Biancoscuro Art Magazine #43

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biAncoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 43 - dicembre 2020 / gennaio 2021 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

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ISSN 2385-1708

Il super potere dell’anonimato I messaggi di Banksy, a Roma La storia a colori Capa e lo sguardo sulla realtà BIANCOSCURO Art Contest I vincitori della 7ª edizione Artissima Unplugged L’edizione 2020 si reinventa Passeggiando all’indietro Minorca: l’anima rapita

Pier Paolo Lorenzini

Intervista all’Artista vincitore del BIANCOSCURO Art Contest


BAC winter edition - APERTURA ISCRIZIONI 21 DICEMBRE 2020 20 Premi 20 Prizes:

6 Premi “Mostra Collettiva” assegnati dalla Commissione Critica 1 16 Prizes “Collective Exhibition” assigned by the critic committee 1 Premio “Mostra Collettiva” assegnato giuria popolare (Facebook+Instagram) 1 Prize “Collective Exhibition” assigned by popular jury (Facebook + Instagram)

2 Premi Copertina Biancoscuro assegnati dalla Commissione Critica 2 Prize Biancoscuro Magazine cover assigned by the critic committee 1 Super Premio finale (Valore di 3.000 Euro) 1 Final Super Prize (Value 3.000 Euro)

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Tutte le opere saranno pubblicate sulla rivista BIANCOSCURO e sul nostro sito!

All the artworks will be published on the BIANCOSCURO magazine and on our website!

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BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

BIANCOSCURO Art Contest 2020. I vincitori

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In copertina: (on the cover) Pier Paolo Lorenzini Dai “cenci” di bottega all’arte che dona “sensazioni dimenticate”

Il Maestro del Rinascimento Art Basel Miami Beach Raffaello e l’eterna bellezza OVR Miami Beach: le Gallerie e la programmazione extra L’Ottocento italiano a Lecco. La rivoluzione culturale scapigliata

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Artissima Unplugged. L’edizione 2020 si è reinventata in una nuova formula

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Forma dell’alterità che è in noi. La natura di Ligabue e Vitaloni a La storia a colori. Capa Palazzo Tarasconi e lo sguardo sulla realtà

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Il super potere dell’anonimato. I messaggi di Banksy, a Roma

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Industry, work and Inventions. Al MAST, la fotografia ritrae il mondo contemporaneo

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L’arte del Centro Pecci. Il ruolo dell’artista nella realtà in cui viviamo

La ritualità ereditaria dell’uomo moderno. Gli scatti di Massimo Vitali al MEF di Torino

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Street Art: “Beyond Walls” La Land Art dell’artista Saype

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Minorca: l’anima rapita Introduzione ai percorsi del mito [20ª puntata]

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Over the Cover: John Wieser Art... The soul for a wall

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e

43 ISSUE December 2020 / January 2021

Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

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Gianmaria Potenza per PGC. Una sua opera per sostenere la Collezione Peggy Guggenheim

BillyRayArt for AC Milan. La galleria milanese omaggia la squadra di casa

Arte durante il lockdown. Istituzioni e Musei temporaneamente chiusi e le loro alternative digitali

Il progetto “Riso d’Artista” Riso in edizione limitata e autografata

SPECIALS

ART FAIRS

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EXHIBITIONS

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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

ART Innsbruck 2021. Dal 14 al 17 gennaio Art Verona. Tre le iniziative digitali

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta

Art Zurich. La 22ª edizione al Puls Flashback. Un’edizione diffusa, fino al 7 marzo 2021 Art Parma. Ultima fiera prima del nuovo DPCM

Il Papa dei Medici. Restauri e scoperte su una delle opere iconiche di Raffaello Tutte le donne dell’Impero. Mostra al femminile L’esperimento di Wright of Derby. Agli Uffizi Un percorso intrecciato. A Villa Bassi Rathgeb Alfonso Leoni. Il linguaggio della ceramica Quadriennale d’arte 2020. Per guardare oltre Chen Zhen. La sua ricerca al Pirelli HangarBicocca Castagne matte. Appuntamento al MAMbo Giorgio Milani. La personale a Piacenza Dario Zaffaroni. Polimodularità fluorescenti L’importanza della Luce. A Padova, la tradizione ebraica L’iconica Ultima Cena. Al Refettorio delle Stelline Mart Signed a Torino. La nuova galleria dei Docks Quayola. Ultima perfezione. Solo show a Modena FuturDome. Tris di “prime volte” a Milano Marinella Senatore. Nuovo progetto per Palazzo Strozzi Mostre d’autunno. Fotografia a Palazzo Magnani L’opera di Doherty. Confini: fotografie e video Francesca Cesari. Viaggio nell’età del cambiamento 064

EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila

Nino Coppola. L’architettura e la filosofia, in pittura

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BIANCOSCURO Art Magazine

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CONTRIBUTORS Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Luca Erba, Ela Bialkowska, Giuliano Brenna, Daniele Bottallo, DSL Studio, Valentin Flauraud, Jürgen Eheim Fotostudio, Laura Ligabue, Nestor Kim, Peter Moore, OKNOstudio, Nadia Perini, Bianca Schroder. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Printed on certified paper FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2020. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 43 dicembre 2020 / gennaio 2021 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Luca Erba, Ela Bialkowska, Giuliano Brenna, Daniele Bottallo, DSL Studio, Valentin Flauraud, Jürgen Eheim Fotostudio, Laura Ligabue, Nestor Kim, Peter Moore, OKNOstudio, Nadia Perini, Bianca Schroder. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Stampato su carta certificata FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2020. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.


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l’Editoriale di Vincenzo Chetta

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icembre, ultimo numero dell’anno e al tempo stesso primo numero di quello nuovo, un numero che ci accompagna al termine di questo “faticoso” 2020: anno bisesto, anno funesto. 2020 “a sandwiches” tra gli “ipocondriaci” ed i complottisti della serie: “Non ce n’è coviddi”, districandosi tra notizie vere e fake news. Un anno con gran finale (ancora a dividere il mondo intero), la sfida tra Trump e Biden, dove il perdente non ammette la sconfitta ed i suoi “amici” lo abbandonano, un anno di cui non sentiremo la mancanza. Questo lungo periodo di incertezza ha fatto perdere a molti l’equilibrio e la lucidità. Senza mancare di rispetto a chi è stato direttamente coinvolto e senza offendere chi ritiene inutili le misure preventive, consiglio di riflettere su, un passaggio pubblicato sul Corriere della Sera: “L’epidemia è un problema sanitario, che riguarda la massa di persone malate contemporaneamente (una malattia poco grave che fa ammalare moltissime persone contemporaneamente crea più problemi di una più grave, ma poco infettiva) e la capacità di presa in cura delle persone nel tempo.” Di conseguenza è chiaro che più persone “si fermano”, meno persone si ammalano, minori sono i contagi contemporanei,

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maggiori sono le possibilità di assistere e di curare le persone. Ecco dunque perché luoghi con alta frequentazione come bar, ristoranti, palestre, musei, cinema e poli fieristici sono stati prima limitati e poi chiusi. Infatti le uniche fiere a svolgersi sul territorio italiano nel 2020 sono state ArteFiera a Bologna, ArteGenova e Art Parma poco prima del nuovo soft lockdown. Nella realtà popolare e mediatica si citano sempre e solo i punti di ristoro e aggregazione, ma non dimentichiamo le migliaia di persone che lavorano nell’ambito culturale e degli eventi, i “dietro le quinte” sono senza lavoro da mesi, e non possono neanche fare l’asporto… L’unica speranza al nostro arricchimento culturale è dato dai Musei e dalle Fondazioni che hanno istituito canali online per le visite a distanza, un modo per non fermare del tutto le attività di Istituzioni che potrebbero anche rischiare la chiusura per mancanza di fondi. BIANCOSCURO, dopo aver regalato migliaia di copie digitali della rivista, ha deciso di proseguire nella sua mission culturale e regalerà un abbonamento digitale annuale a tutti quelli che attiveranno un nuovo abbonamento cartaceo. Sull’ultima pagina di questo numero troverete tutte le indicazioni per regalare e regalarvi 12 mesi di arte e cultura. Un solo piccolo augurio, che il 2021 sia migliore del 2020. Buona fine, buon inizio e buona lettura.

