Biancoscuro Art Magazine #19

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 19 - dicembre ‘16 - gennaio ‘17 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

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Ai Weiwei. Libero Il genio creativo al servizio della libertà vola a Firenze Pop Society a Palazzo Ducale Andy Warhol alle soglie della contemporaneità L’Oro di Venissa Omaggio a Gianmaria Potenza Lorenzo Piemonti “Opere Madì” A Milano una restrospettiva sul Materialismo Dialettico” WALLS of WIR Quando la Street Art diventa campagna virale Il Trenino Rosso del Bernina Il treno che si arrampica e prende quota

Paolo Cutrano

il vincitore del Biancoscuro Art Contest nella sezione pittura


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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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ART Monaco Quando l'Arte incontra il glamour

L’Editoriale di Vincenzo Chetta Ai Weiwei. Libero Il genio creativo al servizio della libertà vola a Firenze

ART Innsbruck L’edizione natalizia di ART Innsbruck

In copertina:

Paolo Cutrano. Intervista al vincitore del BIANCOSCURO Art Contest 2016. Il servizio a pag. 26

ArtParma Fair I Nabis, Gauguin e la pittura edizione autunnale con un grande italiana d’Avanguardia. Spiritualismo e evento collaterale dei Fu*turisti Primitivismo a Palazzo Roverella Pop Society a Palazzo Ducale. Andy Warhol alle soglie della contemporaneità Rubens e la nascita del Barocco. Palazzo Reale nell’abbraccio sensuale tra Rubens e l’Italia

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L’Impressionismo di Zandomeneghi . L’intera carriera in un percorso affascinante

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Il Trenino Rosso del Bernina. Il treno che si arrampica e prende quota L’Oro di Venissa Omaggio a Gianmaria Potenza.

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Lorenzo Piemonti “Opere Madì”. Alla Galleria Schubert

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Arte Forlì Contemporanea Un successo che dura da 20 edizioni

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Montreux ART Gallery Dayanita Singh al MAST 2016. Migliaia di visitatori per la grande La fotografia documentaristica e Fiera d'Arte svizzera poetica dei “Museum”

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La strada di Vivian Maier Le sue fotografie esposte a Monza 092

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Over The Cover Manss Aval, il vincitore del Biancoscuro Art Contest nella sezione fotografia. Il servizio a pag.96

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WALLS of WIR. Quando la Street art diventa campagna virale 018

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e

19 ISSUE december 2016 / january 2017

Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

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L’Arte controversa di dare colore al passato. ... i limiti dell’Arte.

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Margareth Karapetian d’Errico Tecnica e sensibilità si fondono nella sua Arte

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Il lungo percorso verso il Metaformismo del Maestro Mario Salvo

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Adele Arati. I suoi primi 25 anni di ricerca

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Flora. L’Artista francese, protagonista a Art Monaco

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Yaneva. Alchimista del colore

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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

Kvision Cult. La “British invasion” Art Verona. Art Project Fair ArtePadova. 22 mila visitatori per la 27ª edizione Art Zurich. 18 anni di vendite ad alto livello Back to College. Rassegna d’arte al Valla di Pavia Isabella Rigamonti “Spaces”. Fino a gennaio 2017 in mostra gli unici collage fotografici

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila

Aldo Righetti. Evoluzione nel minimalismo Lucilla Labianca. La sua ricerca oltre il tradizionale Henda Khelifi. Penna e pennello i suoi strumenti Muryan. L’Arte antropomorfa: quando fauna e umanità si fondono Antonietta Vaia. Oltre la materia, uno sguardo in cerca del vero Roberta Bizzarri. L’Artista creatrice di tecniche uniche Tina Lupo Sami Gjuka

COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, David Gubler - Kabelleger, Hansueli Krapf, Luca Laversa, Liberementi, Ikiwaner, Simone Marello, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE)

Umberto Salmeri Pupi Perati Mar-Mau

SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag

Vito Spada Elvira Salonia / Anna Copioni Veronika Ban Massimo Lomi Studio / Sonia Viccaro Enzo Marotta / Valeria Piccari Antonella Scaglione / Gabriella Trimoska 064

BIANCOSCURO Art Magazine

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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 19 dicembre 2016 / gennaio 2017 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, David Gubler - Kabelleger, Hansueli Krapf, Luca Laversa, Liberementi, Ikiwaner, Simone Marello, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2016. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.


Real Art

Sullo sfondo FLYCAT Lettere, celarsi tra i petali di un fiore

#2

Una grande mostra al MUSEO F. BODINI - GEMONIO presenterà le opere degli artisti. 10 dicembre 2016 - 8 gennaio 2017.

Rssegn

Real Art # 1- 2015

REAL ART #2 sarà inoltre presente nelle più importanti fiere d’arte Italiane ed estere nello stand della Rivista d’Arte BIANCOSCURO

• MUSEO CIVICO FLORIANO BODINI Vi Mrsl, 11 - Gemonio (VA)

Presentzione Real Art Sbto 28-11-15 ore 10.30 Esposizione degli rtisti invitti dl 28-11 l 08-12 2015

Franco Crugnola (promotore del progetto) e Isabella Rigamonti durante la presentazione Pizz Libertà, 1 - Vrese del numero 2 di REAL ART

• VILLA VILLA RECALCATI Sl Ambrosoli Presentzione

Real Art

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE: Domenic 06-12-15 ore 10.00 L'edizione del volume #2, limitata 18.11.2016 ore 18.00 museo MA*GA - GALLARATE presentazione a 130 copie, presenta i lavori di: • MAGA Fondzione one Glleri Modern e Fondzi 19.11.2016 ore 18.00 galleria CART 70-10 via Sirtori 7 a Monza Antoniod'Arte Bandirali, Fabio De Contemporne 'Silvio Znell Vi De Mgri, 1 Vivo, - Gllrte presentazione durante il vernissage della mostra di Isabella Rigamonti. Flycat, Vittore Frattini, Ralph Hall, Ruggero Maggi, 04.12.2016 ore 17.00 MUSEO PARISIVALLE a Maccagno Presentzione Real Art Enrico Silvio Monti, Domenic 13-12-15 oreManera, 15.30 11.12.2016 vernissage della mostra al MUSEO FLORIANO BODINI Patrick Moya, Antonio Pedretti, • MEETING ART GEMONIO degli artisti presenti nel volume, con presentazione. Corso Add, 11 –Peter Vercelli Hide 311065, Antonio REAL ART #2 sarà in vendita in Showcases gallery di via San Martino Pizzolante, Isabella Rigamonti, Trovi Real Art 11 a Varese, alla Meeting Art di Vercelli e nelle migliori librerie dl 15-11-2015Alessandro l 30-01-2016 Traina. FRANCO CRUGNOLA STUDIO DI ARCHITETTURA

Si ringraziano: • FRANCO CRUGNOLA STUDIO DI ARCHITETTURA

Sn Mrtino dell Bttgli, 11 - Vrese ------------ PORTFOLIO D’ARTE IN FORMA DI RIVISTA INDIPENDENTE Vi A CADENZA ANNUALE A SCOPO BENEFICO -----------

Trovi Real Art dl 15-11-2015 l 28-02-2016


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PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 © Courtesy Art Basel

Premier line-up of galleries at

Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.

With Statements being located December 1-4, 2016 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/Miami-Beach

for the Magazines sector and th

© Courtesy Art Basel

© Courtesy Art Basel

While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 23-25, 2017 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/Hong-Kong

The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into


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l’Editoriale di Vincenzo Chetta

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L’ultima uscita del 2016 di BIANCOSCURO: un altro anno è già passato, è tempo di bilanci. Qualcuno sta per tirare le somme, qualcuno sta già preparandosi per il 2017, noi di BIANCOSCURO stiamo facendo entrambe le cose, per ricordare il passato e guardare al futuro con fiducia. Fiducia nelle nostre capacità, fiducia nei nostri servizi e prodotti, ma soprattutto nelle persone che collaborano con noi (dalle segretarie ai grafici, dai fotografi ai giornalisti, dai critici agli scouter, ecc.). Nel nuovo anno vorrei incontrare più positività e meno arroganza, vorrei conoscere meno furbastri dell’ultimo minuto e più imprenditori seri, vorrei che le persone che si avvicinano all’Arte sappiano essere professionali e sappiano riconoscere la professionalità. E poi soprattutto, vorrei non ricevere mai più "curriculum vitae cantati" (non sto scherzando…). Se state ancora cercando un buon dono per una persona cara, vi ricordo che è possibile regalare l’abbonamento a BIANCOSCURO, vi farà ricordare per un anno intero! Buone feste, buon 2017 e, soprattutto, buona lettura.

Vincenzo Chetta

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Ai Weiwei. Libero Il genio creativo al servizio della libertà vola a Firenze “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come a chi per lei vita rifiuta.” Dante Alighieri, Firenze, 1300.

“La stupidità può vincere una battaglia, non la guerra: la natura umana è ricerca della libertà. Chi governa può ritardare la libertà, ma non fermarla.” Ai Wewei, Cina, Oggi.

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ecoli diversi, Stati diversi, società diverse, eppure questi due personaggi, l’uno italiano, l’altro cinese, hanno qualcosa di molto più intrinseco che li accomuna: l’arte, che, quando viene utilizzata per difendere il genere umano, dona lo stesso potere della Creazione, raggiungendo anche le orecchie di chi non vuol sentire, con un’invettiva o una lode densa di bellezza divina, mai stanca di mostrarsi nella sua forza comunicativa. L’impegno politico, l’attivismo che lo rende artista dissidente, il suo coraggio che mai si arrende, la sua invettiva contro i soprusi del governo cinese, la difesa per i diritti fondamentali della persona, la richiesta a gran voce, anche sotto tortura, della libertà come diritto inscindibile dall’essere persona, il ritorno alla vita come centro della società e non come sussidio utilitaristico per il benessere economico di pochi, il suo ballo ironico e provocatorio con le manette ai polsi e quel dito medio alzato, simbolo inequi-

FACCIATA_Reframe (Nuova cornice) PVC, policarbonato, gomma, anno 2016, 650x325x 75 cm. ciascuno Courtesy of Ai Weiwei Studio

Vases Dropping a Han Dynasty Urn (Distruzione di un’urna della dinastia Han) mattoncini LEGO, anno 2016, 191,9x153,5x3 cm. ciascuno. Courtesy of Ai Courtesy of Ai Weiwei Studio. Si ringraziano gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

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Shangai He Xie - porcellana, anno 2011, dimensioni variabili. Courtesy of Ai Weiwei Studio

New York New York 1983-1993 (Fotografie di New York 19831993) anni 1983-1993, selezione di 17 stampe, 70x70 cm. ciascuna. Courtesy of Ai Weiwei Studio

vocabile di una lotta che non può essere persa quando si ha l’arte come alleata: questo è Ai Wewei, artista poliedrico che non appena gli è stato rilasciato il passaporto, dal governo cinese che lo imprigiona, perché voce scomoda, vola di nuovo nel mondo con la sua arte a servizio della libertà, scegliendo la bella Florentia di Dante. La città madre del Rinascimento e dell’Umanesimo, in cui politica e arte erano un tutt’uno a servizio dell’umanità, si mischia con la sua essenza di uomo, artista, messaggero di una nuova società in cui l’uomo è il centro, in cui la libertà è sacra ed intoccabile. Firenze lo accoglie e si fa toccare dal suo genio creativo in una mostra intitolata Ai Weiwei. Libero. Dal 23 settembre scorso fino al 22 gennaio, Palazzo Strozzi e il Mercato Centrale saranno, non il luogo, ma il nuovo capolavoro dell’artista: la facciata, il cortile, il piano nobile, la Strozzina, diventano la tabula su cui Ai Wewei rilascia liberamente il suo straordinario genio cre-

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ativo: attraverso installazioni monumentali, sculture, oggetti, foto e video dal forte impatto emotivo, l’artista crea un unico corpus che racconta la sua anima e la sua carriera artistica. Ventidue enormi gommoni di salvataggio sono ancorati alle finestre del Palazzo, per ricordare ogni profugo che raggiunge l’Europa per mare; al centro del cortile si impone “Refraction”, un’enorme ala metallica di cinque tonnellate, simbolo della libertà oppressa e negata. Le sale interne del palazzo, raccontano la biografia dell’artista: dalle opere giovanili ispirate a Warhol e a Duchamp, a quelle più recenti, da cui traspare il suo impegno dato dalla convinzione che arte e politica sono un binomio inscindibile, come nei ritratti di dissidenti politici in Lego e le opere per la Cina. Icona della lotta per la libertà d’espressione, Ai Wewei invade anche il Mercato Centrale, reinterpretando Firenze, opera d’arte plurisecolare in chiave moderna: la bellezza antica delle voci rinascimentali e umaniste, si mischia con quelle dell’arte di Ai Wewei, in unico coro angelico che getta lo sguardo di chi le opprime, a subire il contrappasso, nel più buio anfratto dello inferno di Dante. Mario Gambatesa

Ai Weiwei. Libero 23 September 2016 to 22 January 2017

This autumn Palazzo Strozzi in Florence will present Italy’s first major retrospective dedicated to one of the world’s most celebrated and influential contemporary artists: Ai Weiwei. Libero. A dissident artist with a leading voice, Ai Weiwei is known world-wide as much for his challenging contemporary art practice as for his political activism. Ai Weiwei will be the first artist to exhibit across the entirety of the Palazzo Strozzi spaces, presenting a series of new and major works from the façade of the building and the courtyard to the piano nobileand the Strozzina gallery. Mirroring the artist’s relationship between tradition and modernity, key works will be hung in response to the architecture of the Palazzo Strozzi, a 15th century palace built as a political statement, and is considered to embody the history of the city of Florence. This major exhibition will include key monumental installations, sculptures and objects, as well as videos and photography series produced throughout his career. These range from his years living in New York 1980s and ’90s when he discovered his ‘masters’ Andy Warhol and Marcel Duchamp, to the large iconic assemblages works from the early 2000s consisting of objects such as bicycles and stools, to his recent controversial and engaged works such as portraits of political dissidents built with LEGO bricks, and his projects on migration in the Mediterranean region. Over the past twenty years, Ai Weiwei has become a leading voice on the international art scene and China’s most famous living artist. Known for his political activism and meticulous artistic research, Ai Weiwei has also become a symbol of resistance against censorship. The show will offer the opportunity to explore Ai Weiwei’s creative genius but also to understand his personal narrative, offering critical insight to Ai Weiwei’s ambiguous relations with his native China. Ai Weiwei denounces the inconsistencies and gaps between the individual and the community in today’s world and has a profound sense of belonging, as illustrated by his use of traditional materials and techniques. Equally, a strong sense of rebellion informs his interpretations of traditional Chinese images and metaphors.

Mythologies Feiyu - bambù e seta, anno 2015, 60x320x200 cm. Courtesy l’artista e Galleria Continua, San Gimignano/Beijing/Les Moulins/Habana

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AI WEIWEI. LIBERO 23 settembre 2016 - 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi, Firenze INFO

T. +39.055 2645155 Tutti i giorni 10.00-20.00 giovedĂŹ 10.00-23.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzostrozzi.org

In alto a destra: Vases Han Dynasty Vases with Auto Paint (Vasi della dinastia Han con vernice per carrozzeria), vasi della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) e vernice per carrozzeria, anno 2014. Courtesy of Ai Weiwei Studio. A destra: CORTILE_Refraction (Rifrazione), cucine solari, bollitori, acciaio, anno 2014, 222,5x1256,5x510,6 cm. Courtesy of Ai Weiwei Studio

WOOD_Grapes (Grappolo), 34 sgabelli della dinastia Qing (1644-1911), anno 2013, 170x208x184 cm. Courtesy of Ai Weiwei Studio

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I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’Avanguardia Spiritualismo e Primitivismo a Palazzo Roverella

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Cagnaccio di San Pietro-Donna allo specchio 1927, Verona, Fondazione Domus

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egli spazi rinnovati di Palazzo Roverella, Rovigo ospita, dal 17 settembre al 14 gennaio, una grande avventura artistica. Con un centinaio di opere, alcune molto note, altre ancora da scoprire, Giandomenico Romanelli, curatore dell’esposizione, ha realizzato, affiancato da un Comitato scientifico ricco di specialisti italiani e francesi, un evento unico e coinvolgente, un’esposizione che permette di capire una situazione straordinaria, creatasi a fine ‘800 e da cui scaturisce un germe capace di influenzare profondamente tutta la storia della pittura occidentale a seguire. La mostra “I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia” racconta una straordinaria vicenda d’arte: grandi pittori di fine ‘800 e primi del ‘900, tra cui Emile Bernard, Cuno Amiet, Charles Cottet, Paul Gauguin, Felix Vallotton, Paul Sérusier, Gino Rossi, Oscar Ghiglia, Cagnaccio di San Pietro danno vita ad un viaggio iconografico tra cromie e sentimenti, un percorso di colori e di emozioni, fitto


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Daniel de Monfreid- Portrait d’Amédée Calmel, 1893, olio su tavola, Quimper

di storie che sono diventate leggende, anticipatore di tendenze e di mode. L’evento espositivo documenta, con ricchezza di materiali pittorici e grafici, la nascita della figura moderna e la straordinaria avventura tra la scuola di Pont-Aven e il movimento dei Nabis attorno alla figura carismatica di Paul Gauguin, prima della sua definitiva partenza per Tahiti e le isole Marchesi. A Pont Aven, sulla costa della Bretagna, Paul Gauguin giunge nel febbraio del 1888. Vi è già stato, per un breve soggiorno, due estati prima. Il sodalizio con Van Gogh nel frattempo è finito: l’olandese ha scelto il sud della Francia, lui la Bretagna. Qui si è andato formando un eden primitivo e quasi incontaminato, popolato da una comunità internazionale di

giovani artisti che traggono ispirazione dal paesaggio e dalle loro comuni esperienze e riflessioni. Alla loro ricerca sottendono forti tensioni intellettuali; molti cercano la semplicità, nella vita così come nell’arte. Una semplicità fortemente creativa, tesa all’essenziale: si rivelano profeti di un “nuovo” che attinge ad una sorta di “primigenio”, all’essenza. Pur sempre in una visione assolutamente soggettiva della realtà e della natura, essi cercano, concentrando la loro ricerca a valorizzare gli elementi bidimensionali e decorativi della visione artistica, di coglierne i significati simbolici nascosti. Il linguaggio espressivo e antinaturalistico del gruppo entra anche in contatto con le poetiche del primitivismo e dell’esotismo assai preponderanti nell’Europa di fine Ottocento. Con i Nabis, che in ebraico si-

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gnifica “profeti”, si impone una stagione straordinaria: essa segna davvero la nascita dell’arte moderna. Liberi dal naturalismo e dalla “imitazione” della realtà, i Nabis creano un linguaggio pittorico nuovo: colori intensi, profili marcati, rinuncia al dettaglio, esplosione di emozioni violente. Domina una pittura sintetica ed elementare, frutto di una semplificazione fino all’essenziale. Da questa visione uscirà l’esperienza dei Fauves e via via sino all’Art Nouveau, all’Espressionismo e all’astrazione. Quest’esperienza rivoluzionaria, che si nutre di colori vivaci, figurazioni bidimensionali e elementari riferimenti simbolici, determina ricadute anche in Italia; se ne possono scorgere segni evidenti nella frequentazione che giovani artisti italiani hanno dalla Bretagna e di quel mondo, con particolare rife-

Oscar Ghiglia La camicia bianca o Donna che si pettina, 1909 olio su tela, Viareggio, Istituto Matteucci

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rimento al gruppo di pittori riuniti attorno alla Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro e al suo direttore, Nino Barbantini. Questo cenacolo di Artisti individua nell’isola di Burano, una sorta di Pont-Aven lagunare, con gli stessi volti, gli stessi austeri segni del lavoro e della fatica, della religiosità primitiva e della pietà popolare senza tempo conosciuti nei porti bretoni; è proprio sul versante nazionale che si concentra la seconda parte di questa rassegna. La “stagione bretone” dell’arte italiana tra gli anni ‘80 dell’Ottocento e i primi decenni del secolo si incontra in diversi artisti, o meglio in precise fasi della loro produzione. Sono pittori che in molti casi hanno vissuto a Parigi e che nella capitale francese, o comunque oltralpe, hanno acquisito caratteri e cadenze linguistiche di inequivocabile qualificazione gauguiniana a Pont–Aven. Felice Casorati Bambina che gioca su tappeto rosso 1912, olio su tela, Gand Museum voor Schone Kunsten

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Felix Vallotton - Ritratto di signora con scialle giallo 1909, olio su tela, Aargauer Kunsthaus

