for the asset class, given its in ation-hedging properties.
Fundraising growth continued in private debt, the only private asset class to grow fundraising every year since 2011, including through the pandemic. is cyclical resilience is partially driven by the diversity of private debt sub-strategies: when one zigs, another usually zags. Over the longer term, growth has been driven by a dramatic expansion in direct lending strategies, which have accounted for 73 percent of fundraising growth in the last decade.
Infrastructure—more than roads and bridges. In 2021, infrastructure and natural resources set all-time highs for fundraising, AUM, and
deal volume; indeed, global AUM broke the $1 trillion mark for the rst time. Over the past decade, infrastructure’s mandate has evolved.
Capital is increasingly owing into subsectors that support the energy transition and digitization, such as alternative energy, clean-tech solutions focused on improving environmental sustainability, and “infratech.” Investors are also looking beyond physical assets at operating companies and technologies to generate value.
e sustainability transition is trend presents opportunities and risks—both substantial. GPs and LPs continued to formalize environmental, social, and governance (ESG) commitments in 2021: over half of total fundraising—the highest percentage ever— owed to rms with formal policies. Investors have become particularly focused on environmental sustainability, a potential win–win for private markets investors who support positive impact while driving
returns. Firms can create value by transforming unsustainable business models into green ones and investing in companies scaling decarbonization technologies. Considering climate risk in underwriting is now an imperative; rms that do not run the risk of mispricing their investments.
Private markets rms are making progress on diversity, but work remains. US PE rms have increased the percentage of ethnically diverse talent and women holding juniorlevel roles, and have made strides in female promotion and retention. However, ethnic diversity is not yet broad-based, and diversity in general is lacking in the most senior roles, suggesting that rms continue to miss opportunities.
Emerge the rms accelerate investment in digital and analytics. Leading rms continue to make major investments in digital and analytics capabilities across both front and back o ce to capture economies of scale as they grow.
Over the past decade, infrastructure’s mandate has evolved
Capital is increasingly owing into subsectors that support the energy transition and digitization, such as alternative energy, clean-tech solutions and “infratech”
Letteralmente Merge signi ca “fusione” e indica l’integrazione tra vecchio e nuovo software di Ethereum.
Il mining di criptovalute richiede molta energia. Con questo passaggio il consumo si abbatte di oltre il 99%
Viene ripensato a fondo il meccanismo di validazione delle transazioni, il cosiddetto protocollo proof-of-work.
È il prossimo passo annunciato a Ethereum, che dal 2023 consentirà di arrivare a 100mila transazioni al secondo
Miners meno centrali Per partecipare al funzionamento di Ethereum diventa necessario depositare una cauzione (stake), con i miners che perdono il loro ruolo centrale.
Se un aspirante validante prova a corrompere o alterare la blockchain, automaticamente perde una parte o tutti i soldi depositati.
Secondo diversi analisti, con questo passaggio Ethereum si candida a diventare la criptovaluta più scambiata al mondo, scalzando Bitcoin.
Dal calcio all’immobiliare retail, Percassi si è a ermato partendo dal basso Ceduta l’Atalanta calcio, l’imprenditore bergamasco ha rilanciato sul business
DI STEFANO FOSSATILa storia, anche quella degli imprenditori, si racconta anche con le immagini. E nel caso di Antonio Percassi, fondatore di un vero e proprio impero nel settore del retail, l’immagine da cui partiamo è… una gurina del mitico album Calciatori Panini. Sì, perché le prime esperienze professionali del giovane Percassi furono nelle la dell’Atalanta, la “sua” Atalanta, ai cui destini legherà il proprio nome a più riprese nel corso degli anni. Fisico prestante, una passione per il calcio sviluppata sui campetti di Clusone, fra le montagne della Val Seriana dove nacque nel 1953, ultimo di sei gli; il padre, come molti nelle valli bergamasche, aveva una piccola impresa edile. Alla ne degli anni ’60 approdò alle giovanili dei nerazzurri bergamaschi e nel 1970, non ancora diciottenne, debuttò in prima squadra, giusto per festeggiare la promozione in Serie A. Il suo posto era in difesa, non un fuoriclasse ma un onesto lavoratore delle retrovie. Dalla stagione 197273 entrò stabilmente per sette anni nell’organico degli orobici no al trasferimento al Cesena. Coi romagnoli giocò solo due partite:
Antonio Percassi aveva ormai capito che il suo futuro non sarebbe stato sui campi di calcio.
L’incontro della svolta Già coinvolto nell’azienda paterna, in tasca un diploma da geometra, imparò in fretta (a volte a sue spese) come girano gli a ari nel settore immobiliare. Fino all’incontro che lo avrebbe portato ad appendere de nitivamente gli scarpini al chiodo: quello con Luciano Benetton, nel 1975, quando ancora Percassi militava nell’Atalanta. “Finito l’allenamento non avevo altro da fare e diventavo matto”, raccontò qualche tempo fa in un’intervista a Repubblica. “Al sabato quando eravamo in ritiro in trasferta, invece di andare al cinema con i compagni chiedevo il permesso di fare un giro in centro per vedere i negozi, capire quali andavano per la maggiore. Quelli Benetton erano sempre pieni. Così presi il coraggio e telefonai, mi rispose Luisa Leone, la segretaria. La feci ridere dicendo: sono un giocatore dell’Atalanta che vuole smettere, avrei bisogno di parlare anche solo cinque minuti col signor Luciano”. L’anno successivo,
salutati per sempre il Cesena e il calcio giocato, aprì il primo negozio monomarca Benetton a Bergamo.
Fu l’inizio di un sodalizio trentennale che portò Percassi ad aprire e gestire numerosi store in giro per il mondo, sotto le insegne United Colors of Benetton, Zerododici, Sisley e Playlife. Percassi era allo stesso tempo agente per Benetton nel sud-est degli Stati Uniti e titolare di una serie di controllate con cui aprì franchising per il gruppo veneto in Russia, Libia, Messico, Brasile e India. Sotto sotto, però, restava la passione per il pallone e per l’Atalanta. E infatti nel 1990 fece il suo grande ritorno, non più come difensore bensì come proprietario e presidente. E lasciò il segno, grazie anche all’ingaggio di Mino Favini, fra i migliori talent scout della storia del calcio italiano, che a Bergamo costruì uno dei migliori settori giovanili d’Europa. Pur senza incamerare trofei, la squadra ben gurò in Serie A e si fece notare in Coppa Uefa nella stagione 1990-91.
Chi lo frequenta lo descrive schivo, di poche parole e decisamente pragmatico Sa bene, ad esempio, che per garantire un futuro alle proprie aziende bisogna organizzarsi per tempo
Antonio Percassi in occasione della laurea ad honorem in marketing ricevuta dallo Iulm.
PRIVATEMa nel 1994 arrivò la retrocessione in B e Percassi, deluso, vendette la società a Ivan Ruggeri. Anche se sarebbe stata una separazione solo temporanea.
Partnership con Inditex D’altra parte, il business con i Benetton viaggiava a gon e vele. Al punto che il loro grande concorrente, il galiziano Amancio Ortega, patron del colosso Inditex,
si a dò proprio all’immobiliarista bergamasco per lo sbarco in Italia di Zara, nel 2001, con l’apertura del primo megastore a Milano, in corso Vittorio Emanuele.
La partnership con Inditex proseguì no al 2006, cinque anni in cui le insegne del gruppo (Zara ma anche Zara Home, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) spuntarono come funghi, con 120 negozi, nelle strade delle città
dello Stivale. Sarà stata l’esperienza da difensore sui campi di calcio, quando doveva anticipare le mosse degli avversari, fatto sta che anche nell’immobiliare retail Percassi utava i trend e sapeva cogliere le esigenze dei partner meglio, o quantomeno più velocemente, di molti concorrenti: comprava e vendeva spazi commerciali, inaugurava e spostava store nelle città di mezzo mondo. Alla sua porta iniziarono a fare la la i grandi brand globali del fashion, consumer o luxury che sia, desiderosi di piazzare le proprie insegne nelle più importanti strade dello shopping: da Swatch a Ferrari, da Ralph Lauren a Victoria’s Secret, da Nike a Levi’s, da Gucci a Tommy Hil ger.
Marchio proprio Intanto l’ex outisider dell’immobiliare commerciale dimostrò di sapere anche fare tutto in casa: nel 1997 creò il proprio marchio Kiko Milano, protagonista negli anni successivi di una vertiginosa crescita su scala europea imponendosi nel settore della cosmetica “low cost ma non cheap”, dieci anni dopo lanciava il marchio di abbigliamento Billionaire Italian Couture in società con Flavio Briatore.
Nelle mani di Percassi sono transitate pure intere catene retail più o meno storiche in cerca di rilancio (Goggi Sport) o di una dignitosa eutanasia (Vergelio). Così come il licensing per l’Italia della catena di ristorazione giapponese
IL FATTURATO DEL RETAIL NEL CORSO DEL 2020 IN MILIONI DI EURO
IL PATRIMONIO STIMATO DA FORBES IN MILIARDI DI EURO
Wagamama e di altre insegne del food & beverage, prima che il 60 per cento della relativa divisione fosse ceduto a Chef Express nel 2018. Briciole, rispetto al business dei grandi shopping mall: i suoi Oriocenter, Antegnate Shopping Center e gli outlet Village in Franciacorta, Valdichiana, Sicilia, Torino e Roma attirano interi voli charter e pullman stracarichi di consumatori dall’Italia e dal resto d’Europa, dal Medio Oriente, dal Far East e anche dagli States (senza contare la Russia, prima dei missili di Putin sull’Ucraina). Tutti smaniosi di svuotare il portafoglio nelle scintillanti boutique che li attendono a braccia aperte. E per chi non potesse venire, nessun problema: le attività del gruppo si rami cano anche nell’e-commerce, in particolare attraverso il modello multicanale: vedere alla voce Dmail, per esempio.