Vincenzo Chetta

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Il Maestro del Rinascimento Raffaello e l’eterna bellezza di

Mario Gambatesa

L’

anno di Raffaello si conclude a Torino con una mostra dedicata al grande Maestro. A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali rendono omaggio al grande artista di Urbino con una mostra che, attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa, illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera dalla prima metà

del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia. Tra i pezzi più significativi spiccano quattro superbe repliche della “Madonna d’Orleans”, una delle quali in prestito dal Rijcksmuseum di Amsterdam, accanto a opere di Polidoro da Caravaggio, Sassoferrato, Sodoma, Garofalo, Luca della Robbia e un Botticelli visibile per la prima volta dopo

il restauro. L’esposizione, ospitata nella Galleria Sabauda dal 30 ottobre 2020 al 14 marzo 2021 (attualmente sospesa secondo le regole del DPCM valido fino al 3 dicembre), è sostenuta dal Comitato Nazionale. Il percorso presenta 33 opere e illustra l’arte di Raffaello attraverso lavori che derivano direttamente dai suoi modelli, sia mediante la pratica della copia, sia con la libera reinterpretazione delle sue invenzioni. Lo stile A sinistra: Abraham Constantin (Ginevra 1785 – 1855) Autoritratto di Raffaello, copia 1823, smalto a terzo fuoco su porcellana Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda, inv. 393 Acquistato da Carlo Alberto nel 1826 © MiBACT, Musei Reali - Galleria Sabauda Sotto: un passaggio del restauro, la termografia a compressione di impulso per determinare la stratigrafia in modo non invasivo

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del maestro, caratterizzato da un tocco di dolcezza ed eleganza, da una straordinaria abilità nel disegno, da cromie preziose e da un perfetto equilibrio compositivo, diventa un riferimento per ogni genere artistico. La prima parte del percorso è dedicata alle copie antiche della famosa, prima citata, “Madonna d’Orléans”, opera giovanile di Raffaello forse appartenuta al duca Carlo II di Savoia, oggi conservata presso il Museo Condé di Chantilly e replicata già nella prima metà del Cinquecento, da alcuni dei principali artisti attivi in area piemontese. Deriva da un modello raffaellesco anche la “Madonna della Tenda” delA sinistra: Defendente Ferrari (Chivasso, attivo dall’ultimo quarto del XV secolo e documentato fino al 1540) Madonna con Bambino, da Raffaello 1526, olio su tavola Amsterdam, Rijksmuseum © Rijksmuseum, Amsterdam Sotto: Pittore centro italiano Madonna della tenda, da Raffaello 1530-1540, olio su tavola Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda, inv. 271 Acquistata dal pittore Angelo Boucheron nel 1826 a Torino presso i conti Maffei di Boglio e quindi venduta a Carlo Alberto nel 1828 come opera originale di Raffaello. © MiBACT, Musei Reali - Galleria Sabauda Da sinistra verso destra, l’opera prima del restauro, durante la pulitura e alla fine del processo.

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SULLE TRACCE DI RAFFAELLO le collezioni sabaude, restaurata con la collaborazione del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale e il sostegno di Intesa Sanpaolo. L’intervento Alcune immagini dell’allestimento Ph. Daniele Bottallo

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si è configurato come un vero e proprio caso di studio sia per l’importanza storica dell’opera, sia per le problematiche conservative, derivate soprattutto, dalla presenza di molteplici interventi di restauri precedenti, stratificati sull’opera, compromettendo la superficie pittorica originale. Un approccio analitico ha guidato le scelte di restauro e ha consentito di mettere a punto un metodo di pulitura rigoroso e misurato, riconsegnando l’opera alla sua originale bellezza. Ritenuta all’inizio dell’Ottocento opera autografa del Maestro, è stata poi nel tempo attribuita a collaboratori come Perin del Vaga e Giovan Francesco Penni. Gli approfondimenti condotti in occasione della mostra propendono invece per una realizzazione intorno al 1530-1540 a Firenze, in una prestigiosa officina come quella di Andrea del Sarto. La seconda parte della mostra presenta una selezione di stampe di soggetto sacro, mitologico e allegorico, dove i modelli di Raffaello vengono rivisitati alla per-

nelle Collezioni Sabaude 30 ottobre 2020 – 14 marzo 2021

(La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Musei Reali, Torino Da giovedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museireali.beniculturali.it

fezione. L’itinerario, si completa con l’esposizione di opere di autori cinquecenteschi che si misurarono con Raffaello e con l’ideale di un’arte di insuperata perfezione, portando la pittura del Sanzio ai vertici massimi di bellezza, che nel tempo saranno celebrati in l ogni parte d’Europa. s Sotto: Arazzeria di Bruxelles (1605-15) da un cartone di Michele Coxcie (1499-1592) Arazzieri Caterina Van den Eynde vedova Geubels e Jean Raes Ingresso degli animali nell’arca di Noè 1605-1615, tessuto in lana e seta Torino, Musei Reali - Galleria sabauda, inv. 1041 Dal Castello di Pavone proprietà degli eredi di Alfredo d’Andrade. Acquistato con diritto di prelazione nel 1974. © MiBACT, Musei Reali - Galleria Sabauda

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Claudio Cermaria

“Dinamismo�, 1978, giada a lega leggera, 74x46x27 cm.

carlo.cermaria@gmail.com


biancoscuro

L’Ottocento italiano a Lecco La rivoluzione culturale scapigliata di Daniela Malabaila

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capigliatura: “Va sotto questo nome un movimento al quale diede vita in Milano tra il 1860 e il 1870, un gruppo di scrittori e di artisti, diversi per temperamento, ma concordi nell’avversione al gusto dominante e alla tradizione, unanimi nella volontà di difendere l’autonomia dell’arte, di richiamarla a un più intimo contatto con la vita, a una più essenziale sincerità d’ispirazio-

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ne, a una più spontanea immediatezza d’espressione”. Così Treccani definisce la rivoluzione culturale del gruppo degli scapigliati, la loro origine, i loro punti cardine. Così racconta Luigi Emanuele Rossi, Presidente ViDi: “Il linguaggio corrosivo e a tratti sintetico, anticlericale, erotico e sregolato che caratterizza lo stile degli scrittori, dei musicisti e dei pittori di questo movimento, è capace di coinvolgere e attrarre ancora oggi, tra-

sportandoci nel cuore dell’Ottocento, nell’atmosfera emotiva e culturale di una Milano ancora piccola città, sulla via di diventare motore culturale e industriale della nuova Italia”. Questo movimento artistico che si è sviluppato tra la Lombardia ed il Piemonte nella seconda metà del XIX secolo, dando un grande respiro internazionale alla scena artistica dell’area, è il protagonista dell’ultimo appuntamento

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In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito, esiste una certa quantità di individui di ambo i sessi, fra i venti e i trentacinque anni, non di più, pieni d’ingegno quasi sempre, più avanzati del loro tempo. [...] Questa casta o classe - che sarà meglio detto - vero pandemonio del secolo; personificazione della follia che sta fuori dai manicomi; serbatoio del disordine, della imprevidenza, dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti. Io l’ho chiamata appunto, la Scapigliatura.

Cletto Arrighi Daniele Ranzoni La giovinetta inglese 1886, olio su tela, 50x36, 5 cm. Collezione privata A sinistra: Daniele Ranzoni Lo chalet di Villa Ada Ghiffa sul Lago Maggiore olio su tela, 75x100 cm. Collezione privata A destra: Luigi Conconi Marina, Sinestesia evocativa del mare 1886, tempera e acquarello su cartone 53,5x47 cm. Collezione privata

della trilogia dedicata alla pittura dell’Ottocento italiano presso Palazzo delle Paure a Lecco. “La Scapigliatura. Una generazione contro” tornerà visitabile alla fine delle restrizioni dettate dall’ultimo DPCM, fruibile poi fino al 10 gennaio 2021, all’interno delle sale del palazzo sul lungolago lecchese. L’esposizione, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Lecchese, ripercorre la storia del movimento scapigliato attraverso 80 opere, tra pitture e sculture dei suoi maggiori esponenti provenienti

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da musei pubblici e collezioni private, esponendo così veri e propri capolavori che normalmente non si potrebbe avere l’occasione di ammirare dal vivo. Lungo il percorso espositivo troveremo opere di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni (ricordiamo che il suo “Ritratto di Donna Maria Greppi Padulli” diede il via alla pittura scapigliata tout court, e da lì nacque anche il sodalizio con Cremona e tutte le intuizioni successive), Giuseppe Grandi e naturalmen-

te alcuni dei loro seguaci. Non possono mancare di certo quelle di Giovanni Carnovali detto il Piccio, di Federico Faruffini e degli altri “padri” del nuovo stile, così come una parte finale dedicata all’importante eredità dell’esperienza scapigliata, che aprì la strada alla ricerca dei futuri divisionisti, come ad esempio Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini. La Scapigliatura rivela una straordinaria modernità, assumendo una valenza profondamente attuale: oltre a porsi, negli atteggiamenti sovversivi, come antefatto delle Avanguardie novecentesche, anticipa le attitudini esistenziali e le scelte espressive dell’età contemporanea. Attendiamo la riapertura dei luoghi d’arte, che darà ancora l’opportunità ai visitatori di addentrarsi in un viaggio alla riscoperta di questo straordinario, e l unico, movimento artistico. s In alto a sinistra: Tranquillo Cremona La farfalla 1877 ca, olio su tela, 91x70 cm. Collezione privata A sinistra: Vespasiano Bignami Onesto rossore acquerello di carta, 48x34 cm. Collezione privata

LA SCAPIGLIATURA

Una generazione contro

19 settembre 2020 – 10 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Palazzo delle Paure, Lecco Mercoledì 14.00 - 18.00 Giovedì e venerdì 10.00/13.00 - 14.00/18.00 Sabato e domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Tina Lupo

Tina Lupo - “Eggregore” - 2010, tela, 45 x 45 cm.

