biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 12 - ottobre-novembre 2015 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
In questo numero Claude Monet Capolavori di luce I Macchiaioli Al Caffè Michelangelo l’inizio della rivoluzione Berlin Art Week Come far sbocciare l’Arte in una grande città Annecy La “Venezia” dell’Alta Savoia Montreux ART 2015 Si respira arte in riva al lago di Ginevra
Salvatore Mainardi 9 772385 170005
Presa di conoscenza della “condizione umana”
3.4 e 9.10.11 ottobre 2015 In concomitanza con:
3a edizione
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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L’Editoriale di Vincenzo Chetta
BIANCOSCURO Art Contest. Tutti i vincitori
Claude Monet: capolavori di luce. Alla GAM di Torino le opere del Musèe d’Orsay I Macchiaioli. Al Caffè Michelangelo l’inizio della rivoluzione
Berlin Art Week 2015. Come far sbocciare l’Arte in una grande città In copertina:
Art Parma Fair, edizione autunnale. Due fine settimana dedicati all’Arte a Fiere di Parma
Salvatore Mainardi, presa di coscienza della “condizione umana”. Il servizio a pag.26
Bellezza Divina: Van Gogh, Carlton. Un’esposizione Chagall e Fontana. Il legame reciproco esclusiva lo celebra a Ca’ la Ghironda tra l’Arte ed il sacro Montreux ART 2015. Si Edward Burtynsky a respira Arte in riva al lago di Ginevra Milano. È Acqua Shock a Palazzo della Ragione Fotografia Kvisione Cult. La Psichedelia dal greco “psykhè” e “dêlos” La storia di Pavia cucita su lana. Gli arazzi fiamminghi raccontano Annecy. la battaglia di Pavia “la Venezia dell’Alta Savoia”
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Giorgio Gost, l’Arte che ferma il tempo. Un nuovo modo di preservare l’oggi per i posteri
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Il Maestro Dario Fo. Mistero Buffo a colori
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Biennale FOTO/ INDUSTRIA 2015. 14 esposizioni raccontano il mondo del lavoro
Over the cover:
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Arte Padova 2015. Trepidante attesa per la nuova edizione 048
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Lucas van Eeghen, Vincitore sezione “Scultura” “Biancoscuro Art Contest 2015”
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e
12 ISSUE october / november 2015
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
Giacomo Balla: 70 opere per celebrare il genio. Tutto il suo percorso artistico in mostra a Parma
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Una nuova interpretazione della Natura. Gene Pompa
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Alessandro Trani. Il suo “mare” diventa “Paradiso Primordiale”
EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta PUBLISHING MANAGER Mariarosaria Belgiovine EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 - Pavia www.liberementi.it
Tracce in luce a Bologna. Rocca di Vignola restauri in mostra
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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION
Risultati d’Asta. In collaborazione con Meeting Art L’Arte controversa di dare colore al passato. Le prime pennellate di colore. In collaborazione con PixartPrinting
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I “vuoti” di Franco Paletta. L’innovatore della tradizione
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Johannes Genemans. La sua passione esplode dando vita a grandi opere d’Arte
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Isabelle Malo. L’Artista canadese incanta anche l’Europa
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Michelle Purves. L’Artista australiana si racconta
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Flora. Un technique, un langage, un style
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Angelo Scardino. Tra i pieni e i vuoti dello spazio: la scultura
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Il semplice profumo dei colori dell’Arte. Simona Vigorelli
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Mistiche immagini su tela. Margaretha Gubernale
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Gabriella Pimpinicchio La sua grande forza interiore si libera sulla tela.
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Schizzi di colore, esplosioni cromatiche nelle opere di Mario Cianciotti Yuni Ko. Il viaggio della vita fluisce nelle sue opere La suggestiva Arte di Francesca Parola
FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Giorgio Giliberti, Liberementi, Giampiero Nitto, Aras C.
PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag
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COLLABORATORI Oxana Albot, Mariarosaria Belgiovine, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Agatha Monti, Cristiana Elena Iannelli, Giulia Sollazzo, Giancarlo Spina, Federica Senigagliesi.
PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
Gisela Zimmerman. Luce e colore in primo piano
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BIANCOSCURO Art Magazine
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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2015. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher. The publisher would like to thank “liberementi” and “ArtExpo Promotion” for courtesy and availability.
BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 12 ottobre / novembre 2015 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta DIRETTORE EDITORIALE Mariarosaria Belgiovine REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 - Pavia www.liberementi.it COLLABORATORI Oxana Albot, Mariarosaria Belgiovine, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Agatha Monti, Cristiana Elena Iannelli, Giulia Sollazzo, Giancarlo Spina, Federica Senigagliesi. FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Giorgio Giliberti, Liberementi, Giampiero Nitto, Aras C. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2015. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Associazione Culturale Biancoscuro. L’editore ringrazia “liberementi” e “ArtExpò Promotion” per la disponibilità e le opportunità offerte.
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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Sarebbero davvero tanti gli argomenti di cui parlare in questo bimestre autunnale, ottobre e novembre saranno infatti mesi molto ricchi di appuntamenti artistici. Purtroppo, come troppo spesso ultimamente, rimaniamo basiti davanti alla poca umiltà di chi fa Arte. E questo mi porta a sentire il bisogno di esprimere almeno alcune delle emozioni che tanti, troppi, fanno trasparire. Non parlo di gioia e felicità, e neanche dell’estasi che provocano molte opere d’Arte. Parlo della tristezza di chi si è autoproclamato Grande Artista, e non vede ad un palmo dal proprio naso. Parlo del vuoto interiore di chi visita una mostra solo se sono presenti le proprie opere, parlo dell’arroganza di chi entrando in uno spazio espositivo non si guarda intorno, ma punta dritto alla persona con cui vuole parlare e non vede null’altro se non gli interessi del momento. Parlo della pochezza di spirito di chi ha disprezzato il lavoro che tante persone (critici, galleristi, storici dell’Arte in primis, ma anche redattori, grafici e assistenti) hanno svolto anche per lui, per la sua “A”rte. Parlo di chi snobba gli eventi artistici gratuiti, perché: “Tanto non ho speso un euro, posso sparire, il posto della mia tela lo riempiranno con altro quando noteranno la mia assenza...”, o perché: “Ma come, io ho già partecipato a due collettive, sono famosissimo, e non ho vinto il primo premio? É tutto truccato!”. Parlo, signori, di chi utilizza i social per screditare il lavoro altrui, nascondendosi dietro uno schermo (vien da
abc berlin /// Berlin Art Week 2015
sé il non aver il coraggio di fare neanche una telefonata) e di chi gli dà man forte con parole come: “Si intascano i soldi, ci usano, sono solo dei ladri questi str***i!”. Il lavoro altrui, quando fatto con correttezza, passione e tanta, davvero tanta, dedizione, è da rispettare, sempre. Se non rispettate le persone che voi stessi cercate e a cui vi affidate per pubblicizzare la vostra arte, non rispettate neanche il panettiere che voi stessi scegliete e che ogni giorno vi sfama, e neanche il dottore, da cui con tanti sforzi siete riusciti ad avere un appuntamento, e che vi cura. Il parallelismo con due nobili professioni come quelle sopracitate vi indigna? Non dovrebbe, dovrebbe invece spaventarvi, come spaventa me. Perchè se il panettiere smettesse di avere rispetto della signora che va a comprare il pane, le rifilerebbe quello del giorno prima. Perchè se il dottore non avesse più rispetto del malato, farebbe solo finta di curarlo. Perchè se chi si adopera per far conoscere le vostre opere nel mondo smettesse di avere rispetto per l’Arte e per i suoi creatori... Ecco, di questi ultimi personaggi ce ne sono già tanti in giro, meglio non alimentare la categoria... BIANCOSCURO e tutti i suoi fidati collaboratori, vogliono continuare a credere nell’Arte. Mi auguro che anche gli Artisti lo vogliano.
Vincenzo Chetta
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Claude Monet : capolavori di luce Alla Gam di Torino le opere del Musèe d’Orsay “Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. A forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente.” Claude Monet
È
la Galleria di Arte Moderna di Torino la sede espositiva della mostra dedicata ad uno dei padri dell’Impressionismo francese, Claude Monet. Dal 2 ottobre fino al prossimo 31 gennaio, nella sala dell’Exhibition Area della GAM, oltre 40 opere provenienti dalle collezioni del Musée d’Orsay di Parigi troveranno temporanea dimora, alcune in mostra in Italia per la primissima volta. Sotto la
curatela di Xavier Rey, conservatore presso il Musée Orsay, e di Virginia Bertone, conservatrice della GAM torinese, la rassegna documenta l’attività e la ricerca pittorica di Monet, iniziata nel 1865 quando il Salon accoglie due suoi paesaggi marini, proseguita tra incontri fortunati (quello con Renoir su tutti), difficoltà finanziarie, solitari ritiri ad Argenteuil, fino al riconoscimento definitivo del suo talento. Dagli esordi, quando la sua attenzione si
La pie (entre 1868 et 1869) olio su tela, 89x130 cm. inv. RF 1984 164 - Paris, Musée d’Orsay
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© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
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En norvégienne (vers 1887) olio su tela, 97,5x130,5 cm. inv. RF 1944 - 2015 - Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
concentra sulla figura umana e sui paesaggi marini e campestri e i toni sono ancora piuttosto scuri, la tavolozza si schiarisce via via con la scoperta della luce: Monet è, indiscutibilmente, il pittore della luce, e nel corso della sua carriera arriverà a dipingere tele quasi monocromatiche, di un astrattismo ante tempore. L’interesse rivolto ai fenomeni atmosferici è documentato da opere come “La cattedrale di Rouen” o “Londra, Il Parlamento”: Monet dipinge lo stesso soggetto in diversi orari e momenti dell’anno, sottolineando così la differente incidenza della luce e i vari cromatismi che vengono a crearsi. Rappresentare la luce, che è di per sé qualcosa impossibile da catturare, diventerà l’obiettivo principale di Monet; la sua abilità nell’uso dei colori e la sua sensibilità percettiva gli permetteranno di rendere tangibile l’impalpabile, come nessun altro prima di lui era riuscito a fare. A Torino è possibile vedere alcuni tra i più bei quadri da lui realizzati, tra questi il frammento centrale del monumentale “Dejeuner sur l’herbe”, omaggio all’omonima tela di Eduard Manet (1853) che
Les villas à Bordighera (1884) olio su tela, 116,5x136,5 cm. inv. RF 2000 94- Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Patrice Schmidt
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Essai de figure en plein-air: Femme à l’ombrelle tournée vers la droite (1886) olio su tela, 130,5x89,3 cm. inv. RF 2620 - Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
all’epoca suscitò scandalo e indignazione da parte della critica accademica, segnando, di fatto, l’avvio della nuova stagione impressionista di cui Monet fu protagonista di rilievo. “La gazza”, “Un angolo d’appartamento”, “Donna con parasole girata verso destra”, testimoniano i passaggi fondamentali e decisivi del complesso percorso artistico di Monet, che la rassegna della GAM affronta con un
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approccio scientifico di grande valenza, per la qualità delle opere presentate. La monografica si inserisce nel progetto avviato nel 2012 con la mostra su Degas, cui è seguita quella su Renoir nel 2013 ed è frutto della collaborazione tra la città di Torino, la GAM, il Musée d’Orsay e Skira editore, che ne ha pubblicato il catalogo. Federica Senigagliesi
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Le déjeuner sur l’herbe (entre 1865 et 1866) olio su tela, 248,7x218 cm. inv. RF 1987 Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Benoît Touchard
MONET dalle Collezioni del Musée d’Orsay 2 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016 GAM, Torino INFO T. +39 011 4429518 gam@fondazionetorinomusei.it Da martedì a domenica 10.00 - 18.30 Chiuso il lunedì
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostramonet.it Un coin d’appartement (1875) olio su tela, 81,5x60 cm. inv. RF 2776 - Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Martine Beck-Coppola
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I Macchiaioli Al Caffè Michelangelo l’inizio della rivoluzione
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A destra: Odoardo Borrani Contadinella a Pergentina olio su tavola, 27x39 cm. Collezione privata Sotto: Vincenzo Cabianca Le Monachine anno 1861, olio su tela, 99x36 cm. Istituto Matteucci, Viareggio
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e Scuderie del Castello Visconteo di Pavia rinnovano anche quest’anno l’ormai abituale appuntamento espositivo con l’arte, iniziato nel 2008 con la mostra dedicata a Marc Chagall e proseguito con quelle su Rembrandt, Matisse e De Chirico, giusto per citarne alcune. Quest’anno le sale del Castello ospiteranno, a partire dal 19 settembre e fino al 20 dicembre, le tele dei pittori Macchiaioli: Signorini, Fattori, Abbati, Lega, Cecioni, Sernesi, D’Ancona, De Nittis, Zandomeneghi, Boldini. Due generazioni di pittori che hanno sovvertito i canoni estetici a cavallo tra Otto e Novecento, negli stessi anni in cui il movimento Impressionista in Francia cambiava le regole della rappre-
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sentazione dal vero. Inizialmente derisi dalla critica (l’epiteto “macchiaiolo” venne coniato ed usato in maniera spregiativa per la prima volta nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo), questi giovani pittori furono accomunati dalla voglia di rinnovamento e di rottura con la tradizione. Ai tavoli del Caffè Michelangelo di Firenze (capitale culturale tra le più attive in Europa, diventata punto di riferimento per molti intellettuali provenienti da tutta Italia) bevono, discutono, si confrontano, chi è appena tornato da Parigi racconta l’incontro con gli artisti più rivoluzionari (Courbet tra tutti) e descrive le sperimentazioni sulla tavolozza e sulla tela nel ritrarre la natura e la figura umana. La loro portata innovativa si trova tutta nella stesura “a macchie” di colore, distinte o sovrapposte tra loro, usate per rendere le varie tonalità dei chiari e degli scuri, per definire le luci e le ombre, senza più ricorrere alla tecnica “a velature”. Anche i Macchiaioli, come gli Impressionisti, catturano gli effetti della luce per mezzo del colore-macchia e per accostamento di tonalità diverse di una stessa tinta. Ne emergono così forme e volumi, con una qualità e una resa pittorica di estremo fascino e potenza. La stagione dei pittori della mac-
Raffaello Sernesi - Radura nel bosco olio su tela riportato su cartoncino, 15x21 cm. Collezione privata, Livorno
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Telemaco Signorini - Mercato del bestiame anno 1864, olio su cartone, 15x27 cm. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano
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Silvestro Lega - I fidanzati anno 1869, olio su tela, 79,5x35,5 cm. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano
chia è breve ed intensa (indicativamente, dal 1855 al 1875) e la mostra di Pavia ne offre un saggio completo e ben curato, con le oltre 70 opere provenienti da prestigiose sedi (il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, le GAM di Firenze e Milano, l’Istituto Matteucci di Viareggio e molte altre). L’allestimento offre, anche al visitatore più inesperto, un’immersione totale nella vivace vita artistica, sociale e politica di quei tempi, seguendo il filo degli scritti e delle lettere lasciate dai protagonisti. Il progetto è ideato, prodotto ed organizzato da ViDi in collaborazione col Comune di Pavia ed è curato da Simona Bartolena insieme a Susanna Zatti, direttrice dei Musei Civici della città. Una mostra da non perdere, un racconto che trasporta il visitatore in quel momento storico culturalmente così vivace, denso di segnali di rivolta artistica e umana. Federica Senigagliesi
I MACCHIAIOLI Una rivoluzione d’Arte al Caffè Michelangelo 19 settembre 2015 - 20 dicembre 2015 Scuderie del Castello Visconteo - Pavia INFO info@scuderiepavia.com
T. +39 0382 33676 Dal lunedì al venerdì 10.00-19.00 mercoledì 10.00-22.00 sabato, domenica e festivi 10.00-20.00
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Vincenzo Cabianca - Maremma anno 1857, olio su tavola, 30,5x14,3 cm. Musei Civici di Pavia, Collezione Morone
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Bellezza Divina:Van Gogh, Chagall e Fontana Il legame reciproco tra l’Arte ed il sacro
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perta ai visitatori la mostra“Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana” presso il Palazzo Strozzi di Firenze, dal 24 Settembre 2015 fino al 24 Gennaio 2016. Cento opere di artisti italiani ed internazionali, appartenenti al periodo storico che va dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, sono esposte, le une accanto alle altre, in un percorso narrante cent’anni di storia ed arte dalle mille facce poliedriche e contrastanti, sotto l’egida di un logos comune: la bellezza divina. Trionfante di grazia, essa rende unica ed inedita la mostra: trasfigurandosi in ogni opera, stimola la riflessione sul bisogno presente nell’uomo-artista, nonché individuo di un contesto sociale, di confrontarsi con la dimensione sacrale trovando soluzioni diverse, alternative, talvolta anche conflittuali; e sulla necessità del sacro di ricorrere all’Arte, come strumento per garantirsi e garantire, un’altra alta via di espressione e di comunicazione verso i fedeli. La fede dunque, quell’essenza invisibile scende, rendendosi visibile e tangibile agli uomini attraverso la bellezza corporea dell’Arte. La mostra è divisa in sette sezioni, un cammino tra i momenti più significativi della sacralità cristiana, fino alla forma più umana di crescita spirituale:
Felice Casorati (Novara 1883-Torino 1963) La preghiera anno 1914, tempera su fustagno, 120x130 cm. Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, inv. 25238-1C-3763. Comune di Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti © Felice Casorati, by SIAE 2015
la preghiera. Attraverso le opere di importantissimi artisti italiani e stranieri, come Felice Casorati, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova, Pablo Picasso, Max Ernest, Vincent Van Gogh, Henri Matisse, Jean-Francois Millet, sarà possibile ripercorrere anche gli innumerevoli linguaggi, le varie tecniche artistiche ed i tentativi di individuare da parte di essi, una forma universale identificativa, o quanto meno interpretativa del complesso tessuto storico e sociale di appartenenza, allontanandosi radicalmente dai metodi di comunicazione artistica tradizionale. Troviamo quindi, lo stile naturalista e narrativo delle opere ottocentesche, la pittura Renato Guttuso (Bagheria 1911-Roma 1987) Crocifissione anno 1940-1941, olio su tela, 198,5x198,5cm. Roma, GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inv. 8549. Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. Su gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Foto Antonio Idini © Renato Guttuso, by SIAE 2015
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mostra, a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi e Carlo Sisi, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi con l’Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, l’Arcidiocesi di Firenze e i Musei Vaticani, si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione del “V Convegno Ecclesiale Nazionale”, che si terrà a Firenze tra il 9 e il 13 Novembre 2015, al quale interverrà anche Papa Francesco: la fede che trascende attraverso Vincent van Gogh ( Groot Zundert 1835-Auvers-sur-Oise 1890) Pietà (da Delacroix) anno 1890 circa, olio su tela, 41,5x34 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, inv. 23698. Foto © Governatorato dello Stato della Città del Vaticano- Direzione dei Musei
l’arte, l’arte che ascende attraverso la fede. Mario Gambatesa
BELLEZZA DIVINA tra Van Gogh, Chagall e Fontana 24 settembre 2015 - 24 gennaio 2016 Palazzo Strozzi, Firenze INFO T. +39 055 2645155 prenotazioni@palazzostrozzi.org Dal lunedì alla domenica 10.00-20.00 Giovedì 10.00-23.00 Dalle ore 9.00 solo su prenotazione.
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzostrozzi.org
Marc Chagall (Moishe Segal; Vitebsk 1887 Saint-Paul-de-Vence 1985) Crocifissione bianca anno 1938, olio su tela, 154,6x140 cm. Chicago, The Art Institute of Chicago, 1946.925, dono di Alfred S. Alschuler, 1946.925 © Chagall ®, by SIAE 2015
emotiva e di grande vibrazione cromatica della “Pietà” di Vincent Van Gogh, la “scandalosa” e nuova immagine mariana della “Madonna II” di Edvard Munch, le ricerche simboliste di inizio Novecento, il realismo magico di Casorati con “La preghiera”, le rappresentazioni oniriche delle atmosfere fatate e senza precedenti di Marc Chagall con la “Crocifissione bianca”, lo slancio interpretativo e innovativo dell’arte futurista, fino alla pittura sociale e di parte di Renato Guttuso con la “Crocifissione”. Alla fine del sentiero espositivo, la “Bellezza Divina” e l’arte, in un gioco di reciprocità universale, come nell’Eucarestia cristiana, infonderanno grazia al pellegrino-visitatore, rendendolo partecipe dell’atto in cui le opere sprigioneranno ognuna una spiritualità diversa e unica. La
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La storia di Pavia cucita su lana Gli arazzi fiamminghi raccontano la battaglia di Pavia
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na delle principali iniziative culturali del 2015 di Pavia è la mostra “Pavia, la battaglia, il futuro”, aperta al pubblico sino al 15 novembre presso le nuove sale al secondo piano del Castello Visconteo. La scelta del tema della Battaglia di Pavia non è casuale, e non è un solo rimembrare le gesta del passato, o celebrare il 490 esimo anniversario da quel periodo. Lo scopo è quello di rievocare il passato per utilizzarne il ricordo in maniera costruttiva per il futuro, imparare da esso e farne tesoro per muovere i prossimi passi. La Battaglia di Pavia, avvenuta nel XVI
Sotto: su disegno di Bernard Van Orley. La sortita delle truppe imperiali da Pavia Rotta degli svizzeri che annegano in gran numero nel Ticino. Manifattura di Bruxelles, Willem Van der Mojen 1528-1530 - Lana colorata tessuta e cucita, con cotone colorato 435x789 cm. Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte “È l’unico che rappresenta sullo sfondo la città di Pavia nel suo insieme, chiusa all’interno delle mura bassomedievali, che solo di lì a un ventennio sarebbero state aggiornate alle nuove esigenze militari, sorte a seguito dell’introduzione delle armi da fuoco e della polvere da sparo. Sono riconoscibili il Castello Visconteo a sinistra, ancora connotato da tutte le quattro torri d’angolo e dall’ala settentrionale, e il fiume Ticino con il Ponte Coperto a destra. All’interno della cinta fortificata è raffigurato un tessuto edilizio denso e anonimo, costellato da alte torri, sul quale spiccano un edificio a due piani fuori terra e due strutture cupolate, forse il tentativo di suggerire la presenza del Broletto e delle cattedrali gemine. Il castello è raffigurato con rapporti proporzionali più slanciati che nella realtà e senza l’ariosa finestratura a bifore, che connota i fronti e le torri d’angolo della residenza viscontea. Anche il ponte sul Ticino è rappresentato meno aperto di quello storicamente documentato, con la teoria di pilastrini in pietra a sostegno del tetto, sostituita da una muratura piena bucata da bifore. Assolutamente d’invenzione devono ritenersi i tre edifici dai tetti bluastri, che spiccano nel centro cittadino.”
