Biancoscuro Art Magazine #15

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e 9 772385 170005

Numero 15 - aprile-maggio 2016 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero Matisse e contemporanei a Palazzo Chiablese Ispirazioni comuni e influenze reciproche Street Art - Banksy & CO. Bologna: una delle principali città dell’Urban Art e del Graffiti writing PaviArt L’Arte Contemporanea colora Pavia Casa Batlló L’opera del celebre Antoni Gaudí Herb Ritts “Equilibrio” al Palazzo della Ragione Fotografia

Ralph Hall

Animal Liberation: l’Artista italo-francese lotta per la difesa degli animali


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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

BIANCOSCURO Art Contest. ArtParma Edition, tutti gli artisti e i vincitori.

Matisse e contemporanei a Palazzo Chiablese. Ispirazioni comuni Street Art - Banksy & e influenze reciproche CO. Bologna: una delle principali città dell’Urban Art e del Graffiti writing

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La contropittura di Pablo Echaurren. Avanguardia storica e impegno sociale

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In copertina:

Kvision Cult Supereroi con Superproblemi, la rivoluzione del fumetto

Ralph Hall, l’artista italo-francese lotta per la difesa degli animali. Il servizio a pag.28

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Un’ imprecazione cesellata nel diamante: la Scapigliatura. Casa Batlló. L’opera del L’omaggio pavese all’Ottocento italiano celebre Antoni Gaudí

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Palazzo Reale, tra il magico ArtParma Fair e l’onirico. Simbolismo. Arte in Europa 4ª edizione, successo di pubblico e dalla Belle Époque alla Grande Guerra vendite Alessandro Trani e Fabio Cicuto a Palazzo Gallio per “Il Labirinto dell’Ipnotista”

PaviArt 2016 L’Arte Contemporanea colora Pavia

Herb Ritts. “Equilibrio” al Palazzo della Ragione Fotografia

14ª Vernice Art Fair. Tra installazioni e artisti turchi: la grande arte torna a Forlì

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Omaggio all’Inismo. A Vernice Art Fair una grande collaterale dedicata 112

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La fotografia di Robert Doisneau. Una nuova occasione per ammirarlo a Monza 016

Over the cover:

Mirko Roncelli, Vincitore “Biancoscuro Art Contest - ArtParma edition”. Il servizio a pag.38

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

15 ISSUE february / march 2016

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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

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Risultati d’Asta. In collaborazione con Meeting Art

BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

L’Arte controversa di dare colore al passato. La colorizzazione delle foto nel 21º secolo. Giuliana Bellini. Forze naturali ed organiche rese da sapienti artifici

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Jacqueline Domin. La sua fotografia analogica immortala l’anima della Natura

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Verena Daldini. Dialoghi e viaggi interiori per raccontare se stessi

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Margherita Casadei. L’Arte come urgenza, l’Arte come cura dell’anima

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Kellianne O’Brien. L’Arte come veicolo del proprio risveglio spirituale

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Marco Paghera. Connessioni cerebrali scolpite nel metallo

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Veronica Francione. La fisionomia di un’emozione impressa sulla tela

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Giovanni Bevilacqua. Il fondatore del Demorfismo Fotografico

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Rita Vitaloni. “Il Colore degli Sfrattati” Ennio Bastiani. Apparizioni soprannaturali Mattia Consonni - Musica per gli occhi

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Giancarlo Spina. FOTOGRAFI Antonio C., Simone Marello, Vincenzo Chetta, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Liberementi, Aras C., Giampiero Nitto, Cecilia Vignato. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it

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PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE)

Luigina Fieni I “Frammenti di Paradiso” di Pupi Perati Chiara Poli

SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag

Giulia Sollazzo Roberto Verga Rosario Aufiero / Tim Taylor Tina Lupo Flora Maura Giussani Claudia Perruso 055

BIANCOSCURO Art Magazine

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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 15 aprile / maggio 2016 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Giancarlo Spina. FOTOGRAFI Antonio C., Simone Marello, Vincenzo Chetta, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Liberementi, Aras C., Giampiero Nitto, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’editore.


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June 16-19, 2016 www.artbasel.com/en/Basel

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PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014

Premier line-up of galleries at

Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.

With Statements being located December 1-4, 2016 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/en/Miami-Beach

for the Magazines sector and th

While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 24-26, 2016 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/en/Hong-Kong

The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into


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l’Editoriale

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di Vincenzo Chetta Scegliere l’argomento di cui parlare nell’editoriale, è sempre molto difficile, non per difetto, ma per eccesso di situazioni, ragionamenti e fatti “interessanti”. La nostra rivista non è letta solo da pittori, scultori, fotografi e grafici, ma da tante persone diverse, con in comune la passione per l’Arte. Qualcuno mi ha suggerito di scrivere di Arte e non di artisti, perché parlare sempre dei brutti comportamenti che si trovano in questo “mondo” potrebbe anche farli allontanare. Io invece credo che debbano conoscere anche qualche retroscena, sia lecito che sappiano che nel mondo ci sono milioni di artisti, ma pochi Artisti. E penso sia nostro compito aiutare l’appassionato ed il collezionista nella scoperta dei veri talenti, quelli con qualcosa da dire. Recentemente ho dovuto avere a che fare personalmente con la forte morale di qualche artista che, iscrivendo un’opera al contest, affermava ridendo, sicuro di sè, che avrebbe vinto di sicuro, al grido di: “Ci conosciamo, dunque posso anche investirli questi pochi euro per partecipare, tanto mi fai vincere...”. Qui è l’essere umano ad aver perso in partenza, prima dell’artista, inutile raccontare della loro reazione non vedendosi fra i vincitori... Ma forse tanto inutile non è, avreste dovuto assistere anche voi al cambio repentino di spirito e di fisionomia, oltre che di mestiere: improvvisamente erano diventati critici d’Arte pluripremiati. A ognuno il proprio mestiere, ed ad ognuno il proprio hobby. Tutti abbiamo passioni e hobby che non sono il nostro lavoro, spesso perchè cosa “ci piace fare” in realtà non è propriamente nelle nostre corde, ci fa stare bene, ma il risultato è da “hobbista”: per quanto adori il giardinaggio, per quanto sia orgoglioso delle mie piante, non vestirò mai i panni del giardiniere professionista, sapete perché? Perché non lo sono. Questo pensiero è molto semplice, eppure molte sono le persone che ogni giorno ci sottopongono la loro collaborazione per redarre testi critici e articoli, e quasi tutti si presentano come Artisti, dunque grandi esperti che non bisogna farsi assolutamente scappare! Che l’artista faccia l’Artista, e non si inventi giornalista per calcare le scene: a ognuno il proprio mestiere.

Vincenzo Chetta

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Matisse e contemporanei a Palazzo Chiablese Ispirazioni comuni e influenze reciproche

Henri Matisse - Lorette con tazza di caffè anno 1917, olio su tela, 91x148 cm. Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne - Centre de création industrielle - Photo : © Centre Pompidou, MNAMCCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015

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ino al 15 maggio, Torino ospita, a Palazzo Chiablese, “Matisse e il suo tempo”. Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi (quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger), la mostra, curata da Cécile Debray (Conservatore presso il Musée National d’Art Moderne-Centre Pompidou di Parigi,

da cui provengono le opere), si prefigge di mostrare l’arte di Matisse attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi culturali con altri pittori. Per mezzo di confronti con opere di artisti suoi contemporanei, è possibile cogliere non solo le influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una sorta di “spirito del tempo” che domina l’ambien-


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A sinistra: Pablo Picasso - Lo studio 23 ottobre 1955, olio su tela, 116x89 cm Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne - Centre de création industrielle - Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Service de la documentation photographique du MNAM/Dist. RMN-GP” © Succession Picasso by SIAE 2015 Sotto: Henri Matisse - Ritratto di Greta Prozor anno 1916, olio su tela, 146x96 cm. Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne - Centre de création industrielle - Photo : © Centre Pompidou, MNAMCCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015

English info

Matisse e il suo tempo Torino Palazzo Chiablese December 12, 2015 – May 15, 2016 Described by one of his Pointillist friends as “wildly impatient”, Matisse dominated the art scene up to the 1950s and is regarded as one of the most fascinating artistic intellects of the 20th century. A central figure in debate all through his career, he was the leader of the Fauves, a critical observer of Cubism, a follower of Signac, Renoir and Bonnard, the rival of Picasso, a teacher and the precursor of an art that looks forward to the abstract expressionism of New York. Featuring 50 works by Matisse and 47 by contemporaries like Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet and Léger, all on loan from the Centre Pompidou, the exhibition Matisse and His Era is designed to present the ma-

ster’s works in the precise context of his friendships and artistic exchanges with other painters. Visual comparison with works by his contemporaries will thus make it possible not only to detect subtle reciprocal influences and common sources of inspiration but also a sort of “spirit of the time” in which Matisse and the other artists are caught up and that also involves periods still awaiting study in depth, like the modernism of the 1940s and ’50s. It is chronologically divided into ten sections with thematic focuses illustrating the eminently Matissian motif of the odalisque, as in Odalisque in Red Trousers (1921), and the depiction of the studio, a recurrent subject of Matisse’s work but also of stupendous paintings by Braque and Picasso, as well as the master’s oeuvre and trajectory from his studies with Gustave Moreau (1897–99) until the late paper cut-outs and his death in 1954.

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A destra: Fernand Léger - La ballerina blu anno 1930, olio su tela, 146,5x114 cm. Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne - Centre de création industrielle - Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Jean-Francois Tomasian/ Dist. RMN-GP © Fernand Léger by SIAE 2015

Sotto: Claude Viallat - Omaggio a Matisse anno 1992, pittura acrilica su tela, 340x250 cm. Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne - Centre de création industrielle - Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Philippe Migeat/ Dist. RMN-GP © Claude Viallat by SIAE 2015

te delle avanguardie storiche e degli artisti che animano l’arte della Ville Lumiére nella prima metà del Novecento. Matisse, prolifico e curioso, durante tutta la sua carriera è al centro dei dibattiti sulla scena artistica: capogruppo dei fauves, osservatore critico del cubismo, discepolo e amico di Signac, Renoir, Maillol, Bonnard, maestro dell’intera generazione degli espressionisti europei, rivale di Picasso e precursore di un’arte astratta per giovani artisti come quelli dell’espressionismo astratto newyorkese o del movimento Supports/Surfaces in Francia. Pittore, incisore, illustratore e scultore, Matisse è coetaneo di Picasso, ma la sua personalità è profondamente diversa: meditativo e coerente, egli orienta la sua ricerca in una dimensione

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completamente diversa, volta a definire una pittura libera da ogni concettualismo, soggetta unicamente alle leggi intuitive dell’armonia di colori e linee nella loro relazione formale. La sua arte riduce all’essenziale gli elementi visivi, gioca con la linea forzando la potenza del colore alla massima intensità e si risolve rigorosamente nella bidimensionalità della superficie pittorica, intesa come puro spazio di creazione, in cui l’artista esprime emozioni e sensazioni che derivano dal suo rapporto con la realtà, filtrate attraverso l’immaginazione. La forza radicale della sua pittura, la sorprendente novità della sua opera alla svolta degli anni Trenta e il posto preponderante che, insieme a pochi altri,

egli occupa nell’elaborazione ideologica di un’arte moderna francese, spiegano l’aura eccezionale di cui gode e che lo isola nettamente dal resto del contesto artistico. Seguendo il percorso di Matisse, la mostra si articola in dieci sezioni secondo un filo cronologico scandito da approfondimenti tematici: le figure eminentemente matissiane delle odalische; la raffigurazione dell’atelier, soggetto ricorrente nell’opera di Matisse che, negli anni bui della Seconda guerra mondiale, dà luogo a quadri stupefacenti a firma di Braque, Picasso o Bonnard; le celebri nature morte con arance e l’invenzione della nuova tecnica del guazzo ritagliato che gli permette di ritagliare “al vivo” nel colore. Le

diverse sezioni consentono di attraversare l’insieme dell’opera e del percorso di Matisse dai suoi esordi nell’atelier di Gustave Moreau negli 1897-99 fino alla sua scomparsa, quando altri artisti si ispirano, negli anni Sessanta, alle sue ultime carte dipinte. Le nuove problematiche originate da Matisse hanno conseguenze notevoli sul lavoro degli artisti delle generazioni successive: grazie alla diffusione della sua opera negli Stati Uniti per merito di suo figlio Pierre, alle mostre delle opere della sua estrema maturità in Francia e al complesso decorativo e architettonico della cappella di Vence, l’arte di Matisse nutre di sé l’arte del XX e del XXI secolo. Lucia Garnero André Derain - Il sobborgo di Collioure

anno 1905, olio su tela, 59,5x73,2 cm. Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d’art

MATISSE E IL SUO TEMPO 12 dicembre 2015 – 15 maggio 2016 Palazzo Chiablese, Torino

moderne - Centre de création industrielle - Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP” © André Derain by SIAE 2015

INFO www.mostramatisse.it tel. 011 0240113 lunedì 14,30 - 19,30 martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9,30 - 19,30 giovedì 9,30 - 22,30

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La contropittura di Pablo Echaurren Avanguardia storica e impegno sociale

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stian Matta, Pablo Echaurren deve il suo battesimo artistico al pittore Gianfranco Baruchello (allievo di Duchamp), incontrato quando aveva appena diciotto anni e i cui lavori lo suggestionano al punto tale da indirizzarlo verso la pittura che, fino a quel momento, il giovane Pablo non aveva mai preso seriamente in considerazione. È lo stesso Baruchello a proporre alcuni disegni di Echaurren al suo amico gallerista Arturo Schwarz che, con grande slancio, li acquista pagandoli cifre impensabili per l’allora svogliato studente, che stra in corso fino al prossimo 3 aprile alla sognava di diventare il quinto Beatles o, Galleria Nazionale di Arte Moderna di male che fosse andata, un entomologo. Roma, a cura di Angelandreina Rorro. L’interesse per l’osservazione delle forFiglio dell’architetto e pittore cileno Seba- me della natura definisce i suoi primi lavori, come le “Decomposizioni floreali” (ombre di piante e fiori proiettati e ricalcati sul foglio e poi “colorati” coi pigmenti di foglie e petali veri, sfregati sulla carta). La sua cifra stilistica si trova, già matura, nei “Quadratini”: acquerelli e smalti di piccole dimensioni, dove le immagini frammentate ed inscritte dentro riquadri dentellati (come un francobollo) danno vita a pensieri intimi e visioni quotidiane, a volte fantastiche, a volte realistiche. Il fumetto rappresenta l’altro indiscutibile punto di riferimento delle sue opere, cui si dedicherà principalmente negli anni Ottanta collaborando ad importanti riviste d’avanguardia quali “Frigidaire”, “Linus”, “Alter Alter”. Nel 1976 firma la copertina originale del libro cult “Porontrocultura, controborghese, contropolitica: termini che evocano altri tempi, quelli aspri ed irrequieti della contestazione giovanile e delle lotte di studenti ed operai contro il sistema classista. Tempi di cui Pablo Echaurren è stato uno dei protagonisti più convinti tra le fila degli “Indiani Metropolitani” (così si chiamava l’area creativa del Movimento del ‘77). Dalla memoria di quei tempi arriva la “Contropittura” di Echaurren, la mo-

Vermi! 1990, acrilico su tela, 130x160 cm.

ci con le ali”, romanzo simbolo di quella generazione in rivolta, e tra il 1977-78 Echaurren decide di mettere da parte la

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Il leader 1978, china su carta, 40x30 cm.

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Senza titolo 1974, china su carta, 24x18 cm.

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Voglio fare una scritta 2012, acrilico su tela, 160x240 cm.

pittura per dedicarsi all’impegno politico, aderendo alla contestazione e divenendo redattore della rivista “Lotta Continua”. Le oltre 200 opere (tra tele, disegni e collage inediti) in mostra alla GNAM raccontano proprio l’impegno politico di Pablo Echaurren, dagli anni Settanta fino ad oggi, in un percorso cronologico attraverso le molte forme in cui si è cimentato nella sua carriera: fumetto, ceramica, illustrazione, design. La sua è una contropittura non solo per l’impronta avanguardistica che dagli esordi caratterizza le sue opere, o per la scelta di tecniche d’esecuzione sperimentali, ma anche per aver rotto con gli spazi consueti in cui l’arte viene prodotta e fruita (musei, gallerie): Echaurren è stato tra i primi ad entrare nelle carceri e nei centri

sociali, perché per lui l’arte non deve essere un privilegio né un atto solitario finalizzato al personale compiacimento, ma deve contagiosamente arrivare a tutti ed essere per tutti, senza distinzioni. La mostra è inoltre arricchita da una sezione documentaria d’archivio (fotografie, taccuini, manifesti, locandine, cataloghi) e da una video intervista ad Echaurren sul tema della controcultura, realizzata appositamente per l’occasione. Un’esposizione in cui immergersi per comprendere l’aria di quel tempo, quando Paino (nomignolo con il quale viene chiamato dagli amici), si schierava politicamente sospendendo l’attività artistica, trovando in realtà una nuova, vivace, riflessione creativa. Federica Senigagliesi

PABLO ECHAURREN. Contropittura 20 novembre 2015 – 3 aprile 2016 Galleria Nazionale D’arte Moderna E Contemporanea - Roma INFO T. +39 06 32298221 tutti i giorni 8,30 - 19,30 Chiuso il lunedì

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Un’ imprecazione cesellata nel diamante, tutta italiana: la Scapigliatura L’omaggio pavese a Tranquillo Cremona e all’Ottocento italiano

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a città di Pavia, continua il suo programma espositivo dedicato alle correnti artistiche dell’Ottocento, con la mostra “Tranquillo Cremona e la Scapigliatura”, aperta al pubblico dal 26 febbraio al 5 giugno 2016, presso le Scuderie del magnifico Castello Visconteo. Preceduta dall’omaggio alla corrente artistica dei Macchiaioli, l’esposizione narra la Scapigliatura, partendo dal suo fondatore: Tranquillo Cremona, pittore di origine e formazione pavese. Circa cinquanta opere dei maggiori esponenti del movimento, vengono inserite in un percorso espositivo diviso in sezioni iconografiche, al fine di offrire una lettura immediata di quel principio di unità di tutte le arti, base e obiettivo, degli scapigliati: definiti tali, dallo scrittore Cletto Arrighi, per sottolinearne l’affinità con i Bohémien francesi. Giovani intellettuali dell’Italia postunitaria, innamorati di Baudelaire e della vita parigina, daranno sfogo al loro atteggiamento anticonformista e

Tranquillo Cremona Ritratto di Benedetto Junck 1874 circa, olio su tela, 83x58 cm. GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

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di rifiuto delle regole della borghesia, tanto nella pittura e nella scultura, quanto nella letteratura e nella musica. Nonostante il rifiuto aperto e dissacrante, racchiuso nelle opere e nel modus vivendi degli scapigliati, dominato da abuso di alcool e condizioni di estrema povertĂ , la borghesia italiana è affascinata da questo temperamento impulsivo, tanto da diventarne committente e, a volte, mecenate. La mostra offre una lettura immediata del forte legame tra le arti, definite sorelle dai membri del movimento, accompagnando le opere pittoriche con ascolti di quelle letterarie e musicali: sarĂ

A sinistra: Tranquillo Cremona Povero ma superbo 1878, olio su tela, 87,7x67,2 cm Raccolta Frugone, Genova Sotto: Camillo Rapetti Al balcone (I curiosi) 1879, acquarello, 50x58 cm. Collezione privata

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A destra: Daniele Ranzoni Ritratto della signora Uglietti 1876 circa acquerello su cartoncino 44x30,5 cm. Collezione privata Sotto: Una delle sale del Castello Visconteo che ospitano la mostra

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proprio la voce di Tranquillo Cremona, a guidare il visitatore nell’intimo di questo principio. Dallo scrittore Emilio Praga (che esalta come bibbia scapigliata l’opera “Les Fleurs du mal” di Baudelaire, lodandola come “un’imprecazione cesellata nel diamante”) il linguaggio dissacrante, pungente, erotico e senza regole della Scapigliatura, si dipana nelle melodie e nei libelli degli artisti come Cletto Arrighi, Carlo Dossi, Arrigo Boito, Giacomo Puccini, fino a rendersi visibile nelle scelte e nelle pennellate dei pittori, anch’esse intrise di rifiuto per la tradizione accademica. Al soggetto storico e al paesaggio, cari a quest’ultima, i cui canoni se necessario vengono reinterpretati, gli scapigliati contrappongono scene di vita quotidiana ed il ritratto, creando una pittura del sentimento: donne in momenti inti-


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mi, la maternità ed idilli amorosi, sono i soggetti che più incarnano le tele scapigliate. Le opere in mostra, da quelle dei “tre nani giganti” del movimento, (ovvero Tranquillo Cremona, con “Amore materno”, “Ritratto di Nicola Massa”, “Le curiose”, “High Life”, il “Ritratto di Carlo Alberto Pisani” e quello di “Cletto Arrighi” da poco rinvenuti; Daniele Ranzoni con “Giovinetta” e “Ritratto di Giuseppe Rovani”; Giuseppe Grandi con “Il maresciallo Ney” e “Maternità”) a quelle di Luigi Conconi, Ernesto Bazzaro e di un giovane Giovanni Segantini, svelano, in un armonioso percorso, il linguaggio artistico della Scapigliatura, così nuovo, impulsivo e affascinante, da rendere anche lo stesso visitatore, durante il suo cammino nelle atmosferiche sale delle Scuderie, un po’ scapigliato. Mario Gambatesa

...nei quadri di Cremona sono del tutto assenti i temi principali del romanticismo italiano: il paesaggio e la storia. Egli si concentra solo sulla figura umana che diviene la protagonista unica dei suoi dipinti... TRANQUILLO CREMONA e la Scapigliatura 26 febbraio 2016 - 5 giugno 2016 Scuderie del Castello Visconteo, Pavia INFO T. +39 0382.33676 info@scuderiepavia.com

da lunedì a venerdì 10.00-13.00/14,00.18.30 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00

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In alto: Tranquillo Cremona Amore materno 1873, olio su tela, 69x58 cm. Galleria d’Arte Moderna, Milano A sinistra: Luigi Conconi Ritratto di Tranquillo Cremona con dedica 1878, acquaforte, 13,3x12,4 cm. Collezione Privata

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Palazzo Reale, tra il magico e l’onirico. Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra

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’importe ou hors du m o n d e” : Baudelaire è il portavoce del Simbolismo, una corrente multiforme che abbraccia prima la letteratura poi l’arte e i modi di vivere, dell’Europa dalla fine dell’Ottocento all’alba della Grande Guerra. Un periodo di dubbi e ansia, in

bilico tra il crollo della narcisistica infallibilità umana del Positivismo e un futuro preannunciato da un presente caotico, in cui scoperte e scienze nuove smantellano progressivamente le Colonne d’Ercole più salde, impadronendosi del mondo e destando paura, per la portata del cambiamento insito in esse. L’umanità che vive quella terra di mezzo si abbandona al rifiu-

to del mondo, indagando oltre il tangibile mondo fenomenico, troppo opaco e cristallizzato dalle idee positiviste e dal consunto verismo e realismo, scacciando la paura per il nuovo, nel limbico e fantastico rifugio del sogno, di un altrove che indaga, per dirla alla Nietzsche, il noumeno, l’essenza della cose celata oltre il suo aspetto materico. Occhi indagatori solcano i mari nascosti dal velo di Maya: sboccia un periodo di immane e variegata eccellenza artistica, ad opera di uomini che, preferiscono un altrove diverso piuttosto che essere nel loro mondo: il rifiuto simbolico di Charles Baudelaire, viene accolto da artisti, che come lui hanno trovato il significato nascosto del, e, oltre il simbolo: tale grido riecheggia multiforme in tutto il piano nobile di Palazzo Reale a Milano, nella mostra “Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoche alla Grande Guerra”, aperta al pubblico dal 3 febbraio al 5 giugno 2016. L’arte italiana e straniera viene messa a confronto, ponendo l’osservatore in una nuova rappresentazione della realtà liberata dai limiti della filosofia positiviArnold Böcklin - Il silenzio della foresta 1885 , olio su tavola, 73x58,5 cm. Poznań, National Museum © National Museum in Poznań

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Giulio Aristide Sartorio - La sirena 1893, olio su tela applicata su tavola, 71x142 cm. Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea © Studio Gonella 2007, GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino Su concessione della Fondazione Torino Musei

stica. Incubo e sogno, demone e angelo, eroi della mitologia, amore erotico, peccato, morte e vita, tenebra e luce, male e bene: sono i temi che affrescano quella nuova modernità creata da intellettuali, che paradossalmente, anche sotto uso di oppiacei, la rifiutano. Lo spettatore si immerge in tale visione, attraverso opere di maestri d’eccezione: dall’icona del simbolismo europeo “Carezze (L’Arte)”, la straordinaria donna/ghepardo di Fernad Khnopff, alla “Testa di Orfeo galleggiante sull’acqua” di Jean Delville, al sublime ed enorme “Eletto” di Ferdinand Hodler ed “Il silenzio della foresta” di Arnold Böcklin (opere mai viste in Italia); fino al ciclo pittorico “Il poema della vita umana” di Giulio Aristide Sartorio, esposto nella sezione della mostra dedicata alla Biennale del 1907, dove l’arte Giovanni Segantini - Dea dell’amore (Angelo dell’amore o Dea pagana) 1894-1897, olio su tela, 210x133 cm. Milano, Galleria d’Arte moderna © Galleria Civica d’Arte Moderna, Milano

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Il Simbolismo Milano Palazzo Reale February 3 2016- June 5 2016

Vittorio Zecchin - Principessa e guerriero (pannello del ciclo Le mille e una notte) 1914, olio e stucco dorato e argentato su tela 171×154 cm. Venezia - Fondazione Musei Civici di Venezia Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro © 2016. Archivio Fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia

Fernand Khnopff - Carezze (L’Arte) 1896, olio su tela, 50,5x151 cm. Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique inv. 6767 © Royal Museums of Fine Arts of Belgium, Brussels / foto J. Geleyns

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Symbolism. European Art from the Belle Époque to the Great War is a major exhibition and part of a special programme by Palazzo Reale dedicated to art between the late nineteenth and early twentieth centuries; this includes the recently opened exhibition Alphonse Mucha and the Art Nouveau Atmospheres (to 20 March 2016). With over 2,000 square metres of exhibition surface area and 24 rooms located on the piano nobile of Palazzo Reale in Milan, for the first time ever Symbolism. European Art from the Belle Époque to the Great War compares the Italian Symbolists with those from other countries. The comparison takes place in one hundred paintings, sculptures, and an exceptional selection of prints, representing some of Symbolism’s most interesting output, and hailing from major Italian and European museums as well as private collections. The exhibition, in addition to allowing for an in-depth and up-to-date study of the period, with the publication of specialized essays in the catalogue released by 24 ORE Cultura, has also made possible the restoration, cleaning, and maintenance of over ten works from Ca’ Pesaro di Venezia, of Arnold Böcklin’s Self-Portrait, from the Galleria degli Uffizi di Firenze, of the frames in Gaetano Previati’s The Eroica, from the Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, as well as of Giulio Aristide Sartorio’s polyptych Wise Virgins and Foolish Virgins, owned by the Galleria Comunale d’Arte Moderna in Rome. The operation is an important one, which shows how temporary

exhibitions, besides valorizing the works, can also offer an opportunity to participate actively in the preservation of Italy’s artistic heritage thanks to the funding that derives from them. The exhibition presents, for the first time ever in Italy, some of the most significant masterpieces of European Symbolism: first, visitors can view some of the icons of the Symbolist idea of the world: Caresses (The Art of ) featuring the amazing cheetah-woman by Fernand Khnopff, and the Head of Orpheus floating on water by Jean Delville, both works from the Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique in Brussels; the large-scale, sublime work by Ferdinand Hodler entitled The Chosen One, from the Osthaus Museum in Hagen, and The Silence of the Forest by Arnold Böcklin, from the National Gallery of Poznan. These works are being shown for the first time ever in Italy, and they are already raising the expectations of both the public and the critics. Across 18 theme-based sections, the exhibition unfolds amidst dream-like atmospheres and dimensions: accompanied by the poems of Baudelaire’s Flowers of Evil, visitors can admire the Satanic representations by Odilon Redon, the portrayals of myths by Gustave Moreau, the vitalism of Ferdinand Hodler, the colourism of the Nabis artists. Giovanni Segantini’s interpretations of love, Gaetano Previati’s Divisionist imaginary, and the magic of Galileo Chini’s decoration bear witness, among other things, to the importance of the Symbolist movement in Italy , and also enable us to become acquainted with less-known names: Luigi Bonazza, an Italian follower of Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk, and the sculptors Leonardo Bistolfi and Amleto Cataldi.


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IL SIMBOLISMO. ARTE IN EUROPA Dalla Belle Époque alla Grande Guerra 3 febbraio 2016 - 5 giugno 2016 Palazzo Reale - Milano INFO T. +39 02 54914

www.mostrasimbolismo.it www.palazzorealemilano.it

lunedì 14,30 - 19,30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30 - 19,30 giovedì, sabato 9,30 - 22,30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostrasimbolismo.it

italiana incontra quella europea. Altre magnifiche opere di Segantini, Moreau, Redon, Bocklin, Previati, Putz e Nabis contribuiscono a rivivificare lo stesso clima di magnifica temperie simbolista, nelle sale del Palazzo Reale. Il percorso tematico, suddiviso in 18 sezioni, ultima questo viaggio tra il magico e l’onirico con la realtà fantastica delle “Mille e una notte”, opera realizzata da Zecchin all’alba della Grande Guerra. Una mostra su un altro tempo, ed oltre il tempo stesso, non tanto lontana dalla possibile rappresentazione del mondo odierno, essa estasia e porta alla riflessione un pubblico, consapevolmente o meno, parte dell’odierna nuova terra di mezzo: che si faccia cullare dalla mostra ed alleviare dal n’importe ou hors du monde. Mario Gambatesa

Sotto: Jean Delville - Orfeo morto Sopra: Félix Nadar - Charles Baudelaire

1893, olio su tela, 79,3x99,2 cm. Bruxelles

1855 – 1862

Musees Royaux des Beaux-Arts de Belgique

Parigi, Musée d’Orsay © RMN / Hervé Lewandowski / RMN - Réunion des Musées Nationaux / distr. Alinari

inv. 12209, © Royal Museums of Fine Arts of Belgium, Brussels / foto J. Geleyns © Jean Delville by SIAE 2016

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Ralph Hall. Animal Liberation: l’artista italo-francese lotta per la difesa degli animali

C’era una volta un animale dotato di anima. L’Arte di Hall contro il maltrattamento degli animali

“C’ Sopra:

Ralph Hall con l’opera “Zebra”, ceramica, velluto e frecce di alluminio, 80x50 cm.

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era una volta un mondo dove l’uomo viveva in armonia con la natura, in equilibrio con tutte le specie del nostro pianeta”: queste le parole dell’artista italo francese Ralph Hall, che appaiono come l’incipit di una racconto fiabesco dallo scontato “vissero tutti felici e contenti”, in un mondo che rispetta la perfezione della natura. Ma la sua Arte fatta

di sculture in ceramica e performance, egocentriche e bizzarre solo in apparenza, mostra la crudele verità, puntando il dito contro chi ha storpiato quell’edenico “c’era una volta”: l’uomo. Nato a Verona da padre italiano e madre francese, Hall vive e lavora spostandosi continuamente tra la sua città natale e Nizza, esibendosi in numerose mostre, sia collettive che personali, tra le ultime:


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Krudelta ment’Hall presso la Galleria Elio Ferraro di Milano; “Animal Liberation” alla “Galerie Ferrero” di Nizza, Solo Exhibition alla Petra Lossen Gallery Zurich di Zurigo, con Biancoscuro Art Exhibition ad Art Innsbruck, ArtParma Fair e PaviArt. Ralph Hall entra nel mondo dell’arte da autodidatta: indomito sperimentatore, guidato dalla convinzione ferma, che un risultato artistico è perfetto solo dopo anni di studio e indagine, trova nella ceramica e in performance personali (fatte per strada, nelle Gallerie in cui espone o in importanti fiere d’Arte) le forme più espressive della sua filosofia artistica, nonché della sua interiorità dal temperamento poliedrico, sensibile, ma testardamente accanito a portare avanti la sua lotta contro il maltrattamento degli animali perpetrato dall’uomo. Un grido di denuncia sociale, carico di delusione, disperazione, rancore, odio, espresso nel modo più vero e cruento, ma anche venato di una richiesta di aiuto e un monito a considerare l’ironica e paradossale gabbia in cui si è auto-gettato l’uomo di oggi: all’apice della sua evoluzione, essere dotato di anima, dunque anch’esso un animale, obliando la sua vera essenza l’uomo si rende schiavo della prudente passione del benessere economico, innalzandosi come dominatore e distruttore della natura e dunque di sé stesso. Questa situazione è preannunciata nell’opera “Blue Stinger”, dove un Gesù in blue, ipocritamente idolatrato, viene trafitto alle spalle da un coltello, simbolo dell’infima perversione

A sinistra: Blue Stinger, ceramica, velluto e coltello, anno 2014, h.30 cm. A destra: Yellow gold fish, ceramica, velluto e mixer, anno 2015, h.60 cm. Sotto: Turquoise rabbit wonderland ceramica, velluto e gabbia, anno 2015, h.60 cm.

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dell’uomo. La denuncia dell’Artista, continua nella serie di opere scultoree rappresentanti animali che, impotenti ed immobili, subiscono le atrocità del tradimento umano: un magnifico pesce giallo tenta invano di scappare dal frullatore in “Yellow Gold Fish”, un elefante rosso cerca la libertà nonostante le corde alle zampe in “Elephant”, o un coniglio azzurro, viene pugnalato alle spalle mentre guarda con occhi ingenui ed inconsapevoli davanti a sé in “Turquoise rabbit wonderland”. Le sculture sono di una terrificante bellezza, dal messaggio immediato e carpito, prima di tutto, dal senso del tatto e solo poi dalla vista: non a caso Hall sceglie la ceramica per le sue sculture, perché materiale vivo e antico, post-modernizzato dal suo io interiore, attraverso una tecnica particolare: cotta in forni speciali per ottenere il “biscotto”, è sottoposta poi al processo di floccatura, che fa aderire alla scultura delle fibre dai colori diversi (i co-

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Sopra: Animal Liberation alla “Galerie Ferrero” di Nizza Sotto: Ralph Hall, alla “Galerie Ferrero” di Nizza, in posa vicino ad una sua opera. Sotto a sinistra: Elephant, ceramica, velluto e corda, anno 2014, 46x35 cm


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Una collezione più difficile perché ancora una volta è stata evoluzione, è stato andare avanti con una nuova spinta creativa che ha comunque mantenuto fede alla prima collezione. Morso dalla fame di sapere, di conoscere, di aprirmi al dialogo, credo ancora maggiormente che l’arte contemporanea oggi debba essere meno istintiva, non fatta a bruciapelo, di getto, ma vada decantata attraverso anni di ricerca e di dialoghi, letture e documentazione. Ralph Hall

Gold tiger ceramica e oro, anno 2015, h. 40 cm.

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Sopra: Fish ceramica, velluto con gancio in acciaio e filo di lana, anno 2014, 13x21 cm. In alto a destra: Goose ceramica, velluto, corda, bullone, collare d’acciaio e imbuto, anno 2014, h. 55 cm. In basso a destra White husky ceramica, velluto, anno 2014, h. 80 cm.

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siddetti flock) grazie ai quali le sculture vengono rivestite da una superficie vellutata di cui si percepiscono la morbidezza ed il calore, come se fosse il manto di un vero animale. In una singola opera l’intera denuncia di Hall: simboli di calore e innocenza contrastano la violenza di quelli umani fatti di corde, frullatori, ami e coltelli che li deturpano. L’anima della ceramica si tinge del dolore che prova un animale maltrattato, fatta dell’immedesimazione dell’artista, resa ancora più reale dalle sue perfomance. In “Tooth Brush” ed in “The Last Video” (nel 2012), sino al recente “Last 2.0” (performance realizzata alla 56.Biennale di Venezia, ad Art Basel 2015 ed al Freeze di Londra), Hall si impersonificava totalmente nell’animale tenuto in prigionia, indossando gabbie calate sul capo, contorcendosi per vivere ed esprimere l’impotenza di fuggire da uno spazio angusto: l’unico modo che l’uomo ha per cessare di pugnalare sé stesso o un innocente coniglio, è l’Arte, che porta alla riflessione e al risveglio di quel primordiale, ma essenziale, istinto di essere parte della natura, e dunque animale dotato di anima. Mario Gambatesa


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Biography Ralph Hall was born in Verona to an Italian father and French mother. He dedicates himself to technical studies, only after this entering the world of art and self-taught, deepens his knowledge in an almost vendictive way without a sense of conscience to compensate for a troubled adolescence. He frequents different artistic realities, associations and charities. Travelling widely, mainly in North Europe and California. San Antonio of Port Bay in the Balearics, Elba, Monaco all leave their mark on the artist. Protected places such as the mountain of St. Moritz in summer, and living in Saint Jean Cap Ferrat and Los Angeles. Bound to Francis Bacon, Filippo de Pisis, Giuseppe Penone and Gina Pane, Hall also finds inspiration in writers such as Flaubert, Baudelaire and Huysmann, directors of the calibre of Pasolini and Marco Bellocchio with his masterpiece ‘I pugni in tasca’. Various exhibitions both collective and personal, 2016 with Biancoscuro Art Exhibition at Art Innsbruck, ArtParma Fair e PaviArt. 2015 show Group palazzo ducale Genova 2015 show Group PRAGUE istituto di cultura italiana. 2015 1st award to Montecarlo art EMBASSY 2015. 2015/2014 ANIMAL LIBERATION Ferrero Gallery Nice. 2014 show group, Meridiana Gallery, Verona. 2013 solo exibition Person’Hall, Queen Gallery, Brescia; Krudelta ment’Hall, Elio Ferraro Gallery Milano. Ralph Hall is the artist chosen in 2012 for Spazio Edit in Milan at Vogue’s Fashion Night by Carla Sozzani - Guido Talarico, corso Como 10 Milan and spazio edit Out. Today he lives between Nice and Verona.

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per vedere il video: RALPH HALL - ART BASEL 2015 PERFORMANCE THE LAST 2.0 ANIMAL LIBERATION https://vimeo.com/142569544

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Dran - Art of Buffing 2010, matita, tempera e spray su carta incollata su tela, 50x61 cm. Collezione Jacques et Thierry, Parigi ©

Street Art - Banksy & CO. Bologna: una delle principali città dell’Urban Art e del Graffiti writing

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alla fine degli anni Sessanta poniamo sotto l’etichetta di “street art” diverse forme di arte pubblica indipendente che, riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo, utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente innovative. Il fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività contemporanea: le opere di artisti come Banksy

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hanno invaso le maggiori città del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come punto di riferimento per molti artisti (Cuoghi Corsello, Blu, Dado e Rusty) che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro segno sui muri. Dal 18 marzo questa forma d’arte è raccontata nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli, sede del Museo della Storia di Bologna, con una grande mostra intitolata “Street Art - Banksy & Co.” . Prodotta e organizzata da


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Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia Group, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende spiegare il valore culturale e l’interesse artistico della street art. Il progetto nasce dalla volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con l’obiettivo di avviare una riflessione sui principi e sulle modalità della salvaguardia e conservazione di queste forme d’arte. Il progetto di “strappo” e restauro, una sperimentazione condotta dal Laboratorio di Restauro, Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi di Blu (uno dei dieci street artists migliori al mondo come riporta una classifica del The Guardian), quali il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è parso come un’occasione propizia per una mostra che vuole contribuire all’attuale dibattito internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica pone l’attenzione sul problema della salvaguardia di queste Sotto: Steye Raviez - Amsterdam de Jaren 70 1983, fotografia Dutch Graffiti library, Amsterdam ©

Sopra: Banksy - Girl with gas mask 2002, stencil e spray su pannelli di legno assemblati, 187x120 cm. Collezione Reinking, Amburgo ©

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Banksy - Kill People 2003, stencil e spray su legno, 140,50x120 cm Collezione A. Chausée ©

Blu - Phetek Spray su serranda d’acciaio, 280x226 cm Collezione privata ©

testimonianze dell’arte contemporanea e della loro eventuale e possibile “musealizzazione” a discapito dell’originaria collocazione, ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri. Blu non ha sicuramente accettato certi aspetti di questa idea di “musealizzare” la Street Art, ed ha reso noto il suo dissenso con un’azione di denuncia, coprendo di grigio molti dei suoi capolavori, eliminando così la possibilità di toglierli dal loro contesto e “commercializzarli”. Il percorso espositivo si articola in tre tematiche: la “Città dipinta”, la “Città scritta”, la “Città trasformata”. Le tre zone esplicano il concetto di Città come luogo di dinamiche sociali e culturali, ma, in parallelo, il visitatore potrà scoprire anche le diverse modalità con cui queste pratiche artistiche urbane sono state archiviate e storicizzate. In Città dipinta troviamo una retrospettiva sul lavoro di tre rappresentanti fondamentali della street art degli anni 2000: Banksy, di Bristol (n.d.r. per lo meno questo si pensa, l’artista vive nel completo anonimato, in molti cercano di triangolare geolocalizzazioni e avvistamenti di sue opere per scoprire la sua vera idendità.), artista inglese le cui opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. I suoi stencils sono comparse proprio a Bristol e nelle maggiori capitali europee e americane, non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensabili come le gabbie dello zoo di BarBanksy - Love in the air 2003, stencil e spray su cartone 66x67,50 cm. Collezione C.H., Monaco di Baviera ©

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cellona. Sono i suoi famosi “Rats” i protagonisti della prima parte di questa sezione, accanto a opere come “Love is in the air” e “Girl with gas mask”; Blu è lo pseudonimo di un artista di Senigallia, considerato tra i migliori street artists al mondo. A lui è dedicata un’intera sala con i video prodotti negli anni 2000 e raccolti nel dvd Sketch Notebook. A partire dal 2001 le sue opere coprono superfici pittoriche gigantesche: i suoi soggetti sono figure di umanoidi dai connotati sarcastici o talvolta drammatici; Os Gemeos sono due gemelli nati nel 1974 a San Paolo in Brasile dove hanno cominciato a dipingere graffiti dal 1987 influenzando questa tipologia d’arte e contribuendo a definire uno stile del Brasile. Il loro lavoro presenta spesso personaggi dalla pelle gialla e i soggetti spaziano da ritratti di famiglia, al sociale, alle politiche di San Paolo e al folklore brasiliano. La sezione Città scritta s’ispira alle ricerche fondamentali di Armando Petrucci, filologo, paleografo e medievista, sulle diverse forme di scrittura nello spazio pubblico tra XI e XX secolo come rilettura storiografica della tag, la firma del writer realizzata con spray. Una collezione di opere e autentici “strappi” di muri delle città mettono in scena le diverse forme di graffitismo e writing. La Città trasformata è una vista ravvicinata sulla New York del 1980, una mostra dentro la mostra che presenta nella sua interezza la collezione donata nel 1994 dal pittore statunitense Martin Wong al Museo della Città di New York, che giunge per la prima volta in Italia. “City as Canvas: Graffiti Art from the Martin Wong Collection”, a cura di


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STREET ART Banksy & CO.

Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie del Museo, la sezione pone a confronto l’arte dei graffiti di quel decennio e artisti come Keith Haring, John Fekner e Don Leitch, che crearono un ponte tra l’estetica della strada e l’arte contemporanea. Grazie a questo omaggio a New York e alla cultura artistica statunitense pensato dal curatore, si potranno ammirare lavori su tela, carta, sketch firmati dai più grandi street artists

statunitensi come Rammellzee, Christopher “Daze” Ellis, Futura, Keith Haring, LA II, Lady Pink, e Lee Quiñones. Un evento da non perdere, consigliato soprattutto a chi storce sempre un po’ il naso quando si trova davanti quest’Arte, senza riconoscerla come tale per pregiudizio. La Street Art è una realtà con una lunga storia alle spalle, è quella parte di Arte che non si arrende e continua a lottare. s

18 marzo 2016 - 26 giugno 2016 Palazzo Pepoli - Museo della Storia Bologna INFO T. +39 051 7168808 Lunedì 14.30-20.00 da martedì a domenica 10.00-20.00 venerdì 10.00-22.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostrastreetart.it

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A destra: Banksy- Heavy weaponry 2002, stencil e spray su cartello stradale, 74x50 cm. Collezione Reinking, Amburgo © Sotto: Keith Haring Subway drawing: Adorazione del bambino 1983-1984, gessetto su carta, rintelato all’interno di una bacheca di plexiglass, 213x106 cm Collezione privata ©

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Mirko Roncelli Un segreto tormento dell’animo esplode sulla tela

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irko Roncelli, Artista bergamasco, vanta uno Studio di Architettura che porta il suo nome ed è stato anche docente di materie tecniche ed artistiche in

scuole pubbliche e private. Apprezzato consulente di Amministrazioni comunali per cui ha realizzato numerose opere pubbliche, in campo artistico realizza opere di pittura informale con tecnica mista, spesso materica, con una continua evoluzione nell’utilizzo dei materiali (olio, acrilico, paste da modellista, colle viniliche) e degli strumenti, spesso creati appositamente. Le tele di Roncelli ci fanno rivivere quel segreto tormento, quei desideri e quella tensione emotiva e spirituale che coltiviamo in noi. Lo spettatore non può restare indifferente alle sue opere in quanto la carica spirituale da cui sono mosse è talmente forte e coinvolgente, che inevitabilmente ne viene colpito restando affascinato e quasi incredulo di fronte a ciò che i suoi occhi vedono e a ciò che il proprio cuore gli suggerisce. Un vero interprete dell’animo umano, ben apprezzato dalla critica e da un pubblico attento di operatori dell’arte che ne ha decretato il successo in campo internazionale. Alcune sue opere sono esposte in collezioni private e di Enti pubblici in Italia e all’Estero, e sono pubblicate sui maggiori cataloghi di Arte. Ha partecipato a numerosi concorsi, mostre personali e collettive nazionali ed estere (Breil sur Roya, Bruxelles, Budapest, Cannes, Dubai, Lanzarote, Monte-Carlo, New York, Nizza, Noumea - Nuova Caledonia, Playa de las Americas, Parigi, Stoccolma, Tenerife, Tokio) ottenendo ottimi successi di critica e di pubblico. Nel 2015 è stato premiato due volte a Monte-Carlo, a Cannes, a Parga in Grecia, alla Biennale di Cesenatico, a Venezia, ed ha vinto il 1° Premio assoluto al

quadro 216 - Domani tecnica mista, 80x120 cm.

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“Biancoscuro Art Contest”, oltre ad altri riconoscimenti in Italia e all’estero. Ha tenuto mostre personali su invito presso la Finter Bank di Lugano, all’International Contemporary Art Exposition in occasione dell’Expo di Milano, presso la Centrale ENEL di Trezzo e in occasione della Cena di Gala della Scuderia Ferrari Club di Caprino Bergamasco. Le sue opere sono state esposte nelle mostre collettive al Centro congressi “Il Principino” di Viareggio, al Museo Guidi di Forte dei Marmi, al Monastero del Lavello, a Capri, alla esposizione per i 70 anni della Confartigianato Bergamo, alle Fiere dell’Arte di Reggio Emilia, Parma, Forlì, Pavia, Padova, Bergamo, Innsbruck, ed altre. Mirko Roncelli ha inoltre partecipato a trasmissioni televisive e sono stati pubblicati filmati e interviste sulla sua Arte. s l

L’opera “Questa nostra stagione” di Mirko Roncelli ha partecipato al Biancoscuro Art Contest Parma Edition, venendo selezionata per l’esposizione a ArtParma Fair insieme ad altre 12 opere di Artisti contemporanei. Grazie all’attenzione dei collezionisti visitatori ricevuta in quella sede, si è aggiudicata il premio finale del concorso: la pubblicazione sulla copertina Over The Cover di BIANCOSCURO #15.

quadro 257- Voci del passato, tecnica mista, 50x50 cm.

Mirko Roncelli espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST quadro 264 - Spazi di ieri, tecnica mista, 100x100 cm.

quadro 228 - Perchè no, tecnica mista, 30x30 cm.

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Alessandro Trani e Fabio Cicuto a Palazzo Gallio di Gravedona per “Il Labirinto dell’Ipnotista”

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li artisti romani Fabio Cicuto e Alessandro Trani, dopo le esperienze di “Insolito solido-liquido” allo studio Arch29 di Roma nel 2013 e de “L’Arte e il Tempo” per Expo Città al Palazzo dei Giureconsulti, e all’Expo Gate di Milano nel 2015, tornano insieme nel 2016 in occasione del nuovo progetto espositivo ed editoriale “Il Labirinto dell’Ipnotista” di Giammarco Puntelli, nella splendida cornice del lago di Como. “Per la prima volta in un progetto di mostra collettiva si indagano le due facce emozionalmente determinanti dell’arte: quella maledetta e quella salvifica. Attraverso un percorso di opere - spiega l’ideatore e cu-

Percorsi in Alfa, tecnica mista su tela, 80x120 cm

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ratore Giammarco Puntelli - si narrano, con i simboli e le atmosfere, la dannazione e il dono dell’essere Artista. In mostra opere di Artisti importanti ed internazionali: da Nunziante ad Armodio, da Borghi a Menozzi, a Capitani, Sandro Chia e Shepard Fairey, con sculture di Pietrantoni, Motti, Gonzales, Genemans, Preti, Devoti e altre autorevoli firme. Fra gli artisti romani troviamo - oltre a Trani e Cicuto - le firme di Ennio Calabria, Fiamma Morelli e Pietra Barrasso”. Il titolo della mostra, a Palazzo Gallio di Gravedona ed Uniti (Lago di Como) dal 24 marzo al 1 maggio, sarà, appunto, “Il Labirinto dell’Ipnotista”, lo stesso titolo del saggio Editoriale Giorgio Mondadori, scritto da Giammarco Puntelli, in uscita, e presentato al Gal-

Percorsi in Omega, tecnica mista su tela, 80x120 cm


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lio, il 23 aprile, nel quale vengono affrontate criticamente opere di Goya, Rembrandt, Van Gogh e dei contemporanei in mostra. Trani e Cicuto presenteranno a Gravedona la loro ultima produzione: “Percorsi in Alfa e Omega” il primo, in cui i chiari e gli scuri vengono solcati all’orizzonte ideale da enigmatiche linee rosse e bianche, che dal nulla appaiono e nel nulla scompaiono. “Bat-man” e “Il Fantasma d’Europa” il secondo, in cui dalla casualità delle macchie di catrame emergono identità note ed ignote, maschere che assurgono a simboli ed icone in visioni drammatiche, tra finzione e realtà. Il sodalizio proseguirà nel 2017 con “Il diavolo e l’acquasanta”, in cui visioni infernali e paradisiache si avvicenderanno: “... Tra macchie di catrame e orizzonti luminescenti...”, tengono a precisare gli artisti, che non smentiranno se stessi. Fabio Cicuto e Alessandro Trani saranno inoltre presenti con le loro opere a PaviArt 2016, quarta edizione dell’importante Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea che si terrà dal 1 al 3 aprile al Palazzo delle Esposizioni di Pavia. BIANCOSCURO esporrà per l’occasione le opere “Black Flower” di Cicuto e “Paradiso Primordiale 1” di Trani, nello spazio dedicato BIANCOSCURO ART EXHIBITION - CONTEMPORARY SELECTED ARTIST. s

Bat-man (conversazione sull’identità), olio e catrame su tela, 120x150 cm.

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Alessandro Trani www.alessandrotrani.it

Fabio Cicuto www.fabiocicuto.altervista.org

Il Fantasma d’Europa, olio e catrame su tela,120x120 cm

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4.5.6.7 novembre 2016 20a edizione

Arte Moderna e Contemporanea

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by biancoscuro

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BIaNCOSCURO art contest 1 Contest, 12 giurati, 14 esposizioni, 1 grande premio finale: la copertina Over the Cover di BIANCOSCURO Tutte le opere sul sito: artcontest.biancoscuro.it

Un nuovo contest per premiare esclusivamente il talento: BIANCOSCURO ART CONTEST PARMA EDITION, ha messo in palio una grande opportunità espositiva per 14 partecipanti. Tra tutte le opere in concorso ne sono state selezionate 13 dall’attenta Giuria Critica, mentre un’opera è stata selezionata dal pubblico social. Le opere scelte sono state esposte in mostra ad ArtParma Fair, nota fiera di Arte Moderna e Contemporanea, il 27 e 28 febbraio ed il 4,5 e 6 marzo 2016. L’emozione di essere in esposizione accanto a grandi artisti come Rotella, Schifano, Hirst, Christo, Pistoletto, Boetti, Warhol è sicuramente impagabile, e non poteva che palesarsi con la vincita di un concorso meritocratico. Il premio finale è stato assegnato dopo l’esposizione ad ArtParma Fair, valutando l’interesse del pubblico esperto (collezionisti e veri esperti). Nelle prossime pagine tutte le opere in concorso e le vincitrici degli ambìti premi. La Giuria BIANCOSCURO è composta da redazione, consiglio e comitato critico. I componenti sono: Vincenzo Chetta, Direttore della Rivista d’Arte Biancoscuro; Daniela Malabaila, Caporedattore Biancoscuro Rivista d’Arte; Salvatore Mainardi, gallerista presso MainArt - Baden / Zurich; Luca Caricato, Storico dell’Arte ed esperto vinciano; Giuseppe Carnevale, corrispondente estero per Biancoscuro; Danilo Giusino, esperto d’Arte e Docente in Arti Visive;

Elena Cicchetti, Presidente dell’Associazione Art in The World; Gian Paolo Curti, estimatore d’arte e collezionista; Aras C., redazione Biancoscuro Rivista d’Arte; Alfredo Pasolino, Storico dell’arte e Critico internazionale; Rebecca Maniti, esperta d’Arte, redazione Biancoscuro; Ernesto Galizia, Direttore Artistico dell’Accademia Belli di Roma.

Tutte le opere partecipanti al BIANCOSCURO ART CONTEST PARMA EDITION

GIOVANNA ALFEO “Destinazione nota”

LUIGI ARICÒ “Anima e corpo”

LUIGI ARICÒ “Pink Floyd”

ROSARIO AUFIERO “Energia”

ROSARIO AUFIERO ”Suddenly in my consciousness”

ENNIO BASTIANI “Melodie Celtiche”

FABIO BATOCCHI “San Felicano n.17”

CARLA BATTAGLIA “Danzando al chiaro di luna”

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BIaNCOSCURO art contest CARLA BATTAGLIA ”Frammenti di ricordi”

GISELLA BATTISTINI “Il dito nella piaga”

MILENA BERNARDINI “Tra sogno e realtà”

VALENTINA BERTACCINI “Essere 1”

VALENTINA BERTACCINI “L’onda”

MARIA TERESA BERTINA “Poème”

DANIELE BIANCO “Prepper family”

DANIELE BIANCO “Adamo”

ANTONIO BISIGNANO “Dolore anonimo”

ANTONIO BISIGNANO “L’equilibrio delle distanza”

VINCENZO BISON “Pieno di nuvole”

GIUSELLA BRENNO “Il vecchio e il mare”

GIUSELLA BRENNO “Esperanza”

GIUSELLA BRENNO “Impronte n.1”

ANGELO BUONO “Giovannona”

ANGELO BUONO “La padrona del cane”

ANGELO BUONO “Tappo”

CRISTINA CANDIRACCI “Ducks”

ESTER CAPPUCCI “Autoritratto”

MARGHERITA CASADEI “Aspettando il nuovo anno”

LUCA CATELLANI “Ars obscura”

DAVID CEJ “La porta del sole”

RITA CELONA “La banca”

RITA CELONA “La vedova inconsolabile”

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BIaNCOSCURO art contest DONATELLA CELORIA “Donna col cappello”

LILIANA CIKA “Donna arcata”

FRANCESCO COLONNA “Vento di libertà”

FRANCESCO COLONNA “Identità perduta”

MATTIA CONSONNI “Heroes”

MATTIA CONSONNI “Capriccio n.5”

MARIA CRESCENZI “Il mio canto libero”

MARIA CRESCENZI “Panorama caprese”

MARIA CRESCENZI “8 marzo”

ANDREA CRISTOFORETTI “Lago1”

ANDREA CRISTOFORETTI “Lago2”

PAOLO CUTRANO “Vespino”

PAOLO CUTRANO “Moto”

PAOLO CUTRANO “Garibaldi”

ORLANDO DAGA “Every You and Every Me”

ORODÈ DEORO “L’eternità”

ORODÈ DEORO “Più grande poesia senza mani per te volare”

ORNELLA DE ROSA “I ricami del tempo”

ORNELLA DE ROSA “Tempo dedicato”

SABRINA FAUSTINI “Moon Light 1”

SABRINA FAUSTINI “Moon Light 2”

GIACOMO FRIGO “Creatività”

GIACOMO FRIGO “La maschera, i sensi e l’intelletto”

GIACOMO FRIGO “Rammendo di fantasie”

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BIaNCOSCURO art contest ARIANNA FUGAZZA “Un mattino d’autunno”

JOHANNES GENEMANS “Geisha, la ragazza di muticulturalismo mondiale”

MAURO GIANGRANDE “Ela (Emanuela)”

MAURO GIANGRANDE “Omaggio alla moglie di Egon Schiele”

ADRIANA GIGLIARELLI “Dolce autunno”

MAURA GIUSSANI “Nel garage di Mario”

MAURA GIUSSANI “Mercedes a Trinità dei Monti”

STANKA GOLOB “Dinamika eksistence”

STANKA GOLOB “Dotik”

ROBERTO GRANDICELLI “Opera 2005”

GIOVANNI GRECO “Divergenze siderali”

LUCIANO IANNUCCI “Al biliardo”

GAYA KARAPETIAN “Red Brick lives”

AIVARS KISNICS “ID 884.”

AIVARS KISNICS “ID 702”

JOSEF J. KOTAR “Landscape”

TOBIA LOCATELLI “Barche”

TOBIA LOCATELLI “Tramonto”

TOBIA LOCATELLI “Autunno”

GIUSEPPE LOI “Human vs Urban”

GIUSEPPE LOI “> <”

ROBERTA MANZIN “SpaceBoy”

EUGENIO MARCHESI “METAFORME-Architettura di luce”

MAURO MASETTI “Ghiacciaio.”

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BIaNCOSCURO art contest MANUELITA MORI “Perle”

MANUELITA MORI “Sensazioni”

CINZIA MORINI “Heartbroken”

CINZIA MORINI “Omertà”

LILLY NARDI “Sweet Marilyn”

LILLY NARDI “Baby revolution- Omaggio a Haring”

LILLY NARDI “Selene”

CRISTINA PAPANIKAS “Presa di coscienza”

EMILIO PATALOCCHI “The guardian”

PUPI PERATI “Rete - Frammenti di Paradiso”

PUPI PERATI “Untitled - Frammenti di Paradiso”

CLAUDIA PERRUSO “I colori dell’anima”

CLAUDIA PERRUSO “Il piacere dell’anima”

IVAN PILI “Mr Jingles”

VINCENZO PINTO “Historia de un amor”

GRETA PIRRI “Inviolabile è il sogno”

GRETA PIRRI “Il riflesso del mio amore”

GRETA PIRRI “Anime svolazzanti”

FABIANO PIZZO “Papaveri”

ANDREA POLLASTRO “Andy Warhol”

ANDREA POLLASTRO “La fluidità dei pensieri”

GIUSEPPE PORTELLA “Equilibrio”

ROSA MARIA PROTOPAPA “That’s amore”

CARMELO RANDAZZO “Lotta”

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BIaNCOSCURO art contest CARMELO RANDAZZO ”L’umiltà del cavallo”

MARIELLA RELINI “Ombre e luci”

MARIELLA RELINI “Brivido viola”

MARIELLA RELINI “Pesce in maschera”

MIRKO RONCELLI “Questa nostra stagione”

MIRKO RONCELLI “Perchè no”

MIRKO RONCELLI “Comunque sia”

GIANMARIO ROSSETTI “Universo infinito”

LEONARDO ROSSI “10 ottobre 2014”

MARYNA SAKALOUSKAYA “Papaveri”

ELENA SANTUCCI “Canneto”

MAURIZIO SATTA “Calcolatrice”

RENZO SBOLCI “Tabula picta n.4”

RENZO SBOLCI “Tabula picta n.6”

ANGELO SCARDINO “Il peso dei pensieri”

ROBERTO SCHEMBRI “Panchina lato mare”

ROBERTO SCHEMBRI “Pioggia sulla piazza”

HANNA SCHERIAU “Marte”

STEFANIA SECONDINI “Blue”

ERIKA SERENI “Dove sono”

GIULIA SOLLAZZO “Venezia Oscura”

VITO SPADA “Generazione futura”

VITO SPADA “Geometria concentrica”

VITO SPADA “Equilibrio instabile”

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BIaNCOSCURO art contest JANEZ ŠTROS “Dante’s Inferno”

JANEZ ŠTROS “Dante’s Inferno 2”

MICHELE TALE “The passion”

CATERINA VALLERI “Confini”

RITA VITALONI “Gioconda 3000”

RITA VITALONI “La creazione della Vita”

MONIKA WALTER “Mona Lisa”

STEFANIA ZINI “Campo di lupini”

ANTONIO ZOLI “A mio nonno”

ANTONIO ZOLI “Madre triste”

Vincono il Premio “Esposizione ad Art Parma Fair”, selezionati dalla Giuria Biancoscuro: - Carla Battaglia, con l'opera “Frammenti di ricordi”; - Daniele Bianco, con l'opera “Adamo”; - Donatella Celoria, con l'opera “Donna col cappello”; - Orodè Deoro, con l'opera “Più grande poesia senza mani per te volare”; - Ornella De Rosa, con l'opera “I ricami del tempo”; - Stanka Golob, con l'opera “Dinamika eksistence 2”; - Gayane Karapetyan, con l'opera “Red Brick Lives”; - Aivars Kisnics, con l'opera “Id 884”; - Eugenio Marchesi, con l'opera “Metaforme – Architettura di luce”; - Pupi Perati, con l'opera “Rete Frammenti di Paradiso”; - Claudia Perruso, con l'opera “Il piacere dell’anima”; - Mirko Roncelli, con l'opera “Questa Nostra Stagione”; - Rita Vitaloni, con l'opera “La Gioconda 3000”.

Vince il Premio “Esposizione ad Art Parma Fair”, selezionata dal pubblico social: - Giulia Sollazzo, con l'opera “Venezia oscura”. (nella foto qui sopra con il direttore Vincenzo Chetta)

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BIaNCOSCURO art contest

Vince il Premio “Copertina Over the Cover”: Mirko Roncelli, con l’opera “Questa nostra stagione”.

(nella foto qui a destra con il Direttore Vincenzo Chetta)

Menzioni speciali per altri 14 artisti, le cui opere vincono il Premio messo in palio da Cascina Lanè, azienda da sempre attenta al mondo dell'Arte, che per questa edizione del BIANCOSCURO ART CONTEST PARMA EDITION, offre una mostra collettiva della durata di 1 mese, a Baldichieri d'Asti, nel Monferrato, zona patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Vincono il Premio “Un mese in Mostra nel Monferrato”, selezionati da Cascina Lanè: - Fabio Batocchi, “San Feliciano n.17”; - Francesco Colonna, “Identità perduta”; - Arianna Fugazza,“Un mattino di ottobre”; - Adriana Gigliarelli, “Dolce autunno”; - Tobia Locatelli, “Autunno”; - Cinzia Morini, “Heartbroken”; - Ivan Pili, “Mr. Jingles”;

- Andrea Pollastro, “La fluidità dei pensieri”; - Elena Santucci, “Canneto”; - Maryna Sakalouskaya, “Papaveri”; - Maurizio Satta, “Calcolatrice”; - Renzo Sbolci, “Tabula Picta n. 4”; - Roberto Schembri, “Panchina lato mare”; - Vito Spada, “Generazione futura”.

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ArtParma Fair 4ª edizione, successo di pubblico e vendite

L’

ultima edizione di ArtParma Fair, Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, si è dimostrata un grande successo di pubblico e vendite. Tenutasi in due week end, il 27 e 28 febbraio ed il 4-5-6 marzo 2016, la rassegna artistica si è tenuta in un padiglione delle Fiere di Parma più grande, a conferma anche “concreta” di quanto stia evolvendo la manifestazione, nonostante sia solo alla quarta edizione. Art Parma Fair è ormai tra le TOP Fair d’Italia, ha raggiunto in pochissimo tempo il livello di molte altre rassegne presenti da decenni, sia per qualità delle Gallerie partecipanti che per il livello dei collezionisti presenti. BIANCOSCURO, confermata per la quarta volta consecutiva media partner ufficiale, è stata presente come di consueto con il suo stand editoriale e con la sua selezione di talentuosi artistici contemporanei, fra i quali i quattordici vincitori del BIANCOSCURO ART CONTEST PARMA EDITION. Tra le opere selezionate ed esposte ad Art Parma Fair, è stata scelta la più ammirata dal pubblico dei collezionisti per vincere il premio finale del concorso: Mirko Roncelli ha vinto la pubblicazione sulla copertina Over the Cover di BIANCOSCURO #15. Attendiamo impazienti la prossima edizione autunnale di ArtParma Fair, sicuri di trovare come sempre qualità sotto ogni punto di vista, dalla Direzione di Gilberto Tedaldi e Nicola Rossi, alla

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artmagazine.biancoscuro.it

preziosa Francesca Caldari, dalle opere esposte, alle grandi Gallerie presenti, sperando che rimanga una Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, e che non si cambi la sua natura. Vincenzo Chetta

4a edizione

27.28 febbraio e 4.5.6 2016 BIANCOSCURO, Media Partnermarzo dell’evento, presente all’evento anche con la sua Selezione di Artisti Contemporanei, ha esposto le opere Arte Moderna di: e Contemporanea Carla Battaglia, Daniele Bianco, Donatella Celoria, Orodè Deoro, Ornella De Rosa, Stanka Golob, Gayane Karapetyan, Aivars Kisnics, Eugenio Marchesi, Pupi Perati, Claudia In concomitanza con: Perruso, Mirko Roncelli, Giulia Sollazzo, Rita Vitaloni (vincitori del BAC Parma Edition). www.artparmafair.it

Inoltre ha esposto le opere di: Peter HideOrganizzazione 311065, Isabella Rigamonti, Gianluca Piaccione, Giorgio Gost, Ralph Hall.

www.romagnafiere.it - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521


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[1] [4]

In queste pagine alcune foto della 4ª edizione

[2]

di ART Parma: [1]Gilberto Tedaldi e Nicola Rossi, i due patron della Fiera; [2] “Griglie” e

[3]

“Gli Indefinibili” di Vittorio Valente, a cura di Galleria Centro Steccata; [3] “Truka”di Giorgio Laveri, a cura di Galleria Centro Steccata; [4] opera di Peter Hide 311065 per Biancoscuro.

