biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 20 - febbraio - marzo 2017 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
In questo numero Canaletto e Bellotto in mostra a Milano Affinità e divergenze tra zio e nipote Intorno e dentro Ai Weiwei Ritratto intimo di un guerriero L’Artico in mostra a Venezia Le fotografie di Solari Bozzi, Axelsson e Egevang ArteFiera 2017 La 41ª edizione della rassegna bolognese “Silent Spaces” Grotte di Slivia Una mostra “stupefacente” in una grotta carsica
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Renzo Nucara
“Un’opera corale vi disseppellirà”
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PAVIA
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Aprile 2017
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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ArteFiera 2017. La 41ª edizione della rassegna bolognese
L’Editoriale di Vincenzo Chetta
miart 2017. L’esclusiva Canaletto e Bellotto in mostra a Milano. Affinità e divergenze fiera d’arte di Milano tra zio e nipote Arnaldo Pomodoro Il capoluogo lombardo festeggia i 90 anni del Maestro
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Impressionisti a Treviso 140 capolavori per festeggiare i vent’anni di attività di Linea d’ombra
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Ecce Homo. La Mole di Ancona e la mole dualistica del tutto e del nulla, dell’uomo e della materia
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Silvia Greco Continui mutamenti: l’Arte è viva
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David Mayer Vincitore del “Premio Biancoscuro Magazine” al MAG di Montreux
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“Silent Spaces” Grotte di Slivia. Una mostra “stupefacente” in una grotta a 70 metri di profondità 016
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In copertina:
Renzo Nucara. Un’opera corale vi disseppelirà. Il servizio a pag. 30
Claude Monet alla Beyeler I primi 20 anni della Fondazione
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Enrico Baj L’Apocalisse a Legnano
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Storia di una rinascita: Milano. 170 documenti per raccontare il dopoguerra milanese
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ICONES. Le immagini di Robert Doisneau al Forte di Bard
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Intorno e dentro Ai Weiwei. Ritratto intimo di un guerriero
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L’Artico in mostra a Venezia. Le fotografie di Solari Bozzi, Axelsson e Egevang
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Over The Cover Rita Vitaloni, la vincitrice del Biancoscuro Art Contest nella sezione grafica. Il servizio a pag.40
Street Art Milano - photo by Luigi Caracappa 059
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e
20 ISSUE february / march 2017
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
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MIA Photo Fair 2017. L’unica fiera italiana dedicata alla fotografia
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ArteGenova 2017. Arte moderna e contemporanea nel padiglione Blu
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Vernice Art Fair 2017. Un importante anniversario: 15 anni di Vernice a Forlì
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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION
Kvision Cult. La “British invasion” Risultati d’Asta. In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979
Pupi Perati. Presentato il suo libro d’Artista: “Il centro del labirinto”
050
Il Futurismo secondo Balla. Alla Fondazione Ferrero l’omaggio al grande Artista
049
REAL ART#2 al Museo Bodini. Una grande mostra presenta gli Artisti del progetto
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Il Liberty italiano. Le due tendenze del movimento a confronto
055
L’Arte Contemporanea a Marbella. Peter Hide 311065 e Isabella Rigamonti protagonisti
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La Pittura Senese. Attesa la mostra per il 18 marzo
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Francesca Genghini alla Triennale di Roma
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Barbara Legnazzi. Questione di cadenze materiche
083 020 037 042 056
Giuliana Bellini / Claudia Perruso
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Terra / Materia Prima. Il successo della mostra ideata da Ruggero Maggi
Fu Wenjun. Fotografia concettuale e tradizione cinese
Roberto Re. L’esperienza emozionale dell’Arte
Jani Jan J. Sognante dialogo tra forme e cromie La pulizia formale ed il rigore compositivo di Mauro Martin
EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
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EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta
PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE)
Ornella Guglielmino. Sintesi di talento
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BIANCOSCURO Art Magazine
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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2017. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.
BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 20 febbraio / marzo 2017 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2017. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.
Errata Corrige Sul numero 19 a pagina 84, il titolo corretto dell’opera in alto a sinistra, di Valeria Piccari, è “Veleggiata”, tecnica mista olio e acrilico, 2015, 50x40 cm.
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June 15-18, 2017 www.artbasel.com/Basel
PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 © Courtesy Art Basel
Premier line-up of galleries at
Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.
With Statements being located December 7-10, 2017 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/Miami-Beach
for the Magazines sector and th
© Courtesy Art Basel
© Courtesy Art Basel
While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 23-25, 2017 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/Hong-Kong
The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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Siamo nel pieno della stagione post festività, tornano gli eventi fieristici blasonati da cui “gli esperti” misurano la temperatura del mercato, ecco riaffiorare statistiche e previsioni per il nuovo anno: appuntamenti corali in cui l’Arte viene scambiata per alta finanza. Certo, è vero, come per tutte le “cose materiali”, anche le opere d’Arte hanno un prezzo, ma non bisogna dimenticare l’emozione che le ha create, le emozioni che scaturiscono. Ho la fortuna di potermi confrontare con tanti Artisti, a punti diversi della loro carriera e del loro percorso, e tutti raccontano la parte intima della creazione, parlano di concetti e sogni, di sconfitte e successi, di ore di lavoro passate quasi inconsciamente alla ricerca della soluzione che potesse rendere concreta quella determinata sensazione epidermica.
Naturalmente ho anche avuto strane conversazioni con personaggi che ammettevano candidamente di cambiare genere, stile e messaggio a seconda dell’andamento dei like sui social, “malati” di popolarità al punto di seguire la moda del momento anche quand’essa portò allo snaturamento completo del loro io, disposti a non toccare più un pennello se solo venisse loro consigliato dai dettami degli utenti di Facebook. Così come, nonostante l’incombere del Dio Mercato, ho potuto intrattenermi con collezionisti innamorati dell’Arte nel senso più puro. Per fortuna (con i primi) e purtroppo (con i secondi), mi è capitato raramente. Buona lettura.
Vincenzo Chetta 9
GENOVA 2017 13a MOSTRA MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
17 - 20 FEBBRAIO Venerdì, Sabato, Domenica ore 10.00 - 20.00 Lunedì ore 10.00 - 14.00
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GIANMARIA POTENZA Dopo un anno ricco di soddisfazioni, i festeggiamenti per gli ottant’anni del Maestro proseguiranno nel capoluogo ligure, ad ArteGenova, fiera mercato d’arte moderna e contemporanea, immancabile appuntamento nel calendario di eventi voluti dal Maestro per celebrare questo importante traguardo. Potenza presenterà in anteprima alla fiera genovese inedite sculture di marmo insieme a lavori più noti, come i bronzi e i mosaici. In mostra anche la serie di vasi incisi esposta per la prima volta a dicembre 2016 alla personale “L’Arte di Gianmaria Potenza nella bellezza del vetro, omaggio al fondatore della vetreria la murrina”: un grande successo.
Venissa - Gianmaria Potenza - Photo © Mattia Mionetto
Lo scultore veneziano sarà presente ad ArteGenova 17 - 20 febbraio Stand 155 Padiglione B
www.gianmariapotenza.it
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Canaletto e Bellotto in mostra a Milano Affinità e divergenze tra zio e nipote
“
... Ama il grand’effetto, e nel produrlo tiene alquanto del Tiepolo, che talvolta gli fa le figure; e ovunque muove il pennello, sian fabbriche, sian acque, sian nuvole, sian figure, imprime un carattere di vigore, che par vedere gli oggetti nell’aspetto che più impone. Usa qualche libertà pittoresca, sobriamente però, e in modo che il comune degli spettatori vi trova natura, e gl’intendenti vi notan arte. Questa possedè in grado eminente.
”
L. lanzi, Storia pittorica della Italia [IV ediz.],III, 1818
I
n linea con lo spirito progressista del Secolo dei Lumi, Giovanni Antonio Canal e Bernardo Bellotto occupano in pittura lo spazio riservato agli innovatori. Dopo la ricca stagione del Barocco e del Rococò, il Settecento europeo si apre ai nuovi valori laici: il paesaggio idealizzato diviene ora razionalizzato nei minimi dettagli, con un’attenzione scientifica ed oggettiva del reale. Il fiammingo Van Wittel è, per così dire, l’inventore del vedutismo come fenomeno commerciale prima, e genere autonomo poi. Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, figlio di un apprezzato scenografo e pittore veneziano, ha modo di studiare i disegni vedutisti del Wittel durante il suo soggiorno a Roma (1719-20), che saranno per lui determinanti nella scelta di dedicarsi unicamente alla pittura. Il biografo Zanetti parla di Canaletto come di colui che lavora “sull’aria”: egli interviene sapientemente sulla luce creando atmosfere limpide, ha grande maestria Canaletto La Piazza San Marco verso ovest, Venezia / Piazza San Marco Looking West, Venice 1753 ca, olio su tela / oil on canvas, 175,2×139,5 cm. Alnwick Castle, The Duke of Northumberland Collection (03327) © The Northumberland Estates 2016
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biancoscuro
Canaletto - Il Canal Grande con il Ponte di Rialto da sud, Venezia / The Grand Canal with the Rialto Bridge from the South, Venice 1740 ca, olio su tela / oil on canvas, 45x76 cm. Paris, Institut de France, Musée Jacquemart André (MJAP-P 577-1) © Culturespaces-Musée Jacquemart-André
BIANCOSCURO
nella scelta dei siti e nella distribuzione delle figure, su tela. Questa stessa tecnica è adottata dal nipote la sua pennellata è segno di “mente serena e genio Bernardo, anch’egli detto il Canaletto, fatto che ha felice”. In piazza San Marco o in qualche campiello, creato non pochi equivoci di attribuzione per alcuCanaletto si sistema con la sua camera ottica (l’an- ne opere, ora correttamente riconosciute al Bellotto. tesignana delle moderne fotocamere e cineprese) Trasu ziohttp://artshop.biancoscuro.it e nipote ci sono 25 anni di differenza, uno Versione completa in edizione cartaceaeo PDF disegna le prospettive che gli si parano davanti; solo scarto generazionale che si nota bene nel maggior Per Info: artshop@biancoscuro.com in un secondo momento, nel suo studio, le trasporta rigore prospettico delle architetture, nell’uso più
RIVISTA d’ARTE
Bernardo Bellotto - Dresda dalla riva sinistra dell’Elba, il Castello a sinistra, la chiesa cattolica Hofkirche di fronte Dresden from the Left Bank of the Elbe, the Palace on the Left, the Catholic Hofkirche Streight Ahead 1748, olio su tela / oil on canvas, 133x235 cm. Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden (608) © 2016 Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin
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contrastato del chiaroscuro, nelle tonalità grigio-argentate delle vedute bellottiane. L’apprendistato al seguito dello zio è l’inizio di una crescita stilistica che giunge a maturazione nel 1747, quando Bellotto si trasferisce a Dresda e diventa il pittore di corte di Augusto III per undici anni. Dopo ci saranno Vienna, Monaco e infine Varsavia, dove il suo stile si perfeziona e diventa estremamente documentaristico: le sue vedute verranno usate per ricostruire la città dopo la Seconda Guerra Mondiale. Negli stessi anni Canaletto è a Londra, al seguito di Joseph Smith, console britannico a Venezia e ora suo agente: la metropoli inglese, così diversa e lontana dall’introversa Serenissima, ispirerà tagli panora- ed incisioni, insieme ad una speciale sezione dedicata mici più ampi, nuove visuali (le vedute del Tamigi all’inventario della biblioteca personale del Bellotto restano tra le sue opere più eccezionali), maggiore a Dresda, distrutta nel 1760 sotto i bombardamenti attenzione al dettaglio e una certa monocromia, prussiani. Una mostra da non perdere. sorprendente in un pittore di luce e colore qual è Federica Senigagliesi stato Canaletto. Questi due percorsi artistici ben distinti ed autonoSopra: Bernardo Bellotto - La Kreuzkirche, Dresda / The Kreuzkirche, Dremi, che hanno come protagonisti due artisti accosden, 1751-1753 ca, olio su tela / oil on canvas, 197x187 cm. munati dal legame di parentela, sono l’oggetto della San Petersburg, The State Hermitage Museum (GE 203) mostra “Bellotto e Canaletto - Lo stupore della © The State Hermitage Museum, San Petersburg, 2016 / Pavel Demidov luce”, in corso a Milano presso la sede museale di Intesa San Paolo in piazza Scala, a cura di Bozena Anna Kowalczyk. Visitabile fino al 5 marzo, le dieci Sotto: Bernardo Bellotto - La Piazza del Mercato di Pirna /The Market Square in Pirna, 1753-1754, olio su tela / oil on canvas, 134x238 cm. sezioni tematiche raccontano e confrontano gli Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden (623) esordi, le esperienze gli approdi stilisticicartacea dei dueo PDFGemäldegalerie Versioneecompleta in edizione su http://artshop.biancoscuro.it © 2016. Foto Scala, Firenze/bpk Bildagentur fuer Kunst, Kultur und “Canaletti” con oltre cento opere Per (alcune esposte al Info: artshop@biancoscuro.com Geschichte, Berlin pubblico per la primissima volta) tra dipinti, disegni
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Alcune viste del percorso espositivo. Photo: Gld
Bellotto and Canaletto - Wonder and Light Gallerie d’Italia – Piazza Scala Intesa Sanpaolo Museum, Milan November 25 2016 – 5 March 2017
BELLOTTO E CANALETTO Lo stupore e la luce 25 novembre 2016 - 5 marzo 2017 Intesa Sanpaolo Museum, Milano INFO T. 800.167619 info@gallerieditalia.com Da martedì a domenica 9.30-19.30 Giovedì 9.30-22.30 Lunedì chiuso Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.gallerieditalia.com
Intesa Sanpaolo’s museum and cultural pole “Gallerie d’Italia” presents the magnificent exhibition Bellotto and Canaletto. Wonder and Light, at the museum situated in Piazza Scala. This is the first exhibition project dedicated by Milan to the pictorial genius and creative intelligence of two leading artists of the European 18th century, Antonio Canal, known as “Canaletto” (Venice, 1697-1768), and his nephew Bernardo Bellotto (Venice, 1722-Warsaw, 1780). The exhibition, which will remain open to the public from 25 November to 5 March 2017, is organised by Intesa Sanpaolo, curated by Bożena Anna Kowalczyk and coordinated by Gianfranco Brunelli in partnership with leading European museums that preserve the works of the two artists, namely the Gemäldegalerie Alte Meister in Dresda, the Zamek Kròlewski (Royal Castle) in Warsaw, and the Sforza Castle in Milan. Under the patronage of the Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism, and of the Milan Municipality, the exhibition is organised with the cooperation of prestigious private institutions and public museums, both Italian and international, including the Brera Art Gallery, the Capodimonte Museum, the Correr Museum in Venice, The Royal Collection, which leads the ranks of British loaners of works that have never been exhibited in Italy before, the Thyssen Bornemisza Museum in Madrid, the Hermitage Museum in St. Petersburg, The Metropolitan Museum of Art in New York, The J. Paul Getty Museum in Los Angeles, and The National Gallery of Victoria in Melbourne. Comprising 100 works, including paintings (overall 72, counting 10 by Canaletto and 62 by Bellotto), 14 drawings (2 by Canaletto and 12 by Bellotto) and 14 etchings (2 by Canaletto, 9 by Bellotto and 3 by Fabio Berardi), the exhibition track is studied to illustrate one of the most fascinating episodes of European painting, Venetian Vedutismo (landscape painting), through the works of two artists who, bound by family ties, expertly transformed this particular genre into the avant-garde current that was so typical of the 1700s. Bellotto and Canaletto, painters whose talent far surpasses that of the landscape artists who anticipated them, achieve the highest standards of this artistic genre. Several reasons make this exhibition a must see event. It is a unique opportunity to admire many of Bellotto’s masterpieces displayed side by side, works that were otherwise preserved in private institutions and residences located in three continents. One third of the works, particularly of the early period of the younger of the two landscape artists, is displayed in Italy for the first time ever. The exhibition has especially offered the occasion to precisely define the attribution process of the two painters’ works, a topic that has deeply absorbed scholars of Venetian art in recent decades, with many exceptional findings that have been traced to Bellotto and have never been exhibited to the public. Many scholars followed the attribution process of the two masterpieces with enthusiasm, and now it has been ascertained that the two works are by Bellotto. The exhibition presents them in the same room with two Canaletto’s works, thus underscoring the differences between the two artists in terms of technique and style.
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Arnaldo Pomodoro Il capoluogo lombardo festeggia i 90 anni del Maestro
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omaggio a un protagonista indiscusso del panorama culturale italiano del XX secolo. Arnaldo Pomodoro, nel secondo dopoguerra, vive a Pesaro e lavora al Genio Civile, con il compito di ricostruire gli edifici pubblici distrutti dalla guerra; la Arnaldo Pomodoro città, di tradizioni antiche e dalla viva® Nicola Gnesi per Fondazione Henraux ce cultura contemporanea, tuttavia, non soddisfa a pieno il suo bisogno di conoscenza nell’ambito di letteratura, teatro e arte visiva, i suoi interessi più autentici. Per questo motivo, il suo primo viaggio a Milano, determinante per lo sviluppo delle sue peculiarità artistiche, avviene nel corso dell’anno 1953 in occasione della mostra di Picasso in Palazzo Reale; si tratta di quella in cui l’artista, al vertice della sua fortuna, espone il monumentale “Guernica” nella Sala delle Cariatidi ancora devastata dagli incendi, e suggerisce agli amministratori della città di non restaurarla mai, per lasciarla a Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it perenne memoria della follia di tutte le Per Info: artshop@biancoscuro.com guerre. In questa occasione, Arnaldo Pomodoro decide di lasciare Pesaro e si trasferisce l’anno successivo a Milano, città che, oggi, accoglie la sua mostra personale, pensata come un eloquente percorso attraverso sessant’anni anni di lavoro, condensati nella trentina di sculture, che rappresentano i capisaldi della sua opera. Per quanto riguarda a sua attività artistica, mentre la serie di segni leggeri e ritmici che l’artista traccia nei primi lavori (una trafittura di nodi, denti, lamine, fili) è una sorta di linguaggio illeggibile, tra quello protostorico e quello della profondità inconscia, che viene sviluppato rapidamente in modo quasi istintivo, il passaggio alla terza dimensione avviene progressivamente per stadi. Dapprima l’Artista curva e modula la superficie piana, come nei Radar, nelle ino al 5 febbraio 2017, la mostra antologica di Arnaldo Pomodoro, promossa dal Comune di Milano-Cultura, ideata e prodotta dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e Palazzo Reale con la collaborazione di Mondo Mostre Skira, abbraccia tutta la città e alcune delle sue sedi espositive più prestigiose, rendendo
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“Successioni”, in alcune “Colonne del viaggiatore” e “Tavole della memoria”; poi inizia la ricerca sui solidi della geometria euclidea, sui quali operava corrosioni, rotture e perforazioni, con l’intento di rompere la forma per metterne in evidenza l’interno misterioso e complesso: prendono vita, in questo ambito, altre “Colonne del viaggiatore”, “La ruota” e “Il cubo”, poi le prime “Sfere”. Successivamente, nel corso degli anni Sessanta, si assiste ad un’altra svolta significativa: un “salto dimensionale” determinato da un incarico, assegnatogli dalla commissione per il Padiglione italiano dell’Expo di Montreal del 1967. Gli viene chiesto di
realizzare una sfera di tre metri e mezzo di diametro; la Sfera grande segna inesorabilmente il suo passaggio alla dimensione monumentale. Gli anni Sessanta sono anche gli anni dell’affermazione internazionale: nel 1963 il Premio Internazionale di Scultura alla Biennale di San Paolo del Brasile; nel 1964 il Premio alla Biennale di Venezia; nel 1967 il Premio Carnegie, a Pittsburgh. Con gli anni Settanta si verifica un ulteriore scarto, verso la dimensione architettonica, verso il “vivere dentro l’opera”, che anima tutta la sua produzione successiva, dal progetto per il Nuovo Cimitero di Urbino, mai realizzato, alla grande installazione “The Pietrarubbia
Sfera n. 1 1963 bronzo, ø 120 cm. Ph. Aurelio Barbareschi
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Group”, che viene presentata per la prima volta nella sua totalità in questa sua mostra, installata nella Piazzetta Reale, e al “Grande disco”, installato nel 1980 in piazza Meda, fino alla gigantesca “Torre a spirale” realizzata per il Giubileo del 2000. Cuore di tutta l’iniziativa è la mostra, curata da Ada Masoero, ospitata nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, uno dei luoghi simbolo della storia di Milano, che accoglie una trentina di sculture a rappresentare le tappe fondamentali del suo lavoro. Alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di via Vigevano vengono presentati quattro progetti “visionari” che, nel loro insieme, mostrano il dialogo tra l’opera scultorea, l’architettura e lo spazio circostante. Infine, il Museo Poldi Pezzoli ospita la passione per il teatro di Pomodoro con i sedici teatrini e Piazza Meda e Largo Greppi completano l’itinerario artistico con il Grande disco e la Torre a spirale. Il progetto espositivo, nella sua complessità e varietà, rende omaggio a un protagonista indiscusso del panorama culturale italiano del XX secolo, riuscendo mirabilmente a rivelare la potenza tellurica e formativa della materia, del gesto e del segno scritturale originario che ha caratterizzato tutta l’opera scultorea del Maestro. Lucia Garnero
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Sopra: Ingresso nel labirinto
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ARNALDO POMODORO 30 novembre 2016 - 5 febbraio 2017 Palazzo Reale, Milano Triennale di Milano, Milano Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano Museo Poldi Pezzoli, Milano INFO T. 02.89075394 info@fondazionearnaldopomodoro.it Palazzo Reale Lunedì 14.30-19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Triennale di Milano martedì - domenica: 10.30-20.30 Fondazione Arnaldo Pomodoro martedì - sabato: 11.00-13.00 / 14.00-19.00 Museo Poldi Pezzoli lunedì-domenica: 10.00-18.00 martedì chiuso Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito mostraapmilano.fondazionearnaldopomodoro.it
Sotto: Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano – Galleria Lia Rumma, Milano /Napoli
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ARNALDO POMODORO Palazzo Reale, Milan November 30, 2016 - February 5, 2017 From November 30, 2016 to February 5, 2017, Milan celebrates Arnaldo Pomodoro’s 90 years with a great retrospective simultaneously set up in different spaces and an itinerary embracing the whole city. At the heart of the initiative is the exhibition, curated by Ada Masoero, promoted by the City of Milan, ideated and produced by the Fondazione Arnaldo Pomodoro and Palazzo Reale with the collaboration of Mondo Mostre Skira. This is hosted in the Palazzo Reale’s Sala delle Cariatidi, one of Milan’s most historically symbolic spaces, and brings together about thirty sculptures created between 1955 and today, chosen by the artist himself to represent the most important stages in his research and work, which has been ongoing for over sixty years. The exhibition starts with the 1950s bass reliefs in lead, silver and cement, which already show the characteristic themes of Pomodoro’s research, from the Colonna del Viaggiatore and the Grande Tavola della Memoria, through the geometric shapes in shiny sliced and corroded bronze, and the celebrated Spheres to the Cippi, to reach the imposing relief of Le battaglie in fibreglass and graphite powder, that speaks of material as magma, source of life but also conflict and endless simmering tension. In the Piazzetta Reale is exhibited, for the first time in its entirety, the sculptural complex of The Pietrarubbia Group. This is an environmental work in progress, started in 1975 and finished in 2015 and comprising six elements, that pays an ideal tribute to the ancient town of Pietrarubbia near Montefeltro and shapes the emotions and links that the Maestro has with his own origins, that has become both a physical and imaginary place. Four ‘Visionary’ projects are presented at the Triennale di Milano and in the Fondazione Arnaldo Pomodoro in Milan’s via Vigevano venue: together they how the dialogue between the sculptural work, the architecture and the surrounding space. The exhibitions are completed by an artistic itinerary that connects various parts of the city. From Piazza Meda with its Grande Disco, chosen this year by the Milanese as the iconic symbol of the city, to Largo Greppi with Torre a Spirale placed in front of the Piccolo Teatro, to one of Milan’s most secret and fascinating places, Entering the Labyrinth – an environment of around 170 sqm – built in the basement of the ex Riva Calzoni building in via Solari 35, once the Foundation’s exhibition venue. At the Palazzo Reale, during the exhibition, the visitors are able to enter the Labyrinth virtually thanks to the immersive potential of Gear VR and HTC Vive, through a multisensory experienc e that covers both time and space. The project, set up in the Sala degli Arazzi, curated by Eugenio Alberti Schatz, and designed by Oliver Pavicevic (navigation and reconstruction of the rooms) and by Steve Piccolo (sound) has been made possible through the contribution of The Secular Society. The exhibition also offers a rich and articulated Educational program curated by the Educational Department of the Fondazione Arnaldo Pomodoro with ADMaiora, thanks to the support of EasyReading Multimedia and the collaboration of Blazing Strategies International ltd. The Skira catalogue contains a long conversation between Arnaldo Pomodoro and Ada Masoero, a critical text by Giorgio Zanchetti, and all the bibliographical apparatus.
