biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 26 - febbraio/marzo 2018 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
Cracking Art Un quarto di secolo...
In questo numero
9 772385 170005
Frida Kahlo al MUDEC di Milano Anni di ricerche e capolavori inediti per andare “Oltre il mito” Autoritratto o ritratto? L’importanza della ricostruzione storica nell’Arte ArtBasel - Miami Beach Efficace il rinnovamento degli spazi Art Innsbruck Promesse mantenute! James Nachtwey La Memoria fotografata Parco Naturale della Lessinia Il segreto di antiche verità
Andrea Bassani
“Lo scultore della tela”
ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
14a fiera d'arte contemparanea 14th contemporary art fair Montreux Musi c & Convention Centre 7 - 11.11.2018 mag-swiss.com
Mi\G
Montreux Art Gallery
Salon d'art contemporain
MARK
KO S T A B I
segui mark_kostabi su Instagram
BAC winter edition 18 Premi:
16 Premi assegnati dalla Commissione Critica con attestato e Mostra collettiva ad ArtParma 2018 1 Premio assegnato dalla giuria popolare Mostra collettiva ad ArtParma 2018 1° Premio, assegnato dalla Commissione Critica
Copertina della Rivista d’Arte Biancoscuro
pittura scultura fotografia grafica
Tutte le opere saranno pubblicate sulla rivista BIANCOSCURO e sul nostro sito!
Iscriviti subito: artcontest.biancoscuro.it INFO
BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia
artcontest@biancoscuro.com
biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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ArteFiera 2018. Da 42 anni fulcro del mercato artistico italiano
L’Editoriale di Vincenzo Chetta
Frida Kahlo al MUDEC di Milano. Anni di ricerche e capolavori ArtBasel - Miami Beach. inediti per andare “Oltre il mito” Efficace il rinnovamento degli spazi
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Picasso vs Picasso. miart 2018. La fiera Capolavori del genio spagnolo in mostra boutique capace di dare voce ai a Genova linguaggi dell’arte
In copertina:
Cracking Art Un quarto di secolo... Il servizio a pag. 38
A Vicenza “tra il grano e il Mia Photo Fair 2018. La cielo”. Il “Progetto Van Gogh” nella prima e unica fiera italiana dedicata Basilica Palladiana alla fotografia Autoritratto o ritratto? James Nachtwey. La L’importanza della ricostruzione storica Memoria fotografata nell’Arte Revolutija! Le avanguardie russe invadono il MAMbo Le immagini di Sheila McKinnon. Nelle sue fotografie, i problemi del nostro tempo Art Innsbruck. Promesse mantenute!
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ArtBasel - Hong Kong. Confermate le 247 gallerie della sesta edizione Parco Naturale della Lessinia. Il segreto di antiche verità [3ª puntata] Street Art. La M2 sul muro dell’HangarBicocca
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Over The Cover: Graziela Gilioli La vincitrice della copertina al BAC ‘17 nella sezione “fotografia” Il servizio a pag. 44
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e
26 ISSUE february/march 2018
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
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PaviArt Talent. Un grande successo già dalla prima edizione
L’arte del XIX e XX. 100 capolavori dal collezionismo privato bresciano
L’Arte (e la storia) della Vespa. L’ultimo progetto di Omar Ronda per il MACIST
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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta
Georg Baselitz. Retrospettiva alla Fondazione Beyeler
Lucio Fontana. I suoi Ambienti Spaziali al Pirelli HangarBicocca
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Fernando Greco. Il vincitore del Premio MAG
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SetUp ArtFair. La sesta edizione a Bologna
Karin Monschauer. La trama cromatica ed il suo tempo ArteGenova 2018. Arte nel padiglione Blu Vernice Art Fair 2018. 16 anni di Vernice a Forlì, formula vincente non cambia
Art Marbella & Marbella Design. Arte&Evento e BIANCOSCURO partner anche nel 2018
10° anniversario per la GlobArt Gallery. La Galleria dei Carozzi ha compiuto 10 anni di attività
Grande successo per Lercara. Gli attimi del fotografo torinese da Res Publica
Le trame di Giorgione. La trama della sua vita, intrecciata a quella degli abiti dei personaggi dipinti
Illustri persuasioni tra le due Guerre. Prorogata sino al 4 marzo la mostra della Collezione Salce
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Vero AMORE. La parte Pop della GAM di Torino Jack Kerouac. Il padre della Beat Generation Paci a Firenze. L’acqua come tema centrale Eva Frapiccini. Opere recenti in mostra a Gallarate Kandinsky / Cage. A Palazzo Magnani Grandi firme dell’Arte Contemporanea Carloluigi Colombo. La verità nascosta nella realtà Manola Andreani. Il suo linguaggio più intimo Atefeh Hosseini. L’artista iraniana, ispirata dalla natura Flora Antonella Laganà Tina Lupo Vito Spada 097
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BIANCOSCURO Art Magazine
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EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Mariarosaria Belgiovine, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2018. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.
BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 26 febbraio/marzo 2018 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Mariarosaria Belgiovine, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2018. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.
Sullo sfondo TETSURO SHIMIZU pa rticola re dell’opera “SPAZIO OBLIQUO T-9” anno 2017
Una grande mostra al MUSEO F. BODINI - GEMONIO presenterà le opere degli artisti. Inaugurazione 7 aprile 2018
L'edizione del Real Art #3, presenta i lavori di: Alfredo Rapetti Mogol Gianni Cella Renzo Nucara e Carla Volpati Peter Hide 311065 Mattia Consonni Andrea Bassani Tetsuro Shimizu Tobia Ravà Isabella Rigamonti Marcello Diotallevi Claudio Parentela Mario De Leo Nataly Maier appositamente realizzati per questo progetto, pezzi unici o piccole tirature firmate e numerate di pugno dall’artista. Si ringraziano:
REAL ART Portfolio d’Arte in forma di rivista indipendente a cadenza annuale con tiratura limitata a 130 pezzi, di cui 100 destinate alla vendita e l’intero ricavato destinato in beneficenza. REAL ART è presente nelle più importanti fiere d’arte Italiane ed estere nello stand della Rivista d’Arte BIANCOSCURO
June 14-17, 2018 www.artbasel.com/Basel
PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 © Courtesy Art Basel
Premier line-up of galleries at
Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.
With Statements being located December 6-9, 2018 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/Miami-Beach
for the Magazines sector and th
© Courtesy Art Basel
© Courtesy Art Basel
While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 22-24, 2018 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/Hong-Kong
The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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Il 2018 è orfano di tre grandissimi Artisti, Enrico Castellani, Tino Stefanoni e Omar Ronda, scomparsi nei primi giorni di dicembre. Tre Maestri, nell’arte e nella vita, tre personaggi completamente diversi uno dall’altro, di quella diversità che completa e unisce. Erano amici fra di loro, orgogliosi l’uno dei successi degli altri. Di loro rimarranno per sempre i capolavori, ed anche un grande insegnamento di vita, quello della condivisione. Cito le parole di Sabina Melesi (gallerista della Galleria Melesi), che li ricorda, infatti, così: “Enrico Castellani, Tino Stefanoni e Omar Ronda si conoscevano, erano amici.
Art Basel - Unlimited, 2017 Enrico Castellani, “Spazio ambiente”, 1970 Lévy Gorvy - New York, Magazzino Roma
Negli anni ‘90 Castellani donò al Museo di Lecco una sua bellissima estroflessione bianca su richiesta di Stefanoni e, nel 1993, organizzai a Ronda una personale nella mia galleria, sempre grazie a Stefanoni che me lo presentò. Volle il destino che questi tre Artisti ci lasciassero nella stessa settimana di dicembre 2017”. Il mondo ha necessità di gentilezza e garbo, di creatività e ricerca, di colore e spensieratezza. Ritorniamo a dare il giusto valore alle parole: condividere, sì, ma non virtualmente. Buona Lettura
Vincenzo Chetta
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Il 2018 promette grande attesa per le ultime creazioni di Gianmaria Potenza che con le sue “Sculture Trasparenti” ha già incantato il pubblico padovano all’ultima edizione di Arte Padova, fiera d’arte moderna e contemporanea tra le più importanti e seguite in Italia. L’artista veneziano, famoso per la sua eclettica bravura nell’impiego dei materiali più disparati, presenterà in esclusiva anteprima all’edizione genovese di Arte Fiera gli ultimi esiti della sua ricerca su vetro, bronzo e marmo: dalla preziosa capsule di incisioni a mola su lastre di cristallo industriale alle ultime sculture di “Gufi”, parte della serie di marmi con inserimenti in bronzo, fino alle opere più conosciute come le carte fatte a mano, le policombustioni e i mosaici. Per il suo ottantunesimo inoltre Potenza si presenta ad Arte Genova con uno stand curato nel dettaglio per dare massimo risalto all’unicità delle sue sculture e celebrare al meglio un importante traguardo, dopo una carriera dedicata all’arte e tanti successi collezionati in Italia e all’estero. Gianmaria Potenza sarà in mostra nello stand n.155 di Potenza Studio al Padiglione B, dal 16 al 19 Febbraio alla Fiera di Genova, P.le J.F. Kennedy, 1.
“Cavallo Rosso con Puledro Nero” - Acciaio smaltato rosso e nero, 199x65x120 cm - Venezia, 2017.
Dorsoduro 1450, 30123 Venezia - www.gianmariapotenza.it - studio@potenzagianmaria.it - Tel. + 39 041 5287266 - Cel. +39 335 5297572 - skype: gmpotenza - www.facebook.com/PotenzaG.M/ - www.instagram.com/gianmariapotenza
Bild: Roman Träxler
ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL
19 – 21 OTTOBRE 2018 CENTRO FIERA DI SALISBURGO
fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo In contemporanea alla più importante fiera austriaca di auto d‘epoca. www.art-salzburg-contemporary.com
GENOVA GENOVA 14 14a MOSTRA MOSTRA MERCATO MERCATOD’ARTE D’ARTEMODERNA MODERNAEECONTEMPORANEA CONTEMPORANEA a
16 16 -- 19 19 FEBBRAIO FEBBRAIO Venerdì, Venerdì, Sabato, Sabato,Domenica Domenicaore ore10.00 10.00- -20.00 20.00 Lunedì Lunedìore ore10.00 10.00--13.00 13.00
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Frida Kahlo al MUDEC di Milano Anni di ricerche e capolavori inediti per andare “Oltre il mito”
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al 1 febbraio al 3 giugno 2018, Milano ospita, al Museo delle Culture, l’evento espositivo “Frida Kahlo. Oltre il mito”, progetto frutto di sei anni di studi e ricerche, che si propone l’ambizioso obiettivo di offrire a critica e spettatori una nuova chiave di lettura dell’emblematica opera della più celebre e acclamata artista messicana del XX secolo. La mostra raccoglie, in un’unica sede,
Kahlo, uomo semplice, amante della letteratura e della musica, pittore emigrato in Messico dall’Ungheria. Pur essendo di limitate risorse economiche, dopo aver esercitato vari mestieri, diventa un fotografo di talento e, probabilmente, nel tempo condizionerà la figlia nell’assumere, come preponderanti nella sua opera, alcuni modi di inquadrare l’immagine di sorprendente pregnanza espressiva. Wilhelm Kahlo si sposa nel 1898 con Matilde Calderon y Gonzales, da cui ha
“ ” Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Dal diario di Frida
A destra:
Frida Kahlo - La colonna spezzata
1944
olio su tela
Dim SC: 39.8x30.5 cm.
Museo Dolores Olmedo
© Foto Erik Meza / Xavier Otaola
© Archivo Museo Dolores Olmedo © Banco de México Diego Rivera
Frida Kahlo Museums Trust, México
D.F. by SIAE 2017
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per la prima vota nel nostro Paese, tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, e, grazie ai preziosi prestiti di alcuni autorevoli musei internazionali, alcuni capolavori mai visti, prima d’ora, in Italia. Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacánm Messico. È la figlia di Wilhelm
quattro figli, di cui Frieda è indubbiamente la più vivace. L’artista, da adulta, cambierà il nome datole dai genitori, discendente dalla parola “fried”, che significa “pace”, in Frida, per contestare la politica nazista della Germania. Pur essendo affetta, dalla nascita, da spina bifida, manifesta, fin dall’adolescenza, un eccezionale talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, insofferente di ogni convenzione. Rimane vittima, nel 1925, di un dram-
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matico incidente in autobus, a causa del quale riporta la frattura del bacino; le conseguenze di questo incidente condizionano la sua salute per tutta la vita, ma non attenuano affatto la sua tempra: continua ad essere ribelle, anticonformista e straordinariamente vivace. Proprio nel periodo di recupero fisico, dal suo letto a baldacchino regalatole dai genitori, con uno specchio sul soffitto in cui potersi vedere, inizia la celebre serie degli autoritratti. Riprende a camminare, ma i dolori causati dall’incidente condizioneranno tutta la sua esistenza. Nella volontà di procurare alla propria produzione artistica un attendibile giudizio critico, porta i suoi dipinti a Diego Rivera, famoso pittore murale dell’epoca. Rivera prende la giovane artista sotto la sua ala protettrice e, in breve tempo, i due si innamorano. Si sposano nel 1929; si delinea un matrimonio travagliato, fatto di numerosi tradimenti, da parte di entrambi, a cui si alternano abbandoni e riavvicinamenti. Le alterne e drammatiche vicende biografiche dell’artista condizionano, da sempre, inesorabilmente, il giudizio critico nei confronti sua produzione artistica: troppo frequentemente, le pubblicazioni su Frida Kahlo si sono limitate ad analizzare i traumi familiari, la storia d’amore con Diego Rivera, l’afflizione di non aver avuto figli e la lotta, mai vinta, contro la sofferenza fisica. La mostra al MUDEC intende andare ben oltre la visione semplicistica della
A sinistra: Frida Kahlo Diego nella mia mente 1943, olio su masonite Dim. SC: 76x61 cm, Dim CC: 97x81x8 cm.
relazione tra la vita e l’opera dell’artista messicana, dimostrando che è necessario spingersi al di là dei limiti frammentari della lettura delle sue vicissitudini personali: l’appuntamento milanese si propone di dimostrare come Frida Kahlo possa, finalmente, essere interpretata sulla base dei documenti inediti svelati nel 2007 dall’archivio ritrovato a Casa Azul (dimora dell’artista a Città del Messico) e da altri archivi che, per questa straordinaria occasione, hanno offerto materiali sorprendenti e rivoluzionari. A ribadire il valore del patrimonio artistico presente, in questa circostanza, al MUDEC, è importante sottolineare quanto affermato dal curatore della mostra, Diego Sileo: “Sebbene sia certo che Frida [...] utilizzasse, spesso, simboli ed emblemi facilmente leggibili [...], in realtà le sue pitture sono molto distanti dall’essere trasparenti e univoche; doppi significati, ambiguità, referenze incrociate, giochi di intelletto, strategie di ibridazione: queste sono alcune delle sorprese che ci vengono rivelate”. Lucia Garnero FRIDA KAHLO Oltre il mito
1 febbraio – 3 giugno 2018 MUDEC, Milano INFO T. +39 02 54917 Lunedì 14.30 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.3019.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mudec.it
The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation © Gerardo Suter © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2017
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Vassilij Kandinsky - Su bianco (I), olio su tela, 1920
Revolutija! Le avanguardie russe invadono il MAMbo
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ologna, dal 12 dicembre scorso, ha aperto le porte a “Revolutija: da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky”, questo è il titolo della grande mostra realizzata nei fantastici spazi del MAMbo, centro della cultura contemporanea bolognese. L’esposizione evidenzia uno dei capitoli più importanti e significativi del modernismo che va dal 1910 al 1920, una decade in cui nacquero le affascinanti avanguardie russe, vari movimenti opposti l’uno con l’altro, ma unificati da questo grandissimo evento dal risuono internazionale. La mostra, composta da settanta opere, è realizzata grazie alla
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collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, organizzata da CMS.Cultura, Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei, curata da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky, ed è visitabile fino al 13 maggio 2018. Le arti figurative russe erano rimaste fedeli alla tradizione del realismo ottocentesco, ma nei primi del Novecento, ebbero un grande cambiamento grazie alla presenza di artisti del calibro di Larinov, Malevitch, Serov, Tatlin, Rodchenko, Lissitskij e Gontcharova, illustri personaggi che si muovevano sulla scia di ciò che stava accadendo in Francia con Cézanne, Matisse e Picasso, in Italia con la corrente avanguardista fu-
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turista, grazie soprattutto alle conferenze tenutesi a Mosca di Tommaso Marinetti, e soprattutto, ma non ultimo, con Kandinskij e il suo “Cavaliere Azzurro” che diede il via all’Astrattismo. Questi, furono una serie di spunti che concessero a Larinov, di poter pubblicare il manifesto del Raggismo, nel quale sintetizza la visione e le idee delle avanguardie, che si erano già consolidate in Francia, come ad esempio il cubismo. Inoltre questi, sono gli anni di Malevitch e delle sue composizioni geometriche (quadrati e rettangoli), di cui si ricorda il celeberrimo “Quadrato nero su fondo bianco”, che dopo qualche anno pubblicherà insieme a Majakovskij il manifesto del suprematismo, identificando così una pittura centrata sulla pura sensibilità estetica che si estranea dal naturalismo e dal simbolismo. Questa grande rivoluzione, fu accolta negli anni da moltissimi artisti, fino alla morte nel 1924 di Vladimir Lenin, un evento che causò l’inserimenA destra: Boris Grigoriev - Ritratto di Mejerhold - olio su tela, 1916
“
Sotto: Ilya Repin - 17 ottobre 1905 - olio su tela, 1910
La rivoluzione mi ha scosso con tutta la sua forza, impadronendosi della personalità di un singolo uomo, del suo essere, traboccando dai confini dell’immaginazione ed irrompendo del mondo sentimentale delle immagini, che diventano a loro volta parte della rivoluzione.
”
M.Chagall
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to dell’idea stalinista che a sua volta distrusse la nuova concezione dell’arte, negando ogni tipo di ricerca autonoma, riconducendo la nuova espressività figurativa in un puro strumento di propaganda politica. Molti degli artisti che avevano creduto nell’avanguardia, decisero di abbandonare la propria patria per raggiungere nazioni in cui la libertà di espressione era permessa senza nessun vincolo. La grande mostra, presenta una ricco programma collaterale ed è, soprattutto, l’occasione per accendere i riflettori su una città che si presenta come un grande laboratorio, in grado di lavorare sul tema comune dei cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre. La rivoluzione russa e le sue idee avanguardiste, echeggiano attraverso le opere dei grandi artisti e se si prova ad aggirarsi in silenzio nelle sale espositive, con l’orecchio aguzzo, si potranno udire le voci della gente che riempiva le piazze con il grido di Pane, Pace e Libertà. Mario Gambatesa
Natan Altman - Ritratto della poetessa Anna Akhmatova, olio su tela, 1915
REVOLUTIJA
da Chagall a Malevich da Repin a Kandinsky MAMbo, Bologna December 12, 2017 – May 13, 2018 On the centenary of the Russian Revolution, an exciting, unrepeatable exhibition curated by Evgenia Petrova, Deputy Director at the State Russian Museum, and Joseph Kiblitsky, relates those tumultuous days through the eyes of famous artists such as Kandinsky, Malevich, Chagall, Rodchenko, Serov, Altman, Repin and the stars of the avant-garde. The purpose is to restore the cultural ferment of the time between 1910 and 1920 when a unique moment in the history of art was experienced and art schools, artists’associations and avant-garde movements diametrically opposed to each other sprang up at a giddy pace. The exhibition displays over 70 paintings to present the extraordinary modernity of the cultural movements in Russian at that time: from Primitivism to Cubo-Futurism, up to Suprematism, simultaneously building a chronological parallel between figurative expressionism and pure abstract art. The exhibition experience is also enhanced by period photographs, historic videos and theatrical costumes designed by Malevich for the show Victory over the Sun in which the idea of the iconic Black Square, also on display in the exhibition, was first aired. In the exhibition period an extensive programme of related events will take place throughout the city, with the primary participation of Bologna University and the city’s main cultural institutions. This important exhibition is an opportunity to shine a spotlight on the city as it appears for the first time as a workshop with the ability to work on a common theme from many points of view. The exhibition and the themes it implicitly proposes will be developed in several parts of the city by institutions, associations, shops and businesses as a way to activate and add value to their territory.
REVOLUTIJA
da Chagall a Malevich da Repin a Kandinsky 12 dicembre 2017 – 13 maggio 2018 MAMbo, Bologna INFO T. +39 051.7168808 Dal martedì al giovedì 10.00-19.00 Venerdì e sabato 10.00-20.00 Domenica 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mostrarevolutija.it
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Natalia Goncharova - Ciclista - olio su tela, 1913
Lotte di toni, equilibri perduti, principi che cadono, inattesi colpi di tamburo, grandi domande, aspirazioni apparentemente insensate, impulso, nostalgia e desiderio in apparenza lacerati, catene e vincoli distrutti che uniscono opposti e contraddizioni: questa è la nostra armonia.