La rassegna, infatti, continua con Gino Rossi e la sua Burano. Gauguin e Rossi, due storie lontane eppure vicine: il primo conquistato, catturato e sedotto dai paradisi tahitiani, il secondo scivolato in un fulminante itinerario sin dentro i gironi d’inferno di un manicomio di provincia. Eppure capaci, entrambi, di una pittura dove la semplicità è purezza primigenia e insieme traduzione di un pensiero filosofico lucido e tragicamente fragile. L’ultima parte della rassegna è un grande capitolo dedicato agli eredi di questo universo artistico: il Sintetismo. Calato nella nuova sensibilità borghese e moderna grazie a protagonisti come Paul Sérusier, Émile Bernard, Paul Elie Ranson, Maurice Denis e gli svizzeri Cuno Amiet e Felix Vallotton, vive una stagione stra-


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I NABIS, GAUGUIN e la pittura italiana d’Avanguardia 17 settembre 2016 – 14 gennaio 2017 Palazzo Roverella, Rovigo INFO T. +39 O425 460093 T. +39 346 0701983 info@palazzoroverella.com feriali 9,00-19,00 sabato e festivi 9,00-20,00 Chiuso i lunedì non festivi Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzoroverella.com

Sopra: Maurice Denis - Mattino di Pasqua 1892, olio su tela Collezione privata A destra: Paul Gauguin - Bretagna 1889, acquerello su carta, Manchester The Whitworth, The University of Manchester

ordinaria anche in Italia con artisti del calibro di Felice Casorati, Oscar Ghiglia, Cagnaccio di SanPietro, Mario Cavaglieri. L’iniziativa è promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi; il catalogo della mostra, edito da Marsilio, grazie al contributo del Comitato scientifico che ha seguito allestimento e organizzazione dell’evento, è ricco di approfondimenti tematici e saggi specifici, capaci di valorizzare portata e ricadute del fenomeno artistico che ne è protagonista. Lucia Garnero

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Pop Society a Palazzo Ducale Andy Warhol alle soglie della contemporaneitĂ

Andy Warhol, Warhol in Drag, 1981, Polaroid, 33x35 cm. Collezione privata Eugenio Falcioni Š The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.by SIAE 2016

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enova ospita, negli spazi di Palazzo Ducale allestiti da Luca Beatrice, dal 21 ottobre al 26 febbraio, una grande retrospettiva dedicata al grande artista Andy Warhol, a trent’anni esatti dalla sua scomparsa. Nato a Pittsurgh nel 1928 da immigrati dell’Est europeo, arriva a New York nel 1949 con una disponibilità di denaro molto limitata; qui inizia a disegnare, illustrare magazine, pubblicità, libri, copertine di dischi. In breve tempo, diviene l’artista più cool di New York: straordinariamente controcorrente rispetto alle metodologie tradizionali dell’artista, dialoga con il pubblico e si apre al mondo, rendendosi il più straordinario interprete dei mutamenti sociali del secondo dopoguerra. Con la sua opera, si apre l’epoca dell’arte contemporanea: Warhol si rivela capace di intuire e anticipare i profondi mutamenti di cui la società contemporanea sarebbe stata protagonista. Per la prima volta nel corso della storia, l’opera d’arte, ormai capace di avvalersi di un’ampia gamma di strumenti di riproducibilità tecnica, si relaziona quotidianamente con la società dei massmedia, delle merci e del consumo di massa. Molto più intensamente di altri artisti a lui contemporanei, Warhol, nella Factory, a New York, dà vita ad un centro di straordinaria creazione e sperimentazione artistica: qui si producono, non solo, dipinti e serigrafie, ma si fa anche cinema, musica rock, editoria, si attraversano nuovi linguaggi sperimentali in una costante ricerca d’avanguardia. La mostra, prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, ANDY WARHOL- POP SOCIETY 21 ottobre 2016 – 26 febbraio 2017 Palazzo Ducale, Genova INFO T. +39 010 9868057 www.warholgenova.it lunedì 14.30 – 19.00 martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 9.30 - 19.00 venerdì 9.30 - 22.00

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Andy Warhol, Senza titolo (Mao), 1972, serigrafia su carta 91,44 x 91,44 cm. Collezione Teresa e Michele Bonuomo – Milano, © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.by SIAE 2016

presenta circa 170 opere tra tele, prints, disegni, polaroid, sculture, oggetti, provenienti da collezioni private, musei e fondazioni pubbliche e private italiane e straniere. Il percorso si sviluppa intorno a sei ambiti tematici: le icone, i ritratti, i disegni, il suo rapporto con l’Italia, le polaroid, la comunicazione e la pubblicità. È possibile ammirare alcuni straordinari disegni preparatori che anticipano il Dollaro o il Mao; le celeberrime icone di Marilyn, della Campbell Soup e delle Brillo Boxes; i ritratti di volti noti come Man Ray, Liza Minnelli, Mick Jagger, Joseph Beuys e di alcuni importanti personaggi italiani, Gianni Agnelli, Giorgio Armani e Sandro Chia. Particolarmente estesa è la sezione delle polaroid, in cui vengono esposti 90 pezzi; non a caso, infatti, la macchina fotografica prediletta si è dimostrata lo strumento più utilizzato dall’artista per immortalare celebrities, amici, star e starlett. In tale contesto, i volti celebri di Warhol diventano immediatamente un’icona del luogo e del tempo, rimanendo impresse per sempre in chi le guarda. Luca Beatrice, curatore della mostra, afferma: «Questa esposizione, creata appositamente per Genova e Palazzo Ducale, è anticonvenzionale, glamour e divertente, seguendo così i dettami della Pop Art. A prevalere è il colore argento, il preferito da Andy Warhol» e continua dicendo: “Ancora si discute sulle sue opere, ed è destinato ad essere studiato anche in futuro”. Lucia Garnero

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mairesama4@gmail.com www.artemanufatti.com/annacopponi

Frammenti, omaggio a Michelangelo - olio e sabbia su tela, anno 2007, 80x100 cm.

ANNA COPPONI

Elvira Salonia

Mille papaveri blu acrilico su tela, anno 2015, 60x40 cm.

elvisalonia@gmail.com

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Rubens e la nascita del Barocco Palazzo Reale nell’abbraccio sensuale tra Rubens e l’Italia

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ontinua il sodalizio tra Milano e l’arte, con la mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco”: una dedica significativa, mai vista prima, alla creatività impetuosa di uno dei maggiori maestri fiamminghi e fautori dell’arte europea. Il pennello furioso e carico di inedita sensualità dell’artista, si esibisce attraverso 40 opere provenienti dai più famosi musei internazionali, accostato ad altre, altrettanto magnifiche, di pittori del Cinquecento e del Barocco italiano; proprio da questo confronto scaturisce il fil rouge dell’esposizione: mostrare quel legame tra Rubens e l’Italia, poco conosciuto ma fondamentale sia per l’evoluzione della poetica dell’artista che dell’arte coeva. Da affermato cantore dei disordini politico sociali che avevano reso le sue Fiandre, per metà calviniste e domina-

te da una borghesia mercantile ricca ed austera, per metà cattoliche e dominate dall’aristocrazia filo ispanica, Rubens diventa non solo un artista richiesto dai signori potenti d’Italia, ma anche un cittadino con cariche politiche importanti: quest’ampia libertà di agire, gli consentirà di essere non solo il massimo esponente dell’arte fiamminga, ma anche il fautore di un nuovo modo di concepire l’arte: il Barocco. Sempre alla ricerca di uno stile personale, ma mai negligente di fronte alla ricerca e allo studio dell’antichità e della tradizione artistica, il contatto con maestri come Tintoretto, Tiziano, Veronese, Carracci, Caravaggio e lo studio dell’antichità, rende Rubens anche il Socrate della nuova generazione di artisti italiani, incitandoli a non essere timidi nel manifestare la tensione evolutiva dei loro pennelli già intrisi di un accentuato chiaroscuro,

Pietro Paolo Rubens - La scoperta di Erittonio fanciullo 1615 - 1616, olio su Tela, 243,5x345,5 cm. Vienna, Palazzo Liechtenstein - The Princely Collections

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colori accesi, teatralità e magniloquenza spaziale e gestuale, proprietà del Barocco nascente. Artisti come il Bernini, Pietro da Cortona, Lanfranco e Giordano furono influenzati dal fare di Rubens e le opere in mostra, non sono altro che il manifesto di questo nuovo slancio: la pittura veemente e impetuosa dell’artista nordico, avvolge come una preda anche la sfera religiosa, in cui l’antico e il pagano, riemergono attraverso crapule e soggetti mitologici, reinterpretati in chiave moderna. Complessi di corpi si avvinghiano e contorcono verso l’alto in un movimento tortuoso e vorticoso, si elevano ed esaltano la carne nuda, vista come serbatoio di una moralità nuova, per nulla scandalosa né eretica, ma custode di una sensualità magnetica, un edonismo da sindrome, come nel “Seneca Morente” o nell’ “Adorazione dei Pastori”. L’uomo dal pennello furioso, abbraccia l’Italia come un uomo con la sua donna: è un abbraccio passionale, sensuale e di reciproco dono. La mostra inaugurata lo scorso 26 ottobre, canta proprio questo legame e ciò che da esso è nato, quello stile, il Barocco, che diffuso da Rubens oltre il confine italiano, invaderà tutta le arti europee. Chiunque fino al 26 febbraio 2017, potrà assaporare questo abbraccio e la sua carica sensuale, che sussurra uno dei più celebri aforismi dello stile Barocco: la vida es sueño. Mario Gambatesa

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Pietro Paolo Rubens- Ritratto della figlia Clara Serena 1615 - 1616, olio su tela applicata su tavola , 33x26,3 cm. Vienna, Palazzo Liechtenstein - The Princely Collections In basso a sinistra: Peter Paul Rubens - Ritratto di Gio Carlo Doria a cavallo 1606, olio su tela, 265x188 cm. Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola

PIETRO PAOLO RUBENS e la nascita del Barocco 26 ottobre 2016 - 26 febbraio 2017 Palazzo Reale, Milano INFO

T. 199.15.11.21 dall’estero: +39.02.89096942 Lunedì 14.30 -19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 -19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30

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L’Impressionismo di Zandomeneghi L’intera carriera in un percorso affascinante

T A destra: Federico Zandomeneghi Place du Tertre, 1880, olio su tela, 70x47 cm. Collezione privata In basso: Federico Zandomeneghi Place d’Anvers, 1880, olio su tela, 104x135,5cm. Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

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ra i partecipanti alla “Quarta Esposizione di Pittura Impressionista”, tenutasi nella primavera del 1879 in Avenue de l’Opéra a Parigi, c’è anche Federico Zandomeneghi, unico italiano accanto a Degas, Gauguin, Pisarro e Monet, tra gli altri. Giunto a Parigi nel 1874, a differenza degli altri due pittori italiani che a più riprese vi soggiornarono, De Nittis e Boldini, Zandomeneghi vi rimane in pianta stabile fino al 1917, anno della sua morte. Egli è anche l’unico italiano ad essere formalmente incluso nel gruppo impressionista parigino, come gli riconosce il noto


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critico ed amico Diego Martelli, già sostenitore dei Macchiaioli di Firenze, presso i quali lo stesso Zandomeneghi esordì nel mondo della pittura. In occasione del centenario dalla morte, la Fondazione Bano di Padova, insieme alla Fondazione Antonveneta ed al Comune della città, gli dedica la mostra “L’impressionismo di Zandomeneghi”, in corso fino al prossimo 29 gennaio nella sede di Palazzo Zabarella. Veneziano di nascita, Federico Zandomeneghi è figlio e nipote di due rinomati scultori di impronta canoviana, autori del famoso Monumento a Tiziano per la Basilica dei Frari. La città lagunare è però troppo angusta per le sue ambizioni e per la sua indole ribelle, che lo porta ad arruolarsi tra i Mille di Garibaldi, a partecipare alla Terza Guerra d’Indipendenza e a preferire la pittura alla tradizione scultorea di famiglia. Studia quindi Belle Arti a Venezia e a Milano, si trasferisce poi a Firenze, dove entra in contatto con gli artisti “della macchia” (Fattori, Signorini, Lega, Banti) che saranno determinanti per il suo stile: di questo periodo sono “Palazzo Pretorio” (1865), che già rivela la sua grande abilità nella resa della luce e “Impressioni di Roma” (1872), esempio di pittura realista. Oltre ai paesaggi urbani, Zandomeneghi è autore di numerose scene di interni, dove i piccoli gesti della quotidianità sono colti nella loro dimensione più intima e dove la figura femminile regna incontrastata. La donna è senz’altro il suo soggetto più caro: “Femme qui s’etire”, “Femme se coiffant”, “Madre e figlia”, sono alcune delle tele presenti in mostra, che ritraggono un nuovo concetto di femminino,

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Federico Zandomeneghi - Al Caffè Nouvelle Athènes olio su tela, 90x70 cm. Collezione privata

carico di introspezione psicologica e delicatezza, rese palpabili dall’uso sapiente dei pastelli, accordati tra loro in colori puri e vibranti. Sebbene la sua fortuna in vita ebbe fasi alterne, Zandomeneghi ottenne il meritato riconoscimento grazie al suo indubbio talento e all’incontro col gallerista Durand-Ruel, che divenne suo mercante e che lo fece conoscere oltreoceano, con una personale nel 1909 a New York. In Italia fu all’epoca poco apprezzato e compreso, probabilmente perché i tempi non erano ancora maturi, come lui stesso ammise. Soltanto negli ultimi decenni è stata data giusta luce al suo ruolo all’in-

terno dell’esperienza impressionista e della pittura italiana di fine Ottocento, grazie ad importanti lavori di ricerca, tra cui quelli dei curatori della mostra padovana, Francesca Dini e Fernando Mazzocca. Federica Senigagliesi L’IMPRESSIONISMO DI ZANDOMENEGHI 1 ottobre 2016 - 29 gennaio 2017 Palazzo Zabarella, Padova INFO

T. 049.8753100 info@palazzozabarella.it dal martedì alla domenica 9.30 - 19.00 chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.zabarella.it

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La potenza del gesto di Paolo Cutrano Vincitore del BIANCOSCURO Art Contest 2016

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aolo Cutrano è l’artista che il 24 settembre 2016 al Monte-Carlo Bay, nel Principato di Monaco, ha ricevuto il Premio copertina al BIANCOSCURO Art Contest 2016, un successo inaspettato come lui stesso afferma durante la premiazione vista in diretta streaming da migliaia di fan che seguivano l’evento sulla Pagina Facebook. Abbia-

Paolo Cutrano: Buongiorno Direttore, e grazie per avermi dato questa opportunità... V.C.: Partiamo con ordine, come è nata in te la passione per l’Arte? P.C.: Ho iniziato da giovanissimo per caso. Mi trovavo a riempire i quaderni di scuola, il diario di disegni, di schizzi, di scarabocchi e figure geometriche, ma senza mai pensare che strada stavo percorrendo. Poi ho iniziato per attività didattiche a disegnare con

L’artista vive liberamente senza condizionamenti esterni, in comunione di intenti con se stesso, dando spazio alle proprie emozioni e ai propri sentimenti che, danno forma e carattere alle proprie opere. Sotto, l’artista Paolo Cutrano intervistato dalla RAI durante il vernissage della sua mostra personale “Sfaccettature dell’Anima“ a Cagliari, sua città natale.

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mo rivolto alcune domande al vincitore del concorso. Vincenzo Chetta: Benvenuto a BIANCOSCURO e, soprattutto, ancora complimenti per la tua affermazione!

la china delle nature morte che creavano in me curiosità e interesse. C’è stata una svolta quando ho ricevuto i primi pennelli e colori. Ho iniziato la mia pittura, ispirandomi a delle fotografie raffiguranti persone e paesaggi. Così nasce la mia passione per l’arte. V.C.: Dipingere, creare, è un bisogno intimo o solo un gesto estetico? P.C.: Per me dipingere è un bisogno intimo. Una necessità che viene da dentro, imprevedibile, dove riesco ad esternare le mie emozioni, le mie sensazioni e dare sfogo alla mia creatività. Davanti a una tela bianca mi sento libero: lascio che i colori decidano per me e io li seguo. V.C.: Da chi, o da cosa, trai maggiormente ispirazione? P.C.: Da me stesso e dal mondo che mi cir-


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Qui sopra l’opera vincitrice nella sezione pittura al Biancoscuro Art Contest 2016 Motoretta, smalto e resina su tela, 130×110 cm.

conda, tutto ciò che creo viene da me, dal mio mondo interiore, dalla mia anima. La mia arte non è né pensata e ne ragionata, la mia Arte è quella che si può definire: istintiva. V.C.: Certo, l’istintività è predominante nelle tue tele, e ci piace parecchio, ma ci sono stati, nella tua carriera artistica, momenti di sconforto in cui hai pensato che il sogno di essere riconosciuto come Artista fosse da abbandonare? P.C.: Sinceramente mai, credo molto in quello che faccio anche se ci sono stati dei momenti difficili, ma caratterialmente sono ottimista e caparbio. Paolo Cutrano e il direttore di Biancoscuro Vincenzo Chetta durante la premiazione tenutasi a Monte-Carlo

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Alcune immagini delle opere esposte nella mostra personale “Sfaccettature dell’Anima” svolta nel giugno 2016 nelle storiche sale del Lazzaretto di Cagliari, importante centro culturale della Città.

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Sono abituato a lottare e a superare le sconfitte,che purtroppo alcune arrivano, ma le vivo e sempre le ho vissute,come stimolo per nuove sfide. V.C.: Paolo Cutrano “l’uomo” e Paolo Cutrano “l’Artista”: cosa hanno in comune e in cosa si differenziano? P.C.: L’uomo è un imprenditore e vive la sua vita condizionata, dal contesto dove opera, dove tutto è orientato verso il profitto. Usa le maschere quotidiane per raggiungere i propri obbiettivi in modo razionale e calcolato. L’artista vive liberamente senza condizionamenti esterni, in comunione di intenti con se stesso, dando spazio alle proprie emozioni e ai propri sentimenti che, danno forma e carattere alle proprie opere. In comune hanno: la caparbietà, il gusto del

...un dipinto diventa un opera d’arte nel momento in cui l’artista riesce a trasmette all’osservatore le proprie emozioni...

Gufo smalto e resina su tela anno 2016, 100x100x4 cm. Armonia smalto e resina su tela 120x130 cm.

bello, la creatività, l’ambizione, l’ottimismo e la capacita di superare le difficoltà. V.C.: creatività, ambizione e capacità di superare le difficoltà, le prime due doti sono presenti nel 99% degli artisti, ma la capacità di non arrendersi è una dote oggi rara, complimenti. Il futuro come lo vedi, come ti vedi fra 10 anni? P.C.: In pensione dall’attuale lavoro, con più tempo, più energia e più forza da dedicare alla mia arte, tanti sono ancora i sogni nel cassetto che vorrei realizzare, finalmente potrò dedicare ad essi quel tempo che oggi non ho. V.C.: Il tempo è denaro: secondo te, l’Artista deve essere imprenditore di se stesso o deve semplicemente pensare a “creare arte”, attendendo la notorietà? P.C.: Credo che oggi per un artista “creare solo arte” non sia più sufficiente, è necessario che sia anche imprenditore di se stesso. Deve essere in grado di gestire tutto il suo percorso artistico scegliendo le migliori op-

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portunità che il mercato dell’arte offre, deve curare la propria immagine e, non da poco, la parte economica e finanziaria. Solo così, salvo eccezioni, può sperare di ottenere la giusta notorietà. V.C.: La tua carriera è costellata di riconoscimenti ed esposizioni, quali sono i momenti che ricordi con maggior piacevolezza? P.C.: Ricordo con piacere la mostra al Quirinale, sia per gli artisti con cui mi sono confrontato, sia per la forza e l’energia artistica che ho tratto da questa partecipazione. Ricordo ancora il primo premio vinto alla triennale di Ferrara, inaspettato. Un riconoscimento per me importante soprattutto per il fatto che Ferrara è una Città d’Arte. Sempre a Ferrara ho avuto l’incarico dell’ente Palio per la realizzazione del drappo di San Giorgio per la corsa dei cavalli. Infine, l’inaspettato ed emozionante primo premio del “BIANCOSCURO Art Contest 2016” con la mia opera in copertina nella Rivista “Biancoscuro”: Un sogno che diventa realtà. V.C.: Ne siamo onorati, molto, ma cosa ha significato per te vincere il premio più ambito del BIANCOSCURO Art Contest 2016? P.C.: Il BIANCOSCURO Art Contest mi ha sempre incuriosito e affascinato, sia per il suo contenuto e modo innovativo di far concorrere artisti internazionali (virtualmente senza bisogno di spazi, senza trasferimento di opere, e senza costi per In alto: Il mio percorso smalto e resina su pannello 100x85 cm. A sinistra: Garibaldi smalto e resina su tela 125x145 cm.