La famiglia Nella classi ca 2022 dei più ricchi d’Italia stilata da Forbes, Percassi occupa la 42ma posizione, accanto a Diego Della Valle e appena sotto a Massimo Moratti, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, giusto per dire. Anche se, da buon bergamasco delle valli, non è certo un frequentatore di palcoscenici mondani. Men che meno della politica. Si interessò alla nascita del quotidiano Libero di Vittorio Feltri, ma alla ne decise di lasciar perdere: schierarsi troppo non fa bene agli a ari. Chi lo frequenta lo descrive schivo, di poche parole.
E decisamente pragmatico. Sa bene, ad esempio, che per garantire un futuro alle proprie aziende bisogna organizzarsi per tempo. Soprattutto se gli eredi sono ben sei. Uno, Luca, ha seguito le orme paterne dentro e fuori i campi di calcio, prima come difensore in diversi club e poi come dirigente dell’Atalanta. Così come sono coinvolti a vario titolo nelle aziende di famiglia gli altri quattro gli avuti dal primo matrimonio: Stefano al vertice di Kiko, Matteo allo sviluppo dei franchising, Giuliana e Federica nel retail. In attesa di Michael, nato nel 2013 dalla nuova compagna Sabrina Iencinella, ex Miss Marche e titolare a Milano di un’agenzia di eventi. Pochi, quindi, si stupirono della decisione, all’indomani della nascita del sestogenito, di separare le attività di famiglia cedendo la propria quota nell’immobiliare Percassi ai fratelli Santo e Rino e al nipote Francesco, in cambio del controllo del 100% della holding Smalg, cui fanno capo le attività retail.
Nuova stagione per la “Dea” E anche l’Atalanta, appunto: nel 2010 Antonio Percassi l’aveva ricomprata dai Ruggeri, riportandola nella massima serie e introducendola nei salotti buoni del calcio continentale, fra Europa League e Champions League, dove nel 2020 venne fermata solo ai quarti di nale dal Paris Saint-Germaine.
Lo scorso febbraio Percassi ha ceduto la maggioranza della “Dea” a una cordata di imprenditori
americani guidata da Stephen Pagliuca. Mantenendo comunque la presidenza, così come il glio Luca è stato confermato amministratore delegato. Anche al di là dell’Oceano, del resto, sanno bene chi sia questo valligiano poco loquace ma tanto concreto.
Lo sa Howard Shultz, numero uno di Starbucks, che lo scelse come unico licenziatario per lo sbarco in Italia della multinazionale delle ca etterie, nel 2018, dopo vent’anni di tentennamenti. E lo sanno gli abitanti di Tusayan, cittadina di 600 abitanti all’ingresso del parco del Grand Canyon, dove da anni la sua Stilo Immobiliare progetta di costruire il Canyon Forest Village, un centro commerciale con negozi, alberghi, ristoranti, centro congressi, spa e parco acquatico. Un progetto bocciato nel 2016 a seguito di un referendum fra la popolazione locale. Ma che i Percassi sono ancora ben intenzionati a portare avanti: chi ha conquistato il mondo partendo dalla Val Seriana non si ferma nemmeno davanti alle aspre montagne dell’Arizona.
Le mosse della Bce spingono verso l’alto i rendimenti del debito pubblico Le promesse elettorali sul sco alla prova di uno scenario negativo
DI MARCELLO GUALTIERINel 2021 il tasso medio dei titoli di Stato all’emissione è stato dello 0,1%. In queste condizioni l’Italia ha speso per interessi passivi sul debito 62,8 miliardi, pari al 3,5% del Pil. Osservato dal lato della spesa pubblica, questo dato è vicino a tutto l’importo speso in istruzione: dalle scuole materne all’Università. Osservato dal lato delle entrate, l’importo è pari al doppio dell’intero gettito derivante dall’imposta sul reddito delle società (Ires). Usando un altro parametro, si può dire che è pari a più del triplo della somma del gettito di Imu più Tasi; oppure si può dire che è pari a un terzo dell’intero gettito dell’Irpef, e così via.Quel tasso di interesse medio al momento dell’emissione dei titoli di Stato che a dicembre 2021 era dello 0,1%, nell’estate era già
salito al 0,91%. Moltiplicato per 9. Al momento di licenziare per le stampe questo numero di PRIVATE, il rendimento del BTp decennale è giunto al 4,2%. Per trovare un livello simile, bisogna ritornare indietro al 2013. Allora il tasso scaturiva da un peggioramento dello spread tra il BTp e il Bund tedesco.
Vola il BTp decennale Oggi, lo spread dell’Italia si muove parallelamente allo spread degli altri Paesi ad alta fragilità nanziaria: il rialzo dei rendimenti e dei tassi è dunque generalizzato, e, come noto è l’inevitabile conseguenza del ritorno dell’in azione e delle conseguenti mosse delle Banche Centrali.
Come si può in questo panorama
parlare di riduzione della pressione scale? È un puro miraggio.
L’illusione di ridurre le imposte L’in azione erode il valore reale del debito pubblico, ma spinge pesantemente la spesa pubblica in interessi, proprio nel momento in cui la buona, anzi ottima ripresa del Pil post-Covid, è stata azzoppata dalla guerra e dalla crisi energetica. Ma non è ancora tutto. Bisogna aggiungere che ancora oggi i tassi di interesse reali – cioè depurati dall’in azione – sono ampiamente negativi; quindi, la tendenza al rialzo dei tassi non appare dare alcun segnale di inversione di tendenza o anche solo di rallentamento della crescita. È il momento del sangue freddo e della decisioni lucide per investitori e decisori politici.
Gestio Alternative punta su special situations, secondary pe e real estate Vitullo (ceo e co-founder): “Investiremo su operazioni da 5-20 milioni di euro”
DI MASSIMILIANO CARRÀItaliani, ossessionati dal controllo del rischio, selettivi nelle opportunità che presenta il mercato, e concentrati in operazioni di investimento asset backed, con un’elevata protezione del capitale. Si presenta così Ennio Vitullo, già partner di Europa Investimenti e di Apeiron Management, che insieme a Matteo Manfredi, founder e ceo di Gestio Capital (multi-family o ce nato dieci anni fa a Londra), ha dato vita lo scorso maggio a Gestio Alternative, piattaforma professionale di investimenti nel private capital che - come ci racconta in questa intervista lo stesso Vitullo, ceo e co-founder della neonata società - mira a cogliere le migliori opportunità di investimento, allocando il capitale attraverso tre diverse strategie: special situations, secondary private equity e real estate. Sfruttando così l’esperienza di 40 anni di attività congiunta dei suoi fondatori, che vantano più di 70 operazioni realizzate, circa 500 milioni di euro investiti, 4 miliardi valore nominale di asset acquisiti e 2 miliardi valore nominale per quanto concerne le passività ristrutturate.
Nel corso degli anni il mercato del private equity si è arricchito di tanti e diversi attori. Eppure, nonostante ciò, avete deciso di lanciare lo scorso maggio questa nuova piattaforma. Perché, cosa vi ha spinto a farlo?
Una constatazione di fatto: ossia che nel mercato italiano dei distressed assets, e più in generale delle special situations, mancava un operatore istituzionale, con centro decisionale in Italia, in grado di originare e strutturare operazioni single name complesse - non mi riferisco quindi ad operazioni di portafoglio - e con una gestione e ciente del rischio. Il mercato italiano, infatti, è dominato da grossi fondi di matrice anglosassone, che ormai si concentrano su operazioni con ticket elevati - dai 30 ai 40 milioni di euro di equity a salire -, con la conseguenza che su queste opportunità la competition è aumentata enormemente ed i rendimenti si sono fortemente compressi. Ma soprattutto questi operatori non hanno mai la capacità di comprendere appieno il rischio idiosincratico del mercato italiano, privilegiando logiche di
massimizzazione dell’impiego di capitale ad una gestione e ciente del rischio, con la conseguenza che spesso ad essere scartate sono le operazioni migliori.
Quindi l’obiettivo di Gestio Alternative è colmare questo vuoto di mercato?
Certamente: vogliamo investire in quella fascia di mercato con minor concorrenza - con ticket tra i 5 e 20 milioni di euro, ossia sotto il radar screen dei fondi -, privilegiando la protezione del capitale ad operazioni dove la necessità di rincorrere operazioni con una size elevata porta ad un aumento consistente del rischio.
E in queste operazioni il rischio non è mai lineare.
Il range di investimento sarà quindi sempre quello?
Certamente. Anche perché, come detto, ci vogliamo concentrare su size ormai ignorate dai grossi player internazionali. Ovviamente, però, rimarremo abbastanza essibili, perché il nostro obiettivo è privilegiare la sostanza alla forma. Anche in virtù del fatto che non
siamo un fondo, e quindi non dobbiamo seguire rigidamente un regolamento. Siamo degli imprenditori che investono il proprio capitale e quello dei nostri partner secondo uno schema di totale allineamento degli interessi, e quindi siamo sempre molto attenti a dove mettiamo i nostri denari.
