Biancoscuro Art Magazine #14

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 14 - febbraio-marzo 2016 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero L’influenza di Ferrara su De Chirico Dopo 100 anni tornano i capolavori metafisici del Maestro L’enigmatico Paul Klee ed i suoi “Mondi Animati” ArtParma Fair 4ª edizione con importanti novità Innsbruck La capitale delle Alpi Jakob Tuggener Poeta della fotografia

Vittorio Valente

9 772385 170005

Arte&Scienza del non visibile ad occhio nudo


Luciano Caggianello

Vincitore sezione “Grafica” “Biancoscuro Art Contest 2015”


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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

BIANCOSCURO Art Contest. Winter Edition, tutti gli artisti.

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In copertina:

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L’influenza di Ferrara su De Chirico. Dopo 100 anni tornano i Kvision Cult capolavori del Maestro Lo studio matto e disperatissimo di Tim Buckley

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L’enigmatico Paul Klee ed i suoi “Mondi Animati”

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Vittorio Valente, Arte&Scienza del non visibile ad occhio nudo. Il servizio a pag.34

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ArtGenova 2016 Evento fieristico leader nel Nord-Ovest

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Gillo Dorfles. Essere nel tempo. Ecclettismo e contaminazione a Innsbruck superamento di tradizione ed avaguardia La capitale delle Alpi

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Marca Chagall ed il Henri Cartier-Bresson e racconto delle sue opere. A Brescia gli altri. Nuova mostra al Palazzo della “l’incontro” tra Dario Fo e l’Artista russo Ragione Fotografia Da Raffaello a Schiele, da Jakob Tuggener, poeta della Budapest a Milano: la cultura europea fotografia. “Fabrik” e “Nuits de Bal” a scritta dall’Arte Bologna ArtParma Fair 4ª edizione con importanti novità

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In \Visible Cities. Festival Internazionale della multimedialità urbana

Over the cover:

Olga Niescer, Olga Niescer Vincitrice edizione invernale “Biancoscuro Art Contest”. Il servizio a pag.42

ART Innsbruck 2016 20 anni di Arte nel Tirolo

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

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Giuliana Bellini. Forme di vita post-umane

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Janez Štros. I suoi colori aprono gli angoli più intimi dell’anima

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Rita Vitaloni. Il colore degli sfrattati

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Luigino Cuccui. Il sogno che ha ricondotto all’arte “Schivo Solitario”

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Roberto Re. Le varie forme del surrealismo

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Tina Lupo

BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

L’Arte controversa di dare colore al passato. La colorizzazione delle foto nel 21º secolo. In collaborazione con PixartPrinting Jean-Pierre Sergent. Anima Mundi: mostra alla Keller Gallery di Zurigo

14 ISSUE february / march 2016

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EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it

Il fantastico “Mondo in Bilico” di Tony Favre I “Libri scrigno” di Gilberto Rolla La decisa sensibilità pittorica di Margaret Karapetian d’Errico

Ennio Bastiani. Apparizioni soprannaturali Adele Arati: aaRTI. aRTE come presa di Co-Scienza Kellianne O’Brien. L’Arte dell’anima

PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it

Franco Salituro. L’ironica ambiguità della sua espressione

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PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE)

Claudia Perruso Jani Jan J. I “Frammenti di Paradiso” di Pupi Perati

SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag

Tim Taylor Marcello Sassoli Katia Ricci Satta Maurizio Laura Ronchi 104

COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Cristiana Elena Iannelli, Federica Senigagliesi, Giancarlo Spina. FOTOGRAFI Antonio C., Christof Lackner, Berthold Werner, Simone Marello, Vincenzo Chetta, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Liberementi, Aras C., Giampiero Nitto, Cecilia Vignato.

La scultura di Armando Cheri. Sinuose forme di emozione

BIANCOSCURO Art Magazine

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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 14 febbraio / marzo 2016 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Cristiana Elena Iannelli, Federica Senigagliesi, Giancarlo Spina. FOTOGRAFI Antonio C., Christof Lackner, Berthold Werner, Simone Marello, Vincenzo Chetta, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Liberementi, Aras C., Giampiero Nitto, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’editore.


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L’influenza di Ferrara su De Chirico Dopo 100 anni tornano i capolavori metafisici del Maestro

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uando anche l’Italia entra in guerra, Giorgio De Chirico e suo fratello Alberto lasciano Parigi e decidono di arruolarsi come soldati semplici. I due vengono assegnati al 27°reggimento di fanteria di Ferrara, dove giungono nell’estate del 1915. Inizia così il soggiorno ferrarese dell’Artista, durato tre anni: anni intensi e di cambiamento, che coincideranno con una nuova fase della sua produzione pittorica. La mostra “De Chirico a Ferrara. Metafisica e Avanguardie”, allestita a Palazzo dei Diamanti, racconta e celebra il centenario di questo soggiorno nella città estense, che tanto ha influenzato l’immaginario simbolico dell’Artista. Dopo l’esperienza di Monaco, dove De Chirico studia i marmi classici e la pittura di Böcklin che ispirerà le sue prime opere, e quella di Parigi, segnata dall’incontro fortunato con Apollinaire e gli altri artisti della cerchia (tra cui Picasso, Braque, Jacob), Ferrara offre al pittore Giorgio de Chirico - Il Trovatore, autunno 1917 olio su tela, 57x91 cm. Collezione privata © by SIAE 2015

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una nuova dimensione: la piccola città di provincia, coi suoi ritmi sospesi e cadenzati, diventa un pozzo cui attingere soggetti e vedute. Le architetture della città e le sue grandi piazze deserte fanno capolino sulla tela ne “Le muse inquietanti” (1918), uno dei suoi quadri più famosi, fa da sfondo al palcoscenico occupato da enigmatici manichini il “castello di mastice rosso”, evidente riferimento al Castello Estense. Le opere prodotte in quegli anni sono per lo più di piccolo formato (che ben si adattava al lavoro serale nella sua stanza, dopo aver assolto agli oneri militari) e protagonisti sono, ora, oggetti inanimati: carte geografiche, strumenti da disegno, le case ferraresi, i dolci e i biscotti che vede nelle vetrine del ghetto (“La Révelation du solitaire”, “Natura morta evangelica”, “I progetti della fanciulla”). Le prospettive sono anguste, gli spazi ristretti, le aperture danno verso esterni astratti, in contrasto col forte realismo degli oggetti comuni e quotidiani composti in nature morte. Si crea così il

Sotto: Giorgio Morandi Natura morta (metafisica) 1918, olio su tela, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca © by SIAE 2015 Sopra: Giorgio de Chirico - Composizione metafisica 1916, olio su tela. Collezione privata © by SIAE 2015

doppio livello del quadro nel quadro, ne è un esempio “Interno metafisico con grande officina” (1916), che riproduce la fabbrica dei Fratelli Santini, così come appariva nella cartolina pubblicitaria dell’azienda. Ardengo Soffici scriverà per primo, nel 1914, della pittura di De Chirico, definendola una “scrittura di sogni”, capace di esprimere, attraverso la geometria studiata delle forme, le quinte teatrali e i colori semplici “la malinconia patetica di una fine di bella giornata in qualche antica città italiana”.

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English info

DE CHIRICO IN FERRARA Metaphysics and the avant-garde Ferrara Palzzo dei Diamanti 14 November 2015 – 28 February 2016

René Magritte Il volto del genio, 1926 Bruxelles, Musée communal d’Ixelles © by SIAE 2015

A Palazzo dei Diamanti la mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio, sarà poi trasferita alla Staatsgalerie di Stoccarda, che è tra gli istituti organizzativi insieme alla Fondazione Ferrara Arte e all’archivio dell’Arte Metafisica Milano/Berlino. La mostra è articolata in 12 sezioni tematiche, sotto la curatela di Paolo Baldacci e Gerd Roos, per un totale di oltre 70 opere presenti, che comprendono anche lavori di Carrà, Ernst, Dalì, De Pisis, Magritte, Morandi, Sironi. Acquerelli, disegni, collage e fotografie degli artisti che si ispirarono al maestro italiano: uno sguardo ampio ed articolato, quindi, sull’arte europea del primo ventennio del XX secolo, in cui la pittura metafisica ha avuto un ruolo cardine per i successivi sviluppi di ricerca, dal Dadaismo al Surrealismo. Federica Senigagliesi

René Magritte - La Condition humaine 1933, olio su tela, Washington, National Gallery of Art © by SIAE 2015

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A century after their creation, the rare metaphysical art masterpieces painted by Giorgio de Chirico in Ferrara between 1915 are 1918 are returning to their birthplace. The exhibition, organized by the Fondazione Ferrara Arte and the Staatsgalerie Stuttgart, in collaboration with the Archivio dell’Arte Metafisica and curated by Paolo Baldacci and Gerd Roos, commemorates this important period in Italian art and documents the profound influence these works had at the time on Carlo Carrà and Giorgio Morandi, and later, on the European avant-garde movements such as Dada, Surrealism, and New Objectivity. Their stay in this city brought about significant changes, as much for Giorgio’s painting and the themes that inspired him as for Alberto’s creations; in fact, it was in Ferrara that Alberto abandoned music for good to dedicate himself exclusively to writing. The exhibition, which includes approximately more than 70 works coming from prominent museums and collections from all over the world, has its fulcrum in the paintings De Chirico did during that small amount of time which was his Ferrara period. Broken up into thematic-chronological sections, the retrospective is enriched by a selection of paintings, ready mades, watercolors, drawings, collages, and photographs by the artists who took inspiration from the Italian master, where we can find surprising echoes and citations. The exhibition catalogue, the product of over thirty years of study and research, will feature essays by the greatest specialists in that historical period and will offer a complete look at this extraordinary period in Italian and European art.


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La pittura di De Chirico è una nuova visione, nella quale lo spettatore ritrova il suo isolamento e intende il silenzio del mondo.

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DE CHIRICO A FERRARA Metafisica e avanguardie 14 novembre 2015 - 28 febbraio 2016 Palazzo dei Diamanti, Ferrara

INFO T. +39 0532 244949 diamanti@comune.fe.it

tutti i giorni 9.00-19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.visitferrara.eu

René Magritte

Max Ernst - Justitia o Bottega di macellaio

Salvador Dalí - Gradiva retrouve les ruines anthropomorphes (fantaisie

1919, olio su tela, Collezione privata © by SIAE 2015

rétrospective) 1931-32, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza Dalì © by SIAE 2015

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L’enigmatico Paul Klee ed i suoi “Mondi animati”

Quest’è il senso dell’ora felice: io ed il colore siamo tutt’uno. Sono pittore.

Paul Klee

“L

’arte è l’immagine allegorica della creazione”: è

proprio questo concetto espresso da Paul Klee, uno degli artisti più enigmatici ed importanti del XX secolo, ad essere il fine ultimo della mostra in suo onore, inaugurata lo scorso 30 ottobre presso il MAN, Museo d’Arte della Provincia di Nuoro. Aperta al pubblico fino al 14 febbraio prossimo, patrocinata dalla regione Autonoma della Sardegna e dall’Ambasciata Svizzera in Italia, la mostra “Mondi animati” esibisce circa 50 opere dell’artista Klee, tra cui dipinti, acquerelli e disegni provenienti da collezioni pubbliche e private sia svizzere che italiane, dispiegando i risultati di un’indagine approfondita sull’intimo ed originale pensiero pittorico dell’Artista, quel “Bildnerische Denken” o “pensare visivo”, espresso “per” e “con” le immagini, che lo rende un pittore poeta, capace di fondere logos ed emozione, estraendo e trasformando in forma, con sapiente uso del colore e delle tecniche pittoriche, il sentimento provato di fronte al reale. La mo-

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stra analizza la fucina del pensiero poetante di Klee, quella forza motrice che, universale e unica, vivifica in un continuo divenire ogni realtà fenomenica esistente, dalla più piccola forma materica a quella più grande. L’animismo di Klee non può essere considerato un limite, ma la forza che permette alla sua mano di imprimere le forme reali ed

intrappolarle nelle sue opere. Questa trasmigrazione tuttavia, non le rende statiche: sono dei veri e propri mondi animati, messi in movimento perché generati e vivificati dal segno grafico del pittore, piccolo riflesso di quel principio vitale universale, fine costante della ricerca di Paul Klee. Questa creatura superiore indagata e presente oltre i veli

dei mondi fenomenici di cui è fatto il cosmo, si palesa in tutte le sue opere: in “Feigenbaum” (Fico) del 1929 o “Im Park” (Nel parco) del 1940, presenti nella mostra, o ancora nell’importante dipinto “Wohin?” (Dove?) del 1920, in acquarelli come “Sphinxartig” (Sfingiforme), in cui si intravede anche l’humor malizioso di Klee, realizzato nel 1919. Il principio

In alto: Paul Klee - WohinJunger Garten 1920, olio su carta su cartone Museo comunale città di Locarno A destra: Paul Klee - Getrübtes (Turbato) 1934, GAM Torino A sinistra: Paul Klee - Feigenbaum, 1929 acquarello, Collezione privata

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Paul Klee - Sphinxartig, 1919, Fondazione Richard and Uli Seewald

Quanto più la mia produzione procede in un senso ben definito, tanto meno esso mi soddisfa. E tuttavia questo fiume si trasforma in qualcosa di nuovo, assume l’estensione di un lago. Spero che non gliene manchi la profondità. Paul Klee, 1911 generativo insito in tutte le cose è ravvisabile, soprattutto, nelle opere che evocano esplicitamente il mondo dell’infanzia, atto questo che riflette la volontà dell’artista di rappresentare in maniera magico fiabesca, gli sconvolgimenti causati dagli studi fisici e di psicoanalisi a

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lui contemporanei: come in “Hier der bestellte Wagen!” (Ecco la carretta richiesta) del 1935, “Getrübtes” (Turbato) del 1934 (proveniente dalle collezioni della GAM di Torino), “Gebärde eines Antlitzes” (Espressioni di un volto) del 1939 (proveniente dalla collezione del Museo del Terri-

torio Biellese). L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo che include saggi dei curatori della mostra, Pietro Bellasi, Guido Magnaguagno e Raffaella Resch, oltre alla riproduzione completa delle opere esibite ed un apparato bio-bibliografico dell’artista. Mario Gambatesa


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PAUL KLEE Mondi animati 30 ottobre 2015 - 14 febbraio 2016 MAN Museo d'Arte della Provincia di Nuoro, Nuoro INFO T. +39 0784 252110 fax. 0784 36243 info@museoman.it

da martedì a domenica 10.30-13.00 da martedì a domenica 15.00-19.00 Chiuso il lunedì

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A destra: Paul Klee - Mit der Gaslampe, 1915 Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma In basso: Paul Klee - Hier der bestellte Wagen, 1935 Collezione privata M.Carpi

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Gillo Dorfles. Essere nel tempo Eclettismo e contaminazione a superamento di tradizione ed avanguardia

D In alto: Gillo Dorfles Senza titolo, anno 1930 china su carta, 22,7x14,2 cm. A destra: Gillo Dorfles Milano,1966. Fotografie Ugo Mulas ©Eredi Ugo Mulas Tutti i diritti riservati

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al 27 novembre 2015 al 30 marzo 2016, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, con la mostra antologica

“Gillo Dorfles. Essere nel tempo”, rende omaggio ad un protagonista indiscusso del panorama culturale italiano. La sua produzione artistica torna, oggi, ad essere oggetto di crescente attenzione da parte di critica e pubblico; il clima culturale si dimostra, infatti, favorevole all’eclettismo esistenziale di cui Dorfles, in un’avventura esistenziale dominata dall’intreccio tra arte e critica, si rende portatore. Skira Editore, che ha appena pubblicato il saggio a lui dedicato “Gli artisti che ho incontrato”, a cura di Luigi Sansone, è editrice anche del catalogo della mostra, arricchito da scritti di Umberto Eco e dello stesso Sansone.


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Gillo Dorfles, nato a Trieste nel 1910, ha occasione, fin da giovanissimo, di entrare in contatto con una città che brilla per vocazione mitteleuropea: qui conosce Umberto Saba, Bobi Bazlen e Italo Svevo, che contribuiscono alla maturazione della sua vocazione artistico-letteraria. Dopo la laurea in medicina a Milano e la specializzazione in psichiatria a Roma, trascorre gli anni della Seconda guerra mondiale nelle campagne toscane, dedicandosi alla pittura ed alla produzione delle prime terrecotte. Nell’immediato dopoguerra scrive di arte ed estetica e, nel 1948, fonda con Monnet, Soldati e Munari, il “Movimento per l’Arte Concreta”, come moto di liberazione dalla dittatura italiana del figurativismo; in qualità di critico ed estetologo, si rende interprete attivo delle nuove istanze teoriche e critiche all’origine di astrattismo e concretismo, senza temere sconfinamenti nei territori del nascente design e delle fenomenologie del consumo di massa. Nel 1955 intraprende, come libero docente di Estetica, la carriera universitaria a Milano, Trieste e Cagliari ed è visiting professor in numerose università statunitensi. Negli anni Settanta, a causa degli impegni didattici e dell’intensa produzione critica, l’attività grafica sostituisce quasi completamente quella pittorica, poi ripresa a partire dai primi anni Ottanta. La mostra, curata da Achille Bonito Oliva, con il coordinamento scientifico di Fulvio Caldarelli e Maurizio Rossi, sa rendersi eccellente interprete delle sue due anime distinte, dei due differenti modi di vivere la relazione con il tempo: da un lato la sua vivacità espressiva autarchica e personalissima, imperturbabile di fronte all’avvicendar

In alto: Gillo Dorfles - Composizione con cresta - anno 1949 olio su tavola, 50x33 cm, CSAC, Università di Parma, Sezione Arte In basso a sinistra: Gillo Dorfles - Composizione turchese anno 1955, olio su tela, 65x50 cm. In basso a destra: Gillo Dorfles - Composizione con segno arancione anno 1957, olio su tela, 50x40 cm

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si di avanguardie e correnti artistiche; dall’altro, lo sguardo di chi indaga le oscillazioni del gusto, le evoluzioni estetiche e comportamentali del suo tempo. Gillo Dorfles viene offerto ai visitatori in un allestimento totalizzante: ne sono protagoniste oltre 100 opere, alcune delle quali esposte per la prima volta: dipinti, disegni e opere grafiche, ma anche una selezione di ceramiche e gioielli. Un inedito percorso attraverso il tempo, dalle creazioni più recenti, (inclusi tre dipinti realizzati nell’estate 2015, all’età di 105 anni), alla fondazione

del Movimento per l’Arte Concreta, fino agli esordi giovanili degli anni Trenta. L’esposizione è completata da due sezioni dell’allestimento che diventano occasione per ripercorrere oltre un secolo di storia: “Istantanee” è la sezione documentaria che raccoglie un ricchissimo repertorio fotografico e il corpo inedito dei carteggi; “Previsioni del tempo” è la sezione intitolata allo sguardo lungimirante del protagonista: citazioni tratte dalla produzione saggistica, estratti di filmati e postazioni audio che ripro-

Riuscire a capire le trasformazioni etiche, estetiche e filosofiche del tempo è la capacità che andrebbe più a lungo mantenuta.