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Paolo Cutrano viaggi e soggiorni dando la possibilità a tutti di partecipare), sia per la notorietà dell’evento e degli artisti partecipanti e sia, infine, per il livello altissimo della giuria e dei premi in palio finalizzati a dare visibilità e notorietà ai vincitori e anche ai partecipanti. Pertanto, per me è stata una vittoria inaspettata che mi ha riempito di gioia. È sicuramente per la mia carriera artistica un traguardo molto importante e un coronamento di tanti sacrifici. V.C.: Cosa consiglieresti ad un giovanissimo che sta per intraprendere la strada dell’Arte? P.C.: Considerato che l’arte è un continuo percorso di conoscenza e ricerca, il mio modesto consiglio per un giovane artista, è quello di cercare di liberare se stesso da tutto e da tutti: un dipinto diventa un opera d’arte nel momento in cui l’artista riesce a trasmette all’osservatore le proprie emozioni. E inoltre, consiglio a tutti i giovani artisti di partecipare al concorso BIANCOSCURO Art Contest, per farsi conoscere, apprezzare e confrontarsi con il mondo dell’arte. V.C.: Grazie Paolo per aver risposto con pazienza alle nostre domande, e ancora complimenti per questo ennesimo traguardo, spero di reincontrarti presto! P.C.: Grazie a voi per questo grande riconoscimento che accresce la mia voglia di fare arte. Con grande piacere spero di rincontrarvi presto. Arrivederci! Vincenzo Chetta

Inizia giovanissimo come paesaggista e ritrattista, ma presto abbandona l’arte per dedicarsi al lavoro di imprenditore. Ricomincia per caso quando trova pennelli e colori a casa di un amico riscoprendosi in una nuova veste di pittore informale dove ha la possibilità di esprimersi liberamente, senza nessun canone. L’intensità auto espressiva ed emotiva di Paolo Cutrano segna una poetica aniconica, ma non priva di immagini metafisiche sognate, dove l’astrattismo si manifesta in forme di ideogrammi sonori . ogni sua tela è una partitura ,con una giustapposta croma, dove “note-colori” scanditi con il metronomo, impresse con decise e delicate pennellate creano brani sinfonici suggeriti dal ritmo delle vibrazioni dell’anima. ESPOSIZIONI Novembre 2014 collettiva D’Arte “Punti di vista” Quirinale - Roma Dicembre 2014 collettiva d’arte “Punti di vista contemporanea” Ragusa. Marzo 2015 ospite straordinario allo show vernissage “Apocalypse opera” Napoli. Aprile 2015 collettiva d arte “Punti di vista tour” Caltanissetta Giugno 2015 “Pittura segnica” Personale presso “Palazzo Scroffa” a Ferrara Settembre 2015 Gelatone – Collettiva presso Palazzo Marchesale Ottobre 2015 ArtParma Fair – Fiere di Parma Triennale di Ferrara - 1º classificato Gennaio 2016 XXI Art Innsbruck Febbraio 2016 Collettiva d’arte – Centro aggregazione Culturale - Ragusa Marzo 2016 Mostra“Il risveglio della musa” Palazzo Scroffa – Ferrara Aprile 2016 PaviArt Palazzo esposizioni - Pavia Maggio 2016 “Pittura Segnica” personale presso salone d’onore della residenza municipale - Ferrara Giugno 2016

“Sfaccettature dell’Anima” personale a Cagliari Luglio 2016 “Punti di vista tour” Palazzo dei Sette - Orvieto Novembre 2016 Montreux Art Gallery 2016 Novembre 2016 Arte Firenze Dicembre 2016 Art Innsbruck 2016 RICONOSCIMENTI Aprile 2016 Realizzazione del Drappo di San Giorgio per il Palio di Ferrara Agosto 2016 Vincitore del “Biancoscuro Art Contest 2016” con il “Premio copertina” sull’omonima rivista d’arte. Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti alla pagina Facebook dell’artista: www.facebook.com/Paolo-CutranoArtista-607784825989986

L’Artista Paolo Cutrano ed il Palio di Ferrara 2016 da lui realizzato

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L’Oro di Venissa Omaggio a Gianmaria Potenza A Venezia la Scultura incontra l’Architettura

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Venissa - Gianmaria Potenza - Photo ©Mattia Mionetto

oro di Venissa, un percorso di grandi installazioni e creazioni, nella splendida cornice dell'antica vigna murata. Per rendere omaggio agli 80 anni del Maestro Gianmaria Potenza, grande artista veneziano che ha reinventato il concetto di mosaico e ha dato nuova forma e vita al vetro e al bronzo, l’Associazione Paolo Rizzi, in collaborazione con la Municipalità e con altre Istituzioni ha organizzato l’evento negli incantevoli vigneti di Venissa, sull’isola di Mazzorbo nella laguna veneziana. Un vero e proprio appuntamento con l’arte internazionale, in concomitanza con la 15° Biennale di Architettura con presentazione e intervento critico è stato a cura di Enzo Santese. Un'esposizione di

20 opere distribuita nelle terre a vigneto di Venissa, partendo dai soggetti più conosciuti, i "Gufi-Giano", fino ad arrivare alle più recenti realizzazioni; tutte opere d’arte con una forte valenza simbolica sia per Venezia sia per la vita dell'artista stesso. L’arte di Potenza si esprime attraverso grandi lavori che testimoniano nella forma e nella varietà dei materiali l’aspirazione dell’uomo a fondersi con la natura. Le opere del "Genio di Venezia" hanno arricchito ulteriormente l’offerta culturale di eccellenze che Venissa promuove per avvicinare il grande pubblico alla natura e all’incanto dell’arte. Si tratta di un valore aggiunto unico, che solo un Maestro di tale calibro poteva dare. Vincenzo Chetta

Sull’Isola di Mazzorbo, un suggestivo percorso alla scoperta delle sculture del maestro

La plurivalenza delle opere di Gianmaria Potenza appare subito, di prim’acchito: e sconcerta. Forse il primo impatto è quello di una dimensione favolistica: un gioco magico che si dipana nei giardini vellutati della fantasia. Ma la favola non basta. Si intuisce che, sotto, preme un forte quoziente simbolico della forma: tanto che si è portati ad allentare il filo del racconto visivo per lasciarsi prendere dall’oscura allusività delle immagini. [...] In altre parole l’apparente semplicità della favola cela una fioritura di risonanze che dalla felicità dell’occhio s’addentra nei grovigli del subconscio. Paolo Rizzi dal catalogo “Gianmaria Potenza”

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Venissa - Gianmaria Potenza Photo ©Mattia Mionetto


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Venissa - Gufi - Gianmaria Potenza Photo ©Mattia Mionetto

A Murano una personale dedicata al fondatore de “la murrina” Gianmaria Potenza

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l 7 dicembre 2016 inaugura a Palazzo Da Mula di Murano, la personale “L’arte di Gianmaria Potenza nella bellezza del vetro - omaggio al maestro fondatore de la murrina”. La mostra, curata da Rina Dal Canton, rende omaggio alla creatività e spiccata intraprendenza del noto artista veneziano. A Palazzo da Mula saranno esposti alcuni pezzi di oggettistica e di illuminazione, disegnati dall’artista e dai designer e architetti che con Potenza hanno collaborato. Per la mostra è stato inoltre svolto un importante lavoro grafico per i pannelli espositivi, che illustreranno rare immagini dei cataloghi originali de “la murrina”, ormai introvabili. La mostra sarà l’occasione per approfondire una parte importante della storia della vetreria di cui ora si sa poco o niente, attraverso un percorso espositivo che illustra come è nata “la murrina”, le novità portate, chi sono stati i suoi protagonisti, ma soprattutto celebra il grande lavoro svolto da Potenza come fondatore, direttore e artista della vetreria, il quale ha saputo dare notorietà al marchio de “la murrina” e una forte impronta stilistica riconosciuta in tutto il mondo. Potenza fonda “la murrina” nel 1968 insieme con la Ulderico Moretti, fabbrica specializzata in vetri industriali. L’idea nasce nel Natale 1967 da una precedente collaborazione con la Ul-

derico Moretti, a cui Potenza si rivolge per realizzare alcuni oggetti in vetro da regalare ad amici architetti e colleghi. La vetreria registra da subito un grande successo e cresce di anno in anno, contando collaborazioni con architetti e designer di fama mondiale. L’esperienza de “la murrina” dura appena otto anni, fino al 1975, quando Potenza, preso dalla sua attività artistica, cede la fabbrica a un grande industriale di Saronno, il quale cambia rotta rispetto al percorso stilistico cominciato dall’artista. Seppure in un arco di tempo così limitato, il Maestro riesce tuttavia a imprimere una propria visione, un’idea, una linea stilistica alla produzione in toto della vetreria. I prodotti de “la murrina” sono diversi, nuovi, riconoscibili da tutti gli altri. L’artista mostra così, tanto uno spiccato talento sul piano espressivo e formale quanto la lungimiranza nelle scelte direzionali del team di progettisti e lavoratori, d’altra parte creatività e intraprendenza sono due temi centrali nell’esposizione ospite al palazzo muranense. La mostra si inserisce così nel programma dei festeggiamenti per gli ottant’anni del Maestro. Per l’artista veneziano il 2017 si prospetta un anno ricco altri importanti appuntamenti, nelle città di Milano e New York, per concludersi poi con una grande esposil zione nella sua Venezia. s

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Lorenzo Piemonti "Opere Madì"

Alla Galleria Schubert di Milano una restrospettiva incentrata sul Materialismo Dialettico

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d un anno dalla scomparsa, in collaborazione con la moglie Francesca ed il collezionista Maurizio Calvi, la Galleria Schubert ha dedicato a Lorenzo Piemonti una interessante mostra retrospettiva, “Opere Madì”, incentrata su un nucleo di opere 20x20 cm. eseguite nel 2004. Esposte anche alcune opere risalenti all’esordio di questo movimento sulla scena artistica italiana, avvenuto nei primi anni novanta. La mostra ripercorre le date salienti del lavoro vario ed articolato di Piemonti, ne inquadra la ricerca nel contesto storico in cui si è sviluppata, con ampio risalto al ruolo svolto dal Maestro nella diffusione della filosofia Madì, scuola di pensiero nata in Argentina nel 1946 ad opera di un gruppo di artisti d’avanguardia. Caratteristica comune di tutti gli artisti Madì è la libertà rappresentativa del conINFO www.schubert.it/piemonti

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cetto di Materialismo, in dialogo con l’idea, la raffigurazione di un oggetto attraverso la personalizzazione dei piani di rotazione o dei materiali. Lorenzo Piemonti, nato nel 1935 a Carate Brianza, si è imposto all’attenzione della critica nazionale e internazionale per i suoi risultati plastici che traggono dal numero, dalla aritmetica e dal colore, lo spunto per la realizzazione di opere per lo più tridimensionali, con molteplici e abili accostamenti di colore. L’esperienza di Piemonti, maturata dalla decennale permanenza a Zurigo a contatto con maestri del concretismo svizzero (Max Bill, Richard Paul Lohse, Camille Graeser), si concretizza con la realizzazione di opere caratterizzate da forme archetipe geometriche e da decisi contrasti cromatici. Una mostra per ringraziare il suo genio. Ciao Lorenzo. Rebecca Maniti

Qui sotto: Francesca Piemonti, Reale Franco Frangi, Maurizio Calvi e Andrea Schubert

Nelle foto qui sopra alcuni momenti del Vernissage e della presentazione a cura di Lorenzo Bonini.


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Back to College

Rassegna d’arte contemporanea al Collegio Lorenzo Valla di Pavia

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l giorno 11 ottobre 2016, presso il collegio universitario di Pavia “Lorenzo Valla”, è stata inaugurata la rassegna d'arte contemporanea “Back to College” curata dalla Critica e Storica dell'arte Martina Corgnati. 12 gli artisti contemporanei che hanno aderito al progetto e che hanno già all'attivo numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all'estero Nella prima sessione espositiva, inaugurata appunto l'11 ottobre, hanno esposto Lele Picà, Leonardo Santoli e Vittorio Valente. Le prossime date saranno il 22 novembre 2016, con gli artisti Florencia Martinez, Davide Ferro e Massimo Romani; il 7 marzo 2017 con le

opere di Corrado Bonomi, Gianni Cella e Francesco Garbelli, ed infine il 18 aprile 2017 con Dario Brevi,Tommaso Chiappa e Olinsky. “Back to College” non è solo una mostra come ha dichiarato la curatrice, ma è anche un modo di vivere l'arte, un modo soprattutto per i ragazzi del collegio Valla di interagire con le opere esposte. Emanuele Spelta

Sopra due opere visibili dall'esterno del colleggio rispettivamente di Leonardo Santoli e Lele Picà A sinistra un dermascheletro in silicone colorato di Vittorio Valente.

Isabella Rigamonti "Spaces" Fino a gennaio 2017 in mostra gli unici collage fotografici

“L

’attenzione al fragile e repentino cambiamento delle cose ci fa vivere immagini e contesti sempre nuovi dove l’unicum della fotografia viene messo in discussione dai nostri occhi abituati a cogliere il variare di tutto ciò che ci circonda”. Così introduce la mostra Calogero Ninotta durante il vernissage del 19 novembre presso la Galleria Cart di Monza, uno spazio ampio e luminoso che ben si presta a mostrare questi unici collage di Isabella Rigamonti, opere dove le immagini fissano l’opacità del quotidiano aprendolo a realtà nascoste, dove il bisogno del

nostro immaginario viene appagato dal collage fotografico del colore sovrapposto al bianco/nero. Nelle sue opere spesso architetture, talvolta scenari urbani, ma tutti gli scatti cercano nell'osservatore quell'emozione: quella che nasce dal vedere la realtà con gli occhi dell'artista. Nella serata è stato anche presentato REAL ART #2, progetto editoriale a scopo benefico, realizzato in tiratura limitata e contenente opere uniche di 14 artisti diversi La mostra “Spaces” presso la Galleria Cart 70-10, in via Sirtori 7 a Monza, rimarrà aperta fino al 8 gennaio 2017. Flavio Ennante

L'artista Isabella Rigamonti con il curatore Calogero Ninotta e l'assessore alla cultura di Carate Brianza Beatrice Rigamonti Qui sotto alcune immagini del Vernissage

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Art Zurich 18 anni di vendite ad alto livello

L’ Alba Area Gallery - Robert Gligorov

VG Costa - Niederweningen

Galleria Duomo - Silvio Santini -Chiave

Art International Zurich è un importante appuntamento per l’Arte a Zurigo, tenutosi dal 29 settembre 2016 al 2 ottobre 2016, la 18ª edizione della kermesse internazionale è stata un grande successo. Arte proveniente da ben 20 diversi paesi, il tutto accompagnato dalle note del sax di Benny Horatschek, alias “Signor Soulsax”, che ha portato la sua arte musicale per tutto il Palazzo. Omogeneo il collegamento tra l’Artist Positions e l’Art Galleries, un’esposizione sempre in crescita che vede per la prossima edizione un prestigioso cambio di location per poter accogliere ancora più arte per rimanere un punto fermo tra artisti, galleristi e collezionisti d’Arte. Da citare l’Arte di Alexandra von Burg, artista svizzera di comprovata esperienza, Maura Patrizia Zoller, artista svizzera che con le sue tele ha ammaliato i visitatori e poi Jessica Weymann, Armando Garlun, Duarte Artists. 4 le gal-

lerie italiane presenti: Alba Area Gallery di Brescia, Galleria d'Arte Cascio di Portofino, Chiono Reisovà Art Gallery di Torino e la Galleria Duomo di Carrara. Questi sono solo alcuni dei grandi nomi d’Arte che hanno saputo suscitare l’interesse e l’emozione del pubblico visitatore (più di 20mila persone): Art International Zurich si è rivelata ancora una volta una grande istituzione del mercato fieristico internazionale. Salvatore Mainardi

Alexandra von Burg

Duarte Artists

Maura Patrizia Zoller

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Art in Gstaad - Mozart Guerra -Zipper

Benny Horatschek, alias Mr. Soulsax


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ArtParma Fair edizione autunnale con un grande evento collaterale dei Fu*turisti

A

nche questo autunno migliaia di appassionati hanno potuto ammirare Artparma fair, fiera dedicata all’arte moderna e contemporanea. Le ottime vendite dell’edizione primaverile avevano fatto ben presagire, presagio che non si è smentito e che ha confermato l’importanza di una piazza come Parma, che a buon titolo può collocarsi tra le fiere più importanti d’Italia. Un collezionismo colto e sofisticato, che viene dall’imprenditoria e dall’industria, percorre il padiglione cercando le opere di autori importanti come Damien Hirst, Christo, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Piero Gilardi, Michelangelo Pistoletto, Arnulf Rainer, Alighiero Boetti, solo per citare alcuni. Interessante e colto l’evento collaterale curato da BIANCOSCURO, confermato per la quarta volta consecutiva media partner ufficiale, che presenta la “ALFABETIZZAZIO-

NE NORMO*FU*TURISTA”, performance di Lele Picà, Giammatteo Rona e Alessandro D’aquila, consistente nella realizzazione di un normografo gigante: in un mondo in cui la normalità è ormai dispotica, il Fu*turismo torna all’abc. Sono state inoltre presentate al pubblico le opere dei vincitori della mostra collettiva al BIANCOSCURO ART CONTEST 2016. Flavio Ennante

BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, ha presentato gli artisti internazionali Vincitori del Premio Collettiva BAC 2016: Josefina Temin, Janez Štros, Giulia Sollazzo, Maurizio Satta, Elena Santucci, Mirko Roncelli, Pupi Perati, Mauro Marchi, Isabelle Malo, Filippo Lo Iacono, Nero Levrini, Aivars Kisnics, Henda Khelifi, Gayane Karapetyan, Jani Jan J, Stanka Golob, Mélanie Gilliand, Johannes Genemans, Antonio Franchi, Anna Copponi, Marino Calesini, Simona Benedetti, Ann-Pia Azizuddin, Filippo Annibale. Ha inoltre esposto le opere di: Peter Hide311065, Giorgio Gost, Isabella Rigamonti, Gianluca Piaccione, Alexandra von Burg e Ralph Hall.