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Tina Lupo
“Idolo” – 2012 - tela 54x73
www.kultrunmuseum.it
Tina Lupo
“Il Maestro” – 2010 - tela 46x50
www.kultrunmuseum.it
biancoscuro
Impressionisti a Treviso La mostra prorogata sino al 1 maggio, 140 capolavori per festeggiare i vent’anni di attività di Linea d’ombra
L Sotto: Claude Monet La scogliera a Etretat 1885, olio su tela, 65,1x81,3 cm. Williamstown, Sterling and Francine Clark Art Institute © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA (Michael Agee)
a mostra “Storie dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin”, aperta al pubblico dal 29 ottobre al 1 maggio al Museo di Santa Caterina a Treviso, è una mostra di capolavori, con grandi nomi e con lavori fondamentali: da Manet a Degas, da Monet a Renoir, da Pissarro a Sisley, da Cézanne a Seurat, da Van Gogh a Gauguin. Per celebrare i vent’anni di ricerca in arte, Marco Goldin, curatore della mostra, accetta l’invito del Sindaco della città in cui è nato e risiede, dando vita ad una vasta esposizione
Edouard Manet Le rondini 1873, olio su tela, 65x81 cm. Zurigo, Stiftung Sammlung E.G. Bührle © SIAR Zurich (J.-P. Kuhn)
raccontata in 140 opere; si tratta, per lo più, di dipinti, ma compaiono anche fotografie e incisioni a colori su legno, opere organizzate lungo sei capitoli tematici. Le diverse sezioni della mostra non compaiono come mondi a sè stanti e indipendenti, ma raccontano un’esperienza storica che si esprime in parallelo, e simultaneamente, nelle strade di Parigi e nelle campagne di Francia, lungo i suoi fiumi e le sue coste. All’interno delle diverse sezioni, compare, talvolta, la pittura accademica, inserita quale contrappunto, a far comprendere come il linguaggio nuovo dei giovani im-
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Camille Pissarro Castagni a Louveciennes, primavera, 1870, olio su tela, 59,5x73 cm. Baden, Museum Langmatt - Stiftung Langmatt Sidney und Jenny Brown
esaggio, l’evoluzione rispetto alla pittura ufficiale diventa evidente. Protagonista della terza sezione, anche se non così centrale nella produzione dei pittori impressionisti, la natura morta mostra comunque tutta la sua rilevanza nell’evoluzione e nella definizione dei canoni dell’Impressionismo. Straordinariamente ricche di contenuti sono la quarta e la quinta sezione: ne sono protagonisti, rispettivamente, la pittura all’aria aperta ed il suo superamento. In particolare, nella quarta sezione tutto si sviluppa secondo una linea che abbraccia il dogma del plein air, che si esprime meravigliosamente con Monet, Sisley e Pissarro nel decennio settanta e si sviluppa a seguire con Cézanne, Seurat e Van Gogh. La quinta sezione ha per protagonista la variazione epocale della pittura di Monet: dagli anni ottanta in avanti, la verità si lascia cogliere non solo nell’istantanei-
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
pressionisti, e prima di loro dei nella seconda sezione, che ha per pittori della scuola naturalistica protagonista l’inserimento della di Barbizon, vivesse nel tempo figura umana all’interno del pastesso del Salon. Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Con l’Impressionismo non vie- Per Info: artshop@biancoscuro.com ne messa a confronto soltanto la pittura del Salon: entrano in gioco anche la nascente fotografia, in particolar modo nell’ambito del paesaggio, e le incisioni a colori su legno di Hiroshige e Hokusai, a testimoniare quanta influenza abbia avuto la cultura giapponese sugli impressionisti nel rapporto che l’artista stabilisce con la natura. La prima sezione è dedicata al ritratto e i quadri mostrano l’attitudine a un realismo capace di cogliere la verità e l’assoluto di un volto colmo d’anima;
Vincent van Gogh Gelsi potati al tramonto 1888, olio su tela, 65,1x81,3 cm. Otterlo, Kröller-Müller Museum
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tà e nella presa di contatto con il reale, ma anche nel suo successivo approfondimento nell’atelier. Nella sesta sezione vengono raccontate le fasi conclusive dell’Impressionismo; ne sono protagonisti, in particolare, Monet e Cézanne: l’uno, nell’accendere la grande stagione dell’arte astratta americana, da Pollock a Rothko, e il secondo, nel porre le basi al cubismo, aprono ufficialmente, con la loro arte fenomenale, al XX secolo. Le sei sezioni descritte consentono di percorrere un cammino tra capolavori che hanno segnato una delle maggiori rivoluzioni nella storia dell’arte: facendo ricorso a prestiti da alcuni tra i più importanti musei di tutto il mondo e da alcune collezioni private, è stato possibile, come ha sottolineato il curatore Marco Goldin, “rendere la mostra un’occasione unica di approfondimento e di scoperta di una bellezza sconosciuta”. Lucia Garnero Sotto: Edgar Degas Madame Lisle e Madame Loubens 1866-1870, olio su tela, 84x96,6 cm. Chicago, The Art Institute of Chicago Dono di Annie Laurie Ryerson in memoria di Joseph Turner Ryerson
Paul Gauguin Gli antenati di Tehamana (Merahi metua No Tehamana) 1893, olio su tela, 76.3x54.3 cm. Chicago, The Art Institute of Chicago Dono di Mr. e Mrs. Charles Deering McCormick
STORIE DELL’IMPRESSIONISMO
I grandi protagonisti da Monet a Renoir da Van Gogh a Gauguin 29 ottobre 2016 – 1 maggio 2017 Museo di Santa Caterina, Treviso INFO T. +39 0422 429999 info@lineadombra.it da lunedì a giovedì 9,00-18,00 da venerdì a domenica 9,00-19,00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.lineadombra.it
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Ecce Homo La Mole di Ancona e la mole dualistica del tutto e del nulla, dell’uomo e della materia
“D
al Tutto il Nulla e dal Nulla il Tutto, ma se dal Nulla non viene il Tutto il Tutto è il Nulla”: l’ancestrale dualismo che rincorre l’uomo dalla notte dei tempi, intitola e racchiude l’arte di Donato Piccolo e quella di altri scultori italiani contemporanei, il cui fare artistico tende alla trasfigurazione di quel sottile filo d’Arianna, che lega il corpo all’anima, la materia all’essenza vitale. Lo pneuma per i greci, il respiro vi-
tale, l’energia, lo Spirito divino, si insinua nelle molecole inorganiche, le vivifica, trasformandole in fantocci solidi da abitare e da governare: ed Ecce Homo. Ecco l’uomo, il dualismo per eccellenza, il Tutto che inizia dal Nulla quando il Nulla cessa, che solca con i suoi movimenti, anima et corpore unum, lo spazio e il tempo. Ecco la poetica che trascende e crea le opere degli scultori, dal secondo dopoguerra italiano ad oggi, a cui è dedicata la mostra “Ecce Homo - Da Marino Marini
a Mimmo Paladino. La scultura di figura nell’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi”, allestita presso la Mole di Ancona. Dal 28 ottobre 2016 al 7 maggio 2017, circa 50 opere scultoree denuderanno il visitatore dei vestiti imposti dalla società odierna, accompagnandolo a scontrarsi con la pesantezza/leggerezza della propria natura di essere animato. Ad accompagnare l’uomo verso il senso di essere uomo è anche la stessa organizzazione del percorso espositivo: al di fuori di qualsiasi struttura temporale,
Enrico Baj - Scacchiera materiali vari, anno 1988, 300x300 cm.
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ne data dalla scadenza materica. La mostra inizia con un omaggio al Martini, fautore di quel nuovo modo di porre al centro l’uomo, per poi proseguire con altrettante opere straordinarie quali, la “Disputa dei setti Savi” in pietra di Fausto Melotti, “Ritratto di Alfonso Gatto,Nudo” di Francesco Messina, Donato Piccolo, Pietro Ruffo, i due piccoli bronzi di Marino Marini, la restaurata metamorfosi di “Apollo e Dafne” di Alik Cavalieri, le due grandi installazioni di “Mare Artificiale” Roberto Fanari - Appello Paolo Schmidlin - Madame Chateaux e “Pioggia Artificiale” di Marotta filo di ferro cotto, anno 2014, 115x50x40 cm. bronzo patinato e dipinto, 2016, 100x48x40 cm. fino ad opere di Fontana e Viale opere si affiancano per tema le. Chiudono il percorso, capola- zo e della pietra che compongono creando microcosmi eterogenei, vori come “Geremia e Profeta” di le opere, il visitatore, respira il sia per scelte tecniche che di ma- Mirko Basaldella, la “Tebe distesa suo dualismo di essere un Tutto teriali, portando ad emozioni for- nell’ovale” di Giacomo Manzù pervaso dal Nulla, di un Nulti ed uniche verso non il singolo o il quadro scultura dedicato a la sottomesso alla vita. Come artista o il singolo contesto cultu- Van Gogh di Enzo Cucchi, “Van nell’atto della Creazione, la marale, ma ad un tutt’uno presente, Gogh respira”. teria scultorea scolpisce l’uocomposto da tutte le opere che si Tra gli spazi della Mole vanvitel- mo che la osserva, instillandogli fanno percepire come unico cor- liana, rinnovata e riqualificata tra- gocce di un respiro purificatore e po rappresentante l’uomo mo- mite un progetto che la trasforma nello stesso tempo rinnovatore, di derno, la suaVersione tendenza ascetica, nello scheletro unasuriqualificaquell’ancestrale dualismo che lo completa in edizione cartacea odiPDF http://artshop.biancoscuro.it la sua ostinata ricerca verso la Perzione culturale, tra l’eterogeneità Info: artshop@biancoscuro.com rincorre: ed Ecce Homo. perfezione, legata all’imperfezio- materica della ceramica, del bronMario Gambatesa
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
ECCE HOMO Da Marino Marini a Mimmo Paladino. 28 ottobre 2016 - 07 maggio 2017 La Mole-Magazzino Tabacchi, Ancona INFO info@lamoleancona.it Giovedì e sabato 16.00-19.00 venerdì 16.00-22.00 domenica 10/13.00-16/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.lamoleancona.it
Giacomo Manzu - Tebe nell'ovale bronzo, anno 1985, 160x155x60 cm.
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Renzo Nucara “Un’opera corale vi disseppellirà”
Intervista a Renzo Nucara esplorando il suo percorso artistico ed i suoi progetti condivisi: Cracking Art, Arbre Magique e Time Machine Sopra: Renzo Nucara e 3 chiocciole Cracking. In Copertina Carla Volpati & Renzo Nucara, Magic Box, plexiglass e nylon 2016, 77x57 cm.
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oter parlare di Arte in maniera semplice e sincera, non è cosa scontata. Il raccontarsi del grande Artista Renzo Nucara è proprio così: semplice e sincero, senza fronzoli inutili, concreto sia nei ricordi degli esordi che nel racconto
del futuro. Vincenzo Chetta: Buongiorno Renzo, sono molto contento di poter finalmente fare una bella chiacchierata con te, ti ringrazio fin d’ora per il tempo che potrai dedicarmi… Renzo Nucara: Ciao Vincenzo, grazie a te,
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ogni volta che devo parlare del mio lavoro di artista succede sempre che emerge qualcosa, qualche dettaglio o emozione che avevo accantonato… V.C.: Vorrei esplorare il tuo percorso artistico e di vita, partendo dall’inizio, come e quando hai riconosciuto dentro di te l’istinto artistico? R.N.: Ecco, partiamo subito rispolverando un evento che è ben presente nei miei ricordi ma che in questo periodo assume un nuovo aspetto. Nello specifico, ai tempi in cui frequentavo il Liceo Artistico nel 1970, avevo fatto un disegno acquarellato, un paesaggio surreale dove una mano a forma d’albero indicava nel cielo 4 parallelepipedi, disegno poco degno di nota, ma è il titolo che gli avevo dato “Io e La Trinità” che adesso mi fa pensare: oggi che il mio lavoro si svolge su tre progetti condivisi, Cracking Art, Arbre Magique e Time Machine quel disegno sembra premonitore. Ed è dopo questo lavoro che ho iniziato a lavorare per sviluppare un mio linguaggio. V.C.: Spesso non si è appoggiati dalla famiglia nella scelta di una carriera da artista, sei mai stato ostacolato nel cammino verso il tuo obiettivo? Non ho mai avuto ostacoli nelle mie scelte e agli inizi, in modo molto pittoresco, mio padre mi ha dato una mano, organizzandomi mostre in qualche albergo o negozio. Per lui il mondo dell’Arte era qualcosa di cui essere fieri. V.C.: Cosa ti è rimasto dei tempi degli esordi, della tua prima mostra, delle tue prime sperimentazioni? R.N.: Il primo quadro esposto in pubblico è stato negli anni ‘70 in un colorificio in centro a Bergamo. Mi ricordo che passavo spesso per vederlo lì, in bella mostra tra smalti, acrilici e carte colorate. Cercavo di capire se i passanti che si fermavano a guardare la vetrina osservassero il quadro e avessero qualche reazione. L’importante per me era comunque di aver messo in mostra un mio lavoro. La prima mostra in una “galleria” è stata a fine liceo, una collettiva con altri 2 miei amici. È stata importante: ha suggellato il mio connubio con l’arte e mi ha permesso di
Sopra: l’installazione Cave Canem a Rezzato (BS) presso Cava Burgazzi - Courtesy Tiziana Arici. Sotto a destra: Renzo Nucara durante l’intervista presso Cava Burgazzi - Courtesy Orlando Salmeri / Mondadori.
CRACKING ART
Il movimento Cracking Art nasce nel 1993: l’intenzione è quella di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che, unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici, mette in evidenzia il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. La dimensione corale del gruppo non limita l’espressione individuale delle singole voci: gli artisti lavorano anche in modo indipendente interpretando, ciascuno secondo le proprie esigenze, le problematiche e le tensioni del nostro tempo. www.crackingart.com
STRATOFILM Stràtofilm / ‘stratofilm / s.m. Fotogramma di metacrilato stratificato dove si coagulano elementi naturali, oggetti del quotidiano, materiali scartati, reminescenze di tempi passati, germinati da un’esplosione primordiale che prima attira a sé e poi dissemina nuove cellule contaminate, future matrici di vita antropica.
A destra: Stratofilm (Bang) 2011, plexiglass, resine e oggetti, 52x55 cm. Sotto: Renzo Nucara durante la personale presso Art Deco Center - Galleria Cà d’Oro - Miami 2010.
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varcare una soglia. Inoltre i miei primi lavori erano graffiti su cera, opere a fondo nero dove con la lametta scoprivo punti gialli e rossi a costruire potenziali universi ed avevano una loro autenticità e spontaneità. In seguito, per l’effetto gravitazionale del mondo e per la curiosità ho sperimentato e fatto mie tecniche e modalità pittoriche, facendomi contaminare, per arricchire la mia tavolozza esperienziale e vedere cosa potevo poi generare. Esperienze
e si è evoluta nel tempo, il tuo personale percorso artistico si è arricchito delle esperienze degli altri componenti o hai tenuto i progetti ben distinti? R.N.: La Cracking Art sta lasciando un segno nel panorama artistico, sia con le sue sculture colorate, la filosofia e il messaggio che veicola, sia come esperienza di lavoro di gruppo che dura da così tanti anni. Un aspetto questo che reputo molto importante: sviluppare pro-
nel 1970, avevo fatto un disegno [...] è il titolo che gli avevo dato “Io e La Trinità” che adesso mi fa pensare: oggi il mio lavoro si svolge su tre progetti condivisi, Cracking Art, Arbre Magique e Time Machine quel disegno sembra premonitore
Installazione “Arbre Magique Dissemination” Carla Volpati & Renzo Nucara, Ex Monastero di Valmarina, Bergamo plexiglass e nylon, 150x250 cm.
Installazione “Arbre Magique Butterfly Pollination” Carla Volpati & Renzo Nucara, Comune di Alzano Lombardo, forex e nylon.