E perché proprio gli investimenti alternativi? Cosa dice il mercato in questa direzione? Perché sono la naturale conseguenza del nostro percorso professionale. Da un lato la mia esperienza, sia come deal maker sia come azionista ed amministratore di management company nelle special situations (prima in Europa Investimenti e poi in Apeiron), dall’altra quella del mio socio Matteo Manfredi, founder e ceo di Gestio Capital, un family o ce che per vocazione è sempre stato attivo con le famiglie-partner che gestisce nel mercato privato dei capitali, visto come componente essenziale di diversi cazione rispetto la componente public (prevalente) dei patrimoni in gestione.
E avete individuato tre linee di business, dico bene? Assolutamente. Le special situations, il real estate - un asset class sempre presente nelle famiglie italiane - ed in ne una terza linea di business: quella di distribuzione di opportunità private equity e venture capital. Aspetto, derivante dal posizionamento storico di Gestio Capital, e molto ricercato
da famiglie e UHNW con cui coinvestiamo, che costituisce per noi prevalentemente un fee business.
E avete un settore di riferimento? No, non abbiamo una specializzazione settoriale. Semmai preferiamo investire in situazioni complesse (come crisi aziendali, asset non performing, passaggi generazionali), nelle quali è possibile creare valore gestendo la complessità stessa. In questo modo si creano i presupposti per acquistare a sconto attivi che, una volta depurati dalla situazione di di coltà, possono essere immessi velocemente sul mercato.
Anche se siete nati da poco, avete già qualche dossier aperto da concludere entro l’anno?
In realtà stiamo ancora costruendo la squadra e stiamo iniziando a ragionare su aprire il capitale di Gestio Alternative a selezionati investitori, pertanto è un periodo molto intenso per noi. Al netto di questo, stiamo seguendo diversi progetti per ognuna delle tre linee di business. Stiamo, infatti, seguendo
un’operazione che prevede l’acquisto di un albergo di 130 stanze a Roma nell’ambito di una più articolata attività di ristrutturazione; un progetto immobiliare in zona City Life a Milano che portiamo avanti con un importante studio di architettura internazionale. Col quale, peraltro, stiamo anche discutendo di una possibile join venture che speriamo di annunciare al mercato quanto prima. In ne, abbiamo un paio di interessanti opportunità da collocare in ambito private debt e venture capital.
Ma, visto il contesto macroeconomico abbastanza complesso, c’è comunque secondo voi un settore particolare da guardare con grande attenzione?
Sicuramente nei momenti di crisi o di incertezza il real estate è sempre un settore interessante in Italia, con uno sguardo particolare al settore alberghiero, nel quale storicamente esistono interessanti situazioni di mismanagement, e poi per quanto riguardo le opportunità di private equity ci piace tutto ciò che può avere una declinazione tech.
Non abbiamo una specializzazione settoriale preferiamo investire in situazioni complesse (come crisi aziendali, asset non performing, passaggi generazionali), nelle quali è possibile creare valore gestendo la complessità stessa
Andrea Tardy è entrato in UBS Europe SE Italy con l’incarico di head Nord Ovest, nonché coordinatore lato GWM del client coverage Growth Entrepreneurs, iniziativa del gruppo elvetico rivolta a storie imprenditoriali di forte crescita in settori innovativi, che possano richiedere operazioni di nanza straordinaria.
Simon Fiduciaria ha creato la divisione “Family O ce & Wealth Analysis”, consolidando la gamma dei servizi o erti dalla divisione “Wealth Analysis”. La nuova denominazione ri ette l’evoluzione dei servizi erogati dal team guidato da Vincenzo D’Agostino, che negli ultimi anni si sono arricchiti di nuovi contenuti e competenze.
Agricole Italia alla direzione Wealth Management del gruppo, la struttura che detta le linee guida in materia di prodotti, modello di servizio e strategie di investimento per tutti i segmenti di clientela.
Boris Collardi (nella foto)
è stato inserito nel board di Efg International. L’ex banchiere di Pictet, e ancora prima ceo di Julius, Baer, è entrato nel gruppo zurighese in primavera con l’acquisto del 3,6% del capitale. Stesso discorso per Alexander Classen, designato presidente dopo che Peter Fanconi ha annunciato a luglio che si sarebbe dimesso e se ne sarebbe andato alla ne di ottobre.
Nuovo ruolo per Binelli Cambio di ruolo per Andrea Binelli (nella foto), che passa dalla direzione Private Banking di Crédit
Al via il nuovo team senior management di Indosuez Wealth Management in Italia, marchio della divisione wealth management del gruppo
Crédit Agricole in Italia dedicata alla clientela Hnwi e Uhnwi. Caroline Bouchy, Mario Buquicchio e Maurizio Ceron sono i tre vice direttori generali che lavoreranno al anco del direttore generale Bonaventura Canino (nella foto).
La Banca Popolare di Bari ha nominato Francesca Cacciapaglia head of private banking unit.
L’istituto che fa capo al gruppo bancario Mediocredito Centrale ha optato per una nomina interna, considerato che Cacciapaglia è nel gruppo pugliese da 14 anni, no allo scorso anno come investment advisor e fund selector, quindi come head of retail business coordination.
L’attività in palestra è bene ca, ma solo a determinate condizioni Per rimettersi in forma il vero segreto è avere costanza nel movimento
DI ALESSANDRO SCALICILe vacanze sono ormai nite ed è tempo di rimetterci in riga con gli allenamenti, ma cosa fare?
Il pensiero di uso tra chi bazzica l’ambiente delle palestre è di orientare allenamento e dieta verso l’utilizzo di maggior carico, forti del fatto che ormai possiamo rilassarci un po’ di più con l’alimentazione in quanto la prova costume è ormai lontana. Purtroppo questa idea non coincide con le evidenze scienti che.
Competizione aperta Partiamo col dire in termini semplici che muscoli e grasso sono in competizione per accaparrarsi i nutrienti che introduciamo con l’alimentazione.
Quindi nei soggetti più grassi, specie a livello viscerale, nonostante allenamenti estenuanti, parte dei nutrienti introdotti continueranno
ad alimentare gli adipociti (cellule di grasso) che produrranno delle citochine in ammatorie (attivazione del sistema immunitario).
Le conseguenze sono glucosio resistenza e in ammazione latente, co-fattori di rischio per la salute. Cosa fare a questo punto?
Continuare la dieta! Se siete stati bravi e avete perso peso nel periodo estivo, ora è il momento per consolidare i risultati ottenuti.
Il nostro corpo, raggiunto un certo limite di perdita di peso, tenderà a ritornare ai livelli iniziali, ripartire con un’alimentazione più rilassata favorirà in primis il ritorno alle forme pre dieta, il famoso e etto yo-yo.
Per evitare questo bisogna insistere con un regime controllato, puntando non tanto alla perdita di peso, quanto al mantenimento per qualche mese, così che il metabolismo si stabilizzi.
Minore sarà la percentuale di
grasso, maggiore sarà la risposta agli allenamenti in termini di guadagni muscolari quando entreremo nella fase dell’anno che dedicheremo alla crescita muscolare.
Stile di vita attivo Continuiamo quindi ad allenarci con volumi maggiori e carichi mediobassi e mantenendo l’attività aerobica che potrà essere ad alta intensità (ad esempio lo spinning) per brevi tempi o di maggior durata a intensità minori (camminata di 10 km). Manteniamo uno stile di vita attivo muovendoci il più possibile. Le persone più attive hanno una resistenza insulina minore e hanno molta meno di coltà a perdere peso e a mettere muscoli. Come sempre, sconsiglio il fai da te. Rivolgetevi al vostro medico e a un trainer specializzato per programmare la dieta e l’allenamento migliore per voi.
Dal 9 novembre al 4 dicembre si svolgerà la sedicesima edizione del Festival Sul palco si alterneranno artisti a ermati a livello internazionale e giovani talenti
Sonny Rollins, Ron Carter, Chick Corea, Marcus Miller e Herbie Hancock. E poi Manu Katché, McCoy
Tyner, John McLaughlin e Paolo Conte. Sono solo alcuni degli artisti che hanno animato nelle 15 edizioni n qui svolte il Monte-Carlo Jazz Festival.
L’appuntamento di quest’anno, in programma dal 9 novembre al 4 dicembre, si svolgerà all’Opéra Garnier e vedrà alternarsi sul palco artisti a ermati come
l’Orchestra Filarmonica locale e i Jethro Tull, e nuovi talenti formati presso l’Accademia Rainier III. Tra i tanti eventi in calendario, da segnalare la masterclass del compositore e produttore Alex Ja ray dal titolo curioso “Perché nalmente capirai il Jazz”. Un’occasione per approfondire le caratteristiche –anche le meno note – di un genere musicale evergreen. Montecarlolive.com
Borgo Santandrea, ubicato alle porte di Amal , riapre dopo la ristrutturazione Destinazione di lusso, per chi vuole godere una vista del mare senza pari
Dopo quattro anni di lavori, riapre le porte Borgo Santandrea, un incantevole rifugio nel cuore della Costiera Amal tana. L’hotel a 5 stelle, ubicato alle porte di Amal , consente di vivere un’esperienza di lusso in un piccolo mondo creato per il benessere degli ospiti. Adagiato sulla costa rocciosa alta 90 metri a picco sul mare, l’hotel dispone di 29 camere e 16 suite, tutte caratterizzate da una vista mozza ato sul mare. Prezzi: a partire da 530 euro. Borgosantandrea.it
Piastrelle fatte a mano, mobili su misura e oggetti d'antiquariato. Ogni camera è caratterizzata da un design unico, che fonde le tradizioni artigianali mediterranee con le eccellenze del territorio.