Gillo Dorfles

English info

GILLO DORFLES - A life of the times Museo d’Arte Contemporanea - Roma 27 November 2015 - 30 March 2016 From 27 November 2015 to 30 March 2016, MACRO, the Rome Contemporary Art Museum, is to host the exhibition Gillo Dorfles, A life of the times curated by Achille Bonito Oliva, with technical coordination and exhibition design by Fulvio Caldarelli and Maurizio Rossi: the first anthological exhibition to pay tribute to the opera omnia of a historic father of Italian visual culture, covering artistic output, critical thinking and aesthetic theories. The exhibition is organised by the Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, with the patronage of MiBACT, and coordinated by the Centro interdisciplinare di ricerca sul paesaggio contemporaneo in collaboration with Zètema Progetto Cultura. Gillo Dorfles, artist and art critic, two separate mindsets, two different relationships with time. On the one hand the times of the inner world with his highly personal and independent liveliness of expression, unshakable in the face of the various events of artistic and avantgarde movements. On the other hand the times of the outside world, the movable horizon of history and his observations exploring the variations in taste and the aesthetic and behavioural developments of the present which are a feature of every age. Over 100 works, some of which displayed for the first time: paintings, drawings and graphic artwork and also a selection of ceramics and jewellery. A new journey through time, from the more recent creations (including three new paintings produced in the summer of 2015) to the founding of the Concrete Art Movement (the exhibition also displays original documents and historic catalogues of the first exhibitions) back to his debut at a young age in the Thirties. A vast display in which the time coordinates given tend to fade away in the synchronisation of a long and still evolving present. Gillo Dorfles - Perplessità, anno 2000, acrilico su tela, 140x100 cm. Collezione privata

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pongono interventi radiofonici. Fa parte del progetto di allestimento il segno grafico che sigla l’immagine coordinata della mostra: la lettera “d” che campeggia da sola nello spazio. La sua silhouette, con il tratto verticale a rappresentare una virtuale linea del tempo senza fine, è segno di una personalità che trascende le convenzioni; è proprio qui che si colloca l’“essere nel tempo” di Gillo Dorfles, lungo il costante divenire del suo segno. Lucia Garnero

GILLO DORFLES Essere nel tempo 27 novembre 2015 - 30 marzo 2016 Museo d’Arte Contemporanea - Roma INFO T. +39 060608 da martedì a domenica 10.30-19.30 Chiuso il lunedì

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Anche nell’arte domina l’esibizionismo. Gli artisti diventano eroi semiologici che creano pseudo-opere vistose e perciò riconoscibili. Sicché tutto si equivale e si dissolve.

Gillo Dorfles

Gillo Dorfles - Senza titolo, anno 1952, monotipo e tecnica mista su carta, 57x47 cm.

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Marc Chagall ed il racconto delle sue opere A Brescia “l’incontro” tra Dario Fo e l’Artista russo

A Parigi non cercavo indirizzi di accademie, non cercavo di incontrare maestri. Era la città stessa a insegnarmi: le sue strada, i commercianti nei mercati all’aperto, i camerieri nei caffè, guardie, contadini e operai.

Marc Chagall

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ue grandi artisti, due menti straordinarie ed eclettiche per una mostra imperdibile: Marc Chagall e Dario Fo, insieme nel museo di Santa Giulia a Brescia. Il progetto, ideato da Fondazione Brescia Musei, con la curatela di Eugenia Petrova (attuale direttrice del Museo di Stato Russo) è tanto semplice quanto originale: raccontare Chagall attraverso le immagini realizzate da Dario Fo appositamente per l’evento. Una terza dimensione espositiva ed interpretativa, dunque, un modo diverso di fare mostra, nato dall’unione dei due percorsi di vita ed artistici, così affini nell’amore per la libertà, nel rifiuto dell’arroganza del potere, nell’attenzione per gli ultimi e per le loro piccole, preziose storie. L’incontro tra i due (che non si sono mai conosciuti di persona) avviene nel secolo scorso, quando Fo, già diplomato all’Accademia di Brera, si reca a Parigi e lì, durante la grande retrospettiva europea del 1947 al Musée National d’Art Moderne, scopre le opere del pittore russo:

Marc Chagall - Gli amanti in blu, 1914 gouache e pastello su carta, 49x44 cm. Collezione Privata © Marc Chagall®, by SIAE 2015

“Chi è? Ho paura. No voglio conoscerla, avvicinarmi a lei. Ma già sta congedandosi da Thea. Mi guarda appena e se ne va. Usciamo, Thea e io, a passeggio. Sul ponte la incontriamo di nuovo. È sola. Completamente sola. Bruscamente sento che non è con Thea che dovrei essere ma con lei! Il suo silenzio è il mio. I suoi occhi, i miei. È come se mi conoscesse da sempre, come se sapesse tutto della mia infanzia, del mio presente, del mio avvenire; come se vegliasse su di me, mi capisse perfettamente, sebbene la veda per la prima volta. Sentii che era lei la mia donna. Il suo colorito pallido, i suoi occhi. Come sono grandi, tondi e neri! Sono i miei occhi, la mia anima. Thea mi parve indifferente, straniera. Sono entrato in una casa nuova e non ne sono più uscito.” Tratto da “Ma vie”, Marca Chagall, 1921 Traduzione di Massimo Mauri

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Non esagero, devo ammettere che mi ero innamorato della pittura di quell’artista russo e ho studiato in profondità il suo modo di stendere il colore, la leggerezza del suo disegno senza dimenticare la forza drammatica che metteva in certe opere.

così racconta il Premio Nobel per la Letteratura nel suo testo-spettacolo dedicato a Marc Chagall. Fo si dedicherà in seguito prevalentemente al teatro, ma la pittura resterà sempre il suo primo amore e Chagall il suo punto di riferimento e d’ispirazione. L’esposizione di Brescia, in corso fino al prossimo 15


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Dario Fo - Bella rincorsa nell’aria 2015, tecnica mista su tavola, 90x60 cm. Archivio Franca Rame e Dario Fo ©Bloom Fotografia

“I due dipinti che hanno per titoli “Bella rincorsa nell’aria” e “Un colpo di vento e Bella raggiunge il cielo”, sono sequenze tratte dal famoso dipinto a cui Chagall ha dato il titolo di “Promenade”, cioè “La passeggiata” dove la sua giovane moglie si leva in volo trattenuta dal pittore. In queste due tele un colpo di vento strappa la giovane Bella dalle mani di Marc che, disperato, la insegue sperando di riuscire a riportarla al suolo.”

“Quando chiesi a Dario Fo di raccontare il mondo e la vita di Marc Chagall semplicemente accettò. Punto. Sapeva perché e, generoso come mai mi è capitato di conoscerne, ha lavorato giorno e notte per rendere omaggio al maestro da maestro. Dando e pretendendo il tu da Chagall e da me.”

Luigi Di Corato

Dario Fo -I ritmi e il colore di Chagall 2015, tecnica mista su tavola, 56x45 cm. Archivio Franca Rame e Dario Fo ©Bloom Fotografia

“Fin dall’infanzia dimostravo una grande passione per il disegno e la pittura, così a diciassette anni mi presentai per essere ammesso all’Accademia d’Arte di San Pietroburgo, ma venni respinto. Tornando a casa incontrai Bella, era la mia ragazza e a lei spiegai che la bocciatura me la dovevo aspettare, giacché non ero preparato per un esame del genere, non avevo mai fatto disegni di nudo. Eravamo giunti nella mia camera e lei mi disse: “Se vuoi ti faccio io da modella”. E così immediatamente si spogliò e a me riuscì di dipingere la mia prima immagine di una ragazza desnuda.” Marc Chagall

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febbraio, pone l’accento proprio sugli anni formativi di Chagall, dal 1907, quando si trasferisce a San Pietroburgo per studiare pittura all’Accademia di Belle Arti, al 1924, quando emigra con la famiglia a Parigi, che già lo aveva accolto in un primo soggiorno nel 1910. In quel periodo inizia a scrivere anche la sua autobiografia “Ma vie”, da cui sono tratti i brani che intervallano il percorso della mostra, composto da 33 opere (17 dipinti e 16 disegni) e un paio di taccuini originali con poesie e bozzetti. Tra i lavori esposti, alcuni dei suoi più conosciuti ed emozionanti quadri: “Gli amanti in blu”, “La passeggiata”, “L’ebreo in rosa”, “Mio padre e la nonna”. I soggetti di questi anni appartengono alle sue radici e alla sua quotidianità, al piccolo villaggio natio di Vitebsk, dove la gente conduceva una vita umile, scandita dal lavoro nei campi, dal gioco spensierato dei bambini per la strade e dai canti tradizionali dell’ebraismo ortodosso. I colori sono decisi, vivaci, carichi, la resa della realtà è già fiabesca, immaginifica, onirica: in questo Marc Chagall e Dario Fo si somigliano, nella loro speciale, un po’ folle, visione poetica e fanciullesca del mondo. I dipinti del “giullare” Fo corrono accanto a quelli del pittore russo, in un percorso parallelo e complementare: 18 disegni (oltre ai bozzetti preparatori) che narrano le tappe salienti della vita del maestro, in un magico processo di immedesimazione con l’altro che è, senza dubbio, il punto di forza di questa mostra. Federica Senigagliesi MARC CHAGALL Anni Russi 1907-1924 20 novembre 2015 - 15 febbraio 2016 Museo di Santa Giulia, Brescia INFO T. +39 030.2977833-834 santagiulia@bresciamusei.com

da martedì a venerdì 9.30-17.30 Sabato e domenica 9.30-19.00 Chiuso il lunedì

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito chagall.bresciamusei.com

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MARC CHAGALL - Russian years 1907-1924 Con un racconto per immagini di Dario Fo Santa Giulia Museum - Brescia 20 November 2015−15 February 2016 Marc Chagall is the subject of a remarkable new exhibition in Brescia at the Santa Giulia Museum, 20 November – 15 February. This highly original project features in parallel two absolutely unique, fascinating and unsettling personalities. The great artist and the masterpieces from his Russian years are enhanced by an outstanding tribute that could only be the work of Dario Fo, Nobel Prize winner. This is indeed an encounter between two geniuses. On one hand Marc Chagall, lyrical and surreal painter, protagonist of 20th century art. On the other, Dario Fo, Nobel Prize for literature, dramatist, writer – and also a painter in love with Chagall, to whom Fo feels particularly close in his taste for fantasy, paradox, the surreal and the impossible. The dialogue takes the form of two expositions, separate but closely linked: the first features the works of Marc Chagall, narrated by the artist himself by means of a series of passages from his autobiography Ma Vie, written in 1921 and 1922. In the second, Dario Fo recounts Chagall’s works in his own writings, illustrated by drawings and paintings that were created especially for the Brescia exhibition. The exhibition Marc Chagall. Russian years 1907-1924 was organised by Brescia Council and the Brescia Museums Foundation, in collaboration with the Russian State Museum of Saint Petersburg and with the participation of Giunti Arte Mostre e Musei, and curated by Eugenia Petrova, director of the Russian State Museum. It follows the painter’s life from childhood to early adulthood, up until his move to Paris. The exhibition contains 33 works, 17 paintings and 16 drawings – as well as two notebooks of drawings and poems, recently found and here on public display for the first time – that date to between 1907 and 1924. The period under examination is that when Chagall left Vitebsk, his birthplace and the real subject of his earliest works, going first to Saint Petersburg where he studied at the Russian Fine Arts Academy, and then to Paris, where he came into contact with the artistic community of Montparnasse and to which he moved with his wife Bella in 1923. Here on public display are several of Marc Chagall’s most important masterpieces, fundamental works for understanding the Russian master’s artistic development, such as Vitebsk Window (1908), Blue Lovers (1914), Promenade (1917-1918), Red Jew (1915) and many others. As well as the Chagall exhibition, visitors have the opportunity to experience another unique event that was specially designed and created for this occasion. Nobel Prize winner Dario Fo has produced no less than 20 paintings accompanied by 15 preparatory sketches and an account of Marc Chagall’s life and work. This remarkable pictorial narrative and tribute to Marc Chagall will be celebrated in a single lecture-performance on 16th January 2016 at Brescia’s Teatro Grande. On this occasion the publishing house GAMM Giunti will release a catalogue in two volumes, each containing all the exhibited works plus texts by Marc Chagall, Eugenia Petrova and Dario Fo.


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Marc Chagall - L’ebreo in rosa, 1915, olio su cartone, 80,5x100 cm - Museo di Stato Russo, San Pietroburgo © Marc Chagall®, by SIAE 2015

“In qualche luogo, laggiù in fondo, sono seduti ad attendermi dei rabbini in verde, dei contadini nei loro bagni, degli ebrei rossi, buoni, intelligenti, con le mazze, i sacchi, nelle strade, nelle case e perfino sui tetti. Essi mi attendono, io li attendo, noi ci attendiamo.” Tratto da “Ma vie”, Marca Chagall, 1921 Traduzione di Massimo Mauri

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Da Raffaello a Schiele, da Budapest a Milano: la cultura europea scritta dall’Arte

In alto a destra: Peter Paul Rubens (Siegen 1577 - Anversa 1640) Anthonis Van Dyck (Anversa 1599 - Londra 1641) - Muzio Scevola davanti a Porsenna 1618-1620 ca. - olio su tela, 187x156 cm ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

Sotto: Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (Venezia 1697 – 1768) - Molo a Dolo, 1756 ca. olio su tela, 30,5x44,5 cm. ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

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allo scorso 17 settembre 2015, la mostra “Da Raffaello a Schiele”, ha trasformato il magnifico Palazzo Reale di Milano in un vero e proprio tempio dell’arte, offrendo ai visitatori un pregiato ed eccezionale percorso visivo della florida bellezza artistica europea, dal Cinquecento

al Novecento: la mostra, articolata in otto sale, esibisce oltre 76 capolavori dei maestri dell’arte occidentale, provenienti dal ricco Museo di Belle Arti di Budapest, creando un percorso narrativo, che si inserisce armoniosamente, come se fosse il pezzo mancante atteso, tra le altre collezioni di Palazzo Reale e del Museo del Novecento milanese. La mission


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In alto: Vincent van Gogh - Balle di fieno 1888 - Museum of Fine Arts, Budapest

Claude Monet - Tre barche da pesca - 1885, olio su tela, © Museum of Fine Arts, Budapest

dell’evento, inaugurato, non per caso, durante l’Expo, è di dare risonanza mondiale alla volontà di una maggiore collaborazione fra i musei internazionali e di omaggiare l’arte, come aggregante dei Paesi Europei in un unico popolo dalla storia e genialità antica. Quattrocento secoli di storia e di identità culturale si racchiudono in unico luogo: nella prima sala espositiva, viene rappresentato l’Alto Rinascimento Italiano attraverso opere come l’armoniosa “Madonna Esterhazy” di Raffaello; nella seconda sala, si approda nella bella Venezia del XVI secolo, rappresentata dalla originalità nella luce e colori della “Cena in Emmaus” di Tintoretto.

La terza sala rappresenta il Rinascimento in Europa: opere di maestri fiamminghi italiani e tedeschi, sono affiancate a dipinti dal soggetto sacro, per narrare il mutamento sociale provocato dalla Riforma luterana e la Controriforma. La quarta sala, capeggiata dalla “Scena di osteria” di Velazquez in confronto con Rubens e il suo “Muzio Scevola davanti a Lars Porsena”, avvia la parte della mostra dedicata al primo Seicento e al Barocco, che continua nella quinta sala, attraverso il confronto tra le opere dei maggiori esponenti delle scuole d’arte seicentesche: da Claude Lorrain a Antoon van Dyck, fino al disegno “Saskia van Uylenburgh seduta ac-

Rembrandt Harmensz van Rijn - Donna con bambino spaventato da un cane, 1635-1636 penna e inchiostro marrone, 18,2x14,5 cm. ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

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DA RAFFAELLO A SCHIELE Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest 17 settembre 2015 - 7 febbraio 2016 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 54911

www.daraffaelloaschiele.it

lunedì 14.30 - 19.30 martedì, mercoledì 9.30-19.30 venerdì, domenica 9.30-19.30 giovedì e sabato 9.30-22.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.daraffaelloaschiele.it

Sopra: Parmigianino - Donna che impasta 1524-1533, Sanguina, 18,6x12,4 cm. ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

In basso a destra: Leonardo Da Vinci Studi per zampe di cavallo, c.1490 Carboncino, 21,3x14,5 cm ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

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bracciano”, raccontano l’Impressionismo fino alle Avanguardie del Novecento, concludendo anche il percorso espositivo. Aperta fino al prossimo 7 febbraio, la mostra diventa un’occasione unica che offre ai visitatori un viaggio alla scoperta delle radici antiche dell’identità culturale canto a una finestra” di Rembrandt. La se- dell’Occidente, scritta dall’impareggiabista sala, racconta il Settecento, attraverso le penna dell’arte. il dipinto di Giambattista Tiepolo, “San Mario Gambatesa Giacomo Maggiore il vittorioso”, il vedutismo veneziano di Canaletto con “Molo a Dolo”, e tre opere di Goya. Nella settima sala, artisti come Joszef Rippl-Ronai, Rodin e l’italiano Segantini rappresentano il Simbolismo europeo. Nell’ottava ed ultima sala, opere come “Tre barche da pesca” di Monet, “Buffet” di Cézanne, Jeanne Duval, la meravigliosa amante di Charles Baudelaire immortalata in “Donna con il ventaglio” di Edoaurd Manet, il “Giardino in inverno a Nuenen” di Van Gogh e l’acquerello Di Schiele “Due donne che si ab-


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Vincent van Gogh - Balle di fieno, 1888, matita, inchiostro marrone e calamo, 24,1x31,9 cm ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

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DA RAFFAELLO A SCHIELE Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest Palazzo Reale - Milano 17 September 2015− 7 February 2016 From Raphael to Schiele marks a new departure for the

programme of exhibitions at the Palazzo Reale in Milan: the organization of exhibitions of the most important gallery collections in the world, which the general public may not be familiar with and which may not be easily accessible. The Budapest Museum of Fine Arts (Szépmű vészeti Múzeum) houses one of the finest collections of works of art in the world, with masterpieces from the Middle Ages to the 20th century. During Expo Milan 2016, 76 works from the collection will travel from Budapest to be exhibited in the rooms of the Palazzo Reale in Milan from 17 September 2015 to 7 February 2016. Of these works of art, eight drawings will be rotated with others, for conservational reasons, during the exhibition. Together with four bronze models they comprise preparatory works for paintings and sculptures by great artists such as Leonardo, Rembrandt, Parmigianino, Annibale Carracci, Van Gogh, Heintz and Schiele. It is a unique opportunity to admire a carefully selected group of works of art from the most important gallery in the Hungarian capital and to be taken on a journey of the history of art from the 16th century to the 20th century.