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che sono poi servite nel mio lavoro successivo. V.C.: Anche tu come tanti hai vissuto l’eterno problema dello svolgere esclusivamente il lavoro di artista, ma è proprio grazie al tuo lavoro di stampatore che hai conosciuto gli artisti con i quali hai creato il gruppo Cracking Art, come è iniziato il vostro lavoro? R.N.: Quando fai un lavoro e ne sei convinto hai sempre una tensione che ti spinge in una direzione pronto a dare e raccogliere. Dal mio punto di vista ero stanco di lavorare in studio come un lupo solitario, avevo necessità di qualcosa di più allargato, un progetto collettivo che andasse al di là dall’organizzare mostre in gruppo con altri artisti, dove l’identità personale non si fondeva o non partecipava a costruire un lavoro collettivo. Penso che questa situazione sia anche stata alla base delle scelte degli altri componenti del gruppo Cracking Art. C’era anche la voglia di unire le forze per farsi sentire. Questa cosa ha permesso di mettere in luce la modalità Cracking del fare: una filosofia di base forte, semplice e attuale, canalizzarsi su un’immagine iconica di un animale, trasformarla in una scultura in plastica e poi agire nel mondo passando per spazi pubblici, museali e tutto quanto desse visibilità al nostro messaggio. V.C.: La formula del gruppo è cambiata
getti con gli altri, perseguire un lavoro a più mani. Mi è stato utile percepire come gli altri membri si ponevano di fronte alla filosofia Cracking Naturale/Artificiale e come il loro lavoro evolvesse nel tempo. Il mio lavoro è cambiato in tutti questi anni, come se avessi risalito un vulcano fino al cratere per poi esserne sparato fuori. Nel ‘93 era come se scavassi alle basi del vulcano, i miei “Reperti” dai colori scuri, magmatici e profili frastagliati erano come immagini strappate alla memoria… Immagini che proseguendo nel tempo e in questo vulcano immaginario si sono accese di resine colorate, dove oggetti e elementi naturali galleggiavano nei “Resinfilm”, per poi evolvere in lavori tridimensionali, che mi hanno sempre affascinato, usando lastre di plexiglass tagliate al laser negli “Stratofilm”, il mio periodo più recente. V.C.: Spesso il proprio modo di esprimersi è caratterizzato da influenze, consce ed inconsce, provenienti da movimenti e altri Artisti, chi e/o cosa ha creato in te le basi per le tue ricerche? R.N.: Siamo permeabili al mondo esterno, ma in qualche modo gli anni tendono a renderci meno aperti. Fa parte del corso del tempo. Penso che bisogna essere consci delle contaminazioni e influssi che riceviamo, perché permette di far emergere quella cosa in più che abbiamo dentro e che trasforma l’idea,
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un’idea già esistente in qualcosa che ha una valenza personale e che diventa un qualcosa di unico. Il mio imprinting personale è stato negli anni del Liceo, vedere le mostre di Lucio Fontana, Burri e della Pop Art Americana alla Rotonda della Besana. Devo specificare che parlo degli anni ‘70 quando Wharol, Raushemberg, Jorn, Stuart Davis iniziavano a sbarcare in Europa e Fontana e Burri erano acclamati, ma la pittura che regnava era quella del Novecento, anche se presa a sassate dai cambiamenti artistici che in quegli anni hanno modificato il fare artistico, l’Arte Povera, la Body Art, la Land Art… V.C.: Importante la collaborazione, non solo di vita, ma anche artistica, con Carla Volpati. Molto interessante la vostra opera “In due”, “Arbre Magique”, del 2013. Come è nato questo progetto? R.N.: Le immagini delle mie forme e degli animali, i puppet (personaggi immaginifici) e un senso di equilibrio unico da parte di Carla, hanno fatto nascere in modo casuale un primo “Arbre Magique”: un albero invaso dalle nostre sagome in plexiglass colorate in occasione di una manifestazione artistica a cui eravamo stati invitati, ma alla quale abbiamo deciso di proporre questa prima opera a 4 mani. Il risultato ci è piaciuto e andando avanti il lavoro si è affinato, abbiamo realizzato alcune grandi installazioni all’aperto, nel Parco di Villa Litta di Lainate, alla Rotonda della Besana a Milano in occasione di Expo 2015, nel parco Comunale di Alzano Lombardo. Nel tempo il lavoro ha
Carla Volpati & Renzo Nucara, Magic Box, plexiglass e nylon, 2016, 77x57 cm.
avuto degli sviluppi anche indoor. Abbiamo realizzato un Arbre Magique “suspendu” per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’interno del progetto di collezione permanente Tube-One. V.C.: La tua carriera è di lunga data, eppure la tua mente è in costante fermento, tante le idee da realizzare, hai qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri? R.N.: In questo caso devo fare una scaletta: con la Cracking siamo sempre attivi a livello internazionale, abbiamo un’installazione a Hongqiao a febbraio, che prosegue il tour iniziato a Shanghai, Wuhan e Chongqing. Stiamo preparando degli eventi a Dubai e Barcellona. In America l’installazione a Cleveland ha dato buoni risultati e stiamo programmando lo step successivo, mentre in Italia stiamo definendo il programma degli eventi. Con Carla Volpati per il progetto Arbre Magique abbiamo in programma due personali a breve in due gallerie italiane: ad aprile a Cassino presso la galleria Avanguardie Artistiche con una mostra intitolata “All’i-
Carla Volpati & Renzo Nucara Magic Box, plexiglass e nylon, 2016, 52x52 cm.
Carla Volpati & Renzo Nucara Magic Box, particolari.
ARBRE MAGIQUE Il titolo, che scherzosamente ricorda l’alberello profumato, si collega al valore simbolico dell’albero. Con le radici ancorate alla terra e i rami protesi al cielo, ne rappresenta l’anello di congiunzione, oltre a essere rappresentativo dell’energia dell’universo nel suo processo di nascita, crescita e diffusione. Se in alcune culture antiche l’albero è magico di per sé, nel progetto di Carla Volpati e Renzo Nucara, l’incanto nasce dalla presenza dei suoi inusuali abitanti: silhouette colorate di animali e personaggi che lo animano, trasformandolo in un Arbre Magique Ispirati all’Arbre Magique, sono i Magic Box, opere sospese dove la forma dell’albero è definita dalle sagome stesse. www.arbremagique.gallery
Carla Volpati & Renzo Nucara, Magic Box, Carla Volpati & Renzo Nucara, Magic Box, plexiglass e nylon, 2016, 117,5x77,5 cm. plexiglass e nylon, 2016, 77x57 cm.
Carla Volpati & Renzo Nucara, Arbre Magique, cartone e forex, Milano, Porta Garibaldi, aprile 2016, settimana del Design.
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Sopra: TimeMachine MaxiZOO, plexiglass, magneti e motore elettrico. Courtesy MaxiZOO.
Sopra la performance al Teatro Binario 7, Monza, dicembre 2016 all’interno del progetto “La Bellezza Resta”. Courtesy Rosanna Ambrosio.
TIME-MACHINE
Il progetto trae spunto dall’enunciato di Emile Borel (teorema Infinite Monkey: “Se un esercito di scimmie battesse per un tempo sufficiente sui tasti di macchine da scrivere, produrrebbe prima o poi tutti i libri del British Museum.”) e dalla definizione in biologia del termine “evoluzione” (progressivo e ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti morfologici, strutturali e funzionali negli organismi viventi). Time Machine (Infinite Monkey) è un opera che costituisce la cellula iniziale di un potenziale lavoro infinito che può nascere con l’interazione attiva di tutte le persone. Il contributo alla costruzione dell’opera passa attraverso la realizzazione personalizzata di un singolo ingranaggio, che aggiunto ai precedenti segna un’evoluzione dell’opera. Ogni intervento, quindi, non è solo un “post-it” che documenta un pensiero personale, ma diventa un ingranaggio che gira e fa girare tutte le ruote del sistema, correlandolo con quello di altre persone a sottolineare così il nostro essere causali e non casuali. Il progetto è ipotizzato su una superficie modulare che può accrescere di pari passo al numero esponenziale degli interventi. www.artimemachine.com
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nizio era l’Albero”, dove l’opera principale sarà un grande suspendu in plexiglass verde fluorescente e dove presenteremo i Magic Box, ispirati all’Arbre Magique, ed una piccola serie di vecchi lavori personali per documentare come è nato questo lavoro condiviso. A maggio, in occasione di Art Date a Bergamo inaugureremo una mostra nella Galleria Elleni intitolata “Madre Natura” dove realizzeremo un’installazione di 4 suspendu che creeranno un bosco magico. C’è poi il Progetto Time Machine: un progetto corale che sto portando avanti da un paio di anni e che sta pian piano crescendo. È un’opera composta da ingranaggi di cui io disegno il primo e invito gli altri a darmi un loro disegno, una foto, un pensiero che poi riproduco in un tratto bianco e nero sugli ingranaggi. Questi vengono accostati al mio per costruire un grande geroglifico dinamico (gli ingranaggi girano e fanno girare gli altri, a indicare che siamo connessi). È un progetto che, partendo dal Teorema di Borel della Scimmia Instancabile e dal concetto di evoluzione, genera un’opera infinita che si accresce tra causalità e casualità. Un nuovo step è stato quello di creare una Time Machine Virtuale grazie alla condivisione del progetto con il film maker Maurizio Pasotti. Nell’immediato c’è la condivisione di questo progetto con una scuola. V.C.: Sono tanti i giovani artisti che ci leggono, cosa consiglieresti, in questo momento storico, a chi vuole muovere i primi passi nel mondo dell’Arte? R.N.: Le capacità percettive di quando si è giovani unite all’entusiasmo sono come la nitro e la glicerina: ti danno una forza e una capacità che riesce a metabolizzare anche gli inevitabili errori che si fanno o eventuali insuccessi. Non c’è una ricetta perfetta anche se critici, scrittori, artisti hanno cercato di codificare una modalità per diventare “artisti”. La realtà è che non c’è nessun manuale d’uso. Bisogna essere curiosi, autentici, credere in quello che si fa, non cedere al fascino delle mode artistiche, scegliendo mezzi espressivi che non ti appartengono. Essere se stessi sempre, ma non chiusi in se stessi. V.C.: Ti ringrazio per la tua pazienza, par-
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lare di sé spesso non è facile, si ha paura di “autodefinirsi”... Ma secondo te, chi è Renzo Nucara? R.N.: Il mio lavoro si alterna su tre fronti per la necessità di creare dei cambi focali su una apparente unica realtà: l’Uomo e la sua coesistenza con la Natura. Sono come Neo in Matrix che incontra un Morpheus che gli offre però 3 pastiglie: una Fucsia per la Cracking, una Verde per Arbre Magique e una Nera per Time Machine… V.C.: In bocca al lupo Renzo e, come Neo, so che sarà dura, ma saprai scegliere la pastiglia giusta! Vincenzo Chetta
SHAPE Shape ovvero forma. Realizzata in plexiglass, attingendo all’archivio simbolico di Nucara, con altre sagome intarsiate al suo interno a indicare una continua evoluzione e contornata da un alone, solitamente rosso fluorescente, che rimanda all’energia della vita.
Renzo Nucara (Crema 1955) si diploma al Liceo Artistico di Bergamo nel 1973. Frequenta l’Accademia di Brera di Milano. La sua prima mostra personale risale al 1977 presso la Galleria Ticino di Milano. Negli anni ‘80 il suo lavoro si articola intorno al tema del Diario. Emozioni, sensazioni, “fatti del giorno”, vengono scritti di getto sulla tela. Sono frasi spesso al contrario o frammentate, perché volutamente collocate nello spazio tra l’esplicito ed il celato, tra ciò che vuol rivelare e ciò che si preferisce tacere. Negli anni successivi la scrittura diventa segno, la tela cede il posto alla tridimensionalità, entrano in gioco nuovi materiali (legni, oggetti trovati, pellicole trasparenti) con i quali crea i Box della memoria prediligendo un approccio tra l’ironico ed il ludico. Torna alla bidimensionalità con i Reperti, opere che caratterizzano la sua produzione artistica degli anni ‘90. Sono forme che rimandano all’idea di un oggetto già corroso dal tempo, realizzate dapprima in cartapesta e gommapiuma, poi in materiale plastico sul quale si addensano strati di colore, granuli, pigmenti, elementi del mondo naturale. Nel 1993 fonda insieme ad altri cinque artisti il Cracking Art Group. Materia d’elezione è la plastica che diventa anche veicolo di impegno ecologico e sociale. Partecipa con il gruppo alla 49° Biennale di Venezia con l’istallazione Sos World: più di un migliaio di tartarughe di plastica riciclata e dorata che occupano i giardini intorno agli storici padiglioni. Torna alla Biennale, sempre con il Gruppo, nel 2011 e 2013.
La dimensione di arte collettiva caratterizza anche altri suoi progetti: Time Machine e Arbre Magique. A livello individuale continua la sua ricerca artistica, incentrata nei primi anni del duemila sui Resinfilm, stratificazioni di resine, pigmenti, oggetti naturali e artificiali, matrice delle serie successive in plexiglass Stratofilm e Shape.
L’Artista Renzo Nucara Photo courtesy of Giudicianni&Biffi Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito internet dell’artista www.renzonucara.com
“Alla ricerca del Sacro Bang”, 200x300 cm. 25 sagome in plexiglass su fondo giallo, 2016. Le Mans Art Contemporain
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Vito Spada
Rituali segnici di una gloria antica, polimaterico su pannello in MDF, 80x80 cm.
La sua sperimentazione astratta guarda indirettamente alla composizione degli artisti del Bauhaus. Egli tuttavia rinuncia in parte all’utopia costruttivista per approdare, tramite il colore, ad una geometrizzazione di taglio lirico. (Paolo Levi)
vspada57@libero.it
www.vitospada.it
biancoscuro
Rita Vitaloni “La magica rotazione” opere del progetto il colore degli sfrattati
La magica rotazione Alfa opera del progetto “IL COLORE DEGLI SFRATTATI” Digital Graphic Art tecnica mista su tela 2016, 60x60 cm.
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incitrice nella sezione Arti Grafiche del BIANCOSCURO Art Contest 2016, Rita Vitaloni si è classificata prima al concorso con le opere del progetto “Il colore degli sfrattati” serie “La magica rotazione”, una collezione che, tramite una rotazione, vuole arrivare attraverso a successive trasformazioni al punto finale, frutto di continui cambiamenti con conseguente
risultato di perfezione. L’artista ha voluto in questa serie riflettere quasi una somiglianza con la sua vita, costretta ormai da anni a una “rotazione di eventi” sempre più impossibile da tollerare. Ad ogni giro diventa sempre più gravosa ed insostenibile. La causa è una drammatica vicenda che ha colpito la propria famiglia su tre generazioni, ma nonostante questo, Rita ha sempre cercato di lottare con tutte le sue forze e in
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questo vortice di rotazione continua, desidera che con le sue opere si possa arrivare veramente a un cambiamento e che la rotazione che le è stata imposta diventi positiva per tutti come avviene in ogni giro di questa serie. É la stessa Artista che ci racconta il percorso della sua nuova serie:“La magica rotazione, serie del progetto Il Colore degli Sfrattati, nasce da elaborazioni digitali scaturite da una croce che mi ricorda quella che è stata imposta alla mia famiglia, e che desidero trasformare. Nella prima opera, “Alfa”, la croce comincia a cambiare aspetto e grazie al movimento e alla musica prodotta dall’ LP ultra-terreno, esce e si moltiplica in “Beta”, in spazi superiori, formando quasi una girandola, un gioco che desidera diventare costruttivo. Nel movimento che prosegue, si trasforma poi in “Delta”, immagine che richiama il mondo della natura, dei fiori che sbocciano nei prati verdi e che, continuando a girare, subisce una nuova trasformazione, diventa “Gamma”, ed è un turbinio di stelle che ci fanno entrare nel mondo celeste. L’ultima rotazione ed ecco “Omega”, la perfezione. Omega è perfetta perché ha assorbito in sè tutte le trasformazioni, senza perdere mai il senso della positività che esiste in qualsiasi Vita, vita come quella che ci è stata donata e che i mondi antichi, come quello Greco, hanno saputo insegnare alle civiltà di tutti i tempi. Se non perdiamo la fede nel giusto otterremo società migliori”. Questa serie fa parte del progetto Il Colore degli Sfrattati, ogni opera, tramite delle espressioni artistiche, riesce a far meditare e sensibilizzare l’osservatore, richiamando i problemi che molte persone sono costrette a vivere sulla propria pelle. Ogni opera del progetto che viene prodotta nasce da un profondo turbamento interiore, che non viene mai dimenticato durante la produzione dell’opera stessa: la sofferenza che l’Artista ha visto colpire tre generazioni della sua famiglia, che ha dovuto, e deve, restare spettatore passivo, non avendo possibilità di intervento per cambiare la gravissima situazione che si è creata senza avere nessuna colpa. Tramite
La magica rotazione Beta - opera del progetto “IL COLORE DEGLI SFRATTATI” Digital Graphic Art - tecnica mista su tela, 2016, 60x60 cm.
La magica rotazione Gamma - opera del progetto “IL COLORE DEGLI SFRATTATI” Digital Graphic Art - tecnica mista su tela, 2016, 60x60 cm.
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biancoscuro
“ La magica rotazione Delta opera del progetto “IL COLORE DEGLI SFRATTATI” Digital Graphic Art tecnica mista su tela 2016, 60x60 cm.
le opere vuole mettere le espressioni artistiche in una ricerca di una positività di creazione che esca dal dolore e serva a richiamare l’attenzione su problemi che neanche pensiamo e vogliamo capire. Il suo grande desiderio è che tramite il progetto si crei qualcosa di positivo che possa aiutare tutti Vincenzo Chetta
Rita Vitaloni (Savona 1962) si è diplomata nel 1981 all’ITC di Savona e nonostante il lavoro in un Istituto di Credito ha voluto intraprendere gli studi che ha sempre desiderato fare diplomandosi al Liceo Artistico “Arturo Martini”. Si iscrive, all’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Nel 2004 ottiene il Diploma Accademico in Pittura e nel 2006 il Diploma Accademico di II livello specializzazione in Grafica con il massimo dei voti . “IL COLORE DEGLI SFRATTATI è una raccolta di opere che denunciano una realtà di Vita di una famiglia Italiana da tre generazioni che ha provocato la morte di mia madre nel 2006; nel 2008 hanno sbattuto per strada mio figlio di 5 anni senza avere dato nulla delle immense spese fatte in quella casa ereditata da mia madre nel 1989 e completamente ristrutturata perché la mia discendenza potesse vivere in un modo adeguato ed avere una crescita normale, la casa è stata tolta ora io come figlia erede sono stata condannata a più di 73.000 euro per canoni mai percepiti e tutte le spese processuali e interessi che ogni giorno aumentano. Ora hanno
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Il colore prende forma ed è forma, e il soggetto, inteso in modo tradizionalista, quasi scompare. L’artista Rita Vitaloni diventa magistralmente un’interprete dell’animo umano. Le atmosfere surreali spingono lo spettatore a meditare sull’essenza della vita e sul continuo gioco cromatico che come in un labirinto ci trasporta verso mondi lontani. L’io interiore dell’artista è riflesso nelle raffigurazioni tridimensionali dal profondo afflato poetico e meravigliosamente rese dal geometrismo artistico di Rita Vitaloni. Le forme sono alchimie magiche di colori, intuite da una certa rielaborazione grafica. L’artista riesce, infatti, a regalarci emozioni sincere nel sostare di fronte alle sue opere, che parlano di una “Luce solare” in un vero e proprio movimento rotatorio, quasi fosse un vortice di luce, che sprigiona, come nello specchio della sua anima, le immagini del nostro tempo. Rita Vitaloni è un’ artista che con le note della sua arte ci trasporta nell’immensità della sua arte, cosicché attraverso i suoi occhi lo spettatore contempla una nuova dimensione parallela di incantata bellezza. Rita Vitaloni, artista Digital Graphic, esprime il contenuto interiore attraverso la dissoluzione estrema della realtà. Non si preoccupa di seguire modi o stili classici accademici, ma segue una via tutta personale che
pignorato la casa di mia madre e di mia zia per ottenere il loro tornaconto e per le spese della ristrutturazione nessuna compensazione, nessun diritto. Ora non solo io, mio marito e mio figlio che ora ha 13 anni e anche mia zia di anni 85, se non si riesce a trovare una soluzione finiremo per strada. Questa situazione si é creata con la giustizia italiana che sta uccidendo tre generazioni dal 1989. Opere di vera denuncia da moltissimi anni, ecco perché la creazione del progetto IL COLORE DEGLI SFRATTATI per dare una testimonianza di Vita reale tramite delle espressioni artistiche” (Rita Vitaloni) Pubblicazioni: Catalogo d’Arte Moderna, BIANCOSCURO Rivista d’Arte, il Metaformismo, “l’Arte e il Tempo” , Galleria Italia Francesco Chetta Editore, ecc Premi - Premio Biennale Gondola dell’Arte - Venezia - Trofeo Cavalieri di Malta - La Valletta -Malta - Gran Premio Oslo Città del Nobel - Premio Leonardo da Vinci - Città di Cesenatico
- Premio Biennale Leone dei Dogi - Venezia - Premio OSCAR PER LE ARTI VISIVE - Monte-Carlo. - Gran Premio della Repubblica d’Italia - Premio Spoleto Festival Art - La Palma d’oro per l’Arte - 1º Premio Assoluto - sez. Arte Grafica nel Biancoscuro Art Contest - Monte-Carlo Mostre Firenze, Venezia, Roma, Parma, Pavia, Parigi, Monte-Carlo, Torino, Genova, L’Aquila, Spoleto, Asti, Ferrara, Napoli, Vigevano, Forlì, Assisi, Cremona, Maranello, Savona, Padova, Barcellona, Oslo, Malta, Taranto, Novara, Piacenza, Benevento, Palermo, Vercelli, Lodi Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito internet dell’artista www.ritavitaloni.it
Rita Vitaloni in una sua opera “Luce oltre il buio”
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come in un vorticismo cosmico la porta in una nuova dimensione digitale, dove anche il colore assume un potere evocativo soprannaturale, dando ad esso un ruolo centrale nella costruzione di opere in movimento dal forte impatto emotivo. Le sue opere, che seguono il progetto “Il Colore degli Sfrattati” diventa un vero e proprio “Manifesto culturale” dove la tecnologia metafisica diventa tridimensionale “La
fonte delle Brame”, dal forte impianto monocromatico. Rita Vitaloni grazie alle sue opere mette in relazione mondi possibili per creare, attraverso una personale interpretazione della realtà, un mondo originale ed unico in cui forma e colore si accordano perfettamente sulla tela dando vita a una nuova dimensione. Prof. Giuseppe Maci
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La magica rotazione Omega opera del progetto “IL COLORE DEGLI SFRATTATI” Digital Graphic Art tecnica mista su tela 2016, 60x60 cm.