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PaviArt 2016 L’Arte Contemporanea colora Pavia

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a primavera artistica sboccia a PaviArt. Nuova e straordinaria edizione della mostra-mercato pavese, giunta alla sua quarta edizione. Il crescendo di qualità in ogni campo dell’organizzazione e della Direzione Artistica, rende questa rassegna una delle imperdibili nel mondo artistico italiano. Le dimensioni giuste del Palazzo delle Esposizioni di Pavia rendono fondamentale la scrematura delle Gallerie partecipanti, rendendo di anno in anno sempre più appetibile uno spazio espositivo a PaviArt. Come ormai di consueto, BIANCOSCURO presenta, in un grande spazio dedicato, la sua selezione di Arte Contemporanea: più di 110 mq per far conoscere ed ammirare i talenti selezionati dai tanti collezionisti importanti che visitano la fiera, uno dei punti di orgoglio di questa fiera d’Arte. Evento nell’evento, la Cascata di Vinili di Mattia Consonni, che ci farà “vedere” la sua Musica per gli Occhi. Inoltre spazio dedicato ai famosi Peter Hide-311065 e Isabella Rigamonti, oltre che al grande Gost. Per la prima volta BIANCOSCURO presenta le opere di Artin Chahinian, mentre tornano le ceramiche di denuncia di Ralph Hall. Una mostra imperdibile per l’Arte Internazionale. Rebecca Maniti

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CON IL PATROCINIO DI

4A MOSTRA-MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

artmagazine.biancoscuro.it

PAVIA BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, è presente 2 all’evento con 110m di spazio espositivo, dove presenta la sua Selezione di Artisti Contemporanei.Aprile

2|3 2016

www.paviart.it

PALAZZO ESPOSIZIONI P.LE EUROPA ORARI SABATO 10/20 DOMENICA 10/20 INFOLINE DEA SERVIZI CURA CARPIGNANO (PV) TEL. 0382 483430 DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI ZUCCA CELL. 320 0190275

BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST Rosario Aufiero (I) Giuliana Bellini (I) Giovanni Bevilacqua (I) Daniele Bianco (I) Diego Boiocchi (I) Nadia Buroni (I) Fabio Cicuto (I) Sara Canziani (I) Margherita Casadei (I) Artin Chahinian (AM) Antonio Cogliano (I) Mattia Consonni (I) Paolo Cutrano (I) Verena Daldini (CH) Emanuele Degano (I) Jacqueline Domin (F) Luigina Fieni (I) Veronica Francione (I) Stanka Golob (SLO) Sami Gjuka (DK) Marisa Ierardi (I) Eugenio Marchesi (I) Gabriele Marchesi (I) Mauro Martin (I) Lelio Menozzi (I) Lorenzo Monegato (I) Chiara Poli (I) Pupi Perati (I) Gabriella Pimpinicchio (I) Mirko Roncelli (I) George Pali (USA) Marco Paghera (I) Claudia Perruso (I) Renzo Sbolci (I) Giulia Sollazzo (I) Renato Tagliabue (I) Alessandro Trani (I) Roberto Verga (I) Richard Feeling (I) Gianluca Piaccione (I) Giorgio Gost (I) Isabella Rigamonti (I) Alexandra von Burg (CH) Ralph Hall (F) Peter Hide 311065 (I)


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Mattia Consonni - Musica per gli occhi presentato da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

...un supporto per l’ascolto che diventa cibo per gli occhi, un coinvolgimento dei sensi...

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l successo dell’Artista medese Mattia Consonni continua la sua scalata, collezionando riconoscimenti e grandi esposizioni. Imperdibile la sua ultima solo exhibition allestita proprio nella sua città, prorogata a grande richiesta. A PaviArt Consonni presenterà una grande installazione, figlia di quel “The Endless River”, ispirata dall’omonimo brano dei Pink Floyd. Una cascata musicale che sfocia nella “Capsula della musica”, assolutamente da provare. Mattia forgia nuove forme per i dischi, che integrati con le tele, assumono una nuova identità ispirata dall’ascolto degli amatissimi brani. Nascono, dunque, soggetti astratti e simbolici che svelano ed esprimono attraverso la sinergia del colore e dei materiali, le più svariate emozioni ed i messaggi che l’autore intenzionalmente vuole trasmettere per raccontarsi e raccontare. Eloquente e di grande effetto è osservare come l’artista interpreti e si avvicini al significato del brano musicale che intende rappresentare. “Musica per gli occhi” propone uno stile inedito, un’arte contemporanea ed ecocompatibile, in cui gli oggetti in disuso, riciclati ed elaborati acquisiscono una sorta di immortalità, in una connotazione nuova, emozionante, eclettica che svela anticonformismo ed ironia. s

Sinfonia n.9 (ispirata dall’omonimo brano di Ludwig Van Beethoven) smalto e vinile su tela, anno 2015, 100x100cm. Inquadrando con lo smartphone il codice QR si verrà reindirizzati su YouTube per ascoltare il brano. https://youtu.be/RWyUMYEjk8w

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A destra Mattia Consonni, seduto nella sua Capsula sul fiume di vinili.

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Nadia Buroni

presentata da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

... quello che emerge nelle sue opere è la delicata istanza delle passioni, un’ebbrezza congelata nelle morbide velature che sfumano in contorni: per questo le osserviamo con suggestione e incanto...

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adia Buroni, Artista pavese, prosegue con successo la sua carriera artistica. Conseguito il diploma, frequenta per alcuni anni lo studio della pittrice Maria Angelini, allieva a sua volta del pittore Romeo Borgognoni. In seguito frequenta per diversi anni i corsi di pittura, scultura e figura presso la Scuola Civica d’Arte AR.VI.MA di Pavia e partecipa come socia della stessa alle varie mostre collettive allestite ogni anno a Pavia, oltre alle varie esposizioni che la vedono come valida esponente dell’Arte figurativa italiana anche all’estero, l’ultima ad Art Innsbruck 2016. s l

A sinistra: Prima-Vera, olio, 100x150 cm. Sotto: l’Artista Nadia Buroni in posa con due sue opere esposte con successo a PaviArt 2015

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Artin Chahinian presentato da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

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rtin Chahinian, di origine armena, nasce a Venezia, dove studia al Liceo Artistico, e si forma poi aderendo alle nuove strutture di Underwasser a Vienna. Espone con gli Informali a Milano negli anni sessanta e, nel Cenacolo della Galleria Cortina, conosce Crippa e Paloma Picasso. Così si lega all'Avanguardia Artistica di quegli anni formando un Gruppo Psichedelico conosciuto come “Terzo occhio” che sperimenta musica e pittura attraendo una schiera di proseliti alle sedute di”Arte Terapia”. La sua massima espressione furono i lavori presentati alla Galleria Cavour di Milano nel 1971 e poi alla Biennale di Parigi. L'incontro successivo con Jolas lo porterà ad un sodalizio artistico con le Arti Innovative patrocinate dalle gallerie del grande mecenate greco negli Stati Uniti. Le sue opere pittoriche entrano in quegli anni nelle prestigiose gallerie americane Meehan's Galery a Washington, Stephen Galery in Florida, e nelle collezioni di Abraham Goodman nel Massachusset. È da citare ancora la Collezione Ricci a Roma e la Collezione del Generale Hirsch nel Texas. Nel 1990 gli viene conferita a Parigi la Medaglia d'Oro e il diploma dell'Academie Francaise dalla “Fondation entre Poetes-Ecrivains-Peintres pour La paix dans le Monde”. Negli anni sucessivi seguirà un percorso artistico con il Gruppo Argentino a Parigi degli ultimi pittori Cinetici. Nel duemila, dopo la scoperta della Grotta di Chauvet nell'Ardeche, influenzato dalle pitture preistoriche, Artin avvierà la nuova sperimentazione con l'impiego delle resine vetrose e le micche colorate. Così per le “Performances” sulla Banchina di Quirra in Sardegna (2012) e nel Villaggio Nuragico di Castiadas (2014). Per la prima esporrà le sue opere a PaviArt, per ampliare ancora di più la conoscienza del suo talento. s l

Sopra: Crocodile Dans L'Eau Du Silence tecnica mista su tela, 170x105 cm. Sotto: Marée faite comme un nuage tecnica mista su tela, 120x70 cm.

... i caratteri tonali delle sue opere sono orientati a percepire la rarefazione dello Spirito, ad evidenziare con modalità soggettive (che pervengono dall'individualità latente di ciascuno) un mondo trasversalmente oggettivo, perciò universale... A sinistra: Marée Sage, qui nous rends le mage tecnica mista su tela, 120x80 cm.

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Paolo Cutrano

presentato da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

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... il colore è il protagonista che “tutto muove” e amalgama in movimenti vorticosi o in spinte concentriche...

aolo Cutrano, Artista cagliaritano, inizia giovanissimo come paesaggista e ritrattista ma presto abbandona L’arte per dedicarsi al lavoro di imprenditore. Ricomincia per caso quando trova pennelli e colori a casa di un amico riscoprendosi in una nuova veste di pittore informale dove ha la possibilità di esprimersi liberamente, senza nessun canone. L’intensità auto-espressiva ed emotiva di Paolo Cutrano segna una poetica aniconica, ma non priva di immagini metafisiche sognate, dove l’astrattismo si manifesta in forme di ideogrammi sonori. Ogni sua tela è una partitura, con una giustapposta cromia, dove “note-colori”scanditi con il metronomo, impresse con decise e delicate pennellate, creano brani sinfonici suggeriti dal ritmo delle vibrazioni dell’anima. Nella vicenda artistica di Paolo Cutrano l’ispirazione è il mondo contemporaneo, la cui sovrabbondanza di stimoli si rivela attraverso una stratificazione evidente sia nell’uso polimaterico del colore così come nella pluralità dei temi e delle variazioni stilistiche. Cutrano ha partecipato a diverse mostre, tra le quali nel 2014 alla collettiva “Punti di vista”, presso il complesso Dioscuri al Quirinale di Roma e a “Punti di vista contemporanea", presso Poggio del sole e le masserie a Ragusa. È stato ospite straordinario allo show vernissage “Apocalypse opera”, presso il teatro Posillipo di Napoli nel marzo 2015, ed il mese successivo ha partecipato a “Punti di vista tour” presso “Palazzo Moncada” a Caltanissetta. Nel giugno dello stesso anno consacra la su Arte a Ferrara con una personale dal titolo “Pittura segnica” e poi al complesso Dioscuri al Quirinale di Roma. Successivamente ha partecipato con successo ad ArtParma Fair e si è classificato primo alla Triennale di Ferrara. Selezionato per la XI Biennale di Roma, il 2016 lo vede impegnato ad Art Innsbruck con una grande esposizione di due tele imponenti e successivamente partecipa alla Collettiva d'Arte a Ragusa. s l

In alto: Moto smalto e resina su tela, anno 2016, 140x120 cm. A sinistra: L’Artista davanti ad una sua opera

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Lorenzo Monegato presentato da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

... l’Artista inserisce un costante senso della misura che implica la riduzione del numero di immagini a pochi essenziali fattori, per elaborare una continuità di idee che deve essere percepita come un tema costante al variare delle singole raffigurazioni...

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orenzo Monegato è un’artista autodidatta, non ha frequentato scuole o accademie d’arte per esprimere liberamente le sue idee artistiche. Il suo naturale talento per il disegno e la pittura risale dall’infanzia, con le prime opere con acrilico su cartoncino per poi passare all’olio su tela. L’artista si sofferma su una impostazione artistica contemporanea: il cubo-futurismo è la corrente artistica che più si addice alle sue opere, e la Pop Art per la sua esplosione di colori vivi e caldi. Nella sua famiglia vanta la discendenza del noto scultore e pittore veneto Giuseppe Monegato, attivo dopo la seconda guerra mondiale e da cui ha ereditato la singolare forza espressiva. Lorenzo Monegato debutta nel 2013 con la Biennale di Chianciano Terme, con una menzione nel quotidiano New York Times, iniziando un percorso in continua crescita evolutiva. Espone nelle migliori Fiere Internazionali In Italia (Padova, Genova, Forlì, Pavia) e nel mondo (Los Angeles, Miami, Parigi, Innsbruck, Monaco) e con mostre personali a Roma, Lugano, New York; una sua opera è stata battuta all’asta da Sotheby’s Lugano. L’artista è stato recensito e pubblicato in diverse Riviste e Volumi d’Arte a tiratura internazionale e ha ricevuto numerosi riconoscimenti artistici. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private nel mondo. s

In alto: “Metropolis” The Valley of Dolls. (Pannello centrale) acrilico su tela, 90x90 cm. Sotto: l'Artista Lorenzo Monegato in posa con alcune sue opere esposte lo scorso anno a PaviArt 2015

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Luigina Fieni

presentata da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

... massaggio il quadro sentendo l'energia sotto le mani e tra le dita... Quella spinta sconosciuta ed antica in me è qualcosa di indecifrabile e mi spinge sulla tela a liberarmi...

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uigina Fileni dipinge da autodidatta da più di 40 anni, i colori sono il mezzo per donare l'energia interiore alla tela che la accoglie. Attraverso lo studio del reiki (l'energia universale), questo aspetto di se ha avuto la sua massima evoluzione permettendole di esprimersi liberamente e senza pudore. Quasi per gioco e per "sfogo" ha ripreso in mano colori pennelli tele e tavolozze, dopo un periodo di fermo, stimolata da un concorso pittorico, ha ripreso con la mia passione più e meglio di prima. I suoi temi ricorrenti sono floreali astratti, impressi su tela e su legno. Massaggia il quadro sentendo l'energia sotto le mani, quella spinta sconosciuta è qualcosa di indecifrabile e la spinge sulla tela per liberarsi, anche se le sue rappresentazioni sono molto semplici e non vantano una cultura accademica. All'attivo ha diverse commissioni per varie ambientazioni in residenze private, banche, attività commerciali, alberghi. Sue opere saranno a breve su un libro a tiratura nazionale e sono presenti in diverse mostre di pittura. In programma una importante esposizione a Mosca presso la Camera di Commercio. s l

La notte acrilico su tela, anno 2016, 40x40 cm.

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Il giorno acrilico su tela, anno 2016, 40x40 cm.


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Pupi Perati

presentata da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

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upi Perati nasce a Bergamo, dove viene battezzata con il nome della zia Erminia, dalla quale eredita l’amore per il disegno, assecondato e coltivato dai genitori, che non le fanno mancare ottimi insegnanti. Dopo la laurea in Lettere (ad indirizzo artistico) conseguita con lode presso l’Università di Pavia, apprende l’arte della ceramica nella bottega del Maestro Renato Maddalena di Certosa. Dal 1984 lavora in un suo studio-laboratorio con vetrina, nel centro storico di Pavia, dove si dedica alla pittura, alla ceramica ed alla fusione del vetro, portando avanti una ricerca personale soprattutto nell’uso delle teniche “a fuoco”. Le sue opere esprimono amore intenso per la natura, vissuta attraverso il colore e la luce della propria spiritualità: fra queste la serie dei “Frammenti di Paradiso”, piccoli pezzi del materiale prezioso di cui è formata la Gerusalemme Celeste, il primo dei quali è conservato a Gerusalemme, presso il Custode di Terra Santa. Da molti anni espone in diverse città italiane e le sue opere sono in collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. Nel 2008, in occasione della visita del Papa Benedetto XVI alla tomba di S. Agostino, realizza la Croce pettorale donata al Santo Padre dalla Diocesi di Pavia e la lampada votiva “Il Lume di S. Agostino” accesa da Benedetto XVI e tuttora conservata accanto all’Arca di S. Agostino, nella Basilica di S. Pietro in Ciel d’ Oro. È anche autrice ed illustratrice di libri per bambini (“Alla conquista di Magistar”, ed. Piccoli, Torino 1994; “La Città delle Streghe” e “La Città dei Tappeti volanti”, CCP editore, Milano Sesto S. Giovanni 1998). Nel 2011 esce la prima edizione della pubblicazione “Angeli in città” (ed. Verba&Scripta, Pavia). Sulla copertina della seconda edizione (2013) è riprodotta l’immagine dell’opera "Il Serafino della Cattedrale", custodita nella chiesa di S. Maria del Carmine in Pavia. Di recente si è resa promotrice della riqualificazione di una vicolo del centro storico di Pavia: il Vicolo degli Eruli. Profondamente convinta che nella vita nulla avvenga per caso, è affascinata dal tema degli incontri, dell'intreccio delle vite umane nell'immenso disegno della Storia. La vita è un cammino d'apprendimento che conduce ogni essere umano nel centro del proprio cuore, dove ha sede la vera libertà: qui è possibile scoprire che ogni istante è un miracolo, del quale incominciamo a stupirci nel momento in cui ne diveniamo consapevoli. s

Sopra e sotto: tavole n.VII e n.XV del "Viaggio nella Stella" opere fotografiche appartenenti alla mostra "Sulla via Francigena cercando la propria Stella". 40x40 cm.

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www.frammentidiparadiso.it

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Chiara Poli

presentata da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

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a capacità artistica nasce quale dono naturale. La passione, la dedizione e la ricerca sviluppano successivamente quel dono e consentono la maturazione del pensiero e dello stile dell’artista. Chiara Poli nasce a Milano, si forma agli studi classici, conseguendo in seguito una Laurea in Scienze Politiche. Nonostante la sua formazione non sia quella tipica del pittore, da sempre Poli coltiva la passione del disegno e della pittura e frequenta, privatamente, corsi e seminari di approfondimento. La tecnica in cui si specializza è la pittura ad acrilico ed i soggetti prediletti sono le figure umane, in particolare i volti. Chiara Poli ritrova nella figurazione classica il suo stile più congeniale e rappresentativo. Ha partecipato a mostre collettive presso Villa Litta Visconti Borromeo a Lainate (MI) e presso la Galleria d’Arte “La Spadarina” a Piacenza, e a rassegne d’arte sui Navigli di Milano. Bambini e anziani sono raffigurati ponendo grande attenzione all’espressione dei visi, alle rughe di espressione ed allo sguardo. I quadri presentano sempre contesti in cui è una drammatica serietà ad emergere. I colori dello sfondo accentuano la prospettiva dell’istante rappresentato. Sembra quasi che l’autrice più che fornire uno “scorcio”, uno “sguardo” su una immagine, “inviti” alla riflessione: l’osservatore è invitato a “comprendere” quei volti, a carpirne la cultura e ad approfondirne i potenziali problemi sociali. s l

A sinistra: Zaafir, acrilico su tela, anno 2010, 50x70 cm.

... con potenti pennellate la pittrice descrive figure che parlano all’osservatore dei drammi della quotidianità. Il tempo è sospeso, i volti sono descritti con minuzia, la malinconia domina quelle tele sfumate immerse nelle tonalità del grigio e delle terre...

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Sotto: Maya, acrilico su tela, anno 2010, 70x50 cm.


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Giulia Sollazzo presentata da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

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iulia Sollazzo, in arte Gbrì, è una Digital Artist e Visual Designer Italiana. Ama il cinema e l’arte in ogni sua forma. Nata a Pavia nel 1991, ha frequentato il liceo artistico A.Volta, e in seguito la scuola civica di Milano "Arte&messaggio", dove ha imparato l’utilizzo degli strumenti tutt’ora utili alla sua produzione artistica. Insegna le nuove tecnologie di lavorazione nelle case editrici, tramite l’azienda per cui lavora, e scrive articoli e recensioni per Equilibri, sito di arte. Ama definire la sua Arte, basata principalmente sulla fotomanipolazione, “para-realista”, indicando con questo termine la contestualizzazione di soggetti immaginari in luoghi reali e quotidiani. Nella giovane serie “Città Para-reali”, infatti, ciò che dapprima può sembrare famigliare in un secondo momento induce alla sensazione di trovarsi dinanzi a qualcosa di strano, di oscuro eppure così affascinante da apparire terribile e al contempo meraviglioso. Ciò è dovuto alla presenza di una fauna incoerente con il paesaggio in oggetto: creature mostruose, dinosauri, fate e sirene si trovano a popolare così il nostro quotidiano. È una ricerca che mira all’emozione tramite l’estetica, la memoria dei ricordi, delle paure, del sognone dell’immaginazione. Le tematiche trattate nelle opere, riflettono riferimenti autobiografici, relativi al temperamento sognante di chi le ha create. Dal punto di vista stilistico siamo dinnanzi ha una studiata imperfezione: gli elementi aggiunti si distaccano volutamente dal contesto reale circostante, come a ricordarci la loro origine onirica. Ci invitano a viaggiare con la fantasia, senza però mai perdere il contatto con la realtà. Sono “illustrazioni fotografiche” che non mirano a ingannare, ma a far immaginare. s l

A sinistra:London Ships Sopra, dall'alto verso il basso: Idroscalo Una domenica pomeriggio sul ponte del TIcino Il Guardiano

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Roberto Verga

presentato da BIANCOSCURO a PaviArt 2016

... l’artista si immerge nel simbolismo cromatico per descrivere, con intensa emozione, le formule descrittive che asce a Milano dove tutt’ora vive e lavora. Ha spaziano dallo studio della seguito vari studi e corsi accademici,diplomandosi all’Istituto d’Arte di Milano, sotto figura alle evanescenze surreali, l’attenta guida di A. Faggian e A. Bonora. Nel 1961 segue i corsi di affresco e decorazione sempre a Miportando in primo piano, gli lano. Ha inoltre ricevuto la nomina di “ Accademico equilibri basilari della sua di San Marco”. È presente con le sue opere in importanti rassegne in Italia e all’estero prevalentemente in evocazione mentale... Germania. s

N

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I consigli dell’imbonitore e i consigliati “il politico imbonitore”, anno 2011

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Zibaldone alla faccia di platone. W la politica, anno 2012,


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G i a n l u P i a c c i o

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Viale Indipendenza 26 27100 Pavia

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14ª Vernice Art Fair

artmagazine.biancoscuro.it

Tra installazioni e artisti turchi: la grande arte torna a Forlì

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pazio al talento, alla sperimentazione e all’avanguardia degli artisti, in particolare quelli emergenti, e alle associazioni che li promuovono. Con “Vernice” il quartiere fieristico di Forlì è diventato una grande galleria d’arte. La manifestazione ha messo in contatto gli artisti con il grande pubblico e i professionisti del settore, come galleristi, collezionisti, critici, giornalisti ed esperti acquirenti in cerca di investimenti a costi accessibili. La filosofia vincente di Vernice Art Fair è questa. Momento culminante è stato l’ormai consolidato concorso nazionale “Coinè per l’Arte”. Il concorso ha visto “sul podio” i seguenti artisti: al primo posto Maurizio Ceccarelli con “Nouvel Jackson” (decollage su tela); al secondo posto due autori ex equo: Damiano Taurino con “Il volo” (terracotta) e Emre Yusufi con “War sheep portrait” (vetro e alluminio). Il riconoscimento del Premio della stampa è andato

INISMO A Vernice Art Fair 2016 l’appuntamento con la sperimentazione è stata all’insegna dell’Inismo, un movimento internazionale nato a Parigi nel 1980, il cui nome viene dall’acronimo “INI”, dalle iniziali di “Internazionale Novatrice e Infinitesimale”. La terza componente, l’Infinitesimale, è senz’altro la più caratterizzante e ha più valenze. Una delle principali è quella atomica: come in fisica è avvenuta la scissione dell’atomo, nell’Inismo è avvenuta la scissione della parola e del segno. Da segnalare i lavori di Gabriel-Aldo Bertozzi, fondatore dell’Inismo, Gabriella Giansante e François Proïa. A sinistra lo stand che Vernice ha dedicato al Movimento Internazionale d’Avanguardia

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a Pasquale Marzelli con “La vigna” (tecnica mista su tavola). Infine il premio speciale, per il grande pregio delle opere pittoriche è andato a Musa Güney. “Vernice” ha ospitato anche il concorso “Il futuro sono io”, iniziativa che relaziona il mondo dell’arte con le scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio, concludendosi con la premiazione degli alunni più meritevoli. Per le scuole primarie ha vinto la scuola “Giovanni Pascoli” di Cervia, mentre per le scuole secondarie di primo grado, il primo premio è stato assegnato alla scuola Marinelli dell’Istituto comprensivo “Emilio Rosetti” di Forlimpopoli. Vincenzo Chetta In alto a sinistra Francesca Caldari, Gilberto Tedaldi e Maurizio Ceccarelli vincitore della 14ª edizione del concorso “Coinè per l’Arte”. Nella foto sotto Ignazio Fresu e la sua Installazione “Memento”. A destra I bambini premiati al concorso “Il futuro sono io” e alcune opere e momenti della 14ª edizione di Vernice Art Fair.