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V.Kandinsky
Lorella Pubblici
lorellarte@gmail.com www.lorellarte.it
Misteri nascosti matita su cartoncino, anno 2010, 70x40 cm
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L’arte del XIX e XX secolo protagonista a Palazzo Martinengo 100 capolavori dal collezionismo privato bresciano
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alazzo Martinengo, storica residenza nel cuore di Brescia, ospita, dal 20 gennaio al 10 giugno 2018, l’esposizione “Picasso, De Chirico, Morandi. 100 capolavori del XIX e XX secolo dalle collezioni private bresciane”. L’evento
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è destinato a trasformare, con le opere provenienti dalle più prestigiose raccolte della città e della provincia, Palazzo Martinengo nella sede temporanea del collezionismo privato bresciano: la residenza diventa il luogo ideale in cui confluiscono capolavori ricercati, acquistati e amati da il-
lustri famiglie bresciane, il frutto di un’attenta ricerca d’arte silenziosa e riservata, nata e fiorita in città e nella sua provincia negli ultimi due secoli. Si tratta dell’irripetibile opportunità di entrare a contatto con il mondo segreto e inaccessibile di dimore private, scrigni di te-
biancoscuro
sori d’arte di inestimabile valore storico. La rassegna, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia e del Comune di Brescia, prosegue l’indagine sul collezionismo privato bresciano avviata nel 2014 con la mostra che proponeva una selezione di dipinti antichi rinascimentali e barocchi. Dopo “Il cibo nell’arte”, “Canaletto e Venezia”, “Hayez, Boldini e l’Ottocento”, quest’anno, seguendo un filo cronologico, è protagonista dell’evento espositivo l’arte fiorita tra il XIX e il XX secolo, a partire dai lavori dei maestri del neoclassicismo (Appiani, Basiletti, Gigola e Vantini) fino ad arrivare, attraversando correnti e movimenti artistici come romanticismo, futurismo, metafisica e “ritorno all’ordine”, alle opere informali di Burri, Manzoni, Vedova e Fontana A sinistra:
Sopra:
Giorgio De Chirico - Piazza d’Italia
Fortunato Depero - Ritratto dell’aviatore Azari
olio su tela, 50x60 cm. Collezione privata
1922, olio su tela, 136x93 cm.
Sotto: Gino Severini - Natura morta con maternità 1928, olio su tela, 61x100 cm.
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Giacomo Balla - Ponte della velocità, 1915, olio magro su carta, 68x96 cm.
degli anni cinquanta e sessanta del ‘900. In tale contesto narrativo, ai lavori dei più illustri pittori bresciani - Basiletti, Inganni, Filippini, Bertolotti, Soldini - seguono quelli dei grandi maestri italiani dell’Ottocento - Boldini, De Nittis, Fattori, Zandomeneghi
-; il salto verso la modernità viene sancito dalle sperimentazioni d’avanguardia dei futuristi Balla, Boccioni e Depero che esaltavano il mito del progresso, del dinamismo e della velocità, a cui fanno da contraltare le tele metafisiche di De Chirico, Savinio e Severini. Dal “ritorno all’or-
dine” che caratterizza gli anni venti e trenta del Novecento, con i maestri Sironi, Morandi, Funi e Carrà, si approda, infine, alla nuova Arte Informale, nata come reazione alla sofferenza e al disagio interiore vissuto dagli artisti di fronte all’immane devastazione della Seconda Guerra Mondiale. Proprio in questo ambito narrativo, nella ricerca estenuante di una nuova via espressiva rispetto a qualsiasi forma, figurativa o astratta, le opere diventano il frutto di un evento artistico che, svuotato da qualsiasi valore formale, si esaurisce nell’atto stesso della creazione. La rivoluzione estetica compiuta da questi maestri è così dirompente da influenzare buona parte della produzione artistica dei decenni successivi e continua, ancora oggi, ad esse-
A sinistra: Lucio Fontana - Concetto spaziale - Attese 1964, olio su tela, 70x90 cm.
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PICASSO, DE CHIRICO, MORANDI 100 capolavori del XIX e XX secolo dalle collezioni private bresciane 20 gennaio – 10 giugno 2018 Palazzo Martinengo, Brescia INFO T. +39 380 465 05 33 gruppi@amicimartinengo.it Da mercoledì a venerdì 9.00-17.30 Sabato, domenica e festivi 10.00-20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
amicimartinengo.it
Pablo Picasso - Natura morta con testa di toro 1942, olio su tela, 72x98 cm.
re fonte di ispirazione per l’arte contemporanea. Non vi è dubbio, tuttavia, che la più clamorosa scoperta che la mostra riserva al pubblico e alla critica è un inedito capolavoro di Pablo Picasso, “Natura morta con testa di toro”, eseguito il 9 maggio 1942, che viene presentato in anteprima mondiale nella penultima sala della mostra. Si tratta di un ritrovamento di straordinaria rilevanza storico-critica, avallato negli scorsi mesi dalla Fondazione Picasso di Parigi, diretta da Claude Ruiz Picasso, figlio del grande artista spagnolo. L’opera viene realizzata in un momento tragico dell’esistenza di Picasso (a causa della guerra e di lutti personali) e, insieme ad altre opere analoghe, va intesa come l’introduzione di un preciso motivo iconografico, da
leggersi come un memento mori. In questo contesto, tuttavia, il contesto tematico è complicato da elementi vitalistici e da motivazioni puramente pittoriche di analisi formale: ne derivano potenza espressiva e qualità artistica di altissimo livello. Si tratta,
a tutti gli effetti, di un autentico capolavoro ritrovato, per decenni gelosamente custodito nella collezione e che ora, per la prima volta in assoluto, in questo mirabile contesto, diviene eccezionalmente visibile. Lucia Garnero
A destra: Giorgio Morandi - Natura morta 1952, olio su tela, 40x55 cm.
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Tina Tina Lupo Lupo
“Porta Cid” “Porta Cid” –- 1996 1996
(Particolare nº 77 dell’opera Cronos) (Particolare n° dell’opera Cosmos Cosmos Cronos)
www.kultrunmuseum.it www.kultrunmuseum.it
Tina Lupo Lupo Tina
“Sentinella dell’alba” “Sentinella dell’alba”–-1997 1997 (Particolare nº 66 dell’opera Cronos) (Particolare n° dell’opera Cosmos Cosmos Cronos)
www.kultrunmuseum.it www.kultrunmuseum.it
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Autoritratto o ritratto? L’importanza della ricostruzione storica nell’Arte
Q
uesta storia ha inizio nell’estate del 2016, quando la Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris decide di acquistare un dipinto, “Autoritratto di Massimo d’Azeglio”, per la collezione della GAM di Torino. Le domande nascono spontanee: si tratta di un autoritratto o piuttosto di un ritratto? E se è così, chi ne è l’autore? Per chi fu eseguito? Ecco che parte l’indagine per ricostruire la storia di questo dipinto, grazie alla quale si sono trovate le giuste risposte, ricerca che possiamo conoscere e ripercorrere grazie alla mostra “Un mistero svelato. Il ritratto di Massimo d’Azeglio”, curata da Virginia Bertone, conservatore capo della GAM (responsabile della campagna di studio condotta sul fondo d’Azeglio conservato nelle collezioni della GAM) con la collaborazione di Alessandro Botta, dottorando in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Udine. Come già anticipato, il protagonista di questo
lavoro è il dipinto sinora noto come “Autoritratto di Massimo d’Azeglio”. Il percorso della mostra invita il visitatore a ripercorrere le fasi cruciali della ricerca, presentando venti capolavori della cultura figurativa romantica, insieme a fotografie d’epoca, manoscritti e documenti originali, che portano a svelare il mistero del dipinto. Scorrendo la vita di d’Azeglio, scopriamo la sua inclinazione innata verso l’arte e la pittura, al punto da cercare di farne una carriera. Tra le varie vicessitudini, lo troviamo a Milano nel 1831, sposo di Giulia Manzoni (chiaramente interessato ai benefici che potevano derivare da questa unione), e ben integrato col mondo artistico, quello stesso anno infatti si presentò con successo all’esposizione di Belle Arti di Brera, ponendo le basi per consolidare la sua affermazione artistica. A quel felice periodo corrisponde la selezione delle opere in mostra, che si concentra su dipinti realizzati entro gli anni 18311836, periodo che vide una singolare collaboraA sinistra: Giuseppe Molteni (Affori, MI 1800 – Milano, 1867) Quadro di famiglia Belgiojoso, 1831, olio su tela, 250x180 cm. Merate, Collezione privata
Giuseppe Molteni (Affori, MI, 1800 – Milano, 1867) - Massimo d’Azeglio (Torino, 1798 – 1866) Ritratto di Alessandro Manzoni, 1835, olio su tela, 103x80,5 cm. Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
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biancoscuro
Giuseppe Molteni (Affori, MI 1800 – Milano, 1867) - Ritratto di Massimo d’Azeglio (Ritratto d’uomo) 1835, olio su tela, 50,5x43,5 cm Acquisto Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris, 2016 - Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
zione tra d’Azeglio e Giuseppe Molteni, uno dei maggiori ritrattisti della Milano romantica, che fu legato da un rapporto di stretta amicizia con d’Azeglio, oltre che sul piano artistico e commerciale. Lo testimonia un acquerello di Gonin, che raffigura d’Azeglio intento a dipingere nell’atelier di Molteni:
sul cavalletto si riconosce la grande tela “Bradamante che combatte col mago Atlante per liberar Ruggero dal castello incantato”, che avrebbe presentato a Brera. Tra le tele poste sullo sfondo è riconoscibile il grande “Ritratto di Alessandro Manzoni”, realizzato a quattro mani da Molteni e d’Azeglio. Questa tela,
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VILLANI
Le due geisha olio su tela anno 2017 60x70 cm.
raramente concessa in prestito per la sua fragilità, si affianca in mostra ad un altro capolavoro, per la prima volta esposto a Torino: si tratta del monumentale “Ritratto della famiglia Belgiojoso”, realizzato da Molteni ed esposto a Brera in quello stesso 1831, tradizionale ritratto di famiglia molto importante nella scena culturale artistica, che meriterebbe una sezione a sè. Alla fine di questa indagine, si scoprirà che l’opera protagonista della mostra è un ritratto, dipinto da Giuseppe Molteni. Il ritratto restituisce tutto il fascino di d’Azeglio, che aveva ormai assunto a Milano un indiscutibile ruolo di primo piano. Si esaltano appositamente le doti intellettuali dell’uomo, e non quelle dell’artista con la tavolozza, un lavoro senza precedenti in Italia, ma perfettamente calzante con la figura di Massimo d’Azeglio. “Un mistero svelato” pone le basi per iniziare a far comprendere al grande pubblico l’importanza della ricerca anche in campo artistico, magari sfruttando quella buona dote che è la curiosità. Daniela Malabaila
Alcune viste del percorso espositivo della mostra
PAT R I Z I A
Sotto: Giuseppe Molteni (Affori, MI 1800–Milano, 1867) Ritratto del professor Angelo Boucheron 1833, olio su tela, 50x42 cm. GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
UN MISTERO SVELATO
Il ritratto di Massimo d’Azeglio 29 novembre 2017 – 25 febbraio 2018 GAM, Torino
I pensieri della mente olio su tela anno 2017 50x40 cm.
INFO T. +39 011.4429518 gam@fondazionetorinomusei.it Da martedì a domenica 10.00-18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamtorino.it
INFO pat.villani@libero.it
biancoscuro ART exhibition Contemporary selected Artists
BIANCOSCURO, seleziona artisti emergenti o artisti indipendenti per PaviArt 2018, dove sarà presente dall’11 al 13 maggio 2018 con il suo spazio espositivo di oltre 120m2. Per maggiori informazioni o ricevere il bando di partecipazione contattaci subito, invia 5 foto di tue opere recenti a: expo@biancoscuro.com scrivendo nell’oggetto PaviArt 2018.
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A Vicenza, “tra il grano e il cielo” Il “Progetto Van Gogh” nella Basilica Palladiana
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sattamente a cinque anni dalla riapertura della Basilica Palladiana, Van Gogh ne è protagonista assoluto
in occasione dell’evento espositivo a lui dedicato fino all’8 aprile 2018, promosso da Comune di Vicenza e Linea d’ombra e prodotto da Linea d’ombra.
Intorno a questa straordinaria mostra, il curatore Marco Goldin non si è limitato a “mostrare” mirabilmente quanto oggetto di osservazione, contemplazione e analisi, ma ha ideato un più articolato “Progetto Van Gogh”, di cui l’esposizione è il fulcro, ma che comprende anche altre, diverse e originali “forme”: la nuova edizione critica delle “Lettere” del Maestro, un film originale, uno spettacolo destinato a girare i teatri italiani e una mostra di Matteo Massagrande. Con 129 opere complessivamente, tra dipinti e disegni, la mostra narra l’intero percorso artistico di Vincent van Gogh, dai disegni di esordio al tempo del Borinage in Belgio, durante il periodo in cui svolge l’attività di predicatore laico, fino ai quadri con i campi di grano realizzati a Auvers-sur-Oise nel 1890, poco prima del suicidio. Accanto alle opere di Van Gogh, sono esposte, per stabilire raffronti e arricchire l’excursus narrativo, alcune opere di Jean-François Millet e dei pittori della Scuola dell’Aia. La mostra si svolge grazie al fondamentale contributo del Kröller-Müller Museum di Otterlo, uno dei due santuari dell’opera vangoghiana nel mondo, museo Vincent van Gogh Il giardino dell’istituto a Saint-Rémy 1889, olio su tela, 91,5x72 cm. Otterlo, Kröller-Müller Museum, The Netherlands
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lo spettatore, durante lo snodarsi della mostra, possa concretamente immergersi nei trascorsi della vita del Maestro; eccezionale, poi, la realizzazione di un film originale sulla vita e l’opera di Van Gogh: “Van Gogh. Storia di una vita – questo il titolo del film - ha la durata di un’ora e viene proiettato in una vera e propria sala cinema, studiata in ogni dettaglio tecnico e funzionale, all’interno della Basilica Palladiana, come ultima, grande stanza del percorso espositivo”. In ultimo, dopo essere passati dall’arte alle lettere, dal cinema al teatro, si ritorna all’arte con la mostra di Matteo Massagrande: venticinque studi e sette quadri permettono di arrivare dentro l’intimità e le visioni di un artista straziato e sensibile come pochi altri. Intimità e visioni che, Vincent van Gogh - Ulivi olio su tela, , novembre 1889, 51x65,2 cm. Vincent van Gogh - Il seminatore (da Millet)
Edimburgo, Scottish National Gallery,
olio su tela, gennaio 1890, 64x55 cm. Otterlo, Kröller-Müller Museum, The Netherlands
acquistato nel 1934 © Antonia Reeve
olandese di eccezionale qualità, che ha fatto arrivare a Vicenza oltre cento opere di Van Gogh. Alcune istituzioni e collezioni private hanno aggiunto, poi, altri capolavori a completare tutto il mirabile panorama espositivo. Questo per quanto riguarda la mostra; ma il “Progetto Van Gogh” offre altre opportunità ancora: a partire dalla pubblicazione, a cura di Marco Goldin e Silvia Zancanella, per le edizioni di Linea d’ombra, delle “Lettere”, una monografia di supporto all’evento, in quanto le lettere scelte parlano delle opere qui esposte; assolutamente degno di nota è l’allestimento della grande rassegna, che è stato pensato come un “viaggio”, in modo che
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VAN GOGH
Tra il grano e il cielo 7 ottobre 2017 – 8 aprile 2018 Basilica Palladiana, Vicenza INFO T. +39 0422 429999 biglietto@lineadombra.it Da lunedì a giovedì 9.00-18.00 Da venerdì a domenica 9.00-20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.lineadombra.it
Sotto: Matteo Massagrande “Lui seduto sotto un albero, accanto a un campo di grano” tecnica mista su tavola, 2017, 80x80 cm.
Vincent van Gogh - Vecchio che soffre matita, pastello litografico nero, lavatura, acquerello bianco opaco su carta per acquerello anno 1882, 445x471 cm. Otterlo, Kröller-Müller Museum, The Netherlands
fatte proprie emotivamente dal curatore-poeta, Marco Goldin, vengono trasmutate da un pittore di rara sensibilità: Massagrande accetta di fare pittura sul “Canto dolente d’amore (l’ultimo giorno di Van Gogh)” - monologo scritto da Golding per l’attore che impersonerà Van Gogh nello spettacolo teatrale sulla sua storia che vedrà la luce a fine 2018 -, per “Farne un canto. D’amore e di nostalgia”. Si suggella, in tal modo, il percorso espositivo della grande mostra su Van Gogh in Basilica Palladiana a Vicenza, nell’ambito della quale, proprio la mostra di Matteo Massagrande diventa “un progetto a quattro mani che unisce la parola all’immagine, dove i confini tra passato e presente, tra arte, emozione e catarsi, si fanno tanto deboli da fondersi”. Lucia Garnero
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8a edizione
3.4 e 9.10.11 marzo 2018 Arte Moderna e Contemporanea
In concomitanza con:
ORARIO DI APERTURA FIERA: dalle ore 10 alle ore 19 Fiere di Parma Viale delle Esposizioni, 393A INGRESSO OVEST
Segreteria organizzativa: Nord Est Fair +39.049.8800305
www.artparmafair.it
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Picasso vs Picasso Capolavori del genio spagnolo in mostra a Genova
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al 10 novembre scorso, le sale del prestigioso Palazzo Ducale di Genova, accolgono con grande entusiasmo, la mostra “Picasso, capolavori dal museo Picasso di Parigi”. Il principale centro di produzione culturale genovese vuole approfondire, attraverso l’esposizione di cinquanta opere e di una fruttuosa documentazione fotografica, l’operato pittorico dell’artista spagnolo durante il suo periodo a Parigi. Considerato uno dei protagonisti assoluti della pittura del XX secolo, Pablo Picasso nacque a Malaga, in Spagna nel 1881, il suo secondo cognome che noi tutti conosciamo, ha origini italiane, proprio della regione ligure, da cui proveniva il suo bisnonno Tommaso Picasso. Fin da piccolo, ebbe una spiccata propensione verso il disegno e la pittura che, nel tempo, venne valorizzata grazie agli insegnamenti del padre. Nel 1904 si trasferì a Parigi, precisamente a Montmartre, dove creò il celeberrimo periodo blu e rosa fino a definire i principi del cubismo, riuscendo a scomporre il mondo circostante in piani e forme geometriche, sintetizzando in una sola composizione diversi punti di vista, diventando così, il promotore assoluto di una pittura innovativa volta a sradicare le tradizionali concezioni artistiche. Negli anni successivi alla Grande Guerra, l’atmosfera cosmopolita che si respirava nella capitale francese, era in tumulto, la musica jazz, i teatri, i caffè e le gallerie riunivano le più grandi personalità artistiche provenienti da tutto il mondo. Si trattò di un vero e proprio richiamo alla creatività in cui Pablo Picasso fu uno dei massimi protagonisti, un periodo questo in cui l’artista,
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Pablo Picasso Paul dessinant [Paolo che disegna] 1923, olio su tela, 130x97 cm. Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017
fu ispirato dai luoghi magici e affascinanti della Parigi dei primi del Novecento. La mostra, divisa in dieci sezioni, vuole ripercorrere lo slancio sperimentale dell’artista, che, con grande maestria e voracità tecnica, arriva a noi attraverso le testimonianze delle opere più importanti come le “Demoiselles d’Avignon” di cui sono esposti gli studi preparatori svolti all’interno dell’atelier di Bateau-Lavoir, oppure opere come “Autoritratto” del 1906, “Portrait de Dora Maar” del 1937 e molte altre, arrivando infine alle ultime
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Pablo Picasso Les Amoureux [Gli amanti] 1919, olio su tela, 185x140 cm. Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017
del 1970. L’intero evento, curato da Coline Zellal, Conservatrice del patrimonio del Museo Picasso di Parigi, promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria è organizzato da Mondomostre Skira. La mostra, aperta al pubblico fino al 6 maggio prossimo, sarà per lo spettatore l’occasione di osservare da vicino un genio in azione ed in continua competizione con se stesso, d’altronde chi può sfidare Picasso se non Picasso? Mario Gambatesa
PICASSO
Capolavori dal Museo Picasso di Parigi 10 novembre 2017– 06 maggio 2018 Palazzo Ducale, Genova INFO T. +39 010 9280010 Lunedì 11.30-19.30 Da martedì a domenica 09.30-19.30 Venerdì 09.30-22.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mostrapicassogenova.it
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Cracking Art
Un quarto di secolo
di Vincenzo Chetta
La storia della Cracking Art, movimento che ha modificato le regole dell’arte con riferimenti alla contemporaneità, non solo artistica, ma anche storica e culturale. In copertina: Chiocciola, suricato, rondine, rana, lupo, coccodrillo, pinguino, coniglio, orso, testuggine e delfino; multipli in plastica a tiratura limitata. Sopra: Chiocciole, installazione a Cleveland, Ohio (Stati Uniti)
I
l movimento “Cracking Art” viene fondato da un gruppo di artisti un quarto di secolo fa... Nonostante l’alternarsi di qualche componente all’interno del gruppo, il movimento prosegue sempre il suo percorso, distinguendosi e facendosi conoscere in Italia ed in altri Paesi con grandi installazioni, anche in Musei e luoghi d’arte, oltre che nelle maggiori rassegne artistiche, composte dalle loro opere: riproduzioni di animali in plastica riciclabile. La dimensione corale del gruppo non limita l’espressione individuale delle singole voci: gli artisti lavorano anche in modo indipendente interpretando, ciascuno secondo le proprie esigenze, le problematiche e le tensioni del nostro tempo. Sono pochi quelli che non conoscono gli animali in plastica riciclabile della Cracking Art, ma non tutti sanno come è nata. Su questo numero diamo spazio al racconto “CRACKING ART FOREVER”, che fa luce sugli aspetti che molti appassionati d’arte e collezionisti ignorano. Un quarto di secolo fa… Nata nel 1993, per la necessità di far senA sinistra: Chiocciole presso la stazione centrale di Napoli
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tire la propria voce all’interno di un panorama artistico e sociale che iniziava a stare stretto, la Cracking Art si è fatta strada in questi 25 anni con un costante impegno che le ha permesso di portare le installazioni (più di 400) in giro per il mondo. Con le installazioni, hanno portato i messaggi e le riflessioni che sono alla base della loro filosofia: la necessità di modificare il rapporto dell’arte col pubblico, attualizzandolo con l’uso della Plastica e con una modalità invasiva per metterli in diretto contatto con lo spettatore, l’attenzione verso l’ambiente e la necessità di conservare l’arte come salvaguardia della memoria della cultura del genere umano. Come un magma che si agita per prendere lo slancio ed eruttare, la Cracking Art si OPERE Parole chiave Chiocciola: rigenerazione, casa, comunicazione istantanea Suricato: collaborazione, osservazione, adattamento Rondine: convivenza uomo\natura, viaggio, rinascita Rana: movimento, metamorfosi, tramite Lupo: gruppo, individuo, difesa Coccodrillo: storia, timore, attrazione Coniglio: riproduzione, fiaba, metafisica Pinguino: comunità, empatia, resistenza Orso: selvaticità, gioco, protezione Testuggine: longevità, saggezza, mare
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è plasmata nel corso dei primi anni amalgamandoli in un unico intento e, messo in un secondo piano il loro lavoro individuale, hanno partorito quella modalità di lavoro di gruppo che li caratterizza ed rende unica la Cracking Art. L’oggetto artistico è frutto di un tenace scambio d’idee, che a volte dura mesi, a volte si arena, a volte, come nel caso della Chiocciola, trova tutti magicamente d’accordo. Definito il soggetto si passa a realizzarne il prototipo, fase che reclama anch’essa la sua parte di discussioni stilistiche da parte di tutti i componenti del gruppo.
