Biancoscuro Art Magazine #33

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 33 - aprile/maggio 2019 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

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De Chirico torna a Genova A Palazzo Ducale, il Pictor Optimus Milano POP Icone e contraddizioni degli anni ‘60 e ‘70 La Biennale di Venezia 58. Esposizione Internazionale d’Arte Vivian Maier La tata fotografa Oceano Atlantico: Tenerife, il grande vulcano Teide

Marcello Morandini

Lo splendore del Bianco unito alla profondità del Nero


June 13 – 16, 2019 Photograph taken at Museum Tinguely, Basel


MARK

KO S T A B I

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BIaNCOSCURO art contest pittura painting scultura sculpture fotografia photography grafica graphic art 32 Premi: / 32 Prizes:

4 Copertine sulla Rivista d’Arte BIANCOSCURO 4 BIANCOSCURO Art Magazine Cover 4 Mostre personali in prestigiose location 4 Personal exhibition in prestigious location 4 Artists Management 4 Artists Management 4 Cataloghi personali condivisibili sui social network 4 Personal catalogs shareable on social networks 16 mostre in prestigiose Art Fair 16 exhibitions in prestigious Art Fair

Premiazione finale a Monte-Carlo Final award ceremony in Monte-Carlo

Tutte le opere saranno pubblicate sulla rivista BIANCOSCURO e sul nostro sito! All the artworks will be published on the BIANCOSCURO magazine and on our website!

artcontest.biancoscuro.it INFO

BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia

artcontest@biancoscuro.com


biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

La Biennale di Venezia 58. Esposizione Internazionale d’Arte May You Live In Interesting Times

L’Ottocento. Autobiografia romantica del bel paese

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Animali a Palazzo Martinengo. La fauna ritratta in tre secoli di Storia dell’Arte

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miart: abbi cara ogni cosa La 24ª edizione a fieramilanocity dal 5 al 7 aprile

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BAC Winter Edition Tutte le opere e i vincitori

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Il Maestro di Leonardo. La prima, grande, retrospettiva dedicata a Vernice Art Fair 2019 Verrocchio A Forlì la 17ª edizione

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Milano POP. Icone e contraddizioni degli anni ‘60 e ‘70 Andy! Andy! Andy! Monza riscopre il POP

In copertina: (on the cover)

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Marcello Morandini Lo splendore del Bianco unito alla profondità del Nero. The splendor of the white combined with the depth of the black

Ravi Agarwal. Al PAV di Torino, il pensiero ecologista indiano Sintesi. In mostra l’intera carriera di Franco Fontana

De Chirico torna a Genova Vivian Maier A Palazzo Ducale, il Pictor Optimus La tata fotografa Legami a Palazzo Magnani Street Art. A Firenze le Relazioni interpersonali e comportamenti superdonne di Lediesis sociali in Fotografia Europea 2019 Oceano Atlantico: Tenerife, Letizia Battaglia a Venezia il grande vulcano Teide. Introduzione ai I suoi ritratti incantano la Casa dei Tre Oci Percorsi del mito [10ª puntata] 026

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Over the Cover: Ignazio Fresu L’installazione “Gravity” a Vernice Art Fair - Forlì

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The “Gravity” installation at Vernice Art Fair - Forlì 030


biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

BIANCOSCURO Art Magazine

BIANCOSCURO Rivista d’Arte

33 ISSUE April/May 2019

NUMERO 33 aprile/maggio 2019

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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta

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Mia Photo Fair 2019. La fiera della fotografia d’arte in Italia rimane imbattibile. ArteGenova 2019. Arte moderna e contemporanea

EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it

art KARLSRUHE. Una città sotto il segno della cultura

Angelo Morbelli. Le rassegne per il centenario

L’artista bambino. Il disegno infantile e l’arte medievale nell’arte italiana

Il “nuovo classicismo”del pittore delle odalische L’opera di Jean Auguste Dominique Ingres a Milano

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Raccontare per colori. Montelupo Fiorentino celebra la tradizione ceramica Antony Gormley. L’opera più grande agli Uffizi Il legame tra sapere artigiano e creatività. Da Mitoraj a Vangi, da Theimer a Staccioli Interazione, libertà e ricerca. 12 giovani artisti nei Bagni Misteriosi Guido Crepax: Valentina. L’universo in bianco e nero 6ª edizione del Concorso Arti Visive. PACE è il tema dell’edizione 2018 Lorenzo Piemonti. La retrospettiva a Seregno Dario Brevi. “cArte a pArte” a Varese e “Il gioco delle parti” ad Acqui Terme Piero Guccione. I suoi mari a Mendrisio Cesare Berlingeri. Il Marca di Catanzaro celebra il grande artista calabrese Tullio Pericoli. Le trasformazioni del paesaggio Marina Vargas a Diano Marina. Grande successo per la personale dell’artista andalusa Lorenzo Puglisi. L’omaggio a Leonardo da Vinci Fu Wenjun. L’arte fotografica nell’era digitale Gianni Depaoli. Dall’edibile che nutre il corpo, all’arte che nutre lo spirito Federica Marin. Architetto, ricercatrice e fotografa d’arte Miriam Tornese. L’espressione dei sogni Nicola Tanzini: Tsukiji. Il reportage sul mercato ittico più iconico del mondo 112

MANAGING EDITOR Daniela Malabaila CONTRIBUTORS Oxana Albot, Nina Baudelaire, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Bruno Bani, Luciano Calzolari, Marco Cappelletti, Vincenzo Chetta, Luigi Caracappa, Carlos Collado, Liberementi, Giovanni Fava, Pier Enrico Ferri, Rolando Paolo Guerzoni, Delfino Sisto Legnani, Simone Marello, Pasquale Minutoli, Elena Parisi, Isabella Rigamonti, Cecilia Vignato. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag

Graziela Gilioli. L’intimità di un’immagine

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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

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The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2019. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, R.Molino, Giulia Sollazzo, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Bruno Bani, Luciano Calzolari, Marco Cappelletti, Vincenzo Chetta, Luigi Caracappa, Carlos Collado, Liberementi, Giovanni Fava, Pier Enrico Ferri, Rolando Paolo Guerzoni, Delfino Sisto Legnani, Simone Marello, Pasquale Minutoli, Elena Parisi, Isabella Rigamonti, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag Pinterest.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2019. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.



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l’Editoriale di Vincenzo Chetta

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li ultimi mesi sono stati densi di appuntamenti artistici di ogni tipo: dalle importanti mostre culturali, con le quali rispolverare un po’ di Storia, alle più “semplici” Fiere d’arte, nelle quali ci si concentra più su questioni economiche, politiche e commerciali. E poi tanti eventi di amici artisti ai quali non si dovrebbe mai mancare, ma che non sempre sono riuscito ad onorare. Marzo si è concluso con Art Basel Hong Kong, che ci ha accolto in un mondo che definirei “pazzesco”: organizzazione e regole ferree, accompagnate da una sorta di follia creativa fuori dal comune. Ad aprile sarà la volta del miart (riuscirà a stupirci dopo Hong Kong?) e dello stuolo di VIP che sempre la popola, e poi Art MonteCarlo al Grimaldi Forum (anche quest’anno la farà da padrone in bianco?). Maggio 2019 è l’anno della Biennale, tutta la società dell’arte si concentra a Venezia, noi avremo la fortuna di visitare gli spazi dell’Arsenale e dei Giardini in anteprima, alla ricerca

delle novità e dei concetti innovativi per poter intuire i progetti che poi saranno premiati dalla Giuria, presieduta da Paolo Baratta, nel giorno appunto dell’inaugurazione. Potremo scoprire finalmente l’allestimento del Padiglione Italia, che il nuovo curatore, Milovan Farronato, già direttore e curatore del Fiorucci Art Trust, commenta così: “Sarà sorprendente e memorabile nel far riflettere sulla condizione dell’esperienza culturale contemporanea, viviamo in un momento che celebra fortemente la velocità e il perfezionismo, e dove è rimasto poco spazio per l’intuizione”. Il suo progetto cercherà di rilanciare virtù che nascono dalla lentezza, dal disordine e dal fallimento. La sfida si preannuncia interessante. Giugno ci vedrà nuovamente impegnati con Art Basel, questa volta nella sede principale di Basilea, per la Fiera d’Arte più importante del mondo, ma questo è tema della prossima uscita di BIANCOSCURO. Buona lettura

Padiglione Argentina Claudia Fontes The Horse Problem 57. Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia 2017

Vincenzo Chetta

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L’Ottocento

Autobiografia romantica del bel paese di

Mario Gambatesa

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a mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini” è stata inaugurata lo scorso 9 febbraio generando un ottimo risultato; una

bella “doppietta” dato il successo dell’esposizione del 2018 dal titolo “L’eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio”, che registrò più di centomila visitatori. L’esposizione ha come sede i Mu-

sei San Domenico ed è curata da Fernando Mazzocca e Francesco Leone, organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì con Gallerie d’Italia. La mostra vuole sottolineare l’importanza di questo periodo sia dal punto di vista storico che da quello artistico, per il nostro bel paese: l’Italia. Sono 160 le opere presenti, tutte ripercorrono gli anni del Risorgimento, dall’Unità d’Italia fino ad arrivare allo scoppio del primo conflitto mondiale. Come ha spiegato Gianfranco Brunelli, direttore generale delle mostre dei Musei San Domenico, questa quattordicesima mostra riguarderà la grande arte dell'Italia e le sperimentazioni artistiche avvenute nel nuovo secolo. Si ha la possibilità di ammirare artisti che, nella loro produzione, hanno creato opere di altissimo livello come Hayez, Induno, Molmenti, Pagliano, Faruffini, Cremona, Barabino, Bertini, Malatesta, Mussini, Maccari, Muzioli, Gamba, Gastaldi, Fontanesi, Grosso, Morelli, Costa, Fattori, Ussi, Signorini, Ciseri, Corcos, Michetti, Lojacono, Delleani, Mancini, Favretto, Michetti, Nono, Previati, Carcano, Longoni, Morbelli, Nomellini, Tito, Sartorio, Coleman, A sinistra: Silvestro Lega (Modigliana, 1836 -Firenze, 1895) La madre (Una madre) 1884, olio su tela, 191x124 cm. Forlì, Collezione Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

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biancoscuro

Sono state raccolte 160 opere per dare immagine alla nascita di una na­zione, opere che Gianfranco Brunelli ha saputo selezionare con metodo, sagacia e determinazione. A me, pre­sidente del Comitato scientifico, re­sta l'orgoglio di aver visto chiuso, con questa mostra destinata a rimanere memorabile, il viaggio del San Dome­nico di Forlì intorno alla definizione della Modernità artistica in Italia.

Antonio Paulucci

Cellini, Bargellini, De Carolis, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Segantini, Boccioni, Balla; e scultori come Vela, Cecioni, Monteverde, Rosa, Tabacchi, Grandi, Gemito, Rutelli, Ximenes, Trentacoste, Canonica, Bistolfi e molti altri. Sono quindi evidenziate le varie fasi: dal Romanticismo al Realismo, dall’Eclettismo al Simbolismo, dal Neorinascimento al Divisionismo. Per questa grande mostra, sono state scelte accuratamente delle opere fondamentali per descrivere al meglio il tema, molte di esse sono conosciute, altre invece completamente inedite, svelaVittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 - Firenze, 1933) Ritratto della Contessa Carolina Maraini Somma ruga

1901, olio su tela, 224x130 cm. Roma, Fondazione per l'Istituto Svizzero di Roma Sotto: Angiolo Tommasi (Livorno, 1858 - Torre del Lago, 1923) Gli emigranti 1896, olio su tela, 262x433 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

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biancoscuro

A sinistra: Giovanni Segantini (Arco, 1858 - Schafberg, 1899) Allo stango 1886, olio su tela, 170x390 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea A destra, nella pagina accanto: Giacomo Balla (Torino, 1871 - Roma, 1958) Ritratto all'aperto 1902, olio su tela, 154x113 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

OTTOCENTO Art in Italy between Hayez and Segantini Musei San Domenico, Forlì February 9 - June 16, 2019

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he new Forli exhibition at San Domenico Museums presents the great Italian art of nineteenth­century, in the period between the closing phase of Romanticism and the artistic experiments of the new century, between the Unification of Italy and the Great War. The well-known phrase attributed to one of the protagonists of Italy's Risorgimento, Massimo d'Azeglio, "Now that we have made Italy, we must make Italians" encapsulates a key reflection on Italian history also from an artistic point of view, considering how a national identity was created and developed and how the autobiography of a nation was depicted. By retracing through painting and sculpture the events of Italian art in the years that preceded the revolution of Futurism, we can understand critically how art functioned as a formidable tool of celebration and communication to create consensus, while also being the most popular means of informing Italians on the exciting and contradictory course of their ancient and recent history. Art was a formidable laboratory that enabled the discovery, or rediscovery, of the natural wonders of the "bel paese" and the artistic riches of the Italian cities then undergoing irreversible change to conform to the needs of modernity. Art was a means of presenting the variety and charm of the differing local habits and customs and of transmitting the excellence of the artistic techniques of the Renaissance, still in

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demand the world-over. The selection of excellent works presented in the various sections of the Forli exhibition immerses the visitor in a journey through time and space, tracing the course of different genres from the historical one, to the representation of modern life, to the art of social commentary, to portraiture, to landscape, to veduta and cultural themes with a popular impact and universal significance. The variety of languages with which they were represented makes it possible to retrace the stylistic experiments that characterized. the course of Italian art in the second half of the nineteenth century and on the threshold of the twentieth century, in an engaging dialectic between tradition and modernity. The presentation of the masterpieces of this period's major protagonists takes us through the last phase of Romanticism and Purism to Realism, from Eclecticism to Symbolism, and from the Neo-Renaissance to Divislonism. The exhibition presents, exceptionally, a section of the Florentine collection from the Exhibition of Italian portraiture from the end of the 16th century to 1861, presented in 1911 to celebrate the fiftieth anniversary of the Unification of Italy. This latter exhibition bore witness to the way in which the image of Italians had been outlined in the centuries preceding national unity. To evoke this epochal event, the exhibition at the San Domenico Museums presents, for the first time, a comparison between some of the masterpieces then displayed and works by the new protagonists on the artistic scene of that time. Between Hayez and Segantini, the Forll exhibition will present the most important production of painters such as Domenico e Gerolamo lnduno, Molmenti,

Faruffini, Maccari, Muzzioli, Costa, Fattori, Signorini, Lega, Lojacono, Patini, De Nittis, Boldini, Zandomeneghi, Corcos, Tito, Mancini, Previati, Morbelli, Pelizza da Volpedo, Michetti, Sartorio, Balla and Boccioni, as well as sculptors like Vela, Cecioni, Bazzaro, Butti, Monteverde, Gemito, Troubetzkoy, Bistolfi and Canonica. The opening and closing fireworks of the exhibition's itinerary, Francesco Hayez and Giovanni Segantini, trace a symbolic boundary between the recovery of classicism and the renewal of a century. Hayez is the first and last of the Romantics, he is the main painter of the Risorgimento of Italian art, the protagonist who was capable of developing an Italian figurative model in the form of European painting, by reworking the canons of the sixteenth and seventeenth centuries through lessons learnt from Raphael, Titian, Reni and Tiepolo. After an early comparison with Millet, Segantini progressively aligned himself with the great post­ impressionist Europeans and then participated fully in the modern revolution of Divisionism. Suddenly, Italian painting fired him forwards. While the venetian Hayez rendered Milan a true cultural capital of Italy in the nineteenth century- the chosen venue for his revolutionary artistic militancy - for Segantini the Alps were to provide the eternal, unspoiled and epic backdrop for his innovative paintings on which he built his very personal weaving on modernity. Both painters were truly part of the renewal in Italian art: one standing at the beginning, and one at the end of the century. While Hayez was ordained by Mazzini as the nation's painter, Segantini would be offered an equally significant tribute in the Ode on the artist's death l that D'Annunzio dedicated to him. s

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te per la prima volta al grande pubblico, che ripercorrono chiaramente e senza ombra di dubbio, il secolo del Romanticismo, delle grandi conquiste, sia tecniche che artistiche, ma soprattutto culturali, che apriranno le porte ad un Europa nuova e visionaria. Non ci si limita alla pittura, presente un confronto tra architettura, scultura, illustrazioni e arti decorative che hanno tenuto viva la fiamma dell’innovazione, ripercorrendo le sperimentazioni stilistiche che hanno caratterizzato l’intero periodo fino ad arrivare alla fase futurista, che in seguito rivoluzionerà tutta la vicenda, utilizzando l’arte come mezzo per la divulgazione e la

conoscenza della storia antica e recente della nostra Italia. L’esposizione, aperta al pubblico fino al 16 giugno prossimo, porta con sé quei valori che concedevano all’Italia il primato di

bel paese, dove le rivoluzioni si trasformavano inevitabilmente in evoluzioni. Un autobiografia degna di nota e, certamente, un’eccellente capitolo della nostra l storia. s

OTTOCENTO

L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini 09 febbraio - 16 giugno 2019 Musei San Domenico, Forlì INFO T. +39 199 151 134 mostraforli@civita.it Da martedì a venerdì 09.30 - 19.00 Sabato, domenica e festivi 09.30 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Rosa Maria FA L C I O L A falciola@rosamaria-falciola.it

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Piccola composizione 15 2019 - tecnica mista con 4 cd su cartoncino bianco - 30x30 cm.


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Animali a Palazzo Martinengo La fauna ritratta in tre secoli di Storia dell'Arte di

Lucia Garnero

È

stato inaugurato il 19 gennaio e sarà aperto al pubblico fino al 9 giugno l'evento espositivo "Gli animali nell’arte, dal Rinascimento a Ceruti": una straordinaria selezione di 80 capolavori documentano come la figura dell'animale abbia avuto un ruolo centrale nella pittura italiana tra Cinque-

cento e Settecento, dal Rinascimento al Barocco, fino all’Illuminismo. La mostra, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia e del Comune di Brescia, ha trasformato la storica residenza cinquecentesca in un ideale “zoo artistico”, popolato da cagnolini,

capre, dromedari, aquile, galline, tacchini, asini, volpi, pavoni. Le opere di autori come Campi, Bachiacca, Cavalier d'Arpino, Guercino, Ceruti, Grechetto, Giordano e Duranti, rendono gli animali i protagonisti indiscussi, alla stregua di veri e propri ritratti, caratterizzati anche psicologicamente, sia in rappresentazioni autonome, sia in compagnia dell’uo-

Francesco Ubertini detto Bachiacca - Leda e il cigno, olio su tavola, 57x78 cm. Bergamo, Accademia Carrara

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Sopra: Giacomo Ceruti Ritratto di vecchio con gatto bianco olio su tela, 74x57 cm. Collezione privata

e l’aquila”, “Leda e il cigno” e anche il ratto di Europa rapita da Zeus trasformatosi toro. Il percorso della mostra è suddiviso in 10 sezioni che indagano la presenza dell'animale nella pittura a soggetto sacro e mitologico per poi addentrarsi nelle specifiche sale tematiche. Sono da segnalare i capolavori del Pitocchetto (che per la prima volta sono esposti in una mostra pubblica), la sorprendente e modernissima coppia di tele raffiguranti “Vecchio con carlino” e “Vecchio con gatto”, e alcune tele inedite di collezioni private italiane, tra cui lo splendido “Ritratto di gentiluomo con labrador” del maestro fiorentino Lorenzo Lippi, e la “Venere, amore e cagnolino vestito da bambina” del pittore veneziano Pietro Liberi. La mostra ha ottenuto il patrocinio del WWF Italy: questa partecipazione infatti permette al visitatore di approfondire alcune

A destra: Pietro Liberi Venere, Amore e cagnolino vestito da bambina olio su tela, 103x75 cm. Collezione privata

mo, a testimonianza e conferma del profondo legame affettivo tra mondo umano e animale. Gli animali sono rappresentati in opere a tematica religiosa, biblica o mitologica e in tele ambientate nella vita quotidiana del passato: ci sono dipinti con soggetti umani con i loro compagni a quattro zampe e altre con gli animali dell’Arca di Noè, con gli animali coprotagonisti con i santi, come “Girolamo con il leone”, “Giorgio con il drago”, “Giovanni Battista con l’agnello”; nell’ambito mitologico, si trovano le storie di “Diana cacciatrice e del suo fedele cane”, “Ganimede

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GLI ANIMALI NELL’ARTE dal Rinascimento a Ceruti 19 gennaio 2019 - 9 giugno 2019 Palazzo Martinengo, Brescia INFO T. +39 327 3339846 info@amicimartinengo.it Mercoledì, giovedì e venerdì 9.00 - 17.30 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 20.00 Lunedì e martedì chiuso Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.animalinellarte.it

tematiche importanti ed attuali, quali la salvaguardia delle specie protette e della biodiversità, il rispetto degli ecosistemi e la lotta contro il bracconaggio. Di particolare importanza, inoltre, la preziosa collaborazione intrapresa con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa, per lo studio delle opere selezionate, a ricavare preziose informazioni sulle razze antiche e sulla loro evoluzione nel l corso dei secoli. s A destra: Guercino - Diana cacciatrice olio su tela, 121x97 cm. Roma, Fondazione Sorgente Group Sotto: Lorenzo Lippi Ritratto di gentiluomo con labrador olio su tela, 93x137 cm. Collezione privata

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Il Maestro di Leonardo (e di tanti altri) La prima, grande, retrospettiva dedicata a Verrocchio di

Daniela Malabaila

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o conosciamo tutti, spesso per “vie traverse”, sempre accostato ai nomi dei suoi discepoli: Andrea del Verrocchio viene per la prima volta celebrato con una grande retrospettiva a Firenze. Sarà possibile ammirarne il talento fino al 14 luglio presso Palazzo Strozzi e presso il Museo Nazionale del Bargello, nel quale si trova una sezione speciale. Figura simbolo del Rinascimento, Verrocchio viene messo a confronto con capolavori di Desiderio da

Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519) Braccia e mani femminili; Testa maschile in profilo 1474-1486 circa , punta d’argento e punta di piombo, con ritocchi successivi dei profili in matita nero-grigiastra tenera, il tutto lumeggiato con biacca a pennello e a gouache, su carta preparata leggermente in rosa color pelle, 215x150 mm. Castello di Windsor, Royal Library, The Royal Collection. Trust, inv. RCIN 912558 (concesso in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II). Royal Collection Trust / © Her Majesty Queen Elizabeth II 2019

Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci. “Verrocchio, il Maestro di Leonardo” vanta la cura di due dei maggiori esperti del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi; la mostra comprende oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, con prestiti provenienti da oltre settanta tra i più importanti musei e collezioni private del mondo (ad esempio il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du

Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519) Teste e figure a mezzo busto, viste di profilo, Madonna che allatta il Bambino contro un paesaggio, con san Giovannino, Figura maschile stante, Teste di leone, Un drago (recto), Teste e figure a mezzo busto, una delle quali tagliata a tre quarti (verso). 1478 circa, penna e due diversi inchiostri bruni, 405x290 mm. Castello di Windsor, Royal Library, The Royal Collection Trust, inv. RCIN 912276 (concesso in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II). Royal Collection Trust / © Her Majesty Queen Elizabeth II 2019

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Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra, le Gallerie degli Uffizi di Firenze). L’esposizione ci permette di comprendere la ricerca che Verrocchio compì nella sua bottega, provando tecniche e materiali diversi, dal disegno alla scultu-

ra in marmo, dalla pittura alla fusione in bronzo, formando un’intera generazione di maestri, con i quali ha sviluppato e condiviso generosamente il proprio sapere. Nella storia dell’arte solo Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine a una “scuola” paragonabile a quella di Verrocchio. Tramite il

Per uno storico dell’arte questa mostra è un sogno che si avvera!

A destra: Andrea del Verrocchio (Firenze, 1435 circa - Venezia, 1488) Madonna col Bambino 1470 circa, tempera su tavola, 75,8x47,9 cm. Berlino, Staatliche. Museen zu Berlin, Gemäldegalerie, inv. 108 ©Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie / Christoph Schmidt

Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi

In mostra è possibile confrontare il dipinto, prototipo di tutte le “Madonne del davanzale” sia in pittura sia in scultura, con un altro capolavoro dello stesso maestro, la Madonna di Volterra, dove si apprezzano la stessa eleganza suprema e la stessa limpida atmosfera, e con la Madonna di Perugino nel Musée Jacquemart-André, che da questo quadro dipende direttamente.

Sotto: Andrea del Verrocchio (Firenze, 1435 circa - Venezia, 1488) Dama dal mazzolino 1475 circa, marmo, 59x46x24 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. Sculture 115 Il busto evoca l’ideale di bellezza femminile dell’età di Lorenzo il Magnifico, che unisce grazia aristocratica e valori morali. La presenza delle mani è l’aspetto più innovativo di questo busto-ritratto, il primo in cui siano inserite le braccia: l’opera ha svolto un ruolo centrale nel percorso di Verrocchio, divenendo anche modello di riferimento per gli artisti che frequentavano la sua bottega.

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VERROCCHIO Il Maestro di Leonardo

Palazzo Strozzi, Firenze Museo Nazionale del Bargello, Firenze March 09 - July 14, 2019

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rom 9 March to 14 July 2019 Palazzo Strozzi celebrates Andrea del Verrocchio, an emblematic artist of the Florentine Renaissance, in a major exhibition showcasing over 120 paintings, sculptures and drawings from the world’s leading museums and collections, including the Metropolitan Museum of New York, the Musée du Louvre in Paris, the Rijksmuseum in Amsterdam, the Victoria and Albert Museum in London and the Gallerie degli Uffizi in Florence. The exhibition, with a special section at the Museo Nazionale del Bargello, brings together for the first time Verrocchio’s celebrated masterpieces and capital works by the best-known artists associated with his workshop in the second half of the 15th century, such as Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino and Leonardo da Vinci, his most famous pupil, also reconstructing Leonardo’s early artistic career and interaction with his master thanks to outstanding loans and unprecedented juxtapositions. The exhibition, curated by two leading experts in the art of the Quattrocento, Francesco Caglioti and Andrea De Marchi, is one of the flagship events in the programme of celebrations marking the 500th anniversary of Leonardo’s death and is the first retrospective ever devoted to Verrocchio, while also exploring the early years of Leonardo di Vinci’s career and providing an overview of artistic output in Florence from roughly 1460 to 1490, the age of Lorenzo the Magnificent. The exhibition is promoted and organised by the Fondazione Palazzo Strozzi and the Musei del Bargello in conjunction with the National Gallery in Washington DC (which will be hosting the show from 29 September 2019 to 2 February 2020), with the support of the Comune di Firenze, the Regione Toscana and the Camera di Commercio di Firenze. With a contribution from the Fondazione CR Firenze. l Main sponsor: Intesa Sanpaolo. s

suo insegnamento si formarono artisti che hanno diffuso il gusto ed il linguaggio figurativo fiorentino, come testimoniano opere quali il David, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e della città di Firenze. Parte fondamentale della mostra sono opere del giovane Leonardo, che lavorò nella bottega di Verrocchio, contribuendo al passaggio verso la “maniera moderna”. L’esposizione illustra l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione. Nove sezioni della mostra sono visibili a Palazzo

Andrea del Verrocchio (Firenze, 1435 circa - Venezia, 1488) David vittorioso 1468-1470 circa, bronzo con tracce di dorature, 122x60x58 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. Bronzi 450 (testa di Golia) e inv. Bronzi 451 (David). Musei del Bargello, Firenze. Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Verrocchio offre la propria versione dell’eroe biblico, che a Firenze tra Quattro e Cinquecento viene interpretato come emblema di libertà politica. La statua, commissionata forse da Piero il Gottoso, fu poi ceduta nel 1476 dai figli Lorenzo e Giuliano de’ Medici alla Repubblica fiorentina per collocarla nel Palazzo della Signoria.