Franck Muller rende omaggio ai 50 anni del rivenditore Cortina Watch Sul mercato arrivano cinque pezzi unici realizzati con pietre preziose
In occasione del 50esimo anniversario di Cortina Watch (rivenditore multimarca specializzato nel mercato asiatico), Franck Muller propone cinque pezzi unici incastonati di gemme.
I nuovi modelli aggiornano la linea Revolution 3 con audaci tocchi di colore, incastonati sullo scintillio delle pietre preziose e o rono nuove prospettive su un classico per gli amanti del lusso. Prezzi: su richiesta.
incastonati sullo scintillio delle pietre
Cortinawatch.com/en/franck-muller
grand central tourbillon
Bentley lancia sul mercato la Flying Spur Speed che arriva no a 333 km/h Basata su un motore 12 cilindri, evidenzia grande attenzione ai dettagli
Grandi prestazioni, senza rinunciare ai tratti caratteristici di casa Bentley, cioè lusso delle linee e grande attenzione ai dettagli. È la fotogra a della Flying Spur, che monta un motore 12 cilindri e costituisce la declinazione più potente tra tutte le quattro porte rmate dalla casa automobilistica britannica. Tra le peculiarità, oltre alla velocità
massima di 333 km/h, la trazione integrale con Torque Vectoring by Brake, per gestire la coppia in modo dinamico a seconda delle modalità di guida, e il Bentley Dynamic Ride System, sistema a 48 Volt che gestisce la taratura della barra anti-rollio che migliora il feeling del guidatore. Prezzo: da 230mila euro Bentleymotors.com/en/models/ ying-spur
Vespa e Lambretta hanno fatto da sfondo al grande cinema ambientato in Italia Oggi i modelli del Dopoguerra sono in bella mostra nei negozi specializzati in vintage
Commercializzata dai primi anni Cinquanta per poco più di 9mila pezzi, è uno dei modelli più iconici della Dolce Vita.
La fama arrivò improvvisa nel 1953, grazie al lm “Vacanze Romane”, in cui Audrey Hepburn e Gregory Peck giravano Roma a bordo di una Vespa. Gli scooter, no ad allora mezzo di trasporto di nicchia, cominciarono a di ondersi rapidamente di pari passo con la crescita del tra co nelle città. Oggi tra i collezionisti si registra un grande interesse verso gli scooter vintage, sempre più spesso protagonisti di aste esclusive.
Prodotto di casa Innocenti, ebbe una grande di usione in Gran Bretagna, grazie soprattutto all’adattamento delle linee ai gusti locali.
La Golden Special, in auge a metà degli anni Sessanta, è in vendita su Vintagescooters.co.uk a 7mila sterline.
Il lm di Roddam, manifesto dell’inquietudine giovanile, ha per protagonista una Lambretta, proposta dai siti vintage a oltre 45mila sterline.
Sakamoto ha realizzato una sinfonia ispirata ai prodotti di casa Krug Per il compositore giapponese, un’esperienza a cavallo tra udito e gusto
KRUG & RYUICHIL’artista e compositore Ryuichi Sakamoto ha realizzato un’opera che rende omaggio alla maison Krug, traducendo in musica le sue percezioni sui tre champagne Krug dell’annata 2008. Frutto di un viaggio di creazione artistica iniziato nel 2019, “Suite for Krug in 2008” è una sinfonia ispirata rispettivamente ai prodotti: Krug Clos du Mesnil 2008, Krug 2008 e Krug Grande Cuvée 164ème Édition. Krug.com
Il coltellino svizzero è un modello tradizionale che si rinnova sempre Sul mercato sono disponibili prodotti pensati per tutti i gusti e le tasche
Nel 1884 lo svizzero Karl Elsener fondò un’attività di coltelleria, che nei decenni successivi ebbe una crescita eccezionale grazie al successo del leggendario “Original Swiss Army Knife”. Oggi Victorinox produce e vende in tutto il mondo coltellini svizzeri di alta qualità, caratterizzati dalla praticità d’uso in diversi momenti della vita. Victorinox.com/ch/it
PICCOLI, MEDI, GRANDI E MULTIUSO. L’OFFERTA DI COLTELLINI SVIZZERI REALIZZATI DA VICTORINOX INCONTRA TUTTE LE ESIGENZE E LE TASCHE, PUNTANDO SU DIFFERENTI LIVELLI DI PREZZO.
CLASSIC CON LINGOTTO IN ORO DA 1 G 229 franchi svizzeri
CLASSIC SD SOLEMATE 65 franchi svizzeri
NAIL CLIP WOOD 580 51 franchi svizzeri
MONEY CLIP ALOX 43 franchi svizzeri
Beko punta su una macchina intelligente per iniziare la giornata col sorriso La Smart Espresso è caratterizzata da un pannello di comandi touch
La Smart Espresso Machine di Beko assicura una coccola unica al risveglio. A caratterizzarla è il rivestimento in acciaio inox e un comodo pannello con comandi touch. La praticità d’uso è garantita dal macina ca è integrato con 5 livelli di regolazione della grana, erogatore regolabile in altezza, serbatoio estraibile da 1,5 l e vassoio raccogli-gocce removibile. Prezzo: da 256 euro Beko.com/it-it
Troppo spesso si punta l’indice contro il glutine, come causa di in ammazioni La proteina è da evitare solo in caso di malattie speci che come la celiachia
Mi capita con una certa frequenza di sentire o leggere, purtroppo anche da colleghi, la frase “Si sa il glutine è in ammatorio”, anche se non c’è alcuna evidenza a supporto di questa a ermazione.
Il glutine è la proteina maggiormente presente nel grano e in molti cereali, esclusi mais e riso. È responsabile della cosiddetta “maglia glutinica”, ovvero la struttura che si forma in molti prodotti da forno rendendoli so ci e piacevoli al palato.
Per formarsi deve inglobare aria e acqua, ed è per questo che nel tempo abbiamo selezionato varietà di grano che avessero una percentuale maggiore di glutine, così da avere una resa maggiore nel prodotto nale. Così mi fa sorridere chi vede di cattivo occhio il glutine e consiglia l’utilizzo dei cosiddetti “grani antichi”; essi contengono lo stesso glutine di quello utilizzato nella
maggior parte dei casi solo in quantità minore, dunque serve a poco se vuole evitare il glutine.
Da sottolineare come abbastanza noto ai più che in caso di celiachia, ovvero una condizione per la quale il nostro sistema immunitario reagisce alla presenza di questa proteina in maniera anomala ed esacerbata, colpendo in maniera importante l’intestino, l’assunzione di glutine anche in piccole quantità deve essere evitata. Esiste anche un’altra condizione detta sensibilità al glutine non celiaca (Ncgs in inglese): in questo caso la condizione è meno grave della celiachia e la parte svolta dal sistema immunitario è minore, ma i fastidi sono vari, da quelli puramente gastrointestinali alle eruzioni cutanee, ai mal di testa frequenti; questo perché, discorso che vale per tutti i fenomeni di intolleranza alimentare, assumere
un alimento al quale si è intolleranti provoca uno stato in ammatorio del quale risente l’intero organismo non solo il sistema digerente. Questa situazione è da tenere in particolare conto se si hanno patologie croniche che potrebbero essere accentuate da tale condizione. Dunque se si so re di celiachia o Ncgs, il glutine va assolutamente escluso dalla dieta, cercando di utilizzare alimenti che ne sono naturalmente privi, quindi riso, mais, amaranto, quinoa, grano saraceno (che nonostante il nome non è un cereale) come alternative. Ma, se non si ricade in queste condizioni, non c’è alcun motivo di privarsi di una fetta di pane o di un piatto di pasta. Ovviamente questi alimenti vanno consumati con un razionale, ma non bisogna certo vederli come un possibile problema.
Specializzata nella creazione di soluzioni di investimento su diverse asset-class, per investitori sia istituzionali sia retail, Leonteq nel 2021 ha emesso oltre 40’000 prodotti a livello globale. Leonteq ha rating investment grade ed è operativa dal 2016 in Italia, dove la sua offerta si articola in oltre 1’000 certificati quotati su SeDeX, EuroTLX e Hi-Cert.
I Certificati Leverage Autocallable sono prodotti con prezzo di emissione pari EUR 500, che pagano una cedola periodica calcolata sull‘Importo di Riferimento di EUR 1‘000 qualora alle date di osservazione il sottostante con la peggiore performance sia superiore al livello di attivazione della cedola (60% nei prodotti della tabella che segue). È anche presente l‘effetto memoria.