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ondeiarte@gmail.com
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www.ondeiarte.com
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“Momento di piacere�, acrilico e resina su tela, 2016, 80x120 cm.
17 Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d ’Azur
Parce-que la vie, est aussi un ART!
Salvador Dalí Space Elephant Bronze - 24/50 1981
ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
21-24 september 2017 WWW.ARTEMONACO.COM
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Silvia Greco Continui mutamenti: l’ Arte è viva!
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na giovane Artista, dedita a profonde ricerche per ogni tappa del suo percorso artistico. Silvia Greco, compiuti gli studi artistici ideali, il Liceo e l’Accademia di Belle Arti a Firenze, non ha da subito intrapreso la professione di Artista, lasciando sedimentare in lei tutte quelle emozioni che portano in maniera naturale, quasi automatica, a volte impulsiva, gli artisti a creare Arte. I fondamenti accademici vengono poi accantonati, la Greco riprende il suo percorso artistico sfociando nell’astrattismo. Ed è con questo cambiamento di rotta che iniziamo a conoscerla, gli studi classici a dare sostanza ai gesti impalpabili, ripetuti, cercati e mai casuali, anche quand’essi siano portati dal subconscio. Le opere della Greco, a qualsiasi delle serie fin’ora prodotte appartengano, sono figlie di una atten-
A sinistra: Into the Bark 1 smalto e foglia oro su tela 2016, 30x120 cm. A destra: Osmosis smalto e acrilico su tela 2016, 80x80 cm.
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ta ricerca, di riflessione e studio, e si nota l’indagine approfondita per arrivare ad un esito estetico congruente al senso dell’opera stessa. Analizzando le sue tele, la matericità preziosa salta immediatamente agli occhi, non perchè prevaricatrice, ma in quanto sua caratteristica inconfondibile, nella scelta e nell’uso. Posso senza dubbio affermare che le opere di Silvia Greco sono riconoscibili, sintomo questo di vere qualità creative sintetizzate con talento. Interessante l’attuale ricerca dell’artista, che con la serie “Alchemy” lega l’Arte al mutamento incessante della Natura. Come da spiegazione dell’artista stessa, le opere sono frutto di delicati processi chimici che trasformano le comuni materie prime pittoriche in composti vivi, naturalmente portati all’evoluzione temporale. La chimica diventa così parte integrante della sua ri-
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cerca, non fatta più solo di espressione delle proprie sensazioni, ma di tecniche che possano interagire con l’ambiente circostante anche a opera terminata. Ed ecco che ammirandole notiamo come l’aspetto estetico sia assolutamente appagato, ma è indagandole che scopriamo piccoli mondi, quelli che la Greco chiama “Invisible Land”, e che fotografa in macro dando sfogo a un nuovo lato della sua entusiasta creatività. Le opere che nascono da questa sua tecnica evocano cortecce e tronchi, spaccature tipiche della terra. I processi di mutamento non sono controllabili, e possono dar vita a imperfezioni, che rendono uniche e irriproducibili le singole opere,
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ma che soprattutto si legano perfettamente al concetto di ciclo vitale, e dunque alla natura. Il percorso che sta conducendo Silvia Greco è complesso, non è più solo accademia, non è più solo sfogo creativo ed emozionale, ma è diventato veicolo per il suo messaggio: “Dal desiderio di sensibilizzare l’osservatore nel non smettere mai di meravigliarsi nasce il viaggio in nuovi mondi fantastici e invisibili nella serie “Invisible land”, dove pittura e fotografia si fondono accompagnando l’osservatore alla scoperta di paesaggi misteriosi, forse reali forse immaginari, che ancora una volta ci ricordano quanto sia importante il legame con la nostra Madre Terra,
Paesaggi invisibili, fotografie di piccoli dettagli pittorici che, in una danza di geometrie frattali, si distacca dal dipinto originale riproponendosi nell'infinitamente piccolo, rappresentando se stesso in un linguaggio nuovo, sospeso tra fotografia e pittura, in una commistione di linguaggi creativi. Queste sono le opere Invisible Land. Silvia Greco
Lost World stampa fotografica su tela e acrilico, 2015, 100x100 cm.
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Into the Forest, acrilico e foglia rame su tela, 2016, 80x80 cm.
e ci fanno soffermare sul nostro bisogno di tornare in contatto con quella natura che ormai non ascoltiamo più.” Ecco che la Natura che non è solo più ciò che emoziona ed ispira l’artista, regalandole cromie
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Stra of the deep earth, smalto su tela, 2015, 80x80 cm.
e forme, ma è messaggio. Un messaggio sempre attuale, che non invecchierà mai, ma che si evolverà naturalmente, così come la materia plasmata che crea le sue opere: il cerchio si chiude, l’Arte è viva. Vincenzo Chetta
Alchemy nasce da delicati processi chimici che, come vere alchimie, trasmutano la pittura in legno, trasformando materiali tradizionalmente pittorici in evocativi “tagli” di tronchi, che rimandano all’istinto primordiali di ricongiungimento alla natura, tipico di un uomo ormai così “urbanizzato” da aver dimenticato il valore stesso del suo legame con “Madre Terra”. Silvia Greco
One, smalto e foglia oro su tela, 2016, 20x20 cm.
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Two, smalto e foglia oro su tela, 2016, 20x20 cm.
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Esposizioni recenti - Aprile 2011 - Mostra collettiva, Galleria d’arte Millecolori, Genova. - Gennaio 2013 - Mostra Permanente, Clinica Leonardo di Sovigliana, Vinci. - Maggio 2014 - Mostra collettiva, “I nuovi volti dell’arte”, Caffè Ideal, Firenze. - 31 ottobre / 14 novembre 2015 - Mostra collettiva, “WOA…Woman in art”, Galleria d’arte “Spazio 100”, Torino. - Ottobre 2015 - “Il Filo dell’arte”, X giornata internazionale dell’arte contemporanea, Montelupo Fiorentino. - Luglio 2015 - I Biennale d’arte contemporanea della Versilia, Villa Gori, Massarosa. - Aprile 2015 - Mostra collettiva “Le don-
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ne dell’arte”, Galleria “Merlino Bottega D’arte”, Firenze. - 23 gennaio / 4 febbario 2016 - Mostra Personale, “ALCHIMIE”, Galleria Factory 291, Viareggio. - 28 / 31 gennaio 2016 . Art Innsbruck 2016, Biancoscuro, Innsbruck, Austria. - 20 aprile / 3 maggio 2016 . Mostra Personale, Galleria Statuto di Brera, Milano.
INFO silviagreco34@gmail.com www.silviagreco.it
Materiali preziosi come l’oro, l’argento, il rame diventano tracce di luce che travolgono la materia e lacerano il colore creando armonie inattese, opposte alla opacità dell’acrilico ed alla brillantezza accecante dello smalto. Silvia Greco
Three smalto e foglia rame su tela 2016, 20x20 cm.
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A destra: Into the bark 3 smalto e foglia rame su tela 2016, 30x120 cm.
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Bernardo Bellotto, Piazza San Marco verso sud-ovest, Venezia (particolare), 1742-1743, The Cleveland Museum of Art, Leonard C. Hanna, Jr. Fund (1962.169), © The Cleveland Museum of Art
BELLOTTO E CANALETTO
Lo stupore e la luce
Milano, Gallerie d’Italia – Piazza Scala
Con il patrocinio di
In collaborazione con
biancoscuro
REAL ART#2 al Museo Bodini Una grande mostra presenta gli Artisti del progetto
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opo il successo della scorsa edizione, torna REAL ART, il progetto artistico di Franco Crugnola, nato con l’idea di realizzare annualmente una pubblicazione-portfolio con opere uniche ed autografe di artisti contemporanei. L’edizione del volume #2, limitata a 130 copie, presenta i lavori di Antonio Bandirali, Fabio De Vivo, Flycat, Vittore Frattini, Ralph Hall, Ruggero Maggi, Enrico Manera, Silvio Monti, Patrick Moya, Antonio Pedretti, Peter Hide 311065, Antonio Pizzolante, Isabella Rigamonti, Alessandro Traina. Il progetto ha saputo coinvolgere artisti, stampatori, editori, giornalisti uniti in nome dell’arte e della solidarietà. Il ricavato della vendita, infatti, andrà a sostenere la Fondazione Giacomo Ascoli di Varese, che ha realizzato e sostiene il Day-Hospital oncoematologico presso l’Ospedale del Ponte di Varese. Il volume originale e interdisciplinare coinvolge artisti anche molto differenti tra di loro, invitati a confrontarsi, rimanen-
do aderenti al loro percorso artistico, al concetto di serialità all’interno di un lavoro “unico”. Il progetto ha avuto grande sostegno da parte di sedi museali ed istituzionali, tanto da inserire REAL ART all’interno di un percorso itinerante tra alcune realtà importanti della provincia, come il Museo MA*GA di Gallarate. Una grande mostra al Museo Bodini di Gemonio ha presentato le opere degli artisti, presenti in esposizione dal 10 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017. Il vernissage di inaugurazione ha rispecchiato il successo del progetto, tanti i visitatori che hanno potuto ammirare le importanti opere e sostenere la Fondazione con l’acquisto del volume #2. Le copie ancora disponibili si possono trovare nelle migliori librerie di Varese e provincia, nei bookshop del Museo MA*GA di Gallarate, Museo Bodini di Gemonio, Museo Parisi Valle di Maccagno con Pino e Veddasca, Galleria Biancoscuro di Pavia, Galleria Cart 70-10 di Monza, Meeting Art di Vercelli, Showcase Gallery di Varese. Isabella Rigamonti
Sopra: Vincenzo Chetta, Ruggero Maggi, Sara Bodini, Franco Crugnola e Isabella Rigamonti.
Alcuni istanti della mostra al Museo Bodini di Gemonio.
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Il Futurismo secondo Balla Alla Fondazione Ferrero l’omaggio al grande Artista
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Ho sempre dipinto, stò dipingendo, dipingerò fino all’ultimo istante. È l’opera d’arte che deve far parlare di sè, è dell’opera d’arte che si deve parlare, è l’opera d’arte che deve far conoscere l’artista, tutto il resto è mediocrità.
”
Giacomo Balla, 1930
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a Giacomo Bal- collaborazione scientifica della la a Futurballa: GAM di Torino e della Soprinl’evoluzione del tendenza Belle Arti del Piemongrande Artista te. L’omaggio al grande pittore torinese è in mo- prevede un’esposizione suddivistra alla Fondazione Ferrero di sa in aree tematiche: il realismo Alba. Aperta al pubblico sino al sociale e la tecnica divisionista; 27 febbraio di quest’anno, l’espo- le compenetrazioni iridescenti sizione conta più di 100 opere di e gli studi sulla percezione delBalla, arrivate sia da collezioni la luce; l’analisi del movimento pubbliche che private, italiane ed il Futurismo. Possiamo così ed estere, tra le quali spiccano di- ammirare in un unico percorso pinti che difficilmente si potranno le opere rappresentative di diversi rivedere in tempi brevi in Italia, periodi, per meglio comprendere arrivati dai maggiori Musei di Ge- che Balla non è stato solo Futurusalemme, New York, Londra. rismo, ma soprattutto un grande La mostra, a cura di Ester Coen, ricercatore nell’Arte. Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it è stata realizzata con la preziosa Daniela Malabaila Per Info: artshop@biancoscuro.com
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
Sopra: Giacomo Balla - La Pazza 1905, olio su tela, 175x115 cm. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. © Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Su gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Foto Giuseppe Schiavinotto, Roma © Giacomo Balla, by SIAE 2016.
FUTURBALLA 29 ottobre 2016 - 27 febbraio 2017 Fondazione Ferrero, Alba INFO T. +39 0173 295094 info@fondazioneferrero.it Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-19.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazioneferrero.it
Giacomo Balla - Velocità astratta + rumore 1913 - 14, olio su tavola, 54,5x 6,5 cm compresa la cornice dipinta dall’artista Venezia, Collezione Peggy Guggenheim, (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) © Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Photograph by David Heald © Giacomo Balla, by SIAE 2016.
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Claude Monet alla Beyeler I primi 20 anni della Fondazione
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n occasione del suo ventesimo anniversario, la Fondazione Beyeler (con sede a Basilea, in un edificio progettato da Renzo Piano) presenta Claude Monet, Artista facente parte della collezione permanente della Fondazione. La mostra illustra l’evoluzione artistica del grande pittore francese, in esposizione più di 50 opere provenienti da collezioni private e musei internazionali. Fino al 28 maggio è possibile ammirare i suoi paesaggi mediterranei, le scene del litorale atlantico e della Senna, i prati con fiori selvatici e mucchi di fieno, ninfee, cattedrali e ponti avvolti nella nebbia. Flavio Ennante
MONET
22 gennaio - 28 maggio 2017 Fondazione Beyeler, Riehen - Basilea INFO T. +41 61 6459700 info@fondationbeyeler.ch Dal lunedì alla domenica 10.00-18.00 Mercoledì 10.00-20.00
Sopra: Claude Monet - En norvégienne, 1887, olio su tela, 97,5x130,5 cm. Musée d'Orsay, Parigi - eredità della Principessa Edmond di Polignac, 1947 Ph - © RMN-Grand Palais (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski Sotto: Collezione permanente Claude Monet - Le bassin aux nymphéas Auguste Rodin - Iris, messagère des dieux Claude Monet - Le pont japonais Fondation Beyeler Riehen/Basel_BeyelerCollection_Photo Mark Niedermann
www.fondationbeyeler.ch La Fondazione Beyeler, Renzo Piano Photo Mark Niedermann
Francesca Genghini alla Triennale di Roma
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ispirata e ironica personalità di Elda Francesca Genghini si esprime appieno nella serie di impetuose creazioni ferree, che raccontano visioni inaspettate e vibranti forme oltre l'oggetto. Sempre alla ricerca di commistioni e sperimentazioni evocative, ogni opera racchiude una prospettiva emotiva e intima dell'artista, curata nell'istante esatto della forgiatura: hic et nunc. Il caos viene catturato e strutturato nel'opera non come concetto a sè stante, ma come emozione interiore e misura del proprio essere, per narrare qualche cosa di diverso e nuovo. Questo è ben evidente anche nella scultura di ferro “Caos 2”, scelta per presenziare dal 25 marzo 2017 alla Triennale di Roma, all'interno del prestigioso Complesso del Vittoriano. Valentina Zolla
INFO francigen2004@gmail.com Caos 2 - ferro, 2008, 60x50x50 cm.
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Enrico Baj L’Apocalisse a Legnano
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no dei massimi capolavori di Enrico Baj è ospitato a Palazzo Leone da Perego a Legnano, dove il percorso espositivo si sviluppa per aree tematiche narrando la storia dell’Apocalisse, partendo dalla genesi. Le prime spirali degli anni Sessanta aprono l’esposizione, gli ultracorpi usciti dal magma lasciano spazio poi alle citazioni di “Guernica” nelle riflessioni su Picasso. L’Apocalisse viene narrata con teli dipinti a dripping, personaggi infernali e pipistrelli, concludendo con una “Giostra delle vanità” popolata da 150 sagome dipinte su tavola, capaci di resuscitare un immaginario medievale, ma specchio di un inferno sociale attuale, dove il l vero male è rappresentato dal conformismo. s
Sopra: Enrico Baj - La sirena dell’isola di Patmos, 1983, 165x110 cm. Sotto a sinistra: Enrico Baj - Piccolo Pinelli 1972, acrilici e collage su tavola, 58x120 cm.
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Sotto a destra: Enrico Baj - Mangiagiduglie, 1983, 215x218 cm.
RIVISTA d’ARTE
MIRABILI MOSTRI
L’Apocalisse secondo Baj
Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it 6 novembre 2016 - 26 febbraio 2017 Per Info:(MI)artshop@biancoscuro.com Palazzo Leone da Perego - MA*GA, Legnano INFO T. +39 0331 706011 leonedaperego@museomaga.it Da martedì a venerdì 9.30-12.30 Sabato e domenica 10.30/12.30-16.00/19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.museomaga.it
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Il Liberty italiano Le due tendenze del movimento a confronto
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inee fluenti, floreali e decorative o, come secondo il modello critico della letteratura coeva, tutto ciò che è moderno e di rottura? Cosa è davvero Liberty? A Palazzo Magnani (Reggio Emilia) si indaga la questione, mettendo a confronto
i due pensieri. Fino al 14 febbraio 2017 saranno in mostra circa 300 opere tra dipinti, sculture, grafiche, progetti architettonici, ceramiche e gli immancabili manifesti in stile. Il progetto espositivo ricrea il mondo dell’artista, entrando nel vivo del “fare” e nella sua mente, la vera essenza concettuale e espressiva del Liberty, un movimento, una tendenza e una moda che, a distanza di più di cento anni, non ha ancora esauril to il suo potere seduttivo. s Sopra: Duilio Cambellotti - Bozzetto esecutivo Rubino Antonio - La necessità
per il Manifesto dell’Esposizione nazionale di
1910 ca. china e tempera su cartoncino,
Torino del 1898. 1897, china carbonino e biac-
600x740 mm. Scandicci (FI), Collezione privata
ca, 113,5x79 cm. Roma, Archivio Cambellotti
Terra / Materia Prima Il successo della mostra ideata da Ruggero Maggi
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resso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo (Gallarate, Varese) si è conclusa il 27 gennaio la rassegna internazionale d’Arte Postale “TERRA/MATERIAPRIMA” ideata e curata da Ruggero Maggi. L’esposizione è rientrata nella programmazione del grande progetto di rete culturale gallaratese [OC] Officina Contemporanea, con il contributo di Fondazione CARIPLO. La terra è stata l’elemento primario delle opere realizzate con vere e proprie zolle della propria terra da più di duecento mailartisti internazionali che
hanno spedito le proprie creazioni. Opere d’arte che in taluni casi crescono e si sviluppano essendo costituite da elementi vivi che vengono regolarmente innaffiati, piccoli ecosistemi viventi: arte viva! In esposizione anche l’opera di Peter Hide 311065, “Campo dei miracoli”, il campo dei creduloni, dei faciloni. Un terreno molto fertile, tanto che già si l intravedono le prime banconote. s
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ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
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L’Arte Contemporanea a Marbella Peter Hide 311065 e Isabella Rigamonti protagonisti
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eter Hide-311065 e Isabella Rigamonti, due Artisti che si confrontano nella sfera dell’arte contemporanea, questa volta in Spagna, a Marbella, negli spazi di Excellence Art Gallery di Massimo
Cedrini sotto la direzione del curatore Giuseppe Carnevale. La mostra, realizzata in collaborazione con Biancoscuro, rappresenta una linea di unione solida tra il territorio iberico e l’Italia. I due artisti esprimono apparentemente concetti lontani tra loro,
A sinistra: Giuseppe Carnevale, curatore della mostra, con Prince Don Antonio de Pleguezuelos y Velasco, Principe di Marbella, e Massimo Cedrini, gallerista della Excellence Art Gallery
Peter Hide-311065
ma probabilmente entrambi convergono su due aspetti comuni: il dubbio ed il silenzio. Peter Hide 311065 ci immerge in un immaginario viaggio verso il Dio denaro, una riflessione sulla spasmodica ricerca del potere materiale che muove il mondo attraverso la realizzazione di opere che, per un lato, magnificano il significato stesso dei soldi, ma che viene poi maltratto dall’artista, riducendolo ad una massa silenziosa innocua, inerte, come in una rivincita dei sentimenti e dell’umanità sul Dio Denaro. Il dubbio che da sempre pervade l’essere umano sul significato stesso del denaro. Isabella Rigamonti presenta una collezione fotografica incentrata su quelle architetture metropolitane apparentemente silenti, ed attraverso i suoi scatti, fatti di sovrapposizioni fotografiche in bianco nero e colore, conduce il suo visitatore verso la percezione di un movimento personale, come in una nuova dimensione. Non un movimento obbligato delle architetture che vorrebbero dominare la scena fotografica, le architetture di Isabella Rigamonti da un lato trasmettono un silenzio ed un rigore geometrico, ma l’impianto coloristico fotografico ci propone il dubbio che le stesse architetture possano rivivere attraverso nuove percezioni sensoriali. La mostra è stata un grande successo, Hide e Rigamonti hanno conquistato anche la Spagna. Giuseppe Carnevale
Isabella Rigamonti
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AUTRE
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PEINTURE
Flora Castaldi è la fondatrice del movimento “Stil-Cosmogeologico ©” FLORA pittrice francese è nata in Italia vive e lavora a Saubens HauteGaronne. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Ha esposto in Francia, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Giappone, Canada, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti d’America e Principato di Monaco. A destra L’Artista Flora, qui con l’On.Vittorio Sgarbi, durante il vernissage della mostra “Spoleto Arte” 2016 Sopra: Fleurs Oceanes, tecnica mista su tela, 100x100 cm.