Raffaello, Tintoretto, Durer, Velasquez, Rubens, Goya, Murillo, Canaletto, Manet, Cezanne, Gauguin and many other great artists will be represented by beautiful works such as the stunning Salomé by Lukas Cranach the elder, Jael and Sisera by Artemisia Gentileschi, the Sirens by Rodin and the Three Fishing Boats by Monet. the Penitent Mary Magdalene by El Greco, Landscape by Lorrain, Married Couple by van Dyck, and Saint James by Tiepolo. The exhibition, curated by Stefano Zuffi, has been put on with the support of Milan city council and produced and organized by Palazzo Reale in Milan, Arthemisia Group and 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaboration with the Fine Arts Museum of Budapest and the National Museum of Hungary. It will run from 17 September 2015 to 7 February 2016 at the Palazzo Reale. As the assessor for culture, Filippo Del Corno said, “FollowinThe exhibition follows the same layout as the great Hungarian museum and room after room the body of works reveals “the great beauty” of the art, thus presenting the public with an “ideal” gallery in which to admire the wonders of the 16th, 17th and 18th centuries including the Age of the Baroque, Symbolism, Expressionism and the Avant-garde movements.

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Vittorio Valente

Arte&Scienza del non visibile ad occhio nudo

...come una cellula per creare un tessuto ha bisogno di tante altre cellule, così una mia Griglia ha bisogno di tante Griglie per creare l’opera completa... Vittorio Valente

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stigiano di nascita, ma genovese d’adozione, Vittorio Valente è l’Artista del “non visibile ad occhio nudo”. Le sue opere sono all’apparenza molto semplici: che siano riflessi colori sgargianti o trasparenze, esse nascondono e portano in luce tutto il mondo del micro. L’attività in Microbiologia porta a Valente determinate riflessioni che hanno spinto la sua vena artistica e quella di comunicatore alla rappresentazione del mondo organico e naturale (indagato dal microscopio), con l’utilizzo di un materiale inusuale per la normale espressione artistica: il silicone. Una produzione artistica la sua, che collega e fa dialogare l’Arte con la Scienza, la rappresentazione delle cellule, mai statiche nel loro evolversi.

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Possiamo datare l’inizio del suo percorso verso il 1985, con la realizzazione delle prime opere “Griglia”, vetrini di laboratorio che intrappolano catene di DNA e di RNA in silicone colorato. Queste sono le primissime opere in cui viene utilizzato il silicone, la pittura che diventa pittoscultura con la forte matericità, non solo della materia prima utilizzata, ma soprattutto del pensiero che Valente sta iniziando ad esprimere. Una ricerca che mixa letteratura e cinema volto alla fantascienza con le sue esperienze in laboratorio, dove può vedere

microorganismi, cellule, batteri unirsi, trasformarsi e trasformare. Nei primi anni ‘90 l’esperienza con il gruppo “Arte come evocazione”, guidato da Claudio Costa, per poi diventare lui stesso uno dei fondatori di Cracking Art nel 1993, un movimento che cerca di superare le contraddizioni (reali o apparenti) tra artificiale e naturale. Insieme a lui Omar Ronda, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti, che con la mostra “Epocale” (Milano 1993), sottolineano il forte impegno sociale e

Composizione di griglie silicone su tela, 30x30 cm. (modulo)

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Gli indefinibili silicone su legno anno 2015

...le opere di Valente sono in finta pelle umida, oleosa, artificiale; corpi puntinati da escrescenze carnose come il decorso di una malattia infettiva. Luca Beatrice ambientale unito all’uso di materiali plastici, raccontando della relazione tra naturale e artificiale. “Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica. Per gli artisti appartenenti a questa corrente, Cracking è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l’organico in sintentico. Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove.” Concluso il capitolo col gruppo, Vittorio

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Valente prosegue la sua carriera artistica, senza mai abbandonare la sua materia prima per eccellenza, creando superfici ingannevoli: l’apparenza dura, pungente e grezza, la realtà sgargiante e morbida al tatto che cattura la nostra attenzione e si lascia accarezzare, contaminandoci. La parola “contaminazione” non è utilizzata fuori contesto, poiché nella produzione di Valente sono visibili non solo quelle cellule che tutto compongono, da unire per creare, ma anche virus e batteri. Sua firma stilistica il modulo a goccia,


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goccia come cellula, unita l’una alle altre in una griglia ordinata a creare una superficie: superficie come Derma, radice etimologica greca di “pelle”, diventata chiave della sua Arte. “Dermascheletri” e “Dermastrutture” sono due delle sue serie che rappresentano le architetture anatomiche di creature animate e non, utilizzando il ferro come scheletro ed il silicone come derma. Nascono poi i “Contenitori di corpi” (nel 2005 le prime “sedie”), la quotidianità umana che irrompe nell’Arte di Valente anche con gli oggetti, catturando la fiducia con forme innocue e riconoscibili che invitano

all’interazione con esse, rappresentanti in realtà microrganismi ingranditi che contaminano lo spettatore che non può resistere ad accarezzare la forma o ad utilizzarla. Da non dimenticare i “Gioielli” (20042005), le sue “Virus Caramelle”, opere del 2014, e le opere nate dalla ricopertura di caschi, biciclette ed automobili con il Derma siliconico di Vittorio Valente. Il suo percorso artistico è in continua evoluzione, i suoi elementi vengono modificati, abbandonati o rielaborati, come nel caso delle ultime serie di “Griglia”, nome già conosciuto all’inizio della sua

Griglia silicone colorato su vetrini, anno 1985, 50x60 cm.

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Griglia, silicone su tela, anno 2015, 80x80 cm.

L’interagire con l’opera d’Arte ci spinge ad una riflessione ed ad una rilettura più profonda del lavoro di Valente; si comprende solo in un secondo momento che siamo stati ingannati, che l’aspetto giocoso non è altro che un tranello architettato per spingerci ad entrare nella dimensione in cui questi lavori esistono. Igor Zanti

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Contenitori di Corpi

Contenitori di Corpi

carriera, ritornato come titolo delle opere più recenti, a collegare momenti artistici che all’apparenza sembrano così diversi, in realtà uniti dal pensiero mai mutato dell’Artista, che mostra a tutti noi quello che lui poteva scoprire attraverso il microscopio, in una continua comunicazione all’uomo, di ciò che è l’uomo. Vincenzo Chetta A destra “Marilyn” realizzata da Vittorio Valente per l’esposizione “Marilyn per sempre” a cura di GlobArt Gallery di Acqui Terme (AL) Nel mese di marzo presso GlobArt Gallery verrà inaugurata la mostra personale di Vittorio Valente. INFO www.globartgallery.it

Contenitori di Corpi Live Perfomance di Vittorio Valente durante ART Parma 2015 a cura di Galleria Centro Steccata, Parma.

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C&G

di Cicognini Tiziana & C. snc

Forniture cornici e repliche d’arte ingrosso e dettaglio

Serafina Pulvirenti Vittoriana Mascheroni

Mario Attili

Giancarlo Maini

Vittorio Grisani

Ornella Righi

La ditta dal 1967 si occupa di repliche d’arte, alle quali, in seguito, ha affiancato la produzione di cornici confezionate per soddisfare la richiesta di clienti quali gallerie d’arte, collezionisti, alberghi, agriturismi ed altre grandi comunità. Una bella cornice è un valore aggiunto per qualsiasi quadro. In ognuna delle nostre cornici c’è il frutto della passione per il nostro lavoro ed una costante ricerca di modelli e finiture tanto da essere diventati punto di riferimento per molti pittori, circoli e scuole d’arte.


Visita la galleria online di artisti contemporanei sul sito www.cicogninitiziana.it

Walter Cipriano

Dario Vitale

Lorenzo Bovo Bruna Bonelli

Gianni Pontiroli

Sergio Brocchetta

C&G di Cicognini Tiziana & C. snc - Via Umberto Giordano, 3 - 29015 Castel San Giovanni (PC)

Tel. e Fax +39.0523.849214 - Cell. 348.8562508 - 348.8562509 - www.cicogninitiziana.it - cicogninitiziana@interfree.it


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BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition

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lla fine dello scorso anno si è tenuto il consueto concorso artistico invernale indetto da Biancoscuro, in palio un premio finale di grandissimo valore: la partecipazione ad Art Innsbruck 2016 e la pubblicazione abbinata sulla copertina Over the Cover. La Giuria, composta da alcuni nomi della Redazione, da Galleristi ed esperti d’Arte, ha compiuto una prima selezione fra le opere partecipanti, scegliendone 25 e allestendo una mostra delle stesse presso il rinomato Cascina Lanè di Baldichieri d’Asti, agriturismo di pregio sito nel Monferrato, zona dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Le opere sono potute così essere analizzate ed ammirate anche “dal vivo”, per poter decretare quale fra tutte fosse la vincitrice. La mostra, aperta il 14 dicembre 2015, ha dato modo alle opere selezionate di godere della grande visibilità del locale, ottenendo gli sguardi ed i commenti non solo di chi guarda all’Arte come espressione della semplice estetica, ma anche di tanti personaggi di spicco, del luogo e non, estimatori e collezionisti.

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Sono stati selezionati per la mostra presso Cascina Lanè: Adele Arati, Antonio Scaramella, Arianna Fugazza, Carlo Cammarota, Dory Catapano, Elsa Scuzzarello, Ennio Bastiani, Enrico Ibba, Fiorella Gelain, Gabriele Scarrozzi, Giorgio Donders, Giuseppe Portella, Graziella Mori, Isabella Bruno, Ivano Parolini, Laura Ronchi, Marco Temperino, Maria Amelia Vizotto, Olga Niescier, Rita Vitaloni, Roberto Parmagnani, Santo Lavorato, Sebastiano Altomare, Tove Andresen, Zibbo. Il giudizio finale della Commissione è stato reso noto il 17 gennaio 2016, durante il Pranzo Biancoscuro, organizzato ogni anno per augurare agli Artisti ed agli addetti ai lavori un nuovo anno ricco di vera Arte. Con il brindisi finale sono state festeggiate Olga Niescier, vincitrice del BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition 2015, che si è aggiudicata la partecipazione ad Art Innsbruck e la pubblicazione sulla Over the Cover di Biancoscuro #14 con l’opera “Speak to the earth and it shall teach thee…”, e a sorpresa Adele Arati e Rita Vitaloni, vincitrici della pubblicazione su pagina intera su BIANCOSCURO, premio speciale assegnato per la grande attenzione che il pubblico vi ha dedicato e per il punteggio della Giuria, di poco distante dall’opera vincitrice. Biancoscuro ringrazia per l’accoglienza e la cortesia tutto lo staff di Cascina Lanè, Secondina, Viviana, Franco, Alessandro ed il piccolo Lorenzo che già suggerisce i dipinti preferiti. BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition vi dà l’arrivederci ad ottobre 2016. Rebecca Maniti

Nelle foto alcuni momenti della giornata, sul sito ufficiale le foto dei 25 artisti selezionati: artcontest.biancoscuro.it/selezionati-winter-edition-2015

Inquadra il QR per vedere su Facebook tutte le foto delle opere selezionate ed esposte

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ArtParma Fair 4ª edizione con importanti novità

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rt Parma Fair, Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, ritorna a Parma, luogo molto sensibile all’Arte con un pubblico scelto e interessato, come di consueto per due week end, il 27 e 28 febbraio e il 4-5-6 marzo 2016. Nell’edizione 2016 una novità: l’unione con NEF (Nord Est Fair già organizzatori di ArtePadova e ArteGenova), che apporterà sicuramente un incremento del livello qualitativo. L’unione di queste due realtà insieme agli investimenti mirati a livello promozionale, puntano a portare Art Parma Fair tra le TOP Fair d’Italia diventando una manifestazione al livello di molte altre che già esistono da decenni, sia per qualità delle Gallerie partecipanti, sia per l’indiscusso valore delle opere esposte, che per il livello dei collezionisti presenti. Il logo Art Parma Fair accompagna la campagna promozionale di mercanteinfiera e dell’Italian Golf Show, oltre ovviamente a pubblicità sulle riviste d’Arte e sui canali di comunicazione dedicati. Il logo Art Parma Fair, infatti, è già visibile da mesi percorrendo l’autostrada che passa davanti al Quartiere fieristico di Parma, la cartellonistica che reca ben visibile Art Parma Fair, accanto all’Italian Golf show con cui si dividerà il padiglione e ovviamente a mercanteinfiera. Nell’edizione 2016 un’importante evento collaterale, intitolato SIRONI Pittura - Illustrazione - Grande decorazione - Opere dal 1914 al 1960 curato dalla Galleria Cinquantasei di Bologna, di interesse sicuramente sia per il pubblico di mercanteinfiera sia per quello di Art Parma Fair, fungerà infatti da volano e da trait d’union tra le due manifestazioni che lo richiameranno come appuntamento da non

artmagazine.biancoscuro.it

perdere in tutta la comunicazione e la campagna promozionale. BIANCOSCURO è confermato per la quarta volta consecutiva media partner ufficiale e sarà presente come di consueto con il suo stand editoriale e con la sua selezione di talentuosi artistici contemporanei. Per il 2016 BIANCOSCURO ha indetto un’edizione speciale dell’Art Contest, per selezionare 13 artisti che esporranno ad Art Parma Fair nei 2 week end selezionati. Tra le opere selezionate ed esposte ad Art Parma Fair, verrà scelta la più ammirata dal pubblico dei collezionisti, in premio la pubblicazione sulla COPERTINA di BIANCOSCURO Vincenzo Chetta

In queste pagine alcune foto della 3ª edizione di ART Parma: [1] il murales realizzato da Patrick Moya in collaborazione con BIANCOSCURO; [2] “Contenitori di corpi” di Vittorio Valente, a cura di Galleria Centro Steccata; [3] Wunderkammer con doppiogioco di Omar Ronda e Francesco di Molfetta, a cura di Armanda Gori Arte; [4] Marco Lodola courtesy of Mirabili Arte; [5] Arte Giorgio Gost, [6] Peter Hide 311065. [1]

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4a edizione

27.28 febbraio e 4.5.6 marzo 2016 Arte Moderna e Contemporanea TRA GLI EVENTI COLLATERALI...

In concomitanza con:

SIRONI

Pittura - Illustrazione - Grande decorazione Opere dal 1914 al 1960 a cura di Galleria d’Arte Cinquantasei

www.artparmafair.it Organizzazione

francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521

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tel. 049.8800305


Tove Andresen www.tove-a.dk

Note piano acrylic on canvas 104x104 cm.

Flora

Un altro linguaggio della pittura

L’artista Flora in posa davanti ad una sua opera

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FLORA sarĂ presente ad Art Monaco 2016 con BIANCOSCURO


biancoscuro

ART Innsbruck 2016 20 anni di Arte nel Tirolo

A

RT Innsbruck, appuntamento di rito per le Gallerie d’Arte Contemporanea europee, celebra nel 2016 il 20º anniversario della manifestazione. Tante le novità per il più grande evento fieristico all’insegna dell’Arte nell’Austria occidentale: dall’esposizione nel prestigioso Padiglione A, all’appuntamento prenatalizio del prossimo dicembre, al doppio appuntamento che partirà con la primavera del 2017. BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, è stata presente anche in questa edizione con una selezione di artisti contemporanei ai quali dedica le prossime pagine. La grande mostra collaterale “Mel Ramos: My Age of Pop” è stata un successo: “In occasione di questo anniversario abbiamo portato in esclusiva a Innsbruck una mostra particolare”, afferma la direttrice. Johanna Penz, che insieme al gallerista di Innsbruck Clemens Rhomberg, ha portato nella citta delle Alpi la mostra “Mel Ramos: My Age of Pop”, già visitabile al museo Ludwig in occasione dell’80˚ compleanno della star della pop-art. “Sono davvero soddisfatta di questo suc-

cesso”, afferma Johanna Penz. “Proprio perché fin dall’inizio le vendite di opere di pop-art ad ART Innsbruck sono sempre state superiori alla media, questa mostra era in onore dei nostri visitatori appassionati di pop-art.” Johanna Penz saluta ricordando l’appuntamento con ART Innsbruck di dicembre 2016 per il quale ha in serbo ulteriori sorprese. Vincenzo Chetta

ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it

MESSEHALLE A

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, 20-23 feb 2014 presente all’evento con 70m2 di stand con la sua Selezione di Artisti Contemporanei, ha esposto le opere di: Aivars Kisnics, Alexandra von Burg, Isabella Rigamonti, Gianluca Piaccione, Giorgio Gost, Peter Hide 311065, Richard Feeling , Ralph Hall, Nadia Buroni, Paolo Cutrano,Mauro Martin, Sara Canziani, Lucia D’Aleo, Josefina Temin, Michele Pinto, Renato Tagliabue, Rosario Aufiero, Carla Battaglia, Liliana Cika, Marysol Agudelo, Isabella Paris, Maria Carlotta Quintiliani, Margherita Casadei, Franco Crocco, Carabelli Gildo, Renzo Sbolci, Gayane Karapetyan, Alberto Ferrati, Tove Andresen, GIlberto Rolla, Emanuele Degano, Tiziana monaco, Emanuela Corbellini, Sami Gjuka, Franco Paletta, Verena Daldini, Lelio Menozzi, Eugenio Marchesi, Alex de Leò’n, Silvia Greco, Orlando Daga. Nelle pagine seguenti gli artisti selezionati da BIANCOSCURO per ART Innsbruck 2016 edizione 18 | 18th edition

fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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FRANCIS BACON

HERMANN NITSCH

fiera internazionale di arte contemporanea e antichità ario

ivers

nn 20° a

C.H. ATTERSEE

28-31 gennaio 2016 90 gallerie da 10 paesi 800 artisti

AXEL CRIEGER

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member of ...

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Ralph Hall

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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Gold tiger cube, ceramica placcata oro, h. 40 cm.

Gianluca Piaccione presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Light Torsion , 140x140x4 cm.

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Peter Hide 311065 presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Border line, Banconote e filo spinato su tavola, 80x90 cm.

Giorgio Gost

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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After Manzoni, tecnica mista su tela, 30x50 cm.

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Gilberto Rolla

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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“I Libri Scrigno di Gilberto Rolla - opere uniche dal 1981” Al chiaro di luna, h 15 cm.

Alexandra von Burg presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Save the Planet, polvere di marmo e acrilico su tela, 90x90 cm.