Lo stand BIANCOSCURO con le opere vincitrici

Qui sotto alcune immagini di ArtParma

Il Gruppo Fu*Turista, da sinistra: Giammatteo Rona, Alessandro D’aquila e Lele Picà

Qui sopra Alessandro D’aquila e Lele Picà durante la performance

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ART Innsbruck 2016

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L’edizione natalizia di ART Innsbruck apre il sipario il 30 novembre

A

ttesa da lungo tempo da tutti gli appassionati d’arte, nel ventunesimo anno dalla sua fondazione aprirà i battenti prima di Natale, diventando così la più grande fiera artistica natalizia nel Tirolo. Una “ART” natalizia con Highlights & Specials e, per la prima volta una lunga serata dedicata all’Arte, venerdì 2 dicembre 2016. “Diciamo la verità: cosa c’è di più bello e gioioso che regalare a se stessi ed ai propri cari un’opera d’arte per le feste?”. Questo è il pensiero di Johanna Penz, fondatrice e direttrice di ART Innsbruck. Al pensiero sono seguiti subito i fatti, pertanto, ha semplicemente anticipato l’appuntamento invernale di ART Innsbruck 2016 di alcune settimane. “Oggigiorno tutto il mondo pone l’accento sull’importanza di uno stile di vita sostenibile, ma per fare questo, sono necessarie iniziative e offerte adeguate”, dice

Penz, “Ed il Natale rappresenta il migliore esempio. Natale è indiscutibilmente la festa più importante della nostra cultura. Tuttavia, quando cerchiamo un regalo utile, di qualità e all’insegna della sostenibilità, la maggior parte delle persone fa presto i conti con i suoi limiti, soprattutto quando manca sempre il tempo”, afferma Penz. Inoltre, un’opera d’arte in particolare è indubbiamente il regalo più creativo e nel contempo di maggior durata che una persona può ricevere. “Un’opera d’arte di qualità non stanca mai, il confrontarsi con un’opera d’arte che si ama è una esperienza sempre emozionante ed entusiasmante. Pertanto consideriamo la nostra ART natalizia alla stregua di un regalo che facciamo al nostro pubblico e, non ultimi, ai nostri espositori. Per la prima volta, con la nostra edizione invernale della ART ad inizio dicembre, offriamo al nostro pubblico e ai nostri espositori una piattaforma per gli acquisti e le Messe Innsbruck in Claudiastrasse 1

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vendite natalizie.” Inoltre, la lunga serata dell’arte di venerdì 2 dicembre è una seconda premiere. In questa serata per la prima volta ART Innsbruck 2016 rimarrà aperta fino alle 23.00. Questo consentirà a tutte le persone afflitte da “stress pre-natalizio” di passeggiare in tutta tranquillità i corridoi della fiera, anche dopo la chiusura dei negozi. ART Special I interpretations of nude Progetto di esposizione curato da MilionArt, Innsbruck Gli affezionati di ART Innsbruck ricordano sicuramente la sensazionale mostra dedicata a Francis Bacon, oppure lo stand di MilionArt realizzato dall’artista dei graffiti HNRX in occasione dell’ultima ART Innsbruck, nel gennaio di quest’anno. Nessuna domanda: il duo di MilionArt e cioè Hugo V. Astner e Magdalena Froner riesce sempre ogni volta a sbalordire il mercato dell’arte con idee progettuali all’insegna della freschezza e dell’audacia. In occasione della prima ART natalizia presenteranno lo Special realizzato appositamente per ART Innsbruck “Interpretazione del nudo”, un progetto espositivo che copre un’area di 200 metri quadri, che concentra la sua attenzione sul seguente quesito oggetto di controversia: in che modo la rappresentazione differenziata del nudo in ambito artistico può ancora imporsi a livello visivo e filosofico nei confronti delle produzioni dominanti del nostro tem-


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po destinate al grande pubblico? Perché il nudo come tema pop e pubblicitario è diventato da tempo la quintessenza della cultura-non cultura consumistica occidentale. Pertanto sarà più interessante studiare le posizioni di artisti di grosso calibro, contemporanei e moderni sullo sfondo di numerosissimi quadri di nudo. Accanto ad opere selezionate di grandi maestri dell’arte moderna come Pablo Picasso, Egon Schiele, Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Karl Hauk saranno anche esposte interpretazioni di famosi artisti contemporanei come Elke Silvia Krystufek, Hermann Nitsch, Francesca Strino, Jos Pirkner, Gotthard Bonell, Yahon Chang, Orlando Donadi, Rolf Ohst e il giovane talento Maria Chalela-Puccini di Bogotà. ART Special II Realismo e Modernismo Le posizioni dell’arte contemporanea, fantastica ed astratta Il gallerista e studioso di scienze

Hugo V. Astner all'interno dello stand MilionArt

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Una vista dello stand BIANCOSCURO nella passata edizione

culturali Joachim Dikmayer, residente al centro di Berlino, appartiene già da alcuni anni alla cerchia selezionata di espositori fissi della ART Innsbruck. Ma ha fatto molto di più: con la sua ART Special ha riportato in Austria il Realismo Fantastico, una tendenza artistica che negli ultimi

anni almeno nel nostro paese sembrava essere etichettata come un poco fuori moda. Giunto alla sua quinta ART Special presenta per la prima volta non solo posizioni puramente oggettive, ma anche l’aspetto figurativo espressivo ed il geometrico astratto. Come già negli anni precedenti Dikmayer collabora anche per questo Special con il Museo Henry von de Velde “Haus Schulenburg” di Gera e con il suo direttore artistico Dott. Volker Kielstein. Per lo Special ART “Realismo e Modernismo” Dikmayer, tra le altre, porterà ad Innsbruck opere di Gerd G. Madry, Gisela Grünling, Dagmar Müller, N.D. Hossain, Markus Rack, Claudia Kaak, Tanja S. Prill, Norbert Schulz, Bernd Schiller e Marie Pierre. ART Highlight Una mostra personale per il più famoso falsario al mondo A gennaio alcuni visitatori, in occasione dell’anteprima dell’ART, si sono strofinati gli occhi increduli pensando: “Sono di fronte al

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leggendario falsario di opere d’arte…”. Era proprio lui: Wolfgang Beltracchi mescolato senza quasi farsi notare al pubblico che affollava il vernissage. Ora il famoso “falsario” tornerà ad Innsbruck con la casa editrice Kunsthandel e presenterà una mostra sorprendente che vede protagonista un solo artista. Il suo talento come pittore è indiscusso, quello che forse alcuni ancora non sapevano è che il più famoso falsario di opere d’arte del mondo del passato è ora considerato uno dei più

richiesti ritrattisti nel nostro paese e come tale possiede uno stile proprio e inconfondibile. Perfino Reinhold Messner si è già fatto fare un ritratto da lui. Ad ART Innsbruck 2016 natalizia avrete modo di ammirare anche quest’opera, che tuttavia non è in vendita. Inoltre Beltracchi presenterà un gruppo selezionato di opere grafiche dalla sua serie “Simpatia”, “L’après-midi d’une faune” e “La folie d’un faune”. Flavio Ennante

SAVE THE DATE!

22° ART Innsbruck edizione di primavera Arte contemporanea e antiquariato, con focus sulle new entries, dal 12 al 15 maggio 2017.

BIANCOSCURO ART EXHIBITION

presenta ad ART Innsbruck le opere di:

Ennio Bastiani, Rolando Benvenuti, Luciano Caggianello, Paolo Cutrano, Margherita Casadei, Gayane Karapetian, Alessandro Trani, Fabio Cicuto, Lucilla Labianca, Giacomo Frigo, Giuliana Maddalena Fusari, Antonio Mazzetti, Marisa Ierardi, Anna Paglia, Franco Paletta, Catalin Emil Pascar, Pupi Perati, Gabriella Pimpinicchio, Daniela Rebuzzi, Jessica Weymann. ART INNSBRUCK 2016

30 novembre - 4 dicembre 2016 Messe Innsbruck, Claudiastrasse 1, mercoledì 30 novembre, 17.30 – 22.00 (VIP) giovedì 1 dicembre, 11.00 – 20.00 venerdì 2 dicembre, 11.00 – 23.00 sabato 3 dicembre, 11.00 – 21.00 domenica 4 dicembre, 11.00 – 19.00

Daniela Rebuzzi

presentata da BIANCOSCURO a ArtInnsbruck 2016

“L

a passione per la manualità e per ogni forma di espressione artistica la spinge a frequentare diversi corsi di pittura, di disegno, di mosaico e di scultura. Prosegue la sua crescita artistica sempre come autodidatta e con il passar del tempo individua una certa preferenza nell’esprimere la propria forma artistica nella pittura ad olio e nella scultura di bronzo. Affianca alla pittura ad olio tecniche di collage e modella la tela in diverse forme. Spesso inoltre troviamo anche scritture, simbolismi o semplici pensieri utilizzati per rafforzare i propri pensieri ed esaltare il messaggio che l’artista desidera esprimere. La tela stessa viene intagliata e fusa con la cornice esaltandone le strutture e rendendo l’opera una sorta di scultura pittorica.” s l

Sfiorare, Tra le infinite Dimensioni, L'Essenza dell'essere tecnica mista

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www.danielarebuzzi.ch


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ArtVerona | Art Project Fair 2016 Cresce il numero dei collezionisti e degli influencer di rilievo del settore che scelgono ArtVerona, confermando l’alto livello della proposta e delle gallerie presenti.

C

entoventi gallerie espositrici, 16 spazi indipendenti, 215 mila euro tra premi e fondi acquisizioni, 12 eventi ArtVerona Off presentati fuori fiera, 4 progetti speciali Wunderkammern, 11 curatori coinvolti nella gestione delle mostre, 7 membri del Comitato d’indirizzo e 5 presidenti di giuria e commissione chiamati a giudicare le opere e gli autori vincitori degli 8 riconoscimenti firmati ArtVerona | Art Project Fair 2016. Sono alcuni dei dati che hanno caratterizzato le quattro giornate della 12ª edizione di ArtVerona. Commenta così Andrea Bruciati, Direttore Artistico della manifestazione: "Ritengo che ArtVerona sia una fiera che voglia ricreare un perfetto equilibrio tra offerta culturale e mercato. Alto è il livello di soddisfazione da parte delle gallerie, alcune delle quali hanno registrato un sold out nelle vendite già nei primi due giorni. Si è, inoltre, concretizzata [1]

in fiera l’operazione di talent scouting da parte di 14 direttori dei musei più importanti d’Italia che hanno notato artisti, emergenti e non, ai quali, entro il 2017, verrà dedicata, da parte degli stessi musei, un’iniziativa per approfondire la loro ricerca. Credo che la sinergia con le istituzioni pubbliche sia un modello virtuoso da potenziare e replicare, estendendolo a tutto il territorio nazionale e non solo." Da segnalare l’opera vincitrice del Concorso Icona 2016, giunto alla 11 edizione, "Capri. The Diefenbach Chronicles" di Francesco Jodice. Prima edizione invece per il premio “OTTELLA for GAM, Premio arte contemporanea per la Galleria d'Arte Moderna A. Forti, Verona”, vinto da Mauro Fiorese,Gohar Dashti e Giuseppe Teofilo. Tante le acquisizioni dalla Fondazione Domus (14 opere) e una anche dal Rotary Club (Senza titolo di Nebojša Despotović). ArtVerona | Art Project Fair si riconferma un evento da non l perdere. s

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[1] Mustafa Sabbagh, Onore al Nero_Untitled, 2014, stampa fotografica fine art su dibond, cm 100 x 90, courtesy Traffic Gallery, Bergamo [2] ArteA Gallery, Milano, pad.11, stand A11 (Vincitrice del Premio Display - ArtVerona) [3] Panoramica di ArtVerona 2016 [4] Officine Saffi, Milano, pad. 12, stand I2 (Vincitrice del Premio Display - ArtVerona 2016) [5] Kyle Thompson Carcass 2015 fotografia cm 61 x 91 courtesy aA29 Project Room, Milano [6] Traffic Gallery, Bergamo, pad. 12, Raw Zone (Menzione speciale al Premio Display - ArtVerona)

[7] [8]

[7] Francesco Jodice, Capri, The Diefenbach Chronicles (Opera vincitrice del Concorso Icona - ArtVerona) [8] Panoramica di ArtVerona 2016 Tutte le foto © Veronafiere-Ennevi

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Montreux Art Gallery 2016 Migliaia di visitatori per la grande Fiera d'Arte svizzera

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ovembre è un mese ricco di eventi artistici, fiere, mostre, presentazioni di nuove collezioni, e il Montreux Art Gallery ben si inserisce in questo contesto, punta di diamante delle esposizioni svizzere, oltre che appuntamento imperdibile per l'Arte di tutto il mondo. Dal 9 al 13 novembre, con aperture straordinarie sino alle 23.30, migliaia di visitatori hanno ammirato (e non di rado anche valutato ed acquistato) le opere presentate dalle tante Gallerie internazionali. Uguale sorte anche per la sezione dedicata agli Artisti indipendenti, che hanno potuto così confrontarsi direttamente con

i tanti collezionisti ed appasionati in visita al MAG. Grazie alla perfetta organizzazione dei patron Jean-François Gailloud e Marie Hélène Heusghem e del loro staff, Montreux Art Gallery si riconferma, come ogni anno, la Fiera da non perdere, importante per valutare l'andamento del mercato in territorio svizzero. Biancoscuro ha presentato la sua selezione di artisti contemporanei internazionali, ricevendo molti consensi sia dai visitatori, che dagli esperti del settore, a conferma di quanto sia importante una buona e seria selezione. MAG tornerà dall'8 al 12 novembre 2017, e la stiamo già aspettando. Daniela Malabaila A sinistra il Direttore di Biancoscuro Vincenzo Chetta con Jean-François Gailloud Presidente del MAG e Marie Hélène Heusghem Direttrice del del MAG. A destra Andy Nanz nel suo stand al MAG, premio vinto al BIANCOSCURO ART CONTEST 2016

Il Lago di Ginevra (o Lemano) nelle altre foto alcuni momenti del vernissage e delle opere esposte. 46


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Media

Partne

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r uro.it

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BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, presente tra le Gallerie con la sua Contemporary Selected Artist, esponendo le opere di: Antonio Mazzetti, Vincenzo Bartoli, Isabel Carafi, Franco Crocco, Paolo Cutrano, Daniela Da Riva, Giacomo Frigo, Giuliana Fusari, Nicoletta Gatti, Gjergji Meta, Anna Paglia, Franco Paletta, Pupi Perati, Renzo Sbolci, Melanie Gilliand, Mattia Consonni. Tra gli Artisti ha esposto Andy Nanz, vincitore nella sezione grafica del BIANCOSCURO ART CONTEST 2016. Sotto, da sinistra verso destra: Salvatore Mainardi, Patrizia Zoller, Vincenzo Chetta e Pina Mainardi, davanti alle opere di Patrizia Zoller.

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Prix MAG 2016

Montreux Art Gallery - 12 novembre 2016 I Vincitori dell'edizione 2016 sono: [1] Patrick Alexandre Bosson - prix MAG 2016, stand personale per l'edizione 2017 [2] David Mayer prix BIANCOSCURO 2016, pubblicazione di un articolo redazionale completo sul numero 20 di BIANCOSCURO [3] KHRISSY: prix Mainart 2016, esposizione delle opere selezionate ad ART Innsbruck

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[4] Doris Broder Jakob: prix EDO 2016, buono d'acquisto presso la Boutique EDO di Montreux

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ART Monaco 2016

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Quando l'Arte incontra il glamour e la mondanità

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a settima edizione di Art Monaco si è tenuta in una nuova data, dal 27 al 30 ottobre, nel Principato di Monaco, presso l'Espace Fontvieille, spazio creato e progettato su iniziativa del Principe Ranieri III di Monaco. Cambio stagionale per la fiera d'Arte del Principato, che dopo l'esperienza estiva dello scorso anno, è passata a mostrarsi nel caldo autunno artistico della Costa Azzurra. Johnessco Rodriguez, Presidente della Opus Eventi, si ritiene molto soddisfatto dell'evento e della qualità di visitatori e collezionisti che sono stati ospiti della kermesse. BIANCOSCURO ha presentato al pubblico monegasco le opere di Flora, Alessandro Trani, Fabio Cicuto e Rosario Aufiero, artisti in forte ascesa nel mondo artistico, che hanno piacevolmente colpito anche a Monaco. Apice dell'evento, la cena di gala al Fairmont Hotel alla quale abbiamo preso parte anche noi di BIANCOSCURO, un evento organizzato nei minimi dettagli, dove il lusso ed il glamour la fan-

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no da padrone. Durante la cena il Patron Johnessco Rodriguez e Anastasiya Severgina hanno premiato le Gallerie internazionali che si sono distinte nel 2016: “Prix d’excellence Qualité Artistique” è stato vinto dalla Gallery Yori di Tokyo; “Prix d’excellence Pensé Écologique” è stato conferito a Olga Lomaka Studio di Londra; “Prix d’excellence Choix du public” è stato invece consegnato a Benjamin Shine; “Prix d’excellence Baroque” è stato vinto da Maya Jimsheleishvili; “Prix d’excellence Émotif” è andato alla Myanmar Ink Art Gallery Yangon di Dubai; “Prix d’excellence: Haut Patronage” è stato conferito a Massimo Gargia, mentre il ricoscimento“Prix d’excellence: Rixos Magazine Choice Award” è stato consegnato a Yana Rusnak, Rusnak Gallery di Kiev. Congratulazioni a tutti i vincitori di quest'anno, e alla Opus Eventi, nella persona di Johnessco Rodriguez, per aver organizzato una nuova Art Monaco, sempre più scintillante. Vincenzo Chetta

Johnessco Rodriguez

I vincitori dei premi Art Monaco 2016 con Johnessco Rodriguez e Anastasiya Severgina


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salvato per il 6000 da Giorgio Gost

Le opere di Alessandro Trani e Fabio Cicuto Rosario Aufiero davanti alle sue opere con Vincenzo Chetta

Payam - Milano

Anastasiya Severgina

I galleristi di Rusnak Gallery con Johnessco Rodriguez e Anastasiya Severgina

Flora e Rosario Aufiero

Candice Zhang in posa davanti all'opera "Equilibre" di Flora

Vincenzo Chetta e Johnnesco Rodriguez

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GENOVA 2017 13a MOSTRA MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

17 - 20 FEBBRAIO Venerdì, Sabato, Domenica ore 10.00 - 20.00 Lunedì ore 10.00 - 14.00


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ArtePadova 2016 22 mila visitatori per la 27ª edizione

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rtePadova consolida il proprio prestigio in Italia e nel resto d’Europa, confermandosi come un evento capace di rispondere ad esigenze molteplici e diverse fra loro: con 22mila visitatori e 15mila opere esposte, la mostra-mercato d’arte moderna e contemporanea chiude l’edizione 2016 con un grande successo in termini di partecipazione, sia da parte degli operatori del settore che del grande pubblico. Nata 27 anni fa dalla passione per l’arte dell’attuale direttore artistico, Nicola Rossi, la manifestazione che ogni anno anima i padiglioni della Fiera di Padova si dimostra sempre più capace di soddisfare le esigenze di tutti: degli artisti emergenti, che hanno l’occasione di farsi conoscere, dei galleristi e mercanti d’arte, che colgono ArtePadova come un momento in cui fare business, dei collezionisti e appassionati, che possono ammirare opere di artisti internazionali difficilmente visibili in altri contesti, e del grande pubblico, che può avvicinarsi al mondo dell’arte in modo semplice e diretto. Rotella, Fontana, De Chirico, Balla, Burri, Carrà, Bonalumi, Sironi, Morandi, Schifano, Pomodoro, Boetti, Jenkins, Festa, e Christo sono solo alcuni dei nomi che hanno composto l’esposizione di ArtePadova nei cinque giorni di manifestazione. Come sempre,

la kermesse ha dato ampio spazio anche ai giovani artisti, a partire dai già affermati Francesca Pasquali, Michael Gambino e Beatrice Gallori, per arrivare al Premio Contemporary Art Talent 2016, vinto da David Dagaro, con una scultura in acciaio e pietra: L’Ingiustizia. “Quest’anno abbiamo registrato un interesse crescente per l’arte più fresca, e più incline ad essere alla portata di tutti, specie da un punto di vista economico - ha dichiarato il Direttore artistico di ArtePadova, Nicola Rossi - È andata per la maggiore la Pop Art, così come l’arte cinetica, che hanno attratto particolarmente il pubblico. Siamo soddisfatti dell’andamento della mostra, che testimonia una nuova tendenza in atto ormai da diverso tempo: oltre che rimanere una grande passione per molti, l’arte sta assumendo importanza anche come forma di investimento, sia per i grandi imprenditori, che per i collezionisti minori”. Eva Franceschini Alcune immagini di Arte Padova 2016 Tutte le immagini sono Liberementi

Il Maestro Gianmaria Potenza a Arte Padova 2016

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XX Arte Forlì Contemporanea 2016 Un successo che dura da vent’anni

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rande anniversario per Arte Forlì Contemporanea, giunta in splendida forma alla ventesima edizione. Sotto la preziosa guida di Gilberto Tedaldi e Francesca Caldari, anche quest'anno la mostra-mercato Contemporanea ha dato bello sfoggio di sè, dal 4 al 7 novembre, convincendo come sempre. Oltre alle tante Gallerie di qualità presenti, Forlì Contemporanea ospita, come di consueto, eventi collaterali accattivanti. [3]

Ricordiamo con piacere le opere di Marco Lodola e Giovanna Fra, le sculture tutte femminili di Mario Bertozzi, l'omaggio a Tano Festa, l'esposizione Spazio allo Spazio, alla sua tredicesima edizione, curata da Oscar Dominguez. Inoltre non è mancato l'appuntamento con Le Scuole La Nave, presenti con un'asta benefica di raccolta fondi da poter destinare per borse di studio ed acquisto di materiale didattico del Fondo Aiuto allo studio Don Lino Andrini. Con l'inaugurazione della XX edizione si è raggiunto un traguardo importante, soprattutto in un periodo storico in cui tante realtà cedono alle difficoltà. Romagna Fiere si conferma uno dei leader del settore, in grado di saper riconoscere l'Arte e mantenerne sempre vivo il mercato, grazie ad una importante selezione, una buona pubblicità ed inviti importanti. Il prossimo appuntamento con Arte Forlì Contemporanea sarà sempre a novembre, nel 2017. Daniela Malabaila [1] Lo spazio dedicato a BIANCOSCURO a Contemporanea [2], sotto e in alto nella pagina a fianco: alcuni momenti della fiera durante le giornate di apertura [3] Una delle opere dell'esposizione di Marco Lodola e Giovanna Fra - Courtesy Mirabili Arte d’Abitare

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artist@veronikaban.com www.veronikaban.com

VERONIKABAN

Portrait of Situation No. 12 - tecnica mista su tela - anno 2016 - 100x100x3 cm.


Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali

Italia

BERGAMO Bergamo Arte Fiera 26-28 novembre 2016 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 27 - 30 gennaio 2017 artefiera.bolognafiere.it

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NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 21-24, 2017 www.artexponewyork.com

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Kvision Cult Sul precedente numero di BIANCOSCURO abbiamo parlato de "I Beatles", da leggere per completare quest’articolo.