INFO www.flora-artiste-peintre.fr
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La Pittura Senese Attesa la mostra per il 18 marzo
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ecisa la data di apertura al pubblico dell’importante progetto espositivo sull’Arte senese, che coinvolge i comuni, le fondazioni ed i dipartimenti di Montepulciano, San Quirico d’Orcia e Pienza: “Il buon seco-
lo della Pittura Senese”. Dal 18 marzo sarà possibile ammirare opere create tra il 500 ed il 1600 da interpreti della pittura in terra di Siena. Tutte le sezioni si aprono al territorio, invitando il visitatore a esplorare e scoprire altre opere custodite in pievi, moll nasteri e palazzi in Val d’Orcia. ls IL BUON SECOLO DELLA PITTURA SENESE Dalla maniera moderna al Lume Caravaggesco 18 marzo - 30 giugno 2017 Montepulciano/San Quirico d’Orcia/Pienza INFO T. +39 0578 748359 ilbuonsecolodellapitturasenese@gmail.com Dal mercoledì al lunedì 10.30-18.30 Chiuso il martedì
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Sopra: Domenico Beccafumi - Cleopatra Siena, tempera su tavola, 44x77 cm. Collezione Chigi Saracini MPS A sinistra: Bernardino Mei - Amore curato dal Tempo con l’acqua del fiume Lete olio su tela, 180x160 cm. Siena, Banca Monte dei Paschi
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biancoscuro
ArteFiera 2017 La 41ª edizione della rassegna bolognese
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d’Italia ha portato nei padiglioni fia e dell’arte, nel tentativo di non di BolognaFiere numerose novità. tracciare un confine tra le disciArteFiera 2017 si è sviluppata in pline ma di trovare tra queste uno due grandi padiglioni del Quar- spazio di condivisione. tiere fieristico di Bologna. Le se- Il commento di Franco Boni, zioni Main Section e Solo Show Presidente di BolognaFiere è un sono state scelte dal direttore grande ringraziamento: “Sono stato artistico e da un Comitato di se- un assiduo visitatore di Arte Fiera e lezione composito, per un totale quest’anno, alla mia prima Arte Fiedi 133 gallerie, a cui si aggiungo- ra da Presidente di BolognaFiere, ho no quelle dei settori curatoriali. potuto toccare con mano la gran“L'analisi attenta e severa degli de energia che questa manifestaesperti ha portato alla scelta di una zione mette in circolo, mobilitando edizione della fiera più compatta, attorno alla Fiera tutta la città e le con un numero minore di parteci- sue Istituzioni. Sono anche particopanti rispetto al passato nonostante larmente felice che la mia prima l'aumento delle domande di am- Arte Fiera sia coincisa con l’inmissione", commenta il nuovo Di- sediamento del nuovo Direttore rettore Artistico Angela Vettese. Artistico, Angela Vettese, che ha Si è distinta la sezione di nuove delineato i confini di un’Arte Fiera proposte a cura di Simone Frangi, fortemente rinnovata. Colgo l’occasioNueva Vista, dedicata ad artisti ne per ringraziare il lavoro dei precemeritevoli nono PDF necessariamente denti Direttori artistici perché il loro Versione completa in edizione cartacea su http://artshop.biancoscuro.it giovani anagraficamente, nata per Per Info: artshop@biancoscuro.com contributo è stato essenziale per accremettere le basi per lo sviluppo di ditare la manifestazione nel circuito un progetto curatoriale in conte- internazionale delle Fiere dedicate Agostino Bonalumi - tela estroflessa e tempesto fieristico. La sezione di Foto- all’arte moderna e contemporanea”. ra vinilica, 1971, 100x80 cm. Cortesi Gallery grafia è stata sotto la cura di An- ArteFiera si conferma punto cargela Vettese, che ha intrapreso un dinale dell'Arte moderna e conesperimento per mettere in luce il temporanea. mondo indipendente della fotograFranco Crugnola
on la nuova direzione affidata ad Angela Vettese, Arte Fiera è arrivata alla sua 41esima edizione in una versione rinnovata, confermando la propria identità di fiera d'arte italiana maggiormente consolidata e ricca di storia. Dal 27 al 30 gennaio 2017, la più longeva kermesse di arte moderna e contemporanea
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
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Mario Schifano - Infinito - smalto e acrilico su tela, 1992, 470x88 cm. 16.22.40 - Alessandro Bagnai
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biancoscuro
miart 2017 L’esclusiva fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano
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al 31 marzo al 2 legata all’arte moderna e quella capace di connettere e collegaaprile a milano legata all’arte contemporanea; e re tra loro le potenzialità delle torna miart 2017, infine Object,dedicata alla pro- gallerie più importanti a livello la ventiduesima mozione di oggetti di design con- mondiale e le istituzioni ad ogni edizione della temporaneo concepiti in edizione livello. Siamo certi che anche la fiera internazionale d’arte mo- limitata e fruiti come opere d’arte. prossima edizione sarà un appunderna e contemporanea di Mi- “Miart rappresenta un evento tamento di eccellenza e mobililano organizzata da Fiera Milano di grande valore culturale per terà le migliori risorse e le energie e diretta per la prima volta da Milano e per l’Italia. - afferma più propositive della nostra città, Alessandro Rabottini, già Vice Giovanni Gorno Tempini, Presi- rappresentando un sempre più imDirettore nel 2016. Si conferma dente di Fondazione Fiera Mila- portante riferimento per il mercato importante la presenza di galle- no - E’ con questa convinzione che, dell’arte moderna e contemporanea, rie straniere che partecipano alla come sistema fieristico milanese, e un evento di ulteriore attrattività fiera milanese, con una spiccata continuiamo a sostenere e pro- internazionale per Milano”. presenza di gallerie provenienti muovere questa manifestazione, Rebecca Maniti da Stati Uniti e Gran Bretagna, a testimoniare la forte attenzione del mercato più vivace del mondo verso miart e la formula consolidata e arricchita dalla Direzione Artistica di Alessandro Rabottini. Una delle maggiori novità di questa ventiduesima edizione è rappresentataVersione dalla sezione completaOn in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Demand, una sezione trasversale Per Info: artshop@biancoscuro.com le cui gallerie espongono, fra le altre, opere context-based e opere site-specific, opere che, per esistere, hanno bisogno di essere “attivate” da chi le possiede, sottolineando in questo modo quanto l’atto stesso del collezionare sia una forma di cura, di progettualità e di responsabilità. On Demand si aggiunge alle cinque sezioni che ormai caratterizzano miart: Established, con le sottosezioni Master e Contemporary; Emergent, focalizzata sulla ricerca delle giovani generazioni; Generations, con dialogo tra artisti di generazioni diverse; Decades che propone un percorso lungo il Ventesimo secolo, tracciando un racconto che enfatizza le due anime che definiscono miart, quella
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
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Vernice Art Fair 2017 Un importante anniversario: 15 anni di Vernice a Forlì
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a 15ª edizione di Vernice Art Fair sarà aperta al pubblico dal 17 al 19 marzo, come di consueto presso la Fiera di Forlì. Tante le novità, ma anche importanti conferme: tornerà infatti a pregiarsi della presenza di un grande artista che ormai da anni dà lustro alla nostra manifestazione. Parliamo di Ignazio Fresu, il cagliaritano che dal 17 al 19 marzo proporrà una speciale installazione: Rock Balancing. Ignazio Fresu, visual artist, ha realizzato quest’opera di dimensioni variabili che si presenta come lo spazio metafisico di un deserto di sassi simbolo di solitudine, ma non di desolazione, dove le pietre, realizzate in resina, rappresentano il passare del tempo nella dimensione di un tempo infinito. Pietre che nell’installazione potranno essere maneggiate dal pubblico con le quali potrà realizzare delle composizioni disponendole in equilibrio una sull’altra, creando anche composizioni instabili e fisicamente impossibili. Opere impermanenti che avranno una durata limitata, anche di pochi secondi. In questa installazione troviamo le consuete caratteristiche del suo lavoro (vero/non vero, leggero/pesante, instabile e impermanente), alle quali si aggiungono altri elementi come naturale/artificiale, spazio esterno/spazio interno, oltre ad una diretta inte-
rattività e azione artistica di derivazione zen attraverso il “Rock Balancing”, da parte del pubblico. L’installazione si presenterà come una superficie calpestabile apparentemente di sabbia e pietra, realizzata in resina su pannelli di polistirolo. Sopra di essa saranno posti dei sassi tondeggianti di varie misure, anch’essi di resina. Tra le novità è da ricordare “SIFEST OFF fotografia indipendente e arti visive”, un grande evento quello che Vernice Art Fair si pregia di ospitare per la sua 15ª edizione. SIFEST OFF è una piattaforma dedicata a nuovi talenti che operano nel campo delle arti visive, selezionati e presentati in mostre, installazioni, video proiezioni e performance. Romagna Fiere dedicherà uno spazio importante a questo evento curato dall’Associazione Cultura e Immagine e da Savignano Immagini, nato da Mario Beltrambini, presidente del “Circolo Fotografico Ass. Cultura e Immagine” di Savignano sul Rubicone. Un’intuizione dalla quale è scaturito quello che oggi è il secondo Festival nazionale dedicato alle arti visive. Un vero e proprio punto di riferimento per fotografi e autori provenienti da ogni parte d’Italia, una fucina per autori affermatisi negli anni a l livello nazionale e internazionale. s Ignazio Fresu - Rock Balancing
L’On. Prof. Vittorio Sgarbi insieme al patron di Vernice Gilberto Tedaldi.
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ArteGenova 2017 Arte moderna e contemporanea nel padiglione Blu
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al 17 al 20 febbraio con ArteGenova la città ospita, per il tredicesimo anno consecutivo, nel padiglione Blu del quartiere fieristico, quattro giorni di mostre, eventi e presentazioni: un’immersione totale nell’arte moderna e contemporanea. Da quella già consacrata a quella emergente, con opere capaci di solleticare i collezionisti più attenti e di stimolare l’istinto alla scoperta nei molti appassionati. Circa 150 gli espositori presenti con le opere di oltre mille artisti, tanti quelli della sezione, C.A.T.S. - Contemporary Art Talent Show, dedicata proprio ai talenti emergenti con opere sotto i cinquemila euro. Nella scorsa edizione si sono visti in Fiera a Genova più di 20.000 persone tra esperti del settore, collezionisti, appassionati e semplici curiosi, a conferma della doppia vocazione di ArteGenova: da un lato appuntamento irrinunciabile per chi vuole investire nell’arte, dall’altro grande manifestazione di pubblico che ogni anno contribuisce ad avvicinare migliaia di visitatori ai “grandi” dell’Arte Moderna e Contemporanea. Altissimo il livello degli espositori che hanno proposto ai visitatori una selezione raffinatissima di opere dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Si potranno così ammirare opere uniche riunite tutte insieme per l’occasione, alcune dall’inestimabile valore museale a partire da Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Alberto Burri, Carlo Carrà, Agostino
Bonalumi, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Mario Schifano, Arnaldo Pomodoro, Alighiero Boetti, Paul Jenkins, fino ad arrivare a Mimmo Rotella, di cui si celebra il decennale della morte, e Christo, la cui passerella recentemente realizzata sul lago d’Iseo ha richiamato visitatori da tutto il mondo. Anche per questa tredicesima edizione ArteGenova verrà ospitata all’interno dello spettacolare padiglione Blu del quartiere fieristico di Genova. Progettato da Atelier Jean Nouvel e inaugurato nel 2009, nasce dalla composizione atipica del quartiere fieristico, tra padiglioni, grandi marine e ampie superfici all'aperto. L’edificio, interamente in vetro e acciaio, offre ai visitatori una vista sul l mare davvero mozzafiato. s
Una vista della scorsa edizione di Arte Genova
Il Maestro Gianmaria Potenza con Nicola Rossi, patron di Arte Genova
Giorgio Gost
Vittorio Valente con Eugenio Carozzi della GlobArt Gallery di Acqui Terme Il Maestro Gianmaria Potenza con la copertina di BIANCOSCURO a lui dedicata
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Art Fair
biancoscuro
Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali BIANCOSCURO
Italia
RIVISTA d’ARTE
Europe
MILANO PAVIA MiArt PaviArt Versione completa in edizione cartacea http://artshop.biancoscuro.it 31 marzo - 2 aprile 2017 o PDF 8-9su aprile 2017 5 MOSTRA-MERCATO D’ARTE MODERNA BERGAMO www.miart.it www.paviart.it AMSTERDAM (NL) Per Info: artshop@biancoscuro.com E CONTEMPORANEA Bergamo Arte Fiera Affordable Art Fair novembre 2017 november 2-5, 2017 www.bergamoartefiera.it www.affordableartfair.com Pavia Art Talent PAVIA BOLOGNA Affordable Art Fair 3-4 dicembre 2017 BARCELONA (E) Arte Fiera 9-12 febbraio 2017 www.deaservizi.it Loop Fair Aprile 27 - 30 gennaio 2017 www.affordableartfair.com may 25-27, 2017 2017 www.paviart.it artefiera.bolognafiere.it PIACENZA www.loop-barcelona.com StepArtFair ArtePiacenza ottobre 2017 gennaio 2018 BASEL (CH) www.stepartfair.com www.artepiacenza.it ART Basel june 15-18, 2017 MONTICHIARI (BS) RIMINI www.artbasel.com Expo Arte RiminiArte CREMONA 23-24 settembre 2017 28 aprile -1 maggio 2017 Arte Cremona www.deaservizi.it www.riminiarte.it 11-13 marzo 2017 www.artecremona.it PADOVA TORINO Arte Padova Artissima Rhy Art Fair Basel FORLI’ 10-13 novembre 2017 2-5 novembre 2017 june 15 - 18, 2017 Vernice ArtFair www.artepadova.com www.artissima.it www.rhy-art.com 17-19 marzo 2017 www.verniceartfair.it VENEZIA PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 La Biennale di Venezia 13 maggio 26 novembre 2017 www.labiennale.org Premier line-up of galleries at Art Arte Forlì Contemporanea BERLIN (D) 3-6 novembre 2017 Art Berlin BaselContemporary today announced detail place June 19 to2017 June 22, 2014. Th www.fieracontemporanea.it PARMA september 13-17, present works ranging ArtParma artberlincontemporary.comfrom the M most contemporary artists of toda GENOVA 25-26 feb. e 3-4-5 mar. 2017 will present a geographically dive Arte Genova www.artparmafair.it year Statements, Art Basel's secto 17-20 febbraio 2017 alongside the Galleries sector, giv www.artegenova.org placement within the show. VERONA BRUXELLES (B) With Statements being located in Ha ArtVerona Art Brussels renowned 13-16 ottobre 2017 april 21-23,Basel 2017 architects Herzog & Arte Moderna e Contemporanea for the Magazines sector and the au www.artverona.it www.artbrussels.com CON IL PATROCINIO DI
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Brafa january 21-29, 2017 www.brafa.be
july 28-august 2, 2017 www.marbellafair.com
CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 18-20, 2016 www.chesterartsfair.co.uk
Art Monaco september 21-24 , 2017 www.artemonaco.com
Per Info: artshop@biancoscuro.com Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d’Azur MONTE-CARLO (MC) CHICAGO (USA)
COLOGNE (D) Art Cologne april 26-29, 2017 www.artcologne.com KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 16-19, 2017 www.art-karlsruhe.de
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edizione 18 | 18th edition
fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...
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LONDON (ENG) Frieze London october 5-8, 2017 www.frieze.com London Art Fair january 18-22, 2017 www.londonartfair.co.uk MADRID (E) Art Madrid february 22-26, 2017 www.art-madrid.com
DUBAI (UAE) Art Dubai march 15-18, 2017 www.artdubai.ae
Art Paris march 30 - april 2, 2017 www.artparis.com
Shanghai Art Fair november, 2017
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Affordable Art Fair may 19-21, 2017 www.affordableartfair.com
SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair april 7-9, 2017 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo may 16-19, 2017 artfairtokyo.com
MIAMI BEACH (USA) ART Basel december 7-10, 2017 www.artbasel.com
Art Shopping Carrousel du Louvre june 9-11, 2017 www.artshopping-expo.com VIENNA (A) Vienna Fair september 21-24, 2017 www.viennacontemporary.at
Affordable Art Fair march 29 - april 2, 2017 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN)
HONG KONG (CN) ART Basel march 23-25, 2017 www.artbasel.com
PARIS (F) Fiac october| 19-22, 2017 Salon d’Art Contemporain par excellence Côte d’Azur www.fiac.com
ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014istanbul CI contemporary november 13-17, 2017 contemporaryistanbul.com
Expo Chicago september 13-17, 2017 www.expochicago.com
MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 8-12, 2017 www.mag-swiss.com
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NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 21-24, 2017 www.artexponewyork.com
TORONTO (CDN) Art Toronto october 27-30, 2017 www.arttoronto.ca MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 8-12, 2017 www.zonamaco.com
ZURICH (CH) Art International Zurich september 22-24, 2017 www.art-zurich.com
SEOUL (ROK) Affordable Art Fair september 14-17, 2017 www.affordableartfair.com VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver may 25-28, 2017 www.artvancouver.net
NEW DELHI (IND) february 2-5, 2017 www.indiaartfair.in
MARBELLA (E) Art Marbella 17 – 19 OCT 2014
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biancoscuro Di Kvision Cult ne esiste solo uno. Questo: www.kvisioncult.com
Kvision Cult Making Woodstock
Si diceva che, negli anni ‘60, una famiglia americana avesse in media due figli: uno in Vietnam, l’altro a Woodstock
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utti almeno una volta nella vita l’hanno sentito nominare: Woodstock. Si srotolava la fine degli anni ‘60 quell’estate, nello Stato di New York. Il clima era torrido, l’aria pesante. Alla TV il notiziario annunciava i disastri che si stavano consumando in quell’area remota del Sud-Est asiatico. Ogni settimana, centinaia di bare avvolte nella bandiera a stelle e strisce tornavano alla patria. Oltre trenta artisti, tra i più importanti e noti dell’epoca, sfilarono su quel palco. L’evento ebbe luogo dal 15 al 17 agosto 1969, ma si concluse in realtà all’alba del quarto giorno. Pochi sanno che il Festival, ad un mese dalla data di inizio, rischiò di saltare. Pochi sanno che, per organizzarlo in soli trenta giorni, uno staff di valorosi lavorò su turni di 24 ore. Woodstock fu, a tutti gli effetti, un’impresa impossibile. Nove mesi prima di quell’agosto, due giovani rampolli ebrei eredi di altolocate famiglie newyorkesi, pubblicarono un annuncio sul New York Times e sul Wall Street Journal: “Uomini giovani con capitale illimitato cercano interessanti opportunità, legali, di investimento e proposte d’affari”. John P. Roberts e Joel Rosenman furono contattati in seguito da Michael Lang e Artie Kornfeld. In realtà quell’annuncio fu emesso con la sola intenzione di accumulare materiale creativo per la realizzazione pilota di una serie televisiva. Ma questo non significava certo che i due non disponessero effettivamente, del capitale illimitato di cui parlavano. Lang era famoso per l’abilità che sapeva dimostrare nell’organizzare grandi raduni. L’anno prima si era occupato della pianificazione del “Miami Pop Festival”, ricordato come il “più grande evento di musica del suo tempo”. Certo, prima di Woodstock. Attenzione. Non stiamo parlando di un navigato produttore cinquantenne.
Kvision Cult "Somebody to love", smalto e vinili su tela. Opera di “Musica per gli occhi”.
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Ascolta su YouTube “Somebody to love” (Live at Woodstock) Jefferson Airplane - 1969 Brano che ha ispirato l’artista per realizzare l’opera.
Kvision Cult
biancoscuro
Lang a quei tempi aveva 25 anni, era un hippy e parlava di “vibrazioni cosmiche”. Ma aveva piedi ben saldati per terra e riconosceva il potere del denaro. Senza comunque farne una religione. Kornfeld invece era uno stimato musicista. A 24 anni aveva già scritto 75 canzoni ed era diventato Vice Presidente della Capitol Records, cosa che ha fatto di lui il più giovane uomo a detenere tale carica nella storia della Società. Gli anni ‘60 furono conosciuti soprattutto per il concentrato di buona musica che riuscirono ad inspirare. Artisticamente il periodo compreso dal 1965 al 1971 è considerato irripetibile e la musica che si produsse in quell’arco di tempo è tutt’ora inimitabile. Chi visse quel momento ne fu ben cosciente. Roberts, Rosenman, Lang e Kornfeld vollero celebrare e fermare quel fervore artistico in un’istantanea che avrebbe avuto per cornice i grandi movimenti sociali che nacquero in opposizione all’avvento della Guerra del Vietnam. Per l’esattezza, inizialmente la proposta fatta a Roberts e Rosenman fu quella di organizzare uno studio di registrazione che avrebbe avuto sede in un villaggio situato nella contea di Ulster dello stato di New York, Woodstock per l’appunto. Lang e Kornfeld ebbero quest’idea a seguito del trasferimento, proprio in quella zona, di parecchi artisti dell’epoca tra cui il produttore Albert Grossman, Bob Dylan, Jimi Hendrix e molti altri. Sarebbe stato un buon affare che avrebbe senz’altro garantito ottime entrate. Roberts e Rosenman avevano costituito un complesso di registrazione, la Media Sound Recording Studios e fu anche per questo che Lang e Kornfeld gli si rivolsero. Parte della clausola della proposta indicava, come sorta di “inaugurazione” del futuro studio, l’organizzazione di un cocktail party finalizzato alla presentazione della struttura a cui sarebbero stati invitati tutti i maggiori artisti del momento. Rosenman, che era anche lui musicista (con tanto di proposta contrattuale da par-
Ogni redattore, insisteva perché il tono del reportage indicasse una catastrofe sociale in corso. Era difficile persuaderli che la mancanza di incidenti seri e l’affascinante cooperazione di così tante persone era il punto significativo. Ho dovuto rifiutarmi di scrivere quella storia se non avesse potuto riflettere che “pace e amore” era la cosa davvero importante, non le opinioni preconcette dei giornalisti di Manhattan. Alla fine acconsentirono a pubblicare la storia come la intendevo, e dopo che la descrizione della prima giornata comparve sulla prima pagina del New York Times, molti riconobbero che “caso sorprendente e bello stesse avvenendo”.
