biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 27 - aprile/maggio 2018 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
In questo numero
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Dürer e il Rinascimento Il Maestro di Norimberga arriva a Milano miart 2018: il presente ha molte storie A fieramilanocity dal 13 al 15 aprile BAC Winter Edition Partecipanti, finalisti e vincitori ICONS! La realtà viva di Steve McCurry La Puglia e la tecnica preistorica L’arte Parietale, Mobiliare e il cammino dell’Essere
Gianmaria Potenza Il genioBassani veneziano Andrea
in due prestigiose mostre a Firenze “Lo scultore della tela”
ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
14a fiera d'arte contemparanea 14th contemporary art fair Montreux Musi c & Convention Centre 7 - 11.11.2018 mag-swiss.com
Mi\G
Montreux Art Gallery
Salon d'art contemporain
MARK
KO S T A B I
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BIaNCOSCURO art contest In palio:
copertine sulla rivista d’arte Biancoscuro mostre personali in prestigiose location targhe di merito mostre in prestigiose Art Fair pubblicazioni sulla rivista inserimenti sull’Art Shop e-Book personali condivisibili sui social network
Premiazione finale a Monte-Carlo
pittura scultura fotografia grafica
artcontest.biancoscuro.it INFO viale indipendenza 26, Pavia tel. +39.0382.1902778 artcontest@biancoscuro.com
biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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L’Editoriale di Vincenzo Chetta
BAC Winter Edition Partecipanti, finalisti e vincitori
Dürer e il Rinascimento. Il Maestro di Norimberga arriva a Milano
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miart 2018: il presente ha molte storie. La ventitreesima edizione a fieramilanocity dal 13 al 15 aprile
L’Arte giapponese di Hiroshige. Il Maestro della pioggia e della neve
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In copertina:
Gianmaria Potenza Il genio veneziano in due prestigiose mostre a Firenze. Il servizio a pag. 40
ICONS! La realtà viva di Steve McCurry
La funzione civile e politica Artgenève, il “salon d’art” dell’Arte alla GAM di Torino. L’arte Più di una semplice fiera! rivoluzionaria di Renato Guttuso Impressionismo e Avanguardie. Il fiore all’occhiello del Philadelphia Museum of Art
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Luci del Nord al Forte di Bard. Il racconto della Normandia degli Impressionisti
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Al Forte di Bard “il nostro pianeta e le specie con cui viviamo”. Il Wildlife Photographer of the Year
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Frank Horvat ai Musei Reali. La fotografia è l’arte di non premere un bottone 080
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art KARLSRUHE: Art. Space. Emotion.
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Chiude in bellezza Vernice Art Fair. A Forlì la fiera dedicata ad artisti soddisfa gli espositori
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Shio Kusaka: prima volta in Italia. Gagosian presenta la sua Arte
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La Puglia e la tecnica preistorica. L’arte Parietale, Mobiliare e il cammino dell’Essere [4ª puntata]
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Street Art. Berlino
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Over The Cover: Ignazio Fresu Installazione “Oggetti smarriti” Vernice Art Fair 2018 - Forlì Il servizio a pag. 86
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
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ArtParma Fair 2018. In mostra i finalisti del BAC
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Risultati d’Asta. In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 Mona Youssef Gallery al Lausanne Art Fair. La Galleria canadese continua il tour europeo
5ª edizione del Concorso Arti Visive. Sconfinamenti è il tema dell’edizione 2018
La bellezza solitaria del paesaggio. Armonie verdi, in mostra a Verbania
Dall’alfabeto delle emozioni alla pittura degli stati d’animo. Da Previati e Boccioni.
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Mario Colombelli. La realtà pittorica ed il suo significato
Filippo de Pisis a Torino. L’universo pittorico e la sua composizione
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Ferenc Pintér. La retrospettiva Paolo Masi: cartoni 1975/2014. GlobArt Gallery lo ospita in personale Gasparroni e Bottelli in mostra. Scultura e fotografia alla Cubo Gallery di Parma Alberi e altre storie. La personale di Dario Brevi La pittura del Cinquecento. L’influenza di Tiziano nell’Arte veneta Il Settecento a Palazzo Pitti. Un omaggio a Canaletto Sam Havadtoy. Originale ed autentico Giuseppe Mentessi. L’espressione dei sentimenti Futurismi al Broletto di Pavia. Dall’Avanguardia al Postmoderno
Jannini e Barbanti a Pavia. Riparte la rasssegna Back to College
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In nome di Dio: Travan e Siccardi. Guerra e religione, in mostra a Torino Grandi emozioni al MAST. La quinta edizione del concorso e la mostra 500 immagini di Carlo Mollino. A Torino Come si uccide una città intera? Una mostra per non dimenticare la guerra ad Aleppo 063
BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it
FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato.
PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag
Caroggi. Le sue opere a PaviArt 2018
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NUMERO 27 aprile/maggio 2018
PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
27 ISSUE april/may 2018
COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Mariarosaria Belgiovine, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto.
La stanza di Proust. Project Room alla Fondazione Arnaldo Pomodoro
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BIANCOSCURO Rivista d’Arte
MANAGING EDITOR Daniela Malabaila
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BIANCOSCURO Art Magazine
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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2018. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.
BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Mariarosaria Belgiovine, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2018. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.
Sullo sfondo TETSURO SHIMIZU pa rticola re dell’opera “SPAZIO OBLIQUO T-9” anno 2017
Una grande mostra al MUSEO F. BODINI - GEMONIO presenterà le opere degli artisti. Inaugurazione 7 aprile 2018 - ore 17.00 Ingresso OMAGGIO durante il vernissage L'edizione del Real Art #3, presenta i lavori di: Alfredo Rapetti Mogol Gianni Cella Renzo Nucara e Carla Volpati Peter Hide 311065 Mattia Consonni Andrea Bassani Tetsuro Shimizu Tobia Ravà Isabella Rigamonti Marcello Diotallevi Claudio Parentela Mario De Leo Nataly Maier appositamente realizzati per questo progetto, pezzi unici o piccole tirature firmate e numerate di pugno dall’artista. Si ringraziano:
REAL ART Portfolio d’Arte in forma di rivista indipendente a cadenza annuale con tiratura limitata a 130 pezzi, di cui 100 destinate alla vendita e l’intero ricavato destinato in beneficenza. REAL ART è presente nelle più importanti fiere d’arte Italiane ed estere nello stand della Rivista d’Arte BIANCOSCURO
June 14-17, 2018 www.artbasel.com/Basel
PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 © Courtesy Art Basel
Premier line-up of galleries at
Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.
With Statements being located December 6-9, 2018 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/Miami-Beach
for the Magazines sector and th
© Courtesy Art Basel
© Courtesy Art Basel
While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 29-31, 2019 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/Hong-Kong
The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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ualche giorno fa mi è arrivata all’orecchio la notizia dello sciopero della fame intrapreso da un artista, per denunciare la corruzione nel mondo dell’arte. Nel sistema arte medio-basso questo ritornello è all’ordine del giorno: “Attenzione, non date la percentuale, non pagate i servizi di cui usufruite, tutti si devono adoperare per voi senza aver nulla in cambio, perchè i galleristi non si devono arricchire!”. Onestamente, vedo pochi galleristi su fuoriserie, vedo più artisti con uno stile di vita molto agiato, ma questa, forse, è solo una mia impressione. Io risiedo nel mezzo, e ho amici e conoscenti sia fra gli artisti che fra i galleristi, su ogni tipo di livello, logicamente quindi anche su quello dei “paladini dei servizi all’arte gratuiti”. Dal mio punto di vista questo sistema è discutibile da ambo i lati: conosco artisti che dopo essere stati esposti presso importanti gallerie, non perdono tempo per recuperare l’opera e venderla personalmente tagliando fuori il gallerista dalla trattativa (logicamente non fanno tutto da soli, certe vecchie volpi hanno capito il sistema più reddirizio, visitano le mostre e poi comprano direttamente
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dall’artista a meno della metà della quotazione); stessa cosa posso dire di gallerie che redigono contratti molto vincolanti per l’artista, obbligandolo a produrre e vendere solo a loro, finchè non si esaurisce la “novità” e più che svendere e rovinare definitivamente le quotazioni non si fa. E come dimenticare chi si propone ad una galleria con una quotazione di tutto rispetto, per poi vendere privatamente opere con le stesse caratteristiche ad un costo il 75% più basso? Operazione lecita può dire qualcuno, ma provate a dirlo al collezionista che si sente preso in giro e al gallerista che ha perso definitivamente un grande cliente, grande amatore dell’arte contemporanea. Quando si parla di denaro, ogni cosa, anche la più nobile, marcisce. Al paladino degli artisti chiedo: “Denunciare, si, ma cosa?” Molti non capiscono il lavoro professionale necessario ad allestire un’esposizione, di qualunque natura essa sia, e non comprendono quanti tipi diversi di professionisti entrano nel sistema espositivo. L’unico pensiero dell’artista di basso livello è ripagarsi tela e colori, vendere almeno un pezzo in più del loro vicino e, naturalmente, cercare
di avere tutti i servizi necessari alle esposizioni e alle vendite, gratuiti. Il loro mondo è quello dei mercatini e delle fiere di basso livello, in cui sono liberi di affittare uno spazio (solitamente 2x2 m) e autocurarselo, senza galleristi che impongono una certa pulizia e logica di esposizione. Spero di non aver demoralizzato tutti voi lettori, non è mia intenzione, ma è giusto che tutti conoscano certe assurdità del genere umano. Il sistema arte, in realtà, non è tutto marcio: è marcio solo dove il denaro è più importante della morale e del senso estetico, diciamocelo, viviamo in una società consumistica, tutto si compra, tutto si vende, tutto si butta e si ricompra. Senza soldi non si fa nulla, non si compra il pane, non si compra il quadro, non si paga lo spazio espositivo. L’importante è solo trovare l’equilibrio, e mi batterò per sostenere direttamente le spese degli artisti solo quando gli artisti si batterano per sostenere le spese di acquisto dei collezionisti: eliminando dall’equazione il vile denaro, il sistema verrebbe immediatamente ripulito. Ma è solo utopia. Buona Lettura
Vincenzo Chetta
Peter Hide 311065 Accumulation “To love money over everything” Tecnica mista + banconote su tela Anno 2015 - 95x65x4cm. 9
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Dürer e il Rinascimento Il Maestro di Norimberga arriva a Milano
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Albrecht Dürer è considerato il più grande artista della nazione tedesca che si misura con la cultura normativa del Rinascimento italiano. Un incontro epocale nelle sue conseguenze artistiche, culturali, geopolitiche, ideologiche e storiografiche; un incontro che epitoma l’atavistica contrapposizione Nord- Sud, Germania-Italia, e che è stato letto nel corso del tempo, da studiosi e interpreti diversissimi fra loro, in molte maniere. Bernard Aikema
”
Albrecht Dürer Ritratto di religioso (Johann Dorsch?) olio su pergamena riportata su tela 1516, 41,7x32,7 cm. Prestatore: Samuel H. Kress Collection (1952.2.17), Washington National Gallery of Art Courtesy National Gallery of Art, Washington
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al 21 febbraio, Palazzo Reale di Milano ospita Albrecht Dürer, il genio della pittura fiamminga. Pittore, incisore e disegnatore, Dürer, nato a Norimberga nel 1471, è stato di certo uno dei massimi esponenti che ha segnato in maniera inconfondibile l’arte nordica del Quattrocento. La mostra, intitolata “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, porta con sè un ricco bagaglio espositivo composto da oltre 130 opere, tra cui 12 dipinti del Maestro, insieme a 3 acquerelli e circa 60 tra disegni, incisioni, libri e manoscritti, tutti provenienti da numerosissime istituzioni museali internazionali di grande prestigio. L’esposizione vuole sottolineare i rapporti culturali presenti tra la Germania meridionale e l’Italia settentrionale nei secoli Quattrocento e Cinquecento. Le opere del Maestro di Norimberga sono messe a confronto con gli straordinari lavori di altri grandi artisti suoi contemporanei, come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Baldung
Albrecht Dürer La Melancolia (Melencolia I) incisione a bulino, 1514, 20x18,6 cm. Prestatore: Londra, National Gallery Courtesy Otto Schafer Stiftung der Stadt Schweinfurt
Grien, Hans Burgkmair e Martin Schongauer, Tiziano, Giorgione, Bellini, Andrea Mantegna, Andrea Solario e Leonardo da Vinci. La mostra, che potrà essere ammirata dal grande pubblico fino al 24 giugno prossimo, organizzata da Palazzo Reale di Milano e 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore, è curata da Bernard Aikema, professore di storia dell’arte moderna all’Univer-
Albrecht Dürer Gesù fra i dottori olio su tavola, 1506, 64,3x80,3 cm. inv. N. 1934.38 Prestatore: Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza © 2018. Museo Thyssen-Bornemisza / Scala, Firenze
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sità di Verona, con la collaborazione del Dott. Andrew John Martin. La rivelazione nelle opere di Dürer è unica nel suo genere, le qualità tecniche visibilmente accentuate, ci conducono in pitture ben definite, seguite da un’inclinazione esoterica e da una passione per la matematica che sottolinea maggiormente le capacità tecniche, viste e studiate successivamente attraverso i suoi capolavori di pittura, disegno e incisione. I lavori che ci sono pervenuti definiscono Albrecht Dürer come uno dei migliori artisti sperimentatori che la storia dell’arte abbia mai avuto. La sua pittura è sapiente, i suoi disegni unici e ricchi di dettagli, le sue incisioni dalla mano ferma e dal segno inconfondibile, hanno un valore tecnico inestimabile. La sua arte, con il passare del tempo, ha di certo innescato una crescente serie di seguaci anche in Italia, soprattutto a Venezia, città lagunare e riferimento artistico nonché centro editoriale italiano, in cui Albrecht Dürer realizzò diversi capolavori, fra i quali la “Festa del Rosario”, il “Cristo fra i dottori” e il celebre “Ritratto di giovane veneziana”, quest’ultimo utilizzato per la sponsorizzazione della mostra a Palazzo Reale. Il Maestro di Norimberga continua
attraverso le sue opere a riempire di viva e intensa estasi chi le osserva. I capolavori appartengono ad un periodo storico irripetibile e che per fortuna, dopo i tanti avvenimenti che hanno messo a rischio l’incolumità delle opere, sono riuscite ad arrivare intatte o per lo meno in parte, fino ai nostri giorni, per poter così godere della bellezza e della maestria dei grandi Artisti che, con ingegno e dedizione, hanno dato alla realtà, la dolcezza intrinseca della perfezione. Mario Gambatesa
Sopra: Albrecht Dürer Ritratto a mezzo busto di una giovane veneziana olio su tavola, 1505, 32,5x24,2 cm. Prestatore: Vienna, Kunsthistorisches Museum © KHM-Museumsverband Lucas Cranach il vecchio Ercole sostituisce Atlante nel reggere il globo terrestre disegno a penna e inchiostro nero 1530 circa, 13,8x20,5 cm. Prestatore: Washington, National Gallery of Art (2006.111.2) Courtesy National Gallery of Art, Washington
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DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia
21 febbraio – 24 giugno 2018 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 54913 Lunedì 14.30 19.30 Da martedì a domenica 9.30-19.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Albrecht Dürer
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Ritratto di Albrecht Dürer il vecchio olio su tavola, 1490, 47,5x39,5 cm. Prestatore: Galleria degli Uffizi
www.mostradurer.it
© Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi Sotto: alcune immagini dell’allestimento @Paolo Poce
PAUL DE DE HAAN PAUL HAAN PITTORE
PITTORE ROMA
ROMA
«The Fortress» Olio su tela 50x50 cm 2014
The Fortress - olio su tela, anno 2014, 50x50 cm. www.pauldehaan.info
www.pauldehaan.info
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Utagawa Hiroshige Yokkaichi: fiume Mie anche conosciuto come il Primo Tôkaidô o il Grande Tôkaidô silografia policroma, 1833–34 circa, 245x350 mm. Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
L’Arte giapponese di Hiroshige Il Maestro della pioggia e della neve
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e Scuderie del Quirinale, dal 1 marzo ospitano la mostra “Hiroshige. Visioni dal Giappone”, rassegna monografica dedicata a Utagawa Hiroshige (17971858), uno dei più influenti artisti giapponesi di metà Ottocento. La mostra, visitabile fino al 29 luglio, espone una selezione di circa 230 opere, silografie policrome e dipinti su rotolo, divise in percorsi tematici. La visita inizia con un’introduzione all’opera e alla vita di Hiroshige, intense le prime silografie prodotte tra il 1820 e il 1830: vedute, parodie, surimono, e l’esordio sui temi di natura, fiori e uccelli. Hi-
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roshige dimostrò il suo talento nell’affrontare temi legati alla tradizione di beltà, storici e teatrali, con la tecnica della silografia policroma, la cui ricchezza e brillantezza dei colori portò a definire le immagini come “broccato” (nishikie). Nelle due sale successive (Tōkaidō e Kisokaidō), troviamo la principale serie nota come “Hoeidō” (1833-1834), straordinariamente al completo, con 55 stampe e un disegno originale. Proseguendo possiamo ammirare le illustrazioni di luoghi celebri delle sessanta e oltre province, e tanti altri paesaggi del Giappone compreso quello del monte Fuji (sulla scia di Hokusai) che mostrano il territorio dell’arcipelago ai giap-
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ponesi dell’epoca che non sempre potevano recarsi in luoghi lontani, dando vita a una mappatura delle province e dei luoghi di attrazione sparpagliati sul territorio giapponese Nella quinta sala l’esposizione continua con le silografie dei “Grandi pesci”, illustrazioni dolci e serene; ma Hiroshige ha prodotto anche delle silografie policrome a tema comico, basate sulla parodia di antichi eventi o di racconti classici. Non potevano mancare le serie dedicate a Edo, la Capitale Orientale e amministrativa degli shogun Tokugawa, mentre nella nona sala sono esposti i dipinti su rotolo: una visione eterea di paesaggio, di calma quasi sacra. I suoi paesaggi raccontano di una natura incontaminata, zone montane, isole, cascate, dove l’uomo, quando c’è, risulta presenza minuscola e silenziosa. Il progetto, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è una produzione di Ales S.p.A. Arte e MondoMostre Skira con la collaborazione del Museum of Fine Arts di Boston e il patrocinio dell’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, dell’Ambasciata del Giappone in Italia e dell’Università degli Sopra: Utagawa Hiroshige - Il ponte di Yatsumi Serie: Cento vedute di luoghi celebri di Edo silografia policroma, 1856, ottavo mese, 332x220 mm. Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
Sotto: Utagawa Hiroshige e Utagawa Kunisada Genji dell’Est. [Capitolo 12]. Il giardino innevato silografia policroma, 1854, trittico di ōban, 377x759 mm. Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
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Studi di Milano. Con le silografie policrome del Mondo Fluttuante, Hiroshige è conosciuto come il “maestro della pioggia e della neve”, ma durante la visita di questa mostra possiamo notare quanto sia stato molto più di questo. Il maestro giapponese con le sue costruzioni innovative, segna un cambio epocale all’interno del filone classico del paesaggio. La tecnica usata da Hiroshige sfrutta l’asimmetria della composizione, ponendo in primissimo piano elementi di grandi dimensioni, come in una sorta di esagerato close-up fotografico. L’aggiunta di campiture piatte di colore ed il gioco delle linee curve e spezzate, hanno influenzato molti artisti europei dell’Ottocento (tra cui Van Gogh, Monet, Degas, Toulouse Lautrec), superando in questo forse anche Hokusai, genio fuori dalle righe e dalla personalità tormentata di più difficile controllo. Una mostra intensa e completa, che immerge il visitatore nell’atmosfera del Giappone dell’Ottocento. Flavio Ennante
Utagawa Hiroshige - Kameido. L’area antistante il santuario Tenjin
Sotto: Utagawa Hiroshige - Ōiso. Pioggia delle lacrime di Tora
Serie: Cento vedute di luoghi celebri di Edo
[del ventottesimo giorno del quinto mese]
silografia policroma, 1856, 356 x 242 mm.
silografia policroma, 1833-34 circa, 250x375 mm.