Strozzi, le due al Museo del Bargello (dove è esposta anche “L’incredulità di San Tommaso”, capolavoro bronzeo di Verrocchio) sono dedicate al tema dell’immagine di Cristo. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la National Gallery of Art di Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020). Come affermano anche i curatori, questa mostra è centrata su un artista, ma è anche il racconto di un’intera epoca. Si segue il filo cronologico affrontando i temi e i generi da lui frequentati e innovati; la quantità di tipi diversi di opere lo racconta come un grande sperimentatore dell’arte, un Maestro l anche nella ricerca. s

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VERROCCHIO

Il maestro di Leonardo 09 marzo - 14 luglio 2019

Palazzo Strozzi, Firenze (sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello) INFO T. +39 055 2645155 info@palazzostrozzi.org Tutti i giorni ed i festivi 10.00 - 20.00 Giovedì 10.00 - 23.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzostrozzi.org

Andrea del Verrocchio (Firenze, 1435 circa - Venezia, 1488) Madonna col Bambino e due angeli (Madonna di Volterra) 1471-1472 circa, tempera su tavola, 96,5x70,5 cm. Londra, The National Gallery, inv. NG296 (acquisto 1857) © The National Gallery, London. Nota come Madonna di Volterra dal luogo in cui fu acquistata nell’Ottocento, è uno dei massimi capolavori di Verrocchio pittore. Due tende sontuose aprono su un paesaggio vasto, la luce cristallina brilla su ogni dettaglio, un angelo trattiene il Bambino e ci invita ad adorarlo, al pari della Vergine, mentre l’altro rivolge gli occhi lucidi al cielo.

simbiosi - 2018 - olio su tela - 87x67 cm.

LAURA SANETTI

BIANCOSCURO sanetti1@alice.it RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it

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MILANO POP Icone e contraddizioni degli anni ‘60 e ‘70 di Vincenzo Chetta

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Emilio Tadini - Il desiderio del pittore - 1976, acrilico su tela, 114x140 cm. Ph. Bruno Bani

o Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia a Milano accoglie la mostra “MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ‘60/’70” a cura di Elena Pontiggia, aperta al pubblico dal 4 aprile al 29 maggio. La mostra rientra tra le iniziative della Milano Art Week organizzata dal Comune di Milano in collaborazione con la Fiera d’Arte miart. Il percorso espositivo approfondisce un segmento di storia recente del nostro Paese, gli anni Sessanta e Set-

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tanta, attraverso una cinquantina di lavori (molti dei quali inediti) dei principali protagonisti milanesi della Pop Art, movimento artistico che più di ogni altro ha saputo esprimere le icone e le contraddizioni della società contemporanea. Lungo il percorso espositivo possiamo ammirare opere di Mario Schifano, Tano Festa, Mimmo Rotella e Giosetta Fioroni. Ad esempio, tra le opere esposte troviamo l’ironico décollage di Rotella “Cleopatra Liz”, che rimanda ai manifesti dei grandi kolossal cinematografici; la “Palma”

di Schifano dei primi anni ‘70; “Gli occhiali” dalla serie degli argenti della Fioroni. Ci si concentra poi sull’ambiente prettamente milanese con opere di Valerio Adami, Enrico Baj, Paolo Baratella, Gianni Bertini, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Umberto Mariani, Silvio Pasotti, Sergio Sarri, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni ed Emilio Tadini. Ecco dunque gli antropomorfici collage di Baj, gli ovvi oggetti quotidiani di Stefanoni (tra i quali l’inedito “I flaconi”), il visionario “Questo nottambulo di Zorro” di Ber-

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[1] Lucio Del Pezzo - Mensola in rosso 1964, tecnica mista, 100x81 cm. Ph. Bruno Bani

tini; il metafisico “Archeologia con De Chirico” di Tadini. Infine si possono ammirare i lavori ispirati a temi politici e sociali, come “Il giorno della presa” di Baratella; “Il grande prestigiatore (Le avventure

di Nessuno)” di Sarri; l’inedita “Metropolitana” di Spadari. L’esposizione evidenzia così i diversi punti di contatto, ma anche e soprattutto le differenze profonde con la Pop Art americana, indagando come gli artisti italiani abbiano interpretato originalmente la tendenza artistica. Interessante il documentario proiettato in mostra, con interviste esclusive agli artisti e alla curatrice raccolte da Stefano Sbarbaro. Da citare l’evento collaterale che

[2] Sergio Sarri - Il grande prestigiatore. Le avventure di Nessuno 1967. Acrilico su tela, 120x120 cm. Ph. Pier Enrico Ferri [3] Mario Schifano - Palma - primi anni ‘70 Smalto e spray su tela, 209x93 cm. Ph. Bruno Bani [3]

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segue

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Loredana B o l d i n i w w w . l o r e d a n a b o l d i n i . i t

loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic l_bol28

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LOVE SHOES - 2019, t.m. su tela con fondo a stucco, 70x80 cm.

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accompagna per tutta la sua durata “MILANO POP”: la mostra tematica “CINEMA POP” che inaugura qualche giorno dopo, il 10 aprile, presso la Galleria Robilant+Voena. Qui sarà possibile ammirare i lavori di Sergio Sarri e Giangiacomo Spadari, approfondendo un loro aspetto comune: lo spunto pittorico derivato

dalle modalità espressive del cinema. Sarri e Spadari cristallizzano un fotogramma: questo li allontana da altri artisti, fra cui si ricordano Schifano e Rotella, anche loro legati, ma diversamente, all’universo cinematografico. Originale il catalogo, ispirato alla grafica delle riviste dell’epoca, l con testi di Pontiggia e Sarri. s

MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70 04 aprile – 29 maggio 2019 Palazzo Lombardia, Milano INFO milanopop@f16arte.it Da lunedì a venerdì 11.00-19.00 Sabato e domenica 15.00-19.00 Chiuso 21-22-25 aprile e 1 maggio

A sinistra: Tino Stefanoni - I flaconi 53 1969, tecnica mista e rilievi su tavola, 100x80 cm. Ph. Bruno Bani Sotto: Giosetta Fioroni - Gli occhiali 1968, tecnica mista su tela, 130x85 cm. Courtesy by Robilant_Voena

Marco Ferrari mrc.ferrari@libero.it

www.marcoferrariartist.com 26

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Motore Motobecane 2//019 ceramica Raku, dimensioni scalacartacea 1/1 o PDF su Ordina la versione

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Tina Lupo

“Ouverture” - 2012 - tela, 100x63 cm.

tinaluposcultore@libero.it

www.kultrunmuseum.it


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Andy! Andy! Andy! Monza riscopre il POP di Mario

Gambatesa

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allo scorso 25 gennaio è possibile ammirare, all’interno dell’Orangerie della Reggia di Monza, l’universo creativo di uno degli artisti più influenti della storia dell’arte contemporanea: Andy Warhol, icona indiscussa dell’arte pop americana e di tutto il mondo. La sua arte, attuale al cento per cento, riesce ancora oggi a stimolare diverse generazioni. In questa magnifica esposizione sono presenti 140 opere del grande artista: dalle più iconiche, ricordando le celebri serie dedicate a Marylin Monroe nella sezione “Miti oltre il tempo”, alle famosissime lattine di zuppa Campbell, al detersivo Brillo, alle banconote di dollari americani (questi appartenenti al tema sugli oggetti del quotidiano che gli conferì l’eternità alle immagini simbolo della cultura di massa americana negli anni sessanta). Continuando, troviamo le serigrafie della serie Jackie (Jacqueline Kennnedy) colte durante il funerale del marito John Fitzgerald Kennedy; ci imbattiamo poi nella sua grande passione per la musica, vista attraverso le celebri copertine degli album, raffiguranti immagini e simboli passati alla storia come la banana di The Velvet Underground & Nico del 1967, i jeans di Sticky Fingers (1971) dei Rolling Stones e molte altre. In “Personaggi celebri. A uso e consumo”, si trovano i ritratti di Muhammad Alì e Mao Tse-Tung (anch’egli diventato un prodotto di consumo di massa). In

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Un artista dentro che, nel suo vivere lucidamente il caos di una vita talvolta estrema e dissoluta, ha pianificato la sua ascesa sfruttando le occasioni che solo l’America degli anni sessanta poteva offrire.

Maurizio Vanni

“Rivoluzione Sessuale” si racconterà invece il Warhol testimone e importante artefice della liberazione dei costumi, attraverso la famosa serie “Ladies and Gentleman” del 1975; a queste si aggiungono le foto di Makos che ritraggono Warhol in abiti femminili e la proiezione del film “Women in revolt” del 1971, prodotto da Andy Warhol, girato nella New York del fermento della rivoluzione sessuale e doppiato nella versione italiana da Vladimir Luxuria.

La rassegna è accompagnata da un volume edito da Silvana Editoriale, con la partecipazione della The Andy Warhol Art Works Foundation for the Visual Arts. Nelle varie tematiche dell'artista americano, la realtà veniva trasformata, fatta rinascere e virare verso qualcosa in cui tutti potevano riconoscersi, l'oggetto quotidiano alludeva a tutt’altro, rispetto alla sua funzione consueta, pur rimanendo integro e riconoscibile. Warhol sceglie un vasto universo di immagini che compongono certamente un raccolta unica nel suo genere, tanto da conferirgli negli anni, il titolo di Maestro del Novecento: lui, meglio di tutti gli altri, è riuscito ad interpretare la l società contemporanea. s

Nella pagina precedente: Andy Warhol - Billy Squier 1982, pigmenti serigrafici su carta, 152x101 cm. A sinistra: Andy Warhol - Self-Portrait screenprint on Curtis Rag Paper, 114.3x88.9 cm. Sotto: Andy Warhol - Liza Minelli 1978, screenprint on paper, 121.9x111.7cm

ANDY WARHOL L’alchimista degli anni Sessanta 25 gennaio – 28 aprile 2019 Reggia di Monza, Monza INFO T. +39 039 2312185 Da martedì a venerdì 10.00-19.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.reggiadimonza.it

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De Chirico torna a Genova A Palazzo Ducale, il Pictor Optimus di Daniela

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Malabaila

e sale dell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale accolgono l’esposizione “Giorgio de Chirico. Il volto della Metafisica”, prodotta e organizzata da ViDi, in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e la Fondazione

Giorgio e Isa de Chirico. Sotto la cura di Victoria Noel-Johnson, il progetto espositivo presenta 100 opere realizzate dal Pictor Optimus nell’arco della sua intera carriera, provenienti da importanti istituzioni e musei (dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico alla Galleria Nazionale d'Arte

Moderna di Roma, dal MART di Rovereto al Museo Luigi Bellini di Firenze), e da prestigiose collezioni private. Accompagna la mostra il catalogo Skira, con testi della curatrice, di Simona Bartolena, Fabio Benzi, Daniela Ferrari e Ara H. Merjian. La rassegna propone una revisione critica della complessa attività dell’artista e ne evidenzia l’evoluzione, sempre più sofisticata. Veniamo introdotti nel mondo di de Chirico con una selezione di lavori riguardanti il tema del viaggio e del ritorno, metafora per la scoperta della metafisica “multidimensionale”. Si prosegue passeggiando fra gli esterni metafisici, uno dei temi più riconoscibili della sua arte, come i panorami urbani (le piazze d’Italia, le torri) e i bagni misteriosi. Ecco poi arrivare l’analisi delle figure che frequentemente popolano le sue opere (i trovatori-manichini, i personaggi mitologici, le muse inquietanti e gli archeologi). Possiamo poi ammirare i diversi approcci sul tema degli interni metafisici: costruzioni architettoniche e geometriche, frammenti di antichità, templi, quadri e altri oggetti inaspettati. La mostra prosegue con l’analisi del tema della natura metafisica, Giorgio de Chirico Interno metafisico con officina 1969, olio su tela, 64,5x53,5 cm. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, inv. 276 © Giuseppe Schiavinotto, Roma © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma by SIAE 2019

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GIORGIO DE CHIRICO Il Volto Della Metafisica 30 marzo - 07 luglio 2019 Palazzo Ducale, Genova INFO T. +39 010 8171665 Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzoducale.genova.it

Perché un’opera d’arte sia veramente immortale, deve uscire completamente dai confini dell’umano: l’intelligenza media e la logica le nuocciono.

Giorgio De Chirico

Giorgio de Chirico Il figliuol prodigo 1975, olio su tela, 100x70cm. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma inv. 306 © Giuseppe Schiavinotto, Roma © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma by SIAE 2019

con nature morte o vite silenti, una selezione di cavalli in riva al mare ed i paesaggi neobarocchi. Il percorso espositivo si chiude con la contaminazione tra tradizione e metafisica: i ritratti figurativi esposti contengono chiari riferimenti alla ritrattistica quattrocentesca e cinquecentesca. Possiamo dunque comprendere in pieno il lavoro della curatrice, che ha voluto seguire l’interpretazione della “metafisica continua”, sostenuta da Maurizio Calvesi: nonostante le variazioni di stile, tecnica, soggetto, composizione e tonalità di colore, l’intero corpus dechirichiano è da considerarsi metafisico. Le parole di Victoria Noel-Johnson sintetizzano perfettamente sia l’esposizione che il lavoro del Maestro: “È un mondo enigmatico che trasforma la nostra quotidianità e la banalità delle cose in rivelazione, portandoci a scoprire il lato metafisico di ciò che il filosofo-poeta de Chirico offre allo l spettatore”. s

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Ornella De Rosa

PEONIE PER ANTICHI RITI - Acrilico su tela 60x80 - DRO 2018/n. 10

(in arte DRO)

FB page: DRO ARTE

www.ornelladerosa.it

- FB profile: Ornella De Rosa

-

ornella627@gmail.com


COMUNE DI PADOVA Assessorato Cultura e Turismo

PRESENTA

“Muse...” OPERE INEDITE DI

SALA SAMONÀ Banca d’Italia via Roma 58 Padova 8 MARZO - 7 APRILE 2019


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Marcello Morandini Lo splendore del bianco unito alla profondità del nero di Vincenzo Chetta

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edele ai principi del Costruttivismo fin dagli esordi, Marcello Morandini ne ha usato i limiti come scheletro delle sue creazioni. Nell’indagare la sua produzione, è chiaro come tutto nasca da un progetto madre, sviluppato poi sia nella scultura, che nel design e nell’architettura: si alternano gli opposti in ritmi incalzanti, sempre estremamente controllati anche se proiettanti l’infinito. Vincenzo Chetta: Ammetto di provare una certa emozione a parlare con lei, oltre cinquant’anni di carriera sempre nel nome della coerenza e del rigore, un’istituzione fatta persona… Quali sono stati i suoi primi passi? Marcello Morandini: Artisticamente nasco agli inizi degli anni sessanta, in un ambiente milanese denso di continui confronti con l’industria emergente. Le prime mostre in Galleria San Fedele, alla Galleria del Deposito di Genova e al Naviglio di Milano: tappe importanti che mi hanno portato agli inviti della Biennale di S. Paulo in Brasile, alla Biennale di Venezia del 1968 in una sala personale e con la presentazione di Gillo Dorfles sul catalogo. Purtroppo quelli erano tempi di contestazioni e proteste, con me solo Colombo e pochi altri cercarono di salvaguardare quel nostro importante traguardo, che nonostante tutto è stato pur sempre un prezioso evento nella nostra vita artistica. Poi sono arrivate le proposte dalla Svizzera e molte esposizioni museali in Germania (zone in cui ho vissuto molta della mia vita); Singapore, Tokyo, Documenta di Kassel e nuovamente la Biennale negli anni ottanta, la Malaysia negli anni novanta… Marcello Morandini / Scultura 502, 2006, legno laccato n/b, cm 50x50x230

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Ci sarebbe troppo da raccontare! V.C.: È negli anni ‘80 che ha iniziato a collaborare anche con scuole e università; cosa le ha lasciato questa esperienza? M.M.: Con sorpresa, il più avvantaggiato dagli incontri con gli studenti ero proprio io, costretto costantemente a tirare fuori il meglio di me stesso, per trovare soluzioni alle mille domande. Un allenamento, sicuramente importante per il mio lavoro, che nel mio studio da solo non avrei potuto assolutamente fare. V.C.: Artista, designer, architetto: le sue competenze ed i suoi talenti toccano queste tre “sfere”, ognuna facente parte dell’altra. Come le coniuga? M.M.: L’Arte è conoscenza e arricchimento culturale; l’Architettura è habitat ed utopia; il Design è ergonomia, funzione, identità. Il mio lavoro è dato dall’unione di queste esperienze, tutte ugualmente importanti e fondamentali. V.C.: Cos’ha alimentato, in tutta la sua carriera, la passione per questo mondo? M.M.: Ogni progetto, anche il più piccolo, è teso costantemente a capire e conoscere quello che non sempre vediamo. Trovo esaltante scoprire che il “niente” nasconde il “tutto” e che gli occhi vedono solo quello che la mente vuole. Viviamo ore, giorni anni, guardando sempre le stesse cose, abitiamo sempre gli stessi luoghi senza conoscerli profondamente, facendoci coinvolgere per un’intera vita dalle stesse emozioni, finché se ne sognano altre in luoghi sconosciuti, non pensando che la fantasia e i nostri occhi potrebbero ovunque proporcene sempre di nuove. In questo trovo la morale appagante del mio lavoro: scoprire che l’ovvio è sorprendente e può avere la forma della vita. V.C.: Se nel design utilizza anche i colori primari, per le sue sculture utilizza esclusivamente il bianco ed il nero, da dove arriva questa intuizione? M.M.: In arte uso i colori bianco e nero, come una grafia su di un foglio, dove per leggere e capire non è necessario nessun altro valore cromatico aggiunto e la forma ha modo di raccontare unicamente la sua bellezza. Se potessimo dare un senso ad ogni nostra casuale attenzione, ci accorgeremmo che anche un piccolo segno su una superficie bianca è sufficiente a determinare l’inizio di un progetto e

che la responsabilità di sviluppare questo segno creando comunicazione, illusione, certezza o arte è totale, affascinante e coinvolgente. Saltuariamente ho usato e utilizzo il grigio come colore e come struttura per descrivere il bianco ed il nero, o solamente per permettere loro un dialogo quando è necessario. V.C.: Durante la sua lunga carriera saranno state sicuramente tantissime le soddi-

Sopra: (Above:) 634, 2015, plexiglass b/n, cm ø39x62x14

Sotto: (Below:) 653A, 2016, plexiglass b/n, cm 60x60x27,5

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Sopra: (Above:) Scacchiera in porcellana, 2003 Rosenthal, Selb [1]

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sfazioni legate all’arte. Se pensa alle sue più recenti rassegne, quali hanno creato maggior gratificazione? M.M.: Una delle mie più riuscite, e quindi importanti, esposizioni, è stata realizzata nel 2001 su proposta di Friedrich Ekmanns al Josef Albers Museum Quadrat a Bottrop, in Germania. Il Direttore del Museo (Ulrich Schumacher) ha voluto acquisire una grande scultura in acciaio verniciato, dal diametro di quattro metri, posata su una lunga base di granito nero lunga più di dodici metri. L’opera è stata riprodotta su un francobollo commemorativo per la regione tedesca della Ruhr, nominata nel 2010 capitale europea della cultura. Nel 2005 a Ludwigshafen, in una notte di grande festa e musica, è stato inaugurato il progetto di una grande scultura di dieci metri in granito e marmo, chiamata “Ombra Latina”, realizzata su richiesta del Direttore dell’Hack Museum (Richard Gassen). Nel 2014 ho avuto l’onore di essere ospitato nella prestigiosa sede della Galleria nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma. Una grande esposizione di opere d’arte, di architetture e di prodotti di design, una selezione di lavori legati al mondo infinito del pensiero e della geometria, accompagnata dal [1] 577, 2011, plexiglass b/n, cm ø44x21,5 [2] 598A, 2012, plexiglass b/n, cm ø30x19 [3] 636A, 2017, plexiglass b/n, cm ø30x14,5

testo della curatrice Mariastella Margozzi. In occasione di questa esposizione ho voluto reinterpretare il progetto del Borromini di Piazza San Pietro in Vaticano con una nuova immagine simbolica e moderna, in omaggio alle nuove idee di Papa Francesco. V.C.: Nel campo dell’architettura quali sono state le “sfide” più interessanti? M.M.: Sicuramente l’esperienza fatta a Singapore nel 1982 e successivamente a Kuala Lumpur, in Malaysia, è stata professionalmente importante e sicuramente culturalmente formativa. Un pratico riscontro sul campo, di tante idee teoriche con altri professionisti, in un mondo diverso, con regole, problemi e abitudini diverse. Sempre in quegli anni, per la sede della fabbrica Thomas in Baviera, ho progettato una nuova facciata, con il solo ausilio di una articolata colorazione sulla vecchia superficie, una parete lunga 220 metri. Attraverso il prolungamento delle linee delle falde di copertura, ho tessuto una trama continua e contrapposta di fasce colorate: la facciata Thomas ha rivelato, quindi, una non immaginata, ma non estranea, nuova realtà vitale. A seguito di questa positiva esperienza, Philip Rosentahal mi chiamò e mi affidò, con mia

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grande sorpresa, il progetto esterno del nuovo edificio amministrativo a Selb. Un altro progetto che mi è caro è quello per la facciata del Das kleine Museum a Weissenstadt, in Germania, divenuto simbolo culturale del territorio. V.C.: Ha ricevuto molti premi internazionali per la sua progettazione nell’ambito del Design, un campo in cui, forse, il rigore lascia spazio ad altre necessità… M.M.: Quella del design è sicuramente una vocazione piena di passione, la chiave di un mondo sempre da migliorare, attraverso l’evoluzione delle idee, delle forme, dei materiali, delle tecnologie, dove la ragione del progetto deve essere rispetto e godimento delle azioni e dei sensi. A Londra dal 2004 sono membro onorario alla Royal Society of Arts per il “design for industry”. Ho ricevuto diversi riconoscimenti per prodotti di design in Germania, a Essen, Stuttgart, Hamburg e al Design Price svizzero. Molti di questi prodotti sono ora presenti in musei. V.C.: Nei suoi attuali progetti, la costituzione della Fondazione e Museo Marcello Morandini a Varese, un grande progetto di cui sarà sicuramente fiero... M.M.: Ho lavorato molto, e con me mia moglie e molti collaboratori, alla concretizzazione di questa mia Fondazione/Museo, resa possibile grazie alla generosità di miei collezionisti stranieri e attualmente da un mio impegno personale per concludere entro ottobre questa rara opportunità di grandi emozioni e professionalità. V.C.: Una domanda di rito: cosa consiglierebbe ad un giovane talentuoso che vuole fare dell’arte, la propria missione di vita? M.M.: Ad ogni giovane consiglierei di avere un grande rispetto verso se stessi e di non nascondere le proprie straordinarie verità con orpelli esteriori. Ognuno ha la sua vita, assolutamente importante e unica, perché non ci sarà mai una seconda opportunità di vivere. V.C.: Marcello, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato, per me è stato un incontro veramente piacevole, ricco di nuovi spunti che spero facciano riflettere l anche i nostri lettori. Grazie! s

Sopra: (Above:) 664A, 2017, plexiglas b/n, cm 30x30x30 Sotto: (Below:) 417A, 2001, plexiglass n/b, cm 50x50x16,8

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Marcello Morandini

The splendor of the white combined with the depth of the black

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ince the beginning Faithful to the principles of Constructivism, Marcello Morandini has used its limits as a skeleton of his creations.. In his production, it is clear that everything comes from a single project, developed both as a sculptural work, as a design or architectural work: the opposites alternate in pressing rhythms, always extremely controlled even if projecting the infinite. Vincenzo Chetta: I feel a certain emotion to talk with you, over fifty years of career always in the name of consistency and rigour ... What were your first steps? Marcello Morandini: Artistically I was born in the early sixties, in a Milanese environment full of continuous comparisons with the emerging industry. The first exhibitions in the Galleria San Fedele, at the Galleria del Deposito in Genoa and at the Naviglio in Milan: important stages that led me to the invitations of the Biennial of S. Paulo in Brazil at the 1968 Venice Biennale with a personal room with the presentation of Gillo Dorfles in the catalog. Unfortunately those were times of protests and protests, with me only Colombo and a few others tried to safeguard our important goal, which despite everything was still a precious event in our artistic life. Then came the proposals from Switzerland and many museum exhibitions in Germany (areas where I lived a lot of my life); Singapore, Tokyo, Documenta of Kassel and again the Biennale in the eighties, Malaysia in the nineties ... There would be too much to tell! V.C.: It was in the 1980s that you started collaborating with schools and universities; what did you leave this experience? M.M.: Eventually, and to me surprise, I be-

Scultura 552, 2009, legno laccato b/n, cm 247x62x26

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by Vincenzo Chetta

came aware that the person who most benefited from these meetings was myself, constantly forced to bring out the best of me, in order to find solutions to the thousand of questions. A workout, certainly important for my work which otherwise, in my studio, I alone would have been absolutely unable to do. V.C.: Artist, designer, architect: your skills and talents touch on these three “spheres”, each part of the other. How do you combine them? M.M.: Art is knowledge and cultural enrichment; Architecture is habitat and utopia; Design is ergonomics, function, identity. My work is given by the union of these experiences, all equally important and fundamental. V.C.: What has fuelled your passion for this world throughout your career? M.M.: Every project, even the smallest one, is constantly aimed at understanding and knowing what we don’t always see. I find it really exalting to discover that “nothing” hides the “everything” and that the eyes see only what the mind wants them to see. We live hours, days, always looking at the same things, always living in the same places without really and thoroughly knowing them, letting ourselves for the whole life be absorbed by the same emotions to the point that we dream of others in unknown places, not thinking that our imagination and our eyes could anywhere always propose new emotions. In this I find the gratifying morale of my work: discovering that what is obvious is surprising and that it can have and embody the form of life. V.C.: If you also use primary colors in design, use only black and white for your sculptures, where does this intuition come from? M.M.: In Art I use black and white, like a handwriting on a sheet, where to read and understand no other added chromatic value is necessary and the form has the only way to

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tell its beauty. If we could make sense of all our casual attention, we would realize that even a small mark on a white surface is sufficient to determine the start of a project and that the responsibility to develop this sign by creating communication, illusion, certainty or art is total , fascinating and engaging. I have used gray, and still use it off an on, as a colour and as a structure in order to describe black and white, or only in order to allow them “to ad dialogue” when it is needed.. V.C.: During your long career there will certainly have been so many satisfactions related to the art. If you think about your most recent reviews, which ones have created more gratification? M.M.: One of my most successful, and therefore important, exhibits was created in 2001 at the suggestion of Friedrich Ekmanns at the Josef Albers Museum Quadrat in Bottrop, Germany. The Director of the Museum (Ulrich Schumacher) wanted to purchase a large sculpture in painted steel, with a diameter of four meters, placed on a long base of black granite more than twelve meters long. The work was reproduced on a commemorative stamp for the German region of the Ruhr, named in 2010 European capital of culture. In 2005 in Ludwigshafen, on a night of great celebration and music, the project of a large sculpture of ten meters in granite and marble, called “Ombra Latina”, was inaugurated, made at the request of the Hack Museum Director (Richard Gassen) . In 2014 I had the honor of being hosted in the prestigious headquarters of the National Gallery of Modern and Contemporary Art in Rome. A large exhibition of works of art, architecture and design products, a selection of works related to the infinite world of thought and geometry, accompanied by the text of the curator Mariastella Margozzi. For my show in Rome, I have chosen to reinterpret Borromini’s project in Piazza San Pietro in the Vatican to give it a new slant that is both symbolic and modern as a tribute to the innovative ideas of Pope Francis. V.C.: In architecture, what were the most interesting “challenges”?