La Plastica è il materiale che hanno scelto per esprimersi, perchè gli artisti sono e devono essere figli del proprio tempo. Questa è l’Età della Plastica: non potevano ignorare questo elemento che li affascina artisticamente per la sua duttilità, malleabilità e cromaticità, che ha segnato il passaggio dal naturale all’artificiale e che ha permesso l’evoluzione iperbolica della tecnologia che stiamo utilizzando. La Plastica è bella. 25 anni fa… Sì Sì la Plastica è bella e utile. L’hanno sempre sostenuto dall’inizio, perché da subito hanno iniziato a sottolinea-
Sopra: Lupi, installazione a Cleveland, Ohio (Stati Uniti)
Sotto: Orsi e suricati, installazione a Xintiandi, Shanghai (Cina)
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...il loro nome deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di “cracking catalitico” è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica...
Sotto: Chiocciole sulle guglie del Duomo di Milano. Lupi in notturna sui Bastioni di Porta Venezia a Milano, Chiocciole in piazza della Scala a Milano
re l’ipocrita ambivalenza dell’uomo che la usa e la usa male. Con le loro invasioni in spazi pubblici e nelle strade hanno cercato (e cercano) di far apprezzare, da chi viene in contatto col loro lavoro, la potenzialità artistica di questo materiale, e di farne crescere l’attenzione critica al suo uso ed al suo recupero. Mentre iniziavano a scendere in piazza, parallelamente negli oceani iniziavano a crescere le Garbage Island, enormi isole di rifiuti di plastica: il lato oscuro e galleggiante dell’ignoranza umana. 300 mesi fa… Fatica. Il lavoro di Gruppo dà grandi soddisfazioni, ma costa, ed è costato, tanta
energia e fatica. Far girare il volano che ha permesso di avere le credenziali per poter sostenere eventi di grandezze plateali li ha quasi sfibrati e, a volte, li ha messi in crisi. Ma dall’andare a bussare e chiedere, ora hanno chi bussa alla loro porta, li cerca e li vuole, perchè hanno dimostrato che nel loro lavoro c’è un punto di svolta artistico, una potenzialità che ha radici salde ed un futuro progettuale da percorrere. Non è solo l’uso della Plastica che li caratterizza, ma è anche la loro modalità produttiva che volutamente mette in gioco il processo industriale. Questo perché vogliono modificare la percezione e le regole del fare Arte: le loro sculture sono parto-
INSTALLAZIONI RECENTI 2017 28 Ottobre – 5 Novembre | “SEGNI New Generation Festival” Mantova (Italia) 27 Settembre – 5 Novembre | “Il Giardino Incantato” installazione presso le Gallerie d’Italia di Milano (Italia) 15 Luglio – 15 Settembre | “Cracking Cinema Cavo” installazione presso Cavo, Isola d’Elba (LI) per promuovere la raccolta fondi a favore della riapertura del cinema all’aperto della città ”installazione presso il Torino Outlet Village, Settimo Torinese (Italia) 18 Maggio – 15 Agosto | “Regeneration Southampton” installazione presso Westquay Esplanade, Southampton (Inghilterra) 05 – 07 Maggio | “Regeneration Rione Sanità” installazione in Piazza Sanità in occasione del Festival Sky Arte, Napoli (Italia) 04 Marzo – 14 Maggio | “Cracking Art Limitless” installazione presso il distretto di Hongqiao, Shanghai (Cina)
2016 25 Novembre – 25 Gennaio 2017 | “Cracking Art Limitless @ Chongqing” installazione presso il distretto di Chongqing (Cina) 22 Settembre – 26 Ottobre | “Cracking Art Limitless @ Terra Madre Salone del Gusto” installazione urbana nel centro di Torino in collaborazione con Slow Food (Italia) 17 Settembre – 31 Ottobre | “Cracking Art Limitless @Wuhan” installazione presso il distretto di Horizon, Wuhan (Cina) 10 Settembre – 2 Ottobre | “Cave Canem” installazione presso Cava Burgazzi di Virle Treponti, Brescia (Italia) 7 Luglio – 31 Agosto | “Cracking Art Limitless @Xintiandi” installazione presso il quartiere Xintiandi, Shanghai (Cina) 2 Luglio – 9 Settembre | “Calais REgénération” installazione presso la città di Calais (Francia) 22 Giugno – 30 Agosto | “Rigeneramento Reggia” installazione presso la Reggia di Caserta, Caserta (Italia) Dal 13 Giugno | “Regeneration Cleveland” installazione presso la città di Cleveland, Ohio (Usa) 31 Marzo – 31 Maggio | “Cracking Seasons” installazione presso Four Seasons Hotel Milano, Milano (Italia)
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A destra: Chiocciole, rane, suricati, lupi, rondini, pesci angelo e stelle marine. Oltre 7.000 sculture in plastica di grandi dimensioni, raffiguranti sette specie di animali, in mostra all’Oriocenter di Bergamo
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Il centro commerciale, una galleria d’arte? nulla di strano, anche i mercati medievali erano decorati. Philippe Daverio 41
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courtesy Marco Covi per Mondadori Portfolio
courtesy Marco Covi per Mondadori Portfolio Sopra: chiocciole e suricati presso la sede del gruppo Mondadori a Segrate (Milano). Sotto: chiocciole presso il ponte di ingresso di Palazzolo sull’Oglio (Brescia).
L’ARTE RIGENERA L’ARTE Il progetto “L’Arte Rigenera l’Arte” si fonda sulla convinzione che l’Arte contemporanea di Cracking Art debba anche essere veicolo promotore di interventi concreti a sostegno del patrimonio artistico e culturale nonché alla diffusione del sapere. Le installazioni di Cracking Art vengono affiancate dalla donazione di minisculture, attraverso le quali si promuovono raccolte fondi da devolvere interamente a favore del restauro di monumenti e opere d’arte o a sostegno di progetti sociali e culturali meritevoli. Attivo dal 2012, il progetto ha permesso di raccogliere più di 150.000€. Tra i progetti finanziati ricordiamo: il restauro della Guglia Maggiore del Duomo di Milano, il restauro del Portico di San Luca a Bologna, il rifacimento del tetto del teatro di Palazzolo sull’Oglio (BS), la borsa di studio per l’archiviazione bibliotecaria di Casa Manzoni, progetto di ripristino del cinema all’aperto di Cavo (Isola d’Elba).
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rite da stampi industriali che solitamente servono per produrre vari generi d’uso, come le automobili. … Forse è per questa ragione che i loro animali viaggiano molto. 950.520.000 giorni fa… Come Jake ed Elwood dei Blues Brothers, anche la Cracking ha la sua missione, non divina, ma “umana e culturale”. Una missione che si è sostenuta autonomamente percorrendo una strada alternativa al mercato dell’Arte ormai “alle cozze”. Al primo posto ci deve essere una qualità, un intento valido alla base del lavoro artistico su cui investire, e non diversamente, questo l’hanno capito anche i suoi sponsor, suoi mecenati. 22.812.480.000 ore fa… Oltre alla sopravvivenza della vita e del pianeta stanno a cuore la sopravvivenza della cultura nelle sue manifestazioni. Hanno spostato la dicotomia naturale/ artificiale su contemporaneo/antico. Realizzano installazioni appositamente per un progetto, chiamato “L’Arte che Rigenera l’Arte”: mettono a disposizione delle loro piccole sculture o gadget per una raccolta fondi per il restauro di opere d’arte, statue, dipinti, strutture architettoniche, biblioteche e vecchi cinema d’essai perché ritengono essere un dovere di un artista contemporaneo contribuire al mantenimento dell’arte e della sua memoria, perché la cultura costituisce l’anima dell’uomo e della società. 1.368.748.800.000 minuti fa… È così lontano il 1993 che i capelli bianchi sono apparsi sulle loro teste. Ma progetti come Regeneration, che ha girato tutto il mondo con la Chiocciola divenuta una superstar (e molto probabilmente l’immagine iconica che più li rappresenta), o Cave Canem, con il Lupo che è diventato un guardiano della Cultura, li hanno ricompensati di tutte le difficoltà che ovviamente all’interno di un gruppo si vengono a formare. Senz’altro un Guinness dei primati come gruppo artistico non musicale potrebbero vincerlo!
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2018 Ora stanno preparando una presentazione speciale per il nuovo animale che vedrà la luce in questo 2018: il suo posto sull’Arca della Cracking è già pronto. s l
CRACKING ART
Gruppo Artistico Internazionale fondato nel 1993 da sei artisti che si sono prefissi l’intento di cambiare le regole del fare l’Arte. Materia elettiva per il loro lavoro è la Plastica e la loro modalità espressiva passa attraverso l’invasione degli spazi, strade, piazze, musei, centri commerciali con centinaia di sculture in plastica raffiguranti animali. Il loro nome deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte.
Rondini in piazza del campo a Siena.
INFO info@crackingart.com www.crackingart.com
Pinguini presso il Museo Kampa, Praga (Repubblica Ceca)
Rondine a Xintiandi, Shanghai (Cina)
Chiocciole a Place des Jacobins – Le Mans, (France)
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Graziela Gilioli Vincitrice del BAC ‘17 nella sezione “fotografia”
In IV copertina: “The ballon” fotografia, anno 2017 Sopra: Food Market Marocco fotografia In basso a destra: Hat Peru fotografia
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“La mia fotografia è di inclinazione umanista, legata alla contemplazione delle grandezze e delle piccolezze del nostro mondo. La mia comprensione del mondo si è plasmata attraverso i luoghi che ho
“My photography is of humanistic inclination, linked to the contemplation of the grandeur and the smallness of our world. My understanding of our world has been shaped through the places I have pho-
la fotografa brasiliana Graziela Gilioli la vincitrice, nella sezione fotografia, del prestigioso premio copertina al BAC’17 - Biancoscuro Art Contest, assegnato dalla giuria biancoscuro nell’estate 2017 con conferimento al Monte-Carlo Bay nel Principato di Monaco Il lavoro di Graziela Gilioli ci porta a riflettere sul modo in cui conduciamo le nostre scelte per vivere una vita piena e in profondità, indipendentemente dalle nostre origini. Nelle sue fotografie, sia ritratti che paesaggi, è l’individuo il soggetto principale e le sue immagini rivelano grande intensità e delicatezza. Graziela Gilioli fotografa temi profondamente umani spingendoci sempre a riflettere su noi stessi. Lei viaggia per il mondo per conoscere gli altri modi di vivere nel nostro pianeta. Nel 2015 ha partecipato alla spedizione in Marocco con National Geographic nel deserto del Merzouga. Le sue opere sono state presentate alla Montreux Art Gallery 2017, alla Mostra Contemporanea Arte Padova, 2016 e l’opera “Tempo dimenticato” è stata premiata alla 10ª Biennale d’Arte Internazionale di Roma 2014. In 2016 ha realizato una mostra individuale con il titolo “Uno sguardo che trascende” l presso la Max Mara Brasile, San Paolo. s
t’s the brazilian photographer Graziela Gilioli, the winner, first place in the sculpture photography, of the prestigious BAC’17 - Biancoscuro Art Contest, awarded by the jury in the summer 2017 with ceremony at Monte-Carlo Bay in the Principality of Monaco. The work of Graziela Gilioli leads us to reflect on the way we conduct our choices to live a full and deep life, regardless of our origins. Graziela is carrying out an attentive work that makes us reflect on our convictions and our choices. Her photographs, both portraits and landscapes, the individual is the main subject and her images reveal great intensity and delicacy. Graziela Gilioli photographs human themes, always pushing us to reflect on ourselves. She travels the world to learn about the other ways of life on our planet. In 2015 she participated in the expedition to Morocco with National Geographic to Merzouga desert. Her works have been presented at the Montreux Art Gallery 2017, at Arte Padova, 2016 and the work “Time forgotten” was awarded at the 10th International Art Biennial of Rome 2014. In 2016 she presented an individual exhibition under the title “A look that transcends” at the Max Mara Bral zil, San Paolo. s
biancoscuro fotografato in Asia, in Europa, in Oceania e nelle Americhe. Proprio grazie alla conoscenza di modi così diversi di vivere penso che tutti noi siamo uguali nell’essenza: piangiamo per le stesse cose, vogliamo le stesse cose, viviamo e moriamo per gli stessi motivi, indipendentemente dal posto in cui siamo nati e da quando siamo nati. Il sentimento di salvaguardia della vita, il bisogno di accoglienza e il senso della bellezza sono tratti profondamente umani. Gran parte della vita può essere complessa ma c’è sempre la possibilità di un nuovo sguardo per tutto, uno sguardo più ampio su ogni cosa. Dopo molti anni di studi in diversi ambiti e numerosi viaggi nel mondo,credo di conoscere ancora poco. Mi piace la frase “Ancora imparo” di Michelangelo Buonarroti, quando aveva 87 anni.” Graziela Gilioli
tographed in Asia, in Europe, in Oceania and in the America. Thanks to the knowledge of such different ways of living I think we are all the same in essence: we cry for the same things, we want the same things, we live and die for the same reasons, regardless of where we are born. The feeling of preservation of life, the need for acceptance and the sense of beauty are profoundly human traits. Much of life can be complex but there is always the possibility of a new look for everything, a broader look at everything. After many years of studies in various fields and numerous trips around the world, I think I know very little. I like the words from Michelangelo Buonarroti when he was 87 years old “I am still learning”. Graziela Gilioli
INFO Graziela Gilioli
Instagram: @gilioli twitter: @grazielagilioli email: graziela.gilioli@me.com
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www.grazielagilioli.com
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Le trame di Giorgione La trama della sua vita, intrecciata a quella degli abiti dei personaggi dipinti nei capolavori dell’epoca
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uella visitabile sino al 4 marzo a Castelvetro Veneto è più di una mostra, è un progetto corale, con tantissimi spunti di ricerca e studio, sia nel campo delle arti visive che in quello della moda, dipinti ritrovati ed un percorso esteso, con una bellissima collaborazione con i giovani, i cosidetti Millennians, che si occupano della gestione dei servizi presenti, accogliendo e accompagnando i visitatori. La “Pala di Castelfranco”, capolavoro primo di Giorgione (opera di devozione certo, ma anche potente messaggio politico e allegorico), offre il naturale punto di partenza della mostra, al Museo Casa Giorgione. Il percorso continua poi in diversi punti della Città Murata (il Duomo, la Torre Civica, lo Studiolo di Vicolo dei Vetri, la Casa Costanzo, la Casa Barbarella), destinati ad accogliere l’attualità della grande tradizione di tessoria della Serenissima di 5 secoli fa.
La mostra “Le trame di Giorgione”, promossa dal Comune di Castelfranco Veneto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la collaborazione dell’Associazione Veneto Museo Sistema, è curata da Danila Dal Pos, la studiosa cui si deve l’allestimento del Museo Giorgionesco. Durante la visita il visitatore viene coinvolto con il “Ritratto di giovane”, piccolo dipinto dalla paternità dubbia (Giorgione? Tiziano?), con un capolavoro di Tiziano, “Ritratto di messer Zuan Paulo da Ponte”, rientrato in Italia dagli Stati Uniti grazie all’antiquario Pietro Scarpa, con diverse riletture delle opere, oltre che dalle trame, quelle degli abiti indossati dalle donne e dagli uomini ritratti dai grandi artisti cinquecenteschi di area veneta. Accanto ai ritratti, come in tutte le sezioni della mostra, preziosi esemplari di tessuti d’epoca. Un’affascinante viaggio nella Storia dell’Arte e della manifattura tessile del Veneto. Rebecca Maniti
Giorgione - Ritratto di giovane
LE TRAME DI GIORGIONE
Capolavori della storia dell’arte e del tessuto riuniti in Casa Giorgione 27 ottobre 2017 – 04 marzo 2018 Varie sedi, Castelfranco Veneto
INFO T. +39 0423 078186 Orari Museo Casa Giorgione
Martedì, mercoledì e giovedì 10.00-17.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00-18.00
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www.letramedigiorgione.it
Sopra: la mappa del percorso esteso della mostra, all’interno di Castelfranco Veneto A sinistra: Tiziano Ritratto di Zuan Paolo Da Ponte
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Georg Baselitz La retrospettiva alla Fondazione Beyeler
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er celebrare gli 80 anni di Georg Baselitz, figura centrale dell’arte contemporanea, la Fondazione Beyeler (con la collaborazione dell’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington D. C) gli dedica una retrospettiva che riunisce molte delle sue opere pittoriche e scultoree più importanti realizzate negli ultimi sessant’anni, inclusi lavori mai esposti al pubblico prima d’ora. Baselitz è tra i pochi artisti contemporanei le cui radici affondano nella storia della pittura europea e americana. Viene considerato l’inventore di un linguaggio figurativo che attinge a un ricco repertorio di elementi iconografici e stilistici, propone immagini proprie, ricordate o inventate, che si fondono con modelli storico-artistici a formare nuove composizioni. Nelle opere in mostra si rivela tutta la ricchezza di stili e contenuti
della sua produzione; si possono ammirare i lavori chiave risalenti al 1960 (la serie degli Eroi e delle Fratture), ma anche le figure capovolte che lo hanno reso celebre negli anni ‘70 e ‘80. Sensazionale è la presenza della primissima opera in legno scolpito e dipinto, proprio quella che alla Biennale di Venezia del 1980 suscitò uno scandalo culturale e politico. La retrospettiva raccoglie circa 80 quadri e 10 sculture dal 1959 al 2017 e include prestiti provenienti da rinomate istituzioni europee e americane, nonché da collezioni private. Visitabile sino al 29 maggio, si rivela al visitatore in tutta la l sua completezza e unicità. s
GEORG BASELITZ 21 gennaio – 29 maggio 2018 Fondazione Beyeler, Riehen/Basilea INFO info@fondationbeyeler.ch Tutti i giorni 10.00-18.00 Mercoledì 10.00 - 20.00
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www.fondationbeyeler.ch
A destra: Georg Baselitz - Porträt Elke I 1969, dispersionsfarbe auf Leinwand, 162x130 cm. Privatbesitz; © Georg Baselitz, 2018. Foto: Jochen Littkemann, Berlin In basso a destra: Georg Baselitz, Schlafzimmer 1975, Öl und Kohle auf Leinwand 250x200 cm. Privatbesitz; © Georg Baselitz, 2018. Foto: Jochen Littkemann, Berlin A sinistra: Georg Baselitz, Dresdner Frauen – Karla, 1990, eschenholz und tempera, 158x67,5x57 cm. Sammlung Froehlich, Stuttgart; © Georg Baselitz, 2018 Foto: Jochen Littkemann, Berlin Sotto: Georg Baselitz, Weg vom Fenster 1982, Öl auf Leinwand, 250x250 cm. Fondation Beyeler, Riehen/Basel, Sammlung Beyeler; © Georg Baselitz, 2018. Foto: Robert Bayer
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Illustri persuasioni tra le due Guerre Prorogata sino al 4 marzo la mostra della Collezione Salce
L
a Collezione Salce è finalmente esposta nel cuore storico della città che l’ha vista nascere, a poca distanza dalla casa dove Nando Salce (Treviso 1877-1962) ne raccolse i pezzi. Il Museo si articola su quattro piani, e contiene una vera e propria antologia della grafica pubblicitaria: più di 25mila opere, acquisite da Salce dal 1895 sino al 1962. Per scelta scientifica e per ragioni conservative, i materiali della Collezione Salce sono esposti a rotazione in rassegne temporane, e fino al 4 marzo è visitabile la mostra dal titolo “Illustri persuasioni fra le due Guerre”, secondo di tre eventi espositivi dedicati alle eccellenze, incentrato
su materiali realizzati negli anni Venti e Trenta del secolo scorso: il periodo, fertile e innovativo per la comunicazione pubblicitaria, intercorso tra i due conflitti mondiali. Nelle diverse sezioni della mostra, attraverso immagini molto famose e indelebili, ma spesso inedite, sono chiari i rimandi alla pittura, all’illustrazione, al teatro, alla moda, all’arredo di interni, alla fotografia e al cinema, ma ricordiamolo, i protagonisti di questa esposizione sono gli autori, finalmente consapevoli. Il percorso inizia con il dialogo tra grafica e pittura, la pubblicità è cubista o ripropone le atmosfere sospese della Metafisica e del Realismo magico, diventa decisa con
il Futurismo o si monumentalizza in stile Novecento. Ricordiamo ad esempio i manifesti di Fortunato Depero e Enrico Prampolini per il teatro. L’evoluzione è veloce anche nella grafica, che si lascia ispirare da arie neo-settecentesche, folcloristiche, esotiche. In mostra, ad esempio, opere di Erberto Carboni, capace di rielaborare matrici figurative diversissime fra loro: dal figurativo all’astratto, raffinate decorazioni o illustrazioni per l’infanzia, antiche grazie neo-rococò, ma anche attualissimi figurini di moda. Continuiamo con il genio di Leonetto Cappiello, che nei primi anni del 1900 ha segnato una svolta nella composizione della pubblicità illustrata con il ma-
Achille Luciano Mauzan Hydra crema per calzature 1922, carta/cromolitografia, 100.8x70.4 cm.