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“MEMENTO” DI IGNAZIO FRESU Come ogni anno, a fare da cornice a Vernice Art Fair le installazioni dell’artista Ignazio Fresu che ha proposto una suggestiva e scenografica installazione intitolata “Memento”, una sua personale riflessione sul tema della memoria e su come essa condiziona il nostro agire e sentire nel mondo. L’artista parte da un ambiente scolastico, fatto di banchi e sedie apparentemente divenuti di pietra. Si concretizza una stanza piena di un’insperata pace e di un’ormai sconosciuta ingenuità, in cui il tempo meccanico, quello che si misura con gli orologi, è messo in crisi, non esiste più, e passato e presente convivono nel ricordo.

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Omaggio all’Inismo A Vernice Art Fair una grande collaterale dedicata All’interno di “Vernice Art Fair” è stato presentato l’evento collaterale “Omaggio all’Inismo – Movimento internazionale d’avanguardia”, a cura di Francesca Caldari e Rodolfo Bertozzi. Un grande evento nell’evento, volto a celebrare l’unica avanguardia resistita al passare del tempo: l’Inismo. Di seguito la presentazione di Francesca Caldari, pubblicata nel catalogo realizzato per l’occasione.

L’

epoca delle grandi avanguardie storiche internazionali, quali Futurismo, Dadaismo e Surrealismo si può dire conclusa col Novecento. L’unica avanguardia, ormai storicizzabile per la cospicua saggistica a essa dedicata, passata nel terzo millennio, è l’Inismo. Nello specifico, occorre precisare che il termine «avanguardia» non sta per «modernismo». Il primo si avvale di artisti militanti di varie nazioni con un programma comune di rivoluzione artistica precisata attraverso la pubblicazione di manifesti, come avvenne con Filippo Tommaso Marinetti per il Futurismo, Tristan Tzara per il Dadaismo, André Breton per il Surrealismo e qui con Gabriel-Aldo Bertozzi per l’Inismo, mentre il modernismo o postmoderno è un termine generico che si rivolge alla produzione contemporanea, pur precisabile in varie diramazioni più o meno note. L’Inismo è stato fondato al Café de Flore di Parigi il 3 gennaio 1980. Si racconta in varie pubblicazioni che fossero presenti anche i maggiori rappresentanti dell’avanguardia francese. Questi ultimi, sempre aggressivi, offensivi, quel giorno furono gentili e perfino incoraggianti; forse pensavano che durasse un mese o poco più, invece loro sono scomparsi, mentre gli inisti sono ancora all’assalto più che mai. L’Inismo ha operato e/o opera in Europa dalla Grecia alla Finlandia; nelle tre Americhe, nord, centro e sud: dall’Argentina al Far West. I livelli di produzione non sono stati sempre

paritari, spesso l’attività è apparsa più intensa in una nazione che in un’altra. La linea d’andamento, senza soluzione di continuità, può essere precisata come segue: il movimento nato a Parigi passò a Roma, Napoli e fugacemente in Spagna da dove si espanse fortemente in Argentina. Dall’America latina tornò in Spagna dove addirittura per precisare che un’opera era «d’avanguardia» si definiva «inista». Contemporaneamente si diffuse negli U.S.A. con una vasta produzione e continui viaggi dei loro membri in Francia e in Italia per partecipare attivamente a ogni sorta di attività (esposizioni, riunioni, convegni, ecc.). Emerse poi soprattutto in Francia e in Italia. L’Inismo brasiliano con INIZIL si affiancò poi tenacemente a quello europeo. Al momento l’attività inista più ricca di risultati si svolge a Parigi, San Paolo del Brasile e in Italia. L’Inismo è un movimento internazionale che ha accettato la definizione di «avanguardia», termine divenuto nel Novecento quasi quotidiano nell’arte e nella letteratura. Rifiuta però non solo le definizioni di movimento postmoderno, postatomico, ma anche di neoavanguardia, postavanguardia, perché significanti ripetizione. Avanguardia dunque come atteggiamento interiore, nella sua accezione più semplice che sta a significare soprattutto differenza con l’arte ufficiale, riconosciuta dalla società, dall’establishment. Come tale è necessariamente anche “contro”, ma si tratta più di effetto che di scopo.Una definizione di Inismo,

la più nota, è la seguente: L’Inismo (o INI = Internazionale Novatrice Infinitesimale), movimento diffusosi soprattutto in Europa e in America, propone una nuova estetica nuova in tutti i campi della creazione visiva, scritta e sonora. L’impiego di nuove scritture calligrafiche, alfabetiche, simboliche e alchemiche (spesso con l’uso della fonetica internazionale) assume un valore di creazione e non d’imitazione, di conoscenza e non di realtà fotografabile. Questi segni, chiamati «inie», vogliono essere un’orchestrazione di sentimenti e di pensieri, la visione multipla e globale che ci offre la vita. Con l’Inismo è iniziata la Terza Fase dell’Avanguardia, quella che viene nominata RR, Rivoluzione Rivoluzionata, che segue prima la fase della rivolta (Futurismo e Dadaismo), poi quella della rivoluzione (Surrealismo). Il nome del movimento viene dall’acroni-

[1]

Alcune foto dell’evento “Omaggio all’Inismo – Movimento Internazionale d’Avanguardia” [1] Settima allegoria di Gabriella Giansante.

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[3]

[2]

mo INI formato dalle iniziali di Internazionale (una necessità più che una scelta), Novatrice (ovviamente trattandosi di un movimento rivoluzionario) e Infinitesimale. Quest’ultima componente è senz’altro la più caratterizzante del movimento. È anche la più complessa, difficile da spiegare, soprattutto perché ha più valenze. Queste le principali: Una valenza di “tipo argentino”. Che parte dall’infinitesimale per esprimere l’infinito. Una valenza matematica. Si basa soprattutto sullo studio dell’estremamente piccolo. Una valenza atomica. È la più nota per l’esempio ormai ripetuto da tutti: «come in fisica è avvenuta la scissione dell’atomo, nell’Inismo è avvenuta la scissione della parola». Una valenza mistica. Si basa su una considerazione quasi ignorata dagli artisti del passato, che è stata fino a ieri patrimonio esclusivo della scienza, quella che tiene conto dei milioni di anni della Terra. Una valenza comunicativa. Fa sí che l’impiego della fonetica internazionale sia da porre sullo stesso piano della videoinipoesia perché entrambe – la prima con l’oralità, la seconda con le immagini – mirano a forme di comunicazione universale. Vi è poi una valenza di tipo etico/estetico, che vede gli inisti fautori della dinamica del superamento, essi credono cioè, che se i prodotti della nostra creazione saranno superati da al-

tri, avranno contribuito a quella fase di evoluzione/emancipazione che li vedrà responsabili di opere future. Chiamato più sovente Ini, è probabilmente il solo movimento che non contenga nel nome in sé quel limite che deriva dal termine che lo ha generato (per esempio: Futurismo da futuro, Surrealismo da surreale, Poesia Sonora da suono, Poesia Visiva da visivo, ecc.), d’altronde un nome formato da tre termini tutti indicanti estensione non può porre limiti. Secondo quanto affermano gli inisti, sul piano creativo non esiste alcun legame dell’Inismo con le avanguardie che lo hanno preceduto, essendo la loro una rivoluzione totale; sul piano della conoscenza, invece, i suoi membri hanno sentito il dovere di studiare a fondo le avanguardie del Novecento, Futurismo Dadaismo, Surrealismo e, in questa direzione, hanno pubblicato pure saggi, qualcuno ritenuto fondamentale (alcuni inisti, come lavoro comunemente detto, sono professori universitari); sul piano poi delle relazioni, hanno avuto stretti rapporti d’amicizia con i maggiori rappresentanti delle avanguardie del Novecento, ormai scomparsi. Concludo riportando l’invito più ricorrente nell’Inismo, in varie lingue:

¡Adelante! — En avant! — Avanti!

Francesca Caldari

Artisti inisti presenti alla 14ª Vernice Art Fair: Gabriel-Aldo Bertozzi (I-F), Laura Aga-Rossi (I), Angelus Novus (Angelo Merante) (I), Jorge Barreto (BR), Iniero Garesto (Lorenzo Agresti) (I), Eugenio Giannì (I), Gabriella Giansante (I-E), Paul T. Lambert (USA), Lex Loeb (USA), Giorgio Mattioli (I), E. Nessuno (Georges Murillon) (F), François Proïa (I-F), Antonino Russo (I), David W. Seaman (USA), Giulio Tamburrini (I), Neli Maria Vieira (BR). [3]

[2] La porta magica di Gabriel-Aldo Bertozzi [3] Poème est-éthique di Gabriel-Aldo Bertozzi. [4] Gabriel-Aldo Bertozzi e Gabriella Giansante

www.inisme.com

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Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali

Italia

BERGAMO Bergamo Arte Fiera 26-28 novembre 2016 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 29 gennaio - 1 febbraio 2016 artefiera.bolognafiere.it

MILANO MiArt 8-10 aprile 2016 www.miart.it

Affordable Art Fair 17-20 marzo 2016 www.affordableartfair.com StepArtFair 7-9 ottobre 2016 www.stepartfair.com MONTICHIARI (BS) Expo Arte 23-25 settembre 2016 www.deaservizi.it

CREMONA ArteCremona marzo 2017 www.artecremona.it

PADOVA Arte Padova 11-14 novembre 2016 www.artepadova.com

PIACENZA ArtePiacenza gennaio 2017 www.artepiacenza.it RIMINI RiminiArte 8-11 dicembre 2016 www.riminiarte.it TORINO Artissima 4-6 novembre 2016

Europe

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october 26-30, 2016 www.affordableartfair.com BARCELONA (E) Loop Fair june 2 - 4, 2016 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) ART Basel june 16 - 19, 2016 www.artbasel.com

www.artissima.it VENEZIA La Biennale di Venezia maggio-novembre 2017 www.labiennale.org

FORLI’ Vernice ArtFair 17-19 marzo 2017 www.verniceartfair.it

Rhy Art Fair Basel june 17-19, 2016 www.rhy-art.com

Arte Forlì Contemporanea 4-7 novembre 2016 www.fieracontemporanea.it

PARMA ArtParma 1-2 e 7-8-9 ottobre 2016 www.artparmafair.it

GENOVA Arte Genova febbraio 2017 www.artegenova.org

PAVIA PaviArt 2 - 3 aprile 2016 www.paviart.it

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

BERLIN (D) Art Berlin Contemporary september 15-18, 2016 artberlincontemporary.com VERONA ArtVerona 14-17 ottobre 2016 www.artverona.it

BRUXELLES (B) Art Brussels april 22-24, 2016 www.artbrussels.com

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Salon | Côte d’Azur Brafad’Art Contemporain par excellence MONTE-CARLO (MC) january 21-29, 2017 www.brafa.be

Art Monaco october 27-30, 2016 www.artemonaco.com

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 18-20, 2016 www.chesterartsfair.co.uk

2015

COLOGNE (D) Art Cologne april 14-17, 2016 www.artcologne.com

MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 9-13, 2016 www.mag-swiss.com

pus-Eventi

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World CHICAGO (USA) Expo Chicago september 22-25, 2016 www.expochicago.com

Affordable Art Fair march 30-april 3, 2016 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN)

INNSBRUCK (A) Art Innsbruck PARIS (F) december 2016 Fiac | Côte d’Azur Salon d’Art1-4, Contemporain par excellence www.art-innsbruck.at october 20-23, 2016 www.fiac.com Art Paris march 31 - april 3, 2016 www.artparis.com

la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art

ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014 CI contemporary istanbul november 3-6, 2016 contemporaryistanbul.com edizione 18 | 18th edition

fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...

padiglione | fair hall d + e · Innsbruck online tickets · www.art-innsbruck.at

LONDON (ENG) Frieze London october 5-8, 2016 www.friezelondon.com London Art Fair january 18-22, 2017 www.londonartfair.co.uk

NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 14-17, 2016 www.artexponewyork.com

DUBAI (UAE) Art Dubai march 16-19, 2016 www.artdubai.ae

KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 2017 www.art-karlsruhe.de

ART biancoscuro 210 x 297 mm.indd 1

NEW DELHI (IND) january 2017 www.indiaartfair.in

30.01.14 14:45

Art Shopping Carrousel du Louvre may 28-29 october 22-23, 2016 www.salon-artshopping.com VIENNA (A) Vienna Fair october 6–9, 2016 www.viennafair.at ZURICH (CH) Art International Zurich september 30, october 2, 2016 www.art-zurich.com

MADRID (E) Art Madrid february 2017 www.art-madrid.com

HONG KONG (CN) ART Basel march 24-26, 2016 www.artbasel.com

Shanghai Art Fair november, 2016

www.sartfair.com

Affordable Art Fair may 13-15, 2016 www.affordableartfair.com

SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair april 22-24, 2016 www.affordableartfair.com

MIAMI BEACH (USA) ART Basel december 1-4, 2015 www.artbasel.com

TOKYO (J) Art Fair Tokyo may 12-14, 2016 artfairtokyo.com

MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 2017 www.zonamaco.com

TORONTO (CDN) Art Toronto october 28-31, 2016 www.arttoronto.ca SEOUL (ROK) Affordable Art Fair september 9-11, 2016 www.affordableartfair.com

17 – 19 OCT 2014 71


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Kvision Cult Supereroi con Superproblemi, la rivoluzione del fumetto

I ragni non piacciono, non puoi chiamare l’eroe Uomo Ragno... e vuoi che abbia dei problemi personali? Stan, ma tu sai cos’è un supereroe?

A

nche il mondo del fumetto ebbe la sua rivoluzione, che cominciò, guarda caso, verso l’inizio degli anni sessanta. C’era un volta il newyorkese Stan Lee, figlio d’immigrati ebrei provenienti da un non meglio precisato posto dimenticato da Dio della Old Europe.

Nel 1941 il giovane Stan comincia a lavorare nell’azienda dello zio Martin Goodman, allora responsabile della Timely Comics che poco dopo, sarebbe diventata Marvel Comics. Siamo in pieno “Capitan America” e ciò equivale a dire che l’atmosfera della Nazione è permeata da quell’idea inscindibile di Patria e Onore con cui si è so-

liti motivare reclute convincendoli circa la giustizia e la santità dei vari conflitti di guerra. Infatti, in quell’Europa da cui anni prima i genitori di Stan fuggirono, si stava consumando un conflitto mondiale di proporzioni gigantesche e senza precedenti. In qualità di Alleati gli Stati Uniti vi presero parte schierandosi accanto all’Impero Britannico, alla Francia, all’Unione Sovietica e alla Cina Nazionalista (che combatteva contemporaneamente la sua guerra personale sul fronte nipponico), contro la temibile armata tedesca che pareva essere ben orientata alla conquista del Trono di Spade. Al fianco dei suddetti, l’Italia di Mussolini. È dunque questo il clima in cui Stan muove i primi passi nel mondo del fumetto diventando in breve tempo, con i suoi diciassette anni, l’editor più giovane nella storia della Società. Ma non fa neanche in tempo a gioire della cosa perché poco dopo, viene chiamato dalla Patria a prendere parte a quel conflitto mondiale descritto nei fumetti di cui un momento prima, scriveva soltanto. Tornato dalla guerra, riprende il suo posto di editor e con il passare degli anni Stan comincia a sviluppare un nuovo modo d’intendere quella particolarissima Arte. La guerra si era conclusa da tempo e complice l’uso dell’atomica da parte dello Stato (che indignò gravemente l’opinione pubblica) i fumetti stavano ormai subendo un inesorabile declino. Capitan America aveva sensibilmente perso il suo fascino e la stessa sorte era toccata persino agli imperturbabili Superman e Batman, esseri folgoranti e perfetti che avevano solcato i cieli a fianco dell’ormai sconfitto Capitano. Lee decide quindi di dare una brusca inversione alla rotta rivoluzionando totalmente il mondo dei comics creando un nuovo gruppo superoistico ed avvalen-

Kvision Cult A sinistra una rivisitazione dell’Uomo Ragno nell’opera realizzata da Francesco Greco

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Kvision Cult

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dosi del supporto dell’abile disegnatore Jack Kirby, “introduce per la prima volta personaggi di natura complessa e con personalità tormentate” secondo la formula “supereroi con superproblemi”. “Lee da ai personaggi un’umanità sofferta” che li pone in intima connessione con il mondo delle persone normali, mondo che per compiere il loro destino si trovano a proteggere, ma nel farlo, esprimono per la prima volta tutte le difficoltà psicologiche ed emotive originate dagli oneri che quest’impresa comporta (“da grandi poteri derivano grandi responsabilità”). Nascono così (per dirne solo alcuni) “I Fantastici Quattro” (1961), “Hulk” (1962), “Thor” (1962), “Iron Man” (1963), mentre con la collaborazione di un altro amico-fumettista, Steve Dikto, nascono “Doctor Strange” (1963) e “Spider-Man” (1962). Ma il genio di Lee raggiunge il massimo quando, nel 1963 , “The Avengers” “introdurrà nella narrazione il concetto di Universo Marvel decidendo di far incontrare i vari supereroi e creando degli incroci narrativi (crossover) basati sulle storie già esistenti”. Riunendo diversi supereroi Stan deciderà di dare una nuova allure anche al dimenticato Capitan America, ponendolo, dopo il risveglio dall’ibernazione,

davanti a un mondo che non conosce. A causa delle loro nature profondamente diverse i supereroi litigheranno tra loro e nonostante le notevoli divergenze riusciranno, nel rispetto delle “grandi personalità di ciascuno”, a trovare comunque il modo di accordarsi salvando così il mondo svariate volte. I personaggi in chiaroscuro di Lee sono bizzarri, divertenti ed appassioneranno perché ammirandone le eccelse qualità sarà poi per le difficoltà che queste comportano che finiranno per essere tanto amati dai lettori. Cinquanta anni dopo il Marvel Method funziona ancora e anche se attualizzato ai tempi moderni, continua a conservarne il fascino dell’origine. Dai Comics la Marvel passa agli Studios cinematografici (oggi fa parte della Walt Disney Company) e tra co-produzioni e produzioni, sforna gli omonimi fumetti su pellicola. Indimenticabili rimangono le parole con cui l’editore di Stan commentò il progetto Spider-Man: “Stan, that is the worst idea. First of all, people don’t like spiders. You can’t call the hero Spider-Man. And you can’t make him a teenager -teenagers can only be sidekicks. And you want him to have personal problems? Stan, don’t you know what a

superhero is?” (Stan, questa è una cattiva idea. Prima di tutto, alla gente non piacciono i ragni. Non puoi chiamare l’eroe Uomo Ragno. E non puoi fare di lui un teenager, i teenager possono essere soltanto degli aiutanti. E vuoi che abbia dei problemi personali? Stan, ma tu sai cos’è un supereroe?) Nina Baudelaire

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Ascolta su YouTube “I’m alive” The Avengers Music Video Shinedown, 2015

edizione

Bibliografia: Stan Lee, Excelsior! The Amazing Life of Stan Lee, Fireside. Stan Lee: And the Rise and Fall of the American Comic Book by Jordan Raphael e Tom Spurgeon, Chicago Review Press. Tales To Astonish: Jack Kirby, Stan Lee, and the American Comic Book Revolution, Bloomsbury. Stan Lee talk about Spiderman origin by George A. Tramountanas.

Artisti e Associazioni Culturali in Fiera

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Guida alle Arti - Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci (Ottava e Nona Arte) dal critico francese Claude Beylie nel 1964: Prima Arte: Architettura, Seconda Arte: Pittura, Terza Arte: Scultura, Quarta Arte: Musica, Quinta Arte: Poesia, Sesta Arte: Danza, Settima Arte: Cinematografia, Ottava Arte: Radio-Televisione, Nona Arte: Fumetto e Decima Arte: La Fotografia.

15a edizione

L’arte al di fuori dalle righe!