Museum of Fine Arts, Boston - Gift of Dr. G. S. Amsden
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Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
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HIROSHIGE
Visioni dal Giappone 1 marzo – 29 luglio 2018 Scuderie del Quirinale, Roma INFO T. +39 06 8110 0256 info@scuderiequirinale.it Da domenica a giovedì 10.00-20.00 Venerdì e sabato 10.00-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.scuderiequirinale.it
Utagawa Hiroshige - Il mare di Satta nella provincia di Suruga Serie: Trentasei vedute del Fuji, 1858, quarto mese silografia policroma, 1858, 374x253 mm. Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
Utagawa Hiroshige Ōhashi. Acquazzone ad Atake Serie: Cento vedute di luoghi celebri di Edo silografia policroma, 1857, 360x240 mm. Museum of Fine Arts, Boston - Nellie Parney Carter Collection—Bequest of Nellie Parney Carter
Utagawa Hiroshige - Awa. I gorghi di Naruto Serie: Illustrazioni di luoghi celebri delle sessanta e oltre province silografia policroma, 1855, 355x247 mm. Museum of Fine Arts, Boston - William Sturgis Bigelow Collection
Utagawa Hiroshige Kameido. Il giardino dei susini Serie: Cento vedute di luoghi celebri di Edo silografia policroma,1857, 370x252 mm. Museum of Fine Arts, Boston – William Sturgis Bigelow Collection
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Tina Lupo
“L’ultima cena” - 1995
(Particolare nº 8 dell’opera Cosmos Cronos)
www.kultrunmuseum.it
Tina Lupo
“Dukun - Lo Sciamano” - 1996 (Particolare nº 9 dell’opera Cosmos Cronos)
www.kultrunmuseum.it
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Tra Michelangelo e Caravaggio L’Arte in uno dei momenti più affascinanti della storia occidentale
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l San Domenico di Forlì propone, fino al 17 giugno, una mostra caratterizzata da un nuovo percorso espositivo che, per la prima volta, utilizza come sede espositiva la Chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo: “L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio”. L’esposizione documenta quello che è stato uno dei momenti più alti e affascinanti della storia occidentale. Gli anni che idealmente intercorrono tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610), tra l’avvio della Riforma protestante (1517-1520) e il Concilio di Trento (1545-1563), tra il Giudizio universale di Michelangelo (1541) e il Sidereus Nuncius di Galileo (1610), rappresentano l’avvio della nostra modernità. Ad essere protagonisti al San Domenico saranno il dramma e il fascino di un secolo che vide convivere gli inquietanti spasimi di un superbo tramonto, quello del Rinascimento, e il procedere di un nuovo e luministico orizzonte, con grandi capolavori del Manierismo. L’istanza alla Chiesa di Roma di un maggiore rigore spirituale, se da un lato produceva una rinnovata difesa delle immagini sacre, dall’altro imponeva una diversa attenzione alla composizione e alla raffigurazione delle immagini, nonché a una ridefinizione dello spazio sacro e dei suoi ornamenti. Si sviluppano così scuole e orientamenti nuovi, ma è anche la vita quotidiana che si affranca dai bagliori dell’estremo Rinascimento. Si avverte una “temperatura sentimentale” che pare interpretare il nuovo senso del Concilio tridentino che deve parlare a tutti i cuori, creando una nuova forma di pietà e di devozione, con l’esaltazione
Caravaggio (Michelangelo Merisi} Madonna di Loreto (Madonna dei Pellegrini) 1605 circa, olio su tela, 260x150 cm. Roma, Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio
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della figura mariana, dei primi martiri e dei nuovi santi. In Italia la battaglia più impegnativa per il dipingere e per il vivere moderno si combatte
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nella pittura di commissione sacra. Il protagonista di questa lotta è soprattutto Caravaggio, è lui infatti che tenta un’innovazione radicale del significato religioso come “fatto di religione” profondamente popolare. Tra l’ultimo Michelangelo a Caravaggio, passando attraverso Raffaello, Rosso Fiorentino, Pontormo, Correggio, Bronzino, Vasari, i Carracci, Barocci, Veronese, Tiziano, Federico Zuccari, Guido Reni, Domenico Beccafumi, Valeriano e Pulzone, “s’addipana un filo”, estetico, di rimandi e innovazioni che darà vita ad una nuova era. Importante segnalare che, dato il rilevo nazionale e internazionale dell’evento, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha deciso di donare una parte del biglietto della mostra alla raccolta fondi che Mediafriends attraverso l’iniziativa Fabbrica del Sorriso dedica anche quest’anno al sostegno dei bambini. Si è voluto abbinare la bellezza di una esposizione d’arte di grande prestigio alla salvaguardia del futuro dei più piccoli, sapendo che un imQui sotto: Giorgio Vasari - Deposizione 1539-1540, olio su tavola, 311x210 cm. Camaldoli, Monastero. Chiesa dei Santi Donato e Ilariano
Sopra: Michelangelo Buonarroti - Cristo Giustiniani (prima versione del Cristo per la Basilica di Santa Maria sopra Minerva) 1513- 1515 (opera completata da ignoto scultore del XVII secolo) marmo di Carrara, 250x90x51 cm. Bassano Romano, Monastero di San Vincenzo Martire Sotto: Daniele da Volterra - Il Profeta Elia nel deserto 1545-1550 circa, olio su tela, 81x115 cm. Collezione privata - Courtesy Galleria Benappi
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portante evento come la mostra forlivese possiede tutte le qualità per sensibilizzare l’opinione pubblica, oltre che su un tema culturale di indubbio valore, anche su quello della solidarietà sociale. Si tratta di una collaborazione che, in questo momento di crisi sociale ed economica, intende offrire a molti giovani la possibilità di uscire dalla povertà, dal disagio e dall’emarginazione. É così che un momento di elevazione culturale, può divenire anche un momento di arricchimento interiore. Ettore Tiretto
Ludovico Carracci Caduta di San Paolo 1587-1588, olio su tela, 279x171 cm. Bologna, Pinacoteca Nazionale
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L’eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio Musei San Domenico, Forlì February 10 – June 17, 2018 The aim of this exhibition is to investigate the transformation of the values of the arts in the era of 16th century Reformation. Two symbolic dates can be chosen: 1527 and 1610. No other historical period so forcefully demands reconstruction, through a precise reviewing of the terms appearing in the intricate cultural, political, and spiritual events driven by highly conflicting forces, as the period between the Sack of Rome and the death of Caravaggio; between the beginning of the Protestant Reformation and the Council of Trent ; between Michelangelo’s Universal Judgment and Galileo’s Sidereus Nuncius. No period, and specifically as regards its highest values, presents such a variety of aspects, corresponding to a substantial disparity in spiritual situations, ideals, and aesthetic and philosophical orientations. Giorgio Vasari was the first to perceive the renewal of artistic language in the first half of the sixteenth century. A century later, Giovan Pietro Bellori would give a contrasting judgment of much of the painting produced in Italy after Raphael’s death (1520), depreciating the great “practical work” of those who, “abandoning the study of nature, spoiled art with the manner of their painting, or should we say a fantastic idea, supported by practice, not imitation”. He claimed that elements of new positivism were to be found only with the end-century artistic reforms, linked to the “chromatic delight” of Federico Barocci and the “evocative poetics” of Carracci. The drama and charm of a century is played out between Vasari’s and Bellori’s judgments; a century composed of the disturbing fragments of an extraordinary twilight moment, and a new luminist horizon. It is the twilight period, in the years when the Council of Trent was concluding and affirming a new orientation that would impact also on art, the closing of that golden age known as the Italian Renaissance. Michelangelo showed no indulgence for the existential and spiritual meaning of art and its representative forms. In the climate of those years the artist’s desperate quest was each time marked by misunderstanding and conflict, and he was suspected of being pro-Protestantism because of his links to the spiritual milieu of Vittoria Colonna and Cardinal Reginald Pole. The theme of nudity in Michelangelo’s works aroused a debate revolving about the body, the naked body, its representation and its beauty, that then became the focus of a dispute between the sacred and the secular that was to affect models of art and even the places where art works were hosted, to the extent that the principal centres of art collection were affected. The social and religious climate was changing rapidly. The anti-Romanticism of the Reformation, coupled with political motives, quickly veered towards iconoclastic controversy. And while Luther partially tolerated religious images about Christ’s life, Calvin strictly forbade it. The request to the Church of Rome for greater spiritual rigour, on the one hand produced a renewed defence of sacred images, while on the other hand it required a different attention to the composition and representation of images. Control over artists was still present, especially in some areas of catholicity. This can explain some of the best-known episodes of censorship that concerned not only the issues surrounding Michelangelo, but also Federico Zuccari’s altarpieces that so displeased Philip II, or the Last Supper of Veronese, or even the more complex
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Scipione Pulzone - Pio V Ghislieri 1570-1572, olio su tela, 175x112 cm. Roma, Galleria Colonna
L’ETERNO E IL TEMPO
tra Michelangelo e Caravaggio 10 febbraio – 17 giugno 2018 Musei San Domenico, Forlì INFO T. +39 199 151 134 mostraforli@civita.it Da martedì a venerdì 9.30-19.00 Sabato, domenica e festivi 9.30-20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mostraeternoeiltempo.it
events involving Caravaggio. But overall the phenomenon was not homogenous. The drive to adhere to what was “true” or a “true representation” can be primarily ascribed to Cardinals Gabriele Paleotti and Carlo Borromeo and ended up developing a resumption, and almost a determination, of the autonomy of historical and naturalistic studies. In the years following the Council of Trent, a new type of altarpiece evolved in the territories that remained Catholic, characterized by a new interweaving of religious sentiment, sensory experience and narrative model. The different manner of understanding devotion led to new forms of art and a new strategy of communication. The syntax of the arts became necessary for the solicitation of the senses, of sight and above all, of hearing. New schools and approaches thus developed. From Valeriano and Pulzone’s attempt to create “a timeless art” in Rome, to Titian’s modelling with colour and tone and the naturalism of the Carracci, with their “affectionate Lombard timbre”, as Longhi calls it. But daily life also surfaces from the glitter of the extreme Renaissance, with the new choice of a sentimental temperature that seems to interpret the innovative sense of the Council of Trent, not as a Counter Reformation but as a “Catholic Reform” that must speak to all hearts creating a new form of piety and devotion. In Italy, the most challenging battle for painting and for a modern approach to life was fought in the commissions of sacred paintings. The main protagonist in this fight is Caravaggio. He attempted a radical innovation in their religious significance, expressing a deeply popular religion. From Michelangelo’s last work to Caravaggio the exhibition reveal an aesthetic thread of references and innovations that will engender a new age. A unique itinerary that shows masterpieces of Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Daniele da Volterra, El Greco, the Carracci, Federico Barocci, Titian, Federico Zuccari, Guido Reni, Domenico Beccafumi and Rubens.
GILDA IODICE
Richiesta d”aiuto “Bambini Siriani”- olio su tela, 120x60 cm.
www.gildaiodice.it
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La funzione civile e politica dell’Arte alla GAM di Torino L’arte rivoluzionaria di Renato Guttuso
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n occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, la GAM di Torino presenta la mostra “Renato Guttuso – L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68” che racconta, attraverso le opere del grande artista siciliano, il delicato e controverso rapporto tra politica, civiltà, cultura e arte. In occasione della mostra, curata da Pier Giovanni Castagnoli, con la collaborazione degli Archivi Guttuso e visitabile fino al 24 giugno 2018, vengono esposte circa 60 opere provenienti da importanti musei e collezioni pubbliche e private di tutta Europa. Tra queste, spiccano alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte da Guttuso, tra la fine degli anni Trenta e la metà degli anni Settanta. Come estesamente descritto nel suo articolo Avanguardia e Rivoluzione, pubblicato su Rinascita, rivista politico-culturale del Partito Comunista Italiano, nell’ot-
Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) Gott mit uns 1944, china e acquerello su carta 46,5x35,5 cm. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
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tobre del 1967, Renato Guttuso riconosce alla rivoluzione il titolo inconfutabile e meritorio di essere stata il fondamento di una nuova cultura, con la quale profondamente sente di identificarsi e che lo induce a chiudere il suo scritto con l’esplicita professione di fede: “L’arte è umanesimo e il socialismo è umanesimo”. Guttuso è, a partire dagli anni dell’opposizione antifascista e tanto più nel secondo dopoguerra, un artista che si dedica, con assoluta dedizione e ferma convinzione, a ricercare il connubio tra impegno politico e sociale ed esperienza creativa, nella persuasione che l’arte possa e debba svolgere una funzione civile e sia dotata di una valenza profondamente morale. A poco più di cinquant’anni dalla pubblicazione dell’articolo e nella ricorrenza del cinquantenario del ‘68, la GAM Sopra: Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) Fucilazione in campagna 1938, olio su tela, 97x72,5 cm. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
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Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) Lotta di minatori francesi 1948, tempera su carta incollata su cartone, 63,5x88 cm. Collezione privata, Roma
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RENATO GUTTUSO
L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68 23 febbraio– 24 giugno 2018 GAM, Torino INFO T. +39 011 0881178 gam@fondazionetorinomusei.it Da martedì a domenica 10.00-18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamtorino.it
Sopra: Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) - Funerali di Togliatti 1972, tecnica mista su tavola, 340x440 cm. MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna (deposito permanente dell’Associazione Enrico Berlinguer) Foto: Matteo Monti, courtesy Istituzione Bologna Musei | MAMbo A destra: Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) Gli addii di Francoforte 1968, olio su tela, 132x99 cm. Collezione Privata
di Torino si propone di riconsiderare il rapporto tra politica e cultura, attraverso una mostra dedicata all’esperienza dell’artista siciliano, raccogliendo alcune delle sue opere di soggetto politico e civile. Il percorso si snoda attraverso i vari dipinti dell’artista siciliano: da “Fucilazione in campagna” del 1938, ispirato alla fucilazione di Federico Garcia Lorca, ai disegni urlati e urticanti del “Gott mit uns” (1944) con la condanna del nazismo passando per le intonazioni di una reinventata epica popolare risuonanti in opere nuove per stile e sentimen-
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to come “Marsigliese contadina” (1947) o “Lotta di minatori francesi” (1948). Il racconto approda, negli anni Sessanta, a risultati di affettuosa vicinanza, come avviene, in chiusura della rassegna, al compianto che raffigura i “Funerali di Togliatti” (1972) e in cui si condensa tutta la storia delle lotte e delle speranze di un popolo e le ragioni della militanza di un uomo e di un artista. Lucia Garnero Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) Marsigliese contadina 1947, olio su carta intelata, 151x208,5 cm. Museum of Fine Arts, Budapest English info
RENATO GUTTUSO. Revolutionary art on the 50th anniversary of 1968 Turin, GAM 23 February 2018 - 24 June 2018 The GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedicates an important and focused exhibition to the painting of Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Rome 1987), a prominent personality in the history of 20th century Italian art and a key figure in the debate on the relationship between art and society, which was to significantly mark much of his life in the years following the Second World War. Curated by Pier Giovanni Castagnoli and with the collaboration of the Archivi Guttuso (Guttuso Archives), the exhibition brings together and features some 60 works from major museums and public and private European
collections. The exhibition highlights some of the most significant canvases of political and civil subjectspainted by the artist from the late 1930s to the mid-1970s. In October 1967, on the fiftieth anniversary of the October Revolution, Renato Guttuso wrote an article in Rinascita, the political and cultural magazine of the Italian Communist Party, in which the painter acknowledged that the revolution had irrefutably and effectively been the foundation of a new culture, with which he identified deeply, leading him to close his article with an explicit profession of faith: “Art is humanism and socialism is humanism”. Starting from the years of the anti-fascist faction, and even more so after the Second World War, like few others in Italy Guttuso was an artist who believed that art can and must play a role in civil society and that it carries deep-seated moral significance. The GAM in Torino sets
out to reassess the relationship between politics and culture with this exhibition dedicated to the Sicilian artist’s experience, bringing together some of his greatest works that address civil and political issues. Notably Fucilazione in campagna (Execution by Gunshot in the Countryside) (1938), leading to the condemnation of Nazi violence in his fierce and shocking drawings of Gott Mit Uns (1944) and later to the accents of a reinvented popular narrative marked by the new style and new emotions in works like Marsigliese contadina (Peasant Marseillaise) (1947) or Lotta di minatori francesi (The Plight of French Miners) (1948). The exhibition is accompanied by a catalogue published by Silvana Editoriale, with essays by Pier Giovanni Castagnoli, Elena Volpato, Fabio Belloni, Carolyn Christov-Bakargiev and a selected anthology of writings by Renato Guttuso.
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Glower - acrlico su tela - anno 2018 - 90x100 cm.
PAOLA GERANIO
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La bellezza solitaria del paesaggio Armonie verdi, in mostra a Verbania
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l treno partì con due fischi e uno scossone. Al nostro passaggio, alcuni struzzi dalle piume fluttuanti balzarono via dai binari. Le montagne erano grigie e si intravedevano appena nella foschia afosa. A volte un camion sporcava l’orizzonte con una nube di polvere”, così scriveva Bruce Chatwin nel libro viaggio in Patagonia del 1977. Il paesaggio è sempre stato per l’uomo, il centro d’ispirazione più grande, la musa ispiratrice per gli scrittori e per gli artisti. A tal punto, il Museo del Paesaggio di Verbania ha allestito una mostra nei suoi fantastici spazi, intitolata “Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento” ed aperta al pubblico già dal 24 marzo scorso. La mostra, curata
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dalla Elena Pontiggia, storica dell’arte, e da Lucia Molino, responsabile della Collezione Cariplo, si svolgerà in tre sezioni: “Scapigliature, Divisionismo, Naturalismo”; “Artisti del Novecento Italiano”; “Oltre il Novecento”. Un viaggio quindi, tra i capolavori dell’arte tra la fine dell’Ottocento alla metà del Novecento, dove si evidenzia il legame indissolubile tra uomo e natura. Sono oltre cinquanta le opere esposte, tra cui troviamo i dipinti di Daniele Ranzoni, maestro indiscusso della Scapigliatura, una delle sue opere che si potrà ammirare è “Studio di paesaggio fluviale”, Francesco Gnecchi con “Fondo Toce”, Lorenzo Gignous con la meravigliosa “Veduta del Lago Maggiore”, Emilio Gola, Mosè Bianchi con “Intento
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Rustico”, Carlo Fornara, Ottone Rosai, Filippo De Pisis con l’opera “Paesaggio di Lavagna” del 1934, Arturo Tosi e la sua tradizione lombarda ottocentesca evidenziata nelle opere “Cipresso a Zoagli” e “Le tre betulle”, Umberto Lilloni, Pietro Fragiacomo con le sue vedute “Armonie Verdi”, Mario Sironi con “Il lago” del 1926, e molti altri. La scelta di queste opere, vuole testimoniare le innumerevoli visioni del paesaggio, viste attraverso gli occhi dell’uomo che, inesorabilmente, cresce applicando un’evoluzione sia a se stesso, che al mondo circostante. L’origine romantica della pittura ottocentesca lascia spazio all’interpretazione volumetrica della natura, avvenuta negli anni venti del Novecento, in cui l’architettura di forma e funzione, suggerisce un senso di solidità e durabilità, fino poi
A sinistra: Francesco Gnecchi Fondo Toce (Lago Maggiore) o Il Sempione dal Lago Maggiore 1884, olio su tela, 75,5x149 cm. Gallerie d’Italia A destra: Mario Tozzi La passeggiata 1915, olio su tela, 45x29 cm. Museo del Paesaggio In basso: Filippo De Pisis Temporale 1933, olio su tavola, 46x99 cm. Fondazione Cariplo
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ad arrivare all’equilibrio instabile e incerto che si svilupperà dagli anni trenta. La mostra, visitabile fino al 30 settembre 2018, fa parte di un ciclo di eventi espositivi del tour Open che, in collaborazione con le Fondazioni di Comunità, sta portando il patrimonio artistico dell’ente milanese. L’intento di Open è promuovere il territorio attraverso i temi della cultura e della cono-
scenza del patrimonio artistico locale, un’iniziativa che vuole far avvicinare un pubblico giovanile, sperimentando così un percorso di apprendimento in ambito culturale e artistico. Il paesaggio non è immutabile, si trasforma nel tempo attraverso il mutare inesorabile delle forme di vita che lo abitano, ma del resto è la parte più bella della nostra cara Madre, la Terra, e, parafrasando una frase celebre di Renoir, possiamo dire che un quadro rappresentante un paesaggio, fa sempre venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso… Mario Gambatesa
Emilio Gola Paesaggio brianzolo 1915, olio su cartone, 93x69 cm. Fondazione Cariplo
ARMONIE VERDI
Paesaggi dalla Scapigliatura al “Novecento” 25 marzo – 30 settembre 2018 Museo del Paesaggio, Verbania INFO T. +39 0323 557116 segreteria@museodelpaesaggio.it Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
Love is blue - acrilico su tela, anno 2014, 110x160 cm.
www.museodelpaesaggio.it
Vincenzo Castaldo Novara - Caracas
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castaldovincenzo@hotmail.com www.castaldovincenzo.com
BACK TO COLLEGE
MERCOLEDì 11 APRILE 2018 Ore 18.30 - COLLEGIO VALLA - Viale Libertà 30 - Pavia BACK TO COLLEGE 2
Rassegna d’Arte Contemporanea Gian Antonio
Clara
ABATE
BONFIGLIO
Giovanna
Osvaldo
GIACHETTI
MOI
A CURA DI
MARTINA CORGNATI
WWW.BACKTOCOLLEGE.IT
BACK TO COLLEGE
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Dall’alfabeto delle emozioni alla pittura degli stati d’animo L’arte tra Previati e Boccioni a Palazzo dei Diamanti
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errara ospita, a Palazzo dei Diamanti, dal 3 marzo al 10 giugno, la mostra “Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”, evento espositivo che si pone l’obiettivo di indagare, per la prima volta, la poetica degli stati d’animo nell’arte italiana e internazionale fin de siécle tra Otto e Novecento. Grazie ad uno straordinario lavoro di ricerca, la mostra presenta questo periodo dell’arte italiana da una nuova prospettiva, ponendo al centro del discorso critico la nascita e lo sviluppo della poetica degli stati d’animo e mettendo in luce, in tale contesto, uno dei più significativi
apporti italiani all’arte moderna. La mostra è stata anche l’occasione per inaugurare un cantiere di studio su Gaetano Previati, artista di punta delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, con l’obiettivo di celebrare il suo ruolo nel panorama artistico italiano ed europeo; in particolare nei confronti di Umberto Boccioni che, non a caso, gli attribuisce lo straordinario merito di aver svolto il ruolo di apripista per la nascente poetica futurista. Proprio per questa occasione, l’opera “Paolo e Francesca”, conservato nelle collezioni ferraresi, è stato sottoposto a una serie di indagini diagnostiche, condotte in colla-
Umberto Boccioni - Stati d’animo I: quelli che vanno 1911, olio su tela, 71x95,5 cm. Milano, Museo del Novecento Dante Gabriel Rossetti - Beata Beatrix 1880, olio su tela, 86 66,7 cm. Edimburgo, National Galleries of Scotland. Dono di A.E. Anderson in memoria del fratello Frank, 1928
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DRAGO ADRIA
Gaetano Previati - Paolo e Francesca c. 1887, olio su tela, 98x227 cm. Bergamo, Accademia Carrara
borazione con l’Università di Ferrara, il CNR di Firenze e l’Università di Pisa. Assolutamente significativa è anche la prima versione di Paolo e Francesca del 1887, dove Previati abbandona la mediazione della scenografia per collocare la rappresentazione del dramma direttamente sul proscenio; di notevole impatto emotivo la densità atmosferica degli ambienti, che ha un fondamentale precedente nella dimensione alterata e spirituale della “Beata Beatrix” di Dante Gabriel Rossetti. La melanconia è anche il tema del capolavoro di Pellizza da Volpedo, il “Ricordo di un dolore”, in cui l’artista trasferisce,
con straordinaria vividezza fotografica, le valenze simboliche ed extrasensoriali della messa in scena del lutto. L’epilogo della mostra è dedicato al memorabile passaggio del testimone tra i maestri moderni e i giovani fondatori del Futurismo, grazie al quale le dinamiche dell’esperienza contemporanea sono poste inesorabilemte al centro della creazione artistica. Lucia Garnero Giuseppe Pellizza da Volpedo Ricordo di un dolore (Ritratto di Santina Negri) 1889, olio su tela, 107x81 cm. Bergamo, Accademia Carrara
Felicity olio su tela, 2017,40x50 cm.
L’Artista Drago Adria, nata in Romania nel 1987, si trasferisce in Italia in 2005. Appassionata di arte e disegno, inizia a sviluppare il proprio talento dal 2015 in modo indipendente. A partire dal 2017, inizia ad esporre le sue opere come artista emergente. Con le sue creazioni, l’artista porta alla luce bellezza e ispirazione, sia dal mondo che ci circonda, sia da quello dei sogni. La sua tecnica prediletta è quella ad olio, ma non soltanto, nella esplorazione di temi come paesaggi, astratti, floreale, spiritualità e ritratti.
STATI D’ANIMO
Arte e psiche tra Previati e Boccioni 3 marzo – 10 giugno 2018 Palazzo dei Diamanti, Ferrara INFO T. +39 0532 244949 diamanti@comune.fe.it Tutti i giorni 9.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzodiamanti.it Autoritratto olio su tela, 2017,40x50 cm.
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dandanale2003@yahoo.com dragoadria.wordpress.com 33
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Impressionismo e Avanguardie Il fiore all’occhiello del Philadelphia Museum of Art “Per un Impressionista dipingere la natura non significa dipingere il soggetto, ma concretizzare sensazioni.” Paul Cézanne
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na grandissima opportunità si è delineata davanti i nostri occhi, quella di poter ammirare capolavori che molto probabilmente non avremmo mai potuto vedere, sicuramente non
rimanendo in Italia. L’esposizione “Impressionismo e Avanguardie”, è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira; Palazzo Reale di Milano ospita l’affascinante selezione di ben cinquanta opere, provenienti dal
Claude Monet - Il sentiero riparato - 1873, olio su tela, 54.1x65.7 cm. Philadelphia Museum of Art, Donazione di Mr. and Mrs. Hughs Norment in onore di William H. Donner, 1972
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Philadelphia Museum of Art: un’occasione unica per ammirare opere dei più grandi pittori a cavallo tra Otto e Novecento nel loro periodo di massima espressione artistica. La prima Fiera mondiale ufficiale negli Stati Uniti fu tenuta proprio a Filadelfia nel 1876 e fu visitata da più di 10 milioni di persone, contribuendo a stimolare i ricchi americani a viaggiare in Europa, dove l’arte era al top nella loro “lista della spesa”. Ne è nato il Philadelphia Museum of Art, che ha aperto l’anno successivo, e possiede oggi una collezione di oltre 240.000 opere, rappresentative di oltre duemila anni di produzione artistica. Le collezioni d’arte moderna e impressionista sono uno dei fiori all’occhiello del Philadelphia Museum of Art. A Palazzo Reale, lungo il percorso espositivo, possiamo scoprire Cézanne, Degas, Manet, Paul Gauguin, Claude Monet, Vincent van Gogh, Pissarro, Renoir; continuando arriviamo alle sperimentazioni di Georges Braque, Vasily Kandinsky, Paul Klee, Matisse, Chagall, Pablo Picasso, passando per il surrealismo di Sopra: Edgar Degas - La classe di danza ca. 1880, olio su tela, 82.2x76.8 cm. Philadelphia Museum of Art, Acquistato con il W. P. Wilstach Fund, 1937 A sinistra: Pablo Picasso - Donna e bambine 1961, olio su tela, 146x113.7 cm. Philadelphia Museum of Art, Donazione di Mrs. John Wintersteen, 1964
Salvador Dalí e Joan Mirò. A questi si aggiungono i lavori di tre grandi artiste: Mary Cassatt, Marie Laurencin, Berthe Morisot. Citiamo fra i tanti capolavori, i luminosi paesaggi di Monet (“Il sentiero riparato” del 1873) e di Sisley (“Le rive del Loing” del 1885); le imperdibili scene cittadine come “I grands Boulevards” di Renoir e “Place du Tertre a Montmartre” di Utrillo; i ritratti di Manet, Cassatt, Morisot, Renoir, Matisse. Oltre a queste immagini, tante composizioni ritrattte da Gauguin, van Gogh, Braque; e sculture come “L’atleta” di Rodin, visivamente legata al Pensatore, che ritrae Samuel S. White III (tra i maggiori donatori del Museo). Non più dimenticabili opere come “La classe di danza” di Degas, “Una sera di carnevale” di Rousseau e “Cerchi in un cerchio” di Kandinsky. Oggi può sembrare molto strano pensare che questi capolavori erano nelle case di industriali americani che, fortunatamente, con grande generosità e lun-
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gimiranza, decisero di donarli al Philadelphia Museum of Art. Fatto meraviglioso è che oggi il Museo, a sua volta, li presti per oltre cinque mesi a Milano: tutto questo rende davvero la mostra una occasione unica. Un assaggio di grandissimo livello che farà senz’altro venire voglia di andare a Philadelphia ad ammirare il resto di questa imponente collezione di fama internazionale. Rebecca Maniti
A destra: Henri Rousseau - Una sera di carnevale 1886, olio su tela, 117.3x89.5 cm. Philadelphia Museum of Art, Collezione Louis E. Stern, 1963 Sotto: Paul Cézanne - Le Quartier du Four à Auvers-sur-Oise ca. 1873, olio su tela, 46.4x55.2 cm. Philadelphia Museum of Art, Collezione Samuel S. White III e Vera White, 1967
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IMPRESSIONISMO E AVANGUARDIE
Capolavori dal Philadelphia Museum of Art 8 marzo – 2 settembre 2018 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 92800375 Lunedì 14.30 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.impressionismoeavanguardie.it
Vasily Kandinsky - Cerchi in un cerchio 1923, olio su tela, 98.7x95.6 cm. Philadelphia Museum of Art, Collezione Louise e Walter Arensberg, 1950
“Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’Impressionismo.”