Fortunato Depero Teatro futurista 1924, carta/cromolitografia, 140x100 cm.
Giuseppe Riccobaldi Fiat 1928, cartone/ cromolitografia, 193x134 cm.
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gnorine Grandi Firme”, inventate per le copertine dell’omonima rivista nel 1937, e proprio lì si fisseranno le caratteristiche sensuali e maliziose delle protagoniste della pubblicità. La figura della donna nella comunicazione rimane ancora oggi, nel 2018, fondamentale ed indelebile. Daniela Malabaila
ILLUSTRI PERSUASIONI tra le due Guerre
14 ottobre 2017 – 04 marzo 2018 Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso INFO T. +39 0422 1847320 Da giovedì a domenica 10.00-18.00 Venerdì 10.00-21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.collezionesalce.beniculturali.it Erberto Carboni - Brillantine Opso Parma - 1923, cartoncino/ riproduzione fotomeccanica, 33.6x24 cm.
nifesto per Chocolat Klaus, e che anche negli anni a seguire continua a inventare creature destinate a popolare per anni l’immaginario collettivo. Uno su tutti: il toro su fondo giallo per Bouillon Kub, realizzato nel 1931. Le influenze della fotografia sono palesi nelle sperimentazioni di Alexander Rodchenko, autore del famoso manifesto per la propaganda del libro (la fotografia di una donna urlante, con scritte tipografiche che escono dalla sua bocca, a forma di megafono), diventa sempre più “comune” l’uso dei fotomontaggi, tanto che, all’inizio degli anni Trenta, le innovazioni tecniche trasformano
anche la grafica illustrata, anche nel nostro Paese, in corsa verso il graphic design. Facciamo un passo indietro per parlare di Dalmonte che, nel 1919, inventa il primo concorso pubblicitario italiano: in palio, diecimila lire, da suddividere fra i migliori tre autori di uno slogan per il dentifricio Kaliklor. Il vincitore sarà Boccasile con lo slogan “A dir le mie virtù basta un sorriso”, e lei, l’immagine della donna. Questo momento segnerà per sempre la pubblicità, la donna consapevole e moderna è utilizzata da allora in ogni tipo di comunicazione. Gino Boccasile diventerà poi famoso per le “siGino Boccasile - Dentifricio Kaliklor 1939, cartone/ riproduzione fotomeccanica, 33.4x30.9 cm.
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Vero AMORE La parte Pop della collezione della GAM di Torino
Lucio Del Pezzo (Napoli, 1933) - Ramac 1962 Oggetti metallici e smalti su tavola, 81 x 129 x 10 cm Dono di Eugenio Battisti, 1966 - Museo Sperimentale, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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ltimi giorni per visitare, alla GAM di Torino, il nuovo allestimento di opere della Pop Art italiana provenienti dalle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea della città, con l’arricchimento della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e dellala Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea. Attraverso circa sessanta opere, tra dipinti, sculture e video, l’esposizione intitolata “Vero
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Amore”, come l’omonima opera di Mario Schifano, riflette sulla vicenda storica della Pop Art in Italia. L’allestimento, curato da Riccardo Passoni, si basa sulla scelta di opere che la GAM ha realizzato per il progetto “Io Non Amo la Natura” della Fondazione CRC. Il percorso espositivo illustra le differenti declinazioni di stile degli artisti, tra cui Angeli, Ceroli, Festa, Fioroni, Lombardo, Mauri, Pascali, Scarpitta, e lo stesso Schifano. Inoltre, visitando questa mostra, possiamo ammirare le opere dei piemontesi
Pino Pascali (Bari, 1935 - Roma, 1968) - Omaggio a Billie Holiday (Labbra rosse) 1964, Tela dipinta a smalto su centine in legno 164 x 120 x 22 cm Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris da Vittorio Rubiu, Roma, 1985 GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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Antonio Carena, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo, Max Pellegrini e Michelangelo Pistoletto. “Vero Amore” è anche l’occasione per presentare per la prima volta al grande pubblico l’opera “Simboli del Concilio”, del 1965, di Ezio Gribaudo, che, su proposta del Direttore della GAM Carolyn Christov-Bakargiev, l’artista torinese ha gene-
rosamente donato al Museo nel 2017. Questo importante dipinto si inserisce perfettamente nel tema dell’esposizione, completata, soprattutto dal punto di vista scientifico, da opere prodotto di sintesi delle ricerche di Mimmo Rotella ed Enrico Baj. Solo Pop italiano, per capire le differenze e le uguaglianze con i colleghi internazionali. Flavio Ennante
Sopra: Mario Ceroli - La Grande Cina 1968 (Parte di scenografia del “Riccardo III” di Shakespeare), legno, 394x250x205 cm.
Sotto: Ezio Gribaudo (Torino, 1929) Simboli del Concilio 1965, tecnica mista Dono dell’artista, 2017 - GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
VERO AMORE
Pop Art italiana dalle collezioni della GAM 31 ottobre 2017 – 25 febbraio 2018 GAM, Torino
Sulla parete a destra: Mario Schifano - Indicazione grande n. 1 1962, smalto su carta intelata, 200x200 cm.
INFO T. +39 011 4429518 Da martedì a domenica 10.00-18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamtorino.it
Franco Angeli (Roma, 1935 – 1988) - Napoleone 1963, Acrilico e smalto su tela, 3 tele 185 x 375 cm Acquisto della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT dalla Galleria dell'Oca, Roma, 2004 GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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Jack Kerouac Il padre della Beat Generation al MA*GA
“
Dipingo solo belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e le punte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia.
A
l Museo MA*GA di Gallarate, fino al 22 aprile, è possibile visitare la prima grande mostra dedicata all’attività pittorica e grafica di Jack Kerouac. La rassegna, curata da Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni ed
Emma Zanella, organizzata appunto dal MA*GA con il Comune di Gallarate, con il sostegno di Ricola, Heritage Art Foundation e Fondazione Cariplo ed in collaborazione con il Rivellino LDV di Locarno, presenta il lavoro del padre della Beat Generation. Jack Kerouac rappresentò
infatti il movimento letterario e artistico che, a partire dalla fine degli anni quaranta, sconvolse e scandalizzò i valori della società degli Stati Uniti e dell’Europa. Kerouac rappresentò la liberazione culturale e sessuale, un nuovo modello di vita che avrebbe portato alla rivoluzione degli anni
Jack Kerouac - Truman Capote - 1959, olio su tela, 51x40,3 cm.
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”
Jack Kerouac
biancoscuro
Jack Kerouac - Raven - N.D., olio su tela, 29x23 cm.
sessanta (il movimento Hippie, l’opposizione alla guerra del Vietnam e Woodstock). “Kerouac. Beat Painting” è un’occasione unica per ammirare le opere di Kerouac, finora esposte in solo alcuni selezionati musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo ZKM di Karlsruhe, e rimaste per decenni a Lowell, città natale dello scrittore. Il percorso si articola in differenti sezioni, mostrando la vita e la poetica di Kerouac, dai ritratti di personaggi famosi (Joan Crawford, Truman Capote, Dody Muller o il Cardinal Montini) ai riferimenti alla cultura beat. La mostra approfondisce inoltre le relazioni tra Kerouac e l’Italia, attraverso una selezione di foto-
Jack Kerouac - Sacred Heart - N.D., olio su carta. 23x30,5 cm.
grafie scattate da Robert Frank e da Ettore Sottsass alla moglie Fernanda Pivano, ad Allen Ginsberg e allo stesso Kerouac. Una speciale sezione video amplia gli orizzonti culturali dell’evento, con la proiezione dell’intervista di Fernanda Pivano ed il cortometraggio sceneggiato da Kerouac, diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, e recitato da alcuni protagonisti della Beat Generation, quali Allen Ginsberg e Gregory Corso. Interessante e completo il catalogo edito da Skira, che rilegge in modo complessivo l’opera pittorica dell’artista, unica e coinvolgente, da ammirare. Ettore Tiretto
KEROUAC Beat Painting
03 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 Museo MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 Dal martedì al venerdì 09.30/12.30-14.30/18.30 Sabato e domenica 11.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museomaga.it
PHIL TES philtes@hotmail.it erminiafiotiarte.jimdo.com
Self-defence acrilico su tela, anno 2017, 30x20 cm.
biancoscuro
L’Arte (e la storia) della Vespa L’ultimo progetto di Omar Ronda per il MACIST Omar Ronda
“L
a Vespa nella Storia e nell’Arte” è un progetto pensato e fortemente voluto da Omar Ronda, fondatore e direttore artistico del MACIST, scomparso all’inizio di dicembre 2017. L’idea di dedicare una grande mostra alla Vespa, manifestatasi più di un anno fa, deriva principalmente dal fatto che Biella, la città di Ronda, è anche la città natale del “veicolo a due ruote” più diffuso e famoso al mondo. Qui infatti la Vespa è stata di fatto ideata e progettata nel 1945, anche se poi brevettata a Firenze e successivamente prodotta a Pontedera, sede della Piaggio, a partire dal 1946. Ronda ha invitato alcuni artisti, molti dei quali suoi amici stretti e di lunga data, a confrontarsi con il tema della Vespa, celebrandola e reinterpretandola attraverso il loro linguaggio. Omar è presente attraverso le sue brillanti e colorate sculture: “C…. che Vespa!”, del 2006 rivista solo
pochi mesi fa volutamente per l’occasione, e l’inedita “Vespa Marilyn Monroe” (2017), mezzo dedicato all’icona pop per eccellenza, musa ispiratrice dell’artista biellese. “La Vespa nella Storia e nell’Arte”, curata da Mark Bertazzoli, non è solo un omaggio del MACIST alla Vespa, mito industriale italiano, icona del design e simbolo di libertà e spensieratezza, ma è anche uno spunto per lanciare uno sguardo concreto sul rapporto profondo tra Vespa e Arte. L’esposizione permette di effettuare un percorso affascinante e stimolante: un piccolo viaggio nell’immaginario collettivo, attraverso opere d’arte diversissime fra loro. Ogni opera presenta concetti strettamente personali, ma agli occhi
Gianni Cella
Marco Lodola
Gianni De Paoli
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biancoscuro Dario Brevi
Titti Garelli
del fruitore questi contenuti, intimi e particolari, si trasformeranno in una grande e comprensibile visione universale. In mostra le opere di: Luca Alinari; Andy Fluon; Daniele Basso; Nazareno Biondo; Dario Brevi; Francesco Capello; Felipe Cardeña; Cristiano Carotti; Gianni Cella; Gerolamo Ciulla; Nando Crippa; Roberto Curoso; Gianni Depaoli; Bruno Donzelli; Lorenzo Filomeni; Camillo Francia;
Andy Fluon
Vittorio Valente
Maurizio Galimberti; Titti Garelli; Annamaria Gelmi; Lady Be; Gabriele Lamberti; Marco Lodola; Danilo Marchi Nuti; Umberto Mariani; Luciano Molinari; Giancarlo Montuschi; Antonio Murgia; Ugo Nespolo; Francesco Pavignano; Plumcake; Omar Ronda; Anacleto Spazzapan; Vittorio Valente; Tiziana Vanetti; Paolo Vegas; Roberto Vota. Ogni artista, mediante il linguaggio a lui più congeniale e attraverso l’impiego dei più differenti materiali ha interpretato la Vespa secondo le proprie sensazioni e suggestioni. Oltre alle opere d’arte, si può ammirare un’ampia e importante selezione di modelli storici della Piaggio, dalla fine degli anni quaranta agli anni ottanta, messi a disposizione dai soci del Vespa Club di Biella. Una mostra completa, l che entrerà nella Storia della Vespa. s
Nazareno Biondo
Francesco Capello
LA VESPA NELLA STORIA E NELL’ARTE 13 gennaio –30 giugno 2018 M.A.C.I.S.T. Museum, Biella
Maurizio Galimberti
INFO info@macist.it Sabato e domenica 15.00 - 19.30
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biancoscuro
10° anniversario per la GlobArt Gallery La Galleria dei Carozzi ha compiuto 10 anni di attività
A
nimata da Adolfo Francesco Carozzi, con il sostegno del figlio Eugenio, la GlobArt Gallery svolge, dal 2007 (anno della loro prima mostra, dedicata ad Eugenio Carmi), un’attività anche culturale, promuovendo e facendo conoscere gli esponenti storici dell’arte contemporanea, e riservando una particolare attenzione anche alle nuove proposte. Per ricordare i dieci anni di attività è stata allestita un’esposizione delle opere di tutti gli artisti che, in questo decennio, hanno tenuto una personale nei locali della galleria, oltre ad una selezione dei protagonisti delle numerose collettive. Si possono quindi apprezzare le opere, molte di esse inedite, realizzate con diverse tecniche: dalle tele estroflesse di
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Simeti ai dipinti ad olio su tela di Vaglieri, Paulucci e Morlotti, dagli acrilici di Griffa ai puzzle di Nespolo, ai legni di Ceroli. Tra i cinquanta e più artisti spiccano inoltre nomi come Gilardi, Galliani, Veronesi, Carmi, Melotti, Costalonga, Music, Scanavino, Chia, Uncini, Brown, insieme ai giovani Di Cola, De Luca e Casati. Si pos-
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sono vedere anche le sculture in vetroresina smaltata dei Plumcake e di Gianni Cella, le plastiche riciclate della Cracking Art, fino ai plexiglass luminosi di Lodola ed ai pluriball di Theo Gallino. Una rassegna, dunque, che racchiude e presenta contemporaneamente uno spaccato ricco e vario della più recente produzione artistica, assemblata con competenza e professionalità mirata a fornire ai collezionisti una scelta ricercata e diversificata per soddisfare una passione definita da molti come un’«inguaribile l sana malattia». s Gli artisti Vittorio Valente e Sakurai Shinya
L’artista Sakurai Shinya con Adolfo Carozzi
Giorgio Griffa – Campo verde (2005) Acrilici su tela, 75×87 cm.
GlobArt Gallery
via Aureliano Galeazzo 38 Acqui Terme (AL) Tel. +39.0144.322706 www.globartgallery.it.
Turi Simeti – Otto ovali bianchi (2015) Acrilico su tela, 100×120 cm.
Le tre generazioni, prossime e future: Adolfo, Eugenio ed il piccolo Francesco Carozzi. Franco Costalonga – Oggetto cromocinetico OCLNCGA – Nove sfere (1972), Sfere in metacrilato metallizzato e plexiglass, 67x67cm.
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Lucio Fontana I suoi Ambienti Spaziali al Pirelli HangarBicocca
“L
La ragione storica della mostra risiede nell’importanza degli Ambienti, un gruppo di lavori consistente e poco conosciuto, che, tuttavia, insieme ai “Buchi” e ai “Tagli”, rappresenta una rottura con le forme tradizionali della scultura e della pittura da parte di Fontana, anticipando le ricerche di artisti e movimenti della generazione successiva, dal Gruppo T a Yves Klein al Gruppo Zero. Esiste, inoltre, una ragione contemporanea: la ricerca sugli Ambienti entra in dialogo con l’opera di molti artisti che hanno esposto in Pirelli HangarBicocca.
ucio Fontana, universalmente riconosciuto come figura chiave della storia dell’arte del ‘900, per quasi vent’anni ha portato avanti lo studio e la produzione degli Ambienti spaziali: stanze, corridoi o labirinti percorribili, quasi sempre distrutti al termine dell’esposizione, formati da materiali innovativi per l’epoca (vernici fluorescenti, luci al neon e
”
Vicente Todolí - Direttore Artistico di Pirelli HangarBicocca
luci di Wood) e da elementi strutturali, come pavimenti instabili o a pianta ondulata, che pongono il visitatore al centro dell’opera. La mostra “Ambienti/Environments” intende far luce su questo corpus di opere di importanza storica, ma ancora poco noto al grande pubblico, che mette ulteriormente in rilievo la forza dirompente e precorritrice della ricerca di Fontana rivolta al Lucio Fontana, “Ambienti/Environments”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto: Agostino Osio
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superamento della seconda e terza dimensione. Gli Ambienti spaziali sono infatti considerati l’esito più innovativo delle teorie sullo spazio enunciate da Fontana già nel 1946 nel Manifiesto Blanco, in cui egli enuncia una nuova rappresentazione visiva, legata alle dimensioni di tempo e spazio, che prevede il superamento della tela e dei materiali scultorei classici e l’utilizzo, dall’altra parte, delle risorse tecnologiche moderne per creare “forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose”, teorie che hanno portato alla nascita dello Spazialismo. Il percorso espositivo presenta diverse stanze indipendenti che contengono al loro interno le ricostruzioni degli ambienti. Tale allestimento, inedito per il vasto spazio delle Navate di Pirelli HangarBicocca, permette al pubblico di scoprire opera per opera la mostra e offre l’opportunità di osservare, percorrere e abitare questi lavori ambientali di Fontana. La mostra si apre con la “Struttura al Neon per la IX Triennale di Milano”, un arabesco fluorescente di circa cento metri, appeso all’ingresso dello spazio espositivo, che introduce alla sequenza cronologica degli ambienti, a partire da “Ambiente spaziale a luce nera”, una stanza illuminata dalla luce di Wood con una scultura astratta dipinta con colori fluorescenti appesa al centro. Proseguendo ammiriamo “Utopie”, corridoi realizzati in collaborazione con Nanda Vigo, per poi passare ad un ambiente presentato per la sua prima e unica grande mostra personale in un museo americano, il Walker Art Center
Lucio Fontana - Ambiente spaziale, 1966 Tela nera, vernice fluorescente Veduta dell’installazione, Walker Art Center, Minneapolis. Foto: Eric Sutherland Courtesy Walker Art Center, Minneapolis © Fondazione Lucio Fontana, Milano
Lucio Fontana © Fondazione Lucio Fontana, Milan/Milano
Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951/2017, veduta dell’installazione in Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. ©Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio
Lucio Fontana, Ambiente spaziale con neon, 1967/2017, veduta dell’installazione in Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli - HangarBicocca, Milano. ©Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio
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MARCELLO
LA NEVE
LA BELLEZZA FILOSOFICA olio su tela, 2017, 50x70 cm.
Marcello La Neve, originario di Windlesham (GB), è un Artista di cui si è interessata la critica nazionale, specialmente negli ultimi anni. Pittore ricercatissimo ed applaudito dal mondo dello spettacolo, ha all’attivo migliaia di opere, distribuite in gallerie di pregio dell’Unione Europea. Ha realizzato i ritratti di Anna Oxa, Rossana Casale, Patty Pravo e Michele Zarrillo ed il 6 maggio 2015 ha fatto dono di una sua opera, intitolata “Rosa Mistica”, a Sua Santità Papa Francesco. Attualmente vive e lavora a Cerisano, in provincia di Cosenza, città nella quale ha conseguito la Maturità Artistica, nel Liceo Artistico Statale ”Umberto Boccioni”. Innumerevoli sono i Premi conseguiti, nonchè i riconoscimenti, che lo hanno collocato meritatamente sul podio artistico internazionale. m.laneve66@libero.it www.facebook.com/m.laneve66
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LUCIO FONTANA
Ambienti/Environments Pirelli HangarBicocca, Milano September 21, 2017 – February 25, 2018 Fontana’s “Spatial Environments” are considered the most innovative outcome of the theories about space that Lucio Fontana first expressed in his Manifiesto Blanco of 1946. Here and in later manifestos, he described a new form of visual representation linked to space and time, which would move past the classic materials of sculpture and painting and employ modern technology to create “artificial forms, rainbows of wonder, words written in light”. These ideas led to the birth of Spatialism, an artistic movement that emerged in Argentina and Italia in the late ’40s. Fontana, its founder and prime representative, applied them in famous works such as his Concetti Spaziali, but above all in his environments, the body of work he considered the most innovative and experimental. Within a low-light setting, the exhibition presents a series Fontana’s Spatial Environments, independent rooms specifically designed by the artist. This layout, a new and unusual one for Pirelli HangarBicocca’s vast Navate space, allows the public to discover the installations one at a time. As visitors move through and linger within them, they gain a full sense of their groundbreaking significance: the amazing iconic and aesthetic power that makes these works so innovative even today. “Ambienti/Environments” opens with the environmental interventions Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, which Fontana conceived as a decorative element for the 9th Milan Triennale. Ambiente spaziale a luce nera, presented at Milan’s Galleria del Naviglio in 1949. It is a dark room lit by an ultraviolet lamp; suspended at the center is an abstract sculpture painted with fluorescent colors. The 1949 first “Spatial Environment” was too innovative to be widely understood and Fontana tried to repeat the experiment to no extent for a decade. He had to wait till the beginning of the sixties and, for the 13th Milan Triennale in 1964, created two corridors, Utopie, made in collaboration with artist and architect Nanda Vigo. The last environment, conceived in 1968: Ambiente spaziale in Documenta 4, in Kassel has been installed at the end of the chronological sequence in the Navate, since it dates from the year of the artist’s death. This work takes the form of a white maze leading to a large slit in the wall. While echoing his “Cuts,” it also shows he has somehow moved past them: from the canvas,into space itself
di Minneapolis, nel 1966. Per accedere a questo Ambiente spaziale, mai riallestito fino a ora, il visitatore deve attraversare un tunnel ribassato e con pavimento inclinato, per raggiungere l’interno, dove si ritrova in una stanza delimitata da pareti forate da cui filtra la luce al neon e da un pavimento instabile di gomma morbida. L’ultimo ambiente è “Ambiente spaziale in Documenta 4”, del 1968, anno della scomparsa dell’artista. Uno spazio labirintico, dipinto di bianco, che conduce a un grande taglio sul muro, unico segno lasciato da Fontana e che richiama i suoi “Tagli”, attestandone in qualche modo il loro superamento: l dalla tela allo spazio stesso. s
Lucio Fontana, Fonti di energia, soffitto al neon per “Italia 61”, a Torino, 1961/2017, veduta dell’installazione in Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. ©Fondazione Lucio Fontana Foto: Agostino Osio
AMBIENTI/ENVIRONMENTS 21 settembre 2017 – 25 febbraio 2018 Pirelli HangarBicocca, Milano INFO T. +39 02 6611 1573 info@hangarbicocca.org Da giovedì a domenica 10.00-22.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.hangarbicocca.org
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Antonella LaganĂ
Altri universi - acrilico, anno 2017, 100x100 cm.