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Forma dell’alterità che è in noi La natura di Ligabue e Vitaloni a Palazzo Tarasconi di

Lucia Garnero

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on un allestimento di grande impatto visivo e teatrale, nella cornice del cinquecentesco Palazzo Tarasconi, nuovo spazio espositivo nel cuore di Parma, la città dedica ad Antonio Ligabue un’importante mostra evento, con 85 tele e 4 sculture. A completare la rassegna, 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, rappresentante della Wildlife Art e dell’iperrealismo scultore, fortemente attratto, in modo simile a Ligabue (con approccio di pari intensità emotiva ed esiti formali differenti), dal mondo della natura, degli animali selvatici e della loro forza vitale. L’esposizione, ideata e realizzata da Augusto Agosta Tota, presidente della Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, organizzata dal Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue, promossa dalla Fondazione Archivio Antonio Ligabue, è inserita nel calendario d’iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. A causa dell’emergenza CoronaA sinistra, in alto: Antonio Ligabue Leopardo con bufalo e iena 1928, olio su tela, 83x126 cm. A sinistra: Antonio Ligabue Tigre assalita dal serpente 1953, olio su faesite, 66x80 cm.

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Sopra: Antonio Ligabue con pantera, Credits: Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma

Sotto: Facciata Palazzo Tarasconi, sede dell’evento espositivo

virus, la rassegna inizialmente prevista tra aprile e dicembre, era stata riprogrammata con apertura dal 17 settembre fino al 30 maggio 2021. L’ultimo Decreto Ministeriale ne ha imposto la chiusura a partire dal 6 novembre, con riapertura prevista per il 4 dicembre. Proprio il percorso espositivo, attualmente inaccessibile, regala al visitatore una visione integrale del modus operandi di Ligabue: dagli intensi autoritratti ai celebri dipinti di belve feroci e paesaggi, esemplari rappresentazioni di regno animale e mondo naturale, Parma raccoglie quanto di Ligabue è entrato a far parte dell’immaginario collettivo. L’allestimento, progettato da Cesare Inzerillo per creare un’atmosfera di fusione fra pittura e scultura, conduce il visitatore all’interno della dimensione

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Le tigri di Ligabue e Vitaloni passeggiano nelle stanze di Palazzo Tarasconi, e ci appaiono come visioni. Lì, è la loro foresta.

Vittorio Sgarbi

Michele Vitaloni - Leopardo 2015, busto di Leopardo, fusione in bronzo, dipinto ad olio, h. 62 cm. Limited Edition 9

Antonio Ligabue Leone e Leonessa 1935, bronzo, 52x29x26 cm.

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creativa dell’artista. Per quanto riguarda gli autoritratti, colori, forza e sofferenza ne sono i protagonisti: il dolore che segna la vita dell’artista e il travaglio del suo mondo interiore appaiono riversati nelle sue tele e a plasmare le sue sculture. Nella rappresentazione del mondo naturale, Ligabue dipinge tigri, leoni, leopardi e iene: soggetti che studia nel dettaglio e poi rappresenta, al punto di identificarsi compiutamente con loro. Esemplari, a questo proposito, le tele “Leopardo con bufalo e iena” (1928) e “Tigre assalita dal serpente” (1953). A questi capolavori, tra le volte delle cantine di Palazzo Tarasconi, si affiancano le grandi sculture di Michele Vitaloni: rappresentazioni esemplari, in primis, di uno straordinario virtuosismo creativo, capace di esaltare la figura animale nella condizione selvaggia; e animate, inoltre, dal forte istinto di protezione delle specie animali, che ha occupato larga parte dell’attività dell’artista a sostegno di progetti di conservazione. La rassegna è dedicata a Flavio Bucci, attore scomparso il 18 febbraio, che aveva dato volto ad Antonio Ligabue, in un’indimenticabile interpretazione, nel film del 1982 diretto da Salvatore Nocita. In merito alle circostanze espositive, rese difficili dall’emergenza epidemiologica, Augusto Agosta Tota afferma: “Come il grande pittore della Bas-

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sa, in questi mesi d’isolamento, abbiamo imparato a provare un sentimento di angoscia, di dolore e d’impotenza, mischiato a quello di speranza, in attesa di una normalità che sentiamo di poter l raggiungere”. s LIGABUE & VITALONI Dare voce alla natura

17 settembre 2020 – 30 maggio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale; verifica l’effettiva apertura sul sito) Palazzo Tarasconi, Parma

Augusto Agosta Tota, Franco Maria Ricci e Vittorio Sgarbi. Ph. Nadia Perini

INFO T. +39 0521 242703 ligabuemostraparma@gmail.com Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 lunedì aperta solo su prenotazione per i gruppi Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazionearchivioligabue.it

Flavio Bucci Credits: Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma

LIGABUE & VITALONI. Dare voce alla natura Palazzo Tarasconi, Parma - September 17, 2020 – May 30, 2021 (The exhibition is suspended until the next Ministerial Decree. Check the opening on the site)

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he Antonio Ligabue exhibition inaugurates the new exhibition space in Palazzo Tarasconi. The exhibition includes 83 paintings and 4 sculptures by one of the most ingenious and original twentieth-century Italian artists and is completed with a section showcasing 15 plastic works by Michele Vitaloni, who shares with the artist from Gualtieri a unique empathy towards the natural and animal world. Parma now has a new exhibition space, in the heart of the ducal city, inside 16th-century Palazzo Tarasconi, with a major exhibition devoted to Antonio Ligabue (1899-1965), one of the most ingenious and original twentieth-century Italian artists.Due to the Coronavirus emergency, the event which was initially planned to be held from April to December of this year; after it was postponed, from September 2020 through May 2021. Now it

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is suspended.The exhibition, conceived and realized by Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua, and Vittorio Sgarbi, organized by the Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue of Parma, promoted by the Fondazione Archivio Antonio Ligabue of Parma, and part of the calendar of events for Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, with Fidenza Village as official partner of the initiative and QN Quotidiano Nazionale as media partner, presents 83 paintings and 4 sculptures by Ligabue. The works exhibited particularly analyze the themes that mostly characterized Ligabue’s art, from his self-portraits, to his wild and domestic animals. The exhibition also includes a section with 15 plastic works by Michele Vitaloni (Milan, 1967), who shares with Ligabue a unique empathy towards the natural and animal world. “This exhibition – Augusto Agosta Tota

concludes – presents Ligabue’s masterpieces, alongside the sculptures of Michele Vitaloni, his contemporary epigone, both of them artists attracted to wild animals and their vital strength. It is an exhibition that is both fascinating and brimming with important stimuli relevant to our times. In addition to being one of the events on the calendar of Parma capitale italiana della cultura 2020+21, it will offer the public the opportunity to discover a new and inspiring exhibition space, the sixteenth-century Palazzo Tarasconi, in the heart of the ducal city”. The exhibition will be accompanied by a bilingual catalogue with the reproduction of all the works exhibited and essays by the curators. This event is dedicated to the memory of Flavio Bucci, the actor who passed away on 18 February 2020. Bucci unforgettably played the part of Antonio Ligabue in the film dil rected by Salvatore Nocita in 1982. s

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Il super potere dell’anonimato I messaggi di Banksy, a Roma di Vincenzo Chetta

L’arte è diversa dalle altre forme di cultura, dal momento che non è il pubblico a decretarne il successo. Gli spettatori riempiono le sale dei concerti e dei cinema ogni giorno, leggiamo romanzi a milioni e compriamo dischi a miliardi. Siamo noi, la gente, a influire sulla produzione e la qualità di gran parte della cultura, ma non su quelle dell’arte.

” I Banksy

l 2020 è stato, senza ombra di dubbio, l’anno delle mostre dedicate a Banksy. Sarà per i tanti problemi che i prestiti museali hanno avuto a causa della pandemia globale, sarà per la facilità di comprensione dei suoi messaggi, sarà perché mette davanti a temi scottanti senza dare una via d’uscita semplice, sarà perché anche chi non ha una formazione artistica si sente attirato dalle sue opere, sarà per la grande rilevanza mediatica che ha ogni cosa gli venga affiancata? Finalmente anche a Roma è possibile ammirare alcuni graffiti di Banksy (riproposti su tela o carta) grazie alla mostra “Banksy, a Visual protest”, visitabile al Chiostro del Bramante fino all’11 aprile 2021 (prudentemente, da quando riapriranno mostre e Musei). Un luogo del Cinquecento come questo che ospita opere inA sinistra: Tesco Petrol Bomb, 2011, olio su tela, oil on canvas, 90x70 cm, Collezione privata A destra in alto: HMV, 2004, serigrafia su carta, screenprint on paper, Artrust A destra: Barcode, 2004, serigrafia su carta, screenprint on paper, Artrust

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trise di ironia, denuncia, politica e protesta, non può che essere la location perfetta, solo in apparenza infatti può sembrare una forte contraddizione perché il Chiostro ha dimostrato, in questi anni, una grande apertura verso i linguaggi più diversi della contemporaneità. Oltre 90 opere, tutte realizzate tra il 2001 e il 2017, provenienti da collezioni private, in un percorso espositivo rigoroso, da “Love is in the Air” a “Girl with Balloon”, da “Queen Vic” a “Napalm”, da “Toxic Mary” a “HMV”, dalle stampe per Barely Legal (una delle più note mostre realizzate) ai progetti discografici per le copertine di vinili e CD. Banksy è