Pierre Auguste Renoir
Helle Lõhmus
Green - olio su tela, 2017, 110x140 cm.
hellelohmus@hotmail.com - Facebook: Helle Lõhmus Art
Old garden, olio su tela, 2015, 160x180 cm.
“I’m an artist living and working in Estonia, mostly in the media of drawing and painting. My works usually explore connections between human and nature, discovering their unusual beauty even in ordinary at first sight. I like to capture spontaneous emotions of objects and enjoy the process of work. I don’t want to forget the primary thought and instinct, while starting my new painting or drawing, usually the first feeling is right. I’m a very severe critic of myself and due to this I have to balance being patient inside and continue being passionate in my artwork. I consider my work to be the best statement but my fantasy may create different stories about my works.” 37
CON IL PATROCINIO DI
6A MOSTRA-MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
PAVIA
12|13 Maggio 2018
www.paviart.it
PALAZZO ESPOSIZIONI P.LE EUROPA ORARI SABATO 10/20 DOMENICA 10/20 INFOLINE DEA SERVIZI CURA CARPIGNANO (PV) TEL. 0382 483430 DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI ZUCCA
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Gianmaria Potenza
Il genio veneziano in due prestigiose mostre a Firenze di Vincenzo Chetta
Dal 6 al 29 aprile 2018 all’Accademia delle Arti del Disegno e a Villa Finaly, Universités de Paris Sorbonne Sopra: Il Maestro Gianmaria Potenza con il Direttore di BIANCOSCURO Vincenzo Chetta Sotto: Gufo, marmo bianco lasa e nero marquinia con inserimenti in bronzo, h 37 cm. Venezia 2018.
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bbiamo già dedicato, due anni fa, una copertina al Maestro veneziano, in occasione dei suoi ottant’anni. Ora la storica Accademia delle Arti del Disegno, la più antica Accademia di belle arti del mondo, e Villa Finaly, sede dell’Università Sorbonne di Parigi celebrano il Maestro Potenza con due prestigiose mostre, dal 6 al 29 aprile 2018: quale occasione migliore per dedicare nuovamente al genio veneziano una copertina? In occasione delle due mostre fioren-
tine, Gianmaria Potenza rende omaggio alla città e alle Istituzioni che lo ospitano, realizzando quattro opere inedite, fiore all’occhiello delle due esposizioni e che ne hanno ispirato i titoli. Due “Elaboratori”, tavole in legno a più spessori, saranno esposti nelle sale dell’Accademia, uno dedicato al Leone Alato di San Marco ed uno dedicato al Leone del Marzocco, in un continuo rimando semantico tra il leone, che appartiene per sua decodificazione ad un linguaggio universale, e un’interpretazione artistica personale che sovrappone al simbolo i propri segni. A Villa Finaly saranno invece esposte due “Sculture Trasparenti”, come Potenza chiama le sue incisioni a mola su lastre di cristallo industriale, una dedicata al Giglio, simbolo di Firenze da quasi mille anni, l’altra al Giglio francese, simbolo della regalità di
Il gufo illumina la tua strada.
Saggezza, intuizione, veggenza ed intelligenza sono le qualità che il gufo trasferisce a chi lo riceve in dono. Il gufo è un augurio di buona salute, protegge la casa dall’invidia e dalla negatività. 40
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Il Giglio di Francia, incisione a mola su lastra di cristallo industriale, 40x50 cm. Venezia 2018.
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Il Marzocco, legno a piĂš spessori, 59x90 cm. Venezia 2018.
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Da San Marco a San Marco Accademia delle Arti del Disegno Dal 6 al 29 aprile 2018 Piazza San Marco (Via Ricasoli, 68) - Firenze tel. +39.055.216261
www.aadfi.it
Dal Giglio di Firenze al Giglio di Francia
Villa Finaly, Universités de Paris Sorbonne Dal 6 al 29 aprile 2018 Via Bolognese, 134 - Firenze tel. +39.055.4631055
Sole, marmo nero marquinia con inserimento in bronzo, ø 50 cm. Venezia 2017.
www.villafinaly.sorbonne.fr
Francia, segno che lega i due luoghi poiché il simbolo con i tre gigli fu donato nel 1465 da Re Luigi XI a Piero de’ Medici, che lo inserì nel proprio stemma. Il percorso espositivo comincia con la mostra “Da San Marco a San Marco” nelle sale espositive dell’Accademia delle Arti del Disegno, con le monumentali sculture in bronzo poste nel portico d’entrata ad accogliere i visitatori e che, dalle forme ora architettoniche ora naturalistiche, ricercano un dialogo con lo spazio che le ospita. Il percorso continua all’interno delle sale espositive dell’Accademia, dove ci si confronta con questa costante presenza di simboli che si insinuano anche nelle opere in marmo e in legno. Si sale poi a via Bolognese, al confine con Fiesole, negli spazi incantati di Villa Finaly, con un’esposizione all’insegna della luce: “Dal Giglio di Firenze al Giglio di Francia”. Una selezione di mosaici e incisioni su vetro propone una lettura parallela degli “alfabeti sconosciuti” di Gianmaria Potenza. L’alfabeto che increspa le superfici di ogni elemento, anche bidimensionale, talvolta può essere visto come un’interpretazione artistica che l’autore fa del mosaico, dove il segno sostituisce la tessera musiva. Il parco quattrocentesco di Villa Finaly sarà inoltre la location perfetta per leggere l’alfabeto di segni, di luci e di ombre, delle superfici
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Sole, mosaico di smalto vetroso, ø 125 cm. Venezia 1999.
Sole, marmo nero marquinia con inserimento in bronzo, ø 50 cm. Venezia 2016.
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Le “Biennali” di Potenza Alfabeti Sconosciuti e Gianmaria Potenza ha esposto per la prima volta Linguaggi Simbolici alla Biennale d’Arte di Venezia giovanissimo, già a 18 anni, come migliore allievo dell’Istituto d’Arte di Venezia nel 1954, e a 20 anni all’edizione seguente. Successivamente le sue opere sono state presenti anche nel 1958, 1960, 1966, 1968, 1986, 1995, 2009 e 2013. Tornando indietro nel tempo per cercare di assaporare un po’ di atmosfere passate, arriviamo al 25 giugno del 1986, giorno dell’inaugurazione della 42ª Biennale: cosa vedono i visitatori nel canale? È un grande fiore di 7 metri di diametro che galleggia di fronte ai Giardini. L’opera è partita da Marghera, dove è stata costruita, ed ha percorso tutto il Canale della Giudecca, sorprendendo migliaia di turisti presenti. La Ninfea è una scultura fatta di colore, movimento, ma anche di musica: all’interno della campana centrale vi sono infatti dei bastoni che, grazie al movimento ondoso, producono una serie di suoni. Chiaro che il riferimento sia alla mostra allestita a Palazzo Grassi “Futurismo e Futurismi”, oltre al tema della Biennale “Arte e Scienza”. Ispirata alle “Bisone” (imbarcazioni scenografiche che accompagnavano avvenimenti storici al tempo della Serenissima), la “Ninfea Armonica” viene definita dalla critica una vera e propria “opera totale”, capace di coniugare pittura, scultura, scenografia e suono.
La monografia del Maestro Gianmaria Potenza dal titolo “Alfabeti Sconosciuti e Linguaggi Simbolici” sarà presentata in anteprima assoluta giovedì 19 Aprile 2018 presso la sede centrale dell’Accademia delle Arti del Disegno. Il volume, a cura di Laura Villani e edito da Editoriale Giorgio Mondadori in edizione bilingue italiano/inglese, illustra il lavoro del Maestro attraverso un’interpretazione del tema scelto dalla Curatrice. Una raccolta di preziosi dettagli esplorano i segni e i simboli che rendono uniche e inconfondibili le opere di Gianmaria Potenza, di cui si ripercorrono gli esordi e i successi con una ricca selezione di immagini dell’archivio Potenza Studio.
degli animali in bronzo, reinterpretazione dei totem del mondo animale che l’Artista intitola “L’Arca di Potenza”. Le due mostre, realizzate con il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana di Firenze, della Regione Toscana e grazie alla collaborazione di Blazing Strategies International L.t.d, sono parte di un unico progetto curato da Laura Villani: “Gianmaria Potenza, alfabeti sconosciuti e linguaggi simbolici”. Ciascuna delle due esposizioni propone un’analisi delle opere dell’artista, in grado di fornire ai visitatori gli strumenti necessari per decodificare e carpire i segreti della scultura di Gianmaria Potenza, dell’alfabeto fatto di segni che vanno ad articolare le superfici delle sue opere. s l
INFO Gianmaria Potenza Studio Dorsoduro 1450 30100 Venezia Facebook.com/PotenzaG.M studio@potenzagianmaria.it www.gianmariapotenza.com
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Palazzo Pallavicini Palazzo Via San Felice 24 -Pallavicini info@palazzopallavicini.com
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COMPOSIZIONE N. 32 - anno 2016, 80x100 cm.
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Mario Colombelli La realtà pittorica ed il suo significato
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Voglio creare qualcosa che trasporti l’astante in un mondo onirico, e affascinarlo con forti armonie di colore.
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a struttura pittorica nella quale risiede il pensiero artistico di Mario Colombelli, trova il suo ambiente ideale nella realtà. Le opere che ci presenta, sono già decodificate e piene di informazioni, quindi, ci accolgono in un contesto in cui le contrapposizioni visive regalano un mondo fantasioso, e i fondi particolarmente astratti aiutano la nostra
Mario Colombelli
immaginazione. Lo sguardo minuzioso e attento di Colombelli, ci conduce in spazi temporali fatti di piccoli momenti, una solitudine intrinseca per noi stessi e per l’artista. Nelle opere “Cascata”, “Il risveglio della sorgente” e “Sogno di ballerina”, si evince un forte contatto con la natura, continuamente assimilato attraverso la rappresentazione di dettagli visti, rivisitati e affrontati. Analizzando i suoi lavori, troviamo sfondi astratti e visioni macroscopiche che ricordano le forme e i colori dei marmi antichi, delle rocce, che descrivono non solo la materia con cui sono plasmati, ma anche il loro lato prezioso, ben nascosto nella loro composizione chimica, attraverso una percezione del tutto alchemica. Inevitabilmente, il tempo gioca un ruolo fondamentale, ingloba e modifica, deforma e sostituisce, ne indebolisce le spaccature e codifica la purezza della materia rendendola così mortale, ma allo stesso tempo la impreziosisce attraverso la presenza di figure femminili, donne dalla forma vivace. Le opere dipinte dalla mano sapiente di Colombelli, sono dotate di un alta sensibilità e di una sensualità unica, che rapisce lo sguardo di chi le osserva. Questa delicatezza, rende l’osservatore vulnerabile. Analizzando attentamente le sue opere possiamo immergerci tra le cascate di un luogo magico in cui è possibile ammirare la nascita della venere nel quadro intitolato “Cascata”, oppure essere attratti dalla musa della musica, una ragazza dai grandi occhi A sinistra: Mario Colombelli - Cascata olio su tela, 2017, 80x100 cm. A destra: Mario Colombelli - Risveglio della sorgente olio su tela, 2017, 80x100 cm.
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verdi, dolce ed incantevole che appare nell’opera dal titolo “Il risveglio della sorgente”, o addirittura osservare una ballerina che sogna il suo amore e da cui per magia tutto prende vita, come una traccia leggera e continua nello spazio, attraverso linee che si mescolano con la bellezza del marmo blu, riportando alla mente le lastre che un tempo adornavano le chiese della Venezia antica. Nella collettiva immagine pittorica, l’arte di Colombelli, si addiziona con la capacità cromatica nel saper accostare i colori che, come per magia, penetrano con profondità vorace negli occhi dello spettatore. La sua pittura da cavalletto, viene testimoniata dalla presenza di una pennellata gentile, da una composizione classica e dalla volontà di far apparire la bellezza in tutte le sue forme. La bravura tecnica, restituisce un’armonia pittorica di grande spessore che lo porta ad elevare la sua traccia tematica. Il romanticismo che invade la pittura di Colombelli, ci conduce verso una sensibilità alta, che come per magia fa emergere tutto il suo splendore, attraverso la realtà ed il suo significato fatto di materia, di tecnica e di infinta passione. Mario Gambatesa Sopra: Mario Colombelli - Sogno di ballerina olio su tela, 2017, 80x100 cm. A destra: Mario Colombelli - Leggere rotazioni olio su tela, 80x100 cm.
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l Prof. Mario Colombelli, pittore e scenografo, vive a Lasino dal 1977. Ha frequentato il Liceo Artistico e l’ Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, (laurea in scenografia con 110 e lode) con Domenico Purificato e Raffaele de Grada. Successivamente ha svolto l’attività di insegnante di Disegno e Storia dell’Arte. Dopo l’assidua attività artistica degli anni settanta, con mostre personali, concorsi e collettive in Lombardia, negli anni ottanta, pur diminuendo l’attività pittorica, realizza alcune opere pubbliche in Municipi e Chiese della regione. Ora, in pensione dall’attività di insegnante, può dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Numerose le sue mostre personali Ultime mostre personali (ricordiamo quella a Vigolo Vattaro nel 2016 e Palazzo della Regione a Trento), così come non mancano le pubblicazioni su riviste del settore e quotidiani come il Corriere della sera, oltre ai tanti servizi televisivi a lui dedicati, sia su reti private che sulla rete pubblica Rai 3. Catalogato nell’”Annuario Italia artistica ed Europa artistica 1977”, è anche pubblicato nel “Libro degli Artisti trentini 2015”. I Critici d’arte che ultimamente hanno presentato le sue mostre e hanno scritto di lui sono Renzo Francescotti, Mario Cossali e Riccarda Turrina. INFO mariocolombelli50@gmail.com www.mariocolombelli.it
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NUMERO 54 - tecnica mista su tela, anno 2017, 40x80 cm.
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Filippo de Pisis a Torino L’universo pittorico e la sua composizione
A destra: Filippo de Pisis a Venezia nel suo studio di San Barnaba, 1944 In basso: Filippo de Pisis Natura morta marina 1927, olio su cartone, 46x38 cm.
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al 24 gennaio scorso, la città di Torino sta omaggiando, attraverso una grande esposizione, un talentuoso artista dei primi anni del Novecento: Luigi Filippo Tibertelli, conosciuto meglio con il nome di Filippo de Pisis. Artista ferrarese nato nel 1896, ha vissuto, condiviso e affrontato, i temi di una pittura in piena rivoluzione. La sua arte, che fa riferimento soprattutto ai viaggi nella Parigi novecentesca, è stata influenzata moltissimo dalla nascita delle correnti artistiche come l’Impressionismo e l’Espressionismo francese (Fauves) che, incondizionatamente, avevano portato l’Europa su nuovi piani culturali, ben lontani dal classico tradizionalismo. Durante i primi anni del Novecento incontra de Chirico, Savinio e Carrà che faranno crescere maggiormente il suo stile pittorico. Rientrato in Italia, trascorrerà dei periodi ad Assisi, a Milano e a Venezia, luoghi definiti, in quel periodo, grandi contenitori culturali, in cui tutto si era mosso con passi diversi, più ampi e meno tradizionali. Il MEF (Museo Ettore Fico) di Torino, ha voluto organizzare questa mostra temporale che ripercorre gli spostamenti e le contaminazioni pittoriche di de Pisis, con riferimenti di altri autori, proponendo così un percorso articolato diviso in sezioni. L’esposizione è composta da circa 150 opere tra dipinti e disegni che evidenziano i caratteri stilistici, l’esaltazione per l’arte e per la cultura di de Pisis che, come un onda, ha circondato e inondato
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ROSARIO tantissimo la sua vita, soprattutto la passione per l’antiquariato e il collezionismo, la poesia, la musica e l’archeologia. La mostra, curata da Elisa Camesasca, Paolo Campiglio, Maddalena Tibertelli de Pisis, in collaborazione con Associazione FILIPPO DE PISIS
Eclettico connoisseur fra pittura, musica e poesia 24 gennaio – 22 aprile 2018 MEF, Torino INFO T. +39 011 852510 info@museofico.it Da mercoledì a venerdì 14.00-19.00 Sabato e domenica 11.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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Filippo de Pisis - Agli sulla spiaggia 1930, olio su tela, 80x59 cm.
per Filippo de Pisis, sarà visitabile fino al 22 aprile 2018, ed è di certo l’occasione per poter osservare da vicino una pittura europeista di grande spessore culturale. Mario Gambatesa
TRIGLIA
English info
FILIPPO DE PISIS MEF, Torino January 24 – April 2, 2018 The exhibition aims to highlight the long-lasting relationship between Filippo de Pisis and the pictorial sources from the present and the past. The artist’s approach to painting started from his love and passion for art history, the cult of the local tradition of Costa and Francia, and developed in the span of three decades, according to various passions from time to time pursued, ridden, collected and found again. De Pisis, visiting and studying the art works in museums, recovered his own roots tied to naturalism and French painting, discovered himself as well as his own inspiration. During his youth, comparing himself to his contemporaries such as De Chirico, Savinio and Carrà, he brought into focus his aptitude for collecting the world as an aware practice of metaphoric and meta-historical thought, in a metaphysical sense. In Paris, from the encounter with Soutine’s pictorial passion and Toulouse-Lautrec’s rapid pastel, De Pisis got the inspiration to set free from the influence of Monet, who he long loved in his early years and always considered a model, and to attain that free mark on the canvas, that expressive freedom which in the 1930s foreboded the outcomes of a certain informal painting. The dialogue with artistic sources, the frequent visits to European museums, the painting of his contemporaries led the artist to develop his personal approach to the canvas, which would distinctively remain as an indelible hallmark in 20th century Italian art history. The exhibition, gathering about 150 paintings and drawings, is aimed at focusing on the complex world which characterises Filippo de Pisis’s art passions and culture: poetic inclination, passion for antiquity and collecting, the musical world of opera, his botanist nature and his love for museums and past civilizations. These constants, which he would mantain for all his extraordinary creative path, constitute foundamental milestones as well as the linchpins which the artist’s main commitment to painting winds around. The concept on which the exhibition is based, as a matter of fact, consists in putting Filippo de Pisis’s works at the heart of a constellation of references to other authors, presenting visitors with an exhibit structured in sections.
Solo noi gouache su carta, anno 2017, 36x48 cm.
Rosario Triglia è nato a Palma di Montechiaro, in Sicilia. Attualmente vive a Francoforte dove prosegue la sua passione per l'arte. Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.
Desiderio gouache su carta pressata a mano anno 2017, 50x40 cm.
t_r_art@yahoo.de www.arte2.altervista.org 53
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Ferenc Pintér La retrospettiva a dieci anni dalla scomparsa
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'illustratore perfetto” è una mostra che ripercorre l’attività di Ferenc Pintér, una fra le voci più complesse e creative della grafica del XX secolo, nel decimo anniversario dalla sua scomparsa. All’età di nove anni si trasferisce in Ungheria, terra paterna che diventerà il suo luogo di formazione creativo-artistico; cresce all’ombra dei maestri e, giovanissimo, realizza la sua prima copertina per il libro del poeta ungherese Sándor Petöfi: inizia così la sua attività grafica e
cartellonista che in breve tempo lo porterà a ottenere importanti riconoscimenti. Nel 1956 si stabilisce in Italia, e qui ricomincia la sua carriera a Milano. La sua opera è caratterizzata dall’impostazione grafico-cartellonistica mitteleuropea, la sua espressività risente di una cultura pittorica e artistica profondissima, con citazioni e richiami talvolta espliciti, talvolta sotterranei e incrociati. Le sue immagini sono realizzate principalmente a tempera, ma talvolta anche a china, marker e con tecniche miste anche elaborate. Dalla sua mano sono nate illustrazioni potenti e sintetiche, racconti in un’immagine, ormai divenute parte dell’immaginario collettivo. Celebri sono le copertine Mondadori (tra le più famose le serie dedicate al Commissario Maigret e l’immensa produzione per Oscar e Omnibus Gialli). In alto: Copertina per Miller Wade, Max Thursday investigatore omnibus gialli Mondadori 1972, tempera su carta schoeller, 13x13 cm. A sinistra: Il mio amico Maigret tempera su cartoncino, 24,5x35,5 cm.
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L'ILLUSTRATORE PERFETTO Ferenc Pintèr 24gennaio – 22 aprile 2018 MEF OUTSIDE, Torino
Da mercoledì a venerdì 14.00-19.00 Sabato e domenica 11.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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La mostra, aperta al MEF Outside fino al 22 aprile, ripercorre la sua opera tra originali e rielaborazioni personali del lavoro editoriale, con una selezione di oltre 150 opere tra tavole a colori, schizzi in bianco e nero, chine e layout. La multiforme attività di Pintér viene ripercorsa spaziando dai manifesti realizzati in opposizione al regime sovietico fino a un focus importante dedicato alle poetiche tavole l di Pinocchio, pubblicate postume nel 2011. s
Esecutivo per copertina di Cesare Pavese "Prima che il gallo canti" Oscar Mondadori, 1969, tempera su carta, 32,5x39,3 cm.
Borghi e metropoli olio su tela, 2018, 80x60 cm.
Antonio Anastasia
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Paolo Masi: cartoni 1975/2014 GlobArt Gallery lo ospita in personale
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rande successo per la mostra che GlobArt Gallery ha dedicato a Paolo Masi (Firenze, 1933), protagonista, nella sua città natale, nell’ambito di quell’attivismo artistico proprio del decennio postbellico. La mostra, allestita con una nutrita serie di Cartoni (1975/2014), rappresenta in modo esaustivo l’analisi fatta da Masi sulle possibili interpretazioni di una superficie apparentemen-
te anonima, e sulle declinazioni di interventi molto diversi tra di loro, ma sempre con risultati sorprendentemente complessi nonostante la semplicità delle azioni. L’intervento su questa superficie consente a Masi di operare nei modi più svariati sia per ottenere effetti cromatici e geometrici sia per creare differenti sensazioni tattili. È cosi che sopra la faccia (super-facies) del cartone, oltre al recupero dei par-
ticolari esistenti, vengono eseguite bucature, lacerature, graffiature, vengono stese coloriture ed applicate carte veline e adesivi trasparenti, con il risultato di ottenere una gruppo di opere che, pur mantenendo una propria unicità, consentono, grazie alla loro serialità ed alla regolarità dimensionale, anche una aggregazione in un continuo divenire compositivo. Nelle opere più recenti Masi sviluppa la ricerca indagando il rapporto tra forma-contenuto, mentre con la serie dei plexiglas trasparenti indaga una nuova definizione dello spazio attraverso sollecitazioni cinetico-cromatiche. Opere storiche di Masi si trovano nelle collezioni del Mart di Rovereto, della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze e della l Galleria d’Arte Moderna di Torino. s Da sinistra: Paolo Masi - Cartone tecnica mista, 1980, 40x40x4 cm.
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Red#fade out#3 - stucco, olio, smalto, ritagli su cartone imballo, 2016, 87x63 cm.
Paolo Masi - Cartone 52 tecnica mista, 2012, 40x40x4 cm.
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Shio Kusaka: prima volta in Italia Gagosian Roma presenta la sua Arte
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agosian è lieta di annunciare una mostra di nuovi lavori di Shio Kusaka, la prima personale dell’artista in Italia. Kusaka crea opere eleganti ed originali nelle quali, partendo dalla tradizionale lavorazione giapponese del gres e della porcellana, raffigura ripetizioni Minimaliste, geometrie delicate, e dettagli eccentrici. Gagosian Roma, fino al 26 maggio, presenta i lavori più recenti di Kusaka: forme cilindriche e vasi voluminosi incisi con linee geodetiche continue, che oscillano tra il bi e il tridimensionale. Alcune linee cambiano direzione per apparire dritte, altre curvano lungo i contorni delle ceramiche, creando illusioni ottiche all'interno di angoli e curve concentriche. Shio Kusaka nasce nel 1972 in Giappone, vive e lavora a Los Angeles. Laureata in Belle Arti nel 2001 all’Università di Washington, a Seattle, ha esposto alla Whitney Biennal nel 2014, al Whitney Museum of American Art, a New York, e “Shio Kusaka e Jonas Wood”, al Museum Voorlinden a Wassenar, in Olanda (2017-18), nella quale il lavoro di Kusaka dialoga con quello del pittol re americano Jonas Wood, suo marito. s
Shio Kusaka Sulla sinistra: (line 55), 2017, ceramica, 68.6x28.6x28.6 cm. Sulla destra:xa (line 67), 2017, ceramica, 60.3x29.8x29.8 cm. Foto di Brian Forrest. Courtesy Shio Kusaka e Gagosian
English info
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agosian is pleased to announce an exhibition of new works by Shio Kusaka. This is her first solo exhibition with the gallery and her first in Italy. Born in Japan and based in Los Angeles, Kusaka creates elegant, innovative ceramics in which the traditions of Japanese stoneware and porcelain serve as a foundation for Minimalist repetitions, subtle geometries, and eccentric details—from long handles in the shape of dinosaurs to surfaces featuring raindrops, woodgrain patterns, and jaguar prints. The exhibition at Gagosian presents Kusaka’s most recent work: cylindrical forms and voluminous vessels etched with continuous, geodesic lines, which seem to oscillate between two and three dimensions. While some lines change direction in order to appear straight, others curve along the ceramic contours, creating shifting optical puzzles within the reverberating arcs and angles. Shio Kusaka was born in 1972 in Japan and lives and works in Los Angeles. She received her B.F.A. in 2001 from the University of Washington, Seattle. Recent exhibitions include the 2014 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York, and “Shio Kusaka and Jonas Wood,” which shows the dialogue between Kusaka’s work and that of her husband, American painter Jonas Wood, at the Museum Voorlinden, Wassenaar, The Netherlands (2017-18).