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Mauro Martin

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Nostalgia, tecnica mista su tela, 43x70 cm.

Isabella Rigamonti presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Personaggio del futuro, pigmenti su carta fotografica e collage, 31x43 cm.

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Michele Pinto

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Fiore di cotone, smalto su tela, 60x60 cm.

Tove Andresen

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Celebration green, acrylic on canvas, 96x118 cm.

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Franco Paletta

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Opera n. 7 - Corpo vuoto luminoso, Acciaio verniciato bianco perla, 87x44x40 cm.

Liliana Cika

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Donna arcata, legno di noce, 45x13x16 cm.

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Franco Crocco

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Giochi d’estate, 78,5x28,5 cm.

Renzo Sbolci

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ATMAN, matite e pastelli cerosi su strati di legno compensato, 50x110x4 cm.

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Eugenio Marchesi presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Sezioni, Fotografia, 50x70 cm.

Paolo Cutrano

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Flamenco, smalto resina su tela, 145x125 cm.

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Verena Daldini

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Viaggio nell’ anima, tecnica mista su tela, 60x60 cm.

Carla Battaglia

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Distacco, 70x70 cm.

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Lucia D’Aleo

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Bellezza, olio su tela, 60x70 cm.

Emanuela Corbellini presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Distacco, 70x70 cm.

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Sara Canziani

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Vitalità

Emanuele Degano presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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in Love, acrilico su pannello, 80x120 cm.

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Orlando Daga

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Coltiva il tuo amore, olio su tela, 70x100 cm.

Gayane Karapetian presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Red Brick Lives, Acrilico su tela, 61x61 cm.

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Isabella Paris

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Germogli d’autunno, Acrilico, ovatta e stoffa su tela, 52x52 cm.

Maria Carlotta Quintilliani presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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La terra oltre la porta n.6, olio su tela, 100x120 cm.

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Rosario Aufiero

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Esplosione Emotiva, olio su tela, 70x100 cm.

Silvia Greco

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Deep energy, Smalto e foglia rame su tela, 90x90x4,5 cm.

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Nadia Buroni

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Caleidoscopica innocenza, Olio su tela, 100x150 cm.

Lelio Menozzi

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Ombrelli, Olio su tela, 50x70 cm.

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Gildo Carabelli

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Albero

Marysol Agudelo

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Sensualità 1, tecnica mista, 60x100 cm.

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Alberto Ferrati

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Tempi moderni, disegno a china su carta incollata su tavola di masonite, 50x70 cm.

Metella Guglielmone presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Lampada ACCENDINA, tecnica mista con materiale di recupero (lamiere, ingranaggi, cambi), h 100 cm.- Prodotto brevettato 2014

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Renato Tagliabue

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Volti, Pastelli e acrilici su elaborazioni digitali, 100x70 cm.

Josefina Temin

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

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Velero

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biancoscuro

Margherita Casadei presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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Aspettando il nuovo anno, acrilico su tela con catene di strass di varia misura e collanti, 70x70 cm.

Sami Gjuka

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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Nude, olio su tela, 45x60 cm.

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biancoscuro

Tiziana Monaco

presentata da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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Il ritorno del gatto, olio su tela, 43,5x80 cm.

Alex de Leò’n

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

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Morphology Domini, olio su tela, 80x100 cm.

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Aivars Kisnics

presentato da BIANCOSCURO ad ART Innsbruck 2016 la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

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Senza titolo, olio su tela, 90x90 cm.

Vivere il mare. Aivars Kisnics Ci sono storie che vale la pena di raccontare, intessute tra cromatismi straordinari come quelli di Aivars Kisnics, che dipinge trame di colore, sfumature e dissolvenze. I suoi colori scivolano sulla tela disegnando linee verticali e orizzontali che si intersecano, sono colori decisi e brillanti, forti come le emozioni che vivono su quelle tele, caldi come le passioni che raccontano e infinite come il mare. L’artista dipinge ciò che osserva, paesaggi non direttamente percepibili ad una prima impressione, ma intessuti tra righe cromatiche tracciate su quelle tele che tralasciano il figurativo in senso pieno, per rivelarsi in una dimensione visibilmente astratta. Nella pittura di Kisnics nulla è lasciato all’istinto come potrebbe far credere il violento getto di colore, ogni pennellata è ponderata attentamente con un rigore ed una precisione tecnica evidente, come un disegno i cui colori sono mescolati in maniera meticolosa e ordinata. Tramonti, albe, specchi d’acqua, orizzonti e giochi cromatici narrano la storia di quei quadri, le sue opere nascono da forti impulsi

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espressivi che hanno l’imprinting della pittura gestuale, l’idea pura, per essere riversati poi sulla superficie della tela in maniera del tutto razionale, consistenti e materici come frammenti di tessuto. I colori e i paesaggi disegnati dall’artista sono persuasi dall’amore per il mare e dominati da chi, come lui, ha speso la propria vita in quel mare, da chi ha affidato le proprie gioie ma anche le proprie rinunce al mare. La sua pittura è forte e coraggiosa come il mare di cui conosce ogni dettaglio, ogni singolo movimento, disteso o increspato nelle onde che si muovono al spirar del vento. La pittura dell’artista ha i colori della sua terra, la Lettonia; nei suoi paesaggi è il mare ad abbracciare il cielo e l’orizzonte, linee che si incrociano come percorsi, come il suo stesso destino con il mare. Ne “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway, il vecchio Santiago vive, ogni giorno, intensamente, un profondo legame con il mare, che è vita per lui. In Kisnics è quello stesso mare e quello stesso legame inscindibile ad ispirarne e guidarne la creazione. Ci sono storie che vale la pena di vivere, come questa. Cristiana Elena Iannelli


biancoscuro

ArteGenova 2016 Evento fieristico leader nel Nord-Ovest

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n risultato incoraggiante, che conferma ArteGenova come la manifestazione leader nel NordOvest: l’edizione 2015 della mostra mercato di Arte moderna e contemporanea si è chiusa segnando un +10% di visitatori rispetto al dato già molto positivo dell’anno precedente. Molto apprezzata la proposta della personale “Emilio Scanavino. Linguaggi”, a cura della Galleria Tonelli di Milano in collaborazione con l’Archivio Emilio Scanavino. Un’esposizione che ha offerto la possibilità di conoscere più da vicino l’opera del grande artista genovese, attraverso una ricca e interessantissima selezione di opere dal 1955 al 1982. Numerosi i consensi e tanta la curiosità da parte del pubblico per la nuova iniziativa Corti, cortissimi…via!!! Short Film Vetrina, un originale spazio-cinema, che proponeva a ciclo continuo i corti realizzati dagli appassionati che hanno accolto con entusiasmo l’invito a esprimere la loro creatività attraverso

brevi short film di una durata massima di 3 minuti. Questa coraggiosa sperimentazione conferma la volontà di ArteGenova di contaminarsi con tutte le forme d’arte, dalla pittura al cinema, dalla fotografia al fumetto, dalle installazioni alle performance, nella convinzione che dall’incontro e dall’intreccio fra diversi linguaggi possano nascere stimoli, idee e fermenti nuovi. Fra le scommesse di ArteGenova, la scelta di aprirsi al territorio: l’offerta delle convenzioni con realtà di primo piano quali Feltrinelli e Coop Liguria si è rivelata vincente, perché ha contribuito a rafforzare il “radicamento” della mostra-mercato e il grado di diffusione della sua proposta. La nuova edizione di ArteGenova si terrà dal 12 al 15 febbrazio presso gli spazi scenografici del Padiglione Blu della Fiera di Genova. Inaugurazione giovedì 11 febbraio, solo su invito. Rebecca Manniti

ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it

Lady Be, Artista internazionale, apprezzata per i suoi “Mosaici Contemporanei” realizzati con materiali di recupero, presenta la performance “Marilyn Mouse” che si svolgerà ad Arte Genova, dal 12 al 15 Febbraio 2016, per tutta la durata della Fiera. Verrà presentata un’opera di misura 120 x 120 cm dal titolo “Marilyn Mouse” (a sinistra). Durante lo svolgimento della performance, gli spettatori sono chiamati a fotografare “Marilyn Mouse” (o a fare una foto o un selfie con l’opera) e a pubblicarla su Facebook sulla pagina fan di Lady Be, in questo modo parteciperanno al “Lady Be Art Contest“: l’autore della foto che avrà più Like vincerà un’opera originale di Lady be di misura 40x40 cm. Inoltre, Sabato 13 dalle 18,00 alle 19,00 si terrà l’evento “Un Brindisi con Lady Be”, in cui sarà presente l’artista. Chi parteciperà, avrà in omaggio un sottobicchiere personalizzato da Lady Be. s l

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Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali

Italia

BERGAMO Bergamo Arte Fiera novembre 2016 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 29 gennaio - 1 febbraio 2016 artefiera.bolognafiere.it

MILANO MiArt 8-10 aprile 2016 www.miart.it

PAVIA PaviArt 2 - 3 aprile 2016 www.paviart.it

Affordable Art Fair 17-20 marzo 2016 www.affordableartfair.com

Europe

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october 26-30, 2016 www.affordableartfair.com

StepArtFair novembre 2016 www.stepartfair.com

PIACENZA ArtePiacenza gennaio 2017 www.artepiacenza.it

BARCELONA (E) Loop Fair june 2 - 4, 2016 www.loop-barcelona.com

MONTICHIARI (BS) Expo Arte 23-25 settembre 2016 www.deaservizi.it

RIMINI RiminiArte 8-11 dicembre 2016 www.riminiarte.it

BASEL (CH) ART Basel june 16 - 19, 2016 www.artbasel.com

CREMONA ArteCremona 12 - 14 marzo 2016 www.artecremona.it

NAPOLI Napoli Arte Fiera maggio 2016 www.napoliartefiera.it

TORINO Artissima 4-6 novembre 2016 www.artissima.it

FORLI’ Vernice ArtFair 18-20 marzo 2016 www.verniceartfair.it

PADOVA Arte Padova 11-14 novembre 2016 www.artepadova.com

Arte Forlì Contemporanea 4-7 novembre 2016 www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 12-15 febbraio 2016 www.artegenova.org

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VENEZIA La Biennale di Venezia maggio-novembre 2017 www.labiennale.org

Rhy Art Fair Basel june 17-19, 2016 www.rhy-art.com BERLIN (D) Art Berlin Contemporary september 15-18, 2016 artberlincontemporary.com

PARMA ArtParma 27-28 feb. e 4-5-6 mar. 2016 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

VERONA ArtVerona 14-17 ottobre 2016 www.artverona.it

BRUXELLES (B) Art Brussels april 22-24, 2016 www.artbrussels.com


Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d’Azur

World

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 18-20, 2016 www.chesterartsfair.co.uk

2015

COLOGNE (D) Art Cologne april 14-17, 2016 www.artcologne.com

MONTE-CARLO (MC) Art Monaco april 28 - may 1, 2016 www.artemonaco.com

KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 18-21, 2016 www.art-karlsruhe.de

MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 9-13, 2016 www.mag-swiss.com

us-Eventi

Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d’Azur INNSBRUCK (A) Art Innsbruck december 1-4, 2016 www.art-innsbruck.at

PARIS (F) Fiac october 20-23, 2016 www.fiac.com Art Paris march 31 - april 3, 2016 www.artparis.com

la fiera internazionale d’arte contemporanea

international fair(TR) for contemporary art ISTANBUL CI contemporary istanbul 20-23 feb 2014 november 3-6, 2016 edizione 18 | 18 edition fiera internazionale d’arte contemporanea contemporaryistanbul.com 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti th

international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists

LONDON (ENG) Frieze London october 5-8, 2016 www.friezelondon.com member of ...

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London Art Fair january 20-24, 2016 www.londonartfair.co.uk

biancoscuro

Art Shopping Carrousel du Louvre may 28-29 october 22-23, 2016 www.salon-artshopping.com VIENNA (A) Vienna Fair october 6–9, 2016 www.viennafair.at

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ZURICH (CH) Art International Zurich september 30, october 2, 2016 www.art-zurich.com

MADRID (E) Art Madrid february 24-28, 2016 www.art-madrid.com

CHICAGO (USA) Expo Chicago september 22-25, 2016 www.expochicago.com

NEW DELHI (IND) january 28 - 31, 2016 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 14-17, 2016 www.artexponewyork.com

DUBAI (UAE) Art Dubai march 16-19, 2016 www.artdubai.ae Affordable Art Fair march 30-april 3, 2016 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) HONG KONG (CN) ART Basel march 24-26, 2016 www.artbasel.com

Shanghai Art Fair november, 2016

www.sartfair.com

Affordable Art Fair may 13-15, 2016 www.affordableartfair.com

SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair april 22-24, 2016 www.affordableartfair.com

MIAMI BEACH (USA) ART Basel december 1-4, 2015 www.artbasel.com

TOKYO (J) Art Fair Tokyo may 12-14, 2016 artfairtokyo.com

MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 3-7, 2016 www.zonamaco.com

TORONTO (CDN) Art Toronto october 28-31, 2016 www.arttoronto.ca SEOUL (ROK) Affordable Art Fair september 9-11, 2016 www.affordableartfair.com

17 – 19 OCT 2014 73


biancoscuro

Sul precendente numero di BIANCOSCURO abbiamo parlato di Jeff Buckley, da leggere per completare quest’articolo

Kvision Cult Lo studio matto e disperatissimo di Tim Buckley Folk singer due spanne sopra Dylan, genio incompreso, pioniere, outsider di razza, sempre troppo avanti sia per i tempi che per il pubblico

A

nche Tim, come il figlio Jeff, era dotato di un registro vocale importante. Lee Underwood ricorda: “Tim Buckley possedeva una voce eccezionale che spaziava tra i registri di baritono e tenore. Cosa più importante, sapeva esattamente cosa voleva fare con essa”. Cantautore e compositore negli anni di fuoco che vide l’America cambiare, cavalcò il decennio delle contestazioni sociali e dei grandi sogni. Erano i tempi dell’autostop, del fervore giovanile, dei Festival, della guerra del Vietnam. Delle droghe psichedeliche. E dell’eroina. Aveva diciannove anni quando mise al mondo Jeff. Era il 1966. Quello stesso anno nasceva anche il suo primo album, l’omonimo “Tim Buckley”, realizzato per l’Elektra Records e prodotto da Paul Rothchild, quello stesso Rothchild che mesi dopo avrebbe curato l’esordio di un gruppo che sarebbe passato alla storia: i Doors.

estro del compromesso: impresa ardua persino in età adulta, quasi impossibile da considerare nel periodo giovanile. Le loro strade presero presto a viaggiare su binari differenti. Il lavoro e la fama di Tim crescevano, il contesto sociale incoraggiava alla libertà, all’amore libero, alla realizzazione delle proprie ambizioni. E Tim era già su un treno da cui non poteva più scendere. Le doti canore di Tim erano fuori dagli schemi e la capacità d’emozionare lo rese uno dei più grandi cantautori americani di tutti i tempi. Queste caratteristiche le avrebbe trasmesse poi al figlio Jeff, come bagaglio di un codice genetico che oltrepasserà quello educativo. Totalmente incapace d’allineare la sua natura artistica col compito “terreno” di crescere un figlio, Tim stava fallendo come padre. Stava fallendo come marito. E tutto questo, nell’età in cui si è ancora un ragazzo. Buckley era votato alla composizione

(di tutta la musica) del secolo scorso”. “La colonna sonora del suo mondo devastato dai sentimenti è una indefinibile marea di suoni, uno splendido caos musicale i cui arrangiamenti, riconducibili a filoni diversi quali il free jazz, il folk latino-americano, la ballata country, la linea genealogica spirituals-gospel-blues-soul, la musica contemporanea, il rock, denotano architetture sempre più ardite e complesse tanto da potersi collocare ai vertici della produzione musicale degli ultimi cinquant’anni.” (Moreno Lenzi dal suo sito “Sez. Musica”). L’anno successivo al suo debutto Tim realizza ‘Goodbye and Hello’, un album meraviglioso che lo eleva “due spanne sopra Dylan” e che contiene quella che molti considerano “una delle più belle canzone d’amore di tutti i tempi”, ‘Phantasmagoria in Two’. Ma è l’anno seguente che ‘Happy Sad’ lo consacra definitivamente: “riuniti alcuni fra i musicisti più capaci del momento”,

Amo la tua voce e la tua folle danza, sento le tue parole e io conosco il tuo dolore (I love your voice and your dance insane, I hear your words and I know your pain) “Dream Brother”, Jeff Buckley, 1994 “Folksinger, compositore, genio incompreso, Tim Buckley è stato uno dei più grandi cantanti della storia del rock. Il suo gioco intricato di gemiti, grida, vocalizzi angelici e improvvisi sussulti nevrotici ha introdotto un nuovo stile di canto, in bilico tra folk-jazz e psichedelia” (Giancarlo Nanni per Ondarock). Tim aveva conosciuto la madre di Jeff al liceo e si sposarono poco dopo. Anche Mary era musicista. Ma come molte volte succede quando ci si unisce troppo giovani, i due si resero conto ben presto di quanto la convivenza fosse difficile e di quanto fondamentale fosse l’uso ma-

musicale in una perpetua ricerca di arrangiamenti ed atmosfere che superavano i limiti del conosciuto. È giusto forse dire che, la sua reale poesia fosse il suono (inteso ovviamente anche come registro canoro) più della parola scritta (autore dei testi dei suoi primi brani fu infatti Larry Beckett). L’approccio di Tim Buckley all’universo musicale in fondo non era poi tanto differente dallo “studio matto e disperatissimo” leopardiano a noi (caro) e conosciuto. Tim dilatò le sue competenze “fino a compiere degli studi sul canto che possono essere inseriti tra le massime conquiste della musica

tra cui ricordiamo il chitarrista Lee Underwood, il contrabbassista Jim Miller e il vibrafonista jazz Dave Friedman, Tim produce un album “essenzialmente jazz”, il primo della sua carriera: “Innanzi tutto i brani sono più dilatati e varcano i confini dei tre o quattro minuti arrivando fino agli oltre dodici del capolavoro Gipsy Woman, autentico caleidoscopio visionario denso di emozioni dirompenti, di convulse eccitazioni, di incontenibili accelerazioni e improvvisi rallentamenti che sembrano emulare l’impennarsi e l’estinguersi del fuoco”, (Moreno Lenzi, SezioneMusica).