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secolo, cambiò la storia del continente intero cambiando la geografia politica (la Lombardia passò di fatto alla Spagna) e ponendo fine all’età cavalleresca, e allora perché non usarne gli eventi per riflettere sul presente e sul futuro? Allora l’Europa era un campo di battaglia, oggi vuole diventare una grande comunità per fugare ogni guerra. Sicuramente la strada da fare è ancora molta, la mostra sottolinea in tal senso l’urgenza di incrementare l’integrazione degli stranieri, intervenendo con un politica che ponga l’essere umano e la sua dignità in quanto tale, al primo posto. Il percorso espositivo non ci racconta solo di eserciti e politica, ma è anche scena della leggenda della nascita della zuppa pavese (tradizione vuole che sia stata servita a Francesco I da una contadina della cascina Repentita, dove il Re di Francia era stato portato subito dopo la cattura.), collegando così anche il tema che da maggio a questa parte (grazie all’Expo Internazionale di Milano) tiene banco: il cibo. In questo caso il cibo tipico, assolutamente genuino. La mostra
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’avanguardia del Marchese de Vasto ha raggiunto il castello di Mirabello situato alle spalle dei francesi attorno a Pavia. Sono le fasi iniziali della battaglia. Al centro del primo arazzo un folto gruppo di soldati e civili cerca scampo attraverso una breccia nel muro del Parco. Nel mezzo spicca una bella figura femminile vestita con uno sgargiante abito rosso, blu e oro a cavallo di una giumenta bianca riccamente bardata. L’accompagnano la sua dama di compagnia e un servo che conduce un mulo con un baule, sul quale è appollaiato un pappagallo. Non è dato di sapere di chi si tratti. Il fatto che si sia voluto dare a questa figura di donna un tale rilievo può far supporre che l’artista abbia raccolto le voci e le dicerie popolari che volevano il re di Francia in compagnia femminile nella notte tra il 23 e il 24 febbraio.
“I due eserciti si fronteggiarono per tre settimane in continue scaramucce e duelli d’artiglierie senza però attaccarsi in forze finché i comandanti imperiali, messi alle strette dalla mancanza di denaro con cui pagare le truppe mercenarie, decisero di giocare il tutto per tutto. Con un’abile manovra diversiva riuscirono a distrarre l’attenzione del nemico e nella notte tra il 23 e il 24 febbraio entrarono di sorpresa nel Parco Vecchio attraverso tre brecce praticate nel muro orientale e puntarono su Mirabello, alle spalle delle posizioni occupate dai francesi, per obbligare questi ultimi a combattere in campo aperto e in condizioni sfavorevoli. Il grosso dell’esercito fu preceduto da un’avanguardia di circa 3.000 archibugieri spagnoli e tedeschi guidati da Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto. Protetti dall’oscurità e dalla nebbia che ricopriva la campagna i soldati imperiali raggiunsero Mirabello sul far dell’alba. Qui piombarono sui pochi cavalieri e soldati nemici che vi si trovavano e su migliaia di civili di vario ceto e professione al seguito dell’esercito francese che vi erano accampati. Sorpresi nel sonno, molti di essi furono massacrati.”
Tutti gli arazzi sono: su disegni di Bernard Van Orley - Manifattura di Bruxelles, Willem Van der Mojen 1528-1530 - Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte [1] La fanteria imperiale raggiunge Mirabello - Sorpresa e fuga dei soldati e dei civili che vi sono accampati [2] L’avanzata dell’esercito imperiale - Attacco della gendarmeria francese guidata da Francesco I Nelle pagine seguenti: [3] La sconfitta della cavalleria francese - La fanteria imperiale sconfigge la Banda Nera [4] La cattura di Francesco I [5] La fuga dei civili dal campo francese - Sbandamento degli svizzeri che si rifiutano di avanzare [6] La fuga dell’esercito francese - Il duca d’Alençon si ritira oltre
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“Nel campo francese venne finalmente dato l’allarme generale. Il Re si schierò con circa 600 gendarmi e il loro seguito lungo la riva sinistra della Vernavola; alla sua destra si disposero in successione un quadrato di 3.000 svizzeri e quello della Banda Nera, costituita da 4.000 lanzichenecchi. Le artiglierie francesi presero posizione tra le formazioni della cavalleria e della fanteria. Una riserva di circa 400 gendarmi comandati da Carlo IV, duca d’Alençon, si schierò più indietro, verso Pavia. Il resto dell’esercito francese, sparpagliato attorno alla città, non fu in grado di intervenire tempestivamente. Mentre l’esercito imperiale marciava diretto a Mirabello, quello francese risaliva verso nord per intercettarlo. Il marchese del Vasto si era nel frattempo riunito al grosso dell’esercito con i suoi archibugieri. L’artiglieria francese aprì il fuoco sui massicci quadrati imperiali. Per ripararsi dalle palle nemiche i fanti si stesero a terra, coprendosi negli avvallamenti del terreno.. Il muro di ferro della gendarmeria francese respinse con facilità la cavalleria nemica.Il re, ormai sicuro della vittoria si rivolse a Thomas de Foix, signore di Lescun, con la famosa frase “Monsignore adesso mi voglio chiamare Signore di Milano!”
il Ticino
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“L’esultanza di Francesco I era però intempestiva. La cavalleria francese era rimasta isolata dalla propria fanteria ed era stata trascinata dalla carica nei pressi della Vernavola, su un terreno allentato, dove i grandi cavalli da battaglia gravati dal peso del cavaliere e dell’armatura si muovevano con difficoltà. Con abile intuizione il marchese di Pescara inviò contro l’ordinanza reale circa 800 archibugieri spagnoli. Questi rovesciarono su Francesco I e i suoi cavalieri una micidiale tempesta di piombo. Per i francesi fu il disastro. Impossibilitata a reagire contro un nemico che non poteva afferrare, la cavalleria reale fu decimata, dispersa e infine costretta alla fuga. Il fior fiore della nobiltà di Francia, punta di diamante dell’esercito di Francesco I, venne così sconfitta da oscuri e miseri soldati, dotati delle tanto odiate e disprezzate armi da fuoco. Molti cavalieri immobilizzati sotto il cavallo abbattuto o mentre si dibattevano disperatamente nel fango furono sgozzati o uccisi con colpi di archibugio sparati a bruciapelo attraverso le fessure delle loro armature. Altri più fortunati furono fatti prigionieri. Per tornare in libertà dovettero in seguito riscattarsi versando grosse somme di denaro. Mentre la cavalleria reale veniva distrutta dagli archibugieri, al centro dello schieramento la fanteria spagnola sconfiggeva gli svizzeri e i lanzichenecchi tedeschi guidati da Gerog von Frundsberg e da Merck Sittich von Ems, annientavano in un feroce combattimento senza quartiere gli odiatissimi rivali della Banda Nera, che per la maggior parte furono fatti a pezzi sul posto. Tra i morti si trovavano anche i suoi comandanti Richard de la Pole, duca di Suffolk, e Francesco di Lorena, fratello del duca di Lorena.”
“La battaglia per i francesi era ormai perduta. Dopo aver sconfitto la cavalleria e le fanterie, gli imperiali avanzarono verso sud e invasero il campo francese che fu saccheggiato. I civili che ancora vi si trovavano si diedero alla fuga uscendo dal Parco Vecchio attraverso le brecce praticate durante l’assedio nel muro perimetrale est, nella parte più prossima a Pavia. Mentre la battaglia volgeva rapidamente al termine, un altro quadrato forte di 5.000 picchieri svizzeri acquartierati a est di Pavia aveva iniziato la marcia di avvicinamento al luogo del combattimento. Man mano che risalivano verso nord gli svizzeri avevano incontrato cavalieri e fanti in fuga, segnali inequivocabili della rotta francese. Arrivati all’incirca all’altezza della Torretta, mentre si preparavano a fronteggiare le truppe imperiali vittoriose provenienti da Mirabello, gli svizzeri furono attaccati alle spalle dalla guarnigione di Pavia uscita dalla città. Scossi e incerti, circondati da ogni parte e vista ormai perduta ogni speranza di vittoria i fanti, che fino ad allora avevano sempre dato innumerevoli prove di coraggio e di valore, gettarono a terra le picche e sordi ai richiami dei loro ufficiali si sbandarono cercando scampo nella fuga o nella resa.”
“Mentre il suo esercito veniva disfatto, Francesco I aveva continuato a battersi circondato da una schiera sempre più esigua di cavalieri. Alla fine, rivelandosi inutile ogni resistenza, cercò scampo con la fuga. Giunto nei pressi della cascina Repentita, un colpo di archibugio gli atterrò però il cavallo ed egli fu trascinato a terra, restando imprigionato con la gamba sinistra sotto la sua cavalcatura. Tre cavalieri spagnoli, Diego de Avila, Juan de Urbieta e Alonso Pita da Veiga, gli furono addosso per primi. Non avendolo riconosciuto, gli puntarono le spade al petto e gli intimarono la resa. Sopraggiunse in quel momento La Motte de Noyers, cavaliere al seguito di Carlo III di Borbone, che riconobbe il re e gli chiese di arrendersi.
Francesco I rifiutò però la resa a quello che egli considerava un traditore e chiese invece che venisse chiamato Charles de Lannoy, che arrivò poco dopo. Nell’arazzo, i tre cavalieri che aiutano il re a rialzarsi sono La Motte de Noyers, il tedesco Nicolas von Salm e il conte di Montmartin, un cavaliere della Franca Contea. Diego d’Avila, Giovanni Urbieta e Alonso Pita de Veiga non sono raffigurati. Sembra quindi che l’artista abbia preferito le versioni e le testimonianze tedesche e borgognone, probabilmente perché più vicine a lui, rispetto a quelle spagnole. Al suolo è raffigurato un archibugio, a rappresentare l’arma che aveva abbattuto il cavallo di Francesco I e con la quale era stata vinta la battaglia di Pavia.”
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Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.labattagliadipavia.it
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“Carlo IV duca d’Alençon comandava la riserva di cavalleria pesante. Vista ormai persa la giornata, d’Alençon, precedendo la massa dei fuggitivi che sarebbe seguita, decise di ritirarsi verso il Ticino, che attraversò sul ponte di barche lanciato dai francesi a valle di Pavia per collegare tra loro le due rive del fiume. Dopo avere attraversato il ponte, d’Alençon lo fece gliare per impedire l’inseguimento da parte
dei nemici. Con lui si salvarono anche circa 3.000 fanti francesi e italiani che erano già al di là del Ticino. Accusato per questo di codardia e di avere abbandonato il suo re, che era anche suo cognato perché ne aveva sposato la sorella Margherita d’Angoulême, abbattuto nello spirito e nel morale, si ammalò e morì nello stesso anno.”
ha inaugurato l’ala sud appena restaurata del Castello Visconteo, posto al secondo piano di esso, a cui si accede da un magnifico scalone, sotto i portici della Piazza d’Armi. “Pavia, la Battaglia, il futuro” è promossa dal Comune di Pavia, con il contributo dell’Associazione Pavia Cttà internazionale dei Saperi e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. É stata organizzata dai Musei Civici di Pavia con la cura del Direttore Susanna Zatti con Luigi Casali, esperto di storia militare e Virginio Cantoni dell’Università di Pavia-Computer Vison and Multimedia Laboratory. All’ingresso si possono vedere due tele del Maestro Dario Fo, in mostra inoltre al piano sottostante con una grande esposizione a lui dedicata. Oltre alle due opere, il visitatore potrà vedere e sentire il Nobel per la Letteratura, attraverso un video di presentazione del percorso espositivo. Si prosegue la visita per ammirare gli splendidi arazzi di Capodimonte, commissionati probabilmente dai rappresentanti degli Stati Generali per farne dono a Carlo V nel 1531, e si rimane quasi stupiti dalla scientificità storica e multimediale con la quale è trattata la mostra. Tanti pannelli su cui è proiettata l’immagine di uno degli arazzi fiamminghi raffigurante le scene salienti della Battaglia di Pavia; ogni immagine viene divisa in sezioni e spiegata così
in maniera davvero molto approfondita. Un modo nuovo di concepire una mostra storico-culturale, sicuramente l’unico per poter rendere fruibile a tutti l’esposizione, raccontando la Battaglia, individuando i personaggi chiave, le abitudini del tempo. Gli arazzi hanno richiesto ben tre anni di lavoro, in totale sono sette, e sono intessuti in lana, seta e fili d’oro dalle manifatture belga (i laboratori di Bruxelles erano rinomati nella produzione degli arazzi sia per la resa figurativa affidata a pittori di fama, sia per l’uso di materiali di pregio), su disegno di Bernard van Orley. Daniela Malabaila
PAVIA, LA BATTAGLIA, IL FUTURO Niente fu più come prima 14 giugno 2015 - 15 novembre 2015 Castello Visconteo, Pavia INFO T. +39 0382 399770 prenotazionimc@comune.pv.it www.labattagliadipavia.it www.vivipavia.it Dal lunedì alla domenica 10.00-18.00 Chiuso il lunedì
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Ottobre 2015 articolo a cura di: Daniela Malabaila Caporedattore Biancoscuro
Ritratto a Salvatore Mainardi Presa di coscienza della “condizione umana” Abbiamo chiesto a Salvatore Mainardi il “perché” di questo simbolo, lui ci indica come chiamarlo: “Non è una maschera, ma una testa.”
“M
olti anni fa, dopo qualche bicchiere di troppo, mi ritirai nel mio atelier di Spreitenbach. Lì, quasi per istinto, presi dell’argilla e modellai un volto che potesse assomigliare a tutti, o forse a nessuno... Il giorno dopo, passati i fumi dell’alcool, non volli distruggere quell’immagine venuta dal nulla e ne feci un calco di gesso che deposi in un’angolo dello studio, angolo dove rimase “dimenticato” per alcuni anni.
Nel 2001 mi trasferii a Buchs, e durante il trasloco mi ritrovai fra le mani, quasi per incanto, quella testa, testa della quale ancora non riuscivo a spiegarmi il “perché”, come non ero mai riuscito a spiegarmi il “perché dell’essere umano”, nonostante in quasi in tutte le opere che avevo realizzato (anche se spesso avevo creato anche dipinti di stampo surrealista) mi posi sempre “la domanda”. Mi dissi quindi che, se da una sola cellula si riproducono miliardi e miliardi di individui apparentemente simili, ma ognuno
L’Artista Salvatore Mainardi
diverso dall’altro, forse anche da quell’inspiegabile calco di gesso avrei potuto riprodurre un’infinità di teste. Tutte simili certo, ma nessuna uguale, mi dedicai quindi ancor di più a quello che avevo sempre fatto grazie all’Arte: prendere coscienza della condizione umana.
”
Sopra: Censura, ceramica Raku A sinistra: particolare di un’installazione
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dell’artista ad Art Monaco 2015
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Sullo sfondo: l’installazione di Salvatore Mainardi “Tower of Babel” alla Biennale di Montreux 2015
Salvatore Mainardi’s portrait
Awareness of the “human condition”
“
We asked Salvatore Mainardi the reason behind this symbol. He pointed us to how to call it: “It’s not a mask, it’s a head” Many years ago, after few drinks, I went back to my workshop in Spreitenbach where, by pure instinct, I modeled a face that could resemble everyone or maybe no one. The following day, after the alcohol effects vanished, I decided not to destroy that face but rather to create a chalk mold out of it. I put it aside where it stayed lost, untouched and unused for many years. In 2001, when I moved to Buchs, I found the mold again. With the chalk head between my hands, I couldn’t explain myself why after so
many years trying to answer the same question through my works, I failed to give an answer to the eternal question of the life of a human being. I told myself that if from a single cell, billions of human beings have been created - all so similar and so different from each other - then I could do the same using that mold: reproducing an infinity of heads all similar but none identical. This allowed me to dedicate myself even more to what art has been for me: a mean to become aware of the condition of the human being.
Sotto una luna piccola, acrilico su carta
Passato e presente, tecnica mista su carta
Big Brother, tecnica mista su carta
Coda di lupo, acrilico su carta
”
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Qui e in basso una Live Performance di Salvatore Mainardi
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Salvatore Mainardi: “L’uomo” Nasce il 17 maggio del 1954 ad Angri, in provincia di Salerno, da pia madre e padre inguaribile lavoratore. Il padre desiderava vivamente che i figli studiassero, dato che lui, come tanti della sua età, non aveva potuto; il genitore riteneva che lo studio potesse permettere loro di acquisire una posizione sociale migliore della propria, ed è da questo punto di vista che bisogna comprendere papà Luigi. Il fratello Giuseppe si era brillantemente diplomato in ragioneria, Salvatore invece non solo non aveva dimestichezza con i numeri, ma addirittura desiderava semplicemente lavorare utilizzando i colori, creando tutto ciò che le mani e la testa gli permettevano di realizzare, nonostante a quei tempi il risultato non poteva avere “un’utilizzo pratico”, uno sbocco redditizzio. Mamma Angela fu colta da sgomento quando Salvatore si iscrisse al liceo artistico di Salerno. Il problema non era poi che il giovane intraprendesse studi artistici, ma il fatto che l’istituto scolastico si trovasse in città, ad un’ora e mezza da casa: per l’ancora minorenne figliolo, comportava sicuramente numerose incognite e tanti pericoli! Sia la delusione paterna che l’ansia materna si attenuarono quando Salvatore, ancora un sedicenne studente del
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liceo artistico, insieme ad alcuni compagni di classe espose con gran successo presso la galleria “Centrostorico”. Proprio lì, con l’inaspettata vendita di due opere, riuscì abbondantemente a restituire le poche lire che il padre, a malavoglia, gli aveva dato per incorniciare i quadri da esporre. La momentanea e relativa gioia dei genitori, si affossò quando Salvatore dichiarò chiaramente che il contesto nel quale cresceva, non solo non gli avrebbe mai potuto permettere di farsi quella posizione sociale tanto agoniata dal padre, ma era soprattutto un mondo caratterizzato da una mentalità con la quale mai e poi mai avrebbe potuto identificarsi. Così, dopo alcuni anni di studi liceali senza nemmeno aver tentato di conseguire il diploma (al quale per altro non aveva mai dato importanza), Salvatore abbandonò i luoghi natii e si trasferì a Basilea presso i parenti materni. Il dispiacere di papà e mamma fu reso ancora più forte dal fallimento dell’attività paterna, causata dall’ostinata onestà professionale del genitore .“Onestà!”, virtù questa malamente qualificata in quel contesto dal quale Salvatore stava appunto congedandosi, già, definitivamente. In quei momenti è amara la soddisfazione nel vedere i genitori seguire il figlio... Dopo diversi anni a Basilea, durante i quali la famiglia Mainardi trovò pace ed armonia, nonchè soluzione per i disagi finanziari, il cocciuto genitore, trascinandosi la
non entusiasta moglie, ritornò ad Angri. Lì vissero oltre gli ottanta, anche se spesso le antiche vicessitudini ritornarono ad incombere. Salvatore dal padre aveva ereditato solo la cocciutaggine e, fedele alle convinzioni che lo avevano portato a rifarsi una vita e grazie all’allora consone contesto svizzero, ebbe il piacere di concretizzare tutto ciò che si era prefissato in tenera età. Salvatore Mainardi oggi ha assunto la cittadinanza svizzera, vive e lavora nel cantone Argovia, insieme alla moglie Pina ed ama definirsi “uno svizzero nato in Italia”. È padre di due figli ormai adulti, Marco ed Angela, ai quali augura di poter sempre convivere ed identificarsi con il contesto nel quale si troveranno a lavorare, creare, vivere.
Immerso nella natura, tecnica mista su carta
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Afa, tecnica mista su carta
Salvatore Mainardi: “The man”
He was born on the 17th of May, 1954 in Angri in the province of Salerno (Italy), his mother was a dedicated and devout woman and his father a hard worker. His father, Luigi, greatly desired that his children successfully pursued studies, as he did not have that possibility when he was young; he believed that thanks to the studies, they could achieve a better life than what he had. This was the key to understand his dad’s point of view. Giuseppe, the oldest son, brilliantly finished the high school to become an accountant; on the other hand Salvatore was not good with numbers and he simply desired to realize himself and create using colors, his hands and each thought passing through his mind without any concrete or useful end. Despite that, his mother Angela was bemused to find that Salvatore decided to enroll to the high school for the Arts in Salerno. The issue was not related to the fact that Salvatore was pursuing artistic studies, but rather about the location of the college that required one hour and half commuting, a daily adventure full of unknowns
and dangers for the age that Salvatore had back then. His mother’s anxiety and his father’s disappointment faded away when Salvatore, at the age of 16, together with some of his school mates, exposed his first art works in the “Centrostorico” art gallery. He was able to sell two art works and pay back the little money that his father reluctantly lent him in order to frame the exposed canvases. The momentary joy that Salvatore gave his parents soon ended when he clearly explained that the context in which he was growing up was not giving him any possibility to achieve the better life very much longed by his father. Salvatore was not sharing the mentality of the world in which he was living and he was incapable of identifying himself in that world. Before finishing his studies that, after all, he never gave too much importance to, he left his homeland and decided to move to Basel at his mother’s relatives’. His parents’ grief was even deeper when shortly after Salvatore’s departure,
the family activity went bankrupt probably because of his father’s absolute honesty, the kind of honesty that was not very valued in that context. It was a bittersweet satisfaction for Salvatore seeing that his parents later followed him to Basel. In Switzerland, Mainardi’s family found harmony and peace, however after solving their financial problems, his father decided to move back to Angri despite his mother was not pleased by the idea. Salvatore, that inherited from his father only the stubbornness, remained focused on his convictions and decisions, and thanks to the Swiss context, he had the pleasure to manage to achieve all the goals he set himself when he was young. Salvatore Mainardi is now a Swiss citizen, he still lives and works in Aargau together with his wife – Pina – and he loves to call himself “an Italian-born Swiss”. He is father of two children now adults, Marco and Angela, to whom he wishes to always identify themselves in the context where they will live.
Greenhouse, tecnica mista su tavola
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Salvatore Mainardi: Fortemente influenzato dalle direttive dei professori liceali, che tanto insistevano sul disegno figurato ed ornato, Mainardi nasce e cresce figurativo. Affascinato dalle opere di Giogio De Chirico e Salvador Dalì nonchè da quelle di René Magritte che poteva ammirare non solo nel Museo di Basilea, ma anche durante i continui viaggi che lo portavano a Parigi, luogo in cui tante altre opere (anche non metafisiche o surrealiste) ispirano il primo periodo del suo lungo percorso artistico. In seguito intraprese esperienze che talvolta attraversarono anche periodi astratti e concettuali, lo portano a trovare un modo personale per descrivere ciò che lo circondava ripetendo lo stesso esercizio, già esibito durante l’infanzia quando non faceva altro che utilizzare la propria testa e le proprie mani, per creare opere che, anche se prive un’utilizzo pratico, gli permettevano comunque di poter narrare ciò che lo circondava e che forse avrebbe voluto cambiare. Un po’ come gli accade ancora oggi, ed é per questo che bisogna tener presente che tutta l’ope-
ra di Salvatore Mainardi é orientata alla propria esperienza umana. Sì, perché Salvatore prima di sentirsi artista, nasce uomo: catapultato in un contesto dove ancora oggi l’aspetto umano non sempre é prioritario per chi invece (soprattutto perché retribuito) dovrebbe preoccuparsene concretamente! Molti titoli dell’opera di Mainardi si ispirano ad un cantautore da lui molto amato e del quale condivide tante filosofie: “Fabrizio De Andrè”. Dai suoi testi spesso attinge linfa inspirativa. La musica che però lo accompagna quasi sempre durante i momenti creativi e che utilizza come sonoro per le sue innumerevoli performance eseguite ai vernissage sia delle sue mostre che presso importanti eventi artistici internazionali, é quella dei Pink Floid. In questo caso non sono i testi ad ispirarlo, ma le emozioni che si possono catturare ascoltando la loro musica, le stesse emozioni che si dovrebbero catturare ammirando un’opera ‘arte, senza dover necessariamente sforzarsi di capire, perché in arte come nella vita, spesso ha più senso emozionarsi che capire. Egli stesso, durante il percorso artistico, si é sempre emozionato e ci ha emozionati. Sensazioni che hanno caratterizzato gli innumerevoli eventi che lo hanno visto protagonista sia in Europa che oltre oceano. Infatti, oltre alle molte mostre in varie gallerie europee come Parigi, Berlino, Monaco di Baviera Zurigo, Basilea, Istallazione (Testa in cemento e sassi)
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Stagno estivo, tecnica mista su carta
“L’Artista”
Vienna, ha esposto anche a New York partecipando alla fiera “Art Expo”, presso il Gervit Convention Center in Manhattan nel 1990 e 1991. In Europa ha partecipato anche a molte fiere come Art Basel 1981-1984, Montreux, Innsbruck, Salisburgo, Reggio Emilia, Arezzo, oltre alla Paper Art di Colonia. Attualmente gestisce lo studio d’arte “MainArt”, da lui stesso fondato nel 2006, attività che gli permette di operare in modo più ampio ed incisivo nel campo artistico, avvalendosi anche del consenso di innumerevoli artisti che lo seguono e partecipano alle varie attività da lui promosse ed organizzate. È stato quindi così che, partendo da quel lontano 1970 presso la Galleria “Centrostorico” di Salerno, Salvatore Mainardi ha collezionato innumerevoli partecipazioni ad eventi culturali che gli hanno procurato non semplicemente un lungo curriculum, ma soprattutto una moltitudine di emozioni che, anche se non lo hanno reso speciale, lo hanno sicuramente aiutato a vivere in modo speciale.