Shio Kusaka Sulla sinistra: (line 68), 2017, ceramica, 62.8x22.9x22.9 cm. Sulla destra: (line 67), 2017, ceramica, 60.3x29.8x29.8 cm. Foto di Brian Forrest. Courtesy Shio Kusaka e Gagosian
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Gasparroni e Bottelli in mostra Scultura e fotografia alla Cubo Gallery di Parma
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ubo Gallery presenta, fino al 14 aprile, due mostre estremamente interessanti, una dedicata alla scultura, l’altra alla fotografia documentaristica. Ques’ultima si concentra soprattutto sulla “Aftermath Photograhy", ossia la fotografia dell’indomani, di quello che è rimasto, con il progetto di Marco Bottelli dal titolo “Clashes for Palestine”. Una sequenza di biglie per raccontare una storia che parte dal 2014, l’anno in cui Marco ha raccolto, nel quartiere di Shu'afat a Gerusalemme est, le biglie che ha poi fotografato. Come spiega Paola Paleari, curatrice della mostra: “Il lavoro di Marco Bottelli si inserisce nella corrente Aftermath Photograhy con eleganza e consapevolezza […], nulla di quel male è reso evidente. Gli elementi scioccanti e traumatici cedono il posto ai toni minori, ai dettagli quasi mondani, che si prestano alla lettura in tutta la loro sobrietà.” “Di carne e di marmo il desiderio” è invece il titolo della mostra personale della scultrice Ilaria Gasparroni, sotto la cura di Elena Saccardi. Il soggetto centrale delle scultu-
re in mostra è il desiderio, esplorato nelle sue sfaccettature più varie. Dall’attesa di sé all’attesa dell’altro: le opere di Ilaria Gasparroni raccontano quel flusso continuo di desiderio e di tensione che tutto muove. Le sue opere, realizzate con marmo di Carrara, invitano a riflettere sulla consapevolezza di sé e del valore dell’altro, perché, sopra ogni cosa, l’amore e il desiderio, la tensione verso l’altro e l’incontro, dilatano il tempo all’infinito e danno senso a tutte le memorie, a tutte le presenze, a tutte le speranze. Ettore Tiretto Ilaria Gasparroni La dolcezza 2017
DI CARNE E DI MARMO IL DESIDERIO Ilaria Gasparroni 24 febbraio – 14 aprile 2018
CLASHES FOR PALESTINE Marco Bottelli 24 febbraio – 14 aprile 2018 INFO CUBO Gallery, Parma cubogallery@gmail.com
Ilaria Gasparroni Il bacio 2018
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Marco Bottelli fotografie - Aftermath Photograhy
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Alberi e altre storie A Spazio Onofri la personale di Dario Brevi
L Dario Brevi - La casa nel bosco - 2012
a prima mostra della stagione 2018 dello Spazio Onofri è “Alberi ed altre storie”, personale dedicata al maestro Dario Brevi, visitabile fino al 22 aprile nella galleria della Repubblica di San Marino. Dario Brevi, classe 1955, esponente di punta del movimento Nuovi Futuristi lanciato dal critico Renato Barilli, dopo innumerevoli espo-
ALBERI E ALTRE STORIE Dario Brevi 23 marzo – 22 aprile 2018 Spazio Onofri 57, San Marino
sizioni nelle più importanti gallerie in Italia e all’estero, mostre in musei, spazi pubblici e fiere dedicate all’arte, presenterà allo Spazio Onofri le proprie opere tridimensionali dalle forme sinuose e dagli splendidi colori. Oltre alle opere storiche, Brevi presenterà per l’occasione nuovi lavori. Sotto le sue abili mani, la materia viene intagliata, piegata e modellata, rivelando un delicato gioco di “pieni e vuoti” successivamente dipinti a mano. Forme che si intrecciano e dialogano tra loro, fino a formare significative sagome emozionali che ci raccontano storie dal sapore romantico e delicato. Opere da parete e sculture, per apprezzare uno degli artisti più originali ed eclettici della scena l dell’arte contemporanea italiana. s
Dario Brevi - Tra le righe delle foglie son scritte le storie - capIV 2016
Dario Brevi - Suoni e fulmini 2012
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La pittura del Cinquecento L'influenza di Tiziano nell'Arte veneta
I Giovan Girolamo Savoldo Riposo nella fuga in Egitto con la veduta di Riva degli Schiavoni a Venezia c.1527, olio su tela, 87x124 cm. Collezione privata
l 21 marzo scorso si è aperta, al Museo di Santa Giulia, la grande mostra dedicata a Tiziano e alla pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia. Il progetto espositivo ruota attorno al grande pittore veneto e delle sue due fondamentali imprese bresciane: il polittico realizzato per il vescovo Altobello Averoldi e le tre tele con le Allegorie di Brescia, andate poi distrutte durante un incendio. Alla mostra è strettamente collegata la riapertura (dopo 9 anni) della Pinacoteca Tosio Martinengo, nelle cui collezioni sono presenti alcuni straordinari esempi della cultura artistica di Brescia e Venezia nel Cinquecento. L’evento espositi-
vo, curato da Francesco Frangi, promosso da Comune di Brescia e da Fondazione Brescia Musei e organizzato da Civita Mostre, prosegue la tradizione delle mostre dedicate ai grandi maestri della pittura antica, ed è l’occasione per valorizzare i capolavori di Tiziano, per ripercorrere l’eco suscitata dalla sua opera presso i maggiori pittori bresciani del tempo. Oltre che sul piano strettamente stilistico, la famigliarità degli artisti bresciani con Tiziano trova un’importante conferma nella condivisione di simili tipologie di rappresentazione, in particolare per quanto riguarl da i dipinti per la devozione privata. s
TIZIANO e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia 21 marzo – 1 luglio 2018 Museo Santa Giulia, Brescia
INFO T. +39 030 2977833 santagiulia@bresciamusei.com Fino al 15 giugno: tutti i giorni 10.00-16.00 Dal 16 giugno al 1 luglio:
da martedì a domenica 10.00-17.00
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Celeste - olio su tela, 2017, 50x100 cm.
www.mostratizianobrescia.it
GUIKNI RIVERA Un messaggio di vita
guikn w w w.
iBIANCOSCURO @hotmail.com gRIVISTA u i k n i a d’ARTE r t . c o m Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
Il Settecento a Palazzo Pitti Un omaggio a Canaletto
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n occasione del duecentocinquantesimo anniversario della morte di Canaletto, gli Uffizi hanno selezionato alcune opere tra le più significative, per l'esposizione dedicata al Settecento a Palazzo Pitti. I dipinti scelti sono diciassette, consapevolmente evitati quelli con soggetti religiosi, per sottolineare la laicità di quel secolo. La sezione più ampia rende omaggio appunto a Canaletto: due sue vedute veneziane sono affiancate da scorci di Firenze, Roma e Napoli, e alimentano il mito inesauribile delle città predilette fin dai primi viaggiatori del Grand Tour in Italia. Non solo viaggi, ma anche ritratti, come quello della Contessa di Chinchón eseguito da Goya sulle soglie dell’Ottocento e che a quel secolo prelude, come pure quelli di Vittorio Alfieri e della sua musa, Contessa d’Albany, raffigurati da Fabre. Uno sguardo più intimo sul mondo dell’infanzia è offerto dai due fanciulli di Chardin e dal microcosmo famigliare dell’intensa inquadratura di Crespi. “Sono spunti per riflettere sulla complessità di un secolo vario che vide gli opposti incontrarsi o scontrarsi", commenta Alessandra Griffo, curatrice della pittura del Settecento, degli Arazzi, dei l Mobili e delle Carrozze. s
SILVIA CAITI
IL SETTECENTO Una selezione
07 febbraio – 15 aprile 2018 Palazzo Pitti, Firenze Da martedì a domenica 08.15-18.50 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.uffizi.it
“L’arte per me è una estrapolazione di idee, consapevoli o meno, che avvengono nel profondo dell’anima, usando la tecnica che ognuno possiede per portarla in superficie” Sopra: Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto Veduta del Palazzo Ducale e della Piazzetta di San Marco olio su tela, 1730 c. - Firenze, Gallerie degli Uffizi Galleria delle Statue e delle Pitture
Canto della Luna ceramica gres con foglia oro patinata bronzo anno 2015, 20x13x33 cm. Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto Veduta del Canal Grande al Ponte di Rialto olio su tela, 1726 - 1728 - Firenze, Gallerie degli Uffizi Galleria delle Statue e delle Pitture
Jean-Baptiste-Siméon Chardin Fanciulla con il castello di carte olio su tela, 1740 c. - Firenze, Gallerie degli Uffizi Galleria delle Statue e delle Pitture
silviacaiti@hotmail.it 61
biancoscuro
Sam Havadtoy Originale ed autentico
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a Villa Reale di Monza ospita una personale di Sam Havadtoy, con una mostra che vuole riflettere sul concetto di originalità e autenticità. L’esposizione che si dipana nelle sale degli Appartamenti Reali, presenta una serie di opere inedite, tra sculture, dipinti, oggetti e arazzi. La recente polemica dei quadri falsi di Modigliani e l’esposizione "Serial classic" tenuta alla Fondazione Prada, sull’idea di copia rispetto all’originale, sono state da spunto a Sam Havadtoy per dare corpo al progetto. “Gli storici - afferma Sam Havadtoy - hanno da tempo dichiarato i marmi bianchi e i bronzi ossidati del mondo antico come capolavori. Passarono secoli prima che si capisse che in origine non erano solo dipinti, ma a volte anche vestiti. Eppure questo ha fatto ben poco per alterare la nostra comprensione dell’estetica classica”. Queste riflessioni lo hanno portato a rendere omaggio agli artisti del passato, le cui opere sono state distrutte anche da un fondamentale fraintendimento del loro aspetto originale. La mostra si inserisce in un programma di arte visiva presso gli Appartamenti Reali intitolato “Interference”, dove gli artisti propongono “delle interferenze” tra i sontuosi ambienti e l'arte contemporanea. Il percorso espositivo si apre con due ritratti di Modigliani, presi dalle copie che aveva realizzato il grande falsario ungherese Elmer de Hory. In questo gioco dialettico tra copia e originale, Havadtoy dà forma a delle sculture in bronzo che riproducono eroi dell’animazione come Bugs Bunny o Pippo, realizzati incollando frammenti di pizzo sulle sue opere; quindi, strato dopo strato li ricopre di colore, in modo che il gioco di vuoto e pieno che si crea, diventi l’elemento strutturale l dell’immagine che ne risulta. s
Sam Havadtoy - Goofy on the trapeze lace, acrylic, gold on found object, 2017, 41x26x33 cm. Sam Havadtoy - Beige Vase lace, acrylic on found object, 2017, 52x25 cm.
SAM HAVADTOY
Nobody sees me like i do 20 febbraio – 22 aprile 2018 Villa Reale, Monza
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www.reggiadimonza.it
INFO villarealemonza@bestunion.com Da martedì a domenica 10.00-19.00
MICHELAVALENTI creationsmic@gmail.com
www.michelavalenti.com
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In the city tecnica mista su tela, anno 2017, tre 30x40 cm.
biancoscuro
Luci del Nord al Forte di Bard Il racconto della Normandia degli Impressionisti
LUCI DEL NORD
Impressionismo in Normandia 03 febbraio – 17 giugno 2018 Forte di Bard, Bard
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www.fortedibard.it
Claude Monet - Étretat - 1885 ca., olio su tela, 35x24 cm.
Alfred Stevens - L’Approche de l’orage, 1893, olio su tavola, 40,7x32,8 cm.
INFO info@fortedibard.it Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato e domenica 10.00-19.00
Jean-Baptiste Camille Corot - Honfleur, bateau en construction 1822-23 ca., olio su carta incollata su tela, 23x31 cm.
L’
Impressionismo ha lasciato una traccia profonda nella storia dell’arte, muovendo i suoi passi in Francia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e proprio di questo inizia racconta la mostra “Luci del Nord. Impressionismo in Normandia”. Sarà possibile visitarla fino al 17 giugno al Forte di Bard, in Valle d'Aosta. A promuovere l’esposizione, curata dallo storico dell’arte Alain Tapié, è l’Associazione Forte di Bard con la collaborazione di Ponte Organisation für kulturelles Management GmbH di Vienna. Più di settanta importanti opere raccontano la fascinazione degli artisti per la Normandia, un paesaggio naturale dotato di una propria “fisicità” vera e vibrante. In mostra opere di Monet, Renoir, Bonnard, Boudin, Corot, Courbet, Daubigny, ma anche Delacroix, Dufy, Gericault. La mostra racconta la nascita, a partire dai primi decenni dell’Ottocento, della pittura di impressione, che darà vita al movimento dell’Impressionismo così come lo conosciamo, e successivamente al post impressionismo e ai principali movimenti delle avanguardie artistiche del Novecento che utilizzano il colore come strumento l principale di espressione. s
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biancoscuro
Giuseppe Mentessi L'espressione dei sentimenti in pittura Giuseppe Mentessi ha fatto di quasi ciascuna delle sue opere un inno all’amore, al dolore, alla pietà. Egli è dunque in ispecie artista di sentimento, non dimenticando però mai di dover essere, innanzi tutto, pittore. Vittorio Pica, 1903
F Giuseppe Mentessi - Bozzetto per Visione triste - c. 1899 carboncino, pastello e biacca su carta applicata a tela, 136,5x229,5 cm. Modena, collezione Assicoop Modena-Ferrara
RITA LOMBARDI
Il fuoco sacro - acrilico su tela, anno 2017, 50x65 cm.
rita.06180@gmail.com
ino al 10 giugno 2018, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara celebra Giuseppe Mentessi con una esposizione, curata da Marcello Toffanello, organizzata dalle Gallerie Estensi in collaborazione con AssiCoop Modena&Ferrara UnipolSai Assicurazioni e Legacoop Estense, incentratata sul tema dell’espressione dei sentimenti in pittura tra il 1890 e il 1909, coincidente con il periodo centrale e più significativo dell’attività dell’artista ferrarese. Il percorso artistico di Mentessi e la sua adesione alle tematiche sociali sarà riassunto da tre dipinti: "Visione triste", "Ora triste" e "Ramingo", e dai loro bozzetti per seguire il processo creativo, dall’invenzione del soggetto alla sua trasposizione su tela. Esemplare in tal senso è il dipinto "Visione triste", proveniente dalla Galleria Ca’ Pesaro di Venezia, proposto accanto al bozzetto inedito a pastello, a grandezza naturale. Esposta alla Biennale veneziana del 1899 e premiata con una medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, segna il passaggio di Mentessi da una rappresentazione naturalistica della realtà alla sua trasfigurazione in termini simbolici. "Ora triste" e "Ramingo" definiscono i termini dell’adesione di Mentessi alle tematiche del realismo sociale. In mostra anche una selezione di disegni che permettono uno sguardo nel laboratorio dell’artista: dalle prime idee abbozzate su fogli di fortuna a studi dettagliati pronti per essere riportati sulla tela. A questi si aggiungono i molti fogli di taccuino fitti di annotazioni, in cui sono acutamente colti scorci di paesaggio, testimonianze di una felice attività artistica quotidianamente praticata da Mentessi fin negli ultil mi giorni di vita. s GIUSEPPE MENTESSI Artista di sentimento
10 marzo – 10 giugno 2018 Pinacoteca Nazionale, Ferrara Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gallerie-estensi.beniculturali.it
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Futurismi al Broletto di Pavia Dall’Avanguardia Storica, passando per il Nuovo Futurismo, per arrivare al Postmoderno
Il logo è stato realizzato da Dario Brevi
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na nuova mostra ha riempie le sale del Broletto di Pavia, dopo la fotografia di Doisneau, è tempo di Futurismo. L’esposizione, co-curata da Edoardo Di Mauro e Leonardo Gallina, era articolata in tre sezioni. La prima comprendeva dipinti di alcuni esponenti del Futurismo Storico, la seconda sezione presentava alcuni esponenti del Nuovo Futurismo, movimento creatosi a Milano negli anni ‘80, storicizzato dal critico Renato Barilli. In conclusione, la mostra si chiude con i lavori di artisti contemporanei, tra cui due opere di Padre Costantino Ruggeri, per sottolineare come il Futurismo, a oltre cento anni dalla pubblicazione del Manifesto a Parigi, sia ancora attuale. In esposizione le opere di: Andreoni, Depero, Dottori, Masnata, Munari, Prampolini, Rizzo, Rognoni, Russolo, Sassu, Soggetti (Futurismo Storico). Abate, Brevi, Bonfiglio, Cella, Cosa, Luraschi, Palmieri, Plumcake (Nuovo Futurismo). Ferro, Picà, Padre Costantino Ruggeri, Santoli, Sergio (Futurismo contemporaneo). L’evento è stato organizzato grazie al Collegio universitario “Lorenzo Valla”, al patrocinio dall’Università di Pavia, dal l Comune di Pavia e dalla Fondazione Frate Sole. s
CAROLINA S PA G N O L I
carspagn@libero.it www.gigarte.com/carolina-spagnoli-carole
Riflessi d’incanto olio su tela, anno 2016, 60x60 cm.
Il pubblico durante il vernissage
biancoscuro
La stanza di Proust Project Room alla Fondazione Arnaldo Pomodoro
I
l 10 aprile riprende il ciclo annuale delle Project Room della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. L’iniziativa, con la quale la Fondazione mette il suo spazio e le sue competenze a disposizione di giovani curatori e artisti, ha l’obiettivo di raccontare al pubblico le ultime tendenze della scultura contemporanea. Il progetto, curato da Flavio Arensi e intitolato "La stanza di Proust", vedrà protagonisti tre artisti diversi, Donato Piccolo, Roberto Pugliese e Roberto Fanari, che formeranno un’unica riflessione sul ruolo della scultura in questo momento storico. Fino al 29 maggio, "La stanza di Proust" è dedicata a Donato Piccolo con "Imprévisible", che cerca di analizzare il divario esistenziale che intercorre tra il concetto di uomo e natura, artificio e tempo. Una scultura robotica che si trasforma in soggetto che impara da visitatori e osservatori: i meccanismi robotici e l’intelligenza artificiale consentono infatti all’opera di muoversi registrando le reazioni del pubblico e, in base a queste, impostare le conseguenti azioni. La scultura impara e agisce in maniera autonoma e definisce il campo dell’assenza umana, dalla quale è l imprescindibile il suo valore esistenziale. s
Donato, Piccolo Sebastiano - The night owl 2014, scultura in resina poliestere e gomma siliconica al platino, bracci meccanici, pennarello, sistema elettrico
Donato Piccolo - Ph. Ruggero Passeri
IMPRÉVISIBLE Donato Piccolo
10 aprile – 29 maggio 2018 Fondazione Arnaldo Pomodoro Milano Sotto: Donato Piccolo - Butterfly Effect 2013, galvanized iron, electric system, butterfly, amplifier, speaker, 16mx5mx4m. Photo by S. D`Exea Trombadori - Installation view at Macro Museum in Rome
INFO T. +39 02 89 075 394 Dal martedì al venerdì 11.00-13.00/14.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionearnaldopomodoro.it
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Donato Piccolo - Trittico per un malditesta 2007 fiberglass, glass, eggs, nebulizator ultrasound, water, iron, pyrex, 180cm each Biennale Photo by Beatriz Susana Soriano
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biancoscuro
AGATINO
Jannini e Barbanti a Pavia
FURNARI
Riparte la rasssegna Back to College
P
rosegue con successo la rassegna d’arte contemporanea “Back to College”, a cura di Martina Corgnati, Storica dell’Arte, docente all’Accademia di Brera. Inaugurata il 13 marzo al Collegio Lorenzo Valla, gli artisti presentati in mostra per il prossimo mese, in nuovo appuntamento del 2018, sono Ernesto Jannini e Giuliano Barbanti. Di Ernesto Jannini ricordiamo la sua partecipazione, nel 1976 e 1990, alla biennale di Venezia. Le sue sono audaci installazioni, alla ricerca del “limite”, realizzate con microcircuiti stampati, chips elettronici e microprocessori, messi in rapporto concreto con la pittura a olio, fotografia e luci al neon. Nei recentissimi Opere di Giuliano Barbanti
lavori, intitolati “Migrazioni nostalgiche”, troviamo immagini calibrate che tendono ad un equilibrio tra ironia e sentimento, che costituiscono un’apertura verso il territorio del racconto e degli orizzonti figurativi. Giuliano Barbanti, classe 1936, ha tenuto la sua prima personale nel 1966, la sua lunga ed articolata carriera non si può ridurre in poche righe. La sua è una pittura dove l’elemento modulare prevale, una pittura scandita in rigorose campiture. La comparsa del colore, inizialmente come elemento marginale, quasi di disturbo ai bordi della superficie monocroma, unitamente all’elemento areografico e alla sagomatura di uno o più lati, suggerisce una tridimensionalità virtuale e una sottile ambiguità percettiva del campo pittorico. Entrambi gli artisti hanno all’attivo numerose esposizioni sia in Italia che all’estero e loro opere sono state acquisite da l musei ed enti pubblici. s
“Una confusione di idee messe in ordine fanno nascere capolavori”
Sequenza tecnica materica mista con cavi elettrici anno 2018, 50 x 70 cm.
Inizialmente le sue opere rielaborano quadri famosi del ‘900 che esprime con personale scelta artistica, sperimentando tecniche multi-materiche ed utilizzando materiali, dai toni accesi, come cavi elettrici riciclati, valorizzando l’opera cromaticamente. Nel tempo la tecnica si è affinata, facendo uso solo di cavi elettrici. Diverse le mostre con associazioni culturali, sia in Italia che in Francia.
[1]
[2] [1] Da sinistra, Martina Corgnati (curatrice della mostra), Ettore Maccarini (Rettore del Collegio Lorenzo Valla) e A sinistra: Ernesto Jannini - Lim-pianto hardware e similfrutta su tavola a olio e smalti 2006, 59,5x62,5cm. A destra: Ernesto Jannini - Supeimpianto2 2009, 59,5x62,5cm.
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Giuliano Barbanti, durante la presentazione.
Notte stellata tecnica materica mistacon cavi elettrici e lamiera, anno 2015, 42 x 53 cm.
[2] Vincenzo Chetta e Ernesto Jannini durante un'intervista rilasciata durante l'inaugurazione della mostra.
furnariagatino@gmail.com www.premioceleste.it/agatino.furnari 67
biancoscuro
5ª edizione del Concorso Arti Visive Sconfinamenti è il tema dell’edizione 2018 Sotto: l’opera vincitrice nel 2014 di Maria Silva, “La bella la va al fosso, al fosso a resentà” , acrilico su tela, 60x60 cm.
Sotto: l’opera vincitrice nel 2015, Pierluigi Cocchi, “Schiavitù”, tecnica mista, 190x260x30 cm.
Sotto: l’opera vincitrice nel 2016, Maurizio Cattaneo, “Composizione astratta 1/A016”, tecnica mista su tela, 60x60 cm.