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considerato uno dei maggiori esponenti della street art ed è stato inserito nel 2019 da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità

più influenti nel mondo dell’arte. Ma nessuno, a parte i suoi amici e i suoi collaboratori più stretti, conosce la sua identità. Attraverso le sue opere racconta il mondo in

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una comunicazione diretta, nel rifiuto del sistema e delle regole, per affrontare i temi della guerra, della ricchezza e della povertà, i maltrattamenti e l’estinzione degli animali, la globalizzazione, il consumismo, la politica, il potere, l’ecologia: l’attuale situazione mondiale, per far riflettere tutta la collettività sui problemi reali e anche sulle conseguenze del menefreghismo del singolo. Una frase a lui attribuita concentra in poche parole tutto questo: “Solo quando

In alto: Happy Choppers 2003, serigrafia su carta, screenprint on paper Brandler Galleries (Brentwood) Sotto: Bomb Middle England 2001, serigrafia su carta, screenprint on paper Artrust

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A destra: Pax Britannica (Wrong War) 2004, serigrafia su carta, screenprint on paper, Collezione privata

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BANKSY

A visual protest

08 settembre 2020 – 11 aprile 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Chiostro del Bramante, Roma INFO T. +39 06 68809035 infomostra@chiostrodelbramante.it Da lunedì a giovedì 10.00 - 20.00 Venerdì e sabato 10.00 - 22.00 Domenica 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.chiostrodelbramante.it

l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume si sarà prosciugato l’uomo capirà finalmente che non possiamo mangiare i soldi e che chi recita vecchi proverbi fa la figura dello scemo”, una riflessione che ognuno di noi potrebbe fare e che dovrebbe far scaturire qualche piccola rivoluzione interna, anche solo nella gestione della vita quotidiana. Per celebrare il cinquecentenario di Raffaello e in occasione della mostra dedicata a Banksy, DART- Chiostro del Bramante presenta una serie di iniziative sotto un unico titolo: ART is always CONTEMPORARY. La proposta dà l’opportunità, per chi visita l’esposizione, non solo di scoprire Banksy, ma anche dalla possibilità di ammirare, sempre dall’interno

del Chiostro, Raffaello con l’affresco delle Sibille e Angeli, un’altra personalità solo apparentemente distante, due artisti divisi da cinque secoli, ma più vicini di quanto si possa credere, tra capacità innovativa, immagini dive-

CND Soldiers 2007, serigrafia su carta, 70x50 cm. Collezione privata

nute icone, muri dipinti, fama mondiale. Un incontro impossibile diventato reale, un dialogo l aperto tra storie, mondi e arte. s

FRANCESCO CAMPANELLA The only’s one II 2017, tecnica mista con acrilico su tela, 100x60x4 cm.


GIULIANA L’ INFORMALE FEMMINA DI GIULIANA MADDALENA FUSARI

ACQUA DI RIVO - WATER OF STREAM

2020, acrilici e guazzo su tela, 3 vere perle Dragone, 70x40 cm.


MADDALENA FUSARI Giuliana Maddalena Fusari

fusari.gmm@gmail.com

SOAVE - GENTLE

www.amaci.org

2020, acrilici e guazzo su tela, passamaneria sui bordi, 1 perla bianca e 1 perla rosa naturali, 70x40 cm.


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Pier Paolo Lorenzini Dai “cenci” di bottega all’arte che dona “sensazioni dimenticate” di Daniela Malabaila

Mia madre mi racconta che, quando ero infante e lei andava ad aiutare il babbo, mi metteva a dormire tra i cenci, fra i ritagli delle pezze di stoffa messi da parte per essere riciclati. Fin da piccolo, quindi, vivevo l’esperienza di trasformazione dei materiali, che ha lasciato impressioni talmente forti da divenire la base delle mie opere. Cotte

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BIANCOSCURO Art Contest 2020 Il vincitore del BAC ‘20 - sezione pittura

“I

l mio babbo, Lorenzo Lorenzini detto il C.O.T.T.E., faceva il sarto a Rassina, paese dov’è nato nel 1919 e dove ha sempre vissuto e lavorato. Il Cotte, il sarto, il babbo, aveva ricevuto un’istruzione elementare, ma amava molto leggere e il suo contesto culturale e artistico era quello del Rinascimento, lo stesso in cui sono stati prodotti i capolavori di Leonardo da Vinci e delle botteghe che non avevano bisogno di separare il lavoro assiduo della mano da quello ameno dell’intelletto, l’otium dal negotium. L’educazione estetica del mio babbo era fatta direttamente sul campo, con la dedizione all’arte del bello e della proporzione che è sempre intervenuta con forza nei suoi modi di vivere e di fare. Questo è il contesto familiare in cui sono nato, dove il lavoro, la sapienza, il rispetto per le cose, il rispetto per gli altri e la bellezza erano le basi dell’educazione. Mia madre, oggi alla soglia dei novant’anni, anche lei sarta, mi racconta che quando ero infante e lei andava ad aiutare il babbo, mi metteva a dormire tra i cenci, nello scatolone degli avanzi, fra i ritagli delle pezze di stoffa messi da parte per essere riciclati. Fin da piccolo quindi, vivevo l’esperienza della trasformazione dei materiali, che ha lasciato impressioni talmente forti da di-

venire la base della memoria che entra nella confezione delle mie opere. La manualità legata alla sperimentazione, e di conseguenza alla ricerca della bellezza, fa parte della vita di ciascuno. Il bello nel senso più ampio del termine è sempre presente in qualsiasi forma naturale e va oltre il gusto personale che classifica il bello e il brutto, il piacevole e il disgustoso, come preferenze soggettive. Tutto quello che il babbo faceva nel suo lavoro era sempre indirizzato a migliorare la sapienza acquisita, e anche a noi figli, cinque per l’esattezza, cercava di trasferire quelle passioni che ti costringevano, a volte anche nostro malgrado, a imparare giorno per giorno cose nuove e differenti. Oltre al lavoro, partecipava alla vita sociale, suonava il flauto e l’ottavino

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[1] “Nero plastonda” - 2020 composizione di legno, compensato, tele, cartone, acrilico, smalti e catrame in tecnica mista. 102,3x102,3 cm. [2] “Bianco e rosso plastica” - 2020 assemblaggio di legno, tele con smalto e catrame, plastiche e piccole combustioni, 101,60x101,60 cm. [3] “Girotondo in bianco plastonda” - 2020 composizione di legno, plastica rossa e piccola parte di cartone, 101,80x101,80 cm. [4] “Tricolore contaminato” - 2020 composizione di legno, legno combusto, compensato, tele, cartone, acrilico e smalti in tecnica mista, 102x102 cm.

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nella banda del paese, cantava nel coro parrocchiale, partecipava all’organizzazione del Carnevale dei Ragazzi di Rassina, era socio, poi presidente, della Cooperativa alimentare di Rassina. Era uno squisito intrattenitore: possedeva la dote della simpatia e la capacità di entrare in empatia con le persone. In occasioni conviviali, in famiglia o in altri contesti, era bravissimo a raccontare barzellette e a far divertire, in modo sempre garbato e mai volgare. Ancora oggi, quando incontro qualcuno che lo ha conosciuto e aveva confidenza con lui, mi dice: “Ma lo sai che il tu’ babbo, quando era in vena, mi fermava per strada e mi diceva: ‘Ora ti racconto l’ultima’. E via che raccontava una barzelletta”. Questo modo goliardico di prendere la vita e di coinvolgere con il sorriso e l’allegria, in tutte le occasioni possibili, ma sempre con educazione e galanteria, lo fanno ricordare ai rassinesi con affetto e nostalgia. Racconto un episodio che fa capire la sua spinta a inventare situazioni nuove e particolari, che oggi chiameremmo “eventi”: un modo di vivere e di fare che era proprio del babbo, anche al di fuori del lavoro; impulsi creativi che lo caratterizzavano e facevano parte integrante del suo mondo. Quando ero ancora un bambino, in occasione del Carnevale di Rassina, il babbo inventò e costruì, insieme ad altri, un piccolo carro gradinato dove io, mia sorella Piera, Paolo Mori, Sandro Buonavita, Marino Giovani e Amleto Giommoni suonavamo un repertorio che avevamo preparato insieme a lui nei mesi precedenti alle sfilate. Il carro, con noi tutti in divisa e lui che con orgoglio ci dirigeva facendo il maestro dell’orchestrina, sfilò per qualche anno nel Carnevale Rassinese e fu soprannominato il Carro del Cotte. Preciso e meticoloso, pretendeva da noi figli che dessimo sempre il meglio in tutte le cose che facevamo. Il modo di educare i figli da parte dei genitori all’epoca era molto diverso In alto: “Immagina di volare” - 2019 smalti, catrame e plastiche fuse su carta, 20,2x28,5 cm. A sinistra: “Bianco e bianco” - 2019, acrilico, smalti, foglia d’oro e catrame su tela ricomposta, 140x97,2 cm.