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Salvatore Mainardi: “The Artist” Mainardi has been significantly affected from the professors at the high school for the Arts that strongly insisted on figurative and adorned drawings in fact he grew as a figurative artist. He admired the works from Giorgio De Chirico, Salvador Dalì and René Magritte whose art he could see in the Basel museum and during his trips to Paris. These, along with others (not only) metaphysical and surrealistic works, inspired him during the first period of his long artistic journey. He had later different artistic experiences, including an abstract and conceptual period that brought him to find a personal manner to describe the world surrounding him. He followed the same kind of exercises that he learnt when he was young: using his hands and each thought passing through his mind to create works without any practical or
useful end. In this way, he depicted the context surrounding him, the same context that maybe he was trying to change. Even nowadays, he uses the same kind of approach that, despite being evolved, it is always oriented to the experience of the human being. Mainardi considers himself firstly a man rather than an artist, a man that is launched into an environment where the human aspect is seldom put as priority. Many Mainardi’s art work titles are inspired by Fabrizio De André a song singer-writer that Mainardi loves very much and that with whom he shares many visions, and from whom he draws his creative inspiration. Despite this, the music that often plays during his numerous live performances in the vernissages of his art exhibitions and in invited international artistic events is from Pink Floyd. In this case, the lyrics are not what galvanizes him but rather the sound and the emotions that it evokes. These are the same emotions that spawn when admiring an art work that, in life as in art, do not necessarily lead to a deeper rational comprehension but they are simply and straightforwardly felt. Nonetheless, during his artistic journey, he always felt such emotions and he learnt how to generate them through his art works and during his performances and exhibitions throughout Europe and overseas. He exposed his works in different European art galleries and exhibitions: Paris,
Berlin, Munich, Salzburg, Cologne (Paper Art), Zurich, Basel (Art Basel 1981-1984), Montreux, Innsbruck, Vienna, Reggio Emilia and Arezzo among many others. He exposed also in New York when he attended the exhibition “Art Expo” in the Gervit Convention Center in Manhattan (1990 and 1991). He currently manages the art studio “mainArt” founded by him in 2006. This endeavour allows him to operate in a more comprehensive, wide and effective range of art ventures promoted and organized by him and that leverage the participation of numerous artists. Starting from the exhibition in the “Centrostorico” art gallery in 1970, Mainardi can now count on a rich portfolio that allowed him to participate to a great amount of cultural events, to bring emotions to people, even if this does not make him special, it surely made him live in a special way.
Particolare dell’installazione di Salvatore
A destra: Testa in raku
Mainardi alla Biennale di Montreux
con smalti sperimentali
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Carlton Un’esposizione esclusiva lo celebra a Ca’ la Ghironda
CARLO TONI Nuova Arte Percettiva
3 ottobre 2015 - 30 ottobre 2015 Modern Art Museum - Ca’ la Ghironda Ponte Ronca di Zola Pedrosa, Bologna INFO info@ghironda.it
T. +39 051 757419
Vernissage sabato 3 ottobre 2015 ore 16.00 alla presenza dell’Artista presentazione a cura del Prof.Francesco Martani
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.ghironda.it
Horus, trasfigurazione Alluminio e resina
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Ballata del vento. Tra i gelsi d’inverno Alluminio
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hi sei Carlo Toni? Tu hai scandito i tre anni più importanti della mia vita. Ti ho odiato, perché volevi tutto dalla mia mente. Dovevo essere sempre il migliore. Poi, dopo le medie, finalmente mi sono liberato di Te, essere umano Grande Prof. di latino. Ti credevo già nel regno dei cieli. Ora, invece, sei rinato in me con nuove forme, con nuove morfologie, con nuove tendenze. Appena ho letto il tuo nome volevo allontanarmi, poi ti ho denudato attraverso i tuoi neuroni a specchio e ti ho immediatamente accolto, e ti ho ascoltato, ed ora che osservo le tue produzioni, belle, con profili nuovi, le guardo e le avverto attentamente. Tu sei un operaio, un grande artista; ecco perché leggo le tue opere. Come il sottoscritto più volte Prof., si ritiene sempre un contadino del Po, che usa tanto la propria mente e forse la sua cultura e intelligenza. Le tue opere le sintetizzo così: arte costruttiva, interattiva, e sensoriale e ma anche e soprattutto percettiva. La tua è una ricerca, è una riflessione interna; ha
valori reali autentici e percettivi. La tua tendenza a realizzare non è statica, anzi crea nuove tensioni. La tua arte mi fa ricordare l’arte della Bauhaus, l’arte concreta. Nelle opere d’arte vi è sempre un fulcro che varia di posizione, e qui l’interesse è tra l’opera e lo spettatore; cioè lo spettatore viene costretto a partecipare alla lettura dell’opera. Le stimolazioni che l’artista ha, provengono dal quel ramo di cellule nervose, dette neuroni della scienza, che stanno oltre gli scienziati, cioè in quel grumo di conoscenze scientifiche mentali umane, condotte attraverso l’attenzione, la percezione, il pensiero, la memoria e l’abilità. La scienza di Carlo Toni deriva da quella sensibilità che ha sviluppato, nel senso di saper cogliere le strutture del reale come il dispiegarsi contemporaneo di una molteplicità di strati. Carlo, poi, è strutturalmente un uomo tarchiato, ma robustissimo, su cui agisce un profilo di vitalità variegato da influenze filosofiche, che dura e varia ontologicamente da soggetto a soggetto, ed in rapporto proprio al neopositivismo e alla propria filosofia analitica.
Da uomo di scienza, che studia la psiche dell’essere umano, sostiene che tali tendenze si sviluppano nei soggetti sociali, e Carlo è tendenzialmente un artista sociale. Carlo Giulio Argan, grande critico, ora scomparso, ha sostenuto che chi opera e crea e studia l’arte, come il nostro artista, attiva contestazioni, perché crea nuove opportunità e figure operative potenziali di nuovo tipo. La produzione di Carlo Toni è intrinseca di un attributo fenomenico che non è presente nell’arte figurativa predetta, con movimento filosofico, mentale, ancestrale. Le sue sono pittosculture, giocano con i limiti delle leggi che governano il campo gestaltico, come la similarità, la prossimità, i movimenti generati dallo spazio. Affermo che, in alcune opere, il movimento può essere dato da una metamorfosi generata dall’interazione messa in atto dallo spettatore. L’opera di Carlo Toni si può definire come un neocostruttivismo a volte geometrico o digitale o elettronico, o come arte programmata. L’idea di modulare il tempo si sostituisce e si contrappone a quello di defini-
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Quo usque tandem abuteris patientia nostra? Alluminio/Resina, 2012, 36x85x11 (41x92) cm.
re lo spazio, la forma, e quindi prodotta da interventi spaziali compositivi. Per programmazione s’intende progettare quella cosa che poi permette infinite e molte varianti dello stesso tema. Carlo Toni ascolta, guarda e sta esplicando nuove prospettive di un’arte che vive e si apre al futuro, e si orienta ad una radicale visione scientifica del mondo, e dimostra connessioni fra arte e scienza, e valorizza l’influenza che ciascuna opera esplica sull’altra. Le sue opere danno luce, movimento e effetti materici scientifici, producendo oggetti scultorei, ambientali immersivi, multisensoriali, con una forte enfasi sulla interattività somatica. Le sue, in altre parole opere, han-
no un forte rilievo culturale, attuale, di innovazione creativa. Quest’arte programmata, ideata da Carlo Toni, è un’arte aperta, così la chiamerebbe Umberto Eco, il grande semiologo degli anni ’60. Queste opere, rappresentano un fenomeno, nel puro piano estetico, di superficie; è un’arte diversa dal pensiero e dalle ideologie viventi, e tutte escono da una energia vitale che dà un senso innovativo in molte direzioni, per ricerche. La ricerca di Toni non è condizionata da nulla, né da mode, né da mercato, anzi, essa ha, e certamente avrà, vita autonoma lunga, quant’è quella del vedere e dalla visione; queste opere parlano di programmazioni, di interattività
e anticipano un nuovo evento. È un’arte metafisica nuova, ma discende da una nuova avanguardia che trova maturità nella concettualità di una cultura progettuale. La componente comportamentale è taciuta dalla esegési del momento artistico dell’Autore, ma l’interesse sociale alla professione dell’Artista cambierà progetti nel campo artistico, e soprattutto avremo che l’entropia giocherà un nuovo ruolo. Sarà proprio il fondamento di positività progressiva, scaturita da quest’arte, che darà la mossa alla facoltà verso l’oggetto contemplato e disinibito, come quando il nostro Artista, istituisce la struttura della materia, facendola transitare dal “fatus” al “opus”. Francesco Martani
Insieme ordinato di farfalle
Custode all’opificio delle menzogne
Evoluzione (omaggio a Charles Darwin)
Alluminio
Alluminio, 2012, 42x47x9 (47x52) cm.
Alluminio, 2011, 51x51x14 (61x61) cm.
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Grandi soli rossi e cieli gialli sogna la quercia di marzo Alluminio
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Una nuova interpretazione della Natura. Gli eleganti paesaggi di
Gene
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www.genepompa.com artegene@gmail.com
Pompa Prim’autunno olio su tela, anno 2006, 150x50x4 cm.
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Giorgio Gost, l’Arte che ferma il tempo Un nuovo modo di preservare l’oggi per i posteri
strada completamente diversa, in cui si riconosce la creatività di Gost attraverso il sapiente uso dei colori, sempre studiati: “Percorsi nella Old Economy”. Di questa sua nuova collezione possiamo ammirare le tele sì dipinte, ma soprattutto impreziosite dall’applicazione di documenti d’epoca originali, bolle di accompagnamento scritte a mano, tutto “salvato” dal venir distrutto e dimenticato da chi ormai non volge più lo sguardo al passato ed al duro lavoro manuale ed imprenditoriale che ha creato l’economia italiana. Il 2011 è un anno per Gost molto importante: fonda e diffonde con l’amico ed esperto d’arte Alessandro Celli il “Manifesto dell’Art Economy”, partecipa alla 54°Biennale di Venezia e dopo il terribile terremoto in Giappone crea “Stop The time!”. Ecco dunque il denaro reso sulla tela in tutta la sua importanza, quel denaro concreto che oggi troppo spesso non tocchiamo e non vediamo neanche, troppo abituati alla semplicità d’uso delle transazioni “virtuali”che con un codice o pochi clic ci permette di pagare. Questa serie non è solo denaro, ma è ogni cosa
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hi ha conosciuto il primo 60x80 cm. Giorgio Gost, sicuramente non si sarebbe aspettato A destra: After Fontana - opera n.2083 un’evoluzione artistica anno 2015,33x40 cm. così lontana dai suoi inizi. Lo stimato artista parmense ha iniziato infatti la sua carriera dedicandosi alla pittura metafisica e studiando le caratteristiche concrete e filosofiche del colore. Il personale percorso di ricerca lo porta a realizzare opere con soggetti geometrici, poi ad una vera e propria tesi artistica con la serie “Percorsi alla ricerca del colore”. Successivamente la sua Arte prende una Sopra: Stop The Time - opera n.2051
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Stop The Time - Dentifricio su yuta - opera n.2093, anno 2015, 30x50
Stop The Time - Yogurt su yuta - opera n.2091, anno 2015, 30x40 cm.
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Stop The Time - Mikado su Yuta - opera n.2081, anno 2015, 30x50 cm.
Stop The Time - Salumi su Yuta - opera n.2055, anno 2015, 60x80 cm.
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che può “salvarci” in caso di catastrofe, ogni tipo di oggetto fissato sotto resina, opere che creano così dei moderni fossili: usi e costumi fermati nel tempo su tela, per portare ai posteri la nostra quotidianità. Pasta fresca, secca o ripiena, biscotti, the e caffè, uova, medicine, caramelle, cioccolato, acqua, bibite e champagne, sino ad arrivare a quotidiani, libri, cataloghi e riviste d’arte (ndr. anche il primo numero della rivista d’arte Biancoscuro è stato salvato dallo scorrere del tempo grazie alla resina di Gost). L’Arte di Giorgio ultimamente si incentra molto su una nuova serie, ispirata agli artisti che hanno lasciato la loro impronta nella storia dell’arte contemporanea: la collezione “After”(ndr. presentata in anteprima nello spazio espositivo Biancoscuro di Pavia). Sono ora ammirabili gli “After Manzoni” rappresentanti il famoso “Uovo” e le famose scatolette, oltre a “After Warhol” (la zuppa Campbell’s) e “After Fontana” con riproduzioni dei famosi tagli su tela. Vincenzo Chetta
Cassetta imbandita - opera n.2052, anno 2015, 40x60 cm.
Stop The Time - Caffè su Yuta - opera n.2085
Stop The Time - Zucchero su tela - opera n.2072
Stop The Time Marmellata - opera n.2087
anno 2015, 60x80 cm.
anno 2015, 40x60 cm.
anno 2015 - 30x50 cm.
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Giorgio Gost Da consumarsi preferibilmente entro…
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mante del colore, dalle capacità tecniche innovatrici, critico attento della società odierna e sostenitore della liberazione dell’arte dai processi di mercificazione economica, l’emiliano Giorgio Gost, è diventato uno degli artisti più originali e rivoluzionari dell’attuale panorama artistico italiano. Attraverso colate di resina e alla tecnica detta vetrificazione, l’artista blocca, per i posteri, il tempo presente e passato, immobilizzandolo in oggetti conservati senza termine di scadenza, all’interno delle sue opere, in un connubio armonico di forme geometriche e cromie. L’Arte di Gost è, infatti, sia proiettiva che introiettiva: un alimento o altro bene della nostra vita quotidiana tanto utile quanto banalmente dimenticato dopo il suo consumo, diventa uno scatto eterno, che ricorderà, per sempre, quell’oggetto ed il frammento di quotidianità vissuta dietro il suo uso: dolce esempio sono gustose
mini barrette di cioccolato intrappolate nell’ “opera n. 2080” della serie Stop The Time. Ma l’arte di Gost non è solo governata dal motto “per non dimenticare”: è intrisa di un profondo senso critico a volte sarcastico o solo ironico, del mondo d’oggi, sopratutto quello economico, come ben si può notare nelle opere del Percorso Old Economy. Il desiderio di dare un freno alla velocità del tempo, lasciando, al posto della sua scia obliante, l’eterno segno artistico, si nota nel percorso di opere After: stesso procedimento teorico/tecnico alla base di Stop The Time, ma con un’unica differenza: ad essere eternati ed intrappolati da Gost, sono riproduzioni fedeli delle più grandi opere degli artisti del Novecento. Troviamo così, un “After Manzoni” o un “After Fontana”, in una teca di resina dalle proprietà conservanti illimitate. Mario Gambatesa
Sopra: Stop The Time - Cioccolatini su tela opera n.2097, anno 2015, 40x40 cm. Sotto: Stop The Time - Sigarette su Yuta opera n.2092, anno 2015, 40x60 cm.
A sinistra: Giorgio Gost davanti ad una sua opera della serie “Old Economy”
After Fontana - opera n.2065, 33x40 cm.
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR qui sopra per collegarti alla pagina web dell’artista che ferma il tempo. INFO www.giorgiogost.com
Giorgio Gost sarà ad ART PARMA FAIR il 3,4 ed il 9,10,11 ottobre 2015
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Il Maestro Dario Fo Mistero Buffo a colori
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l Castello Visconteo di Pavia, l’Artista non è nuovo di casa, infatti due sue opere sono presenti nell’introduzione della mostra “Pavia, la Battaglia, il Futuro”, allestita al secondo piano del Castello. La mostra dedicata al Maestro era preventivata al Broletto su un tema limitato, con una cinquantina di opere. È stato proprio Fo a stupire con questa grande nuova serie che ripercorre 40 anni della sua vita di teatro: 130 opere che vogliono mantenere vive tutte quelle situazioni di vita vissuta. Il percorso espositivo che si snoda tra le opere che raccontano la vita di Dario Fo e Franca Rame, in tutti i campi lavorativi da loro seguiti, con tutte le varie sfumature non solo artistiche, ma anche sociali, politiche e umane. Dario Fo racconta: “Nello spettacolo, questa volta dipinto, colorato, c’è tutto quel lavoro che ho compiuto per così tanti anni. Dipinti che sono il rifacimento di pitture che ho eseguito a 14 anni in Accademia, frequentata per 8 anni, lasciata di punto in bianco per iscrivermi ad Architettura. E lì ho potuto toccare con mano tutti gli intrallazzi e le corruzioni, cose che un giovane che vedeva la libertà della fine della guerra non poteva sopportare. E ho iniziato a
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Sopra: il Maestro Dario Fo durante la conferenza stampa Sotto: Dario Fo davanti ad una sua opera presente in mostra a Pavia
parlare. La censura non è riuscita a non farmi esibire, mi ha chiuso tanti teatri, ma non tutti.”. Vincenzo Chetta
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Giacomo Balla: 70 opere per celebrare il genio Tutto il suo percorso artistico in mostra a Parma «Vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all’invisibile, all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell’universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione» Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo, Balla & Depero, 11 marzo 1915
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perta ai visitatori la mostra che ripercorre tutta la carriera artistica di Giacomo Balla, Maestro futurista. Sotto la cura di Elena Gigli e Stefano Roffi, a Villa dei Capolavori, il percorso espositivo analizza il Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo, nel centenario della sua pubblicazione, firmato dallo stesso Balla e da Fortunato Depero. Vengono trattati tutti i punti del Manifesto attraverso sezioni distinte: astratto, dinamico, volatile, drammatico, autonomo, trasparentissimo, coloratissimo e luminosissimo, scoppiante, trasformabile. Questi articoli rappresentano una delle tappe più significhe dell’estetica futurista: l’arte non è più fine a se stessa, diviene invece uno strumento per affermare una diversa concezione della vita. Le opere provengono da prestigiose collezioni private e dai principali musei italiani, fra i quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, gli Uffizi di Firenze, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria d’arte Moderna di Torino, il Mart di Rovereto. Una retrospettiva importante, che celebra il genio del grande Astrattista Futurista, Giacomo Balla. Rebecca Maniti
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[1] Pugno di Boccioni, scultura metallica [2] Noi 4 allo specchio, anno 1945, olio su tela [3] Forze di paesaggio + cocomero, 1917-1918, tempera su carta intelata [4] Pugno di Boccioni, progetto esecutivo, circa anno 1916, inchiostro su carta intelata, Courtesy by Galleria Russo
[3]
[5] La guerre, 1916, collage e olio su tela
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GIACOMO BALLA Astrattista Futurista 12 settembre 2015 - 8 dicembre 2015 Fondazione Magnani Rocca, Parma INFO T. +39 0521 848327 info@magnanirocca.it Dal martedì al venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 Chiuso il lunedì
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.magnanirocca.it
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Tracce in luce a Bologna Rocca di Vignola, restauri in mostra La Torre del Pennello dopo il restauro
Dettaglio di una tavola di Marcella Morlacchi
Acquerello di GinoGiano Mandrone
Rocca di Vignola, ph Giorgio Giliberti
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racce in luce è un’iniziativa che si colloca all’interno del più ampio progetto di consolidamento antisismico, restauro e conservazione della Torre del Pennello, chiamato “Tutti i colori del pennello”, promosso dalla Fondazione di Vignola con il patrocinio dell’UNESCO-International Year of Light 2015. La mostra omonima ripercorre le tappe principali degli studi e delle indagini che hanno permesso l’interpretazione e la ricostruzione virtuale dei frammenti dei decori esterni. Illustra le ricerche d’archivio, mediante l’esposizione dei documenti più significativi, tra cui i disegni acquerellati con una prima ricostruzione dei decori esterni della Rocca, opera del pittore restauratore Ginogiano Mandrone. Uno spazio particolare è invece riservato alle indagini svolte con il laser scanner 3D ed alla campagna fotografica e video con drone che hanno permesso di indagare i frammenti di pitture più nascosti. Una sezione video mostra le riprese effettuate dal drone, la visualizzazione del rilievo 3D delle facciate e delle torri della Rocca e le tavole di analisi e progetto più significative ottenute dai rilievi e dagli studi. Ammirabile lo studio preliminare di conservazione, a cura dei restauratori Natalia Gurgone ed Ermanno Carbonara, che ha dato l’avvio al restauro dei decori della torre del Pennello.
TRACCE IN LUCE Vedere oggi, come nel Quattrocento, i decori esterni della rocca di Vignola. 5 settembre 2015 - 18 ottobre 2015 Rocca di Vignola, Bologna INFO T. +39 059/76.59.79 info@fondazionedivignola.it Feriali 9.00-12.00 / 15.30-19.00 Festivi 10.00-13.00 / 15.30-19.00 Chiuso il lunedì INGRESSO GRATUITO
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazionedivignola.it
La lettura complessiva degli apparati decorativi della Rocca è stata affidata alla mano dell’architetto Marcella Morlacchi che ha realizzato con la tecnica dell’acquerello due tavole dei prospetti a grande scala. Queste tavole, momento culminante del percorso espositivo, restituiscono l’emozione della resa pittorica quattrocentesca. Il percorso espositivo continua sul sentiero dell’innovazione e dello scambio con i linguaggi contemporanei di artisti visivi che proiettano interventi visivi e sonori sulle mura della Rocca. Tutti i monumenti sono e restano vivi se il loro spazio e il tempo inglobato nelle loro forme continuano a dialogare con la l realtà che li circonda. s
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BIaNCOSCURO art contest Tutti i vincitori, la mostra nel Monferrato, e la premiazione finale a Monte-Carlo
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i è tenuta sabato 12 settembre la prima Cerimonia di Pre m i a z i o n e del BIANCOSCURO ART CONTEST 2015, presso il rinomato Cascina Lanè, agriturismo di charme nel cuore del Monferrato. Ad essere premiati i vincitori del premio “eBook” ed i vincitori del premio “Mostra Collettiva”, decretati dalla Giuria Critica. Durante la Cerimonia, presieduta da Vincenzo Chetta (Direttore BIANCOSCURO), Daniela Malabaila (Caporedattore BIANCOSCURO) e Mariarosaria Belgiovine (gallerista e critico d’arte), è intervenuto il Prof. Alfredo Pasolino
La scelta di Baldichieri d’Asti è
che ha trovato le parole giuste per ogni opera premiata. Successivamente alla premiazione si è tenuto il vernissage di apertura della Mostra Collettiva; le opere vincitrici sono in esposizione con Peter Hide 311065, Mattia Consonni, Giorgio Gost, Lorenzo Monegato, Nikolinka Nikolova, Mirko Roncelli e Isabella Rigamonti. Una cena di Gala ha concluso questa gior-
COSCURO di voler riscoprire e valorizzare i tesori del nostro paese seguendo l’esempio dell’UNESCO che ha dichiarato il Monferrato “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.