L
a quinta edizione del Concorso di Arti Visive è parte del ricco programma di iniziative dedicate ai centotrenta anni del Circolo Culturale San Giuseppe, di fatto la più antica associazione della città di Seregno, che ha sempre avuto attenzione nei confronti del mondo dell’arte. Ciò perché c’è tremendamente bisogno di “Arte” nella società odierna e soprattutto dei suoi interpreti: gli artisti, la loro attività intellettuale genera sogni, possibilità, visioni. Sono attenti osservatori e precursori degli andamenti sociali e delle sfaccettature umane; le loro opere profonde tracce di lettura destinate ad attenti osservatori. Nel suo breve percorso, il concorso, aperto a tutti, ha offerto una duplice opportunità: per gli artisti quella di esporre insieme, farsi conoscere, confrontarsi e riflettere sui diversi modi di fare arte; per il pubblico quella di avvicinarsi ad un linguaggio semplice e al contempo ostico, che interpreta il mondo interiore o quello esterno attraverso molteplici strumenti espressivi, che l’artista plasma per delinearne le immagini, in un mondo sempre più percettivo e meno riflessivo, più touch e meno eloquente. Dunque non è casuale che affianco alla proposta libera (premio Basic), in ogni edizione del concorso sia presente un tema (premio Master). Non è solo un modo per misurare l’originalità di interpretazione degli artisti, ma per offrire al pubblico un momento di riflessione. “Sconfinamenti” è il tema dell’edizione 2018, con cui si chiede ad ogni artista di interpretare alcuni dei numerosi processi sociali umani odierni sul piano globale che mettono in discussione il concetto di “confine”, facendo riemergere l’universalità della natura di cui l’umanità è parte. E quale migliore linguaggio per sconfinare se non quello dell’arte? Questo appuntamento si propone come un importante evento culturale della città di Seregno e di sinergia con gli attori dell’impresa culturale e creativa, offrendo l’occasione di collaborazioni positive. In tal senso sarà proposto durante il periodo del concorso la rassegna “arte in pillole, pillole d’arte”, una serie di incontri su alcune specificità del mondo dell’arte contemporanea rivolto e aper-
to a tutti. Altresì una mostra collettiva, correlata al tema del concorso, curata da ARC Gallery. Questi appuntamenti, così come le opere proposte a concorso, saranno ospitati presso la sala Minoretti, in via Cavour 25, dal 3 maggio al 3 giugno 2018. La premiazione avrà luogo il 5 giugno 2018 presso l’Auditorium civico di piazza Risorgimento, a Seregno. Gennaro Mele
Gli artisti premiati nell’edizione 2017 INFO SCONFINAMENTI - Concorso Arti Visive L’evento curato da Gennaro Mele è patrocinato dalla Città di Seregno Esposizione dal 3 maggio al 3 giugno 2018 Circolo Culturale S. Giuseppe Sala Minoretti, Via Cavour 25, Seregno (MB) Premiazione 5 giugno 2018 Auditorium Civico, Piazza Risorgimento, Seregno (MB) 11, 18 e 25 maggio 2018 ore 21.00 rassegna “arte in pillole, pillole d’arte”, i venerdì dedicati all’arte contemporanea dal 18 al 27 maggio 2018 Mostra collettiva curata da ARC Gallery sul tema del concorso “Sconfinamenti” circolosangiuseppe@libero.it www.concorsoartivisive.it
Sotto: l’opera vincitrice nel 2017, Marco Enea Spilimbergo, “Babilonia (dittico)”, fotografia, 50x70 (x2) cm.
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BAC winter edition
biancoscuro
1 Giuria Critica, 17 selezionati, 1 mostra ad Art Parma Fair, 1 grande premio finale: la Copertina di BIANCOSCURO Tutte le opere sul sito artcontest.biancoscuro.it
Gli Artisti in gara In queste pagine sono pubblicate le opere di tutti gli artisti iscritti al BIANCOSCURO ART CONTEST WINTER EDITION. Tra tutte le opere in concorso, ne sono state selezionate 17, esposte poi in mostra nello spazio di BIANCOSCURO ART EXHIBITION - CONTEMPORARY SELECTED ARTIST, ad Art Parma Fair 2018. A seguito dell’esposizione, mettendo in relazione diversi parametri, si è scelta l’opera vincitrice del premio finale: la pubblicazione sulla Copertina di BIANCOSCURO #29 agosto/settembre. La Giuria BIANCOSCURO, per l’edizione Winter, è composta da redazione e comitato critico. I componenti sono: Vincenzo Chetta, Direttore della Rivista d’Arte Biancoscuro; Daniela Malabaila, Caporedattore Biancoscuro Rivista d’Arte; Jean François Gailloud, Presidente del Montreux Art Gallery; Rebecca Maniti, redazione Biancoscuro; Flavio Ennante, redazione Biancoscuro;
Marie Hélène Heusghem, Direttore del Montreux Art Gallery; Franco Crugnola, Direttore della ShowCases Gallery; Isabella Rigamonti, Designer, collaboratrice ShowCases Gallery; Mario Gambatesa, redazione Biancoscuro; Lucia Garnero, redazione Biancoscuro.
WALTER ACCIGLIARO “Quel tormentato sogno di unità”
SIMONE ANTICAGLIA “L’ultima cena”
CESARE ARBIZZANI “Planimetrie”
CESARE ARBIZZANI “Universo”
ALESSIO BANDINI “Forgiveness”
ALESSIO BANDINI “The judge”
FABIO BATOCCHI “Senza titolo”
LINA BIESUZ “29 settembre”
LINA BIESUZ “Soli”
LINA BIESUZ “Mei Li”
LOREDANA BOLDINI “Click here”
LOREDANA BOLDINI “Identity theft”
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LOREDANA BOLDINI “Tweet”
PAOLA BONA “Fiume-di-ghiaccio”
PAOLA BONA “Frangente”
PAOLA BONA “Intesa”
FABIO BRAMBILLA “Traces brown”
CASCIONE & LUSCIOV “Abiogenesis”
VINCENZO CASTALDO “Love & lights”
VINCENZO CASTALDO “Sources of life”
VINCENZO CASTALDO “White kiss”
MARA CAVAGGIONI “Senza meta”
MARA CAVAGGIONI “Prendo solo quello che voglio”
MARA CAVAGGIONI “Stregata dal colore”
MARIO COLOMBELLI “Cascata”
MARIO COLOMBELLI “Il risveglio della sorgente”
MARIO COLOMBELLI “Sogno di ballerina”
FRANCESCO COLONNA “Compendio ideologico”
FRANCESCO COLONNA “Indivisibile armonia”
FRANCESCO COLONNA “Metamorfosi compositiva”
LAMBERTO CORREGGIARI “Virus italico”
LAMBERTO CORREGGIARI “Quando cresce cio’ che salva,cresce anche il pericolo”
LAMBERTO CORREGGIARI “Latrati”
DAN JORDAN “Acuarius”
ORNELLA DE ROSA “Libertà al colore”
CIRO DI FIORE “Vita e Tecnologia”
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BAC winter edition
biancoscuro
DANIELA FABBRI “Celesti armonie”
DANIELA FABBRI “Galassia”
DANIELA FABBRI “Profondità terrene”
PAOLA FAGGELLA “Quel che resta”
ROSA MARIA FALCIOLA “Mondo impossibile arancione”
ROSA MARIA FALCIOLA “Libro segreto con titolo rubino”
MARCO FERRARI “Tanika”
FENICE “Maschilismo Pavlov”
FENICE “Blue follia”
FENICE “Penombra”
FLORA “Fragmentations”
GIAN FRANCO FUGAZZA “Complesso di coni”
GIAN FRANCO FUGAZZA “Sconcentricità”
ANTONIO FUMAGALLI “Sole caldo”
PAOLA GERANIO “Yerevan dream”
PAOLA GERANIO “Tabriz dream”
PAOLA GERANIO “Attitude”
FEDERICO GESSI “Strutturazione LXXXIX”
FEDERICO GESSI “Strutturazione CII - Ocean of night”
FEDERICO GESSI “Strutturazione XCIX - Beware”
CARLO MARIA GIUDICI “BRIANZA - Studio IX°”
CARLO MARIA GIUDICI “Omaggio a Wikipedia - Verso Esino Lario - VI°”
CARLO MARIA GIUDICI “Omaggio a Wikipedia - Verso Esino Lario - VIII°”
STANKA GOLOB “Travel”
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STANKA GOLOB “Conversation”
STANKA GOLOB “Shades of gray”
GUIKNI RIVERA “Agape”
GUIKNI RIVERA “Estrella Lamat”
HELLE LÕHMUS “Waterlilies”
IVAN ILIEV “Tulips and figs”
MICHELE LA SALA “Campagna dauna”
MICHELE LA SALA “Paesaggio”
MICHELE LA SALA “Paesaggio primaverile”
BARBARA LEGNAZZI “NUMERO 54”
BARBARA LEGNAZZI “NUMERO 55 - L’alba di un nuovo giorno”
BARBARA LEGNAZZI “NUMERO 59 - Uova come se piovesse”
RITA LOMBARDI “Il fuoco sacro”
RITA LOMBARDI “Il cigno”
ANNALISA MACCHIONE “Riflessi nella palude”
ANNALISA MACCHIONE “Riflessi”
ANNALISA MACCHIONE “Bosco di betulle”
MARIA MANFREDI “E mi passano davanti”
ROMEO MANZONI “Deforme”
ROMEO MANZONI “Il mondo è un carcere”
ROMEO MANZONI “Uomo gomma”
WALTER MARIN “Cattedrale”
WALTER MARIN “Omaggio a David Gilmour”
RITA LOMBARDI “Il gioco di triangoli - la maschera”
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WALTER MARIN “Chet Baker”
ARNALDO MARINI “Ritorno al villaggio”
ARNALDO MARINI “Sul finire del giorno”
ARNALDO MARINI “Tenue mattino al villaggio”
PARIDE MARIOTTI “Selfie”
PARIDE MARIOTTI “Hulk
MAURO MARTIN “Venexiana”
GIOVANNINA MENIN “Narciso: simbolo di rinascita”
ANNARITA MICHELI “Ma quanti blu ha il cielo”
ANNARITA MICHELI “Paura del temporale”
MARIAROSA MIGLIORINI “Vie d’acqua”
KARIN MONSCHAUER “Le tre figure”
KARIN MONSCHAUER “Byzanz”
KARIN MONSCHAUER “Monde”
EMANUELA MONTORRO “No Silence 002”
EMANUELA MONTORRO “No Silence 005”
EMANUELA MONTORRO “No Silence 003”
PINO NANIA “Il gioco”
PINO NANIA “Risveglio”
KELLIANNE O’BRIEN “Celeste Prophecy”
MANUEL ONDEI “L’Attesa II”
SERGEJ “Anemoni”
SERGEJ “Cavaliere Errante”
SERGEJ “Fiori Colorati”
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MARIELLA PACE “Archi e Castello”
ALESSANDRA PASOLINI “Tra cielo e mare”
FABRIZIO PEDRALI “Luna 2”
ROSAMARIA PEPE “La giostra”
EGIDIO PERNA “Ulivo”
EGIDIO PERNA “Hours”
EGIDIO PERNA “Notturno di Girasoli di carta”
CLAUDIA PERRUSO “Rassegnazione”
CLAUDIA PERRUSO “Smarrimento”
CLAUDIA PERRUSO “Sweet spring”
CLAUDIA PERRUSO “Eternità”
CLAUDIA PERRUSO “Ricordi dell’anima”
UMBERTO PETTENE “I mulini di Kinderdijk”
UMBERTO PETTENE “Il guardiano del faro”
UMBERTO PETTENE “Mongolfiere”
DA CAVARGINE “L’ulivo della Pace”
PUPI PERATI “Energia armonica”
NICOLA QUICI “Mani”
NICOLA QUICI “Ricordo”
NICOLA QUICI “Sguardo”
NICCOLÒ RATTO “Spellbound Air”
NICCOLÒ RATTO “Spellbound Fair”
NICCOLÒ RATTO “Spellbound Water”
MARIELLA RELINI “Fossile”
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MARIELLA RELINI “Omaggio a Dario Fo”
MARIELLA RELINI “Il mio gatto”
GIANCARLO REVERBERI “Trivela”
GIANCARLO REVERBERI “La diva”
GIANCARLO REVERBERI “For sale 2”
ANGELO RODÀ “Il dente del gigante”
ANGELO RODÀ “L’abbraccio”
ANGELO RODÀ “Madonna con Bambino 4”
ANGELO RODÀ “Il pane di Vincent”
MIRKO RONCELLI “Uomini soli ”
MIRKO RONCELLI “Un’altra storia”
MIRKO RONCELLI “Spettatori”
THOMAS RUSSO “Lo stupore della vita”
THOMAS RUSSO “The bear”
UMBERTO SALMERI “Psicadelica 01”
UMBERTO SALMERI “Naufragio”
ELENA SANTUCCI “In a dark room”
DOMENICO SAVOLDELLI “Danza e musica”
DOMENICO SAVOLDELLI “Danza macabra di Clusone”
DOMENICO SAVOLDELLI “Inquinamento, evoluzione nel tempo”
AMBRA SCALI “Incendio California”
ANGELO SCARDINO “Il sogno”
RAINER SCHOCH “Havana man”
RAINER SCHOCH “Time”
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RAINER SCHOCH “Lebenslinie”
PILAR SEGURA “Paesaggio”
RENATO SERAFIN “Dimenticare”
RENATO SERAFIN “Fine di una relazione”
RENATO SERAFIN “La vasca della vita”
GIULIANA SILVESTRINI “Metamorfosi in giallo e arancio”
GIULIANA SILVESTRINI “Metamorfosi in grigio”
GBRÌ “Solitudine apparente”
GBRÌ “Taj Milan”
VITO SPADA “Armonia geometrica 2”
VITO SPADA “Armonia geometrica”
FERNANDO STUFANO “Graviton Spin”
FERNANDO STUFANO “Heart of fire”
MARTINA TABELLINI “Liquida”
JOSEFINA TEMIN “3 Piedras con Anturio”
LORENA TOTOLO “Amore eterno”
FABIO VALENTE “Fortuna”
FABIO VALENTE “L’eccezione”
MICHELA VALENTI “Effervescenza”
MICHELA VALENTI “In the city”
MICHELA VALENTI “Vicende”
MICHELA VALENTI “Lo sgomento”
LUCAS VAN EEGHEN “Il desiderio”
ALEXANDRA VAN DER LEEUW “Lr-088”
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ALEXANDRA VAN DER LEEUW “Lr-102”
PATRIZIA VILLANI “Nella tempesta l’anima sanguina”
GIANNA ZANAFREDI “Composizione n. 45”
GIANNA ZANAFREDI “Composizione n. 39”
Un ringraziamento a tutti i partecipanti, che rimarranno pubblicati sul sito internet artcontest.biancoscuro.it sino alla prossima edizione BAC Winter Edition, a gennaio 2019. GIANNA ZANAFREDI “Composizione n. 18”
Gli Artisti Selezionati per il secondo step del concorso: l’esposizione a Parma Tra tutte le opere in concorso, 16 sono state selezionate per la seconda fase del BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition dalla Giuria Critica, mentre 1 opera è stata selezionata dal pubblico social, tramite una semplice votazione online. I risultati sono stati resi pubblici sui siti internet www.biancoscuro.it e www.artcontest.biancoscuro.it,, oltre che sulle pagine social di BIANCOSCURO e BIANCOSCURO ART CONTEST. Le opere finaliste (qui a sinistra) sono di: Fabio Batocchi, Mario Colombelli, Lamberto Correggiari, Daniela Fabbri, Marco Ferrari, Antonio Fumagalli, Paola Geranio, Federico Gessi, Rita Lombardi, Walter Marin, Simone Anticaglia, Niccolò Ratto, Gianna Zanafredi, Angelo Scardino, Vito Spada, Michela Valenti. GBrì (qui sotto) invece è risultata la più votata dalla giuria popolare. Le opere selezionate sono state esposte ad Art Parma 2018 nello spazio riservato a BIANCOSCURO ART EXHIBITION CONTEMPORARY SELECTED ARTIST. Gli sguardi e le richieste del pubblico di collezionisti e galleristi hanno dimostrato ancora una volta quanto sia stata accurata la selezione.
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IL VINCITORE DEL BIANCOSCURO ART CONTEST WINTER EDITION 2017/2018 Un’opera su tutte ha catturato maggiormente l’attenzione degli addetti ai lavorI e del pubblico, accendendo dibattiti su più fronti: TANIKA, di Marco Ferrari. A lui sarà dunque dedicata la copertina di BIANCOSCURO #29, in uscita ad agosto 2018! Ha destato grande interesse anche un’altra opera, che la Redazione ha deciso di premiare con la pubblicazione sulla Over the Cover di BIANCOSCURO #29: SGOMENTO, di Michela Valenti!
Michela Valenti Sgomento
Marco Ferrari Tanika
ArtParma Fair 2018 In mostra i finalisti del BAC Winter Edition
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ncora una volta Art Parma Fair si è una valida vetrina per l'Arte moderna e contemporanea. L'edizione primaverile ha ospitato i selezionati del BAC WINTER EDITION che hanno avuto la grande occasione di esporre a fianco a grandi esponenti dell'Arte. Anche se la nuova collocazione del padiglione fieristico non ha portato l’afflusso desiderato, la qualità dei visitatori è rimasta inalterata. La prossima edizione è prevista per l'autunno, sempre in concomitanza con Il Mercante in Fiera, tuttavia non si hanno certezze sulla nuova collocazione del padiglione espositivo. Il vecchio mood con il quale venivano accettati come espositori esclusivamente le Gallerie di qualità, ha avuto un’inversione di tendenza, conseguentemente la consueta esposizione autunnale dei nuovi premiati al BIANCOSCURO Art Contest 2018 si terrà in un’altra location per mantenere la qualità di esposizione e di pubblico. Flavio Ennante 79
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miart 2018: il presente ha molte storie La ventitreesima edizione a fieramilanocity dal 13 al 15 aprile
miart ospiterà186 gallerie da 19 paesi e 4 continenti. 7 premi e un fondo di acquisizioni da 100.000 euro. Oltre 60 curatori, direttori di museo e personalità da tutto il mondo coinvolti nelle sezioni della fiera, nelle giurie dei premi e nei talk. Una settimana di incontri, inaugurazioni, mostre ed eventi in tutta la città, dentro e fuori dai padiglioni della Fiera.
C
on questa nuova edizione miart, ventitreesima edizione della fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata da Fiera Milano e diretta per il secondo anno da Alessandro Rabottini, con il sostegno di Intesa San Paolo in qualità di main sponsor, consolida i risultati progressivamente raggiunti negli anni recenti ed entra
in una fase di maturità. La direzione artistica di Alessandro Rabottini punta a rafforzare il formato che contraddistingue miart e ne esplora e approfondisce potenzialità e linee di sviluppo. Una fiera che guarda al presente nelle sue molteplici dimensioni, tanto alle radici storiche quanto alla sperimentazione odierna. Il dialogo tra arte moderna, arte contemporanea e design da collezione, la più ampia offerta cronologica fieristica in Italia (con la presenza di opere che spaziano dai primi anni del Novecento fino alle più recenti esperienze internazionali) e la sempre crescente qualità di espositori e operatori provenienti da tutto il mondo, hanno reso la formula di miart un modello di successo, dove la solidità degli aspetti di mercato si fonde con le componenti di ricerca. Un modello che ha contribuito allo sviluppo odierno di Milano come capitale internazionale della creatività e in cui si riconoscono galleristi, collezionisti, curatori, artisti, istituzioni e grande pubblico. miart 2018 presenta 186 gallerie internazionali che rappresentano un ampio venta-
glio qualitativo dell’offerta di arte moderna e contemporanea e del design in edizione limitata. In crescita la presenza di gallerie straniere che quest’anno partecipano alla fiera milanese: saranno infatti 77 le gallerie estere (il 41% del totale) provenienti da 19 paesi oltre l’Italia (Austria, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Hong Kong, Israele, Romania, Spagna, Sudafrica, Stati Uniti, Svizzera, Turchia, Ungheria). Confermano la loro presenza numerose importanti gallerie internazionali, tra cui A Arte Invernizzi (Milano), A Gentil Carioca (Rio de Janeiro), Alfonso Artiaco (Napoli), Bortolami (New York), Galerie Isabella Bortolozzi (Berlino), Campoli Presti (Londra - Parigi), ChertLüdde (Berlino), Clearing (Bruxelles - New York - Brooklyn), Galleria Continua (San Gimignano - Pechino - Les Moulins - Havana), Raffaella Cortese (Milano), Monica De Cardenas (Milano - Lugano - Zuoz), Massimo De Carlo (Milano - Londra - Hong Kong), Gladstone Gallery (New York - Bruxelles),
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Rodolphe Janssen (Bruxelles), Kaufmann Repetto (Milano - New York), König Galerie (Berlino - Londra), Andrew Kreps Gallery (New York), Galerie Emanuel Layr (Vienna - Roma), Galerie Lelong (Parigi - New York), Mai 36 (Zurigo), Giò Marconi (Milano), Meyer Riegger (Berlino - Karlsruhe), Massimo Minini (Brescia), P420 (Bologna), Galerija Gregor Podnar (Berlino), Lia Rumma (Milano - Napoli), Richard Saltoun (Londra), Sprovieri (Londra), T293 (Roma), Vistamare - Vistamare Studio (Pescara - Milano), Galerie Jocelyn Wolff (Parigi), Zero… (Milano). miart è anche l’unica fiera ad avere al suo interno una sezione dedicata al design d’autore e da collezione: anche quest’anno la sezione Object conferma la partecipazione di influenti gallerie e di nuovi ingressi internazionali. “miart è un’occasione privilegiata per creare cultura all’interno di una piattaforma di business tra addetti e appassionati del settore”- afferma Fabrizio Curci, amministratore delegato di Fiera Milano - “Anno dopo anno, sta crescendo nei numeri, ma soprattutto in qualità, a testimonianza della scelta progettuale sostenuta da Fiera Milano diventando così un momento imperdibile per i collezionisti italiani e stranieri che scelgono di venire a Milano per trovare quella giusta selezione di gallerie che la rendono unica nel panorama fieristico internazionale. Inoltre, miart rappresenta la capacità di
Fiera Milano di realizzare eventi di qualità legati al mondo dell’arte: un know how che oltre a Milano, si esprime anche in Sud Africa, con la Cape Town Art Fair”. Per il primo anno, Intesa Sanpaolo supporta miart in qualità di main sponsor: internazionalità, eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio sono i valori che legano Fiera Milano alla Banca, e che, attraverso la sinergia messa in campo su miart 2018, contribuiranno a consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale, offrendo un ulteriore volano di crescita e sviluppo economico, culturale e civile della comunità. Michele Coppola, Direttore Arte e Cultura Intesa Sanpaolo, commenta: “Siamo per la prima volta main sponsor di miart e lo saremo in un modo nuovo, anche grazie alla collaborazione con un artista italiano presente nella nostra collezione. Intesa Sanpaolo è
da sempre protagonista nella promozione dell’arte e nel sostegno alle più importanti iniziative culturali. La nostra presenza a miart rinnova l’impegno della banca al fianco delle principali realtà del nostro Paese dedicate alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano, in particolare nella città di Milano, nell’ambito di una intensa sinergia con le istituzioni pubbliche che contraddistingue il nostro Progetto Cultura. Le Gallerie d’Italia con il proprio Cantiere del ‘900 testimoniano la nostra attenzione nel promuovere la conoscenza dell’arte del secolo scorso in piena sintonia con l’identità di miart e la sua riconosciuta dimensione internazionale.” Si confermano sei le sezioni che caratterizzano miart: Established, che raccoglie 126 espositori divisi tra Contemporary e Master; Emergent, dedicata a 20 gallerie internazionali focalizzate sulla ricerca delle giovani generazioni; Generations, che
miart cambia e nel 2018 la sua campagna di comunicazione porta l’arte a comunicare l’arte. In queste pagine alcune immagini di Prisma
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presenta 8 coppie di gallerie che mettono in dialogo due artisti di generazioni diverse; Decades che con le sue 9 gallerie propone un percorso lungo il XX secolo secondo una scansione per decenni, tracciando un racconto che enfatizza le due anime che definiscono miart, quella legata all’arte moderna e quella legata all’arte contemporanea; On Demand, sezione trasversale le cui gallerie espongono, fra le altre, opere context-based e opere site-specific (come installazioni e wall paintings, progetti da realizzare, commissioni, performance, etc) che per esistere hanno bisogno di essere “attivate” da chi le possiede; e infine Object, dedicata a una selezione di 14 gallerie attive nella promozione di oggetti di design contemporaneo concepiti in edizione limitata e fruiti come opere d’arte. Un nuovo ciclo di miartalks accompagnerà le tre giornate di apertura al pubblico della fiera. Riuniti sotto il titolo “Che cosa possiamo immaginare?” i miartalks 2018 esploreranno la dimensione dell’immaginazione come una forza che crea e trasforma la realtà e non come una fuga dal presente. Ci si domanderà se l’immaginazione è un diritto di tutti o se esistono delle condizioni sociali, economiche e politiche che la precludono; dove è possibile immaginare e se ci sono luoghi nel mondo dove immaginare è vietato; come l’immaginazione può diventare un esercizio quotidiano e, infine, che cosa possiamo immaginare per un futuro che è già qui? Confermati per miart 2018 tutti e sette i premi che hanno caratterizzato l’offerta fieristica della scorsa edizione, arricchita
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da una nuova rosa di giurie internazionali invitate ad assegnare i numerosi riconoscimenti. Il Comune di Milano e miart 2018 proseguono nella stretta collaborazione avviata nelle ultime edizioni con tutte le principali realtà che operano nella promozione e nella conoscenza dell’arte moderna e contemporanea in città e che di Milano incarnano la vivacità e le diversità culturali. “La Milano Art Week accenderà la città e, a partire da lunedì 9 aprile, saranno decine gli appuntamenti e le opportunità di visitare, conoscere, approfondire i tanti mondi e i diversi linguaggi dell’arte moderna e contemporanea, per i milanesi e per tutti coloro che visiteranno la nostra città in occasione della fiera” ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, “Sono certo che la reputazione che Milano si è conquistata negli ultimi anni in ambito internazionale, come hub della creatività contemporanea, uscirà ulteriormente rafforzata dalla ricchezza dell’offerta artistica durante l’Art Week e da questa nuova edizione che ruota intorno a una fiera sempre più ricca e prestigiosa, capace di coniugare gli aspetti legati al mercato con quelli connessi alla ricerca grazie alla curatela di Alessandro Rabottini e alla partecipazione di direttori di museo, esperti e curatori provenienti da tutto il mondo”. miart è nuovamente capofila della Milano Art Week e del ricco programma di eventi, inaugurazioni e aperture speciali che coinvolge istituzioni pubbliche, fondazioni e gallerie private, spazi non-profit per l’intera settimana della fiera. A partire da lunedì 9 aprile, ogni giorno inaugurazioni, aperture e visite speciali a mostre e progetti, quali (tra gli altri) Matt Mullican ed Eva Kot’átková presso Pirelli HangarBicocca, Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943 alla Fondazione Prada Milano, Torbjørn Rødland alla Fondazione Prada Osservatorio, Teresa Margolles al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative. But a Storm is Blowing from Paradise: Contemporary Art of the Middle East and North Africa alla GAM, la XI edizione del Triennale Design Museum, Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001 a Palazzo Reale, Frida Kahlo al MUDEC, Giosetta Fioroni e il Premio Acacia al Museo del Novecento, Sol LeWitt alla Fondazione
Carriero, Jimmie Durham alla Fondazione Adolfo Pini, Kimsooja alla Basilica di Sant’Eustorgio, The Sichuan Tale. China, Teatro e Storia a FM Centro per l’Arte Contemporanea, Barry X Ball al Castello Sforzesco e a Villa Panza, Project Room #7 alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, e moltissimi altri appuntamenti ancora in preparazione. Infine, la performance PRISMA presso il Triennale Teatro dell’Arte, in programma mercoledì 11 aprile e giovedì 12 aprile: una collaborazione a più mani tra il coreografo Alessandro Sciarroni e i video-artisti Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni), nata come sviluppo finale della campagna di comunicazione di miart 2018, già lanciata nel settembre dello scorso anno e realizzata da Alessandro Sciarroni, Masbedo e la fotografa Alice Schillaci, riuniti sotto la direzione artistica di Mousse Agency. Per la prima volta all’interno della strategia di comunicazione di una fiera “l’arte comunica l’arte”. PRISMA non soltanto riunisce una molteplicità di linguaggi creativi ma è anche il frutto della collaborazione tra più soggetti istituzionali. Rebecca Maniti
miart 2018 13–15 aprile 2018 VIP preview e vernissage 12 aprile 2018 fieramilanocity, padiglione 3, gate 5 Milano www.miart.it
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Andrea Bassani - Dinamica spaziale rosso - acrilico su tele sagomate, 35x80 cm.