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da quello di oggi: qualche scappellotto, ma in fondo tutto era sempre finalizzato a infondere una sana educazione nel rispetto per il prossimo. In tante occasioni, durante un pranzo oppure al termine di un matrimonio, quando s’incominciavano a cantare gli stornelli, il Cotte raccontava le barzellette che tutti aspettavano, proprio perché era conosciuto per il modo particolare, colorito e scherzoso di raccontarle. Da questi ricordi e racconti emerge la personalità eclettica e policroma di Lorenzo Lorenzini detto C.O.T.T.E., capace d’interpretare le situazioni, capace di colorare un aneddoto o una barzelletta con enfasi ed espressioni veraci, fino a toccare le corde più remote dell’ascoltatore. Allo stesso modo, nel suo lavoro, cercava quella solitudine che gli consentiva di realizzare un capo unico, un vestito che esaltasse e valorizzasse le qualità dell’occasione in cui veniva indossato e, allo stesso momento, la personalità di chi lo indossava.”. L’introduzione è stata dedicata ad un bellissimo, quanto importante per comprendere l’artista, testo di Pier Paolo Lorenzini, in arte “Cotte”, vincitore del primo premio nella sezione Pittura del BAC ‘20 - Biancoscuro Art Contest, nel quale si è dunque aggiudicato il prestigioso Premio Copertina assegnato dalla Giuria BIANCOSCURO durante la Cerimonia Ufficiale al Grand Visconti Palace di Milano. Ho avuto la gradita possibilità di parlare con lui per conoscere meglio anche la sua personalità.

Sopra: “Traboccolo chiuso rosso” - 2017 stoffe, acrilico, foglia d’oro, giornale stratificato, su telaio in legno 107,8x86,4 cm. A sinistra: “Vecchio e nuovo” - 2016, cartone, stoffe cucite, plastiche, spago, acrilico, catrame e silicone, 101,6x83,2 cm. In basso: “Senza pudore” - 2016 cartone, stoffe cucite, plastiche, acrilico, catrame e silicone, 101,4x83,4 cm.

Daniela Malabaila: Complimenti per il traguardo raggiunto al BAC ‘20, il tuo “tricolore contaminato” ci ha incantato! Ma parliamo un po’ di te, quando hai scoperto la tua vena artistica, quando è nato Cotte? Cotte: Mia nonna Amelia, raccontava che la prima parola detta dal figlio Lorenzo (il mio babbo) era appunto “cotte”, parola che poi ripeteva sempre, tant’è che, fin da piccolo, tutti in casa lo chiamavano con questo nomignolo, con cui ormai lo chiamavano e lo conoscevano tutti. Con fantasia, da adul-

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In alto: “Icone materiche 1 bis” - 2017 smalti, fili, frammenti di stoffa e juta su carta, 28,9x20,1 cm. A destra: “Una grande anima nascosta” - 2016 tecnica mista, tele e juta cucite, smalti e acrilici, 140x97,2 cm.

to, ne ricavò un’etichetta e Cotte divenne C.O.T.T.E., ovvero, visto che faceva il sarto: “Creazioni Originali Tutti Tessuti Eleganti”. Come in ogni buon paese toscano, anch’io venivo chiamato con il soprannome del babbo ed ero “il Cottino” per i miei amici. Così, per non smentire la tradizione familiare, nei quadri mi sono sempre firmato Cotte. Non so dire quando sia nata in me la vena artistica, anche perché sin da bambino sono stato attratto dai colori e dai pennelli, dai vent’anni in poi ho cominciato a creare opere d’arte. Al mio babbo devo la spinta costante a sperimentare, assemblare e combinare materiali differenti in composizioni informali o figurative, in modo da ottenere un risultato unico. Il mestiere del sarto non serve a vestire un uomo o una donna, ma una vita. Credo che sia stato proprio questo ciò che faceva il mio carissimo e irripetibile babbo, il C.O.T.T.E. D.M.: Da quali situazioni trovi ispirazione? C.: Non è un comando l’ispirazione, non si accende quando vuoi, però, senza quel particolare stato d’animo è molto difficile mettersi al lavoro, ma se cominci a fare, a mettere mano, la tua mente, autentico strumento polifunzionale, ti coinvolge in quello che fai e comincia a dare delle risposte a quella materia che rilascia sempre grandi enigmi. Tutto può ispirare: la luce, i sapori, la musica, l’amore. Importante è sempre saper leggere dentro se stessi nella più grande sincerità, semplicità e umiltà. D.M.: Cosa vuol dire per te, essere un artista nella società odierna? C.: La nostra società, nella sua diversa e nuova piccola dimensione, con tutto a portata di mail o di messaggino, tutto pronto per arrivarti a casa, ti fa perdere la cognizione del tempo e delle distanze. Ma se stai attento ti offre la possibilità di vedere oltre quello che ti viene mostrato. L’artista, in questa condizione dove tutto sembra sia stato fatto, dove sembra non ci sia più niente da scoprire, ma solo da prendere o da comprare, deve ricercare dei nuovi rapporti con questi diversi e nuovi modi di fare e di rappresentare, per coinvolgere gli stati d’animo di questa diversa realtà multimediale, policroma e

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multiculturale. D.M.: Cosa consiglieresti, con la consapevolezza dell’oggi, al giovane Cotte di qualche anno fa? C.: Consiglierei di esprimere sempre quello che sente, e anche se in qualche momento non si è capito, non fa niente, arriverà il tempo. “Non ti far prendere dall’accumulare o collezionare titoli, ma ricerca sempre e solo i meriti”. D.M.: L’attuale “situazione” ha fermato temporaneamente manifestazioni ed eventi, dove potremo ammirare le sue opere quando si potrà? C.: Spero, quando tutto sarà finito, di poter fare una bella mostra proprio a Milano, magari in un ambiente particolare o alternativo. D.M.: Quali sono gli eventi artistici, ai quali hai preso parte, che più ti hanno soddisfatto? C.: L’ultima creatura è sempre la più bella. Sabato 17 ottobre scorso ero a casa, ed in diretta seguivo la premiazione del BAC di Biancoscuro 2020. Quando ho sentito il mio nome, che con l’opera “Tricolore contaminato” avevo vinto il primo premio per la copertina, mi sono veramente emozionato e sono rimasto veramente soddisfatto per il riconoscimento ricevuto. Un GRANDE GRAZIE di nuovo. D.M.: Ti rinnovo le congratulazioni per il traguardo raggiunto al BIANCOSCURO Art Contest 2020, grazie del tempo che ci ha dedicato raccontandosi, l è stato un vero piacere! s Pier Paolo Lorenzini, in arte Cotte (1953 - Castel Focognano, Arezzo). Si diploma all’Istituto Statale per Geometri di Arezzo nel 1972 e si dedica ben presto alla pittura, esponendo in mostre collettive e personali in varie città italiane. L’arte accompagna da sempre la vita di Cotte che, fin da bambino, convive con la trasformazione di cose semplici in oggetti artistici di uso quotidiano. Questa esperienza lo ha portato a dilettarsi nella pittura come sbocco di un’incontenibile spinta a sperimentare costantemente la combinazione tra la materia e il colore. Vive e lavora a Castel Focognano, frazione di Rassina. Esposizioni collettive San Giustino (PG), “Settimana d’Arte Sacra”; Castel Focognano (AR), Palazzo Comunale, “Toscana 1876”; Bormio (SO) ,“Europa 2001” Gran Premio internazionale di Pittura; Montevarchi (AR), “Progetto Aquiloni”; Fontanelle (TV), Concorso Nazionale “Giovannino Guareschi”; Reggio Emilia, “Immagina - mostra Mercato di Arte Contemporanea”; New York, “Artexpo New York 2002”, Fiera Internazionale d’arte contemporanea; Ferrara, “Galleria Alba”, mostra collettiva di pittura contemporanea; Fiorenzuola D’Arda (PC), “Radici,

A sinistra: “Paesaggio, contaminazione” - 2012 tecnica mista, su tela ricomposta 136,8x96,9 cm. Sotto: “Variante materica” - 2010, tecnica mista e foglia d’oro su tela ricomposta 98x133,5 cm.