I 20 vincitori della mostra collettiva
Inquadra il QR per vedere su Facebook i video con il commento critico alle opere vincenti del Prof. Alfredo Pasolino, storico ed esperto critico d’arte
Un ringraziamento a tutti i partecipanti, che rimarranno pubblicati sul sito internet artcontest.biancoscuro.it sino alla prossima edizione del concorso: arrivederci a gennaio 2016! I 4 vincitori del premio assoluto COPERTINA 1° premio Assoluto cat. Pittura a Musica per gli Occhi 1° premio Assoluto cat. Scultura a Lucas van Eeghen 1° premio Assoluto cat. Grafica a Luciano Caggianello 1° premio Assoluto cat. Fotografia a Giorgio Donders I 4 vincitori del premio Mostra Personale 1° premio cat. Pittura a Maura Giussani 1° premio cat. Scultura a Filippo Volpi 1° premio cat. Grafica a Emanuela Ragusa 1° premio cat. Fotografia a Valentino Cossettini
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dettata dalla volontà di BIAN-
categoria PITTURA: Gisella Battistini, Nadia Buroni, Patrizia Poli, Francesca Parola, Tobia Locatelli. categoria SCULTURA: Josefina Temin, Antonio Scaramella, Giampiero Bonfantini, Agron Rushiti, Giovanni Rollo. categoria FOTOGRAFIA: Mark Cattaneo, Lorenzo Carrus, Lorenzo Simonini, Sandra Beltrami, Andrea Scurria. categoria GRAFICA: Chiara Pala De Murtas, Francesco Bernardi, Rita Vitaloni, Nero Levrini, Leonardo Rossi.
BIaNCOSCURO art contest nata completamente dedicata all’Arte, unendo l’arte visiva con quella gastronomica. BIANCOSCURO vuole ringraziare tutto lo staff che si è prodigato affinchè ogni aspetto del concorso fosse chiaro, corretto e controllabile. Un ringraziamento speciale allo staff di Cascina Lanè, nelle persone di Viviana, Secondina, Franco, Alessandro e Lorenzo. Le opere sono ammirabili negli spazi di Cascina Lanè fino all’11 ottobre 2015. Il grande successo per questa Mostra Collettiva, ricca delle emozioni e del talento degli artisti premiati, si potrà ripetere con la seconda Cerimonia di Premia-
zione che si terrà il 24 ottobre a Monte-Carlo: premiati i vincitori dei premi “Copertina” e “Mostra Personale”. A gennaio 2016 si apriranno le iscrizioni per la terza edizione de BIANCOSCURO ART CONTEST. Daniela Malabaila
Inquadra il QR per vedere su Facebook tutte le foto!
Nelle foto qui sopra la premiazione del 12 settembre a Cascina Lanè, Baldichieri d’Asti - Monferrato “Patrimonio Mondiale dell’UNESCO”. Da sinistra: Mariarosaria Belgiovine e Lorenzo Simonini; Rosanna e Antonio Scaramella; Rosanna e Lorenzo Carrus; Vincenzo Chetta e Patrizia Poli; Chiara Pala de Murtas e Vincenzo Chetta; Rosanna e Rita Vitaloni; Vincenzo Chetta e Nadia Buroni; Mariarosaria Belgiovine e Tobia Locatelli. Qui sotto le opere che verranno premiate a Monte-Carlo il 24 ottobre 2015
Musica per gli Occhi “Volcano”
Lucas van Eeghen “Garden of pain and joy”
Luciano Caggianello “caMAOuflage”
Giorgio Donders “Rinascita”
Maura Giussani “Per le vie di Arezzo”
Filippo Volpi “Romeo e Giulietta”
Emanuela Ragusa “Natura morta?”
Valentino Cossettini “L’attimo”
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Berlin Art Week 2015 Come far sbocciare l’Arte in una grande città
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Berlino si è proposta ancora più creativa del solito dal 15 al 21 settembre, giornate della Berlin Art Week in abbiamo potuto toccare con mano tutta la sua forza artistica, incontrando veri geni dell’arte moderna in luoghi fantastici. L’Art Week di Berlino è un evento unico per artisti e gallerie e contribuisce sicuramente a rafforzare lo status della città di “grande centro per l’Arte internazionale”. Tanti gli eventi in calendario, disseminati in tutta l’area metropolitana, densamente visitati ad ogni ora di ogni giorno, dai ragazzini affascinati dalle installazioni più strabilianti, agli esperti che cataloghi e notes alla mano fotografano con gli occhi l’andamento di questa nuova stagione artistica. Tra gli eventi principali gli eventi principali il “Welcome to the Jungle” al KW Institute,
Inquandra il QR con il tuo smartphone http://biancoscuro.it/site/berlin-art-week/ In queste pagine alcune immagini dalla Berlin Art Week 2015. Tutte le foto sono © Liberementi
Berlin Art Week 2015 // Ingresso KW Institute
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // Georg Baselitz
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin - Diritto all’ozio
Berlin Art Week 2015 // NBK
Berlin Art Week 2015 // Ingresso KW Institute
Berlin Art Week 2015 // Ingresso Xenopolis - Deutsche Bank
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Guarda il nostro photoreportage completo.
Berlin Art Week 2015 // Ingresso abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // Positions Berlin
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//Pole Position
//Pole Position
Berlin Art Week 2015 // Positions Berlin
Berlin Art Week 2015 // NBK - Neuer Berliner Kunstverein
Transition Berlin
Berlin Art Week 2015 // NBK - Neuer Berliner Kunstverein
Berlin Art Week 2015 // Positions Berlin
Berlin Art Week 2015 // Magazines @ Positions Berlin
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // Amerika House
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // NBK
un edificio d’epoca completamente dedito all’arte. Sorprendenti le due entrate: quella classica e quella denominata “a tuo rischio e pericolo”, logicamente la più percorsa. Al KW una grande mostra eclettica nelle forme, nei materiali, negli stili: grandi video installazioni, fotografia, l’affascinante quanto inquietante fontana di sabbia. All’interno il percorso per una seconda esposizione “3 1/2”, situata al terzo piano dell’edificio, dal quale è possibile ammirare la vista sopra ai tetti di Berlino, all’orizzonte la storia passata e quella futura della città: il Duomo e la Fernsehturm di Alexander Plaz. All’NBK, Neuer Berliner Kunstverein, un’esposizione che promette grandi riflessioni, all’apparenza oggetti comuni, che gli Artisti in mostra hanno saputo comporre per veicolare i loro messaggi sociali. E poi la Hamburger Bahnhof, luogo di culto artistico dalle mille esposizioni, e ì come dimenticare la mostra “XENOPOLIS” allestita alla Deutsche Bank, un percorso espositivo completamente dedito alla sensibilizzazione del popolo “fortunato” verso gli infiniti “Terzo Mondo” della Terra. L’underground berlinese sfocia in tutto il suo
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Antoanetta Marinov // Zauberstabe
Berlin Art Week 2015 // KW Institute
PRE position
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // Xenopolis - Deutsche Bank
Berlin Art Week 2015 // Akademie der Kunst
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin In queste pagine alcune immagini dalla Berlin Art Week 2015. Berlin Art Week 2015 // Akademie der Kunst
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Tutte le foto sono Š Liberementi
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Berlin Art Week 2015 // abc Berlin - Boros Collection Berlin / Mandla Reuter
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
Berlin Art Week 2015 // NBK
Berlin Art Week 2015 // KW Institute
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin - Artwork by Ai Weiwei
SAVE THE DATE: Berlin Art Week 2016 dal 13 al 18 settembre. http://www.berlinartweek.de
splendore a “Pre-Position”, evento non in calendario, ma assolutamente degno di nota: lì si è respirata la vera drammaticità dell’Artista tormentato che libera i suoi demoni creando. Atmosfera molto metropolitana anche per “Positions Berlin Art Fair”, grande fiera del settore allestita in un magnifico edificio ex-industriale. Grandi esposizioni anche alla Akademie der Künste, fra tutte la mostra dedicata al premiato Bernard Frize, con le sue opere normalmente esposte al Centre Pompidou di Parigi. E dopo l’interessante C/O Berlin, evento della American House, è stata la volta dell’altro grande punto artistico della settimana: L’ “Art Berlin Contemporary”. Da nominare anche un’altro evento, organizzato in un intero palazzo in ristrutturazione: “Transition”, 3 piani d’Arte, dipinti, sculture, installazioni, e come sempre grandi videoinstallazioni. Questi sono solo alcuni degli eventi della settimana dell’Arte targata Berlino, tutta la città con un unico scopo comune: dare nuova linfa all’Arte Moderna e Contemporanea, senza discriminazioni e preconcetti. Vincenzo Chetta
Berlin Art Week 2015 // abc Berlin
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Art Parma Fair, edizione autunnale
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Organizzazi
Due fine settimana dedicati all’Arte a Fiere di Parma
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torna ad essere il centro dell’arIn arma concomitanza con: te con Art Parma Fair, mostra-mercato dedicata all’arte moderna e contemporanea, presso il quartiere fieristico parmense, in concomitanza con Mercanteinfiera e Mercanteinauto. L’ottimo risultato delle vendite dell’edizione primaverile ha riconosciuto l’importanza di una piazza come Parma, che a buon titolo potrà collocarsi negli anni tra le fiere più importanti d’Italia. Un collezionismo colto e sofisticato che viene dall’imprenditoria e dall’industria percorre il padiglione cercando le opere di autori importanti come Damien Hirst, Christo, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Piero Gilardi, Michelangelo Pisto-
www.a
letto, Arnulf Rainer, Alighiero Boetti, solo per citare alcuni, ma anche Andy Warhol e altri esponenti della pop-art. Il quartiere fieristico di Parma che ospiterà Art Parma Fair è uno dei principali in Italia come dimensioni, all’avanguardia come strutture e servizi e in posizione geografica strategica. Un’ottima base per un evento di successo, che Romagna Fiere realizzerà confermando la sua formula vincente di mostra-mercato, ampiamente collaudata con anni di esperienza nel settore dell’arte. Imperdibile la performance live di Patrick Moya, presentato da BIANCOSCURO, che dipingerà ben 14 metri di parete, un live painting sicuramente emozionante, l come solo lui sa essere.s
Arte Moderna e C
9.10.11 ott 3 ART PARMA FAIR
FIERE DI PARMA · viale delle Esposizioni, 393A Sabato 3 e domenica 4 ottobre ore 10.00 - 19.00
venerdì 9, sabato 10, domenica 11 ore 10.00 - 19.00 Padiglione 7, Palacassa
[1] Sopra alcune immagini della scorsa edizione
Tedaldi (Direttore Romagna Fiere), Cristiano
[2] Il grande murales dipinto da Patrick Moya,
[1] Federico Pizzarotti (Sindaco di Parma),
Casa (Ass. Attività Produttive e Commercio),
che quest’anno ripeterà la performance ad
in visita allo stand di Giorgio Gost
Art Parma Fair
Giorgio Gost, Vincenzo Chetta, Gilberto [2]
Patrick Moya realizzerà un murales in live painting durante Art Parma Fair 2015
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Aldo Righetti
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lavori di Aldo Righetti presentano dei personaggi di cui è impossibile cogliere pienamente le sembianze, ma di cui è intuibile la perfetta somiglianza esteriore. Questo è ciò che Aldo Righetti vuole comunicare nelle sue superfici pittoriche, preparate personalmente. Il fenomeno della ripetizione caratterizza ogni aspetto del nostro quotidiano, la ripetizione come differenza dove la versione è simile, ma non uguale, alla sua precedente. Ed è proprio la differenza che rende la ripetizione uno strumento creativo, la differenza infatti porta all’invenzione, senza di essa ogni parte rimarrebbe la stessa, generando semplicemente una replica. Affascinato dal comportamento della società, dall’ essenza del pensiero intorno alla linea, si interessa dei valori universalmente condivisibili: la convivenza pacifica, la solidarietà, il bisogno di libertà e democrazia ed il rispetto per il prossimo. Costantemente alla ricerca della bellezza, il materiale con cui plasma le opere gli permette di creare un suo l mondo attraverso uno stile simbolico. s
to 11.01.9
Mediterraneus
Opera esposta a ART PARMA FAIR
tecnica mista su legno
3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
anno 2015, 75x75 cm.
eArianna anrFugazza edoM etrA Vincenzo Bison
D
1993 lavora come pittrice aerografista, ma la per l’Arte è nata in tenera età. Dipin.wwalpassione w ge seguendo la sua ispirazione, alimentata dagli istanti di vita vissuta, quelli capaci di suscitare in lei quell le emozioni conosciute quando era bambina. s Intrecci
zazzinaerografo agrcon Ocolori acrilici or.www cnarf
anno 2014, 80x60 cm.
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
I
l variegato volto della Natura è colto da Vincenzo Bi:n oc aznatabilità imo cnoc nI parson con straordinaria espressiva e sincera tecipazione emozionale, non soltanto come soggetto mirabile di rappresentazione artistica, ma anche come l elemento emblematico di forte valore esistenziale. s Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
L’energia del sole olio su tela anno 2015, 70x50 cm.
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biancoscuro
france www.rom
Filippo Volpi
Organizzazi
In concomitanza con:
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015 Romeo&Giulietta
Iside&Osiride
marmo bianco di Carrara
marmo bianco di Carrara
anno 2014, 30x65 cm.
anno 2014, 30x65 cm.
F
ilippo Volpi nasce a Città di Castello nel 1982. La sua vena artistica si manifesta nel marzo 2010, a seguito della visita al museo presso la casa natale di Michelangelo Buonarroti a Caprese Michelangelo (in provincia di Arezzo), dove viene folgorato, così si innamora della scultura. Dopo i primi tentativi con utensili tutt’altro che adeguati, è stato un susseguirsi di altre opere, sognate nella notte e create, spinto e guidato dal suo istinto, incredibilmente, senza uso di schemi, progetti o disegni. Autodidatta e sperimentatore, dal 2013, la sua creazione artistica, maturata nel frattempo, lo porta sempre più ad affinare la tecnica nello scolpire nuove opere realizzate con la pietra serena ed il marmo per giungere anche all’espressione pittorica. Dall’inizio del 2014, già annovera numerose mostre personali e collettive in gallerie d’Arte moderna e contempol ranea. s
www.a
Arte Moderna e C
Simone Morana Cyla
Antonella Pecoraro Ninniott 9.10.11
3
C
yla, abbraccia il surrealismo come stile di vita. Ogni sua opera è un viaggio intimo dentro la sua coscienza, nei meandri di un’anima, a volte malconcia, che grida e scalpita, ma che cerca sempre di sopravvivere in qualche modo ai dolori della vita. Nei suoi dipinti temi l forti, che denuncia con composizioni suggestive. s The silence “PEZZO UNICO” tecnica digitale su alluminio dibond anno 2012, 60x44 cm.
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Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
A
rtista palermitana di nascita, sin dalla giovane età si innamora della pittura grazie agli insegnamenti ricevuti dalla zia materna,insegnante di educazione artistica. Traseferitasi a Modena, inizia la sua carriera come decoratrice di ceramiche artistiche per poi dedicarsi l esclusivamente ai dipinti su tela s Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
La mattanza acrilico su tela anno 2010, 60x50 cm.
biancoscuro
Paolo Cutrano
N
ella vicenda artistica di Paolo Cutrano sono chiari sia la sua aspirazione che il mondo contemporaneo, la cui sovrabbondanza di stimoli si rivela attraverso una stratificazione evidente sia nell’uso polimaterico del colore che nella pluralità dei temi e delle variazioni stilistiche. Paolo Cutrano nasce risiede a Cagliari, inizia giovanissimo come paesaggista e ritrattista, ma presto abbandona l’Arte per dedicarsi al lavoro di imprenditore. Ricomincia per caso quando trova pennelli e colori a casa di un amico riscoprendosi in una nuova veste di pittore informale dove ha la possibilità di esprimersi liberamente, senza nessun canone. L’intensità auto espressiva ed emotiva di Paolo Cutrano segna una poetica aniconica, ma non priva di immagini metafisiche sognate, dove l’astrattismo si manifesta in forme di ideogrammi sonori. Ogni sua tela è una partitura, con una giustapposta cromia dove le “note-colori” sono scandite con il metronomo, impresse con decise e delicate pennellate creano brani sinfonici suggeriti dal l ritmo delle vibrazioni dell’anima s
Diaphane de la libertè acrilico su carta da disegno anno 2015, 100x70 cm.
to 11.01.9
e anredoM etrA
.www Couleur des ames
zazzinsmalto agsurcarta O da disegno or.www cnarf
anno 2015, 100x70 cm.
:noc aznatimocnoc nI
Opere esposte a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
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biancoscuro
france www.rom
Loris Maria Pediconi
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Organizzazi
rtista bergamasco, la sua carriera inizia all’età di quattro anni, quando ha partecipato, esponendo acquarelli al “Premio Colonnina d’Oro” di Inalcuni concomitanza con: Como. Dopo i primi lavori di tipo figurativo dal 1969 imposta la sua ricerca nel campo del design e del neo-costruttivismo con alcune parentesi di raffigurazioni a sfondo sociale. Dal 1977 inizia la fase di estrazione neo-pop, non con gli obiettivi della pop-art americana, bensì come strumento espressivo per parlare dell’Uomo. Inizia in questo periodo l’uso sempre più marcato del giocattolo, sia come strumento espressivo che come elemento principale che ha una sua identità e significato psicologico. Negli anni ’90 si accentua l’interesse verso l’Arte proiettata nel sociale con temi riguardanti le violenze e le frustrazioni subite dall’Umanità e negli anni 2000 riprende l’esperienza iniziata nel ‘79 con le performance, utilizzando spazi urbani all’aperto con collegamenti tra i soggetti principali: l’Artista, l’opera d’Arte ed il Territorio. Parallelamente svolge
www.a Marina di notte tecnica mista con tessuto, gesso, colla e smalto anno 1987, 70x50 cm.
anche la ricerca pittorica con dipinti a smalto e acrilico, dove il costruttivismo degli anni ‘70 si fonde con forme irrazionali, dando origine a raffigurazioni pittoriche che mantengono una loro struttura.In queste opere, si denota l’effetto violento dei contrasti tra rosso, giallo e blu che danno senso di espressionismo drammatico, che ben si l ricollega ai temi affrontati nelle altre opere.s
Arte Moderna e C
9.10.11 ott 3
Marina con sabbia tecnica mista con gesso, colla, sabbia di mare e smalto anno 1998, 70x50 cm.
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Opere esposte a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
biancoscuro
Ines Mencej
I
nes Mencej born in 1983 in Ljubljana, Slovenia. Finished High school of design and photography in Ljubljana. Continued with four year study program of painting at Arthouse – College of Visual Arts in Ljubljana. In year 2009 graduated whith honors in painting on theme “The symbol of circle in history of arts”. Partecipated in several group exhibitions in Slovenia, Italy and China. In april 2015, l had her seventh solo show. s “A drawing is my first contact with my new painting, A pencil is a tool which I most easily express my ideas, feelings and energy with, as it allows genuine and intense expression of thoughts and emotions. I try to place selected elements and shapes in the painting is such a manner that they create symmetrical composition, complements each other and form a harmonious entirety.”
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Space
Opera esposta a ART PARMA FAIR
tecnica mista su tela
3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
anno 2011, 70x120 cm.
eElisa an redoM etrA Guasco Flora
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
.ww a suaw passione per il disegno si manifesta in lei già da bambina. Autodidatta, sperimenta la pittura senza
L
appoggiarsi a regole fisse.Ciò le permette di esprimere la sua fantasia a 360° e poiché è solo questo che cerca nell la sua arte, il risultato sarà per lei sempre soddisfacente.s Le mie letture - Di là dal fiume e tra gli alberi di Hemingway, sognavo l’Africa di
zazzinKuki aGallmann, grOil settimo papiro di Wilbur Smith or.www cnarf
olio e vernice oro su tela, 70x100 cm.
V
ive e lavora a Tolosa. Creatrice della tecnica definita con il termine generico “Cosmogéologie©”, Flora :n oc la asua znattività atim cno nI con teorizza di o pittrice. Inc risonanza i suoi dipinti, scrive i suoi testi, poesie, leggende, citazioni e dà loro vita in un pensiero poetico e filosofico. Riempita da una forza cromatica stupefacente, l’arte di FLORA deve l essere letta come fossero dei racconti poetici. s L’antique présence tecnica mista su tela 162x100 cm.
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
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biancoscuro
Gabriella Pimpinicchio
In concomitanza con:
D
isegnatrice e pittrice italiana, è nata a Milano dove risiede ed opera. Diplomata stilista presso l’Istituto Artistico dell’Abbigliamento Marangoni di Milano, vanta collaborazioni con le Case più importanti del settore. Contemporaneamente si è dedicata, e continua a l dedicarsi, alla pittura ad olio, con risultati eccellenti. s Dinamiche elaborazioni di luce, movimenti, colore
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
france www.rom
Organizzazi
Partecipano con BIANCOSCURO Art Exhibition alla terza edizione di Art Parma:
Vincenzo Bison Ines Mencej Simone Morana Cyla Paolo Cutrano Flora Arianna Fugazza Elisa Guasco Tobia Locatelli Lorenzo Monegato Antonella Pecoraro Ninni Loris Maria Pedigoni Anita Peghini-Raber Gabriella Pimpinicchio Aldo Righetti Filippo Volpi
www.a
Arte Moderna e C
olio su tela 60x60 cm.
Partecipano con BIANCOSCURO Art Exhibition alla terza edizione di Art Parma, in uno spazio di 12 m2 completamente dedicato:
Peter Hide 311065
Isabella Rigamonti 9.10.11
ott 3
Personaggio del futuro (VENEZIA) TO LOVE MONEY OVER EVERYTHING! tecnica mista e banconote su tela anno 2015, 50x50x5 cm.
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Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
Opera esposta a ART PARMA FAIR 3-4 ottobre e 9-10-11 ottobre 2015
pigmenti su carta fotografica e collage anno 2014, 31 x 43 cm.
una rivoluzione d’arte al Caffè Michelangelo
19 settembre - 20 dicembre 2015
Scuderie del Castello Visconteo di PAVIA www.scuderiepavia.com
Partner ufficiale prevendita: www.vivaticket.it | call center a pagamento: 892.234
www.vivipavia.it un progetto
Comune di Pavia Settore Cultura Musei Civici
ViDi
visit different
biancoscuro
Montreux ART 2015 Si respira Arte in riva al Lago di Ginevra
I
l salone d’Arte Internazionale apre le porte per l’11esima volta, una cinque giorni, imperdibile, di Arte contemporanea realizzata grazie all’esperienza ed alla professionalità dell’organizzazione. Montreux Art Gallery è riconosciuta come evento artistico di qualità, un appuntamento ormai d’obbligo per la Svizzera Romanda, dove ad oggi è il più importante evento artistico dopo Art Basel. Con una superficie di 8000 metri e oltre 17.000 visitatori, MAG è cresciuta prestando regolarmente la massima attenzione alla qualità, sia nella selezione degli espositori che rispetto alle opere proposte. Quest’anno, oltre 150 espositori nazionali e internazionali presenteranno le loro opere. Arte e nuove tecnologie saranno nuovamente premiati in uno spazio dedicato a questa forma d’arte emergente che sta acquisendo sempre più interesse da parte di ogni generazione di estimatori d’arte. Sempre ricco di gallerie e artisti svizzeri, non mancheranno al MAG numerosi espositori stranieri, provenienti sia da tutta Europa che dall’Asia. L’offerta del MAG non si conclude solo a Montreux, sarà presente infatti alla Venice Design Week di Venezia e a gennaio con Art Innsbruck. Parlando della
Sara H.