INFO www.laganaantonella.it 61
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Paci a Firenze L’acqua come tema centrale
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acqua come metafora di movimento, ma anche possibilità di azione e reazione. Questa l’idea che Adrian Paci ha sviluppato per dare vita a “Di queste luci si servirà la notte”, personale dell’artista albanese, fino all’11 febbraio 2018 nelle sedi fiorentine del Museo Novecento e de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, e nei comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’intero progetto. La mostra, curata da Valentina
Gensini, è promossa e organizzata da Mus.e, nell’ambito del Progetto Riva, diretto dalla Gensini e realizzato grazie alla partnership e al contributo del progetto Sensi Contemporanei. In mostra nelle varie sedi un corpus di lavori articolato che vede al centro i temi dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci trascende l’esperienza personale e affronta la migrazione e la mobilità come
Adrian Paci Di queste luci si servirà la notte - 2017 Courtesy of the artist and kaufmann repetto, Milano / New York - Ph. Simona Fossi
Adrian Paci - Turn On 2004, framed photograph, 145x190 cm. Courtesy of the artist and kaufmann repetto, Milano / New York - Ph. Simona Fossi
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ADRIAN PACI
Adrian Paci - Home to Go 2001, plaster, marble, dust, tiles, rope 165x90x120 cm. Courtesy of the artist and Kaufmann Repetto, Milano / New York - Ph. Simona Fossi
condizione ontologica, quanto mai attuale in un momento storico in cui i concetti stessi di casa e di identità sono continuamente richiamati e messi in discussione. L’esistenza viene interpretata come una ricerca continua, un movimento perenne, e l’acqua diviene metafora dell’idea di scorrimento e di flusso. “Il progetto di Adrian Paci parte da lontano - spiega Valentina Gensini, curatrice della mostra - sono due anni che lavoriamo insieme, instaurando un rapporto privilegiato con la città metropolitana e con il fiume. Quest’anno Paci è tornato per produrre una performance ed un video inediti: il poetico passaggio notturno di una barca sull’Arno, sinuosa come una medusa con dieci tentacoli luminescenti (particolari fibre ottiche), ha indagato l’archeologia del fiume, con il flusso
Eva Frapiccini Opere recenti in mostra a Gallarate
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arà visitabile fino al 22 aprile, presso il Museo MA*GA di Gallarate, la mostra “Dancing in the Memory Palace”, rassegna sulle opere recenti dell’artista Eva Frapiccini: l’installazione “Lamine (Foils) #01” e “Lamine (Foils) #02”, oltre alla serie “Velluto (Velvet)”. La ricerca di Eva Frapiccini pone particolare attenzione al tema della narrazione e del ricordo; la sua pratica artistica infatti riflette sulla complessità dei processi della memoria, sia quando riguardano la sfera del ricordo privato, sia quando hanno a che fare
con la storia collettiva. Lamine #01 e Lamine #02 sono delle strutture-dispositivo create per riflettere sul potere delle immagini e sulle possibilità della post produzione narrativa, affidata sia all’intervento selettivo dell’artista sia all’attivazione del racconto da parte dello spettatore. Nella serie di immagini di Velluto, Frapiccini sceglie alcuni dettagli, selezionando da fotografie di luoghi, solo quelle porzioni di colore che possano rimandare sia a un ricordo personale, sia a particolari momenti affettivi e stati d’animo collettivi, potenl ziandone la dimensione estetica.s
Di queste luci si servirà la notte 11 novembre 2017 – 11 febbraio 2018 Museo Novecento, Firenze Tutti i giorni 11.00-19.00 Giovedì 11.00 - 14.00 Info per altre sedi: info@muse.comune.fi.it
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www.museonovecento.it
che nasconde e rivela, tradisce e risignifica. Da qui parte l’installazione prodotta da Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e Museo Novecento per questo progetto, al centro della mostra”. Ultimi giorni per poter ammirare questo meraviglioso progetto, asl solutamente da non perdere. s DANCING IN THE MEMORY PALACE 02 dicembre – 22 aprile 2018 Museo MA*GA, Gallarate INFO info@museomaga.it
Dal martedì al venerdì 09.30-12.30/ 14.30-18.30 Sabato e domenica 11.00 - 19.00
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www.museomaga.it Opera di Eva Frapiccini
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TUTTO NASCE DALLA MATERIA 2 Vito Spada | mail: vspada57@libero.it | www.vitospada.it | www.germinazioniarte.com
Polimaterico, acrilico, smalto, stucco, foglia oro, rame su MDF, 100x150x4 cm.
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Kandinsky / Cage A Palazzo Magnani un percorso tra Arte e Musica
“D La musica si vede?
”
Cosa succede quando un pittore o uno scultore, vogliono superare i limiti dello spazio, della simultaneità e estendere la propria opera nel tempo, facendola vibrare magicamente nel nostro spirito, così come solo la musica sa fare?
Nell’altra pagina, in alto a sinistra: Wassily Kandinsky
Résonance multicolore
1928, olio su cartone, 32,9x21,3 cm. Paris, Centre Pompidou
Musée national d'art moderne
Centre de création industrielle
©Centre Pompidou,MNAM-CCI,Dist. RMN-Grand Palais /Diritti riservati
A destra: Paul Klee - Zitronen-Ernte (raccolta dei limoni) 1937, acquarello su preparazione a gesso su tela, 70x46 cm. Martigny (Suisse) Fondation Pierre Gianadda Qui accanto: Wassily Kandinsky Bühnenentwürfe zu Musorgsky bilder einer Ausstellung Aufführung im Friedrich-Theater, Dessau, 4 aprile 1928
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all’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage: fino al 18 marzo, a Palazzo Magnani (Reggio Emilia), sarà posssibile prendere parte ad una suggestiva mostra che fa dialogare l’arte visiva con le note musicali. Lungo il percorso espositivo, curato da Martina Mazzotta (Comitato Scientifico presieduto da Paolo Repetto e composto da: Enzo Bianchi, Gillo Dorfles, Michele Porzio, Peter Vergo), possiamo immergerci nelle opere di Max Klinger, Paul Klee, Arnold Schönberg, Constantin Čiurlionis, Marianne von Werefkin, Oskar Fischinger, Fausto Melotti, Nicolas De Staël, Giulio Turcato e Robert Rauschenberg. Campane sonore e video consentono di fruire di alcuni nuclei dell’esposizione con accompagnamenti musicali mirati, dei quali il visitatore potrà godere contestualmente e in modo strettamente connesso alla visione delle opere. La mostra inoltre viene animata da brani letterari degli artisti, vi-
Martina Mazzotta
deo e installazioni che offrono vere e proprie riscoperte. “A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri - racconta la curatrice Martina Mazzotta - si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. [...] Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali”. La mostra “Kandinsky/Cage: Musica e
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Spirituale nell’Arte”, presenta anche preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms”, accanto ai capolavori dell’arte visiva. La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista, pensatore, poeta e artista i cui princìpi presentano l analogie con la spiritualità kandinskiana. s KANDINSKY / CAGE
Musica e spirituale nell’Arte 11 novembre 2017 – 18 marzo 2018 Palazzo Magnani, Reggio Emilia INFO T. +39 0522 444417 Da martedì a giovedì 10.00-13.00 / 15.00-19.00 Venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzomagnani.it
ArtBasel - Hong Kong Confermate le 247 gallerie della sesta edizione
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a sesta edizione di Art Basel ad Hong Kong vedrà 247 importanti gallerie, di 32 paesi diversi, presentare lavori che spaziano dai capolavori moderni del primo Novecento a lavori contemporanei di affermati artisti emergenti. Quest’anno saranno 28 le “nuove” gallerie ammesse, di cui 14 con sale espositive in Asia. Ad Art Basel Hong Kong saranno presenti gallerie asiatiche che, per l’occasione, hanno realizzato mostre speciali durante l’esposizione, a dimostrazione dell’ulteriore rafforzamento e ampliamento della scena artistica in Asia. Ancora una volta, Hong Kong sarà fortemente rappresentata in fiera con 24 gallerie locali. L’edizione di quest’anno vede anche
una partecipazione particolarmente forte di gallerie dall’India. Art Basel sta investendo molto sulla scena artistica di Hong Kong, a dimostrazione di questo sostiene la Hong Kong Art Week, inoltre collabora con le principali organizzazioni culturali della città: Asia Art Archive (AAA), Para Site, Hong Kong Arts Center and Hong Kong new museum for visual culture, realizzando mostre nei loro spazi e in tutta Hong Kong durante la settimana di Art Basel. Art Basel Hong Kong, il cui principale partner è UBS, si svolgerà dal 29 al 31 marzo 2018 presso il centro congressi ed esposizioni di Hong Kong (HKCEC) . Vincenzo Chetta
Art Basel in Hong Kong © ArtBasel - Courtesy Art Basel Zhou Jie, Vengeance of the Myth Beijing Art Now Gallery Courtesy of the artist and the gallery
Art Basel in Hong Kong © ArtBasel - Courtesy Art Basel
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ArtBasel - Miami Beach Efficace il rinnovamento degli spazi
Daniel Buren, Les Guirlandes, 1982-2017 - Bortolami Gallery Art Basel in Miami Beach 2017 © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Art Basel a Miami Beach ha chiuso con numerose vendite e una solida presenza di collezionisti. Quest’edizione ha visto il debutto di una nuova planimetria e 268 importanti gallerie da 32 paesi 68
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rt Basel - Miami Beach, è diventata la più importante Art Fair negli USA e con il tempo è diventata anche la più affascinante. Inaugurata dalla “madre svizzera” Art Basel nel 2002, è stata scelta Miami Beach come base poiché perfetta per coprire sia il Nord America che il mercato in evoluzione del Sud America. Il mare, le spiagge ed il sistema fiscale agevolato della Florida ha da sempre attirato i ricchi americani, ma anche molti europei. Da allora, la presenza di gallerie e artisti latinoamericani è aumentata, inoltre: “Quasi la totalità dell’élite sudamericana ha una casa a Miami”, afferma Marc Spiegler, Global Director di Art Basel. Durante i cinque giorni di apertura della fiera, ArtBasel ha attirato una presenza di oltre 82.000 persone, tra cui collezionisti, direttori e mecenati di importanti musei e istituzioni internazionali, come ad esempio: The Andy Warhol Museum di Pittsburgh; Museo di Brooklyn di New York; de Young Museum di San Francisco; Detroit Institute of Arts; Fridericianum di Kassel; Museum of Contemporary Art
Art Basel in Miami Beach 2017 © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Travesía Cuatro - Alexandre Estrela © Art Basel - Courtesy Art Basel
Art Basel in Miami Beach 2017 © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
biancoscuro Galleria Franco Noero © Art Basel - Courtesy Art Basel
Bortolami Gallery © Art Basel - Courtesy Art Basel Acquavella Galleries © Art Basel - Courtesy Art Basel
Art Basel in Miami Beach 2017 © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Instituto de visión - Carolina Caycedo © Art Basel - Courtesy Art Basel
Gagosian Gallery © Art Basel - Courtesy Art Basel
Skarstedt Gallery © Art Basel - Courtesy Art Basel
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Galleria Mazzoleni © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Andrea Galvani & Ishmael Randall Weeks Revolver Galería © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Galleria Giò Marconi © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Pace Gallery © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Trance - Hans Berg © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
Galleria Alfonso Artiaco © ArtBasel - Courtesy ArtBasel Boom For Real: The Late Teenage Years of Jean-Michel Basquiat. Marian Masone, Sarah Driver © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
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Fondation Beyeler © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
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303 Gallery © ArtBasel - Courtesy ArtBasel Galleria Continua © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
White Cube Gallery © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
White Cube Gallery © ArtBasel - Courtesy ArtBasel
di Montréal; Museum of Fine Arts di Boston; Serpentine Galleries di Londra; Solomon R. Guggenheim Museum di New York; Tate di Londra; Museum of Modern Art di New York (MOMA). Tra le gallerie italiane segnaliamo la presenza di: Tornabuoni di Firenze, A arte Invernizzi e Giò Marconi di Milano, Alfonso Artiaco di Napoli, da Torino Franco Noero e la Galleria Mazzoleni, Galleria Continua di San Gimignano. Il Miami Beach Convention Center (MBCC), grazie a importanti investimenti è in fase di rinnovamento, i lavori dovrebbero essere completati nel 2018, attualmente le planimetrie sono già completamente ridisegnate, guadagnando così il 10% in più di spazio espositivo, il numero delle gallerie (per scelta) non è cresciuto, sempre 268 gallerie! Già da questa edizione abbiamo visto corridoi più ampi, stand e aree lounge più grandi che danno ad ArtBasel Miami Beach quel tocco che mancava; via quei vecchi tappeti, ora si cammina solo su pavimenti in cemento levigato e lucidato. “Il 2017 è stato un anno importante per noi, così come per la città di Miami Beach. Siamo stati entusiasti di presentare una fiera migliorata con una nuova planimetria, ed è stato il primo anno che Philipp Kaiser ha curato il settore pubblico in Collins Park. Inoltre, con il lancio di The Institute of Contemporary Art, Miami e la riapertura di The Bass, Miami continua a far crescere la sua presenza di livello mondiale. Stiamo già aspettando con impazienza l’edizione del prossimo anno, quando la ristrutturazione del Miami Beach Convention Center sarà completata”, commenta così Noah Horowitz, Director Americas di Art Basel. L’edizione di Art Basel Miami Beach convince e conferma, come anche Art Basel svizzera, che il mercato dell’Arte è vivo e vegeto, sopratutto sui pezzi di qualità, museali e sulle opere degli artisti viventi ma con quotazioni straordinarie. Vincenzo Chetta
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miart 2018 La fiera boutique capace di dare voce ai linguaggi dell’arte
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lessandro Rabottini, al secondo anno di direzione artistica del miart (che si svolgerà nei padiglioni di fieramilanocity dal 13 al 15 aprile 2018), annuncia un nuovo team di curatori, membri del Comitato di Selezione, ed un progetto che ne conferma il mix unico in Italia di arte contemporanea e arte moderna. Come ogni anno, miart sarà il catalizzatore della Milano Art Week, un intenso programma di eventi organizzato in collaborazione con il Comune di Milano e che riunisce, tra gli altri, Pirelli HangarBicocca, Fondazione Prada, Triennale, Fondazione Nicola Trussardi, Palazzo Reale, Museo del Novecento, FAI, PAC, GAM, e Fondazione Furla. “Sono orgoglioso di presentare il team internazionale di curatori che sta già lavorando a miart 2018 - afferma Alessandro Rabottini - un gruppo di professionisti che porterà a Milano quella pluralità di voci e di punti di vista che caratterizza il progetto sostenuto da Fiera Milano. L’edizione del 2018 rafforza l’identità che abbiamo per-
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seguito in questi anni, ovvero l’idea che il passato, il presente e il futuro dell’arte siano dimensioni della creatività in continua e reciproca relazione. Miart attrae tanti tipi di pubblico, quante sono le sue coordinate principali: arte storica, arte contemporanea, arte emergente e design di ricerca. Ed è questa ampiezza di vedute che vogliamo garantire per il nostro pubblico”. La ventitreesima edizione, prosegue nella strategia intrapresa da Fiera Milano, che l’ha portata ad affermarsi come fiera d’arte di riferimento, dove qualità e scoperta convivono insieme ad un’accurata selezione di prestigiose gallerie internazionali d’arte contemporanea. Miart pone particolare enfasi sugli artisti storici all’interno delle sezioni Masters e Decades. Entrambe le sezioni sono curate per il secondo anno da Alberto Salvadori e Attilia Fattori Franchini, curatrice indipendente di base a Londra, che coordinerà le gallerie internazionali che compongono la sezione Emergent, presentando uno spaccato fresco e dinamico delle ultime sperimentazioni di artisti emergenti rappresentati da giovani gallerie. Confermata On Demand, curata da Oda Albera, la sezione trasversale che si concentra sull’arte “contestuale”: opere site-specific come installazioni e wall paintings, progetti, commissioni e performance: opere per le quali il pubblico e il collezionista svolgono un ruolo decisivo nell’attivazione e nella fruizione. Main sponsor dell’edizione 2018 di miart sarà Intesa Sanpaolo. “Il sostegno di Intesa Sanpaolo a miart si inserisce nel solco dei tanti e significativi interventi che vedo-
no la Banca impegnata nell’ambito dell’arte e della cultura. Con tale collaborazione intendiamo affiancare un’iniziativa in crescita che punta a diffondere quel patrimonio di creatività e talento di cui il nostro Paese è, oggi come nel glorioso passato, così florido e di cui tutti dovremmo andare orgogliosi”, commenta Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. A sottolineare l’impegno nella qualità della ricerca sia nell’ambito dell’arte contemporanea sia in quello dell’arte moderna, miart crede nei nuovi membri nei Comitati di Selezione che, per la prima volta, rispecchiano la specificità di entrambe le aree. Confermati i premi e lo speciale fondo di acquisizioni, le cui giurie internazionali attribuiscono ogni anno riconoscimenti alle gallerie e alle opere presentate alla fiera. Rebecca Maniti
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ArteFiera 2018 Da 42 anni fulcro del mercato artistico italiano
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rte Fiera, la prima fiera d’arte in Italia per età e fatturato, sarà aperta dal 2 al 5 febbraio; 151 sono le importanti gallerie chiamate a trasformare i padiglioni di BolognaFiere in una grande piattaforma di arte, numero volutamente ponderato nell’ottica di mantenere alta la qualità, a cui si aggiungono 30 espositori legati a editoria, grafica e creatività, per un totale di 181 presenze. Con grande attenzione rivolta al panorama italiano, Arte Fiera 2018 mantiene il suo ruolo di fiera italiana per eccellenza; Bologna, capace di focus critici così come di momenti sperimentali. Pur mantenendo l’architettura costruita lo scorso anno, Arte Fiera 2018 propone alcune importanti novità. Nella sezione principale della fiera avrà luogo “Modernity”, sottosezione il cui concept si rintraccia nell’etimologia del termine: Modernity non come arte moderna, correntemente intesa come arte del primo Novecento, ma come attualità, dalla radice latina modo. All’interno di alcuni stand verranno dunque allestite piccole mostre personali di artisti meritevoli di uno sguardo attento. L’intento è quello di creare un percorso tra artisti diversi per epoca, naziona-
ArteFiera Bologna - i visitatori
lità e movimento di afferenza, accomunati dal fil rouge della peculiare rilevanza che distingue il loro lavoro e al coraggio che i galleristi dimostrano nel presentarli. Angela Vettese, per il secondo anno alle redini della direzione artistica, mantiene il taglio curatoriale della fiera proseguendo la svolta avviata nel 2017, ma arricchisce la kermesse di fondamentali momenti di approfondimento dedicati sia ai singoli artisti che alla riflessione teorica. Contemporaneamente, dal 2 al 4 febbraio 2018, si terrà ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, con il coordinamento dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei. Per la sua sesta edizione, ART CITY Bologna ridefinisce il proprio format curatoriale con la nuova direzione artistica affidata a Lorenzo Balbi, proponendo un programma articolato in dieci eventi ed un progetto speciale che esplora le migliori manifestazioni del contemporaneo con un occhio alle contaminazioni tra linguaggi. Tutti gli eventi selezionati sono accomunati da alcuni elementi chiave: progetti monografici di un solo artista (italiano o internazionale), proposti da un curatore, e ideati specificatamente per un determinato luogo, normalmente non accessibile al pubblico. In programma per sabato 3 febbraio l’Art City White Night, che invade la città con centinaia di iniziative
per una notte bianca dedicata all’arte unica in Italia. Art City si conferma come un progetto, dunque, pensato dalla città per la città. Flavio Ennante ArteFiera Bologna - Champagnerie
ArteFiera Bologna Gallerie - sezione main
ArtCity Bologna Declinazioni - Galleria Forni
ArtCity Bologna Sala meridiana - Galleria Cavour
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Special - Art innsbruck 2018 22nd International Contemporary Art Fair January 25- 28, 2018 - Fair hall A - Main entrance East, Claudiastraße 1 - Innsbruck (Austria)
22ª Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea 25- 28 gennaio 2018 - Padiglione A - Ingresso principale est, Claudiastraße 1 - Innsbruck (Austria) la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art
Promesse mantenute!