Barnard Collier - Cronista del New York Times presente a Woodstock il 14 agosto 1969
te della Columbia Records nel 1967, che non accettò, per dedicarsi assieme all’amico Roberts, alla scrittura e all’investimento di venture capital), sviluppò in seguito “il concetto” del cocktail concependo l’idea di realizzare un vero e proprio concerto. Utilizzando il linguaggio hippy che contraddistingueva quel periodo, l’idea poteva essere definita come una “visione”: tutti e quattro immaginarono un grande festival musicale, anzi, immaginarono il più grande festival musicale mai concepito fino ad allora. E se il linguaggio hippy si basava sul sogno e sull’ideale, quello dei finanziamenti si basava sul denaro e sul profitto. Con queste prerogative nasceva dunque la “Woodstock Ventures” società (ancora in essere) che riuniva entrambi gli “idiomi”. Per 10.000 dollari, la Woodstock Ventures affittò un’area di 1,2 km² nella vicina Contea di Orange assicurando alle autorità locali che il Festival non avrebbe ospitato più di 50.000 persone. Il 15 luglio, ad un mese esatto dalla data di apertura prevista e dopo aver speso molto tempo e denaro per redigere i progetti, per studiare la zona, per ottenere tutti i permessi necessari al raduno di un cospicuo numero di persone, la Contea di Orange revocò il permesso e vietò il Festival... Nina Baudelaire Non perdere il prossimo numero di BIANCOSCURO, la storia di WOODSTOCK continua!
“Black magic Woman”, smalto e vinili su tela. Opera di “Musica per gli occhi”. Ascolta su YouTube “Black magic woman” Carlos Santana Brano che ha ispirato l’artista per realizzare l’opera. Le due opere in queste pagine sono di Mattia Consonni alias “Musica per gli occhi”. La passione per la musica lo ha portato, sin da ragazzo, a collezionare vinili e cd. Da qui, la voglia di dare una nuova vita a quei vinili ormai destinati alla discarica; un segno d’amore nato dal desiderio di salvare un patrimonio culturale che per tante generazioni è stato ed è tuttora un’icona. “Musica per gli occhi” trae ispirazione dai brani per realizzare le opere, modellando principalmente vinili, come materia pura e duttile, “Musica per gli occhi” propone uno stile inedito, in cui gli oggetti in disuso, riciclati ed elaborati acquisiscono una sorta di immortalità.
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L a cerimonia di apertura a Woodstock il 14 agosto 1969 in una foto di Mark Goff
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Una mostra “stupefacente” in una grotta carsica a 70 metri di profondità
“Silent Spaces” Grotte di Slivia
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lle porte dell’antico borgo di Slivia si trova quella che per la sua particolarità e per la varietà di concrezioni millenarie è considerata da esperti e speleologi una delle regine del Carso triestino: nel silenzio della Grotta delle Torri di Slivia, rimasta chiusa per oltre quarant’anni al grande pubblico e oggi di nuovo visitabile da piccoli gruppi, TYPOS 2016 ha allestito una mostra ancora mai sperimentata prima, calando dei pannelli di arte grafica fino a 70 metri di profondità. Per il quarto anno consecutivo l’associazione culturale Typos (nata in memoria del grafico triestino Marco Stulle) ha pensato ad un evento totalmente inedito con le opere di Roberto Duse, che di Marco è stato ispiratore e guida, oltre che grande amico. Chiarezza e semplicità sono i due principi alla base dell’opera di Duse, già docente all’Università di Venezia IUAV CLADIS, vincitore del Fedrigoni Top Award nel 2010 nella categoria 3-dimension, presente con i suoi lavori anche alla Triennale di Milano e dal 2009 curatore dell’immagine di Robert Fripp & The Orchestra of Crafty Guitarists. TYPOS 2016 è quindi “Silent Spaces” 10 opere su alluminio in formati grandi e grandissimi, con misure che vanno dai 2 ai 6 metri tra cui l’ultimo lavoro fatto per Fripp e un omaggio di Duse a Marco Stulle in cui è stato ripreso l’ultimo lavoro fatto dal designer Photo © Giuliano Koren
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per Teatro Contatto. Nelle parole della curatrice Sara Stulle: «Ho capito subito che era pura poesia grafica e che aveva bisogno di un’altra dimensione, di un mondo parallelo e non ho potuto non pensare alle Torri di Slivia, un mondo “altro”, dove i rumori che produciamo noi non si sentono, dove il ticchettio dell’acqua e i lievi movimenti della natura sotterranea sono al tempo stesso vita e silenzio. Quella grotta, amatissima da Marco, fatta di concrezioni millenarie, è un mondo incantato. È la poesia giusta per ospitare Duse. Ecco perché, insieme, abbiamo selezionato alcune delle opere della sua precedente mostra e le postazioni esatte e perfette per ognuna di esse. A quelle si aggiungono due inediti, un nuovo lavoro realizzato per Fripp e un omaggio a Marco, che è in linea con la sua ricerca grafico-concettuale.» La particolare e seducente conformazione della grotta sprigiona una magia che rapisce e i grandi teli di Roberto Duse, con una grafica pulita, sincera, minimale, creata secondo un rigido canone, frutto di una vera e propria disciplina, sono stati in grado di restituire una “architettura del silenzio” da godersi senza parlare. La mostra aveva come punto di ritrovo l’adiacente Agriturismo “Le Torri di Slivia” dove la mostra aveva effettivamente inizio. Da quel punto, con in mano il caffè caldo “da passeggio”, l’agribus accompagnava i gruppi alla grotta. La visita svolta in assoluto silenzio con spiegazione finale al termine del percorso. Il 2 dicembre è stata ospite in grotta la
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Massimo Vignelli
“In a world where everybody screams, silence is noticeable. White space provides the silence. That’s the essence of our typography”
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facebook.com/AssociazioneCulturaleTypos
Associazione Culturale Typos
INFO (Mostra)
www.grottatorridislivia.it
Grotta delle Torri di Slivia
INFO (Grotte)
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scrittrice e sociologa Patrizia Rigoni dove, a fine percorso espositivo, ha intrattenuto il pubblico con una conversazione «Oggi, in tempo di connessioni moltiplicate, che cos’è il silenzio? Lo cerchiamo ancora? Quanto ne abbiamo bisogno? Siamo capaci di ascoltare la melodia delle cose? E soprattutto è ancora vero, come scriveva Marguerite Yourcenar, che “La musica dovrebbe essere lo straripare del grande silenzio?”». s
Photo © Giuliano Koren
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Pupi Perati Presentato il suo libro d’Artista:“Il centro del labirinto”
“Q
Pupi Perati - Senza titolo, vetro da fusione, con oro, ossidi e smalti su tavole ad acrilico
uesto mi è sembrato da subito un libro vero. Una verità fatta romanzo, o forse la ricerca di chiarire le cose a se stessi proponendole agli altri, e questa è da sempre una ragione valida …”, scrive in quarta di copertina Mino Milani, giornalista, scrittore e storico di fama internazionale. Nell’introduzione al romanzo, Giosuè Allegrini, illustre critico e storico dell’arte, così scrive:“... Se la stessa natura antitetica della nostra cultura, sempre sospesa in bilico tra Razionalismo e Antirazionalismo, fra
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Modello e Unicità, produce effetti che spesso ribaltano la realtà in finzione e la finzione in realtà, Pupi Perati cerca in tutto ciò di individuare una propria via d'uscita, per sé e per gli altri ...”. Ma quale analogia unisce uno scrittore ed un critico d'arte nel parlare della ricerca di Pupi Perati? E qual'è la via d'uscita dal Centro Del Labirinto? Lo domandiamo alla stessa Pupi Perati, che già conosciamo come autrice di “Frammenti di Paradiso”, “Vetrostorie” e “Librindosso”. Vincenzo Chetta: “La prima domanda che ci si
biancoscuro
pone leggendo il tuo romando è se si tratti di un libro a sfondo autobiografico...” Pupi Perati: “Come in ogni romanzo, fantasia e verità s'intrecciano, ma desidero sottolineare che non si tratta di un'autobiografia, bensì della storia di una donna, Gemma, simile alla mia ed anche a quella di tante altre donne indotte a mettersi in gioco, a cercare la propria stella. Fra le difficoltà da lei incontrate, alcune derivano dal sistema familiare, altre dal contesto storico-culturale in cui si trova.” V.C.: “Una storia a sfondo socio-psicologico, dunque?” P.P.: “Sì, tocca anche temi d'attualità, tra i quali le difficoltà che molte donne, in quanto tali, incontrano nella loro professione. Gemma ha l'arte nel sangue, ma non è facile vivere di questo, a maggior ragione essendo donna, così trova il modo di essere creativa nella vita quotidiana.” V.C.: “Essere creativi nella vita quotidiana? Nel libro è svelato questo “segreto”? Credo che non interessi solo alle donne...” P.P.: “Naturalmente essere creativi nella propria vita è di grande aiuto per tutti. Le esperienze, sia liete che dolorose, insegnano molto a chi è disposto ad apprendere ed anche gli incontri, a cominciare dal sistema-famiglia, che forma legami forti come catene. Ci sono concatenazioni di eventi capaci di scoraggiare dal proseguire nel viaggio, impedendo di ritrovare il proprio autentico sé.” V.C.: “Riconosco i temi che ispirano tanti tuoi lavori astratti, non è così?” P.P.: “Certamente! Realtà ed immaginazione danno alla vita il sapore di un viaggio avventuroso. Sogni ed eventi sincronici si uniscono al mondo reale formando un tessuto affascinante e misterioso, con le sue luci e le sue ombre, da esplorare con l'aiuto della psicoanalisi e
Pupi Perati - Senza titolo vetro da fusione, con oro, ossidi e smalti su tavole ad acrilico
dell'arte. Gemma crea oggetti d'arte che esprimono, senza l'uso di parole, emozioni e sentimenti; il suo diario prende invece la forma di un oggetto-libro: un romanzo, in cui le parole scritte ritraggono situazioni e personaggi che assumono il valore di archetipi, e come tali divengono una sorta di filo d'Arianna, nel quale sia possibile anche al lettore trovare ipotetiche vie d'uscita dal centro oscuro di un labirinto esistenziale.” Un libro che ho letto senza sosta, intenso e poetico, ma allo stesso tempo scorrevole e diretto come un articolo d'attualità, senza dubbio vibrante come un vero e proprio diario che racconta la storia, senza inibizioni e pudori, di una donna che combatte le difficoltà con passione, amore e tanta introspezione. Vincenzo Chetta INFO pupi.perati@libero.it www.frammentidiparadiso.it
Il libro "Il centro del labirinto" (Tavas Edizioni) è uscito in prima edizione, numerata e firmata. Disponibile presso lo “Studio - Laboratorio artistico di Pupi Perati”, in via Teodolinda 2 (angolo piazza del Duomo), a Pavia. Lo potete trovare anche presso “La bottega di IUCU”, in corso Garibaldi 19/A, a Pavia. L'Artista ed autrice del libro "Il centro del labirinto", Pupi Perati, con Vincenzo Chetta, Direttore di Biancoscuro.
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biancoscuro
Fu Wenjun
INFO
Fotografia concettuale e tradizione cinese
A
rtista cinese noto per la fotografia concettuale di immagini multiple e prospettiva multidimensionale, Fu Wenjun è nato a Chongqing, in Cina, nel 1955. Diplomato al Sichuan Fine Arts Institute nel 1987, attualmente è artista indipendente, oltre che membro della China Photographers Association e dell'America Professional Photographer of America (PPA). Un artista di prima classe, un fotografo del primo ordine soprattutto in Cina, è stato più volte membro di giurie in diversi concorsi d'arte. Dagli anni ‘90 lavora principalmente nell’ambito della fotografia concettuale, ma crea anche attraverso installazioni e pittura a olio. L’opera di Fu Wenjun si concentra su questioni di
A Wind from Yesterday No.4 conceptual photography, 2016 71x122 cm. / 51x97 cm.
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fu1955@qq.com www.fuwenjun.com
cultura e storia orientale e occidentale, soprattutto sulle riflessioni riguardo l’esistenza della cultura tradizionale cinese in una società dal rapido cambiamento, sull’incontro delle culture diverse in un processo di globalizzazione, e sull’industrializzazione e urbanizzazione delle città cinesi. Ha esposto i suoi lavori a livello internazionale in molte mostre: a Parigi, New York, Tokyo, Yokohama, Hong Kong, Dubai, Bangkok, Pechino, Shanghai e in molte altre importanti realtà internazionali. Tanti i riconoscimenti ricevuti per i suoi capolavori: nel 2009 ha ricevuto il Premio Internazionale AJAC a Yokohama; nel 2011 e nel 2012 ha ricevuto due volte il Premio Internazionale per l’Eccellenza; nel 2012 è stato riconosciuto come “uno dei migliori artisti contemporanei, con valore accademico e potenziale di mercato”. Nel 2013 ha tenuto un grande evento collaterale alla 55° Biennale d’Arte di Venezia, intitolato “Voce dell’Invisibile Arte indipendente cinese. 1979/Oggi”, riscuotendo il meritato successo. Due anni dopo, Fu Wenjun creò un’installazione intitolata “Post-industrial Age”, esposta alla 1ª Biennale dell’Asia al Museo delle Belle arti del Guangdong. Nel 2016 la sua arte è nuovamente arrivata in Italia, ha esposto infatti alla Triennale dell’Arte Contemporanea di Verona, vincendo il premio di “Artista più votato dal pubblico”. Il suo percorso di ricerca nella fotografia concettuale non si arresta mai, continuano i suoi viaggi intorno al mondo con la sua fedele macchina fotografica. Le sue opere uniche, dense di figure tradizionali della sua cultura, affascinano e colpiscono gli estimatori di tutto il mondo. Daniela Malabaila
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“
A Wind from Yesterday No.2, conceptual photography, 2016, 71x122 cm./ 51x97 cm.
A Wind from Yesterday No.10, conceptual photography, 2016, 71x122 cm. / 51x97 cm.
A Wind from Yesterday No.5, conceptual photography, 2016, 71x122 cm. / 51x97 cm.
Influenzato da mio padre, fin da quando ero un bambino, amo l’arte. Nel 1983, sono entrato nel Sichuan Fine Arts Institute, iniziando a studiare l’arte professionalmente. La fotografia è sempre una forma d’arte che amo sperimentare. Nel 1990 sono entrato in contatto con la fotografia concettuale che era stato appena introdotta in Cina. Accanto di usare la fotocamera per registrare, per l’artista diventa possibile esprimere le sue idee ed il proprio pensiero attraverso le sue foto. Così da quel momento in poi, ho creato con la fotografia concettuale. Fu Wenjun English info
F
u Wenjun is based in Chongqing, China, where he has been working as an artist since attending Sichuan Fine Arts Institute. Fu Wenjun’s artworks tackle strictly cultural, history and humanity issues such as the Eastern and Western history, the heritage of traditional Chinese culture in a rapidly changing society, the relation between different cultures in the age of globalization, industrialization and urbanization in Chinese cities. His practice incorporates installation, conceptual photography, sculpture and oil painting. He has put forward a new photography concept and practice: digital painting abstract photography. His artworks are collected by Today Art Museum, Old Summer Palace Museum, Tokyo Metropolitan Art Museum, Dubai Community Theatre and Arts Center, Kennedy Family, World Council of Peoples for the United Nations, Dazu Grotto Museum, Chongqing Art Museum, Guangdong Museum of Art, Société Nationale des Beaux Arts of France, Egypt Ahmed Shawki Museum and other significant organizations and collectors.
Selected solo exhibitions
”
2015 - “Thoughtful Images. Fu Wenjun’s Abstract Photography Exhibition” - Guangdong Museum of Art, Guangzhou. 2010 - “Graphic Expression of Spirit” - The Old Summer Palace, Beijing. 2010 - “Show of Formality” - Today Art Museum, Beijing.
Selected collective exhibitions
2016 - Triennale dell’Arte Contemporanea, Verona. 2015 - 1st Asia Biennial/5th Guangzhou Triennial, Guangdong Museum of Art, Guangzhou. 2015 - XVIII Bienal de Cerveira, Portugal. 2015 - Nord Art 2015, Büdelsdorf, Germany. 2013 - Photo Shanghai, Shanghai ExhibitionCenter, Shanghai. 2013 - Voice of the Unseen Chinese Independent Art 1979/ Today, Venice Art Biennale, Venice. 2012 - Conceptual Renewal: A Short History of Chinese Contemporary Photography, Si Shang Art Museum, Beijing, 2012. 2012 - 4th Guangzhou Triennial, Guangdong Museum of Art, Guangzhou. 2010 - Salon des indépendants, Grand Palais des ChampsElysées, Paris. 2010 - Welding, International Tour Exhibition of the Chinese Contemporary Art in the First Ten Years of the 21st Century, Gemeentemuseum Den Haag, the Hague. 2009 - 35th Japan AJAC Yokohama International Overseas Artists Exhibition,Yokohama Art Museum, Yokohama.
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biancoscuro
Barbara Legnazzi Questione di cadenze materiche
N
ella sua essenza, definirei l’arte della novarese Barbara Legnazzi, autodidatta con una passione non casuale per la musica, una questione di cadenze materiche. Rispettando una tendenza sempre più comune fra gli artisti non figurativi, la Legnazzi ha fatto della materia ready made, già esistente quindi, il più delle volte oggetto di precedenti manipolazioni industriali o artigianali, la base di partenza su cui imbastire un discorso espressivo ben preciso […]. Non c’è dubbio che, anche nel caso della Legnazzi, la riflessione sulle principali esperienze materiche del secondo novecento, dall’Informale di Burri ad una Junk Art
le cui radici si sono equamente suddivise fra America ed Europa (da una parte il Combining di Rauschenberg, dall’altra il Nouveau Réalisme di Restany, Arman, César, Spoerri, Rotella), faccia da inevitabile presupposto storico e linguistico dell’idioma che si adotta, ma si ha l’impressione che non si tratti di un fattore decisivo all’interno della proposta estetica sostenuta dall’artista. La Legnazzi, insomma, non vuole sentirsi erede di nessuno, anche se è perfettamente cosciente del fatto che la sua arte non nasca dal nulla. Né condivide la provocatorietà tecnica (l’impiego di materiali ritenuti “anti-artistici”) e ideologica (la critica al consumismo capitalista) insita in molte delle manifestazioni artistiche prima ricordate:
Numero 45 ovvero La Signora delle Camelie tecnica mista su tela, 2015, 110x110x2,5 cm.
è storia passata, in quel momento avevano una loro ragione di essere, ma l’attuale congiuntura culturale è del tutto diversa da allora. Semmai, il reimpiego del già esistente rivela, nella Legnazzi, una mentalità adeguata ai nostri tempi, sensibile alla tematica ambientale: in fondo, cosa altro sono, le sue opere, se non sublimazioni poetiche del riciclo dello scarto, ormai così presente nel nostro quotidiano ordinario? Vittorio Sgarbi Tratto da “Progetto Pronto Soccorso. Gli artisti “curati” da Vittorio Sgarbi”
Numero 39 - quadrittico tecnica mista su tela, 2015, 160x120x7 cm.
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U
n’arte atavica che vede l’artista impegnarsi nella celebrazione dell’arcaico. Un impianto cromatico quasi inesistente se si considera quello a cui di solito pensiamo quando pensiamo ad un dipinto o ad un’opera d’arte, ma che sfrutta la sua essenzialità per trarne un vero e proprio vantaggio estetico. Le tonalità che cambiano dal grigio metallico, al rosso e verde rame giungendo al color bronzo, aggiungono personalità a quest’opera che, in un panorama artistico come quello contemporaneo, alle volte stereotipato, si staglia con fierezza tra le opere destinate a lasciare il segno. Un nuovo linguaggio segnico si diffonde tra incisioni, increspature, spessori e rilievi, insinuando nell’osservatore quella voglia di conoscenza che solo un’opera d’arte può suscitare. Sandro Serradifalco
NUMERO 47 ovvero Mi ritrovai per una selva oscura ché la dritta via era smarrita tecnica mista su tela, 2016, 80x60x4,5 cm.
