EDITORIAL
Nuove priorità, nuovi modelli
La gestione degli investimenti e dei risparmi sta crescendo a ritmi vertiginosi. Secondo una nuova analisi del settore a cura di Bain & Company, la domanda di servizi di wealth management è infatti destinata a raddoppiare rispetto al 2021, così come i ricavi che supereranno i 500 miliardi di dollari entro il 2030. Lo studio dimostra che questi servizi hanno il potenziale per offrire a qualsiasi operatore del settore di raddoppiare la propria capitalizzazione di mercato. Tuttavia, la realizzazione di questo potenziale risulta sempre più sfidante, a causa dell’affacciarsi al mercato di clienti con priorità diverse, che richiedono nuovi modelli, nuove offerte e nuovi servizi. In particolare tra il 2021 e il 2030, Bain & Company prevede un incremento pari a 90.000 miliardi di dollari di liquidità a livello globale da parte di tutti gli investitori, con circa metà di questa ricchezza proveniente da individui con un patrimonio compreso tra 100.000 e 1 milione di dollari. L’America e la regione dell’Asia-Pacifico guideranno questa crescita. Con l’espansione della nuova clientela, crescono anche le loro diverse priorità. Tra queste: ESG. Il 75% dei millennial benestanti considera gli aspetti ESG un fattore importante nelle decisioni
di investimento. Bain & Company prevede che gli asset legati all’ESG costituiranno circa il 46% di tutti gli asset in gestione entro il 2030, rispetto all’attuale 33%.
Mercati privati. La rapida crescita e la sovraperformance dei mercati privati rispetto a quelli pubblici hanno stimolato l’appetito degli investitori, spingendo diverse società wealthtech ad ampliare l’accesso al private equity e al debito.
Asset digitali. La market cap delle società pubbliche che emettono criptovalute ha toccato quota 2.200 miliardi di dollari, prima di scendere a 1.300 miliardi lo scorso maggio. Molti consulenti prevedono di investire tra l’1% e il 5% dei portafogli dei clienti in asset digitali nei prossimi cinque anni. Soluzioni di previdenza. Gli investitori sono alla ricerca di soluzioni innovative di accumulo previdenziale per mantenere un tenore di vita confortevole. Un altro trend a cui assisteremo, infine, è una spinta ulteriore verso l’M&A. I rendimenti di scala saranno superiori di circa il 35% per chi applicherà un modello ad alta intensità digitale – con soluzioni high tech e high touch –rispetto ai modelli tradizionali. Per ottenere il vantaggio competitivo di una maggiore scala, quindi, molte aziende ricorreranno a fusioni e acquisizioni.
ANDREA GIACOBINOanno 8 - numero 09 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015
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Opinioni
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CONTENTS
MARKETS
7Verso i PB Awards
polizze su misura
Iqbal Khan sotto la lente
Il fisco alza il tiro con Vera
cambi di poltrone
La dinasty dei Moretti Polegato
senza sosta per il pb italiano
OPINIONS
30Le caratteristiche della società semplice 34 Le sfide per il nuovo Governo 36Responsabilità rafforzata 40La fiscalità del risparmio gestito 80La family constitution 100 Esodo dei banker a rischio sanzioni
Big Data verso la maturità
Lotak Mahindra protagonista del Subcontinente
Fumagalli di Banco Desio si racconta
Banche, vince chi si mette in gioco
per diversificare
Preziosi in asta
e archivi d’artista
Specializzati per natura
Forever Bambù punta sulla sostenibilità certificata
LIFESTYLE
INVESTMENTS 38Il re dei cognac 50Acqua a piccoli sorsi 62 Il dolce benessere del miele 66Mega yacht in mostra 68Estate in vigna
Librerie in mostra
Bar in casa
Paura del no
Self-made milionarie
Gap sanitario da colmare
OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
ANGELO DEIANA
Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 28
DIEGO OCCARI
Dottore commercialista e revisore legale, è il fondatore di Prima Fiduciaria, società capofila del gruppo internazionale che comprende Prima Fiduciaria Spa (Limena), Protezione Fiduciaria Srl (Milano) e Prime Trustee Company (Londra). pag. 30
MARCELLO GUALTIERI
Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’associazione Duchini-Studio del pensiero economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino. pag. 34
LUCA COSLOVICH
Barman di fama internazionale, lavora da sempre nel segmento del lusso. Ha curato l’apertura di locali in Italia e all’estero (tra cui Mosca e Prega). Attualmente opera al Casinò di Monte Carlo. pag. 38
ROBERTO FALZONI
Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è il fondatore e proprietario di Denarius Conseils & Gestion SA, multifamily office basato a Ginevra. pag. 48
SIMONA MAGGI
Direttore scientifico dell’Associazione Italiana Private Banking, realizza costantemente ricerche sull’evoluzione del mercato della gestione dei grandi patrimoni. pag. 58
MASSIMILIANO
CAMPEIS
Avvocato cassazionista e full member di Step è managing partner dello studio Campeis, che si occupa principalmente di pianificazione patrimoniale, diritto societario e operazioni straordinarie d’impresa. pag. 80
Direttore del Master in Art Market Management all’Università Iulm, ha fondato Art Wealth Advisory, specializzata nell’offerta di servizi di art advisory e nella formazione executive. pag. 88
Verso i PB Awards
L’edizione 2022 si svolgerà il prossimo 18 novembre a Milano Previsti 29 premi a professionisti e aziende del settore
DI L.D.O.È partito il conto alla rovescia verso i PB Awards, in programma il prossimo 18 novembre a Milano (inizio ore 18), presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana. Si tratta della settima edizione dell’evento organizzato da PRIVATE nel quadro della piattaforma ForbesLIVE. Saranno premiati
i principali protagonisti del mercato italiano relativo alla gestione dei grandi patrimoni e agli investimenti alternativi, nel corso una cena di gala alla quale prenderanno parte oltre 300 top manager delle principali realtà italiane e internazionali.
Una giuria di esperti definirà, a seguito di incontri periodici, i profili
che maggiormente si sono distinti durante l’anno in corso. L’edizione 2022 prevede 29 riconoscimenti: dai banker alle private bank, dagli advisor agli avvocati che operano nel settore, dagli specialisti degli investimenti alternativi alle società che maggiormente si sono distinte sul fronte dell’innovazione, sia It, che di business model.
Polizze su misura
Utmost Group punta su internazionalizzazione e specializzazione nel private insurance de Grenet: “L’Italia è tra i mercati in assoluto più interessanti per il nostro settore”
DI LUIGI DELL’OLIOUn’offerta di polizze assicurative come abiti sartoriali, costruite sulle specifiche esigenze del singolo cliente. Punta sul segmento del private insurance Utmost Group, realtà globale con headquarter a Londra (mentre la compagnia assicurativa operativa per il mercato italiano è basata in Irlanda), che vede nel nostro Paese uno dei mercati più interessanti per la struttura demografica e le esigenze di protezione e pianificazione patrimoniale che caratterizzano i detentori di grandi patrimoni. Come spiega in questa intervista Ugo de Grenet, head of wealth protection Europe and America Latina.
Iniziamo con una presentazione della società.
Utmost Group è stata fondata nel 2013 con l’obiettivo di creare un gruppo assicurativo operante a livello internazionale secondo il modello cross-boarding. Nove anni e 14 acquisizioni dopo, ha raggiunto la posizione di leadership. La divisione wealth solutions del gruppo Utmost ha raggiunto oltre 66 miliardi di euro di patrimonio grazie alle competenze dei nostri esperti e alle solide relazioni locali e
internazionali che abbiamo saputo costruire negli anni. Abbiamo scelto il nome Utmost perché significa il massimo obiettivo possibile e questo è un principio ispiratore del nostro gruppo: ci concentriamo sulla costruzione di un ambiente sicuro per la conservazione del patrimonio e l’eredità dei clienti. Un gruppo con sede nel Regno Unito e compagnie operative in varie giurisdizioni tra cui l’Irlanda essenzialmente rivolta al mercato europeo, che funge da base per una diffusione sostenibile a livello internazionale. A fine 2021, il gruppo contava poco meno di 76 miliardi di euro di attività amministrate e oltre 560mila clienti. Per completare il quadro dei numeri, abbiamo 1.500 dipendenti e un Solvency ratio del 177%, un livello che indica grande solidità. Dopo l’ultima acquisizione di Quilter International, completata nel 2021, Utmost è il leader europeo nel settore delle soluzioni vita rivolte alla clientela con grandi patrimoni.
Quali sono le ragioni delle numerose acquisizioni?
Il gruppo è stato fondato nella convinzione che tutti gli stakeholder, a cominciare dai clienti, possano
Il nome dell’azienda indica il massimo obiettivo possibile e questo è un principio ispiratore del nostro gruppo: ci concentriamo sulla costruzione di un ambiente sicuro per la conservazione del patrimonio e l’eredità dei clienti
ottenere un servizio migliore se sono serviti da un gruppo focalizzato nel proprio core business e possibilmente in costante crescita. Sviluppiamo le nostre attività sia attraverso la crescita organica, che per linee esterne grazie ad acquisizioni di realtà anch’esse attive nel settore in modo da valorizzare al meglio le competenze ed esperienze acquisite nel tempo.
Negli anni abbiamo rilevato portafogli di attività o intere compagnie vita da gruppi assicurativi generalisti sviluppando nuove sinergie e beneficiando delle economie di scala, in modo da ottenere una più efficiente allocazione del capitale e anche una migliore gestione del rischio grazie alla diversificazione su più mercati. Questo ci ha consentito di acquisire sempre più forza.
Cosa intende per “forza”?
Una compagnia finanziariamente forte e focalizzata sul proprio business è una garanzia per il cliente. La forza deriva dal fatto che l’assicuratore è chiamato a prestare un servizio destinato a durare nel tempo, anche
decine di anni, per rispondere agli obiettivi di pianificazione successoria, finanziaria, fiscale di lungo o lunghissimo periodo dei propri clienti. Inoltre, a causa della continua pressione sulla struttura dei costi, quale conseguenza di requisiti normativi sempre più stingenti, e della necessità di importanti investimenti in tecnologie e risorse umane, diventa essenziale sfruttare al meglio le economie di scala. In questo settore, come in altri, il futuro appartiene alle aziende meglio capitalizzate e con una strategia ben definita. La solidità finanziaria di una compagnia assicurativa vita può essere misurata in vari modi: margine di solvibilità, solidità del bilancio, conto economico, rating e dimensioni. Ma tutto ciò non è sufficiente a offrire un servizio d’eccellenza se alla base non c’è un piano organico e una strategia ben definiti e focalizzati.
Quali sono le vostre previsioni di crescita?
Il nostro obiettivo di breve termine è rafforzare la posizione di leadership. Continuiamo a investire sul nostro
marchio e a migliorare la nostra offerta di prodotti e servizi per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei clienti. La pandemia ha evidenziato l’importanza delle piattaforme digitali e tra le nostre priorità c’è il continuo miglioramento di questo canale.
In generale le prospettive per il mercato assicurativo rimangono positive, in quanto un numero crescente di individui con grandi patrimoni cerca la sicurezza e la tranquillità che un’efficiente soluzione assicurativa di investimento può offrire anche e soprattutto in periodi di crisi e di forti cambiamenti.
Puntate sul reclutamento?
In caso positivo, quali sono i profili ricercati?
Siamo un’azienda in costante crescita con un programma di assunzioni sempre attivo e rivolto verso tutti i principali mercati serviti.
Le assunzioni si concentrano sulle aree che stiamo sviluppando. In questo periodo la ricerca si concentra sui servizi alla clientela e nel settore IT, con particolare riferimento allo sviluppo della nostra piattaforma online e ai servizi tecnici e legali. In quest’ultimo ambito cerchiamo candidati che parlino la lingua locale e che abbiano un’approfondita conoscenza del quadro fiscale, legale e normativo di ciascun mercato che serviamo.
Garantire un elevato livello di assistenza tecnica è essenziale per mantenere un servizio adeguato in ciascuno dei nostri mercati
garantendo che i prodotti offerti si mantengano aggiornati e adeguati alle mutevoli regolamentazioni.
Perché avete scelto come specializzazione l’offerta di polizze vita per i grandi patrimoni?
Da tempo stiamo assistendo ad uno sviluppo demografico ed economico che inevitabilmente comporterà il trasferimento di importanti patrimoni alle future generazioni. Si tratta di un fenomeno che riguarda gran parte dei paesi europei. Tra la clientela facoltosa registriamo, infatti, una crescente esigenza di protezione e pianificazione di lungo periodo. I nostri clienti hanno la necessità di rivolgersi a un assicuratore finanziariamente forte che possa accompagnarli per tutta la vita, che sia adeguatamente organizzato e anche focalizzato nel proprio core business senza conflitti di interesse. In definitiva, un partner assicurativo in grado di superare la prova del tempo.
Intanto la pressione sui margini sta scremando il numero di compagnie sul mercato. Come vi muovete alla luce di questo scenario?
L’industria assicurativa sta attraversando un periodo di grandi trasformazioni che comportano nuove sfide, ma anche grandi opportunità. Le dimensioni, le economie di scala e la forza finanziaria di Utmost Group sono quindi aspetti essenziali che ci consentono di rispondere rapidamente ai cambiamenti normativi e legislativi che si avvicendano nel corso degli anni. Siamo convinti che il nostro percorso fatto di acquisizioni e integrazioni di compagnie assicurative che operano su diversi mercati e giurisdizioni ci consente di rispondere al meglio alle nuove sfide. Il principio ispiratore della nostra crescita e del nostro sviluppo è la convinzione che le compagnie acquisite siano più forti se riorganizzate all’interno di un unico gruppo, offrendo così prodotti e servizi della massima qualità ai clienti, che da sempre sono al centro della nostra strategia. Puntiamo a stabilizzare i margini acquisendo –come già detto – alcune compagnie o semplicemente i loro portafogli di polizze vita consolidando il tutto in un unico gruppo nel quale sfruttare al meglio le sinergie.
Quali sono i vantaggi offerti da una polizza vita nell’ambito del passaggio generazionale?
Il passaggio generazionale, e in particolare la successione, rappresenta una fase particolarmente delicata per moltissime famiglie. Più i patrimoni sono rilevanti e la strutura delle famiglie è complessa (magari in seguito a più matrimoni e numerosi figli), tanto più il tema della successione necessita un’attenta pianificazione affinchè possa avvenire in maniera efficiente e possibilmente giusta almeno dal punto di vista economico.
In moltissimi casi l’assicurazione sulla vita rappresenta lo strumento più adatto a garantire una gestione ordinata di una fase cosi delicata. Non bisogna poi dimenticare che la polizza vita di unit-linked irlandese non è soltanto un mezzo efficace per la pianificazione patrimoniale, ma anche uno strumento di protezione del patrimonio rispetto a eventuali aggressioni da parte di terzi e anche di ottimizzazione fiscale.
Con quale struttura lavorate
nella Penisola?
Il mercato italiano, uno dei più importanti per il gruppo Utmost, è servito dalla nostra compagnia irlandese Utmost PanEurope.
Una realtà attiva da oltre 20 anni, regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda e autorizzata a operare in Italia in regime di libera prestazione di servizi. Distribuiamo le nostre polizze tramite realtà indipendenti attive nel settore bancario e dell’asset
management, che le collocano ai propri clienti direttamente o per il tramite di intermediari assicurativi indipendenti.
Offriamo una soluzione personalizzata che consente al cliente di scegliere il gestore patrimoniale e la banca depositaria che preferisce. I prodotti Utmost incorporano i ben noti vantaggi legali e fiscali offerti dalla polizza vita in una soluzione di investimento flessibile. I clienti possono ottimizzare il proprio portafoglio d’investimento scegliendo tra un’ampia gamma di banche depositarie e gestori patrimoniali, in base alla propria propensione al rischio, mantenendo il controllo sul proprio patrimonio.
Alla luce della vostra esperienza internazionale, quali sono le peculiarità del mercato italiano?
A differenza di buona parte dei paesi europei, l’Italia è caratterizzata da una popolazione mediamente più anziana tra i detentori di grandi patrimoni. Il tema della successione è dunque particolarmente sentito, anche se non sempre gestito adeguatamente nel nostro paese. Non solo il contesto socio-economico, ma anche una
regolamentazione particolarmente favorevole a soluzioni che agevolano la preservazione dei patrimoni fa sì che l’Italia sia un mercato particolarmente florido per le realtà che offrono soluzioni assicurative vita, in particolare quelle rivolte a clienti con grandi patrimoni.
Può indicarci i vostri elementi distintivi?
Oltre alla già citata solidità finanziaria e al rating del credito (Fitch ha indicato “A con outlook stabile”, ndr), siamo particolarmente focalizzati sulla competenza tecnica con risorse dedicate a ciascuno dei mercati in cui operiamo. Inoltre sottolineo la specificità offerta dalla regolamentazione irlandese per le polizze vita unit-linked rispetto a quelle di altre giurisdizioni, tra cui un ben definito impianto normativo che garantisce una forte governance e supervisione, nonché la segregazione degli attivi degli assicurati. Significativi sono anche i vantaggi fiscali che riducono i costi per i clienti migliorando la performance degli investimenti. Infine offriamo la “portabilita’” della polizza e cioe la possibilità di mantenere la polizza
anche a seguito di una cambio di residenza fiscale all’estero dei clienti.
Quali sono i vantaggi di una soluzione irlandese?
Diversi sono i vantaggi offerti, ad esempio, a differenza del regime lussemburghese, in Irlanda le fee di gestione del fondo interno dedicato sono esenti da Iva, vantaggio che si applica sia agli assicurati residenti nell’Ue, che ai non residenti. Inoltre il sistema giuridico e regolamentare irlandese è strutturato per favorire lo sviluppo dell’industria assicurativa. Tra le altre cose stabilisce che gli investitori-contraenti godano di un trattamento preferenziale rispetto a tutti gli altri creditori della compagnia assicurativa per quanto riguarda gli attivi che costituiscono le riserve tecniche delle loro polizze.
A breve il vostro gruppo spegnerà dieci candeline. È il momento di fare un bilancio.
I risultati fin qui ottenuti confermano la bontà della strategia seguita sin dalla nascita. In meno di due lustri abbiamo raggiunto la leadership europea come asset under management nel comparto del private insurance e vantiamo una forte solidità finanziaria testimoniata dal rating assegnatoci da Fitch. È la dimostrazione di come la costante ricerca dell’eccellenza, accompagnata dal totale allineamento con gli interessi della clientela, sia la strada migliore per crescere in maniera sostenibile a prescindere dai cicli di mercato.
Khan è arrivato in UBS nel 2019, proveniente da Credit Suisse, dove ricopriva il ruolo di ceo del global wealth management.
La rottura era stata la conseguenza di un caso di spionaggio nei suoi confronti, che aveva avuto grande enfasi sui media internazionali. La vicenda si era ricomposta con un accordo extragiudiziale, di cui non è mai stato
Famiglia multietnica
Nato 46 anni fa, figlio di padre pachistano e madre svizzera, si è trasferito nei Cantoni da Karachi all’età di 12 anni.
La formazione
Ha iniziato a lavorare come apprendista contabile a 15 anni nella piccola cittadina di Dübendorf, frequentando la scuola in orari serali.
Studi
Ha conseguito la laurea in Economia e Commercio prima di specializzarsi in materie finanziarie a Zurigo.
Esperienza nella consulenza
È entrato nell’allora Ernst & Young (oggi EY) nel 2001, diventando il più giovane partner in assoluto della branch svizzera del gigante attivo nella consulenza.
Trasparenza
Ha intuito prima di altri che la pressione internazionale avrebbe spinto la Svizzera a limitare la segretezza negli anni a venire e ha sollecitato le aziende clienti a muoversi in questa direzione.
Uomo-squadra
Molto amato dai suoi più stretti collaboratori, ha puntato sin dal suo arrivo sulla responsabilizzazione dei dirigenti a livello territoriale, riducendo i riporti gerarchici.
Megatrend
In questi anni è stato tra i sostenitori della transizione digitale nel gruppo svizzero e della focalizzazione sugli investimenti nei megatrend.
Spirito digital
In UBS è tra i manager con maggiori competenze in ambito digital e questo ne fa uno dei candidati al vertice del gruppo elvetico nel medio termine.
L’acronimo
Sta per Verifica rapporti finanziari e indica un software che effettuerà analisi del rischio di evasione basate sui dati dell’archivio dei rapporti finanziari.
Agenzia delle Entrate
Lo strumento verrà utilizzato dall’Agenzia delle Entrate, che in parallelo rafforzerà la collaborazione con gli organismi centrali e territoriali della guardia di finanza.
Classificazione
Le operazioni verranno numerate e classificate per dar vita a un vero e proprio tracciamento: lo Stato avrà una mappatura sufficientemente completa delle nostre movimentazioni finanziarie.