Kvision Cult 74


Kvision Cult

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E grazie a questo tipo di sperimentazione, nel 1971 nasce “Starsailor”, capolavoro al massimo dell’avanguardia: Inutile aggiungere altro in merito all’espressività della voce dell’artista che a questo punto è divenuta talmente raffinata e ricca di sfumature e virtuosismi tanto da rasentare l’impossibile. Ciò è il frutto di rigorosi e continui studi ed esercizi vocali diretti principalmente verso la tradizione nera (spiritual, gospel, blues) fino ad interessare anche la severa cultura del canto tibetano. La strumentazione si arricchisce della sezione fiati delle Mothers Of Invention, il gruppo

vitabilmente naufrago nel mare dell’incomprensione generale e ormai preda di una naturale tendenza alla depressione che fin ora è andata accentuandosi ad ogni uscita discografica, a causa di una poliedricità artistica fuori dal comune che lo pone sempre troppo avanti sia per i tempi che per il pubblico”, (Moreno Lenzi, SezioneMusica). Nel 1975 quando Tim non aveva neanche 30 anni, aveva nove album all’attivo realizzati in studio, fu trovato morto nella sua casa di Santa Monica, a seguito di un overdose d’eroina. Ma l’overdose non fu, in questo caso, la “dose sopra le altre”, ma

Tim Buckley fu per la voce ciò che Jimi Henderix fu per la chitarra, John Coltrane per il sax e Cecil Taylor per il piano

Lee Underwood

di Frank Zappa, la quale contribuisce non poco alla buona riuscita del lavoro. È a questo punto però che inizia a chiudersi la parabola artistica di Tim Buckley il quale, ormai provato fisicamente e psicologicamente dall’uso delle droghe, è costretto ad assentarsi dalle scene e a concedersi un prolungato periodo di riposo che si protrae per oltre due anni, peraltro insufficienti agli effetti di una guarigione completa. Egli si sente ine-

l’unica, dopo un periodo di totale astensione, e per questa ragione gli si rivelò letale. Proprio pochi mesi prima si era presentato al figlio per la prima volta, nelle vesti di padre. Tim Buckley, outsider di razza, anticipatore generazionale, genio criminalmente sottovalutato, aveva forse aperto la strada che avrebbe cementato quindici anni dopo, il successo del giovane Jeff. Nina Baudelaire

Ascolta su YouTube Original Version “Song to the Siren” (Official Video) Tim Buckley, 1968

14a edizione Bibliografia: Tim Buckley, Il navigatore delle stelle, by Giancarlo Nanni Tim Buckely “Happy Sad”, articolo non firmato, Michele Ciliberti, direttore, Orazio Martino, caporedattore Tim Buckley, Biografia, by Moreno Lenzi Tim Buckley, Starsailor, by Richie Unterberger Tim Buckley – Monografia, by Carlo Nalli

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Su AMAZON potrai trovare Dream Brother. Vita e musica di Jeff e Tim Buckley libro di David Browne http://goo.gl/w0j1s2 Inquadra il QR per andare alla pagina web

Di Kvision Cult ne esiste solo uno. Questo: www.kvisioncult.com

Guida alle Arti - Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci (Ottava e Nona Arte) dal critico francese Claude Beylie nel 1964: Prima Arte: Architettura, Seconda Arte: Pittura, Terza Arte: Scultura, Quarta Arte: Musica, Quinta Arte: Poesia, Sesta Arte: Danza, Settima Arte: Cinematografia, Ottava Arte: Radio-Televisione, Nona Arte: Fumetto e Decima Arte: La Fotografia.

14a edizione

L’arte al di fuori dalle righe!

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al passato storico, ma sempre al passo con i tempi, Innsbruck è un mosaico di storia e cultura. Il nome deriva dal suo posizionamento sulla riva del fiume Inn, in tedesco “Brücke über den Inn”, cioè “ponte sopra il fiume Inn”. Già gli antichi Romani si fermarono volentieri in questa vallata tra le Alpi, grazie alla posizione strategica. Nel IV secolo la strada Verona-Brennero-Augusta venne stata costruita infatti da loro. Oggi Innsbruck, abbracciata dai Monti del Karwendel e dal monte Patscherkofel, con i suoi 130.000 abitanti, è al quinto posto delle città più grandi dell’Austria. Innsbruck è nota anche grazie allo sport, importante è il trampolino olimpionico del salto sul Bergisel costruito per le Olimpiadi Invernali del 1964 e del 1976. La città d’inverno attira l’Olympia SkiWorld Innsbruck, un comprensorio di ben 9 aree sciistiche, uno dei più grandi di tutta l’Austria! D’estate invece ci si può avventurare tra le montagne e la natura che abbraccia la città oppure (da non perdere) una visita all’Alpenzoo Innsbruck (zoo alpino). Non solo sport a Innsbruck, ma anche tesori culturali. Il famosissimo Tettuccio d’oro (Goldenes Dachl), realizzato con tegole a scaglie di rame dorate. Po-

Triumphpforte - Foto © liberementi

La “capitale” delle Alpi

Innsbruck

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sizionato nel centro storico, fu costruito dall’Imperatore Massimiliano I in occasione delle sue nozze. Il balconcino è largo 16 m ed il tetto è alto 3,7 m, è coperto con 2.657 tegole dorate. I parapetti, riccamente affrescati da Kolderer e N. Turing il Vecchio, raffigurano l’imperatore Massimiliano I con le sue mogli Maria di Borgogna e Bianca Maria Sforza. All’interno del Palazzo si trova il Museo del tettuccio d’oro (Museum Goldenes Dachl). Altro simbolo della città è L’Arco di Trionfo, (Triumphpforte) uno dei luoghi più famosi, posto all’ingresso della Maria-Theresien-Strasse, ricorda gli eventi del 1765. La famiglia imperiale arrivò a Innsbruck in pompa magna per celebrare le nozze dell’arciduca Leopoldo con l’infanta di Spagna, Maria Luisa. Ma l’evento fu funestato dalla morte improvvisa dell’imperatore Francesco di Lorena. L’arco ricorda simbolicamente, a sud, la gioia del matrimonio, con i ritratti degli Asburgo; a nord, la tristezza della morte con una donna in lutto. Altro monumento che non passa inosservato è il Monumento della Liberazione (Befreiungsdenkmal) finito di costruire nel 1948 su iniziativa dell’allora potenza occupante francese. Il monumento è dedicato ai caduti per la liberazione d’Austria dai sette anni di nazionalsocialismo. Progetti e foto della costruzione del monumento, nonché progetto dell’aquila posta sulla cima del monumento, sono custoditi presso il Museo Regionale Tirolese Ferdinandeum.

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Foto © liberementi

Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum

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78 Ph. © Christof Lackner - www.christoflackner.at

Maria-Theresien-Straße - Innsbruck

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www.innsbruck.info

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Visita obbligata è quella al Museo Regionale Tirolese Ferdinandeum (Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum), nato nel 1823 è il museo più grande dell’intero Tirolo. Il percorso storico-artistico conduce il visitatore dall’età della pietra ai giorni nostri, un viaggio lungo ben 20.000 anni. Tra gli oggetti esposti ci sono capolavori romanici e gotici, una collezione olandese di spicco che include opera di Brueghel e di Rembrandt, pezzi del Barocco e del XIX secolo, una collezione di preziosi strumenti musicali, la collezione Biedermeier e la Galleria Moderna con dipinti di Egger-Lienz, Klimt e Kokoschka. Una delle più grandi attrazioni architettoniche è la cosiddetta “Art-Box”, presso la quale vengono organizzate regolarmente delle mostre. La galleria moderna si trova nel terzo piano del museo. Molte sono le manifestazioni che vengono organizzate durante l’anno: il Festival di Pasqua del Tirolo, la serie di concerti “Innsbrucker Promenadenkonzerte”, l’Estate della Danza di Innsbruck, il Torneo dei Quattro Trampolini (salto con gli sci),il noto “Capodanno in montagna” e l’ormai ventennale ART Innsbruck. s

Goldenes Dachl - Foto © liberementi

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3ª puntata

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In collaborazione con:

Un articolo di approfondimento su uno degli argomenti in campo fotografico/artistico che più fanno discutere...

L’arte controversa di dare colore al passato

Date un’occhiata al colore che è stato aggiunto una novità, esiste da oltre 175 anni, ma anche nel suo pealla foto sopra riportata. Cosa vedete? È il passato ri- riodo di massimo splendore, ha sempre diviso la critica e il portato in vita o il lavoro blasfemo di un revisionista storico? Avete la sensazione di essere più intimamente connessi con gli echi del bel tempo andato o avete l’impressione che il colore distolga l’attenzione dalla “storia” che la foto sta cercando di raccontare? L’arte perduta della colorizzazione delle foto sta vivendo una vera e propria rinascita e, se per un verso, alcuni sono entusiasti dell’opportunità di rivivere e rivisitare la storia in una veste del tutto nuova, altri sono riluttanti a vedere frammenti di storia “ricoperti di colore”. La pratica della colorizzazione delle foto non è

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pubblico in convinti sostenitori e accesi detrattori. Già verso la fine del 1800 quando i clienti “facevano a gomitate” per acquistare immagini a colori, alcuni fotografi denunciavano come la colorizzazione depredasse la foto della sua vera identità, un medium presumibilmente privo di talento che mancava di creatività e comprometteva il lavoro dell’artista originale. Per capire a fondo le controversie, le motivazioni e la storia sottostante la pratica della colorizzazione delle foto, è necessario rivisitarne il passato e fare qualche passo indietro nel tempo.


...la colorizzazione delle foto nel 21° secolo...

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urono così tanti colo ro che iniziarono a scri vere riviste dedicate all’arte e alla fotografia per saperne di più sulla colorazione a mano che, nel 1879, Art Amateur pubblicò una serie di articoli dettagliati sugli strumenti, i processi e i trucchi del mestiere. Il periodo aureo della fotografia a colori era arrivato. Dal 1900 al 1940, la colorizzazione ha vissuto un periodo di grande splendore in quanto le foto venivano acquistate come souvenir, regali e ricordi personali. Dal 1904 al 1939, Wallace Nutting, un altro ministro, avrebbe realizzato le fotografie colorate a mano più vendute nella storia. Nel 1907, fu introdotta sul mercato l’autocromia, il primo procedimento fotografico a colori naturali ampiamente usato, ma è stato solo nel 1950 che la fotografia a colori è diventata commercialmente praticabile. Improvvisamente, le procedure di colorazione a mano negli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa subirono una drastica riduzione. Sopravvissero nei paesi più poveri, dove la pellicola a colori era rara, costosa o non disponibile e, nel corso degli anni sessanta, le foto colorate a mano venivano vendute come

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www.pixartprinting.it/content/controversial-art-colourising-past/

oggetti di antiquariato e articoli decorativi a un campione demografico molto meno ampio. Nel corso degli anni settanta abbiamo assistito a una rinascita di interesse per la pratica della colorazione a mano, ma le cose non sarebbero mai più state le stesse, e questo ci porta ai giorni nostri. In che modo la colorizzazione delle foto è cambiata centinaia di anni dopo gli ultimi scatti delle foto originali e quali sono le caratteristiche peculiari di questo processo oggi? Per scoprirlo, abbiamo intervistato tre dei più rinomati coloristi che stanno dietro l’eccezionale lavoro svolto al servizio di Buzzfeed e ThoughtCatalogue: Jordan J Lloyd di Dyamichrome.com, Wayne Degan di Metacolor.org e Mads Madsen, un colorista che gestisce anche il famosissimo Colourised History subreddit. Domanda: “Per quelli che si affacciano per la prima volta a questo settore, gli strumenti del mestiere sono di gran lunga superiori perché, se ottenere buoni risultati con colori a olio, coloranti, acquerelli e altri strumenti pratici è impresa per veri talenti artistici, la tecnologia offre metodi più rapidi e innovativi per

“ricatturare” il colore...” Jordan J Lloyd: “L’acquisto di una tavoletta grafica di discreta qualità vale indubbiamente l’investimento. Se non ne hai una e vuoi fare questo per mestiere, devi essere disposto a effettuare l’investimento. Io uso un Apple iMac con una tavoletta Wacom Intuos Pro Medium e, dopo che hai imparato a utilizzarla, la velocità a cui puoi aggiungere le maschere è fenomenale; è uno strumento davvero utile in quanto ti permette di aggiungere rapidamente centinaia di singole maschere a più immagini”. Wayne Degan: “Per i miei progetti utilizzo una penna digitale e una tavoletta; al momento sto utilizzando una tavoletta con penna “Wacom Intuos Pro. Tutto il mio lavoro viene fatto utilizzando Adobe Photoshop CC e un doppio monitor Samsung”. Mads Madsen: “La maggior parte di noi usa Photoshop - Io uso CS6 con una tavoletta Wacom Bamboo. Tuttavia, ci sono anche numerosi esempi di coloristi che utilizzano Gimp o Paint.net: qualunque sia lo strumento impiegato, ciò che conta non è tanto il programma, quanto la tecnica”. ...continua sul prossimo numero

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Si ringraziano per i contenuti e le immagini Pixart, Jordan J Lloyd, Wayne Degan, Mads Madsen.

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Forme di vita post-umane

Giuliana Bellini

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iuliana Bellini entra in sintonia con gli umori segreti della natura, palpabili emanazioni della materia vivente, forme biologiche di polietilene, alluminio e rame che si possono accarezzare con lo sguardo e trattenere nelle pieghe dell’immaginazione. Si tratta di “forme

Fontana PET, alluminio, ferro, anno 2015, 350x140x140 cm.

di vita post-umane” destinate a vivere quando l’uomo si sarà estinto dalla logica del profitto e dello sfruttamento delle risorse biologiche. Il messaggio ecologico di Giuliana Bellini è sintomo di un impegno etico rivolto alla società che sta distruggendosi, lo spettatore deve saper modificare questa visione Forme di vita disegni e stampa a mano su carta di riso giapponese, calchi in cotone, anno 2014, 200x200x20 cm.

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Le date di Giuliana Bellini

1974 - Riceve l’attestato professionale di Ceramista presso la scuola Cova di Milano 1982-1986 - Frequenta il Corso di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida del prof. G.Ortelli, si diploma nell'ottobre del 1986 con una tesi in Incisione su Alberto Burri, sotto la guida della prof. A. Occhipinti.. 1987 - Segue il corso di Tecniche Incisorie nei corsi estivi presso la Scuola di grafica internazionale di Borgholm, Svezia 1993-1996 - Segue dei corsi di aggiornamento “Libro d’Artista”, “Serigrafia”, “Xilografia”, “Bulino”, “Tecniche Avanzate e Sperimentali”, presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e si iscrive all’ E.N.A.P. 2003 - Segue il corso di “Grafica Illustrata” nei corsi estivi internazionali di Urbino 2006 - Si diploma al biennio della specialistica in Grafica, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano 1990-2008 - Insegna Tecniche Incisorie presso il C.F.P. del Comune di Milano.

Parassiti sulla storia stampa, 32x50 cm.

Medusa PET, ferro, PVC, fibre ottiche, luci LED, anno 2012, 350x120x120 cm.

allarmante come indispensabile riflessione per continuare a immaginare se stesso nella vita della natura. Giuliana Bellini ama trattare la materia come emanazione di energia vivente, luogo simbolico per sostenere il valore emozionale della vita per recuperare l’identità della natura che le ragioni del profitto stanno distruggendo, è un profondo grido di allarme che si aggira nel grembo segreto delle cose. Claudio Cerritelli

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Un pensiero per voi legno scopito con tecnica mista, anno 2015, 170x75 cm.

Il fantastico Mondo in Bilico di

Tony Favre

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rtista aostano, classe 1958, Tony Favre, dopo varie sperimentazioni nel campo della grafica, si dedica alla scultura su legno con

la nuova tecnica della pigmentazione a caldo. A partire dagli anni ‘80 si trasferisce a Genova, dove inizia a lavorare alle sue sculture in 3D. Molto attivo dal punto di vista della produzione artistica, Tony Favre crea la nuova collezione di opere de “Il Mondo in Bilico” un universo evocativo, in cui i villaggi arroccati su un'isola nel mare sono i protagonisti assoluti della poetica dell'artista. Una sorta di “isola che non c’è” dunque, in cui il sogno e la realtà si incontrano per dare vita a un mondo ideale, in cui la presenza dell'uomo è solo immaginata, mai raccontata. Le opere di Tony Favre sono in permanenza nell'atelier “L'Isola”di Via Fieschi a Genova. s l

INFO www.tonyfavre.com tonyfavre@libero.it L’isola delle sirene legno scopito con tecnica mista, anno 2016, 56x56 cm.

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L'esplosione fantastica dei suoi temi tradotti in tridimensionalità, è capace di imprimere un forte senso di novità nella lettura di un soggetto da affidare ad altri generi. È questo il “mondo” nuovo che esplode con l’artista, utilizzando materiali assoluti e nuovi per la scultura. Soprattutto quella materia, destinata più all'architettura, è utilizzata per trasmettere comunicazioni assolute e per nulla fuorvianti. Il calore poi, aggiunge ancora più fantasia a soggetti che sono una realtà e che da sempre sono stati indicati come mete oniriche per destinazioni metafisiche. Nel suo immaginario l'immagine della lontananza si trasforma in un contenuto contrastante, espressione di forti sentimenti.

A destra: Quando il mare sembra caldo legno scopito con tecnica mista anno 2015, 45x88 cm. Sotto: Cina legno scopito con tecnica mista anno 2015, 58x68 cm.

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I Libri Scrigno di

Gilberto Rolla Diplomatosi al Liceo Artistico di Carrara, frequenta diversi studi di architetti e pittori; nel 1977, si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze. Nel 1978, a Carrara, inizia la collaborazione professionale con Aldo Pisani nella progettazione ed arredamento di molte ville in Toscana e Liguria. Una proficua collaborazione che durerà più di vent'anni. A livello nazionale ed europeo l'Architetto Rolla è noto dal 1994 per progetti innovativi ritenuti un importante contributo allo sviluppo sostenibile. A livello locale, è l'ideatore del Centro Europeo del Libro in Pontremoli. Il duraturo sodalizio tra la creatività di Aldo Pisani e la capacità progettuale di Gilberto Rolla permetterà, allo stesso, di estraniarsi dalle mode e tendenze del momento dando vita ad un linguaggio creativo sui generis, del tutto personale, presente, oltre che nella produzione architettonica, anche nella riservata produzione pittorica di cui proprio Aldo Pisani e la moglie Giuliana ne sono stati i primi estimatori.

