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CUCINA Bolle Restaurant conquista la stella

La mappa delle Stelle Michelin da poche settimane si è arricchita di un nuovo ristorante bergamasco, e, guarda caso, si tratta proprio del Bolle Restaurant di Lallio. Già insignito di due cappelli dell’Espresso, il ristorante della famiglia Agnelli taglia un ulteriore traguardo, quello dell’endorsement più ambito e classico attribuito dalla storica guida. Traguardo certamente sudato, se si considera che il Bolle è stato inaugurato proprio a ridosso del momento storico forse meno propizio in assoluto per la ristorazione. Angelo Agnelli vede in questo percorso non lineare, culminato in questo prezioso riconoscimento, la prova della genialità dell’idea e della validità del suo team. «Aver ottenuto questa stella Michelin ci ripaga di tante fatiche. Il fatto che questo riconoscimento arrivi dopo appena il primo anno, di fatto, in cui abbiamo potuto mantenere un’attività costante, non limitata da aperture a singhiozzo e restrizioni, dimostra quanto il nostro concetto di ristorazione, e le persone che ci

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BOLLE RESTAURANT CONQUISTA LA STELLA

sono dietro, siano solidi». Un concetto, quello della ristorazione del Bolle, che passa sì attraverso materie e attrezzature di primissima scelta, come le pentole che costituiscono il core business della famiglia Agnelli (e di cui è possibile ammirare un campionario nell’annesso showroom), ma che coinvolge il commensale a 360° e attraverso tutti i sensi, per un’esperienza veramente onnicomprensiva in cui tutto, dal locale al servizio, è studiato nei minimi dettagli per immergersi in una vera e propria isola del gusto. «Abbiamo creato un’oasi di benessere in un contesto ancora molto industriale, dando vita a sapori in cui nel nostro territorio non è facile imbattersi. È bello che, dopo due anni, i clienti vogliano tornare a divertirsi, a entusiasmarsi e a sperimentare. E noi, con questo concetto, abbiamo fatto centro, tant’è vero che, come dico sempre, l’entusiasmo del cliente all’uscita dal ristorante è il premio più grande a cui possiamo ambire». L’entusiasmo del cliente, e la conseguente meritata premiazione del Bolle, ovviamente, hanno un responsabile ben preciso: si tratta di Marco Stagi, classe 1990, lo chef che ha ideato il menu estroso e raffinato che gli è valsa questa stella Michelin.

Naturalmente anche per lo chef Marco Stagi la stella Michelin rappresenta una meta fondamentale, a una così giovane età. «Si è realizzato un sogno che coltivavo da quando ero bambino. Questo traguardo è motivo di grande orgoglio, per me ma anche per tutti i ragazzi della mia brigata che sono veramente eccezionali, e che con il loro lavoro contribuiscono ogni giorno a questo successo. La mia fortuna è quella di poter lavorare con la famiglia Agnelli, che ringrazio per come si è sempre prodigata per consentirmi di lavorare nelle migliori condizioni, con assoluto supporto e libertà di creare senza alcun vincolo. Ho trascorso gran parte del periodo della mia formazione e giovinezza viaggiando, e cerco di riportare nella mia cucina tutte le esperienze che ho vissuto. Il ritorno a casa, a Bergamo, proprio a ridosso del periodo delicato della pandemia, è stato per me un momento di riflessione, che mi ha poi consentito di mettere a frutto tutto quello che avevo appreso negli anni passati». Il suo piatto forte? Il risotto al pomodoro servito nella pentola d’oro Agnelli: un piatto all’apparenza molto semplice, in realtà decisamente tecnico e che unisce la genuinità degli ingredienti, la tecnica Agnelli, non è solamente dello chef, ma di tutta la brigata di cucina e di sala: «I ragazzi che lavorano da noi sono tutti molto giovani e svolgono questo lavoro con la passione che gli ha consentito di affrontare sfide complicate come quelle poste dalla pandemia, che a tanti ha fatto perdere fiducia nel futuro. Loro vivono il Bolle proprio come il loro locale, la loro casa, e io di questo gli sono grato. Aggiungo che - chiosa - dato che la ristorazione ha vissuto e sta vivendo tuttora un momento particolare, spero che le istituzioni competenti riconoscano l’impegno dei ragazzi che lavorano in questo settore, e pongano in essere condizioni e contratti più stabili e gratificanti di quelli attualmente presenti. La passione è l’ingrediente

fondamentale per chi fa questo lavoro: permettere ai ragazzi di esprimerla vuol dire preservare le eccellenze enogastronomiche nazionali».

«Questo traguardo è motivo di grande orgoglio per me ma anche per tutti i ragazzi della mia brigata che sono eccezionali»

dello chef e l’eccellenza degli strumenti usati, il tutto rispettando il concetto di esperienza di gusto totale che contraddistingue Bolle. Ma il merito, ci tiene a precisare di nuovo Angelo Arianna Mossali

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