Strategia coordinata Questa novità rientra in un percorso che ha portato prima alla nascita della fatturazione elettronica, quindi all’introduzione del Pos obbligatorio presso gli esercizi commerciali.
VERA
Tasse non riscosse Sono più di 19 milioni in Italia gli evasori tra tasse, contributi e - soprattuttomulte non riscosse per un totale stimato in circa 1.100 miliardi di euro.
Privacy
Ogni traccia sarà inizialmente celata da numeri e pseudonimi che cesseranno qualora dovesse emergere un’incongruenza significativa fra le entrate dichiarate e le uscite.
Le spie
Gli indicatori che possono far scattare gli accertamenti sono relativi al possesso di beni che mal si conciliano con le dichiarazioni dei redditi effettuate dai contribuenti.
Regina del Subcontinente
Kotak Mahindra è ai vertici del private banking nel mercato indiano La sua strategia ora punta a conquistare i nuovi milionari del gigante asiatico
DI FRANCESCA VERCESIKotak Mahindra, una delle più antiche banche indiane, gestisce con la sua divisione private&wealth il patrimonio del 55% delle 100 famiglie più ricche del Paese. E ora la banca, con sede a Mumbai, intende intercettare anche la classe imprenditoriale emergente dell’India e non solo le storiche blasonate famiglie. A tal fine, la Kotak PB e WM insieme alla Kotak asset management (destinata alla formulazione dei prodotti di investimento) ha sviluppato un’offerta specifica per i millennial e le donne imprenditrici, che sono sempre più numerose, in un paese dove la condizione della donna resta tragicamente marginalizzata.
Guida in rosa
Sta di fatto che la banca sta costruendo programmi specifici per invitare i gruppi più giovani e le donne a partecipare a incontri con imprenditori e professionisti, incoraggiando il networking. Così, la Kotak PB e WM è considerata una delle più antiche e rispettate società di gestione patrimoniale indiane che ha, per l’appunto, come capo indiscusso una donna, Oisharya Das. La manager è stata parte integrante della
struttura sin dall’inizio e ha giocato un ruolo importante nella crescita del gruppo in India e altrove. Oisharya ha iniziato la carriera in Kotak Mahindra Group nel 1994. Dal 1999 è stata alla guida dei Private client services per le regioni dell’est dell’India di Kotak Securities. A seguire, è stata responsabile per le regioni di nord, est e ovest del business del private banking dell’intero gruppo. Si legge in una nota della banca: “solo quando le donne inizieranno a realizzare il loro vero potenziale economico, l’India raggiungerà il suo pieno potenziale di crescita”. Per contribuire alla sua missione, la banca ha pubblicato una serie di rapporti su questo tema, tra cui uno che presenta le 100 donne imprenditrici più attive in India, dove si cerca di “analizzare e comprendere l’evoluzione delle principali tendenze di creazione di ricchezza tra le donne e di evidenziare le loro storie di successo e il loro contributo in generale”.
I principali indicatori Fondata nel 2003, la banca oggi ha una capitalizzazione di mercato pari a 45 miliardi di dollari (luglio 2022) che la rende, secondo i dati di Companies market cap,
la 364esima società di maggior valore al mondo. Ha un business integrato in moltissime sotto divisioni capaci di coprire tutto lo spettro dei servizi finanziari. Offre prodotti bancari per aziende e clienti privati nei settori della finanza personale, dell’investment banking, delle assicurazioni sulla vita e della gestione patrimoniale.
A marzo 2022 è la terza banca privata indiana per attivi, dispone di 1.600 filiali, 2.519 sportelli automatici e un patrimonio di 72 miliardi di dollari. Secondo Goldman Sachs “la capitalizzazione di mercato di Kotak Mahindra Bank potrebbe superare la soglia dei 100 miliardi di dollari entro il 2026-27 poiché l’istituto di credito è pronto per la prossima fase di trasformazione”.
M&A decisivo per lo sviluppo
Nel 1985 Uday Kotak fondò la Kotak Capital Management Finance, società di investimento e di servizi finanziari, con un prestito di 40mila dollari da parte di parenti e amici. Nel 1986, Anand Mahindra e suo padre Harish Mahindra investirono denari nella società, successivamente
Oisharya Das
rinominata Kotak Mahindra Finance. Inizialmente la società si occupava di sconto di fatture e di attività di leasing e acquisto a rate. Negli anni ‘90 la società creò le divisioni di finanziamento per il mondo dell’automotive e quella di investment banking e ha ampliato la sua operatività all’estero.
Nel 1996, la società di finanziamento auto Kotak Mahindra Primus è
costituita come joint venture tra Kotak Mahindra Finance (60%) e Ford Credit International (40%). Quindi arrivarono business assicurativi e dei fondi comuni di investimento. Nel febbraio 2003, Kotak Mahindra Finance ottenne la licenza bancaria dalla Reserve Bank of India. In questo modo diventò la prima società finanziaria in India a essere trasformata in banca. Kotak Mahindra Finance fu poi rinominata Kotak Mahindra Bank. All’epoca, Uday Kotak deteneva il 56% della società, mentre Anand Mahindra ne deteneva il 5%.
Nel 2005, Kotak Mahindra Bank acquisì il 40% di Ford Credit in
Kotak Mahindra Primus, facendone una filiale controllata dal gruppo. La società fu poi rinominata Kotak Mahindra Prime; Kotak Mahindra Bank trasferisce il 49% di Kotak Mahindra Prime alla sua filiale stepdown Kotak Securities. Nel 2015 Kotak Bank acquisì ING Vysya Bank in un’operazione valutata 2,34 miliardi di dollari. A fusione completata, Kotak Mahindra Bank contava quasi 40mila dipendenti e il numero di filiali aveva raggiunto quota 1.261. Dopo la fusione, ING Group, che controllava ING Vysya Bank, possedeva una quota del 7% di Kotak Mahindra Bank. Nel 2017, Kotak Mahindra Bank acquisisce la quota del 26% di Old Mutual in Kotak Mahindra Old Mutual Life Insurance per 198,4 milioni di dollari, rendendo la compagnia di assicurazioni sulla vita una sua controllata al 100%.
Acquisizione da Tata Nel 2021, la banca comprò il 9,99% di Ferbine, realtà promossa dal gruppo Tata, per gestire un’entità ombrello pan-indiana per i sistemi di pagamento al dettaglio, simile alla National Payments Corporation of India. Kotak è presente anche a Singapore, Londra, negli Stati Uniti e in Medio Oriente attraverso le sue divisioni internazionali. “Tutte le entità del gruppo puntano a cogliere nuove opportunità differenziandosi tra prodotti, servizi e tecnologie. A livello globale cerchiamo di soddisfare le molteplici esigenze di servizi finanziari - consumer,
commerciali, corporate, credito e finanziamenti, intermediazione azionaria, gestione patrimoniale e asset management, assicurazioni (generali e vita) e investment banking - di privati e aziende”, ha detto Uday Kotak.
Il banker più ricco
Se non fosse stato per un incidente di cricket che lo ha quasi ucciso, Uday Kotak probabilmente non sarebbe il banchiere più ricco del mondo. Una palla che lo colpì alla testa e lo portò a un intervento chirurgico d’urgenza spinse il ventenne Kotak ad abbandonare il suo sogno di diventare un giocatore professionista. Dopo un breve periodo nell’azienda di famiglia che si occupa di commercio di cotone, consegue un Mba presso il prestigioso Jamnalal Bajaj Institute of Management Studies di Mumbai prima di iniziare a lavorare nel settore finanziario nel 1985, all’età di 26 anni. Oggi 63enne, ha un patrimonio stimato in circa 14 miliardi di dollari, secondo il Bloomberg Billionaires Index. Mentre l’India è alle prese con un’abnorme quantità di soldi in nero e di popolazione sottobancarizzata, la sua Kotak Mahindra Bank è riuscita a farsi strada, guadagnandosi la fiducia degli investitori iniziando a ridurre i prestiti ai settori più rischiosi e mantenendo una buona governance aziendale. Quando la pandemia di coronavirus si è aggiunta ai problemi del settore, erodendo la capacità di rimborso
2003
Anno di fondazione del gruppo 45
Capitalizzazione di borsa in miliardi di dollari 1.600
La rete di filiali 72
Il patrimonio in miliardi di dollari
dei mutuatari, la banca è stata una delle prime a raccogliere capitali per rafforzare il proprio bilancio. “Uday è uno dei banchieri più intelligenti del mondo”, ha dichiarato Anand Mahindra, presidente del gruppo Mahindra di Mumbai, il cui legame con Kotak nel 1986 ha portato appunto al nome dell’azienda. “Soprattutto ha capito che ciò che rende una banca sostenibile e duratura non sono solo le strategie ma anche una governance inattaccabile”.
La banca di Kotak si distingue in un Paese in cui gli istituti di credito hanno uno dei peggiori indici di trasparenza al mondo. I problemi per le banche indiane sono iniziati nel 2015, quando l’autorità di regolamentazione locale ha avviato una massiccia revisione contabile che ha portato alla luce prestiti in sofferenza nascosti. Questo ha portato a una crisi bancaria che ha limitato l’economia in generale e ha ulteriormente danneggiato la qualità degli attivi e ha ridotto i profitti. Kotak Mahindra Bank è stata in
grado di adattarsi. Ha ridotto i prestiti alle piccole e medie imprese e ai privati non garantiti. Le sue azioni sono salite di oltre il 24% annuo negli ultimi tre anni. Sebbene il suo rapporto di crediti deteriorati sia aumentato nel 2020, è comunque tra i più bassi, mentre il suo punteggio di adeguatezza patrimoniale è il più alto. Secondo Deepak Jasani, responsabile della ricerca retail di HDFC Securities “ha fatto carriera evitando di concedere prestiti ai settori più rischiosi, concentrandosi invece sull’espansione dei prestiti garantiti”.
Verso il passaggio di testimone Ora gli investitori iniziano a chiedersi cosa succederà dopo il suo passaggio di consegne. A differenza di molte imprese a conduzione familiare in India, Kotak ha evitato di inserire membri della propria famiglia nel cda della banca o in posizioni dirigenziali. Ciò ha contribuito a mantenere la fiducia degli investitori in un Paese in cui la mancanza di corporate governance e di trasparenza ha già fatto crollare tre banche e spinto vari istituti di credito al fallimento in meno di due anni. “È stato tutto merito di Uday”, ha detto Ananth Narayan, ex banchiere e professore associato di finanza presso lo S.P. Jain Institute of Management & Research di Mumbai. “Ci sono molte persone valide sotto di lui ma francamente sono tutte messe in ombra da Uday. Chiunque prenderà il suo posto avrà un compito difficilissimo”.
Sono uno sportivo e la lealtà, la fiducia, l’impegno sono valori che cerco di trasferire anche alle persone con cui collaboro
La forza del team
Banco Desio sta ampliando i confini dei suoi servizi di consulenza finanziaria Fumagalli (resp. wm): “Ecco le doti necessarie per costruire squadre vincenti”
DI FRANCESCA VERCESIA fine 2021 Banco Desio ha comunicato di voler raggiungere 10 miliardi di masse entro il 2024 tramite crescita organica ma anche attraendo nuovi banker. Gli obiettivi restano, nonostante il difficile contesto macroeconomico e dei mercati. Ne parliamo con Cristian Fumagalli, a capo del wealth management.
Cominciamo dal suo profilo personale. Nella carriera di un manager contano le competenze, ma anche l’indole e la capacità di coordinare i collaboratori. Quali aspetti del suo carattere hanno inciso maggiormente nel suo percorso professionale?
Mi caratterizza il senso di responsabilità nel lavoro come nella vita privata, il desiderio di costruire qualcosa. Lo faccio con piacere, è un impegno che sento di avere anzitutto verso coloro che mi hanno preceduto.
Quali sono le sue passioni e come riesce a farle conciliare con gli impegni lavorativi?
Nel lavoro, nello sport e nella famiglia mi diverto con il gioco di squadra. Sono uno sportivo e la lealtà,
la fiducia, l’impegno sono valori che cerco di trasferire anche alle persone con cui collaboro.
Passiamo ai mercati. Cosa sta succedendo?
I mercati presentano volatilità tipiche e non possono frenare investimenti e ambizioni di medio termine. Ampliamento dei prodotti, specializzazione dei servizi e una nuova piattaforma di consulenza in collaborazione con il maggior player italiano rappresentano l’evoluzione di un modello di wealth managment relazionale, personale e orientato alla soddisfazione. È proprio nel modo di interpretare i momenti come quelli attuali che si determina il successo del futuro.
Come potrebbe sintetizzare a un private banker la vostra strategia sull’anno in corso?
In quattro linee di azione: nuovo modello organizzativo con la genesi dei family team, gruppi coordinati da banker senior insediati in nuovi private center; nuovi prodotti e servizi per dialogare con il cliente anche nei suoi momenti di vita fuori dall’ordinario; centralità della
relazione impresa/imprenditore, con l’acquisto del 15% di Anthilia sgr per rappresenta il perno per indirizzare lo stock di risparmio immobilizzato e diretto verso le Pmi meritevoli di supporto all’espansione. Ma ogni evoluzione non può prescindere dalla quarta leva, fondamentale: il cliente ci chiede una gestione dei risparmi responsabile e sostenibile soprattutto nelle fasi ribassiste dove il servizio gestioni patrimoniali e consulenza del Banco Desio punta a generare extraperformance.
Cosa rappresenta per voi la recente partnership con Anthilia? Ci consente di presentarci con un modello di offerta aperto e indipendente sempre più completo ma nello stesso tempo confermiamo la nostra attenzione nei confronti dell’economia reale italiana promuovendo alle nostre imprese nuovi servizi di finanziamento e corporate advisory che Anthilia eroga con competenza e affidabilità ben note sul mercato.
La struttura intermedia quasi 7 miliardi di euro di masse, siete presenti al nord e centro Italia
con 234 filiali e 70 private banker. Quali sono gli obiettivi numerici del futuro?
L’ambizione di 10 miliardi nel medio termine è un passo deciso per l’ingresso nei pesi medi degli attori di wealth management. Una crescita alla quale parteciperà in pari misura l’aumento dello share of wallet dei nostri clienti e la crescita esterna grazie al reclutamento di più di 20 private banker nei prossimi tre anni. L’indice di customer satisfaction è particolarmente elevato e ci pone nella condizione ideale per crescere dimensionalmente.
Quali sono i piani di sviluppo della banca e quali le strategie in cantiere sul fronte del wealth management?
Il Banco Desio gode di indici di solidità e remunerazione del capitale tra i migliori del mercato: la trimestrale al 31 marzo indica un Cet1 al 16,6% e un Roe annualizzato all’8,4%. La condizione di particolare salute accanto a un’azionista stabile e vicino alla banca abilitano la possibilità di investire, come il recente ingresso nel capitale di Anthilia sgr o l’acquisto di 48 sportelli da Bper. Come wealth management stiamo molto attenti alla realizzazione del piano operativo recentemente deliberato dal nostro cda e guardiamo con attenzione a tutti i movimenti di mercato.
Come si fa a fare bene wealth management e sviluppare una relazione costruttiva con le
imprese, con le banche che faticano a erogare prestiti?
Non sono d’ accordo con l’accusa rivolta al sistema. I bilanci bancari dimostrano al contrario quanto sia stato fondamentale e concreto il supporto a imprese e famiglie nel biennio di Covid, anche grazie alle garanzie statali accessibili e gratuite. Il Banco Desio prosegue nel trend di crescita degli impieghi anche nel 2022. Il rapporto con le imprese e i suoi imprenditori è stretto e costante, come una banca territoriale quale siamo ha sempre fatto e deve saper fare. La fiducia con gli imprenditori si è quindi consolidata, anche grazie alla gestione controllata dei risparmi personali, capacità molto importante soprattutto quando le condizioni economiche minacciano i flussi di cassa aziendali futuri. Questa è la nostra ricetta per sviluppare relazioni costruttive con le imprese: vicinanza e gestione condivisa della relazione con gli imprenditori tra gestore impresa e private banker.
Prevedete nuovi servizi? Tra le priorità del piano, stiamo costruendo il servizio di consulenza non finanziaria deputato a supportare la rete wealth nel fornire ai clienti private accesso alle migliori competenze e servizi interne o esterne in tema di fiscalità anche estera, passaggi generazionali, gestioni personalizzate e corporate
advisory. La collaborazione con importanti studi professionali sul territorio permette alla nostra clientela e in particolare ai nostri imprenditori di trovare soluzioni adeguate alle proprie esigenze.
Banco Desio ha sottoscritto con Bper Banca un accordo per l’acquisto di due rami d’azienda composti da un totale di 48 sportelli bancari. I rami d’azienda sono caratterizzati da un prodotto bancario lordo al 31 dicembre 2021 pari a circa 4 miliardi di euro. L’operazione è in linea con gli obiettivi del piano strategico orientati a consolidare la vocazione di banca del territorio focalizzata sui segmenti di clientela prioritari, ossia pmi, affluent e wealth management. Ci spiega? Consideriamo la rete di sportelli l’asset strategico con il quale attivare il modello di servizio relazionale e di prossimità. La digitalizzazione facilita l’attivazione di numerosi servizi ma non esaurisce la piattaforma di offerta della nostra banca. Banca del Territorio significa banca presente sul territorio. L’acquisto di sportelli è quindi la nostra missione core: grazie ai colleghi che lavorano nelle filiali lavoreremo intensamente per aumentare l’offerta alle imprese e alle famiglie i risparmi gestiti dai nostri private banker e gestori personal e affluent.
10 ANNI DI PERFORMANCE
La flessibilità si fa resilienza
Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.
I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE. Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione. Le informazioni e i dati sono ritenuti corretti, completi e accurati. Tuttavia, Kairos non rilascia alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, sull’accuratezza, completezza o correttezza dei dati e delle informazioni e, laddove questi siano stati elaborati o derivino da terzi, non si assume alcuna responsabilità per l’accuratezza, completezza, correttezza o adeguatezza di tali dati e informazioni, sebbene utilizzi fonti che ritiene affidabili. I dati, le informazioni e le opinioni, se non altrimenti indicato, sono da intendersi aggiornati alla data di redazione, e possono essere soggetti a variazione senza preavviso né successiva comunicazione. Eventuali citazioni, riassunti o riproduzioni di informazioni, dati e opinioni qui fornite da Kairos non devono alterarne il significato originario, non possono essere utilizzati per fini commerciali e devono citare la fonte (Kairos Partners SGR S.p.A.) e il sito web www.kairospartners.com. La citazione, riproduzione e comunque l’utilizzo di dati e informazioni di fonti terze deve avvenire, se consentito, nel pieno rispetto dei diritti dei relativi titolari. (*) Dati dal 30/12/2016 al 30/12/2021, Classe P-EUR. (**) Dati dal 30/12/2011 al 30/12/2021, Classe P-EUR. © 2021 Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni (1) sono di proprietà di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti; (2) non possono essere copiate o distribuite; e (3) non si garantisce che siano accurate, complete o tempestive. Né Morningstar né i suoi fornitori di contenuti sono responsabili di eventuali danni o perdite derivanti dall’uso di queste informazioni.
sul premio UCITS Hedge Awards 2022 www.thehedgefundjournal.com, sul premio Re nitiv Lipper www.lipperfundawards.com/Awards/Switzerland/2022/Fund.
Vince chi si mette in gioco
Il cliente si attende dalla banca la stessa qualità garantita dalle società tech Per gli istituti questo significa che occorre rivedere a fondo offerta e struttura
Pandemia, guerra, inflazione, trasformazione digitale. Un cambiamento epocale come quello in corso non può non avere impatti anche sulla stessa infrastruttura fisica del sistema bancario. Ed ecco perché gli istituti, nonostante la loro natura comunque resiliente in termini strategici, non possono dormire sonni tranquilli.
Le aspettative Infatti, quello che il consumatore si aspetta ormai dalla banca, è di ottenere lo stesso trattamento, lo stesso servizio e di avere lo stesso coinvolgimento che ottiene quando usufruisce di servizi erogati dai grandi attori del big tech e delle super startup del fintech Ed ecco perché il punto di partenza per una banca che voglia essere competitiva sul marcato del futuro è: •adeguarsi alle nuove tecnologie e a una realtà fatta di persone che prima di tutto comunicano online, tramite smartphone, senza un necessario contatto fisico; •adeguarsi a un mondo digitale che corrode quello fisico. Dopo i lockdown pandemici, perché spostarsi quando è possibile avere tutto in remoto?
È la combinazione tra nuove tecnologie che genera nuove abitudini dei consumatori che portano a ridurre le visite agli sportelli bancari. La vera sfida è far diventare tutto questo digitale, sostituendo i vecchi processi fatti di lunghe attese in filiale, procedure complesse, e-mail, con processi fatti invece di app che permettono di effettuare le operazioni, dalle più semplici alle più complesse, comodamente da casa o da un ufficio. È come se le banche dovessero immaginarsi native digitali: guardare e imparare dai big del Tech potrebbe essere il punto di partenza. Osservare e imitare, cercando di capire quali sono i punti di forza e di debolezza, cercando di capire cosa spinge l’utente a prediligere la loro offerta. La filiale fisica è ormai divenuta una questione di mera scelta del consumatore.