La "British invasion"

I Beatles sono riusciti nella missione dove fallirono i soldati inglesi durante la rivoluzione americana: riconquistare la colonia

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ono queste le parole con cui si esprime, senza mezzi termini, un rotocalco della televisione britannica durante gli anni sessanta, ma facciamo un passo indietro... Nel 2003 Fernanda Pivano sintetizzò la cosa in modo emblematico dicendo: “L'Italia ha avuto la lirica, da cui derivano i cantautori, i nostri amatissimi cantautori. L'America... ehhh... L'America ha avuto il Rock”. È così, mettiamoci pure l'anima in pace. Il Rock è di matrice americana e viene alla luce all'inizio degli anni cinquanta. Oltretutto, le lingue anglofone possiedono una musicalità unica che ben si addice a questo preciso genere.

Per comunanza di ceppo linguistico e per linea diretta di sangue, gli inglesi subirono naturalmente il fascino di quel tipo di musica che arrivava d'oltre oceano e che era prodotta dai loro “lontani cugini”. Cominciarono per cui ad emularla e ad amalgamarla con la loro tradizione nazionale musicale e carpendone i segreti acquisirono una padronanza tale che concederà loro di superare il maestro di cui erano allievi. L'Invasione Britannica sul suolo americano comincia, abbiamo detto, nel 1964 e comincia con i Beatles. I Beatles erano stati influenzati dal Rock di Elvis Presley (che data proprio la sua

natura commerciale rispetto al sound originale degli arbori ha concesso al "genere" d'esser sdoganato oltre oceano permettendone la conoscenza su scala mondiale), ma prima ancora dei Beatles, Lennon aveva fondato negli anni della sua adolescenza una skiffle-band, genere di matrice americana che trae origine da una miscela di blues, jazz e country. In generale, i gruppi che facevano musica in quel periodo a Liverpool avevano combinato una “pozione” che comprendeva lo skiffle, il rock 'n' roll, lo swing e il doo-wop (nati tutti nel Nuovo Continente). Questo sound concepito in terra Bri-

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Kvision Cult

Puoi trovare la versione cartacea su http://artshop.biancoscuro.it - Info: artshop@biancoscuro.com tannica si chiamava “Beat” (o più correttamente, “Merseybeat”) ed è a questo tipo di suono che si riferiscono i Beatles. Altri inglesi invece avrebbero unito il Blues e il Rock'n'Roll da cui sarebbero nate band come i Rolling Stones, The Animals (il quale bassista, Chad Chandler, sarebbe diventato manager di Jimi Hendrix) e i Cream. Di matrice Beat, ma più caotici e disordinati, sono anche i favolosi The Kinks. La British Invasion si divide principalmente in due periodi. Il primo è quello che si sviluppa immediatamente dopo l'avvento dei Beatles e che si dilata fino a tutto il 1966; nascono band come The Kinks, The Rolling Stones, The Animals, i Them di Van Morrison e gli Yardbirds (famosi soprattutto per aver “ospitato tra le loro fila”, chitarristi come Eric Clapton, futuro “Cream”, Jeff Beck, futuro Jeff Beck e Jimmy Page, futuro “Led Zeppelin”). La seconda ondata si sviluppa sul finire degli anni sessanta permettendo a gruppi come i Cream, The Who, The Zombies e i Pink Floyd di distinguersi su scala mondiale. Dopo l'Invasion, gli anni settanta Dal Blues e dal Rock'n'Roll si evolverà il genere “Hard Rock", che proporrà band come i Deep Purple, i Led Zeppelin e i Black Sabbath, considerati ad oggi, assieme ai The Who, pionieri dell'heavy metal e da cui poi avrebbero tratto ispirazione negli anni a seguire gli Iron Maiden. Dalle “ceneri” del rock psichedelico britannico di cui i Pink Floyd sono bandiera si genererà il Progressive Rock che avrebbe dato i natali a band come i King Crimson. Di derivazione Rock sarebbe stato anche il Glam che in primis avrebbe trovato il volto nell'inglese David Bowie (ma non solo). Nel 1977 arriveranno i Sex Pistols e i Clash e con loro, il Punk (i cui primi segni erano già ben visibili a New York nel 1974 attraverso gruppi come i Ramones, i Television (fortemente inspirati dalle visioni urbane dei Velvet Underground), gli Heartbreakers di Johnny Thunders e Richard Hell (exTelevision). Anzi, pare proprio che sia Richard Hell ad inventare quel tipico "look punk fatto di borchie, magliette strappate, catene e chiome ispide"a cui Malcolm McLaren avrebbe attinto a piene mani per realizzare lo stile dei Sex Pistols. È incredibile pensare come certe band americane (di cui parleremo) abbiamo dovuto trovare la fama sul territorio britannico prima d'esser consacrate in

patria, se consideriamo soprattutto che saranno proprio queste ad influenzare quei gruppi d'oltre manica che diventeranno grandi negli Stati Uniti. Le due cose si auto-alimentano e sono indissolubilmente legate. La British Invasion segna definitivamente l’appropriazione inglese di uno dei principali prodotti della cultura statunitense. Da allora l’evoluzione del rock seguirà le direttrici britanniche. Nina Baudelaire P.S. Le Band di cui parliamo in questo articolo legato alla British Invasion sono le principali. Apriremo più avanti dei capitoli per tutti i generi qui trattati e per alcune delle band citate, PostPunk e anni ottanta compresi. Stay Tuned. Bibliografia: “Beatles fifty fabulous years” documentario "Beatlesmania e British Invasion" Davide Esposito "Fernanda Pivano intervista inedita" by Luca Centoni e Michela Caroti "Il Beat" Piero Scaruffi "La British Invasion" www.storiadellamusica.it "Punk!" Federico Guglielmi - Giunti editore

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Nella pagina a sinistra "London Calling", smalto e vinili su tela. Opera di “Musica per gli occhi”. Ascolta su YouTube “London Calling” The Clash - 1979 Brano che ha ispirato l'artista per realizzare l'opera.

Nella pagina qui sotto "Baba O'Riley", smalto e vinili su tela. Opera di “Musica per gli occhi” Ascolta su YouTube “Baba O'Riley” The Who - 1971 Brano che ha ispirato l'artista per realizzare l'opera.

Le due opere in queste pagine sono di Mattia Consonni alias “Musica per gli occhi”. La passione per la musica lo ha portato, sin da ragazzo, a collezionare vinili e cd. Da qui, la voglia di dare una nuova vita a quei vinili ormai destinati alla discarica; un segno d’amore nato dal desiderio di salvare un patrimonio culturale che per tante generazioni è stato ed è tuttora un’icona. “Musica per gli occhi” trae ispirazione dai brani per realizzare le opere, modellando principalmente vinili, come materia pura e duttile, “Musica per gli occhi” propone uno stile inedito, in cui gli oggetti in disuso, riciclati ed elaborati acquisiscono una sorta di immortalità.

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ernina, oltre a essere il nome del gruppo montuoso delle Alpi Retiche occidentali situato al confine tra Italia e Svizzera, è anche il nome del pittoresco treno che attraversa il massiccio che culmina a 4.050 m col pizzo Bernina. Il Bernina Express è un treno che percorre la linea costruita tra il 1906 e il 1910 a scopo turistico e che congiunge Tirano (429 m.s.l.m. Lombardia - Italia) con St. Moritz (1.775 m s.l.m. Grigioni - Svizzera) attraversando le alpi e superando i 2.256 m di altitudine, fregiandosi del titolo di "treno che si arrampica" sulla più alta ferrovia ad aderenza naturale delle Alpi. Il Bernina è molto importante

Photo © David Gubler - Kabelleger

Il treno che si arrampica e prende quota su una delle ferrovie più spettacolari al mondo

Il Trenino Rosso del Bernina

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dal punto di vista turistico, poiché percorre un itinerario di notevole interesse paesaggistico, reso ancor più apprezzabile dalle speciali carrozze panoramiche di cui è dotato. Il percorso comprende le ferrovie dell'Albula e del Bernina che, dal 2008, sono state incluse, nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità stilato dall'UNESCO come esempi tecnicamente avanzati di gestione del paesaggio di alta montagna e come ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del mondo. Dal 1979 la linea dove corre il Bernina è gemellata con la nipponica Ferrovia Hakone Tozan, costruita secondo lo stesso principio. Il Bernina percorre 2,5 km in territorio italiano fino alla stazione di Campocologno, mentre il restante percorso è in territorio svizzero. Per tale motivo, prima dell'entrata in vigore in Svizzera degli Accordi di Schengen, chi partiva da Tirano doveva espletare le formalità doganali all'imbarco. Il Bernina percorre, in quattro ore, una tratta ferroviaria di 145 km complessivi con un dislivelPhoto © David Gubler - Kabelleger

Brusio, il viadotto di forma elicoidale, 70 metri di raggio e interamente visibile per tutto il suo sviluppo, permette di guadagnare, in uno spazio molto ristretto con una pendenza costante del 7%, i 30 metri di quota necessari per raggiungere la stazione di Brusio.

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lo totale di 1.824 m. portando quindi il Bernina a essere un treno con percorrenze più ripide al mondo (raggiunge una pendenza massima del 7%). Tutto il percorso viene effettuato ad aderenza naturale, senza l'uso di alcun sistema a cremagliera. La massima altitudine raggiunta è 2.253 m s.l.m. in corrispondenza del passo del Bernina, dove è presente la stazione Ospizio Bernina Dal 2000, la straordinarietà del percorso è stata esaltata con l'entrata in servizio di speciali carrozze panoramiche, costruite dalla Stadler Altenrhein, su disegno Pininfarina, capaci di 80 posti. Il percorso del Trenino rosso è di particolare interesse anche dal punto di vista ingegneristico e architettonico comprendendo complessivamente 55 tunnel e gallerie coperte, 196 viadotti e ponti, tratti a pendenza elevata che coprono ampi dislivelli. Tra le opere degne di nota: il viadotto Landwasser, le gallerie a spirale Bergün-Preda, il tunnel dell'Albula e il viadotto elicoidale che copre il dislivello di 30 metri tra Brusio e Campocologno. s

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Photo © Hansueli Krapf

La fermata Ospizio Bernina è situata sul punto più alto che viene toccato dal Trenino Rosso del Bernina e quindi sorge alla maestosa altitudine di 2.256 metri. Il nome della sosta riprende il nome dal rifugio che qui è situato. L’Ospizio Bernina per secoli è stato utilizzato come punto per la sosta e il trasbordo delle merci da parte dei somieri, rivestendo negli anni una grande importanza per i collegamenti tra le zone valtellinesi e Grigioni.

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Photo Š Ikiwaner

www.youtube.com/watch?v=Rr_AWZY6M9U

Trenino Rosso del Bernina

tutti i panorami del

Guarda su YouTube

www.trenino-rosso-bernina.it

Il viadotto Landwasser (ted. Landwasserviadukt) è uno spettacolare ponte in pietra, a 6 archi, che varca la profonda gola in cui scorre il torrente Landwasser, nel cantone svizzero dei Grigioni.

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Sami Gjuka Magic Hand, oil on canvas, 2015, 110x85 cm.

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Margareth Karapetian d’Errico Tecnica e sensibilità si fondono nella sua Arte

A

volte, osservando un’opera d’Arte, non troviamo le parole giuste per rendere agli altri le emozioni che provoca nel nostro animo. E così ci si sente osservando le creazioni di Margareth Karapetian d’Errico, Artista italiana di origini armene. Ci si trova spiazzati dalla potenza delle scene rappresentate, confusi dal contrasto tra questa forza e la leggerezza dei tratti e delle tonalità ricercate. Di lei tutti conoscono le sensazionali opere realizzate con tecnica dell’incisione, acquaforte ed acquatinta, procedimenti antichi che in pochi sanno controllare. Quando ci si trova di fronte ad una sua incisione

non si può non rimanere ammaliati, ad esempio, guardando “Paesaggio Toscano”, l’eleganza e la sensibilità cromatica di questa opera stupisce soprattutto per la tecnica utilizzata per crearla, fatta di tanta ricerca e soprattutto da pazienza e passione. Ma la produzione di Margareth non si limita solo alle raffinate incisioni, possiamo infatti ammirare anche dipinti in tecnica mista, anch’essi caratterizzati da una forte carica emozionale. Osservando “Il mare in azione” è lampante l’istinto di proteggersi dallo spruzzo dell’onda che vediamo lì rappresentata. Eppure è un dipinto, razionalmente sappiamo che non uscirà dal quadro, ma emotivamente “sentiaIl mare in azione, tecnica mista, anno 2016, 35x38 cm.

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Che siano i paesaggi toscani o quelli dell’Oriente, troviamo sempre una leggerezza disarmante nella giusta dosatura degli elementi, contrapposta alla forte carica emotiva che istintivamente l’osservatore prova nell’ammirare le sue opere.

Rebecca Maniti

INFO

www.margaretkarapetian.it derrico.margaret@virgilio.it

Margaret Karapetian d'Errico si è diplomata all'Ac-

Paesaggio Toscano acquaforte e acquatinta (2 lastre), anno 2010, 50x40 cm.

mo” delle piccole goccioline d’acqua vicinissime al nostro viso. Ancora una volta l’Arte di Margareth Karapetian d’Errico ha saputo dare vita alle più intime sensazioni emotive. Rebecca Maniti

cademia delle Belle Arti a Roma, nel 1978. Dopo essere stata in vari paesi dell'Oriente ed in Europa, ha vissuto per sei anni in Oman, paese nel quale ha trovato ispirazione per i suoi quadri e le sue incisioni grazie alla vastità ed alla luminosità del paesaggio amanita. Nelle sue opere gli uomini e le donne con i vestiti colorati, tradizionali, silenziosi e misteriosi, sembrano identificarsi con la natura che li circonda; una natura desertica, arida e spaziosa con forte contrasto tra luce e ombre. In tanti anni trascorsi in Italia ha ottenuto molti premi importanti. Ha allestito mostre personali e collettive in Italia e all’estero con notevole successo e consensi. Le sue ultime opere si sono arricchire di incisioni che ritraggono paesaggi toscani, luogo nel quale l'artista vive ormai da molti anni. English info

Margaret Karapetian d'Errico graduated from the Fine Arts Academy in Rome in 1978. After having been to various parts of Europe and Asia. she lived in Oman for 6 years, a country where she found inspiration for her paintings and etcbings, thanks to tbe vastness and radiance of tbe landscape. In her works men and women with their coloured and traditional clothes quiet and mysterious, appear to identify with the nature surrounding them, a desert-like enviroment, arid and spacious with a strong contrast between light and shade. During the many years spent in Italy, she has received many important awards. She has exhibited in personal and collective galleries with remarkable success and reviews. Her latest works focus on etchings which depict Tuscan landscapes, a place where the artist has lived for many years.

Memoria di un marinaio, tecnica mista, snno 2016, 50x50 cm.

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Verso Caltagirone - terre ed acrilici a spatola su compensato, anno 1989, 45x30 cm.

Il lungo percorso verso il Metaformismo del Maestro

Mario Salvo

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uando si tratta un autore di un certo calibro è sempre interessante poter ammirare il suo percorso artistico, capire da dove sono nate le ultime opere, comprendere la ricerca e le mutazioni di espressione oltre che quelle creative. Nell’ultimo anno mi sono trovato spesso davanti ad opere non figurative, di impressione astrattista o informale, di primo acchito interessanti, ma ben presto rivelanti una mancanza pressoché totale non solo di anima e di spessore, ma anche di studio, di proporzione delle forme e delle cromie. I classici dipinti che possono arredare le pareti di uno studio medico, ma che poco trasmettono di sè e dell’Artista. Osservando le opere del Maestro Mario Salvo, Cavaliere e Ufficiale della Repub-

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blica, possiamo immergerci totalmente nelle sue impressioni paesaggistiche, possiamo captare suoni, profumi e atmosfere come fossimo noi stessi nella realtà di quei luoghi. Possiamo quindi comprendere la nuova teoria visiva nata nel 2010, il Metaformismo della Dott. ssa Giulia Sillato, osservando i paesaggi del Maestro Salvo. Mario Salvo vanta una lunga carriera artistica, non solo come Artista, ma anche come Docente d’Arte alla Associazione Aletes Onlus, come consulente per musei come il Boijmans Van Beuningen di Rotterdam ed il National Reina Sofia di Madrid, oltre a molte partecipazioni come membro di giurie in concorsi internazionali. Salvo ha inoltre ricoperto nel 2008 la carica di rappresentante artistico dell’Italia in Lettonia, al Mark


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La pittura di Mario Salvo procede per fasi progressive di un'evoluzione cromatica che nel tempo finirà con il rasentare la rarefazione, nella misura in cui l'assoluta padronanza della materia lo rende immediato nel trasmettere le sensazioni. La predilezione, sempre manifestata, per il paesaggio, trova nella sua spatola una straordinaria conferma di qualità, poiché' la stesura delle singole campiture cromatiche, condotta con mano caparbia ed esperta, traduce in puro colore il segreto linguaggio della Natura. L'insieme pittorico, così come egli lo accorda e lo armonizza nel tessuto narrativo, è in grado di profilare orizzonti, suggerire distese marine, indicare paesaggi ed evocare atmosfere, ma pure ribaltare la scena, scambiare il cielo con il mare, in miriadi di tasselli variegati di blu, insomma invitare chi osserva a sognare... Giulia Sillato

Oasi, terre e acrilici a spatola su cartoncino telato, anno 2012, 25x35 cm.

INFO mariosalvo@virgilio.it www.mariosalvo.it

Sorgente terre e acrilici su legno, anno 2009, 60x60 cm.

Rotko Museum Center, per la realizzazione di opere da destinare proprio al Museo di Daugavpils, città natale dell’illustre artista russo. Riconosciuto come esperto d’Arte, ma anche come Artista, è presente infatti negli Archivi bio-iconografici del Museo Maxxi, della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e nell’Archivio Storico del Museo delle Arti di Palazzo Bandera a Busto Arsizio. Vanta numerosi premi in ambito artistico, dal Premio Oscar dei Giovani al Premio Pablo Picasso, sino agli ultimi: Premio Artista del III Millennio 2014 e Premio Internazionale della Cultura 2015. La sua Arte è pubblicata in autorevoli edizioni del settore, innumerevoli le pubblicazioni e le recensioni sui quotidiani di tutta

Vento d’autunno terre e acrilici su tela, anno 2012, 60x60 cm.

Italia, anche con inserti speciali, oltre alle apparizioni su diversi canali televisivi, sia pubblici che privati. Nel futuro del Maestro Mario Salvo troviamo un progetto molto importante: coinvolgendo organismi ed enti pubblici regionali, desidererebbe, insieme ad altri Maestri, ognuno nel suo specifico settore artistico, realizzare un’Accademia d’Arte Libera, ovvero uno spazio nel quale poter insegnare gratuitamente, diffondendo, tra i tantissimi giovani che desiderano apprendere l’arte e le sue filosofie, i segreti delle tecniche e delle professioni d’arte che, diversamente, andrebbero solamente a beneficio di pochi. Un progetto che fa molto onore all’illustre Artista e che speriamo si possa realizzare presto e con tanto entusiasmo. Flavio Ennante

Rimembranze, terre e acrilici a spatola su tela, anno 2013, 60x60 cm.

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Adele Arati I suoi primi 25 anni di ricerca

INFO adelearati@libero.it www.premioceleste.it/adele.arati twitter.com/adelearati - facebook.com/adele.arati

L “

’arte sin dalle Origini del tempo è stata fautrice della CreaEvoluzione dell’ ESsere Umano e del suo futuro. Ma per Noi è impensabile avere co_Scienza della nostra Vita, se prima non riusciremo a comprendere i Processi che ci hanno reso così straordinari. Molti sono i fattori, un groviglio non semplice e lineare, eventi disordinati con cause e influenze diverse. Dopo diversi anni di studi e ulteriori anni per organizzarne gli argomenti, attraverso l’aRTè e alcuni i suoi Medium, tra cui: Pittura, Scultura, Foto_Grafica, Web_Video_Installazioni e Scrittura Cre_aa_ttiva... English info

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Adele Arati

he art since the time of the Origins was an advocate of of the CreateEvolution of ‘Human Being and its future. But for us it is unthinkable to have co_Scienza of our life, whether before we fail to understand the processes that have made it so extraordinary. Many factors, not a simple, linear tangle, disorderly events with different causes and influences. After several years of studies and additional years to organize the topics, through aRTè and some of its Medium, including: Painting, Sculpture, Graphics_Photo, Web_Video_Installations and Write Cre_aa_ttiva. I’ll take you to unknown places in the eyes but not to the soul of knowledge. Stories of aRTè: Stories Fantasy_Scientific_artistici. But it must be remembered that the fantasy thought is always. It was the take_off base for science, without great minds who have created in time. there would not be today’s reality. The same physicist Albert Einstein said: “Intuition is more important than knowledge”, just remember the great geniuses and their works, such as: “The artist Leonardo da Vinci, the astronomer Nicolaus Copernicus, the Jules Verne writer”; were visionaries? No, they were fascinating personalities and simply Human Beings, ripe to intuit more universal truths and through their ideas, to enlighten and Crea_Evolvere their future and that of those who wanted them to hear... Coming to share their reality through art become the engine for Bi_Universe.