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Artgenève, il “salon d’art” Stand museali e galleristi che mostrano la profonda impronta curatoriale, non chiamatela semplicemente fiera!
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rtgenève è una piattaforma d’arte che si presenta al pubblico sotto forma di “salon d’art” e dal 1° al 4 febbraio 2018 al Palaexpò di Ginevra si è svolta la 7ª edizione del salone, che dedica spazio a gallerie svizzere ed internazionali, sottolineando l’importanza del dialogo tra le diverse istituzioni artistiche. Main sponsor di Artgenève è UBS, che dal 2013 condivide con il salone l’obiettivo di creare un nuovo format dedicato all’arte nella Svizzera francese, format che si propone di andare oltre il concetto di fiera tradizionale (per evitare il confronto con Basilea), rispolverando così il termine “salon” e chiamando a esporre collezioni pubbliche e private invitati a presentare progetti enormi e
profondamente articolati. In questi anni di continuo sviluppo e consolidamento, si è affermata come piattaforma d’arte di fama internazionale. Per la sua 7ª edizione, Artgenève ha ampliato la sua offerta di arte moderna, arte contemporanea e design, invitando il Pad (Pavilion of Arts and Design, Paris & London) ed ha dedicato un’ampia area alle mostre non commerciali, incluse collezioni private, pubbliche e show. Le sezioni che hanno completato il salone sono: Estate Show, sezione che presenta installazioni monumentale di artisti storicizzato; The Living Room, dove ogni anno Artgenève invita le gallerie espositrici ad offrire opere in vendita attorno a un tema comune. La cura è di Samuel Gross che, per quest’anno, ha immaginato un bar alpino panoramico, su una montagna impressionante, dove una serie di monocromi ha riempito di finestre colorate il bianco della neve. La vertigine sarà sostituita da una sorta di “frustrazione cromatica”. Artgenève / sculptures offre l’opportunità ai partecipanti di esporre sculture nello spazio pubblico della città. In inverno, l’inaugurazione avviene durante In alto: Espace Editeurs. Photo © Julien Gremaud A sinistra: The Estate Show Anthony McCall Vertical Works. Photo © Julien Gremaud
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la fiera, e le sculture sono esposte sulle rive del lago Lemano, mentre in estate, sono posizionate nel Parc des Eaux-Vives, per circa 3 mesi. Artgenève / sculptures è realizzato in collaborazione con la città di Ginevra e le gallerie partecipanti. Possiamo affermare che l’idea del direttore Thomas Hug funziona, il bilancio è positivo e la soddisfazione dei galleristi è sopra le aspettative. Vincenzo Chetta
Il premio è supportato dal partner F.P.Journe watches.
Niki de Saint Phalle & Jacques Villeglé Courtesy Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois
VAIA ANTONIETTA
Prix Solo artgenève-FPJourne Il premio per la mostra personale artgenève – FPJourne è assegnato alla migliore mostra personale presentata da una galleria che espone durante artgenève. Ogni mostra personale si svolge in uno spazio di 20 metri quadrati adiacente alla galleria. La giuria è composta da Caroline Bourgeois (collezione François Pinault) e Lionel Bovier (MAMCO Genève) e Hans-Ulrich Obrist, Serpentine Galleries. premio 2018: Niki de Saint Phalle & Jacques Villeglé, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois premio 2017: Walter Robinson, Galerie Sébastien Bertrand premio 2016: Eberhard Havekost, Galerie Gebr. Lehmann premio 2015: Lucas Samaras, Xippas premio 2014: Roman Signer, Häusler Contemporary premio 2013: Thomas Huber, galerie Skopia
Habibi, Adel Abdessemed Photo © Julien Gremaud
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Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Photo @ Julien Gremaud
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Chiude in bellezza Vernice Art Fair 2018 A Forlì l’arte fiera dedicata ad artisti soddisfa pienamente gli espositori
[1] Lo stand della mostra collaterale HIGHLIGHTS opere di Buell [2] La premiazione del Concorso Coinè per l’Arte! Francesca Caldari, Gilberto tedaldi, Silvio Zago, Fabio Frabetti e Kristina Milakovic [2] Le opere di Paola Bandini all’interno dello stand quattroxquattro.com
A Silvio Zago e Fabio Frabetti il primo premio della 16ª edizione del concorso nazionale “Coinè per l’Arte”
[1]
S
i è chiusa domenica 18 marzo con la consegna dei premi della 16ª edizione del concorso nazionale “Coinè per l’Arte”, l’edizione 2018 di “Vernice Art Fair”, mostra-mercato d’arte contemporanea che permette direttamente agli artisti, e alle associazioni culturali che li promuovono, di presentare le proprie creazioni al pubblico senza il tramite delle Gallerie d’arte. Una formula che continua a riscontrare il gradimento sia degli artisti stessi, quasi 500 quelli presenti alla rassegna, sia del [2]
pubblico. Da quello più preparato, a tanti giovani attratti dalle nuove tendenze delle arti visive in mostra a Forlì. Tradizione e novità come sempre il mix perfetto di questo format. Appuntamenti ormai consolidati come lo spazio “Quattroxquattro.com”: un’area studiata e curata da Oscar Dominguez che ha valorizzato nella loro unicità le opere realizzate da quattro artisti, ospitate in quattro spazi tra loro interconnessi. “Oggetti smarriti”, un’installazione dello scultore cagliaritano Ignazio Fresu [3]
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[4]
[5]
che da anni collabora con “Vernice Art Fair”, dando lustro alla manifestazione. Tra le novità abbiamo trovato “La fabbrica dei sogni” con le opere di Massimo Sansavini, Giancarlo Montuschi e Luca Dall’Olio. Da citare anche la mostra collaterale “Highlights” opere di Frédéric Buell che hanno incuriosito e scosso molti visitatori. A chiudere idealmente la manifestazione, domenica si sono svolte le premiazioni del concorso “Coinè per l’Arte” che, visto l’elevato numero di iscritti e l’importante livello artistico, ha portato a selezionare 26 opere, esposte nella hall d’ingresso e in lizza per l’assegnazione dei riconoscimenti, un montepremi di 5.000 euro e la pubblicazione sul catalogo di Vernice Art Fair 2019. Il primo premio è stato assegnato ex aequo a Silvio Zago con l’opera Notturno e a Fabio Frabetti con il suo One Way. Al secondo posto si è classificata invece Kristina Milakovic con l’opera Stavo
[4] Lo stand BIANCOSCURO e l’installazione di Ignazio Fresu “Oggetti smarriti” [5] Alcuni visitatori durante i giorni di apertura della fiera [6] L’artista Ignazio Fresu con Vincenzo Chetta, Direttore di BIANCOSCURO
Oggetti Smarriti di Ignazio Fresu
I bagagli presuppongono sempre un viaggio verso un territorio inesplorato o un viaggio di ritorno verso una meta conosciuta. Si può trattare di un viaggio reale o di un viaggio immaginario, in cui i nostri bagagli sono ciò che portiamo con noi, ciò che siamo e che ci rappresenta. Per alcuni viaggi è necessario lasciare, abbandonare i bagagli, zavorre che non permettono di affrontare percorsi dentro noi stessi o nuove sfide, valigie che ci bloccano la strada, la rendono difficoltosa. Quindi: Oggetti Smarriti perché dimenticati o smarriti perché volutamente abbandonati? In questa installazione di Ignazio Fresu forti sono i temi legati al ricordo, alla memoria e alla speranza disillusa. Queste valigie non sono rovinate, invecchiate e coperte di polvere, rotte o ammuffite. Sono valigie arrugginite. E la ruggine ossida materiali ferrosi, non certo valigie di stoffa, cartone, o qualunque altro materiale realmente utilizzato per realizzarle. Queste valigie sono pesanti zavorre, addirittura rappresentate come se fossero di un metallo che si è deteriorato con il tempo, per effetto di agenti esterni che non conosciamo. Si parla di una trasformazione della materia che diventa altro. Perché ciò che ci siamo lasciati alle spalle, ciò che è rimasto in potenza e non è mai diventato in atto, porta in sé una promessa non mantenuta. Ma il divenire è solo una modalità dell’essere. Qui è ancora forte e presente il tempo, il tempo dell’attesa, che non può essere arbitrariamente determinabile, ma coincide con il vissuto di ognuno di noi. Ci sono storie diverse che queste valigie racchiudono, ma che non possono mostrare, perché sono contenitori che non possono essere violati, aperti, rivelati. Sogni intrappolati, ma anche segreti. Segreti nascosti che Ignazio svela, scopre. Forse valigie accatastate memoria di tempi bui lasciati alle spalle. Tempi bui che ancora tanti popoli vivono e avranno come memoria un giorno quando tutto sarà passato. Ancora il tempo e la memoria tornano prepotentemente, per risvegliare l’animo umano e per non permettere che rimanga immune dalle atrocità che ancora oggi accadono. Valigie accatastate, abbandonate, dimenticate, smarrite. Bagagli che hanno perso la loro meta. Solo momentaneamente o in modo permanente? Bagagli che raccontano vite, speranze e forse progetti. Angoscia e solitudine di chi parte per una meta ignota, necessaria, mettendo in atto una scelta difficile, lasciandosi alle spalle affetti, luoghi, speranze disilluse. Alessandra Frosini
[6]
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[1] Lo stand della mostra collaterale HIGHLIGHTS opere di Buell [2] La Fabbrica dei sogni: Massimo Sansavini, Giancarlo Montuschi e Luca Dall’Olio [3] Skin Art con la serie Abyss di Gianni Depaoli
sognando che nevicava. Il Premio della Stampa è andato a Jacopo Dalmastri Giugni con l’opera Ombre. Sabato, invece, si sono svolte le premiazioni del concorso “Buongiorno Europa”, aperto a scuole italiane che coinvolge ormai istituti scolastici da Francia, Polonia, Germania e Serbia. La giuria, presieduta da Giovanni Grandu, Assessore all’Istruzione del Comune di Cervia, era formata da Alessandro Forni, presidente Ass.cul.Menocchio e da Claudio Irmi, Giampiero Maldini e Luciano Medri. Flavio Ennante
[2] [3]
[1]
Caroggi Le sue opere a PaviArt 2018
L’arpista acrilico su tela, 2018, 50x50 cm.
C
armela Oggianu firma dal 1987 i suoi quadri con il pseudonimo artistico di “Caroggi”. Nata nel 1950 in un piccolo paese della Planargia ha completato gli studi umanistici presso l’Università di Cagliari, conseguendo la laurea in Pedagogia. È stata docente di musica nella scuola media per circa quarant’anni, coltivando la sua passione per l’arte, la spiritualità e la filosofia. L’artista ha sperimentato le varie tecniche pittoriche e gradualmente è passata dallo studio dell’acquerello all’olio, prediligendo infine l’acrilico. Opera soprattutto in ambito figurativo trattando vari soggetti con particolare attenzione alla cultura e alle tradizioni popolari. Ha partecipato a numerose mostre e fiere d’arte in Italia Angolo fiorito acrilico su tela, 2018, 50x50 cm.
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www.caroggi.com
e all’estero, ottenendo apprezzamenti dal pubblico e dalla critica. Molte delle sue opere sono state pubblicate su cataloghi e riviste d’arte, in occasione di eventi e mol stre a cui ha partecipato. s
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Mona Youssef Gallery al Lausanne Art Fair La Galleria canadese continua il tour europeo con una mostra in Svizzera English info
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a Galleria di Mona Youssef (MYG) è stata creata dall'omonima artista, premiata con successo a livello internazionale. Mona Youssef è gallerista, curatrice e giurata di importanti concorsi d'arte. Seleziona, promuove e rappresenta centinaia di artisti in diverse mostre e fiere internazionali. Mona Youssef è inoltre membro del Comitato Internazionale di selezione per la Biennale di Firenze. Come gallerista, la Youssef ha una collezione unica di artisti provenienti da tutto il mondo, con una ricca varietà di opere create da artisti contemporanei eccellenti. La selezione riflette una vasta gamma di opere d'arte con diverse tecniche, stili e generi. La partecipazione come giurato a diversi eventi d'arte ha arricchito la sua rosa di artisti. Mona crede fermamente che l'arte sia il linguaggio universale per unire la diversità delle culture, quindi lavora per offrire l'opportunità agli artisti di scambiarsi pensieri e intuizioni contribuendo a migliorare la loro comunicazione e, di conseguenza, arricchire la loro Arte. s
A
side from being a renowned fine artist, Mona Youssef Gallery (MYG) is a gallerist, coordinator and jurist for numerous years selecting, promoting and representing hundreds of Artists in various international exhibitions and art fairs, as well she is a Member of the International Selection Committee (CIS) for the Florence Biennale. MYG has selected mesmerizing pieces of artwork to be exhibited at Booth 39B during Lausanne Art Fair, April 19-22. The selection reflects a wide range of artwork with different mediums, techniques, subjects and styles created by Artists, Photographers and Sculptors from different countries and continents to complete one another as they speak one language through art. s l
INFO Mona Youssef Gallery (MYG) Canada, Ontario Cell: +1 613-484-1193 www.monayoussefgallery.com
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art KARLSRUHE: Art. Space. Emotion.
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ostre personali, ampi spazi con sculture ed esclusive mostre speciali. Queste le caratteristiche di art KARLSRUHE - Fiera internazionale di arte moderna e contemporanea diventata ormai una fiera di successo. Dal 22 al 25 febbraio 2018 le gallerie di quindici paesi, di cui 9 italiane, hanno esposto nel Baden-Württemberg sotto lo slogan “Art. Space. Emotion.”, mettendo in mostra opere dal moderno classico all’arte contemporanea. Le opere presenti a KARLSRUHE sono state suddivise tematicamente nei quattro padiglioni del centro fieristico di Karlsruhe: padiglione 1 - Fotografia e edizioni, padiglione 2 e 3 - arte moderna e arte contemporanea e al padiglione 4 ContemporaryArt 21, Arte contemporanea del XXI secolo. Questa disposizione tematica ha facilitato l’orientamento dei visitatori presentando opere d’arte provenienti da un lasso di tempo di circa 120 anni, collocandole nella loro corretta sequenza storico-artistica. I visitatori si sono potuti immergere nel mondo dell’arte Moderna Classica nel padiglione 3: dall’espressionismo tedesco
Sopra alcune viste di art KARLSRUHE, nel mezzo un’opera di Marcello Morandini “Komposition” 2017, 80x80 cm.
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rappresentato da gallerie come Henze & Ketterer (Wichtrach vicino a Berna / Riehen vicino a Basilea), Ludorff (Düsseldorf ) o Thole Rotermund (Amburgo), all’astrazione internazionale con opere di la Calder, Chillida, Corbusier, Feininger o Picasso. Il padiglione 3 ha ospitato circa 70 espositori, tra cui Koch-Westenhoff (Lübeck), Kunstkontor Möllers (Münster), Schlichtenmaier (Grafenau / Stuttgart) e Schwarzer (Düsseldorf ), che hanno presentato un’enorme diversità di opere che raramente si incontra anche nei musei. I visitatori nel padiglione 3 hanno potuto anche ammirare opere di artisti della generazione del dopoguerra che hanno fondato l’arte informale tra la fine degli anni ‘40 e gli anni ‘50. Dipinti di quest’epoca sono stati offerti in vendita da gallerie come Maulberger (Monaco) e Zellermayer (Berlino). L’esposizione di “arte non rappresentativa”, così come la sua estensione contenutistica fino ai giorni nostri, prosegue nel padiglione 2 dove gallerie come Baumgarten (Friburgo), Döbele (Mannheim / Dettelbach vicino a Würzburg) e Nothel-
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GLADYS
COLMENARES
Antoni Muntadas Aller / Retour 2013/2017, 6 Led Monitore 40'' 700x60 cm. Brigitte March Galerie
fer (Berlino) sono da anni tra i partecipanti fissi di art KARLSRUHE. Il padiglione 2, dedicato al classicismo moderno (dopo il 1945), ospita oltre 70 espositori che vanno da Michael Schultz (Berlino), a Ernst Hilger (Vienna), a Meyer Riegger (Karlsruhe), che insieme ai loro colleghi hanno offerto un’ampia fascia di arte contemporanea storicizzata che spazia dall’arte informale, alle opere del “Movimento Zero” e della “Pop Art”, alle tendenze del settore dell’arte concreta. Molti di questi galleristi presentano posizioni speciali e raramente incontrate come il “realismo” o il “neA sculpture plaza: Bean Finneran, Red Ring 2016, ceramica, colore acrilico, smalto, diametro 400 cm
oespressionismo”. Infine nel padiglione 1, i visitatori hanno trovato mostre speciali e il “Museum Mile”, e dove hanno potuto anche acquistare opere di grafica, fotografie e multipli, tra cui numerose opere d’arte a prezzi accessibili. Doveroso aggiungere che manifestazioni come come queste devono includere gli artisti emergenti, difatti a loro è stato dedicato il padiglione 4, chiamato “ContemporaryArt 21” dove buona parte delle opere sono di recente fattura ed i loro prezzi sono “affordable”. Ettore Tiretto
LL6558 acrilico su tela anno 2016, 100x90 cm.
Scultura: il focus di KARLSRUHE 2018
Un nuovo premio, il Loth Sculpture Prize, è stato assegnato per la “migliore scultura” ad art KARLSRUHE. Questo premio si è aggiunto al “Premio Hans Platschek” per l’arte e la scrittura e al “premio art KARLSRUHE” dello Stato del Baden-Württemberg e alla città di Karlsruhe. Il Loth Sculpture Prize, con un montepremi di 20.000 euro, è stato sponsorizzato dalla L-Bank ed assegnato da una giuria di esperti. Art KARLSRUHE ha dato visibilità a sculture di artisti come Stephan Marienfeld (Kellermann Gallery, Düsseldorf, pad. 3) e Vera Röhm (Gimpel und Müller, Paris, pad. 2), ma ha offerto anche opportunità a giovani scultori di mostrare il loro lavoro al pubblico. Le opere spaziano dalle sculture figurative di Ren Rong (Art Affair, Ratisbona, pad. 4), Daniel Wagenblast (Knecht und Burster, Karlsruhe, pad. 3) attraverso il classico di Hans Scheib (Cerny und Partner, Wiesbaden, pad. 3) e a nuove opere come quelle di Herbert Mehler (Cyprian Brenner Gallery, Hüttlingen, pad. 2), Anke Eilergerhard (Galleria Tammen & Partner, Berlino, pad. 3) o Bean Finneran (DavisKlemm Gallery, Wiesbaden, pad. 2).
LL6560 acrilico su tela anno 2016, 100x90 cm.
gladcos52@hotmail.com www.gladyscolmenares.com
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Art Fair
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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali
Italia
BERGAMO Bergamo Arte Fiera gennaio 2019 www.bergamoartefiera.it
MILANO MiArt 13-15 aprile 2018 www.miart.it
Grand Art 9-11 novembre 2018 www.grandart.it StepArtFair 26-28 ottobre 2018 www.stepartfair.com FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 15-17 marzo 2019 www.verniceartfair.it 16a edizione
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Affordable Art Fair gennaio 2019 www.affordableartfair.com
BOLOGNA Arte Fiera 1-4 febbraio 2019 www.artefiera.it
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MONTICHIARI (BS) Expo Arte 22-23 settembre 2018 www.expoartemontichiari.it
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2017
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GENOVA Arte Genova febbraio 2019 www.artegenova.org
Via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521
PADOVA Arte Padova 16-19 novembre 2018 www.artepadova.com
PARMA ArtParma 29-30 sett. e 5-7 ott. 2018 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
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BARCELONA (E) Loop Fair november 15-17, 2018 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 14-17, 2018 www.artbasel.com
Rhy Art Fair Basel june 14-17, 2018 www.rhy-art.com
PRESS RELEASE BERLIN| (D) BASEL FEBRUARY | 6 | 2014
16.17.18 marzo 2018
Organizzazione
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair oct. 31-nov. 4, 2018 www.affordableartfair.com
DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI ZUCCA
Artisti e Associazioni Culturali in Fiera
Arte Forlì-Cesena Da 16 anni Contemporanea la manifestazione per gli Artisti dove l’Arte è Accessibile a tutti! ottobre 2018 www.verniceartfair.it www.fieracontemporanea.it
Europe
Berlin Art Week september 26-30, 2018 Premier line-up of galleries at Art www.berlinartweek.de
VERONA ArtVerona 12-15 ottobre 2018 www.artverona.it VICENZA ArteVicenza 6-9 aprile 2018 www.artevicenza.net
Art Basel today announced detail Art Berlin place June 19 to June 22, 2014. Th september works 27-30, ranging 2018 present from the M most contemporary artists of toda www.artberlinfair.com will present a geographically dive year Statements, Art Basel's secto alongside the Galleries sector, giv placement within the show.