C’è chi la vuole comunque come luogo dove recarsi, sedersi, parlare, rapportarsi, discutere del proprio denaro.
Per questa tipologia di persone la banca, e in particolare il faccia a faccia con il consulente, sono fattori irrinunciabili.
Ma col tempo, tutti coloro che ad oggi non si sono adeguati alle nuove tendenze saranno costretti a farlo. Il primo passo, quello che ad oggi molte banche hanno già compiuto, è quello di diventare banca digitale Ma non basterà perché, alla banca digitale, dovrà seguire quella phygital dove, ne siamo ormai consapevoli, l’interazione banca-cliente si trasformerà in una relazione tra cliente e back office digitale o tecnologie di realtà aumentata.
Superare i limiti spazio-temporali La caratteristica principale è l’assenza di qualsiasi tipo di limite spazio-temporale, permettendo così all’utente di compiere le operazioni bancarie direttamente da remoto, ovunque noi ci troviamo e in ogni momento come se ci trovassimo immersi in una vera e propria filiale. Per essere molto concreti e pragmatici, vale la pena di sottolineare che, in realtà, il contenuto dei prodotti/servizi offerti non varia in assoluto. Quello che risulta innovativo, diverso, “nuovo” è il contesto in cui le transazioni avvengono. Ma non è finita. Come sappiamo,
La filiale fisica è ormai divenuta una questione di mera scelta del consumatore C’è chi la vuole comunque come luogo dove recarsi, sedersi, parlare, rapportarsi, discutere del proprio denaro
l’avvento degli smartphone è l’elemento che ha reso molto più complesso lo scenario evolutivo delle banche tradizionali perché ha portato allo sviluppo di quello che possiamo definire “all time banking”.
Accessibilità dei servizi Attraverso il suo mobile phone, il cliente si sente di poter accedere
alla banca da ogni luogo e in ogni momento.
Il mobile banking mette in crisi tutto quello che sembrava incrollabile, rendendo i servizi finanziari ancora più accessibili.
Il fattore che ancora di più ha spiazzato e sorpreso è il fatto di poter accedere ai servizi bancari “all time”, ma soprattutto il fatto che, dopo l’accelerazione
pandemica, tali servizi sono diventati più accessibili anche per quelle generazioni o per quelle aree geografiche che, in passato, potevano essere tagliate fuori dalla banca.
Un futuro prossimo venturo che le banche devono progettare strategicamente per coglierne le evoluzioni in termini di asset under management e conto economico.
Un difficile equilibrio
Arrivano le linee guida di Federfiduciaria sul registro dei titolari effettivi L’obiettivo è trovare un punto di incontro tra trasparenza e privacy
DI DIEGO OCCARI*Dopo una lunga gestazione, a maggio è stato pubblicato sulla GU n.121 del 25/5/2022 il Decreto MEF n. 55/2022, che riporta il “Regolamento recante disposizioni in materia di comunicazione, accesso e consultazione dei dati e delle informazioni relativi alla titolarità effettiva di imprese dotate di personalità giuridica, di persone giuridiche private, di trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e di istituti giuridici affini al trust”.
Gli obiettivi
Il nuovo registro rappresenta un tema delicato perché si pone come punto di incontro tra la necessità di assicurare una conoscibilità dei titolari effettivi dei beni e dei patrimoni, e la necessità di assicurare la protezione dei diritti fondamentali della persona, nel cui ambito va senza dubbio ricondotto il diritto alla riservatezza. Il tema è di estremo interesse per le fiduciarie italiane, che sono da sempre storicamente in prima linea per proteggere il patrimonio delle famiglie. Tenuto conto che il primo strumento di protezione è proprio la riservatezza. Di qui il fatto che
l’Associazione Federfiduciarie abbia per prima pubblicato un documento contenente le linee guida sui criteri di funzionamento e sul diritto di accesso al registro dei titolari effettivi in Italia.
Le fasi di implementazione del registro vedranno infatti, a nostro parere, un ruolo di primo piano delle fiduciarie che da un lato dovranno contribuire all’alimentazione del registro, dall’altro saranno attive nel vigilare contro abusi nell’accesso, a protezione dei propri clienti. Abusi che potranno comportare, nei casi più gravi, sia responsabilità penali per illecito trattamento dei dati di chi accede, sia responsabilità specifiche anche amministrative e civili per le Camere di Commercio ed i relativi funzionari, che dovessero concedere l’accesso in presenza di condizioni ostative.
Le novità
Sono molti gli aspetti delicati della nuova disciplina. Tante anche le questioni lasciate in sospeso dal decreto che con le proprie linee guida, Federfiduciarie, ha ritenuto di chiarire.
Tra di esse le principali indicazioni sono certamente le seguenti: - il provvedimento sul registro dei titolari effettivi dispone che la comunicazione dei titolari effettivi è dovuta soltanto in caso di trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali, secondo quanto disposto dall’art. 73 del Testo Unico delle imposte sui redditi. La regola, stante il tenore letterale della disposizione, dovrebbe quindi riguardare soltanto i Trust assoggettati a Ires e dunque quelli qualificabili come opachi, con esclusione dei trust che si configurino come trasparenti, a cui consegua la tassazione direttamente in capo ai beneficiari. Posto che per questi ultimi i redditi non sono soggetti a Ires ma trovano rilevanza fiscale nell’art. 44 comma 1 lett. g-sexies) del Testo Unico delle imposte sui redditi; - con riferimento al diritto di accesso ai dati dei titolari effettivi da parte dei soggetti obbligati al rispetto degli obblighi di adeguata verifica antiriciclaggio, il relativo accesso non è un diritto incondizionato, ma funzionale e limitato al “supporto
degli adempimenti concernenti l’adeguata verifica della clientela, ai sensi degli articoli 18 e 19 del decreto antiriciclaggio”. Dunque si tratta di un potere di accesso alle informazioni che i destinatari obbligati devono esercitare sotto la propria responsabilità, con estrema cautela e nel rispetto del principio di necessità per poter assolvere agli obblighi di legge ad essi imposti dalla normativa antiriciclaggio.
La procedura
E infatti, la richiesta di accreditamento è presentata dal soggetto obbligato alla Camera di commercio territorialmente competente e deve obbligatoriamente specificare per espressa previsione normativa, che la finalità dell’utilizzo dei dati e delle informazioni attiene alla esclusiva verifica della titolarità effettiva a supporto degli adempimenti di adeguata verifica della clientela. Di regola dunque, un soggetto obbligato, per poter accedere al registro dei titolari effettivi, dovrà disporre di un contratto firmato con il cliente (persona giuridica, ente o trust di cui si deve verificare il titolare effettivo), che giustifichi l’esigenza. E ragioni di diligenza e responsabilità ci portano a ritenere che la Camera di Commercio, per consentire l’accesso, dovrebbe richiedere ai soggetti obbligati la produzione di tale documento giustificativo o per lo meno un’autodichiarazione di possesso; a fronte della quale, almeno a campione, dovrà poi essere verificata
In caso di abuso del diritto da parte di avvocati o di commercialisti, i profili di utilizzo illecito dei dati configurano una violazione deontologica tale da giustificare, nei casi più gravi, anche provvedimenti di radiazione
la disponibilità del contratto con il cliente che ha giustificato l’accesso.
Conseguenza della disciplina stabilita sarà che eventuali accessi da parte dei soggetti obbligati, non giustificati dall’esigenza di svolgere il processo di adeguata verifica, in assenza di autorizzazione espressa da parte del titolare effettivo, della persona giuridica, l’ente, il trust o l’istituto affine, genereranno senza dubbio una ipotesi qualificabile come illecito penale di trattamento di dati personali, ai sensi dell’art. 167 e seguenti del D.lgs. n. 196/2003, e al di là delle sanzioni comminabili al responsabile, i dati illegittimamente acquisiti non potranno in alcun modo essere utilizzati. Senza considerare le più gravi ipotesi di reato, laddove i dati illegittimamente acquisiti, siano poi stati trasmessi a terzi o resi pubblici.
Rischi per i professionisti
Nel merito inoltre, Federfiduciarie ritiene che in caso di abuso del diritto da parte di avvocati o di commercialisti, tali profili di utilizzo
illecito dei dati debbano senza dubbio configurare una violazione deontologica di significatività tale da giustificare, nei casi più gravi, anche provvedimenti di radiazione. E per tale motivo l’associazione si è già attivata per sensibilizzare tutti gli ordini professionali italiani. Nelle linee guida di Federfiduciarie, infine, pubblicate sul sito istituzionale Federfiduciarie.it vengono presi in considerazione ed analizzati i diversi casi in cui l’accesso al registro dei titolari effettivi dovrà intendersi escluso. Ricordando che i dati dei titolari effettivi dei rapporti fiduciari e di trust, sono a pieno titolo informazioni personali fanno parte di una configurazione allargata, o di “corpo distribuito” della persona. E come tale la tutela della riservatezza rappresenta un diritto fondamentale della persona, che soltanto in presenza di un forte diritto e di una esigenza documentata può essere compresso.
*Presidente di Federfiduciarie.
Insieme verso il futuro
I migliori risultati sono possibili grazie all’unione: un passato collaudato con un occhio al futuro, prospettive diverse che scoprono tutte le opportunità, la tecnologia che si fonde con l’ingegnosità umana. Con lo sguardo da sempre proiettato al futuro, o riamo più di 3.000 soluzioni a livello globale. Lavorando insieme, possiamo ottenere risultati migliori. Scopri di più su inves.co/insiemeversoilfuturo
Pubblicato da Invesco Management S.A., President Building, 37A Avenue JF Kennedy, L-1855 Luxembourg, regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier, Luxembourg.L’ora dei fatti
Passate le elezioni, arriva il momento di formare il Governo La sfida più importante riguarda la lotta all’inflazione
MARCELLO GUALTIERITra le sfide economiche che il governo si troverà ad affrontare immediatamente credo che la più rilevante sia sicuramente quella relativa alla gestione del debito pubblico. I numeri sono noti ma non è inutile ripeterli. In valore assoluto siamo al massimo storico: oltre 2750 miliardi; in rapporto con il Pil è in leggera discesa, ma comunque per ben oltre il 50% superiore alla media dei paesi della zona euro.
Tre variabili
Gli elementi da tenere presente in questo difficilissimo contesto sono 3: la fiammata inflazionistica spinge la Bce alzare con decisione i tassi di interesse, distrugge potere di acquisto ed erode i risparmi degli
italiani; la riscrittura delle regole di bilancio europee, l’introduzione da parte della Bce del meccanismo cosiddetto Transmission Protection Instrument (Tpi) per arginare le differenze dei rendimenti dei titoli dei vari paesi della zona euro (in pratica lo spread).
Intreccio perverso
I tre elementi sono strettamente intrecciati, perché da un lato l’aumento dei tassi di interesse drena risorse del bilancio dello Stato dirottandole verso la spesa al servizio del debito, dall’altro lato l’intervento della Bce per arginare lo spread è subordinato alla valutazione oggettiva ed indipendente della sostenibilità del debito della sua
traiettoria tendenziale ed infine la riscrittura delle regole europee richiede un tavolo di trattative dove Italia deve sedersi con dignità e senza essere in condizione di subalternità dettata dalla sua fragilità finanziaria. La lettera di Mario Draghi ed Emanuel Macron al Financial Times del 23 dicembre 2021 ha disegnato il contesto entro il quale le nuove regole devono essere riscritte: la loro concreta elaborazione sarà tutt’altro che semplice e nel frattempo l’inflazione e il rialzo dei tassi interesse continuano a produrre inevitabili conseguenze sulla vita dei cittadini e dei risparmiatori Credo che almeno un impegno debba essere scritto con chiarezza: mai più deficit.
Clara ha compiuto cento anni. Ecco perché dovresti festeggiare anche tu.
Ci sono forze inarrestabili che ci parlano del mondo che sarà. L’aspettativa di vita aumenterà, la sostenibilità diventerà fondamentale, Internet sarà ovunque. In economia si chiamano megatrend. Per te sono grandi opportunità di investimento. I fondi ANIMA Megatrend* si concentrano sulle aziende che beneficeranno di questi cambiamenti globali per permetterti di investire nell’economia di domani, oggi.
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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID/KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KIID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito
Top Gestore Fondi Italia Big dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza. Per maggiori info: www.istituto-qualita.com * con “Fondi Megatrend di ANIMA” si intendono i fondi Anima Bilanciato Megatrend People e Anima Megatrend People.Responsabilità rafforzata
La Corte di Appello di Ancona si è espressa sulla clausola di pentimento
In caso di violazione delle regole di protezione, gli effetti ricadono sul collocatore
DI LUCA ZITIELLO*L’art. 30, commi 6 e 7 del Tuf appresta una tutela all’investitore nel caso in cui l’offerta sia compiuta fuori sede mediante consulenti finanziari abilitati.
È il portato di norme risalenti agli anni Ottanta, poi confluite nel Tuf, con cui si è inteso tutelare il risparmiatore dall’effetto sorpresa derivante dalla allora nascente vendita porta a porta di prodotti finanziari. L’applicazione di questa disposizione, di natura nazionale e non facente parte di Mifid, ha da sempre creato enormi conflitti interpretativi, contrasti giurisprudenziali, interventi di interpretazione autentica del legislatore e un vero e proprio conflitto istituzionale con la Suprema Corte di Cassazione che, nonostante ciò, ha continuato a sostenere la sua posizione ermeneutica.
Rischi elevati
Da ultimo assume rilievo la pronuncia della Corte di Appello di Ancona dello scorso febbraio, che, riformando la pronuncia di primo grado del Tribunale, ha affermato, in caso di violazione
delle norme sull’offerta fuori sede, la responsabilità esclusiva dell’intermediario collocatore, escludendo quella dell’emittente i titoli oggetto di collocamento e, correlativamente, ha negato che vi sia nullità del rapporto tra sottoscrittore del titolo ed emittente con conseguente obbligo restitutorio della somma investita del primo nei confronti del secondo. Nel contenzioso si è discusso sull’applicazione del richiamato settimo comma secondo cui l’omessa indicazione della facoltà di recesso nei moduli o formulari comporta la nullità dei relativi contratti, che può essere fatta valere solo dal cliente. Nella pratica operativa ci si è sempre domandati su quali moduli andasse applicata e scritta la clausola che permette al cliente di pentirsi nel termine dei sette giorni dalla sottoscrizione del modulo stesso. Sul modulo di sottoscrizione del titolo offerto generato dall’emittente, sottoscritto dall’investitore e poi trasmesso dal collocatore all’emittente medesimo? Sul contratto quadro di collocamento intercorrente tra cliente ed intermediario collocatore?
Sul modulo di collocamento concernente la singola operazione che il più delle volte coincide con la scheda formata dall’emittente ed allo stesso trasmessa?
Incertezza interpretativa Considerati i notevoli dubbi interpretativi formatisi nel tempo, gli operatori hanno scelto, nell’incertezza, di apporre la suddetta clausola di pentimento in tutta la modulistica prima richiamata. Nel caso de quo, la Corte in primo luogo ha escluso la valenza della clausola di pentimento presente all’interno dell’accordo quadro tra intermediario collocatore e cliente. Aderendo all’interpretazione maggioritaria sul punto, ha precisato che lo spirito di protezione della norma è di “avvertire” il cliente al momento del compimento della singola operazione offerta fuori sede e quindi il consenso originariamente prestato al momento della sottoscrizione del contratto quadro appare superato ed è inefficace a tali fini. Rilevante è quindi l’assenza della formula di pentimento all’interno del modulo
di sottoscrizione presentato dal collocatore al cliente. Di qui deriva la nullità del contratto ed il relativo obbligo restitutorio della somma investita. Ma di quale contratto?
La Corte sostiene del contratto esistente tra investitore e collocatore, ricostruendo così la posizione giuridica di quest’ultimo come quella di commissionario, ossia di colui che agisce come mandatario senza rappresentanza, assumendo in proprio i titoli dell’emittente offerti fuori sede. Da ciò deriva, in ragione della terzietà dell’emittente, la totale esclusione della nullità del rapporto legato all’emissione e sottoscrizione del titolo e l’assenza quindi di un obbligo restitutorio da parte dell’emittente delle somme investite dal risparmiatore. Di converso si afferma l’esclusiva
responsabilità del collocatore, la nullità del contratto con il cliente e il relativo obbligo di restituzione da parte del collocatore delle somme investite.
Le conseguenze attese Naturalmente anche questa decisione solleverà notevoli discussioni se solo si pensa che l’intermediario collocatore non sempre agisce in nome proprio e per conto del cliente, che il più delle volte lo schema di collocamento prevede che le somme vengano versate dal cliente direttamente (con bonifico) nei confronti dell’emittente, che quest’ultimo ha un rapporto diretto con il sottoscrittore derivante dal collocamento stesso. Basti pensare alla sottoscrizione di azioni o di
obbligazioni in cui è l’investitore ad essere iscritto fin da subito nei relativi registri od anche ai fondi comuni dove solo in alcuni casi vi è un fenomeno di vera e propria interposizione del collocatore e intestazione delle quote a suo nome. Certo non sarà questa decisione a porre fine ai dubbi interpretativi, ma di sicuro assume un peso rilevante ai fini della ripartizione delle responsabilità nelle operazioni di collocamento che, come sappiamo, sono molte diffuse ed hanno importi sottostanti estremamente rilevanti.
*Managing partner di Zitiello Associati, avvocato cassazionista esperto di diritto finanziario, bancario e assicurativo
Certo non sarà questa decisione non chiarisce tutti i dubbi, ma di sicuro assume un peso rilevante ai fini della ripartizione delle incombenze tra i soggetti coinvolti
IL RE DEI COGNAC
Il Louis XIII è prodotto solo con uve della Grande Champagne
Il colore brillante e il ventaglio olfattivo sono i suoi tratti distintivi
DI LUCA COSLOVICHNon è il più caro in assoluto, pur non essendo esattamente a buon mercato. Ma sicuramente è uno dei più conosciuti e ricercati. Avrete capito, parlando di Cognac, che mi sto riferendo al mitico Louis XIII della maison Remy Martin Ho avuto la fortuna di servirne molti, nei miei anni dietro al banco, e purtroppo devo constatare che non sempre chi lo beve è in grado di riconoscere le finezze di questa acquavite. Come dire che chi ha le possibilità non sempre ha anche il gusto.
Le caratteristiche Questo Cognac, nasce nel 1874, per celebrare i 150 anni dell’azienda, e viene prodotto utilizzando esclusivamente le uve provenienti dalla regione della Grande Champagne. Il suo nome è un omaggio all’omonimo sovrano di Francia: il suo colore brillante, l’intenso profumo e il particolare gusto speziato sono il risultato di un blend di 1.200 differenti
acquaviti, invecchiate dai 40 ai 100 anni in botti secolari di legno di quercia. Ciliegina sulla torta è la preziosa caraffa di cristallo Baccarat (numerata) che contiene questo nettare, di cristallo e numerata, perché ognuna è unica, e con il caratteristico tappo a forma di giglio, replica di una fiasca trovata durante la battaglia di Jarnac nel 1569. Al naso esprime un incredibile ventaglio olfattivo di frutta secca, datteri, uva passa, fichi e nocciole tostate, insieme a sensazioni di scorza candita e spezie dolci come cannella e anice stellato, oltre a sentori tostati di caffè, tabacco e cuoio.
Nel 2001 e nel 2004 è stata stipulata una partnership con il commerciante di diamanti Star
Diamond per la creazione di una serie limitata, Louis XIII Diamant.
Luca Coslovich, bartender, consulente e formatore, Casinò di Montecarlo.
Opere d’arte L’Odyssèe D’un Roi è un’opera di creazione collettiva che riunisce LOUIS XIII e tre prestigiose case di lusso francesi: Hermès, Saint-Louis e Puiforcat. Più di 50 artigiani hanno dedicato oltre ore per pezzo per produrre i tre capolavori su misura di Odissea del Re. Ognuno è unico ed è stato presentato nel 2015 in occasione di eventi esclusivi nelle capitali culturali di diversi continenti nell’ambito di una mostra itinerante della durata di un anno. Con il sostegno di Sotheby’s, ogni opera d’arte creata per A King’s Odyssey è stata messa all’asta a beneficio di The Film Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro fondata da Martin Scorsese e diversi altri importanti registi per preservare e restaurare i film classici, garantendo la loro sopravvivenza per le generazioni future. Non so come sia il paradiso, ma questo si avvicina molto.
Goldman Sachs Global Environmental Impact Equity Portfolio Base (Acc.) | LU2106859874
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LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE È GIÀ INIZIATA.