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Sopra tre immagini in anteprima del nuovo progetto di Adele Arati Nata a Parma, dove vive e lavora, il 16 aprile 1967 e il “20-21 gennaio 1970”. Adele Arati vanta 26 anni di professionalità in ambito grafico e fotografico. L’11 luglio 2014 ha dato vita al progetto artistico <aRaTI.ram:aaRTI>, dopo 25 anni di studi. ESPOSIZIONI E RICONOSCIMENTI 01/30-10-2016_Premio Arte Cairo Mondadori, pubblicazione su Arte ottobre, selezionata fra le 39 donne emergenti dell’Arte Contemporanea Italiana 01/04-12-2016_Project Miami 1.0-Art Basel, Spectrum, Miami, USA 02/06-11-2016_Paratissima 2016 “Infiniti labirinti”, sezione OFF, Torino 08/23-10-2016_Art Venice 2016, Venezia 08/21-10-2016_Inside V, Svezia 03/16-10-2016_Perspective of Comunication, GM digiemotion 06-05/10-07-2016_XI “Fotografia Europea, sezione OFF web-line 02-05/10-07-2016_“Parma 360°” Festival della Creatività contemporanea 05/20-03-2016_”Premio Ligures”-premio della Critica, Fortezza Firmafede, Sarzana 15/30-01-2016_”Premio Biancoscuro”, pubblicazione ed esposizione, Asti 17/02-12-2015_ “BMM Biennale Museo MIIT”, Torino 16/18-10-2015_ “Oud Sint Jan Museum-From Picasso”, Triennale Brugge, Belgio; 17/30-10-2015_”Words and works”, Venzia; 5/10-05-2015_ “Terra”, Museo AEM, Milano; 4/07-12-2014_”Miami River Art Fair 2014”, Miami, USA; 18/29-11-2014_”Experoment”, Galleria Bottega Merlino, Firenze; 11/23-09-2014_”Les Contemporains”, Galleria AmArt, Bruxelles; 21/29-06-2014_”IV Arte contemporanea”, Palazzo di Cà dei Carraresi, Treviso; 20/24-06-2014_ “VI Biennale Monte-Carlo”, Hotel de Paris, Monte-Carlo; 18/23-02-2014_”Arti visive Sanremo”, Sanremo. Prima esposizione. Il progetto <aRaTI.ram:aaRTI> è protetto dai diritti d’autore.


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Aldo Righetti Evoluzione nel minimalismo

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elle opere realizzate nel corso del 2016 da Aldo Righetti scorgo un’evoluzione, non tanto in senso stilistico, quando contenutistico. Iniziamo dai denominatori comuni: coerentemente al suo pensiero, al suo gusto e alla sua ricerca stilistica, Righetti crea opere composte da più moduli, che si sviluppano in formato quadrato, orizzontale o verticale. Rimanendo nell’ottica del quadro-scultura, esse si presentano come “tele” di legno levigato e uniforme, su cui si stagliano, in bassorilievo, inserti materici di varie forme e grandezze. Il minimalismo e la pulizia generale di queste opere sono parti integranti del suo lavoro e proseguono anche in questa serie, dando continuità ai progetti passati. Le linee essenziali e l’uso di pochissime e delicate tonalità di colore, fino ad arrivare al bianco monocromatico, sono altri elementi comuni. Veniamo ora ai cambiamenti che ho riscontrato. Osservando opere come le due “Porzioni concrete”, è possibile notare la presenza di soggetti figurativi come persone e frutti che interagiscono tra loro, dentro zone delimitate, all’interno dei riquadri disegnati nell’opera stessa. Successivamente questi lasciano il posto a semplici forme geometriche: stelle (come in “Personalized modularity”), quadrati, cerchi, sfere, coni. Esse si orga-

Porzioni Concrete, tecnica mista su legno, anno 2016, 80x80x13 cm.

nizzano in modi differenti a seconda dell’opera. Possono essere ripetizioni di pattern, come in “Universi possibili”, oppure concrezioni più complesse, che sembrano sfociare nell’accumulo, da una parte, e nella rarefazione, dall’altra. “Universo liquido” rispecchia quest’ultima descrizione: ognuno dei sei riquadri di cui è composta l’opera, infatti, è diviso nella tensione tra flussi osmotici di elementi e rispettiva sparizione progressiva degli stessi. Questa “tensione” non si traduce mai, tuttavia, in contrasto o scompenso per l’osservatore, anzi, si risolve in un piacevole e interessantissimo equilibrio dell’opera nella sua complessità. Il cerchio, declinato nella sua forma geometrica bidimensionale e poi in quella solida, sembra diventato un elemento distintivo di questa nuova fase artistica di Righetti, che sicuramente ha compiuto un stacco molto chiaro rispetto alle opere degli anni precedenti, per approdare a uno stile molto più astratto e concettuale. Quasi come fosse un racconto, possiamo seguire una “Big bubble”, per esempio, nella sua metamorfosi e trasformazione in altro. Di fronte a queste piccole porzioni di realtà stilizzate, ripetute e messe in giocoso movimento, il fruitore si trova come di fronte a un momento di sospensione dal tempo, una pausa dalla frenesia interiore ed esteriore, un attimo di respiro e di concentrazione sulla purezza degli elementi semplici, in attesa del prossimo episodio in cui ci condurrà Aldo Righetti. Anna Mola

INFO aldorighetti@libero.it www.aldorighetti.com Porzioni Concrete 2.0, tecnica mista su legno, anno 2016, 80x80x13 cm.

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Lucilla Labianca La sua ricerca oltre il tradizionale

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ucilla Labianca è nata a Roma, diplomata artisticamente e laureata in Architettura, pur risentendo inizialmente della tradizione artistica familiare del padre Nicola (pittore figurativo e miniaturista), con le sue opere ad olio e ad acquerello dimostra sempre di essere alla ricerca di una nuova espressione artistica, sino all’approdo alla grafica. Il lavoro di architetto e l’impegno nel restauro di monumenti archeologici (fino al 2012), l'ha sensibilizzata verso il mondo figurativo classico. Ma è il successivo contatto con l'arte moderna a New York e a Chicago che l'ha indirizzata ad una ricerca oltre

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il “tradizionale” con la scoperta dell'Arte Digitale. La ricerca della Labianca è stata quella di rompere i contorni dell'immagine storica, infrangendo i suoi limiti ed esaltandone la frammentarietà con una disseminazione equilibrata sulla tela di forme e colori. È giunta così ad un uso pressocchè esclusivo dell'iconografia antica cogliendo da essa i suoi più complessi significati semantici e rielaborandoli in una spazialità l inedita per il mondo classico.s A destra: Sguardo nella notte, arte digitale, pigmento e tempera su tela, 2016, 30x70 cm. In basso: Gaul e le quattro stagioni arte digitale, pigmento e tempera su tela, anno 2015, 150x56 cm.


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Oreste e ifigenia, arte digitale, pigmento e tempera su tela, 2015, 30x30 cm.

Percorso e destino della vita, arte digitale,

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Medusa, arte digitale, pigmento e tempera su

pigmento e tempera su tela, 2015, 30x30 cm.

tela, 2014, 50x50 cm.

2014_ “Elbschoss Residenz”, Amburgo 2014_ Roma Art Festival 49° - 50°, Roma 2014_ Centro d’Arte San Vidal, Venezia 2015_ 2^Biennale Arte di Palermo, Palermo 2015_ Pal.Fantuzzi, Galleria Farini, Bologna 2015_ Galleria d’Arte Mentana, Firenze 2015_ Biennal de Arte Barcellona, Museo Europeo Arte Moderna (MEAM), Barcellona 2015_ Roma Art Festival 51° - 52°, Roma 2015_ Collettiva e Personale, Scuderie di Palazzo Morenberg, Sarnonico (TN) 2015_ “The Artists Fire”, Barge House/Oxo Tower Wharf, Londra. 2015_ “Artprotagonist 2015”, Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (PD) 2016_ “Arte è Donna”, Museo Diocesano, Terni 2016_ Roma Art Festival 53° - 54°, Roma 2016_ Triennale d’Arte Contemporanea, Verona

2016_ Arte Salerno 2016, Salerno 2016_ Collettiva e Personale, Scuderie di Palazzo Morenberg, Sarnonico (TN) 2016_ Contemporanei agli Uffizi, Firenze 2016_ “Arte Firenze”, Fortezza da Basso, Firenze 2016_ 15^Arte a Palazzo Fantuzzi, Galleria Farini, Bologna 2016_ Art Innsbruck, Biancoscuro, Innsbruck

Esposizioni recenti 2010 _ Roma Art Festival 42°- 43°, Roma 2010_ Salone internazionale del Restauro, Stazione Leopolda, Firenze 2010_ Galleria Pentart, Roma 2011_ Roma Art Festival 44°- 45° - 46°, Roma 2011_ Personale, Sala della Colonna, Fondo (TN) 2011_ “Natale di Roma”, Cascina Farsetti, Roma 2011_ Sala Chiara Idea, Circo massimo, Roma 2011_ Museo di Villa Pamphili, Roma 2012_ “La ricchezza del sottosuolo”, Palazzo Assessorile, Cles (TN) 2012_ Roma Art Festival 47°- 48°, Roma 2012_ ExpoArte, Fiera del Levante, Bari 2013_ExpoArte, Fiera del Levante, Bari 2013_ “Arte in Cripta”, San Carlo al Corso, Roma 2013_ “Natale di Roma”, Cascina Farsetti, Roma 2014_ Biennale della Creatività, Verona 2014_ Biennale di Asolo, Asolo

INFO lucilla.labianca@gmail.com

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Henda Khelifi Penna e pennello i suoi strumenti

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enda Khelifi, tunisina di nascita e mantovana di adozione, è una giovane artista di straordinario talento. Gli studi classici, quelli di psicologia sociale, e la passione per l’arte contemporanea la rendono un’autrice di indubbio spessore. Unisce due professioni, quella di pittrice e quella di scrittrice, dando alla luce molte opere: dipinti legati a livello tematico ad una trilogia letteraria, di cui due romanzi già pubblicati dall’Editoriale Sometti. Penna e pennello, dunque, gli strumenti di Henda Khelifi. Le sue opere vengono esposte in mostre collettive e personali, in Italia e all’estero, meritandosi anche premi e riconoscimenti. Nel giugno del 2016 la Khelifi ha partecipato ad una selezione di ArtExpò Gallery, con i dipinti stampati sulle copertine dei primi due romanzi del-

In alto a destra: Uragano A destra: L’ovulazione

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la trilogia (“La solitudine in compagnia” e “Memoria nel vuoto”). Viene giudicata da una commisssione artistica, composta da illustri critici e collezionisti d’arte francesi e italiani (tra cui i noti Jean Charles Spina, Elena Cichetti, Mariarosaria Belgiovine e Francesco Chetta) e riceve il “Trofeo la vela d’oro per l’arte” per l’opera “Memoria nel vuoto”. Tale successo le apre le porte per il “Premio biennale Palma d’oro” a Monte-Carlo, dove partecipa con il dipinti “Tramonto di quattro stagioni” e “Oltraggio all’amore”. In questa


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fortunata occasione l’artista viene premiata, il 24 settembre 2016, al Monte-Carlo Bay del Principato di Monaco. Un’altro importante riconoscimento viene offerto alla Khelifi, per l’opera “L’ombra del passato” (che sarà la copertina del terzo romanzo della trilogia), opera in concorso al BIANCOSCURO ART CONTEST 2016 e con il quale vince il premio del pubblico. Simpatica, solare, piena di energia e di entusiasmo, Henda dipinge e scrive con una carica emotiva che sorprende. La sua principale caratteristica è quella di vivere la sua stessa produzione come un’avventura: lei non conosce personaggi, luoghi e atmosfere fin quando non li crea e li fa vivere. Con le sue opere è capace di emozionarsi, di gioire e di piangere, Henda Khelifi non è un’artista razionale, ma è passione pura, fantasia l e vivo sentimento. s

Le emozioni cromatiche suggeriscono forza evocativa e profonde espressioni dei suoi stati d’animo. La sua sensibilità artistica si sofferma sulle proposte del suo inconscio, evocando gli innesti tonali fino alla fusione e trasformazione di ogni riferimento al reale.

Mariarosaria Belgiovine

INFO henda.khelifi@libero.it

Henda Khelifi, scrittrice e pittrice

autodidatta, è nata alla fine degli anni ‘70 a Tunisi Le sue opere si ispirano ai suoi romanzi. Ogni volta che mette una tela bianca sul cavalletto la sua immaginazione la fa viaggiare attraverso gli oceani, alla fine di ogni viaggio nasce un’opera che completa qualcosa del romanzo. Dipinge con pennello, spatola, siringhe a dosare la pittura acrilica. Espressionista astrattista. la sua creatività va oltre la sua immaginazione.

In alto a sinistra: Memoria nel vuoto A sinistra:Il Rio di Mantova

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Muryan L’Arte antropomorfa: quando fauna e umanità si fondono

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rafico, creatore di cartoons e fumettistica, vanta collaborazioni con Lumberjack, Rai, Fastweb, Disney Italia ed altre importanti realtà per cui realizza copertine, video, spot e animazioni. È anche fondatore, a Reggio Emilia, dello studio “Cortianimati”, in cui realizza cartoni tradizionali 2D e nel tempo libero si dedica nella sua eterna passione, la pittura, trattando soggetti originali in cui la figura umana spesso si combina con quella animale, realizzan-

do personaggi che paiono usciti dalle favole di Esopo, in cui fauna e umanità si specchiano inscindibilmente l’uno nell’altro. I suoi cortometraggi hanno ottenuto numerosi premi a vari festival del settore, come il Reggio Film Festival, Cartoon Club di Rimini ed il Festival di Hiroshima. Il suo primo mediometraggio in 2D (sulla figura storica di Matilde di Canossa), vince il bando della Regione Emilia Romagna, viene dunque prodotto e distribuito in DVD. È nel 1992 che inizia il percorso nel mondo della pittura e la sua attenzione si fissa in

Sentimenti felini - olio su tela, 80x120 cm.

particolare nella ritrattistica, ma nel contempo sviluppa un forte interesse per l’ambiente della moda: in un certo senso l’osservazione dei caratteri naturali ed istintivi degli animali, simili a vari comportamenti umani, unito all’eleganza elaborata della sartoria d’autore, genera una miscela raffinatamente caricaturale, dove il “bestiario umanizzato” può suscitare una doppia chiave di lettura: l’uomo è un animale civile o spesso l’animale, in quanto tale, è migliore dell’uomo? Si risale addirittura ad affreschi e graniti egizi dove il Dio Ra (o disco solare nascente) è uomo/falco e Anubi (custode del regno dei morti) ha la testa di sciacallo. Arte e letteratura greco/romana sono ricche di storie e citazioni antropomorfe, ma pure le civiltà successive, tant’è che quella moderna raffigura tuttora animali dalle caratterizzazioni tipicamente umaPandora - olio su tela, 120x140 cm.

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ne: l’esempio più evidente lo si registra nella narrativa per ragazzi o nei cartoons. Nella pittura del Novecento molti artisti si sono cimentati nel genere antropo-

morfo (tra i più famosi, possiamo ricordare i fratelli Alberto Savinio e Giorgio De Chirico), attualmente uno dei protagonisti è sicuramente Max Hamlet Sauvage che ha realizzato una grande collezione di opere molto significative, intrise di vari stili comprendenti toni metafisici, surrealisti e pop art, ma anche opere con un certo carattere fumettistico. Ecco allora che Muryan, figlio degli anni Ottanta, sintetizza ed elabora nella sua forma mentis artistica tutte queste moderne realtà, e in quanto creatore di cartoni animati dell’era contemporanea, non può non rielaborare e sperimentare anche in pittura l’arte antropomorfa, oggi chiamata anche “arte furry” o “arte anthro”. La furry art nasce come

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creazione di opere, dal fumetto al disegno o altre forme creative, che hanno come protagonisti figure fantastiche antropomorfe, ma anche umanoidi con caratteristiche animali. La realizzazione può essere di vario genere, dal fumetto al cartone, al videogioco, prodotti con sistemi tradizionali o in digitale. I cortometraggi classici della Disney, riadattati negli anni Novanta per l’uso televisivo, ma soprattutto i videogiochi che hanno come protagonisti personaggi antropomorfi, costituiscono, ad oggi, uno dei media più utilizzati dal pubblico (sia giovane che adulto) e Muryan ha saputo riunire tecnologia e tradizione pittorica, all’interno della propria realizzazione creativa. Anna Rita Delucca

I colori del sole - olio su tela, 100x150 cm.

L’amore per gli animali e l’alta moda, nella sua essenza artistica, hanno sempre attirato molto la mia attenzione. Gli animali sono per me il massimo grado di ispirazione. Nel corso degli anni di studio dell’arte, ho conosciuto ed avuto modo di apprezzare le varie loro rappresentazioni, da semplici cani da accompagnamento, alle scene di caccia, a l’uso di loro come veri e propri protagonisti della scena; ho amato molto le stampe ed i dipinti di fine ottocento che li ritraevano su figure umanoidi, con vesti da sera o in uniforme. [...] Ho unito teste di animali e abiti di alta moda in pose artistiche ispirate a fotografi di settore, dando così all’abito una sua anima. Ho cominciato a dipingere nel 1992, ma per un lungo periodo mi sono voluto fermare andando alla ricerca di nuovi orizzonti ed ispirazioni. Ora ho riordinato le idee e ritrovato ciò che voglio rappresentare nella pittura, gli occhi degli animali sono per me come finestre spalancate su un altro mondo, ed io voglio vedere attraverso di loro ed entrare in questa realtà nuova. Muryan Esposizioni recenti INFO muryan@email.it

2014_ permanente, Outfit, Modena 2014_ 15 nov/07 gen 2015, Caffè892, Modena 2015_ 21 feb/31 mar, Caffè Artè, Reggio Emilia 2015_ 18 apr/10 mag, Corte di Felsina, Bologna 2015_ 29 ott/30 nov, Museo del Bizzarro, Lucca 2015_ 14/26 nov, Galleria Arttime, Udine 2015_ 2/31 dic, Ristorante AGUA, Bologna 2016_ 30 gen/7 feb, Corte di Felsina, Bologna 2016_ 03/16 apr, Galleria Immagini Spazio Arte, Cremona 2016_ 26 mar/28 apr, Museo della Ferrovia, Savignana (TO) 2016_ 27/30 mag, PrinceArt, Salerno 2016_15 lug/5 ago, Corte di Felsina, Bologna 2016_03/08 set, Chiesa di S. Cristoforo, Lodi A fianco, Muryan all’opera nel suo studio

Riflessioni - olio su tela, 100x120 cm.

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UMBERTO

S A L M E R I

Good Trip, good year - tecnica digitale su forex, anno 2014, 74x50 cm.

www.umbertosalmeri.com


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Flora La grande Artista francese, protagonista a Art Monaco [1]

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reatrice di una particolare tecnica di rilievo, chiamata con il termine generico di “Cosmogéologie © Flora”, teorizza la sua attività di pittrice raccontando e spiegando il suo metodo. In sintonia con i suoi dipinti, Flora scrive infatti anche testi, poesie, leggende, citazioni, oltre a libri di poesia filosofica. La ricerca pittorica di Flora si pone l’obiettivo di ancorare le sue riflessioni sul mondo, le sue origini, la sua evoluzione. Con una potenza cromatica stupefacente, il lavoro di Flora si legge come fosse una poesia scritta sulla tela, in cui le materie usate sono l’inchiostro. Il risultato è unico nel suo genere, nascono così opere appassionate e cariche di significato. Apprezzata in un tutto il mondo, a ottobre è stata protagonista con “Equilibre” l ad Art Monaco 2016. s

Equilibre - tecnica mista su tela, 100x200 cm. [6]

[1] Flora e la sua opera, con Vincenzo Chetta il giorno dell’inaugurazione di Art Monaco 2016 [2] Flora e Johnnesco Rodriguez, patron della fiera, davanti alla sua opera [4]

[3] Flora, Anastasiya Severgina e Vincenzo Chetta nello stand Biancoscuro [4] Vincenzo Chetta e Flora in posa il giorno dell’inaugurazione di Art Monaco 2016 [5] Dettaglio dell’opera di Flora [6] Flora con la sua opera “L’invisible Grand Brasseur de l’univers”

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INFO www.flora-artiste-peintre.fr

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Vetrostorie e Librindosso by Pupi Perati

Le Vetrostorie e i Librindosso raccontano un viaggio nelle opere in tecnica mista di Pupi Perati. Sono Libri-gioco interattivi che invitano nelle trasparenze, nelle luci e nei colori dell'immaginazione,alla scoperta di un mondo in cui natura e tecnologia s'incontrano, sul filo sottile che segna il confine tra sogno e realtĂ .

www.frammentidiparadiso.it


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Sonia Viccaro s.viccaro@tiscali.it

Fire tecnica mista su tela, anno 2006, 100x150 cm.