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dei capitali investiti nei prodotti finanziari. I rendimenti riportati non sono indicativi di quelli futuri e sono espressi al lordo di eventuali costi e/o oneri a carico dell’investitore. I prodotti finanziari descritti non sono prodotti semplici e il loro funzionamento può essere di difficile comprensione. Si raccomanda agli investitori di consultare un consulente finanziario competente prima di investire nei prodotti finanziari. Stoxx AG, Nikkei INC, S&P Global Inc, Qontigo Index GmbH, FTSE International Limited, Nasdaq Global Indexes sono i licenziatari degli indici. Gli strumenti finanziari collegati agli indici non sono in alcun modo sponsorizzati, garantiti, promossi o venduti dai licenziatari ed licenziatari non rilascia alcuna dichiarazione, garanzia o assicurazione espressa o implicita in merito a: (a) l’opportunità di investire negli strumenti finanziari; (b) la qualità, l’accuratezza e/o la completezza dell’Indice; e/o (c) i risultati conseguiti o che verranno conseguiti da qualsiasi persona o soggetto tramite l’utilizzo dell’Indice. I licenziatari si riservano il diritto di modificare le modalità di calcolo o di pubblicazione relative all’Indice. I licenziatari non saranno responsabili per eventuali danni subiti o derivanti dall’utilizzo (o dall’impossibilità di utilizzo) dell’Indice. In alcun modo i licenziatari promuovono, garantiscono o sono in altro modo coinvolti nell’emissione e nell’offerta dei presenti Prodotti. I licenziatari non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, in merito all’opportunità di investire in titoli o prodotti finanziari in generale, o nei presenti Prodotti in particolare, o rispetto alla capacità di alcuno dei rispettivi indici di riflettere le opportunità di investimento nei mercati finanziari o di raggiungere in altro modo il proprio obiettivo. I licenziatari non assumo alcun obbligo o responsabilità in relazione alla gestione, alla commercializzazione o alla vendita dei presenti Prodotti. I prodotti sono soggetti a limitazioni di vendita per SEE, Hong Kong, Singapore, Stati Uniti, soggetti
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Regno
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Quanto più siamo altruisti, tanto più ci facciamo del bene. Quando agiamo per il bene dell’altro, entriamo in un circolo virtuoso di emozioni positive. Ci sentiamo persone capaci di elargire amore. Chi dona, inoltre, migliora il proprio umore. Secondo alcuni studi, l’altruismo arriva persino ad allungarci la vita. In pratica chi fa del bene, si sente meglio.
Cosa dicono gli studi Diverse sono le ricerche in merito che mettono in evidenza come l’altruismo produca ossitocina e serotonina, le cosiddette molecole della felicità. J. Andrew Armour, neurocardiologo del comitato scienti co dell’Heartmath Instituite, ha scoperto che il cuore contiene delle cellule che sintetizzano questi ormoni del benessere. Quando siamo altruisti, il livello di ossitocina aumenta alleviando così anche lo stress. Il noto ricercatore sostiene che le concentrazioni di ossitocina prodotte dal cuore
possono essere alte quanto quelle prodotte dal cervello.
Aiuto incondizionato Ovvio che i bene ci ormonali della buona azione dipendono dalle buone intenzioni. Se le intenzioni sono genuine, i bene ci saranno assicurati. La bellezza dell’altruismo, quindi, sta nell’agire avendo come scopo quello di aiutare gli altri in maniera incondizionata. Quando siamo altruisti, sperimentiamo dei vantaggi sul sistema cardiocircolatorio, miglioriamo l’autostima, abbassiamo la pressione. In pratica l’altruismo diventa una vera e propria medicina per il cuore. Migliora anche la ducia in noi stessi.
L’aspetto sorprendente è che tutti questi vantaggi li vivremo se tutti i gesti gentili partiranno dal cuore e non saranno tesi a manipolare le persone. La persona altruista la possiamo riconoscere da alcune speci che caratteristiche: è empatica, non manipola, è gentile, non utilizza gli altri per scopi personali. Alcune
persone, apparentemente altruiste, in realtà stanno agendo per ni personali che nulla hanno a che vedere con l’altruismo. Sono disponibili, ma solo, per avere qualcosa in cambio. L’altruista puro non agisce manipolando l’altro, o agendo sull’altro. La condizione per essere davvero altruisti è non aspettarsi nulla in cambio.
La parola altruismo deriva dal latino “alter” ovvero altro, l’altro quindi viene messo al primo posto. Questo voler mettere le persone in primo piano, accade ancor di più quando teniamo a qualcuno. Se per natura siamo altruisti, con chi amiamo lo siamo ancora di più, perché desideriamo il suo bene. Ricordiamo in ne l’insegnamento di Buddha: “ Se accendi una lanterna per un altro, anche la tua strada ne sarà illuminata”.
*Selezionatrice di private banker, psicologa e coach abilitata
L’altruismo produce ossitocina e serotonina, le molecole della felicità Agire senza attendersi ritorni ha impatti positivi sulla nostra salute
Sono ormai diversi anni che il settore dell’immobiliare di pregio si a da alle case d’asta italiane e internazionali per ottimizzare al meglio le vendite. Attraverso rubriche di contatti privilegiati, collezionati in decenni di attività, è possibile proporre dimore di valore al mercato potenzialmente più interessato. Non è per forza richiesta la modalità classica d’asta con le o erte in presenza, è possibile infatti concludere accordi
in maniera privata e con denziale. Il periodo che stiamo vivendo è tuttavia molto complesso, si sono ampliate le di erenze tra grandi città e piccoli paesi, e soltanto alcune zone riescono a dominare la crisi economica in atto. È bene dunque a darsi ad esperti per cercare di comprendere, e prevenire se possibile, i trend in atto. PRIVATE ha voluto intervistare Andrea Jacopo Fava, founder & managing partner di Wannenes Properties, la nuova costola della storica casa d’aste genovese con sede anche a Montecarlo dedicata all’immobiliare di prestigio.
In una stagione come quella in arrivo, dove l’in azione ha raggiunto un incremento dello 8,9% su base annua, l’investimento immobiliare rappresenta ancora un asset rifugio?
La risposta non è così scontata come poteva essere no a qualche anno fa. Un bene reale come il mattone è, soprattutto per la cultura italiana, da sempre considerabile una riserva ed un bene rifugio. Eppure il cambiamento economico e sociale che stiamo
vivendo porta necessariamente a considerare il patrimonio delle famiglie nel suo complesso. Questo genera un vero e proprio bilancio famigliare, un consiglio di famiglia ed un obiettivo da raggiungere. L’immobiliare diventa così una risorsa fondamentale nella diversi cazione del patrimonio che deve essere impostato come distinzione strategica e non di prodotto. Il mattone, inserito in un progetto complessivo, può essere un “bene rifugio” sia in ottica di utilizzo personale, che di generazione di una rendita. L’orizzonte temporale è mediamente superiore ai 5 anni e l’immobilizzazione di capitale potrebbe anche essere un vantaggio se inserita in un percorso di obiettivi parenterali ben organizzati.
Investire in un immobile può o rire grandi soddisfazioni ma anche pericolose sorprese: quali gli elementi fondamentali da tenere in conto?
Investire nel settore immobiliare ha rappresentato da sempre un fattore di sicurezza e stabilità e rispetto al momento che stiamo vivendo, a mio giudizio, la qualità dell’immobile
diventa fondamentale. La pandemia ha cambiato la prospettiva della selezione e della ricerca conferendo maggiore attenzione al valore delle costruzioni e alla vivibilità degli spazi che si allineano alla ricerca di uno stile di vita esigente. A livello degli investimenti i centri delle principali città sono sempre degli asset interessanti. Al contrario, ritengo che la percezione sia cambiata sulla prima casa che si è orientata verso una richiesta di spazi verdi, terrazzi o giardini. In aggiunta la comodità rispetto ai servizi, il comfort, la sostenibilità e l’attenzione al green avvalorano la scelta nei confronti di edi ci attenti a queste caratteristiche attribuendo anche alle strutture un ruolo di primo piano. Infatti, investire in edi ci moderni ed ecocompatibili o re una migliore protezione contro l’aumento dei costi generali di gestione.
Quali sono le città, oppure le location extraurbane, da tenere d’occhio?
Oggi bisogna guardare con molto interesse a mercati come Genova e Torino dove, in un futuro prossimo, la velocità aumentata dei collegamenti comporterà una crescita della presenza di manager attratti dalla comodità dei trasporti in aggiunta ad una qualità della vita migliore rispetto a quella o erta da centri maggiormente stressanti. Realtà dove i costi quotidiani e degli immobili sono inferiori rispetto a quelli di città come Milano che
Il mattone può essere un bene rifugio sia in ottica di utilizzo personale, sia di generazione di una rendita L’orizzonte temporale è mediamente superiore ai 5 anniEsclusive Wannenes Properties. Villa La Guardatoia a Pescia .
comportano vantaggi economici considerevoli e maggiori margini di crescita dei prezzi delle case.
In merito al taglio dell’immobile, è meglio preferire una dimensione ampia, un mansion, oppure dividere l’investimento in tante soluzioni più piccole?
A livello di investimento ritengo che la diversi cazione sia sempre necessaria, inserendola in un’ottica più ampia di difesa e incremento del patrimonio complessivo.
La scelta immobiliare deve avere due caratteristiche: un prezzo inferiore rispetto al suo valore intrinseco di struttura e di contesto sociale di zona oltre che la veri ca dell’orizzonte temporale dell’investimento di modo che sia compatibile con le valutazioni precedenti. Un investimento a 15 anni ha margini di manovra più ampi, ma deve fare più attenzione al contesto macroeconomico, ai tassi d’interesse e all’evoluzione del territorio. Chi lavora nel breve ha pro tti minori, ma rischi più calcolabili ed è meno soggetto alle dinamiche globali. La certezza è comunque sempre una: la qualità della strategia e dell’investimento paga sempre.