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Esistono aziende innovative che stanno creando le tecnologie necessarie per combattere con successo il cambiamento climatico. Si chiama Rivoluzione Ambientale, e rappresenta una concreta opportunità per investire nei settori in grado di creare un impatto positivo sia sul tuo portafoglio che sull’ambiente.
Esistono aziende innovative che stanno creando le tecnologie necessarie per combattere con successo il cambiamento climatico. Si chiama Rivoluzione Ambientale, e rappresenta una concreta opportunità per investire nei settori in grado di creare un impatto positivo sia sul tuo portafogliochesull’ambiente.
Energia pulita
E cienza delle risorse Consumo sostenibile Economia circolare
Sostenibilità idrica
per ridurre la domanda di combustibili fossili per rispettare le limitate risorse del nostro pianeta per ridurre le emissioni per combattere la scarsità di risorse per far fronte alla carenza d’acqua
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Le performance passate non sono garanzia di risultati futuri, che possono variare. Ad uso esclusivo di investitori professionali. Nell’Unione Europea, il presente materiale è stato approvato da Goldman Sachs Asset Management Funds Services Limited, che è regolamentata dalla Central Bank of Ireland. Gli obiettivi non garantiscono in alcun modo i risultati futuri. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Prima dell‘adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione e il prospetto disponibile sul sito Internet https://assetmanagement.gs.com/content/gsam/ita/it/advisors/homepage.html e presso gli intermediari collocatori. Goldman Sachs Global Environmental Impact Equity Portfolio è comparto della SICAV di diritto lussemburghese Goldman Sachs Funds. Il presente documento non rappresenta un‘offerta di acquisto o sottoscrizione di quote. Prima di ogni investimento consigliamo di contattare il vostro consulente finanziario. Riservatezza: Nessuna parte di questo materiale può, senza il previo consenso scritto di Goldman Sachs Asset Management, essere (i) riprodotta, fotocopiata o duplicata, in qualsiasi forma, con qualsiasi mezzo, o (ii) distribuita a qualsiasi persona che non sia un dipendente, un funzionario, un amministratore o un agente autorizzato del destinatario. Goldman Sachs & Co., © 2022 Goldman Sachs. Tutti i diritti riservati. 253743-OTU-1478729
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Energia pulitaSentiero stretto
È difficile applicare la fiscalità del risparmio gestito alle società semplici Si attendono chiarimenti da parte dell’Amministrazione finanziaria
DI FEDERICO RASI*L’art. 32-quater, d.l. n. 124 del 2019 prevede che: “i dividendi corrisposti alla società semplice si intendono percepiti per trasparenza dai rispettivi soci con conseguente applicazione del corrispondente regime fiscale”.
La medesima norma precisa, al periodo successivo, che tali utili sono soggetti ai seguenti regimi fiscali: quello delle persone fisiche titolari di partecipazioni al di fuori del regime di impresa; quello delle persone
fisiche titolari di partecipazioni nell’ambito del regime di impresa e delle società di persone commerciali; quello delle società di capitali e degli enti commerciali; quello degli enti non commerciali e degli enti non residenti.
Dubbi interpretativi
Non includendo tale elencazione l’opzione per il regime del risparmio gestito di cui all’art. 7, d.lgs. n.
461 del 1997, ci si chiede se questo meccanismo di tassazione sia del tutto precluso alle società semplici e ai loro soci.
La questione presenta un’indubbia rilevanza essendo le società semplici spesso impiegate quali holding di famiglia attraverso cui detenere beni senza rinunciare ai regimi di tassazione ordinariamente applicabili alle persone fisiche. L’impossibilità di esercitare l’opzione per il risparmio
gestito potrebbe orientare le scelte dei contribuenti (non si ravvisano, invece, i medesimi problemi quanto all’opzione per il regime del risparmio amministrato di cui all’art. 6, d.lgs. n. 461 del 1997, riguardando esso le sole plusvalenze di cui il d.l. n. 124 del 2019 non si occupa).
Vincoli sui dividendi
Si ritiene vi siano margini per fornire risposta negativa al quesito posto e, almeno in taluni casi, confermare la possibilità di accesso delle società di persone al regime dell’art. 7, d.lgs. n. 461 del 1997. Presupposto di tale conclusione è che l’elenco fornito dal legislatore sia meramente esemplificativo; ciò che è tassativo è solo la regola della non concorrenza dei dividendi al reddito complessivo della società e la loro tassazione in capo ai soci.
Limiti oggettivi e soggettivi Se così fosse, si aprirebbero ulteriori problematiche, sia di tipo soggettivo che oggettivo, in vista dell’applicazione del regime del risparmio gestito. Dal punto di vista soggettivo, potrebbe verificarsi che non tutti i soci della società semplice possano essere legittimati all’esercizio della opzione in esame; ve ne potrebbero
essere alcuni (società di capitali) cui tale regime non sarebbe applicabile. La questione non è di facile soluzione. Potrebbe argomentarsi che il nuovo regime supera solo l’interposizione della società, ma non seleziona i meccanismi di tassazione, sicché devono restare applicabili da ciascun socio quelli ordinari. In ogni caso, si potrebbe almeno pervenire al risultato “minimo” secondo cui l’opzione sarebbe esercitabile in presenza di compagini sociali omogenee dove tutti i soci sono soggetti che possono avvalersi della tassazione di cui all’art. 7, d.lgs. n. 461 del 1997.
Ove si potesse avere successo nel risolvere le anzidette problematiche, si dovrebbe tenere conto che, dal punto di vista oggettivo, la partecipazione potrebbe essere inserita in un rapporto aperto da una società semplice che contiene altri cespiti per i quali potrebbe non trovare applicazione il regime di trasparenza per avulsione. Questa obiezione non sarebbe superabile: la trasparenza delineata dal legislatore per i dividendi non può essere estesa a cespiti diversi dalle partecipazioni. Non può, però, escludersi la costruzione di rapporti la cui massa amministrata sia costituita solo da partecipazioni. Consentire il ricorso
al regime del risparmio gestito per simili rapporti non avrebbe controindicazioni.
Scelta congiunta dei soci Si potrebbe, dunque, valutare di consentire l’esercizio dell’opzione per il risparmio gestito almeno da parte delle società semplici la cui compagine sociale sia composta esclusivamente da soggetti che possono esercitare l’opzione e la massa per la quale si vuole esercitare l’opzione sia a sua volta composta esclusivamente da partecipazioni in società. Residuerebbe un problema: a chi far esercitare l’opzione dal momento che la partecipazione resta della società semplice, ma sono i soci a sopportarne la fiscalità? A scanso di equivoci, sarebbe opportuno che l’esercizio di tale scelta fosse il frutto di una scelta congiunta di soci e società. Simili problemi potrebbero avere un non scarso rilievo operativo visto che l’impiego di società semplici quali “casseforti di famiglia” è tutt’altro che infrequente e l’esercizio dell’opzione per il risparmio gestito, soprattutto in presenza di grandi ricchezze, potrebbe presentare non poche convenienze. Il legislatore o l’Amministrazione finanziaria dovrebbero intervenire sul punto fornendo i chiarimenti necessari.
*Studio Visentini Marchetti e Associati. Tratto dalla newsletter di Assoreti Formazione
Non può, però, escludersi la costruzione di rapporti la cui massa amministrata sia costituita solo da partecipazioni
Negative screening
This options grow as main ESG approach from wealth managers The exclusion criteria are not homogeneous among different players
BY SARAH CULPAN*Environmental, social and governance (ESG) investing is more lucrative for wealth managers and investors than ever before. Current affairs surrounding ESG themes paired with new EU regulations has seen responsible investing skyrocket. And with large players such as Coutts becoming a B-Corp, more wealth managers than ever are leading with sustainability.
The survey
Our results from the 15th annual Private Client Wealth Management survey, in partnership with the Financial Times, show that the availability of negative screening –the removal of companies’ stocks from a portfolio where they score poorly on ESG factors relative to their peers – is now so widespread it is almost a default offer to the UK’s wealthy.
Four in five of the leading UK wealth managers surveyed offer negative screening, a 10% increase each year since 2019.
Positive screening, the selection of companies to invest in that score highly on ESG metrics e.g. the top 20%-50%, has however remained stable over the same time, offered by 60%-70% of wealth managers.
Attention to sustainability
Back in 2018, many wealth managers told us ESG was “embedded into their investment processes” despite, at the time, few having labelled ESG services. At that point many were “considering”
Global Latin-Central America North America Asia-Pacific Europe
Middle East Millennial Gen X Boomer
Mass affluent
High net worth Very-high net worth Ultra-high net worth Female Male
THE CHANGING ROLE OF SUSTAINABILITY IN A CLIENT’S PERSONAL WEALTH MANAGEMENT: PRIMARY ADOPTED INVESTMENT APPROACHES AND HOW THIS IS EXPECTED TO CHANGE BY 2024
-16% -8% -25% -22% -16% -20% -21% -19% -12% -12% -15% -18% -43% -15% -16%
23% 17% 10% 42% 0% 55% 12% 26% 35% 20% 22% 28% 27% 19% 24%
-50%-40%-30%-20%-10%0% -50% 10% 20%30%40%50%60%
15% 7% 14% 22% 17% 25% 13% 14% 20% 8% 15% 27% 15% 7% 19% -0%5% 10% 15% 20%25%30%
Traditional approach by 2024 Positive screening
Impact investing by 2024 (best in class) by 2024
efforts to promote corporate responsibility and protect the environment for future generations. And it now looks like those efforts have come to fruition as wealth managers aim to capture more of the fast growing ‘responsible investing’ market.
This industry trend to negative screening suggests a greater client demand for ESG investing from wealth managers. But it is also most likely the most profitable option for wealth managers to offer,
being less restrictive on portfolio managers. It is also likely to be more acceptable to investors not wholly bought into sustainability activism through their wealth, allowing them to follow the trend without as much of a perceived compromise.
Emerging trends
However, it will be interesting to see if the availability of positive screening, will reach the same heights. EY’s Global Wealth Management Report 2021 finds
that over 2 in 5 wealthy investors in Europe want to adopt positive screening by 2024, and 22% dropping the traditional approach. So regardless of the motive, it looks like, more and more wealth managers will be offering ESG investing options into the future.
*Senior Executive of Savanta, data collector & analysis servicer. Tratto dal sito aziendale.
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AD USO ESCLUSIVO DEI CLIENTI PROFESSIONALI. Il valore degli investimenti e il reddito da essi generato possono aumentare o diminuire e l’investitore potrebbe non recuperare l’importo investito.
La presente comunicazione di marketing è pubblicata da MSIM Fund Management (Ireland) Limited. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è regolamentata dalla Banca centrale d’Irlanda. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è costituita in Irlanda come società privata con numero di registrazione 616661 e ha sede legale presso The Observatory, 7-11 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, D02 VC42, Irlanda.
Italia: MSIM FMIL (Sede Secondaria di Milano), Palazzo Serbelloni Corso Venezia, 16 20121 Milano, Italia.
CAREERS
Finnat entra in Hedge Invest Dopo l’acquisizione di Consulia, che ha portato a rafforzare l’offerta di private banking e wealth management, Banca Finnat Euramerica ha annunciato di aver acquistato il 9,90% (con opzione per rilevare un altro 15%) di Hedge Invest Sgr, società di gestione del risparmio indipendente di proprietà di Am Holdings (Antonello Manuli finanziaria), specializzata in investimenti alternativi. L’operazione, spiega una nota della banca guidata da Arturo Nattino (nella foto), ha una valenza strategica di mediolungo termine ed è un ulteriore step di una collaborazione che dura da molti anni.
Alexander Classen (nella foto) è stato individuato come nuovo presidente di Efg International. Prenderà il posto di Peter Fanconi, in carica dalla primavera del 2020, che ha deciso di lasciare il 31 ottobre prossimo per motivi personali. Classen, arriva da Hsbc Private Bank (Suisse) di Ginevra, dove ricopriva il ruolo di ceo e di country head, verrà ufficialmente nominato il 6 ottobre, nel cda che annuncerà l’ingresso anche di Boris Collardi, proveniente da Pictet. L’avvicendamento è stato comunicato in concomitanza con i dati del primo semestre, che si è chiuso con dati in chiaroscuro.
I ricavi sono scesi del 4% rispetto a dodici mesi prima, a 604 milioni di franchi, ma escludendo i fattori straordinari e cresciuto del 40%. I patrimoni amministrati si sono attestati a fine giugno a 156 miliardi, a fronte dei 168 miliardi di fine marzo, un calo che si spiega soprattutto con il cattivo andamento dei mercati finanziari.
Cambio nel board di Pictet
Rémy Best ha deciso di lasciare il ruolo di partner in Pictet, ricoperto per un quarto di secolo. Rimarrà nel gruppo come amministratore non esecutivo.
I partner restano otto, dato che al posto di Best è stato nominato Sven Holstenson (nella foto), nell’organico della banca elvetica dal 2012 con ruoli di responsabilità crescente nella gestione dei grandi patrimoni.
Baetto per Fideuram ISPB
Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking si rafforza in Piemonte con l’ingresso del private banker Stefano Baetto. Residente ad Asti, ha lasciato Banca Aletti (gruppo Banco Bpm), dove ha maturato una lunga esperienza nella gestione dei grandi patrimoni.
Al via Gestio Alternative Ha preso il via Gestio Alternative, piattaforma per investimenti in private capital, fondata da Ennio Vitullo, ex partner di Europa Investimenti e di Apeiron Management, che ricopre il ruolo di ceo di Gestio Capital, multi-family office nato dieci anni fa a Londra.
Esposizione a fattori azionari Value, Momentum e Quality
Alternativi per diversificare
Una calma soltanto apparente ha dominato l’estate dei mercati finanziari
La strategia global macro promette di fronteggiare con successo le turbolenze attese
DI ROBERTO FALZONINel mese di agosto i mercati hanno continuato il rimbalzo iniziato nella metà di luglio, sulla scia di un’economia americana più resiliente del previsto e di un rallentamento dell’inflazione. Tuttavia, la conferenza della Federal Reserve Americana a Jackson Hall ha segnato una chiara battuta di arresto: le dure parole di Jerome Powell sulla priorità di combattere
l’inflazione rispetto a sostenere la crescita hanno portato, nella sola giornata del 26 agosto, a un calo del 3,4% per l’indice S&P 500.
Il bear market rally Numerosi indicatori fanno presagire che il rimbalzo estivo non è stato altro che un bear market rally, uno scenario di notevole rischio per i portafogli tradizionali: l’inflazione
rimane su livelli estremamente elevati (8,5% negli USA, 9,8% in Europa), con la forte probabilità che resti al di sopra del target del 2% ben più a lungo rispetto alle attese; al tempo stesso, l’economia globale sta subendo un forte rallentamento, con Europa e Cina oramai in recessione, il che conseguirà in una inevitabile contrazione degli utili delle società. Alle tensioni di breve
e medio periodo, si aggiungono molteplici fattori di lungo termine che porteranno ad anni di maggiore incertezza e volatilità, pensiamo ad esempio al crescente confronto geopolitico tra Oriente e Occidente, alla deglobalizzazione e alla crisi climatica.
Rendimenti non correlati
In una contingenza in cui i trend macroeconomici non si muovono in una direzione favorevole, è opportuno ridurre l’esposizione passiva ad azioni e obbligazioni, investendo invece nei fondi alternativi capaci di generare rendimenti non correlati con l’andamento generale del mercato. Ci focalizziamo su strategie di trading dinamico, che operano sia al rialzo che al ribasso, non solo sugli asset tradizionali, ma anche su forex e materie prime, disponendo dunque di un più ampio spettro di opportunità per creare performance. In particolare, la strategia Global Macro, che consiste nella presa di posizioni sui mercati globali a partire dall’analisi dei
trend macroeconomici, può essere vincente in un periodo di elevata incertezza.
I risultati dei gestori Analizziamo il profilo di tre fondi Ucits, che offrono un calcolo giornaliero del Nav e operano su strategie che mantengono una liquidità assoluta nei portafogli sottostanti.
Masayume Reflex (+3,58% da inizio anno), fondo specializzato in strategie su contratti derivati, da novembre 2021 ha un nuovo team di gestione e offre un approccio più diversificato e globale: un portafogli di obbligazioni a corto termine, un paniere azionario ottimizzato mediante la vendita e l’acquisto di opzioni, un overlay di trading fortemente attivo nei future su indici.
H2O Allegro (+11.47% da inizio) è un prodotto più volatile, ma ad alto potenziale, che effettua una negoziazione attiva sui principali mercati obbligazionari, combinata con posizioni opportunistiche su valute e tassi di interesse.
Lyxor/Bridgewater Core Global Macro (+ 1.54% da inizio anno) è la trasposizione, sotto forma di fondo Europeo Ucits, dei prodotti di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo. Combina la strategia di diversificazione di portafogli all-weather con la strategia di trading pure alpha.
Come costruire il portafoglio Nella costruzione di un portafogli di fondi alternativi, è fondamentale ottenere un paniere ben diversificato di 5-10 gestori, che operino con un approccio veramente distintivo e che non utilizzino gli indici principali come benchmark di riferimento. Diamo spazio sia alle piattaforme multi-strategia delle grandi società di gestione, sia ad approcci specializzati, ad esempio long/short su azioni e credito oppure trading di future e valute, avendo cura del fatto che, nel complesso, il paniere porti esposizione a tutti i principali mercati. Cerchiamo di combinare manager sistematici, che, basandosi sullo studio dei dati, utilizzano algoritmi precisi per la gestione degli investimenti, con manager discrezionali, che possono reagire con maggiore agilità al mutare delle circostanze, analizzando più in profondità la psicologia del mercato. Infine, sottolineiamo l’importanza di affidarsi a professionisti specializzati, che abbiano un network consolidato tra i gestori e che possiedano le competenze tecniche per capire i punti chiave delle loro strategie.
A piccoli sorsi
L’acqua è il componente più presente nel nostro organismo: rappresenta circa il 50-60% del nostro peso corporeo. È un elemento fondamentale per la vita: lubrifica e veicola sostanze, è necessaria alle reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo, struttura e mantiene in equilibrio le nostre cellule. Lo stesso volume sanguigno e la sua viscosità dipendono dall’acqua, influenzando quindi la pressione e di conseguenza il carico di lavoro a livello cardiaco. L’acqua è necessaria alla termoregolazione e allo smaltimento delle sostanze di scarto. Chiaramente ognuno di noi necessita di quantità di acqua differenti in base all’età, al sesso, al peso corporeo, all’attività svolta e all’ambiente in cui siamo.
Occhio alla disidratazione
Un atleta disidratato non avrà semplicemente sete, ma con una perdita anche solo del 4% di acqua, si sono registrati cali delle prestazioni del 30-35%.
La termoregolazione nello sport è un elemento chiave, quindi chiaramente il luogo e le condizioni dove si sta svolgendo l’attività fisica influiscono sulla necessità di idratazione. L’ideale è non fare un carico di acqua, ma distribuirla durante la giornata, a piccoli sorsi e a temperature medie, 15 gradi potrebbe essere un giusto valore di riferimento.
Non tutte le acque sono uguali però. Cerchiamo di capire come scegliere. Per definire ipotonica, isotonica e ipertonica un acqua, si fa riferimento al contenuto di sali disciolti rispetto al contenuto di sali presenti nel nostro sangue. L’equilibrio di acqua intra ed extra cellulare avviene per “osmolarità”, vuol dire che per equilibrio tra ambiente intra ed extra cellulare, acqua e sali si distribuiscono in maniera uniforme. Per questo una bevanda non deve essere ipertonica (con troppi sali), il che porterebbe a un richiamo di acqua verso l’esterno della cellula, ma neanche
eccessivamente ipotonica, perché non sarebbe in grado di ribilanciare la perdita di sali. Come in tutte le cose, il giusto sta nel mezzo. Una bevanda isotonica o lievemente ipotonica è l’ideale, con la stessa percentuale di sali del nostro organismo o poco meno.
Le spie d’allarme Come capire se ci stiamo disidratando? Lo stimolo della sete non basta; molte volte arriva in ritardo rispetto le reali esigenze dell’organismo; a volte, soprattutto nell’anziano, questo stimolo è ridotto. Una diminuzione della sudorazione e un’urina con colore molto concentrato sono indice del fatto che siamo sulla via della disidratazione. Occhio quindi alla giusta quantità da assumere.
*Sports trainer e massoterapista www.universofitness.it alex@universofitness.it
Comunicazione di marketing. Ad uso esclusivo di investitori qualificati.
M&G (LUX) SUSTAINABLE ALLOCATION FUND
Con un approccio flessibile e diversificato, puntiamo a trarre vantaggio dalle mutevoli condizioni di mercato e dalle opportunità di investimento sostenibile e a impatto positivo, investendo in diverse asset class tra cui azioni, obbligazioni societarie, governative e green, infrastrutture e liquidità. Il fondo è classificato come Art.9 del Regolamento SFDR.