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Il Pensiero dell’Artista

“Una felice intuizione che risale

al 1981, quando, in un pomeriggio di quella calda estate, dovendo riporre con sollecitudine uno dei miei disegni su carta ancora fresco di china, decisi di collocarlo all'interno di uno di quei vecchi libri ritrovati in ogni dove che accantonavo in studio. Libro all'interno del quale, incidendo un certo numero di pagine, realizzai una nicchia che ben si prestò allo scopo una volta chiuso il libro, ovvero alla protezione di quel disegno non ancora asciutto. Quel vecchio libro era diventato uno “scrigno”, il contenitore ideale per le piccole opere su carta che richiedono un’accurata protezione. Ben presto trasformai tutti i vecchi libri disponibili in studio, in questi nuovi contenitori, collocandovi numerosi bozzetti a penna o a matita che avevo realizzato nel tempo, compresi quelli degli anni ‘70, quando ero ancora studente di Architettura a Firenze. Da allora raccolgo libri ovunque (cantine, box, depositi per il riciclo carta, rigattieri, ecc.), li sottraggo alla distruzione e li porto a nuova vita trasformandoli da “contenitori di parole” in preziosi “contenitori di immagini”. Oggetti artistici unici con finiture in oro, come vernice ideale che esalta e suggella l’azione nobilitante eseguita, o nero catrame, come soluzione materica ispiratami della catramatura che qualche vecchio pescatore dalle mie parti utilizza per la manutenzione della propria barca.” Gilberto Rolla

Sopra e in alto: Al chiaro di luna anno 1989, tecnica mista su carta Sotto e a sinistra: Giovanna d’Arco e il falco ferito anno 1975, bozzrtto originale a tecnica mista su carta INFO gilberto.rolla@yahoo.it


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Claudia Perruso

L’

Artista Claudia Perruso ha dedicato parte del suo tempo alla pittura ed alla poesia, dando così espressione alle proprie emozioni (espressionismo astratto). In un mondo appiattito da fallaci gossip e in una società “liquida” con caparbia autenticità” dipinge e scrive, esterna, attraverso le sue opere, i propri sentimenti ed i propri stati d’animo, di gioia, di dolore, di smarrimento, di amore, comunicando agli altri, con tonalità e colori forti, la vitalità di emozioni primordiali. Le sue opere sono

INFO claudiaperruso@libero.it

ologrammi di questi “stati d’animo”, e, attraverso i colori che lei definisce “i colori della vita”, esprimono quanto di più profondo può celare l’animo umano. Ama accostare alle sue opere dei versi che, raccontano il proprio vissuto, attribuendo così all’opera maggiore forza espressiva. Ha partecipato con le sue opere alla rassegna “Luci d’Artista” di Salerno, nel 2014; altra mostra personale nello stesso anno a Campagna, “Agosto campagnese”. Nel 2015 si è potuta ammirare la sua Arte all’ArtExpo Barcellona Art Fair. s l

“L’energia vitale deve fluire e arrivare agli altri, come un flusso energetico, creando vibrazioni emotive lasciando un piacevole e duraturo ricordo , così l’arte puo’ rappresentare un veicolo di forti emozioni.”

I colori dell’Anima

I colori dell’Anima 2

acrilico su tela, anno 2015, 60x80 cm.

acrilico su tela, anno 2015, 60x80 cm.

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La decisa sensibilità pittorica di

Margaret Karapetian d’Errico

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Sopra: Cielo fiorito, acquaforte e acquatinta, anno 2015, 40x40 cm. Sotto: La bufera nel profondo, tecnica mista, anno 2014, 50x35 cm.

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rivilegiare l’incisione quale proprio medium espressivo è già indicativo di un atteggiamento verso la ricerca di sapore alchemico perché non basta la mano educata a tracciare il segno, deve soccorrere anche il desiderio di una continua sperimentazione e solo prova dopo prova, l’artista raggiunge il risultato. Margaret ha la perizia, la pazienza e la passione per coltivare la bellissima tecnica dell’acquaforte e acquatinta e procede nel suo percorso a formulare immagini che trattengono memorie visive e affettive di terre lontane, quelle del paesaggio e della cultura dell’Oman in particolare, dove ha vissuto. Con peculiare sensibilità l’artista infonde alle sue opere un ritmo vibrante di luce e ombre tale che anche nelle soluzioni monocromatiche sembra di percepire l’equivalenza di colori diversi perché da quel ritmo derivano l’intensità delle forme e la profondità degli spazi attribuendo una sottile nota metafisica al naturalismo dei soggetti. Roberta Fiorini


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Margaret Karapetian d'Errico si è diplomata all'Accademia delle Belle Arti a Roma, nel 1978. Dopo essere stata in vari paesi dell'Oriente ed in Europa, ha vissuto per sei anni in Oman, paese nel quale ha trovato ispirazione per i suoi quadri e le sue incisioni grazie alla vastità ed alla luminosità del paesaggio amanita. Nelle sue opere gli uomini e le donne con i vestiti colorati, tradizionali, silenziosi e misteriosi, sembrano identificarsi con la natura che li circonda: una natura desertica, arida e spaziosa con forte contrasto tra luce e ombre. In tanti anni trascorsi in Italia ha ottenuro molti premi importanti. Ha allestito mostre personali e collettive in Italia e all’estero con notevole successo e consensi. Le sue ultime opere si sono arricchire di incisioni che ritraggono paesaggi toscani, luogo nel quale l'artista vive ormai da molti anni. s l

Margaret Karapetian d'Errico graduated from the Fine Arts Academy in Rome in 1978. After having been to various parts of Europe and Asia. she lived in Oman for 6 years, a country where she found inspiration for her paintings and etcbings, thanks to tbe vastness and radiance of tbe landscape. In her works men and women with their coloured and traditional clothes quiet and mysterious, appear to identify with the nature surrounding them, a desert-like enviroment, arid and spacious with a strong contrast between light and shade. During the many years spent in Italy, she has received many important awards. She has exhibited in personal and collective galleries with remarkable success and reviews. Her latest works focus on etchings which depict Tuscan landscapes, a place where the artist has lived for many years. s l

Metamorfosi, tecnica mista, anno 2013, 50x50 cm.

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Janez Štros I suoi colori aprono gli angoli più intimi dell’anima

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anez Štros dipinge le storie di esperienze personali. Le sue opere hanno inizio con la scelta metodica della combinazione della tavolozza dei colori. I dipinti di Janez sono creati dalla spinta interiore, dal desiderio di rivelare i suoi stati d'animo ed i suoi sentimenti, gli stati spirituali personali, i pensieri e le intuizioni. Contenuti questi, in cui il flusso subliminale è intrappolato, e che hanno un effetto sul livello di astrattismo, sebbene forme illusorie emergono ad alludere al tema della realtà. L'autore apre la porta agli angoli più intimi dell'anima con i colori: sono i suoi alleati, confidenti e trasportatori di stati armoniosi, suggerimenti e messaggi simbolici. Anche se è un edonista coloristico, non usa mai l'intero spettro, ma per ogni quadro sceglie il proprio concetto di colore. Il colore viene applicato in più strati di sovrapposizione, ciò si traduce in un quadro unico, caratterizzato da una particolare morbidezza della lega di colori diversi e innumerevoli tracce nella composizione, scene dinamiche libere, aperte in vivide immagini pulsanti. Con ogni creazione Janez Štros rivela una parte della sua verità, l'arte di visualizzazione che rappresenta quindi un'esperienza di catarsi personale. s

INFO janez-stros.com

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Good and Evil olio su tela, anno 2014 90x90cm

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anez Štros mainly creates abstracted works with technique oil on canvas. This means to hem free and unlimited space where he can show hes own perception of the world, creating new, exciting world of infinite multiplictiy of messages. Janez Štros paints the stories of inside experiences. His works of art begin in combination of methodical choice of the colour palette and the tale of coincidence. This is an approach which was introducedby Breton manifestand and the theory of subconscious. Paintings of Janez Štros are made in the technique of oil on canvas. They are created from the inner urge, the desire to profess, to disclose his moods and feelings, personal spiritual states, thoughts and insights. Contents in which the flow of subliminal is trapped, have an effect on the level of abstract, although illusory forms emerge in them that allude to the subject of reality. The author opens up the door to the most intimate corners of the soul with colors. They are his allies, confidants, partners in discussion, and conveyers of harmonious states, suggestions and symbolic messages. Although a colouristic hedonist, he never uses the entire spectrum, but for each painting chooses its own color concept. He enriches it with endless overflows, shine, stream, synthesising and spreading of color. Layers of color are applied in multi-layer overlap. This results in a unique painting, characterized by a special softness of alloy of colors and countless diverse traces combined in the composition of free, open, dynamic scenes in vivid, pulsating images. With each creation Janez Štros discloses a part of his truth, the art visualization of which consequently represents an experience of personal catharsis. s l


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Hydrus

Coronae Australis

olio su tela, anno 2015, 45x55cm.

olio su tela, anno 2015, 45x55cm.

Coronae Australis olio su tela, anno 2015, 45x55cm.

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Rita Vitaloni Il Colore degli Sfrattati

“I

l colore degli sfrattati” è un progetto che nasce da una dolorosa esperienza personale dell’Artista savonese. Un triste storia partita da uno sfratto, non per morosità, di un’intera famiglia, proseguita, e che ancora prosegue, tra testamenti e tribunali, processi legali che tolgono ogni giorno un po’ di vita da parte di chi li subisce senza giusta causa. La sofferenza derivata da questa vicenda ha maturato in Rita la determinazione di avviare alcune iniziative a livello artistico e culturale, per far emergere agli occhi delle persone tutte le situazioni di difficoltà (economiche, personali, famigliari), che coinvolgono una parte sempre maggiore di popolazione. L’intento è di aiutare chi ha subito difficili situazioni e per vari motivi si trova in un periodo critico della sua esistenza, portando in luce, attraverso le sue opere d’arte, il dolore, la tensione emotiva, l’annientamento. Dal primo febbraio del 2008, data dello

INFO www.ritavitaloni.it

Rita Vitaloni, nata nel 1962, cittadina savonese si è di-

plomata negli anni ‘80 all’Istituto Tecnico Commerciale, ma nonostante il lavoro in un Istituto di Credito ha voluto intraprendere gli studi che ha sempre desiderato fare: si Diploma al Liceo Artistico “Arturo Martini” di Savona nel 1993. Si iscrive poi all’Accademia di Belle Arti di Cuneo e nel 2004 ottiene il Diploma Accademico di 2° livello in Grafica, ottenendo il massimo punteggio e la lode nella specializzazione. Da anni porta avanti con successo il suo progetto “Il Colore degli Sfrattati”.

sfratto subito dalla sua famiglia, la creazione delle sue opere, realizzate con varie tecniche, dalla grafica digitale alla pittura, sono a testimonianza della sofferenza imposta, create per sensibilizzare e far meditare sui gravi problemi che esistono nella nostra società, e sull’indifferenza che generano in chi non ne è toccato. Protagonista delle opere di Rita Vitaloni è il colore, che fa percepire tanta sofferenza, ma che lascia anche libera l’immaginazione l dell’osservatore. s Perfezione naturale Digital graphic art, anno 2015, 70×50, cm. “opera del progetto Il Colore degli Sfrattati”

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Ennio Bastiani Apparizioni soprannaturali

L’

Artista bresciano accompagna l’osservatore nelle sue visioni dense di sogno e di incubo, un mondo, quello che rappresenta con pigmenti dalle tonalità forti, soprannaturale. Alcune delle sue opere sono un omaggio alla natura, colori più tenui per i paesaggi dipinti con la sua personale tecnica, mai statici nella fotografia, ma dai quali quasi riusciamo a sentire i piccoli rumori della montagna. Non solo pittore, ma anche scultore con buona creatività e manualità, Ennio Bastiani è nei dipinti che esprime emozioni forti, e le tramette così, con una tale decisione, da lasciare “impressionato” l’occhio dell’attento indagatore. Nella sua produzione artistica troviamo opere che trasmettono dolore, ansia, paura, ma anche altre emozioni, come l’amore, forte più di tutti. Bastiani è autodidatta per scelta, la scelta di chi non vuole farsi condizionare da dettami estetici e formali esterni, i tecnicismi puri non fanno per lui, vuole poter esprimere liberamente e senza vincoli o costrizioni tutta la sua creatività emotiva. Guardiamo come rappresenta Cassandra, figura della mitologia greca, sacerdotessa col dono della profezia, condannata a rimanere inascoltata: il volto di donna che prende forma in un dipinto che di primo acchito si definiribbe quasi astratto, attraversato da tante linee a definire spazi geometrici e tinte. C’è tanto in questo dipinto, tanto colore, tanto studio, tanta forza che potrebbe quasi voler intendere lo struggimento interiore di chi viene ignorato e mai preso sul serio. Il dipinto “Medea” è un mix di forti cariche emozionali. Medea, altra figura della mitologia greca, maga dotata di poteri divini, è trattata in diverse opere del mito, un personaggio negativo dalle mille sfumature passionali. La vediamo qui rappresentata da Bastiani: una donna bellissima, forte e risoluta, carica di erotismo e cattiveria, immersa nel mondo fantastico del mito che l’Artista rappresenta così bene in quest’opera dal sapore visionario. I dipinti di Ennio Bastiani catturano non solo l’occhio, ma anche la mente dell’osservatore, spinto ad addentrarsi nell’opera per scoprire anch’esso tante sfumature dell’animo umano. Rebecca Maniti

Sopra: Cassandra, acrilico su tela, anno 2015, 50x70 cm. Sotto: Medea, acrilico su tela, anno 2015, 50x70 cm.

INFO www.bastianicreazioni.it enarte@gmail.com

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Adele Arati: aaRTI aRTE come presa di Co-Scienza

INFO www.premioceleste/adele.arati

“ [...] L’arte ritorna alle radici, a fare da tramite tra l’essere umano ed il suo futuro, portavoce dei bisogni della società con impegno e determinazione, vuole tornare ad essere fondamentale per il senso e la memoria della storia e la creaevoluzione libera del pensiero, dunque testimonianza e continuità storica. Quell’aRTE con la “a” minuscola, con impegno e libertà, più vicina alla gente, in cui sono gli stessi contenuti a farla diventare importante, con più essenza e meno superficialità. La vera Storia dell’Arte non consiste solo nella successione di quadri importanti, o di Maestri geniali, ma consiste nello stabilire il rapporto storico della sua nascita e le società che l’hanno preceduta, inoltre un’opera va studiata, vissuta, capita ed imparata e ci vuole una figura d’Artista che accompagni alla comprensione. [...] L’aRTE è la mia vita ed io sono aRTE, Origine.”

The third industrial revolution, foto, grafica e pittura, ottobre 2015, 100x70 cm.

Adele Arati, 11 novembre 2013 - tratto da Enunciato d’aRTE: “Dal manifesto futurista del 1909 ad oggi, anno 2016 di aaRTI”

“[...] Siamo entrati nell'Era della Globalizzazione e del consumo esponenziale delle energie, ma se la Terra è già in riserva di risorse, dove troveremo tutta questa energia? Il Corriere della sera - Giovedì 4 Giugno 2015 - in un articolo di G.Cap., scriveva: “Alla grande avventura del super-accelleratore Lhc del Cern di Ginevra lavorano 700 ricercatori italiani dell'istituto nazionale di fisica nucleare[…]”. Marx Planck, fisico tedesco, iniziatore della fisica quantistica, all'inizio del 900 asseriva:"Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che porta la particella di un atomo a vibrare e mantenere il sistema solare insieme. Dobbiamo supporre che dietro questa forza c'è l'esistenza di una mente cosciente ed intelligente. Questa mente è la matrice

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di tutta la materia". Einstein collaborò con Planck e definì che:“Tutto nell’Universo è Energia, tutto è relativo, la massa dipende da che punto di vista riesci a osservarla, a riprenderla”. Inoltre è stato accertato che noi siamo solo il 5% di ciò che esiste nell'universo, che supponiamo sapere essere quasi piatto e di cui non conosciamo i confini, inoltre il 25% è formato da una materia a noi oscura e di un 75% di una energia anch’essa oscura, e che con la sua forza antigravitazionale sta facendo espandere il nostro universo verso qualcosa che non sappiamo cosa sia... ne consegue che il “vuoto” della materia Barionica è permeato di Materia-Energia a noi sconosciuta.” Adele Arati


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Kellianne O’Brien L’Arte dell’anima

INFO www.colouriste.com info@colouriste.com

“Abstraction-in-art requires a kind of un-learning of traditional teaching and learning practices and demands a radical freedom of expression.” _ Kellianne O’Brien

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La scultura di Armando Cheri

Sinuose forme di emozione

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rmando Cheri, classe 1962, è oroginario di Sarule, piccolo paese nel cuore della Sardegna in cui ha trascorso la sua giovinezza. Lasciò Sarule all´età di 18 anni, ma, quando può, ritorna nella sua Barbagia per nutrire lo spirito della propria “sardità”, oltre che per respirare i profumi forti della natura aspra di cui è rimasto “prigioniero” nell’adolescenza. Inizialmente lontano dal confronto con il pubblico, un po’ per il carattere schivo e riservato tipico della gente di Barbagia, un po’ per scelta personale, decide di misurarsi con il mondo artistico solo dopo aver raggiunto la consapevolezza della propria maturità stilistica e spirituale. Appare in diverse mostre personali e collettive meritando premi e riconoscimenti tra cui due medaglie d’oro al concorso “Luigi Tito”, due ori al “Ruga Giuffa”, uno al “Beppi Spolaor” e uno al “Serenissima”. Nel 2006, su commissione della Municipalità di Venezia, realizza il Monumento alla Pace, che viene collocato nell’area verde di fronte a Piazzale Zendrini. Denso il valore simbolico: una luna crescente e una luna calante rimandano alle maree che regolano la città lagunare, una sfera sorretta da mani di bronzo e una colomba della pace ricordano la solidarietà tra i popoli mentre i sei buchi nella mezza luna indicano, appunto, i sestieri veneziani. Il 2013 consacra Cheri all’at-