Sopra: (Above:) Scultura 105, 1971, cm 50x50x100 Sotto: (Below:) Marcello Morandini / sculture 40, 48 / 1968

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Sopra: (Above:) Strutture 1 / 1964, cm 73,5x49,5 1B / 1964, cm 74x51x8

Sotto: (Below:) Vivrà Venezia Arte Laguna Venezia Biennale 1995

M.M.: The experience made in Singapore in 1982 and later in Kuala Lumpur, Malaysia, was professionally important and certainly culturally formative. A practical feedback out there, of many theoretical ideas with other professionals, in a different world, with different rules, problems and habits. Also in those years, for the headquarters of the Thomas factory in Bavaria, I designed a new facade, with the sole aid of an articulated coloring on the old surface, a 220 meter long wall. Through the extension of the lines of the roof layers, I have woven a continuous and contrasted weft of colored bands: the Thomas facade has revealed, therefore, an unimagined, but not extraneous, new vital reality. Following this positive experience, Philip Rosentahal called me and, to my great surprise, entrusted me with the external project of the new administrative building in Selb. Another project that is dear to me is the one

for the facade of the Das kleine Museum in Weissenstadt, Germany, which has become a cultural symbol of the territory. V.C.: You have received many international awards for your design in the field of Design, an environment in which, perhaps, rigor leaves room for other needs… M.M.: Design is undoubtedly a vocation that is full of passion, the key to a world wich is always to be improved by way of the evolution of ideas, forms, materials, technologies, where the reason of the project has to be respect and enjoyment of our actions and our7 senses. In London since 2004 I am an honorary member of the Royal Society of Arts for the “design for industry”. I received several awards for design products in Germany, in Essen, Stuttgart, Hamburg and the Swiss Design Price. Many of these products are now present in museums. V.C.: In your current projects, the creations of the Marcello Morandini Founda-

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Probabilmente il senso più vero della conoscenza di ogni forma della geometria è proprio quella di abitarla Probably the truest meaning of the knowledge of every form of geometry is precisely that of living in it

Sopra: (Above:) Strutture 533A, 2008, cm 70x190x12,5 - Progetto architettonico 533B / 2008-2016

A destra: (on the right:) Maria Teresa Morandini / 2014 - Alfabeto, Rosenthal, Selb / 1986

tion and Museum in Varese, a great project of which you will surely be proud... M.M.: I worked a lot, and with me my wife and many collaborators, to realize this my Foundation / Museum, made possible thanks to the generosity of my foreign collectors and currently from my personal commitment to conclude this rare opportunity of great emotions and professionalism by October. V.C.: A ritual question: what would you recommend to a talented young man who wants to make art his life’s mission? M.M.: I would advise every young person to have a great respect for themselves and not to hide their extraordinary truths with external frills. Everyone has his life, absolutely important and unique, because there will never be a second chance to live. V.C.: Marcello, thank you for your time, for me it was a really nice meeting, full of new ideas that I hope our readers will l reflect too. Thank you! s

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Angelo Morbelli a Milano Le rassegne per il centenario della sua scomparsa di

Ettore Tiretto

M Dall’alto a destra: Angelo Morbelli Ave Maria della sera 1910, olio su tela, 90,5x139 cm. Angelo Morbelli - Tetti sotto la neve 1910, olio su tela, 43x73 cm. In basso: Angelo Morbelli Visita alla stalla 1886, olio su tela, 68x120 cm.

ilano celebra Angelo Morbelli, uno dei più importanti artisti dell’Ottocento, caposcuola del Divisionismo italiano. Diverse le iniziative in corso, proprio in occasione del primo centenario della sua scomparsa, a partire dalla mostra “Angelo Morbelli. Tra Verismo e impegno sociale”, in corso sino al 13 aprile 2019 presso Enrico Gallerie d’Arte di Milano. Venticinque i dipinti esposti (molti dei quali ritornano visibili dopo oltre un secolo), tra i più famosi realizzati dal maestro, in grado di ripercorrere i principali capitoli della sua carriera. Sotto la cura di Giovanni Anzani, tra i più autorevoli esperti di Morbelli e del Divisionismo, ed Elisabetta Chiodini, storica dell’arte specializzata in pittura italiana dell’800, è la prima iniziativa dell’Archivio Angelo Morbelli, per lo studio e l’ordinamento del materiale

storico e artistico dell’artista piemontese, finalizzato alla pubblicazione del Catalogo ragionato della sua opera. Altra interessante esposizione è quella a lui dedicata alla GAM - Galleria d’Arte

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Moderna di Milano: “Morbelli I853 I9I9”. Curata da Paola Zatti con la collaborazione di Alessandro Oldani, Giovanna Ginex e Aurora Scotti, la mostra è aperta al pubblico sino al 16 giugno ed è allestita nelle sale del piano terra di Villa Reale, recentemente sottoposte ad un intervento di restauro. L’esposizione vanta prestigiosi prestiti, nazionali e internazionali, provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Ca’ Pesaro di Venezia. Con l’intento di documentare alcuni degli aspetti salienti della produzione di Morbelli, quali la sperimentazione tecnica e l’elaborazione di alcune tematiche, il percorso espositivo si snocciola in sei sezioni: “Dalla Colma a Milano, città d’adozione”, “A Brera. La formazione e la prima attività”, “Il pittore dei vecchioni”,

“Morbelli e Milano tra tradizione e modernità”, “Il rifugio della Colma”, “La figura femminile, tra maternità e prostituzione” e “Verso il simbolismo”. Finalmente viene riproposto Morbelli sulla scena milanese, dalla quale mancava dal 1949, anno l dell’ultima monografica a lui dedicata. s

Angelo Morbelli La mia Teresa 1917, olio su tela, 44,5x36,5 cm.

ANGELO MORBELLI.

Tra Verismo e impegno sociale 28 febbraio - 13 aprile 2019 Enrico Gallerie d’Arte, Milano

INFO T. +39 02 87235752 Da martedì a sabato 10.00 - 12.30/15.00 - 19.30

MORBELLI I853 - I9I9 15 marzo - 16 giugno 2019 GAM, Milano INFO T. +39 02 884 45943 c.gam@comune.milano.it Da martedì a domenica 09.00 - 17.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.gam-milano.com

R

Michele e c h

www.arteitaliana.org/rech-m

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ARTISTA ASTROFILO - rech.painter@gmail.com michele.rech.564

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PARTICELLA CON ATOMI - 2015, acrilico su tela, 50x60 cm.

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L’artista bambino Il disegno infantile e l’arte medievale nell’arte italiana di

Mario Gambatesa

“A

quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”, questa è una delle citazioni più conosciute di Pablo Picasso, che con straordinaria passione e dedizione riuscì a realizzare opere dal forte impatto visivo. La sua precoce maestria per l’arte e per il disegno ha avuto un enorme importanza, ma ciò che è più importante è sicuramente essere riuscito a sottrarre linee e segni fondamentali per sintetizzare la forma… oltre lui molti altri. Dal 17 marzo al prossimo 2 giugno, la Fondazione Ragghianti ospita la grande mostra L’artista bambino Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento. Nelle sale sono esposte oltre cento opere tra dipinti, grafiche, sculture, fotografie, riviste d’epoca e documenti di artisti come Giorgio

Morandi, Giacomo Balla, Pablo Picasso, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Alberto Magri, Lorenzo Viani, Ottone Rosai, Renato Birolli e Alberto Salietti. La mostra curata da Nadia Marchioni, realizzata grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e con il patrocinio della Regione Toscana della Provincia e del Comune di Lucca mette a nudo la regressione che gli artisti hanno esplorato verso il disegno di stampo primitivista. La mostra è divisa in sei sezioni, nella prima troviamo Adriano Cecioni e il mondo dell’infanzia, le sue celebri opere in esposizione sono Primi Passi, Ragazzi che lavorano l’alabastro e Ragazzi mascherati da grandi. Nella seconda troviamo Corrado Ricci e le prime incursioni del disegno infantile nell’arte fra ottocento e novecento in cui i linguaggi sono ripresi nel Ri-

Sopra: Gianfilippo Usellini Il carnevale dei poveri 1941, tempera su tavola, 130x90 cm. VAF Stiftung, Mart, Rovereto Mart Archivio fotografico e mediateca

tratto di Yorick di Vittorio Matteo Corcos del Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, costituiscono, con altri dipinti e documenti, il nucleo originario della mostra. Continuando nella terza sezione troviamo l’operato artistico di Alberto Magri, con dipinti di piccolo formato, i cicli pittorici del 1910 e le opere di artisti a lui contemporanei come Adolfo Balduini, Spartaco Carlini e Lorenzo Viani. Nella quarta sezione viene presentata la diffusione

>>>

segue

Adolfo Balduini - Bambine che raccolgono fiori - 1919 tempera su cartoncino preparato a gesso, 21x33 cm.

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La Fondazione Centro studi sull’Arte - Licia e Carlo Ludovico Ragghianti Il “Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti” è nato nel 1981 dalla donazione dei coniugi Ragghianti alla Cassa di Risparmio di Lucca della loro biblioteca, fototeca e archivio. Nell’ottobre 1984 il Centro diventa “Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti”, sostenuta dalla Cassa di Risparmio di Lucca, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Lucca e dal Comune di Lucca. Scopo primario della Fondazione è “offrire alla città e al comprensorio della Toscana nord-occidentale, oltre che a qualunque interessato italiano o straniero, uno strumento di studio dell’arte, nella storia e nel presente”. Ragghianti auspicava per la città di Lucca la realizzazione di “un laboratorio permanente di studio, un centro di esperienze culturali, aggiungendo nuove potenzialità alle sue grandi tradizioni”. Nel 1992 la Fondazione ha ricevuto in donazione la biblioteca, la fototeca e l’archivio di Pier Carlo Santini, che della Fondazione è stato direttore scientifico dal 1984 al 1993. La Fondazione conserva anche una raccolta di dipinti, disegni, opere grafiche e principalmente di sculture, esposte in per-

manenza nei chiostri del Complesso monumentale di San Micheletto, dove la Fondazione ha sede. Una delle attività più importanti della Fondazione è costituita dall’organizzazione di mostre, accompagnate dalla publ blicazione di cataloghi scientifici. s

Il chiostro della Fondazione Ragghianti. Ph.Luciano Calzolari Alberto Magri - Il bucato - 1913 tempera su tavola, 46x314 cm. Collezione privata

Antonio Mancini www.antoniomancini.net antonio.mancini39@alice.it antonio.mancini.9843 Atteni al lupo - 2019 - acrilico su m.d. - 70x70 cm. BIANCOSCURO

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L’ARTISTA BAMBINO

Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento 17 marzo - 2 giugno 2019

Complesso monumentale di San Micheletto, Lucca INFO T. +39 0583 467205 info@fondazioneragghianti.it Da martedì a domenica 10.00-13.00 / 15.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazioneragghianti.it

Adriano Cecioni - Ragazzi che lavorano l’alabastro 1867, olio su cartone telato, 39,7x47,8 cm. Pinacoteca di Brera, Milano

del primitivismo infantile in Italia negli anni della Grande Guerra, fu quello un periodo in cui l’immagine del bambino venne utilizzata per qualsiasi tipo di propaganda, troviamo quindi opere di Alberto Magri, Tullio Garbari, Gigiotti Zanini, Giorgio de Chirico e Mario Si-

roni. Nella quinta sezione, ammiriamo i dipinti di Ardengo Soffici e di Carlo Carrà che sottolineano un arte infantile e popolare. Nella sesta ed ultima sezione, troviamo gli esempi di primitivismo infantile negli anni venti e trenta del Novecento con artisti come Riccardo

Francalancia, Fillide Levasti, Renato Birolli e Ottone Rosai. Una mostra quindi, portatrice di aspetti interessanti e senza dubbio costruttivi, che permetteranno allo spettatore di immergersi in luoghi in cui la poetica delle forme si semplifica e l decodifica la nostra fantasia. s

ANTONIO ARTE

Marina al calar del sole - 1994 - olio su tela

taziarte@gmail.com


Daniele Pioggi

Daniele Pioggi - IMMAGINE DI UN STATO D’ANIMO - 2017, spatolato olio e foglia oro, 60x80 cm.

d.pioggi@gmail.com - www.danielepioggipittore.com danielepioggipittore 47


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Il "nuovo classicismo" del pittore delle odalische L'opera di Jean Auguste Dominique Ingres a Milano di Lucia Garnero

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l 12 marzo, Palazzo Reale a Milano, ha inaugurato l’allestimento espositivo dedicato a Ingres “il rivoluzionario”, stupefacente erede di Raffaello e precursore di Picasso, realista e manierista al tempo stesso; la mostra "Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleo-

ne", aperta ai visitatori fino al 23 giugno, intende presentare e testimoniare la varietà stilistica e la tematica del “nuovo classicismo” che si afferma a Milano, in una fase di riorganizzazione politica e artistica di intensa prosperità. Nell'ambito della “politica delle arti”, ascrivibile alla politica di governo di Napoleone Bonapar-

te, se ne rivelano attori di primo piano gli artisti italiani David, Appiani, Greuze, Canova, Gerard, Finelli. A seguire, la svolta preromantica di Girodet precede Gros e Prud'hon nell'esplorazione del fantastico, del dramma e del ripiegamento melanconico; non meno rimarchevole il successo delle donne pittrici, e tra queste Elisabeth Vigée Le Brun, ritrattista ufficiale della regina Maria Antonietta. Un posto di particolare rilievo spetta al protagonista di questo straordinario evento espositivo: Jean Auguste Dominique Ingres, pittore francese intriso di autentica italianità. Nato nel 1780 nel sud-ovest della Francia, a Montauban, nel 1800 concorre per il prix de Rome e nel 1806, dopo aver completato il grande “Napoleone in costume sacro”, arriva a Roma, dove approfondisce gli studi su Raffaello. Inviato in Italia sotto l’Impero e coinvolto nei cantieri imperiali di Roma, decide di restare «italiano» fino al 1824; torna solo successivamente a dirigere Villa Medici. Ritornato a Parigi nel 1841, viene accolto da Luigi Filippo di Francia, che lo riceve alla reggia di Versailles. Muore a Parigi nel 1867. In occasione di questo evento, J. A. D. Ingres, Il sogno di Ossian, 1813 olio su tela, 348x275 cm. Musée Ingres, Montauban, Francia

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In alto: J. A. D. Ingres, Napoleone sul trono imperiale, 1806,olio su tela, 260x163 cm. © Paris - Musée de l'Armée, Dist. RMN-Grand Palais / Emilie Cambier

il Primo piano nobile di Palazzo Reale accoglie 150 opere, riunite grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni al mondo, dal Metropolitan Museum of Art di New York al Victoria and Albert Museum di Londra, dal Louvre al museo di Montauban, città natale del grande maestro francese. Di queste opere (oltre 60 tra dipinti e disegni) realizzate dall’artista francese, sono poste accanto ai capolavori dei maestri David, Appiani, Greuze, Canova, Gerard, Finelli: in tali opere, Ingres non si rivela, semplicemente, come pittore neoclassico: ne emerge, prevalentemente, il colorista che sta dietro il disegnatore e, straordinariamente, accanto alle famose scene di odalische dai lunghi colli e dalle senszuali forme,

ne viene svelata anche la pittura di tematiche e significati profondamente religiosi. Il percorso espositivo, articolato in diverse sezioni, assume, nella parte terminale, un carattere prevalentemente monografico grazie ad opere di Ingres provenienti dal Museo di Montauban: ritratti maschili, un nucleo di disegni e poi di ritratti femminili, Veneri e Odalische. Promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei - con StArt e il Museo di Montauban -, la mostra è curata da Florence Viguier-Dutheil, Direttrice del Musée Ingres di Montauban. Si tratta di un evento unico nel suo genere, capace di ritrarre la forza dirompente di un artista asl solutamente "rivoluzionario". s

A destra: J. A. D. Ingres - Donna con tre braccia 1816 - 1859, olio su tela, 24,9x25,9 cm. Musée Ingres, Montauban, Francia

Jean Auguste Dominique INGRES e la vita artistica al tempo di Napoleone 12 marzo – 23 giugno 2019 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 199 151121 mostre@civita.it Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 9.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mostraingres.it

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Raccontare per colori

Montelupo Fiorentino celebra la tradizione ceramica di

Antonio Gambatesa

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a mostra, intitolata “Di tutti i colori” in programma dal 16 marzo al 28 luglio 2019, e allestita a Montelupo Fiorentino (FI), permette di ripercorrere (attraverso l’esposizione di 120 opere) nove secoli di storia che hanno decretato il successo internazionale della ceramica montelupina. La selezione di opere provenienti da collezioni pubbliche nazionali e private trova collocazione nelle sedi di Palazzo Podestarile e del Museo della Ceramica. Rievocare ciò che ha reso unica questa produzione manifatturiera, attraverso le raffinate composizioni figurative, vivacizzate da un sapiente ed eccellente utilizzo della policromia, significa com-

Boccale con decoro vegetale. 1320-40, Montelupo, Museo della Ceramica

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piere un viaggio nella storia e nell’arte, tra Medioevo e Rinascimento. Un’esperienza che conobbe il suo momento d’oro in epoca medicea, quando i manufatti realizzati dalla cosiddetta “Fabbrica di Firenze”di Montelupo divennero oggetto di committenza e legame indissolubile con le nobili famiglie della città gigliata. Come spiega Alessandro Mandolesi, direttore scientifico del Sistema Museale di Montelupo, il colore diventa una chiave di lettura per comprendere gli oggetti esposti, che rivelano l’importante ruolo svolto sul piano delle dinamiche storiche, economiche e sociali. Il percorso immersivo della mostra si snoda lungo due direttrici. Nella prima, si ricostruisce la lunga vicenda di uno degli aspet-

Boccale, Zaffera tricolore. 1410-40, Montelupo, Museo della Ceramica

Aldo Londi - Studi di Solidi 1954, Montelupo. Collezione Londi

Damaschino “tavolozza fredda”. Boccale figurato,1440-60 Montelupo, Museo della Ceramica

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ti distintivi della ceramica di Montelupo: il colore e il diverso utilizzo nel corso dei secoli. La ricerca di soluzioni cromatiche, l’originale scelta figurativa e le soluzioni tecnologiche che seguivano di pari passo lo sviluppo dell’arte fiorentina, hanno decretato il successo delle maestranze di Montelupo. Attraverso l’utilizzo del colore è possibile seguire l’evoluzione cronologica e stilistica della produzione ceramica: si va dalla maiolica arcaica color verde/bruno tardo-medievale, alle tonalità azzurro/turchese dell’Umanesimo, dal giallo-oro

Sopra: Aldo Londi - Gallina, decoro astratto ed incisioni, 1986, Montelupo, Collezione Londi In basso a sinistra: Aldo Londi - Ritratto di uno qualunque, 1983, Montelupo, Collezione Londi

del pieno Quattrocento, all'unicità del colore “rosso di Montelupo” del Rinascimento. Oltre a ripercorrere gli sviluppi storici del colore, gli oggetti in mostra sono messi nella condizione di dialogare con i soggetti dipinti sugli smalti proponendo una narrazione a 360 gradi su curiosità, aspetti sociali ed economici dell’epoca; col merito di rendere la visita coinvolgente sul piano comunicativo ed emotivo. Nella seconda sezione l’esposizione, arricchita da interventi multimediali, si focalizza sulle manifatture sviluppatesi tra l’800 ed il ‘900, che hanno contribuito a rappresentare lo stile e il gusto che ha segnato la storia del design e della produzione ceramica di Montelupo fino ai giorni nostri. Una rassegna unica, che permette di riscoprire più di ottocento anni di arte ceramica montelupina, tutti in una sola, completa, l esposizione. s

Piatto figurato tardo Montelupo 1610-30, Firenze, Museo Stibbert

DI TUTTI I COLORI 16 marzo - 28 luglio 2019 Palazzo Podestarile / Museo della Ceramica, Montelupo Fiorentino INFO T. +39 0571 51352 info@museomontelupo.it Sabato e domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museomontelupo.it

Guido Mannini

w w w. m a n n i n i g u i d o . c o m BIANCOSCURO

mannini.guido@gmail.com Guido Mannini guido_mannini

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INTUIZIONE - 2018, smalto su tela, 150x100 cm.

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GUGLIELMO MELTZEID g m e l t z e i d @ g m a i l . c o m

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m e l t z e i d . c o m

Guglielmo Meltzeid - Cinquanta - 2019, acrilico su tela, 90x90 cm.

Studio e Galleria a Pianezza (Torino) e Santa Margerita Ligure (Genova)


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Antony Gormley

L’opera più grande mai accolta agli Uffizi di

Rebecca Maniti

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n tunnel di acciaio nero, lungo 12 metri, che ricalca la figura umana, in cui immergersi per sperimentare momenti di pura inquietudine: è“Passage”, maxi installazione metallica di Antony Gormley. Questa è una delle opere dell’esposizione dedicata all’artista, “Essere”, accolta nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi di Firenze fino al 26 maggio, grazie al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Gallerie degli Uffizi, Firenze Musei e con il supporto di Galleria Continua. In mostra una selezione di sculture che esplorano i temi del corpo nello spazio e del corpo come spazio. A “Passage” spetta il primato dell’opera più grande mai ospitata nella Galleria l delle Statue e delle Pitture. s

ANTONY GORMLEY. ESSERE 26 febbraio – 26 maggio 2019

Aula Magliabechiana - Uffizi, Firenze INFO T. +39 055.290383 Da martedì a domenica 08.15-18.50 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.uffizi.it [1] Antony Gormley - Passage, 2016 [detail] acciaio Corten Collection of Museum Voorlinden, Wassenaar, The Netherlands. Per gentile concessione Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Fotografia di Ela Bialkowska, Okno Studio © l’artista

[1] [2]

[2] Antony Gormley - Settlement IV, 2018 blocchi in acciaio inossidabile © l’artista Veduta dell’allestimento nella sala 43 degli Uffizi. Per gentile concessione Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana Fotografia di Ela Bialkowska, Okno Studio

spiritione cortimiglia

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"Alla ricerca del vello d'oro" acrilico materico - 100x70 cm. 53


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Il legame tra sapere artigiano e creatività Da Mitoraj a Vangi, da Theimer a Staccioli di Ettore Tiretto

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n quesito lasciato senza risposta ogni volta che qualcuno lo pone. Una domanda che chi approccia il mondo delle creazioni uniche, prima o poi, rivolge ai più esperti. Perché un pezzo unico di gioielleria o di ceramica viene ritenuto artigianato? Perché ogni scultura e ogni dipinto sono invece considerati Arte? L’interrogativo sottende all’esposizione straordinaria che il Museo Nazionale nel complesso di San Vitale, a Ravenna, propone dal 16 febbraio al 26 maggio, con la direzione scientifica di Emanuela Fiori. “Il mestiere delle arti. Seduzione e bellezza nella contemporaneità” è promossa e organizzata dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, con il sostegno della

Pietro Cascella - La più bella marmo, h 51x32 cm.

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Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la collaborazione di Ravenna Antica. Il percorso espositivo (curato da Ornella Casazza e Emanuela Fiori, con Maria Anna Di Pede e Laura Felici, che nel comitato scientifico sono affiancate dal dottor Scalini, da Claudio Spadoni e Fabio De Chirico) affianca pittura e scultura alle creazioni di oreficeria, in vetro, resina o ceramica. La mostra propone infatti una selezione di artisti della contemporaneità che, ignorando il confine tra arti maggiori e arti minori, hanno conferito alle loro opere un valore universale per stile e sapienza tecnica. Sono riunite più di cento opere di Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Paolo Staccioli, Cordelia von den Steinen, Ivan Theimer, Paolo Marcolongo, Stefano Ali-

Gigi Guadagnucci - Pansée piccola 1991, marmo statuario, 47x30 cm.

nari, Jean-Michel Folon, Giacomo Manzù, Giuliano Vangi, Mario Ceroli, Paola Staccioli, Luigi Ontani, Gigi Guadagnucci, Giovanni Corvaja, Daniela Banci, Marzia Banci, Orlando Orlandini, Angela De Nozza, Ornella Aprosio, Angela Caputi, Tristano di Robilant, Sauro Cavallini, Sophia Vari, Kan Yasuda, Pietro Cascella, Fernando Cucci, Pasquale (Ninì) Santoro. Le loro opere sono allestite per assonanze visive e materiche in un percorso che si intreccia strettamente con le architetture del Museo Nazionale. Così argomentano le curatrici: “L’amicizia delle arti permette di constatare come molti tra i massimi artisti di oggi sappiano muoversi con agilità tra la dimensione monumentale e il piccolo formato, colloquiando con

Mimmo Paladino - Uomo con flauto bronzo, 68x47x26 cm.

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Giuliano Vangi - Donna mugellana bronzo patinato, 62x32 cm.

marmi purissimi, bronzi arricchiti di suggestive patine, legni intagliati, ceramiche lustrate, sete vellutate, pigmenti evocativi, ori e coloratissime pietre”. Insomma, non vi sono materie che si possono considerare più adatte di altre a produrre risultati artistici. In tempi non so-

spetti, artisti come Picasso e Matisse produssero ceramiche, arazzi, stoffe e gioielli: l’arte può essere raggiunta attraverso i processi tecnici più semplici e tradizionali, talvolta addirittura arcaici. Una mostra da non perdere, per aprirsi l a “nuovi” orizzonti.s

IL MESTIERE DELLE ARTI Seduzione e bellezza nella contemporaneità 16 febbraio – 26 maggio 2019 Museo Nazionale, Ravenna

INFO T. +39 0544 543710 pm-ero.musnaz-ra@beniculturali.it Da martedì a domenica 8.30 - 19.30

Tristano di Robilant - La lumera (Omaggio a Dante) 2018, vetro verde, 46x31x31 cm.

Igor Mitoraj - Mito anello, argento, 3x3 cm.

Fiorella MANZINI

Turbinio - 2016 - 100x60 cm. "... È una grafia dal prorompente impatto visivo. La sigla pittorica è riconoscibile nella pregnanza narrativa e nel coinvolgimento emotivo. I suoi dipinti rappresentano il connubio perfetto tra energia mentale ed elaborazione concettuale..." Serena Carlino

BIANCOSCURO

RIVISTAfiorellamanzini@libero.it d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it

-

www.fiorellamanzini.it

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Ritmiche trasparenze nello spazio - 2012 - scultura in plexiglas blu cobalto e bianco - 88x50x18 cm.

LY D I A LORENZI

www.lydialorenzi.it


Interazione, libertà e ricerca 12 giovani artisti nei Bagni Misteriosi di

Maristella ANGELI

Flavio Ennante

“I

mmersione libera”, la mostra collettiva a cura di Giovanni Paolin, sarà visitabile dal 2 aprile al 18 maggio alla Palazzina dei Bagni Misteriosi. Dodici giovani artisti (Alfredo Aceto, Agreements to Zinedine, Antonello Ghezzi, Calori & Maillard, Campostabile, Giovanni Chiamenti, Alessandro Fogo, Francesco Fonassi, Valentina Furian, Raluca Andreea Hartea, Ornaghi & Prestinari e Marta Spagnoli) sono stati chiamati a confrontarsi con uno dei luoghi più affascinanti di Milano, recentemente riscoperto e reso accessibile al pubblico, con l’invito a ideare nuove opere site-specific. La mostra abbraccia un ampio ventaglio di proposte che spaziano tra linguaggi, materiali e tecniche differenti. L’evento espositivo è realizzato in collaborazione con Galleria Continua, Associazione Pier Lombardo e Teatro Franco Parenti; il progetto è dell’imprenditrice e collezionista Marina Nissim, decisa a sostenere e promuovere artisti di nuova generazione, dando loro ampio supporto e l spazio d’espressione.s

"La forma delle nuvole" acrilico su tela, 2019, 50x60 cm.