Capitale a rischio
Il presente documento è concepito a uso esclusivo di investitori qualificati. Non destinato alla distribuzione ad altri soggetti o entità, che non devono basarsi sulle informazioni in esso contenute. Queste informazioni non costituiscono un'offerta o una sollecitazione di offerta per l'acquisto di azioni di investimento di uno dei Fondi qui citati. Gli acquisti relativi a un Fondo devono basarsi sul Prospetto Informativo corrente. Copie gratuite degli Atti Costitutivi, dei Prospetti Informativi, dei Documenti di Informazione Chiave per gli Investitori (KIID) e delle Relazioni annuali e semestrali sono disponibili presso M&G Luxembourg S.A. Tali documenti sono disponibili anche sul sito: www.mandg.com/investments/professional-investor/it-it. Prima della sottoscrizione gli investitori devono leggere il Prospetto informativo e il Documento di
i rischi di investimento associati a questi fondi e che descrivono i diritti degli investitori. Le
M&G Luxembourg S.A. può decidere di terminare gli accordi presi per la commercializzazione in base al nuovo processo di revoca della
dei reclami sono disponibili in italiano presso www.mandg.com/investments/professional-investor/it-it/complaints-dealing-process. Questa attività di marketing è
16, boulevard Royal, L 2449, Luxembourg. MAY 22 / 729902
Informazioni Chiave per gli Investitori, che illustrano informazioni qui contenute non sostituiscono una consulenza indipendente in materia di investimenti. notifica della direttiva sulla distribuzione transfrontaliera. Informazioni sulla gestione pubblicata da M&G Luxembourg S.A. Sede legale: Scopri di piùSempre un passo avanti
Dalle bollicine alle scarpe che respirano, i successi dei Moretti Polegato Geox e Villa Sandi sono ai primi posti in Italia nei rispettivi settori di attività
DI STEFANO FOSSATIA “Crozeta”, come chiunque nella zona chiama Crocetta del Montello, 6mila anime in provincia di Treviso, ovunque ti guardi intorno vedi capannoni e fabbricati industriali: né più, né meno rispetto a tante altre cittadine venete protagoniste del boom delle piccole imprese nel secondo dopoguerra. Ma basta salire un po’ verso il Piave, sulle colline, e il panorama cambia radicalmente, con fabbriche e officine che lasciano il posto a sconfinati filari di viti. È in queste zone fra Valdobbiadene e Conegliano, patrimonio Unesco dal 2019, che si è compiuto il “miracolo del Prosecco”: risultato di quel mix di caparbietà, cultura enologica e amore per il territorio di un drappello di vignaioli che, nel giro di pochi decenni, hanno reso il “bollicine” veneto il vino spumante più venduto al mondo.
Le anime del territorio Industria e vino: due anime di una delle regioni trainanti del Pil nazionale. Le stesse anime che hanno reso la famiglia Moretti Polegato fra le più conosciute rappresentanti del “made in Veneto” a livello globale. Sì, perché c’è il
vino alla base anche della storia di Mario Moretti Polegato, il 17mo uomo più ricco d’Italia secondo Forbes, patron e artefice di quella Geox che da almeno un ventennio è simbolo di moda e innovazione, di creatività e capacità industriale del Nord-Est. Ben prima degli occhiali bicolore, della “scarpa che respira”, dell’amicizia con Steve Forbes e dei meeting di Cernobbio o Davos. Una storia che inizia il 16 agosto 1952, quando Mario nacque a Crocetta in una famiglia lontanissima dal mondo della moda e delle calzature: il padre Divo e lo zio Vittorino erano a capo della Vinicola Fratelli Polegato, dopo avere ampliato l’impresa avviata negli anni ‘20 dal nonno Mario con l’acquisto di alcuni vigneti. La strada, per Mario jr., sembrava a senso unico: “Mia madre raccontava che, ancora nella culla, mio padre mi bagnò le labbra e disse ‘tu sarai il futuro cantiniere’”, racconta nelle interviste.
Direzioni differenti Negli anni ‘70 le attività dei fratelli Polegato si separarono: Vittorino – scomparso nel 2014 – fondò la Astoria, poi divenuta uno dei più
importanti marchi del Prosecco (oggi in mano al figlio Paolo, che lo scorso anno ha rilevato la quota del fratello Giorgio), mentre Divo proseguì con la moglie Amalia Moretti e i figli Mario - dopo gli studi in enologia e la laurea in Giurisprudenza a Ferrara - e Giancarlo, classe 1957, destinato per formazione a occuparsi della gestione finanziaria. Fino a quel tragico giorno di agosto del 1979, quando Divo morì in un incidente stradale.
Successione in famiglia Un duro colpo, al quale tuttavia Amalia reagì con caparbietà e tempra d’acciaio, subentrando al marito sia nella gestione dell’attività vinicola sia nella funzione di guida per i figli che avrebbe spinto sempre a guardare avanti, a investire, a credere nelle proprie capacità. Una figura fondamentale, nella crescita di Mario e Giancarlo, che non a caso, qualche anno dopo, chiesero e ottennero per decreto di affiancare il cognome materno a quello del padre. A Crocetta sono in molti a ricordare che, fino a pochi anni fa (Amalia è morta nel 2018 a 91 anni) non ci fosse decisione importante
Negli anni Settanta le attività dei fratelli Mario e Vittorino hanno preso strade diverse, seguendo ciascuno le proprie inclinazioni
Da sinistra: Mario e Giancarlo Moretti Polegato.
sulla quale i suoi “ragazzi” non le chiedessero un parere.
L’intuizione
Di lì a poco venne acquisita Villa Sandi, edificio palladiano del 1622 che diventò sede e simbolo dell’azienda. Sotto la spinta della madre, i due fratelli iniziarono a puntare sull’export, a fare conoscere il Prosecco fuori dal Veneto e dall’Italia, studiarono il metodo classico nella regione dello Champagne per diversificare la produzione. Ma intanto Mario lavorava anche su un’idea che, con il vino e le bollicine, c’entrava poco o nulla. Ma che senza il vino, con ogni probabilità, non avrebbe mai
avuto. La storia è nota: “spedito” qualche anno prima dal padre a presentare i vini dell’azienda in una fiera in Nevada, dopo gli incontri con i clienti decise di fare un’escursione nel deserto. Faceva caldo, molto caldo, ne risentivano soprattutto i piedi “prigionieri” in un paio di scarpe da ginnastica con la suola in gomma. “Presi un coltellino e feci un buco nelle suole, ricavando una sorta di ventilazione”, ricorda Mario Moretti Polegato. Semplice, eppure funzionava. Restava il problema di come evitare che acqua e polvere entrassero nelle scarpe dai fori per la ventilazione. Così, tra una vendemmia e una vinificazione, Mario tornò negli
Stati Uniti per studiare una membrana utilizzata dalla Nasa, impermeabile ma allo stesso tempo traspirante.
La scelta di mettersi in proprio Convinto di avere in mano una soluzione rivoluzionaria, il giovane Polegato la brevettò e, per tre anni, girò Italia, Germania e Stati Uniti per proporla alle più importanti aziende del settore. Senza riscontrare alcun interesse. Chi sarà mai questo vignaiolo trevigiano – avrà pensato qualche manager delle multinazionali del footwear – che viene a insegnarci come non fare sudare i piedi dei nostri clienti? La risposta l’avrebbe avuta qualche
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anno più tardi. Perché, piuttosto che cestinare un’idea che riteneva vincente, Mario a poco più di quarant’anni decise di mollare i vigneti e di mettersi in gioco, facendo da solo le “sue” scarpe. A Montebelluna, una manciata di chilometri da “Crozeta”, fondò nel 1995 Geox (da “Geos”, “terra” in
greco antico, con la “X” finale a simboleggiare la tecnologia), prese a bordo cinque giovani manager freschi di formazione e li convinse a buttarsi in un’impresa che sembrava senza speranza. Perché un conto è fare buchi nelle suole e renderli impermeabili con la membrana, un altro è produrre calzature
basate su questa idea e venderle: i piedi al fresco non bastavano, le scarpe dovevano anche essere alla moda, distribuite nei negozi giusti, con un marchio riconoscibile… Ma Moretti Polegato aveva dalla sua determinazione, passione, l’immancabile sprono materno e la possibilità di investire qualche risorsa di tasca propria, oltre alla capacità di circondarsi dei collaboratori giusti. La crescita, di lì a poco, fu travolgente. Sulla scia dello slogan “La scarpa che respira”, Geox è oggi il terzo gruppo calzaturiero italiano, con un fatturato che nel 2021 ha sfiorato i 609 milioni di euro, il 70% dei quali provenienti dall’estero grazie a una presenza in oltre 100 paesi. Ma non è solo questione di marketing, anzi: dietro il successo ci sono i continui investimenti in ricerca e sviluppo, motore della costante evoluzione della produzione e dell’espansione nel settore dell’abbigliamento casual. Sempre impermeabile e traspirante, grazie ai brevetti di proprietà che oggi sono ben 61, escludendo i cinque in attesa di approvazione.
Vocazione per l’innovazione Nel 2004 l’azienda sbarcò in Borsa, anche se il 71% resta blindato in capo alla finanziaria di famiglia, la Lir, controllata all’85% da Mario e al 15% dal figlio Enrico: la “cassaforte” attraverso la quale diversificare gli investimenti, dall’immobiliare (con la controllata Domicapital)
alle energie rinnovabili, ma anche espandere l’impero nel calzaturiero, dando spazio appunto alla quarta generazione. Nel 2009 venne infatti acquisita Diadora, storica azienda della scarpa sportiva nel pieno di una fase difficile: Enrico Moretti Polegato, laurea in Giurisprudenza appesa dietro alla scrivania e tanta voglia di scalzarsi di dosso l’etichetta di “figlio di”, ne prese in mano
le redini non ancora trentenne (è nato nel 1981). E vinse la sua sfida: in meno di dieci anni i lavoratori passarono da 50 a oltre 200 e nel 2021 il fatturato consolidato ha raggiunto i 166 milioni di euro. D’altra parte, la capacità di far crescere le aziende è un “vizio” di famiglia. A Crocetta, Giancarlo Moretti Polegato, quello che avrebbe dovuto essere l’uomo dei
conti e dei bilanci, ha continuato a guidare Villa Sandi portandola a collocarsi fra le prime cantine private italiane: 121 milioni di fatturato nel 2021, con una crescita del 33 per cento rispetto all’anno precedente a fronte di un +20% di volumi commercializzati nello stesso periodo, a testimoniare un incremento non solo delle vendite ma anche, e ancora di più, del valore della produzione. Il segreto? Sempre quello: avere scelto di investire per restare al top, con l’acquisizione di ulteriori cantine e il rinnovamento degli impianti produttivi ma anche delle fonti di approvvigionamento energetico. Asset che valgono oro, in un momento di costi alle stelle per energia e materie prime. E puntando ancora sull’innovazione di prodotto, con il lancio di una linea di cosmesi e non solo. Perché anche il Prosecco, così come le scarpe, può essere “fashion”. Prendiamo il Rosé, novità giunta sul mercato da un paio di anni in forma di Doc grazie alla variazione del disciplinare di produzione, di cui Villa Sandi è stata fra i principali promotori nell’ambito del Consorzio. Anche qui, con il contributo della quarta generazione rappresentata da Diva, giovane figlia di Giancarlo entrata in azienda come brand ambassador già all’età di 16 anni. In attesa di fare spazio anche al fratello minore Leonardo. Perché “essere avanti”, in casa Moretti Polegato, è una questione di Dna, non importa che si tratti di sneaker, di giacche o di bollicine.
La crescita non si ferma
L’industria del pb continua nella fase di sviluppo nonostante la congiuntura negativa Atteso un progresso degli asset nell’ordine di 120 miliardi nell’arco di 3 anni
DI AIPB*Nonostante le numerose incognite a livello macro, l’industria del private banking manterrà una crescita positiva per il prossimo triennio evitando reazioni impulsive da parte dei clienti generate da un nuovo periodo di incertezza sulle prospettive economiche a livello globale. Il private banking dovrebbe proseguire la sua maggiore dinamica tra i canali distributivi, con una crescita prevista del 3,9% medio annuo (contro 1,8% degli altri) che porterà gli asset gestiti ad aumentare di 120 miliardi di euro nel triennio, arrivando ad uno stock di 1.167 miliardi di euro. Questa tendenza potrebbe condurre ad una
ulteriore crescita di oltre un punto percentuale della quota di mercato degli operatori Private rispetto agli altri canali distributivi (31,4%).
Il nuovo scenario
I flussi netti dovrebbero crescere ad una velocità doppia rispetto a quelli degli altri canali distributivi (+2,3% medio annuo vs +1,8% degli altri canali). Nel confronto con il periodo precedente, dopo il picco osservato nel corso degli ultimi due anni, la nuova raccolta risulterà in rallentamento, riflettendo larevisione a ribasso delle stime di crescita dell’economia (era stata +4,2% nella media del triennio precedente).
Anche la performance dei portafogli private si attende in misura doppia rispetto a quella delle altre famiglie (1,6% vs 0,7%), sebbene in forte ridimensionamento (era stato 4,4% in media tra il 2019-21). Nel triennio i mercati risentono dell’aumento dell’inflazione e del rientro delle politiche monetarie, a cui si aggiunge quest’anno la maggiore volatilità e incertezza dovuta al conflitto in Ucraina.
Le sfide all’orizzonte
Interpretare lo scenario dei prossimi anni è una sfida che si fa sempre più critica per gli operatori che si occupano di gestire e amministrare
la ricchezza delle famiglie. Il 2022 si è aperto con una situazione che rende difficile mettere in atto nel breve periodo le politiche di ricomposizione della liquidità auspicate. Lo scenario di inflazione crescente potrebbe non essere sufficiente a indurre i risparmiatori a ridurre l’eccesso di liquidità. Infatti, diverse forze contribuiscono a influenzare le decisioni di investimento: da una parte l’aumento dell’inflazione potrebbe spingere i risparmiatori ad uscire dalla liquidità per preservare il potere d’acquisto del proprio risparmio, d’altra parte in un contesto come quello attuale caratterizzato da tensioni sui mercati, incertezza e shock di offerta, potrebbe invece vincere l’esigenza di restare in asset sicuri
perché aumenta l’avversione al rischio. Si consideri anche che l’aumento dei prezzi e il conseguente aumento dei tassi di interesse porta con sé una maggiore remunerazione della liquidità, mentre in una prima fase pesa sul valore degli investimenti obbligazionari e anche su quelli azionari per il tasso a cui sono scontati i cash flow attesi.
L’impatto di tassi e inflazione Nel complesso del triennio ci aspettiamo di confermare un andamento degli operatori del private banking positivo su tutte le componenti di gestione e amministrazione del risparmio. Sarà tuttavia uno scenario di crescita inferiore al triennio 2019-21 per il peggioramento del quadro macroeconomico e la revisione verso l’alto dei tassi di politica
monetaria che vanno a pesare sulla valorizzazione delle componenti più tradizionali del portafoglio. Nel dettaglio delle nostre previsioni, dopo la crescita anomala degli stock di liquidità (che hanno comunque mantenuto un livello fisiologico in termini di peso sul portafoglio Private), nel biennio 23-24 la raccolta diretta inizierà a ricomporsi a favore degli strumenti investiti, portando la crescita nel prossimo triennio a un tasso vicino al +1%, contro la media di +3,9% del totale delle masse. Di conseguenza il peso del comparto sui portafogli èrivate tornerà a livelli non solo più bassi di quelli pre-Covid, ma che non si raggiungevano dal 2017 (14,4%).
La tenuta del gestito Ci aspettiamo una migliore tenuta degli investimenti nel comparto gestito delle famiglie che si affidano a un servizio private, affiancate da una offerta in grado di proporre strumenti adeguati ad affrontare la situazione e cogliere le opportunità sui mercati (+5,2%). Anche il peso di questo comparto acquisirà una rilevanza mai più riscontrata negli ultimi quattro anni (41,2%). Mentre la clientela degli altri operatori, caratterizzata da profili più prudenziali, potrebbe vedere un rallentamento più forte, addirittura dimezzato della crescita delle componenti gestite (+3,3%).
*Estratto dell’ultimo report annuale
Dolce benessere
Il miele è ricco di sali minerali, vitamine e polifenoli Da limitare le quantità, trattandosi di un alimento calorico
Con l’approssimarsi dell’autunno, è piacevole pensare a una bevanda calda con l’aggiunta di miele. Probabilmente questo alimento fa parte della nostra cultura da oltre 7mila anni: fino all’avvento della produzione industriale di zucchero è stato il dolcificante per eccellenza, utilizzato anche come conservante e in cucina, specialmente presso i romani (che lo importavano anche da Malta, dal quale sembra derivi il nome) e nel Medio Evo.
Riserva di cibo Insieme al latte, il miele è l’unico elemento del qual ci cibiamo a nascere con questa funzione (tutto il resto, animale o vegetale è una parte viva dell’organismo): serve infatti come riserva di cibo per le api in caso di carenza, specialmente in inverno. Esistono decine di varietà di miele in funzione del nettare e della melata (linfa prodotta da alcuni alberi) dal quale si originano.
Le api sono insetti sono fondamentali per l’impollinazione (ovvero la riproduzione di tutte le piante che producono fiori), dato che trasportano il polline proprio nel gesto di raccogliere il nettare dal quale produrranno il miele.
Scissione dello zucchero Grazie a un enzima detto invertasi (inverte la polarità della luce che attraversa la molecola) scindono il saccarosio in glucosio e fruttosio: questo fa sì che il miele sia più dolce dello zucchero comune.
Il miele è un alimento a tutti gli effetti: contiene sali minerali e vitamine, ma soprattutto, in funzione delle diverse specie vegetali dalle quali origina, polifenoli (ne ho sottolineato più volte le qualità benefiche in quanto antiinfiammatori ed antiossidanti, in particolare l’apigenina). Da sottolineare come nel miele pastorizzato molti dei principi nutritivi si perdono. Questo
alimento possiede anche una parte di antibatterico naturale, quindi non ha bisogno di conservanti. Tuttavia soffre umidità, luce e calore: se tenuto a riparo da questi tre agenti, può essere conservato per anni. A differenza dello zucchero da cucina, il miele ha un suo sapore caratteristico che può variare in base al tipo, e che quindi può influenzare il gusto della bevanda o nel cibo che vogliamo dolcificare.
Dunque il miele è sicuramente utile e nutriente, ma attenzione alle calorie, che sono circa corrispondenti a quelle dello zucchero. Anche se, essendo più dolce, se ne usa di meno. Pertanto, un thè caldo con un cucchiaino di miele o a colazione su una fetta biscottata, magari con un cucchiaino di ricotta, può essere incluso in qualsiasi programma nutrizionale.
www.nutrics.it
DI ROBERTO CANNATARO / roberto-cannataro-rd-79a70938IN FORMA
Design avveniristico per Omorpho, linea di capi che aumentano la gravità Il peso, ben distribuito lungo i muscoli, non supera i 700 grammi
Omorpho, dall’aggettivo greco che significa “bello”, è una collezione di abbigliamento sportivo basata su pallini che contengono micro-pesi (circa 700 grammi per le maglie, poco meno per i pantaloncini). Questi ultimi, denominati MicroLoad, potenziano l’allenamento senza creare alcun fastidio durante il movimento. I capi sono facili da lavare. La linea porta la firma di Stefan Olander, ex designer di Nike. Omorpho.fit Prezzo: a partire da 159 euro
MEGA YACHT IN MOSTRA
L’inizio dell’autunno coincide con il consueto Monaco Show Ampio spazio per le imbarcazioni extra-lusso e le attrezzature del settore
Dal 1991, il Monaco Yacht Show si impegna a promuovere l’eccellenza creativa nel mondo del superyacht. L’edizione di quest’anno si svolge dal 28 al 1° ottobre nella consueta
location di Porto d’Ercole. Due gli spazi espositivi: a galla, con un centinaio di superyacht e cinquanta tender di lusso; sulla banchina, con 450 aziende
espositrici, tra designer e architetti navali, produttori di attrezzature e fornitori di servizi per yacht o produttori di tender e gadget nautici. Monacoyachtshow.com
TAPPA IN COSTA AZZURRA
Monte Carlo raccoglie il testimone da Cannes, dove nelle scorse settimane si è svolto il Cannes Yachting Festival, diviso tra Porto Vecchio e Porto Canto. Tra le possibilità offerte, la prova in acqua delle imbarcazioni e una visita alla Luxury Gallery, spazio dedicato al lusso, all’artigianato e all’arte di vivere.