Quali sono le principali o erte Wannenes Properties della stagione?
Guardiamo con molto interesse al real estate milanese dove gli immobili che abbiamo avuto in gestione non sono rimasti sul
mercato per più di due settimane. Attualmente stiamo gestendo in trattativa privata diverse proprietà di gran pregio mai state sul mercato che proponiamo in primis ad investitori privati del nostro portafoglio clienti che conta 33.000 contatti a livello mondiale. Per fare un esempio concreto, da pochi giorni abbiamo acquisito in esclusiva una meravigliosa villa storica in Lucchesia, Villa La Guardatoia, appartenuta alla stessa famiglia sin dall’anno della sua costruzione nel 1600 e uno chalet di oltre 900 mq con spa e cinema nelle alpi francesi. Contemporaneamente gestiamo soluzioni di dimensioni più contenute e più residenziali nelle principali città dove la casa d’aste ha
le sue sedi istituzionali. In aggiunta vantiamo partners che posso aiutare il cliente a valutare e accrescere l’asset allocation famigliare in modo da rendere l’investimento nei confronti del mattone una soluzione solida, pro cua e trasmettibile alle future generazioni. Da questa necessità nasce infatti la collaborazione tra Wannenes e Cuniberti&Partners Spa, che operano in sinergia per difendere ed incrementare il patrimonio degli investitori partendo da un’analisi della situazione mobiliare, immobiliare ed artistica per giungere alla creazione di un bilancio famigliare che possa permettere investimenti e caci e conformi agli obiettivi pre ssati.
Hauser & Wirth ristruttura e riquali ca palazzi esclusivi in giro per l’Europa L’ultima apertura è avvenuta alle Baleari, con la collaborazione di grandi artisti
DI ALESSIA ZORLONIC’è tempo no al 13 novembre per organizzare una vacanza alle Baleari e visitare la mostra di Rashid Johnson nella nuova sede di Hauser & Wirth
La mega-galleria, con più di 14 sedi nel mondo – tra cui Zurigo, Londra, New York, Somerset, Los Angeles,
Hong Kong, Gstaad, St. Moritz -, ha inaugurato l’anno scorso un centro d’arte sull’Isla del Rey, al largo di Minorca. L’ospedale navale un tempo fatiscente, gli edi ci annessi del XVIII secolo e le rovine di una basilica del VI secolo sono stati restaurati dall’architetto argentino Luis Laplace e trasformati in un
centro culturale, con otto gallerie dal respiro internazionale. Oltre allo spazio espositivo, la struttura comprende un ristorante, chiamato Cantina, un negozio e spazi per eventi per un totale di 1.500 metri quadrati. Gli spazi esterni, ad opera del paesaggista Piet Oudolf, prevedono un percorso di sculture
con opere di artisti come Martin Creed, Louise Bourgeois, Eduardo Chillida, Joan Miró e Franz West.
La mostra “Sodade”, la prima dell’artista in Spagna, ripercorre attraverso l’esposizione di dipinti e sculture la pratica del famoso artista americano. Autore multidisciplinare, Rashid Johnson è noto per l’incorporazione di una vasta gamma di materiali e oggetti nelle sue opere (come burro di karité, sapone, radio, libri, copertine di dischi, rocce e piante tropicali) attraverso i quali indaga sulle tematiche dell’identità, della memoria e dell’integrazione. Le sue narrazioni multimediali molto spesso prendono spunto da episodi della sua infanzia o da ri essioni correlate ai temi della blackness e dell’identità culturale afroamericana. Il mercato dell’artista è stato caratterizzato da una crescita esponenziale negli ultimi anni e il 2021 si è chiuso con un fatturato di $9,6 milioni. Il 2021 è stato l’anno migliore per l’artista, che stabilisce il suo record assoluto con Bruise
Painting “Or Down You Fall”. Si tratta di una grande tela di 243 x 213 cm, realizzata nello stesso anno in cui è stata battuta all’asta da Christie’s New York alla cifra di 2,1 milioni. La produzione dell’artista ha una forchetta di prezzo molto vasta che va da 20mila a 3 milioni di dollari.
I lavori più quotati sono le grandi tele delle serie Untitled Escape Collage e Untitled Anxious Men/Audience in cui l’artista impiega una tecnica mista, mentre la quasi totalità dei top lot sono delle wet paint, ovvero opere di recente creazione, in quanto prodotte entro 5 anni dalla vendita in asta.
Gestione famigliare Con oltre 90 artisti e un nutrito programma di attività che spazia dall’arte sino alla sostenibilità Hauser & Wirth è un’azienda a
conduzione familiare oggi conosciuta a livello mondiale che nell’arco di 30 anni è riuscita a dare nuova vita a edi ci storici, ristrutturandoli e riconvertendoli in spazi dedicati all’arte contemporanea. La galleria svizzera, fondata nel 1992 da Iwan Wirth, Ursula Hauser e Manuela Wirth, ha recentemente annunciato l’intenzione di aprire un nuovo spazio a Parigi, vicino agli ChampsÉlysées, nell’ottavo arrondissement.
La galleria parigina avrà sede in un intero hôtel particulier risalente al 1877, al civico 26 bis di rue François 1er e si estenderà su quattro piani per un totale di 800 metri quadrati. L’edi cio neoclassico, che ospitava un tempo La Maison Decor, una galleria d’arte decorativa attiva no agli anni Quaranta, sarà ristrutturato da Luis Laplace e inaugurato nel 2023.
Bruise Painting “Or Down You Fall” (2021) 2021 Christie’s, Stati Uniti $2.100.000
Anxious Red Painting December 18th (2020) 2021 Christie’s, Stati Uniti $1.600.000
The Crowd (2017) 2022 Sotheby’s, Hong Kong$1.019.624
Untitled Escape Collage (2019) 2019 Sotheby’s, Stati Uniti$950.000
Untitled Anxious Audience (2016) 2021 Sotheby’s, Stati Uniti$900.000
Color men (2015) 2021 Sotheby’s, Hong Kong$772.913
The Wave (2014) 2021 Sotheby’s, Regno Unito$755.650
Untitled Anxious Audience (2018) 2019 Christie’s, Stati Uniti $720.000
Untitled Escape Collage (2016) 2022 Phillips, Stati Uniti $650.000
The Moment of Creation 2021 Sotheby’s, Stati Uniti$430.000
Talento e forza di volontà alla base del successo di Micelotta Il barman, noto in tutto il mondo, si racconta in un libro
DI LUIGI DELL’OLIOSi de nisce un “oste tuareg internazionale” perché la sua vita professionale è stata in giro per il mondo, presso i bar più prestigiosi. Tony Micelotta, “Stella al Merito” ricevuta nel 2012 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per i meriti acquisiti sul campo, ha alle spalle 45 anni di attività come barman nei quali ha raccolto una serie di aneddoti, che racconta in “Da Giove al cocktail: il passo è breve. L’astrologia nel bicchiere”, volume edito dalla Compagnia della Stampa-Masetti Rodella.
Londra, Washington, Genova e Venezia. Sono solo alcune delle località nelle quali ha lavorato come maestro di cocktail e capo dei bar ubicati negli alberghi più esclusivi. Qual è stata la scintilla che ha dato l’avvio a questo percorso?
Frequentavo senza particolare trasporto un istituto tecnico a Bologna, la mia città natale, e nei ne settimana lavavo i bicchieri nei locali della zona per mettere da parte qualche risparmio. Così decisi di iscrivermi all’istituto alberghiero e subito dopo la ne degli studi ottenni
un contratto a tempo indeterminato presso un hotel bolognese della famiglia Marzotto. Qui conobbi il mio mentore, Benito Lucchesi, il quale mi spronò a emigrare per mettermi alla prova. Così partii per Londra, dove ebbi esperienze altamente formative all’hotel Intercontinental al Savoy.
A Londra ha anche diretto il bar del Dukes… Sì, all’inizio di questo secolo. Al momento del pensionamento di Gilberto Preti, fui chiamato a sostituirlo in quella che è considerata la casa del Martini. Nel frattempo
avevo fatto altre esperienze, tra cui in crociera, a Genova, a Gardone Riviera, dove ora risiedo, e all’hotel Ambasciatori di Roma.
Gli ultimi dodici anni li ha trascorsi a Venezia... Esatto, alla guida dei tre bar dell’Hotel Excelsior, cuore pulsante della mostra del cinema più antica del mondo. È stata un’esperienza impagabile perché tutti gli attori e i giornalisti venivano al Blue Bar per le pause riposo e per realizzare le interviste. Così ho avuto modo di conoscere – tra gli altri – Al Pacino, Roberto De Niro, Johnny Depp, Quentin Tarantino, Abel Ferrara e Bernardo Bertolucci.
C’è qualcuno che l’ha colpita più di altri?
Mi viene in mente un episodio del 1998 avvenuto al bar del teatro Bolshoi di Mosca. Ero lì al seguito delle massime istituzioni italiane impegnate in una serie di incontri commerciali con quelle sovietiche e mi capitò di servire Raissa Gorbaciova, che chiacchierava con Gianni Agnelli. Ricordo l’intensità straordinaria delle sue pupille, che
esprimevano la straordinarietà della sua persona.