Artisti e Associazioni Culturali in Fiera

17.18.19 marzo 2017

ner Media Part

artmagazine.biancoscuro.it

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L’arte al di fuori dalle righe! Organizzazione

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asa Batlló, opera del celebre architetto catalano Antoni Gaudí, sorge a Barcellona, in Spagna, al civico 43 del Passeig de Gràcia. È considerata una delle opere più originali del celebre architetto, inoltre l’edificio è stato dichiarato, nel 2005, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. La sua storia parte dal lontano 1904, quando Josep Batlló, altolocato industriale del settore tessile, affidò a Gaudí l’incarico di rimettere a nuovo un modesto palazzo sul Passeig de Gràcia, l’arteria principale del quartiere modernista dell’Eixample, zona utilizzata dalla borghesia catalana dell’epoca come sede dei propri spettacolari palazzi. La costruzione originale era uno spazio molto stretto e allungato, dalla forma rettangolare: una vera e propria sfida per l’architetto catalano, che non si è perso d’animo, anzi, ha trovato in ciò una forte spinta creativa. Il lavoro di Gaudí, completato nel 1907, modificò notevolmente l’aspetto dell’edificio rivoluzionando la facciata principale, ampliando il cortile centrale ed alzando di due piani la costruzione originale. Al piano terreno sorgevano le scuderie, destinate successiva-

Foto © liberementi

L’opera del celebre Antoni Gaudí

Casa Batlló

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mente a magazzini, e l’androne comune. Il primo piano del palazzo, il cosiddetto piano nobile, fu destinato ad abitazione della famiglia Batlló, mentre negli altri quattro piani furono ricavati otto appartamenti destinati all’affitto. Il disegno della facciata principale cancellò ogni traccia del precedente progetto mantenendo però l’originaria disposizione delle finestre: nella parte bassa della facciata, in pietra arenaria scolpita in forme sinuose, Gaudí concepì dei corpi aggettanti di aspetto zoomorfo e fantastico (motivi ossei), evidentemente ripresi dall’art nouveau e in un certo senso anche dal gotico. Nella parte centrale della facciata invece, Gaudí cercò un grande effetto di luminescenza attraverso la collocazione di dischi di maiolica frammentata e di vetri istoriati di diverse dimensioni e forme, secondo la tecnica del trencadís. La parte alta è invece interamente ricoperta da tegole di ceramica vetrificata colorata, evocanti le squame di un rettile. Un elemento caratterizzante della facciata principale è rappresentato dalla tribuna del piano nobile, interamente realizzata in pietra arenaria e composta da cinque aperture tondeggianti delimitate da colonne che richiamano delle gigantesche ossa. Le aperture sono chiuse da grandi vetrate colorate. Le finestre dal secondo al quinto piano si aprono su una serie di balconi dal pavimento in pietra a forma di conchiglia, non presenti nella costruzione originaria, con una ringhiera in ferro battuto che ricorda la foggia di una maschera veneziana, mentre sul Il cavedio - Foto © liberementi

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Foto © liberementi

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Terrazzo del Drago - Foto © liberementi

La scala al piano nobile - Foto © liberementi

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...Il tetto è uno dei più singolari di Barcellona, ricorda un drago dalle piastrelle-squame e dalla linea sinuosa che imita la schiena di questo feroce animale. Si pensa sia dedicato a San Giorgio che, secondo leggenda, fu mandato da Dio a liberare la città di Selem dal drago. San Giorgio è il Santo Patrono della Catalogna... 77


biancoscuro sesto piano si apre un unico balcone centrale a forma di fiore. Alla sommità della facciata, in corrispondenza della soffitta e del parapetto della terrazza superiore, ritroviamo un coloratissimo trencadís a motivi floreali e geometrici. Il piano di accesso fu interamente ristrutturato da Gaudì in modo da ricavarvi le scuderie (che a metà degli anni novanta sono state ristrutturate per essere utilizzate come sala convegni), un locale commerciale ed un androne comune in cui si trovano la rampa di accesso al piano nobile, il cortile centrale, interamente rivestito di ceramiche di diverse sfumature di azzurro e chiuso in alto da un grande lucernario, attorno al quale si snodano le rampe della scala comuni e all’interno del quale è collocato un ascensore, la cui meravigliosa cabina in legno funziona ancora oggi. Ceramica, marmo, ferro battuto e legno si alternano in sequenze sinuose in cui la mano del maestro si sofferma nella cura dei dettagli più minuti: porte, maniglie, campanelli, portano tutte il suo marchio inconfondibile. Gli interni si fondono l’uno nell’altro e sulle pareti, come per l’esterno, sono assenti spigoli e linee rette. Nella realizzazione della soffitta Gaudí adottò una ingegnosa soluzione architettonica basata sull’utilizzo del cosiddetto arco catenario o arco equilibrato, che consente una omogenea distribuzione dei carichi eliminando la necessità di colonne, muri e contrafforti. Il risultato è un ambiente che richiama una caverna, o secondo alcuni la cassa toracica di una grande balena. In passato vi trovava posto la lavanderia dei condomini, oggi ospita un piccolo museo dedicato all’architetto catalano. Due scale a chiocciola collegano i locali della soffitta alla terrazza. Il tetto invece viene realizzato in maniera zoomorfo-fantastica (si rifà infatti al dorso di un drago), utilizzando anche qui la maioliche (questa volta intere) di origine artigianale, che definiscono e rendono più evidente il riferimento fantastico. Gaudí inserisce nel progetto anche una torretta dalla forma circolare, non regolare, coronata dalla croce a quattro bulbi, che diventerà il biglietto da visita del grande architetto catalano. Per la prima volta nella storia, Gaudí progettò oltre alla struttura del progetto anche l’illuminazione interna

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Archi della soffitta - Foto © liberementi

La scala - Foto © liberementi


biancoscuro ed esterna, collocando luci di grande effetto alla base del tetto, della torretta e della facciata stessa. Percorrendo la casa non si può non rimanere impressionati dai fantastici dettagli dell’opera di Gaudì, che progettò seguendo le regole dell’ergonomia ogni aspetto della ristrutturazione. Gaudì è riuscito tramite l’architettura a rendere concrete idee che le altre arti hanno al massimo immaginato, dipinto o descritto a parole. s l

Bibliografia Juan Eduardo Cirlot: Gaudì: introduzione alla sua architettura - Triangle Postals, 2007 Guida visuale Casa Batlló - Dos de Arte Ediciones, 2007

www.casabatllo.es

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4ª puntata

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In collaborazione con:

Un articolo di approfondimento su uno degli argomenti in campo fotografico/artistico che più fanno discutere...

L’arte controversa di dare colore al passato

Date un’occhiata al colore che è stato aggiunto una novità, esiste da oltre 175 anni, ma anche nel suo pealla foto sopra riportata. Cosa vedete? È il passato ri- riodo di massimo splendore, ha sempre diviso la critica e il portato in vita o il lavoro blasfemo di un revisionista storico? Avete la sensazione di essere più intimamente connessi con gli echi del bel tempo andato o avete l’impressione che il colore distolga l’attenzione dalla “storia” che la foto sta cercando di raccontare? L’arte perduta della colorizzazione delle foto sta vivendo una vera e propria rinascita e, se per un verso, alcuni sono entusiasti dell’opportunità di rivivere e rivisitare la storia in una veste del tutto nuova, altri sono riluttanti a vedere frammenti di storia “ricoperti di colore”. La pratica della colorizzazione delle foto non è

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pubblico in convinti sostenitori e accesi detrattori. Già verso la fine del 1800 quando i clienti “facevano a gomitate” per acquistare immagini a colori, alcuni fotografi denunciavano come la colorizzazione depredasse la foto della sua vera identità, un medium presumibilmente privo di talento che mancava di creatività e comprometteva il lavoro dell’artista originale. Per capire a fondo le controversie, le motivazioni e la storia sottostante la pratica della colorizzazione delle foto, è necessario rivisitarne il passato e fare qualche passo indietro nel tempo.


...la colorizzazione delle foto nel 21° secolo...

Inquadra il QR per andare alla pagina web

www.pixartprinting.it/content/controversial-art-colourising-past/

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coloristi spendono ore e ore a perfezionare il loro approccio ma, in realtà, il “cuore” del processo è relativamente semplice.

Jordan J Lloyd: “Io paragono la colorizzazione al gioco degli scacchi. Facile da imparare, ma difficile da padroneggiare, e a me resta ancora molta strada da fare. La formula di base, in tutte le sue varianti, è piuttosto semplice: basta continuare ad aggiungere livelli di colore all’immagine in bianco e nero e “mascherarla tra le linee”. A questo punto, il gioco è fatto. Maggiore è la variazione di colore aggiunta, maggiore sarà il “realismo” con cui verrà percepita l’immagine finale, dopodiché i miglioramenti saranno via via inferiori. In effetti, se si dovesse scrivere un libro sull’argomento, si potrebbe sintetizzare il discorso sulla tecnica (utilizzando un editor di bitmap come Adobe Photoshop) in un solo paragrafo. Il resto del libro sarebbe, invece, dedicato alle tecniche di preparazione e post-colorizzazione che molti di noi stiamo ancora sperimentando ed elaborando”. Mads Madsen: “Ho speso due anni a ottimizzare il mio processo fino a rag-

giungere un livello di velocità soddisfacente. Innanzitutto, comincio sempre col togliermi di mezzo tutta la parte della pelle. Se sono presenti 5-10 persone, applico il colore prima ai volti, alle mani e cose di questo tipo, poi mi dedico agli indumenti. Fatto questo, posso farmi un’idea di come deve apparire lo sfondo, se non ho riferimenti a portata di mano. Se si tratta di una scena all’aperto standard, trovare i riferimenti è alquanto inutile nel caso, ad esempio, di un prato, ma conoscere l’epoca aiuta tantissimo dal punto di vista della fedeltà e dell’accuratezza storica. Una volta colorizzate tutte le immagini, inizia il lavoro vero. Ed è qui che entra in gioco il “trucco del mestiere” più efficace per raggiungere il risultato: la luce. Non c’è nulla di più importante che enfatizzare il modo in cui la luce interagisce con gli elementi dell’immagine. La luce può apportare numerosi miglioramenti all’immagine e, se non si tiene conto di questo, la fotografia apparirà...non “sbagliata”, ma semplicemente poco convincente. Il nostro cervello ci mette poco a notare quell’effetto “valle perturbante” nelle immagini, a cui in genere va attribuita

la maggiore responsabilità di un lavoro malfatto o poco soddisfacente. Ad esempio, se in un ritratto non si aggiunge alcun tono di blu al lato “freddo” (il lato lontano dalla luce) l’immagine risulta molto saturata. Aggiungendo un tono di blu per simulare l’ombra nelle piegature degli abiti e sul viso, tutto è più reale, è un trucco che contribuisce a conferire un livello di realismo maggiore che molti non prendono in considerazione. Questo accorgimento gioca anche un ruolo essenziale nelle scene all’aperto in una giornata di sole e influisce in modo significativo sulla resa visiva di volti e indumenti di persone, così come di auto, strade, edifici e una pletora di altri elementi, sia in condizioni di ombra che in pieno sole. In sostanza, ciò che più conta è focalizzare l’attenzione sui soggetti e sulla luce a cui sono esposti”. Tuttavia, anche se gli strumenti a nostra disposizione hanno reso più semplice (e meno caotica) la gestione delle numerose tonalità e sfumature di una foto, la colorizzazione è molto di più che il semplice uso di pennelli digitali, filtri e livelli di colore. ...continua sul prossimo numero

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Si ringraziano per i contenuti e le immagini Pixart, Jordan J Lloyd, Wayne Degan, Mads Madsen.

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Giuliana Bellini Forze naturali ed organiche rese da sapienti artifici

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Artista Giuliana Bellini ha esposto a Venezia (S.Zaccaria) un gruppo di opere del ciclo “Germinazioni”, sette coni di misura variabile da uno a tre metri, in rete metallica rivestite in polietilene. L’effetto è sorprendente per il gioco di ambiguità rimbalzante tra artificio algido e natura in crescita, tra materia bianca ectoplasmatica e accumulazione di colore, tra suggestione repulsiva delle punte e morbidezza sensuale A sinistra: Giuliana Bellini in mostra a Genova Sotto: Colonia di batteri (particolare) alluminio e PET, anno 2013, dim. var.

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al tatto: come fantasmi della “Natura naturans” smarrita che tornano vivi, materia organica, emblemi di capacità geniale, di volontà di restituzione di energia attraverso conformazioni plastiche che hanno la delicatezza dei tegumeni di certi frutti esotici vellutati e, insieme, si offrono alla luce e al sole come accumulatori di forze biogenetiche, installazione di antenne che tendono allo spazio nostalgia e desiderio di una natura spontanea e ingenua. Giorgio Segato

In alto: Germigli ferro, alluminio e polietilene anno 2013, 100x800x800 cm.

Sotto: Verme alluminio, polietilene e rame anno 2007, 60x40x25 cm.

Fiore alluminio, cemento e ceramica, anno 2014 310x310x310 cm.

Giuliana Bellini espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

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Jacqueline Domin La sua fotografia analogica immortala l’anima della Natura

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pesso è solo l’Artista a sapere quali sono le parole giuste per raccontarsi, e allora lasciamo che questa volta sia proprio Jacqueline Domin a descrivere cosa la spinge a creare le sue immagini suggestive, impresse sulla pellicola in maniera tradizionale: “Le mie fotografie non sono né digitali né elaborate al computer. Uso due semplici (e un po’ vecchie) macchine fotografiche, di cui una subacquea, entrambe con pellicola e senza flash, in quanto utilizzo solo la luce naturale. Uso spesso la respirazione o la meditazione: mi permette di entrare maggiormente in contatto con quello che mi circonda. Accolgo l’istante di gloria che la luce crea, guardo spesso “il piccolo” scoprendo “l’infinitamente grande”. L’impronta del cielo è in ogni cosa e luogo, e l’acqua

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in tutte le sue manifestazioni e trasformazioni custodisce questa memoria. La Natura è animata, ha un fine interno, un progetto, partecipe di un tutto che si trasforma. L’Acqua, fonte di vita, è sempre presente nelle mie fotografie.” s l

Sopra: Nadir fotografia analogica su carta Fine Art anno 2013, 100x65 cm. Sotto: Mescolanza fotografia analogica su carta Fine Art anno 2013, 100x65 cm.


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Sopra: Io sono te fotografia analogica su carta Fine Art, anno 2013, 90x60 cm. Sotto: Ofelia fotografia analogica su carta Fine Art anno 2008, 100x65 cm.

INFO www.jacquelinedomin.com jacqueline.domin@tin.it

Jacqueline Domin espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

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Verena Daldini Dialoghi e viaggi interiori per raccontarsi

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ata e cresciuta a Mettmenstetten, nel Canton Zurigo in Svizzera, Verena Daldini ha lavorato nel settore bancario per diversi anni, trasferendosi in Ticino dopo il matrimonio. Si è sempre interessata alla pittura iniziando a dipingere su ceramica e porcellana, e passando in un secondo tempo all’acquarello. La sua curiosità, volta soprattutto alla ricerca di stimoli nuovi, l’ha portata poi alla tecnica mista su cartone, legno e tela. Ha seguito diversi corsi, fra cui quello con Dina Moretti, in Ticino e oltre il Gottardo. s l

A sinistra: Viaggio dell’anima tecnica mista su tela, anno 2014, 60x60 cm. A destra: Canto alla vita ll, tecnica mista su tela, anno 2015, 120x80 cm. Sotto: Senza titolo, tecnica mista su tela con sabbia,carte ed acrilico, anno 2014, 120x80 cm.

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“I miei dipinti nascono senza alcun concetto preciso, mi lascio ispirare dal momento e dalle emozioni. Le tele prendono forma guidata da un instancabile sperimentalismo tecnico, da una vivace curiosità, da visioni e sensazioni interiori. Ogni opera è un viaggio attraverso natura, colori, suoni e spazio.”

Verena Daldini

“Osservare una tela di Daldini è come assistere ad un dialogo che l’artista intrattiene innanzitutto con sé stessa, indagando luci e le ombre del proprio percorso personale, al fine di riconoscerle, circoscriverle e lasciarle emergere in superficie. L’effetto è dirompente: le esperienze felici e quelle critiche trovano un contrappunto nella materia pittorica trasmettendo un’energia vibrante, una tensione emotiva che travalica i confini fisici dell’opera pervadendo lo spazio circostante e toccando le corde più intime dell’animo dell’osservatore. [...] Talvolta l’esigenza di raccontare è così forte che il discorso si sviluppa articolandosi in dittici o per cicli; in questi lavori polimaterici increspature di colore acrilico, ritagli di giornale, carta ondulate, stoffe e rilievi in sabbia si fondono in visioni luminose ed enigmatiche, da cui emerge un lavoro di costruzione e, al tempo stesso, di consunzione della superficie pittorica.” Emanuela Rindi

Verena Daldini espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

White silence tecnica mista su tela, sabbia da isola greca vulcanica Nisyros , sabbia di letto fiume Moesa, diversi tipi di carte e acrilico, anno 2014, 120x80 cm.

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Rosario Aufiero

Aurora Boreale

http://rosarioaufiero.weebly.com rosarioaufiero@gmail.com

Tim Taylor

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“Nitelite” 2015 Romart 2Installation Multimedia with UV Lighting, 3x3x2 m. Year 2016.

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Tina Lupo

“I giocatori” – 2010 – tela 60x55

www.kultrunmuseum.it

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Margherita Casadei L’Arte come urgenza, l’Arte come cura dell’anima

Sotto: Superstiti; la donna il bambino, il mare anno 2014, acrilico e olio su tela, 60x80 cm.

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utodidatta per quanto concerne la pittura, laureata in Filosofia a pieni voti, inizia a dipingere quasi improvvisamente attorno ai 16 anni

per un’urgenza personale d’espressione. Margherita Casadei è un’artista a tutto tondo, appassionata di danza, suona anche il pianoforte e la chitarra: la musica e la danza si sposano con i colori, sfociando sulla tela. Il suo percorso pittorico è una continua ricerca, fin dagli inizi questa ricerca pone al centro la figura umana, quasi sempre dipinta come donna poichè la figura femminile è quella più vicina al suo modo di sentire e di essere, con le sue problematiche e la sua comunicativa. La figura umana veicola significati e piani metaforici: nei suoi dipinti da un lato si trova molta cura per i sentimenti e le debolezze, mentre dall’altro è chiaro l’interesse per la danza e per la musica (simboli della vita): la figura più amata è dunque quella della ballerina, simbolo di armonia, leggerezza, equilibrio e forza vitale. Anche gli animali entrano a far parte della sua ricerca pittorica, in particolare cani e gatti, in qualità di animali che possono istaurare con l’uomo rapporti davvero speciali. Altro tema importante per l’Artista è quello della maternità, fonte privilegiata di ispirazione, oltre a quello dell’infanzia: il pagliaccetto o la bambola dipinti in un angolo rappresentano l’infanzia che nella vita di un uomo viene accantonata, ma è pur sempre presente nella sua profondità e pronta a riaffiorare, talvolta, quando meno ce lo aspettiamo, portando con sé colori dimenticati. Nella sua pittura c’è interesse nel cogliere l’intensità dei momenti quotidiani e l’intensità nella semplicità dei piccoli gesti attraverso trasparenze che si alternano a toni decisi. Margherita Casadei si propone di


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esprimere un mondo vicino all’animo umano e, nello stesso tempo, che possa dare respiro all’uomo curandone l’anima con l’arte, lontano dalle ristrettezze materiali. Artista in continua crescita, ha esposto per la prima volta a Bologna nel 2002, presso una nota libreria del centro. A questa sono seguite mostre personali e collettive a Ravenna, Forlimpopoli e Forlì. Ha esposto in importanti manifestazioni d’arte tra il 2014 ed il 2016 a Forlì, Piacenza, Udine e a Innsbruck nella rinomata Art Innsbruck, rassegna artistica austriaca dal grande valore. Molti i riconoscimenti già ricevuti, nonostante la giovane carriera, ha ricevuto l’”Oscar per le Arti Visive” a Monte-Carlo, nel Principato di Monaco, nell’ottobre del 2015 ed il “Mercurio d’Oro per l’Arte” a Cesenatico, nel gennaio 2016. Continua il suo lavoro di ricerca e la sua produzione con grande passione e sempre rinnovata energia creativa. s l

La mansardina acrilico e strass su tela, anno 2014, 70x70 cm.

INFO marghe.casadei@gmail.com

Margherita Casadei espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

Aspettando il nuovo anno acrilico e strass su tela, anno 2014, 70x70 cm. La discinta: donna con gatto n.5 acrilico e olio su tela, anno 2014/2015, 80x70 cm.

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Maura Giussani

Topolino in via Garibaldi, Arezzo. 90x90 cm, olio su tela, 2016

www.mauragiussani.it giuma.22@hotmail.it


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UN

FLORA AUTRE

L ANGAGE

DE

L A

PEINTURE

Flora et son Œuvres

“A chaque époque sa modernité... affirmait déjà Baudelaire: la modernité de Flora est celle de notre actualité. Poètes, anthropologues, amateurs d’Art, Collectionneurs, Critiques, tous ceux qui se sont déjà passionnés pour la peinture de Flora, ont engagé avec Elle un dialogue articulé autour de réseaux signifiants, chacun possédant sa propre cohérence que Flora, grâce à son alchimique don poétique, orchestre en un tout harmonieux, plastiquement équilibré.” A.L.L.Dinier

détail de l’ Œuvre “Green majeur“

www.flora-artiste-peintre.fr

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Ablaze acrilico su tela, 76,2x61 cm.

Kellianne O’Brien L’Arte come veicolo del proprio risveglio spirituale

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ellianne ha iniziato la sua carriera artistica nel 1994, mentore Mona Webb, artista molto celebre, che ha insegnato agli studenti della Wayhouse, a Madison, nel Wisconsin. Mona insegnò a Kellianne come vivere una vita spiritualmente appagante e la incoraggiò a dipingere con colori vivaci: da quel momento ha prodotto molti dipinti astratti, sculture figurative, opere con pastello su carta e fotografia marine, che ha promosso ed esposto a li-

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vello internazionale. Le sue opere nascono dal superamento di un periodo molto difficile della sua vita. Lottando contro le “notti oscure dell’anima”, Kellianne ha creato Arte che riflette il risveglio spirituale attraverso il quale guarì la sua malattia. Kellianne trae ispirazione dai luoghi che vive, in Francia è stata profondamente influenzata dalla straordinaria bellezza e la luce unica del Mediterraneo, in Irlanda ha creato dipinti che riflettevano la grande bellezza della campagna irlandese. Le opere di Kellianne O’Brien

continuano a riflettere il suo viaggio interiore, lei stessa afferma la gratitudine che prova verso l’Arte per averle ridato la gioia di vivere. Grazie al suo talento libero ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi prestigiosi. Ha esposto a San Diego, New York, Isole Vergini, a Montreal, Creta, Mallorca, Londra, Barcellona, Roma. “Fare Arte” per lei non è solo un atto artistico, ma anche espressione spirituale interiore, e questo possiamo intuirlo tra i colori dei suoi dipinti. Rebecca Maniti


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INFO www.colouriste.com English info

K Multi 10 - acrilico su tela, 76,2x61 cm.