Memoria, Identità”. Esposizioni personali New York, “Sopra le nuvole”, Jolly Hotel Madison Tower; Bologna, “La traccia, il segno e l’uomo”, il Secondo Rinascimento GalleriaLibreria; Piacenza, Mostra personale presso lo “Studio C”; Poppi (AR), Palazzo Comunale; Loro Ciuffenna (AR), “Residence La Ferriera”; Bibbiena (AR), Palazzo Comunale “Da sempre niente”; Rassina (AR), “C.O.T.T.E. & Cotte”. Pubblicazioni “Artisti in Cronaca”, edizione a cura di Luciano Carini; “La città dell’arte”, rivista speciale ArteFiera Bologna; “C.O.T.T.E. & Cotte”, catalogo curato dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna; Da aprile 2020 è attiva la Virtual Gallery 3D delle sue opere più recenti (progetto a cura di Liberementi e Biancoscuro). Il 17 ottobre 2020 ha vinto il Primo premio al BIANCOSCURO Art Contest 2020 vincendo la pubblicazione in copertina su BIANCOSCURO Art Magazine. INFO www.virtualgallery.biancoscuro.it/pier-paolo-lorenzini/

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John Wieser

Art... The soul for a wall di Vincenzo Chetta

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ssendo un artista, vedo eing an artist, I see as a come una vocazione il vocation to lend a ‘face’ to prestare un ‘volto’ a un a blank sheet of paper or foglio di carta bianco o a a white canvas, to create una tela bianca, per creasomething that leaves the re qualcosa che tenga lì di fronte lo spettato- viewer in front of it, to create a soul for the re, per creare un’anima per il muro.” wall.” John Wieser John Wieser Il ritratto di nudo è un soggetto quasi inesauribile, artisti e fotografi hanno cercato di procedere innumerevoli volte. Pertanto, è la sfida personale di John Wieser creare qualcosa di speciale con il suo lavoro, qualcosa di distintivo rispetto al lavoro degli altri. Scegliendo semplicemente la grafite, è riuscito a creare una serie molto speciale di ritratti di nudo: i “nudi in grafite”. L’elaborazione al limite della perfezione, l’abilità consumata nell’uso di questa tecnica, l’occhio infallibile per le proporzioni fisiche e, soprattutto, la pazienza e il potere dell’immaginazione sono le condizioni

As the nude portrait is an almost inexhaustible subject, artists and photographers have tried to proceed with it countless times. Therefore it is John Wieser’s personal challenge to create something special with his work, something distinctive when compared with the work of others. By choosing the simple tool graphite he has managed to create a very special series of nude portraits: the “nudes in graphite”. Elaboration on the edge of perfection, consummate skill in using this technique, the unerring eye for physical proportions, and above all, patience and the power of imagination are the essential conditions for reali-

“Kimono” grafite su carta (graphite on paper), 30x80 cm.

“Angel” grafite su carta (graphite on paper), 95x40 cm.

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essenziali per realizzare tali progetti. Non solo raffigurare il corpo umano, ma anche riempirlo di vita, emozione e armonia, sensualità ed eleganza, premura, serenità o tensione, questo significa creare vera arte per John Wieser. Gli studi sul nudo non dovrebbero convincere solo per l’abbellimento, ma devono attrarre per il loro modo di rappresentare. Nulla deve distrarre lo spettatore del dipinto dal soggetto. Estetica e naturalismo si combinano in un’unica immagine. Il premiato disegno a matita “Secrets” simboleggia ciò che è nascosto nelle persone, anche quando stanno di fronte a noi nude. La rappresentazione è stata volutamente scelta in modo che lo spettatore percepisca la donna come una persona nuda, ma non ci sono stimoli sessuali, lo sguardo è inclinato di lato per rendere impossibile guardare attraverso gli occhi nell’anima. Anche se una persona è privata di tutti i vestiti, non vedremo mai i suoi pensieri e sentimenti più profondi che abitano il suo intimo, rimane un segreto... Il lavoro su commissione rappresenta una sfida speciale per John Wieser, che è sempre felice di affrontare. Non c’è niente di meglio per l’artista che collaborare con il cliente alla creazione di un

zing such projects. Not only picturing the human body but also filling it with life, emotion and harmony, sensuality and elegance, thoughtfulness, ease of mind or tension, this means true art to John Wieser. Nude studies should not be compelling due to embellishment but solely appeal by their way of representing. Nothing should distract the viewer of the painting from the essential subject. Aesthetics and naturalism are combined in one picture. The awarded pencil drawing “Secrets” symbolizes what is hidden in people, even when they stand in front of us bare. The representation was deliberately chosen so that the viewer perceives the woman as a naked person, but there are no sexual stimuli, the gaze is tilted to the side to make it impossible to look through the eyes into the soul. Even if a person is deprived of all clothing, we will never see his deepest thoughts and feelings that occupy him in the spirit, it remains a secret... Commissioned work represents a special challenge for John Wieser, which he is always happy to face. There is nothing better for the artist than to work together with the customer on the creation of a special

“Secrets” grafite su carta (graphite on paper), 45x90 cm.

“Summer shadow” grafite su carta (graphite on paper), 100x55 cm.

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disegno o dipinto speciale: “Nessun sorriso è più bello di quello di un cliente soddisfatto!” Come parte delle sue capacità artistiche, l’artista è aperto a tutti gli argomenti, pronto a dedicarsi a nuovi compiti, indipendentemente dal fatto che il soggetto sia un ritratto, un paesaggio, un animale, l un nudo o, chissà, qualcos’altro! s

“Snowflake” grafite su carta (graphite on paper), 40x25 cm.

“Wide land” acrilico su tela (acrylic on canvas), 66x28 cm.

John Wieser (1969, Austria). Autodidatta, ha iniziato la sua carriera professionale nel 1993. Affascinato dai più piccoli dettagli della natura, si diletta nell’intero processo, dalla tela vuota a un dipinto che stimola il pensiero perfettamente eseguito. Non soddisfatto di riflettere la natura solo con i colori o la matita, incorpora l’armonia estetica. La matita come “attrezzatura della prima ora” gli offre moltissime possibilità dell’organizzazione. Dallo schizzo fino all’elaborazione fotorealistica, ad alto contrasto o solo sfumata, dalla bozza al quadro finemente realizzato,completo di tutti dettagli, tutto è possibile. In particolare per i lavori su commissione, come i ritratti e le opere di nudo, consiglia la matita. Nessun colore, nessun pennello raggiunge la precisione di una punta di matita sottile. Un grande vantaggio lo vede anche nei toni di grigio della grafite, che permettono allo spettatore di guardare più in profondità l’opera, senza essere distolto dai colori. Nell’anno 2002 l’artista ha iniziato a lavorare maggiormente sui suoi disegni di nudo a matita, sempre concentrati a collegare estetica e naturalismo in una perfetta esecuzione artistica. A quel tempo, la sua serie di nudo era una delle più importanti al mondo in questa tecnica speciale e ha richiesto finora più di 18000 ore di lavoro! Più di 120 mostre personali e collettive in Austria, Germania, Italia, USA, Paesi Bassi, Danimarca, Slovenia, Croazia, Monaco, India Premi Premiato alla Biennale di Chianciano 2009 Premiato alla Biennale di Chianciano 2015 con il “Premio Leonardo per il Lavoro sulla Carta” Premiato alla Biennale di Calcutta 2016 con il Vincent van Gogh Award in Silver nella categoria “Pittura classica” Premiato al BIANCOSCURO Art Contest 2020, 1 ° Premio Graphic Art Pubblicazioni “Nudes in graphite I” Calendari artistici INFO www.john-wieser.com

“African giant” grafite su carta (graphite on paper), 100x60 cm.

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drawing or painting: “No smile is more beautiful than that of a satisfied customer!” As part of his artistic abilities, the artist is open to all topics and questions- ready to devote himself to new tasks! Regardless of whether the subject is a portrait, a landscape, an animal, a nude or something l else! s John Wieser (1969, Austria). The self-taught artist started his professional career in 1993. Fascinated by the smallest details of nature, he delights in the entire process, from empty canvas to a thought provoking painting perfectly executed. Not satisfied with just reflecting nature with colors or pencil, he incorporates aesthetic harmony. The pencil as “equipment of the first hour” offers very many possibilities of the organization to him. From the sketch up to photo-realistic elaboration, high-contrast or only tenderly, from the running to the completely distinguished picture, of combined representations up to the finest detail is everything possible. Particularly for commission-work, like Portraits and nude-artwork he recommends the pencil. No color, no brush does reach the exactness of a fine pencil point. A large advantage he sees also in the grey tones of Graphite, which permit the viewer to look more deeply the character of the explaining, without being diverted from colors. In the Year 2002 the artist began to work more on his nude-pencildrawings, always focused to connect aesthetics and naturalism done in a perfect artistic execution. At the time, his nude-series is one of the most important in this special technique in the world and took so far more than 18000 hours of work! More than 120 Solo- and Group-Exhibitions in Austria, Germany, Italy, USA, Netherlands, Denmark, Slovenia, Croatia, Monaco, India Awards Awarded at the Biennale di Chianciano 2009 Awarded at the Biennale di Chianciano 2015 with the “Leonardo Award for Work on Paper” Awarded at the Biennale Calcutta 2016 with the Vincent van Gogh Award in Silver in the category “Classical Painting” Awarded at the BIANCOSCURO art Contest 2020 – 1.Prize Graphic Art

“The bright” acrilico su tela (acrylic on canvas), 50x67 cm.

Publications “Nudes in graphite I” Art Calendars INFO www.john-wieser.com

“Tiger rest” grafite su carta (graphite on paper), 70x40 cm.