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tenzione del pubblico più esigente con la personale al Chiostro del Bramante in Roma, in contemporanea con la Grande mostra dei Brueghel “Le meraviglie dell´arte Fiamminga”, con la successiva personale nella sala Costantini del Museo Archeologico di Fiesole di Firenze. Le due mostre erano accompagnate dal catalogo “La materia avvertita”, edito dalla Giorgio Mondadori e curato dal luminare dell’arte prof. Giovanni Faccenda. Armando Cheri è presente nel catalogo generale dell´Arte moderna n°49, n°50 e nel n°51. Tra gli artisti con i quali ha esposto nelle varie mostre collettive ama ricordare Pomodoro, Minguzzi, Bodini, Blandino, Consagra, Conservo, Schiavocampo, Maraniello, Mazzotta, Polver, Cassani, Balena, Benevelli, Festa, Ghinzani, Giannotti, Ramous, Azuma, Balderi, Riva, Piemonti, Quagliotti, Spagnolo, Vicentini, Zazzeri, Marchese, Scimeca e molti altri ancora. Della sua produzione artistica si sono occupati scrittori, giornalisti, critici. La rassegna stampa che lo riguarda comprende testate come “Il Gazzettino” (Venezia); “La Stampa” (edizione di Novara); “Il Giorno” (Milano); “Il Corriere della Sera” (Milano); “La Nuova Sardegna” (Nuoro); “Arte e Cultura” (Milano); “Il Messaggero Sardo”; “That´s Art” (Milano) e “Arte” (Mondadori). Alcune delle sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private. s l


biancoscuro Armando Cheri in esposizione

1995- Personale alla - B.N.L – Mestre (VE) 1998- Personale- ai Pirati – Mestre (VE) 1999- Spazio Hajech-liceo artistico 1° - Milano (MI) 2000- Spazio Hajech-liceo artistico 1° - di Milano (MI) 2000- Percorsi d’Arte Contemporanea - R. Sesia (NO) 2000- Arti Visive - C. Culturale Bertolt Brecht - Milano (MI) 2000- Percorsi d’Arte-Valli Misa e Nevola - Novara (NO) 2001- Biennale d’Arte - Gemme - Novara (NO) 2001- FarArte - Fara Novarese - Novara (NO) 2001- Comune di Venezia - S. Consiliare - Favaro Veneto2001- Cortes Apertas- Museo Ladu - Sarule - Nuoro (NU) 2001- Spazio Hajech-liceo artistico 1° - Milano (MI) 2001- Personale “Galleria Nuovo Spazio” - Mestre (VE) 2001- Mostra a premi- Ruga Giuffa- Venezia (VE) - oro 2002- Cortes Apertas- Museo Ladu - Sarule - Nuoro (NU) 2002– Comune di Venezia - S. Consiliare - Favaro Veneto 2002– Spazio Hajech-liceo artistico 1° - Milano (MI) 2002- Personale-“C. Culturale Candiani” - Mestre (VE) 2004- Mostra a premi- Ruga Giuffa- Venezia (VE)- argento 2004– Concorso - Bepi Spolaor – Mira (VE)- argento 2004- Concorso - Luigi Tito- Comune di Dolo (VE) - oro 2005– Cortes Apertas- Museo Ladu - Sarule - Nuoro (NU) 2006- Comune di Venezia - S. Consiliare - Favaro Veneto 2006- Concorso - Luigi Tito- Comune di Dolo (VE) - oro 2007- Concorso - Luigi Tito- Comune di Dolo (VE) - oro 2007– Premio Reg. Serenissima – Marghera (VE) - oro 2008- Cortes Apertas- Museo Ladu - Sarule - Nuoro (NU) 2009- Espo.televisiva - (speciale) arte tv’ -Marcon (VE) 2010- Espo.televisiva - (speciale) arte tv’ -Marcon (VE) 2012- Espo.televisiva - (speciale) - Fratelli Orler – Venezia (VE) 2013- Espo.televisiva - (speciale) - Fratelli Orler – Venezia (VE) 2013- Personale al Chiostro del Bramante,Via della Pace- Roma 2013- Espo.televisiva - (speciale) - Fratelli Orler – Venezia (VE) 2013- Personale al- Museo Archeologico di Fiesole (FI) 2014– Personale - Galleria la Spadarina - Piacenza (PC) 2014- Espo.televisiva - (speciale) - Fratelli Orler – Venezia (VE) 2014- Personale al Museo Ladu – Comune di Sarule (NU) 2015– Esposizione al pad. 17 - Arte Expo - Milano (MI) 2015– Scandinavi Art 2015 - Stoccolma – Svezia. 2015– Scandinavi Art 2015 - Helsinki-Finlandia.

In alto a sinistra: Mondo Nuragico radica di cedro e pietre anno 2014, 77,5x44x34 cm. In basso a sinistra: Guerriero Nuragico radica di olivo e pietre anno 2014, 56x30x11 cm. In alto a destra: Mater Dea

[...] Microcosmo e macrocosmo si rispecchiano nelle suggestioni di Armando Cheri, un “artista totale” aperto ai tanti volti della Natura. Scontate le concrete e visibili ragioni dell’arte contemporanea che ha conosciuto una così dura vocazione creativa, l’artista veneziano (di origine sarda) vi ha infuso la rara lezione dell’armonia. Perché ogni cosa richiama il bene della reciproca conoscenza e di solidi principi dell’arte; e delle sue imprescindibili emozioni. Dunque, un artigiano della manualità nel senso pieno della tradizione, al cospetto di forme da rivelare. Di sapere fare tutto senza particolari necessità tecniche se non quelle del forgiare e dello scavo, entrando nei valori umili, esempio di poesia moderna, mostrandoci la magia introspettiva del pensiero e delle cose, fra la vertiginosa altezza del pensiero in cerca dello Assoluto, ed il sublime svettare virtuale delle “frecce” delle guglie rocciose, dei pinnacoli di natura nel cielo. Ed il sapore del tempo. Per vedere se in esse il suo essere continua. Il punto di arrivo è proprio questo: di affidare all’estro cognitivo sorretto dall’intuizione, perché il suo destino sembra quello di tenere vivo un simulacro materiale, in cui l’anima dell’artista si amalgama con l’anima mundi, essenziale verità della bellezza creativa. [...] Alfredo Pasolino

radica di lentisco e pietra anno 2014, 44x15x23 cm. In basso a destra: Nuraghe Madre

INFO

legno di olivo e pietre

www.cheriarmando.com

anno 2014, 52,5x27x16 cm.

info@cheriarmando.com

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Luigino Cuccui Il sogno che ha ricondotto all’arte “Schivo Solitario”

Il sogno che ha ricondotto all’arte “Schivo Solitario”, tecnica mista su tela, 70x100 cm.

L’autobiografia dell’artista

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ono un pittore, autodidatta, soprannominato “Schivo Solitario”. Sono nato a Ovodda in provincia di Nuoro nel 1957. Durante l’infanzia ero molto timido, delicato di salute, e ancora lo sono... Il mio titolo di studio: terza media. Alle elementari avevo buona condotta, con la testa però ero altrove e tralasciavo lo studio... Proprio alle elementari iniziò la mia passione per la pittura. Durante una lezione la maestra ci disse: “Chi non termina il disegno non uscirà in ricreazione” un compagno mi disse: “L’importante è portarlo a termine, non importa che sia bello o brutto”, subito lo completai, alla maestra piacque molto e lo incollò sulla parete. Essendo parte di una famiglia numerosa iniziai a

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lavorare sin da ragazzino, appena dopo le scuole elementari. A 13 anni iniziai ad aiutare mio fratello che aveva una quantità notevole di capre e altro bestiame. Più crescevo più sceglievo la vita di campagna. Vivevo isolato dal mondo: sui monti rocciosi, in barbagia, prati montani, fitti boschi, posti tortuosi. Anche in campagna non persi tempo: ripresi subito con la fantasia artistica. Disegnavo su tutte le superfici piane: sulle bianche rocce, sui tronchi di alberi, sul terreno, su carta e cartone. Usavo gessetto, carbone, matita, penna, acquerello e altri colori che mi procuravo. Gli alberi secchi ed i tronchi li tagliavo per realizzare bellissime sculture; ne creavo anche con radici, cespugli e argilla. Passavano gli anni e miglioravo sempre più. Iniziai a comprare tele, cavalletti, colori ad olio e acrilici. Dall’età di 23 fino ai 35 anni lavorai “Solitario”. Sempre pastore e sempre lavori agricoli. Le mie condizioni di salute peggioravano e fui costretto dolorosamente ad abbandonare i lavori in campagna. Senza perdere tempo, in una vecchia casa, creai uno studio dove continuare a sfornare le mie opere. Ma il mio animo era triste, il mio futuro lo vedevo scuro. Preso dallo smarrimento e dallo sconforto non sentivo più le forze per continuare nel mio cammino artistico. Mi ripetevo: “Le mie opere nessuno le potrà mai vedere, nessuno potrà aiutarmi a farle conoscere, non ho i mezzi”. Una notte sognai una bellissima signora, mi sorrideva dicendomi: “Luigino a te è stato assegnato quel cammino, continua!” Io le rispondevo che non era più possibile ma questa signora insisteva: “Luigino le tue opere, d’ora in poi saranno più belle, tutti le conosceranno e sarai un artista apprezzato da tutti”. Mi svegliai dicendo: “Che strano... che bel sogno!” La mattina stessa ripresi con le pennellate. Il primo a credere nella mia arte, era mio fratello Alessandro, si impegnava e si impegna continuamente per aiutarmi. A forza di ascoltare i miei insegnamenti è diventato molto bravo anche lui. Alessandro, durante una festa, per caso, conobbe il critico d’arte Prof. Flavio Piu, di Cagliari. Dopo avergli mostrato qualche foto di qualche mia opera disse: “Vorrei andare da Luigino per conoscerlo e vedere le sue opere dal vivo”. Io gradii tanto la sua visita, si complimentò con me e mi scrisse un testo critico, oggi condiviso da tanti noti critici d’ arte. Questo mi permise dopo alcuni mesi di partecipare ad importanti eventi artistici. Ringrazio infinitamente il Prof. Flavio Piu e mio fratello Alessandro, perché mi guidano nel mio percorso artistico. Devo dire che il sogno che vidi, si è avverato: “Le mie opere sono più belle, e le mie tele sono riconosciute a livello nazionale ed internazionale, il mio curriculum si è arricchito molto”. Luigino Cuccui


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Curriculum recente dell’artista Luigino Cuccui, pittore autodidatta, nato a Ovodda nel 1957, realizza dipinti a olio, acrilici e con tecnica mista. Opera nell’ambito della pittura figurativa, surrealista e di una particolare espressione artistica da lui inventata. Ha realizzato diversi murales e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Diverse opere sono custodite nella “Casa Museo Tonina Cuccui” a Ovodda (NU). Premi nazionali e internazionali .Premio Biennale il Leone dei Dogi - Venezia; .Premio Biennale Artista dell’anno 2013 - Cesenatico; .Premio Biennale Oscar dell’Arte - Monte-Carlo; .Premio alla sua Persona - Firenze; .Premio Biennale Gondola dell’Arte - Venezia; .Trofeo la Vela d’Oro per l’Arte - Cesenatico; .Premio “Salvo D’Acquisto” in occasione del 200º anniversario della fondazione dell’ arma dei carabinieri - Lecce; .Premio Oscar della Cultura - Firenze; .Premio “Pace, Progresso e Umanità”, a cura dell’Accademia Internazionale Gentilizia il Marzocco - Firenze. Eventi espositivi nazionali e internazionali - Immagina fiera, d’arte a Reggio Emilia e Contemporanea fiera d’arte a Forlì, artista selezionato da Mariarosaria Belgiovine, eventi inaugurati dal Prof. Vittorio Sgarbi. - Mostra collettiva a Cesenatico Hotel Miramare, ricevendo il premio. - Vernice Art Fair, Fiera d’arte a Reggio Emilia, selezionato da ArtExpò Gallery; Biennale Hotel de Paris - Principato di Monaco, artista selezionato da Mariarosaria Belgiovine. - Rassegna d’Arte “Artisti protagonisti del nuovo millennio 2013” all’Hotel Domus Florentia - Firenze. - Rassegna Vetrina d’Arte, Galleria Centro Storico, Firenze, rassegna curata da Lucia Mazzetti. - Prima “biennale della creatività” in Italia (pala Expò) Verona, artista selezionato dal comitato scientifico presieduto da Paolo Levi, curato da Sandro Serradifalco e inaugurato dal Prof. Vittorio Sgarbi. - Mostra “Premio Capitolium” Roma,

presso il complesso museale della basilica di Santa Maria del Popolo, curata da Angela Chiassai. - Seconda Biennale Internazionale di Palermo, artista selezionato da Paolo Levi e dal suo comitato scientifico, curato da Sandro Serradifalco e inaugurato dal Prof. Vittorio Sgarbi. - Rassegna “Arte, Movimento e spirito”, Galleria Centro Storico, a cura dell’Accademia Internazionale Gentilizia il Marzocco - Firenze. - Art Shopping Carrousel di Louvre rassegna d’arte francese presso Carrousel di Louvre di Parigi, artista selezionato l da Effetto Arte. s

Recensioni sulle opere È stato recensito su: - Avanguardia Artistica cura di Sandro Serradifalco; - I protagonisti delle nuove avanguardie cura di Sandro Serradifalco; - L’Elite New 2013 e 2014, selezione d’arte a cura di Roberto Perdicaro; - catalogo ufficiale della Prima Biennale della creatività in Italia con la premessa di Vittorio Sgarbi, la presentazione di Paolo Levi ed i ringraziamenti di Sandro Serradifalco; - Protagonisti dell’Arte 2014 dal XIX Secolo ad oggi a cura di Paolo Levi; - Albo d’Onore con investitura onoraria in occasione del 200º anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri; - Del top dell’arte contemporanea, della scienza, della cultura e della filosofia a cura dell’associazione Italia Arte; - Effetto Arte n. maggio-giugno 2014, rivista diretta da Paolo Levi, nella rubrica riservata ai grandi maestri a cura di Serena Carlino e Caterina Randazzo; - nel catalogo ufficiale della seconda biennale Internazionale d’arte di Palermo con premessa di Vittorio Sgarbi, presentazione di Paolo Levi e ringraziamenti di Sandro Serradifalco; - annuario d’arte contemporanea “Artisti” a cura di Vittorio Sgarbi; - Effetto Arte n. gennaio-febbraio 2015, rivista diretta da Paolo Levi, nello speciale a cura di Josè Van Roy Dalì; - nel volume d’arte “Artista nella storia” a cura Josè Van Roy Dalì; - Effetto Arte n. gennaio-febbraio 2015, rivista diretta da Paolo Levi, nello special “Parigi 2015” rassegna francese Art Shopping Carrousel du Louvre, presso il Carrousel du Louvre Parigi;

- Albo celebrativo 1914-2014 degli artisti associati in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale a cura dell’assol ciazione culturale Italia in arte. s

Cenni critici a cura di: Enzo Cuccurullo Adolfo Floris Nadine Giove Flavio Piu Anna Francesca Biondolillo Giuseppe Maci Sandro Serradifalco Mariarosaria Belgiovine Jean Charles Spina Serena Carlino Paolo Levi Barbara Righetti Mara Ferloni Roberto Chiavarini Michele Miulli Rosalia Laura Ruggiero Diana D’Isanto Josè Van Roy Dalì Antonio Mucciaccio Dino Marasà Martina Caliri Mario Stara Paolo Secci

INFO Luigino Cuccui Via Lamarmora 7 08020 Ovodda (NU) T. 0039.347.1283037 luiginocuccui@gmail.com Qui sotto in foto l’artista Luigino Cuccui in arte “Schivo Solitario”

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Roberto Re Le varie forme del surrealismo

INFO www.reroberto.eu re.roberti@fastwebnet.it

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a passione per la pittura lo ha accompagnato fin dalla gioventù in misura tutt’altro che marginale, prepotente come un bisogno fisiologico, è da sempre parte integrante della sua personalità. I suoi dipinti sono frutto di una esplosione interna di sentimenti, esterna così sensazioni

che imprime sulle tele, trasformandole in opere d’arte d’astratto tecnico ed estremo, per l’artista la pittura, i colori e le pennellate devono esprimere i sentimenti e non riprodurre una realtà materiale e statica. Nei quadri di Roberto Re il processo dalla realtà all’astrazione è strutturato con forza da un

Flat, tecnica mista su tela, anno 2015, 50x50 cm.

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Ci risvegliamo in una vita non nostra, dal passato strano. Come abbiamo fatto ad arrivare così in basso, quali gli errori, ripercorrendo le tappe della nostra vita... Rovi maledetti, difficoltà nella vita... Lampade spende dovute a idee malsane ed errori nella vita. Sei solo, si veramente solo. Lì in mezzo alla scacchiera in cui stai giocando una

partita per la tua sopravvivenza... Poche persone sanno come sei fatto e li vedi come pedoni che seguono il tuo istinto. Ogni volta che fai una scelta sbagliata (lampada rotta), cadi e ti rialzi, perchè tu sei “Oltre Il Tuo Destino”, tu sei meglio di così. Traccia la tua strada. Roberto Re

disegno marcato e organico o variamente modulato, da questa metamorfosi emerge quasi drammaticamente la relazione tra energia vitale e astrazione razionale dando nuova vita ai soggetti dipinti. Concretizza nelle sue tele perfetti equilibri e stimo-

lanti incastri di forme diverse, scopriamo il suo intimo essere attraverso vibranti e intensi passaggi cromatici. Produce “buona arte astratta” che chiede alla nostra percezione sensoriale di captare l’espressione essenziale, spoglia di ogni aneddoto. s l

Oltre il destino, olio su tela, anno 2015, 100x80 cm.

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Franco Salituro L’ironica ambiguità della sue espressione

INFO frasalituro.wix.com/salituro

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iù volte in questi ultimi anni, nelle nuove generazioni di artisti, abbiamo registrato la consapevolezza critica di un’atmosfera culturale post-moderna, non più vissuta in termini di acquiescenza o moda culturale, ma profondamente interiorizzata in una “pratica”, sempre più espressione “nuova” di una volontà di cambiamento e di rinnovamento. Un processo di autonomia critica che rivendica con forza le proprie intrinseche possibilità espressive ed esistenziali al di là dai vecchi schemi, in un campo di possibilità estreme, aperto a nuovi strumenti, tecniche, linguaggi, espressioni di una diversa e nuova cultura. Un cambiamento che ripropone, oggi, il bisogno di una “centralità” dell’uomo dinanzi allo smarrimento complessivo e ad un sistema, sempre più in crisi di valori, di prospettive, di certezze, e non più identificabile secondo i canali tradizionali di riferimento dinanzi alla grande trasformazione post-industriale ed elettronica. Un processo, dunque, di revisione critica che ritrova nuovi territori di ricerca Senza titolo n. 5 acrilico su tela, anno 2014, 40x50 cm.

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in un mutato rapporto con l’antico teso sempre a reintrodurre nello scenario del moderno e della contemporaneità la “lezione della storia”, con il suo integro significato, e non formale manipolazione. In tale prospettiva di ricerca, sono orientate le proposizioni pittoriche di Franco Salituro, attento ad elaborare con accorta specularità uno scenario spazio-temporale carico di sottile ironia ed ambiguità. Operazione, per molti versi, di “provocazione psicologica” che ritrova, in diversi momenti di riflessione tematica e critica, la sua prospettiva concreta di riferimento. Una prospettiva, senza dubbio, ancora nel suo iniziale momento di verifica, ma fortemente intrisa delle ragioni intellettuali artistiche ed essenziali di Salituro; dal suo intrinseco bisogno di misurarsi con una “pratica dell’arte” che, nel tempo della scienza e della tecnica, aiuti l’uomo a ritrovare la sua “centralità”, in una sempre più sofferta e primitiva, dirompente, soggettività. Fernando Miglietta da “Ironia e ambiguità nella pittura di Franco Salituro”


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Senza titolo serie I. n. 17

Senza titolo n. 7

acrilico su tela, anno 2015, 40x50 cm.

acrilico su tela, anno 2014, 40x50 cm.