20-23 feb 2014 edizione 18 | 18th edition fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...
padiglione | fair hall d + e · Innsbruck online tickets · www.art-innsbruck.at ART biancoscuro 210 x 297 mm.indd 1
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RT Innsbruck, appuntamento di rito per le Gallerie d’Arte Contemporanea europee, ha celebrato con successo la 22º edizione. Dopo la prima edizione di ART Salzburg, nel giugno 2017, Johanna Penz si è dovuta impegnare molto per organizzare con successo l’ART di Innsbruck “Certo, è una sfida riuscire a completare con successo due fiere d’arte in un periodo di sei mesi”, afferma soddisfatta la Penz. BIANCOSCURO, Media Partner dell’evento, era presente anche in questa edizione con una selezione di 18 artisti. La grande mostra collaterale di ART Innsbruck “Seven Days Left” è stata un successo: “In questa edizione abbiamo organizzato in esclusiva a Innsbruck una mostra dedicata a Mia Florentine Weiss”, dice Johanna Penz, che insieme alla gallerista di Innsbruck Birgit Fraisl, ha portato in fiera la mostra, il cui titolo solleva associa-
zioni e aspettative rilevanti: Seven Days Left - Free Unfree. Altra importante mostra collaterale è stata la personale dell’artista Andjé Pietrzyk, originario della Polonia, ma residente in Austria. La moststra è stata realizzata in collaborazione con la Galleria Queenberg di Salisburgo. Una delle creazioni più spettacolari di Pietrzyk è il suo monumento a “Bucephalus”, il leggendario cavallo di Alessandro Magno, una scultura in bronzo di 5 metri di lunghezza e 16 tonnellate, che sembra fluttuare per 9 metri nell’aria. “Siamo molto contenti che in un certo senso questa mostra personale costruisca un ponte da Salisburgo a Innsbruck”, afferma Johanna Penz. Come nelle passate edizioni anche la 22ª edizione di ART Innsbruck si è concentrata sull’arte internazionale dal moderno al contemporaneo, 80 gallerie, principalmente dalla Germania, ma anche da Austria, Svizzera, Francia, Italia, Russia e Georgia hanno presentato i pezzi salienti delle loro gallerie. La vasta gamma di opere d’arte spaziava da dipinti classici a opere su carta, da grafiche e multipli originali a sculture e installazioni includendo anche fotografia e nuovi media. La direttrice Johanna Penz chiude la fiera ringraziando espositori e visitatori, ricordando che l’appuntamento con ART Innsbruck è già fissato a gennaio 2019 edizione per la quale ha in serbo ulteriori grandi sorprese. Vincenzo Chetta
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Special - Art innsbruck 2018
Hanno esposto con BIANCOSCURO ad Art Innsbruck ’18 Gianni Chiminazzo Alessandro Cignetti Laura D’Addezio Dana Marco Ferrari Saverio Filioli Uranio Moreno Gasparetto Luigina Massaria Gramoz Mukja
Andrea Musto Pupi Perati Gabriella Pimpinicchio Guikni Rivera Mirko Roncelli Maria Sabetti Josefina Temin Fabio Valente Yulianus Yaps 75
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Mia Photo Fair 2018 Ritorna al The Mall dal 9 al 12 marzo la prima e unica fiera dedicata alla fotografia
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[1] Siwa Mgoboza. Les Etres D'Africadia III Jamezeena Bulloza. Photographic Print. 59.4x42 & 180x144 cm. Ed. 10+3AP [2] Nicolas Boutruche, Series Du voyeurisme au 1 sur 10ème, “Grand Hôtel”, 2015, Fine Art print mounted on Dibond with aluminum frame, 180x180 cm, Ed. 10, Courtesy Courcelles Art Contemporain
IA Photo Fair ritorna venerdì 9 marzo a Milano nel quartiere di Porta Nuova, al The Mall, e sarà visitabile fino a lunedì 12 marzo 2018. Tra le novità, l’immagine coordinata della fiera che è stata affidata all’artista sudafricano Siwa Mgoboza (Cape Town, 1993) uno dei più interessanti talenti del panorama artistico africano. Il progetto di Siwa Mgoboza (foto a destra), selezionato in collaborazione con African Artists’ Foundation e Lagos Photo Festival, appartiene alla serie Les Êtres D’Africadia. I tessuti utilizzati per creare i costumi che l’artista indossa nelle sue fotografie, sono ispirati alla manifattura inglese di inizio Ottocento. I curatori di MIA Photo Fair confermano l’elevata qualità delle proposte espositive che il pubblico ha già dimostrato di apprezzare. Lo scorso anno sono stati 25.000 i visitatori che hanno affollato gli stand al The Mall, con un risultato di vendita che ha superato l’85% tra gli operatori, siano essi gallerie o artisti presenti nella sezione Proposta MIA. MIA Photo Fair ha vagliato numerose richieste di gallerie che hanno proposto progetti curatoriali per mostre di singoli autori o collettive, con l’obiettivo raggiunto di una proposta culturale completa aggiornata sulle nuove tendenze. Rebecca Maniti
[1] [2]
MIA Photo Fair 2018 9 – 12 marzo 2018 The Mall – Milano Porta Nuova Piazza Lina Bo Bardi www.miafair.it
Luca Lupi, Finis Terrae, Terrazza Mascagni (Livorno), 2017, archival pigment print su dibond, 66x100 cm, Ed.1/6, Courtesy Luca Lupi
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Corinne Héraud, Series Corpus, “Corpus # 2”, 2017, Photography and mixed media on gold leaf and wood, 30x30 cm, Ed. 5 + 2 AP, Courtesy Courcelles Art Contemporain
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Darren Harvey-Regan, The Erratics (#wrest 10), 2015, fiber based handprint, 60x48 cm, Ed. 1/6, Courtesy Darren Harvey-Regan
Igor Eškinja, ProcessionDecor, 2009, Lambda Print, 150x120 cm, Edition of 3 + 2AP, Courtesy of the artist and FL GALLERY
SetUp Contemporary ArtFair
[1]
Dal 1 al 4 febbraio, la sesta edizione a Bologna
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er la sua sesta edizione, SetUp Contemporary Art Fair ha scelto come nuova sede Palazzo Pallavicini, confermando così, il suo carattere eccezionale, da sempre all’avanguardia e in controtendenza. “Art grows here”: è lo slogan che riassume lo spirito di SetUp Contemporary Art Fair che dal 1 al 4 febbraio si metterà in mostra nelle tredici stanze del Palazzo. Il tema che guiderà SetUp 2018 è l’attesa, e va a completare, dopo i leitmotiv delle passate due edizioni, orientamento ed equilibrio, una trilogia tematica che ha chiesto notevole audacia e coraggio agli organizzatori. Su questi presupposti, la fiera ha chiesto agli espositori di presentare un progetto curatoriale in cui la visione del presente sia un’indagine dell’attesa, da cogliere come proiezione temporale e spaziale, in cui qualcosa prende forma definendo così gli scenari delle “aspettative” economiche, sociali, politiche, delle relazioni, geografiche, ma anche fisiche, tecnologiche, formali e di identità, che aprono la lettura del futuro attraverso l’arte. Il progetto dovrà essere presentato sulla base dell’in-
tramontabile format che richiede l’interazione delle tre figure chiave del sistema dell’arte contemporanea: artista, curatore-critico, gallerista. Anche quest’anno, i galleristi sono stati invitati a presentare un progetto di almeno un artista under 35, illustrato da un testo critico di un curatore under 35. Infine per questa edizione, SetUp Contemporary Art Fair ha scelto di valorizzare proprio gli under 35 presentati dalle gallerie, conferendo a chi meglio esprimerà il tema dell’attesa, come visione del presente e presupposto emotivo e di azione per costruire il proprio domani, un premio in denaro di 500 € per il miglior testo curatoriale e un premio acquisto, del valore di 1000 €, assegnato all’artista vincitore. Flavio Ennante
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[1] Villa Contemporanea - Saba Masoumian “Scatola Particolare” 2016 [2] Homegallery - Federica Limongelli “Wordless” 2015 [3] Mac Florencio de la Fluente - Carla Andrade “Paths To Land” 2012
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Vernice Art Fair 2018 16 anni di Vernice a Forlì, formula vincente non cambia
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[1] L’installazione di Ignazio Fresu “Oggetti smarriti” a Palazzo Medici Riccardi, Galleria delle Carrozze [2] Lo stand BIANCOSCURO durante la passata edizione di Vernice [3] Vernice Art Fair 2017, le autorità durante il vernissage davanti all’installazione di Ignazio Fresu [3]
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a 16ª edizione di Vernice Art Fair dedicata ad artisti indipendenti ed associazioni culturali, sarà aperta al pubblico dal 16 al 18 marzo, come di consueto presso la Fiera di Forlì. Molte le importanti conferme: tornerà infatti a pregiarsi della presenza di un grande artista che ormai da anni dà lustro alla manifestazione: Ignazio Fresu, il cagliaritano che proporrà una speciale installazione: “Oggetti smarriti”, opera legata al ricordo, alla memoria e alla speranza disillusa, perfettamente descritta da Alessio Brugnoli: “L’installazione di Fresu, di vetroresina ferro e ruggine, mi rapporta al senso ultimo della vita e della morte. Un viaggio verso una meta ignota, in cui incrociamo altri viandanti, chi per un istante, chi per tutto il cammino. Alcuni, dopo leghe e leghe, ci pugnalano alla schiena. Altri, dopo appena un passo, ci impediscono di cadere o ci aiutano a rialzarsi. Ci carichiamo di cose inutili, dimenticando spesso quelle necessarie… E alla fine abbandoniamo un bagaglio di sogni, esempi ed esperienza, nella speranza che non vada perduto e qualcun altro possa raccoglierlo.” Non mancherà la mostra collaterale quattroperquattro a cura di Oscar Dominguez e la 16ª edizione del Concorso Coinè per l’Arte. “Buongiorno Europa” è invece il concorso per le scuole, elementari e medie, a cura di Giampiero Maldini, Claudio Irmi e Luciano Medri. Vincenzo Chetta
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ArteGenova 2018 Arte moderna e contemporanea nel padiglione Blu
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al 16 al 19 febbraio, con ArteGenova, la città ospita per il quattordicesimo anno consecutivo, nel padiglione Blu del quartiere fieristico, quattro giorni di mostre, eventi e presentazioni: un’immersione totale nell’arte moderna e contemporanea. Da quella già consacrata a quella emergente, con opere capaci di solleticare i collezionisti più attenti e di stimolare l’istinto alla scoperta nei molti appassionati. Circa 150 gli espositori presenti con le opere di oltre mille artisti, tanti quelli della sezione, C.A.T.S. - Contemporary Art Talent Show, dedicata proprio ai talenti emergenti con opere sotto i cinquemila euro. Anche per questa quattordicesima edizione, ArteGenova verrà ospitata all’interno dello spettacolare padiglione Blu del quartiere fieristico di Genova. Progettato da Atelier Jean Nouvel e inaugurato nel 2009, nasce dalla composizione atipica del quartiere fieristico, tra padiglioni, grandi marine e ampie superfici all’aperto. L’edificio, interamente in vetro e acciaio, offre ai visitatori una vista sul mare davvero mozzafiato. Nell’edizione 2017 si sono visti in Fiera a Genova più di 20.000 persone tra esperti del settore, collezionisti, appassionati e semplici curiosi, a conferma della doppia vocazione di ArteGenova: da un lato appuntamento irrinunciabile per chi vuole investire nell’arte, dall’altro grande manifestazione di pubblico che ogni anno contribuisce ad avvicinare migliaia di visitatori ai “grandi” dell’Arte Moderna e Contemporanea. Altissimo il livello degli espositori che hanno proposto ai visitatori una selezione raffinatissima di opere dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Si potranno così ammirare opere uniche riunite tutte insieme per l’occasione, alcune dall’inestimabile valore museale a partire da Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Alberto Burri, Carlo Carrà, Agostino Bonalumi, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Mario Schifano, Arnaldo Pomodoro, Alighiero Boetti, Paul Jenkins, Mimmo Rotella e Christo. Importante è la presenza di artisti in crescita nelle valutazioni, crescita che dà ai collezionisti una soddisfacente resa economica. Arte è soprattutto cultura, ma anche investimento dove l’aspetto economico sicuramente non è prescindibile, almeno in una Artefiera, da quello culturale. Rebecca Maniti
Il Maestro Gianmaria Potenza con Daniela Malabaila, Caporedattore di BIANCOSCURO
Una vista della scorsa edizione di Arte Genova
Mark Kostabi ad Arte Genova 2018 presso lo stand BIANCOSCURO con la copertina della rivista a lui dedicata
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PaviArt Talent Un grande successo già dalla prima edizione In queste pagine alcune viste della mostra mercato che si è svolta a Pavia a inizio dicembre 2017 Da segnalare, al vernissage ufficiale, la presenza del Vice Presidente della Provincia Pavia Milena D’Imperio, a destra in foto con l’artista Nadia Buroni e Vincenzo Chetta Direttore BIANCOSCURO Art Magazine
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR qui sotto per visualizzare il catalogo degli espositori al PAT www.patpavia.it
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S
i è conclusa il 3 dicembre scorso, al Palazzo delle Esposizioni di Pavia, la prima edizione di PAT, la PaviArt dedicata ad artisti ed associazioni culturali. Una scelta rischiosa quella di declinare il nome di un evento importate, ma che in questo caso ha dato ragione agli organizzatori, visto il riscontro favorevole del pubblico e la soddisfazione generale degli espositori. Un evento ben organizzato e riuscito, grazie anche all’impegno degli organizzatori Donato Feninno e Giovanni Zucca, che hanno saputo dare spazio agli artisti fornendo loro gli stessi strumenti che l’affermata PaviArt mette a disposizione delle Gallerie. Stessi strumenti, stessa comunicazione, con l’aggiunta del periodo pre-natalizio, e stessa posizione centrale in città: queste sono le scelte vincenti che hanno determinato il successo di questa prima edizione. Molti i visitatori alla ricerca di un pensiero originale da mettere sotto l’albe-
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ro, molti anche i collezionisti che hanno trovato ciò che cercavano. La prossima edizione di PaviArt, dedicata alle gallerie, è fissata a maggio 2018, sabato 12 e domenica 13, con vernissage il venerdì 11 alle ore 18. Il PAT invece è già fissato al primo weekend di dicembre 2018, chiaro segnale dell’ottima riuscita dell’evento. Daniela Malabaila
Antonietta
O R S I
orsi.antonietta@libero.it
http://orsiantonietta.wixsite.com/corso-l-urlo
Studio: Via Basilicata N° 9/B Pavia
Mani con fichi olio su tela, anno 2017, 100x120 cm.
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Grandi firme dell’Arte contemporanea Conferito il premio a Cesenatico
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uella di Cesenatico è una tappa fissa per sia per i vacanzieri estivi che quelli invernali, ma non solo... Grazie ai continui investimenti della città di Cesenatico nel settore cultura, gli amanti dell’arte che vengono attratti in riviera sono in costante aumento, ed è proprio per questo che è stato scelto L’Hotel Miramare come base per le cerimonie e le esposizioni ArtExpò Gallery. L’Hotel Miramare, situato sul canale Leonardesco si trova al centro della movida, dei locali e delle lounge ben frequentate. Aperto tutto l’anno gli ospiti dell’albergo sono sportivi famosi e noti imprenditori. Attualmente nelle sale del Miramare sono esposte le opere di talentuosi artisti selezionati da ArtExpò Gallery e insigniti del riconoscimento “Grandi firme dell’Arte Contemporanea”. I componenti della commissione, presieduta da Mariarosaria Belgiovine, hanno certificato l’assegnazione del premio ai singoli Artisti, leggendo e consegnando la motivazione critica. Altro speciale evento che sarà organizzato da ArtExpò Gallery in que-
sta bellissima location sarà il “Trofeo La Vela d’Oro”, con base espositiva come di consueto all’Hotel Miramare, e cerimonia di premiazione sulla Montonave Adriatic Princess. Una bella giornata d’arte, che inizia con la mostra e si conclude con una minicrociera al largo della riviera romagnola. Ettore Tiretto
Gli Artisti Selezionati: Rita Astolfi, Marco Baruzzo,Elena Bellotti, Loredana Boldini, Luisa Borin, Maurizia Braga, Andra Magdalena Butnariu, Pino Carcelli, Margherita Casadei, Giovanna Cherchi, Loredana Chinatti, Raffaella Di Benedetto, Gabriella Di Natale, Glenda Dollo, Daniela Fabbri, Maria Farisè, Frans Frengen De Donder, Giacomo Frigo, Chiara Girelli, Stefano Guadagnoli, Hayat Saidi, Rosie Longhi De Bouard, Mario Masoli, Rosie Novichenko, Antonietta Orsi, Nella Parigi, Raul Pitis, Delfina Porcu, Luca Puglia, Salvatrice Barbara Purpero, Guikni Rivera, Mirko Roncelli, Donatella Saladino, Domenico Savoldelli, Josè Soler Navarro, Janez Stros, Daniela Tagliapietra, Josefina Temin, Gabriela Trimoska, Alexandra Van Der Leeuw e Rita Vitaloni.
Alcuni degli Artisti selezionati e insigniti del premio. A sinistra dall’alto: Andra Magdalena Butnariu, Antonietta Orsi, Pino Carcelli, Maria Farisè,Luca Puglia (con il direttore di BIANCOSCURO Vincenzo Chetta). A destra dall’alto: Margherita Casadei, Luisa Borin, Raul Pitis, Gabriella Di Natale, Maurizia Braga, Stefano Guadagnoli Sotto: Il comitato di ArtExpò Gallery con ospite d’onore il vicesindaco di Cesenatico Mauro Gasperini.
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Art Marbella & Marbella Design Arte&Evento e BIANCOSCURO partner anche nel 2018
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arbella ancora una volta si conferma, oltre che meta ambita per il turismo internazionale, anche un importante polo per i grandi incontri d’arte, come la fiera internazionale ART MARBELLA che giunge alla sua terza edizione, con Arte&Evento, come sempre presente. ART MARBELLA 2017 ha chiuso nuovamente con un record di visite con ben oltre le 12.000 presenze, affiancata tantissimi collezionisti che hanno mostrato la loro accettazione per una offerta artistica altamente qualificata. I numeri parlano chiaro, con la partecipazione di gallerie provenienti da Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Brasil, Messico, Svezia, Austria, Argentina, Slovacchia, oltre ovviamente alle gallerie spagnole, tra le quali ritroviamo: Carles Tache, Galleria Pilar Serra, Joan Prats, Max Estrella. Tra gli stand espositivi, con ben oltre 600 opere, incontriamo grandi nomi della storia dell’arte contemporanea come Joan Mirò, Lucio Fontana, Mimmo Rotella, Masao Yamamoto, Mimmo Paladino, Yves Klein, Cornelia Parker, Michael Joo, Cristian Voigt. Per la Spagna dei grandi maestri non potevano mancare le opere di Tapies,
Eduardo Chillida, Luis Gordillo, Jaume Plensa, tra gli altri. Giuseppe Carnevale e Massimo Cedrini hanno intervistato la Galleria Winn Slavin di Beverly Hills, precisamente il suo direttore e fondatore Daniel Winn che ha raccontato della sua grande passione per il collezionismo. Chirurgo estetico dei vip, non ha saputo resistere all’amore per l’arte ed ha così deciso di aprire l’attuale galleria in uno dei quartieri piu prestigiosi di Beverly Hills. Tra le interessanti proposte anche Bianca Von Hanan interior design, la galleria Javier Roman di Malaga, Rofa Project di Miami e la galleria Contrast e Carles Tachè di Barcellona. Bilancio finale assolutamente positivo, soprattutto se consideriamo la giovane età della fiera. Proprio per rispondere alla incessante richiesta espositiva delle gallerie, sempre più interessate a Marbella, l’organizzazione di Alejandro Zaia (noto
Arte&Evento e Biancoscuro media partner Galleria Javier Roman di Malaga
Rofa Project Gallery ( USA)
per la creazione di altre fiere come Pinta London e Crossroad) lancia una nuova
proposta: MARBELLA DESIGN, che si terrà al Palazzo dei Congressi di Marbella dal 5 al 9 aprile. Preannunciato un altro gran risultato, con prestigiose gallerie provenienti da tutto il mondo. Flavio Ennante
Giuseppe Carnevale e Massimo Cedrini con Winn Slavin titolare dell’omonima galleria a- Beverly Hills ( USA)
Da sinistra: Giuseppe Carnevale di ArteEvento, Alejandro Zaia fondatore di ART MARBELLA, Tony Dominguez de Haro curatore dell’artista Antonio Dominguez de Haro e Massimo Cedrini titolare di Excellence Gallery.