Commento critico all’opera “Numero 47 ovvero Mi ritrovai per una selva oscura ché la dritta via era smarrita”
L’Artista Barbara Legnazzi con il critico d’arte Philippe Daverio
INFO b_legnazzi@tin.it
Da sempre interessata alla musica, Barbara Legnazzi si è dedicata, abbastanza recentemente, ad approfondire anche un’altra sua grande ed innata passione: la pittura. L’Arte è in lei: considerati i naturali e soddisfacenti risultati ottenuti, ha deciso di dedicarsi intensamente alla sperimentazione nella pittura contemporanea materica. Da questo suo percorso di ricerca sono scaturite, da subi-
“
to, una serie di opere che hanno riscosso da subito un notevole interesse. Questo l’ha incentivata ad esporre pubblicamente i migliori risultati, dando così una svolta professionale a questa sua passione. Ha partecipato con successo a mostre e concorsi in Italia e all’estero, ricevendo giudizi favorevoli e autorevoli consensi, sia da parte della critica che dal l pubblico. s
Un’arte assolutamente sperimentale quella di Barbara Legnazzi, che gioca con gli impianti cromatici e le morbide geometrie che la sua fantasia produce. Osservare la realtà per l’artista è un esercizio di grande pregio che le consente di dar spazio alla creatività e a rielaborare le immagini che acquisisce dall’esterno, dando concretezza e matericità attraverso le sue opere […]. Tra le “incisioni” del colore e l’applicazione di altri materiali per dare rilievo e carattere all’opera, è possibile scorgere non solo le sue doti tecniche puramente relative all’esecuzione, ma anche le qualità comunicative legate alla sua profondità d’animo. Paolo Levi
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Roberto Re
INFO
L’esperienza emozionale dell’Arte
I
l carattere artistico di Roberto Re è emerso in tenera età, esprimendo la propria vena artistica su ogni supporto a portata di pennello, dai bidoni del latte ai muri di casa. La perdita del padre ha segnato di amarezza e rancore la sua vita di adolescente: la pittura la poesia ed il calcio sono state le sue valvole di sfogo. Diplomato, ha lavorato come progettista tecnico di schemi elettrici. La passione per la pittura lo ha accompagnato fin dalla gioventù in misura tutt’altro che marginale, prepotente come un bisogno fisiologico, è da sempre parte integrante della sua personalità. Definisce i suoi dipinti “intensi momenti di vita”, frutto di un’esplosione interna di sentimenti. Esterna sensazioni che imprime sulle tele, trasformandole in opere d’arte “astratto tecnico” ed estremo; per l’artista
re.roberto@fastwebmail.it www.reroberto.eu
la pittura, i colori e le pennellate devono esprimere i sentimenti e non riprodurre una realtà materiale e statica. Nei quadri di Roberto Re il processo dalla realtà all’astrazione è strutturato con forza da un disegno marcato e organico o variamente modulato, da questa metamorfosi emerge quasi drammaticamente la relazione tra energia vitale e astrazione razionale. Nelle sue tele troviamo perfetti equilibri e stimolanti incastri di forme, scopriamo il suo intimo attraverso intensi passaggi cromatici. La sua Arte chiede alla nostra percezione sensoriale di captare l’espressione essenziale, spoglia di ogni aneddoto. È stato insignito del Premio Lugures “Artista emergente” e del Premio della critica al Concorso Internazionale “La Spadarina”. Re ci porta nella sua dil mensione carica di emozioni. s Profumi di casa Olio su tela, 2016, 80x60 cm. Profumi di caffè dati dalla classica moka bialetti, in chiave cubista.
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Sbiaditi ricordi
“
Tecnica mista su tela, 2016, 100x80 cm. Ricordi di misurina, paesino di montagna.
I
l gesto viene prima di tutto. L’agire precede l’atto simbolico affidato alla pittura e alla scrittura, perché è un bisogno fisico. Segnare è un gesto spontaneo, che coinvolge il corpo prima ancora della mente. Sovrapporre, elevare, definire, rimuovere sono tutte azioni successive. Il segno veicola i sentimenti dell’anima, il linguaggio interiore assume forma sulla tela, in perfetta assonanza con la materia che si decide di utilizzare. Davanti alle tele di Roberto Re appare chiaro come l’arte sia sempre una triangolazione spontanea e inevitabile tra l’opera, chi l’ha agita artisticamente e chi la osserva. [...] Artisti come Roberto Re hanno la capacità di far riflettere sulla potenza evocativa dell’arte, e su quanto questa ci riconduca inconsciamente a
noi stessi. L’opera finita non è per l’artista un oggetto destinato semplicemente a essere esposto, ma l’inizio di una possibilità dialogica che vuole regalare interrogativi, possibilità di ricerca, occasioni di conoscenza. Il tema centrale dell’operato dell’artista sembra essere la riflessione sull’evoluzione continua dell’animo e sulle sue molteplici sfaccettature. [...]Ritmi intensi e sovrapposizioni regalano alle sue composizioni un’energia primitiva, creando spazi che sono affacci su un animo sostenuto dalla necessità artistica; strati pittorico materici si avvicendano sulla tela, narrando la storia di un uomo che si confronta con se stesso e con il dilagare delle proprie emozioni, da incanalare attraverso la sperimentazione tecnica. [...] Attraverso il proprio fare artistico Re rivela al pubblico quanto l’arte, esprimendosi attraverso forme e segni, possa rivelarsi espressione della ricchezza dell’animo umano. [...]. Una viva immaginazione spinge l’artista a confrontarsi con tecniche differenti, lasciando intatta ed evidente la tensione espressiva. Decostruzioni e stratificazioni materiche e tonali guidano la ricerca tra gli elementi compositivi che, indagati a fondo, suggeriscono a chi osserva nuove occasioni di rapporto con se stessi e con il mondo. Senza esitazione alcuna, Roberto Re si confronta con diversi linguaggi artistici: la sua esperienza è un dialogo personale e riflessivo con la materia e con se stesso, prima ancora di diventare relazione con l’altro. Le componenti estetiche del suo processo artistico offrono i mezzi per non fermarsi a osservare la vita con superficialità: l’artista ci invita a entrare in risonanza con la realtà, osservandone i dettagli, fino a quando l’opera non ci sembri del tutto nuova rispetto al primo sguardo. Che avvenga nelle sale di una galleria, nella nostra casa o nel suo atelier, il confronto con le tele di Roberto Re si rivela un’esperienza sensoriale ed emozionale intensa, intrecciata saldamente con le radici della nostra essenza più vera. Francesca Boliolo
”
Sopra: Il mio triciclo rosso, olio su tela, 2016, 60x80 cm. Ricordi del mio indimenticabile triciclo rosso, in chiave cubista. A destra: Casaltone 1971, tecnica: mista su legno, 2016, 50x70 cm. Terremoto del 1971, la mia casa distrutta.
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Ornella Guglielmino Sintesi di talento
INFO ornella832@hotmail.com
“
Ornella Guglielmino prosegue la ricerca di un’arte che, pur basata su un dato essenzialmente razionale, esprime sensazioni provate nella trasposizione della realtà nella forma. Tale concezione la conduce necessariamente ad una estrema sintesi e ad un disegno stilizzato in cui le superfici, più o meno grandi, sono realizzate in tinte piatte, ornate di leggeri contorni che le sottolineano e le illuminano insieme. Reneè Cavalho
L’
”
Artista, diplomata all’istituto d’Arte, si laurea successivamente all’Accademia di Belle Arti di Perugia, nel 1973. Docente di discipline pittoriche fino al 2011, inizia la sua attività artistica nel 1971. Appena un anno dopo la sua prima mostra personale, che apre al mondo il suo talento, tanto da continuare a partecipa a numerose mostre dal 1975 al 2016. La sua ricerca pittorico-artistica, pur basata su un dato essenzialmente razionale, esprime le intime sensazioni scaturiste dal passaggio tra la concreta realtà ed il dipinto. L’artista propone quella che è la sintesi dei suoi pensieri, dando voce al segno, ma soprattutto rivela la capacità di cogliere l’essenza di una riflessione etica e di tradurla, tramite un linguaggio simbolico, attraverso un percorso pittorico dotato di originalità e l di interna autonomia. s
A sinistra: Chiodo fisso tecnica mista su tavola, 2016, 37x124 cm. A fianco: Chiodi tecnica mista su tavola, 2016, 37x124 cm.
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Jani Jan J. Sognante dialogo tra forme e cromie
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ani Jan J., nato a Salisburgo, oggi vive e lavora nel suo studio a Enzersdorf (Austria) ed in quello situato nelle isole greche. Autodidatta per tutto quel che concerne l’espressione artistica che lui rende concreta in scultura, pittura, arte terapeutica e regia, Jani Jan J.è continuamente impegnato con i colori, le forme e la fusione di materiali diversi. Diversamente dalla maggior parte degli artisti, Jani cerca il dialogo con il pubblico, anche attraverso il suo lavoro artistico, che quasi “usa” proprio per comunicare con il mondo esterno. Nella sua
Vibrant,warm colors and eye-catching hues of blue serenade the viewers’ imagination. The other side acciaio verniciato, tecnica mista su legno e legno, 2015, 80x120x3 cm.
INFO jani@janijanj.com www.janijanj.com
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caratteristica tecnica l’utilizzo di diversi materiali (carta, ferro, pietre, vetro) e la lavorazione delle forme. Durante la sua carriera artistica Jani Jan J. ha effettuato numerosi viaggi in Europa, Africa e SudEst asiatico. Le emozioni provocate dagli incontri e dall’analisi delle persone e delle loro diverse culture, hanno creato dei processi associativi riscontrabili nelle sue opere. Con le opere pittoriche in due e tre dimensioni Jani Jan J. ha raggiunto il suo limite: interessante l’utilizzo di impianti che ruotano attorno al proprio asse, per seguire il percorso l nella multidimensionalità. s English info
J
ani Jan J was born in Salzburg, Austria, and creates his mixed-media paintings in his studio in Enzersdorf – Austria and on the island karpathos in greece. In his work as a self-made sculptor, painter and professionell art therapist graduate, multimedia direction (ÖAGG - Vienna) is Jani Jan J. employed continuously with colors, shapes and the merging of different materials. He goes to the people and seeks dialogue, even with his artwork. About the production of art, he realized his concerns, namely communication and networking with others. In his characteristic technique he uses different materials (paper, iron, stone, glass, color-mixing technology) and works them into his forms, pictures and sculptures. In the course of his artistic career takes Jani Jan J. numerous trips in Europe, Africa and Southeast Asia. The sensations caused by encounters and discussions with people and their different cultures, it handles. Associative to use in his music With the pictorial work in two and three dimensions Jani Jan J. has reached no means on its border. With installations that revolve around its own axis, it goes the way consistently in the multi-dimensionality. Settings of individual work (eg, "time bubble" by the composer Daniel Muck) add the work further - added level – fourth. Jani Jan J.'s the founder, organizer and coordinator of the event "Art & Culture in Staatz". 2011 to 2016. Presentations in Austria, Czechia, Italy, Germany,Turkey, England, France, Greece , Scottland and Malta.
F UT U R
COLLEZIONI E MOSTRE TRA EUROPA E AMERICHE
FELICE CASORATI
ALBA DAL 29.10.2016 AL 27.02.2017 FONDAZIONE FERRERO STRADA DI MEZZO, 44 - ALBA (CN) FERIALI 15 - 19 SABATO E FESTIVI 10 - 19 CHIUSO MARTEDÌ 24-25-31 DICEMBRE 2016 1 GENNAIO 2017 INGRESSO LIBERO CON L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
© 2015 Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome. Photograph by Tom Loonan
G. Balla, Dinamismo di un Cane al Guinzaglio, 1912, Buffalo, Albright-Knox Art Gallery
B ALL A
17 - 20 FEBBRAIO 2017 FIERA DI GENOVA ORARI: ven, sab, dom 10.00 - 20.00 lun 10.00 - 14.00
Segreteria Organizzativa
POWERED BY
biancoscuro
Claudia Perruso
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L’energia vitale deve fluire e arrivare agli altri, come un flusso energetico, creando vibrazioni emotive e lasciando un piacevole e duraturo ricordo, solo così l’arte può rappresentare un veicolo di forti emozioni.
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Claudia Perruso
Sweet Spring acrilico su tela, 2016, 70x50 cm.
Giuliana Bellini
Garden n 2 PET, alluminio, gesso, rame, vetro 2016, 210x100x100 cm per aiuola. Opera esposta presso la Riseria di Novara, vincitrice del Primo Premio per la scultura
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Risultati d’Asta
In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 A
B
L
a prima Casa d’Aste italiana, la Meeting Art, la più seguita dai maggiori collezionisti ed estimatori d’Arte, pubblica anche su BIANCOSCURO Art Magazine alcuni dei risultati conseguiti. Meeting Art è una realtà professionale che lavora da più di Lotto n. Asta n.
Descrizione
Stima € Aggiudicazione
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
RENATO BIROLLI Verona 10/12/1905 - Milano 03/05/1959 Le cinque terre, 1955 olio su tela cm 65x100, firma e anno in basso a sinistra e al retro.
21.000 24.000
18.000
517
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
SALVO LEONFORTE (EN) 22/05/1947 - Torino 12/09/2015 Bosnia Erzegovina una volta, 2010 olio su tela cm 90x70, firma e titolo al retro.
21.000 24.000
11.000
515
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA R
MARIO SCHIFANO Homs (Libia) 1934 - Roma 26/01/1998 Televisione, 1975, smalto su tela cm 80x110, firma al retro, opera registrata presso l’Archivio Mario Schifano.
10.000 12.000
6.000
513
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
RENATO MAMBOR Roma 04/12/1936 - Roma 06/12/2014 Senza titolo, 1963, tecnica su carta cm 69x98, firma e anno in basso a destra.
9.000 10.000
8.000
511
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E A CONTEMPORANEA
RABARAMA Roma 1969
10.000 12.000
6.000
501
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E E CONTEMPORANEA
UGO NESPOLO Mosso Santa Maria (BI) 29/08/1941 Trasparenza per assurdo, 1986 intarsio su tavola cm 100x70, firma in basso a sinistra, firma, titolo e timbro a fuoco dell’artista al retro.
9.000 10.000
5.000
502
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E c CONTEMPORANEA
TANO FESTA Roma 02/11/1938 - Roma 09/01/1988 Da Michelangelo, 1978, acrilici su tela cm 70x60, firma e anno al retro, opera registrata presso l’archivio Tano Festa.
8.000 9.000
6.400
503
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
VALERIO ADAMI Bologna 17/03/1935 La Chute, 1991, acquerello su carta cm 77x57, firma in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
10.000 12.000
6.000
504
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIOSETTA FIORONI Roma 24/12/1932 Bambino solo, 1967pittura argento e grafite su carta intelata cm 70x50, firma e anno in basso a destra.
12.000 14.000
9.000
498
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ROY LICHTENSTEIN New York 1923 - New York 29/09/1997 Senza titolo, 1975 acquaforte, acquatinta su cartoncino cm 107x81,5; esemplare 77/100.
9.000 10.000
7.500
494
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
XAVIER BUENO Vera De Bidasoa (Spagna) 1915 - Fiesole (FI) 17/07/1979 Bambino, 1970, olio su tela cm 40x50, firma in alto a sinistra e al retro.
14.000 16.000
8.000
492
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA S
ANTONIO BUENO Berlino (Germania) 21/07/1918 - Firenze 26/09/1984 Ragazza con cappello piumato, olio su faesite cm 40x30, firma in alto a sinistra, numero di archivio ABYR 711 timbri ed etichetta della Galleria Forni (BO).
14.000 16.000
10.500
480
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA D
LUCA PIGNATELLI Milano 22/06/1962 Aereo ricognizione, 2004, olio su telone di copertura di vagoni ferroviario cm 60x80, titolo, firma, anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
9.000 10.000
7.500
471
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIOVANFRANCESCO GONZAGA Milano 12/06/1921 - Milano 02/10/2007 Cavalli e motori, 1990, olio su tela cm 140x200, titolo, firma, anno e timbro dell’Archivio Fotografico Generale di Giovan Francesco Gonzaga.
10.000 12.000
6.800
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
MARIO TOZZI Fossombrone (PS) 30/10/1895 - St. Jean-du-gard (Francia) 08/09/1979 Nudo di donna con anfora, 1926, olio su tela cm 73x44, firma in basso a destra, opera registrata presso l’Archivio Generale delle Opere di Mario Tozzi.
14.000 16.000
9.500
464
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FRANCO ANGELI Roma 14/05/1935 - Roma 12/11/1988 Aquile, fine anni ‘70 inizi anni’80, smalti su tela cm 100x100, firma e titolo al retro, opera registrata presso l’Archivio Franco Angeli di Roma.
7.000 8.000
6.000
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D
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trentacinque anni a servizio dell’Arte. La pubblicazione delle assegnazioni permette di comprendere meglio l’andamento reale del mercato, un indice chiaro che non permette fraintendimenti. Di seguito troverete la nostra selezione di aggiudicazioni dell’asta 818, l 720 lotti, periodo gennaio 2017. s
Globulizz-azione, 2004, scultura in bronzo dipinto cm 37x80x26; firma, titolo e tiratura sui piedi, opera registrata presso l’Archivio delle opere di Rabarama.
© Meeting Art è un marchio registrato. AGGIUDICAZIONI AL NETTO DEI DIRITTI D’ASTA DEL 23 % F
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biancoscuro
Lotto n. Asta n.
Descrizione
Stima € Aggiudicazione
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FILIPPO DE PISIS Ferrara 11/05/1896 - Milano 02/04/1956 Natura morta con pesci, fine anni ‘30, acquerello su carta incollata su cartone cm 32x45, firma in basso a destra.
4.000 5.000
4.200
402
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M
LUIGI VERONESI Milano 28/05/1908 - Milano 25/02/1998 KF5, 1991, olio su tela cm 120x100, firma e anno in basso a sinistra, titolo, firma e anno al retro, foto ritraente l’artista con l’opera allegata.
18.000 20.000
10.000
404
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA N
SHOZO SHIMAMOTO Osaka 1928 - 25/01/2013 Senza titolo, 2008, acrilico su tela leggera ed applicazione cm 145x110, firma in basso a destra, opera realizzata nella performance tenutasi a Palazzo Ferretto (GE).
27.000 30.000
15.000
410
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA B
SALVATORE EMBLEMA Terzigno (NA) 25/04/1929 - Terzigno (NA) 02/02/2006 Senza titolo, 1968, terra colorata su tela di juta cm 160x180, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
18.000 20.000
11.000
415
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA G
ACHILLE PERILLI Roma 28/01/1927 Geometrie, 1949, tempera su carta cm 70x100, sigla e anno in basso a destra.
14.000 15.000
6.000
420
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA F
ALIGHIERO BOETTI Torino 1940 - Roma 24/04/1994 Aerei, 1983, biro blu su carta montata su tela cm 23x48,5; opera non firmata, registrata presso l’Archivio Alighiero Boetti (Roma) al n° 4922.
110.000 120.000
100.000
357
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA I
BERNARD AUBERTIN Fontenay aux Roses 1934 - Reutlingen 31/08/2015 Cercle de feu, 1974, fiammiferi e combustioni su lastra in metallo cm 90x90, firma e anno su etichetta della Galleria Centro (BS) al retro.
8.000 9.000
4.000
360
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
BENGT LINDSTROM Stoccolma 1925 - Njurunda 30/01/2008 Familles vertes, 1961, olio su tavola cm 61x103, firma e anno in basso a destra, opera registrata presso l’Archivio del Comité Bengt Lindstrom (Paris)
14.000 16.000
8.000
369
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ALBERTO BIASI Padova 02/06/1937 Dinamica, anni ‘70, rilievo in PVC cm 20x15 (lati 16,5x14x1,5) su tavola cm 34x29, firma e titolo al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
14.000 16.000
11.500
370
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
PINO PINELLI Catania 01/10/1938 Pittura 84, 1984, 2 elementi cm 26x58 cadauno, totale cm 26x106, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità e archivio dell’artista su foto.
9.000 10.000
5.500
387
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
EMILIO SCANAVINO Genova 28/02/1922 - Milano 29/11/1986 Fluorescenza, 1959, olio su tela cm 54x65, firma e anno in basso a destra, titolo, firma e anno al retro.
21.000 24.000
17.000
389
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIANFRANCO MEGGIATO Venezia 1963 Sfera karmica con sfera, 2007, fusione in bronzo a cera persa cm 46x40x40, esemplare 6/9, firma e tiratura alla base, dichiarazione d’autenticità dell’artista.
27.000 30.000
15.000
392
818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
PIERO DORAZIO Roma 28/06/1927 - Todi 17/05/2005 Prodige III, 1996, olio su tela cm 40x60x4, firma, titolo, anno e timbro dell’artista al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
9.000 10.000
7.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
KAREL APPEL Amsterdam 25/04/1921 - Zurigo 03/05/2006 Composizione, 1987, acrilico su carta Arches applicata su tela cm 77,5x58,5; firma in basso a destra, opera registrata presso l’Archivio Karel Appel.
25.000 28.000
14.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
SAM FRANCIS San Mateo 25/06/1923 - Santa Monica 04/11/1994 SF75-031, 1975, acrilici su carta cm 44,3x32,1; firma a cachet, timbro de “The Sam Francis Estate” ed etichetta della Galleria Accademia (TO) al retro.
27.000 30.000
15.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
DADAMAINO Milano 02/10/1935 - Milano 04/2004 Alfabeto della mente, lettera 7, 1978, inchiostro e acrilico su tela sintetica applicata su cartone cm 20x20, firma, titolo e anno al retro.
8.000 9.000
8.400
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA L
CHIARA DYNYS Mantova 31/12/1958 Poisoned Flowers, 2015, plexiglass e stampa lenticolare cm 65x85x12, opera non firmata, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foglio A4 allegato.