Positions Berlin being located in Ha With Statements renowned Basel2018 architects Herzog & september 27-30, for the Magazines www.positions.de sector and the au
While galleries from Europe will con BIANCOSCURO exhibitors and artists from across the RIVISTA d’ARTE strong selection of exhibitors with sp Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it The participating galleries have exhi
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BRUXELLES (B) Art Brussels april 19-22, 2018 www.artbrussels.com
MADRID (E) Art Madrid february, 2019 www.art-madrid.com
Brafa jan. 26-feb. 3, 2019 www.brafa.be
MARBELLA (E) Art Marbella july 21-25, 2018 www.marbellafair.com
CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 16-18, 2018 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april 19-22, 2018 www.artcologne.com
MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo april 28-30, 2018 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 7-11, 2018 www.mag-swiss.com
GENEVE (CH) Art Genève jan. 31-feb. 3, 2019 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 21-24, 2019 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january 17-20, 2019 www.art-innsbruck.at
la fiera internazionale d’arte contemporanea international fair for contemporary art
PARIS (F) Fiac october 18-21, 2018 www.fiac.com Art Paris april 5-2, 2018 www.artparis.com
VIENNA (A) Vienna Contemporary september 27-30, 2018 www.viennacontemporary.at
LONDON (ENG) Frieze London october 4-7, 2018 www.frieze.com
ZURICH (CH) Art International Zurich september 21-23, 2018 www.art-zurich.com
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London Art Fair january 16-20, 2019 www.londonartfair.co.uk
CHICAGO (USA) Expo Chicago september 27-30, 2018 www.expochicago.com DUBAI (UAE) Art Dubai march, 2019 www.artdubai.ae
HONG KONG (CN) Art Basel march 29-31, 2019 www.artbasel.com Affordable Art Fair may 18-20, 2018 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 6-10, 2019 www.zonamaco.com
SALZBURG (A) Art Salzburg october 19-21, 2018 art-salzburg-contemporary.com
ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014 CI contemporary istanbul september 20-23, 2018 contemporaryistanbul.com edizione 18 | 18th edition
World
MIAMI BEACH (USA) Art Basel december 6-9, 2018 www.artbasel.com
MOSCOW (RUS) Cosmoscow september 6-9, 2018 www.cosmoscow.com
NEW DELHI (IND) India Art Fair jan. 31 - feb. 3, 2019 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) Art NewYork may 2-6, 2018 www.artnyfair.com ArtExpo NewYork april 19-22, 2018 www.artexponewyork.com
Affordable Art Fair march, 2019 www.affordableartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november, 2018 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march, 2019 www.artfairtokyo.com TORONTO (CDN) Art Toronto october 26-29, 2018 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver april 19-22, 2018 www.artvancouver.net
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a grande dolina carsica, che mi era di fronte, era immensamente inquietante, mi rimanevano due scelte: fermarmi e aggirarla o scendervi all’interno. Scelte difficili, la prima significava non arrivare a esplorarla e la seconda portava incontro ad un pericolo certo. Naturalmente scelsi di scendervi all’interno, e il Pulo di Altamura, nell’altopiano delle Murge mi svelò i suoi segreti. Dal Nord al Sud di questa incredibile Italia, l’Essere preistorico ha viaggiato, esplorato, si è stanziato, ma soprattutto è fuggito: dove stava tornando, cosa stava cercando, e cosa ci ha lasciato descritto di questo suo cammino? Il Quarto Punto che abbiamo definito nel precedente articolo è: “L’arte è la traccia del Suono del Sapere, prodotto nel nostro passaggio di anime nello scorrere dello spazio_tempo in questo universo”. Seguiremo queste orme per comprendere il nostro passato e per migliorare il nostro futuro. La Puglia è una terra importante, che conserva qualcosa di culturalmente inesplorato, chiave del mistero delle nostre origini, posto in cui torneremo più volte nel nostro cammino nella Storia dell’arte. Fortemente legata a tutti siti Preistorici Mondiali (per qualcosa che conserva gelosamente da millenni, di cui vi parlerò in futuro), ci addentriamo ora in un percorso documentale, importante per potere comprendere al meglio a ciò a cui è fortemente legata la Puglia, sta a voi seguire il filo che vi sto tendendo. Riprendendo l’articolo precedente, ricordiamo che l’arte ha sviluppato delle tecniche intelligenti per potere esprimere contenuti importanti, e per farci diventare ciò che siamo ora; come già anticipato, André Leroi Gourhan (archeologo e antropologo francese) ha suddiviso questo iniziale percorso in Cinque Stili, a seconda del periodo temporale e del luogo di appartenenza. Personalmente riordinati, così risultano: Primo Stile, PreFigurativo (musteriano 45.000 – 30.000 a.c.); Secondo Stile, Figurativo schematico (aurignaziano 30.000 – 27.000 a.c.); Terzo Stile, Figurativo simbolico (gravettiano 26.000 – 18.000 a.c.); Quarto Stile, Figurativo analitico (Epigravettiano, salutreano e magdalieniano inferiore 17.000 – 13.000 a.c.); Quinto Stile, Classico (magdaleniano medio e superiore 13.000 – 6.000 a.c.). Di questi Stili bisogna citare degli esempi essenziali, alcuni già noti in molte edizioni librarie. Partendo dallo Stile Prefigurativo e dal
Grotta Zinzulusa, Puglia © Photo by Adele Arati
[4ª puntata]
L’arte Parietale, Mobiliare e il cammino dell’Essere
La Puglia e la tecnica preistorica
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Fig. Schematico, dai ripari di Fumane all’Abri Cellier in Dordogna (Francia), sono rappresentati, su blocchi calcarei, animali con incisioni larghe e profonde, con tratto rigido e organi sessuali privi di dettagli, ma già simbolicamente significativi del rituale africano del Serpente, della Dea Madre e del Dio Toro. Qui l’arte Mobiliare ha la sua esplosione Europea, con dodici statuine incise su avorio, ritrovate in Germania nella Grotta Paleolitica di Vogelherd, che studi recenti attribuiscono al “Primo Michelangelo”, un Neanderthal che lasciò le sue prime tracce astratte nella grotta di Gorham in Gibilterra (di cui trovai io un’incisione simile a Populonia il 13 settembre del 2014, prontamente segnalata ai Parchi Archeologici della Val di Cornia). Del Terzo Stile, citiamo graffiti e pitture rupestri nel complesso delle grotte di S.Maria di Agnano in Puglia, in quelle di Altamira, in Spagna, o Gargas negli alti Pirenei Francesi; ne troviamo anche nel Riparo di Laussel e nella grotta di La Grèze in Dordogna, in cui le figure animali diventano sinuose e sfumate. L’arte mobiliare è perfezionata nel Simbolismo della Dea Madre, in particolare nella statuina della Dama del corno, una delle veneri preistoriche presenti in tutto il mondo, di cui ne troviamo un esempio anche in Puglia, a Parabita. Troviamo segni del Quarto Stile nelle grotte di San Pellegrino Laterza (Taranto), a Pech-Merle e a Lascaux in Dordogna; qui i tratti incisi e dipinti diventano più sicuri, il tracciato fatto con il carbone vegetale è più preciso che con l’icuano di pipistrello, e nonostante le proporzione delle figure non siano rispettate, la tecnica diventa più analitica, evidenti le corna dei tori rappresentate in prospettiva. La Grotta di Lascaux, in particolare, lunga ben 250 metri, è importante per la “Sala dei tori”: l’entrata è allineata al solstizio d’estate, e dietro alle corna sono rappresentate le Pleiadi nella loro esatta posizione celeste; questo indica che l’artista preistorico era interessato all’astronomia. Avviene poi un passaggio fondamentale: dalle Caverne si passa ai Megaliti, in Italia e in tutto il mondo, come testimonia il sito archeologico di Göbekli Tepe in Turchia (il Pensiero tecnico di una precisione imbarazzante). Ricordiamo che i Megaliti non sono in realtà una novità, essendo già presenti 200.000 anni prima in Africa. Infine, nel Quinto Stile, detto Classico, scopriamo la precisione anatomica, la cura dei dettagli, la forza, la vivacità delle forme in movimento, l’esattezza della prospettiva, la policromia esasperata: tutto ciò crea il naturalismo della realtà Mulino d’acqua, Puglia © Photo by Adele Arati
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rappresentata, esperienza che possiamo vivere visitando le Grotte di Niaux (Ariege-Francia). In esso troviamo le prime sculture di Bisonti su blocchi di argilla staccati dal suolo, in cui le figure si sovrappongono modulandosi nell’ambiente: nasce così l’arte della composizione, che integra elementi tecnici e topografici. Interessante anche la Grotta di Pech-Merle Lot, in cui due cavalli rivolti in direzione opposta, presentano le parti posteriori sovrapposte e un corpo maculato di punti neri e rossi, con mani in negativo: un vero e proprio iniziale linguaggio, come è definito dalle ricerche di Genevieve von Petzinger. È proprio alla fine di questo ultimo Stile che si colloca, in Italia, esattamente in Puglia, una grotta che ha portato via il primato della definizione di “Cappella Sistina del Preistorico” alla Grotta di Altamira. Le caverne divennero le Cattedrali di un’antica religione preistorica, con una definita iconografia religiosa, in cui gli animali rappresentati erano le divinità. Per molti, quegli artisti erano Sciamani, mentre per l’archeologo Dean Snow, si trattava di donne che disegnavano nelle grotte per raccontare la Storia, quella storia iniziata con l’art’è… L’arte inizialmente da molti è considerata “magica”, rispetto all’arte neolitica più ornamentale o quella decorativa del Bronzo, ma riflettendoci, (Quinto Punto) penso sia tutto da rifare: “L’arte preistorica era intenzionale, la tecnica è testimonianza di un Pensiero Simbolico tramandato, che poco a da vedere con il “magico”, ma più con la Storia del cammino dell’ESsere”. Tutte le volte che l’Essere umano non sa spiegarsi un fenomeno lo identifica come Magico, oppure lo declina in una Fede. Tutti noi abbiamo diritto ad averne una, ma a volte è necessario andarne a fondo e capirne scientificamente l’origine. Come predicava A.L. Gourhan, gli animali rappresentati nel preistorico avevano un significato simbolico, i bovidi rappresentavano il femminile, gli equini il maschile (segni binari di realtà), nella grotta di Altamira la donna è al centro e l’uomo è laterale, mentre nella Grotta di Ekain i ruoli si invertono. Ci hanno lasciato molto, e la chiave interpretativa la possiamo trovare in molte grotte Italiane e mondiali. Questo pensiero critico è lungimirante, e finchè non sarà confutato resta reale e tangibile, grazie alle numerose testimonianze trovate. Per concludere, voglio ricordare che tutta la tecnica in realtà è iniziata molto prima dei 5 stili, io introdurrei uno stile in più, quello “Zero d’Origine”, datandolo dai 3,5 milioni di anni, all’inizio del Prefigurativo Puglia © Photo by Adele Arati
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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
Musteriano di 45.000 a.c. La chiave conclusiva resta nello Stile Classico, con la sua misteriosa Grotta Pugliese che, come un libro inciso e dipinto sulle mura, racchiude tutto l’antico sapere perduto, tramandato da esseri di 6 milioni di anni prima. La riflessione ora porta a tutta la Storia dell’arte successiva, quella più studiata, sino a quella che oggi chiamiamo Contemporanea, ma cosa è stato di nuovo inventato che già era stato fatto? O forse è meglio dire cosa è stato conservato e Crea_R_Evoluto nella sua successione? Cosa si può definire veramente arte rispetto a pezzi, se pur pregiati, d’arredamento? Ora dopo avere percorso in modo sintetico in questi articoli l’inizio del fare dell’arte, vi condurrò in un territorio più misterioso, in quell’arte che fa da spartiacque tra l’arte preistorica e l’arte delle grandi civiltà, da noi conosciute su tutti i libri di Storia. L’arte del Megalitismo, in cui l’arte parietale si evolve in grandi strutture e l’arte mobiliare trova la sua maturità nei grandi megaliti, ultimo baluardo di una nostra antica e sepolta civiltà mondiale, in cui l’Europa, il Mediterraneo, ma in particolare l’Italia, ne è stata la sede principale, e proprio per questo dovrebbe diventare nella sua globalità Patrimonio Culturale Mondiale. … Lungo l’impervio sentiero che mi portava alle grotte, osservavo il paesaggio che mi circondava, e come un film che si ripete, mi ricordava mille altri posti che avevo già visitato in precedenza. Come se i nostri antichi avi cercassero posti seriali dove lasciare attraverso il fare dell’arte, tracce del segreto di antiche verità, seguiamoci nel Segno del Pensiero Simbolico dell’art’è… Adele Arati
Grotte di Fumane © Photo by Adele Arati
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Risultati d’Asta
In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 A
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a prima Casa d’Aste italiana, la Meeting Art, la più seguita dai maggiori collezionisti ed estimatori d’Arte, pubblica anche su BIANCOSCURO Art Magazine alcuni dei risultati conseguiti. Meeting Art è una realtà professionale che lavora da più di Lotto n. Asta n.
B
C
D
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trentacinque anni a servizio dell’Arte. La pubblicazione delle assegnazioni permette di comprendere meglio l’andamento reale del mercato, un indice chiaro che non permette fraintendimenti. Di seguito troverete la nostra selezione di aggiudicazioni delle aste del pel riodo dal 17 al 25 marzo 2018. s
Descrizione
Stima € Aggiudicazione
100
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ACHILLE PERILLI Roma 28/01/1927 Parziale caduta di calore, 1989, tecnica mista su tela 65x81 cm, firma e anno in basso a sinistra, firma, titolo, anno, timbro e firma al retro.
12.000 14.000
7.000
67
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
AGOSTINO BONALUMI Vimercate (Mi) 10/07/1935 - Milano 18/09/2013 Blu, 2005, carta estroflessa e acrilico 50x70 cm, firma e anno in basso a destra, etichetta della Mazzoleni Arte Moderna (TO) al retro.
8.000 9.000
4.000
133
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ALDO MONDINO Torino 04/10/1938 - Torino 10/03/2005 Derviscio, 2000, olio su linoleum 40x40 cm, firma e anno al retro, opera registrata presso l’Archivio Aldo Mondino (MI), su certificato allegato.
4.000 5.000
2.000
98
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ANTONIO CORPORA Tunisi (Tunisia) 15/08/1909 - Roma 06/09/2004 Verde, 1963, olio su tela 73x60 cm, firma e anno in basso a sinistra, etichetta della Galleria Pogliani (Roma) al retro.
8.000 9.000
7.600
163
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ANTONIO NUNZIANTE Napoli 1956 Nuvole prigioniere, 1999, olio su tela 50x60 cm, firma, titolo e anno al retro, certificato allegato, opera registrata presso l’Archivio Antonio Nunziante.
7.900 8.800
3.300
155
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ARMAN Nizza 17/11/1928 - New York 22/10/2005 Violino, scultura, inclusione di violino scomposto in bronzo dorato in resina 72,5x46,5x7 cm, esemplare I/XXX, firma in basso al centro.
4.000 5.000
3.200
219
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA H
BERNARDO SICILIANO Roma 1969 New York, East River, 2004/2005, olio su tela 200x300 cm, firma, titolo, anni, dichiarazione d’autenticità dell’artista e timbro di Italian Factory su foto.
36.000 40.000
20.000
94
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA A
CÉSAR Marsiglia 01/01/1921 - Parigi 06/12/1998 Compression, (1988/90), scultura, compressione di lattine 43x20x20 cm, firma in basso, opera registrata presso l’Archives Denyse Durand-Ruel al n° 3353.
36.000 40.000
20.000
69
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA I
DAVIDE NIDO Senago 1966 - Pavia 28/10/2014 Piccola finestra, 2005, colle termofusibili su tela 40x40x5 cm, firma, titolo e anno al retro, opera priva di cornice.
6.000 7.000
3.000
106
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA D
EMILIO SCANAVINO Genova 28/02/1922 - Milano 29/11/1986 Senza titolo, (1969), tecnica mista su carta intelata 70x100 cm, firma in basso a destra, etichetta e firma per autenticità dello Studio Giò Marconi (MI) su foto.
9.000 10.000
5.000
96
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
EUGENIO CARMI Genova 17/02/1920 - Lugano 16/02/2016 Segnale immaginario con sipario nero, 1970, olio su tela 130x100 cm, firma e anno in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
20.700 23.000
5.200
159
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FIORENZO TOMEA Zoppè Di Cadore (BL) 07/11/1910 - Milano 16/11/1960 Prima neve, 1955, olio su tela 70x90 cm, firma in basso a sinistra, titolo, firma e anno al retro, etichetta della Galleria d’Arte Sianesi (MI) al retro.
10.000 12.000
14.100
217
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FORTUNATO DEPERO Fondo (TN) 30/03/1892 - Rovereto (TN) 29/09/1960 La giustizia, bozzetto esecutivo di un particolare del mosaico “Arti, Mestieri e Professioni”, 1941/42. china e tempera su carta 53x35 cm.
12.000 14.000
7.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FRANCO ANGELI Roma 14/05/1935 - Roma 12/11/1988 Architetture, 1984-87, smalti su tela 107x90 cm, firma al retro, opera registrata presso l’Archivio per la monografia “Franco Angeli 10 Mercanti un Artista” .
5.000 6.000
3.900
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
FRANCO COSTALONGA Venezia 1933 Oggetto cromocinetico BAC-B, 1971, assemblaggio di materie plastiche, 100,5x100,5x8 cm, firma, titolo e anno al retro.
9.000 10.000
5.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA O
GIANNI DOVA Roma 08/01/1925 - Pisa 14/10/1991 Fusione del cristallo, 1965 ca. Olio su tela 103x80 cm, firma in basso a destra, timbro della Galleria Sianesi ed etichetta della Galleria Milano (MI) al retro.
12.000 14.000
7.000
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Lotto n. Asta n.
Descrizione
Stima € Aggiudicazione
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GILBERTO ZORIO Andorno Micca (BI) 21/09/1944 N.F., 2004, tecnica mista su carta 29x24,5 cm, firma e anno in basso a destra, timbro e firma della Galleria Poggiali & Forconi (FI) al retro.
2.000 3.000
4.500
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA B
GIORGIO LAVERI Savona 1953 Una tira l’altra, 2017, scultura in ceramica smaltata 70x37x33 cm, sigla dell’artista sotto la base, dichiarazione d’autenticità e archivio dell’artista su foto.
2.000 3.000
1.500
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA E
TINO STEFANONI Lecco (CO) 06/07/1937 - Lecco (CO) 02/12/2017 Sinopia Z21A, 2010, acrilici su tela 100x120 cm, firma, titolo, anno e numero d’archivio al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto
10.000 12.000
7.500
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA F
UGO NESPOLO Mosso Santa Maria (BI) 29/08/1941 E sia la lux, acrilici su legno 35x50 cm, firma in alto a destra, titolo, tecnica, firma e timbro dell’artista al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
6.000 7.000
4.200
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M
GIOSETTA FIORONI Roma 24/12/1932 Ragazza “clown”, 1969, pittura blu, argento e grafite su carta 100x70 cm, firma e anno in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
16.000 18.000
10.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIULIO TURCATO Mantova 16/03/1912 - Roma 22/01/1995 Cangiante giallo, olio e tecnica mista su tela 60x80 cm, firma in basso a destra, firma, numero di archivio e timbro della Galleria Russo & Russo (Roma) al retro.
8.000 9.000
4.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
GIUSEPPE BIASIO Padova 1928 Babylon, 1985, tecnica mista e collage su tela 130x140x2,5 cm, firma, titolo ed etichette della Galleria Anna Breda e della Galleria Anfiteatro Arte (PD) al retro.
10.000 12.000
6.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA G
GIUSEPPE UNCINI Fabriano 1929 - Trevi (PG) 31/03/2008 Spazio di ferro n° 10, 1988, scultura in cemento e ferro 46x83x22 cm, registrata presso l’Archivio delle Opere di Giuseppe Uncini.
36.000 40.000
20.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
HELIDON XHIXHA Durazzo 1970 Luce, 2008, scultura in acciaio inox lucidato a specchio 74,5x44,5x12 cm, opera non firmata, dichiarazione d’autenticità dell’artista su certificato allegato.
9.000 10.000
5.500
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
HERMANN NITSCH Vienna 1938 Senza titolo, 2001, olio su tela 100x80 cm, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
14.000 16.000
9.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
JANNIS KOUNELLIS Pireo (Grecia) 23/03/1936 - Roma 16/02/2017 Senza titolo, catrame e tecnica mista su carta 25x32,5 cm, firma in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
6.000 7.000
3.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
KAREL APPEL Amsterdam 25/04/1921 - Zurigo 03/05/2006 Senza titolo 1974, acrilico su carta intelata 49x77 cm, firma in basso a destra, etichetta della Galleria La Bussola (TO) al retro.
12.000 14.000
8.500
165
841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
LUIGI ONTANI Vergato (BO) 1943 Daddy dandy, 1998, acquerello su carta in diagonale 60x60 cm. (lati 48x36 cm), firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
9.000 10.000
8.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA L
MARIO SCHIFANO Homs (Libia) 1934 - Roma 26/01/1998 Paesaggio anemico, 1973-74, smalto su tela 75x100 cm, firma in basso a destra, opera registrata presso l’Archivio Mario Schifano.
9.000 10.000
5.500
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA C
MICHELANGELO PISTOLETTO Biella (VC) 25/06/1933 La gabbietta, 1975, serigrafia su acciaio lucidato a specchio 100x70x2 cm, esemplare 304/450, firma e tiratura al retro, opera priva di cornice.
10.000 12.000
6.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA N
MIMMO ROTELLA Catanzaro 07/10/1918 - Milano 08/01/2006 Giochi collettivi, 2003, décollage su tela 97x104 cm, firma in basso a destra, opera registrata presso l’Archivio Mimmo Rotella.
14.000 16.000
8.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
PIERO DORAZIO Roma 28/06/1927 - Todi 17/05/2005 Aziz, 2003, olio su tela 25x35 cm, firma, titolo, anno e timbri Studio Piero Dorazio con n° 5840 al retro.
6.000 7.000
3.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA P
RABARAMA Roma 1969 Genetica-mente, 2009, scultura in bronzo lucido 41x56x31 cm, esemplare p.a. 17/20, firma sul piede, registrata presso l’Archivio delle opere di Rabarama.
6.000 7.000
3.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
REMO BIANCO Milano 03/06/1922 - Milano 23/02/1988 Senza titolo, (1956), china 3D su pannelli plastici sovrapposti 55x45 cm, opera non firmata.
8.000 9.000
4.000
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
RENATO MAMBOR Roma 04/12/1936 - Roma 06/12/2014 Posta celere, 2008, acrilico e tecnica mista su tela applicata su tavola 60x80 cm, firma al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
8.000 9.000
5.200
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841 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
VALERIO ADAMI Bologna 17/03/1935 Entre les deux, acrilici su tela 97x73 cm, firma e titolo al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto
27.000 30.000
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La parte più importante del mio lavoro è narrare storie, è per questo che la maggior parte delle mie immagini posa le sue radici nella gente comune. Sono alla ricerca di quell'attimo di autenticità e spontaneità capace di raccontare una persona [...], quello in cui, per un istante, si cattura l'essenza di un altro individuo [...]. Penso sia questo, uno dei più grandi poteri della fotografia.
ICONS! La realtà viva di Steve McCurry
Steve McCurry - Lago Inle, Birmania 2011 ©Steve McCurry
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rontiera afgano-pakistana, campo profughi di Peshawar, una ragazza di nome Sharbat Gula viene immortalata per la prima volta nella sua vita da una macchina fotografica, una Nikon per la preci-
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Steve McCurry
sione, era il 1984 ed il fotografo, era lui: un giovane di 34 anni, Steve McCurry. Il ritratto della ragazza allora quindicenne, con i suoi grandi occhi verdi, fu immortalato e successivamente pubblicato sulla copertina del National Geographic Maga-
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“
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Ragazza afgana è diventata una fotografia talmente iconica che mi segue ovunque vada, e [... ] giuro che non passa giorno senza che io riceva una richiesta di utilizzo, una richiesta di informazioni o qualunque altra cosa che abbia a che fare con quella fotografia, ogni singolo giorno della mia vita.
zine nel 1985, diventando così il simbolo per eccellenza dei conflitti afgani. La città di Pavia dal 3 febbraio scorso, ospita la mostra intitolata “Steve McCurry-Icons” alle Scuderie del Castello Visconteo, che vuole analizzare, l’importantissimo lavoro svolto da uno dei più grandi fotografi contemporanei conosciuto in tutto il mondo. L’esposizione, curata da Biba Giacchetti, organizzata e prodotta da ViDi, con Civita Mostre e SudEst57, in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini e il Comune di Pavia-Settore Cultura, raccoglie oltre 100 scatti che ripercorrono quarant’anni di attività del grande fotografo americano, attraverso numerosissimi viaggi in luoghi come l’India, l’Afghanistan, la Birmania, il Giappone ed il Brasile. I suoi lavori pieni di verità, si compongono di sentimenti universali, fatti da una serie di racconti, di storie, che vivono in immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e d’ironia. Durante tutto il periodo espositivo, sarà proiettato un video, prodotto da National Geographic, che metterà in luce la lunga ricerca svolta per ritrovare, diciassette anni dopo, Sharbat Gula, a questo progetto, si aggiunge un secondo video, intitolato “Le massime di Steve McCurry”, in cui il fotografo racconta il suo modo di intendere la fotografia, la sua percezione e le sue visioni del mondo. Inoltre, sono in programma una serie di attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per i bambini e gli adulti, che
”
Steve McCurry Steve McCurry - Peshawar, Pakistan 1984 ©Steve McCurry
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accompagneranno il pubblico per tutta la durata della mostra. I suoi scatti prendono forma, diventando così dei fermi immagine, momenti rubati e fissati a testimonianza delle continue guerre e delle sofferenze che subiscono in ogni momento gli uomini, le donne e i bambini, in luoghi del mondo che sembrano così lontani da quelli in cui viviamo. La mostra, visitabile fino al 3 giugno 2018, sarà l’occasione per poter apprezzare dal vivo le opere di un grande fotografo, ma anche per sensibilizzare le nuove generazioni su STEVE McCURRY Icons
03 febbraio – 03 giugno 2018 Scuderie del Castello Visconteo, Pavia Dal martedì al venerdì 10.00-13.00 / 14.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.scuderiepavia.com
Sopra: Steve McCurry - Kabul, Afghanistan 1993 © Steve McCurry Sotto: Steve McCurry - Rio de Janeiro, Brasile 2009 © Steve McCurry
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Steve McCurry - Rangoon, Birmania 1994 © Steve McCurry
temi contemporanei. La fotografia è un’arte che riproduce perfettamente la realtà che ci circonda, la analizza e la scruta in tutte le sue porzioni, e se a questo ci aggiungiamo la sensibilità
unica di Steve McCurry, allora l’opera si compone di un spiritualismo e sentimentalismo universale più grande, più vivo, e decisamente più reale. Mario Gambatesa
Kellianne O’Brien In 1994 Kellianne began a journey of recovery through the healing power of art. Kellianne was experiencing intense emotional pain when she was introduced to a woman named Mona Webb. Mona was a well-known Outsider artist who took Kellianne under her wing and taught her how to live and work in a profoundly spiritual way. Mona encouraged Kellianne to paint on a large scale. Mona Webb taught students in her home and gallery called the Wayhouse of Light which was located in Madison, Wisconsin. Mona helped Kellianne survive the darkest period in her life by encouraging her to paint big, bright, beautiful canvases. During the two years that Kellianne worked with Mona, she created a large body of work which include abstract Light paintings and figurative stone sculpture. Kellianne’s unwavering will to heal herself and her faith in God are the foundations for her painting practice. Her life and work are a testimony to the ways in which Divine Love and Light heal the wounds caused by human beings. Kellianne’s vibrant abstract Light paintings reflect her spiritual union with God. For Kellianne, painting is an act of reverence and a passionate expression of her Faith in God. One person likened viewing Kellianne’s paintings to “being in a cathedral”
info@colouriste.com www.colouriste.com Rhythm - acrilico su tela, 20x24 in.