IMMERSIONE LIBERA

02 aprile - 18 maggio 2019 Palazzina dei Bagni Misteriosi, Milano INFO T. +39 02 89731800 Da martedì a venerdì 16.00 - 21.00 Sabato e domenica 14.00 - 21.00

“La maestosità rappresentativa che emerge da questi lavori e il messaggio a loro sotteso, trasmettono non solo il talento di Maristella Angeli ma anche la sua capacità di trasformare in arte i suoi sentimenti e le sue sensazioni. La cromia risulta sempre molto tenue e le linee ben bilanciate. Le sue narrazioni visive sembrano delle vere e proprie danze melodiche. Spartiti musicali da seguire con grande attenzione. In tutte le sue opere osserviamo pennellate che hanno la stessa forza evocativa di mille parole “sensate”. Pennellate che sono guidate dall’agire “emozionale” di cui l’Artista si fa carico. Pennellate che portano con sé sensazioni di un mondo meraviglioso. Un mondo in cui basta chiudere gli occhi per essere finalmente felici.” Salvatore Russo

“Nemesi” acrilico su tela, 2019, 60x70 cm.

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Tutte le immagini sono: Palazzina dei Bagni Misteriosi Ph. Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

maris50@alice.it

www.premioceleste.it/ maristella.angeli


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Guido Crepax: Valentina L’universo in bianco e nero di Mario

Gambatesa

È

nata a Milano il giorno di Natale del 1942, di mestiere fa la fotografa, nubile, alta 1 metro e 72, occhi chiari, capelli neri e l’inconfondibile caschetto con la frangia folta e lo sguardo che intriga. Avete sicuramente capito di chi sto parlando: di Valentina la più famosa eroina dei fumetti. Creata da Guido Crepax, debutta per la prima volta nel 1965 nel secondo numero della rivista Linus “La curva di Lesmo”. Valentina, i cui tratti somatici erano ispirati a Louise Brooks, attrice americana nei Roaring Twenties (i ruggenti anni venti), è protagonista di complesse avventure erotiche, conduce una vita realistica, ha una psiche infestata da incubi, allucinazioni e può vantare la capacità di invecchiare nel corpo e nell'anima, un aspetto unico nel panorama del fuA sinistra: immagini tratte dalla pagina della storia Valentina nel Metrò "Omaggio a Stan Lee", realizzata da Guido Crepax nel 1975 per le pagine domenicali del Corriere di Informazione, colorate da Archivio Crepax

metto italiano. L’esposizione, organizzata presso i Musei Civici di Bassano del Grappa, è visitabile fino al prossimo 15 aprile 2019. Il percorso espositivo, che mette in scena cinquanta tavole originali, ripercorre l'evoluzione artistica dell’autore. Una parte della mostra è dedicata ai tanti contenuti video dell’autore e al personaggio di Valentina e ai possibili sviluppi futuri: la video arte e la colorazione delle pagine legate in una installazione dove queste si colorano progressivamente e grandi tavole su cavalletti forniscono un saggio dell’ultimo progetto editoriale di Archivio Crepax: la nuova collana con le storie più belle a colori realizzata per la Repubblica. Il piano terra, ultima tappa del percorso espositivo, è invece dedicata alla scelta innovativa di Crepax viaggiatore immobile, per il mondo tradizionale del fumetSotto: Valentina nel Metrò - Omaggio a Stan Lee realizzata da Guido Crepax nel 1975 per le pagine domenicali del Corriere di Informazione

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VALENTINA Una vita con Crepax 1 dicembre 2018 – 15 aprile 2019 Musei Civici, Bassano del Grappa

CECILIA PA S S E R I

INFO T. +39 0424 519901 info@museibassano.it Lunedì 10.00-19.00 Da mercoledì a domenica 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museibassano.it

“Vertigini”

2019, cutleryng su pannello, 60x80 cm.

A sinistra: Guido Crepax - Illustrazione per la campagna pubblicitaria Terital, 1970 Sotto: Guido Crepax - La curva di Lesmo, 1965

to, quella di far delle donne le protagoniste delle proprie storie, una scelta attuata non solo per un fatto estetico o legato alla valenza erotica, ma per distinguersi dagli altri fumetti, per riuscire in qualche modo ad uscire dal solco della tradizione, per esplorare mondi psicologici e stili narrativi nuovi ed originali, talvolta, anche per far discutere, riflettere e, perché no, scandalizzare. Il fumetto, rappresenta un’opera molto sofisticata, rivolta certamente ad un pubblico interessato e ad una esperienza narrativa diversa, anche più complessa. Valentina quindi, rappresenta un modello di donna libero che non teme la sensualità, non viene vincolata dai sensi di colpa dettati dai pregiudizi e dagli stereotipi culturali, in “Relazioni pericolose”, un’opera composta tra il 1973 ed il 1983, Crepax propone tre storie in cui si evince una Valentina che intreccia delle relazioni, nonostante abbia un compagno Philip Rembrandt (il cognome è preso dal famosissimo pittore olandese). La storia

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di questa ragazza senza confini, si intreccia con dei temi come l’adolescenza e la maternità del piccolo Mattia. Si tratta quindi, di una donna che raccoglie lo spirito del tempo, ma al tempo stesso illustra un universo nascosto e magico, in cui le stessa diceva: “Finalmente posso dormire e sognare la l mia storia”. s

“Attraverso l’arte ci si ciba di sogni, è per questo che ho inventato la tecnica del “ Cutleryng” che usa al posto dei pennelli e spatole, gli utensili da cucina cioè forchetta, coltello, cucchiaio. Ogni “cutlerata” è un boccone di vita.” Cecilia Passeri

“Demiurgo”

2019, cutleryng su pannello, 60x80 cm.

ceci_e_paci cecilia provocar-te passeri geom.passeri@gmail.com


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6ª edizione del Concorso Arti Visive PACE è il tema dell’edizione 2018 di Rebecca Maniti

Sopra: l’opera vincitrice nel 2014 di Maria Silva, “La bella la va al fosso, al fosso a resentà” , acrilico su tela, 60x60 cm. Sotto: l’opera vincitrice nel 2015, Pierluigi Cocchi, “Schiavitù”, tecnica mista, 190x260x30 cm.

Sotto: l’opera vincitrice nel 2016, Maurizio Cattaneo, “Composizione astratta 1/A016”, tecnica mista su tela, 60x60 cm.

L

a sesta edizione del Concorso di Arti Visive pone l’attenzione ad un tema molto complesso e mai risolto nella storia umana: la pace! Sono numerosi i conflitti in corso che nazioni economicamente avvantaggiate fomentano per la necessità di controllo delle risorse naturali oppure per rafforzare il proprio posizionamento geopolitico. Nel mondo si contano almeno 69 aree del pianeta interessate dai conflitti, con tutto ciò che ne consegue: un’enormità! Ma esiste anche una conflittualità sul piano interiore dell’uomo, in cerca costante di un’armonia sul piano delle relazioni sociali. “L’Arte” in questa società odierna ha il dovere di dire la sua, con i suoi principali interpreti, gli artisti: osservatori attenti e precursori degli andamenti sociali e delle sfaccettature umane. Dunque, affianco alla proposta libera (premio basic), la curatela del concorso ha scelto come tema (premio master) la dimensione della pace chiedendo ad ogni artista di tramutarla in immagine. Non è solo un modo per misurare l’originalità di interpretazione degli artisti, ma un modo per offrire al pubblico un momento di riflessione. Non di minore importanza il premio del pubblico e quello della critica “La bellezza resta” curato da “heart, pulsazioni culturali”. Così come il particolare “Premio Silvia” voluto per rendere omaggio ad una persona speciale ad un anno dalla tragica scomparsa. Afferma il presidente dell’associazione Circolo Culturale San Giuseppe: “La sesta edizione del concorso di arti visive, che porta il nome dell’associazione, costituisce per noi un assoluto motivo di vanto e mi spinge a dire come questa sia ormai l’iniziativa principale tra quelle che, anno per anno, proponiamo. Non posso qui che elogiare Gennaro Mele, al quale si deve la crescita che la manifestazione ha registrato edizione per edizione, facendone ormai un punto di riferimento del settore non solo nella città di Seregno, ma anche a livello brianzolo. La scelta poi del tema di questa nuova edizione, la pace, appare particolarmente significativa per una realtà come la nostra, che è legata indissolubilmente al dettato della Chiesa, ma che vuole anche porsi in dialogo a trecentosessanta gradi con una società che appare a tutti, piaccia o meno, sempre più secolarizzata. Per questo motivo, il confronto è uno strumento di lavoro imprescindibile e ci auguriamo che il seme che questa edizione getterà possa essere fruttifero per un dibattuto sul territorio proficuo nell’interesse di

tutti, al di là dello spessore delle opere che i concorrenti proporranno in gara”. Questo evento, organizzato annualmente, si propone come un importante appuntamento culturale della città di Seregno e di sinergia con gli attori dell’impresa culturale e creativa offrendo l’occasione di collaborazioni positive. In tal senso durante il periodo della sesta edizione del concorso (maggio 2019) avrà luogo la rassegna “arte in pillole, pillole d’arte”, tre venerdì di incontri su alcune specificità del mondo dell’arte rivolto e aperto a tutti. Questi appuntamenti, saranno ospitati a Seregno, presso la sala Minoretti, in via Cavour 25, dal 9 maggio al 9 giugno e la premiazione avrà luogo il 19 giugno presso l’Auditorium in piazza Risorgimento. Sul sito www.concorsoartivisive.it è reperibile il bando per gli artisti che intendono partecipare, la l scadenza è 14 aprile. s PACE - Concorso Arti Visive A cura di Gennaro Mele Patrocinato dalla Città di Seregno componenti del comitato giudicante mons. Bruno Molinari (presidente), Paolo Colzani, Gennaro Mele, Cristina Meregalli, Vittorio Fiori, Antonella Giovenzana dal 9 maggio - 9 giugno 2019 Circolo Culturale S. Giuseppe | via Cavour 25 | Seregno (MB) premiazione 19 giugno 2019 Auditorium Civico | piazza Risorgimento | Seregno (MB) iniziative correlate 17-24-31 maggio 2019 ore 21.00 rassegna “arte in pillole, pillole d’arte”, i venerdì dedicati all’arte contemporanea circolosangiuseppe@libero.it www.concorsoartivisive.it Sotto: l’opera vincitrice nel 2018, Luigi Belicchi“Open your mind, the new frontiers”, acrilico su tavola preparata a gesso, 80x60 cm.

Sotto: l’opera vincitrice nel 2017, Marco Enea Spilimbergo, “Babilonia (dittico)”, fotografia, 50x70 (x2) cm.

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Lorenzo Piemonti La retrospettiva a Seregno di

Flavio Ennante

Alcune viste della retrospettive di Lorenzo Piemonti alla Galleria Mariani © ph. Isabella Rigamonti

S

abato 2 febbraio a Seregno, presso la Galleria Civica Mariani ed alla presenza delle autorità comunali, di Francesca Moscardo (moglie del Maestro) e di Maurizio Calvi (responsabile dell’Archivio Lorenzo Piemonti), è stata inaugurata la mostra “Lorenzo Piemonti”. La retrospettiva, dove sono state esposte alcune opere risalenti all’esordio del movimento MaDì, è rimasta aperta al pubblico fino al 17 febbraio 2019. Ha presentato l’esposizione il critico Pasqualino Colacitti. Come di consueto, il percorso espositivo è stato pensato unitamente alla Signora Francesca Moscardo, che ha sempre vissuto l’arte del marito, quale prima fruitrice e interprete. Rende veramente speciale ogni manifestazione, infatti questa è la quinta rassegna alla quale collabora la moglie Francesca per ricordare il grande artista: la mostra sulle opere Madì presso la Galleria Schubert di Milano; la IV biennale Italia Cina svoltasi a Pechino nell’agosto 2016; la mostra Lorenzo Piemonti al LAP di Nova Milanese e la mostra Lorenzo Piemonti “Inediti”presso la Galleria Cart 70-10 di Monza. Ogni occasione è stata unica e coinvolgente per tutti l gli spettatori che hanno contribuito al successo. s

Franco De Giovanni francodegiovanni@alice.it

Galleria Civica Ezio Mariani - Seregno © ph. Isabella Rigamonti

Salento di amore e di terra - 2015, spatolato - olio su tela

Francesca Moscardo davanti alle opere di Lorenzo Piemonti © ph. Isabella Rigamonti

“De Giovanni ritrae la realtà che lo circonda. Nelle sue opere riesce a mettere tutta la sua preparazione pittorica e tutto il suo cuore. Riesce a far parlare il suo animo di tutto ciò che gli sta intorno e che lui ama di più. Le sue opere sono fonte inesauribile di ispirazione, traduce infatti immagini vive e vere, creando attorno ad esse un'aura di mistero che coinvolge lo spettatore. Per lui la pittura è gioia degli occhi. Con l'esplosione del colore, la pittura traccia la trama segreta delle comunicazione tra anima e anima, dove ogni presenza assume lo stesso potere di rivelazione dell'Essere come senso e bellezza.” Elena Cicchetti 61


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Dario Brevi “cArte a pArte” a Varese e “Il gioco delle parti” ad Acqui Terme di

Rebecca Maniti

“D

Alcune delle opere esposte alla Showcases Gallery di Varese

Dario Brevi con il gallerista Franco Crugnola

Alcune delle opere esposte alla GlobArt Gallery di Acqui Terme

Dario Brevi con il gallerista Adolfo Carozzi

ario Brevi è un mago, come avrebbe voluto Depero, che parte da strati di materia procedendo a modellarli sapientemente in modo da farne saltar fuori delle icone, legate ai vari aspetti del tempo libero, sciatori, tuffatori, scalatori di vette aguzze, il tutto su maxi formati, che però sarebbero anche pronti a ridursi per divenire ciondoli ornamentali…”. Scrisse così Renato Barilli in occasione della mostra «I Nuovi Futuristi» tenutasi a Rovereto nel 2011. Già, perché Dario Brevi, in mostra alla Showcases Gallery di Varese dal 9 febbraio al 15 marzo 2019 e poi alla GlobArt Gallery di Acqui Terme dal 2 marzo al 6 aprile 2019, fa parte fin dall’inizio degli anni Ottanta di quel gruppo di artisti che hanno dato vita, al movimento del Nuovo Futurismo, superando il concettualismo ed il minimalismo che avevano dominato il decennio precedente e proponendo opere consistenti, impattanti, molto visibili ed estremamente colorate. Quella di Varese, una mostra dal titolo divertente: “cArte a pArte”, comprende opere di medio formato realizzate su carta con “tratti” minutissimi a pastello in cui il colore leggero sembra “danzare” sulla superficie. Emblematiche della sua espressività artistica, del suo trattare il tema del confine tra colore e superficie sono

un esempio di eleganza e ritmo. La ricerca artistica condotta negli anni ha confermato Dario Brevi come un artista che ama curare i dettagli espressivi delle sue opere con una straordinaria attenzione ai materiali. Nella sua lunga e importante carriera ha saputo trasformare l’immagine in struttura e giungere alla semplificazione della forma e all’essenzialità del tratto. È proprio di tratto, traccia, superficie e colore parla questa serie di lavori che Dario Brevi ha presentato alla galleria Showcases. Durante il vernissage, è stato anche presentato il volume REAL ART #4 di cui fa parte anche Dario Brevi tra i 13 selezionati per partecipare al progetto benefico. Alla GlobArt di Acqui Terme sono esposte le sue originali “pittosculture”, che rivelano l’uso sapiente ed estremamente professionale delle proporzioni e dei colori. La prima impressione è quella di essere di fronte a lavori che “giocano”, guarda caso, con la sottrazione più che con l’addizione e che, in un clima a volte ludico, si configurano come opere estremamente aperte. Opere non solo realizzate con particolare maestria e perfezione, molto grate alla linea “curva” e “morbida”, ma soprattutto lavori strettamente legati alle problematiche contemporanee come, ad esempio, il difficile rapporto tra l naturale ed artificiale. s

Va l e n t i n a Guadagnucci "Lei è arte, nessun dipinto fu così bello come Dio la disegnò"

VALEGart VALEG_ART

BIANCOSCURO valentina.g.valegarte@gmail.com 62

RIVISTA d’ARTE www.valentinaguadagnucci.it

Autoritratto di colori - acrilico su tela, 100x40 cm.

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Piero Guccione

MARIA

I suoi mari a Mendrisio di

CAVAGGIONI

Flavio Ennante

P

Sopra: Piccola spiaggia 1996-1998, olio su tela, 81x72 cm. Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Sotto: Il mare a Punta Corvo 1995-2000, olio su tela, 86x113 cm. Collezione privata

er oltre quaranta anni, ogni mattina, Guccione ha guardato il mare cercando di coglierne le vibrazioni e le variazioni, per trovare un’anima che nel mare è dell’uomo. Scriveva lo scrittore Alberto Moravia: “Guccione non illustra figure e situazioni, ma cerca anzi di ridurre il più possibile il riferimento illustrativo. Si è messo fuori dalla storia, si è tenuto alla passione che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi e a quella soltanto”. Il Museo d’arte di Mendrisio ripercorre questo viaggio dentro il mare attraverso l’esposizione di circa 60 opere tra oli e pastelli che hanno per tema il mare e la natura arida dell’estremo lembo della Sicilia orientale a partire dai primi anni settanta fino al 2012. La scelta delle opere è curata da Simone Soldini, direttore Museo d’arte Mendrisio, e dall’Archil vio Piero Guccione.s PIERO GUCCIONE

La pittura come il mare

07 aprile - 30 giugno 2019 Museo d’arte Mendrisio, Mendrisio (CH) INFO museo@mendrisio.ch Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 / 14.00 - 17.00 Sabato e domenica 10.00 - 18.00

“Illuminato dall’ultimo raggio di sole” tecnica mista 2016, 100x70 cm.

Sul calar della sera il mare diventa una tela su cui il sole, con i suoi raggi, dipinge. È un tripudio di ori che si combinano con i blu dell’acqua, un’opera d’arte, offerta dalla natura, a chi guarda con stupore e si lascia incantare dalla realtà. “Illuminato dall’ultimo raggio di sole“ vuol essere la rappresentazione di un istante magico e affascinante, per chi sa aspettare e cogliere la bellezza della semplicità.

Luna d’Agosto, 2005, olio su tela, 76x105 cm. Collezione privata, Roma

Letizia Manfredi

maria cavaggioni maria cavaggioni maria.cavaggioni@gmail.com

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Cesare Berlingeri

Cesare Berlingeri - Trittico Trinità 2010, tecnica mista su tela sagomata 150,5x93,5 cm. Courtesy private collection, Reggio Calabria. Ph. Giovanni Fava

Il Marca di Catanzaro celebra il grande artista calabrese di

Daniela Malabaila

5

0 opere raccontano il percorso creativo di Cesare Berlingeri dagli anni ottanta a oggi: questa è “Forme nel tempo”, retrospettiva a cura di Maurizio Vanni. Visitabile sino al 15 aprile presso il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro, in mostra anche alcune opere realizzate

Cesare Berlingeri - Avvolto rosso 2016, olio e pigmento su tela piegata 153,5x154 cm. Courtesy private collection Milano. Ph. Giovanni Fava

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per l’occasione. Il percorso espositivo si apre con alcune delle sue installazioni più significative, quindi prosegue con un dialogo tra le opere storiche della collezione del MARCA e quelle prodotte per questo appuntamento dallo stesso artista. Come afferma il curatore, Maurizio Vanni:“Berlingeri non cer-

Cesare Berlingeri - Troppa luce per Vincent 2018, olio e pigmento su tela piegata 151,5x150,5 cm. Ph. Giovanni Fava

ca un omaggio al passato e non vuole certo sfidare i grandi nomi che l’hanno preceduto. Piuttosto è come se volesse completare lo spazio con un colloquio con il tempo, con forme che cercano una connessione con l’essenza delle opere presenti, attraverso un “effimero sospeso” che permette al visitatore di vivere la collezione attraverso ottiche inedite”.

Cesare Berlingeri - Sul verde piegato 2016, olio e pigmento su tela piegata 150x151,5 cm. Courtesy private collection Milano. Ph. Giovanni Fava


CÀSMEN Carmela Laurenza INSTALLAZIONE ONIRICA SU CARTA FOTOGRAFICA

Cesare Berlingeri - Dittico bianco e rosso, 2008, tecnica mista su tela sagomata, 65x133,5 cm. Ph. Pasquale Minutoli

CESARE BERLINGERI Forme nel tempo

08 febbraio - 15 aprile 2019 MARCA, Catanzaro INFO T. +39 0961.746797 info@museomarca.com Da martedì a domenica 9.30 - 13.00 / 15.30 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museomarca.info

Cesare Berlingeri - Ventotto avvolti tra nero e rosso 2008, tecnica mista su tela piegata, 337x193 cm. Courtesy Archivio Cesare Berlingeri. Ph. Giovanni Fava

La retrospettiva propone un ampio confronto tra le opere recenti e i lavori storici di Berlingeri, come quelli caratterizzate dal colore blu oltremare degli anni ottanta, che hanno contraddistinto il suo cammino artistico internazionale. Il curatore spiega in maniera esemplare il lavoro del grande artista calabrese: “Berlingeri si proietta su ciò che deve ancora accadere. Ne scaturisce un’evoluzione artistica costante dove nulla è mai uguale a se stesso e anche se lo fosse la nostra intelligenza emotiva non lo riconoscerebbe a distanza di tempo perché essa stessa è trasformata. Tutto risponde a un’effimera matrice che si sintetizza in una o più azioni, piegature, avvolgimenti, istallazioni più cerebrali che fisiche, legate a forme che esaltano maggiormente la concezione ciclica del tempo che non lo spazio”. Interessante il volume che accompagna la mostra (Prearo Editore), con testi di Maurizio Vanni (Direttore del Lu.C.C.A. Museum), Domenico Piraina (Direttore di Palazzo Reale a Milano) e Teodolinda Coltellaro (critico d’arte). Un’esposizione completa, che porta il visitatore nel l mondo di Berlingeri. s

“Scienza o esperienza sensibile” 2010, foto in set, 20x20 cm.

Carmela Laurenza, in arte Càsmen, di origine friulana, vive a S. Maria C. V. CE. Lavora con monocromi e bianco e nero, crea frames emozionali, collage di emozioni e déjà vu di un ‘’io’’ tra passato, presente e futuro. Sperimenta metodi dalla poesia visiva alla fotografia astratto-concettuale. Pubblica dal 2008 su riviste d’arte, ha scritto di lei Josè Van Roy Dalì per la Biennale di Barcellona e Dino Marasà per Polychromia International di Palermo.

c.laurenza@yahoo.it


Tullio Pericoli Le trasformazioni del paesaggio di Rebecca Maniti

Sinkrétismòs

PROTOPAPA

ROSA MARIA

2018 - olio su tela - 100x80 cm.

“ A

Guardare un volto fino a pensarlo come se fosse un paesaggio, raccontandone gli smottamenti, le frane, i cedimenti, le anse, i solchi, i dossi e le rovine.

scoli Piceno, colpita in modo drammatico dal terremoto del 2016, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, chiama un artista della sua terra per dedicare al suo paesaggio un grande evento espositivo che si chiuderà ad oltre un anno dall’inaugurazione, nel maggio 2020. La mostra “Tullio Pericoli. Forme del Paesaggio” è ospitata a Palazzo dei Capitani; a cura di Claudio Cerritelli, propone un percorso antologico intorno al tema del paesaggio con una selezione di 165 opere. Sala per sala, un viaggio a ritroso nei quasi cinquanta anni di ricerca che l’artista ha dedicato a questo tema: dalle “geologie” (19701973), costituito da immagini stratificate e sezioni materiche, alle vedute luminose ad acquerello (1976-1983), dalle nuove morfologie paesaggistiche (1998-2009) alla più recente stagione

Tullio Pericoli

di Pericoli (2010-2018) in cui l’artista esprime nuove profondità del paesaggio, con continui rinnovamenti dell’el sperienza pittorica. s

Sopra: Tullio Pericoli - 8069 Combinazioni 2012, 40x40 cm. Sotto: Tullio Pericoli - 075 Focolaio-sismico 1971, particolare 97x97 cm.

TULLIO PERICOLI

Forme del Paesaggio. 1970-2018 23 marzo - 02 maggio 2020

Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno INFO info@formedelpaesaggio.it Da martedì a venerdì 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 20.00

Senza tempo

2019 - olio su tela - 60x80 cm.

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www.formedelpaesaggio.it

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Marina Vargas a Diano Marina Grande successo per la personale dell’artista andalusa di

Flavio Ennante

S

i è conclusa la mostra “Rito e realtà”, personale di Marina Vargas, presso Palazzo del Parco a Diano Marina. Presentata dalla Civiero Art Gallery, con il Patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Diano Marina, l’esposizione è stata un’ulteriore conferma dell’affermazione dell’artista di granada. Le opere presenti in mostra hanno indagato il tema della “Vanitas”. L’artista ha utilizzato elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita, il teschio e il cuore presenti in sculture di grande impatto sono gli elementi caratteristici che ci riportano all’effimera condizione dell’esistenza. La ripetizione del soggetto, l’utilizzo del colore e delle forme, rimarcano la frivolezza, l’esaltazione di sé

stessi e dei propri meriti. Da una parte la morte, alla quale tutti siamo destinati, dall’altra la troppa leggerezza con la quale viviamo la vita. Le sculture sono moduli su cui l’artista andalusa concentra le sue grafie automatiche, macchie, reticolati polimaterici e disegni di foggia morfologica. Le opere su carta hanno invece indagato il cui tema della morte attraverso l’uso di simboli religiosi e mitologici: la morte come passagl gio e mutamento, e non come la fine. s

Alcune immagini della mostra “Rito e realtà” di Marina Vargas presso il Palazzo del Parco a Diano Marina (IM)

FRANCESCO D O N ATO francescodonato60@gmail.com

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Epilepsy - 2017, acquarello, 50x70 cm.

Francesco Donato

fra.60

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Accursio TRUNCALI

Lorenzo Puglisi L’omaggio a Leonardo da Vinci di Ettore Tiiretto

F Figura antropomorfa in verde 2019 tecnica mista su carta 40x35 cm. Smarrito lungo un avvincente, ma acido, viaggio interstellare, tra cosmiche ed oniriche visioni, si imbatte in nostro Pictor Accursio Truncali in questa “figura antropomorfa”, sessualmente ambigua, seppur connotata, anzi semplicemente perfetta nella sua oscura androginia. La gestualità contrastante, ma forse solo apparentemente leggera delle mani sfarfallanti condurrebbe ad un clown naturalmente goffo ed infantilmente giocoso, poggiato su due fuoriuscenti minuscoli e aggraziati piedini che calzano allegre scarpette ginniche cromaticamente dissonanti, e rimandano ad un sorriso che solo immaginiamo, in una testa amorfa, eterea, fumosa, seppure buffa. Un solitario occhio, impaurito e triste, in capo a tutto si perde nel vuoto. Ventricoli scoperti brutalmente tranciati, a destra e a manca, lasciano intendere violenza. Una propaggine caudale a sinistra sembra trasmettere una forza propulsiva a questa massa dai colori che sanno di mare, di cielo, di terra e di foreste, in uno sfondo scuro, inquietante. Mentre puntato a terra sfreccia un terzo occhio indagatore: sa di ancora, alla ricerca di un fondo sicuro o di un porto forse già avvistato, però non raggiunto. Ma allora potrebbero rimandare ad un naufrago sfinito, quelle mani, che cercano altre mani. Vincenzo Giuseppe Venezia

cursiotruncali@libero.it

ino al 28 aprile possiamo cogliere l’occasione di ammirare una mostra di Lorenzo Puglisi a Milano, nella Sacrestia del Bramante della Basilica di Santa Maria delle Grazie, normalmente non accessibile al pubblico. “Il grande sacrificio” non è solo il titolo della rassegna, ma anche quello di una grande opera creata appositamente da Puglisi per celebrare Leonardo da Vinci. A poca distanza dal capolavoro vinciano cui è dedicato, la celeberrima Ultima Cena, il dipinto realizzato da Puglisi, si staglia nella Sacrestia in tutta la sua imponenza. È l’opera più grande realizzata dall’artista: nell’abisso del nero emergono, nella purezza del bianco, le teste e le mani di Cristo e degli apostoli, in una sequenza ritmica e fluttuante. In tutte le opere di Puglisi, incentrate sul bianco e nero, emerge un forte simbolismo cromatico, che vede nel nero non l’assenza bensì la forza del colore (raggiunta attraverso continue stratificazioni) e la rappresentazione della condizione di preesistenza delle l cose: il caos primigenio. s

LORENZO PUGLISI Il Grande Sacrificio

03 - 28 aprile 2019 Basilica di Santa Maria delle Grazie, Milano INFO info@formedelpaesaggio.it Da martedì a domenica 15.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazionecrocevia.it In alto a destra: Lorenzo Puglisi - Crocifissione 2018, olio su pannello, 130x100 cm. Sotto: Lorenzo Puglisi - Il Grande Sacrificio 2019, olio su tavola di pioppo, 205x605 cm.