Photo: Pixrase Photography
Momenti della preview ad Art Marbella
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Art Fair
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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali
Italia
BERGAMO Bergamo Arte Fiera gennaio 2019 www.bergamoartefiera.it
MILANO MiArt 13-15 aprile 2018 www.miart.it
Grand Art 9-11 novembre 2018 www.grandart.it StepArtFair novembre 2018 www.stepartfair.com
CREMONA Arte Cremona 9-12 marzo 2018 www.artecremona.it
MONTICHIARI (BS) Expo Arte 22-23 settembre 2018 www.deaservizi.it
FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 16-18 marzo 2018 www.verniceartfair.it
16a edizione
CON IL PATROCINIO DI
MOSTRA-MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Affordable Art Fair 26-28 gennaio 2018 www.affordableartfair.com
BOLOGNA Arte Fiera 2-5 febbraio 2018 www.artefiera.it
PAVIA PaviArt 11-13 maggio 2018 www.paviart.it
PADOVA Arte Padova 16-19 novembre 2018 www.artepadova.com
PAVIA Pavia Art Talent 1-2 dicembre 2018 www.patpavia.it Aprile
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2017
www.paviart.it
PALAZZO ESPOSIZIONI P.LE EUROPA ORARI SABATO 10/20 DOMENICA 10/20 INFOLINE DEA SERVIZI CURA CARPIGNANO (PV) TEL. 0382 483430
www.verniceartfair.it
GENOVA Arte Genova 16-19 febbraio 2018 www.artegenova.org
PARMA ArtParma 3-4 e 9-11 marzo 2018 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
Arte Moderna e Contemporanea
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BARCELONA (E) Loop Fair november 15-17, 2018 www.loop-barcelona.com
TORINO Artissima novembre 2018 www.artissima.it Paratissima novembre 2018 www.paratissima.it VENEZIA La Biennale di Venezia maggio-novembre 2019 www.labiennale.org
BASEL (CH) Art Basel june 14-17, 2018 www.artbasel.com
Rhy Art Fair Basel june 14-17, 2018 www.rhy-art.com
PRESS RELEASE BERLIN| (D) BASEL FEBRUARY | 6 | 2014
Berlin Art Week september 12-16, 2018 Premier line-up of galleries at Art www.berlinartweek.de
Organizzazione
Via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair oct. 31-nov. 4, 2018 www.affordableartfair.com
DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI ZUCCA
Artisti e Associazioni Culturali in Fiera
Arte Forlì-Cesena 16.17.18 marzo 2018 Contemporanea Da 16 anni ottobre 2018 la manifestazione per gli Artisti dove www.fieracontemporanea.it l’Arte è Accessibile a tutti!
Europe
Una selezione delle Gallerie Italiane più prestigiose
VERONA ArtVerona 12-15 ottobre 2018 www.artverona.it VICENZA ArteVicenza 6-9 aprile 2018 www.artevicenza.net
Art Basel today announced detail Art Berlin place June 19 to June 22, 2014. Th september works 13-16, ranging 2018 present from the M most contemporary artists of toda www.artberlinfair.com will present a geographically dive year Statements, Art Basel's secto alongside the Galleries sector, giv placement within the show.
Positions Berlin being located in Ha With Statements renowned Basel2018 architects Herzog & september 13-16, for the Magazines www.positions.de sector and the au
While galleries from Europe will con exhibitors and artists from across the strong selection of exhibitors with sp The participating galleries have exhi
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BRUXELLES (B) Art Brussels april 19-22, 2018 www.artbrussels.com
MADRID (E) Art Madrid february 21-25, 2018 www.art-madrid.com
Brafa jan. 27-feb. 4, 2018 www.brafa.be
MARBELLA (E) Art Marbella juky 21-25, 2018 www.marbellafair.com
CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 16-18, 2018 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april 19-22, 2018 www.artcologne.com GENEVE (CH) Art Genève february 1-4, 2018 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 22-25, 2018 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january, 2019 www.art-innsbruck.at
la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art
ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014 CI contemporary istanbul september 20-23, 2018 contemporaryistanbul.com edizione 18 | 18th edition
fiera internazionale d’arte contemporanea 70 gallerie da 10 paesi · 700 artisti international fine art 20/21 century 70 galleries from 10 nations · 700 artists member of ...
padiglione | fair hall d + e · Innsbruck online tickets · www.art-innsbruck.at
ART biancoscuro 210 x 297 mm.indd 1
30.01.14 14:45
LONDON (ENG) Frieze London october 4-7, 2018 www.frieze.com London Art Fair january, 2019 www.londonartfair.co.uk
MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo april 28-30, 2018 www.artmontecarlo.ch
World CHICAGO (USA) Expo Chicago september 27-30, 2018 www.expochicago.com DUBAI (UAE) Art Dubai march 21-24, 2018 www.artdubai.ae
Art Monaco september 27-30, 2018 www.artemonaco.com MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 7-11, 2018 www.mag-swiss.com
HONG KONG (CN) Art Basel march 29-31, 2018 www.artbasel.com
MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 7-11, 2018 www.zonamaco.com
Art Paris april 5-2, 2018 www.artparis.com SALZBURG (A) Art Salzburg october 19-21, 2018 MIAMI BEACH (USA) art-salzburg-contemporary.com Art Basel december 6-9, 2018 VIENNA (A) www.artbasel.com Vienna Contemporary september 27-30, 2018 www.viennacontemporary.at ZURICH (CH) Art International Zurich september 21-23, 2018 www.art-zurich.com
NEW YORK (USA) Art NewYork may 2-6, 2018 www.artnyfair.com ArtExpo NewYork april 19-22, 2018 www.artexponewyork.com
Affordable Art Fair march 21-25, 2018 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN)
Shanghai Art Fair november, 2018
Affordable Art Fair may 18-20, 2018 www.affordableartfair.com PARIS (F) Fiac october 18-21, 2018 www.fiac.com
NEW DELHI (IND) India Art Fair february 8-11, 2018 www.indiaartfair.in
MOSCOW (RUS) Cosmoscow september 6-9, 2018 www.cosmoscow.com
www.sartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november, 2018 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march 8-11, 2018 www.artfairtokyo.com
TORONTO (CDN) Art Toronto october 26-29, 2018 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver april 19-22, 2018 www.artvancouver.net
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n una giornata di pieno inverno, lontano dalle frequentazioni tipicamente più calde, lungo l’impervio sentiero che mi portava ai siti archeologici delle grotte di Fumane, nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, osservavo il paesaggio che mi circondava e, come un film che si ripete, mi ricordava mille altri posti che avevo già visitato. Come se i nostri antichi avi cercassero luoghi simili dove lasciare (attraverso l’arte) tracce del segreto di antiche verità, libri viventi di Storia e Natura. Già solo nel raggio di pochi chilometri possiamo trovare il Ponte di Veja, che è il simbolo di quell’arco d’unione (temporale) con altri prestigiosi siti francesi (grotta Chauvet Vallon-Pont-d’arc), spagnoli e mondiali; oltre ad un territorio con pitture rupestri e resti di antichissimi insediamenti preistorici, ricco d’acqua: il Parco delle cascate Molina a Verona. Uno dei luoghi Italiani più importanti in Europa per la frequentazione sia dell’homo Neanderthalensis che dell’homo Sapiens dell’Aurignaziano, abitato dal 100.000 a.c. (ma forse anche molto prima) da antichissimi esseri provenienti dall’Africa. Seguendo il mio filo sapevo quello che stavo cercando in questi luoghi, e anche che lo avrei trovato attraverso l’arte. L’art’è la prima disciplina della Crea_Evoluzione della vita, da sempre nel suo attuarsi conserva memoria del segreto del suo esserci, della sua origine, e solo anime ancora primordiali lo sanno cogliere. Per comprendere e non perdere il filo, nelle puntate precedenti abbiamo iniziato a mettere dei punti fermi: nel primo abbiamo definito la funzione dell’arte nella società, ossia la sua capacità di creare ed evolvere un pensiero critico e lungimirante; nel secondo abbiamo compreso che l’arte è la prima disciplina dell’ umano, che grazie ad essa ha modificato la propria forma nello spazio/tempo, partendo dalla culla dell’umantà, l’Africa; nel terzo abbiamo imparato che, attraverso l’arte, l’anima dell’essere umano ha attuato e attua il proprio pensiero per essere ciò che é oggi, qualcosa di diverso in Natura, per arrivare a guidarsi dal suo interno. Questi sono punti nodali che andremo nel tempo a congiungere con altri, per ottenere una linea che ci porterà a comprendere la nostra stessa natura, attraverso la potenza della stessa Storia dell’arte. Questa linea è già stata tracciata
Ponte di Veja - © Photo by Adele Arati
[3ª puntata]
Il segreto di antiche verità
Parco Naturale della Lessinia
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dal pensiero dei primi artisti, e a noi comunicata attraverso la nascita delle tecniche dell’arte. Le loro origini risalgono all’archeoStoria, ma sono visibili nel loro percorso nell’arte Parietale e Mobiliare. Tecniche potenti e chiavi interpretative dalla semplicità complessa nel loro dispiegarsi. Così gli esseri Preistorici hanno dato forza alle loro opere, raccontandone il lato nascosto e segreto e così preservandolo dallo scorrere del tempo, per farlo arrivare fino a noi. Hanno utilizzato tecniche e strumenti di pensiero simbolico che si fondano sulla confutabilità, come diceva il filosofo Karl Popper: “Finchè una teoria non è completamente confutabile è vera e reale, il pensiero è la somma di parziali realtà non ancora falsificate e il futuro dipenderà da questo”. In sintesi, queste tecniche presero vita nella prima fase della Storia dell’arte, in un periodo che va dal Messiniano al Pleistocene, sino all’Olocene. Recenti scoperte del 2011, pubblicate su “Nature” nel 2015, hanno ricondotto la fabbricazione dei primi strumenti alla specie Hominina k. Platyops, nota per avere abitato il Turkana occidentale in Africa 3,5 milioni di anni fa (quasi 1 milione di anni più antichi dei primi fossili di Homo), queste scoperte hanno sconvolto lo scenario della nostra evoluzione. Harmand e Jason Lewis (paleoantropologo), hanno ritrovato 19 utensili litici molto più grandi di quelli olduvaiani, ricavati con una diversa tecnica di scheggiatura, come se fossero stati prodotti e utilizzati da giganti, vista la loro dimensione. Gli esseri umani, partendo dall’Africa, raggiunsero l’Europa, sino a congiungersi ad altri sugli Urali, per poi diffondersi in tutto il mondo, adattandosi a un ambiente diverso da quello di provenienza. In questo spazio di tempo, attraverso le tecniche artistiche, hanno Crea_R_Evoluto la loro struttura morfologica e biologica, sino ad arrivare alle due prime importanti manifestazioni culturali: l’arte Parietale, detta anche delle Caverne, operata su materiali fissi, pareti, soffitti e ripari sotto roccia; e quella Mobiliare eseguita con materiali mobili, su avorio, osso, pietra calcarea e argilla. Le tecniche sono utilizzate con strumenti complessi, consapevoli e utilizzati intelligentemente, sfruttando il rilievo naturale dei materiali che le ospitavano, giungendo a ideare il disegno, il colore, la pittura, la scultura con il modellato in argilla, il suono, la danza, il movimento delle figure, anticipando idealmente la cinematografia, dando vita al linguaggio,alla Ponte di Veja - © Photo by Adele Arati
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scrittura e alla nostra Storia. Nella culla dell’umanità in Africa troviamo giacimenti intenzionali di frammenti d’ocra, pitture, gusci con incisioni geometriche e sculture monolitiche, rappresentanti antiche credenze, risalenti dai 200.000 ai 70.000 ac. Tecniche presenti anche a Fumane, che hanno dato vita alla figura antropomorfa in ocra dello Sciamano, scoperta dal Prof. A. Broglia nel 1996, oggi in esposizione al museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna D’Alfaedo. La curiosità è che lo stesso Sciamano l’ho potuto ammirare alla Grotta del Genovese, in Sicilia, datata al 9680 a.c., oltre che in altri posti precedentemente visitati, fino ad arrivare nella Val Camuna. Inoltre, dai livelli musteriani della grotta di Fumane, risalenti a 44-45 mila anni fa, sono emersi di recente altri straordinari reperti, alcuni ossicini di uccelli con la straordinarietà di avere microscopici, ma nettissimi, segni di tagli intenzionali effettuati con schegge di pietra, in modo da rimuovere le penne per decorarsi; né più né meno come gli indiani d’America. Ricordiamo anche che nel 1995 in Slovenia, nella Grotta di Divjebabe I, è stato trovato un flauto antico di 43.100 anni. Tutto questo è stato ricondotto ai Neanderthal, che ad oggi risultano molto più pensanti di quello che si era creduto fino a qualche decennio fa. Ma che cosa ci hanno voluto comunicare, e perché il suono era così importante? Anni fa, visitando altre pitture rupestri di una grotta italiana dello stile classico, mi trovai di fronte a un disegno incredibile, identico a uno che avevo io stessa creato in precedenza per descrivere la sintesi di una mia ricerca scientifica. Per me quel tracciato aveva un significato teorico simbolico. Dopo il primo stupore e una grande commozione, fu anche una conferma: nell’arte preistorica, un antico sapere è stato tramandato da artista ad arti’Stà e nascosto nella sua stessa storia, per essere poi svelato in un’epoca pronta a saperlo ascoltare e comprendere. Il nostro Quarto Punto è: L’arte è la traccia del suono del sapere, prodotto nel nostro passaggio di anime nello scorrere dello spazio/tempo in questo universo. Questi primi artisti, donne e uomini, ma semplicemente anime esistenti, non erano poi così diversi da noi, non abitavano nelle grotte, ma nei ripari delle loro entrate, cacciavano e raccoglievano piante per cibarsi e curarsi, ma soprattutto socializzavano, amavano, si domandavano Grotte di Fumane - © Photo by Adele Arati
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Per maggiori informazioni www.premioceleste.it/ adele.arati
quale fosse il loro posto nell’habitat che li circondava e già avevano un’etica sulla Crea_R_Evoluzione della vita e della morte. Tutto questo lo hanno espresso attraverso quelle tecniche sopra accennate e che, 6 milioni di anni dopo, sono state perfezionate e ci hanno tramandato antiche verità sulla creazione, Ad esempio il Ponte di Veja, che troviamo presente nel dipinto di Andrea Mantegna, riprodotto a Mantova nel Palazzo Ducale, all’interno degli affreschi della Camera degli Sposi. Sono noti la passione archeologica del Mantegna ed il collezionismo dei Gonzaga, nel 1488 Francesco Gonzaga inviò Mantegna dal Papa a Roma, e nel viaggio, tramite Melozzo degli Ambrogi, passò in visita alla bottega di Domenico il Ghirlandaio, in cui conobbe il giovanissimo Michelangelo, influenzandolo per sempre nel suo pensiero, quello poi espresso negli affreschi della Cappella Sistina. André Leroi Gourhan, archeologo e antropologo francese, ha definito questo percorso come “tecnico e strumentale di pensiero simbolico, in cinque stili differenti”, a seconda del periodo temporale di appartenenza. Li vedremo nel prossimo numero (insieme ad un sesto stile...). A questo punto, neppure il freddo pungente di una giornata invernale può fermare questo nostro cammino nella Storia dell’art’é, ma solo accelerarne il passo, per giungere al caldo cuore della potenziale verità della nostra esistenza, che con un balzo ci porterà nella “magia” dell’arte Mobiliare e Parietale. Adele Arati
Grotte di Fumane - © Photo by Adele Arati
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Biblioteca - digital art, stampa su tela, anno 2016, 121,6x100 cm.
Karin Monschauer La trama cromatica ed il suo tempo
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arin Monschauer, nata nella città di Lussemburgo nel 1960, è un’artista che subentra solo recentemente nel panorama artistico internavisione. Le opere che ci presenta sono acute, realizzate con alternanza di colori sgargianti, ed hanno ben più di una semplice composizione, sono addirittura coinvolte da un approccio matematico chiaro, stabilito attraverso la ritmica, che
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prevede certamente lo studio e l’interesse per artisti come Kandinskji e Mondrian. La sua tecnica risiede sicuramente in una visione più contemporanea, intensificata attraverso l’utilizzo di programmi per la grafica contrapposta ad una pratica e ad una fitta conoscenza del colore. Un altro legame tecnico con il passato, lo troviamo in quei lavori “prodotti a mano”, come ad esempio il ricamo sulle maglie che ha realizzato durante i suoi
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Untitled digital art, stampa su tela, anno 2017, 70,4x96 cm.
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anni di studio, in cui esplorava la tecnica del mezzopunto, attraverso un gioco di forme geometriche e di colori vibranti. Del 2016, troviamo lavori come “Kachelofen”, oppure “Untitled” e “Rohre” (queste ultime del 2017), in cui la traccia diventa più marcata, più digitale, i colori si identificano e si muovono, come se si trovassero all’interno di una danza composta e composita, in un frenetico intreccio alchemico fatto di visioni cromatiche e forme geometriche che ci riconducono all’idea degli antichi tappeti persiani. Nell’opera “Biblioteca” del 2016, invece, possiamo trovare delle similitudini con un’installazione, presente in Spagna, precisamente al MUSAC, Museo di Arte Contemporanea di Castilla y León, in cui tutte le finestre dell’intero edificio, sono state ottenute dalla digi-
Le rivoluzioni artistiche infrangono alcune leggi dei loro linguaggi, scoprendo così nuove forme del mondo e della sua rappresentazione, che a loro volta obbediscono a criteri rigorosi.
”
Claudio Magris
Untitled - digital art, stampa su tela, anno 2017, 160 x 100 cm.
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talizzazione di una vetrata della cattedrale gotica, situata nella città di León. La tecnica si lega al tempo e il tempo si lega alla tecnica, in un luogo completamente diverso, riconducendo il tutto ad una essenza fatta di forme che, ripetute all’infinito, creano una scrittura leggibile attraverso il colore e la sua percezione. L’arte di Karin Monschauer, si addentra in un vortice continuo e infinito di varie possibilità, che inevitabilmente crescerà nel tempo. Le sue creazioni, pur essendo molto giovani, hanno già avuto un trampolino di lancio attraverso due mostre personali, la prima realizzata a Lussemburgo, la seconda in Svizzera con “Digital Art”, stampe su tela, Lycée de GarçonsEsch/Alzette e “Digital Art”, stampe su tela, Spazio Ambiente Locarno, rispettivamente nel 2016 e nel 2017. Sempre nel 2017, ha partecipato alla Biennale di Firenze e a quella tenutasi a Venezia, al Miami meets Milano, USA, ad ArtePadova, al Premio Andrea Mantegna e al Premio Lorenzo il Magnifico.
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Röhre digital art, stampa su tela, anno 2017, 90x90 cm.
Kachelofen digital art, stampa su tela, anno 2016, 220x120 cm.
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Giungla digital art stampa su tela anno 2016 120x90 cm.
L’arte, ci dimostra ancora una volta, che, l’infinità tecnica, scrutata e studiata con passione ed entusiasmo, consegna al mondo un approccio sempre nuovo e artisti sempre più innovativi e sperimentali... Del resto, cosa può richiamare di più un artista se non l’insaziabile curiosità umana? Mario Gambatesa
Untitled - digital art, stampa su tela, anno 2017, 49,5x49,5 cm.
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR a destra per visitare il sito dell’artista
INFO Facebook.com/KarMonArtista www.karinmonschauer.ch
Schöne Neue Welt - digital art, stampa su tela, anno 2016, 120x120 cm.
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Fernand Greco Vincitore del Premio MAG
assegnato da BIANCOSCURO
D L’Artista Fernando Greco
Profond retournement
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Vincenzo Chetta, direttore di BIANCOSCOSCURO assegna il premio a Fernando Greco
ella sua tesi di laurea sul tetano per il Dottorato in medicina, ha mantenuto la passione per i vecchi arnesi arrugginiti ai quali riesce a dare nuova vita. Nelle opere di Fernando emerge la sua passione, è evidente la motivazione che lo porta a creare, lavora il ferro essenzialmente per piacere che prova a entrare in contatto con la materia grezza, con il “ruvido”: perchè ogni sua creazione è una lotta. Torce, raddrizza, taglia e soprattutto salda, fonde e devia gli oggetti dalla loro destinazione primordiale. Per lui la creazione è uno sfogo, la creazione è una forma di espressione, è una terapia. L’arte è per Fernando, emozione: emozione di un luogo, è un momento, è una nota musicale, ma soprattutto in lui l’arte è scambio, condivisione, parola oggi molto inflazionata, che ha perso il vero significato, ma che ricordiamo abbia origine dalla radice latina cum e dividere, dunque spartire insieme con altri e/o avere in comune con altri. La sua rottura con l’accademismo non è una linea guida, a volte gli piace tornare alle origini osservando in maniera scrupolosa le forme tradizionali, per poi finire come al solito per stravolgerle completamente. Per Fernando ogni mostra o evento è una buona opportunità per incontrare persone nuove, è un’opportunità per portare a casa un altro aspetto, un’altra modalità di pensiero. Greco ha iniziato a creare da solo, da autodidatta, per poi aggiungere alle sue conoscenze quelle di altri artisti realizzando
“RESISTANCE” serie di opere realizzate insieme ad alcuni studenti di Valence.
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L’opera “Resistance” è stata creata in collaborazione con il liceo Montesquieu di Valence, è stata selezionata dal Ministero della Difesa Francese e la sua realizzazione è stata oggetto di un film mostrato durante l’inaugurazione il 21 giugno 2017 alla presenza delle autorità e degli studenti. La realizzazione dell’opera e relativa lavorazione è stata possibile grazie al sostegno di “Etablissements Bonhomme” e “Société de traitement des matériaux - STM”. L’opera si trova attualmente davanti al “Museo della Resistenza” a Vassieux-en-Vercors, Francia.
opere a più mani. Insomma per Fernando ogni occasione è buona per fondere varie conoscenze, vari linguaggi, varie forme artistiche in un unico calderone e da questo unico calderore estrapolarne arte unica, la sua! Vincenzo Chetta
MIGRANTI in mostra all’ingresso della chiesa Saint Andre a Lyon, durante la Biennale di Arte Sacra. L’opera alta 3 metri pesa 1 tonnellata.