MASSIMO_LOMI Studio

mas.lomi@tiscali.it

www.lomimassimo.it

Coucher de soleil a Montmatre tempera su tavola, anno 2016, 78x98 cm.

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Antonietta Vaia Oltre la materia, uno sguardo in cerca del vero

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on una sensibilità onirica, una forza visionaria, l’Artista di Sant’Arpino stende sulla tela pennellate decise e materiche, animate da una vivezza cromatica che riflette uno spirito solare e ottimista. Le sue immagini sono l’iconografia dello spazio interiore, vivificato da pulsioni, fremiti, attese, palpiti, svincolati dall’indagine formale delle scienze e dal rigore delle categorie spazio-temporali. La dissoluzione della forma diventa matrice dell’invenzione creativa, come insegna Gianni Pisani, suo maestro all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nelle ultime opere si legge l’inizio di una svolta, che tende ad abolire la figurazione per esaltare la materia, rivelare la sua forza espressiva ed evocativa. Marco di Mauro

antoniettavaia.av@gmail.com

Dopo aver conseguito la Maturità Artistica presso il Liceo Artistico di Aversa si è specializzata all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel corso di Pittura dei Maestri G.Pisani e Bruno Starita, con il massimo dei voti. Abilitata all’insegnamento di Discipline Pittoriche, Storia dell’arte e Arte e immagine dal 2001, è docente di Arte e Immagine. Sopra: Terra dei fuochi, tecnica mista su tela, anno 2016, 80x120 cm. In basso: Tutto tace, tecnica mista su tela, 60x60 cm.

Esposizioni

2005 - “B-Fronte - Intimi sguardi”, Il Pilastro, Santa Maria Capua, Vetere 2004 - “Tangente Laguna”, Mestre 2004 - “Atellani del ‘900 – Le Arti figurative nel territorio atellano nel corso del Novecento”, Convicinio di Orta, Atella 2004 - “Istanze”, Vico Equense 1999 - “Pietrastornina Arte”, Pietrastornina 1997 - Pinacoteca d’Arte Contemporanea, Palazzo Ducale, Sant’Arpino 1997 - “Mostra d’Oltremare”, Napoli 1997 - “Terza Mostra Nazionale e Internazionale di arti visive Contemporanee”, Avellino 1997 - “Arte fra la gente”, Napoli 1996 - “Si può fare”, Procida 1996 - “Aspetti dell’incisione contemporanea”, Accademia di Belle Arti L’Aquila – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea 1996 - “Seconda Mostra Internazionale di arti visive Contemporanee”, Avellino 1995 - “Arte e libertà”, Sala congressi Patriarca, Mercogliano 1995 - “Artisti in vetrina”, Sala Consiliare del Comune di Candida, Avellino 1995 - “Prima Mostra Internazionale di arti visive Contemporanee”, Avellino 1994 - “Colori e Musica”, Cove de l’Emitrage, Napoli.

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Mar-Mau

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auro Marchi, in arte Mar-Mau, fin dalla giovane età ha coltivato la passione per il disegno tecnico e la pittura. Oggi crea oggetti e figure in diversi tipi di metalli che poi personalizza con tecniche particolari. Nella sua carriera ha ricevuto molti riconoscimenti in vari concorsi e recentemente è stato segnalato con nota di merito alla I Biennale della Creatività di Verona. Mar-Mau ha esposto in varie gallerie d’Italia, tra cui Intrecciarte a Pietrasanta ed Exodus a Forte dei Marmi.

INFO mauro.marchi1938@libero.it

Emozione Africa insieme di metalli lavorati a mano, saldati con oss/propano e lega castolin, in parte pitturata con smalto acetonico, anno 2016, 48x24x13 cm.

Riconoscimenti recenti

Piccola profuga tecnica mista con lega di rame castolin e argentana 30% anno 2016, 42x30x30 cm.

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- 2° classificato ex-quo al concorso “Magnefut”, Villa Fendi/Piano di Sorrento, Napoli; - 2° classificato al concorso del “Piccolo Formato”, Galleria La Pergola, Firenze; - selezionato al XXX° Premio Firenze Sezione Arti visive; - premio della Giuria al concorso “Ricerca e fantasia”, Galleria “La spadarina”, Piacenza; - esposizione su invito, Mostra e Fiera Marmo e Macchine, Marina di Carrara; - premio Trofeo la Vela d’Oro con inserimento sulla rivista d’arte Biancoscuro; - segnalazione con nota di merito alla I Biennale della Creatività di Verona 2014; - premio Mostra Collettiva al BAC 2016 sezione scultura.


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Yaneva Alchimista del colore, ogni elemento in perfetto equilibrio

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aneva (Nora Nikolova Ficcadenti), laureatasi all’Accademia di Belle Arti di Sofia, porta con sé il suo mondo d’origine, mondo che sente ormai lontano e che riposa dentro al suo vaso ermetico, invisibile ai più, ma presente nella sua coscienza. Perché Nora è un’alchimista del colore, cosmopolita per natura, assorbe e traduce in pittura quanto trattiene negli occhi e assorbe attraverso i sensi. Il suo iter si fonda sul disegno e la grafica, di cui è raffinata maestra d’arte, con esperienze da ceramista e decoratrice di tessuti. Ma è in Italia che l’Artista compie la sua metamorfosi e si trasforma: la città eterna l’accoglie e le fornisce le prime ispirazioni. Dipinge opere con il pennello e con la spatola, crea opere elaborate a matita e incisioni, coloratissime o in bianco e nero. Comunica molto la sua personale scelta cromatica, è infatti il suo stato d’animo che la porta a compiere la definitiva selezione tra le sfumature da mettere su tela e l’argomento narrativo, sempre permeato di grande forza creativa. Tra personaggi solitari, paesaggi urbani e percorsi metropolitani, l’Artista alterna sapientemente le sue emozioni che trasmette attraverso forme, colori e utilizzando diverse tecniche e i pigmenti: olio, acrilico, inchiostro, tecnica mista. È una pittura fluida, completa, in continua evoluzione. Artista dalla personalità vivace e positiva, a tratti persino musicale, ci tiene a sottolineare che come pittrice nasce in Italia,

dove dal 2006 ha iniziato il suo percorso artistico. Ogni elemento nei suoi dipinti è in equilibrio, perfettamente armonico, sia che si tratti di figure che di architetture, anche se intorno regna il caos, come a Roma, città che adora e che compare spesso nei suoi soggetti urbani. Non sceglie di ritrarre la Roma caotica, dunque, ma la superba città ideale: sceglie con cura gli scorci, i ponti, le cupole e le statue che ama di più e dispone il tutto con cura sulla tela, in una visione di meraviglie simultanee altrimenti impossibili da cogliere tutte insieme. Una Roma vista con il cuore oltre che con gli occhi, vera e sentita. Non le è stato difficile far scoprire il suo talento: ha già al suo attivo molte esposizioni in importanti rassegne d’arte contemporanea, sia in Italia che all’estero, e vari riconoscimenti, in un percorso senza interruzioni che le ha fruttato anche molte recensioni positive e menzioni da artisti e critici noti, tra cui Ennio Calabria e Sigfrido Oliva. Nicoletta Retico

Esposizioni recenti - “L’emozione dei colori”, Roma, Sala dei Dioscuri, complesso del Quirinale, 2010; - Toretta Valadier - Ponte Milvio, Roma, 2010; - Mibact, Biblioteca Angelica, Roma, 2011; - Museo Gracco, Pompei, 2011; - “Start Up”, Castello di Acaya Lecce, 2011; - “Human Rights”, Rovereto, 2011/12/13; - “Insieme Donna”, Palazzo Ruspoli, Nemi, 2016; - “Egos XI”-“Egos XII”, Barcellona (E), 2016; - “Inside V”, Quirinus Art Gallery, Koping, Svezia (S) 2016. Opere in permanenza da “Merlino Bottega d’Arte”, a Firenze.

noraeroberto@gmail.com www.gigarte.com/noraroby

Estate 03 monografia, 2016, 40x50 cm. Estate 04 monografia, 2016, 40x50 cm.

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Roberta Bizzarri L’Artista creatrice di tecniche uniche

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rtista versatile e polimaterica, le sue idee e la sua fantasia sono in continuo movimento. La sua Arte è innovazione e originalità: le sue tecniche sono uniche e difficilmente imitabili, richiedono inventiva, precisione e infinita pazienza. Crea infatti opere con il solo uso di petali di fiori, foglie o vino, mosaici di perline colorate, paillettes, strass e Swarovski. Ha avuto l’onore di realizzare quadri di grandi dimensioni con fiori secchi e freschi per Papa Benedetto XVI e per Papa Francesco, in occasione delle loro visite ad Assisi. Suoi quadri sono stati esposti in Piazza San Pietro in occasione dei SS. Pietro e Paolo alla presenza di Papa Francesco. Le sue opere sono un tripudio di luminosità e di colori: le sue grandi passioni, sentendo fortemente la presenza e l’amore di Dio nella propria vita, sono proprio l’Arte Sacra e gli Angeli. L’Artista, nascendo e vi-

vendo in Umbria, è sempre stata particolarmente affascinata dalla vita spirituale di San Francesco di Assisi, e questo forte sentimento è stato rafforzato dal fatto, che, proprio nel suo meraviglioso paese di origine, Cannara, è stato istituito il Terzo Ordine Francescano: proprio lì dove è avvenuta la famosa Predica agli uccelli di San Francesco. Tutti questi elementi hanno accresciuto fortemente il suo desiderio di realizzare numerose opere dedicate alla vita del Santo. I quadri di Roberta Bizzarri sono esposti in collezioni pubbliche e private, inoltre numerosi articoli e interviste parlano di lei e della sua Arte innovativa. Ha realizzato opere per importanti libri di poesia e partecipato a numerose estemporanee e concorsi, ottenendo prestigiosi riconoscimenti. Le sue opere girano il mondo, sono infatti esposte in molte Gallerie italiane ed estere: in Francia, in Belgio, in Russia, in Brasile, in Albania, nel Principato di Monaco, in Giappone, e presto la sua Arte sarà negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Svizzera. La sua filosofia artistica recita così: “Dipingi con Amore e con Dio”.

L’Artista in Piazza San Pietro con una sua opera Only wine Felino di-vino

Only flowers L'abbraccio di San Francesco a Gesu' crocifisso petali di fiori e foglie secche, 2014, 160x125cm. Opera esposta in piazza San Pietro per i SS.Pietro e Paolo, alla presenza di Papa Francesco.

Esposizioni recenti

- Assisi, 2007 e 2013;

- Assisi, Basilica Maggiore, 11/2013 - 01/2014; - Chieti, XIX Mostra Nazionale S. Pasquale Bajlon, 05/2014; - Spoleto, Biennale d’Arte Contemporanea 2014; - Torino, Vespa Evolution, 13 - 20/09 2014; - Belgio, IV Recontre Biennale de Peintres Contemporains Prix Medaille d’Or de la Ville de Spa, 2014; - Albania, Biennale di Durazzo, 09/2014; - Russia, Galleria Centrale dell’Unione di San Pietroburgo, novembre-dicembre 2014; - Brasile, Museu Eugenio Teixeira Leal, 15-23/12 2014; - Assisi, mostra personale, Basilica Suore Francescane, 2015; - Perugia, Cantine Aperte Goretti, maggio-ottobre 2015; - Milano, Fondazione Federica Galli, 11 - 13/06 2015; - Monaco, Principato di Monaco, ART MONACO 2015; - Assisi, Cenacolo Francescano di Assisi, 06/2015; - Roma, Piazza San Pietro per i SS. Pietro e Paolo alla presenza di Papa Francesco, 28-29/06 2015; - Spoleto, Palazzo Leonetti Luparini, 09/2015; - Assisi, mostra personale “Domus Pacis”, 12/2015; - Assisi, Basilica di Santa Maria degli Angeli, novembre gennaio 2013/2014/2015/2016; - Assisi, ”Pennellate Rosa”, Museo Palazzo del Perdono, 6-20/03 2016; - Perugia, ”Femminile Plurale”, Torre Strozzi, 2 -10/04/ 2016; - Spoleto, Cantiere Oberdan, 22/04 - 1/05/ 2016; - Giappone, OSAKA ART EXPO, 20 - 27/06/ 2016; - Venezia, Contemporary Art to Venice, 7/05 - 5/06 /2016; - Assisi, Basilica delle Suore Bianche, 2016; - Spoleto, Meeting Art due Mondi, 24/06 al 10/07/2016; - Assisi, mostra personale “Suono sacro”, Sala Delle Volte, 07/2016; - Roma, alla presenza di Papa Francesco, 28-29/06 2016; - Cannara, mostra personale, Chiesa di San Biagio; - Montefalco, mostra personale, 07- 12 /2016; - Gubbio, Arconi di Palazzo dei Consoli, 08/2016.

vino sagrantino e vernaccia su sughero anno 2016, 50x70 cm.

art.roberta.bizzarri@gmail.com www.facebook.com/robertabizzarriart

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VITO SPADA

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vitospada57@libero.it - www.vitospada.it

Forme in libertĂ - polimaterico su tela sagomata, anno 2016, 70x100 cm. (spessore variabile 4-8cm)

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VALERIA PICCARI

New York tecnica mista, anno 2015, 40x35 cm.

New York tecnica mista, anno 2015, 40x35 cm.

v a l e r i a p i c c a r i @ g m a i l . c o m

ENZO

MAROTTA

marotta-enzo@tiscali.it



8ª puntata

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Un articolo di approfondimento su uno degli argomenti in campo fotografico/artistico che più fanno discutere...

L’arte controversa di dare colore al passato

Date un’occhiata al colore che è stato aggiunto una novità, esiste da oltre 175 anni, ma anche nel suo pealla foto sopra riportata. Cosa vedete? È il passato ri- riodo di massimo splendore, ha sempre diviso la critica e il portato in vita o il lavoro blasfemo di un revisionista storico? Avete la sensazione di essere più intimamente connessi con gli echi del bel tempo andato o avete l’impressione che il colore distolga l’attenzione dalla “storia” che la foto sta cercando di raccontare? L’arte perduta della colorizzazione delle foto sta vivendo una vera e propria rinascita e, se per un verso, alcuni sono entusiasti dell’opportunità di rivivere e rivisitare la storia in una veste del tutto nuova, altri sono riluttanti a vedere frammenti di storia “ricoperti di colore”. La pratica della colorizzazione delle foto non è

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pubblico in convinti sostenitori e accesi detrattori. Già verso la fine del 1800 quando i clienti “facevano a gomitate” per acquistare immagini a colori, alcuni fotografi denunciavano come la colorizzazione depredasse la foto della sua vera identità, un medium presumibilmente privo di talento che mancava di creatività e comprometteva il lavoro dell’artista originale. Per capire a fondo le controversie, le motivazioni e la storia sottostante la pratica della colorizzazione delle foto, è necessario rivisitarne il passato e fare qualche passo indietro nel tempo.


... i limiti dell’Arte

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sistono importanti differenze tra l’intento artistico e la limitazione tecnologica, una linea spesso difficile da tracciare. Dopo tutto, i fotografi del passato erano probabilmente consapevoli dei limiti tecnici dell’epoca e scattavano le loro foto regolandosi di conseguenza. Lloyd ritiene che decidere se colorare o meno una foto è una questione di etica. Jordan J Lloyd: “Io seguo una regola precisa: se l’immagine è stata scattata in bianco e nero per scopi artistici e quello era l’intento dell’autore originale, la utilizzerò solo per esercitazione personale o per soddisfare un obiettivo manifestamente dichiarato. Quando le foto vengono scattate in bianco e nero per scopi editoriali o come testimonianza di ricchezza storica, il problema etico non si pone.” Come Lloyd, la maggior parte dei coloristi preferisce che il proprio lavoro riproduca il contesto appropriato mantenendo la massima fedeltà agli scatti originali, ove possibile. Jordan J Lloyd: “Posso capire benissimo la posizione dei critici, se si considera il modo in cui alcune immagini vengono presentate online. In molti casi, il contesto manca del

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www.pixartprinting.it/content/controversial-art-colourising-past/

tutto. L’accreditamento al fotografo originale, un confronto tra la versione in bianco e nero e la narrativa, il contesto storico sono tutti elementi forniti originariamente alla fonte (sicuramente da me), ma ogni volta che una foto viene postata online viene, in un certo senso, “spogliata” di tutto questo.” Il motivo per cui alcuni criticano la colorizzazione è attribuibile, in parte, al fatto che questa pratica viola la loro concezione della storia e della tradizione? Probabilmente, la ragione del nostro attaccamento alle vecchie foto in bianco e nero e della nostra riluttanza ad accettare la loro alterazione risiede nel fatto che anche la nostra immagine del passato è in bianco e nero. Vedere quelle epoche passate striate con sfumature di colori moderni è un po’ scioccante. Nonostante i giudizi negativi di alcuni dissenzienti, tutti gli intervistati hanno affermato che la maggior parte del feedback ricevuto dagli artisti è positivo. Jordan J Lloyd: “Le persone adorano un’immagine ben colorizzata perché prende un concetto astratto, “il tempo che fu in bianco e nero”, e lo trasforma in un concetto che tutti noi siamo in grado di capire: il colore ben definito. Il mio lavoro è stato descritto come un’ “esperienza viscerale” o “narrabile”. Per

citare un’espressione pubblicata da un colorista sul suo sito Web: “Non viviamo in un mondo in bianco e nero. È così per noi, ed è stato così per tutti quelli che ci hanno preceduto.” Mads Madsen: “Molti non sanno che la fotografia a colori risale addirittura all’epoca in cui è nata l’arte della fotografia stessa. Vedere quegli avvenimenti visti in precedenza nei libri di storia di colpo ricoperti di colori saturi e brillanti stravolge completamente tale concezione. Noi non siamo addestrati a riconoscere gli oggetti in bianco e nero, ma tale tendenza si annulla completamente quando vediamo queste immagini a colori e, di colpo, siamo in grado di stabilire una connessione con il fotografo.” Sia che si consideri la colorizzazione delle foto come un collegamento con il passato o un crimine contro l’arte, non è possibile non apprezzare la passione, l’energia, l’abilità e la scrupolosità che stanno dietro il lavoro di un professionista. Probabilmente il punto focale di tutta questa discussione è che i fatti, gli eventi delle nostre storie collettive vengono riportati in vita anziché essere dimenticati, custoditi combinando gli umori del presente con gli echi del passato. ...fine.

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Si ringraziano per i contenuti e le immagini Pixart, Jordan J Lloyd, Wayne Degan, Mads Madsen.