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Gianluca

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Giuseppe

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"Contemporary prayer" - Tecnica mista, 50x80 cm.

s a n t i e p r e s e p e @ g m a i l . c o m

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BAC winter edition

biancoscuro

1 Giuria Critica, 17 selezionati, 1 mostra, 1 grande premio finale: la Copertina di BIANCOSCURO Tutte le opere sul sito: artcontest.biancoscuro.it Gli Artisti in gara

In queste pagine sono pubblicate le opere di tutti gli artisti iscritti al BIANCOSCURO ART CONTEST WINTER EDITION. Tra tutte le opere in concorso, ne sono state selezionate 17, esposte poi in mostra nello spazio di BIANCOSCURO ART EXHIBITION - CONTEMPORARY SELECTED ARTIST, a Vernice Fair. A seguito dell’esposizione, mettendo in relazione diversi parametri, si è scelta l’opera vincitrice del premio finale: la pubblicazione sulla Copertina di BIANCOSCURO #34 giugno/luglio. La Giuria BIANCOSCURO, per l’edizione Winter, è composta da redazione e comitato critico. I componenti sono: Vincenzo Chetta, Direttore della Rivista d’Arte Biancoscuro; Daniela Malabaila, Caporedattore Biancoscuro Rivista d’Arte; Jean François Gailloud, Presidente del Montreux Art Gallery; Rebecca Maniti, redazione Biancoscuro; Flavio Ennante, redazione Biancoscuro;

Marie Hélène Heusghem, Direttore del Montreux Art Gallery; Franco Crugnola, Direttore della Showcases Gallery; Isabella Rigamonti, Designer, collaboratrice Showcases Gallery; Ettore Tiretto, redazione Biancoscuro; Lucia Garnero, redazione Biancoscuro.

PAOLO BOTTIONI “Senza titolo”

SILVIA ABBIEZZI “L’insostenibile leggerezza dell’isola 3A”

LUCIANO CAGGIANELLO “Cicatrice-esistenziale”

SILVIA ABBIEZZI “L’insostenibile leggerezza dell’isola 6A”

PAOLO BOTTIONI “Colori liguri”

SILVIA ABBIEZZI “L’insostenibile leggerezza dell’isola 5A”

TANIA BUCUR “Inizio”

MARILU’CAMINITI “Cellophane”

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MARIA CAVAGGIONI “Ti penso”

FRANCESCO COLONNA “Ritagli che non si dimenticano”

MARILU’CAMINITI “Venezia”

STEFANIA COMINCINI “Scorciatoie”

MARIA CAVAGGIONI “Pensavo che…”

FRANCESCO COLONNA “La cover girl”

MARILU’CAMINITI “Le città invisibili”

LAURA CORTI “Senza titolo”

STEFANIA COMINCINI “Consapevole” GLADYS COLMENARES “Donna meccanica” PIERO CAROZZI “Inconscio”

LAURA CORTI “Libro chiuso”

STEFANIA COMINCINI “Il diario” LAURA CORTI “Mare inquinato?”

MARIA CAVAGGIONI “Coccolati”

GLADYS COLMENARES “Uomo meccanico”

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DIDIF “Luce di speranza”

GIAMPIERO ELIA “Oltre”

SPIRO CORTIMIGLIA “L’olandese volante” SARA DIGIOVANNI “Medusa” ELREJ “Venezia silenziosa”

GIANNI DEPAOLI “Corpetto black”

SPIRO CORTIMIGLIA “Paese di nuvole”

DANIELA FABBRI “Black hole”

GIANNI DEPAOLI “Corpetto silver” LUCIA D’ALEO “Etna”

SARA DIGIOVANNI “Tattoo”

DANIELA FABBRI “Corpi astrali”

GIANNI DEPAOLI “Silence kills” ANTONIETTA D’ALOGNA “Specchio”

RAFFAELE DRAGANI “Caos ed ordine”

GIAMPIERO ELIA “Sentimenti”

DANIELA FABBRI “Goodness”

ENRICO DEL ROSSO “Mima” ORNELLA DE ROSA “Libertà di osare”

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SILVANO FONTANESI “Un amore... Di marmo” DANIELA FABBRI “La creazione”

ROBERTA FUSCO “Fiaba d’autunno”

FRANCESCO FAZIO “Globalizzation”

FORTUNATO FRONTONI “Tramonto”

FRANCESCO FAZIO “Solitudine” SERGIO GATTA “Fiamme” ROSA MARIA FALCIOLA “Brocca”

FORTUNATO FRONTONI “Fioritura” MARCO FIASCHI “Anthropocene fragment n.10”

SERGIO GATTA “Girasole”

ROSA MARIA FALCIOLA “Cerchio nero con figure in rosso” FORTUNATO FRONTONI “Spighe al sole” MARCO FIASCHI “Anthropocene fragment n.12” LUIGINO GHEZZI “Competizione”

ARIANNA FUGAZZA “Una piccola luce”

ELENA FANTINI “L’albero di rame”

MARCO FIASCHI “Il falso sè”

ROBERTA FUSCO “QUel che rimane”

LUIGINO GHEZZI “Velosposa”

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DAN JORDAN “Chocolate”

FRANCESCO GRAVINA “Sky”

KARINA GRINEVA “Animo gentile”

LUIGINO GHEZZI “Vendetta”

ANTONELLA LAGANÀ “In fieri”

KARINA GRINEVA “Out of rules”

STANKA GOLOB “Črte zeleno” FRANCESCO GRAVINA “Tabula Watamu”

IVAN ILIEV “Emmaus” MARCELLO LA NEVE “Il disegno divino”

STANKA GOLOB “Energija”

FRANCESCO GRAVINA “Grey”

IVAN ILIEV “Still Life whit a melon”

ANNA LAURENTI “Lisa. Occhi che sanno parlare”

STANKA GOLOB “Hrepenenje”

FEDERICO GRAZZINI “Vetrina a Roma 6”

IVAN ILIEV “Still Life” ANNA LAURENTI “Phàros”

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ANNA LAURENTI “Impermanenza”

ENRICO MAGNANI “Supernova No.1” ALEXANDER MAKARENKO “Mozart”

LYDIA LORENZI “Primo volo”

CINZIA LO RUSSO “Zodiaco cromoterapeutico” GIANPAOLO MARCHESI “I colori della biodiversità”

PIERO LOMBARDI “Appeso”

LYDIA LORENZI “Il canto della cicala”

ALEXANDER MAKARENKO “Beethoven”

GIANPAOLO MARCHESI “I colori della biodiversità”

PIERO LOMBARDI “Cogitationes su bianco e giallo” ENRICO MAGNANI “Supernova Dark Matter No.1 - Day”

PIERO LOMBARDI “Protusione di legno su bianco”

ENRICO MAGNANI “Supernova Dark Matter No.1 - Night”

ALEXANDER MAKARENKO “J.S.Bach”

GIANPAOLO MARCHESI “I colori della biodiversità”

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ENRICA MAZZUCCHIN “Città che sale”

EMANUELE MARCHESINI “Fiducia in Dio”

GIORGIO MELIS “Via Meda 43 cit. 55 (20141 Mi)

ENRICA MAZZUCCHIN “Estate” EMANUELE MARCHESINI “Sfiducia in Dio”

ROBERTA MARI “L’attesa”

FEDERICA MARIN “Luce” FRANCESCA MOGLIA “Le matin, la joie”

FEDERICA MARIN “Quota 3000”

ENRICA MAZZUCCHIN “Sognando”

KARIN MONSCHAUER “Senza titolo”

ELENA MARIANI “Alieni” SERY MASTROPIETRO “Costellazione”

GIORGIO MELIS “ALT Stop SCIOO Gira al largo” KARIN MONSCHAUER “Senza titolo”

SERY MASTROPIETRO “Le tre età” ELENA MARIANI “Pianeta 2”

KARIN MONSCHAUER “Strudel” FEDERICA MARIN “Alba”

SERY MASTROPIETRO “Luna fra le nuvole

GIORGIO MELIS “Energy in the city”

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MARIELLA MULLER “La casa della felicità”

SIMONETTA PAGANO “Primavera”

SUSANNA MONTESCURO “Maternità” LAURENT PHEULPIN “Photons” ANNA NAPOLI “Fatemi entrare nelle vostre stanze, oh Re”

SUSANNA MONTESCURO “Sacro e profano”

ADA NORI “Senza titolo”

LILLY NARDI “Arabesco”

DEBORA PEROSINO “Rimembranze amniotiche”

LAURENT PHEULPIN “Mano scura”

SUSANNA MONTESCURO “Vendemmia d’amore” LILLY NARDI “Contrasti”

UMBERTO PETTENE “Il marlin” LAURENT PHEULPIN “Ojo 5”

MARIELLA MULLER “Fiore solitario”

UMBERTO PETTENE “Pistard”

SIMONETTA PAGANO “Libertà” GIUSEPPE PORTELLA “Festoso - Omaggio a Nido”

MARIELLA MULLER “Il ponticello” UMBERTO PETTENE “La palafitta”

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PIETRO RACCHI “Natura e artificio N 1”

ROSA MARIA PROTOPAPA “Imagine”

PASQUALE RICCI “Meta’ essere meta’ stato”

FLORIAN PRÜNSTER “Nostalgia”

JESSY REINL “Sweet black forest”

PASQUALE RICCI “Il mio cuore per un tuo sorriso” ROSA MARIA PROTOPAPA “A Modern family”

FLORIAN PRÜNSTER “Tattoo Model” JF REVEILLARD “Silex I”

PASQUALE RICCI “My immortal”

PIETRO RACCHI “Natura e artificio N 1” JF REVEILLARD “Silex II” ROSA MARIA PROTOPAPA “Vis”

FLORIAN PRÜNSTER “Traces of life”

PIETRO RACCHI “Natura e artificio N 1”

GABRIELE ROFI “Alí” GIANCARLO REVERBERI “Casa di bambola”

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GABRIELE ROFI “Morgiano” MASSIMO SAVIO “262 fori” ANGELO SCARDINO “Crisalide” ANTONIO RUSSO “L’occhio”

RAINER SCHOCH “Herbstwald” MASSIMO SAVIO “506 fori” RUGGERO ROTONDI “Ritorno alla campagna”

GLENDA SAFONTE “Contro luce”

RAINER SCHOCH “Lebenslinie”

ANGELO SCARDINO “Radici”

RAINER SCHOCH “Macht und Glaube”

RUGGERO ROTONDI “La palude di Ganna”

GLENDA SAFONTE “Contro luce” RAINER SCHOCH “Rindersuppe”

ANGELO SCARDINO “Africa”

RUGGERO ROTONDI “Vaso con fiori”

MASSIMO SAVIO “538 fori”

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MONOMAX “More than a ...”

DARIO SGARZINI “NewYork-NewYork”

LAURA TARABOCCHIA “Grafiche”

DOMENICO SCUDERI “Avevo perso la testa”

CLAUDIO SIVINI “Dopo la pioggia, ritorna il sereno” VITO SPADA “Sguardi infiniti”

LAURA TARABOCCHIA “Astrattismo di una barca a vela di bolina” CLAUDIO SIVINI “Riflessi urbani” GIANLUCA GIUSEPPE SEREGNI “Invisible interior de-sign”

CLAUDIO SIVINI “Rifrazione ultima”

VITO SPADA “Piccolo robot”

LAURA TARABOCCHIA “Astrattismo floreale”

DARIO SGARZINI “NewYork-NewYork!” GIANLUCA GIUSEPPE SEREGNI “Visible interior landscape”

VITO SPADA “Faccia a faccia” MONOMAX “Double density”

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PATRIZIA VILLANI “Ribellione alla violenza, solitudine, paura…”

EMANUELA TERRAGNOLI “Respiro d’autunno”

ODILE WEIDIG “Le chemin de la lumière”

LAURENS VAN KOPPENHAGEN “Watertoren” BIAGIO TESTA “Fondo marino tropicale”

SONJA VISHNUDART “Family”

YULIANUS YAPS “Untitled (lines colors and textures are everyday toys)”

SONJA VISHNUDART “The rock” CATERINA VALLERI “Perdonami”

VATTUO “Scorcio sul mare di La Spezia in una uggiosa giornata autunnale”

YULIANUS YAPS “Renungan (just do it)”

VATTUO “Miriam con i narcisi”

FLAVIO ZONER “Composizione blu”

CATERINA VALLERI “Senza titolo”

ODILE WEIDIG “Le monde fantastique”

VATTUO “La coppia nell’auto”

LAURENS VAN KOPPENHAGEN “Eau de Vie”

FLAVIO ZONER “Liricità” ODILE WEIDIG “Le monde du surnaturel”

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Gli Artisti Selezionati per il secondo step del concorso: l’esposizione a Forlì Tra tutte le opere in concorso, la giuria ha selezionato 16 opere per la seconda fase del BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition dalla Giuria Critica, mentre 1 opera è stata selezionata dal pubblico social, tramite una semplice votazione online. I risultati sono stati resi pubblici sui siti internet www.biancoscuro.it e artcontest.biancoscuro.it,, oltre che sulle pagine social di BIANCOSCURO e BIANCOSCURO ART CONTEST. Le opere finaliste (qui a sinistra) sono di: Gladys Colmenares, Ornella De Rosa, Sara Digiovanni, Daniela Fabbri, Edoardo Maria Ferrari, Enrico Magnani, Enrica Mazzuchin, Karin Monschauer, Laurent Pheulpin, Giuseppe Portella, Gian Reverberi, Massimo Savio, Rainer Schoch, G.Giuseppe Seregni, Claudio Sivini, Vito Spada. Biagio Testa (qui sotto) invece è risultato il più votato dalla giuria popolare. Le opere selezionate sono state esposte a Forlì nello spazio riservato a BIANCOSCURO ART EXHIBITION - CONTEMPORARY SELECTED ARTIST. Gli sguardi e le richieste del pubblico di collezionisti e galleristi hanno dimostrato ancora una volta quanto sia stata accurata la selezione.

And the winner is:

Molti i complimenti ed i commenti ricevuti per le opere esposte ma l’opera che ha convinto la giuria BIANCOSCURO è quella di Massimo Savio “506 fori“ (qui a sinistra), sua sarà quindi la copertina di BIANCOSCURO #34 in uscita a giugno 2019,che sarà distribuita all’interno di Art Basel! Ha destato grande interesse anche un’altra opera, che la giuria ha

deciso di premiare con la pubblicazione sulla Over the Cover di BIANCOSCURO #34: “Dopo la pioggia ritorna il sereno”, di Claudio Sivini (qui sotto).

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Nunzia Pappalardo

Etna con saponaria - china e acrilico su tela, 2019, 60x50 cm.

Acitrezza - china e acrilico su tela, 2019, 60x50 cm.

www.nunziapappalardo.it - info@nunziapappalardo.it nunzia.pappalardo


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Vernice Art Fair 2019 A Forlì la 17ª edizione

[1] L’installazione di Ignazio Fresu “Gravity” e sullo sfondo lo stand BIANCOSCURO [2] La premiazione del Concorso “Coinè per l’Arte” con Hazel Tedaldi, Francesca Caldari e gli artisti premiati [3] “All you can eat” opere di Francesco De Molfetta e Giulia Maglionico

Al giapponese Tetsuji Endo il primo premio del concorso internazionale “Coinè per l’Arte”

[1]

S

i è chiusa domenica 17 marzo con la consegna dei premi della 17ª edizione del concorso nazionale “Coinè per l’Arte”, l’edizione 2019 di “Vernice Art Fair”. Il segreto di Vernice è il format che continua a riscontrare il gradimento sia del pubblico che degli artisti, ben 450 quelli presenti nel 2019. Numerose le presenze registrate in fiera durante i tre giorni della manifestazione: appassionati, critici, galleristi e tanti giovani attratti dalle nuove tendenze. [2]

Tradizione e novità come sempre il mix perfetto di questo format. Appuntamenti ormai consolidati come lo spazio “Quattroxquattro.com”: un’area studiata e curata da Oscar Dominguez. “Gravity”, un’installazione dello scultore cagliaritano Ignazio Fresu che da anni collabora con “Vernice Art Fair”. Tra le collaterali “All you can eat” a cura della Galleria Bonioni di Reggio Emilia con le opere di Francesco De Molfetta e Giulia Maglionico. Come accennato prima, in chiusura della manifestazione, dome[3]

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[4] [5]

nica alle 18, le premiazioni del concorso “Coinè per l’Arte” che, visto l’elevato numero di iscritti e l’importante livello artistico, ha portato a selezionare 27 opere, esposte nella hall d’ingresso e in gara per l’assegnazione dei premi. Il primo premio è stato assegnato al giapponese Tetsuji Endo con l’opera Analessi d’argento (2018, tecnica mista, cm 70x100). Secondi classificati ex aequo l’imolese Elena Modelli con l’opera Senza titolo, ceramica e Gene Pompa con l’opera Lucus, il bosco sacro (2018, olio su tela, cm 100x100). Terzo classificato, dalla Turchia, Serdal Kesgin, con l’opera Folding consumption series (2018, tecnica mista su tavola, cm 120x60). Il Premio della stampa è stato assegnato al reatino Federico Pisciotta, con l’opera Without religion (2015, tecnica mista e olio su tavola sagomata, plexiglass e laml pade led rgb, cm 124,95x98). s

[6]

[7]

[4] Il pubblico presente alla premiazione del concorso “Coinè per l’Arte” [5]Llo stand BIANCOSCURO [6] e [7] alcuni visitatori della 17ª edizione di Vernice Art Fair

FRANCESCA PAVESI ATELIER PVia Montegrappa, N.2 20098 San Giuliano M.se (MI) n3387363097

M http://diversi-pinti.weebly.com/ h Instagram: pittricedinotte Facebook: Francesca Pavesi @divesipinti

LA MUSA CON IL GATTO BIANCOSCURO

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E francesca.pavesierl3@gmail.com


R e a l A rt 4

DARIO BREVI CARLO ALBERTO BUZZI BARBARA COLOMBO AZELIO CORNI JONATHAN GUAITAMACCHI RICCARDO GUSMAROLI UGO LA PIETRA FRANCO MAZZUCCHELLI ANTONIO PECCHINI PETER HIDE 311065 ISABELLA RIGAMONTI SEA CREATIVE VITTORIO VALENTE MUSEO CIVICO FLORIANO BODINI VIA MARSALA, 11- 21036 GEMONIO (VA)

MUSEO MA*GA

VIA DE MAGRI, 1 - 21013 GALLARATE (VA)

MUSEO PARISI VALLE

VIA LEOPOLDO GIAMPAOLO 1 - 21061 MACCAGNO CON PINO E VEDDASCA (VA)

2018

CASA MUSEO EMILIO TADINI

VIA NICOLOʼ JOMMELLI, 24 – 20131 MILANO

GALLERIA CART 70-10

VIA SIRTORI, 7 – 20052 MONZA (MB)

SHOWCASES GALLERY

VIA SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA, 11 – 21100 VARESE

GALLERIA VIOL@RTE

VIA ANTONIO GRAMSCI, 42 – 28066 GALLIATE (NO)


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Viale Indipendenza 26 27100 Pavia


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miart 2019: abbi cara ogni cosa

La 24ª edizione a fieramilanocity dal 5 al 7 aprile The 24th edition at fieramilanocity from 5 to 7 April di Vincenzo Chetta

L’ingresso del miart, edizione 2018 The main entrance of the miart, 2018 edition

miart 2019 5-7 aprile 2019 VIP preview e vernissage su invito 4 aprile 2019 fieramilanocity, padiglione 3, gate 5 Milano www.miart.it

L’

edizione 2019 del miart adotta il verso “Abbi cara ogni cosa”, dal poema “Hold Everything Dear” di Gareth Evans e invita i visitatori a far proprio il gesto di attenzione con cui l’arte custodisce la realtà nel momento in cui la trasforma. L’arte posa sulla realtà uno sguardo che è tanto una forma di attenzione quanto un invito all’attenzione: l’arte, infatti, non esplora solo gli aspetti più estremi della vita, ma anche quelli all’apparenza meno rilevanti, trasformando ciò che appare insignificante in un simbolo potente dell’esistenza umana. miart, organizzata da Fiera Milano e diretta per il terzo anno consecutivo da Alessandro Rabottini, con il continuo sostegno di Intesa Sanpaolo, si svolgerà nel padiglione 3 di fieramilanocity. 186 le gallerie provenienti da 19 paesi che esporranno opere di maestri moderni, artisti contemporanei affermati ed emergenti e designer storicizzati e sperimentali. L’edizione 2019 ha l’onore di accogliere per la prima volta gallerie prestigione e influenti come Cabinet (Londra), Corvi-Mora (Londra), Marian Goodman Gallery (New York - Parigi - Londra), Hauser & Wirth (Hong Kong - Londra - Los Angeles - New York - Somerset - St. Moritz - Gstdaad - Zurigo), Herald St (Londra) e Galerie Thaddaeus Ropac (Parigi - Londra - Salisburgo). Numerose le gallerie provenienti da tutto il mondo che consolidano il rapporto con Milano confermando la loro partecipazione dalle precedenti edizioni tra cui A Arte Invernizzi (Milano), Alfonso Artiaco (Napoli), Bortolami (New York), Isabella Bortolozzi (Berlino), Campoli Presti (Londra - Parigi), ChertLüdde (Berlino), Clearing (Bruxelles - New

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he 2019 edition of the miart adopt the verse “Hold Everything Dear”, from the poem by Gareth Evans and invites visitors to embrace the gesture of attention with which art preserves reality when the turns. The art places on the reality a look that is so much a form of attention how much an invitation to the attention: the art, in fact, doesn’t explore only the most extreme aspects of the life but also those to the appearance remarkable, transforming what appears meaningless in a powerful symbol of the human existence. miart, organized by Fiera Milano and directed for the third consecutive year by Alessandro Rabottini, with the continuous support of Intesa Sanpaolo will take place in hall 3 of fieramilanocity. 186 galleries from 19 countries that will expose artworks by modern masters, established and emerging contemporary artists and historicized and experimental designers. The 2019 edition has the honor of welcoming prestige and influential galleries such as Cabinet (London), Corvi-Mora (London), Marian Goodman Gallery (New York - Paris - London), Hauser & Wirth (Hong Kong - London - Los Angeles - New York - Somerset - St. Moritz - Gstdaad - Zurich) Herald St (London) and Galerie Thaddaeus Ropac (Paris - London - Salzburg). Numerous galleries from all over the world consolidate their relationship with Milan, confirming their participation from previous editions including A Arte Invernizzi (Milan), Alfonso Artiaco (Naples), Bortolami (New York), Isabella Bortolozzi (Berlin), Campoli Presti (London - Paris), ChertLüdde (Berlin), Clearing (Bruxelles - New

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York - Brooklyn), Galleria Continua (San Gimignano - Pechino - Les Moulins - L’Avana), Raffaella Cortese (Milano), Thomas Dane Gallery (Londra - Napoli), Massimo De Carlo (Milano - Londra Hong Kong), Dvir Gallery (Bruxelles - Tel Aviv), Kalfayan Galleries (Atene - Salonicco), Gladstone Gallery (New York - Bruxelles), Kaufmann Repetto (Milano - New York), Peter Kilchmann (Zurigo), Andrew Kreps Gallery (New York), Lelong & Co (Parigi - New York), Magazzino (Roma), Mai 36 (Zurigo), Giò Marconi (Milano), Massimo Minini (Brescia), P420 (Bologna), Gregor Podnar (Berlino), Almine Rech (Parigi - Bruxelles - Londra), Lia Rumma (Milano -Napoli), Sprovieri (Londra) e Zero (Milano). La centralità della riflessione sull’arte del secolo scorso è un asse portante dell’architettura di miart, confermata da un’ampia selezione di gallerie come Cardi (Milano - Londra), Casoli De Luca (Roma), Cortesi (Lugano - Londra - Milano), Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. (Bologna - Parigi - Milano), Galleria dello Scudo (Verona), Mazzoleni (Londra - Torino), Montrasio Arte (Monza - Milano), Repetto Gallery (Londra), Robilant + Voena (Londra - Milano - St. Moritz), Richard Saltoun (Londra), Gian Enzo Sperone (Sent - New York), Studio Marconi (Milano), Tega (Milano) e Tornabuoni Arte (Firenze - Milano - Parigi - Londra). 18 i direttori di musei internazionali e curatori di prestigiose istituzioni provenienti da 10 paesi che faranno parte della giurie responsabili del Fondo di acquisizione messo a disposizione da Fondazione Fiera Milano e dei 5 premi che miart assegna alle gallerie e agli artisti, e che da anni ormai confermano la collaborazione tra la fiera e i suoi partner: Fondo di Acquisizione Fondazione Fiera Milano, Premio Herno, Premio Fidenza Village per Generations, Premio On Demand by Snaporazverein, Premio LCA per Emergent, Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte contemporanea e i giovani artisti. Per la Milano Art Week, un ricco calendario di opening, eventi e aperture speciali di mostre e progetti organizzati dalle maggiori istituzioni pubbliche e fondazioni private di Milano, che includono (tra gli altri) Sheela Gowda e Giorgio Andreotta Calò da Pirelli HangarBicocca, Lizzie Fitch/ Ryan Trecartin alla Fondazione Prada Milano, Anna Maria Maiolino al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea. Design Takes on Human Survival + Design Museum alla Triennale, Lygia Pape alla Fondazione Carriero, Antonello da Messina e Jean-Auguste-Dominique Ingres a Palazzo Reale, Renata Boero e Marinella Pirelli al Museo del Novecento, The Unexpected Subject: 1978 Art and Feminism in Italy da FM - Centro per l’Arte Contemporanea, Sophia Al Maria alla Fondazione Pomodoro, Hans Josephsohn presso ICA Milano, Carlos Amorales alla Fondazione Pini, Anj Smith al Museo Poldi Pezzoli e un nuovo progetto speciale commissionato dalla Fondazione Nicola Trussardi. La 24ª edizione del miart e gli eventi della Milano Art Week si preannunciano molto attraenti e intel ressanti, le aspettative non saranno certo deluse. s

York - Brooklyn), Galleria Continua (San Gimignano - Pechino - Les Moulins - L’Avana), Raffaella Cortese (Milan), Thomas Dane Gallery (London - Naples), Massimo De Carlo (Milan - London - Hong Kong), Dvir Gallery (Bruxelles - Tel Aviv), Kalfayan Galleries (Atene - Salonicco), Gladstone Gallery (New York - Bruxelles), Kaufmann Repetto (Milan - New York), Peter Kilchmann (Zurich), Andrew Kreps Gallery (New York), Lelong & Co (Paris - New York), Magazzino (Rome), Mai 36 (Zurich), Giò Marconi (Milan), Massimo Minini (Brescia), P420 (Bologna), Gregor Podnar (Berlin), Almine Rech (Paris - Bruxelles - London), Lia Rumma (Milan -Naples), Sprovieri (London) and Zero (Milan). The centrality of the reflection on the art of the last century is a cornerstone of the architecture of miart, confirmed by a wide selection of galleries such as Cardi (Milan - London), Casoli De Luca (Rome), Cortesi (Lugano - London - Milan), Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. (Bologna - Paris - Milan), Galleria dello Scudo (Verona), Mazzoleni (London - Turin), Montrasio Arte (Monza - Milan), Repetto Gallery (London), Robilant + Voena (London - Milan - St. Moritz), Richard Saltoun (London), Gian Enzo Sperone (Sent - New York), Studio Marconi (Milan), Tega (Milan) and Tornabuoni Arte (Florence Milan - Paris - London). 18 the directors of international museums and curators of prestigious institutions from 10 countries that will be part of the juries responsible for the Acquisition Fund made available by the Fiera Milano Foundation and of the 5 awards that miart assigns to galleries and artists, and that for years now confirm the collaboration between the fair and its partners: Acquisition Fund Fiera Milano Foundation, Herno Prizes, Fidenza Village Prizes per Generations, On Demand by Snaporazverein Prizes, LCA Prizes per Emergent, Rotary Club Milano Brera Prizes for contemporary art for yourg artist. For the Milan Art Week, a rich calendar of openings, events and special openings for exhibitions and projects organized by major public institutions and private foundations in Milan, which include (among others) Sheela Gowda e Giorgio Andreotta Calò at Pirelli HangarBicocca, Lizzie Fitch / Ryan Trecartin at the Prada Foundation, Anna Maria Maiolino at PAC Padiglione d’Arte Contemporanea. Design Takes on Human Survival + Design Museum at the Triennale, Lygia Pape at the Carriero Foundation, Antonello da Messina and Jean-Auguste-Dominique Ingres at Palazzo Reale, Renata Boero e Marinella Pirelli at the Museo del Novecento, The Unexpected Subject: 1978 Art and Feminism in Italy at FM - Centro per l’Arte Contemporanea, Sophia Al Maria at the Pomodoro Foundation, Hans Josephsohn at ICA Milano, Carlos Amorales at the Pini Foundation, Anj Smith at the Museo Poldi Pezzoli and a new special project commissioned by the Nicola Trussardi Foundation. The 24th edition of the miart and the events of the Milan Art Week are expected to be very attractive and interesting, the expectations will certainly not be disappointed. s

In queste pagine la nuova campagna visiva che accompagna miart 2019: Horizon. miart da anni comunica attraverso campagne multimediali e tematiche, quella di quest’anno Horizon dà voce a un racconto per immagini dal sapore cinematografico che celebra il tema dell’arte come luogo di esplorazione, scoperta e mutamento. I protagonisti sono un gruppo di adolescenti immersi in uno scenario naturale, ritratti nell’arco di una giornata estiva, dall’alba al tramonto. Queste immagini offrono un parallelo con l’arte come un orizzonte aperto sulle possibilità del futuro. In these pages the new miart 2019 visual campaign: Horizon. miart has been communicating for years through multimedia and thematic campaigns, this year’s Horizon gives voice to a story with film-like images that celebrates the theme of art as a place of exploration, discovery and change. The protagonists are a group of teenagers immersed in a natural setting, portrayed during a summer day, from sunrise to sunset. These images offer a parallel with art as an open horizon on the possibilities of the future.