Taoufik Behi
Et si ma bille était la lune
Sirène
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Montreux Art Gallery, è doveroso parlare anche della Biennale di Montreux: la scultura è sempre stata ben rappresentata al MAG, e quest’anno con la 4 ° edizione della Biennale si sono potuti ammirare 32 grandi opere in riva al Lago di Ginevra. La premiazione finale, sia quella relativa alle votazioni del pubblico che quella relativa al giudizio della Giuria, si terrà venerdì 6 novembre al MAG. Non sarà questo l’unico evento della kermesse svizzera, ogni giorno d’apertura riserverà eventi, presentazioni e sorprese, dal vernissage d’apertura nel pomeriggio del 4 novembre, alla tavolo rotonda con l’incontro tra economisti regionali ed esponenti del mondo artistico il giorno successivo, ma anche la giornata dedicata al Portogallo ed al suo folklore. Montreux Art Gallery si rivelerà, anche quest’anno, un valido punto di incontro per l’Arte Moderna e Contemporanea Internazionale. BIANCOSCURO, partner ufficiale di MAG 2015, sarà presente anche con un suo spazio espositivo, in cui presenterà a Montreux validi artisti internazionali: Gisela Zimmermann, Antoinette Leuchinger, Anita Peghini-Räber, Michele Pinto, Tullio Mesi, Alessandro Trani, Rosario Aufiero, Marysol Agudelo.
biancoscuro
MONTREUX ART GALLERY 4 novembre 2015 - 8 novembre 2015 Centre des Congrès de Montreux - 2M2C
Werner Keist À contre jour
INFO www.magswiss.com VERNISSAGE - 4 novembre 17.00-23.30 5 novembre 10.00-20.00 6 novembre 10.00-23.30 7 novembre 10.00-20.30 8 novembre 10.00-20.00
Alcune immagini delle opere presenti alla Alexandre Berlioz Dream bass
Biennale di Montreux 2015. Tutte le foto sono © Liberementi
Leo/Angelika Emmenegger Ur - Element “Wasser”
Michel Buchs Before Flight Vincitore del Premio della Giuria Biennale di Montreux 2011
Salvatore Mainardi The Babel Tower
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ArtePadova 2015 Trepidante attesa per la nuova edizione
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opo aver festeggiato lo scorso anno il primo quarto di secolo, la mostra mercato padovana indossa un nuovo vestito in vista dell’edizione numero 26, in programma dal 13 al 16 novembre nei padiglioni rinnovati della Fiera di Padova. Si impone ancora una volta come fondamentale punto d’incontro e di dialogo tra galleristi, collezionisti, investitori e appassionati d’arte. La chiave del successo di questa manifestazione è riassumibile in un semplice, ma efficace, ossimoro, ossia quello di “innovativa tradizione”. ArtePadova infatti, a partire dal suo esordio nel 1990, si è sempre dimostrata una rassegna artistica dagli elevati standard qualitativi, legando il proprio nome ai grandi maestri del Novecento, ai quali di anno in anno ha saputo affiancare, in maniera propositiva e al passo coi tempi, i più affermati artisti delle generazioni contemporanee. Le rilevanti cifre di ciascuna edizione dimostrano l’indiscutibile successo di questo evento, capace di riunire in fiera oltre 200 espositori e oltre 26.000 visitatori come accaduto, per esempio, nel
[1]
[2]
[3]
[1] Giorgio Laveri con la sua opera Truka durante l’edizione del 2014 [2] Il Direttore Artistico Nicola Rossi il giorno del vernissage dell’edizione 2014 [3] Una vista all’interno di Arte Padova 2014 aperta al pubblico [4] La vista dall’alto di uno dei padiglioni della
[4]
fiera durante la scorsa edizione
62
2014. Questi dati confermano dunque gli alti livelli raggiunti e l’ottima capacità organizzativa, in grado di coniugare qualità e varietà, nonché di garantire occasioni di informazione sul mercato e sulle dinamiche creative in fiera. ArtePadova si rivela così un contenitore artistico polifunzionale, valido sia dal punto di vista commerciale che culturale, dove galleristi ed espositori hanno la possibilità di venire a contatto con un pubblico sempre più vasto. La mostra mercato di Arte Moderna e Contemporanea in programma dal 13 al 16 novembre 2015, mette in campo tre concorsi dedicati ai talenti emergenti in vista dell’edizione di quest’anno. All’attesissimo ritorno del premio “CATS”, riservato alle opere della sezione che propone i volti nuovi del panorama artistico nazionale e a “Corti cortissimi via!”, dedicato ai cortometraggi, si affianca il nuovo “ArTesi”, contest aperto ai neolaureati, aperto a tutti gli under 35 che si sono laureati in Veneto negli ultimi cinque anni presentando una testi dedicata al mondo dell’arte in tutte le sue declinazioni. Grande attesa per questa manifestazione “storica”, l capace di rinnovarsi ogni anno.s ARTE PADOVA 2015 Vernissage su invito: giovedì 12 novembre 2015 ore 18.00 Venerdì 13 – sabato 14 - domenica 15 novembre ore 10.00 - 20.00, lunedì 16 novembre ore 10.00 - 13.00 Padiglioni 1, 7, 8 PadovaFiere
La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) +39 011 4992300 (Centralino Uffici) - +39 011 4992333 (Call Center) press@lavenariareale.it - www.lavenaria.it
Art Fair
biancoscuro
Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali
Italia
BERGAMO Bergamo Arte Fiera 28-30 novembre 2015 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 29 gennaio - 1 febbraio 2016 artefiera.bolognafiere.it
MILANO MiArt 8-10 aprile 2016 www.miart.it
PAVIA PaviArt 2 - 3 aprile 2016 www.deaservizi.it
Affordable Art Fair 17 - 20 marzo 2016 www.affordableartfair.com
Europe
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october30 - november1,2015 www.affordableartfair.com
StepArtFair 27-29 novembre 2015 www.stepartfair.com
PIACENZA ArtePiacenza 16-18 gennaio 2016 www.artepiacenza.it
BARCELONA (E) Loop Fair june 2 - 4, 2016 www.loop-barcelona.com
NAPOLI Napoli Arte Fiera data da comunicare www.napoliartefiera.it
REGGIO EMILIA Immagina Arte data da comunicare www.immaginafiera.it
BASEL (CH) ART Basel june 16 - 19, 2016 www.artbasel.com
CREMONA ArteCremona 12 - 14 marzo 2016 www.artecremona.it
LONGARONE (BL) Arte in fiera Dolomiti 3-5 ottobre 2015 www.arteinfiera.it
TORINO Artissima 6-8 novembre 2015 www.artissima.it
FORLI’ Vernice ArtFair 18-20 marzo 2016 www.verniceartfair.it
PADOVA Arte Padova 13-16 novembre 2015 www.artepadova.com
VENEZIA La Biennale di Venezia 9 maggio - 22 novembre 2015 www.labiennale.org
Rhy Art Fair Basel june 17-19, 2016 www.rhy-art.com BERLIN (D) Art Berlin Contemporary 2016 dates will be announced soon
Arte Forlì Contemporanea 6 -9 novembre 2015 www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 12 -15 febbraio 2016 www.artegenova.org
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artberlincontemporary.com PARMA ArtParma 3-4 e 9-11ottobre 2015 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
VERONA ArtVerona 16-19 ottobre 2015 www.artverona.it
BRUXELLES (B) Art Brussels april 22-24, 2016 www.artbrussels.com
biancoscuro
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Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d’Azur CHESTER (ENG) february 24-28, 2016 Chester Arts Fair november 20-22, 2015 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april 14-17, 2016 www.artcologne.com
Opus-Eventi
KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 18-21, 2016 www.art-karlsruhe.de
www.art-madrid.com
2015
MONTE-CARLO (MC) Art Monaco july 7-9, 2016 www.artemonaco.com
World CHICAGO (USA) Expo Chicago september 22-25, 2016 www.expochicago.com
la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art
ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014 CI contemporary istanbul edizione 18 | 18 edition november 12-15, 2015 fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century contemporaryistanbul.com 70 galleries from 10 nations · 700 artists th
member of ...
padiglione | fair hall d + e · Innsbruck online tickets · www.art-innsbruck.at
LONDON (ENG) Frieze London october 14–17, 2015 www.friezelondon.com
ART biancoscuro 210 x 297 mm.indd 1
London Art Fair january 20-24, 2016 www.londonartfair.co.uk
PARIS (F) Fiac october 22-25, 2015 www.fiac.com
Affordable Art Fair march 30-april 3, 2016 www.affordableartfair.com HONG KONG (CN) ART Basel march 24-26, 2016 www.artbasel.com
SHANGHAI (CN)
Affordable Art Fair may 13-15, 2016 www.affordableartfair.com
SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november 12-15, 2015 www.affordableartfair.com
Art Paris march 31 - april 3, 2016 www.artparis.com
MIAMI BEACH (USA) ART Basel december 3-6, 2015 www.artbasel.com
Art Shopping Carrousel du Louvre october 24-25, 2015 www.salon-artshopping.com VIENNA (A) Vienna Fair october 8–11, 2015 www.viennafair.at
MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 3-7, 2016 www.zonamaco.com
30.01.14 14:45
ZURICH (CH) Art International Zurich october 16-18, 2015 www.art-zurich.com
NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 14-17, 2016 www.artexponewyork.com
DUBAI (UAE) Art Dubai march 16-19, 2016 www.artdubai.ae
MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 4-8, 2015 www.mag-swiss.com Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d’Azur
INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january 28-31, 2016 www.art-innsbruck.at
NEW DELHI (IND) january 28 - 31, 2016 www.indiaartfair.in
Shanghai Art Fair
november 12-15, 2015
www.sartfair.com
TOKYO (J) Art Fair Tokyo may 12-14, 2016 artfairtokyo.com
TORONTO (CDN) Art Toronto october 23-26, 2015 www.arttoronto.ca Affordable Art Fair Love Art Toronto 2016 dates will be announced soon
www.affordableartfair.com
MADRID (E) Art Madrid 17 – 19 OCT 2014 65
Kvision
biancoscuro
Kvision Cult
“Psichedelia”, greco “psykhé” LaLa“Psichedelia”, daldal greco “psykhé” (anima)e “dêlos” e “dêlos” (chiaro), indica (anima) (chiaro), indica le le conseguenze derivate dall’espansione di coscienza conseguenze derivate dall’espansione di coscienza dovuto all’utilizzo della sostanza psicoattiva, LSD dovuto all’utilizzo della sostanza psicoattiva, LSD
È
molto difficile tradurre in parole il concetto di psichedelia. Iniziamo pure col dire che intanto non è neanche un concetto, quanto piuttosto, una condizione mentale, o meglio, è la condizione mentale e dell’anima, che ha caratterizzato metà del decennio degli anni sessanta. Ps i c h e d e l i a , sostantivo derivato dal greco “psykhé”, ovvero anima e “dêlos”, cioè rivelare, (mostrare, rivelare l’anima), indica le conseguenze derivate dall’espansione di coscienza dovuto all’utilizzo della sostanza psicoattiva, LSD. Humphry Osmond (psichiatra inglese) coniò questo termine nel 1957 a seguito dell’assunzione della suddetta, sotto la cui ispirazione compose una poesia. Sosteneva che la sostanza fosse in grado di riproporre i sintomi della schizofrenia sul cer vello umano: “gli schizofrenici sono soli perché non possono far conoscere ai loro compagni cosa gli sta suc-
cedendo e quindi vengono isolati. Sono convinto che l’LSD-25, usata come psico-mimetico, ci permetta di studiare questi problemi comunicativi dall’interno e sviluppare nuove teorie sul funzionamento della nostra psiche”. Oltretutto, pensava che attraverso l’amplificazione sensoriale si potessero produrre nuovi standard di relazione, un diverso modo di percepire il reale e di conseguenza, di esprimerlo attraverso le forme d’arte e pertanto, si rendeva necessario l’utilizzo di una parola nuova atta a definirne il meccanismo. Dunque, lo psichiatra si mise in contatto con lo scrittore americano Aldous Huxley cui, sottoposto all’acido, scrisse una comunicazione in cui presentava all’amico l’espressione “phanerothyme”, (dal greco “mostrare” e “spirito”). Il termine ebbe effetto su Hosmond, tanto, che lo indusse ad inventare il termine “psychedelic”. La psichedelia è una faccenda complessa che abbraccia socialmente e politicamente il fenomeno della contro-cultura americana da cui derivano i movimenti hippy e pacifisti, ed influenzò effettivamente (come si augurò Hosmond) tutte le espressioni artistiche nate in quel periodo: la musica, la letteratura, la pittura, la cinematografia, la moda e lo stile, offrendo per la prima volta al mondo, un’alternativa al normale modo di vivere e di intendere la vita. Originariamente, L’ LSD fu scoperta nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hoffmann mentre stava compiendo, per conto di una azienda farmaceutica, degli esperimenti sull’acido lisergico estratto dall’Ergot, un fungo parassita della segale cornuta. Ma i suoi effetti psichedelici sono stati testati soltanto cinque anni più tardi al seguito dell’esposizione accidentale alla sostanza da parte di Hoffmann, il quale dopo, iniziò a compiere volontariamente degli esperimenti su di se.
In seguito fu introdotta in ambito psichiatrico come cura dell’alcolismo e soltanto diversi anni più tardi se ne scoprirono tutti gli effetti collaterali e le sue contro-indicazioni che provocarono negli assuntori abituali, delle vere e proprie forme di psicosi irreversibile. La musica pischedelica è pertanto prodotta sotto l’effetto di questa sostanza ed è riuscita benissimo a tradurre gli stati che l’acido lisergico provoca sulla mente umana, nonché sullo spirito. Il sound psichedelico nasce nel 1965 nella californiana San Francisco, tra l’acid-rock degl’illustrissimi Grateful Dead e il folk-rock dei venerabili Jefferson Airplane. Il movimento hippy prende vita proprio qui. Contemporaneamente, a Los Angeles nascono i Doors (cui devono il nome a una poesia di William Blake, usata anche da Aldous Huxley per intitolare la sua opera “Le porte della Percezione”, con cui spiega l’esperienza lisergica prodotta dall’acido). I Doors riuscirono a coniugare la “canzone brechtiana con il blues-rock” e attraverso espressioni miste tra viaggio sciamanico e teatralità ad opera del loro leader Jim Morrison, trasformarono performance in vere e proprie esperienze liturgiche. Nella vecchia Europa il fenomeno troverà espressione nel volto della celebre band britannica Pink Floyd. A Syd Barrett, compositore, paroliere e leader della band, si deve il sound psichedelico del gruppo (triennio di grazia 1965-1968). Estromesso dai Pink Floyd causa le sue precarie condizioni di salute psicologica, aggravate dall’uso smodato di LSD, sfornerà due album da solista, prima di precipitare per sempre nell’inferno della sua mente. La vicenda di Barrett influenzerà in modo massiccio le successive produzioni dei Pink Floyd, in particolare The Dark Side of The Moon, Wish You Were Here e The Wall.
Di Kvision Cult ne esiste solo uno. Questo: www.kvisioncult.com
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Guida alle Arti - Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci (Ottava e Nona Arte) dal critico francese Claude Beylie nel 1964: Prima Arte: Architettura, Seconda Arte: Pittura, Terza Arte: Scultura, Quarta Arte: Musica, Quinta Arte: Poesia, Sesta Arte: Danza, Settima Arte: Cinematografia, Ottava Arte: Radio-Televisione, Nona Arte: Fumetto e Decima Arte: La Fotografia.
biancoscuro collocazione geografica, il suono inglese e più specificatamente, il suono dei Pink F l oyd , differisce naturalmente da quello c a l i f o rn i a n o presentando una natura “marcatamente intimista, privata e maggiormente volta verso l’interno, simboleggiata anche, dal tipo d’atteggiamento della band”, più sobrio e professionale nei confronti del mestiere e che avrebbe contribuito a radicarli nei decenni, per oltre cinquant’anni. Il denominatore comune dei due tipi di sound sta nelle lunghissime sezioni strumentali, nell’uso delle distorsioni, delle dissonanze, dei feedback, dei riverberi e delle suggestioni di cui i pezzi si sono arricchiti e che contribuiscono a creare un’atmosfera che è talvolta onirica, evocativa e ipnotica, talvolta martellante, compulsiva, stridente e ossessionante, se non addirittura, tutte e due le cose assieme. Spesso si tratta di vere e proprie improvvisazioni che prendono vita tanto sul palco quanto nelle sale d’incisione. I
Sullo sfondo opera di “Musica per gli occhi” Us and them, smalto e vinili. Qui nel box opera di “Musica per gli occhi” Shine on you crazy diamond, smalto e vinili.
Lo stesso anno l’americano Jimi Hendrix (musicalmente nasceva in Inghilterra) contribuirà in maniera esponenziale alla divulgazione del genere attraverso il suo blues-rock. Certo, bisogna ammettere, che Jimi Hendrix andava persino “oltre” la contro-cultura (anche se ne divenne un’icona) e quindi bisognerebbe aprire un capitolo a parte... Qui si entra nella filosofia e non me ne vogliate, ma non se ne può fare a meno. Jimi divenne suo malgrado emblema della contro-cultura. Faceva oggettivamente della psichedelia, ma era una psichedelia tutta sua, nata a cavallo fra due mondi (Inghilterra e Stati Uniti) o forse anche tre o quattro... Storicamente, gli anni di grazia della psichedelia vanno prettamente dal 1965 al 1967. E se vogliamo proprio sbilanciarci, a mio parere, differentemente da quanti lo propongano come tale, Sgt. Peppers dei Beatles (1967) non è un album psichedelico, o meglio, non quel tipo di psichedelia di cui stiamo parlando, malgrado molti non ne facciano una differenza. I Beatles sono un’altra cosa ancora e certo, Sgt. Peppers è senz’altro il loro lavoro più influenzato dal genere (e dalla sostanza), ma sonoramente, siamo molto, molto più sul pop. Tornando in Inghilterra, la fine del decennio vedrà la volta dei Cream (che riusciranno ad essere più psichedelici dei Beatles malgrado sia già il tardo ‘69). Considerandone anche la
brani sono dei viaggi astrattivi in cui l’esecutore e l’ascoltatore vengono traghettati oltre il confine del conscio, dove le percezioni alterate e spinte al massimo livello ricettivo conducono dentro l’allucinazione in cui il suono diventa veicolo che conduce nella catarsi finale. La psichedelia è musica intuitiva e sperimentale che trova il suo debutto nel 1967 al Monterey Pop Festival, diventando così di larga divulgazione e perdendo quindi tutti i connotati empirici che l’avevano caratterizzata e che furono sostituiti da quelli più tipicamente commerciali. La riproduzione in musica dei propri stati alterati di coscienza è stata spinta oltre ogni limite e ha influenzato l’ideologia di un’intera generazione, la quale, sovrastata dall’approccio occidentale alla sostanza psicoattiva, ha finito per pagarne un prezzo irreversibile. Dai quei viaggi qualcuno non è più tornato. E dove sia rimasto è impossibile dirlo. Probabilmente in un posto nel mondo fuori dal mondo e se ci stia bene o male, questo a noi non è dato saperlo. Però David Gilmour (Pink Floyd) probabilmente s’è fatto un’idea e noi ne parleremo più avanti. Il patrimonio che questi grandi artisti ci hanno lasciato, perché di patrimonio si tratta, è di un livello tale da poter fare conservare cara la pelle, senza tuttavia dover rinunciar e all’esperienza del viaggio; non solo hanno prodotto musica di eccellente qualità, ma hanno fornito la possibilità di esplorare quei mondi, fornendo le chiavi per aprire quelle porte... con la certezza del biglietto di ritorno. Nina Baudelaire Bibliografia: Da Woodie Guthrie a Woodstock, Marco Dallabella, Kipple Officina Libraria La Psichedelia -http:// goo.gl/opBq4k L’espansione di Coscienza - http://www.scaruffi. com/vol2/cpt4.html La Psichedelia e i Pink Floyd, by Lidia Fassio http://goo.gl/0xIB7G La poesia che inventò la psichedelia: Humphry Osmond, by Amedeo Policante - http:// goo.gl/rM825N Albert Hofmann - https://goo.gl/ ku7f3x/
Ascolta su YouTube il brano che ha ispirato l’artista “Shine On You Crazy Diamond”, Pink Floyd
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A
nnecy si trova sulle sponde del lago omonimo, lago di origine glaciale che ha la fama di essere tra i più puliti e suggestivi del continente europeo. Per la sua posizione geografica e per i suoi pittoreschi dintorni, Annecy è un frequentatissimo centro turistico. Ha una lunga storia alle sue spalle, a partire dal decimo secolo passò ai conti di Ginevra e nel quindicesimo secolo ai Savoia sino alla seconda metà dell’Ottocento. Di grande interesse sono i monumenti e le Chiese, oltre all’incantevole Castello di Annecy, antica residenza dei Conti di Ginevra e dei Duchi del Ginevrino, oggi sede dell’Osservatorio Regionale dei Laghi Alpini. Assolutamente da visitare il Palais de l’Isle di Annecy, tra i monumenti simbolo di Annecy, conosciuto anche come Vecchie Prigioni, è stata la residenza del castellano della città a partire dal dodicesimo secolo: posto nel bel mezzo del fiume Thiou, la sua immagine è associabile a quella di un’imbarcazione ancorata fra le abitazioni. Fu anche sede della Zecca, sede del governo e del palazzo di giustizia, per finire ad essere trasformato in prigione. Oggi ospita il museo della storia di Annecy. Da citare il “Pont des Amours”, ponte situato all’ingresso del canale Vassé sul Lago di Annecy, collega i Giardini Pâquier e contrassegna uno degli ingressi all’interno della città.
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L’affascinante cittadina, conosciuta come “la Venezia dell’Alta Savoia”
Annecy
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Foto Liberementi
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Foto Liberementi
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www.annecy.it
Il “Pont des Amours” è un ponte situato all’ingresso del canale Vassé sul Lago di Annecy. Collega i Giardini Pâquier (chiamati Giardini Europei)e contrassegna uno degli ingressi all’interno della città. Secondo le fonti, il Pont des Amours deve il suo nome al fatto che in passato era luogo d’incontro. Una versione più romantica dice che il ponte era (e probabilmente è ancora) un luogo in cui si incontravano gli innamorati. La leggenda sul ponte narra che se due amanti si danno un bacio esattamente al centro del ponte saranno uniti per tutta la vita.
La leggenda
Foto Liberementi
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1ª puntata
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In collaborazione con:
Un articolo di approfondimento su uno degli argomenti in campo fotografico/artistico che più fanno discutere...