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Il Papa dei Medici

Restauri e scoperte su una delle opere iconiche di Raffaello di Rebecca Maniti

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sposizione speciale a Palazzo Pitti per celebrare il rientro del “Ritratto di Leone X con i cardinali Luigi de’ Rossi e Giulio de’ Medici” dopo la grande mostra su Raffaello a Roma. La mostra interamente dedicata all’opera, si intitola “Raffaello e il ritorno del Papa Medici - restauri e scoperte”, è curata dal soprintendente dell’Opificio Marco Ciatti e dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt, nella sala delle Nicchie della Galleria Palatina di Palazzo Pitti (dal 27 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021). L’allestimento è concepito per documentare e spiegare il complesso restauro e le numerose analisi scientifiche effettuate sull’opera, ora di nuovo completamente godibile nella lussuosa ricchezza cromatica dei dominanti toni rossi e

nella straordinaria varietà dei dettagli, che l’hanno resa una delle creazioni più famose del Sanzio. Importanti le scoperte fatte in fase di restauro (avvenuto prima della trasferta a Roma), infatti ora si può affermare senza ombra di dubbio che le figure dei cardinali che affiancano Leone X non furono aggiunte in un secondo momento, ma sono autografe dell’artista urbinate. “Al termine dell’esposizione, il Ritratto di Leone X tra due cardinali troverà collocazione nella Sala di Saturno dello stesso museo, in compagnia di una serie di capolavori dell’Urbinate, tra i quali i ritratti di altri due importanti prelati: quello di Papa Giulio II e quello del Cardinal Bibbiena”, ha annunciato il direttore delle Gallerie Eike l Schmidt. s

Una vista dell’allestimento a Palazzo Pitti

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Sopra: un momento del restauro

Risultato dell’indagine con RX dell’opera

Santi Raffaello, detto Raffaello Sanzio Ritratto di Leone X con i cardinali Luigi de’ Rossi e Giulio de’ Medici olio su tavola Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina ed Appartamenti Reali Inv. 40, Palatina (1912)

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Antonella Pecoraro “NINNI”

Pecoraro Antonella

antonella@artecultura.net

Ninni - “SOTTOBOSCO - LA PRIMAVERA” - 2010, acrilico su tela, 120x60 cm.

“E l’amore per la natura che suggerisce a Ninni i soggetti, dallo scorrere delle stagioni ai boschi, alle grotte, luoghi umidi e fluidi, a volte lucidi nella superficie, altre volte profondi nella corposità del colore nel tentativo piuttosto di dare realismo alla scena, di suggerire la materia stessa della natura rappresentata.” Domenico Iacaruso


Flora Castaldi

FLORA Castaldi FLORA - Maître franco-italien de l’Art Contemporain

FLORA “Poussieres d’Etoiles (dittico) 108x153 cm. FLORA IN MOSTRA Museo Diocesano - Gubbio, Italia - dal 17 ottobre al 1 novembre Museo Diocesano - Salerno, Italia - dal 12 al 20 dicembre 2020 Art Innsbruck - Austria - dal 14 al 17 gennaio - 2021 Palazzo d’Adda - Varallo Sesia, Italia - dal 28 marzo al 5 aprile 2021 Espace Neptune - Saint- Jean- Cap -Ferrat - Côte d’Azur, France - du 6 au 14 juin 2021

www.newartpromotion.it


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Tutte le donne dell’Impero Mostra archeologica al femminile di

Daniela Malabaila

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n un momento storico in cui si dibatte ancora di pari opportunità e diritti di genere, con tanto di vere e proprie campagne portate avanti anche mediaticamente per sfuggire alla regressione medievale che si insinua nella moderna società, Gli Uffizi danno un bel segnale con una mostra che racconta il potere femminile nell’Antica Roma. “Imperatrici, matrone, liberte” è il titolo della nuova esposizione archeologica delle Gallerie: trenta opere provenienti dalla ricca collezione archeologica del complesso museale, tra le quali anche le sculture raffiguranti Agrippina Minore (la madre di Nerone) e la moglie di Domiziano, dal Museo Archeologico Nazionale e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per spiegare i tanti (e rilevanti) ruoli della donna nella società del tempo. Con la speranza della riapertura dei Musei e delle mostre dal 3 dicembre, la rassegna si propone come un racconto dei reali ruoli femminili e delle battaglie di

emancipazione civile, politica ed economica. La curatrice Novella Lapini: “Al centro di questa mostra c’è la storia delle donne romane dei primi due secoli dell’Impero, analizzata sia dal punto di vista del modello femminile proposto ufficialmente, sia in relazione alle nuove possibilità d’azione [...]: una graduale, ma effettiva ril voluzione di genere nelle città”. s A destra: due viste della mostra Sotto: Disegno di Giovanni Antonio Dosio Pianta, fregio e trabeazione del tempio di Antonino e Faustina, con misure e indicazioni (recto); alzato, capitello e base del medesimo tempio, con misure e indicazioni (verso), seconda metà del XVI secolo, disegno a penna, bistro e matita nera su carta bianca (recto); disegno a penna e matita nera su carta bianca (verso), 43x57, 1 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe

IMPERATRICI MATRONE LIBERTE Volti e segreti delle donne romane 03 dicembre 2020 – 14 febbraio 2021 (Verifica l’effettiva apertura sul sito) Gli Uffizi, Firenze INFO firenzemusei@operalaboratori.com Da martedì a venerdì 08.30 - 13.30 Sabato e domanica 08.30 - 18.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Pierangelo Bertolo posta@pierbertolo.it pierangelo.bertolo bertolopierangelo www.pierbertolo.it Fiore dello Zafferano

Giglio bianco di mare

Lavanda

2020, linoleum rafie retouchè, 20x30 cm.


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L’esperimento di Wright of Derby Gli Uffizi accolgono un celebre dipinto di Flavio

Ennante

N

iente è più interessante di un dipinto del passato che può raccontare la vita vera dell’epoca in cui è stato realizzato. L’esposizione “Arte e Scienza”, curata da Alessandra Griffo alla Galleria degli Uffizi di Firenze, racconta il tema delle innovazioni e delle scoperte, in particolare descrive le reazioni della gente davanti a simili novità. Come in una moderna fotografia, l’opera più celebre di tutta la mostra è la rappresentazione di un momento conviviale di pura emozione. Così, come oggi ci ritroviamo a fotografare il momento in cui rivediamo i nostri cari in post lockdown, con veri sorrisi e felicirà, Joseph Wright, detto “of Derby”, dipinse con minuziosa pignoleria una scena di puro stupore ed eccitazione verso la scienza. Proprio il suo dipinto è il fulcro della rassegna, sia per bellezza oggettiva (dall’impianto progettuale della scena, alla scelta di una scala 1:1, alla realizzazione vera e propria) sia per l’eccezionalità del prestito della National Gallery di Londra, che raramente concede questo capolavoro. Volti preoccupati, meravigliati, incuriositi, appena rischiarati nelle loro diverse espressioni dalla luce della

lanterna: “Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica” descrive tutta l’emozione verso la scienza di un gruppo di persone che vivono al di fuori dall’ambito accademico, nel 1768, anno in cui questo tipo di tecnologia già si conosceva ampiamente fra gli addetti ai lavori., ma non fra gli abitanti di una normale casa di campagna. La sapienza del pittore inglese nelle scelte descrittive, con una qualità pittorica nitida, minuziosa, dettagliatissima, rende tutto così teatrale da far rimanere a bocca aperta anche lo spettatore. Oggi guardiamo quest’opera pensando sì alla scienza, e certamente ammirando il valore artistico del capolavoro di Wright of Derby, ma anche al lato etico della ricerca: al giorno d’oggi non ci sembra ammissibile che si decidesse della vita di un animale col solo scopo di mostrare il funzionamento di una pompa pneumatica. Lungo il percorso espositivo, altre opere descrivono diverse scene legate al tema della scienza e della ricerca; ed ecco dunque studiosi chini sugli scrittoi al lume di candela, come nel “San Girolamo con due A sinistra: Joseph Wright of Derby (Derby 1934 – 1797) Esperimento su un uccello in una pompa pneumatica 1768, olio su tela. The National Gallery. Londra Sotto: Giuseppe Maria Crespi (Bologna 1665 – 1746) Natura morta con cacciagione ante 1713, olio su tela. Gallerie degli Uffizi, Firenze

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angeli” di Bartolomeo Cavarozzi, e oggetti dell’epoca a tema. Una mostra che spero possa riaprire alla fine del Decreto in vigore, così da poter dare la possibilità di una visione del vivo di questi straordinari racl conti di vera storia. s William Cary (1759 – 1825) - Pompa pneumatica da tavolo a due cilindri inizi sec. XIX, mogano, ottone, vetro. Museo Galileo, Firenze Sotto:Bartolomeo Cavarozzi (Viterbo 1590 c. – Roma 1625) San Girolamo nello studio e due angeli 1617 c., olio su tela. Galleria Palatina, Gallerie degli Uffizi, Firenze

WRIGHT OF DERBY. ARTE E SCIENZA 06 ottobre 2020 – 24 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Gli Uffizi, Firenze INFO T. +39 055 294883 infouffizi@beniculturali.it Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.uffizi.it

NADA GRAFFIGNA

VOLUTTÀ - 2019, acrilici e pigmenti naturali su tela, 30x30 cm.

www.nadaart.jimdo.com

NadaGraffignaNadaart

nadaart@gmail.com

nadagraffignaartista


C H E L I TA

AGAVE SPLENDENTE

2019, fogli di alluminio specchiato incolore e oro e alluminio martellato incolore H. 120 cm. ø 170 cm. Peso 9 kg. Grazie alle proprietà di riflessione totale fino al 98% di questo alluminio, riflette la luce e si mimetizza nell’ambiente.