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La Biennale di Venezia

58. Esposizione Internazionale d’Arte May You Live In Interesting Times di

Flavio Ennante

La Biennale di Venezia 58. Esposizione Internazionale d’Arte May You Live In Interesting Times Venezia (Giardini e Arsenale), 11 maggio – 24 novembre 2019 Pre-apertura 8, 9, 10 maggio

© Andrea Avezzù Courtesy La Biennale di Venezia

www.labiennale.org

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© Francesco Galli Courtesy La Biennale di Venezia

[1] [2]

perturta ufficiale al pubblico sabato 11 maggio per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo May You Live In Interesting Times, a cura di Ralph Rugoff, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, rimarrà aperta sino a domenica 24 novembre 2019, negli storici padiglioni ai Giardini e presso l’Arsenale. La pre-apertura per VIP e addetti ai lavori, avrà luogo nei giorni 8, 9 e 10 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 11 maggio 2019. May You Live in Interesting Times deriva da un discorso di quasi novant’anni fa, dove il parlamentare britannico Sir Austen Chamberlain invocò un antico anatema cinese che curiosamente recitava: “Che tu possa vivere in tempi interessanti”. “Non vi è alcun dubbio che l’imprecazione ci abbia colpito”, osservò Chamberlain. “Passiamo da una crisi all’altra, in un susseguirsi di traumi e disordini.” Questa breve storia sembra oggi di un’attualità quasi sconcertante, in tempi in cui i notiziari annunciano una crisi dopo l’altra. In questo esempio specifico, si dà il caso che non sia mai esistita un “antico anatema cinese”, nonostante i politici occidentali lo citino nei loro discorsi da oltre un secolo. Questa espressione, pur essendo frutto dell’immaginazione, un surrogato culturale, ha avuto però un effetto reale nella retorica e nel dibattito pubblico. Tale artefatto di incerta natura, sospetto ma anche ricco di significati, apre a potenziali percorsi di approfondimento che vale

la pena perseguire, soprattutto in questo momento storico in cui i “tempi interessanti” che invoca sembrano essere di nuovo con noi. Per questo la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia prenderà il titolo da un falso anatema dice Ralph Rugoff «Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione - dichiara il Presidente Paolo Baratta - nella quale l’espressione “interesting times” evoca l’idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d’arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all’arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.» La Mostra della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 79 artisti provenienti da tutto il mondo. Da parte sua Ralph Rugoff ha dichiarato: «May You Live in Interesting Times includerà senza dubbio opere d’arte che riflettono sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell’ordine postbellico. Riconosciamo però fin da subito che l’arte non esercita le sue forze nell’ambito della politica. Per

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biancoscuro esempio, l’arte non può fermare l’avanzata dei movimenti nazionalisti e dei governi autoritari, né può alleviare il tragico destino dei profughi in tutto il pianeta (il cui numero ora corrisponde a quasi l’un percento dell’intera popolazione mondiale). La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Algeria, Ghana, Madagascar e Pakistan. La Repubblica Dominicana e la Repubblica del Kazakistan partecipano per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione. Il Padiglione Italia sarà alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, a cura di Milovan Farronato. Gli artisti scelti per rappresentare l’Italia sono Enrico David, Liliana Moro e Chiara Fumai (premal turamente scomparsa nell’agosto del 2017). s

Ralph Rugoff e Paolo Baratta © Andrea Avezzù. Courtesy La Biennale di Venezia [1] Dominique Gonzalez-Foerster & Joi Bittle, “Cosmorama”, 2018, Diorama. Courtesy the artist, Corvi-Mora, London; 303 Gallery, New York; Esther Schipper, Berlin. Photo: © Nicholas Knight [2] Lawrence Abu Hamdan, “Walled Unwalled”, 2018, Single channel video installation. Courtesy the artist, Biennale de l’Image en Mouvement and Maureen Paley, London. Photo: Mathilda Olmi © Centre d’Art contemporain, Genève [3] Korakrit Arunanondchai in collaboration with Alex Gvojic, “No history in a room filled with people with funny names 5”, 2018, Video and installation of mixed seashells, tree branches, laser harp, hazer, resin, LED lights, fabric pillows. Copyright: Korakrit Arunanondchai and Alex Gvojic. Courtesy: Carlos/Ishikawa, C L E A R I N G, Bangkok CityCity Gallery, [4] Teresa Margolles, “Muro Ciudad Juárez”, 2010, Concrete blocks, barbed wire and gun holes result of a vengeful shooting linked to organized crime in Ciudad Juárez, Mexico. Photo: Nils Klinger. Courtesy the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich

[3] [4]

[5] Liu Wei, “Microworld”, 2018, Aluminium plates. Courtesy Liu Wei Studio & Faurschou Foundation Beijing. Photo: © Jonathan Leijonhufvud [6] Alex Da Corte, Rubber Pencil Devil, 2018, Video, color/ sound; 2:39:52 min. Courtesy of the artist, Karma, NY and Gio Marconi, Milan [6]

[5]

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art KARLSRUHE

Un’intera città sotto il segno della cultura An entire city under the sign of culture di

Flavio Ennante

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Qui sopra alcune immagini della sedicesima edizione di art KARLSRUHE Above some pictures of the sixteen edition of art KARLSRUHE

a sedicesima edizione di art KARLSRUHE ha contato circa 50.000 visitatori, dove oltre 200 gallerie da 16 paesi, hanno esposto opere d’arte di alto livello. Un pilastro importante di art KARLSRUHE sono le zone di scultura, che quest’anno sono state premiate per la seconda volta dal Loth Sculpture Prize, sponsorizzato dalla L-Bank. La fiera ospita il conferimento del premio art KARLSRUHE, (15.000 euro) assegnato congiuntamente dallo stato del Baden-Württemberg e dalla città di Karlsruhe, ma tutte le istituzioni culturali della città partecipano al Museum Mile e in gruppi di discussione come l’incontro artistico ARTIMA. Numerosi eventi hanno avuto luogo anche fuori dalla fiera durante la settimana di art KARLSRUHE presso: la Städtische Galerie, la Kunsthalle, il ZKM - Zentrum für Kunst und Medien oltre all’annuale Festival di Handel nel Badisches Staatstheater. La prossima edizione di art KARLSRUHE è già l fissata dal 13 al 16 febbraio 2020. s

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he sixteenth edition of art KARLSRUHE attracted circa 50,000 visitors, where over 208 galleries from sixteen countries showed very fine artworks. . A important pillar of art KARLSRUHE is the Sculpture Areas, which were honoured this year for the second time by the Loth Sculpture Prize, which is sponsored by the L-Bank. The fair host the conferral of the art KARLSRUHE Prize, (15,000 euro) and jointly awarded by the state of Baden-Württemberg and the city of Karlsruhe, but cultural institutions in the city all participate in the Museum Mile and in discussion groups such as the ARTIMA art meeting. Numerous events also took place outside the fairground during the week of art KARLSRUHE: in the Städtische Galerie, the Kunsthalle, the ZKM - Zentrum für Kunst und Medien and the annual Handel Festival in the Badisches Staatstheater. The next art KARLSRUHE will return to Karlsruhe Trade Fair Centre from 13 to 16 February 2020. s l

ANGELA CHIASSAI “... Un'arte elevata che assurge a visione naturale per allargare e completare il racconto...”

Tedoforo di arte in cammino 2016 - bronzo ottonato - 120x25x5 cm.

www.angelachiassai.it BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it


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Mia Photo Fair 2019 La fiera della fotografia d’arte in Italia rimane imbattibile. di Vincenzo Chetta

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onclusa con un sorprendente numero di visitatori che hanno atteso pazientemente in fila per entrare e visitare una fiera che si preannunciava già travolgente. Mia Photo Fair l’implacabile fiera che in pochi anni (la prima edizione nel 2011 al Superstudio Più di via Tortona) si è imposta come prima fiera d’arte d’Italia dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento. Numerosi VIP e istituzioni presenti come ad esempio Marcello Lippi, Luca Argentero, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Marcelo Burlon. L’architettura e il design sono i due nuovi argomenti sviluppati con attenzione, attraverso una serie di appuntamenti di varia natura. Particolarmente interessante è stato il percorso che ha composto l’architetto Fabio Novembre, selezionando alcune delle opere esposte a MIA Photo Fair. “In otto anni di storia - afferma Fabio Castelli, collezionista d’arte e ideatore di MIA Fair - abbiamo assistito alla crescita di MIA Photo Fair, non solo come contenitore espositivo, ma come piattaforma culturale, sempre attenta ad accogliere le ultime istanze che provenivano dall’universo fotografico. Parallelamente abbiamo percepito una sempre più ampia considerazione sia dei visitatori, sia degli appassionati di questa forma d’arte, sia degli addetti ai lavori e degli investitori, soprattutto internazionali. Il fatto che anche all’estero MIA Photo Fair venga riconosciuta come una fiera di riferimento per la sua qualità e la sua serietà è un valore aggiunto di non poco conto. Il successo della manifestazione passa anche attraverso i numeri: in otto anni sono stati oltre 400 gli espositori di Mia Photo Fair; con i suoi 170.000 visitatori avremmo riempito due volte lo stadio di San Siro”. Molte sono anche le opportunità di valorizzare e scoprire il lavoro di artisti emergenti e indipendenti, quindi da non trascurare la sezione premi che annualmente il MIA Photo Fair organizza. Quest’anno i vincitori del premio CODICE MIA sono: Maya Daniels alla quale la giuria conferisce il Primo Premio per la sua ricerca sul linguaggio della tradizione degli Elfi, risultata in un perfetto equilibrio tra espressione fotografica e ricerca etnologica.

L’artista è stata capace di attraversare le discipline, utilizzando immagini d’archivio insieme a visioni contemporanee. Il secondo premio è assegnato a Luca Locatelli, che analizza i misteri ambientali del mondo di oggi. La giuria è stata molto colpita dalla qualità elevata delle fotografie e dei soggetti che ha scoperto e che ha voluto condividere con noi. Una menzione d’onore va a Giulio Di Sturco perché entrambi i progetti che ha presentato sono stati sviluppati in maniera altamente significativa e le immagini hanno toccato la Giuria per la loro commovente bellezza. Il “Premio BNL” Gruppo BNP Paribas, un riconoscimento concreto attribuito al migliore tra gli artisti che hanno presentato i propri lavori tramite le gallerie d’arte, è andato a Liu Bolin per l’opera “Mosè, San Pietro in Vincoli” (2018), presentata dalla Galleria Boxart di Verona. Il Premio Fotografia d’Architettura va a Anna Di Prospero con l’opera dal titolo Urban Self-Portrait ( 2010-2015), un progetto fotografico a lungo termine incentrato sulla relazione tra luogo e persona. La menzione d’onore va ad Andrea Tonellotto per il suo progetto Rationalism, dedicato al movimento del razionalismo in architettura, che per lo stesso autore “non è altro che la metafisica costruita”. Ecco allora che si muove con la sua Polaroid nella capitale del razionalismo italiano: Tresigallo (Ferrara), paese di 4500 anime. I vincitori, ex aequo, del Premio Rossana Orlandi sono Isabella Accenti e Massimo Pelagagge. I vincitori del Premio RaM Sarteano sono, Riccardo Bandiera, Mario Cucchi, Giuseppe Giudici, Beatrice Speranza, con la seguente motivazione: “Per l’anniversario della morte di Leonardo verrà organizzata presso il Castello di Sarteano, una mostra che vuole essere un approfondimento sul tema della percezione visiva e delle sue possibilità di comprendere le cose e avvicinarle. Si è quindi voluto valorizzare un approccio fotografico proteso ad indagare la natura, per costruire un rapporto non solo visivo ma anche esperienziale tattile”. Il MIA Photo Fair 2019 è stato un vero successo per tutti, atl tendiamo curiosi la prossima edizione nel 2020. s

[1] L’ingresso della fiera in piazza Lina Bo Bardi © Settimio Benedusi

[4] Il vincitore ex aequo del Premio Rossana Orlando, Massimo Pelagagge con l’opera Il Portale del 2016

[2] L’opera “Ganges” menzione d’onore al Premio Codice Mia realizzata da Giulio Di Sturco.

[5] Susy Cagliero INSIDE OUT ,2019,stampa giclèe,105x70 cm, Courtesy Maiocchi15 Artgallery

[3] L’opera di Liu Bolin “Mosè”, stampa a getto di inchiostro su pannello di alluminio è la vincitrice del Premio BNL

[6] Irene Kung, Scalinata Piazza di Spagna, 2017, Stampa digitale, cm. 100x100, Courtesy Irene Kung/Contrasto Galleria

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FLORA - FLORA CASTALDI Un altro linguaggio della pittura

INFO www.flora-artiste-peintre.fr

A sinistra: A tire d'ailes acrilico su tela, 80x80 cm. Sotto: l’artista Flora in posa davanti ad una sua opera


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ArteGenova 2019

Arte moderna e contemporanea nel padiglione Blu di

Qui sotto alcune immagini dalle passata edizione di ArteGenova Below are some pictures of the last edition of ArteGenova

Flavio Ennante

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biettivo centrato per la 15ª edizione di ArteGenova, veramente numeroso l’afflusso del pubblico ed il numero delle vendite, grazie anche alla consolidata partnership con Banca Mediolanum che continua a dare buoni frutti, a partire dal Premio Mediolanum per finire ad importanti novità che verranno svelate nel corso del 2019. Presenti al tour iniziale di presentazione della XV Edizione di ArteGenova, condotto dal Direttore Artistico Nicola Rossi, il sindaco di Genova Marco Bucci ed Ennio Doris di Banca Mediolanum accompagnato dalla moglie Lina Tombolato, soffermatesi ad ammirare le opere per molto tempo. Convince anche il C.A.T.S. - Contemporary Art Talent Show, scommessa nata otto anni fa dal direttore artistico Nicola Rossi che ha deciso di dedicare una sezione alle proposte artistiche emergenti. Il Premio Mediolanum 2019 è andato a Norman Tacchi, fotografo torinese con l’opera “Come la roccia”: una ragazza su una roccia che come un camal leonte sembra prendere le sembianze della stessa. s

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arget centered for the 15th edition of ArteGenova, a truly large number of visitors and a considerable number of sales, thanks also to the consolidated partnership with Banca Mediolanum which continues to give excellent results, such as the Mediolanum Prize, continuing with important innovations that will come unveiled during 2019. Present at the initial presentation tour of the 15th edition of ArteGenova, conducted by the Artistic Director Nicola Rossi, the mayor of Genoa Marco Bucci, Ennio Doris of Banca Mediolanum accompanied by his wife Lina Tombolato. Who stopped to admire the works several times.. Also convincing is the C.A.T.S. - Contemporary Art Talent Show, a format born eight years ago by the artistic director Nicola Rossi who decided to dedicate a section to emerging artistic proposals. The Mediolanum Prize 2019 went to Norman Tacchi, Turin photographer with the artwork “Come la roccia”: a girl on a rock who, like a chameleon, seems to take the appearance of the same. s l

Ruggero ROTONDI r u g g e r u g o @ g m a i l . c o m

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RIVISTA d’ARTE Composizione - 2017, olio su tela, 80x120 cm. Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it

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Art Fair

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Italia

BARI ArteBari 4-6 maggio 2019 www.artebari.com BERGAMO Bergamo Arte Fiera gennaio 2020 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 24-26 gennaio 2020 www.artefiera.it

A ND NE CO IO SE DIZ E

Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions MILANO MiArt 5-7 aprile 2019 www.miart.it

Pavia Art Talent 30 nov.-1 dic.2019 www.patpavia.it Mia Photo Fair marzo 2020 www.miafair.it Affordable Art Fair gennaioMOSTRA 2020 D’ARTE CONTEMPORANEA www.affordableartfair.com ACCESSIBILE REGALA L’ARTE

NATALE Grand A Art ORARI 2019 SABATO 10/20 4-6 ottobre DOMENICA 10/20 www.grandart.it

MONTICHIARI (BS) Expo Arte 11-13 maggio 2019 www.expoartemontichiari.it FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 13-15 marzo 2020 www.verniceartfair.it Arte Forlì-Cesena Contemporanea 25-28 ottobre 2019 www.fieracontemporanea.it FIERA F CONTEMPORANEA

PAVIA PaviArt marzo 2020 www.paviart.it

PADOVA Arte Padova 15-17 novembre 2019 www.artepadova.com

PAVIA ART TALENT

1-2/12/2018 TORINO Artissima 1-3 novembre 2019 PALAZZO ESPOSIZIONI P.LE EUROPA www.artissima.art

PAVIA

Europe

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair oct. 31-nov. 3, 2019 www.affordableartfair.com BARCELONA (E) Loop Fair 19-21 november, 2019 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 13-16, 2019 www.artbasel.com

INGRESSO GRATUITO

Paratissima 1-3 novembre 2019 www.paratissima.it VENEZIA La Biennale di Venezia 11 mag.-24 nov. 2019 www.labiennale.org

Liste Basel june 10-16, 2019 www.liste.ch BERLIN (D) Berlin Art Week september 11-15, 2019 www.berlinartweek.de Art Berlin september 12-15, 2019 www.artberlinfair.com

XXII edizione Arte moderna e contemporanea

GENOVA Arte Genova 14-17 febbraio 2020 www.artegenova.com

PARMA ArtParma 5-6 e 11-13 ottobre 2019 www.artparmafair.it

VERONA ArtVerona 11-13 ottobre 2019 www.artverona.it

Positions Berlin september 12-15, 2019 www.positions.de

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

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BRUXELLES (B) Art Brussels april 25-28, 2019 www.artbrussels.com

MADRID (E) Art Madrid february 2020 www.art-madrid.com

Brafa jan. 25-feb. 2, 2020 www.brafa.be

MARBELLA (E) Art Marbella july 30-august 3, 2019 www.marbellafair.com

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 15-17, 2019 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april 11-14, 2019 www.artcologne.com

MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo april 26-28, 2019 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 6-10, 2019 www.mag-swiss.com

GENEVE (CH) Art Genève january 2020 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 13-16, 2020 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january 16-19, 2020 www.art-innsbruck.at

PARIS (F) Fiac october 17-20, 2019 www.fiac.com Art Paris april 4-7, 2019 www.artparis.com

ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO september2019 12-15, 2019 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com

DUBAI (UAE) Art Dubai march, 2020 www.artdubai.ae HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong march 19-21, 2020 www.artbasel.com

Affordable Art Fair may, 17-19, 2019 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february, 2020 www.zonamaco.com

VIENNA (A) LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 26-29, 2019 october 2-6, 2019 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL ZURICH (CH) London Art19 Fair– 21 OTTOBRE Art International 2018 Zurich CENTRO FIERA DI SALISBURGO january 22-26, 2020 september 26-29, 2019 www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo

NEW DELHI (IND) India Art Fair jan. 30 - feb. 2, 2020 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) Art NewYork may 2-5, 2019 www.artnyfair.com ArtExpo NewYork april 4-7, 2019 www.artexponewyork.com

Affordable Art Fair september 26-29, 2019 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair november 7-10, 2019 www.sartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november 22-24, 2019 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march, 2020 www.artfairtokyo.com

MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 5-8, 2019 www.artbasel.com

Bild: Roman Träxler

11.00 – 1900 – 1700

nsbruck.com

CHICAGO (USA) Expo Chicago september 19-22, 2019 www.expochicago.com

SALZBURG (A) Art Salzburg Contemporary september 26-29, 2019 art-salzburg-contemporary.com

A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO

rincipale A

World

MOSCOW (RUS) Cosmoscow september 6-8, 2019 www.cosmoscow.com

TORONTO (CDN) Art Toronto october 25-17, 2019 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver april 25-28, 2019 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s

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ro nel Parco Nazionale di Las Canadas di Tenerife, che possiede il terzo vulcano più grande del mondo: il Teide (preceduto solo dal massiccio Tamu in Giappone e dal Mauna Loa alle Hawaii), posto nella valle Orotava, che ospita anche il famoso osservatorio e centro astrofisico. È risaputo che le isole Canarie, insieme al Cile e alle Hawaii, sono uno dei posti migliori per l’osservazione del cielo. Questo era ben conosciuto nell’antichità. Mi trovai ai suoi piedi, un’ incontaminato paesaggio lunare mi circondava, riuscivo a percepirne l’intenso profumo di pino canario, che sbuca tutt’oggi dalla fertile lava nera. Con l’autorizzazione per arrivare al cratere in tasca, al collo la mia fedele macchina fotografica ed Emiri che mi aspettava già lassù, allungai il passo per arrivare alla cima. Avrei dovuto pianificare al dettaglio la salita considerandone la pericolosità, ma non lo feci: sono un’istintiva e seguo spesso solo la mia anima. Ormai ero al Pico Viejo (Picco Antico), il monte responsabile dell’ultima eruzione nel 1798, a circa 2000 metri di altezza, tra altissimi pinnacoli di lava pietrificata di cui il più famoso è il Roque Cinchado. Superati questi monumenti di roccia, se non fosse stato per la visibile cima, il mio orientamento sarebbe stato annullato: mi trovavo forse in America? No, ero in una delle Isole Canarie.