Sopra: Composition 7 - acrilico su tela, 90x90 cm.

Sotto: Madeline - pastello su carta, 60x45 cm.

info@colouriste.com

ellianne O’Brien paints and sculpts spiritual energy, image, and colour. As an undergraduate student of French and Philosophy, she spent a year studying in Nice, France absorbing the majestic beauty and light of the Mediterranean. In 1994 Kellianne began a journey of recovery through the healing power of art. While enduring Dark Nights of the Soul, through a series of painful emotional experiences, Kellianne discovered that they were the beginning of a profound spiritual awakening that only painting could heal and subsequently reflect. Her art evolved along with her recovery. In 1999 Kellianne participated in the International Mental Health Network Conference in Ennis, Ireland and returned home breathlessly in love with the colours of Ireland. She created a series of paintings reflecting the beauty of the country and the rich spirit of her ancestors. Kellianne continues to express her soul through the mediums of paint, sculpture & photography. She enjoys a life filled with joy and gratitude. Her art expresses not only the divinity within her, but seems to express the divine spirit that lives in colour itself and within all of life. Kellianne’s artwork has been exhibited in San Diego, New York City & the Virgin Islaands, and internationally in Montreal, Barcelona, Mallorca, Crete, Bologna, Sicily, Rome & Milan. SELECTED EXHIBITIONS 2016, International Award “Tiepolo - Arte Milano,” Clerici Palace, Milan, ITALY 2016, “Canaletto Prize - Artistic Career Award”, Mira, Venice 2016, “Arte a Palazzo”, Galleria Farini, Bologna, ITALY 2015, “Pollock The New Heirs: 30 Cases of Informal Paintings,” Villa Castelnuovo, Palermo, ITALY 2015, International Award ‘’Mazzullo,” Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, Taormina, Sicily, ITALY 2015, “The Miami Art Expo”, Nina Torres Fine Art Gallery, Miami, Florida USA 2015, “1st Art Biennale of Barcelona”, MEAM, European Modern Art Museum, Barcelona, SPAIN 2014, Candidate to the “1st Trinacria Award 2014”, Monreale-Palermo, ITALY 2013, “Parallax Art Fair”, London, England, UK 2010, “Ico Art & Music Gallery”, New York, USA 2007, La Galleria Immagini Spazio Arte, Cremona, ITALY 2005, Assunta Fox Gallery, California, USA 2004, Gallery Gora, Montreal Quebec, CANADA. 2003, “Biennale D’Arte Contemporanea”, Rome, ITALY 2003, Art Cubic Gallery, Barcelona, SPAIN 2003, Art-Domain Gallery, Port d’Andratx, Mallorca, SPAIN 2002, OMMA Centre of Contemporary Art, Crete, GREECE 2002, Sala Barna, Barcelona, SPAIN 2001, Tillett Gardens, St. Thomas, U.S. VIRGIN ISLANDS

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Marco Paghera Connessioni cerebrali scolpite nel metallo INFO www.marcopagherasculptor.com info@mppaghera.com

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arco Paghera, scultore bresciano, trova la necessaria condizione di slancio per cominciare le sue sperimentazioni attraverso l’attività di famiglia, che da decenni si occupa di particolari lavorazioni in metallo. Inizia la realizzazione di disattese reinterpretazioni del ferro nell’ambito del design e della scultura; il suo lavoro non rimane inosservato ed appaiono le prime citazioni sulle riviste del settore. Il 2013 è l’anno di svolta e l’artista inizia a maturare il passaggio dalle grandi sculture dinamiche, come la monumentale “Oltre”, alle geometriche “Introspezioni cerebrali”. Nello stesso anno entra a far parte di MODE, un gruppo di giovani artisti, e riscontra i primi consensi tra i critici, tra cui i professori Paolo Bolpagni ed Alberto D’Atanasio. Proprio in procinto di una mostra con il gruppo, Paghera su-

Altrove - serie Introspezioni cerebrali metallo e vernici epossidiche, anno 2013, 133x63x22 cm.

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bisce il furto dal suo laboratorio di due sculture, tra cui la prediletta “Anime molteplici”, che non sarà mai più ritrovata. Dopo la parentesi di MODE prosegue il suo percorso autonomamente, concentrando i suoi studi sulle “Introspezioni cerebrali”. Viene apprezzato da curatori e critici, come il Cav. Flavio De Gregorio, il Prof. Riccardo Sorani e la Dott. ssa Elena Gollini e partecipa a mostre internazionali e nazionali, curate da critici come il Prof. Vittorio Sgarbi. Nel dicembre del 2014 gli viene conferito il “Diploma d’Onore” ed il titolo di “Benemerito dell’Arte Italiana” dall’Accademia Santa Sara. Nelle opere di Marco Paghera ritroviamo la passione per le contaminazioni materiche: egli coniuga e mescola il ferro, l’elemento che più lo rappresenta, ad inserti in resine speciali, velluti, legno e altri materiali. Grandi sculture ricche di importanti significati, quelli nascosti nella nostra psiche. s l


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Oceani sopiti - serie Introspezioni cerebrali alluminio, MDF scolpito a mano, laccatura, anno 2015, 150x73x8 cm.

L’essenza delle Introspezioni Cerebrali

Nelle serie “Introspezioni”, l’Artista esprime lo stato figurativo di ricordi, solitudini vissute e pensieri, rappresentati attraverso la fusione di elementari geometrie e ricercati materiali, quali acciaio, legno, velluti, resine. In alcune di queste collezioni troviamo un forzato e geometrico controllo delle emozioni, ordinatamente confinate in celle cubiche che ne impediscono il naturale permeare verso l’esterno; in altre la ricerca si sviluppa su due piani separati che mettono in risalto un conflittuale rapporto: da un parte le superficiali e rassicuranti “Apparenze”, rappresentate da una griglia che impone allo spettatore la dogmatica visione di linee e moduli regolari, dall’altra la vera

Sopravventi - serie Introspezioni cerebrali alluminio lavorato, anno 2015, 145x80x6 cm.

natura del subconscio, organica e fuori controllo, visibile solo in profondità e costituita da superfici materiche, carnali e sinuose, come la nuda verità delle pulsioni umane. Nelle “Introspezioni cerebrali” la mente, scandagliata e scomposta, viene proposta al pubblico con una veste di matrice astratta, eppure comprensibile e palpabile, condizione quest’ultima caratteristica della scultura.

Marco Paghera espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

Corruzioni - serie Introspezioni cerebrali alluminio lavorato, anno 2015, 93x60x13 cm.

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Veronica Francione La fisionomia di un’emozione impressa sulla tela

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infanzia trascorsa a Sana’s, nello Yemen del Nord, i viaggi in America, Nuova Zelanda, India, per poi tornare in Italia e diplomarsi negli anni ‘80 al Liceo Artistico di Pescara: esperienze di vita che hanno segnato l’animo dell’Artista. Dopo la laurea matura la scelta di dedicarsi totalmente alla pittura, e proprio dalle sue opere scaturisce in pieno la sua attenzione verso la fragilità umana. Comincia a fotografare e poi a dipingere “ritratti interiori”, circoscrivendo sempre più il suo interesse ai corpi, alle mani, ai volti e agli sguardi, che scava introspettivamente. Espone nel corso degli anni in numerose mostre personali e collettive con molto successo. s l

Ipnosi olio su tela, anno 2015, 150x100 cm.

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“Femminilità e disincanto, così potrebbero riassumersi i lavori presentati da Veronica Francione: volti ritratti con un penetrante realismo espressivo, declinati talvolta con le tonalità proprie dell’incarnato, altre volte svelati in un poetico bianco e nero. Con fare fermo e deciso l’artista modella la fisionomia di uno stato d’animo, disegna con attenzione tratti somatici netti e quasi spigolosi, che si confrontano con la morbidezza dei capelli, con la malinconia degli occhi capaci di raccontare un abbandono totale o una pensierosa solitudine. Giochi segnici attraversano la pelle come lievi ferite che annunciano, forse, una sofferenza non esplicitata. Nei dipinti di Francione l’emozione diventa tangibile, mentre il silenzio, con il senso sospeso di un’assenza, governa l’insieme compositivo, lasciando che a parlare siano le dita nervose, gli occhi fissi o la semplice linea di un collo reclinato.” Paolo Levi


biancoscuro ESPOSIZIONI - Tour d’arte Europea in America “EUART”; - Spazio Eventi Mondadori di Venezia, 52. Biennale di Venezia; - “Profondo rosa”, Terme di Montecatini; - mostra personale “Oltre lo Sguardo”, MuMi ; - “Die Italiener”, Reuss Galerie, Berlino; - “In Labore Fructus”, Museo Vittorio Colonna, Pescara; - mostra di arti visive “La poetica del non colore”; - “Spoleto Arte 2015”, a cura di Vittorio Sgarbi; - “Fragile”, Catania; - Biennale “United Factories”; - “The Others”, Museo Le nuove di Torino; - “Romart”, Biennale, Ente fieristico Fiera nuova; - “Nel segno e nei colori”, Museo d’Arte Moderna Vittorio Colonna; - “Arte a Palazzo”, Galleria Farini Concept, Bologna; - “Contemporaneità ed Antichità”, Palazzo Pepoli Campogrande; - mostra personale “Altrove”, Spazio Nocella, Città Sant’Angelo; - “Frammenti di natura”, Ex Aurum; - “Venezia Misteriosa”, Palazzo Ca’ Zanardi, Venice Art House; - “Luci, colori e forme dell’arte moderna”, Venezia. Ancora in corso e prossime: - “Giroinarte”, Museo Vittorio Colonna e Piccole Cisterne Romane (Fermo), Palazzo Sangallo (Tolentino), Palazzo dei Consoli (Gubbio), Palazzo dei Capitani (Ascoli Piceno); - “Exlusive”, Galleria Independents Artists, Milano; - “Mumart”, doppia personale. Fiere in Italia e all’estero: Art Verona, Arte Fiera Bergamo, Art-Innsbruck, Arte Cremona, Affordaible Artfair Milano, Immagina, Start Miami, Lineart, Kunstart Bolzano, Artkarlshue. Pubblicazioni: - “Vario Art” sulla rivista Vario, 2013; - “Destinati al Successo” nel catalogo San Giorgio Arte, 2014. Sentieri olio su tela, anno 2015, 100x150 cm.

INFO www.veronicafrancione.com info@veronicafrancione.com Sotto: Eclissi olio su tela, anno 2011, 150x100 cm. In basso a destra: Crepuscolo

Veronica Francione espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

olio su tela, anno 2014, 150x100 cm.

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biancoscuro

Giovanni Bevilacqua Il fondatore del Demorfismo Fotografico

I Il mostro a vapore sovrapposizione di immagini, HDR, alta saturazione dei colori Copyright © 2016 The Boss Artist Photographer All Rights Reserved.

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nizia a fotografare alla fine degli anni ‘70, prima per passione e poi per lavoro: il suo archivio fotografico diventa sempre più ampio e di qualità. Mette a punto uno stile fotografico personale, il “Demorfismo”: scatti multipli sovrapposti con una intensa saturazione di colore, e con un effetto HDR molto accentuato. È solo nel 2014 che decide di mostrare la sua Arte al pubblico, esponendo in locali pubblici e ricevendo i primi consensi. Notato dalla Galleria Berga di Vicenza e dal critico Giancarlo Bonomo che lo “promuove” artista determinando il “Demorfismo” uno stile fotografico, espone “Trasparenze”, una mostra che parla del disagio sociale e dell’indifferenza tra le persone: è da qui che il critico Enrico Gusella, curatore di importanti mostre fotografiche, lo definisce “esteta dell’eccesso”. La stessa mo-

Giovanni Bevilacqua espone a PAVIART 2016 presso BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST

stra è esibita a Palazzo Barbieri, a Verona, ed è l’architetto Carolei a curare l’esposizione, importante tanto da fare concedere all’artista l’uso delle sale espositive della Gran Guardia. Il 2015 vede la nascita del Manifesto del Demorfismo Fotografico. Interessante il progetto “Innamorati di Verona”, 80 fotografie di grande formato che vengono esposte nel dicembre 2015 nel Palazzo della Gran Guardia, lo stesso che ha ospitato Van Gogh. Le due mostre sono contemporanee ed il successo fotografico di Bevilacqua è notevole, più di 1500 visitatori. Tutte le fotografie della mostra sono donate dall’autore al Comune di Verona. Nel marzo del 2016 propone il progetto “Il Viaggio”, esposto nelle Stazioni ferroviarie di Verona e Mantova. L’autunno lo vedrà esporre nella basilica Palladiana di Vicenza il progetto“Wath remain’s”. s l


biancoscuro Estratto de “IL DEMORFISMO FOTOGRAFICO” 21 luglio 2015 - Giovanni Bevilacqua ll Manifesto del Demorfismo é solo un modo per affermare il nostro tempo e, con lui, la nostra arte. Da sempre usiamo un mezzo tecnologico per antonomasia: la macchina fotografica. La stessa si é evoluta negli anni, dandoci dapprima le immagini a colori e poi quelle digitali. É ovvio che con l’evolversi del mezzo sia cambiato ed evoluto anche il concetto stesso di fotografia che, se inizialmente catturava momenti di vita, oggi é in grado di raccontare storie ed inventarne di nuove. Il Demorfismo libera l’artista fotografo da regole e obbligazioni fotografiche, rendendolo creatore di immagini, dandogli la possibilità di esplorare il suo mondo creativo. La macchina fotografica diventa un mezzo atto non più alla semplice cattura dell’attimo, ma un pennello con il quale l’artista fotografo dipinge sulla propria tela le sue emozioni, le sue fantasie. Il Demorfismo Fotografico consacra l’artista fotografo, in senso lato [...] vuole porre l’arte fotografica su un altro piano, diverso da quello ormai alla portata di chiunque abbia un telefono con fotocamera (e quanti ce ne sono? E dobbiamo o possiamo chiamarli tutti FOTOGRAFI? Ma anche no!), del catturare l’attimo, quanto piuttosto su un piano di arte concettuale grazie alle quale l’artista fotografo é, in grado di manifestare le proprie emozioni, e raccontare il suo immaginario. Arte nel senso pieno della parola, così che la fotografia non sia sempre considerata come la sorella povera delle arti, schiacciata tra la pittura e il cinema, ma che acquisti un ruolo proprio tra le arti più pure. [...] Il Demorfismo Fotografico consacra la sregolatezza fotografica, la libertà dell’artista nella composizione dell’immagine [...]. Ma lasciateci avere per un momento la gioia degli “scapigliati” di tanti, tanti anni fa. Il pullman é grande c’è posto per tutti chi vuol salire... si accomodi, certo non saremo noi a denigrare chi si esprime differentemente con la macchina fotografica, sarebbe un controsenso.

Eppure soffia sovrapposizione di immagini, HDR, alta saturazione dei colori Copyright © 2016 The Boss - Artist Photographer. All Rights Reserved.

La dogana sul fiume adige Innamorati di Verona: Theboss&MGProject sovrapposizione di immagini, HDR, alta saturazione dei colori Copyright © 2016 The Boss - Artist Photographer. All Rights Reserved.

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biancoscuro

Rita Vitaloni “Il Colore degli Sfrattati”

“La fotografia d’autore della Vitaloni fa la differenza, in un momento in cui le immagini sono sempre più fruibili, come ricordi bidimensionali, nei nostri strumenti elettronici. La fotografia in forma di arte digitale, diventa la protagonista assoluta del ricordo, che non è più tale se non c’è un’immagine a tenerlo saldo. E per questo, la fotografia artistica digitale, si eleva ancora di più ed assurge al livello della pittura di un tempo, quando i ricordi potevano essere fissati solo sulla tela.”

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biancoscuro

Gioconda 3000 Opera del progetto “Il Colore degli Sfrattati” Digital Graphic Art, tecnica mista su tela anno 2016, 60x90 cm. A sinistra: Estasi svelata Opera del progetto “Il Colore degli Sfrattati” Digital Graphic Art, tecnica mista su tela anno 2015, 80x60 cm.

Rita Vitaloni da anni porta avanti con successo il suo progetto “Il Colore degli Sfrattati”, nato da un dramma personale, una triste storia partita da uno sfratto, non per morosità, di un’intera famiglia. Tribunali e processi legali tolgono ogni giorno un po’ di vita da parte di chi li subisce senza giusta causa. La sofferenza derivata da questa vicenda ha maturato in Rita

la determinazione di avviare alcune iniziative a livello artistico e culturale, per far emergere agli occhi delle persone tutte le situazioni di difficoltà (economiche, personali, famigliari), che coinvolgono una parte sempre maggiore di popolazione. L’intento è di aiutare chi ha subito difficili situazioni e per vari motivi si trova in un periodo critico della sua esistenza. s l

INFO www.ritavitaloni.it

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Art Shop

by biancoscuro

Viale Indipendenza 26 27100 Pavia


biancoscuro

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biancoscuro

Claudia Perruso

L’

Artista Claudia Perruso ha dedicato parte del suo tempo alla pittura ed alla poesia, dando così espressione alle proprie emozioni (espressionismo astratto). In un mondo appiattito da fallaci gossip, in una società “liquida”, con caparbia autenticità dipinge e scrive, esterna, attraverso le sue opere, i propri sentimenti ed i propri stati d’animo, di gioia, di dolore, di smarrimento, di amore, comunicando agli altri, con tonalità e colori forti, la vitalità di emozioni primordiali. Le sue opere sono

INFO claudiaperruso@libero.it

ologrammi di questi “stati d’animo”, e, attraverso i colori che lei definisce “i colori della vita”, esprimono quanto di più profondo può celare l’animo umano. Ama accostare alle sue opere dei versi che, raccontano il proprio vissuto, attribuendo così all’opera maggiore forza espressiva. Ha partecipato con le sue opere alla rassegna “Luci d’Artista” di Salerno, nel 2014; altra mostra personale nello stesso anno a Campagna, “Agosto campagnese”. Nel 2015 si è potuta ammirare la sua Arte all’ArtExpo Barcellona Art Fair. s l

“L’energia vitale deve fluire e arrivare agli altri, come un flusso energetico, creando vibrazioni emotive, lasciando un piacevole e duraturo ricordo, così l’arte può rappresentare un veicolo di forti emozioni.”

Conpiacimento dell’anima n°38

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Desiderio dell’Anima


biancoscuro

Comune di Pavia Settore Cultura e Turismo

PAVIA CULTURA

I MUSEI

un progetto

ViDi

visit different

Tranquillo Cremona e la

SCAPIGLIATURA

26 febbraio - 5 giugno 2016 | Scuderie del Castello Visconteo di PAVIA Orari: dal lunedì al venerdì: 10.00 - 13.00 / 14:00 - 18:30 | Sabato, domenica e festivi: 10.00 - 19.00 (La biglietteria chiude un’ora prima)

www.scuderiepavia.com

Partner ufficiale prevendita: www.vivaticket.it | call center a pagamento: 892.234

www.vivipavia.it 107


biancoscuro Con il patrocinio del

green core

Una selezione delle Gallerie Italiane pi첫 prestigiose

8 - 11 DICEMBRE 2016

www.riminiarte.it 108

Segreteria Organizzativa: francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521 giulia@fierenef.com - tel. 049.8800305


biancoscuro

Ennio Bastiani Apparizioni soprannaturali

L’

Artista bresciano accompagna l’osservatore nelle sue visioni dense di sogno e di incubo, un mondo, quello che rappresenta con pigmenti dalle tonalità forti, soprannaturale. Alcune delle sue opere sono un omaggio alla natura, colori più tenui per i paesaggi dipinti con la sua personale tecnica, mai statici nella fotografia, ma dai quali quasi riusciamo a sentire i piccoli rumori della montagna. Non solo pittore, ma anche scultore con buona creatività e manualità, Ennio Bastiani è nei dipinti che esprime emozioni forti, e le tramette così, con una tale decisione, da lasciare “impressionato” l’occhio dell’attento indagatore. Nella sua produzione artistica troviamo opere che trasmettono dolore, ansia, paura, ma anche altre emozioni, come l’amore, forte più di tutti. Bastiani è autodidatta per scelta, la scelta di chi non vuole farsi condizionare da dettami estetici e formali esterni, i tecnicismi puri non fanno per lui, vuole poter esprimere liberamente e senza vincoli o costrizioni tutta la sua creatività emotiva. Guardiamo come rappresenta Cassandra, figura della mitologia greca, sacerdotessa col dono della profezia, condannata a rimanere inascoltata: il volto di donna che prende forma in un dipinto che di primo acchito si definiribbe quasi astratto, attraversato da tante linee a definire spazi geometrici e tinte. C’è tanto in questo dipinto, tanto colore, tanto studio, tanta forza che potrebbe quasi voler intendere lo struggimento interiore di chi viene ignorato e mai preso sul serio. Il dipinto “Medea” è un mix di forti cariche emozionali. Medea, altra figura della mitologia greca, maga dotata di poteri divini, è trattata in diverse opere del mito, un personaggio negativo dalle mille sfumature passionali. La vediamo qui rappresentata da Bastiani: una donna bellissima, forte e risoluta, carica di erotismo e cattiveria, immersa nel mondo fantastico del mito che l’Artista rappresenta così bene in quest’opera dal sapore visionario. I dipinti di Ennio Bastiani catturano non solo l’occhio, ma anche la mente dell’osservatore, spinto ad addentrarsi nell’opera per scoprire anch’esso tante sfumature dell’animo umano. Rebecca Maniti

Sopra: Cassandra, acrilico su tela, anno 2015, 50x70 cm. Sotto: Medea, acrilico su tela, anno 2015, 50x70 cm.

INFO www.bastianicreazioni.it enbarte@gmail.com

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biancoscuro

Risultati d’Asta

In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 A

L

a prima Casa d’Aste italiana, la Meeting Art, la più seguita dai maggiori collezionisti ed estimatori d’Arte, pubblica anche su BIANCOSCURO Art Magazine alcuni dei risultati conseguiti. Meeting Art è una realtà professionale che lavora da più di Lotto n. Asta n.