L’arte controversa di dare colore al passato
Date un’occhiata al colore che è stato aggiunto alla foto sopra riportata. Cosa vedete? È il passato riportato in vita o il lavoro blasfemo di un revisionista storico? Avete la sensazione di essere più intimamente connessi con gli echi del bel tempo andato o avete l’impressione che il colore distolga l’attenzione dalla “storia” che la foto sta cercando di raccontare? L’arte perduta della colorizzazione delle foto sta vivendo una vera e propria rinascita e, se per un verso, alcuni sono entusiasti dell’opportunità di rivivere e rivisitare la storia in una veste del tutto nuova, altri sono riluttanti a vedere frammenti di storia “ricoperti di colore”. Le reazioni si estendono su un ampio spettro di sentimenti opposti, che variano dal disgusto e orrore, quel tipo di sentimento che si potrebbe provare di fronte a grosse labbra carnose dipinte sul David di Michelangelo,
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alla capacità di emozionarsi, guardando le foto colorizzate come un collegamento più viscerale e immediato con il passato, e una forma d’arte a pieno titolo. La pratica della colorizzazione delle foto non è una novità, esiste da oltre 175 anni, ma anche nel suo periodo di massimo splendore, ha sempre diviso la critica e il pubblico in convinti sostenitori e accesi detrattori. Già verso la fine del 1800 quando i clienti “facevano a gomitate” per acquistare immagini a colori, alcuni fotografi denunciavano come la colorizzazione depredasse la foto della sua vera identità, un medium presumibilmente privo di talento che mancava di creatività e comprometteva il lavoro dell’artista originale. Per capire a fondo le controversie, le motivazioni e la storia sottostante la pratica della colorizzazione delle foto, è necessario rivisitarne il passato e fare qualche passo indietro nel tempo.
Le prime pennellate di colore...
A
ll’inizio, il mondo era in bianco e nero. Almeno, così appariva nelle fotografie. Tuttavia, dal momento in cui è stata scattata la prima fotografia della storia da Nicéphore Niépce nel 1826 nella sua proprietà in Francia, i fotografi hanno iniziato a sperimentare nuovi modi per aggiungere all’immagine un tocco di realismo attraverso il colore. Era il 1839 quando il primo procedimento fotografico annunciato pubblicamente, il dagherrotipo (che prende il nome dall’artista francese Louis Daguerre), iniziò a conoscere un’ampia diffusione. Lo stesso anno, Johann Baptist Isenring, pittore e incisore svizzero, iniziò a colorare a mano le foto utilizzando un procedimento che prevedeva il tracciamento dell’immagine su una superficie trasparente, la creazione di uno
Inquadra il QR per andare alla pagina web
www.pixartprinting.it/content/controversial-art-colourising-past/
stencil differente per ciascun colore da applicare e una spruzzata di una miscela di gomma arabica e pigmenti sul dagherrotipo, che venivano fissati mediante l’applicazione di calore. I suoi sono stati i primi esempi di dagherrotipi con colore applicato a mano ufficialmente riconosciuti. Solo tre anni dopo che Daguerre aveva comunicato pubblicamente la sua invenzione, Benjamin R. Stevens e Lemuel Morse del Massachusetts ottennero il primo brevetto americano per la colorazione a mano dei dagherrotipi. Dati i costi esorbitanti delle fotografie, possedere foto a colori divenne in breve tempo uno status symbol e i dagherrotipi colorati erano un oggetto d’arte molto ambito, appannaggio di una ristretta cerchia di facoltosi che se lo potevano permettere. Sin da quando i fotografi hanno iniziato ad applicare il colore
alle foto, il loro obiettivo era il realismo… non l’arte. Alla capacità di “alterare il realismo” seguì il dilemma di ritoccare e modificare le foto rispetto all’originale; le tecniche di hand-tinting o colorazione a mano (colorare sopra la foto in modo da non oscurare la base) e overpainting o sovradipintura (ricoprire l’intera immagine in modo che la foto originale non sia visibile) venivano impiegate un po’ come un moderno Photoshop per eliminare gli elementi indesiderati dell’immagine e “migliorare” la realtà. I cambiamenti avvenuti nell’ambito della colorizzazione delle foto sono stati di modesta entità fino al 1850, anno in cui cominciano a manifestarsi quelle che possono essere considerate le avvisaglie della prima vera controversia relativa alla colorazione a mano. ...continua sul prossimo numero
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Si ringraziano per i contenuti e le immagini Pixart, Jordan J Lloyd, Wayne Degan, Mads Madsen.
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Alessandro Trani Il suo “mare” diventa “Paradiso Primordiale”
I
l 2015 ha visto la nascita di una nuova serie di opere di Alessandro Trani, Artista romano di indiscusso talento. Conosciutissimo per i famosi “Mari di Trani”, questo poeta dell’arte visiva ha fatto “evolvere” le sue opere, creando così un nuovo ciclo: “Paradisi Primordiali”. Nuove tecniche per 11 opere che portano l’Arte di Trani ancora più in alto. Se nei “Mari” lo spettatore disattento poteva carpire solo il rilassamento cerebrale che porta ammirarli, ora rivolgendo lo sguardo a questi capolavori non si può non rimanere inca-
tenati a quell’orizzonte, caratteristica distintiva della sapiente e leggera mano dell’Artista. “Paradisi Primordiali” sembra ripercorrere le correnti dell’anima, sentimenti inconsci che Trani ha saputo imprimere sulla tela, raccontando una storia nella quale ogni singolo spettatore può ritrovarsi. Possono essere paragonati alle stagioni del cuore, troviamo infatti molte emozioni che tutti, chi più, chi meno, abbiamo provato o proveremo nel corso della nostra vita. La triste malinconia di “Paradiso Primordiale 5”
Paradiso Primordiale7 - Argento in fiamme tecnica mista su tela, anno 2015, 40x40 cm.
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Paradiso primordiale 5 - Il mare perduto
Paradiso primordiale 6 - La tregua blu
tecnica mista su tela , anno 2015, 40x40 cm.
tecnica mista su tela , anno 2015, 40x40 cm.
fa ripercorrere al romantico un vecchio amore, ormai passato, e la dolce e pacata tristezza che ne deriva non è scura, buia, ma lieve e chiara, con solo una sottile linea, quella più dura da digerire, che rimane lì, lontana, in profondità, visibile si, ma difficile da raggiungere; e così rimangono solo i bei ricordi ad allietare il ricordo. In “Paradiso Primordiale 6”, questa volta è una sorta di pacificazione che avvolge lo spettatore. É di nuovo quella leggerezza spesso provata ammirando le opere del precedente ciclo creativo, ma sorge anche un turbinio di altri sentimenti, è solo una tregua, non la fine di una tribolazione. La passione che scaturisce da “Paradiso Primordiale 7” è estatica, la profondità dell’orizzonte è ancora una volta in “primo piano”, ma lo è anche l’uso del colore, così denso, ma così leggero, un vero fuoco che si spande nell’animo, avvolgendolo. Sono viaggi interiori quelli che propone Alessandro Trani, mai come ora possiamo trovare un esempio così vivo e lampante di come sia introspettiva l’Arte, non solo per l’Artista che con i suoi movimenti crea esperienze interiori concrete, ma anche per il pubblico, l’essere umano contemporaneo, che necessita sempre di più di guardare dentro di sè, commuoversi, arrabbiarsi, innamorarsi: lasciarsi andare alle vere emozioni. Daniela Malabaila
Alessandro Trani, ama dipingere nature incontaminate. Nascono così paesaggi immaginari senza luogo e senza tempo, punti di vista verso l’orizzonte, sospesi tra cielo e terra. Sino al 16 ottobre sarà possibile ammirare le opere del ciclo “Alfa, Omega e i Paradisi Primordiali” a Forte dei Marmi, in una sua personale a cura di Giammarco Puntelli.
INFO www.alessandrotrani.it
Alessandro Trani, sarà presente con le sue opere alla blasonata Montreux Art Gallery, esposizione del settore che si terrà dal 4 all’8 novembre a Montreux, nello splendido “Montreux Music & Convention Centre”, sul lago di Ginevra. BIANCOSCURO è onorata di esporre in quella occasione “Omega paradiso” e “Alfa oro e rosa”, splendidi nuovi capolavori di Trani.
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I “vuoti” di Franco Paletta L’innovatore della tradizione
È
a Cetraro, “città della Magna Grecia, già conosciuta con il nome di Scidros, sulla sbalza petrosa circondata da colli dolcissimi degradanti verso il mare”, che nasce Franco Paletta, Artista a tutto tondo, pittore e scultore, attualmente docente al’Accademia di Belle Arti a Roma, una delle più importanti ed antiche Accademie del nostro panorama formativo in campo artistico. Precedentemente è stato docente presso l’Istituto d’Arte di Cetraro, al Liceo Artistico di Cosenza e presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. La carriera di Franco Paletta, l’Artista, inizia alla fine degli anni Sessanta, quando, ancora studente del Liceo Artistico di Reggio Calabria, partecipa alla “Mostra d’Arte sacra - Città di Polistena”. La sua formazione è continuata all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, alla quale si è diplomato in “Scultura” con il massimo dei voti, per poi proseguire con la laurea al D.A.M.S. (Dipartimento Arte, Musica e Spettacolo) di Cosenza, in “Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea”. Giovanissimo ha rivelato un particolare talento, che gli ha permesso di inserirsi a pieno titolo nella nuova generazione intellettuale che ha animato l’ambiente culturale nazionale. I primi anni settanta sono stati quelli in cui si è dedicato all’arte figurativa, sia in pittura che in scultura; subito dopo qualcosa si rompe ed una “sensazione di vuoto” nella sua vita lo guida
verso una nuova fase di ricerca astratta, inizialmente solo a livello intuitivo, trasformatasi in seguito in una vera e propria ricerca. È del 1973 la sperimentazione in pittura delle “sensazioni del vuoto” con “Fessure o Vuoti profondi”. Nel 1980 abbandona definitivamente la pittura figurativa, poichè si convince che l’arte svolge un ruolo sociale non nel raccontare, ma nel far riflettere sui danni che l’uomo ha prodotto nel corso del XX Secolo. Su questo concetto realizza il “Nuovo Realismo” dedicato al riciclo degli oggetti abbandonati e buttati via dalla società dei consumi, li mette su tela per una nuova vita ed una nuova estetica. Dal multimateriale del 1985, seleziona poi un solo materiale, lo piega su se stesso per una nuova plasticità a tre dimensioni, creando così le sculture da parete, intitolate “Soprapposizioni”. La terza dimensione è preponderante nella sua pittura, realizza nel 1994 “Oggetti contemporanei o Vuoti nascosti”, scatole metalliche in bianco e nero, dedicate al vuoto interno dell’automobile. È nel 1986 che Franco Paletta abbandona anche la scultura figurativa per dedicarsi alla scultura immateriale, tecnica che individua nella filosofia del vuoto la sua dialettica. Nel 2007 realizza “Corpi sottovuoto”, forme plastiche a tre dimensioni: in queste opere affida all’Arte la conservazione della memoria perduta nelle nuove generazioni. Nel 2011, pensando all’inquinamento del vuoto (satelliti artificiali e
In alto a sinistra: Corpo vuoto luminoso, acciaio verniciato bianco, 2014, 124x50x50cm.
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A sinistra: Corpo vuoto luminoso, acciaio verniciato bianco perla, 2014, - 178x40x40cm.
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gas serra quali esempi maggiori), realizza “Corpi cosmici vuoti”: galassie, meteoriti, comete ed altri corpi celesti in tre dimensioni, con la speranza di suscitare delle riflessioni e di affidare all’Arte la bellezza del creato. Pensando al narcisismo dell’uomo contemporaneo, due anni dopo realizza “Corpi vuoti tatuati”. Il “vuoto” per lui ha la stessa funzione che ha avuto la natura per l’artista figurativo: indispensabile per la creazione, assume carattere spirituale, culturale, riflessivo e metaforico. Paletta è anche cultore delle filosofie orientali: yoga, zen e teosofia. È proprio con la filosofia del vuoto, comune all’Occidente e all’Oriente, che sottopone ad indagine il suo lavoro. È l’Artista stesso a definire le sue opere come “Astrazioni immateriali”, che teorizza e applica anche nella didattica del suo insegnamento accademico. L’immaterialità di questi stati di coscienza, in quanto prodotti da stimoli sia esterni che interni, viene concretizzata piegando ed attorcigliando tondini, nastri e profilati di metallo nelle sculture “Corpi vuoti”. Nella sua poetica creativa si fondono tradizione e innovazione, Maestro di pittura e scultura nel senso più tipico dei termini, è però un innovatore travolgente, per aver adeguato il linguaggio artistico all’era dell’elettronica e dell’immateriale, grazie alle sue opere “Corpi vuoti luminosi e bianchi”. Il tema della spiritualità è trattato in questa serie di opere con delle forme sospese su di un piedistallo bianco; in esse la mancanza della materia esalta l’articolazione e l’eleganza delle linee che si slanciano verso il cielo aperto come un inno alla spiri-
tualità. Troviamo anche il tema dell’amore, trattato ne “Nodi d’amore” e nell’opera “Fede nunziali”, così come il dolore è rappresentato ne “Chiodi, Filo spinato conficcato nella materia”. Franco Paletta si autodefinisce “pittore e scultore del vuoto” per aver utilizzato molte varianti di questo concetto filosofico. Dal 1973 espone le sue opere in collezioni pubbliche e private, sia nazionali che estere, e molti sono i musei nei quali è possibile ammirare le sue creazioni artistiche, ad esempio alla Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici della Calabria - Galleria Nazionale, al Museo MIIT di Torino e a Milano al Museo “Scalvini-Desio” e alla Fondazione AEM-Museo dell’Energia. Inoltre alcune delle sue opere figurative sono esposte in diversi luoghi di culto nazionali, tra tutte citiamo “Libro aperto”, opera del 2001, dedicata all’economista Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse, inaugurata dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. Innumerevoli le grandi firme che hanno parlato dell’Arte di Franco Paletta, così come i premi artistici assegnatogli. Con la sua esperienza quarantennale, è sicuramente una figura di spicco nella ricerca artistica del Novecento, secolo di cui ha saputo interpretare umori, temi e tendenze, attraverso un linguaggio formale, essenziale ed incisivo. Vincenzo Chetta
INFO www.francopaletta.com info@francopaletta.com Cell. 368 7233042
In alto a destra: Corpo vuoto luminoso, acciaio verniciato bianco perla, 2014, 138x70x50cm. In centro a destra: Corpo vuoto luminoso, acciaio verniciato bianco perla, 2014, 87x44x40cm. In basso a destra: Corpo vuoto luminoso, acciaio verniciato bianco, 2014, 60x40x20cm
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Johannes Genemans La sua passione esplode, dando vita a grandi opere d’Arte Dallo studio tecnico delle opere del Maestro Andrea Vernocchio, Genemans elebora la materia e dà vita alle emozioni, le concretizza in forme scultoree armoniose dalla rara raffinatezza.
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ohannes Genemans, scultore di origine olandese, crea corpi statuari che richiamano alla mente un certo classicismo, quello della compiutezza della forma e dell’autorevolezza della perfezione tecnica. Nelle sue opere ricerca l’impatto visivo, emozionale, prima ancora che il narrato. La sua scultura è consacrazione del bello, della nudità spontanea e carnale, portaSopra: Johannes Genemans nel suo atelier
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voce di una idealità puramente italica dal forte intento idealizzante più che rappresentativo. Artista di grande metodo e conoscenza tecnica, offre un’arte nata dalla scelta ragionata sul materiale da scolpire e sul gioco sapiente con la materia. Le sue sculture sono sintesi poetiche di derivazione classica, con riferimenti alla migliore tradizione scultorea italiana. Josè Van Roy Dalì Lobelia, polvere di marmo e resina, anno 2015
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hi ha avuto la possibilità di creare al cospetto del Vernocchio era caratterizzato da grande talento, amore e dedizione completa verso l’Arte, e parliamo di grandi Maestri come Botticelli e Leonardo da Vinci. Genemans studia Vernocchio, e fa suoi gli insegnamenti intrinsechi nelle opere del Maestro fiorentino, come solo un talentuoso scultore può riuscire a fare. Come un allievo di bottega, Genemans ha saputo trarre i migliori insegnamenti, scolpendo con rinnovata eleganza tutto l’amore per la materia. Ecco dunque un fiorire di figure femminili, graziose e raffinate nelle l pose, così come negli sguardi. s In alto a sinistra: Andrea Verrocchio (Firenze, 1435 – Venezia, 1488) Dama col mazzolino, 1475 polvere di marmo, altezza 61 cm. Museo del Bargello, Firenze Sopra: Florenzia, polvere di marmo, anno 2014, altezza 50 cm. In basso a sinistra: Camelia, Regina di bellezza polvere di marmo, anno 2003, altezza 70 cm.
INFO
www.genemansscultore.it info@genemansscultore.it Johannes Genemans è presente a Varese sino alla fine ottobre all’Ata Hotel, con una esposizione a cura di Passepartout Gallery di Milano. Dal 1 maggio le sue opere si possono trovare in permanenza presso la Galleria Sabrina Falzone di Milano e nel loro stand durante la fiera Arte Padova 2015.
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L’Artista canadese incanta anche l’Europa
Isabelle Malo
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sabelle Malo è una giovane artista canadese, insegna “Multimedia e cinema di Animazione” e crea le sue opere d’Arte nel Quebec. Il suo approccio artistico ha origine dalla formazione universitaria come designer, si è infatti laureata in Industrial Design a Montreal e tutt’oggi continua a progettare nell’ambito del design d’inter-
NIght Club,
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ni. Isabelle ha dentro il modo di pensare di un progettista, quell’intrigo di pensieri volti a creare nel rispetto del materiale e dell’ambiente, la ricerca di una prospettiva di sviluppo per creare spazio, sfidando regole convenzionali. Sperimentando ed evolvendosi ha strutturato la sua odierna tecnica, che ha adeguato rapidamente durante la creazione di grandi opere, rivelando tracce di design contemporaneo con elementi messi quasi a sfidare il nostro sesto senso. La ricerca del colore è essenziale per Isabelle Malo, porta all’estremo lo spettro, arricchendolo di concetti di illuminazione unici. Le sue opere si presentano come strutturate, nonostante la totale mancanza di una struttura nella scena rappresentata. La pittura di Isabelle è allusiva, con inserimenti di figure ed oggetti del mondo reale in uno scenario astratto. Rappresenta mondi onirici, quasi strappati ai sogni, giocando con le trasparenze crea l’illusione di esperienze psichedeliche, ricche di simbolismi. Possiamo scoprire, ammirando le sue opere, nuovi modi di vedere il mondo reale, possiamo immergerci nelle atmosfere misteriose che crea l’Artista, perchè lei progetta anche la meraviglia che deve provare lo spettatore, lo costringe ad usare la sua immaginazione per cercare possibili soluzioni “razionali”alle scene da lei rappresentate e, quindi, l sviluppare la propria creatività. s
Dolce moralità
biancoscuro
“M
a démarche artistique origine de ma formation de designer, elle découle du travail de la pensée pour créer matière et environnement. C’est par un développement de la perspective que je crée l’espace, et en défiant les règles conventionnelles, je travaille alors dans une perspective induite. Évoluant avec ma technique, elle s’est rapidement adaptée lors de la création de grandes œuvres, en révélant des ambiances contemporaines avec des éléments interpellant notre sixième sens. La recherche dans la couleur est essentielle pour moi, les extrêmes dans le spectre me plaisent, elle est rehaussée par des concepts d’éclairage unique. Mon travail se dirait d’une œuvre qui est “structurée”dans sa “non structuration”, la matière est plus ou moins estompée, diluée, même évanescente, en jouant sur leurs transparences afin de “projectiver”une intériorité pensée ou rêvée, qui révèle l’essence, le travail intérieur axé plus vers l’intellectualité, juxtaposant différentes façons d’appréhender les réalités du monde. Je m’amuse à créer des ambiances design mystérieuses pour que le spectateur se questionne sur mes intentions, cela l’oblige à utiliser son imagination pour chercher des pistes de solutions et ainsi, développer sa propre créativité.
”
Isabelle Malo
Penthouse Hologramme
INFO www.i-malo.com Isabelle Malo ha esposto a Monte-Carlo insieme agli Artisti Internazionali di Mona Youssef, gallerista canadese insignitata durante Art Monaco ‘15 del Prix d’Excellence 2015.
Ombre et lumiere
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Schizzi di colore, esposioni cromatiche nelle opere di
Mario Cianciotti
INFO www.mariocianciotti.it
“C
i troviamo di fronte ad un’altra sontuosa espressione della creatività dell’Artista Mario Cianciotti che in questa nuova verve pittorica si esalta e dà il meglio di sè. Di primo acchito mi colpisce la nettezza dei colori, l’assiomaticità del nitore cromatico delle sue creature. In questo quadro, vivide e conturbanti spine di grano sembrano animarsi nel momento in cui l’occhio si posa su di esse: scomposte, agitate, preoccupare e doloranti, in balia di un irriverente e scorbutico vento, sembrano voler chiedere aiuto ad un sole spiovente, arcano, indecifrabile, anche un po’ supponente. Sembrano voler invocare e stabilire un afflato, una comunione con esso, alimentandosi dei suoi caldi (ma ancora ermetici) raggi, sotto lo sguardo vigile, attento, severo, un po’ cupo ed indagatore, ma pretettivo, del cielo. Come al solito, anche in questa opera si spirigiona la festa tamburellante dei colo-
ri. Tracciati luminosi disegnano scie inequivocabili, affastellano costellazioni ed universi stellari. Colori smaglianti dai toni perentori, non annacquati da ambigue sfumature, mettono in risalto tutta la forza dei particolari e dei soggetti che recitano nei quadri di Mario, sotto la sapiente armonia e direzione delle sue pennellate d’autore. La gioia traspare, incalzante, dai suoi dettami cromatici. Questa suggestione mi evoca la danza di tanti spiritelli, di tanti folletti incaricati da un Ente superiore di recare la gioia nel cuore dei disperati. La sinteticità degli elementi non inganni sulla profondità ed intensità dei paesaggi. Il contrasto dei colori, nitidi, vispi, aggressivi (in senso di vivacità) si miscela in una combinazione intrigante, ammaliante, che ci rende l’animo più soave, più lieve e ci riconcilia con noi stessi. Mario Bitetti
Campo di grano acrilico su tela, 110x50 cm.
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”
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Il volo delle lucciole
Pioggia sotto le stelle
acrilico su tela, 50x40 cm.
acrilico su tela, 50x40 cm.
Mario Cianciotti è nato a Santeramo nel 1943.
Dopo varie vicessitudini lavorative, finalmente decide di dare libero sfogo alla sua vera e carnale passione: l’Arte. Artista autodidatta, riprende gli studi e apprende nuove tecniche, sperimentando di giorno in giorno, riesce a creare una sua personale tecnica, un segno ed un uso dei colori che lo distingue completamente da ogni altro artista. Dal figurativo realista con cui dipingeva scenari e paesaggi a lui cari, luoghi della sua terra, per passare e rimanere poi fedele al dripping, schizzi e colature che rendono unica ogni sua opera. I suoi quadri sono segni di colore che si trasformano in infinite forme, per emozionare in modo diverso ogni attento osservatore della sua Arte pittorica.
La sua creatività è stata apprezzata in varie mostre ha cui ha partecipato facendo conoscere ancora di più la sua storia artistica. Tra le maggiori manifestazioni artistiche annoveriamo: 1995, collettiva a Matera e a Santeramo; 1996, collettiva a Mottola e a Santeramo; 1997, collettiva a Taranto, a Matera e a Gioia del Colle; 1998, collettiva a Mottola, Matera e a Santeramo; 1999, collettiva a Ferrandina; 2000, collettiva a Jesolo e a Bari; 2001, collettiva a Milano; 2002, collettiva a Reggio Calabria e a Milano; 2003, collettiva a Roma, Torino, Caltanisetta e a Venezia; 2004, collettiva a Catania e a Palermo. Hanno parlato di lui e della sua Arte su riviste specializzate e libri d’arte, personaggi noti nel mondo dell’Arte.
Tramonto sul mare acrilico su tela, 110x50 cm.