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Teide © Photo by Adele Arati

“Durante la passeggiata che mi conduceva alla bocca del Teide (la piramide naturale), sentivo di essere entrata in un sentiero rischioso. Lo zaino era leggero, come lo era la roccia vulcanica e i sogni leggendari degli antichi abitanti di queste isole. Poi, d’improvviso, mi arrivò alle spalle uno strano personaggio, sembrava un’aborigeno australiano: “Scusi, qui è pericoloso!”. Feci finta di nulla e lo depistai. Tra me e me mi ripetevo: “Non avere paura, è solo un’incanto mentale. Ipnosi, tutta la nostra vita lo è, come quando hai faticato a iniziare a camminare e poi è diventato meccanico, ora non puoi credere di starci a pensare”. A quel punto tutto mi era magicaMente sembrato normale e ogni timore era svanito, nell’attraversare muri di lava…”

[10ª puntata]

Introduzione ai Percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Oceano Atlantico: Tenerife, il grande vulcano Teide

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Arrivata alla vetta più alta dell’Oceano Atlantico, a 3718 metri sul livello del mare, vidi Emiri, la mia guida Kahuna. Era inginocchiato su un tappeto che riportava antiche simbologie. Mi raccontò che apparteneva a un popolo caucasico, identico però a quelli africani del Mali e a quelli polinesiani (quest’ultimo utilizzato dalla madre nelle sue richieste a Taaroa). Appoggiata su di esso vi era una conchiglia, simile a quella che avevamo lasciato alla Piramide di Rapa Iti. Affaticata dalla salita il cuore mi batteva forte, sembrava uscirmi dal petto, Emiri se ne accorse e mi spiegò: “Sei nell’embrione quando ancora il cuore non si è formato, il sangue circola con un proprio moto biologico spiraliforme. Non è quindi azionato dalla pressione del cuore, ma ne è solo rafforzato. Ti domanderai allora cosa governa la forma, il suo vortice?” Il mio flusso vitale aveva già rallentato, ma sentivo similMente quello del Vulcano pulsare sotto di me. Il mio sguardo scivolò al versante nord, un vero e proprio oceano di nubi era alle sue falde. Al di sotto si estendeva la splendida valle della Orotava, che custodisce la Cueva del Viento nella zona di Icod de Los Vinos: una grotta con la più grande cavità vulcanica d’Europa, lunga diciotto chilometri. Si formò circa 27.000 anni fa da lave basaltiche del Pico Viejo. All’interno sono stati trovati reperti fossili di molte specie di invertebrati di cui alcune non ancora conosciute o estinte. In diverse grotte di accesso al tubo vulcanico, si trovarono resti archeologici della popolazione dei Guanci e pietre con antichi graffiti come quelli Neanderthal rinvenuti nella grotta di Gorham in Gibilterra. D’altronde, anche le popolazioni delle piramidi di Guimar vivevano sotto di esse, in una grotta. Tra i ritrovamenti, anche delle mummie, realizzate una pratica simile a quella degli antichi Egizi o del Tarim nella Cina di nord-ovest: il cadavere veniva svuotato dagli organi interni, lasciato ad essiccare al sole e avvolto in pelli di capra. Come corredo funebre possedevano delle conchiglie, sulle pareti erano raffigurate delle Teide © Photo by Adele Arati

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simbologie schematiche, idoli zoomorfi e antropomorfi, Tara, la dea madre (chiamata dunque similmente alla zona del Pacifico, Taaroa), e costruzioni a tumulo con una forma spiraliforme. Ricordiamo che la tribù degli Anga, in Papua Nuova Guinea, ha ancora lo stesso rituale di mummificazione. Tutto questo mi riportava ai Marae della Polinesia, ai loro altari con al centro una corona di fiori a forma di cerchio e alle conchiglie come doni. I teschi oggi visibili nei Musei delle capitali delle isole, avevano sulla loro sommità disegnato un circolare bollo rosso, motivo geometrico presente all’interno di tutti i graffiti e pitture rupestri dell’arcipelago. La curiosità di poterli vedere mi condusse al Museo Canario, un’istituto scientifico e culturale che si trova a Las Palmas di Gran Canaria, sempre in compagnia di Emiri che, facendomi da guida, iniziò a raccontare: “Da sempre il Cerchio è simbolo della vita, il suo numero sacro è 3600, come la moltiplicazione dei gradi che servono per disegnarlo, ed equivale a 1, rispetto al centro galattico. Esso rappresenta l’unità dell’Origine che ad oggi ha vissuto per 120 Mana in noi. Esso si trova anche presso la maggior parte dei popoli antichi e primitivi, come nel retro del basamento interrato delle statue sull’Isola di Pasqua, disegnato sui volti in Africa o sulla fronte in India. Un movimento circolare di continua rinascita, ciclo che la morte non interrompe, il cui moto è governato dall’origine della natura, come nel sangue che circola nel cuore. È errato pensare a lui come una pompa idraulica, in realtà la chiave dell’intero funzionamento è il sincronismo tra la sua forma e le differenti velocità del moto a spirale della sua linfa; ma in seguito torneremo sull’argomento…”. Ascoltando Emiri mi ero incantata, le mie sinapsi mentali si stavano espandendo ed era tutto così connesso. Il Museo accoglie una grande quantità di mummie e conchiglie e tutto iniziava ad essermi chiaro. Mi fu evidente che le popolazioni Guanche avevano una conoscenza astronomica e simbolica profonda, superiore a quella attribuitagli dai loro conquistatori. Dall’alto a domiTeide © Photo by Adele Arati

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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

nare quei luoghi c’era il vulcano Teide con il suo cuore ancora pulsante. Gli antichi ritenevano che ci fossero sulla Terra dei luoghi particolari, energetici, vulcanici e vicini ad acque cristalline. In essi cercavano piramidi naturali o le costruivano per avere un contatto con il cielo: i Guanci ubicavano proprio in questo monte, l’aldilà. La mia mente si rimise a riordinare i punti già fissati e introdusse il Tredicesimo: QUINTO (era l’Ottavo): “La simbologia della farfalla rappresenta la trasmigrazione dell’anima tra campi, punti geomagnetici, da cui si generano e si alimentano le energie vitali. La sua rappresentAZione primordiale e insita da sempre in un cerchio in movimento spiraliforme.” SESTO (era il Terzo): “Attraverso l’arte, l’anima dell’essere umano ha attuato, e attua, il proprio pensiero per essere ciò che é oggi, qualcosa di diverso in Natura, per arrivare a guidarsi dal suo interno.” SETTIMO (era il Settimo): “L’arte insegna che non si vede con gli occhi ma con ciò che si conosce, ma è anche vero che il software senza l’hardware non riesce a esplicarsi. Questo binomio intrinseco è fondamentale per la crescita culturale e per lo sviluppo di connessioni neuronali. L’arte sotto questo contesto diventa art’è.” TREDICESIMO: “La realtà essendo un cammino inversaMente piramidale è un’ipnosi monoideale e individuale. Una parziale Verità se presa singolarMente, ma collettiva se condivisa.” … I muri di lava solidificata non erano più così minacciosi, dovevano apparire così anche agli indigeni che stavano fuggendo dal massacro dei conquistatori, vulcani rifugio di antiche popolazioni matriarcali di cui ne conservano la saggezza, ma chi erano, dunque, i Guanci? Adele Arati Testi LiberaMente tratti dai miei Futuri Romanzi Fanta ma Scientifici e dalle mie Opere; il racconto è inventato, il mito è quello ascoltato dai locali e i riferimenti scientifici sono reali.

Teide © Photo by Adele Arati

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Fu Wenjun L'arte fotografica nell'era digitale

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ssere un artista riconosciuto nella Cina contemporanea, non è assolutamente facile. Fu Wenjun, classe 1955, diplomato al Sichuan Fine Arts Institute, prosegue nella sua fortunata carriera principalmente attraverso i media artistici di fotografia, installazione, scultura e pittura ad olio. Definitivo lo sviluppo del concetto e della pratica della “Digital Pictorial Photography”. Con la sua tecnica, Fu Wenjun intende continuare la ricerca per mettere l'arte della fotografia in dialogo con altri media artistici, come la pittura tradizionale del suo Paese, la pittura ad olio o la scultura. La sua finalità: estendere il confine dell'arte fotografica nell'attuale era digitale. Le sue opere incarnano il suo pensiero e la sua riflessione su molte questioni legate alla storia, alla cultura ed all'umanità (sia orientali che occidentali), inclusi la relazione tra diverse culture nell'era della globalizzazione, il retaggio della cultura tra-

dizionale cinese in una società in rapida evoluzione, l'industrializzazione e l'urbanizzazione. Vanta diverse mostre personali, presentate al National Art Museum of China, al Museu Europeu de Arte Moderno, all'Università di Hong Kong, al Museo d'arte Guangdong, all’Old Summer Palace Museum (Beijing), al Today Art Museum (Beijing), presso l’United Nations Headquarters (New York), il Guangdong Museum of Art (Guangzhou) e presso altre organizzazioni artistiche internazionali. Le sue opere sono state esposte in importanti mostre internazionali, come la Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, la Biennale d'Arte di Londra, la Biennale Internazionale d'Arte del Mediterraneo, la Triennale dell'Arte Contemporanea, la Prima Biennale asiatica e la Triennale di Guangzhou, la XVIII Bienal de Cerveira, NordArt. Importantissima la mostra collaterale della biennale di Venezia del 2013, dal titolo “Voice of the Un-

A destra: Fu Wenjun Human Nature for Food No.9 2017-2018, Digital Pictorial Photography, 60x60cm. In basso: Fu Wenjun Human Nature for Food No.1 2017-2018, Digital Pictorial Photography, 60x60cm.

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seen Chinese Independent Art 1979 / Today”. Fu Wenjun ha ottenuto numerosi riconoscimenti, le sue opere continuano a coinvolgere gli spettatori di tutto il mondo, senza diversità tra culture.

Le sue opere sono semplici, eppure esteticamente perfette, calibrate e armoniche, dense di tutti i pensieri che affollano la mente artistica di Fu Wenjun. Daniela Malabaila

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u Wenjun, born in 1955, Chinese contemporary artist, was graduated from Sichuan Fine Arts Institute. He creates principally through the art media of photography, installation, sculpture and oil painting, and has put forward the concept and practice of “Digital Pictorial Photography”. With his Digital Pictorial Photography, Fu Wenjun intends to explore to place photography art in dialogue with other art media, like Chinese painting, oil painting, sculpture etc, as a result to extend the border of photography art in the current digital age. His works embody his thinking and reflection on many issues related to the Eastern and Western history, culture and humanity, including the relationship between different cultures in the age of globalization, the heritage of traditional Chinese culture in a rapidly changing society, industrialization and urbanization in Chinese cities. His solo exhibitions were presented at National Art Museum of China, Museu Europeu de Arte Moderno, The University of Hong Kong, Guangdong Museum of Art, Old Summer Palace Museum (Beijing), Today Art Museum (Beijing), United Nations Headquarters (New York), Guangdong Museum of Art (Guangzhou) and at other international art organizations. His works are exhibited at significant international exhibitions, such as the Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, London Art Biennale, the Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo, the Triennale dell’Arte Contemporanea, the 1st Asia Biennial/5th Guangzhou Triennial, the XVIII Bienal de Cerveira, NordArt, the collateral exhibition of Biennale di Venezia 2013, entitled Voice of the Unseen Chinese Independent Art 1979/Today. He has gained numerous awards, including the first prize from International Biennial of Contemporary Art in Argentina, “The Best Artist in the World” at Tour Eiffel La Grande Exposition Universelle, International Award “Lorenzo il Magnifico” of X Florence Biennale. His artworks are collected by National Art Museum of China, Museu Europeu de Art Moderno, Today Art Museum, University Museum and Art Gallery The University of Hong Kong, the Old Summer Palace Museum, Tokyo Metropolitan Art Museum, Kennedy Family, World Council of Peoples for the United Nations, Dazu Grotto Museum, Chongqing Art Museum, Guangdong Museum of Art, Société Nationale des Beaux Arts of France, Egypt Ahmed Shawki Museum and other significant organizations and collectors. s

In alto: Fu Wenjun Ask Tea No.22 2018, Digital Pictorial Photography, 30x30cm. In basso: Fu Wenjun Ask Tea No.2 2018, Digital Pictorial Photography, 30x30cm.

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INFO fu1955@qq.com - info@fuwenjun.com www.fuwenjun.com

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Gianni Depaoli Dall’edibile che nutre il corpo, all’arte che nutre lo spirito

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agli, incisioni, macule, strappi, ferite, segnano in modo indelebile la materia nell’ installazione che denuncia il dramma della violenza esercitata giornalmente sulla Donna. Piccoli uomini accecati dal desiderio di prevalere e consci della perdita totale e inesorabile della loro supremazia, si vendicano picchiando e marchiando il loro possesso come animali, con segni permanenti, ferite, lividi, lacerazioni da acido. L’installazione “Silence Kills” è composta da una scultura lacerata crudelmente,

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realizzata con pelle di cefalopodo, e da corpetti/armatura che la circondano e la proteggono, realizzati con pelli di varie etnie, che simboleggiamo gli strumenti di autodifesa della Donna. Combattendo questa piaga con le loro forze, le Donne ne subiscono le drammatiche conseguenze, perché non supportate da una rapida presa di posizione da parte delle Istituzioni in seguito all’ l avvenuta denuncia dei soprusi subiti. s

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“Silence Kills” tecnica mista su fibra, pelle e inchiostro di calamaro, metacrilato anno 2018 100x35x25 cm. Ph. Elena Parisi

Gianni Depaoli (Ivrea 1961), vive e lavora a Candia Canavese. Ha realizzato diverse mostre e installazioni per sensibilizzare sul tema del degrado ambientale e contro la violenza sugli animali. Grazie al sostegno di Musei ed Enti Istituzionali, ha partecipato a diverse iniziative, tra le quali: “Mare Nero” al Museo di Bergamo, “Allarme Ambiente” al Museo di Scienze Genova; progetti itineranti rappresentati da installazioni, “Anime Silenziose” inaugurato all’ Acquario civico di Milano, “Verso il Quinto mondo” a Paratissima Torino, “Oceaniche Alchimie” alla Biennale Italia-Cina Torino, alla 54° Biennale di Venezia, alla “Hopeart Jungle” presso la Reggia della Venaria Reale. La nuova ricerca sviluppata utilizzando inchiostri e pelli di cefalopodi trattati per la conservazione, indagati e manipolati con aghi d’acciaio e bisturi per scoprirne bellezza e trasparenza, abbandonando ma non dimenticando i drammi precedentemente trattati. Questo nuovo studio dona nuova vita allo scarto organico che considera l’anello di congiunzione ed il ricordo indelebile del prodotto che ha nutrito l’Essere Umano. “Dall’edibile che nutre il corpo, all’arte che nutre lo spirito”. È stato invitato alla Galleria d’Arte Moderna di Genova per la personale “Rossomare“; all’Ambasciata Italiana a Montecarlo con l’opera in permanenza “Prede e Predatori”; ai progetti di GemLucArt

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Montecarlo ed al progetto “EkoVespa Project” in permanenza al Museo Piaggio di Pontedera. Nel 2017 la ricerca della forma, del colore e della trasparenza lo porta ad un nuovo studio, la pittura materica diventa ancora più raffinata e ricca di colori naturali senza aggiunte di colori artificiali, con il progetto “Abissi”, di “Rosso Calamaro” indaga il noto, l’ignoto ed i percorsi tortuosi del pensiero umano. Scopre le ferite e le escrescenze della pelle lacerata che diventano abissi e meandri, sospesi nel vuoto, dove il pensiero si perde e si modifica. Viene invitato ad esporre al Mauto con “Eko500Project” in occasione del 60° anno della Fiat 500; al Macist di Biella in occasione 70° anno della Vespa; a Paratissima Milano, Bologna e Torino; alla Biennale di Asolo; alla Biennale di Salerno ed al GemLucArt di Montecarlo con l’opera che denuncia la violenza sulle donne “Silence Kills”. Ne 2018 ha realizzato una mostra personale in Svizzera al MAG di Montreux. Si interessa di arte, filosofie e bellezze naturali e artificiali.

www.giannidepaoli.it Instagram.com/ giannidepaoli Facebook.com/gianni.depaoli.773

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Graziela Gilioli

L’intimità di un’immagine

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otografa e scrittrice, Graziela Gilioli è brasiliana, ma di origini italiane. Possiede una formazione accademica eclettica: laureata in Scienze Sociali e Fotografia, vanta un Master in Luxury Brand Management presso l’ESSEC Cergy-Pontoise. Il suo lavoro nella fotografia è di inclinazione umanista, ci porta a riflettere sul modo in cui conduciamo le nostre quotidiane scelte, per vivere fino in fondo una vita piena. Graziela Gilioli fissa nelle sue immagini temi profondamente umani, spingendo lo spetta-

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tore a riflettere su se stesso in un’ottica molto particolare, logicamente legata alla propria personale storia di vita. Attraverso l’obiettivo, anno dopo anno, sta portando avanti un lavoro attento, volto a farci riflettere sulle nostre convinzioni. Nelle sue fotografie, che siano essi ritratti distratti o paesaggi dai colori intensi, è l’individuo il soggetto principale: le sue immagini rivelano con intensità e delicatezza il senso intimista dell’umanesimo contemporaneo. Nel lavoro di tutti i giorni, nonostante il livello di professionalità

a cui è arrivata, non può reprimere la bontà che è in lei. Ne sono esempio le sessioni fotografiche con le famiglie, le coppie o i singoli, nelle quali crea un’atmosfera serena e avvolgente e di forte empatia. La Gilioli riesce a catturare le immagini in modo libero e spontaneo sempre con scenari reali come sfondo: un’esperienza fotografica assolutamente piena per coloro che amano l’autenticità delle cose. Graziela Gilioli cerca di trovare, attraverso la fotografia, la chiave delle relazioni umane, per comprendere come tut-

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Little monks ©Graziela Gilioli 2013, Buthan

ti noi operiamo le nostre scelte per vivere al meglio la vita che ognuno di noi desidera condurre. Dopo molti anni di studio in diversi ambiti e numerosi viaggi in tutto il mondo, Graziela ha trovato una risposta: “I momenti di pace e felicità possono nascere dalle piccole cose, come uno

scatto fotografico. Il tempo presente è tutto quello che abbiamo e dobbiamo vivere questo tempo, assaporando ogni momento per rallegrare la nostra vita”. La sua carriera è in continua ascesa, sue opere sono già state esposte a Roma, Padova, Tivoli, l Parma, Montreux e San Paolo. s

he work of Graziela Gilioli in photography is of humanistic inclination and leads us to reflect on the way in which we conduct our choices to live a full and deep life. Graziela Gilioli's photography touches deeply the human themes, always pushing us to reflect on ourselves, in a very particular perspective linked to one's own life story. Through this objective she is carrying out an attentive work that makes us reflect on our convictions. In her photographs, both portraits and landscapes, the individual is the main subject and her images reveal with intensity and delicacy the sense of contemporary humanism. Besides being an artist who makes us to think upon our world she is good with people. Her photo sessions with families, couples and individuals create a serene atmosphere with a great empathy with people. She manages to capture images freely and spontaneously always with real scenarios as a background. It is a wonderful photographic experience for those who love the authenticity of things. Graziela Gilioli tries to find through photography the key to human relationships and to understand how can we make our choices to live better. After many years of study in various fields and many trips around the world, the answer is that moments of peace and happiness can come from small things, like a photographic shot. According to her, "Present Time is all we have and we must live this time, savoring every moment to rejoice our life". Graziela Gilioli is a Brazilian of Italian descent and has an eclectic academic background. She graduated in Social Sciences and Photography, as well as a Master in Luxury Brand Management at ESSEC Cergy-Pontoise. Her photography have already been exhibited in Rome, Padua, Tivoli, Parma, Montrel aux and San Paolo. s

INFO

graziela.gilioli@me.com www.grazielagilioli.com

@gilioli A sinistra: (on the left) Romance ©Graziela Gilioli 2011, USA

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Sopra: (above) Almost ready ©Graziela Gilioli 2012, France

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Luigi

Mapelli

M A P O

Bagaglio d'autunno - olio su tela - 70x90 cm.


Mimesi - olio su tela - 90x70 cm.

Ego sum qui sum - olio su tela - 90x70 cm.

w w w . a r t e m a p e . c o m


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Federica Marin Architetto, ricercatrice e fotografa d’arte

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Federica Marin - Confine 3 digital pictorial photography, lastra plexiglass, 2019, 100x100 cm.

Federica Marin - Confine 2 digital pictorial photography, lastra plexiglass, 2019, 100x100 cm.

rchitetto, Phd in Ingegneria civile e ambientale, fotografa e ricercatrice in ambito accademico: in un nome, Federica Marin. L’artista vanta una solida formazione negli studi artistici, nella grafica pubblicitaria e nella fotografia. Alla ricerca didattica-architet-

tonica ha sviluppato in parallelo un percorso artistico personale sulla percezione visiva attraverso l’uso della macchina fotografica. Lo studio della tecnica si è sviluppato con corsi professionali e workshop al Politecnico di Milano, con maestri di settore. Attraverso attente riprese fotografiche, compie una trasfigurazione dell’immagine colta del paesaggio, gli elementi visivi compongono ritmi autonomi dal reale fino a sfiorare l’astrazione e le fotografie sembrano intrise di morbida sostanza pittorica. I differenti temi affrontati negli anni (paesaggio, natura, città, architettura, moda) rappresentano i passaggi emotivi di ricerca profonda sul significato dell’immagine ripresa e dei sentimenti richiamati. L’artista ha approfondito questi percorsi artistici anche attraverso numerosi viaggi di studio in diversi paesi e continenti, alla ricerca di nuove dimensioni e insolite prospettive. Nella produzione delle opere, alla stampa tradizionale su carta fotografica, sia in b/n che a colori, si affianca la ricerca digitale su tela di grande formato e su supporti plastici come il plexiglass. La sua produzione artistica è descritta in dettaglio sull’Atlante dell’Arte Contemporanea (de Agostini). Federica Marin ha esposto le sue immagini in diverse personali e collettive, sia in Italia che all’estero, continuando l l’ascesa verso il successo. s

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solid artistic, graphic and advertising formation, as well as an architectural one, is the fundamental basis on which Federica Marin’s success is based. Impossible to define, it is not just an architect, it is not just a photographer, it is not just an artist: Marin is all this (and more), in one glance. The study of photographic technique started at a young age, at high school, has subsequently developed with professional courses and workshops at the Milan Polytechnic with masters of the sector. Today he knows both the most rigorous technique and the way of forgetting it to capture the moments that immediately affect his sensitivity. His images are the result of careful work of recovery, later post-produced to emphasize the rhythms of the movement (caught on the fact or just the result of our historical memory), to add physical and reading plans, to those already existing in reality . Photography itself would be a clear and simple real, concrete vision: what is, is what is impressed. Marin surpasses rationality in technique (consciously or not), and offers us parallel worlds, sometimes declined through deceptive reflections, as in a continuous play of mirrors, sometimes saturated with dominant colors. His photographic analysis is also clearly influenced by different cultures and places, there are in fact numerous places visited (Europe, India, America, Middle East, Russia, China, Mozambique and North Africa). It is certainly an artist dedicated to research and study, in continuous evolution, both technical and philosophical, in which decompositions and reflections are never ends in themselves. His talent has not remained quiet, there are many international exhibitions and awards that have honored his artistic expression, further validating its real value in l the art world. s

INFO federica.marin@fastwebnet.it

INSTAGRAM federica_archmarin FACEBOOK federica marin Federica Marin - Confine 1 digital pictorial photography, lastra plexiglass, 2019, 100x100 cm.

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Federica Marin - Confine 4 digital pictorial photography, lastra plexiglass, 2019, 100x100 cm.

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Miriam Tornese L’espressione dei sogni

Non devi raccogliere un fiore se poi lo devi sciupare, se ogni giorno gli devi togliere un petalo,o se lo devi chiudere in un libro. Un fiore con la sola corolla non vive, petalo dopo petalo il fiore muore

T Myriam Tornese - Passione - crete su legno

ra gli interpreti presenti nello scenario artistico del nostro secolo, Myriam Tornese è sicuramente tra gli Artisti che entreranno nella “Storia”, per la forte carica espres-

INFO miriamtornese@gmail.com Myriam Tornese nasce a Charleroi nel 1958. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Lecce, ha esposto in numerose personali e rassegne in Italia e all’estero, ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti. Le sue opere figurano in numerose collezioni private e pubbliche, oltre ad essere pubblicate su autorevoli cataloghi di arte. L’artista vive ed opera a Castri di Lecce.

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Myriam Tornese siva dei suoi ritratti che hanno sempre ammaliato l’occhio dello spettatore. La presenza muliebre ha un ruolo primario nella sua vasta produzione pittorica: nel fascino della femminilità Myriam ha trasferito l’entità del suo “io”, sublimandolo con il proprio linguaggio pittorico. Nei suoi ritratti si evidenzia un modo di fare arte sui generis; infatti, il suo espressionismo gode di quell’inconscio mondo interiore di cui sono pregne le immagini dei suoi dipinti, escludendo il richiamo ad alcuna ideologia. Quanta sapienza descrittiva affiora dagli sguardi e dal lieve sorriso delle labbra dei ritratti di Myriam, il cui tema comune è l’amore: l’Amore con tutte le sue emozioni da far vibrare il cuore. Nei sui dipinti il segno diviene un «unicum» con il colore,vestendosi di una luce interiore che irradia le immagini dei volti, esaltando le sensazioni che sa donare solo chi sa esprimersi con grazia ed eleganza estetica. La donna in questi ritratti viene vista da Myriam Tornese, non tanto per quello che è, ma come espressione dei suoi sogni, dei suoi pensieri, in accordo con i dolci sentimenti del suo animo. Anna Francesca Biondolillo

Sopra: Myriam Tornese - Fiori_alla_finestra tempera su tela, 30x40 cm. Sotto: Myriam Tornese - L_infinito acqurello su carta, 35x40 cm.

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Legami a Palazzo Magnani Relazioni interpersonali e comportamenti sociali in Fotografia Europea 2019 di

Lucia Garnero

T Michele Nastasi - Al Satwa, Dubai, Dubai, UAE, 2015 T® Michele Nastasi

Piefrancesco Celada - I wish I knew your name Japan_Nagoya 2009. Courtesy Celada

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orna il 12 aprile, e sarà aperto al pubblico fino al 9 giugno, il festival che indaga tutte le potenzialità della disciplina che meglio sa illustrare ed interpretare la straordinaria complessità della società contemporanea. “Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi” è il tema della XIV edizione di Fotografia Europea a Reggio Emilia, sotto la direzione artistica di Walter Guadagnini. Ideata dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani, l'evento espositivo si avvale della collaborazione del Comune di Reggio, della Regione Emilia-Romagna, del sostegno del Ministero per i Beni culturali e di una consolidata rete di sinergie che hanno portato la città a dialogare con diverse istituzioni culturali, dalla Fondazione MAST di Bologna al Centro studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. La straordinaria rete Sistema Festival Fotografia, di cui Fotografia Europea fa parte, comprende anche gli appuntamenti Photolux Festival di Lucca, Cortona On The Move, Festival della Fotografia Etica di Lodi e SI FEST di Savignano sul Rubicone. “Tra le centinaia di opere esposte spiega Guadagnini - ce n’è una che sintetizza tutti i temi di questa edizione: è un video realizzato in Giappone da una giovane artista francese,

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zato americano; vengono presentate, attraverso 120 immagini, le tappe salienti della carriera e della vita di Horst (1906-1999), evidenziandone la connessione con il tema del festival, sia nelle vicende biografiche che nei legami e nelle relazioni tra arte e immagine pubblicitaria. Al grande maestro della fotografia americana contemporanea Larry Fink è dedicata un’ampia antologica, dal titolo Unbridled Curiosity, ospitata da Palazzo da Mosto, Sotto: Horst P. Horst - Mainbocher corset Paris 1939, 40,5x50,5 cm. Courtesy Paci contemporary gallery (Brescia, Porto Cervo, IT) Sopra: Larry Fink - The Apple Eater Pennsylvania, October 2012 T® Larry Fink

e vede il dialogo muto tra il corpo di un ballerino e un robot, che si muovono insieme, confrontando le loro diversità. Ecco, ‘Fotografia Europea’ mette in scena i rapporti tra le persone, tra le culture, tra i saperi, dal punto di vista individuale e da quello collettivo, da quello privato a quello pubblico. Attraverso antologiche di grandi maestri […] vogliamo scoprire i legami profondi tra le persone, ma anche tra la fotografia e il mondo”. Il Giappone, paese ospite di quest'edizione, è presentato da diverse voci, come quella di Motoyuki Daifu con le sue venti immagini inedite tratte dall'ironica serie Holy onion, che ritrae la madre nell’atto di sbucciare una cipolla all’interno di una cucina, assegnando un valore iconico a un atto apparentemente banale. Straordinariamente ricche, all'interno del percorso espositivo, le antologiche di grandi maestri del passato come Horst P. Horst, del presente come Larry Fink. Palazzo Magnani ospita la mostra del fotografo tedesco, naturaliz-

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con oltre 90 immagini, realizzate tra gli anni sessanta e oggi: quanto esposto mira a evidenziare quei legami tra le persone e tra le persone e i luoghi che l'artista, nel corso di tutta la sua carriera, ha saputo immortalare con occhio attento e “sfrenata curiosità”, mischiandosi ai contesti, rubando momenti di intimità e mettendo in evidenza l’anima dei soggetti ritratti. Nella medesima sede espositiva, Arabian Transfer di Michele Nastasi mette in luce la condizione transitoria di sei città della Penisola Araba, concepite come una sorta di “laboratorio vivente in cui le aspirazioni identitarie locali si confrontano con i modelli occidentali e con le culture di provenienza degli abitanti”. Giovanni Chiaramonte racconta, alla Chiesa di San Nicolò al Battistero, il suo viaggio Verso Gerusalemme, passando da quei luoghi nei quali ha preso forma la storia dell’Occidente, tra le rovine lasciate dalle guerre del XX secolo. In tutte le occasioni espositive previste, per tutti gli artisti, il ruolo dirompente è assegnato, sempre, al "soggetto esposto": il Legame, che delinea gli orizzonti spazio-temporali, collettivi e individuali del l mondo in cui viviamo. s

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Sopra: Francesco Jodice - Rivoluzioni film, HD, 20min circa, 2019, film still Sotto: Pixy Liao Try to live like a pair of Siamese twins I, 2009

Sopra: Motoyuki Daifu - Holy Onion 2019, detail from a set of 30 color photographic prints, dimensions variable Courtesy of the artist and MISAKO & ROSEN, Tokyo

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FOTOGRAFIA EUROPEA 2019 - XIV edizione LEGAMI. IntimitĂ , relazioni, nuovi mondi 12 aprile 2019 - 9 giugno 2019 Palazzo Magnani, Reggio Emilia INFO T. +39 0522 444446 info@palazzomagnani.it Opening 12 aprile 19.00 - 23.00 13 aprile 10.00 - 23.00 14 aprile 10.00 - 20.00 Aperture straordinarie 22, 25 e 26 aprile 10.00 - 19.00 1, 2 e 3 maggio 10.00 - 19.00 Aperture serali 27 aprile 10.00 - 23.00 4, 25 maggio 10.00 - 23.00 1, 8 giugno 10.00 - 23.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fotografiaeuropea.it

Vittorio Mortarotti Untitled, dalla serie "The First Day of Good Weather" Giappone, 2013 Courtesy Van Der Gallery

Tove Andresen

Tove Andresen - Springtime 1 - acrylic on canvas, 135x135 cm.