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Al Forte di Bard “il nostro pianeta e le specie con cui viviamo” L’anteprima del Wildlife Photographer of the Year
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l Forte di Bard ospita, dal 16 febbraio al 10 giugno, l’anteprima italiana della 53esima edizione del Wildlife Photographer of the Year, il più importante ricono-
scimento al mondo dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra. Con i 100 scatti esposti in mostra, organizzati nelle 16 diverse
categorie del premio, la natura viene raccontata in tutta la sua bellezza e varietà attraverso uno spettacolare viaggio intorno al mondo; le fotografie, selezionate tra oltre 50mila immagini
Memorial to a species - ®Brent Stirton - Wildlife Photographer of the Year
“Riuscire a trasformare un’immagine così tragica in un capolavoro meritava il premio più importante”
Roz Kidman Cox
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giunte da 92 diversi paesi del mondo, ritraggono animali quasi sconosciuti, mondi subacquei nascosti e misteriosi e luoghi della terra assolutamente straordinari. È vincitore indiscusso il fotografo sudafricano Brent Stirton, con uno scatto che riporta alla ribalta, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno del bracconaggio: il protagonista di “Memorial to a species” è, infatti, un rinoceronte appena privato del suo corno all’interno del Parco Hluluwe Imfolozi, la più antica riserva naturale africana. Lo stesso artista testimonia, al riguardo, quanto l’evento sia tutt’altro che raro; riferisce di aver assistito, nel parco, ad almeno trenta scene analoghe. Roz Kidman Cox, membro della giuria, sottolinea come, nel gigante a terra, si rivelino “... grande intensità emotiva ed estrema dignità”. Il premio per il miglior scatto della categoria giovani, Young Wildlife Photographer of the Year, è andato invece all’olandese Daniël Nelson che ha ritratto un gorilla sdraiato e intento a mangiare con gusto un frutto dell’albero del pane, all’interno della foresta del Parco Nazionale di Odzala, nella Repubblica del Congo. Fanno poi la loro comparsa sulla scena orsi polari sorpresi in un singolare passo a due, elefanti sopravvissuti alla distruzione dell’habitat, scimmie che riflettono guardando il cielo, incontri tra granchi e piovre sul fondo del mare, in una straordinaria rappresentazione del patrimonio naturale in cui viviamo. Gli italiani Stefano Unterthiner, Marco Urso, Angiolo Manetti e Hugo Wasserman si sono classificati tra i finalisti delle categorie “Story and Urban Wildlife”, “Behaviour”, “Earth En-
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Bottom’s Up! - Ashleigh Scully - Wildlife Photographer of the Year
Crab surprise - ®Justin Gilligan - Wildlife Photographer of the Year
The ice monster - ®Laurent Ballesta - Wildlife Photographer of the Year
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Contemplation - ®Peter Delaney - Wildlife Photographer of the Year
Polar pas de deux - ®Eilo Elvinger - Wildlife Photographer of the Year
WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR 16 febbraio – 10 giugno 2018 Forte di Bard, Valle d’Aosta INFO T. + 39 0125 833811 info@fortedibard.it Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
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www.fortedibard.it
vironments” e “Urban Wildlife”, mentre la giovanissima Ekaterina Bee si è aggiudicata la vittoria nella sezione “10 years and under”. L’evento espositivo, oltre ad offrire allo spettatore l’occasione di contemplare opere assolutamente uniche nel loro genere, scelte da una giuria di esperti internazionali, offre anche al fotografo appassionato l’opportunità di incontrare gli autori di alcune delle opere vincitrici o partecipare al Master of Wildlife Photography con importanti professionisti del settore (il 5 e il 6 maggio), per approfondire le proprie conoscenze sulla fotografia naturalistica e sull’arte del fotoritocco. Le foto raccolte si rivelano straordinarie opere di narrazione, capaci, tutte, di suscitare intense emozioni e attimi di profonda commozione, a partire da Contemplation di Peter Delaney, per arrivare fino al singolare “ritratto” The ice monster di Laurent Ballesta. In Leptonychotes weddellii (finalista nella categoria Comportamento: mammiferi), le due foche sembrano completamente a proprio agio nonostante la presenza proprio del fotografo Ballesta. Altro finalista della categoria Comportamento (nella sezione invertebrati) è il momento di romanticismo tra due angeli di mare ritratto in Clione limacina: i due molluschi pteropodi vengono immortalati mentre si preparano all’accoppiamento. Di sorprendente impatto emotivo, infine, Crab surprise di Justin Gilligan e, in modo non difforme, Polar pas de deux di Eilo Elvinger. Tutte le foto vincitrici saranno esposte al Natural History Museum di Londra a partire dal 20 ottobre. Lucia Garnero
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Frank Horvat - Parigi, Monique Dutto all’uscita della metro - 1959
Frank Horvat ai Musei Reali “La fotografia è l’arte di non premere un bottone”
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er la prima volta in Italia, abbiamo la possibilità di ammirare il lavoro di uno dei più grandi fotografi viventi in una importante mostra antologica: “Frank Horvat. Storia di un fotografo”. La mostra è prodotta dai Musei Reali di Torino con il sostegno della Regione Piemonte e di Reale Mutua, e con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di
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Torino. Il progetto è curato dallo stesso Horvat, che con il suo lavoro ha influenzato l’evoluzione del linguaggio fotografico e delle sue tecniche e, in omaggio agli spazi che la ospitano, sottolinea il rapporto tra la fotografia e la storia dell’arte europea. La mostra è visitabile sino al 20 maggio nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, e ci accompagna lungo un sentiero che passa
dalla moda alla vita quotidiana, dall’arte degli anni ‘50 ad oggi. Fotoreporter attento, fotografo di moda, artista sensibile alla storia dell’arte e pronto a confrontarsi con la pittura e affascinato dalla scultura, fotografo di paesaggi attento al rapporto dell’uomo con la natura: tutto questo è Frank Horvat. 210 le immagini esposte, insieme a una trentina di altre immagini tratte dalla sua collezio-
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ne privata che raccoglie i lavori di autori come Henri Cartier- Bresson e Robert Doisneau, o opere che rappresentano in modo iconico la Storia della fotografia, come il celebre scatto di Jeff Widener che ritrae un ragazzo di fronte ai carri armati di piazza Tienanmen, a Pechino. Luce, Condizione umana, Tempo sospeso, Voyeur, Da occhio a occhio, Metafore, Fa pensare a…, Vere somiglianze, Uno, Due, Molti, La vera donna, Fuori luogo, Cose, Foto fesse,
“
Frank Horvat - Parigi, Scarpe e Tour Eiffel - 1974
Sono fotografo - o faccio il fotografo? - da più di settant’anni ormai. Negli ultimi trent’anni ho anche collezionato le immagini dei miei amici fotografi e non per passatempo, ma piuttosto quale supporto del mio personale cammino. Sono circondato, come tutti i miei contemporanei, da un flusso ininterrotto di immagini fotografiche che guardo appena, o guardo solo per dirmi che io non le avrei mai scattate. Il motivo che mi ha spinto a collezionare le poche immagini che mi hanno profondamente colpito, è che mi hanno insegnato qualcosa che non sapevo, mi hanno fatto sentire meno solo e ognuna di esse è un fatto unico, accaduto una volta sola e che non accadrà mai più. Frank Horvat
”
Frank Horvat - Derbyshire UK, Vecchia quercia - 1977
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Autoritratti: queste sono le quindici “chiavi di lettura” del lavoro di Horvat, e sono anche le sezioni nelle quali si divide il completo percorso espositivo. La sua carriera è ancora in corso, e Horvat continua ad affrontare nuove tematiche e nuovi percorsi, senza mai ripetersi, lavorando costantemente agli sviluppi dell’arte e della fotografia, perennemente alla ricerca di “coraggiosi tentativi di risposta”. Daniela Malabaila
FRANK HORVAT
Storia di un fotografo
28 febbraio – 20 maggio 2018 Musei Reali, Torino INFO T. +39 011 5211106 mr-to@beniculturali.it Lunedì 14.00-19.00 Da martedì a domenica 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museireali.beniculturali.it
A destra: alcune viste del percorso espositivo
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Ph. Paolo Formica e Daniele Bottallo
Madonna con Bambino - olio su tela - 2009 - 50x50 cm.
Sotto: Frank Horvat - Cappello di Givenchy
RITA ASTOLFI
rita.astolfi@gmail.com
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pino nania scultore
pittore
grafico
Cariatidi 2018, bianco di Carrara, 50x10x80 cm.
Serie cavalli - Il Gioco 2017, ferro scolpito, 30x60x55 cm.
Pino Nania studio in San Giustino (PG) naniap@alice.it www.facebook.com/pg/PINO-NANIA-223070757779567
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Siria, Aleppo, 2012. Giovani combattenti dell’esercito siriano di liberazione si lanciano in battaglia, al grido di “Allah Akbar”: “Allah è grande”. (foto P. Siccardi)
Nagorno, Karabakh -Talish, 2016. Un sacerdote abbandona il villaggio dopo la violenta offensiva dell’Azerbaijan. A Talish tre civili sono stati trucidati e mutilati delle orecchie. «Uccisi da mercenari islamici al soldo dall’Azerbaijan» affermano i testimoni. (foto R.Travan)
Sud Sudan, Bor, 2014. Nella chiesa cattolica di Saint Andrews si prega per i cristiani Dinca massacrati delle truppe di etnia Nuer, per lo più composte da musulmani e animisti. (foto P. Siccardi)
In nome di Dio: Travan e Siccardi Guerra e religione, in mostra a Torino
“A
rma il prossimo tuo. Storie di uomini, conflitti, religioni” è una mostra fotografica che racconta le testimonianze raccolte nei luoghi distrutti dalle guerre, tra le popolazioni ridotte in miseria e disperazione. Un reportage che Roberto Travan, autore del progetto, ha realizzato con Paolo Siccardi, da quegli scatti emerge un
aspetto sinora poco raccontato: la fede religiosa in guerra. “Era giunto il momento di ospitare al Museo Nazionale del Risorgimento anche la fotografia - dichiara il direttore Ferruccio Martinotti - Lo facciamo con una mostra coraggiosa che idealmente fa dialogare la contemporaneità con gli scatti realizzati da James Robertson sui campi di battaglia durante la guerra di Crimea tra il 1855 e il 1856”.
Israele, Gerusalemme, 2017. La lettura del siddur, il testo che contiene le preghiere della tradizione ebraica. Gli ebrei osservanti pregano tre volte al giorno. (foto R.Travan)
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Ucraina, Avdiivka, 2017. Sergey tra i resti di Promzona, un tempo la zona industriale di Avdiivka. Questo è il teatro degli scontri più duri, perché i due eserciti si fronteggiano a poche centinaia di metri. Sergey è morto il 25 aprile 2017 ucciso da un colpo di mortaio: lo scatto risale a un mese prima. (foto R.Travan)
L’esposizione, aperta sino al 1 maggio, è suddivisa in quattro sezioni: Balcani (Bosnia, Serbia, Kosovo, Albania); Europa e Caucaso (Ucraina, Nagorno-Karabakh); Medio Oriente (Afghanistan, Iraq, Cisgiordania, Golan, Siria, Isreale); Africa (Repubblica Centraficana, Sud Sudan). A condurre il visitatore le parole del giornalista Domenico Quirico: “Queste foto sono lampi di crudo dolore. [...] La fede ottiene dall’essere umano ciò che nessun’altra dottrina ha mai ottenuto. Nel bene e nel male”. Rebecca Maniti
ARMA IL PROSSIMO TUO
Storie di uomini, conflitti, religioni 01 marzo – 01 maggio 2018 Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Torino INFO T. +39 011 5621147 info@museorisorgimentotorino.it Dal martedì alla domenica 10.00-18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museorisorgimentotorino.it
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Grandi emozioni al MAST La quinta edizione del concorso e la mostra
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iunge alla sua quinta edizione il rinomato premio della Fondazione MAST di Bologna. Il MAST Foundation for
Photography Grant on Industry and Work vuole dare voce alla ricerca fotografica delle nuove generazioni di artisti, arricchendo l’offerta culturale della Fondazione MAST di spunti inediti
legati agli sguardi dei giovani sui temi dell’industria, della tecnologia, del territorio e del lavoro. I finalisti del concorso vengono presentati in una mostra collettiva proprio presso la sede bolognese, alla presentazione della quale viene assegnata la vittoria ad uno dei fotografi partecipanti. Quest’anno Mari Bastashevski (affronta il tema della crisi idrica della città di Flint, che ebbe inizio nel 2013-2014, quando le fonti di approvvigionamento dell’acqua potabile furono trasferite da Detroit alla città stessa e al fiume Flint), Sara Cwynar (esplora la produzione commerciale del colore e la sua standardizzazione, in relazione a temi quali la teoria del colore e il femminismo. Il progetto è incentrato sugli standard del colore, della bellezza e del capitalismo, in quanto modelli imposti nell’esperienza della vita umana), Sohei Nishino (migliaia di fotografie a costruire la rappresentazione del corso del fiume Po dalla sorgente al Delta, combina micro- e macroprospettiva fino a ricavare un’indagine e una rappresentazione vivacissima e poetica del fiume, inteso come condizione fondamentale per l’esistenza di un insediamento e persino per ogni forma di vita umana) e Cristóbal Olivares (affronta il tema dei fe-
Sohei Nishino Il Po, 2017 Casa sul fiume, Luzzara © Sohei Nishino
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Sopra: Sarah Cwynar Tracy Grid (Blue to Pink), Serie: Colour Factory, 2017 © Sarah Cwynar Sotto: Cristobal Olivares Untitled (from the series The Desert, 2017) © Cristobal Olivares
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nomeni migratori in atto dalla Repubblica Domenicana verso il Cile. Olivares ingrandisce le sue fotografie di paesaggio e le usa come sfondi che vengono appesi direttamente alla parete. Sopra o accanto, inserisce i piccoli ritratti incorniciati dei migranti, a cui l’autore dà la parola nei suoi video) hanno fatto luce sulle rapidissime trasformazioni in atto nel mondo, a livello economico e produttivo, e le loro implicazioni ambientali, sociali, ed etiche nella vita di ciascuno di noi. Il Premio MAST Foundation for Photography Grant 2018 è stato assegnato ex-aequo a Sara Cwynar e Sohei Nishino. A grandi passi, la ricerca, la tecnologia e la finanza hanno reso astratto il nostro mondo, e noi siamo sempre più volti verso la
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Sopra: Mari Bastashevski Emergency Managers-State Business Capitolo I Area residenziale abbandonata a causa dell’avvelenamento da piombo Flint, Michigan, USA 2017 © Mari Bastashevski
superficialità e lo status simbol, tanto da dimenticare il concetto di “umanità”. Diventa allora essenziale visualizzare e capire cosa sta succedendo alla società mondiale. Attraverso le immagini possiamo tentare di seguirne i percorsi, di comprendere gli aspetti più radicali della digitalizzazione, l’apertura di nuovi ambiti, nuove conoscenze, nuovi materiali e nuovi modelli finanziari. Capire per essere liberi, di agire. Fabio Ennante
MAST FOUNDATION for photography grant on industry and work
1 febbraio – 1 maggio 2018 MAST.GALLERY, Bologna INFO T. +39 O51 6474406 Ingresso GRATUITO Da martedì a domenica 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mast.org
A sinistra:: Mari Bastashevski Emergency Managers-State Business Capitolo I Lago privato, a Evart, Michigan, acquistato da un gruppo religioso e sponsorizzato in parte dall’attuale ministro dell’istruzione Betsy Devos - Michigan, 2017 © Mari Bastashevski
Marcello Sassoli
Marcello Sassoli, nato a Roma negli anni ‘40, ha ereditato la passione da sua madre, pittrice allieva del grande Corcos di Livorno. Ha esposto in Gallerie e spazi pubblici dal 2004 ad oggi. Fra le ultime esposizioni ricordiamo quelle al Museo Diocesano di Gaeta e alla Libreria Portoghese di Bruxelles. Le sue opere sono state esposte da: “Bulex. Azione artistica”(Bruxelles); “L’imaginAir” (Bruxelles); “SeniorArtitude” (Bruxelles); “Quantum Leap Gallery” (Roma); “La Spadarina” (Piacenza); “Prima Biennale d’Arte di Lecce”.
msassoli@skynet.be
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500 immagini di Carlo Mollino Le opere del Politecnico di Torino, a CAMERA
C Sopra: Carlo Mollino - Convalescente, 1936-1939 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)
AMERA (Centro Italiano per la Fotografia), presenta una mostra molto interessante, dedicata a Carlo Mollino. “L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”, a cura di Francesco Zanot, sarà visitabile sino al 13 maggio negli spazi di Via delle Rosine. L’esposizione attraversa l’intera produzione fotografica di Carlo Mollino, in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino. L’attività di CAMERA è realizzata grazie ad illustre collaborazioni (Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza, Compagnia di San Paolo, Politecnico di Torino), dichiara Emanuele Chieli, Presidente di CAMERA: “Il rapporto con la città è da sempre al centro dell’attenzione di CAMERA, così come l’attenzione al più vasto mondo della cultura internazionale. Carlo Mollino condensa nella sua straordinaria e polimorfa figura entrambi questi aspetti: torinese di nascita e sempre attivo nel capoluogo piemontese [..]”. Tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, Carlo Mollino ha da sempre riservato alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come strumento di documentazione e archiviazione. Questa esposizione, la più grande e completa mai realizzata, indaga il rapporto tra Mollino e la fotografia evidenziandone l’unicità e le caratteristiche ricorrenti, a partire dalle prime immagini d’architettura realizzate negli anni Trenta fino alle Polaroid degli ultimi anni della sua vita, alterna grandi classici a opere del tutto inedite e mai precedentemente esposte. Le sue immagini evidenziano, oltre ad un atteggiamento di costante ricerca e curiosità, l’interesse vivo per la fotografia in ogni sua declinazione ed espressione, inconfondibile. Rebecca Maniti
A sinistra: Italo Cremona - Ritratto di Carlo Mollino attraverso il piano in cristallo della mensola d’ingresso in Casa Miller, Torino 1936 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)
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GIAN REVERBERI “a piedi nudi sull’erba” 3ª esposizione a tema ecologico 10 marzo - 8 aprile 2018 Museo di Storia Naturale di Piacenza
La tecnologia è deforestazione installazione plurimaterica, 2015, 78x110x187 cm.
gian.reverberi@tim.it Carlo Mollino e Riccardo Moncalvo - Casa del Sole, Cervinia, fotomontaggio, 1955 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)
L’OCCHIO MAGICO DI CARLO MOLLINO Fotografie 1934-1973
INFO camera@camera.to Lunedì 11.00-19.00 Da mercoledì a domenica 11.00-19.00 Giovedì 11.00-21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.camera.to
La mela filosofica - fotografia digitale - 2017
paolo.dallavalle@libero.it
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Paolo Dallavalle
18 gennaio – 13 maggio 2018 CAMERA, Torino
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Come si uccide una città intera? Una mostra per non dimenticare la guerra ad Aleppo
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”
Come si uccide una città intera? A poco a poco, smontandola. Tagliando le vene delle strade ad una ad una, schiacciando sotto le macerie i luoghi di incontro, le piazze, le moschee, i caffè, fino ad inaridirli. Domenico Quirico
ALEPPO © shutterstock
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naugurata lo scorso 19 gennaio, a Palazzo Mazzetti, Asti, la mostra “Aleppo. Come è stata uccisa una città” è sicuramente unica nel suo genere in Italia. L’esposizione, promossa da Fondazione Palazzo Mazzetti, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Città di Asti, con il patrocinio del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Piemonte, Provincia di Asti, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, ripercorre i cinque anni di guerra che hanno coinvolto Aleppo dal 2011 al 2016. L’allestimento
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(progettato da Federico Bollarino, che con Domenico Quirico aveva già realizzato la mostra Dal nostro inviato al fronte, ospitata a Palazzo Mazzetti nel 2015) immerge il visitatore nella realtà della città siriana e dei suoi abitanti. Lo studente, il cecchino, il maestro di scuola, la giovane donna, la famiglia: li incontriamo, e li sentiamo, percorrendo le “vie” ricreate con installazioni, gigantografie e video. Domenico Quirico afferma:“Non è attraverso piantine, avanzate, ritirate, comunicati, annunci, che si può raccontare e capire Aleppo; non puoi toccare le parole se non gli viene data una forma umana.”
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Ed ha sicuramente ragione, è solo quando veniamo immersi totalmente in una situazione e l’esperienza diventa, in quale modo, diretta, che prendiamo davvero coscienza di quanto accaduto. Aleppo (il cui centro storico ricordiamo essere Patrimonio dell’Umanità) era una città moderna, motore economico della Siria, con una popolazione di quasi due milioni di abitanti, che nel 2011 ha abbracciato i venti di rinnovamento della cosiddetta “Primavera Araba”. La brutale guerra civile ha distrutto tutto, edifici e speranza. La rassegna non vuole solo mostrare cosa concretamente è andato distrutto, ma vuole anche farci rendere conto di quanto sia cambiata la vita di chi è sopravissuto, di quanto le abitudini quotidiane su cui spesso ci si appoggia, siano state drasticamente spazzate via. Il percorso espositivo si divide in dieci sezioni, tutte di forte impatto, atte a far provare al visitatore quelle sensazioni spaventose, una su tutte l’aula nella quale viene simulato un bombardamento, non più visto da un servizio in tv, ma lì, intorno a noi. Daniela Malabaila ALEPPO, Suq © shutterstock
ALEPPO
Come è stata uccisa una città 20 gennaio – 20 maggio2018 Palazzo Mazzetti, Asti
Sopra: ALEPPO © shutterstock Sotto: ALEPPO, campi dei rifugiati © shutterstock
INFO T. +39 0141 530403 info@palazzomazzetti.it Da ottobre a febbraio da martedì a domenica 10.30-18.30 Da marzo a settembre da martedì a domenica 09.30-19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzomazzetti.eu
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Street ArT Street ArT
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Titolo Open Your Eyes
Street Artist YZ Facebook.com/yzopenyoureyes Location Kunsthaus Tacheles - Berlin (DE) Oranienburger StraĂ&#x;e Foto liberementi www.liberementi.it
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biancoscuro “Contrariamente a quanto si va dicendo, non è vero che i graffiti sono la più infima forma d’arte. Certo, può anche capitare di dover strisciare furtivamente in piena notte e dire bugie alla mamma, ma in verità è una delle forme d’arte più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto.”
Banksy
Titolo Joga Bonito Street Artist Graco Facebook.com/gracoagentur Location Tachelesgarten - Berlin (DE) Friedrichstraße Foto liberementi www.liberementi.it
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Titolo Face Time Street Artist Various & Gould Facebook.com/various.and.gould Location Berlin (DE) Heinrich-Heine-StraĂ&#x;e Foto liberementi www.liberementi.it
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Titolo Unter der Hand Street Artist CASE Maclaim Facebook.com/case_maclaim-104007173027340 Location Berlin (DE) Heinrich-Heine-StraĂ&#x;e Foto liberementi www.liberementi.it
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ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
Bild: Roman Träxler
ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL
19 – 21 OTTOBRE 2018 CENTRO FIERA DI SALISBURGO
fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo In contemporanea alla più importante fiera austriaca di auto d‘epoca. www.art-salzburg-contemporary.com
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Prossimamente Antonio Ligabue Ugo la Pietra Agostino Bonalumi. L’antologica Courbet e la natura Turner. Opere della Tate Fulvio Roiter Special MiArt PaviArt Anteprime Art Basel Sculpture garden Biennale Genève
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