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SPORT Martina Fidanza: «Il duro lavoro premia sempre»
MARTINA FIDANZA: «IL DURO LAVORO PREMIA SEMPRE»
Martina Fidanza, classe ’99, campionessa sia a livello nazionale che mondiale di ciclismo si racconta svelandoci l’altro lato della medaglia: i sacrifici e le difficoltà che ha dovuto superare per arrivare dove è ora.
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Lei è stata per tre anni campionessa del mondo, ha conquistato titoli sia a livello nazionale che a livello mondiale. Tutto questo prima di compiere ventitré anni. Quali sono i suoi prossimi obiettivi? Sì, ho raggiunto sia titoli a livello nazionale che a livello internazionale. L’anno scorso, però, ho partecipato all’olimpiade come riserva e mi piacerebbe farmi trovare pronta per la prossima così da poter prenderne parte.
Cosa ha fatto nascere in lei la passione per il ciclismo? Dalla mia famiglia! I miei genitori andavano in bicicletta. Mio papà è stato anche un professionista, ha vinto anche alcune tappe del Giro e del Tour. Anche mia sorella più grande fa ciclismo e quindi fin da piccola sono andata a vedere le sue gare.
Quali sono state le difficoltà maggiori fino ad oggi? Le ho affrontate tutte quest’anno. A dicembre ho subito un’operazione al cuore, ho fatto un’ablazione e nel momento della ripresa ho preso il Covid. Successivamente ho rotto due vertebre… quest’anno mi ha messo un po’ alla prova anche perché ho continuato a riprendermi e poi a dovermi fermare per vari motivi.
Quanto è stata pesante l’operazione? Allora, il problema cardiaco si è risolto velocemente, in realtà. Sono stata ferma un mese dopo l’operazione. L’unico problema è stato il Covid perché si credeva mi portasse una pericardite. In realtà è stato un pochino più complicato con le vertebre.
Come mai? Non potevo mettere un gesso e quando ho dovuto ricominciare dopo la caduta avevo paura di stare in mezzo al gruppo. Temevo di poter scivolare o che qualcuno mi venisse addosso. Anche la riabilitazione è stata complicata. Quando ho preso in mano di nuovo la bici ero molto rigida, avevo tenuto per molto il busto.
Lei ha dedicato la sua vita al ciclismo. Le è mancato qualcosa della vita di una “ragazza qualunque” in questi anni? Sì, perché se intraprendi questa strada lo devi fare fin da piccola. Quando i miei amici riuscivano ad uscire, io invece dovevo allenarmi. Ci tenevo anche ad andare bene a scuola e anche questo mi ritagliava molto tempo. Riuscivo a dedicare agli amici poco tempo, ma sono sacrifici che si fanno quando si ha una passione, se hai degli amici veri capiscono. Non si tratta di veri e propri “sacrifici”, si tratta più di uno stile di vita. Un giorno non è mai uguale a quello dopo. È tutto molto rigoroso, anche per i pasti, ad esempio, io ovviamente sono seguita da una nutrizionista. A volte mi manca un po’ la quotidianità. Anche se penso che una volta finito non la sopporterò.
Com’è una giornata tipo? Dipende se mi devo allenare in modo rilassato e quindi faccio circa un’oretta o due
NOME: Martina Fidanza RUOLO: È una pistard e ciclista su strada italiana che corre per il team Ceratizit-WNT Pro Cycling e per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro
«Ringrazio la Polizia che ci è stata accanto nei momenti difficili e ci ha supportato con tante iniziative»
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di allenamento con un’andatura tranquilla, oppure se sono in ritiro dove mi alleno su strada e su pista con dei ritmi più sostenuti.
Preferisci pista o strada? Pista, è più dinamico!
Lei ha frequentato la scuola regolarmente o da privatista? No, io ho frequentato la scuola regolarmente. Ho fatto il liceo artistico statale a Bergamo.
Se potesse, cosa direbbe alla Martina di dieci anni fa? Non so che consigli mi darei, le direi di stare tranquilla che andrà tutto bene.
Cambierebbe qualcosa? No, no.
Cosa si augura e come si vede, invece, tra dieci anni? Non mi immagino più su una bici a livello agonistico. Penso che mi darò un limite di età che non va oltre i trenta. Se penso alla mia vita futura, ad ora non saprei proprio mondo anche se non sarà più a livello agonistico. Mi piacerebbe viaggiare, dedicarmi all’arte, scoprire la vita al di là del ciclismo e si sta allargando tanto ultimamente e ci stiamo affiancando un po’ a quello maschile e ringrazio tanto la polizia che ci è stata accanto
Sopra Martina Fidanza durante l’intervista, a destra in tenuta Fiamme Oro, Gruppo sportivo della Polizia di Stato di cui Martina fa parte
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dove immaginarmi, spero, però, di avere una famiglia. So che il ciclismo sarà sempre una grande passione e spero di rimanere in questo fare tutto quello che non ho fatto in questi anni. nei momenti difficili e ci ha aiutato con tante iniziative. Ci hanno supportato e continuano a farlo. Camilla Amendola
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