INFO fernand.greco@wanadoo.fr http://fernandgreco.weebly.com Le opere di Fernando Greco sono in permanenza presso: Galerie BOST - Valence (Francia) Baz’art des mots - Hauterives (Francia) Ets Bonhomme - Montélier (Francia) La Gazzetta - Grenoble Voiron (Francia) Hip Hop
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Atefeh Hosseini L’artista iraniana, ispirata dalla natura
Untitled - acrilico su tela, anno 2016, 27x21 cm.
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tefeh Hoseini, artista nata nel 1972 a Teheran, in Iran, inizia la sua carriera nel 1998 con la Laurea in Linguistica in lingua russa ed il conseguimento del Diploma d'arte in Pittura presso il Cavendish College, nel Regno Unito. Ottiene inoltre il Certificato in Disegno dall'Università di Teheran nel 2005 e frequenta il corso di Storia dell'arte contemporanea con Mr. Moslemian ed Etminani. Partecipa a diverse mostre in Iran, con la sua pittura genuina e sostanziale, che ne racconta l'essenza. Dipingere aiuta l'artista a superare le tante difficoltà e a raccontare la vita allo spettatore. La sua pittura è ispirata alla natura, nei suoi quadri infatti, gli alberi sono segni e simboli di crescita nella vita. L'uso di vari mezzi e materiali insieme al colore dell'oro, indica il movimento inarrestabile della l vita che scorre in natura. s
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tefeh Hoseini - Painting Artist Was Born in 1972 in Tehran, Iran Artistic Career since 1998 Bachelor of Lingustics in Russian Language Diploma of Art in Painting from Cavendish College in UK Certificate in Drawing from Tehran University in 2005 History of Contemporary Art Course in 2 Years Painting Courses with Mr. Moslemian and Etminani. Participation in several exhibitions in Iran, painting is genuine and substantive, and tells the gist, so it is more successful in essence of mind. It helps the artist to break from restrictions and return back the viewer to life. Her painting are inspired by nature. Trees are signs and symbols of growth in life. The use of various medium and materials along with gold color indicates unstoppable movement of life l flowing in nature. s
atefehhosseinii53@yahoo.com
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L ANGAGE,
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ST YLE...
L’opera “Fragmentation” sarà in mostra ad Arte Genova, dal 16 al 19 febbraio 2018, presso lo stand della Galleria Farini posizionata all’interno della sezione grandi gallerie che la fiera riserva agli espositori di prestigio.
INFO www.flora-artiste-peintre.fr FRAGMENTATIONS - tecnica mista, 100x100 cm.
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Manola Andreani
andreanimanola@gmail.com www.manolaandreani.com Studio in Pisa
Il suo linguaggio più intimo
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asce a La Spezia nel 1974, si diploma al Liceo Artistico di Carrara e frequenta l’Accademia di Belle Arti, proseguendo gli studi artistici che la porteranno a prediligere il campo della pittura. A Firenze viene in contatto con numerosi artisti che contribui-
ranno alla sua formazione artistica. Dopo il periodo fiorentino, ritorna a La Spezia e, spinta dal suo caratteristico entusiasmo, decide di dare vita all’associazione culturale Berthe Morisot in onore della nota ritrattista impressionista; proprio in quel periodo la sua produzione si intensifica nel genere del ritratto, elencando tra le proprie opere anche numerosi ritratti di personaggi di spicco del mondo politico e artistico, oltre a realizzare, per un noto pub londinese, una serie di ritratti relativi al mondo di William Shakespeare. Continuando nel frattempo lo studio del colore e della forma,
ma soprattutto della materia, comincia a intraprendere anche un percorso astratto-informale utilizzando svariate tecniche di pittura su diversi tipi di superficie. Oggi Manola sta ampliando la propria espressione pittorica sperimentando nuove tecniche, derivanti soprattutto dalla sua predilezione per la creazione dei materiali e del colore come espressione più eloquente della comunicazione e del linguaggio universale dell’amore. Partecipa inoltre a collettive in varie città italiane, come Pietrasanta, Milano, Carrara, Padova, Pisa l e Roma. s
Il bacio - olio tela, anno 2017, 20x70 cm.
“La pittura e la scultura sono il palcoscenico del mio mondo, cioè il linguaggio più intimo e privato dell’espressione del mio essere, perchè nell’amore, tutto è avvenimento!” Manola Andreani
Femminilità - tecnica mista tela, anno 2017, 100x100 cm.
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Carloluigi Colombo La verità nascosta nella realtà universale
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arloluigi Colombo nasce a Faenza nel 1981, pittore, scultore e ceramista, inizia la sua attività artistica nel 1999 totalmente da autodidatta, infatti non ha mai frequentato alcuna scuola o accademia d’arte. Dopo un primo periodo di formazione (1999 – 2002), segue il periodo denominato “onirico” (2002 – 2011) che sarà niente altro che il preludio all’attuale periodo “Esorinista” (dal 2012 ad oggi). Il termine Esorinismo è stato coniato dallo stesso artista nell’anno 2013, indicando il suo personale surrealismo di natura esoterica, o per meglio dire ermetica, dove tramite originali geroglifici, vuole pervenire alla contemplazione e comprensione della verità nascosta nella realtà universale, sensibile e intelligibile. Ha esposto in numerose mostre, spesso con accoglienza calorosa per l’oril ginalità e la bellezza dell’opere. s
Sopra: Olocausto atomico - tecnica mista su tela, anno 2017, 80x90 cm. A sinistra: 2067 una odissea nello spazio anno 2017, tecnica mista su tela, 80x90 cm. A destra: Il gallo anno 2017, tecnica mista su tela,70x 80cm.
carlo.luigicolombo@yahoo.it http://colombograndchiren.wixsite.com/ colomboartist Atelier in Riolo Terme - Ravenna
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Le immagini di Sheila McKinnon Nelle sue fotografie, i problemi del nostro tempo
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a fotografia cattura le realtà della nostra società più di ogni altra forma di comunicazione visiva. Il lavoro di Sheila McKinnon pone l’attenzione su alcuni dei più pressanti problemi del nostro tempo: i diritti delle donne e l’educazione delle ragazze, e cambiamenti climatici. La sua mostra “Invisible Light”, visitabile dal 14 al 24 febbraio nella Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina a Roma, è patrocinata dall’Ambasciata del Canada e dal Kyoto Club. Sheila McKinnon è una rinomata fotografa, giornalista e artista multimediale, di origini canadesi, ha vissuto la maggior parte della sua vita in Italia. Ha lavorato per le principali testate a livello mondia-
le, come The New York Times, Newsweek e Condé Nast, e vanta numerose pubblicazioni italiane, come la Repubblica, il Messaggero, Corriere della Sera, l’Espresso. McKinnon ha collaborato con organizzazioni umanitarie ed agenzie, tra le quali citiamo UNICEF, FAO, UNFPA, IDLO, ed ha partecipato ad importanti esposizioni al Museo di Roma in Trastevere, al Palazzo Ducale a Genova, al The Robert F. Kennedy International House of Human Rights a Firenze, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, senza dimenticare che occasione del G8 a Siracusa, nel 2009, la sua mostra Invisible Women è stata presentata dal Ministero dell’Ambiente italiano. Ha pubblicato diversi libri e le sue opere sono ri-
©sm red leaves
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©sm gold water
cercate da collezionisti in tutto il mondo, oltretutto una selezione di 22 immagini di grande formato fa parte della collezione permanente del patrimonio culturale dell’Italia. Sheila è una dei pochi fotografi che offre un’originale prospettiva dei problemi della nostra società mondiale, il suo lavoro sensibilizza gli spettatori sulla dignità che traspare dalle immagini che documentano le attività eseguite dalle donne e dalle ragazze in paesi in via di sviluppo, con condizioni sociali che le lega ai sistemi nei quali sono inoculate (la continuità dei costumi e la tradizione di leggi ed atteggiamenti in corso da generazioni). Nelle sue immagini riguardanti il clima, McKinnon espone la bellezza del nostro pianeta, riassumendo
©sm Morocco desert kids
l’impetuosità atmosferica che aleggia sopra e sotto, in una tavolozza pittorica di spettacolari colori e disegnando la naturale fenomenologia che sgorga dalla pancia della terra. La sua fotografia e il processo creativo con cui viene presentata invitano a una discussione che dovrebbe espandersi attorno a tutto il globo su vari livelli, dagli effetti del cambiamento climatico alle popolazioni migranti, al nostro approvvigionamento di cibo e acqua e ai tanti svariati modi in cui la nostra reale esistenza è minacciata dall’invasione del cambiamento climatico. Sheila cerca di aprire gli occhi a tutti, anche a chi non vuol vedere al di là del proprio naso. Rebecca Maniti
©sm Yemen PAILS
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Sheila McKinnon was born in Canada and has spent most of her life in Italy. She has worked as a photographer and journalist in Africa, Asia, Europe and the Near East for various European and North American publications such as The New York Times, Newsweek, The International Herald Tribune, The Los Angeles Times, Die Welt, Beaux Arts Magazine, Saveur Magazine, the Toronto Globe & Mail, Elle Spain, Elle Hungary and most of the major Italian publications. She has worked in collaboration with various humanitarian organizations and un agencies such as UNICEF, the FAO, UNFPA, IDLO, La Comunità di Sant’Egidio, Africare, Aidos and others. Recent photography books: Born Invisible, published by Gangemi Editore, Rome, June 12, 2014. Born Invisible sponsored by the Fondazione Edoardo Garrone, Genoa, Italy, 2011. Invisible Women sponsored by the city of Rome, Italy, 2006. The Sacred Fire: photography of Indian weddings by Logart Press, Rome, Italy, 2001. On Their Side: the Convention of the Rights of the Child for UNICEF, 1999. The Islands Of Italy, published by Houghton Mifflin USA. 1992 Personal photography shows: Born Invisible at the Robert F. Kennedy Int House,
Florence, May, 2015. Born Invisible at the Museum of Rome in Trastevere, June 5 – September 28, 2014. Invisible Women at the FAO Gender network conference, Rome, March 4, 2014. Born Invisible at the Palazzo Ducale in Genoa, Italy, February 2011. Invisible Women and the environment was hosted by the Italian Ministry of the Environment on the occasion of the pre G8 meetings in Syracuse, Sicily, in April 2009. Invisible Women, an exhibition of women in the developing world was inaugurated in Rome and presented in various Italian cities 2006 – 2008. On Their Side, a photographic exhibition created expressly for UNICEF on the rights of the child was first presented in Rome in 1999 at the Palazzo Delle Esposizioni and later was seen in cultural institutions and civic spaces throughout the peninsula. A selection of 24 large format images from the archives of Sheila McKinnon are hung in the public reception spaces of the Italian Ministry of Environment in Via Condotti, Rome. These works are part of the permanent collection of the cultural patrimony of Italy. In July, 2016, the photograph “Jaipur Woman with Rocks” was purchased to be included in the collection of the Kasser Mochary Foundation..
©sm Mali boat
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INVISIBLE LIGHT
Mostra fotografica di Sheila McKinnon 14 febbraio – 24 febbraio 2018 Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina, Roma Dal lunedì al venerdì 10.00-18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.sheilamckinnon.com
A sinistra: in alto il cortile del Complesso di Vicolo Valdina; in basso l’interno della Sala del Cenacolo
©sm Vietnam blue girl
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James Nachtwey La Memoria fotografata
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…dovremmo smettere di definirlo un fotografo di guerra. Bisogna vedere in lui un uomo di pace, uno che per desiderio di pace va in guerra e si espone per creare la pace, partendo da un odio sconfinato per la guerra e da un amore sconfinato per gli esseri umani.
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Wim Wenders
Un uomo attraversa i campi al confine con la Serbia, 2015 © James Nachtwey
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a fotografia immortala un’immagine, l’immagine diventa testimonianza e quest’ultima si trasforma in memoria, singola ed imparziale, che, rivolta alla massa diventa collettiva, trasformandosi in un linguaggio, un momento rubato, descritto
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e insignito in un’unica verità. Questo è il pensiero, ed in esso il lavoro, di James Nachtway, uno dei migliori fotografi del nostro tempo. Nato a Syracuse, stato di New York nel 1948, studia storia dell’arte e scienze politiche, con la sua macchina fotografica, destinata ad essere un inse-
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parabile compagna di viaggio, inizia la sua carriera nel 1981, da lì in poi partirà per ogni angolo del mondo realizzando innumerevoli reportage. Attraverso il suo obiettivo documenta la guerra in Cecenia e in Libia, i disordini in Irlanda del Nord, il genocidio in Ruanda, la carestia in Sudan e in Somalia, la guerra alla droga nelle Filippine, il conflitto israelo-palestinese e soprattutto le vicende dell’Afghanistan, immortalando la resistenza verso l’occupazione sovietica, la guerra civile afgana e la recente offensiva contro i Talebani nel 2001. Le tematiche affrontate da Nachtwey ed esposte al pubblico a Palazzo Reale di Milano dal 1 dicembre 2017, sono la povertà, il crimine, la guerra, l’inquinamento industriale, tutti argomenti di forte impatto, rappresentati con lo scopo di poter sensibilizzare il pubblico, con la speranza, forse utopica, di poter accedere ad un processo di cambiamento,
A destra: Una madre accudisce il figlio malato di epatite E in un ospedale nel Darfur, 2004 © James Nachtwey Sotto: Inizio della seconda Intifada. Cisgiordania, 2000 © James Nachtwey
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attraverso i suoi reportage, come fossero una forma di intervento in favore della pace, lui stesso scrive: “Il mio lavoro fotografico ha a che fare con ciò che di primordiale prevale negli uomini quando le regole della civiltà e della socializzazione vengono infrante… A quel punto, a comandare è la legge della giungla. […] Nel mio lavoro cerco di applicare qualcosa di spirituale, essenzialmente, la compassione”. Sono queste le parole che nascono dal pensiero profondo di un uomo che ha fatto della sua passione un lavoro, nel tempo, gli sono stati insigniti numerosissimi premi, il Common Wealth Award nel 2001, il Premio Dresda, l’Alfred Eisenstaedt Award, l’International Center of Photography Infinity Award e per ben cinque volte, il Robert Capa Gold Medal, per le doti di coraggio dimostrate sul campo. L’esposizione delle
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duecento immagini, organizzate in diciassette sezioni, potrà essere ammirata fino al 4 marzo prossimo. Prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, la mostra ha comedigital imaging partner la Canon, ed è realizzata con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione Forma per la Fotografia. Il suo lavoro fatto di storie e di avvenimenti crea una forte testimonianza nella quale si legge chiaramente, la tragedia negli occhi di ogni singolo uomo.La sua dichiarazione «No alla violenza, si alla pace», è leggibile in ogni sua opera, come è chiaro lo sguardo di chi è riuscito a sopravvivere alla brutale follia umana, immortalata attraverso l’occhio indelebile ed imparziale della fotografia. Mario Gambatesa
”
Sono stato un testimone. Ho dato conto della condizione delle donne e degli uomini che hanno perso tutto, le loro case, le loro famiglie, le loro braccia e le loro gambe, la loro ragione. E, al di là e nonostante tutte queste sofferenze, ciascun sopravvissuto possiede ancora l’irriducibile dignità che è propria di ogni essere umano. Le mie fotografie sono la mia testimonianza. James Nachtwey
Un soldato croato bosniaco spara contro i musulmani bosniaci. Mostar, Bosnia-Erzegovina, 1993 © James Nachtwey
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JAMES NACHTWEY Memoria
01 dicembre 2017 – 04 marzo 2018 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 199 151121 mostre@civita.it Lunedì 14.30-19.00 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 09.30-19.30 Giovedì e sabato 09.30-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzorealemilano.it
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Crollo della torre sud del World Trade Center. New York, USA, 2001 © James Nachtwey
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Ho voluto diventare un fotografo per essere un fotografo di guerra. Ma ero guidato dalla convinzione che una fotografia che riveli il volto vero della guerra sia quasi per definizione una fotografia contro la guerra. James Nachtwey
Ida De Vincenzo
artista plástica idadevincenzo@gmail.com
www.idadevincenzo.com
Chiesa tecnica mista su tela, 60x80 cm.
Laureana tecnica mista su tela, 80x60 cm. 107
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Grande successo per Lercara Gli attimi del fotografo torinese da Res Publica “Nell’intimità del momento, sottolineata anche dalla luce naturale, nasce un’immagine che racconta una storia vera, fatta di persone “normali”, ognuna con un passato intenso, un importante presente e un futuro sempre e comunque in divenire.”
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Tre delle fotografie del progetto “Tattoo” di Alessandro Lercara
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o scorso dicembre, all’interno del cortile di Via dei Mille a Torino, è stata inaugurata la personale di Alessandro Lercara, dal titolo evocativo “Tattoo”. Lercara ha già toccato diversi campi della fotografia, affiancando famosi fotografi di moda e industriali, oltre che eseguendo, per la nota agenzia LaPresse, lavori di fotogiornalistica e sportivi. Dal 2005 lavora come free-lance e prosegue il suo percorso collaborando con importanti agenzie e aziende nazionali. Pur essendo ormai specializzato nel settore industriale, segue con passione diversi progetti artistici, basati sulla ricerca creativa e sulla tecnica. Ecco dunque l’occasione grazie alla quale abbiamo potuto ammirare il suo ultimo progetto fotografico: Res Publica – Galleria d'Arte Democratica, ha esposto le immagini raffiguranti non solo i tatuaggi, ma anche la vita stessa dei soggetti immortalati. Un'indagine sociale, dunque, che non mette al centro della scena il tatuaggio, ma la nostra contemporaneità. Segni indelebili lasciati sulla pelle che hanno una storia da raccontare come il trascorso delle persone che li hanno scelti. I protagonisti del progetto, messi a nudo e osservati da un occhio discreto che guarda e non giudica, aprono le porte delle loro abitazioni, si spogliano (anche metaforicamente) di tutto, per svelare il loro mondo. L'intimità del momento è sottolineata dalla scelta del fotografo di ritrarli con una luce naturale, in bianco e nero, predisponendo la macchina sul soffitto. Le persone abitano i loro spazi serenamente e Lercara, lontano dalla scena, scatta. La scelta di utilizzare pochissima post-produzione rende tutto ancora più vivo e vero. Flavio Ennante
comune di Vicenza
in collaBorazione con Kröller-Müller MuseuM, otterlo, the netherlands
Main sponsoR
Vicenza Basilica Palladiana 7 ottoBre 2017 8 aPrile 2018
Vincent van Gogh il ponte di Langlois a arles, 1888 colonia, Wallraf-Richartz-Museum & Fondation corboud, collezione di dipinti, acquistato nel 1911, inv. n. WRM 1197 © Rheinisches Bildarchiv, rba_d000216
info e prenotazioni 0422.429999 - www.lineadombra.it
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La M2 sul muro dell’HangarBicocca Un metrò della linea verde M2 di Milano realizzato dai brasiliani Os Geomeos
I Tutte le foto courtesy of the artits and Pirelli HangarBicocca photo by Sha Ribeiro
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l progetto “Efêmero” è il primo intervento programma “Outside the Cube”, dedicato alle forme d’arte legate al contesto urbano. In occasione dell’edizione inaugurale, Os Gemeos, letteralmente “i gemelli”, pseudonimo dei fratelli Gustavo e Otávio Pandolfo (1974, San Paolo, Brasile), hanno presentato il loro primo grande murale in Italia. Il progetto occupa una superficie di mille metri quadrati all’esterno dell’edificio del Cubo di Pirelli HangarBicocca. Prendendo ispirazione dalla storia dell’edificio, struttura ex industriale, dove nel secolo scorso si fabbricavano locomotive di treni, e dalla vicinanza della linea ferroviaria che corre parallela, Efêmero ha ricreato in scala monumentale la silhouette di un vagone metropolitano, che proietta il contesto locale in un viaggio immagina-
rio. Curato dall’artista e scrittore Cedar Lewisohn, autore di diverse pubblicazioni e curatore della mostra “Street Art at Tate Modern” del 2008, il murale dei Os Gemeos rappresenta un vagone metropolitano, visibile ancora fino ad aprile 2018. Il duo artistico, con una formazione radicata nella cultura hip-hop e dei graffiti “wildstyle”, ha sviluppato a partire dagli anni Ottanta un lavoro colto e riconoscibile, caratterizzato dalla presenza di paesaggi onirici e figure poetiche che attingono ad una vasta gamma di riferimenti culturali, sociali e politici nonché ai colori, alla natura e al contesto urbano di San Paolo. Rebecca Maniti INFO www.hangarbicocca.org www.osgemeos.com.br
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Gli “Os Gemeos” si sono ispirati al design vintage delle vecchie carrozze della linea 2 di Milano, detta anche “M2” o “la verde”, la cosa più complessa è stata mettere in prospettiva la figura del ragazzo Guarda il video della su YouTube https://youtu.be/a6N9HoejkIY
Titolo Efêmero Street Artists Os Gemeos Facebook.com/osgemeos Foto Sha Ribeiro Photography sharibeiro.tumblr.com Location Pirelli Hangar Bicocca Milano (IT) Via Chiese 2
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Prossimamente Impressionismo e Avanguardie Arte italiana dal Dopoguerra al Sessantotto Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia
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