Descrizione

Stima € Aggiudicazione

71

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALBERTO BIASI Padova 02/06/1937 Dinamica visiva ‘62, 1975, tecnica mista su acetato su tavola cm 44x44, firma ed anno in basso a destra, timbro Arte Struktura al retro e autentica.

18.000 20.000

15.000

98

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA H

ALBERTO BIASI Padova 02/06/1937 Smog, 2000, tecnica mista su tavola cm. 155x125x4, firma e timbro dell’artista con archivio OC 501 al retro, dichiarazione d’autenticità.

54.000 60.000

33.000

219

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA I

ALIGHIERO BOETTI Torino 1940 - Roma 24/04/1994 Senza titolo (a tutto tondo), 1988, tecnica mista su carta cm. 100x70, firma in basso al centro, opera registrata presso l’Archivio Alighiero Boetti.

36.000 40.000

28.000

171

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA D

ANTONIO BUENO Berlino (Germania) 21/07/1918 - Firenze 26/09/1984 Profilo, fine anni ‘50,olio su masonite cm. 40x30, firma in alto a sinistra, opera registrata presso l’Archivio Antonio Bueno.

14.000 16.000

8.000

97

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ARMAN NIZZA 1928 - New York 22/10/2005 Senza titolo, 2001, trombone scomposto e acrilici su tela applicata su tavola cm. 73x55x22, opera registrata presso l’Archives Denyse Durand-Ruel.

12.000 14.000

6.500

70

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

BERNARD AUBERTIN Fontenay aux Roses 1934 - Reutlingen 31/08/2015 Tableau clous, 1970, acrilici e chiodi su tavola cm. 30x30, firma ed anno al retro, opera registrata presso l’Archivio delle opere di Bernard Aubertin.

7.000 8.000

5.100

82

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

CHIN HSIAO Shanghai (Cina) 30/01/1935 Auguri Ungheria, (1990), acrilici su tela cm. 75x90, firma, titolo, anno (in cinese) e tecnica al retro, entro teca in plexiglass.

10.000 12.000

9.000

51

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

CLAUDIO VERNA Guardiagrele (CH) 24/09/1937 Studio per ambiguo, 1969, acrilico su tela cm. 50x50, titolo, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

6.000 7.000

6.000

39

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

DAVIDE NIDO Senago 1966 - Pavia 28/10/2014 Finestra n° 11, 2004, colle termofusibili (tecnica mista) su tela cm. 50x50, firma, titolo ed anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista.

6.000 7.000

5.100

96

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA B

DAVIDE NIDO Senago 1966 - Pavia 28/10/2014 Movimento alare di un pavone in amore, 2004 tecnica mista su tela (colle termofusibili) cm. 100x90, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

10.000 12.000

8.000

64

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

EMILIO ISGRO’ Barcellona Pozzo Di Gotto (ME) 06/10/1937 Giro italiano, 2003, tecnica mista su carta cm. 70x54, firma ed anno in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

10.000 12.000

4.400

105

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

EMILIO SCANAVINO Genova 28/02/1922 - Milano 29/11/1986 Bassorilievo, 1968, alluminio cm. 42x46, firma in basso a sinistra, esemplare unico, etichetta della Galleria d’Arte Pourquoi Pas? al retro.

5.000 6.000

3.100

93

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA G

EMILIO SCANAVINO Genova 28/02/1922 - Milano 29/11/1986 Tramatura con cerchio, 1980, olio su tela cm. 50x50, dichiarazione d’autenticità a cura di Giorgina Scanavino.

18.000 20.000

12.000

220

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA L

ENRICO BAJ Milano 31/10/1924 - Vergiate 16/06/2003 Say it with flowers, 1960, olio, collage, passamaneria, ovatta e oggetti su tela cm 93x74, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

40.000 50.000

54.000

185

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

FRANCO ANGELI Roma 14/05/1935 - Roma 12/11/1988 Senza titolo, metà anni ‘80, tecnica mista su tela cm. 160x130, firma al retro, opera registrata a cura di F. Gallo.

6.000 7.000

5.700

189

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

FRANCO GENTILINI Faenza (RA) 04/08/1909 - Roma 05/04/1981 I medici illustri, 1944, olio su tela rintelata cm. 47,5x58 firma e anno in alto a destra, Collezioni: B. Romani, Roma.

12.000 14.000

4.000

B

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D

E

110

trentacinque anni a servizio dell’Arte. La pubblicazione delle assegnazioni permette di comprendere meglio l’andamento reale del mercato, un indice chiaro che non permette fraintendimenti. Di seguito troverete la nostra selezione di aggiudicazioni delle aste del pel riodo marzo 2016. s

F

G


biancoscuro

Lotto n. Asta n.

Descrizione

Stima € Aggiudicazione

103

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

FRANCO GRIGNANI Pieve Porto Morone (PV) 04/02/1908 - Milano 1999 Tensioni plastiche graduate, 1993, tempera su cartone cm. 73x73, firma al retro, dichiarazione d’autenticità della figlia Manuela Grignani su foto.

18.000 20.000

8.000

99

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GASTONE BIGGI Roma 12/02/1925 - Langhirano 29/09/2014 Variabile verde 9, 1973, acrilici su tela cm. 50x50, firma, anno, titolo e timbro dell’artista al retro.

6.000 7.000

5.100

104

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIANNI COLOMBO Milano 01/01/1937 - Melzo 02/01/1993 Rotoplastik, 1960, meccanismo elettrico, plexiglass e alluminio cm. 30x30x7, dichiarazione d’autenticità dell’archivio Gianni Colombo su foto e certificato.

30.000 32.000

19.000

53

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIANNI DOVA Roma 08/01/1925 - Pisa 1991 Senza titolo, smalti su tela cm. 60x70, firma in basso a sinistra, certificato per provenienza e garanzia della Galleria Poleschi (MI) su foto.

12.000 15.000

5.500

55

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GILBERTO ZORIO Andorno Micca (BI) 21/09/1944 Impresa, 1996, lega di piombo e stagno cm. 40x42,5x32, titolo, firma, anno e dicitura “esemplare nr. 5” al retro, opera priva di cornice.

9.000 10.000

6.500

88

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIORGIO GRIFFA Torino 29/03/1936 Segni orizzontali, 1976, acrilici su tela cm. 96x98, firma ed anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

18.000 20.000

17.000

211

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA P

GIOVANFRANCESCO GONZAGA Milano 12/06/1921 - Milano 02/10/2007 L’Angulin della loggia dei mercati, 1953, olio su tela cm. 60x80, firma e anno in basso a sinistra, firma, titolo, anno, autentica dell’artista al retro.

8.000 10.000

3.000

208

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIOVANNI FRANGI Milano 12/05/1959 Elba, 2002, olio su tela cm. 130x180x4, firma e titolo al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, opera priva di cornice.

10.000 12.000

5.400

109

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA N

HANS HARTUNG Lipsia 1904 - Antibes 1989 T1962-A40, 1962, acrilico su tela cm. 55x33, firma ed anno in basso e timbro della Galleria Il Traghetto (VE) , opera registrata presso l’archivio Hans Hartung.

36.000 40.000

62.000

36

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA c

JANNIS KOUNELLIS Pireo (Grecia) 1936 Segnali, 1961, tecnica mista su carta cm. 69,8x99,8; firma al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, presenta delle fioriture alla carta.

45.000 50.000

45.000

107

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

JORGE EIELSON Lima (Perù) 13/04/1924 - Milano 08/03/2006 Amazzonia, 1994, tele annodate e acrilici su tela applicata su tavola circolare diametro cm. 50, firma e timbro dello Studio F.22 al retro.

12.000 15.000

14.000

106

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

JULIO LE PARC Santa Fè 1928 Alchimie 3B, 1988, acrilico su tela cm. 30x30, firma, titolo, anno al retro, già Artcurial (Paris).

8.000 9.000

4.400

198

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA A

LUCA PIGNATELLI Milano 22/06/1962 Afrodite, 2001, olio su tela di copertura di vagoni ferroviari cm. 80x60, firma e titolo al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

14.000 16.000

8.000

202

06 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA O

MARIO SCHIFANO Homs (Libia) 1934 - Roma 26/01/1998 Senza titolo, 1979/80, smalto su tela cm. 155x74, firma in basso, opera registrata presso l’Archivio della Fondazione Mario Schifano al numero.

18.000 20.000

12.000

216

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

PIERO GILARDI Torino 03/08/1942 Buganville a caduta, 2001,poliuretano espanso cm. 50x50, firma, titolo e anno al retro, entro teca in plexiglass.

6.000 7.000

4.200

44

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA E

TANCREDI Feltre (BL) 25/09/1927 - Roma 27/09/1964 Immagine, 1953, olio su compensato cm. 70x95, firma in basso, etichetta della Galleria Annunciata (MI) al retro.

27.000 30.000

30.000

49

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M

TURI SIMETI Alcamo 05/08/1929 Quattro ovali bianchi, 1997, tela estroflessa cm 100x100x6, firma ed anno al retro, opera registrata presso l’Archivio Turi Simeti.

27.000 30.000

34.000

209

806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA F

XAVIER BUENO Vera De Bidasoa (Spagna) 1915 - Fiesole (FI) 17/07/1979 Bambine, olio su tela cm. 50x70, firma in basso a sinistra, numero archivio e dichiarazione d’autenticità del figlio Raffaele su foto.

14.000 16.000

8.000

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806 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

PIERO DORAZIO Roma 28/06/1927 - Todi 17/05/2005 Teoria, 1979, olio su tela cm. 26x52, titolo, firma, anno e timbro dell’artista al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.

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PINO PINELLI Catania 01/10/1938 Pittura B, 2005, pittura su 3 elementi totale cm. 30x73, firma, titolo, anno, tecnica al retro dell’elemento di sinistra, entro teca in plexiglass.

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VICTOR VASARELY Pecs 1906 - Parigi 15/03/1997 Bukk, 1954, due collage su cartoncino cm. 45x28 cadauno, montati su tavola cm.82x76, entrambi firmati in basso a sinistra.

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La fotografia di Robert Doisneau Una nuova occasione per ammirarlo a Monza

Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.

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on poteva certo mancare una mostra dedicata al grande fotografo Robert Doisneau nel panorama delle mostre primaverili in Italia. A cura dell’Atelier Robert Doisneau, grazie a

Robert Doisneau La diagonale dei gradini, Parigi 1953 © Atelier Robert Doisneau

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Robert Doisneau

Fratelli Alinari – Fondazione per la Storia della Fotografia e ViDi, con la collaborazione del Comune di Monza e la consulenza scientifica di Piero Pozzi (fotografo e docente di Fotografia presso il Politecnico di Milano – Facoltà del Design), ecco che si


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Robert Doisneau Autoritratto con Rolleiflex, 1947 Š Atelier Robert Doisneau

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presenta al grande pubblico la mostra “Robert Doisneau. Le merveilleux quotidien”. In esposizione ottanta fotografie, dalla prima scattata nel 1929 (quand’era un giovanissimo di diciassette anni) al 1973, periodo in cui i protagonisti dei suoi scatti erano personaggi e luoghi delle banlieue parigine. Le opere in mostra sono solo una piccolissima parte delle 450mila realizzate dal famoso fotografo parigino; ben cinquanta di queste sono state stampate direttamente dall’autore, ed ora esposte in Italia per la prima volta. Aperta al pubblico dal 19 marzo scorso, la mostra è visitabile sino al 3 luglio nello splendido Arengario a Monza, antico Palazzo Comunale del XII secolo, restaurato negli anni ‘60 per renderlo anche un perfetto spazio espositivo. Il percorso espositivo ci accompagna non solo a scoprire l’opera del Maestro, ma anche a comprendere l’uomo Doisneau, l’animo di chi dovrà attendere molto per poter fare della passione un lavoro. Robert Doisneau apprende a 15 anni il

Robert Doisneau L’informazione scolastica, Parigi 1956 © Atelier Robert Doisneau

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mestiere di stampatore di litografie e diventa poi disegnatore di etichette farmaceutiche. Dopo l’esperienza con l’agenzia di pubblicità degli stabilimenti Renault diventa finalmente fotografo indipendente. La guerra esplode proprio allora frenando brutalmente i suoi progetti, ma nell’euforia degli anni del dopoguerra accumula le immagini che determineranno il suo successo, aggirandosi ostinatamente “là dove non c’è niente da vedere”. Con il suo spirito curioso è riuscito a mostrare il mondo che vedeva e che viveva attorno a lui, come un vero e proprio narratore della realtà. Le sue fotografie raccontano una Parigi in fermento fatta di attimi ordinari, di gesti della vita compiuti con semplicità e autenticità, di personaggi accomunati da un’anima generosa. I suoi scatti sono dominati da una forte carica emotiva, da un atteggiamento di tenero e benevolo divertimento nei confronti della sua epoca che non deve tuttavia fuorviare dal cogliere la profondità della riflessione, l’autentica


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insolenza nei confronti del potere e dell’autorità e l’irriducibile spirito di indipendenza. Durante la visita alla mostra il visitatore è accompagnato dalle parole del grande fotografo, attraverso testi originali e video che creano l’atmosfera per lasciarsi travolgere dalle immagini di vita di un tempo. Da ammirare anche la Rolleiflex Standard Alt, macchina fotografica usata da Doisneau, proveniente dalle Raccolte Museali Fratelli Alinari di Firenze. Un grande omaggio ad uno dei fotografi più importanti del Novecento, da ammirare lasciandosi coinvolgere nelle sue narrazioni fotografiche. Rebecca Maniti

ROBERT DOISNEAU Le merveilleux quotidien Photographies© Atelier Robert Doisneau 19 marzo 2016 - 03 luglio 2016 Arengario di Monza, Monza INFO T. +39 02 36638600

www.arengariomonzafoto.com Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-13.00 / 14.00-19.00 Giovedì 10.00-13.00 / 14.00-22.30 Sabato e domenica 10.00-20.00 Chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.arengariomonzafoto.com

Robert Doisneau Il Bacio dell’Hotel de Ville, 1950 © Atelier Robert Doisneau

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Herb Ritts “Equilibrio” al Palazzo della Ragione Fotografia

Herb conosceva la luce naturale meglio di chiunque altro. Gli piaceva. La capiva. Era una sua creatura. Credo che con la luce naturale, e forse con una superficie riflettente, lavorasse al meglio. Mi ricordava il grande direttore della fotografia Néstor Almendros: puro, istintivo. Le sue immagini erano calde e belle perché era così che vedeva; così era lui.

Richard Gere

Stephanie, Cindy, Christy, Tatjana, Naomi, Hollywood 1989 © Herb Ritts Foundation

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uello che ci ha lasciato Herb Ritts non riguarda soltanto la fotografia strettamente intesa, ma investe qualcosa di più ampio e intangibile. I suoi scatti hanno saputo cogliere lo spirito di un’epoca, quella scintillante ed eccessiva del

jet-set hollywoodiano e dell’alta moda degli ultimi due decenni del ventesimo secolo. La visceralità del suo talento e la capacità innata di vedere qualcosa in più rispetto al già esistente, gli hanno garantito un posto di primo rilievo nell’ambito della fotografia internazionale. “In equilibrio” è il titolo accattivante

Madonna (Profilo True Blue), Hollywood 1986 © Herb Ritts Foundation

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della mostra ospitata a Palazzo della Ragione Fotografia di Milano, che si riconferma così centro d’eccellenza per la divulgazione della cultura dell’immagine. Più di cento stampe originali diret-

tamente dalla Herb Ritts Foundation di Los Angeles, sua città natale, saranno ammirabili fino al 5 giugno in un percorso curato da Alessandra Mauro ed organizzato in tre distinte sezioni. La prima è dedicata

Waterfall IV, Hollywood 1988 © Herb Ritts Foundation

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ai ritratti, sicuramente il genere in cui Ritts si è più contraddistinto: i volti di Madonna, Michael Jasckson, Cindy Crawford, Uma Thurman (impossibile elencarli tutti), hanno occupato le copertine delle più note riviste di moda e non (Vogue, Esquire, Cosmopolitan, Vanity Fair, Rolling Stone e molte altre) contribuendo a creare il mito iconico delle celebrità che sono passate davanti al suo obiettivo. Richard Gere, amico di gioventù e compagno in un viaggio in macchina per il deserto di San Bernardino, è stato il primo ad essere fotografato da Ritts, nel 1978: quegli scatti, tanto casuali quanto autentici e d’impatto, furono usati per le locandine del film “American gigolò”. La seconda sezione, “Corpi in movimento”, offre alla visione del pubblico incantevoli nudi femminili e maschili, esaltati da sfondi neutri oppure perfettamente integrati in scenari naturali. Il suo interesse per la storia dell’arte e la scultura antica, che aveva studiato durante gli anni dell’adolescenza, emerge chiaramente nelle pose dei suoi modelli che ricalcano la proporzionata armonia della statuaria classica. L’ultima parte dell’allestimento, curato dal prestigioso studio “Migliore+Servetto Architects”, propone una selezione di fotografie dal suo viaggio in Africa del 1994, continente che visitò numerose volte, entrando in contatto con gli abitanti Masai immortalati nei suoi scatti. Anche in questo caso, l’elemento emozionale e quello tecnico si mescolano in maniera squisitamente bilanciata, reHERB RITTS In equilibrio 20 febbraio 2016 - 5 giugno 2016 Palazzo della Ragione Fotografia, Milano INFO T. +39 0243353535 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-20.30 giovedì e sabato 9.30-22.30 Chiuso il lunedì

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzodellaragionefotografia.it

stituendo quel gioco di chiaroscuri, bianchi e neri, pieni e vuoti, che sono la cifra stilistica di tutte le sue composizioni. Ritts privilegiava fotografare all’aperto con luce naturale, sfruttava specialmente le ore del mezzogiorno perché gli garantivano quella luce azimutale perfetta per illuminare i soggetti, senza dover ricorrere ad artifici. Nella sua fortunata seppur breve carriera (Herb Ritts muore a soli 50 anni, nel 2002, a causa di complicazioni legate al virus dell’HIV) questo grande fotografo ha dettato, forse inconsapevolmente, i canoni estetici che ancora oggi imperano nel mondo del glamour e della pubblicità.

“Voglio che queste foto reggano ancora fra cinquant’anni”, aveva dichiarato in una

intervista realizzata per il Collectors Photography nel 1987: certamente è riuscito nell’intento. Federica Senigagliesi English info

HERB RITTS - In equilibrio

Palazzo della Ragione Fotografia - Milano February 20, 2016 - June 5, 2016 Palazzo della Ragione Fotografia in Milan has already offered to its visitors monographic exhibitions dedicated to the great interpreters of international photography such as Sebastião Salgado, Walter Bonatti, Edward Burtynsky. Then, the challenging project Italia Inside Out revealed the image of Italy through over 500 shots of the greatest authors of the twentieth century. This was the largest exhibition ever dedicated to Italian photography and was organized in two different moments over the months of Expo that. Now Palazzo della Ragione Fotografia carries on its program. From February, 20th to June, 5th 2016, the Milan home of photography hosts and celebrates the art and style of Herb Ritts (1952-2002), one of the most famous and appreciated American photographer, whose works helped to build the world’s collective imagination heritage for decades. The exhibition named In equilibrio, by Alessandra Mauro, is promoted and produced by the City of Milan - Culture, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto and GAmm Giunti in co-operation with the Herb Ritts Foundation of Los Angeles, with the patronage of the General consulate of the United States in Milan. The set up is realized by Migliore + Servetto Architects. The exhibition offers more than 100 original photographs (since his death no new editions of his pictures have been released), from the most famous tounpublished ones, as well as spectacular enlargements and video installations. All images come from the Herb Ritts Foundation in Los Angeles and were specifically selected for this event, the first major retrospective of the artist presented in Milan.

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Erik el Belga, espone a Marbella Il famoso copista con la sua Gioconda e altre opere

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rik el Belga, riconosciuto artista, espone a Marbella nella nuova Excellence Art Gallery. L’artista, René Alphonse van den Berghe (meglio noto come Erik el Belga), classe 1940, considerato tra i più grandi copisti, giunge alla mostra “La Pintura a través de los siglos” dopo innumerevoli esposizioni in campo internazionale. Tra le opere che saranno esposte a Marbella, la Gioconda di Leonardo da Vinci e la Canestra di frutta del Caravaggio, che mostreranno al pubblico le elevate capacita di questo pittore. La figura di Erik El Belga è legata anche alle innumerevoli opere d’arte sacra che furono sottratte trafugate da chiese, musei su tutto il territorio Spagnolo e in Europa, tanto da definirlo il ladro d’arte piu ricercato dalla giustizia. Oggi l’artista pagato il debito con giustizia rappresenta una collaborazione importante per la stessa e per il ritrovamento di opere scomparse grazie anche alle sue notevoli conoscenze nel campo. Attualmente Erik El Belga vive una seconda fase della sua produzione artistica, dove condensa e cattura lo spirito dei suoi maestri impressionisti reinterpretandoli con il suo proprio stile, con una pennellata romantica, classica. per un lato, e per un altro ad una pittura piu rinascimentista. s l

Erik el Belga con il Sindaco di Marbella e i galleristi Giuseppe Carnevale e Massimo Cedrini.

“PICASSO & CONTEMPORANEOS “ con EXCELLENCE ART GALLERY A Marbella, famosa città turistica spagnola, sotto la direzione di Massimo Cedrini e di Giuseppe Carnevale presso Excellence Art Gallery in mostra le opere originali di Pablo Picasso nella rassegna intitolata “ Picasso & Contemporaneos“. Insieme al grande Maestro le opere di Yul Hanchas, Jose Higuera, Daniele dell’Uomo, Enzo Archetti, Cristobal Perez Garcia. Tra le opere un prestigioso piatto in ceramica risalente all’epoca giovanile di Picasso, datato intorno ai primi del 900 quando l’artista in cerca di una propria identità si firmava “Ruiz”, una stupenda scultura in bronzo di Pierre Auguste Renoir ed un pezzo unico sempre in bronzo di Auguste Rodin. Tra gli obbiettivi di Excellence Art Gallery, quello di promuovere artisti, attraverso uno spirito dinamico e aperto alle differenti espressioni, creando una coesione artistica e di dialogo tra le quali ci sarà anche spazio per l’editoria. La galleria Excellence Art Gallery invita art curator, art promoter, gallerie stesse a mettersi in contatto per allacciare collaborazioni tra Spagna e Italia.

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