ESTATE IN VIGNA
L’Hotel de Pavie Relais & Chateaux riapre i battenti dopo la ristrutturazione Ambienti rinnovati per scoprire i tesori nell’area di Bordeaux
Dopo un lavoro profondo di ristrutturazione, rispettoso dei luoghi, ha riaperto i battenti l’Hotel de Pavie Relais & Chateaux, ubicato a Saint-Emilion, borgo medievale situato nel cuore dei famosi vigneti di Bordeaux. Un territorio unico nel suo genere per l'importanza delle sue proprietà vinicole, la qualità dei suoi vini e la maestosità della sua architettura e dei suoi monumenti. La struttura esprime l’eccellenza di questi posti, con la famiglia Perse che non ha badato a spese per ammodernare la struttura dotandola di ogni comfort. Hoteldepavie.com
CUCINA
Non solo vino. La cucina dell’hotel propone anche altre eccellenze del territorio, come il famoso amaretto e il Crémant de Bordeaux (spumante bianco o rosato).
ARCHITETTURA
La struttura si compone di tre complessi, tra cui Casa Campanile, situata accanto alla famosa chiesa monolitica scavata nella roccia.
Il celebre interior designer Alberto Pinto ha firmato gli arredi delle camere seguendo uno stile elegante e contemporaneo.
LIBRERIE DEL MONDO
Un giro tra le città alla scoperta dei luoghi di cultura più suggestivi Come storia, tradizione e architettura si incontrano e si contaminano
BIBLIOTHECA ALEXANDRIA, EGITTO BIBALEX.ORG
BOSTON ATHENAUM, BOSTON
BOSTONATHENAEUM.ORG
HAROLD ACTON LIBRARY ATH THE BRITISH INSTITUTE, FIRENZE BRITISHINSTITUTE.IT
Quella di Alessandria è stata, per oltre mille anni dopo la sua fondazione nel terzo secolo a.C., la biblioteca più importante del mondo. Oggi si struttura su 11 piani.
Mezzo milione di volumi che vanno dalle cronache di Norimberga alla biblioteca personale di George Washington, nonché luogo di ritrovo di letterati e appassionati.
Ospitata nel cinquecentesco Palazzo Lanfredini (affacciato sull’Arno), questa biblioteca è il cuore del British Institute di Firenze.
HET PREDIKHEREN, MECHELEN, BELGIO HETPREDIKHEREN.MECHELEN.BE
THE LONDON LIBRARY, LONDON LONDONLIBRARY.CO.UK
Già monastero, l’edificio barocco è da tempo stato convertito in una biblioteca, allestita con sontuose opere in legno personalizzate, ma senza tradire le caratteristiche del design originale risalente al XVII secolo.
Charles Dickens e John Stuart Mill sono stati tra i primi membri della biblioteca di St James. È amata dai bibliofili per la sua collezione di oltre un milione di libri dal 1500 ai giorni nostri.
Tre piani collegati da scale a chiocciola, sale di lettura dai soffitti alti e una spazio lettura per bambini con un finto guardaroba “Narnia” caratterizzano la struttura.
L’architettura dei primi del Novecento si interseca con l’impianto in acciaio e vetro del padiglione progettato da Renzo Piano.
i suoi membri storici.
Situato in una stradina laterale all’ombra della Torre Eiffel, presenta una collezione di circa 10mila libri, equamente divisi tra lingua francese e inglese.
Fondata nel 1806 come club letterario per soli uomini, oggi la libreria situata in un palazzo realizzato con stile neogreco è un luogo di riferimento per convegni e presentazioni di tutta Manchester.
Un tempo sede del governo napoleonico, quindi divenuto punto di incontro del gruppo artistico post-risorgimentale fondato dal conte Camillo Cavour, oggi ospita talk, letture dal vivo e spettacoli musicali.
SENATE HOUSE LIBRARY, LONDON LONDON.AC.UK/SENATEHOUSELIBRARY
Le cinque sale di lettura ospitano una delle più grandi collezioni di scienze umane del Regno Unito, con numerosi volumi relativi ai movimenti di protesta e alla storia russa.
THE AMERICAN LIBRARY, PARIS AMERICANLIBRARYINPARIS.ORG THE PORTICO LIBRARY, MANCHESTER THEPORTICO.ORG.UK CIRCOLO DEI LETTORI, TORINO CIRCOLOLETTORI.ITFORUM GRONINGEN, NETHERLANDS FORUM.NL
BIBLIOTECA GIROLAMINI, NAPOLI
BIBLIOTECADEIGIROLAMINI.BENICULTURALI.IT
STUTTGART CITY LIBRARY,STUTTGART, GERMANIA
STADTBIBLIOTHEKSTUTTGART.DE
Il Forum di Groningen combina uno spazio espositivo, un cinema, un museo, una caffetteria e una terrazza sul tetto, nonché una biblioteca, che è distribuita su tutti gli 11 piani dell’edificio trapezoidale.
Un salone barocco a volta, allestito nell’ala di un monastero, fa da cornice a questo spazio culturale ricco di testi machiavellici e spartiti musicali medievali.
All’esterno è un cubo bianco; all’interno presenta una ricca collezione di volumi e angoli per chi ama dedicarsi alla meditazione. Il tutto in stile teutonico, con linee moderne.
JN PETIT INSTITUTE, MUMBAI .JNPETITINSTITUTE.ORG
La luce filtra attraverso le vetrate colorate delle finestre gotiche. Le pareti color pistacchio mostrano i ritratti della famiglia Petit, da cui la biblioteca è stata intitolata. All’interno circa 150mila libri di differenti epoche e stili.
I 60 ANNI DEL NAVITIMER
Brietling celebra la ricorrenza del cronografo indossato da Carpenter Edizione limitata da 500 pezzi, realizzata in un’esclusiva tonalità di blu
Per celebrare il 60esimo anniversario del cronografo Navitimer, indossato dall’astronauta Scott Carpenter e presto diventato modello cult tra i piloti e gli appassionati di aviazione, Breitling presenta un’edizione limitata di 500 pezzi con un quadrante elegante in un’esclusiva tonalità di blu, non a caso chiamata Navitimer Blue Sky. A completare il disegno sono una lunetta interna argentata e una lancetta dei secondi del cronografo centrale rossa.
Usa.watchpro.com Prezzo: da 8.750 euro
UNICO AL PALATO
Calvisius Caviar propone una nuova soluzione dal sapore vellutato Nasce da una speciale selezione di uova di storione bianco
La famiglia di Calvisius Caviar si arricchisce con l’arrivo di Unico, un caviale dal gusto nuovo e dalla consistenza strutturata. Nasce da una speciale selezione di uova di storione bianco, che sono caratterizzate da un lungo processo di salatura e una più breve maturazione in latta. In bocca, il sapore è vellutato e avvolgente; sotto il palato, l’uovo risulta compatto, dal gusto sfidante e incredibilmente piacevole. Caviar.it I NUMERI
CONTINUIAMO A SCRIVERE LA STORIA.
L’Espresso, nella sua lunga tradizione, ha sostenuto le più importanti battaglie politiche e sociali per contribuire alla crescita del nostro Paese. Continuerà a farlo con gli approfondimenti giornalistici, sui temi della politica, dell’economia, della cronaca e della cultura, attraverso tutti gli strumenti della comunicazione di oggi e di domani, per costruire il sistema editoriale di riferimento di un’Italia che guarda al futuro.
L’ESPRESSO TUTTO CIÒ CHE ERA E TUTTO IL NUOVO CHE VERRÀ.
BARISTA FATTO IN CASA
L’ultima novità di Black+Decker è una macchina per fare cocktail Sono disponibili ben 40 combinazioni relative a 5 tipologie di liquori
Black+Decker propone una nuova macchina per cocktail che consente di dilettarsi in soluzioni sempre nuove. Vodka, tequila, whisky, gin e rum: non c’è che l’imbarazzo della scelta in merito alla bevanda e alle combinazioni possibili. A disposizione 40 assortimenti. Blackanddecker.com/ solutions/bev Prezzo: 299 euro
SEMPLICITÀ D’USO RACCOGLIENDO I FEEDBACK DEI SUOI CLIENTI, L’AZIENDA HA MESSO A PUNTO UNA SOLUZIONE FACILE DA USARE E ANCHE DA LAVARE, CON LA POSSIBILITÀ ANCHE DI COLLOCARLA NELLA LAVASTOVIGLIE.
certificati di investimento. La società è stata fondata nel 2007 ed è attiva nei settori finanziario e tecnologico, con sede centrale a Zurigo e 13 uffici nel mondo. Specializzata nella creazione di soluzioni di investimento su diverse asset-class, per investitori sia istituzionali sia retail, Leonteq nel 2021 ha emesso oltre 40’000 prodotti a livello globale. Leonteq ha rating investment grade ed è operativa dal 2016 in Italia, dove la sua offerta si articola in oltre 1’000 certificati quotati su SeDeX, EuroTLX e Hi-Cert.
COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI PHOENIX AUTOCALLABLE
• I certificati phoenix autocallable consentono di ricevere delle cedole condizionate se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore alla barriera della cedola ad ogni data di osservazione, assumendo che non si sia verificato alcun rimborso anticipato. Grazie all‘effetto memoria, ad ogni data di pagamento della cedola saranno accreditate anche le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• Ad ogni data di osservazione, se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore al rispettivo trigger autocall, il prodotto sarà rimborsato anticipatamente e l’investitore riceverà il 100% del valore nominale più le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• L‘autocall trigger level decrescente, elemento caratteristico dei nostri certificati autocallable, aumenta la probabilità di richiamo anticipato.
• Alla scadenza, qualora il prodotto non sia stato rimborsato anticipatamente, gli scenari possibili sono i seguenti: (1) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore non è pari o al di sotto della barriera, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale; (2) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è pari o al di sotto della barriera, l’investitore riceverà il valore nominale ridotto dell’1% per ogni punto percentuale di performance negativa del sottostante con la performance peggiore.
Rating emittente Leonteq Securities AG: Fitch BBB-; EFG International Finance Ltd: Fitch A
La percentuale indica l’importo massimo per anno della somma delle cedole condizionali (pagabili periodicamente). Tale percentuale è puramente indicativa in quanto non vi è garanzia che si verifichino le condizioni per l’ottenimento dell’intero importo (e l’importo effettivamente pagato potrebbe essere anche pari a zero).
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La “Family Constitution”
Di derivazione anglosassone, è un documento che riassume i valori familiari È dotato di valore programmatico, ma può includere obbligazioni naturali
DI MASSIMILIANO CAMPEIS*Un’efficiente gestione del passaggio generazionale rende opportuno disciplinare non solamente gli aspetti economico-patrimoniali, ma anche quelli relativi al capitale umano, etico e sociale che il capostipite desidera sia trasmesso alle generazioni future. La “Family Constitution” può fornire un utile supporto in tal senso.
Regole per la successione
La “Family Constitution” nasce nel mondo anglosassone oltre un secolo fa, con la finalità di riassumere, in un unico documento, i valori fondanti della famiglia e disciplinare il rapporto dei suoi componenti con il patrimonio ed il family business, nonché delineare gli obiettivi di quest’ultimo, a beneficio delle future generazioni.
Tale tipologia di accordo sta conoscendo una diffusione sempre maggiore, e inizia a essere utilizzato anche in Italia, come strumento integrativo di pianificazione patrimoniale: agli istituti giuridici ritenuti più idonei (holding, donazioni/patti di famiglia, trust, società semplice, etc.) si affianca un “documento programmatico” con
l’obiettivo di regolamentare l’utilizzo della ricchezza, alla luce dei principi ispiratori e dei riferimenti valoriali della famiglia.
Regole per gli investimenti Qualora nel patrimonio vi sia - come accade di frequenteun’azienda, il documento potrà disciplinare i rapporti impresafamiglia, prevedendo, ad esempio, quali requisiti i suoi membri debbano possedere per assumere ruoli gestori, come debbano essere remunerati, quale politica di distribuzione dei dividendi debba essere seguita. Accanto a ciò, la “Family Constitution” potrà anche regolamentare la gestione e l’impiego del patrimonio diverso da quello aziendale (immobiliare, mobiliare, finanziario), nella prospettiva di far sì che esso sia amministrato in maniera efficiente, utilizzato in maniera responsabile e coerente alle esigenze della famiglia, e quindi trasmesso ai discendenti, scongiurando l’insorgere di attriti e conflitti.
Il patriarca avrà facoltà, ad esempio, di dettare le linee guida che dovranno essere seguite
negli investimenti (in relazione all’approccio al rischio, alla ripartizione tendenziale per asset class, ai criteri di responsabilità ambientale e/o sociale e così via), di predeterminare i ruoli, operativi o meno, dei familiari nell’ambito del family office (regolamentando l’assunzione di cariche amministrative nella holding o nelle partecipate, della funzione di guardiano di trust etc.), di dare indicazioni circa le condizioni in base alle quali i componenti della famiglia possano beneficiare del patrimonio (o di singoli beni) e del suo reddito.
La Magna Charta Nel quadro complessivo dell’accordo familiare, il capostipite potrà prevedere un vero e proprio “Family Statement”, una sorta di “Costituzione” che riassuma la storia della famiglia e del suo patrimonio, i valori ed i principi ispiratori, nonché le norme etiche e comportamentali che dovranno guidare i membri della famiglia nel loro rapporto con la ricchezza (ad esempio, impiegare parte del patrimonio per supportare i più deboli o per
sostenere determinate iniziative culturali o filantropiche, o far sì che i più giovani non dispongano di somme particolarmente elevate, quantomeno sino al raggiungimento di una determinata età, ma che sia assicurato che essi dispongano di tutto quanto necessario per il proprio sviluppo formativo).
In tal modo, il documento contribuirà a consentire un’efficace trasmissione, nel corso delle generazioni, del capitale culturale, sociale e reputazionale della famiglia.
Scrittura privata Quanto alla forma giuridica, la “Family Constitution” è
normalmente predisposta quale scrittura privata ed è firmata da tutti i componenti della famiglia. Il suo valore è spesso meramente programmatico, ma non è escluso che talune delle sue previsioni possano configurare “obbligazioni naturali” ai sensi dell’art. 2034 c.c. (di per sé non coercibili, ma che non consentono la ripetizione di quanto sia stato spontaneamente prestato in esecuzione delle stesse), così come che essa possa contenere delle vere e proprie previsioni aventi natura obbligatoria (ad esempio nel caso in cui venga regolamentata la disciplina del trasferimento di partecipazioni societarie), con eventuale previsione di sanzioni per il loro inadempimento.
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le disposizioni aventi natura vincolante saranno contenute negli strumenti giuridici scelti per la gestione e la trasmissione del patrimonio familiare, e la “Family Constitution” interagirà con questi e ne ispirerà il contenuto, che rifletterà quanto ivi previsto, potendo fungere anche da documento interpretativo/ integrativo degli atti giuridicamente vincolanti (ad esempio quale indicazione del disponente circa l’impiego del fondo in trust o come ausilio nell’interpretazione di disposizioni testamentarie).
*Avvocato, managing partner dello studio Campeis. Tratto dal sito internet di UBS
La paura del “no”
Saper
porre domande è fondamentale per entrare in sintonia con il cliente Il rischio di risposte negative non deve spingere
all’inazione
DI MARIA GRAZIA RINALDI*“Potresti non avere il controllo di ogni cosa che ti capita, ma puoi decidere di non essere controllato da ogni cosa”. (Maya Angelou)
Le persone acquistano quando percepiscono un beneficio per sé stessi. Il cliente si preoccupa fondamentalmente di quello che lui ritiene importante, e sulla base di questo, agisce. Il cliente ricerca, vantaggi, benefici, con l’obiettivo di conseguire benessere o di ottenere un miglioramente.
La sfida
Se non saremo in grado di far emergere i suoi reali bisogni, difficilmente riusciremo a essere percepiti come una risorsa in grado di generare valore aggiunto nella sua vita. Uno strumento prezioso di cui disponiamo per far emergere tutto ciò che ci occorre sapere, è saper domandare. Non dobbiamo avere paura di fare domande per portare alla luce delle nuove consapevolezze. Secondo Jung, “l’uomo può realizzare
delle cose stupefacenti se queste hanno un senso per lui”.
Per questo il nostro obiettivo deve essere conoscere cosa ha senso per il mio cliente. Se non ci concediamo questa opportunità non sapremo mai fino in fondo cosa è davvero importante per lui, rischiando così di parlare di argomenti che lo coinvolgeranno emotivamente poco o che non lo interesseranno.
Il timore da superare Spesso le persone hanno difficoltà a fare domande perché temono il rifiuto. La paura del rifiuto è un sentimento comune a tutti e spesso diventa uno dei motivi per smettere di andare avanti. Per paura di ricevere un “no” da un cliente, a volte si preferisce non agire. Il rifiuto fa affiorare emozioni dolorose: dalla vergogna, al senso di inadeguatezza, ai sensi di colpa. Partiamo dal presupposto che il “no” non è un attacco alla nostra identità, bensì una possibilità di crescita, di autoanalisi, di confronto, un modo per rispondere alle obiezioni.
Occorre allargare la nostra percezione rispetto al rifiuto per non subirlo, ma piuttosto per cavalcarlo. Il rifiuto, se accolto in maniera costruttiva, può diventare una grande occasione di miglioramento. Non potremo evitare il “no” in ogni circostanza, ma potremo concentrare la nostra attenzione sugli aspetti che sono controllabili, come le nostre azioni, la nostra motivazione e il nostro modo di reagire al diniego. Potremo gestire sicuramente la determinazione, la costanza o perseveranza, ma non come reagiranno le persone a ciò che proporremo. Ciò che è in nostro potere fare è accettare un consenso o un rifiuto, come elementi di un processo e non come il risultato finale di un percorso. Concludendo possiamo dire che è necessario agire su ciò che possiamo controllare piuttosto che lasciarsi sopraffare da ciò che non dipende da noi.
*Selezionatrice di private banker, psicologa e coach abilitata
12 PREMI FISSI MEMORY CASH COLLECT SU PANIERI DI AZIONI
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Premi fissi mensili per i primi dodici mesi compresi tra lo 0,75%1 e l’1,85% del Valore Nominale Premi mensili potenziali dal tredicesimo mese compresi tra lo 0,75% e l’1,85% del Valore Nominale con Effetto Memoria, fino a scadenza Barriera Premio e a Scadenza fino al 50% del valore iniziale dei sottostanti Scadenza a tre anni (14 aprile 2025)
I Certificate 12 Premi Fissi Memory Cash Collect su Panieri di azioni consentono di ottenere un premio fisso per i primi dodici mesi. Inoltre, dal tredicesimo mese di vita, i Certificate pagano potenziali premi mensili con Effetto Memoria nelle date di valutazione mensili purché le azioni che compongono il paniere quotino tutte a un valore pari o superiore al Livello Barriera (fino al 50% del rispettivo valore iniziale). A partire dal dodicesimo mese di vita, i Certificate possono scadere anticipatamente qualora nelle date di valutazione mensili tutte le azioni che compongono il paniere quotino a un valore pari o superiore al rispettivo valore iniziale. In questo caso l’investitore riceve, oltre al premio mensile, il Valore Nominale oltre gli eventuali premi non pagati precedentemente (c.d. Effetto Memoria).
A scadenza, se il Certificate non è scaduto anticipatamente, sono due gli scenari possibili:
se la quotazione di tutte le azioni che compongono il paniere è pari o superiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate rimborsa il Valore Nominale più il premio con Effetto Memoria;
ISIN AZIONI SOTTOSTANTI
NLBNPIT1AIZ1
se la quotazione di almeno una delle azioni che compongono il paniere è inferiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate paga un importo commisurato alla performance della peggiore tra le azioni che compongono il paniere (con conseguente perdita, parziale o totale, del capitale investito).
LIVELLO BARRIERAPREMI MENSILI, FISSI E CONDIZIONATI
Eni SpA, Enel, Tenaris SA 60% 0,75%
NLBNPIT1AJ01 Unicredit, Mediobanca, Banco BPM 50% 0,85%
NLBNPIT1AJ35 Stellantis NV, Porsche Automobil Holding SE, MercedesBenz Group AG 60% 1,00%
NLBNPIT1AJ43* Stellantis NV, Tesla Inc, Lucid 50% 1,85%
NLBNPIT1AJ68* Leonardo, Safran, Bae System 60% 0,85%
NLBNPIT1AJ92* Advanced Micro Devices Inc, Zoom, Uber 50% 1,20%
NLBNPIT1AJB0* Air France, Easyjet, Airbus 50% 1,10%
Preziosi da record
Dagli orecchini ai diamanti, agli orologi, le aste di lusso non conoscono crisi L’esperienza di Wannenes a Monte Carlo rivela i nuovi trend del mercato
DI GIACOMO NICOLELLA MASCHIETTICon le incertezze che hanno segnato i mercati finanziari negli ultimi mesi, il crollo delle criprovalute e le instabilità internazionali, chi vuole preservare il proprio patrimonio sceglie ancora una volta il lusso. Succede soprattutto nel Principato di Monaco, che nella stagione estiva è sempre protagonista con aste di pregio dedicate agli orologi di lusso e ai gioielli. Il settore Luxury diventa rifugio e conta sempre più su una maggiore diversificazione dettata anche dalla globalizzazione e dalla velocità del digitale. A conferma di queste considerazioni le vendite di Wannenes – Art Contact a Monte Carlo hanno visto protagonisti splendidi gioielli, ricercati orologi da collezione e borse delle più note Maison della moda, certificando l’andamento positivo del comparto luxury. Il 13 e il 14 luglio 2022 hanno, infatti, totalizzato un realizzo complessivo di sei milioni di euro diritti inclusi.