18.000 20.000
18.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ENRICO MANERA Asmara (Etiopia) 04/04/1947 L’addio, 2007, acrilici, smalti e tecnica mista su PVC con inserti al neon cm 180x140, firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista.
8.000 9.000
5.200
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA O
OMAR RONDA Portula (BI) 11/09/1947 Marilyn Frozen, 2015, materie plastiche cm 50x50, titolo, firma ed anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
8.000 9.000
6.800
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Q
LUCIO FONTANA Rosario Santa Fe’ (Argentina) 19/02/1899 - Varese 06/11/1968 , Concetto spaziale, Teatrino (bianco), 1968, cm 70x70, esemplare 47/75, firma, tiratura e timbro al retro, 75 esemplari (+ 20 in numeri romani).
27.000 30.000
15.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA H
HANS HARTUNG Lipsia 1904 - Antibes 1989 P1973 C 79, 1973, acrilico su cartone intelaiato applicato su tavola cm 90x120, firma, titolo e anno al retro.
36.000 40.000
24.000
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818 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA P
EMILIO ISGRO’ Barcellona Pozzo Di Gotto (ME) 06/10/1937 Dal pavimento in su, 1993, acrilico su tela applicata su tavola cm 170x115x3, firma, titolo, anno e tecnica al retro, opera priva di cornice.
40.000 45.000
22.000
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Paolo Solari Bozzi - Kap Hope, Scoresbysund, East Greenland, 2016 © Paolo Solari Bozzi
L’Artico in mostra a Venezia Le fotografie di Solari Bozzi, Axelsson e Egevang
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roenlandia, Siberia, Alaska e Islanda, viste attraverso gli occhi di tre grandi fotografi: Paolo Solari Bozzi di Roma, Ragnar Axelsson di Kopavogur (Islanda) e Carsten Egevang di Taastrup (Danimarca). Questo interessante progetto fotografico ha come temi la difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo imminente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso la sostenibilità ambientale ed il cambiamento climatico, il dialogo tra natura e civiltà. La mostra “Artico. Ultima frontiera”, aperta sino al 2 aprile presso Casa dei Tre Oci a Venezia, è curata da Denis Curti (Direttore Artistico della struttura) e presenta 120 immagini in bianco e nero, tutte centrate sul tema centrale dell’ambiente naturale e sulla vita della popolazione Inuit: 150mila
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persone che si trovano ogni giorno ad affrontare non solo le difficoltà di un luogo così ostile, ma anche passaggio alla civilizzazione contemporanea ed i cambiamenti climatici: una continua catena causa/effetto che fa volgere lo sguardo verso scenari drammatici. Paolo Solari Bozzi presenta il frutto del suo viaggio intrapreso tra febbraio e aprile 2016 sulla costa orientale della Groenlandia, nel quale ha visitato numerosi villaggi, riportando la quotidianità di una popolazione che ha scelto di vivere in un ambiente difficile. Proprio le popolazioni Inuit sono al centro della ricerca, iniziata nei primi anni ‘80, di Ragnar Axelsson. É arrivato sino all’estremo nord del Canada e della Groenlandia per documentare e condividere le vite dei cacciatori della zona, degli agricoltori e
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Ragnar Axelsson - Nenets, Siberia , 2016 © Ragnar Axelsson
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
Ragnar Axelsson - Thule, Qaanaq, Greenland, 1987 © Ragnar Axelsson
Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com
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biancoscuro
Ragnar Axelsson, Scoresbysund, 1995 © Ragnar Axelsson
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dei pescatori della regione dell’Atlantico del nord, e degli indigeni della Scandinavia del nord e della Siberia. Le sue immagini raccontano di villaggi ormai scomparsi, di intere comunità ridotte a due soli anziani, di uomini che lottano per la sopravvivenza quotidiana. Carsten Egevang è partito da una formazione accademica in biologia che lo ha portato dal 2002 al 2008 a vivere in Groenlandia e a studiare la fauna ovipara della regione artica; con la sua macchina fotografica ha ripreso la natura selvaggia e la tradizionale vita delle popolazioni Inuit. Tre documentari arricchiscono il racconto delle regioni del Nord e delle popolazioni Inuit: SILA and the Gatekeepers of the Arctic (Corina Gama - 2015);
In queste immagini l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall’immensa potenza della natura. Bellezza e avversità sono i concetti su cui la Casa dei Tre Oci fonda questo progetto, con una mostra che intende riportare l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali dei nostri giorni.
”
Denis Curti
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com
Paolo Solari Bozzi, Sermilik Fjord, Greenland, 2016 © Paolo Solari Bozzi
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Chasing Ice (Jeff Orlowski - 2012); Ice Hunters (team ceco-statunitense - 2015). Non mancano le proposte didattiche e importante sarà il finissage della mostra: la rassegna verrà chiusa con l’asta delle immagini in esposizione a Casa dei Tre Oci. Vincenzo Chetta ARTICO. ULTIMA FRONTIERA Fotografie Di Paolo Solari Bozzi / Ragnar Axelsson / Carsten Egevang 15 gennaio - 02 aprile 2017 Casa dei Tre Oci, Giudecca - Venezia
Carsten Egevang - Scoresbysund, East Greenland, 2011 ©Carsten Egevang
INFO T. + 39 041 24 12 332 info@treoci.org Da mercoledì a lunedì 10.00 / 18.00 chiuso il martedì Inquadra con il tuo smartphone www.treoci.org
Sopra: Ragnar Axelsson - Nenets, Siberia , 2016 ©Ragnar Axelsson Carsten Egevang - West Greenland, Thule, 2013 ©Carsten Egevang
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biancoscuro
Intorno e dentro Ai Weiwei Ritratto intimo di un guerriero
Ai Weiwei, Lesvos ,27 January 2016. Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei © Ai Weiwei
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n concomitanza con la retrospettiva di Palazzo Strozzi a Firenze, il Centro italiano per la fotografia CAMERA di Torino presenta “Around Ai Weiwei”, evento collaterale e di approfondimento sull’artista cinese conosciuto in tutto il mondo. Curata da Davide Quadrio, produttore e Direttore Artistico di base in Cina, e aperta fino al prossimo 12 febbraio, la mostra è un viaggio attorno e den-
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tro la vita di Ai Weiwei, fatto di fotografie, video, sculture e materiali inediti a testimoniare le tappe fondamentali della sua vicenda personale ed artistica. L’approccio è volutamente documentaristico e l’intento va oltre la mera presentazione dell’autore e della sua opera. I livelli di lettura sono due e sono necessariamente paralleli: c’è il particolare e c’è il generale, il singolare e il plurale, il privato e il sociale. La vita di Ai Weiwei, artista ed attivista
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militante per i diritti umani diventa lente d’ingrandimento per leggere le complesse e contraddittorie realtà del suo Paese di origine, che nel 2011 lo confina in una località segreta per quasi tre mesi, a causa della sua opposizione al regime. Dal decennio newyorkese (1983-93) provengono gli 80 scatti in bianco e nero che ritraggono momenti e luoghi della sua vita nella Grande Mela, dove concentrerà la maggior parte della sua attività artistica. Il percorso si dipana poi per ambiti tematiIn alto: Ai Weiwei, Beijing Photographs 1993-2003 co-cronologici e lo sguardo si allarga su Pechino, The Forbidden City during the SARS Epidemic, 2003. la città dove Weiwei è nato nel 1957, raccontata Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei © Ai Weiwei nel suo vertiginoso sviluppo economico attraverso due opere video “Chang’an Boulevard” e “Beijing: the second ring”e una serie inedita di fotografie risaIn basso: Ai Weiwei, Soft Ground, 2014, wool carpet, lenti agli anni 1993-2003. Il vissuto quotidiano, 2x4510x200 cm. la cerchia degli amici e conoscenti: queste immagini Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei © Ai Weiwei ci restituiscono un ritratto inedito del “guerriero in lotta”-come egli stesso si definisce- autore di imponenti e provocatorie installazioni di denuncia, che mai mancano di suscitare stupore, sgomento o indignazione. Emozioni, quindi. È egli stesso a stono interamente le pareti dell’ultima sala esposiraccontarci il suo impegno politico e il controverso tiva. Dall’inizio alla fine, si cammina sopra il “Soft rapporto con il regime e la censura cinesi, nella vi- Ground”, un tappeto lungo 45 metri che riprodeo intervista realizzata da Daria Menozzi nel 1995, duce in scala reale i cingolati di un carro armato poco dopo il rientro di Weiwei dagli Stati Uniti per che invase Piazza Tiananmen nel 1989. assistere il padre malato. Il suo ruolo in prima linea Tutto, nell’arte di Ai Weiwei, è denuncia e riflessioper dare voceVersione alla moltitudine voci inascoltate ne, su ogni gesto, ogni scelta, ogni immagine che lascia completa indiedizione cartacea o PDF http://artshop.biancoscuro.it è concentrato in uno dei suoi ultimi progetti, “Resono un modo per accendere i riflettori non su di Per Info: artshop@biancoscuro.com fugee wallpaper”: 17.000 fotografie di rifugiati in sé ma attorno a sé, attorno a noi. Europa, Medio Oriente e nel resto del mondo riveFederica Senigagliesi
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ICONES Le immagini di Robert Doisneau al Forte di Bard
“
Il mondo che cercavo di far vedere era un mondo dove stavo bene, dove la gente era gentile e dove trovavo la tenerezza di cui avevo bisogno. Le mie fotografie potevano dimostrare che un mondo del genere poteva esistere.
”
Robert Doisneau
Le plongeur du Pont d’Iena, Paris 1945 HD Photographies © Atelier Robert Doisneau
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Le baiser in de l’hôtel de ville, Paris 1950oPhotographies © Atelier Robert Doisneau Versione completa edizione cartacea PDF su http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com
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razie alla collaborazione tra l’Atelier Robert Doisneau di Parigi e l’Associazione Forte di Bard, fino al 1 maggio abbiamo la possibilità di ammirare le opere fotografiche di Robert Doisneau, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l’immaginario collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, “Le baiser de l’Hôtel de ville”. Ha immortalato la Parigi del ‘900, cogliendo e restituendone appieno il suo fascino, raccontando luoghi, personaggi, atteggiamenti, il quotidiano dalle periferie al centro, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della società francese. L’esposizione è arricchita da un’intervista inedita alle due figlie dell’Artista, Annette e Francine Deroudille che, nell’appartamento dove Robert Doisneau aveva lavorato per più di 50 anni, hanno dato vita ad un Atelier dove sono conservati oltre 450.000 negativi. Sono esposte anche alcune immagini stampate in grande formato, la fedele maquette dell’Atelier del fotografo a Montrouge, rea-
lizzata dalla nipote Sonia Arnstam, una selezione di citazioni del fotografo e alcuni video, tutto volto al racconto della Parigi di Robert Doisneau. Daniela Malabaila Robert Doisneau. ICONES 17 dicembre 2016 - 1 maggio 2017 Forte di Bard. Valle d’Aosta INFO T. 0125 833811 info@fortedibard.it Dal martedì al venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 Chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fortedibard.it
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Storia di una rinascita: Milano 170 documenti per raccontare il dopoguerra milanese
“
Largo del lavoro e viale del lavoro, 1952, Archivi Farabola
La morte “insudicia”. Insudicia quello che era pulito, intorbida quello che era limpido, inlaidisce quello che era bello, intenebra quello che era luminoso, instupidisce quello che era intelligente, immiserisce quello che era ricco. Pure si dice che la morte è serenità, calma, e l’arte per parte sua... Ma anche questa è forma di retorica: la peggiore: la retorica dell’ottimismo. Quella calma, quella serenità, non sono della morte, sì della vita che rinasce dalla morte: della vita che si è celata nella morte e l’ha vinta. Il primo giorno vidi Milano “insudiciata’”dalla morte. Poi la notte calò e uno spettrale silenzio. L’indomani già Milano s’illimpidiva.
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”
Alberto Savinio
oter conoscere la realtà della guerra in una singola città, ci fa rendere conto “da vicino” della drammaticità di quei tempi. Dal racconto della Milano piegata dai bombardamenti, alla città che da quelle ferite ha saputo non solo rialzarsi e ripartire, ma capace di essere motore trascinante per l’intero Paese. La mostra “Milano, storia di una rinascita. 1943–1953 dai bombardamenti alla ricostruzione”, a cura di Stefano Galli e organizzata dall’Associazione Spirale d’Idee, promossa da Comune di Milano | Cultura, sarà in esposizione a Palazzo Morando a Milano sino al 12 febbraio. Non solo immagini, ma anche video, documenti, reperti bellici, oggetti di design, cimeli e manifesti per farci comprendere quell’epoca, così tragica e così forte nel non abbattersi e ricominciare. Il percorso si apre con i grandi bombardamenti del 1943, a cui si affianca la testimonianza del trionfale concerto di riapertura della Scala, diretto dal maestro Arturo Toscanini nel maggio 1946, a simboleggiare il ritorno alla normalità. Non mancano i racconti della quotidianità, con le complesse relazioni sociali, drammi e solidarietà. L’esposizione accompagna il visitatore alla scoperta degli anni ricchi di fermento, ma non meno traumatici, della ricostruzione passata, purtroppo, anche attraverso la distruzione di edifici storici e di pregio, come il
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vecchio Palazzo Trivulzio, Palazzo Visconti sul Naviglio, il teatro Manzoni di piazza S. Fedele e di molti altri luoghi ormai dimenticati. Milano torna alla vita, e Palazzo Reale ospita nel 1953 la mostra monografica dedicata a Pablo Picasso con l’esposizione nella distrutta Sala delle Cariatidi di “Guernica”, capolavoro di denuncia sociale mai più in futuro esposto in Italia. La città risorta sulle sue macerie, è ormai il fulcro dell’economia italiana, pronta ad essere nuovamente, e splendidamente, Milano. Flavio Ennante
MILANO. STORIA DI UNA RINASCITA 1943-1953 Dai bombardamenti alla ricostruzione 10 novembre - 12 febbraio 2017 Palazzo Morando, Milano INFO T. + 39 02 878827 T. +39 02 884 65735 c.palazzomorando@comune.milano.it Da martedì a domenica 10.00 - 20.00 GIovedì 10.00 - 22.30 chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone www.milanostoriadiunarinascita.it
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Basilica di Sant’Ambrogio dopo i bombardamenti, 1943,
Teatro alla Scala, ricostruzione, 1945
Archivio del Teatro La Scala di Milano Versione completa in edizione cartacea o PDF sustorico http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com
Cittadella degli Archivi e Archivio Civico di Milano
Striscione pubblicitario della Fiera, 1952, Archivio storico Fondazione Fiera
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David Mayer Vincitore del “Premio Biancoscuro Magazine” al MAG di Montreux
È
David Mayer il giovane fotografo svizzero, nato a Nyon, che ha meritato l’ambito “Premio Biancoscuro Magazine” al MAG di Montreux. Il suo progetto “Dance Street Project” è risultato tra i più coinvolgenti dalla Giuria del Montreux Art Gallery 2016. Mayer ha scoperto la passione per la fotografia durante un viaggio umanitario in Mauritania e Marocco, proprio lì, catturando i momenti della vita ed i volti delle persone che stava aiutando. Cattura il momento, trascrive le emozioni che suscitano quei visi e quelle drammatiche condizioni, rivelare la bellezza interiore di ogni persona che incontra diventa la sua missione. Con “Dance Street Project” vuole mostrare la bellezza interiore della danza: la libertà. Per fare questo ha scelto un contesto urbano insolito, senza le costrizioni di un palco adatto, solo la gioia di esprimere le proprie emozioni. Vincenzo Chetta Sopra e sotto: Dance Street Project ©David Mayer
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“
La danse est un art de liberté, tout comme l’est la photographie. De la danse classique en passant pat la pole dance, j’essaie de mettre en valeur chaque danse. Pour ce faire, je les inscrits dans un contexte urbain décalé.
”
David Mayer
Tutte le fotografie di questa pagina fanno parte del progetto fotografico Dance Street Project ©David Mayer
INFO www.davidmayer-photographie.ch
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MIA Photo Fair 2017 L'unica fiera italiana dedicata alla fotografia
M Due viste del MIA Photo Fair 2016
IA Photo Fair, la fiera dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio e Lorenza Castelli, uno degli appuntamenti più attesi della stagione espositiva milanese, è pronta ad alzare il velo sulla sua settima edizione. In programma dal 10 al 13 marzo 2017 a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, riconferma la sua vocazione internazionale e la volontà di offrire un program-
ma culturale di grande qualità. Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto oltre 24.000 visitatori, MIA Photo Fair anche quest’anno si presenta con il suo format consolidato: da un lato, le gallerie (80 le partecipanti, provenienti da 11 nazioni), dall’altro, Proposta MIA, ovvero una selezione di fotografi che espongono il proprio lavoro individualmente. Molte sono le novità della VII edizione di MIA Photo Fair. Per la prima volta vedremo due progetti tematici legati ad altrettante aree geografiche: il Focus Brasile, a cura di Denise Gadelha, e il Focus Asturie, a cura di Monica Alvarez Careaga. Interessanti le partecipazioni di Flux Laboratory, uno spazio sperimentale multidisciplinare che incoraggia il lavoro creativo e perfor-
mativo attraverso incontri con il mondo della danza, dell’arte, della filosofia, della musica e della tecnologia, e di ArtOnTime, un progetto curatoriale itinerante, promosso da Artraising e supportato da Eberhard & Co., che ha l’obiettivo di finanziare e lanciare artisti nell’arte performativa con il crowdfunding. Il progetto Codice MIA, ideato e a cura di Enrica Viganò, si pone l'obiettivo di far incontrare gli artisti con esperti del collezionismo a livello internazionale. 45 fotografi hanno acquisito il privilegio di incontrarsi a tu per tu con collezionisti, art advisor e curatori provenienti da tutto il mondo. Arricchisce l’appuntamento con MIA Photo Fair un fitto programma di talk, incontri e dibattiti. Isabella Rigamonti
In basso a sinistra: Gian Paolo Barbieri - Lynne Koester “Vogue Italia” 1990, foto in analogico su carta Hahnemühle Fine Art Baryta 325 gr, 72x90 cm. Courtesy 29 ARTS IN PROGRESS gallery
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Sotto: Raffaele Montepaone - Memoria 2015, stampa fine art su carta Canson Infinity Platine Fibre 310 su D-Bond, 50x75 cm.
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Hugging the Wind
Nostalgia
(model Hedy Nerito)
(model Hedy Nerito)
tecnica mista su tela
tecnica mista su tela
2014 60x90 cm.
2013 60x90 cm.
La pulizia formale ed il rigore compositivo di Mauro Martin
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ato a Pinerolo, ha frequentato il Liceo Artistico e successivamente il Politecnico di Torino dove ha conseguito la laurea in Architettura. Parallelamente al corso di studi, ha frequentato l’atèlier di Raffaele Ponte Corvo, noto pittore surrealista torinese, stringendo legami con il mondo artistico veneziano. Nel periodo 1975/1980 la sua opera è incentrata sulla rilettura del ‘400 in chiave strutturalista; coniugando questa prima esperienza con una concezione neometafisica dell’arte, la sua pittura approda al “realismo magico”.
INFO www.mauromartin.it
Ha iniziato la carriera espositiva nel 1977 con una mostra presso la Galleria San Vidal di Venezia; la sua attività è andata via via intensificandosi frequentando le più importanti città europee ed internazionali. Dal 1995, contestualmente alle opere figurative, inizia la produzione di dipinti informali o astratti, avvalendosi dal 2006 dell’uso della fotografia. Attualmente opera in diversi ambiti appartenenti alle arti visive, utilizzando la regola minimalista “il meno è più”, rafforzata dalla pulizia formale e dal l rigore compositivo. s
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“Contrariamente a quanto si va dicendo, non è vero che i graffiti sono la più infima forma d’arte. Certo, può anche capitare di dover strisciare furtivamente in piena notte e dire bugie alla mamma, ma in verità è una delle forme d’arte più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto.”
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Foto Luigi Caracappa flickr.com/photos/54846853@N06 Street Artist N.D. Location Milano via Guglielmo Pepe Zona Porta Garibaldi
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biAncoscuro Perché abbonarsi e come farlo Gli abbonati “BIANCOSCURO” condividono una visione intelligente e costruttiva dell’arte moderna e contemporanea e sono attenti al patrimonio culturale. Abbonandoti riceverai a casa la rivista d’arte Biancoscuro, riceverai inoltre la tessera “BIANCOSCURO” che ti permetterà di accedere a sconti e facilitazioni nella realizzazione di materiale pubblicitario sia cartaceo che web. “BIANCOSCURO” è un’associazione culturale nata nel 2013. I suoi progetti di promozione artistica comprendono il concorso BIANCOSCURO ART CONTEST (artcontest.biancoscuro.it) che mette in palio ogni anno la copertina, mostre personali, collettive e monografie in formato e-Book con possibilità di stampa. “BIANCOSCURO” è distribuita in Italia e all’estero in importanti manifestazioni artistiche e fiere internazionali, inoltre è diffusa su internet al sito artmagazine.biancoscuro.it.
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Prossimamente Keith Haring Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento Berenice Abbott Renato Mabor. Connessioni invisibili Lavoro in movimento al MAST di Bologna Special Biancoscuro ArtContest Winter Edition PaviArt Arte Cremona Art Parma
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