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Dayanita Singh al MAST di Bologna La fotografia documentaristica e poetica dei “Museum”

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llestita nella Photo Gallery della Fondazione MAST, è stata inaugurata il 12 ottobre e sarà aperta al pubblico fino all’8 gennaio, l’esposizione personale di Dayanita Singh, figura straordinariamente rilevante della fotografia contemporanea e protagonista affermata del panorama artistico internazionale. Nata in

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India nel 1961, Dayanita Singh ha studiato comunicazione visiva al National Institute of Design di Ahmedabad e si è specializzata in fotogiornalismo e fotografia documentaristica presso l’International Center of Photography di New York. Attualmente vive e lavora a New Delhi. Tutta la sua opera, nell’affrontare temi che oltrepassano qualsiasi confine geografico, si rivela capace di in-

terpretare, riflettere e trasmettere una visione assolutamente personale del suo paese. Dopo gli esordi nel fotogiornalismo e numerosi reportage sull’India realizzati negli anni novanta, Singh prende le distanze dal linguaggio giornalistico e dalla prospettiva coloniale; inizia a sviluppare una ricerca fotografica poetica e documentaristica al contempo; ne emergono criteri, modi e ritmi


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A destra: Blue Book 18 from the series “Blue Book”, 2008 C-print, 62x65 cm. Courtesy of the artist and Frith Street Gallery, London,©Dayanita Singh

A sinistra: Blue Book 9 from the series “Blue Book”, 2008 C-print, 62x65 cm Courtesy of the artist and Frith Street Gallery, London, ©Dayanita Singh

narrativi del tutto inediti nel panorama della fotografia contemporanea. Nel corso degli ultimi anni, il suo lavoro è stato esposto presso l’Art Institute di Chicago, la Hayward Gallery di Londra, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte sul Meno, il Kiran Nadar Museum of Art di New Delhi e la Fundación Mapfre di Madrid. Ha partecipato, inoltre, a due edizioni della Biennale di Venezia, nel 2011 e nel 2013. La sua cifra stilistica risulta dettata, in larga misura, dalla forma espositiva che solitamente adotta: con arredi in legno, paraventi, carrelli, tavoli, costruisce strutture mobili, portatili e modulabili; costruisce, in altri termini, quelli che lei definisce “musei”. Questo modo di operare le permette di conferire al suo lavoro

un aspetto mutevole e significati nuovi: storia personale e storia collettiva, vita privata e vita pubblica, realtà e sogno vengono trasformati nell’insieme frammentario in cui vengono offerti al pubblico, sempre pervaso dal profondo senso di umanità che l’artista prova per ambienti, oggetti, archivi e macchine. Ideata da Urs Stahel, la mostra prende il nome dal Museum of Machines, acquisizione recente della Collezione MAST. Il percorso espositivo propone circa 300 fotografie articolate in serie: non solo Museum of Machines, ma anche Museum of Industrial Kitchen, Office Museum, Museum of Printing Machines, Museum of Men e File Museum, e alcune altre opere. Il visitatore può ammirare mac-

chinari che esalano vapori, processi e metodi di produzione, luoghi deputati all’organizzazione del lavoro, esposti in una formula espositiva articolata e suggestiva: non vi compaiono, semplicemente, asettici ambienti produttivi, ma ne emergono scenari di vita reale, ricchi di dolori, esperienze, sogni e speranze dai quali traspare una forte personalità creatrice. La mostra prosegue al lvello 0 della Photo Gallery di MAST con Archives e Factories, due proiezioni di altre immagini di Dayanita Singh dedicate rispettivamente agli archivi e alle fabbriche, e con l’installazione del Museum of Chance. Questa sezione conferma la cifra stilistica dell’artista: Singh interpreta l’universo degli archivi come un mondo di ombre pieno di vita, un mondo di car-

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File Museum 2012 archival pigment prints 30x30 cm each Courtesy of the artist and Frith Street Gallery London ©Dayanita Singh

ta, documenti che si decompongono, si sgretolano, si polverizzano ma che, paradossalmente, continuano a sembrare vivi e in uso. I suoi archivi sono ambienti coperti di polvere, traboccanti di speranze e dolori, molto distanti e in-

sieme vicini. L’allestimento di Urs Stahel, curatore della mostra, si pone l’obiettivo, sapientemente raggiunto, di non esporre, semplicemente, opere di grande valore artistico, ma di far conoscere al pubblico “una vita piena, ricca, dedicata interaDAYANITA SINGH: Museum of Machines 12 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017 MAST.Gallery, Bologna INFO T. +39 O51 6474406 press@fondazionemast.org da martedì a domenica 10,00-19,00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mast.org

Untitled from the series “Museum of Men – Recent”, 2013 archival pigment print, 30x30 cm. Courtesy of the artist and Frith Street Gallery, London ©Dayanita Singh

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A sinistra: Untitled from the series “File Museum”, 2012 archival pigment print, 30x30 cm. Courtesy of the artist and Frith Street Gallery, London, ©Dayanita Singh

mente all’arte, una personalità forte e rire la curiosità, l’interesse per gli altri, complessa, divenuta negli anni sempre il piacere del gioco”. più matura e consapevole, senza smarLucia Garnero Museum of Machines, 2013, archival pigment prints, 38x38 cm each Courtesy of the artist and Frith Street Gallery, London, ©Dayanita Singh

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Self-Portrait, Undated 40x50 cm. © Vivian Maier / John Maloof Collection, Courtesy - Howard Greenberg Gallery, NY

La strada di Vivian Maier Le sue fotografie esposte all’Arengario di Monza

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a storia di Vivian Meier sembra uscita da un romanzo e, se non fosse stato per una serie di pure coincidenze, probabilmente non l’avremmo mai conosciuta. Tutto ha inizio nel 2007, quando il gio-

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vane John Maloof acquista per 380 dollari l’intero contenuto di un box messo all’asta, pieno zeppo di oggetti collezionati alla rinfusa da qualcuno di cui ignora l’identità. Tra ritagli di giornale, ricette di cucina e ammennicoli vari, spunta uno scatolone


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New York, March 1954 40x50cm. © Vivian Maier / John Maloof Collection, Courtesy - Howard Greenberg Gallery, NY

con centinaia di negativi fotografici e rullini ancora da sviluppare: sono le foto che Vivian Meier ha scattato durante tutta la sua esistenza. Maloof, con pazienza e volontà, inizia a catalogare quel materiale inedito, a pubblicarlo sul suo profilo social, a vedere che quelle foto non piacciono moltissimo solo a lui, ma anche a migliaia di altre persone. Una sola domanda, a questo punto della storia, arriva spontanea: chi ha realizzato quegli scatti?

Lei: Vivian Meier, bambinaia nella vita di tutti i giorni, fotografa curiosa nel tempo libero, oggi riconosciuta all’unanimità una delle massime esponenti della street photography, tanto che a lei è interamente dedicata la mostra “Vivian Meier- Nelle sue mani”, in corso all’Arengario di Monza fino al prossimo 8 gennaio. Orfana di padre, Vivian nasce a New York nel 1926, ma trascorre la maggior parte dell’infanzia in Francia,

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biancoscuro Puoi trovare la versione cartacea su http://artshop.biancoscuro.it - Info: artshop@biancoscuro.com Self-portrait, Chicago area, undated © Vivian Maier / John Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, NY

Audrey Hepburn at the premiere of My Fair Lady at the RKO Palace Theatre, Chicago. October 23, 1964, 40x50cm. © Vivian Maier / John Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, NY

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nel paese di origine di sua madre. In America tornerà in maniera stabile nel 1956, quando si trasferisce a Chicago presso la famiglia Gensburg, per fare da tata ai tre figli della coppia. Nella casa dispone di un

bagno privato che converte in camera oscura, dove la giovane Vivian sviluppa i rullini scattati durante le ore libere in giro per la città, sempre con la Rolleiflex al collo. Spesso si ritrae riflessa sul vetro di qualche negozio, mai guardando l’obiettivo, per quell’estremo riserbo verso se stessa che non tradirà mai. I passanti, i bambini, i clochards, gli animali, i gesti fugaci di chi si saluta o si bacia: tutto ciò che i suoi occhi incontrano lungo la strada viene fissato con delicatezza, maestria, perfezione tempistica. Sono più di 120.000 gli scatti che Maloof ha rinvenuto in quella scatola anonima, scatti che la Meier non mostrò mai a nessuno. Se non fosse stato per la sua mania al limite della compulsione di conservare ogni cosa, forse questo straordinario patrimonio fotografico sarebbe rimasto dimenticato, insieme alla figura di questa donna fuori dall’ordinario, umile ed eccentrica, solitaria esploratrice che fece della fotografia la sua vera vocazione. La mostra di Monza offre al pubblico una selezione di oltre cento opere, per la maggior parte mai esposte in Italia, in bianco e nero e a colori, che raccontano con la loro forza la storia unica e incantevole di Vivian Meier. Il progetto è a cura di Anne Morin, pro-


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dotto e organizzato da ViDi, in collaborazione con il Comune di Monza e Chroma photography, John Maloof Collection e la Howard Greenberg Gallery di New York. Per tutta la durata dell’esposizione si terranno inoltre incontri guidati dal consulente scientifico Piero Pozzi, sui grandi temi della fotografia, aperti a tutti coloro che desiderano approfondire le proprie conoscenze. Federica Senigagliesi

VIVIAN MAIER Nelle sue mani 07 ottobre 2016 - 08 gennaio 2017 Arengario di Monza, Monza

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Undated 40x50 cm. © Vivian Maier / John Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, NY

INFO

T. + 39 039 329541 +39 02 36638600 Da martedì a venerdì 10.00-13.00 / 14.00-19.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-20.00 chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone per collegarti al sito www.arengariomonzafoto.com

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Minimalista e surreale

INFO www.manssaval.com

Conjugates - brushed aluminum print, 40x40”

Manss Aval Vincitore al BIANCOSCURO Art Contest 2016 del “Premio copertina” nella sezione fotografia con l’opera “Conjugates”

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ome altri artisti, anche Manss Aval, californiano amante della natura, della vita e delle sue innumerevoli possibilità di trasformazione e di mutazione, è nel contempo sia fotografo sia pittore. Ma è la sua matrice di fotografo che decisamente prevale. In questo suo percorso professionale, Manss Aval ha privilegiato due filoni ben connotati e solamente in apparenza contraddittori, ma in realtà complementari della sua personalità: da un lato il dinamismo geometrico fatto delle simmetrie (cromatico o anche virato in un algido bianco-nero, si veda la serie di Symmetries-monochrome) delle sue riprese digitali surrealisticamente ispirate alla fotografia futurista, che sprigionano fluide evanescenze dai richiami optical e cinetici; dall’altro, il rigore di uno scatto puro ed essenziale, ma figurativo, tratto dal mondo che osserviamo quotidianamente. Indubbiamente, alla base di tali esperienze di Manss Aval ci sono due principali fattori: il Minimalismo e l’evocazione lirica e simbolica. “Niente più del necessario”

potremmo sintetizzare per quanto concerne il primo filone delle sue opere, dove tutto è veduto attraverso particolari geometrizzati (“Hexangles”; “Rising Cones”) e “disegnati” con la luce. Filtrano lame di luce che aprono e svelano il mondo. Le sue foto minimaliste sono spesso come tracciate su griglie e

matrici di origine matematica, eppure in grado di evocare il senso del sublime e stati esistenziali ed interiori profondi. In quest’ultima accezione rientra il Minimalismo fotografico di Manss Aval. Le foto di questo gruppo hanno assonanti riferimenti in alcune opere di Frank Stella che non pareva avessero al-

Early Rays - brushed aluminum print, 30x30”

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Corridori dye sublimation print on aluminum, 30x40”

cun rimando allusivo o simbolico, ma si presentavano all’osservatore come oggetti portatori di un valore semplicemente in quanto tali. Con Manss Aval, però, si va oltre per assumere allusioni genetico-evolutive con riferimenti alle manipo-

lazioni del DNA e alle sue dinamiche spirali geometriche (serie “More Abstract” e “Monochrome”). La fotografia si dimostra così lo strumento più idoneo alla realizzazione di significanti più o meno concettuali, e la raffigurazione rasenta l’astrazione geometrica e cineticamente bloccata. Nel secondo filone sono la natura e l’uomo che, pur non comparendo quasi mai come figura, è il protagonista assente di frammenti di scene teatrali del mondo, immagini semplici e ancora una volta minimaliste, che sembrano racchiudere un intero vissuto strehleriano. Amante dell’evocazione e della sintesi: dai particolari di natura e di paesaggio al lirismo algido e razionalista delle architetture, ai frammenti di arredo di città e di interni colti in una luminosità quasi Bauhaus. Ma anche la solitudine di un anziano, la fragile caducità di una foglia, l’essenza di

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una donna (“Essence”). Ritroviamo lo stupore attonito di fronte alla natura e al paesaggio, colti con lo scatto fotografico e con il pennello (serie “Alternate Realities” o l’olio “Moonlight Seduction”). In quest’ultimo caso, i suoi quadri possono sorprendentemente passare dal figurativo espressionista all’informale lirico, dove rimane solo l’anima della natura nel colore (come nella serie “Abstracts”, da “Mirage de la Mer” a “Meaning of Life”). Riflessi tremuli, reali-irreali, fuggevoli ed impalpabili, dai colori decisi si propagano dalla poetica della serie dei “Fluid Moments”, sapiente connubio fra realtà di uno scatto e manipolazione tecnico-mentale. Nelle sue opere troviamo il lirismo discreto e nostalgico delle Avanguardie novecentesche: paesaggi che divengono un percorso interiore, fatto per impressioni ed emozioni suscitate, fughe prospettiche di strade o di pilastri che rimandano alle vie della vita, oggetti che fungono da contrappunto compositivo e quasi geometricamente astratto attorno al quale si ordinano una moltitudine di tonalità di grigio. Il senso dello scatto non risiede nell’importanza del soggetto, ma nella capacità del fotografo di vedere il valore dell’oggetto che di solito viene trascurato. “Un equilibrio di geometrie e linee, in un insieme di luci e ombre”, direbbe il noto fotografo americano Alfred Stieglitz (1864-1946), promotore della “Photo-Secession”. L’ombra è, con la luce, infatti, la signora e regina assoluta nelle fotografie di Manss Aval, che disegna, incide e conforma rimandando, con la propria ineffabile, incerta e mutevole realtà effimera, alle mutazioni costanti e freudiane dell’anima umana, mutazioni raffrontabi-

Dark Matter - brushed aluminum print, 30x30”

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Zero Face - brushed aluminum print, 30x30”

li con quelle genetiche sperimentate nei laboratori, in una società globalizzata ed alienante di automi e di cloni (“Duplicate Genes”). In un mondo nel quale l’arte (seguendo gli impulsi, le nevrosi e il disincanto dell’anima contemporanea) si è allontanata dalla realtà per inseguire, sia nel campo della pittura, sia in quello della stessa fotografia, solo le istantanee mirabilmente impressionate da Manss Aval ci testimoniano, invece, come proprio nell’oggettività del reale è sempre insito il seme più puro e profondo dell’emozione umana, che solo in seconda istanza si può trasformare in elaborazione digitale. Già il primo manifesto del Surrealismo ci consentiva di illuminare con la luce dello spirito la notte dell’occhio, in costante prigionia

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delle trappole dell’esistenza. Normalmente non siamo abituati a guardare il mondo attraverso questa vista soprasensibile, poiché l’occhio è sempre rivestito dalla quotidianità, ma è a questo occhio quotidiano che si sovrappone l’occhio surreale, l’occhio critico: un occhio simbolicamente onirico che guida anche Manss Aval, verso positività e negatività, anche verso i ‘buchi neri’ dell’anima. La sua vena espressiva oscilla tra certezze luministiche ed inquietudine, in una specie di miraggio geometrico oppure figurativo, dove sogno e realtà si confondono. L’opera di Manss Aval è percorsa da una tensione allucinatoria che rende il suo mondo fotografico geometricamente razionale e surreale allo stesso tempo. Lo scatto riplasmato e surreali-


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sta di Manss Aval diventa uno spazio virtuale in cui immaginazione e realtà perdono i propri confini e si scambiano di ruolo, per accedere al meraviglioso onirico, ambito vitale della nostra conoscenza. Nei meandri meccanicistici di visioni dai colori espressionisticamente alterati oppure acrome, in ultima analisi

(anche se può sembrare, a prima e superficiale vista, un assurdo) è la vita il vero soggetto sotteso: una cellula, un raggio o una lama di luce, una catena genetica, una foglia, un anziano, un’aspirazione (illusoria?) ad un “oltre” trascendente della mente-spirito dell’uomo. Giampaolo Trotta

G

T

li Dei facevano sempre geometria, secondo i Greci. La geometria ha sempre occupato la mente umana e dettato l'ambiente che abbiamo creato per noi stessi. Manss è cresciuto in Occidente, ma è intimamente connesso con le culture orientali, dunque con secoli di espressioni artistiche calligrafiche e intricati motivi geometrici. Le sue ultime serie di pittura e fotografia provengono da scatti di oggetti reali e dall’esplorazione del concetto di come questi elementi rigidi, ben definiti e nominalmente inorganici, possono trasformarsi in movimento, trasformando costrutti tridimensionali. Quando un comune cerchio può assumere forme dinamiche, a forma di ciambella e rettangoli in percettiva transizione verso esagoni, ottagoni, come elementi di una torsione, flessibili e in crescita di complessità e profondità, gli occhi dello spettatore cominciano un viaggio verso “l’ovunque”, spesso tornando alle origini per poi partire per un destino diverso. La complessità ad ingannare la semplicità.

English info

he gods were always doing geometry, according to the Greeks. Geometry has always occupied the human mind and dictated the environment we have created for ourselves. Manss grew up in the West, but is intimately connected with Eastern cultures and centuries of artistic expressions with calligraphy and intricate geometric patterns. His latest painting and photography series originate from photographs of real objects and explore the concept of how these rigid, well-defined and nominally inorganic elements, can morph into moving, transforming, three-dimensional constructs. When ordinary circles can assume dynamic, doughnut-shaped faces and rectangles in perceptually transition to hexagons, octagons, as elements of a twisting, flexible and growing multigonal boundary of abundant complexity and depth.The viewer’s eyes begin a journey to wherever it leads them, often returning to the origin to depart for a different destiny. Complexity in deceiving simplicity.

Manss’ abstract expressionism brims with free, gestural strokes, a rich palette and radiates emotive energy. His work is characterized by a sense of impromptu and instinctive freedom.

Kay Colvin, L Street Fine Art, San Diego

Disambiguation - oil on canvas, 40x40”

Finestre I - oil on canvas, 40x40”

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Gabriela

Fiori nella galassia - acrilico su tela, 80x60 cm.

Giovane africana tecnica mista su tela anno 2016, 70x100 cm.

antonellascaglione@alice.it www.antonellascaglione.it

Tr i m o s m k a

gabrielatrimosmka@gmail.com

Antonella Scaglione


peter hide

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Ralph HALL

Gianluca

Piaccione

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Art Shop

by biancoscuro

Viale Indipendenza 26 27100 Pavia

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Street arT Street arT

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“Contrariamente a quanto si va dicendo, non è vero che i graffiti sono la più infima forma d’arte. Certo, può anche capitare di dover strisciare furtivamente in piena notte e dire bugie alla mamma, ma in verità è una delle forme d’arte più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto.” Banksy

WALLS of WIR

STOCCARDA

Quando la Street art diventa campagna virale

B

erlino, Amburgo, Stoccarda e Colonia: 4 città per 16 street artist. Stiamo parlando di una campagna virale realizzata da Jägermeister che ha legato il suo nome a colossali opere di Street art, realizzate con lo scopo di essere ammirate per un breve lasso di tempo, ma pronte a diventare protagoniste di post virali sui social network. Ecco dove sono apparse le opere: - Berlino, Mühlenstraße 6 12 settembre / 11 ottobre 2016 Realizzato da: DEE DEE KID, GOGO PLATA, DEJOE e LE DIXONS.

COLONIA

- Amburgo, Detlev-Bremer-Straße 55 3 settembre / 3 ottobre 2016 Realizzato da: ANNA T-IRON, OJEY 80, HEIS e ALPHABET BOYS. - Colonia, Venloerstraße 395 19 settembre / 17 ottobre 2016 Realizzato da: POUT SPENCER, SEMOR, THE TOP NOTCH e RANDOM EXP. - Stoccarda, Pragstraße 80 3 / 31 Ottobre 2016 Realizzato da: DINGO BABUSCH, PEREZ, MOOHEE e SMOK. Per rendere durature e virali le opere, troviamo l'invito a farsi un selfie, con tanto di indicazione "SELFIE POINT" sul suolo, per immortalarsi con la parete alle spalle e condividere sul web, per lasciare impressi, almeno sui social, questi WallsOfWir! Rebecca Maniti INFO www.jaegermeister.de 104

AMBURGO


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15a edizione

Artisti e Associazioni Culturali in Fiera

17.18.19 marzo 2017 Da 15 anni la manifestazione per gli Artisti dove l’Arte è Accessibile a tutti! www.verniceartfair.it Organizzazione Via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521


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biAncoscuro Perché abbonarsi e come farlo Gli abbonati “BIANCOSCURO” condividono una visione intelligente e costruttiva dell’arte moderna e contemporanea e sono attenti al patrimonio culturale. Abbonandoti riceverai a casa la rivista d’arte Biancoscuro, riceverai inoltre la tessera “BIANCOSCURO” che ti permetterà di accedere a sconti e facilitazioni nella realizzazione di materiale pubblicitario sia cartaceo che web. “BIANCOSCURO” è un’associazione culturale nata nel 2013. I suoi progetti di promozione artistica comprendono il concorso BIANCOSCURO ART CONTEST (artcontest.biancoscuro.it) che mette in palio ogni anno la copertina, mostre personali, collettive e monografie in formato e-Book con possibilità di stampa. “BIANCOSCURO” è distribuita in Italia e all’estero in importanti manifestazioni artistiche e fiere internazionali, inoltre è diffusa su internet al sito artmagazine.biancoscuro.it.

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Prossimamente Arnaldo Pomodoro. 90 anni di scultura Around Ai Weiwei Photographs 1983-2016 Ecce Homo Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento Renato Mabor. Connessioni invisibili Special Art Innsbruck Arte Genova Arte Cremona Art Parma

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biAncoscuro over the COVER dicembre

‘16 / gennaio ‘17 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

Manss Aval

il vincitore del Biancoscuro Art Contest nella sezione fotografia


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