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l geometrismo lirico figurale della sua evoluzione pittorica matura in oltre un trentennio di esperienze. Al centro della sua pittura si colloca il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, interpretato nei suoi aspetti relazionali e psicologici. Le sue immagini inquietanti e simboliche irrompono con una carica fortemente ironica ed ambigua. Dopo aver abbandonato la pittura tradizionale, avviata nel periodo di formazione presso il Liceo Artistico, fatta di paesaggi, nature morte e ritratti, inizia un lungo percorso artistico di ricerca, che parte da una pittura post/futurista sino a raggiungere un segno/sigillo artistico personale, con il quale esprime il suo pensiero/concetto. Siamo di fronte ad un nuovo tipo di pensiero creativo, del quale l’artista è annoverato tra i capiscuola, come ama definirlo, fra gli altri, Salvatore Russo. Una svolta in direzione della ricerca costante delle proprie coordinate stilistico-figurative è da considerare il Premio Internazionale “Arte 90”, ideato ed organizzato a Milano dalla “Giorgio Mondadori Editore” nel 1990, dove l’artista è chiamato a presentare alla critica le sue opere ed è premiato da una giuria di qualità di assoluto rilievo (Enrico Crispolti, Gianni Dova, Enzo Fabiani, Sebastiano Grasso, Daniela Palazzoli) e segnalato fra i primi venti artisti degni di menzione, emergenti a livello nazionale. s

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he lyrical figural geometrism of his pictorial evolution develops in more than three decades of experience. At the center of his painting lies the relationship between man and the environment, played in his psychological and relational aspects. Its disturbing and symbolic images break with a strongly ironic and ambiguous charge. After abandoning the traditional painting, started in the period of training at the Art School, made of landscapes, still lifes and portraits, he began a long artistic research, which starts from a post/ futurist painting until he reaches a sign / personal artistic seal, through which he expresses his thought / concept. We are facing a new kind of creative thinking, of which the artist is among the capiscuola, as he likes to call it, among others, Salvatore Russo. A turning point in the direction of the constant search of his stylistic and figurative coordinates is to consider the International Prize “Art 90”, conceived and organized in Milan by “Giorgio Mondadori Editore” in 1990, where the artist is called to present his works to critics and is awarded by a jury of quality of absolute importance and reported among the twenty top artists worthy of mention, emerging nationwide. s l

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Jean-Pierre Sergent Anima Mundi: mostra alla Keller Gallery di Zurigo

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e opere di Jean-Pierre Sergent in questa mostra, mettono lo spettatore in un “centro” universale e trascendentale. “Anima Mundi” è per definizione “la forza vitale nell’uPittore franco-newyorkese, ora vive e lavora a Besançon. Il suo lavoro è esposto a livello internazionale da oltre 20 anni e diverse importanti mostre personali sono state dedicate a lui nel 2011 presso il Museo di Belle Arti di Mulhouse, nel 2012 al Courbet Museum, nel 2013 al Kunstpalais Badenweiler in Germania. Nell’estate del 2015, ha tenuto due mostre personali in Svizzera, a Basilea e a Montreux, oltre alla partecipazione alla 7 ° Biennale di Besançon nel mese di ottobre e al MAG Montreux nel mese di novembre.

niverso”; i dipinti dell’artista sono in qualche modo le stesse rappresentazioni di queste forze energetiche: sono i colori, la vitalità e la sessualità. La saggezza millenaria dimostra empiricamente che dovremmo regolarmente riseminare il nostro mondo interiore ed il mondo in generale, per sopravvivere e prosperare. Così i dipinti dell’artista sembrano avere questo potere “magico”, ci fa raggiungere questi viaggi cosmici, paradossalmente sia intimi che universali, sulle orme dei filosofi indù o anche direttamente in luoghi immaginari e celesti. Allo stesso modo, tutte le immagini proposte da Sergent sono estratte da una realtà tangibile: il fiore di loto, la pioggia Maya

dea Ixchel, i crani degli aztechi, lo spirito di Jaguar (El Tigre), donne asiatiche legate in schiavitù ed in estasi sessuale, queste ed altre sono tutte le immagini di rituali esistenti o preesistenti o scene di contemplazione. Queste miscele armoniose, o caotiche, grazie ai colori ed alle sovrapposizioni create dall’artista, provocano e inducono risonanze ed emozioni che ci portano in questo luogo universale nel vero senso della Anima Mundi, in un viaggio , reale o immaginario, al centro vitale dell’Anima del Mondo. La mostra è visitabile sino al 5 marzo 2016 alla prestigiosa Galerie Keller di Zurigo, sotto la cura della Gallerista l Heidi Suter. s

Le désir, la matrice, la grotte et le lotus blanc, acrylic hand silkscreened on B.F.K. Rives paper, 0.43x0.42 m, 2014

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Jani Jan J. In his search for new approaches it is not only the use of new materials (paper, iron, stones, glass, etc.) which flows into his work, but meeting new people and encountering their different cultures is just as essential to inspiration and the content of his works. Itis said that painting is applaying paint to a surface with a brush, spatula or the like. In his work Jani Jan J. breaks this convention and oversteps boundaries again and again: whether it be exceeding the limit of the picture – frame (as in endless 1 – endless 2) or overcoming the surface by integrating into the picture (three - or moredimensional) techniques (as in time-bubble). Some of these techniques have been developed by the artist himself. It is the joy of experimenting with colour and structures which makes pictures (objects/works) like “a deep blue dream” possible. With his language of form and colour Jani Jan J. endeavours to integrate contrasting elements, go to the limits and overstep them. This means the further development techniques and forms of expression with innovative result´s. Dr. Gabriele Stöger

Tiptych - a long time ago 2, iron painting and mixed media on canvas, 2015, 90x40cm.

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Tiptych - endless 2, iron painting and mixed media on wood, 2015, 124x87cm.


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Jani Jan J. is a skillful sculptor and painter. The Master finds the courage to live in first person his experinces stowed in the collective unconscious and to resurrect them. Jani comes thus, to eleborate his own visual and spiritual language, that leads the viewer to become a skilled investigator of the living. New realities. Realities that cannot be confined to essence is represented by the large communicability. Salvatore Russo

INFO jani@janijanj.com www.janijanj.com

Tiptych - endless 1, iron painting and mixed media on wood, 2015, 124x87cm.

Tiptych - a long time ago 1, iron painting and mixed media on canvas, 2015, 90x40cm.

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Henri Cartier-Bresson e gli altri Nuova mostra al Palazzo della Ragione Fotografia

Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale.

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l Palazzo della Ragione Fotografia, nel centro storico di Milano, si riconferma sede d’elezione in ambito espositivo con la mostra “Henri Cartier-Bresson e gli altri” in corso fino al 2 febbraio. Seconda tappa del grande progetto “Italia inside out”, che ha portato al pubblico i più importanti fotografi italiani, il viaggio per il Belpaese prosegue ora con gli scatti dei maestri

Henri Cartier-Bresson

internazionali. Capofila è Cartier-Bresson, l’ “occhio del secolo”, che compì numerosi viaggi in Italia nel corso di un trentennio e il cui autoritratto del 1933 apre idealmente l’esposizione. Accanto a lui, altri 34 autori stranieri, per un totale di oltre 200 fotografie organizzate in 7 aree tematiche: Robert Capa, David Seymur, George Rodger (che, insieme a Cartier-Bresson, furono i fondatori, nel 1947, del-

David Seymour, Bernard Berenson osserva la statua di Paolina Borghese di Antonio Canova alla Galleria Borghese di Roma Roma, 1955 © David Seymour / Magnum Photos

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Henri Cartier-Bresson, Livorno, 1933 Š Fondation Henri Cartier-Bresson, Paris / Magnum Photos

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Sebastião Salgado, Gli equipaggi, condotti dal rais, si radunano all’alba per dare inizio alla mattanza. Trapani, 1991 © Sebastião Salgado / Amazonas Images

la mitica “Agenzia Magnum”), e poi ancora Helmut Newton, Steve McCurry, Sophie Zenon, solo per citarne alcuni. La Roma anni cinquanta di William Klein, i pescatori di tonno in Sicilia immortalati da Salgado, le piccole umanità scovate da una giovane Cuchi White alle prime armi, passando per i poetici scatti in bianco e nero di Claude Nori alla ricerca delle sue radici familiari, o di Guy Mandery nel sud Italia, tra paesaggi vocativi e antiche architetture. Non manca la sezione dedicata alle città d’arte e di cultura, culle del patrimonio artistico del nostro Paese, che hanno ispirato le sperimentazioni contemporanee del russo Titarenko a Venezia e di Sarah Moon a Reggio Emilia, o quelle del cubano Abelardo Morell che crea enormi camere oscure all’interno di stanze, grazie all’uso del foro stenopeico. Anche la città di Milano, che ospita la mostra, è ritratta nelle foto di Irene Kung (svizzera di nascita,

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ma ormai italiana d’adozione), dove i monumenti simbolo del capoluogo lombardo emergono dai fondali neri come apparizioni oniriche al centro della notte. La fotografia di reportage è rappresentata da alcune immagini tratte da “Un paese” (195355), lavoro nato dal viaggio di Paul Strand e Cesare Zavattini a Luzzara, piccolo borgo della bassa reggiana; dagli scatti ad alta quota di Axel Hütte che ritrae la maestosità ed imponenza delle Alpi, da quelli di Jordi Bernadò in giro per Roma alla ricerca dei palazzi del potere. Non solo bellezza, però: gli obiettivi di Art Kane, Michael Ackerman e Jay Wolke hanno documentato anche l’Italia del disagio esistenziale, dell’abusivismo e dello scempio edilizio, restituendo una realtà amara, cui fa da contraltare lo sguardo positivo degli autori presenti nella penultima sezione: i campetti di calcio amatoriali di Van der Meer, i turisti amalfitani di Martin Parr,


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Henri Cartier-Bresson, Firenze, 1933 © Fondation Henri Cartier-Bresson, Paris / Magnum Photos

Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.

Henri Cartier-Bresson

la magia delle calli veneziane catturata da McCurry. Come in un cerchio, la mostra si chiude con gli autoritratti di Nobuyoshi Araki, Sophie Zénon ed Elina Brotherus, ognuno alla ricerca della propria identità. La mostra è a cura di Giovanna Calvenzi ed è promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo della Ragione, con Civita, Contrasto e GAmm Giunti. “Henri Cartier-Bresson e gli altri” è un immancabile e coinvolgente viaggio lungo la penisola italiana che ci permette di conoscere la storia sociale del paese negli ultimi ottanta anni, ma anche quella del linguaggio fotografico e delle sue evoluzioni stilistiche. Federica Senigagliesi

HENRI CARTIER-BRESSON E GLI ALTRI I grandi fotografi e l’Italia 11 novembre 2015 - 7 febbraio 2016 Palazzo della Ragione Fotografia, Milano INFO T. +39 0243353535 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-20.30 giovedì e sabato 9.30-22.30 Chiuso il lunedì

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzodellaragionefotografia.it

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Pupi Perati www.frammentidiparadiso.it

“Viaggio nella Stella”, opere fotografiche appartenenti alla mostra: “Sulla via Francigena cercando la propria Stella”. Tiratura di 9 esemplari firmati e certificati dalle autrici Pupi Perati e Pieranna Scagliotti. Misura 40x40 cm. (opere accompagnate da catalogo della mostra, che è itinerante lungo la via Francigena).

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Bronze Ball 2016. Bronze 8cm round © Tim Taylor

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Jakob Tuggener, poeta della fotografia “Fabrik” e “Nuits de Bal” a Bologna

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a Fondazione MAST di Bologna ospita, dal 27 gennaio al 17 aprile, due mostre dedicate all’artista svizzero Jakob Tuggener (1904-1988), fotografo, cineasta e pittore, acuto osservatore del vivere quotidiano, di straordinaria sensibilità nei confronti della banalità dell’ordinario, tanto nelle occasioni mondane dell’alta società, quanto negli ordinari e anonimi spazi lavorativi della fabbrica. Nato a Zurigo, Jakob Tuggener, dopo un breve apprendistato come disegnatore tecnico nella città natia, si iscrive ai corsi della Reimann School a Berlino, rinomato istituto scolastico di Arti e Mestieri, per poi ritornare in patria e lavorare come fotografo industriale. Principalmente influenzato dal cinema espressionista tedesco degli anni Venti, sviluppa uno stile poetico che, all’indomani della seconda guerra mondiale, diviene un modello operativo per un gran numero di fotografi esordienti. Le due mostre offrono al pubblico due soggetti prediletti dall’artista, il lavoro in fabbrica e gli eventi mondani dell’alta società, a cui l’autore si dedica incessantemente dagli anni Trenta fino al secondo dopoguerra. In “Fabrik 1933-1953”, vengono esposte oltre 150 stampe originali del lavoro di Tuggener, tratte, in parte, dall’omonimo libro fotografico, in parte da altri scatti dell’artista che affrontano momenti di lavoro nel suo paese. Fabrik, saggio di grande impat-

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Senza titolo T ornos, Moutier, 1942 © Jakob T uggener Foundation, Uster FABRIK 1933-1953 POETICA E IMPRONTA ESPRESSIONISTICA NELLE IMMAGINI INDUSTRIALI

to visivo sul tema del rapporto uomo-macchina, viene dato alle stampe nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, e Tuggener, ritraendo la storia dell’indu-

strializzazione, intende illustrare il potenziale distruttivo del progresso tecnico. Questa raccolta è una tappa fondamentale nella storia del libro fotografico,


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paragonabile a “Paris de nuit” (1933) di Brassaï e a “The English at Home” (1936) di Bill Brandt. In questi scatti, sceglie di mettere in luce le persone nella loro operosità, i loro visi espressivi, la fatica e anche la loro bellezza: Tuggener, con il bianco e nero, carpisce volti straordinari, particolari raffinatissimi e composizioni da maestro; le sue fotografie, nella dignitosa stanchezza di cui si rendono portatrici, riescono a esprimere poesia, senza accondiscendere al mito della produzione. Con “Nuits de Bal 1934-1950”, anche le fotografie di balli ed altre occasioni mondane sono oggetto di proiezione negli spazi del MAST. Tuggener, affascinato dall’atmosfera spumeggiante delle feste dell’alta società, inizia a fotografare le dame eleganti e i loro abiti di seta a Berlino, ma è a Zurigo e a St Moritz che, con la sua Leica, indossando lo smoking, cattura le misteriose sfaccettature delle serate mondane; ritrae l’alta società, ma riprende anche il lavoro invisibile di musicisti, camerieri, cuochi e valletti, che attraversavano silenti il mondo festoso ed autoreferenziale degli incuranti ospiti. Il contrasto Sotto: Senza titolo Geigy, Basilea, 1953 © Jakob T uggener Foundation, Uster FABRIK 1933-1953 POETICA E IMPRONTA ESPRESSIONISTICA NELLE IMMAGINI INDUSTRIALI

Sopra: Lavoro in caldaia (nel “passo d’uomo”) 1935 © Jakob T uggener Foundation, Uster FABRIK 1933-1953 POETICA E IMPRONTA ESPRESSIONISTICA NELLE IMMAGINI INDUSTRIALI

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tra la luminosa sala da ballo e il buio capannone industriale caratterizzarono tutta la sua opera artistica. A Bologna, Jakob Tuggener viene offerto ai visitatori quale magistrale interprete di un mondo dai forti contrasti, capace di esprimere una sensibilità infallibile per la poesia della vita di tutti i giorni: non fotografa, dipinge e crea filmati con l’obiettivo di limitarsi a ritrarre la realtà, perché vuole esprimere la realtà e, attraverso la propria realtà interiore, trasformata dalla sua percezione soggettiva, sa offrire allo spettatore un’individuale e personale esperienza. Lucia Garnero

A destra: Ballo ungherese Grand Hotel Dolder, Zurigo, 1935 © Jakob T uggener Foundation, Uster NUITS DE BAL 1934-1950 I BALLI NELL’ALTA SOCIETÀ ELVETICA E IL LAVORO INVISIBIL

Sotto: Carlton Hotel, St. Moritz s.d. / Palace Hotel, St. Moritz, s.d. © Jakob T uggener Foundation, Uster NUITS DE BAL 1934-1950 I BALLI NELL’ALTA SOCIETÀ ELVETICA E IL LAVORO INVISIBIL

FABRIK 1933–1953 / NUITS DE BAL 1934–1950 Poetica e impronta espressionistica nelle immagini industriali / / I balli nell’Alta Società Elvetica e il lavoro invisibile

27 gennaio 2016 - 17 aprile 2016 MAST, Bologna INFO

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Festival Internazionale della multimedialità urbana

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Sotto e a destra: due immagini delle installazioi urbane proposte

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maggio a Gorizia sarà nuovamente tempo di In\Visible Cities, Festival Internazionale della Multimedialità Urbana in cui le arti multimediali incontrano la città per valorizzarne il patrimonio visibile e invisibile. Con la sezione “Dopo la catastrofe / città, trasformazioni, memorie” l’edizione 2016 del Festival indagherà, attraverso gli strumenti e i linguaggi della multimedialità urbana, ciò che avviene dopo una catastrofe naturale. Come si modificano i contesti urbani? Quali sono i nuovi progetti volti alla ricostruzione e in che modo le nuove tecnologie e la multimedialità offrono un contributo? Come raccogliere, conservare e tramandare le tante memorie legate agli eventi catastrofici? Come narrare le emozioni, le storie di vita, la solidarietà? Come immaginare il futuro del territorio e della società? Artisti, studiosi, architetti, progettisti, amministratori locali saranno chiamati a riflettere su queste tematiche, facendo interagire nuove tecnologie, forme di espressione artistiche e documentazione storica. In\Visible Cities 2016

inizierà il 6 maggio con l’inaugurazione delle installazioni multimediali realizzate dalle scuole di tutt’Italia che aderiranno al concorso indetto dal Festival e avrà il suo culmine nella settimana dal 25 al 29 maggio. In questo lungo periodo il Festival proporrà eventi in partnership con numerose realtà artistiche presenti sul territorio, proponendo sinergie e dialoghi, proposte innovative e un’ampia scelta tra spettacoli, concerti, videomapping, workshop e installazioni. Forti della grande risposta ottenuta nel 2015 con oltre 110 artisti partecipanti al bando, sono state da poco pubblicate sul sito www.invisiblecities.eu due nuove call per l’edizione 2016: una per artisti in residenza, ospiti a Gorizia per tutta la durata del Festival, e una per artisti non in residenza che potranno portare un’opera già realizzata oppure realizzata per l’occasione. Per gli artisti in residenza gli organizzatori metteranno a disposizione materiale audiovisivo d’archivio da poter utilizzare nella realizzazione della propria opera. Il form è compilabile direttamente on line. s l


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