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biancoscuro
Michelle Purves L’Artista australiana racconta la sua Arte
“M
y love and intimacy with nature all started when my parents moved to a remote village on the border of a game park in Rhodesia (now Zimbabwe) when I was nine years of age. The immense cultural and spiritual significance of my native Africa still resonates strongly with me and it is from such environs that I draw my inspirations, and my art form has evolved. The fiery sun and flaming red skies, contrasted to romantic soft pink skies bedding themselves on the horizon. The scorched earth begging for rain and the chameleon clinging with hope to a vivid green tree in the middle of a drought. The midnight blue sky, alive with flickering stars and fireflies dancing to the beat, of an opera of cicadas. My love for clouds blossomed, and as a child I believed they represented magic. They would come and go, seemingly as they pleased, occasionally they would be angry and the skies would break open with flooding rain. Nowadays, clouds to me represent the interconnectedness of nature. The beginning of life. Every time I look at a piece of paper I think of a cloud. The colours of the sky resemble the moods of people and their colourful characteristics, whether it be romantic, imaginary, or dramatic overtones. Each flower is unique and a flower represents a person, travelling through this vast world with hopes and dreams, reaching for the sky, whilst not forgetting the beauty of their surroundings. My paintings are in traditional oils and my technique is non conformist. I commenced painting in 1997. Since that time I have painted an extensive body of work being inspired by the Fauve Artists. I feel that I have been engrossed in the colour and savagery so reminiscent of my native Rhodesia. For two years I studied drawing and anatomy. I had my first exhibition in 2002 at Tim Goodman Art and Auctioneers (later Bonham & Goodman) in Sydney. Large canvasses being my forte, with the expansiveness of sky and earth and I am mastering smaller canvasses too. Since 2002, I have had numerous successful exhibitions in Australia . A majority of my work is commissioned or sold privately. I have work in the private collections of Australian Consolidated Press, John Sample Industries, Gazal Industries and Crisp Galleries. I reside in London, Australia and Italy.”
L’
artista australiana Michelle Purves racconta la sua vita per far capire gli stimoli che muovono la mano creativa, dall’inizio della sua carriera nel 1997. Nel suo cuore sono rimasti i colori appassionati e drammatici dell’Africa, vissuta da un trasferimento dei genitori nell’odierno Zimbabwe. Nelle sue opere troviamo il sole infuocato, un fiammeggiante cielo rosso in contrasto ad un romantico cielo rosa, il cielo blu notte, vivo, con le stelle tremolanti e lucciole che ballano al ritmo di un'opera di cicale. Grande il suo amore per le nuvole che per lei sono una magia, vanno e vengono apparentemente a loro piacimento, ed ogni tanto si arrabbiano. Le nuvole per Michelle rappresentano
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INFO michellejacksonpurves@gmail.com www.michellepurves.com
Bountiful Spring oil on canvas, anno 2015, 70x78 cm. Opera premiata ad ART MONACO 2015 con il Prix d’Excellence Artiste Emergent
la connessione con la natura, l'inizio della vita. La stessa Artista afferma: “I colori del cielo assomigliano agli stati d'animo delle persone e alle loro colorate caratteristiche, che si tratti di sfumature romantiche, immaginarie o drammatiche.” Le sue opere sono sempre su grandi tele che riescono a trasmettere tutta la passione e la forza delle sue emozioni, l’immensità del cielo e della terra. Dal 2002, ha avuto numerose mostre di successo in Australia. Sue opere si possono trovare in collezioni private e in diverse gallerie internazionali, tra i suoi ultimi successi il Prix d’Excellence Artiste Emergent, ricevuto durante la sua partecipazione alla rassegna artistica di Monte-Carlo, Art Monaco 2015. É possibile trovare le sue opere in Australia, a Londra e in Italia.
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Yuni Ko
INFO www.yunikoart.com artistyuni@yahoo.ca
Il viaggio della vita fluisce nelle opere dell’Artista canadese
re che l’ha portata alla creazione di queste fantastiche opere: “Ho imparato a prendere ogni giorno come fluisce. Non possiamo fermare o controllare questo movimento, dobbiamo ricoscerla per adattarci e viverla. Tutti noi affrontiamo le sfide con la debolezza della nostra mente, corpo e spirito. Se siamo fortunati, sorgono nuove opportunità per liberarci e così ricominciamo da capo. Questo è il dono della vita, bisogna “riconoscerla”, e lei nel l frattempo, scorre.” s
I
l progetto corrente dell’Artista canadese Yuni Ko è focalizzato sull’introspezione, sulle sue emozioni e sui suoi sentimenti, piuttosto che sui suoi studi della natura. Quando dipinge, Yuni si sente a stretto contatto con le sue sensazioni, ed è proprio questo che ha portato la nascita della serie “The Flow”. “Il flusso” rappre-
senta il movimento di transizione di sentimenti ed esperienze di tutta la vita: la gioia, l’amore, il dolore, il coraggio, la paura, il dolore, gli incidenti, le malattie, la morte, l’amicizia, la famiglia, la fede e la speranza.“La vita è sempre in uno stato di flusso”, con questa semplice frase l’Artista racconta le sue opere. E continua a spiegarci il percorso interio-
Sfumature contrastanti e texture caratterizzano i dipinti della serie “The Flow”. Tonalità scure simboleggiano le lotte della vita e le tonalità chiare contengono un senso di speranza, il percorso potenziale per un futuro più positivo. Colori metallici rappresentano la sua identità. Suo padre ha trascorso oltre 30 anni nel settore dei metalli. Il suo laboratorio di ricerca l’ha ispirata per usare i colori metallizzati che simboleggiano l’energia positiva che scorre attraverso lei. Trova intrigante che le emozioni di un artista possono essere “personalizzate” attraverso il cuore di ogni spettatore. Questa è la sua intenzione con “The Flow”.
Contrasting shades and textures characterize The Flow paintings. Dark shades symbolize the struggles of life and the light shades contain a sense of hope, the potential path to a more positive future. Metallic colors represent her identity. His father spent over 30 years in the metal business. His research lab inspired her to use metallic colors, and they symbolize a positive energy that flows through her. Find it intriguing that an artist’s emotions can be personalized through the heart of each viewer. This is her intention with The Flow.
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La suggestiva Arte di
INFO
Francesca Parola
www.francescaparola.com francescaparola@hotmail.it
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a giovane Artista, diplomata al liceo artistico di Novara, intraprende l’Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando corsi e stage per una nuova esperienza sul campo figurativo pittorico e d’immagine. Si specializza sull’aspetto femminile, ne studia l’incarnato e l’espressività profonda, acquisisce il comportamento del chiaroscuro creando così una serie di collezioni private in uno stile raffinato ed elegante e tirato in sfumature perfette. La voglia e la dedizione incessanti della sua pittura ad olio incorniciano bellissime donne, personificazioni degli elementi della natura, delle stagioni, della ricerca del mistero del mondo e del viaggio nell’essere. Donne di forza, di sensualità, di potere, ma anche di fragilità, sensibilità e innocenza: tutte le emozioni l e suggestioni del Regno Femminile. s
Il tramonto dell’Eden, olio su tela, anno 2014, 100x70 cm
Opera vincitrice del BIANCOSCURO ART CONTEST 2015
BIANCOSCURO Media Partner
ART Innsbruck
28-31 gennaio 2016 Vernissage 27 gennaio 2016
Biancoscuro sarà presente con il suo spazio espositivo per 5 giorni.
MESSEHALLE A
Per maggiori informazioni o ricevere il bando di partecipazione contattaci subito allo 0382.1902778 oppure scrivi expo@biancoscuro.com FRANCIS BACON
HERMANN NITSCH
fiera internazionale di arte contemporanea e antichità o
ersari
nniv 20° a
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Gisela Zimmerman Luce e colore in primo piano
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n her works Gisela, speaks about the relationship between man and nature. A relationship many times difficult and controversial. With great energy and linguistic power, the artist, restores order to things. The art of Zimmermann is locked into those new mazes of know where you can find the true modern culture. The artist outlines the foundations of the new abstraction contemporary geometric. In her paintings predominates the color; a color that is declined in all its infinite shades. The world of the artist is made by extraordinary visions: fiery deserts, seas of lava, caves, chasms, waves of the ocean and sand storms. A world that becomes a chromatic rainbow. Predominant, in her painting, is the light. A light that fights the war against the army of darkness; a light that defeats the evil terrain and thus is “dressing” the works of the artist. Through the great genius of the sign, Gisela Zimmermann arrives to discover a new world. A world that has no insurmountable boundaries. A world that does not belong to the present, but to the future. Anyone who observes the artist’s works, he realizes that the world narrated from her brush strokes, it’s a new world; the artist leads us to explore those who are the new colorful gardens of Paradise on earth. Gardens that are painted in blue, red, green and yellow. I want to compare the creations of the artist, with the powerful volcanic eruptions. Eruptions that are characterized by the magmatic power with which the color invades, as I see it legitimate, the canvas; which thus turns into a real battlefield. A battle that Gisela Zimmermann decides to fight. [...] An art that takes on the appearance of the contemporary. An artist capable of restoring, through the quality of her painting, the right order to the disorder in the world. Salvatore Russo Quadrat II - acryl on canvas, 80x80 cm.
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INFO www.gisela-zimmermann.com
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elle sue opere Gisela, ci parla del rapporto uomo-natura. Un rapporto molte volte difficile e controverso. Con grande energia e potenza linguistica, l’artista, ridà ordine alle cose. L’arte di Zimmermann è rinchiusa in quei nuovi labirinti del sapere, nei quali è possibile trovare la vera cultura moderna. L’artista traccia le basi del nuovo astrattismo geometrico contemporaneo. Nelle sue tele predomina il colore; un colore che viene declinato in tutte le sue infinite sfumature. Il mondo dell’artista è fatto di straordinarie visioni: deserti infuocati, mari di lava, grotte, abissi, onde dell’oceano e tempeste di sabbia. Un mondo che diventa un arcobaleno cromatico. A predominare, nella sua pittura, è la luce. Una luce che combatte la sua guerra contro l’esercito delle tenebre, una luce che sconfigge il male terreno e viene così a “vestire” le opere dell’artista. Attraverso la grande genialità del segno, Gisela Zimmermann arriva a scoprire un nuovo mondo. Un mondo che non ha confini invalicabili. Un mondo che non appartiene al presente, ma al futuro. L’artista ci porta ad esplorare quelli che sono i nuovi giardini colorati del Paradiso terrestre. Giardini che sono dipinti di azzurro, rosso, verde e giallo. Voglio paragonare le creazioni dell’artista, a delle potenti eruzioni vulcaniche. Eruzioni che si caratterizzano per la potenza magmatica con la quale il colore invade, a mio vedere in maniera del tutto legittima, la tela, che si trasforma così in un vero campo di battaglia. Una battaglia che Gisela Zimmer-
Vision IV - acryl/mixed on canvas, 70x100 cm.
mann decide di combattere. Un’arte che assume le sembianze del contemporaneo. [...] Un’artista capace di ristabilire, attraverso la qualità della sua pittura, il giusto ordine al disordine del mondo. Salvatore Russo Vision VI - acryl/mixed on canvas, 80x100 cm.
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17TH CONTEMPORARY ART FAIR 16 – 18 OCTOBER 2015 VERNISSAGE: 15 OCTOBER Kongresshaus zurich, switzerland
IONE INFOR MA ZIONE / PA RTECIPAZ info@art-zu rich.com tion ww w. art-zu rich.com /applica
www.art-zurich.com/it | twitter.com/artFairzurich | youtube.com/artzurich
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13 - 16 NOVEMBRE 2015 PADIGLIONE 1
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UN
FLORA
TECHNIQUE,
UN
L ANGAGE,
UN
ST YLE...
Flora Castaldi, Maître franco-italien de l'Art Contemporain, créatrice du Langage StylCosmogéologique"© FLORA, peintre français, née en Italie, vit et travaille en région Toulousaine, Haute Garonne, France. Présente sur le marché de l'art depuis 1983, Flora expose en Europe, Etats Unis d'Amérique, Japon, Emirats Arabes Unis, Canada, Russie...
FLORA: un prénon que le talent d'une Artiste a transformé en signature.
P
eintre coté: drouot cotation des Artistes, Art Price. Inscrite au Who's Who International Art, l'oeuvre de Flora est référencée dans de nombreux sites web et ouvrages sapécialisés, son oeuvre figure dans des collections publiques et privées: Musée Raymond Lafage en France, Musée Abello en Espagne, Fondation René Pous en France. Novatrices, les recherches picturales de Flora prennent pour ancrage des réflexions sur le Monde, ses origines, son évolution. Foncièrement tournées vers l'harmonie, les créations de Flora sont l'expression des bouleversements, des marques historiques ou mytologiques: des liens entre l'Homme et l'Univers.
L'Espagnole acrylique sur toile, technique mixte, 81x100 cm. Originale© Flora
INFO www.flora-artiste-peintre.fr
Flora sarà presente alla terza edizione di Art Parma Fair, il 3 e 4 ottobre ed il 9, 10 , 11 ottobre 2015, presso Fiere di Parma.
“Dans le visuel de ma peinture, je mets en évidence le spirituel que la nature offre à mes questionnements pour que les liens magiques reliant la Terre à l'Infini se confondent dans l'invisible lumière que mes réflexions conscientes proposent. Les images, reflets d'une inspiratrice présence, racontent des fibres de vie donnant ainsi un sens à ce qui ne dépend pas de moi dans l'écriture de mes mytes, de mes légendes.”
Flora ©2006
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Angelo Scardino Tra i pieni e i vuoti dello spazio: la scultura
Movimenti antinaturali
so anno viene selezionato come eccellenza in una collettiva organizzata dalle Accademie Italiane “La terra ha bisogno degli uomini” presso la Reggia di Caserta. Nel 2012 entra a far parte della rosa di artisti selezionati per la Biennale Internazionale “L’Ercole di Brindisi” e nel 2013 espone a Mantova nel 1° concorso “Parco dell’arte”. La sua giovane versatilità artistica legata al figurativo, poi all’astrattismo, non gli consente di scegliere uno stile in particolare, ma tutti, come è possibile notare in “Movimenti Antinaturali”, opera del 2008. L’artista è in grado così di percepire ogni sfumatura delle forme che lo circondano, sperimentare nuovi materiali, acquisendo una varietà tecnica, compositiva e risolutiva che rende le sue sculture, all’occhio dell’osservatore, un flusso di vibrazioni dinamiche. Ogni istante plasmato, pertanto, porta l’opera ad un compimento percettivo più grande, meta questa, come si nota in “Ritorni”, opera del del 2010, nata dalla quotidiana lotta dell’artista con le addizioni e sottrazioni, i pieni e i vuoti delle forme in-concluse dello spazio percepibile. Mario Gambatesa
INFO angol@hotmail.it www.scardinoangelo.com
terracotta anno 2008, 55x45x40 cm.
A
ngelo Scardino, nato nel 1986 nella terra della ceramica tarantina, a Grottaglie, a soli ventotto anni ha già acquisito a pieno diritto il titolo di scultore e sperimentatore nel circuito artistico italiano. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Manduria, prosegue la formazione iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Lecce conseguendo il diploma di primo livello. Ha solcato la scena artistica, partecipando nel 2010 al concorso “Vedere con mano” presso il Palazzo Geremia di Trento, nello stes-
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Ritorni polistirolo e gesso anno 2010, 90x70x186 cm.
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Il semplice profumo dei colori dell’Arte
Simona Vigorelli
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na pittura intensa e ricca di materia. Simona Vigorelli ci porta in un mondo raffinato verso un ideale estetico che sia abbellimento e speranza di vita. Una rosa diventa emblema che si ripete nelle opere, un messaggio di poesia contro la dilagante volgarità, una forza passionale che è a contatto con grandi finalità ed ideali. Simona Vigorelli artista semplice e schietta, segue la strada che porta alla figura con un segno che può essere musica ed un colore che è anche profumo, profumo di donna in uno stile che unisce l’astratto al figurativo, il particolare al generico, il grande sentimento agli aspetti semplici dell’essere. Particolari curati dall’artista per quella sua attenzione alla fisionomia, ma in un turbine di tratti atti a creare la voluta atmosfera per una pittura che si distende in pensiero e si perde in sogno. Giorgio Falossi Visione di rose - 90x90 cm.
Mistiche immagini su tela
INFO
Margaretha Gubernale
www.margarethagubernale.org
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rtista svizzera internazionale di grande e comprovata esperienza, imprime su tela la sua nuova arte mistica, rappresentante quella realtà “oltre la realtà”. Fonte di ispirazione sono la natura, la filosofia e la dottrina teosofica, elaborata dal filosofo Steiner, che riconosce all’uomo la capacità di elevarsi alla conoscenza dell’invisibile e di compiere la sua necessaria funzione nell’universo. La sua Arte comprende tutti e quattro gli elementi della Natura, li fonde e li analizza per creare atmosfere oniriche ed essenziali. 1. Battesimo: bruciare il pensiero materiale 2. Battesimo: sentire con tutto e in tutto come l’acqua 3. Battesimo: essere sempre presente con l’ intelligenza 4. Battesimo: mettere il lavoro al servizio del mondo Four Times Baptized oil on canvas, 2015, 60x60 cm.
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1. Baptize: burn the material thinking 2. Baptize: feel with all and in all like the water 3. Baptize: be always present with the intelligence 4. Baptize: put the work in service of the world
L’albero della vita - olio su tela - anno 2014, 60x50 cm.
Gabriella Pimpinicchio
La sua grande forza interiore si libera sulla tela
In sottofondo: Espansione di luce olio su tela , anno 2015, 50Ă—70 cm.
Gabriella Pimpinicchio, stilista e pittrice, crea a Milano dal 1985.
Gatto Giorgio su tela cotone, acrilici, gessetti, sabbia egiziana, scudetto - 60x80 cm.
Fiorenza Orseoli
“...Gli abili giochi dei contrappunti cromatici conferiscono una potente carica visiva alle opere e ne garantiscono l’immediato e permeante effetto d’impatto nello spettatore, che rimane conquistato dal coinvolgente tripudio radioso. Le variegate partiture delle cromie sono sapientemente dosate e calibrate nella stesura, con una pennellata decisa, sicura, esperta, minuziosa e delicata, che permette di ottenere un armonioso bilanciamento di sfumature tonali, senza mai ridondare o eccedere. Il suo è un costante oscillare e sconfinare tra fantasia e realtà, tra sogno e ricordo della memoria, per comunicare il perfetto equilibrio del sottile filo della creazione e l’idea atipica e originalissima che lo sorregge ed è racchiusa nelle rappresentazioni, che assumono una connotazione distintiva e caratterizzante di inconfondibile esclusività. ...” Elena Gollini 96
fiorseoli@virgilio.it - www.facebook.com/pages/Fiorenza-Orseoli-Artista
t s u j is y it iv t a e r C " connecting thingJsob�s Steve
viale dell’indipendenza 26 - 27100 Pavia tel. 0382.1902778 fax 0382.1632062 info@liberementi.it www.liberementi.it
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Risultati d’Asta
In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 A
L
a prima Casa d’Aste italiana, la Meeting Art, la più seguita dai maggiori collezionisti ed estimatori d’Arte, pubblica anche su BIANCOSCURO Art Magazine alcuni dei risultati conseguiti. Meeting Art è una realtà professionale che lavora da più di Lotto n. Asta n.
Descrizione
Stima €
Aggiudicazione
27.000 30.000
25.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
TANO FESTA Roma 02/11/1938 - Roma 09/01/1988 Interno metafisico, 1963 olio su legno cm. 160x130x3, firma, titolo, anno ed etichette della Galleria Schwarz (MI) e della Galleria d’Arte Rizziero (TE) al retro, opera registrata presso l’Archivio Tano Fest..
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ELIO MARCHEGIANI Siracusa 02/09/1929 Il samurai, 1960, materico in oro e argento (tecnica mista) su tela cm. 55,5x85,5; firma, titolo, anno, tecnica e dichiarazione d’autenticità dell’artista al retro.
4.000 5.000
3.600
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIOVANNI ASDRUBALI Tuscania (VT) 07/10/1955 Senza titolo 2013, olio su tavola cm. 70x50, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
3.000 4.000
2.000
50
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIORGIO GRIFFA Torino 29/03/1936 Rosso di sopra, 1999, acrilico su tela di juta cm. 67x48,5; firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista e Archivio Griffa (BG) su foto.
6.000 7.000
5.700
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E B CONTEMPORANEA
FABIO PIERANTONIO Torino 1966 Quello che più non c’è e quello che stai vivendo?, 2014, resina, seta e acrilico su tavola cm. 50x50, firma e anno al retro.
3.000 4.000
2.500
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ENZO CACCIOLA Arenzano (GE) 12/12/1945 526, 2006, multigum su 2 tele e ferro cm. 30,5x35,5x4, firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità e timbri dell’artista su foto, opera priva di cornice.
3.000 4.000
2.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
AFRO Udine 04/03/1912 - Zurigo 24/07/1976 Senza titolo, 1949, tecnica mista su carta intelata cm. 36,5x32, opera registrata presso l’Archivio Afro (Roma) al n° 49B128
36.000 40.000
20.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
BERNARD AUBERTIN Fontenay aux Roses 1934 - Reutlingen 31/08/2015 Tableau clous, 1971, acrilici e chiodi su tavola cm. 20x20, timbro a secco dell’Archivio Aubertin, dichiarazione su certificato allegato.
4.000 5.000
3.400
70
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E c CONTEMPORANEA
GEORGES MATHIEU Boulogne sur Mer 1921 - Boulogne-Bilancourt 12/06/2012 Composition en noir sur fond blanc, 1959, inchiostro di china e acquerello su carta Arches cm. 77x57, opera registrata presso l’Archivio Georges Mathieu, certificato d’autenticità allegato.
14.000 16.000
9.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIUSEPPE AMADIO Todi 19/05/1944 Senza titolo, 1995-2001, acrilici su tela estroflessa cm. 47,5x26,5x7, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, opera priva di cornice.
1.500 2.000
1.600
75
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E D CONTEMPORANEA
CARLA ACCARDI Trapani 09/10/1924 - Roma 23/02/2014 Parentesi turchese, 1982, vinilico su tela grezza cm. 80x70, opera registrata presso l’Archivio Accardi Sanfilippo (Roma) come da foto allegata..
21.000 24.000
12.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
CLAUDIO VERNA Guardiagrele (CH) 24/09/1937 Ricognizione VII, 2004 acrilico su tela cm. 100x100, firma, titolo, anno, tecnica e n° di catalogo 1188 al retro, dichiarazione d’autenticità su foto..
14.000 16.000
8.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
VITTORIO MATINO Tirana (Albania) 17/02/1943 Quattro verticale, 1974, acrilici su tela cm. 100x100, timbro della Galleria Del Milione (MI), dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
5.000 6.000
6.200
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIUSEPPE CAPOGROSSI Roma 07/03/1900 - Roma 09/10/1972 Senza titolo, (1962) tempera su cartoncino cm. 21x16,5; firma in alto a sinistra,
18.000 20.000
15.500
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
PIERO DORAZIO Roma 28/06/1927 - Todi 17/05/2005 Senza titolo, 1992, olio su carta “Arches” cm. 89x118, timbri dello Studio Dorazio con n° 0578 e della Galleria Extra Moenia al retro
10.000 12.000
4.000
B
C
trentacinque anni a servizio dell’Arte. La pubblicazione delle assegnazioni permette di comprendere meglio l’andamento reale del mercato, un indice chiaro che non permette fraintendimenti. Di seguito troverete la nostra selezione di aggiudicazioni delle aste del l mese di settembre. s
A
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© Meeting Art è un marchio registrato. AGGIUDICAZIONI AL NETTO DEI DIRITTI D’ASTA DEL 23 % D
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G
H
Lotto n. Asta n.