Ricordo un’ora passata a chiacchierare al bar del Dukes con Paul Mcartney e l’incontro con Shia LeBoeuf a Venezia, con il quale mi so ermai a lungo a parlare di golf. Quest’ultimo poi ripartì con il taxi-boat e pochi minuti dopo lo bloccò chiedendo di essere riportato indietro perché aveva dimenticato di salutarmi e lo fece con grande calore.
Una lunga carriera, incontri straordinari. Cosa si sente di consigliare a un giovane che sogna di fare carriera come barman o mixologist, come si usa dire oggi?
Essenzialmente due cose. Di scegliere una scuola di formazione valida, rifuggendo dai corsi brevi che propongono risultati miracolosi, e poi di avere tanta umiltà, il che signi ca non scoraggiarsi se si inizia dal basso, ma insistere senza mai perdere la passione per quello che si fa. Spesso questa dote manca tra i giovani che incontro ora che mi dedico alla docenza. La passione è fondamentale perché un cocktail lo sanno fare tutti con un po’ di pratica, ma lo stile dell’ospitalità è qualcosa che nasce dal cuore e si a na con tanta esperienza. “L’amicizia è solida tra gli uguali” è una frase di Cicerone che mi ha guidato negli anni e mi ha portato a tenere sempre un pro lo basso, concentrandomi sulla traduzione in gestualità di
uno stile che ho appreso da alcuni tra i migliori esponenti di questa professione nell’ultimo mezzo secolo. “La qualità non è mai un incidente, ma è sempre il risultato di uno sforzo intelligente”, secondo John Ruskin, docente dell’Università di Oxford che ho avuto modo di conoscere durante la mia esperienza americana.
Chiudiamo con l’attualità. Come nasce l’idea di un libro sui punti di incontro tra il buon bere e l’astrologia?
Sono due mondi apparentemente lontani, ma con tanti punti di contratto. Entrambi, ad esempio, hanno la capacità di investire l’anima toccando le leve più profonde del nostro essere.
Balenciaga ha svelato la campagna per la collezione winter 2022, che vede come protagonista Kim Kardashian attraverso la lente di Daniel Roché. Il nuovo adv sviluppa il tema della collezione, ovvero un tempo futuro, un tempo per lo più simulato. Demna, il direttore creativo del brand, ha presentato la collezione durante la Paris fashion week all’interno di una teca come il set di un lm per ricostruire un clima impervio di ghiacci e fulmini. La campagna corrispondente vede pezzi della collezione indossati da Kim Kardashian ma anche da Alexa Demie, Big Matthew, Khadim Sock e Kim Yeon-koung. La campagna comprende anche una serie di video realizzati dal regista Mau Morgo, dove gli ambienti cambiano rapidamente attraverso una fotogra a in timelapse da una stagione all’altra, mentre i look rimangono gli stessi. Morgo è un direttore creativo, designer e artista visivo che si concentra sulla creazione di esperienze uniche e animazioni sperimentali. balenciaga.com/it
DIFASHION BALENCIAGA SCEGLIE KIM KARDASHIAN PER LA COLLEZIONE INVERNO 2022Kim Kardashian
Calvin Klein si concentra sul minimalismo. Tra i pezzi chiave della prossima stagione, oltre all’immancabile denim, capi di intimo e loungewear. Per la campagna, fotografata e diretta da Alasdair McLellan, Calvin Klein ha reclutato una serie di celebrità e in uencer internazionali. Oltre alla stella del K-pop Jennie delle Blackpink, ci sono l’attrice e regista Chloë Sevigny, il cantautore e attore Dominic Fike, l’attrice, performer e cantautrice MJ Rodriguez, l’attrice e attivista Susan Sarandon e l’attore e produttore Yahya AbdulMateen. Dei cosiddetti “Culture Shaper”, ossia personalità di in uenzare target diversi tra loro. Gli scatti ricordano gli iconici anni ’90: sono moderni, essenziali e sensuali. Molte delle fotogra e sono in bianco e nero, e ritraggono personaggi, celebrities e modelli di età diverse, ciascuno con il proprio target. Il denominatore comune è l’in uenza che riescono ad esercitare sul proprio pubblico, e il loro impegno nel sociale. Oltre alle foto, McLellan ha realizzato anche una serie di video a episodi che catturano l’essenza di ogni personaggio, e che vengono di usi quotidianamente sui canali social del brand. calvinklein.com
Se c’è una stilista da sempre pioniera nel campo della sostenibilità, questa è Stella McCartney. Vegetariana da tempi non sospetti, la glia di Paul McCartney dei Beatles non ha mai utilizzato pelli né pellicce per i suoi capi d’abbigliamento. E ora, fedele al suo credo, approda nell’universo beauty con una linea skincare green-oriented, realizzata assieme alla multinazionale LVMH. Le formule di Stella by Stella McCartney – questo il nome del nuovo beauty brand –contengono almeno il 99% di ingredienti di origine naturale e sfruttano solo principi attivi vegani e cruelty free. Inoltre, ogni fase del ciclo di vita dei prodotti è stata testata per ridurne l’impatto sul pianeta, dalle materie prime al packaging e dalla produzione all’utilizzo da parte del consumatore nale. Va da sé che i aconi siano ricaricabili e, dunque, in linea con le ultime tendenze della green-beauty. Con questa novità, inoltre, Stella McCartney ha scelto di sostenere la ONG Wetlands International, impegnandosi a donarle l’1% delle vendite nette. stellamccartney.com/it
Il sigaro Antico Toscano è stato eletto “Best Cigar Other Countries” durante la Cigar Trophy Award Ceremony 2022. A sancire la vittoria sono stati i i consumatori, che hanno partecipato alla votazione online organizzata dall’autorevole rivista internazionale Cigar Journal. A ricevere il prestigioso riconoscimento, consegnato durante la cerimonia di premiazione tenutasi presso l’InterTabac a Dortmund, è stato Stefano Mariotti, amministratore delegato di Manifatture Sigaro Toscano. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento per tutte le persone che sono dietro a questo successo: partendo dalla nostra liera e dai nostri coltivatori a tutti i colleghi di MST e ai nostri partner che distribuiscono il sigaro Toscano nel mondo. Ovviamente un ringraziamento particolare va a tutti i consumatori che hanno dato al sigaro Antico Toscano la loro preferenza”.
Esposizione a fattori azionari Value, Momentum e Quality
La Cupra Formentor VZ5 Taiga Grey è la nuova versione speciale in serie limitata e numerata, disponibile in soli 999 esemplari in tutto il mondo. Contraddistinta dal colore esclusivo Taiga Grey, la nuova versione di Cupra Formentor VZ5 o re di serie tra gli altri fari Led Matrix, cerchi in lega da 20” VZ5, badge identi cativo VZ5, Top View Camera, portellone elettrico con sistema “handsfree” ed estrattore posteriore con niture in bra di carbonio e 4 terminali di scarico. Il Suv coupé ad alte prestazioni include la tecnologia Torque Splitter per aumentarne l’agilità. Il sistema, alloggiato al posteriore, è a comando elettroidraulico con due frizioni indipendenti e consente un controllo indipendente della coppia su ciascuna ruota posteriore. Ciò signi ca che può trasferire la potenza tra le ruote posteriori sinistra e destra durante le curve, conferendo a Cupra Formentor VZ5 una destrezza ancora maggiore quando la guida diventa più impegnativa. Il costo? 70.500 euro.cuprao cial.it
Holding industriale, società di investimento in piccole e medie aziende del made in Italy, si lancia nel mondo delle lavorazioni speciali. Attraverso la controllata Holding Moda, il gruppo torinese ha acquisito una quota del 30% (con opzione per salire no alla maggioranza nei prossimi anni) del gruppo bolognese Rilievi, specializzato nella realizzazione di ricami di alta gamma per i brand del lusso, dal ceo Michele Galliano la cofondatrice Simona Finelli e l’art director Stefania Marocchi. Nato nel 1991 per iniziativa di sette donne a seguito di un programma di formazione e sostegno all’imprenditoria, promosso dalla città di Bologna e dalla Confederazione nazionale dell’artigianato, Rilievi si è espansa anche all’estero ed è oggi presente in Italia, India e Stati Uniti, raggiungendo un fatturato aggregato superiore a 12 milioni di euro. Sono quindi nove le aziende controllate dalla holding che prosegue nel percorso di investimento nelle eccellenze della liera della moda italiana. La neo acquisita si va ad aggiungere a Uno Maglia, Alex&co, Rbs, Albachiara, Gab Group, Project o cina creativa, Valmor e, prima di Rilievi, Famar.
CUPRA FORMENTOR VZ5 TAIGA GREY,Michele Galliano
Non è già più il social prediletto dai giovanissimi, ma Instagram resta una delle piattaforme più importanti per l’attività di marketing degli in uencer. I quali, sempre più spesso, utilizzano reel e post come una vera e propria fonte di reddito. E non c’è da stupirsi, se si considera che per un singolo post c’è chi arriva a incassare oltre 2 milioni di dollari. A fare i conti in tasca agli in uencer più seguiti del momento è la piattaforma Hopper HQ, che o re servizi per la creazione, piani cazione e programmazione di contenuti ai principali social network. La società britannica pubblica ormai da sei anni una classi ca degli in uencer più pagati su Instagram (e, ultimamente, anche su Tik Tok e Pinterest): stando ai risultati dell’edizione 2022, la top 100 è dominata dalle donne, con il 67% delle presenze, mentre sul podio troviamo ben due star del mondo dello sport. Non sorprende che la prima italiana a comparire nella graduatoria sia Chiara Ferragni, in 82esima posizione e incasellata nella categoria “moda”. Ai primi posti troviamo in realtà una serie di celebrities, gure che guadagnano cifre spaventose anche a prescindere dai social: Cristiano Ronaldo è in prima posizione con 442 milioni di follower e un guadagno di 2,4 milioni di dollari a post, seguito da Kylie Jenner (338 milioni di follower; 1,8 milioni di dollari a post), Lionel Messi e Selena Gomez. Attenendoci invece agli in uencer “puri”, la classi ca cambia un po’. Ecco le prime posizioni (molto simili per la verità a quelle che troviamo nella lista dei TikTokers).