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Letizia Battaglia a Venezia I suoi ritratti incantano la Casa dei Tre Oci di Vincenzo Chetta

La fotografia l’ho vissuta come documento, come interpretazione e come altro ancora [...]. L’ho vissuta come salvezza e come verità.

È

una delle fotografe italiane più significative, una delle prime fotoreporter del bel paese, una grande antologia che ne scorre la carriera, proponendo al grande pubblico 200 immagini, tra le quali molte inedite. Stiamo parlando di Letizia Battaglia (Palermo, 1935)

Letizia Battaglia

e della mostra personale ospitata presso la Casa dei Tre Oci di Venezia, visitabile sino al 18 agosto di quest’anno. Letizia Battaglia non è “solo” una fotografa: è regista, ambientalista, assessore negli anni della Primavera Siciliana, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, editore delle Edizioni della Battaglia, cofondatrice del

centro di documentazione “Giuseppe Impastato”. Il suo essere è riscontrabile nelle sue immagini, presenti nella mostra “Fotografia come scelta di vita”, curata da Francesca Alfano Miglietti, organizzata da Civita Tre Venezie, in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia, con la partecipazione della Fondazione di VeLetizia Battaglia, Vicino la Chiesa di Santa Chiara. Il gioco dei killer, 1982, Palermo © Letizia Battaglia

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In alto: Letizia Battaglia, La bambina con il pallone, Quartiere La Cala, 1980, Palermo © Letizia Battaglia A sinistra: Letizia Battaglia, La ricamatrice, 1987, Montemaggiore Belsito © Letizia Battaglia

nezia. Il percorso espositivo si focalizza sugli argomenti che hanno costruito la cifra espressiva più caratteristica di Letizia Battaglia, I ritratti sono solo alcuni capitoli che compongono la rassegna, a questi si aggiungono le città come Palermo, e quindi la politica, la vita, la morte, l’amore. Quello che ne risulta è il vero ritratto di Letizia Battaglia: una intellettuale controcorrente, ma anche una fotografa poetica, una donna che si è interessata di ciò che la circondava e di quello che, lontano da lei, la incuriosiva, senza tabù e senza paraocchi, propri o imposti. Conosciuta soprattutto per aver documentato con le sue fotografie quello che la mafia ha rappresentato per la sua città,

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LETIZIA BATTAGLIA

Photography as a life choice

Casa dei Tre Oci, Venezia March 24 - August 18, 2019

T

he Casa dei Tre Oci in Venice will be hosting a large-scale anthological show of the work by Letizia Battaglia (Palermo 1935), one of the most significant protagonists of Italian photography, and it will range over her whole career. The show, curated by Francesca Alfano Miglietti, organised by Civita Tre Venezie, promoted by the Fondazione di Venezia, and with the participation of Tendercapital, presents 300 photographs, many of which have never been exhibited before, and which reveal the social and political context in which they were shot. The selection of photos, undertaken together with the Letizia Battaglia archive, from the first had the help of Marta Sollima and, for the search for further choices, of Maria Chiara De Trapani. The exhibition itinerary will focus on those arguments that have been at the heart of the most characteristic expressive aspects of Letizia Battaglia and that have led her to make a deep and continuous social criticism while avoiding clichés and questioning the visual premises of contemporary culture. The portraits of women, men, animals, and children are only some of the chapters that make up

Letizia Battaglia - Lunedì di Pasquetta a Piano Battaglia, 1974 © Letizia Battaglia

the show; added to these are photos of cities such as Palermo, and then those devoted to politics, life, death, love, as well as two films that inquire into her human and artistic activities. The result is a genuine portrait of Letizia Battaglia, a nonconformist intellectual but also a poetic and political photographer, a woman who interests herself in what surrounds her and in what, distant from her, arouses her interest. As she herself has said, “I have experienced photography as a document, as an interpretation, and as many other things […]. I have experienced it as salvation and as truth”. She also stated, “I am a person and not just a photographer. Photography is part of me, but it is not the absolute part, even if it takes up so much time.” Speaking of Letizia Battaglia’s career, Francesca Alfano Miglietti remarks, “What the exhibition project aims at showing are ‘forms of attention’: something that comes about even before the photos, because Letizia Battaglia questions herself about everything that her eyes fall on, perhaps a murder or a child, a view or a gathering, a person or the sky. Looking has been her main activity and has ‘materialised’ in extraordinary images”. Known above all for having recorded with her photos what the mafia has represented for her city, from murders to mourning, from political intrigues to the struggle represented by

Falcone and Borselino, during her career Letizia Battaglia has also recounted the life of the poor and public uprisings, always with her city as the centre of her observations of reality, as well as its urban landscape. Letizia Battaglia “treats” her work almost as a poster, exhibiting her convictions in a direct, true, poetic, and educated manner, thus revolutionising the role of news photography. She learned her technique while “on the street”, and her images at once distinguish themselves for their attempt to capture a powerful emotion and almost always a feeling of “pietas”. The subjects of Letizia, which are never selected by chance, trace out an itinerary aimed at strengthening her own ideologies and convictions about society, political involvement, marginalised situations, the violence provoked by power wars, and the emancipation of women. Many documentaries have investigated her figure both as a woman and as an artist, the most recent of which was presented at the 2019 edition of the Sundance Film Festival. The film Shooting the Mafia, directed by Kim Longinotto, recounts Letizia Battaglia as a journalist and artist who, with her camera and her own eventful life, is a firsthand witness to a historical period fundamental to Sicily and to Italy, the period that culminated in the barbarous slaughter of Giovanni l Falcone and Paolo Borsellino. s

nel corso della sua carriera ha raccontato anche la vita dei poveri e le rivolte delle piazze, tenendo sempre la città come spazio privilegiato per l’osservazione della realtà. Le sue immagini sono come un manifesto: espone le sue convinzioni in maniera diretta, vera, poetica e colta, rivoluzionando così il ruolo della fotografia di cronaca. Impara la tecnica fotografando, cattura le emozioni dei suoi soggetti, mai scelti casualmente, per

poter esprimere il proprio pensiero. Accompagna la mostra un interesl sante catalogo Marsilio Editori. s

A sinistra: Letizia Battaglia - Il Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, democristiano, fratello di Sergio Mattarella, attuale Presidente della Repubblica, è stato appena colpito a morte da killer mafiosi, davanti alla moglie e alla figlia. (Prima di una sequenza), 1980, Palermo © Letizia Battaglia

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LETIZIA BATTAGLIA

Fotografia come scelta di vita 21 marzo - 18 agosto 2019 Casa dei Tre Oci, Venezia INFO T. +39 041 24 12 332 info@treoci.org Tutti i giorni 10.00 - 19.00 Chiuso il martedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.treoci.org

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www.concettadepasquale.it concedepasquale@virgilio.it concetta.depasquale.507

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Viaggio in Sicilia – cm 40x40 – 2019 – olio e muffe marine su carta nautica

CONCETTA DE PASQUALE

Sulla rotta del cuore – cm 40x40 – 2019 - olio e muffe marine su carta nautica


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Sintesi In mostra l’intera carriera di Franco Fontana di Rebecca Maniti

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odena rende omaggio a Franco Fontana, uno dei suoi artisti più importanti e tra i più conosciuti a livello internazionale. Fin dagli esordi, Fontana si è dedicato alla ricerca sull’immagine fotografica creativa attraverso audaci composizioni geometriche caratterizzate da prospettive e superfici astratte significandone e testimoniandone la forma. Le sue fotografie sono state spesso associate alla pittura astratta modernista, per la quale il colore è un elemento centrale, mentre le linee dissimulano la rappresentazione della realtà. Fino al 25 agosto 2019, FONDAZIO-

NE MODENA ARTI VISIVE, nelle tre sedi della Palazzina dei Giardini, del MATA - Ex Manifattura Tabacchi (al momento di andare in stampa questa sede è chiusa per ripristino dopo un deplorevole atto vandalico) e della Sala Grande di Palazzo Santa Margherita, ospita “Sintesi”. La mostra, suddivisa in due sezioni, ripercorre oltre sessant’anni di carriera dell’artista modenese e traccia i suoi rapporti con alcuni dei più autorevoli autori della fotografia del Novecento. La prima parte, curata dalla direttrice Diana Baldon, è allestita nella Sala Grande di Palazzo Santa Margherita e nella Palazzina dei Giardini: paesaggi urbani e naturali conducono il visitatore in un ideale viaggio

Servono umiltà, passione, tempo e coraggio… Se si va senza sapere dove andare, non si arriva da nessuna parte.

Franco Fontana

Franco Fontana - New York, 1986 Stampa Colour Fine Art Giclée, Hahnemuhle Baryta FB 350 gsm su Dibond. 136x200 cm. Copyright Franco Fontana. Courtesy Franco Fontana Studio

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M Franco Fontana - Spagna, 1985 Stampa Colour Fine Art Giclée, Hahnemuhle Baryta FB 350 gsm su Dibond. 136x200 cm. Copyright Franco Fontana. Courtesy Franco Fontana Studio

Franco Fontana - Havana, 2017 StampaColour Fine Art Giclée, Hahnemuhle Baryta FB 350 gsm su Dibond. 136x200 cm. Copyright Franco Fontana. Courtesy Franco Fontana Studio

Franco Fontana - Zurigo, 1981 Stampa Colour Fine Art Giclée, Hahnemuhle Baryta FB 350 gsm su Dibond. 136x200 cm. Copyright Franco Fontana. Courtesy Franco Fontana Studio

SINTESI FMAV, Modena March 23 – August 25, 2019

odena pays tribute to Franco Fontana (b. 1933), one of the city’s most important and internationally acclaimed artists. From 23 March to 25 August 2019, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE will host an exhibition, titled ‘Synthesis’, over three sites Palazzina dei Giardini, MATA - the former tobacco factory and the Sala Grande of Palazzo Santa Margherita - tracing more than 60 years of the artist’s career and exploring his personal relationships with some of the greatest photographers of the 20th century. The exhibition is subdivided into two sections. The first, curated by Diana Baldon, director of FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, is installed in the Sala Grande of Palazzo Santa Margherita and in the Palazzina dei Giardini. Including 30 artworks created between 1961 and 2017, the majority of which have never previously been exhibited, selected from the artist’s vast photographic archive, this section presents the synthesis - evoked in the show’s title - of Fontana’s artistic career. This core group of works comprises quintessential examples of the photographer’s signature style: urban and rural landscapes that transport their audience on a fantastical journey, from Modena to Cuba via China, the USA and Kuwait. From the outset, Fontana sought to develop an artistic practice that embraced creative photographic imagery: his bold geometric compositions are characterised by abstract perspectives and surfaces that bear witness and give significance to their forms. The images explore a variety of themes, ranging from mass culture to leisure, from travel to speed, as an allegory of the freedom of the individual, in which the human figure is almost always absent or viewed from a distance. Fontana’s photographs are often associated with modernist abstract painting, in which colour is a key element, while the geometric outlines of the depicted forms obscure the representation of reality. By adopting this innovative approach during the 1960s, Fontana injected a new energy and vitality into the field of creative colour photography. The second section, curated by Fontana himself and installed at MATA - Ex Manifattura Tabacchi, presents around 120 photographs selected from the collection of 1.600 artworks that the artist donated to Modena City Council and Civic Art Gallery in 1991. These works constitute an important element of the collection’s heritage, which is now managed by Fondazione Modena Arti Visive. This section of the exhibition highlights the close relationships the artist fostered with some of the greatest names in international photography. During the mid-1970s, Fontana began to exchange prints with other artists and, over the years, amassed hundreds of works by many of the most important photographers both in Italy and abroad, including Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Josef Koudelka, Arnold Newman and Sebastião Salgado, to name but a few. Drawing on the artist’s personal memories, this section testifies to both the diversity and sincerity of the relationships Fontana developed with his fellow photographers the world over, in many cases forming life-long friendships, and the high regard in which he was held by them is attested to in the affectionate, personal dedications that frequently attended the works. The exhibition will be l accompanied by a catalogue. s

Franco Fontana - New York, 1995. Stampa Colour Fine Art Giclée, Hahnemuhle Baryta FB 350 gsm su Dibond. 136x200 cm. Copyright Franco Fontana. Courtesy Franco Fontana Studio

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che lega Modena a Cuba, alla Cina, agli Stati Uniti e al Kuwait. La seconda sezione, curata dallo stesso Franco Fontana, è ospitata al MATA e proporrà fotografie selezionate dal fondo che Franco Fontana ha donato al Comune di Modena e Galleria Civica. La collezione delinea i rapporti intrecciati dall’artista con i grandi protagonisti della fotografia internazionale, da Giacomelli a Ghirri e Gianni Berengo Gardin, da Newman a Salgado. Questa sezione testimonia la genuinità delle relazioni di Fontana con colleghi di l tutto il mondo, oltre alla sua raffinata esperienza. s

FRANCO FONTANA Sintesi

23 marzo – 25 agosto 2019 Fondazione Modena Arti Visive, Modena Palazzo Santa Margherita / Palazzina dei Giardini / MATA A seguito dell’atto vandalico del 20 marzo, avvenuto all’interno dei locali del MATA, il percorso espositivo si svilupperà, temporaneamente, nelle due sedi di Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini. INFO T. +39 059 2032911 Da mercoledì a venerdì 11.00-13.00 / 16.00-19.00 Sabato, domenica e festivi 11.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fmav.org

[1] e [3] Veduta della personale Franco Fontana. Sintesi FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzo Santa Margherita, Sala Grande. Ph. ©Rolando Paolo Guerzoni, 2019 [2] e [4] Veduta della personale Franco Fontana. Sintesi FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina dei Giardini. Ph. ©Rolando Paolo Guerzoni, 2019.

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ANTONIO GALLINA

www.antoniogallina.com BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE togallin@yahoo.it Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it


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D E

C O R R A D O B E N E D I C T I S corrado.debenedictis@gmail.com

Visioni - 2006, tecnica mista su tavola, 60x120 cm.

Storm - 1996, olio su tela, 40x30 cm.

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Vivian Maier La tata fotografa di Mario

Gambatesa

Vivian Maier - Untitled, Chicago, IL, July 1979 30x40 cm. (11x14 inch.), framed 40,5x50 cm. ©Estate of Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

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ino a qualche anno fa, nessuno conosceva il nome di Vivian Maier (1926-2009), ad oggi è definita una delle massime esponenti della street photography. Vivian, singolare e misteriosa artista, per tutta la sua vita ha fatto la tata presso le case dei ricchi a Chicago, una volta andata in pensione ha condotto una vita tranquilla fino all’età di ottantatré anni. In quel preciso momento l’unica traccia che lascerà, sarà un numero cospicuo di rullini mai sviluppati, trovati all’interno di alcuni mobili che dopo la sua morte erano stati messi all’asta. Una storia di certo singolare come lo sono le sue straordinarie fotografie di purissima spontaneità e di gran valore espressivo. Vivian ha fotografato ciò che vedeva e ciò che conosceva meglio: il suo sguardo riflesso nello

specchio, cercando di immortalare non solo ciò che vedeva, ma anche la maniera in cui lo vedeva. Riusciva a ritrovare il suo sguardo in tutte le cose che la circondavano, nelle forme, negli occhi delle persone che incontrava per le strade di Chicago, colti al volo, di passaggio eppure inevitabilmente fissati per sempre. Il percorso espositivo organizzato alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia fino al 5 maggio prossimo, propone un racconto per immagini composto da oltre cento fotografie in bianco e nero e a colori, oltre che da pellicole super 8 mm. La rassegna, curata da Anne Morin e da Piero Francesco Pozzi è promossa dalla Fondazione Teatro Fraschini e dal Comune di Pavia – Settore Cultura, Turismo, Istruzione, Politiche giovanili, prodotta e organizzata da ViDi, in collaborazione con di Chro-

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ma photography, John Maloof Collection. Nata a New York da madre francese e padre austriaco, Vivian trascorse la maggior parte della sua giovinezza in Francia. Nel 1951 torna a vivere negli Stati Uniti e inizia a lavorare come tata per diverse famiglie, una professione che manterrà per tutta la vita. Vivian non esce mai di casa senza la sua macchina fotografica, con uno spirito curioso e una ostinata attenzione per i dettagli, ritrae le strade e i suoi abitanti, i bambini, gli animali, gli oggetti abbandonati, i graffiti, i giornali e tutto ciò che gli scorreva davanti agli occhi. Una vera e propria volontà di salvare la realtà per come si presenta, senza inganni. La vita di questa fotografa ci porta a pensare e a porre delle domande, il perché non abbia mai stampato quei rullini oppure il motivo per cui In alto: Vivian Maier - Untitled, 1954, New York 40x50 cm. (16x20 inch.) Framed 53,2x63,4 cm. ©Estate of Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY A destra: Vivian Maier - May 1976 30x40 cm. (11x14 inch.) Framed- 40,5x50 cm. ©Estate of Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY In basso: Vivian Maier - Untitled, Chicago, IL, August 1976 30x40 cm. (11x14 inch.) Framed 40,5x50 cm. ©Estate of Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

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non abbia mai mostrato i propri scatti alle persone che conosceva... Perché celare al mondo così tanta bellezza? Sono numerosi i quesiti che aleggiano intorno alla figura di Vivian Maier. A noi restano le sue creazioni e l’idea di immaginarla per stra-

da, in quel preciso istante in cui pone lo sguardo nel mirino della macchina, dito fermo sul click l dell’otturatore e subito dopo silenzio. s

VIVIAN MAIER Street photographer 09 febbraio – 05 maggio 2019 Scuderie del Castello Visconteo, Pavia INFO T. +39 0382 33676 info@scuderiepavia.com Da martedì a venerdì 10.00-13.00 / 14.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.scuderiepavia.com

Vivian Maier - New York, 1953 40x50 cm. (16x20 inch.) Framed 53,2x63,4 cm. ©Estate of Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

SIGRUN NEUMANN

www.sigrun-neumann-sineu.com

Studio Galerie

6 bis rue des Récollets F-75010 Paris www.studiogaleriebb.com

exposition * sphère et paysage humain * du 18 juin – 30 juin 2019 vernissage mardi 18 juin a 18h



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Ravi Agarwal Al PAV di Torino, il pensiero ecologista indiano di Daniela

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Malabaila

n Italia abbiamo molti luoghi d’arte, di non “convenzionali” purtroppo pochi, e da questi, forse, bisogna ripartire. Uno di questi luoghi è il PAV-Parco Arte Vivente: un Centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate. Il PAV comprende un sito espositivo all’aria aperta ed un museo interattivo, luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti. É qui che si può visitare, sino al 9 giugno, “Ecologies of Loss”, la

prima personale italiana dell’artista indiano Ravi Agarwal. La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino. Con essa, sotto la cura di Marco Scotini, prosegue l’indagine del rapporto tra pratiche artistiche e pensiero ecologista nel continente asiatico. Tra i maggiori esponenti della scena artistica indiana, da decenni Ravi Agarwal conduce una pratica interdisciplinare come artista, fotografo, attivista ambientale, scrittore e curatore. La fotografia è però il medium d’e-

lezione per il lavoro di Agarwal. Registra i cambiamenti in corso nell’ambiente a partire dal lato della perdita e proprio da qui deriva il titolo della mostra. La perdita dell’animale (gli avvoltoi della parte meridionale dell’Asia) non è distinta dall’estinzione della coltura del garofano indiano; la perdita del fiume Yamuna, da quella del linguaggio antico, fino alla perdita del sé soggettivo. Come afferma Agarwal: “Il fiume non è solo un corpo d’acqua che scorre attraverso la città, ma una rete di miriadi di relazioni interconnesse alla città, l ai suoi abitanti e alla natura.” s Ravi Agarwal - Alien Waters serie fotografica, 2004-2006. Courtesy l'artista.

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ECOLOGIES OF LOSS Ravi Agarwal PAV, Torino March 09 – June 09, 2019

P I L AT O

O

n Friday 8th March 2019, PAV Parco Arte Vivente will present “Ecologies of Loss”, the first Italian solo exhibition of the Indian artist Ravi Agarwal. Curated by Marco Scotini, this exhibition continues his investigation into the relationship between artistic practices and ecological thought in the Asian continent, begun with the solo exhibition of the Chinese artist Zheng Bo Weed Party III. This investigation (around which there will soon be other events), wants to take stock of the “centrality of Asia in the climate crisis” as claimed by Amitav Ghosh. As one of the major exponents of the Indian art scene, Ravi Agarwal has, for decades, lead an inter-disciplinary practice as an artist, photographer, environmental activist, writer and curator. His work explores vital questions of the contemporary era such as, ecology, society, urban and rural spaces, and capital. For more than forty years, photography has been the preferred element in Ravi Agarwal’s work and this has subsequently experienced a more extended dimension thanks to the inclusion of installations, video, public art interventions, and diaries within projects lasting several years. The decentralized nature of his approach (plural, fractal, polyphonic), places Ravi Agarwal amongst those exponents of a nomadic science (Deleuze and Guattari) who act against unitary, theoretical examples in favor of lesser, fragmentary and local forms of knowledge. Moved by the desire to take back control of autonomous, collective powers subtracted from capitalism, self-management and self-government, and cooperation in human and extra-human labor, Agarwal records the ongoing changes in the environment, beginning from the side of the losses. This results in the exhibition’s title, Ecologies of Loss, created for the PAV. In this sense, given that this is his first solo exhibition in Italy, it tries to bring together nuclei of works chronologically disposed over the years: from Have you Seen the Flowers on the River (2007-2010) to Extinct? (2008), from Alien Waters (20042006) to Else All Will Be Still (2013-2015). Within these extensive areas of research, the loss of animals (the community of vultures in the southern part of Asia) is no different to the threat of extinction for the Indian carnation crops (its sustainable economy and significant rituals), the loss of the Yumana River from that of language (with recourse to ancient Sangam literature written in Tamil), through the loss of the subjective self – in accordance with a logic of ecosystemic interconnections by means of which, no one l element can be isolated from the others. s

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Araba fenice 2018 Collage di stoffa con dettagli in acrilico e piume 60 x 90 cm

Tutte le immagini sopra: Ravi Agarwal - Else, all will be still serie fotografica, 2013-2015. Courtesy l'artista.

ECOLOGIES OF LOSS Ravi Agarwal 09 marzo – 09 giugno 2019 PAV - Parco Arte Vivente, Torino INFO T. +39 011 3182235 info@parcoartevivente.it Venerdì 15.00 - 18.00 Sabato e domenica 12.00 - 19.00 Scuole e gruppi su prenotazione dal martedì al venerdì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

Ylenia Pilato nasce a Lacco Ameno il 16 ottobre 1986. Vive a Forio d’Ischia, in provincia di Napoli. Autodidatta, crea quadri su tela con pezzetti di tessuto di svariate forme e dimensioni che si compenetrano tra di loro in un forte impatto cromatico nella loro morbidezza corporea. Ha partecipato a numerosi eventi d’arte di prestigio in Italia e all’estero, ottenendo vari premi e riconoscimenti. Filo conduttore, oltre alla passione per i tessuti, è rappresentato dal recupero. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, la celebre frase di Antoine Lavoisier diventa il suo motto.

www.parcoartevivente.it

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orchideayly@hotmail.it


Mariella Relini m a r i e l l a . r e l i n i @ y a h o o . i t

Mariella Relini - Sfera Policroma, 2018, ceramica e smalti, ø 30 cm.

Mariella Relini - Senza titolo, 2017 tecnica mista su tela, 100x70 cm.


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Nicola Tanzini: Tsukiji Il reportage sul mercato ittico più iconico del mondo di

Ettore Tiretto [1]

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l Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova ospita “Tokyo Tsukiji”, il reportage realizzato da Nicola Tanzini all’interno di Tsukiji, quello che era il mercato ittico più grande al mondo. Il 6 ottobre 2018 infatti, dopo 83 anni dalla sua apertura, il mercato di Tsukiji è stato definitivamente chiuso per far spazio alle Olimpiadi del 2020. Nella storia dell’arte giapponese, è spesso soggetto delle stampe policrome ukiyoe, simbolo di prosperità e operosità. Certo, nei secoli è mutato assecondando le trasformazioni dell’assetto urbanistico della capitale, ma si è sempre confermato indicatore della vivacità commerciale. In oltre due anni di lavoro, Nicola Tanzini (già fondatore di Street Diaries, un progetto itinerante e in costante evoluzione sulla fotografia di strada) ha scelto di catturare coi suoi scatti un lato poco noto di Tsukiji, nel momento di dismissione delle attività che precedono la chiusura, quando tutto finalmente si ferma e gli operatori possono sospendere il lavoro, iniziato prima dell’alba. L’esposizione è curata da Aurora Canepari, direttrice del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone e da Benedetta Donato, curatrice del progetto editoriale: 28

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fotografie per raccontare uno dei luoghi più iconici della capitale nipponica. Seguendo il percorso espositivo possiamo notare il dialogo tra le immagini di Tanzini e la collezione d’arte giapponese del Museo, considerata la più importante in Italia e tra le più importanti d’Europa. Tokyo.Tsukiji è la prima pubblicazione editoriale di Nicola Tanzini, importante per approfondire il suo lavoro, con al centro, sempre, i comportamenti e le situazioni quotidiane appartenenti l alla natura umana. s Tutte le immagini sono di Nicola Tanzini: [1] TokyoTsukiji#23 © Nicola Tanzini [2] TokyoTsukiji#108 © Nicola Tanzini [3] TokyoTsukiji#113 © Nicola Tanzini [4] TokyoTsukiji#131 © Nicola Tanzini [5] Street Tokyo, 2016 © Nicola Tanzini

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TOKYO TSUKIJI Fotografie di Nicola Tanzini 22 febbraio - 05 maggio 2019

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, Genova INFO T. +39 010.542285 museochiossone@comune.genova.it

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Da martedì a venerdì 09.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.chiossone.museidigenova.it

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A Firenze le superdonne di Lediesis

Un omaggio a 8 donne iconiche per le vie di Firenze, otto murales che riproducono altrettante donne famose che strizzano l’occhio “in versione Super” di Flavio

Ennante

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n occasione dell’ 8 marzo a Firenze sono apparsi su alcune finestre cieche, nei luoghi più strategici del centro storico, 8 graffiti di Lediesis: Margherita Hack, Frida Kahlo, Principessa Leila, Sophia Loren, Rita Levi Montalcini, Nefertiti, Uma Thurman e persino la Madonna. Ad accomunarle una maglietta con la S di Superman ed l’atto di strizzare l’occhio ai passanti. 8 “Super donne” in omaggio all’universo femminile, celebrando altrettante donne iconiche. Nello stesso week end è partita una vera e propria caccia al tesoro complice anche la viralità dei social network. L’artista, come è consuetudine di molti street artist, vuole mantenere segreta la sua identità, si firma semplicemente Le# e su instagram appare come Lediesis. Firenze dunque, città già ricca d’arte, grazie a Lediesis ha una nuova attrattiva, questa volta, senza bisogno di coda per l acquistare il biglietto. s

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FIRENZE

Titolo Le “Super Donne” di Lediesis Instagram.com/lediesis

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Street Artwork Location 01 | FRIDA KAHLO Via Palazzuolo 02 | RITA LEVI MONTALCINI Via delle Oche 03 | LA MADONNA Via Dante Alighieri 04 | PRINCIPESSA LEILA Via dei Cimatori 05 | UMA THURMAN Chiasso di Manetto 06 | MARGHERITA HACK Piazza del Carmine 07 | NEFERTITI Via Toscanella 08 | SOFIA LOREN Via delle Caldaie 133



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