Stima €
Aggiudicazione
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E F CONTEMPORANEA
Descrizione ENZO CACCIOLA Arenzano (GE) 12/12/1945 N. 1, 2014, multigum su 2 tele e ferro cm. 30,5x35x4, dichiarazione d’autenticità e timbri dell’artista su foto, opera priva di cornice..
3.000 4.000
2.200
90
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E G CONTEMPORANEA
RAYMOND HAINS Saint Brieuc (Francia) 1926 - Parigi 2005 Senza titolo, 1968, decollage cm. 32x38, firma e anno in basso a destra, timbro della Galleria L’Elefante Arte Contemporanea al retro..
4.000 5.000
4.800
100
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ENZO ESPOSITO Benevento 26/09/1946 Senza titolo n. 12, 1985, tecnica mista su tela cm. 200x295, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, opera priva di cornice.
20.000 25.000
4.800
103
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FRANCESCO CLEMENTE Napoli 1952 Icaro, 1985, acquerello su carta cm. 50x36, opera non firmata, certificato di autenticità della Galleria Six (Lissone-MI) su foto.
10.000 12.000
6.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
MIMMO PALADINO Paduli (BN) 18/12/1948 Senza titolo, 2001, tecnica mista e collage cm. 76x56, dichiarazione d’autenticità dell’artista ed etichetta della Galleria Open Art (PO) su foto.
10.000 12.000
6.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E H CONTEMPORANEA
HANS HARTUNG Lipsia 1904 - Antibes 1989 T1965-E3, 1965, acrilici su tela cm. 61x46, opera registrata presso l’Archivio della Fondation Hans Hartung et Anna Eva Bergman come da dichiarazione su foto.
54.000 60.000
66.000
168
797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E I CONTEMPORANEA
PIERO GILARDI Torino 03/08/1942 Mandarini autunnali, poliuretano espanso cm. 30x30, firma e titolo al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, entro teca in plexiglass..
4.000 5.000
3.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
BERNARDO SICILIANO Roma 1969 New York, 2005, olio su tela cm. 33x50, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista e timbro della Italian Factory su foto allegata.
10.000 12.000
2.200
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E L CONTEMPORANEA
ARMAN Nizza 1928 - New York 22/10/2005 Senza titolo, colore e applicazione di pennelli su plexiglass con teca cm. 42,5x31x9.
2.000 3.000
1.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
RICCARDO LICATA Torino 20/12/1929 - Venezia 19/02/2014 Pittura n° 2, 1960, tecnica mista su cartone cm. 106x76, firma in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista.
7.000 8.000
8.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E M CONTEMPORANEA
GIOVANFRANCESCO GONZAGA Milano 12/06/1921 - 02/10/2007 La Bugatti gialla e il piccolo Trianon, 1986, olio su tela cm. 70x100, opera registrata presso l’Archivio Fotografico Generale di Giovan Francesco Gonzaga, dichiarazione su foto.
9.000 10.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E N CONTEMPORANEA
MARCO LODOLA Dorno (PV) 04/04/1955 Pin Up, perspex + neon, cm. 100x75x12, dichiarazione d’autenticità allegata.
4.000 5.000
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E O CONTEMPORANEA
MARK KOSTABI Los Angeles 27/11/1960 Cutting the Cheese, 1996, olio su tela cm. 76x61, firma e anno in basso a sinistra, titolo, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto..
8.000 10.000
2.200
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
UGO NESPOLO Mosso Santa Maria (BI) 29/08/1941 Mio caro amico , legno, acrilico e nitro cm. 50x70x3,2; dichiarazione d’autenticità dell’artista, opera priva di cornice..
8.000 10.000
2.700
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
VANNI CUOGHI Genova 1956 Maria Antonietta giocoliere, 2008, acrilico su tela cm. 100x100, dichiarazione d’autenticità allegato.
1.500 2.000
3.300
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
BERNARD AUBERTIN Fontenay aux Roses 1934 - Reutlingen 31/08/2015 Tableau clous, 1969,a crilici e chiodi su tavola cm. 30x30, dichiarazione d’autenticità dell’artista e timbro a secco dell’Archivio Aubertin su foto,
7.000 8.000
7.500
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E P CONTEMPORANEA
LUCIO DEL PEZZO Napoli 1933 Frammenti, collage, colore acrilico, sabbia, smalto su legno cm. 100x70x9, dichiarazione d’autenticità dell’artista, opera priva di cornice.
5.000 6.000
2.100
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ENZO CACCIOLA Arenzano (GE) 12/12/1945 N. 38, 2009, multigum su 2 tele e ferro cm. 35x41x4, firma, titolo e anno al retro, opera priva di cornice.
2.000 3.000
2.300
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
MARIO SCHIFANO Homs (Libia) 1934 - Roma 26/01/1998 Senza titolo, 1997, smalto su tela cm. 70x50, opera registrata, come da dichiarazione su foto con firma dell’artista, certificato della Telemarket (BS) allegato.
6.000 7.000
2.800
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIORGIO GRIFFA Torino 29/03/1936 Senza titolo, 1968, olio su tela cm. 40x30, firma e anno in basso al retro, opera registrata presso l’Archivio Giorgio Griffa come da dichiarazione su foto.
2.500 3.500
3.100
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ARMAN Nizza 1928 - New York 22/10/2005 Tavolo basso “Mali”, 2003, tubetti di pittura su pannello entro teca in plexiglass con coperchio in vetro serigrafato cm. 125x100x7, certificato della Galerie Ferrero (Nice-France) numero 2004/075 allegato.
10.000 12.000
5.100
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797 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GUALTIERO NATIVI Pistoia 10/01/1921 - Greve in Chianti (FI) 02/07/1999, Senza titolo, 1956, smalti su faesite cm. 64x49, firma, anno e località (Firenze) al retro
4.000 5.000
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© Meeting Art è un marchio registrato. AGGIUDICAZIONI AL NETTO DEI DIRITTI D’ASTA DEL 23 % M
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Biennale FOTO/INDUSTRIA 2015 14 esposizioni raccontano il mondo del lavoro
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a seconda edizione della Biennale Foto/ Industria apre i battenti il 2 ottobre nuovamente nella città di Bologna. Dodici luoghi per quattordici esposizioni che raccontano, attraverso la fotografia d’autore, il mondo del lavoro in tutte le sue fasi, dalla creazione al riciclaggio. La rassegna è promossa dalla Fondazione MAST, che si occupa di tecnologia, arte ed innovazione, insieme con il Comune di Bologna che ha messo a disposizione alcuni dei più bei luoghi simbolo della città, come la Pinacoteca Nazionale, il MAMbo, Palazzo Pepoli, Palazzo Paltroni, Villa Delle Rose. La direzione artistica è affidata a Francois Hébel, che da anni si occupa di fotografia con festival e rassegne, e ad Isabella Seràgnoli, Presidente del MAST, la cui sede ospiterà i finalisti e il Luca Campigotto - Arsenale di Venezia, 2000 © Luca Campigotto Opera in mostra allo Spazio Carbonesi
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vincitore del concorso “GD4photart 2015”, giunto alla quarta edizione e nato per promuovere i giovani fotografi sui temi dell’industria, della società e del territorio. Oltre a questo intento, la Biennale si propone di indagare gli aspetti del lavoro, da quelli più strettamente collegati ad esso (le fasi di produzione, le fabbriche) fino a sfociare nella vita quotidiana di chi lavora ed opera nei vari settori. Accanto a nomi già affermati della fotografia internazionale, il pubblico potrà visionare le opere di giovani non professionisti, reporter, ritrattisti, che col loro sguardo e la propria sensibilità hanno narrato, spesso in maniera poetica, le molteplici attività che ruotano intorno al mondo del lavoro. Le mostre sono ad ingresso gratuito e divise per tematiche (Post-produzione, Produzione, Produttori, Pausa, Prodotti, Concorso
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Kathy Ryan - Office Romance: 7/3/2013, 6:36 p.m. The New York Times © Kathy Ryan Opera in mostra al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna
fotografico) e ciascun visitatore può scegliere quale ammirare, camminando passo dopo passo per il centro di Bologna. David La Chapelle ci racconta la filiera del petrolio coi suoi modelli in scala reale delle raffinerie; Luca Campigotto ci conduce nel porto
I dettagli sono enormi nella fotografia di Luca Campigotto. La prua di una barca occupa due terzi di un’immagine, il braccio di una gru taglia una foto in più segmenti, un cumulo di cavi è un’allusione a una nave di dimensioni gigantesche, i riflessi dei transatlantici in attesa dei loro passeggeri o le luci di un negozio, fanno intuire le rispettive attività. L’orizzonte, distantissimo da questi primi piani incombenti, completa le informazioni sulla scena della fotografia. Questa doppia scala è il primo marchio di fabbrica delle foto industriali selezionate per FOTO/ INDUSTRIA, e scelte in gran parte nelle raccolte dell’autore sul porto di Genova e sui dock di New York.
Kathy Ryan non è una fotografa, piuttosto una benefattrice della categoria. Da circa trent’anni porta avanti una delle più intelligenti politiche di committenza fotografica sulle pagine del New York Times Magazine di cui è a capo del servizio fotografico. Dai ritratti hollywoodiani ai terremoti, dallo sport ai fenomeni sociali, il suo raggio d’azione copre potenzialmente tutta l’attualità ma con la distanza propria della rivista settimanale. Ricorre ai migliori reporter, ai più grandi fotografi concettuali e ai ritrattisti più famosi.Nel suo modo di realizzare le foto non vi è traccia di presunzione, solo il divertimento di postarle su Instagram.
di Genova e sui docks di New York con i suoi enormi dettagli fotografici; i ritratti del francese Pierre Gonnord ci mettono faccia a faccia con la dura vita dei minatori di carbone delle Asturie. La fotografia industriale di Giovanni Berengo Gardin ci porta
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Gianni Berengo Gardin - Industriali Alberto Alessi, designer Achille Castiglioni, Enzo Mari, Aldo Rossi, Alessandro Mendini, Milano, 1989 © Gianni Berengo Gardin / Contrasto Opera in mostra alla Fondazione del Monte. Palazzo Paltroni
“A partire dal 2001, ho iniziato a scansionare oggetti per creare opere fotografiche. La tecnica di scansione elettronica è completamente diversa da quella della macchina fotografica. Per l’una l’artista deve accumulare e selezionare oggetti e poi annullare la distanza fra essere umano e oggetto, nonché fra oggetto e macchina, la lente della macchina fotografica serve come un surrogato della vista umana, mentre la scansione dà la sensazione di incollare gli oggetti. La lente di uno scanner rivela il rovescio di ciò che vediamo, appiattisce visivamente gli oggetti, come se fossero sottoposti a frizione. La scansione è il sistema più rigido per rivelare le reali dimensioni degli oggetti.
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L’uomo, il lavoro, la macchina: con questa precisa sequenza di sostantivi che Berengo definisce la sua frequentazione con fabbriche, aziende, laboratori, che dalla fine degli anni Sessanta a oggi sono uno dei suoi campi d’elezione. Ha sempre dedicato la sua attenzione agli esseri umani, alle loro attività, ai loro sentimenti, agli eventi dei quali sono protagonisti. La fabbrica e il lavoro sono lo scenario e la ragione per i quali molti attori delle sue immagini agiscono. Sono in prevalenza immagini che rispondono a incarichi professionali, realizzate tuttavia in totale libertà narrativa nelle quali Berengo riesce sempre a coniugare il suo sguardo poetico con le necessità dell’informazione.
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David LaChapelle - Land Scape, Castle Rock 2013
Noto a livello internazionale per le sue potenti immagini provocatorie, LaChapelle, nella sua ultima serie, LAND SCAPE, utilizza modelli in scala realizzati a mano per esplorare le infrastrutture della produzione e distribuzione del petrolio, illustrando l’impatto che hanno sulla società moderna. Fotografate negli ampi deserti e lungo le coste della California, le strabilianti Refineries sono santuari del prodotto e dello stile di vita che esso rende possibile. Il lato nascosto di questi affascinanti scenari, costituiti da sottoprodotti riciclati inondati da una luce eterea, offre una visione delle conseguenze tutt’altro che magiche del sistema dipendente dal petrolio.
dentro la Olivetti di Ivrea e nelle acciaierie di Dalmine, in un viaggio nel tempo e nel costume del nostro Paese, i selfies scattati per gioco da Kathy Ryan ci catapultano nella redazione del New York Times, dove la vita d’ufficio è catturata nella sua quotidiana ed inaspettata varietà. Queste e molte altre storie di vedute e visioni sul lavoro sono raccontante nella seconda Biennale Foto/Industria, aperta fino al primo novembre per le sedi del centro storico, e fino al prossimo 10 gennaio, per tutte le altre. Federica Senigagliesi
© David LaChapelle Courtesy Galerie Daniel Templon Paris/ Brussels Opera in mostra alla Pinacoteca Nazionale
BIENNALE FOTO/INDUSTRIA 2015 Sede MAST: 2 ottobre 2015 - 10 gennaio 2015 Sedi Centro Storico: 2 ottobre 2015 - 1 novembre 2015 Bologna INFO MAST T. +39 051 647 4345 staff@fondazionemast.org
Dal martedì alla domenica 10.00-19.00 Chiuso il lunedì TUTTI GLI INGRESSI SONO GRATUITI
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fotoindustria.it
A sinistra: Hong Hao - Libri - Contabilità 07 B, 2008, oggetti scansionati © Hong Hao courtesy Pace Beijing Opera in mostra al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna
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Diga di Xiaolangdi n. 1. Fiume Giallo, Provincia di Henan, Cina 2011 © Edward Burtynsky / courtesy Admira, Milano
Edward Burtynsky a Milano É Acqua Shock a Palazzo della Ragione Fotografia
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dward Burtynsky, famoso fotografo canadese, è per la prima volta in Europa, sino al primo novembre 2015, a Palazzo della Ragione Fotografia. “Acqua Shock”, progetto dedicato interamente all’acqua come risorsa primaria per eccellenza, rappresentata sia per la sua presenza naturale, che per il suo sfruttamento da parte dell’uomo, fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale. Burtynsky è noto per essere uno dei più apprezzati fotografi cana-
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desi. Le sue straordinarie raffigurazioni fotografiche di paesaggi industriali sono incluse nelle collezioni di oltre sessanta dei più importanti musei di tutto il mondo, tra cui la National Gallery del Canada, il museo d’Arte Moderna e il museo Guggenheim di New York, il Museo Reina Sofia di Madrid, e il Los Angeles County Museum of Art in California. Un intenso lavoro fotografico, ricco di ricerca e scoperte, la mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti in collaborazione con Admira e curata da Enrica Viganò.
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L’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno si è così espresso sulla rilevanza di questa esposizione:“Questa mostra è un capitolo di grande importanza all’interno della più ampia riflessione sulla relazione tra Uomo e Natura che la Città intera ha saputo promuovere nei sei mesi di ExpoinCittà, a partire dalla prima assoluta dell’opera di Giorgio Battistelli al Teatro alla Scala, intitolata appunto “H2O”, per arrivare al “Festival dell’acqua”: una rassegna di incontri, conferen-
ze e dibattiti incentrati sul tema dell’acqua come bene comune e risorsa per il nostro pianeta e lo straordinario e visionario talento di Burtynsky è stato capace di trasfigurare immagini dal forte e indiscutibile valore documentario in vere e proprie icone di un presente non più sostenibile, che mette in discussione il futuro stesso della specie umana”. Edward Burtynsky, grande interprete della fotografia internazionale, da sempre documenta gli
“Dobbiamo imparare a pensare più a lungo termine alle conseguenze di ciò che stiamo facendo, mentre lo stiamo facendo. La mia speranza è che queste immagini stimolino un pensiero rivolto a quegli elementi essenziali per la nostra sopravvivenza che spesso diamo per scontati, finché non scompaiono.”
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Pozzo a gradini n. 2. Panna Meena, Amber, Rajasthan, India 2010 © Edward Burtynsky, courtesy NOMA, New Orleans
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Sopra: Irrigazione a pivot n. 8. High Plains, Texas, Panhandle, USA 2012 © Edward Burtynsky / courtesy Admira, Milano
effetti del nostro progresso sul pianeta. Attraverso ricerche approfondite e lunghi viaggi ha scoperto e raccontato realtà solo in apparenza lontane, ma strettamente collegate al futuro del genere umano. Le risorse naturali sono al centro del suo lavoro Riserva indiana Salt River Pima – Maricopa. Sobborghi di Scottsdale, Arizona, USA 2011 © Edward Burtynsky / courtesy Admira, Milano
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e dopo le affascinanti immagini delle cave e la magnifica serie dedicata al petrolio, negli ultimi anni si è rivolto allo studio della primaria fonte di vita sulla terra. Acqua Shock raccoglie 60 fotografie divise in sette capitoli: Golfo del Messico, Devastazioni, Controllo, Agricoltura, Acquacoltura, Rive, Sorgenti. L’analisi di tutti gli aspetti connessi all’origine e all’utilizzo dell’acqua: dal delta dei fiumi ai pozzi a gradini, dalle colture acquatiche alle irrigazioni a pivot centrale, dai paesaggi disidratati alle sorgenti indispensabili. La curatrice della mostra, Enrica Viganò, ha affermato:“Immagini splendide, specchio di una verità che non vogliamo affrontare: il liquido più prezioso non è eterno! La straordinaria bellezza degli scenari fotografati da Burtynsky ci invita alla riflessione, dopo aver incantato il nostro sguardo con il fascino del sublime”. In mostra viene proiettato il documentario “Where I Stand” prodotto dallo Studio Burtynsky per coinvolgere i visitatori nel processo di produzione di queste magnifiche immagini. In più di trent’anni di carriera l’artista, che da sempre fotografa grandi vedute, ha potuto e voluto aggiornare la tecnica dei suoi scatti e ce ne svela i segreti.
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EDWARD BURTYNSKY Acqua Shock PALAZZO DELLA RAGIONE PHOTOGRAPHY September 3rd – November 1st, 2015
Il fotografo Edward Burtynsky © Edward Burtynsky / courtesy Admira, Milano
EDWARD BURTYNSKY Acqua Shock 3 settembre 2015 - 1 novembre 2015 Palazzo della Ragione Fotografia, Milano INFO T. +39 02.43353535
www.palazzodellaragionefotografia.it Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-20.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Chiuso il lunedì
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzodellaragionefotografia.it
For the first time in Europe, from September 3rd - November 1st, 2015, Palazzo della Ragione Photography presents Edward Burtynsky. Acqua Shock, the project of the Canadian photographer (St. Catharines, Ontario, 1955) dedicated to the water. The program of Palazzo della Ragione, the new Milan showroom fully dedicated to photography and opened in June, 2014 in the heart of the city, is enriched by the passionate photographic work that Edward Burtynsky devoted to the water, our primary resource, to its existence in nature and its exploitation by mankind. The exhibition Edward Burtynsky. Acqua Shock is promoted and produced by the City of Milan - Culture, Palazzo della Ragione, Civita, Contrast and GAmm Giunti in cooperation with Admira and curated by Enrica Viganò. The exhibition is part of Expo in the city, the program of events linked to the cultural life of Milan during the six months of the Universal Exhibition. Edward Burtynsky, a great protagonist of international photography, has always been recording the consequences of our progress upon the planet. Through extensive researches and long journeys, he discovered and told seemingly distant situations, yet actually closely linked to the future of mankind. Natural resources are the core of his work, and after the images of fascinating quarries and the magnificent series dedicated to oil, in recent years he focused on the primary source of life on earth. Water Shock collects 60 photographs divided into seven chapters - Gulf of Mexico, Devastations, Control, Agriculture, Aquaculture, Shores, Springs - the analysis of all matters related to the origin and the use of water: from river deltas to step wells, from aquatic crops to irrigation with center pivot system, from dehydrated landscapes to indispensable sources. During the show, the documentary “Where I Stand” (10 min.) produced by Studio Burtynsky will be screened, to involve visitors in the production process of these magnificent images. The artist, who has always been photographing wide landscapes, over thirty years of career wanted to upgrade the technique of his shots and now he reveals us his secrets. For the water project Burtynsky made extensive use of drones, helicopters and structures, in order to benefit from aerial views of his subjects. Edward Burtynsky will attend the Water Festival in Milan from October 5th - October 9th, 2015 at Castello Sforzesco. Edward Burtynsky is known as one of Canada’s most respected photographers. His remarkable photographic depictions of global industrial landscapes are included in the collections of over sixty major museums around the world, including the National Gallery of Canada, the Museum of Modern Art, the Guggenheim Museum in New York, the Reina Sofia Museum in Madrid, and the Los Angeles County Museum of Art in California. Burtynsky was born in 1955 of Ukrainian heritage in St. Catharines, Ontario. He received his BAA in Photography/ Media Studies from Ryerson University in 1982, and in 1985 founded Toronto Image Works, a darkroom rental facility, custom photo laboratory, digital imaging and new media computer-training centre catering to all levels of Toronto’s art community. Early exposure to the sites and images of the General Motors plant in his hometown helped to formulate the development of his photographic work. In 2006 he was awarded the title of Officer of the Order of Canada and currently holds six honorary doctorate degrees.
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Spettatori malinconici
Valentino Cossettini Talentuoso fotografo dell’animo umano
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ra il 1992 quando un giovane Valentino Cossettini, nato in Svizzera nel 1966, iniziò a coltivare la sua passione per la fotografia. Cossettini, di formazione autodidatta, non ha un campo di intervento preferito, ma dalle sue immagini è palpabile la propensione a cogliere quegli attimi di vita umana che tragicamente spesso non ci accorgiamo di vivere. Cerca da sempre di produrre una fotografia personale, sia attraverso una ricerca rigorosa in fase di ripresa, sia con successive manipolazioni ed interventi di post produzione. Le sue immagini raccontano l’anima, il sentimento più profondo, quello che solo i più sensibili, ma estremamente forti, riescono a cogliere e custodire gelosamente, come il dolce dolore della nostalgia, il sentore della vita che passa, il tempo che non si è fermato nonostante tutti gli sforzi dell’essere umano. Ed ecco allora
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quelle due mani, così diverse, portatrici di emozione contrastante: l’alba di un cucciolo d’uomo, la mano limpida e gioiosa, ricca di aspettative e curiosità, contrapposta a quella dell’anziano, che del mondo ha visto e conosciuto molto, che ha vissuto una vita intera, simboleggiante il tramonto dell’esistenza. L’esperienza del “vecchio” che accompagna la nuova vita spensierata del fanciullo. Un altro scatto, e questa volte le mani protagoniste trattengono una vecchia fotografia, il ritratto di un matrimonio, magari proprio quello di chi mostra l’immagine del bel tempo che fu, quando ancora giovane coronava il suo sogno d’amore. La malinconia per il passato che torna e scuote anche l’animo più cinico, per far breccia dritto al cuore. Alcuni riconoscimenti ricevuti scandiscono le tappe dell’attività di Cossettini, testimoniando una costanza operativa nel tempo. Da annoverare la
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L’attimo ripresa a mano libera con fotocamera digitale misurazione della luce a “spot”, anno 2011
Opera vincitrice del BIANCOSCURO ART CONTEST nella categoria FOTOGRAFIA
richiesta del Direttore del Dipartimento Annuario e Foto dell’Anno della F.I.A.F. di inviare al Centro Italiano della Fotografia d’Autore, “L’attimo” (fotografia vincitrice la medaglia d’oro F.I.A.P.) per la selezione della foto dell’anno e l’inserimento nell’Annuario Fotografico Italiano. L’immagine è stata esposta con grande successo alla mostra tenutasi in occasione del 67° Congresso Nazionale della F.I.A.F. ad Amantea nel maggio del 2015. Sopra: Natura astratta Sotto: Alba e tramonto
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