L’italiano Lame straccia tutti con ben 77,7 milioni di follower
le donne in vetta c’è la Pons, con Ferragni all’82esimo posto
La cantante Adele ha messo in vendita la sua proprietà di Beverly Hills, in California: il prezzo richiesto è di 12 milioni di dollari. Situata nel quartiere di vip noto come Hidden Valley, la casa ha una super cie di circa 510 metri quadrati, ed è caratterizzata da un ampio open space adibito a soggiorno e sala da pranzo con un caminetto, un u cio con pannelli in legno, una cucina abitabile con cantina per i vini e accesso al giardino. Al piano superiore si trovano un’ampia sala giochi e tre stanze da letto, di cui una suite principale con camino, due armadi e un bagno con vasca, doccia a pioggia e bagno turco. All’esterno, il giardino comprende una piscina, una spa e un’area lounge circondata da pietre, un campo sportivo, una cucina all’aperto e terrazze coperte da tralicci per mangiare. Fanno parte della proprietà anche orti, alberi da frutto e un pollaio circondato da un prato. La 34enne Adele, che ha già diverse altre proprietà a Beverly Hills, aveva acquistato la casa lo scorso maggio da Nicole Richie per quasi 10 milioni di dollari.
Ra aella Carrà arriva sulle monete da due euro. Lo ha deciso la Zecca di Stato: il volto e il caschetto biondo dell’iconica artista emiliana scomparsa a luglio 2021 appariranno nel 2023 sulle monete di taglio più grande.
E non si tratterà di un unico pezzo da collezione, bensì di una moneta commemorativa che viene emessa dall’Unione Europea “per ricordare anniversari di eventi storici o per porre in risalto eventi attuali di particolare importanza”. Ogni anno, infatti, i Paesi membri della zona euro possono coniare e mettere in circolazione monete commemorative e il 2023 sarà dedicato alla regina del tuca tuca.
L’Istituto poligra co dello Stato, scrive Repubblica, ha condotto un sondaggio fra gli italiani per decidere il nome di una donna da inserire nella collezione dedicata ai grandi artisti italiani.
Tra le candidate c’erano Monica Vitti e Anna Marchesini, ma alla ne la scelta è ricaduta sulla Carrà.
È possibile prevedere una tempistica più lunga del Ccnl a condizione di pagarlo
La lettura delle norme tra giurisprudenza e authority: opportunità e costi
DI GIORGIO MOLTENI*Per “stabilizzare” il rapporto di lavoro con i dipendenti più quali cati, spesso le banche stipulano un patto di prolungamento del preavviso in caso di dimissioni, in base al quale il dipendente si obbliga a osservare un periodo di di durata superiore a quella prevista dal Ccnl. A fronte dell’assunzione di tale obbligo, la banca corrisponde al dipendente - per tutta la durata di vigenza del patto - uno speci co compenso, che in genere viene pagato mensilmente.
La possibilità di prolungare il periodo di preavviso è espressamente prevista dal Ccnl di settore (cfr. art. 79 del Ccnl 31 marzo 2015, confermato dal Ccnl 19 dicembre 2019), che prevede la derogabilità, per accordo tra le parti, del preavviso in caso di dimissioni: “…le dimissioni devono essere presentate per iscritto con il preavviso di un mese, salvo diverso termine concordato…”; analoga pattuizione è prevista dal Ccnl. dei dirigenti delle aziende di credito, eccettuato il di erente periodo di preavviso (che, per i dirigenti, è di tre mesi). Anche la giurisprudenza ha più volte a ermato la legittimità
di tale patto, a condizione, però, che sia previsto un corrispettivo in favore del dipendente: “la durata legale o contrattuale del preavviso è dunque derogabile dall’autonomia individuale in relazione a nalità meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico, quale quella per il datore di garantirsi nel tempo la collaborazione di un lavoratore particolarmente quali cato, sottraendolo alle lusinghe della concorrenza, mediante l’attribuzione al dipendente di ulteriori bene ci economici e di carriera in funzione corrispettiva del vincolo assunto dal dipendente circa la limitazione della facoltà di recesso ancorandone l’esercizio ad un più lungo periodo di preavviso” (cfr. Cass. 12 marzo 2015, n. 4991; Cass. 15 settembre 2016, n. 18122 e Cass. 18 luglio 2018, n. 19080).
Si deve in ne segnalare che, in base alle disposizioni della Banca d’Italia in materia di politiche e prassi di remunerazione del sistema bancario (circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti) gli importi pagati a titolo di patto di prolungamento del periodo di
preavviso costituiscono retribuzione variabile (con conseguente applicazione di clausole di “malus” e/o di “claw back”), trattandosi di corrispettivo a fronte di una speci ca obbligazione che il personale è tenuto ad adempiere in occasione della cessazione del rapporto di lavoro.
*Partner dello studio legale Tri rò & Partners
Private banks in Switzerland experienced a great rise in asset under management in 2021 At the same time in the past three years institutes with operating losses have increased
BY DOMINIK WEBER (Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)Private banks in Switzerland experienced a golden year in 2021. Assets under management rose CHF 373 billion (12.9 percent) last year to CHF 3.263 billion, with that growth largely attributable to CHF 131 billion in net new money and CHF 234 billion generated through extremely positive performance on stock and foreign exchange markets. Ninety-one percent of banks reported growth in assets under management in 2021, with median growth hitting a record of 13.7 percent. Gross pro t increased to CHF 5.8 billion in 2021 and operating income rose to CHF 19.7 billion. “ e gures are evidence that the Swiss wealth management business has overcome the biggest challenges and successfully defended its status as the leading global wealth management center,” says Christian Hintermann, Partner Financial Services at KPMG Switzerland, who headed up the study.
Despite these outstanding results, the gap between strong and weak private banks continues to widen. Even in the extremely positive
environment, the past three years have seen the number of banks with operating losses increase.
e median return on equity came in at 10.1 percent for strong banks and -2.0 percent for weak banks.
“ e strong banks are entering a clearly deteriorating macroeconomic environment from a robust starting point. e uncertain economic environment will be enormously challenging for weak and moderately strong banks, and that will trigger another accelerated decline in the number of private banks,” adds Philipp Rickert, Head of Financial Services at KPMG Switzerland.
Big will dominate the landscape With the dilution of banking secrecy and the tax transparency ushered in by the Automatic Exchange of Information, many private banks have implemented strategic and operational improvements and invested in repositioning their businesses. With success: excluding UBS and Credit Suisse, a group of eight large Swiss private banks has emerged over time that account for nearly 80 percent of assets under management among the banks
included in the study and nearly 90 percent of gross pro t.
“ is high growth is the consequence of sustained market success. Better client service and above-average performance have enabled the Big 8 to retain existing clients, increase their share of wallet and gain new clients,” explains Philipp Rickert. Crucially, this success is putting these banks in a position to attract the best people and invest continuously in highquality services, tailored products and digital initiatives. at, in turn, allows banks to stabilize their income margins in a highly competitive market.
e number of private banks in Switzerland dropped from 99 at the end of 2020 to 92 in June 2022. Strong momentum in the M&A market, which featured ten transactions at the rst three months 2022, stalled due to uncertainty arising from the war in Ukraine, rising in ation and interest rates as well as fears of a looming recession.
Switzerland’s independent asset manager (IAM) sector has also
been pro table in the past few years. More than CHF 100 billion in assets under management are managed by 37 of the largest IAMs; this exceeds the combined CHF 69 billion in client assets managed by the 29 small private banks included in this study. But the IAM market is also changing: greater regulatory requirements, growing interest from foreign private equity investors and an aging advisor base that is nearing retirement.
By the end of July 2022, only 400 of the 2,100 IAMs had been licensed by FINMA in compliance with
the Swiss Financial Institutions Act (FinlA). “Most IAMs are very small rms that, under the current time pressure, may have to sell their business rather than apply for the license. is could lead to a signi cant rise in M&A activity or the disappearance of many small players,” explains Christian Hintermann.
After many years of increasing asset prices on the nancial markets and ten years of negative interest rates, in ation is back and interest rates
are rising. e group of strong private banks is well positioned to make a stand against the mounting headwind triggered by an increasingly likely economic stagnation or even recession. Weaker banks, which were able to pro t during a record-long stock market boom, will be pressured to take action. KPMG Switzerland expects that this new reality will heighten the need for consolidation among Switzerland’s weaker private banks and that the Swiss nancial center will see a new wave of market exits and greater consolidation.
KPMG Switzerland expects that this new reality will heighten the need for consolidation among Switzerland’s weaker private banks and that the Swiss nancial center will see a new wave of market exits and greater consolidation