Caccia ai bijoux
I primi sei mesi di questo 2022 hanno confermato il trend di crescita della casa d’aste che negli ultimi 10 anni è stato
costantemente in salita e non ha registrato rallentamenti nonostante le oscillazioni di molti mercati influenzati dalle faticose esperienze della pandemia e della guerra. Il semestre è stato trainato dall’asta di bijoux, che da sola ha incassato un realizzo complessivo di oltre 5 milioni di euro. Star indiscussa dell’incanto sono stati i meravigliosi orecchini con zaffiri Kashmir e diamanti, taglio cuscino del peso di 9,44 e 10,62 carati, montature firmate dal gioielliere G. Petochi. Preziosi provenienti da miniere ormai esaurite, nel corso degli anni hanno quintuplicato il loro valore e a luglio sono stati aggiudicati per 1.714.500 milioni. Ottimi risultati sono stati ottenuti altresì da una serie di anelli di grande valore: il primo, in platino e diamante taglio cuscino modificato del peso di 23,27 carati, ha totalizzato, anche grazie alla particolarità della sua forma, 660.400 euro, il secondo, corredato da uno smeraldo ottagonale del peso di 9,20 carati con quattro diamanti tagliati a goccia, è stato venduto a 533.400 euro e l’ultimo, in oro con al centro uno zaffiro pan di
zucchero di 9,33 carati affiancato da diamanti triangolari e brillanti, è stato battuto per 393.700 euro. Importante successo anche per il pendente con zaffiro Kashmir con al centro una pietra taglio cuscino del peso di 9,36 carati, incorniciato da diamanti taglio vecchio, esitato a 482.600 euro.
Tendenze emergenti “Visti gli andamenti dei preziosi eravamo sicuri che l’unicità dei gioielli proposti in asta avrebbe attirato l’attenzione di un gran numero di collezionisti perché la qualità premia sempre, ma i risultati sono andati al di là delle aspettative. Le pietre colorate, in particolare gli zaffiri, hanno raggiunto aggiudicazioni molto importanti e continuano a dimostrarsi investimenti sicuri. Queste pietre, infatti, rispetto ai diamanti non hanno un listino fisso da cui estrapolare il valore, ma variano molto in base al gusto degli acquirenti e soprattutto in base al colore della pietra che può quindi determinare delle performance molto alte”, afferma Benedetta Romanini, esperta del dipartimento.
Orologio da polso in oro rosa, Rolex “Padellone”, ref. 8171, 1950 circa Aggiudicato € 228.600
Le caratteristiche che determinano il valore dei cronografi da collezione non riguardano solo la firma anche le condizioni, la rarità, l’importanza storica e la provenienza
Anello in platino e diamante taglio cuscino modificato del peso di 23.27carati Aggiudicato a € 660.400
Orologio da polso in acciaio, Rolex Cosmograph Daytona, “Winner”, ref. 16520, 1995 circa Aggiudicato € 254.000
Orologio da polso in acciaio, Rolex Cosmograph Daytona, “Paul Newman”, ref. 6241, 1968 circa Aggiudicato € 177.800
Teresa Scarlata, direttrice del dipartimento gioielli, prosegue: “Protagonisti della vendita sono stati anche i diamanti, montati come solitari o su collier, spille e bracciali, ma anche combinati con le gemme di colore. Molto combattuti come sempre anche i bijoux firmati dai grandi nomi dell’oreficeria: Cartier, Bulgari e Van Cleef & Arpels. Ugualmente desiderate le perle naturali che confermano la domanda costante del gusto e del mercato internazionale”.
Modelli esclusivi Sempre nel Principato anche gli orologi da collezione hanno registrato esiti degni di nota trovando la migliore aggiudicazione nel raro Rolex Daytona “Winner”, ref. 16520. Questo modello, aggiudicato a 254.000 euro, veniva regalato solo agli equipaggi più tenaci ed è stato uno dei quattro segnatempo ufficialmente assegnati ai vincitori della “24 Ore di Daytona” del 1995 con il team tedesco Kremer Racing a bordo di una Kremer K8 Spyder-Porsche. Ecco perché riporta sul retro della cassa l’incisione: “WINNER Rolex 24 at Daytona 1995”. Altro dettaglio degno di nota che aggiunge prestigio all’esemplare in asta è il poter vantare il record mondiale per un Rolex Zenith avendo infatti ottenuto il conferimento più alto mai raggiunto ad oggi per questa referenza. I modelli della casa ginevrina hanno dominato la vendita imponendosi
con risultati interessanti anche per altri esemplari. Tra questi il celebre Rolex “Padellone”, ref. 8171, venduto a 228.600 euro. Il modello, caratterizzato dall’importante diametro di 38 mm, deve il suo affettuoso soprannome alla dimensione sopra la media del quadrante, molto più ampio rispetto agli orologi da uomo degli anni ’50. Ottima conclusione anche per il Rolex Cosmograph Daytona, ref. 6241, “Paul Newman” in acciaio del 1968 circa, battuto a 177.800 euro e per il Rolex Dato-Compax, ref. 6036, “Jean-Claude Killy” in oro giallo 18 carati del 1952 circa, ha totalizzato 101.600 euro. La referenza deve il suo nome a JeanClaude Killy, tre volte campione olimpico di sci e ambasciatore Rolex, che è stato visto spesso sfoggiare l’orologio.
Dettagli che fanno la differenza Giacomo Cora e Michele Rosa, esperti del dipartimento, commentano: “Negli ultimi anni gli orologi hanno visto
incrementare le loro valutazioni anno dopo anno senza incertezze e probabilmente, grazie anche alla politica commerciale delle case costruttrici, continueranno la loro corsa al rialzo. Da ricordare però che le caratteristiche che determinano il valore degli orologi da collezione non riguardano solo la firma, ma sono determinate pure dalle condizioni, dalla rarità, dall’importanza storica e dalla provenienza. Tra i numerosi collezionisti che si sono sfidati al rialzo in sala o tramite le piattaforme online e i telefoni, un pubblico fortemente internazionale con la presenza del 45% di partecipanti stranieri a dimostrazione dell’abbattimento dei confini generato dalla rete”. Come di consueto e visto il successo consolidato le vendite del mondo luxury torneranno in inverno con l’appuntamento del 7 dicembre con gli orologi da collezione e dell’8 dicembre con la sempre più preziosa selezione di gioielli nella prestigiosa location monegasca.
Idrogeno
CPR Invest - Hydrogen, un’opportunità da cogliere per creare valore investendo nell’ecosistema dell’idrogeno:
dà accesso a un mercato innovativo e ad alto potenziale; si stima che l’idrogeno coprirà circa il 17% dell’intero fabbisogno energetico entro il 2050**; l’idrogeno potrebbe contribuire a ridurre di un terzo le emissioni di gas serra a livello globale**.
amundi.it
Fondazioni e archivi d’artista
Cresce la tendenza a creare su internet registri ufficiali delle opere L’obiettivo è aiutare i collezionisti a riconoscere le produzioni originali
DI ALESSIA ZORLONIGestione, tutela e valorizzazione dell’eredità culturale e patrimoniale di un artista sono temi al centro del dibattito storico, artistico e giuridico del mondo dell’arte e possono coinvolgere anche interessi economici rilevanti. Basti pensare al lascito di Francis Bacon, che nel 1999 fu stimato 100 milioni di euro, e quello di Andy Warhol, valutato 510 milioni di dollari dopo la sua morte.
Autenticità
Per tutelare la propria produzione e i propri collezionisti, i più illuminati e previdenti tra gli artisti costituiscono un archivio delle loro opere quando sono ancora in vita, spesso connesso alla costruzione di cataloghi ragionati e al rilascio di certificati d’autenticità. Gerhard Richter, Daniel Buren e Tony Cragg sono solo alcuni tra i più influenti artisti contemporanei che per primi hanno capito l’importanza della realizzazione di un sito web che rappresentasse una fonte ufficiale per i dati anagrafici, per la rassegna stampa e l’archivio delle proprie opere. Fonti preziose da un punto di vista documentario, gli
Al momento della morte, il lascito del pittore Francis Bacon fu stimato in 100 milioni di euro, quello di Andy Warhol in addirittura 510 milioni
archivi d’artista, o le fondazioni che portano il nome dell’artista, sono garanti dell’autenticità delle opere ma anche promotori istituzionali d’iniziative intorno all’attività e alla figura che rappresentano e del momento storico-artistico di riferimento.
Le gallerie
Un ruolo fondamentale è svolto anche dalle gallerie che, in collaborazione con gli eredi, la fondazione o l’archivio, mettono in atto alcune operazioni volte a promuoverne la conoscenza.
Tra queste, l’organizzazione di retrospettive nei musei, che aiutano a sostenere le quotazioni nel mercato secondario, e in alcuni casi la redazione e pubblicazione dei cataloghi ragionati delle opere dell’artista.
Il rapporto tra un archivio e una galleria può strutturarsi in molteplici modi, non esiste un unico modello. Vi sono casi in cui la relazione si configura come un semplice mandato per la vendita delle opere, altri in cui il gallerista ha il compito di mantenere i rapporti con curatori e musei, o di gestire i prestiti, fino ad arrivare alla completa amministrazione del lascito. Ma come deve essere organizzata la successione di un artista e il suo lascito? Quale forma giuridica deve assumere? Chi deve amministrarlo? E come prende forma un catalogo ragionato? Per rispondere a queste domande Johan & Levi ha da poco pubblicato L’archivio d’artista. Princìpi, regole e buone pratiche a cura di Alessandra Donati e Filippo Tibertelli de Pisis Il volume – nato a partire dal
Andy
Warhol Triple Elvis, 1963. Collezione Luigi e Peppino Agrati. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018.
Il manuale
A cura di Alessandra Donati e Filippo Tibertelli de Pisis Johan & Levi, 2022. Alessandra Donati è esperta di diritto dell’arte e avvocato. Docente in importanti sedi universitarie e master, è direttore del Corso per curatore di archivio d’artista promosso da AitArt. Filippo Tibertelli de Pisis è fondatore e presidente di AitArt e presiede l’archivio del celebre e omonimo zio, l’Associazione per Filippo de Pisis.
Corso per curatore di archivio d’artista promosso da AitArt (Associazione Italiana Archivi d’Artista) – riunisce i punti di vista e le competenze di oltre trenta professionisti spaziando dalle materie umanistico-storiche
a quelle economico-giuridiche, senza dimenticare gli aspetti più pratici legati alla schedatura e alla digitalizzazione. Nel suo duplice intento di diffondere princìpi ispiratori e proporre modalità di gestione, il libro si
configura così come un vademecum imprescindibile per chiunque voglia sviluppare una professionalità specifica e farsi custode dell’identità e dell’autenticità delle opere, soprattutto in relazione ai linguaggi del contemporaneo.
Self made milionarie
Jenner, al vertice della classifica dal 2018, ha raggiunto i 600 milioni di dollari Le undici under 40 più ricche hanno un patrimonio complessivo di 6 miliardi
DI SARA MORTARINIIMPRENDITRICI
Per il quinto anno consecutivo, Kylie Jenner conquista lo scettro di membro più giovane nella classifica delle donne “self made” più ricche degli Stati Uniti, una graduatoria – stilata da Forbes - che si propone di fotografare il successo iamprenditoriale delle 100 donne più potenti nel mondo del business. La 24enne Jenner – parte della famiglia allargata dei Kardashian e fondatrice della Kylie Cosmetics - è una delle 11 under 40 presenti nella lista del 2022 insieme, tra le altre, a popstar come Taylor Swift e Rihanna e la co-fondatrice dell’app di dating Bumble, Whitney Wolfe Herd. Complessivamente, secondo le stime di Forbes, il patrimonio di queste 11 donne under 40 si aggira sui 6 miliardi di dollari, circa il 5% del patrimonio totale della top 100. Sempre guardando tra le self made women under 40, quest’anno ci sono tre new entry in classifica: Rachel Drori, 39 anni, che ha fondato la società di delivery di pasti congelati Daily Harvest; la 27enne Lucy Guo, co-fondatrice della società di intelligenza artificiale Scale AI; e la cantante 34enne Rihanna, che deve il suo posto in classifica alla sua linea di
Fenty Beauty.Beyoncé e Serena Williams sono invece
CHIARA FERRAGNI VENDE CASA A LOS ANGELES
Chiara Ferragni ha messo in vendita la sua casa di Los Angeles per 2 milioni e 699 mila dollari. La nota influencer ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel mondo dei social e dell’imprenditoria proprio nella Città degli Angeli, dove ha anche trascorso gli ultimi mesi di gravidanza e il momento della nascita del suo primogenito Leone, nel 2018. Ora però vive stabilmente a Milano, dove ha acquistato insieme al marito (il cantante Fedez) una nuova abitazione di lusso a Citylife. La villa statunitense è quindi sul mercato. Si tratta di una casa del 1918 ristrutturata e ampliata, che sorge in una strada alberata della storica Spaulding Square. Conta quattro camere da letto, tre bagni, un’ampia cucina e un grande salotto. Nel prezzo sono compresi anche il frigo cantina (per tenere i vini alla giusta temperatura), l’ampia vasca da bagno della grande stanza matrimoniale e la carta da parati personalizzata.
LA DONNA DIETRO IL BITCOIN KILLER TRA I LATITANTI PIÙ RICERCATI DALL’FBI
Ruja Ignatova è l’unica donna nella top ten dei latitanti più ricercati dall’FBI. Secondo il Federal Bureau of Investigation, avrebbe organizzato una truffa da 4 miliardi di dollari, attirando investitori verso OneCoim, una società fondata da lei stessa nel 2014 che ha commercializzato una valuta virtuale ribattezzata non a caso “Bitcoin killer”. Nel dettaglio, la truffa avrebbe seguito uno “Schema Ponzi” con investitori ignari (e inesperti) che coinvolgevano a loro volta amici e familiari sull’onda dell’entusiasmo intorno al settore delle criptovalute. Il 12 ottobre 2017, il tribunale distrettuale degli Usa ha condannato la 42enne Ignatova e ha emesso un mandato federale per il suo arresto. Ma la donna, di origine bulgara, è fuggita facendo perdere le sue tracce. Ora l’FBI offre una ricompensa di 100.000 dollari a chiunque fornisca informazioni sul caso.
CHARLOTTE CASIRAGHI È IL VOLTO DELLA NUOVA
CAMPAGNA DI CHANEL AUTUNNOINVERNO 2022/23
La secondogenita della principessa Carolina di Monaco è la protagonista della campagna Chanel per la pre-collezione autunno-inverno 2022/23 nelle immagini scattate dal visual artist francese Smith. Lo scorso gennaio la principessa ha aperto la sfilata parigina haute couture della maison in veste di fantina glam su un elegante cavallo nero. La collezione immaginata dalla direttrice creativa Virginie Viard, ricca di sfumature, racconta la personalità eclettica di Charlotte Casiraghi. Quella tra Charlotte Casiraghi e Chanel non è una semplice collaborazione tra una casa di moda e una testimonial. È piuttosto un rapporto che risale all’infanzia. Sua madre, Carolina di Monaco, grande amica del direttore creativo Karl Lagerfeld, è stata per anni una delle sue muse. Nel 2012 Charlotte Casiraghi è stata ritratta nel libro “The Little Black Jacket: Chanel’s Classic Revisited” di Karl Lagerfeld e Carine Roitfeld. Nel 2019, per il suo matrimonio con il produttore Dimitri Rassam, Charlotte ha scelto un abito bianco da sposa di Chanel Haute Couture, creato su misura per lei. Ha poi reso omaggio alla nonna completando il look con una preziosa collana di diamanti a tre giri appartenuta proprio a Grace Kelly. Chanel.com
STAR BELLA HADID, PER IL CHIRURGO ESTETICO DA SILVA VINCE IN PERFEZIONE
Secondo uno studio del chirurgo estetico londinese Julian Da Silva, la top model Bella Hadid avrebbe un viso perfetto dalla simmetria quasi assoluta. È basata sulla scienza, e più precisamente sulla teoria del rapporto aureo, la lista delle 10 donne più belle al mondo rivelata da Julian Da Silva. Questa sorta di “proporzione divina” è stata teorizzata nell’antica Grecia, poi è stata usata nel Rinascimento dai più rinomati pittori e scultori per creare opere perfette. In questo caso il chirurgo estetico ne ha fatto un altro uso, per rivelare quali donne rappresentino matematicamente la perfezione.
Per procedere con il calcolo di questo numero della bellezza, Julian Da Silva ha fatto affidamento sulla misurazione delle dimensioni e della posizione di occhi, sopracciglia, naso, labbra, mento, mascella, nonché sulla forma del viso.
Tra tutti i dati raccolti, Bella Hadid si è affermata una grande vincitrice con un risultato del 94,35% di perfezione. Seguono Beyonce, Amber Heard, Ariana Grande, Taylor Swift, Kate Moss, Scarlett Johansson, Natalie Portman, Katy Perry, Cara Delevingne. Instagram.com/bellahadid/
MATCH
MIU MIU APRE IL SUO STILOSO TENNIS CLUB A SAINTTROPEZ. TRA GLI OSPITI LE TOP INFLUENCER
Miu Miu ha portato il tennis in passerella. Il brand del gruppo di Miuccia Prada ha lanciato il suo esclusivo Tennis Club a SaintTropez. Il pop-up sportivo ha accolto per uno speciale giorno tutte le influencer più seguite fra cui Chiara Ferragni, Veronica Ferraro, Veronika Heilbrunner, Camille Rowe, Emili Sindlev, Rina Lipa e Susie Lau. Lo scopo? Mostrare le nuove creazioni Miu Miu addosso alle top influencer più glam, tutte rigorosamente in completo studiato ad-hoc. Tutte le it-girl si sono cimentate con attività come ace, dritto e rovescio, mostrando il fascino dinamico dell’estetica del tennis. La stessa che ha ispirato anche la super collezione FW22 della maison. La nuova linea ha dunque celebrato l’eredità e la nostalgia del design degli anni ’90 del brand. Le novità sono le nuove micro-mini, le midi a pieghe, le t-shirt cropped, le polo, i cardigan a trecce, gli shirt dress e le bralette. Ovvero un codice stilistico costruito sul preciso studio delle proporzioni e della volontà di reinterpretare la nuova eleganza, nuovo obiettivo della casa di moda milanese. Prada.com
SERIES
NUOVA BMW X7, ENTRO FINE ESTATE LA SECONDA GENERAZIONE DEL MAXI SUV
Pensare in grande. Così BMW ha realizzato la nuova, seconda serie di X7, il suo maestoso Sports Activity Vehicle, che resta il “macchinone” tipicamente americano (e infatti è costruito a Spartanburg, in Usa), ma è stato affinato in vari dettagli e reso ancor più tecnologico.
La nuova BMW X7 vanta adesso un pacchetto M Sport dal look totalmente nuovo, cerchi in lega leggera fino a 23 pollici e gli inediti, bellissimi fari sdoppiati. Il Super Suv è lungo ben 5,16 metri e prevede tre file di sedili per 7 posti a sedere. Cambia anche il design
degli interni, il cruscotto di nuova concezione accoglie ora sottili prese d’aria e una barra di luce ambientale nella parte inferiore. Il guidatore beneficia del Curved Display e del nuovo BMW Operating System 8 per la gestione del veicolo. Optional di pregio, il tetto panoramico in vetro Sky Lounge (illuminato da unità LED) e l’impianto audio Bowers & Wilkins Diamond Surround Sound System. Tre le motorizzazioni e tutte mild hybrid a 48 V e a trazione integrale. I prezzi ritoccheranno verso l’alto i 99.000 euro base dell’attuale modello. Bmw.it
Specializzati per natura
Al via Credem-Euromobiliare Private Banking con oltre 40 miliardi di asset Benetti (responsabile): “Un’unica regia per migliorare l’offerta alla clientela”
DI STEFANO FOSSATINel corso di una convention a fine maggio, che ha riunito più di 800 persone tra manager del gruppo, dipendenti, private banker e consulenti finanziari è stata annunciata la prossima nascita di Credem – Euromobiliare Private Banking, private bank che in pratica riunirà in un’unica società l’attuale “Polo del private banking” del Gruppo Credem. L’operazione, attualmente al vaglio delle autorità competenti, dovrebbe essere operativa già nel primo trimestre 2023. Una scelta strategica importante dalla quale nasce la quinta private bank italiana, che potrà contare su masse complessive (tra raccolta gestita, amministrata, diretta e impieghi) pari a 40,4 miliardi di euro, 690 tra consulenti finanziari e private banker e più di 300 dipendenti nelle strutture centrali. Ma che cosa cambierà, per clienti e banker, rispetto all’attuale polo? E come si inserisce questa decisione nei piani di crescita del gruppo emiliano? Ne abbiamo parlato con Matteo Benetti, direttore Generale di Banca Euromobiliare e responsabile di Credem Private Banking.
Avete deciso di accelerare l’integrazione societaria tra le vostre due strutture di private banking nel pieno di un semestre particolarmente difficile per l’economia mondiale e i mercati. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Si tratta di un’iniziativa in continuità rispetto a quanto già fatto nel 2020, con la creazione di un’unica regia a livello di polo, e che segna un’ulteriore conferma del nostro credo: riteniamo che ci sia molto valore, attuale e potenziale, nel dotarsi di un’unica struttura specializzata che lavori in piena sinergia con il gruppo. Il che significa creare strutture di governance dedicate, rafforzare ulteriormente il livello di specializzazione e aumentare la nostra visibilità, con conseguente maggiore appeal anche in ottica di reclutamento. E lo facciamo puntando a un modello di specializzazione integrata che porti alla crescita di un business verticale in forte collaborazione e simbiosi con tutte le società del Gruppo. Il risultato è una grande banca specializzata, la quinta in Italia, parte
del primo gruppo bancario privato italiano che è anche il più solido in Europa. Un bel biglietto da visita già in partenza.
Che cosa cambierà per i clienti attuali? Naturalmente, come sempre in queste operazioni, ci saranno alcuni impatti operativi e obblighi informativi verso la clientela. Stiamo lavorando per agevolare il periodo di transizione e soprattutto per fare in modo che i nostri clienti vivano questo momento storico non tanto come un mero cambiamento societario ma come un’occasione di innalzamento del livello di servizio. I nostri private banker e consulenti finanziari saranno coinvolti già nelle prossime settimane in un percorso per coinvolgere la clientela in questo racconto. In concreto, più specializzazione significa strutture dedicate per seguire le esigenze delle reti e dei clienti, un modello di servizio che accelera verso una consulenza sempre più patrimoniale, processi e prodotti sempre più personalizzati sulle esigenze di questo segmento di clientela. Ma la forza del nostro gruppo risiede anche
nel fatto di avere “tutto in casa”: la banca commerciale, naturalmente, che continua a essere interlocutore privilegiato per l’accoglienza e la gestione delle esigenze a 360 gradi, le società di prodotto sia sul versante degli investimenti sia su quello degli impieghi, i colleghi dello small business e del corporate…
Un vero ecosistema di proprietà in cui il cliente private troverà sempre la risposta più tempestiva e qualificata alle sue necessità.
E per i vostri banker e consulenti?
Per loro è un’occasione di ulteriore crescita professionale. Aumentare la qualità del servizio vuol dire alzare l’asticella del benchmark: non accontentarsi del “business as usual” ma fare un ulteriore passo per affrontare sfide sempre più
complesse. Lo stiamo vivendo proprio in questi mesi: mercati difficili e selettivi, situazione incerta per l’economia e le imprese italiane, spinte sempre maggiori al cambio generazionale. Tanti fattori che richiedono un’evoluzione del modello operativo, adeguando la struttura societaria a livello centrale. Ma tutto ciò è vano se non accompagnato da una crescita culturale e da un impegno ancora maggiore per essere a fianco dei nostri clienti. Per questo, supporteremo banker e consulenti con interventi formativi ancora più personalizzati, sul fronte tecnico e relazionale, con piattaforme evolute per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei portafogli e con importanti investimenti anche sulla visibilità del brand. Insomma, è una
partita che si gioca insieme. E faremo di tutto per renderla bella e divertente da giocare.
Quali sono gli obiettivi associati alla nascita di Credem –Euromobiliare Private Banking? I numeri saranno svelati una volta concluso l’iter autorizzativo, ma già oggi ce n’è uno che rappresenta le nostre ambizioni: mille. Mille sono le persone che lavoreranno inizialmente nella nuova legal entity, tra dipendenti, banker e consulenti. Fare crescere il loro orgoglio di appartenenza e l’entusiasmo di partecipare a un progetto così stimolante mi sembra il primo traguardo da raggiungere. Facendo di ciascuno di loro un brand ambassador di Credem –Euromobiliare Private Banking.
I cambiamenti in atto richiedono un’evoluzione del modello operativo, adeguando la struttura societaria a livello centraleMatteo Benetti
Occhio alle sanzioni
I paletti per l’incentivo all’esodo dei banker sono molto stretti Il rischio di violazioni con conseguenze è particolarmente elevato
DI VITTORIO PROVERA*Il tema della pattuizione di importanti incentivi per dirigenti di elevato profilo, specialmente in fase di cessazione del rapporto, è oggetto di una certa attenzione ad opera di Banca d’Italia e di organismi di vigilanza delle società quotate. Con recente decisione n. 17567/2022, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità delle sanzioni comminate da Banca d’Italia verso un amministratore di un importante istituto di credito per violazione delle norme riguardanti le politiche e prassi di remunerazione. La sanzione era conseguente a un accordo stipulato tra la banca e un suo top manager in sede di risoluzione del rapporto con quest’ultimo.
Perimetro definito
In base all’intesa, pur in presenza di risultati negativi conseguiti dalla gestione, era prevista la liquidazione di un’ingente somma senza la pattuizione di strumenti di correzione ex post, claw back o sistemi di pagamento differito, né altro collegamento con i risultati raggiunti. Tale riconoscimento era, peraltro, in aggiunta a quanto
previsto come trattamento retributivo di fine rapporto dalle disposizioni di legge e dal contratto collettivo di lavoro per i dirigenti di azienda del credito. La Corte, al fine di confermare la legittimità della sanzione, ha ritenuto che l’intesa costituisce violazione dell’art. 53, comma 1 Lett. d) del Testo Unico Bancario (Tub) - che consente a Banca d’Italia di emanare disposizioni di carattere generale aventi ad oggetto fra l’altro i sistemi di remunerazione e di incentivazione per gli esponenti aziendali di vertice - nonché dei provvedimenti conseguenti della stessa Banca d’Italia, anche in esecuzione della Direttiva 2010/76 UE.
Vincoli per la buonuscita
In sede di motivazione si è precisato che le disposizioni regolamentari adottate da Banca d’Italia possono considerarsi integrative dei contratti collettivi di lavoro e che detto compenso aggiuntivo, erogato a titolo di incentivo con le caratteristiche sopra indicate, non rispetta quanto previsto dalle citate norme, che hanno la finalità di legare i compensi pattuiti, in caso di conclusione anticipata, alla performance di
gestione e del rischio assunto. Quanto precede al fine di evitare che la banca “per reperire le somme occorrenti a detto compenso possa adoperare le somme a qualunque titolo affidate ai risparmiatori, oppure il patrimonio di vigilanza della Banca stessa”. Da ultimo si segnala che la sentenza ha altresì rilevato il contrasto con le citate norme della clausola, presente nell’intesa, con cui si teneva indenne il top manager da responsabilità e azioni di terzi. Occorre dunque porre la dovuta attenzione, in tali operazioni, alle previsioni regolamentari in materia.
*Trifirò & Partners Avvocati
Cosa sarebbe il Trading senza Dati?
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Gap da colmare
Uno scenario sanitario non roseo, ma che nasconde un’opportunità De Laurentis (All Well): “Miglioriamo l’accesso alle cure”
DI VITO ANDREOLA“Le spese sanitarie private da parte dei cittadini italiani sono arrivate nel 2021 a 34 miliardi di euro. La raccolta premi per assicurazioni salute finalizzate al rimborso è di 3,1 miliardi. Nel 2025 la spesa nazionale per la sanità pubblica in rapporto al Pil calerà dal 9% del 2022 al 6,3%. La riduzione dei medici di medicina generale attesa è oltre il 40% nei prossimi 7 anni. Dal 1992 ad oggi l’aspettativa di vita in Italia è aumentata di 7 anni e con essa anche la spesa sanitaria per mantenere in salute la fascia di popolazione più anziana. La piramide demografica si sta invertendo. Siamo di fronte a una tempesta perfetta.
Nei prossimi anni, sanità e assicurazioni, hanno l’obbligo morale di utilizzare il digitale per aumentare la loro efficacia o il problema aumenterà di un ordine di grandezza.”
È questa la profonda convinzione di Flavio De Laurentis, 35 anni co-founder e managing director di All Well, startup che punta a rivoluzionare l’industria assicurativa nel ramo salute e migliorare l’accesso alla sanità in Italia. Convinzione che l’ha portato a rientrare in Italia
dopo un passato in McKinsey Digital e cinque anni a Berlino in cui ha guidato lo sviluppo nel mercato italiano di Viafintech, scale-up tedesca in ambito pagamenti.
Partiamo dal contesto di mercato. L’ultima relazione annuale dell’Ania segnala che l’Italia è sotto assicurata sul fronte sanitario mentre i conti pubblici faticano sempre più a garantire assistenza adeguata ai bisogni. Il risultato è che spesso le famiglie devono farsi carico dei costi, sempre a patto di avere risorse sufficienti. Come è possibile migliorare la situazione?
La situazione può migliorare digitalizzando i processi e incentivando cittadini e aziende a gestire anche in autonomia il proprio rischio malattia. Il digitale deve essere utilizzato per incentivare la prevenzione, semplificare l’accesso alle cure e agevolare l’adozione di assicurazioni o servizi di assistenza sociosanitari, sia da parte di privati che di aziende.
La nostra sanità pubblica è tra le migliori e più socialmente eque al mondo, specialmente per il trattamento di gravi patologie.
Tuttavia, l’Italia è anche il paese in Europa con la più alta incidenza di utilizzo dei propri risparmi per cure e spese mediche; questo accade nel 90% delle famiglie rispetto a una media Ue del 74%. Le spese outof-pocket sono pari a 34 miliardi l’anno, mentre i premi totali per le assicurazioni salute sono pari a 3,1 miliardi, dieci volte inferiori alla spesa.Parte di quella spesa potrebbe essere gestita da un’assicurazione. Invece in Italia non gestiamo il nostro rischio salute, confidando nella robustezza del sistema sanitario nazionale, ma la situazione complessiva è purtroppo destinata a peggiorare.
A cosa si riferisce?
Da una parte c’è l’invecchiamento della popolazione italiana, che porterà ad un bisogno crescente di cure. Dall’altra parte assisteremo ad una riduzione dei medici di medicina generale, si passerà da 42.000 medici nel 2022 a 23.000 nel 2029, i pensionamenti previsti sono oltre 27.000 a fronte di 8.000 nuovi medici. La domanda aumenta e l’offerta diminuisce, occorre agire. In fretta.
Un maggiore ricorso a polizze sanitarie può aiutare… Sì, con un’offerta e processi adeguati. Se gli italiani sono sotto assicurati un motivo c’è... hanno a che fare con proposte contrattuali complesse e clausole di difficile comprensione, nonostante la regolamentazione cerchi di renderle più chiare possibile; questa situazione disincentiva la sottoscrizione o nel peggiore dei casi la stipula avviene senza una comprensione piena delle coperture.
Come superare questi limiti? Ripartendo dalle basi. Prima si fa l’analisi dei processi e dei prodotti e poi si digitalizzano gli stessi. All Well fa leva su questo con due obiettivi: aumentare la trasparenza e semplificare la sottoscrizione. Ad oggi, il cliente può sottoscrivere una polizza All Well via app o portale in meno di 3 minuti e gestire i sinistri in modo diretto e semplice. Sul fronte della trasparenza, il cliente ha sempre una visuale di ciò che è coperto e cosa è stato già consumato in termini di copertura annuale per ciascuna voce di garanzia. Nel medio periodo la sfida è più complessa e
la nostra ambizione è più grande: vogliamo aiutare a migliorare la situazione sociosanitaria rendendo semplice e accessibile l’interazione tra paziente, assicurazioni e sanità. Per questo vogliamo integrare le migliori piattaforme di servizi digitali di cura e prevenzione e renderle fruibili direttamente nella nostra piattaforma, così come i propri dati sanitari tramite l’FSE. Impiegheremo tempo a realizzare la nostra visione, ma sono convinto sia un obiettivo nobile. La vera sfida sarà proprio nell’integrazione tecnologica con le strutture sanitarie, ma ad oggi siamo partiti dal lato assicurativo perché è paradossalmente quello più semplice tra i due.
A proposito, come si integra tutto ciò con il tema assicurativo? L’assicurazione è centrale per costruire l’equilibrio tra salute e cittadini. Viviamo in un momento di mercato estremamente interessante: la rinegoziazione delle grandi coperture assicurative sanitarie collettive diventa sempre più complessa e meno profittevole per i risk carriers
il sistema sanitario nazionale avrà un’enorme riduzione di risorse il settore sanitario privato vive dinamiche negoziali con le assicurazioni sempre più aspre l’industria assicurativa da decenni non vede crescita nel ramo salute All Well entra, leggera e digitale, come layer di semplificazione tra queste dinamiche. La chiave secondo noi è rendere trasparente e digitale la sottoscrizione per contribuire ad aumentare la diffusione dei prodotti salute. Abbiamo iniziato con una app e tre prodotti assicurativi per privati e famiglie: Base, Pro ed Executive. Prodotti mensili, come tutto oggi, con indennizzi prefissati per ogni determinata prestazione e un approccio finalizzato alla trasparenza nei rimborsi.
Detto quello che fate, avete in mente ulteriori sviluppi?
Il prossimo passo è senz’altro il prodotto per le aziende in collaborazione con le casse di assistenza. Nel terzo quarter lanceremo una piattaforma che digitalizza totalmente la sottoscrizione di una polizza collettiva All Well PMI. Ad oggi il processo amministrativo può richiedere dei mesi, con All Well PMI aiutiamo le amministratrici o responsabili HR di piccole imprese a sottoscrivere soluzioni assicurative sanitarie collettive in pochi click. Anche una piccola impresa deve poter offrire un trattamento e un processo assicurativo sanitario per i propri dipendenti pari a quello di una corporate iper-strutturata.
Sostenibilità certificata
Forever Bambù, dalla bioplastica alla mitigazione della carbon footprint delle aziende Rissone (presidente): “Cerchiamo partner finanziari per accelerare la crescita”
DI VITO ANDREOLAGli scandali emersi negli ultimi tempi sul fronte della sostenibilità stanno facendo alzare l’attenzione di clienti, investitori e autorità di controllo verso chi fa greenwashing o si limita a enunciare un impegno Esg, senza far seguire ai fatti. Si sta avviando una selezione, a tutto vantaggio degli operatori onesti. Ne parliamo con Emanuele Rissone, presidente e fondatore di Forever Bambù.
Innanzitutto, una presentazione dell’azienda.
Dal 2014 siamo cresciuti rapidamente, raccogliendo oltre trenta milioni di capitale sociale. Oggi siamo società benefit, gestiamo 200 ettari di piantagioni di bambù gigante in 4 regioni del centro nord Italia con un esclusivo metodo biologico e simbiotico nell’ambito di un progetto di economia circolare che prevede la trasformazione delle canne in bioplastica.
Quali sono i benefici per l’ambiente?
Il bambù è un materiale sostenibile al 100% con innumerevoli applicazioni: edilizia, alimentare, tessile. La sua resistenza, versatilità e leggerezza ne fanno il perfetto
sostituto di materiali inquinanti come la plastica. Ma c’è di più… a parità di area e condizioni climatiche, le nostre foreste hanno un potenziale di assorbimento di CO2 36 volte maggiore rispetto ad un bosco misto: un’attività di carbon sink che abbiamo certificato con enti terzi come l’Università di Siena e Rina e messo a disposizione delle altre aziende con il progetto Forever Zero CO2.
Ora puntate alla quotazione a Piazza Affari. Quali le ragioni? Siamo in questo senso una società anomala: non stiamo valutando di rivolgerci ai mercati esclusivamente per raccogliere denaro e ottenere il consenso degli investitori, quello l’abbiamo già ottenuto dei nostri 1.600 soci ed è testimoniato dal successo delle campagne di crowdfunding con cui abbiamo raccolto 32 milioni di euro in 8 anni. Gli obiettivi sono ben altri: interessare grandi banche, fondi e investitori istituzionali per espandere il nostro progetto, che ha già dimostrato la sua scalabilità e replicabilità in diverse aree d’Italia,
a un livello superiore… I nostri 200 ettari di terreni, acquistati e gestiti con le nostre forze, sono tanto e fanno molto bene al pianeta e possono supportare le aziende nella transizione ecologica mitigando la loro carbon footprint… i mille ettari che vogliamo realizzare potranno fare ancora meglio al pianeta…e, perché no, potrebbero essere molti di più con l’interessamento di fondi e banche internazionali.
Trends of the wealthy
BYWealth is no guarantee of health or happiness, as the pandemic has proven. Now, as the world attempts a return to normality, how affordable are high-end lifestyles – and how have prices and habits changed in the last year?
Covid-19 has impacted society’s spending patterns. However, as we revealed in last year’s Global Wealth and Lifestyle Report, the consumption habits of the wealthy have been impacted less than other consumers.
In our first Lifestyle Survey of highnet-worth individuals (HNWIs) around the globe, we assess their consumption, lifestyle, and financial intentions for the year to come. Meanwhile, our Lifestyle Index shows us that, this year, markets for the luxury goods and services that the wealthy consume are recovering
due to pent-up demand, and it evaluates the world’s most expensive cities.
New criteria of choices
While many HNWIs still have considerable demand for petrol cars, they are increasingly interested in greener methods of transport like hybrid and electric vehicles. This is a good example of the HNWI green consumption dichotomy – as our survey reveals, the wealthy are more likely to use private vehicles but, encouragingly, they are also likely to be environmentally conscious. This conscious behaviour links to wellbeing and health, both areas that have seen, and will continue to see, growth in expenditure for medical and fitness reasons as the pandemic further recedes.
Our research shows that HNW
Europeans tend to be less optimistic about their financial and professional situations than other regions surveyed. When it comes to sentiment, our research shows that HNW Europeans tend to be less optimistic about their financial and professional situations than other regions surveyed. This has led them to invest more and spend less during the last year. As a result, they now seem to want to spend more on leisure and pleasure, such as wine, fine dining, and travel. Further insight into spending intentions among HNWIs is available in our report here.
What makes this year unique?
One of the biggest differences this year is that inflation is back with a vengeance. Over the period covered
JULIUS BAER* (Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)European cities, according to this thinking, remain attractive and relatively expensive because they’re good places to do business, pleasant places to live and rather closer to cities in Asia than New York
by the last report, the overall price of our Lifestyle Index (in USD terms) rose 1 per cent; this year, it rose almost 7.5 per cent. Most items surveyed have gone up in price, some very significantly (technology and, curiously, lawyers lead the pack).
Which cities are more affordable?
Jakarta, Manila, and Mumbai are very affordable across the board relative to other Asian cities, and Johannesburg – an outlier in its region – offers good value in EMEA. The Americas are the least expensive region overall and do not have a single city in the top ten, despite São Paulo surging nine places to 12th in the ranking. The relative affordability of the Americas was also true last time the Lifestyle Index was calculated – and this suggests the trend may be becoming entrenched.
European cities remain attractive and relatively expensive because they’re good places to do business, pleasant places to live, culturally
rich, and rather closer to cities in Asia than New York.
A shift in focus for the wealthy?
The idea of the Western Hemisphere as ‘cheap’ supports the thinking that the 21st century is the Asian Century and, where the world was once centred around the North Atlantic, it is now orientated around the Western Pacific.
European cities, according to this thinking, remain attractive and relatively expensive because they’re good places to do business, pleasant places to live, culturally rich, and rather closer to cities in Asia than New York.
However, it’s increasingly possible to see that this idea of the Asian Century could change. Current factors that are influencing a potential shift in this thinking are outlined in our full report.
How are the prices of goods changing?
Some 75 per cent of goods and 63 per cent of services in our Lifestyle
Index have experienced a price rise in the last year, with technology packages, lawyers, and bicycles experiencing the biggest rises. Discover what other changes Index items have experienced in our full listings here.
As we see high-net-worth individuals increasingly focused on wellbeing, our Index shows bicycles among the products experiencing the biggest rises in price.
What do our findings mean for the future?
Overall, change will be still driven by Asia, but the story may be rather less straightforward than we previously thought. As our Head of Research Christian Gattiker notes in the report, it is vital for investors to protect their purchasing power. He explains: “While the financial situation of many HNWIs has actually improved over the last year, the concurrent increase in the basket of goods and services that make up our Lifestyle Index means the money illusion of previous years still lingers, eroding the purchasing power of wealthy individuals.”
And looking to the long term, problems such as global warming haven’t gone away. Life will continue to be unpredictable and expensive for everyone, the wealthy included – while health and happiness increasingly become must-haves that money cannot buy.
*Tratto dal sito internet aziendale
GRANDE ACCADE SE SI PENSA IN PICCOLO
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