S C U LT U R E M E TA L L I C H E I N M O V I M E N T O


ZUCKERMANN

IL GRILLO CHAPULIN

2019, fogli di alluminio specchiato incolore e giallo e alluminio martellato incolore H. 73 cm. L. 167 cm. Apertura alare 172 cm. Peso 10,4 kg. Le ali si chiudono e muovono con il vento, si può appendere o appoggiare per terra

L’APE OLTRE GLI INSETTICIDI

2019, fogli di alluminio specchiato color oro e rame e alluminio opaco nero e alluminio martellato incolore H. 50 cm. L. 150 cm. Apertura alare 172 cm. Peso 11 kg. Le ali si chiudono e muovono con il vento, si può appendere o appoggiare per terra

Chelita Zuckermann

chelita_zuckermann

riojaschelita@yahoo.com.mx

www.chelita.it


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Un percorso intrecciato nell’Arte Dialoghi e corrispondenze inedite a Villa Bassi Rathgeb di

Lucia Garnero

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on inaugurazione il 17 ottobre e apertura al pubblico prevista fino al 5 aprile 2021, il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme ospita “6/900 Da Magnasco a Fontana. Dialogo tra Collezioni”, eccezionale evento espositivo promosso dal Comune di Abano Terme e realizzato a cura di Virginia Baradel e Mariella Gnani nel peculiare “contenitore” della Villa, ricco di affreschi, stucchi e arredi, ad offrire spunti, stimoli ed emozioni infinite. Le curatrici scelgono di “entrare con il passo dell’amatore” nelle collezioni Rossi Rathgeb e Merlini; collezioni lontane nel tempo e nelle modalità e finalità di rappresentazione, ma accomunate dalle tematiche affrontate e capaci di instaurare, l’una con l’altra, dialoghi e corrispondenze inedite. La prima, formata da tre generazioni di notabili bergamaschi, Alberto Rathgeb, Giuseppe Bassi Rathgeb e Roberto Bassi Rathgeb, composta prevalentemente da opere risalenti al ‘600-‘800 lombardo e bergamasco, venne donata da Roberto al Comune aponense, celebre per le cure

A sinistra, in alto: Alessandro Magnasco Il vecchio mulino A sinistra: Bertozzi & Casoni Composizione 2014, 3 moduli in ceramica, 39x90 cm.

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termali, cui era legato da lunga e prediletta consuetudine. Altrettanto nota e celebrata è la collezione di arte contemporanea di Giuseppe Merlini, formata da una galleria ampia e cospicua di pezzi, di autori quali De Chirico, Soffici, Severini, Melotti, Guttuso, Parmiggiani, de Pisis, Morlotti, Fontana, scelti a dialogare e confrontarsi con le mirabili opere della collezione Bassi Rathgeb. Pur nella loro diversità, le due collezioni sono entrambe formate dal medesimo profilo di pregio, orientato dal gusto personale del collezionista e dai rapporti di amicizia intrattenuti con gli artisti. Anche in ragione della Villa quale sede dell’evento, pregevole ed esigente interlocutore, le due curatrici intendono comporre “un percorso intrecciato che consenta un viaggio nella varietà di espressioni dell’arte contemporanea, provocato altresì dalle opere storiche”. Il percorso si sviluppa attraverso tre sezioni che prendono spunto dai tre generi esposti: Ritratto, Natura morta e Paesaggio. Il Ritratto introduce al tema della figura, esteso, nell’arte contemporanea, alla figura tout court, sempre più frequentemente sottoposta a mutamenti e ardite sperimentazioni. Il ritratto maschile, in particolare, trova, nelle interpretazioni del Moretto e del Pitocchetto, un’identità sociale che eleva la fedeltà ritrattistica a canone di affermazione alla ribalta del mondo. La Natura morta, dal canto suo, consente di mettere in scena i vaA destra, in alto: Lucio Fontana Busto muliebre 1968, ceramica riflessata e oro, 12x16x6 cm. Collezione Merlini, Busto Arsizio (VA) A destra: Gino Severini - Natura morta 1946, inchiostro su carta, 22x29 cm.

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6/900 DA MAGNASCO A FONTANA Dialogo tra Collezioni

17 ottobre 2020 – 5 aprile 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale; verifica l’effettiva apertura sul sito) Museo Villa Bassi Rathgeb, Abano Terme INFO T. +39 041 8627167 villabassi@coopculture.it Giovedì e venerdì 14.30 - 18.30 Sabato e domenica 10.00 - 13.00; 14.30 - 18.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museovillabassiabano.it

lori cromatici e compositivi della pittura e, a partire dalle opere del Baschenis e di Van Beyeren, si snoda un percorso che consente di passare dal vigore sintetico di ascendenza cubista di Severini all’esuberanza di Guttuso, via via sino all’ossatura spaziale astratta. Nel Paesaggio, in ultimo, la metamorfosi tra Natura e Pittura si compie sino in fondo. Partendo dai paesaggi di Magnasco e Marini, Porta, Ronzoni, Fidanza, si svolge un nastro di progressiva e affascinante destrutturazione e mutazione delle forme. Le due collezioni, rese fruibili contemporaneamente all’interno del suggestivo contesto espositivo, rendono l’evento un’importante occasione di meditazione sull’evoluzione dell’uomo/artista nell’importante e continuo raffronto con il mondo e la natura l circostante. s A destra, in alto: Adolfo Wildt La concezione 1921, marmo bianco di Carrara, 26,5x27 cm. A destra: Giacomo Antonio Ceruti detto il Pitocchetto Autoritratto in veste di san Giacomo mendicante olio su tela, 64,7x46,8 cm.

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ANGELO DE FRANCISCO

Progetto per una CittĂ ad Arte - Video 1 frame video 2013, stampa Topsec, 150x100 cm.

Progetto per una CittĂ ad Arte - Video 2 frame video 2013, stampa Topsec, 150x100 cm.

www.angelodefrancisco.com

a.defrancisco@tin.it

Angelo de Francisco Mazzaccara


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Alfonso Leoni Il linguaggio della ceramica di Mario

Gambatesa

Alfonso Leoni è stato, prima di tutto, una coscienza, conficcata lucidamente in uno degli snodi più ispidi della cultura artistica dei decenni ultimi.

Flaminio Gualdoni

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n onore del quarantesimo anniversario dalla morte di Alfonso Leoni, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza inaugura la mostra antologica intitolata “Alfonso Leoni (1941 -1980). Genio ribelle”. L’esposizione, aperta al pubblico dal 1° ottobre scorso, sarà visitabile fino al 19 gennaio 2021 (decreti permettendo). Alfonso Leoni nasce a Faenza nel 1941; dopo aver intrapreso gli studi presso l’Istituto d’Arte Ballardini, nel 1961 divenne docente di Arti Plastiche. Con A sinistra: Alfonso Leoni Senza titolo 1980, maiolica, 37x15x11 cm. A destra: [1] Alfonso Leoni Movimento musicale turchese (Tondo turchese) 1971, maiolica, 20x42 cm. [2] Alfonso Leoni Possibilità 99* 1966, maiolica, 14x 24 o 30 cm. [3] Alfonso Leoni Tondo P. (Tondo V)* 1969, 16x26 cm. [4] Alfonso Leoni Possibilità 77 1966, maiolica, 17,5x 43,2 cm. [5] Anno 1971, Alfonso Leoni al lavoro per la realizzazione del pannello Università di Matematica, Bologna

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biancoscuro

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Faenza ebbe sempre un rapporto di amore e odio, molti erano gli stimoli che ricavava da questa città, ma allo stesso tempo si sentiva limitato nelle sue possibilità. Negli anni cercò altre strade per esprimere la sua arte, come ad esempio la collaborazione con l’industria Villeroy & Boch, che fornì a Leoni un grande atelier con molti assistenti per realizzare tutte le sue idee. La sua voglia di sapere e di sperimentare, lo portò ad intraprendere numerosi viaggi per conoscere ed indagare le arti visive. Alfonso Leoni è figlio del proprio tempo. Visse

gli anni ‘60 e ‘70, un periodo di lotte e contestazioni che in arte si traduce in neoavanguardia: pop art, nuovo realismo, happening, performance e minimalismo. In quegli anni intensifica il suo rapporto con l’arte contemporanea, ponendo lo sguardo sull’operato di Lucio Fontana, che definiva la ceramica un mezzo per sperimentare, per forzare la scultura attraverso il fuoco, quest’ultimo intermediario tra forma e colore. In contemporanea si avvicina all’arte informale di Leoncillo Leonardi e allo stesso tempo all’arte giapponese. Inoltre capisce, che ge-

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stualità, azione e imperfezione (la wabi-sabi, bellezza dell’imperfetto della filosofia buddhista), sono temi che gli appartengono e che lo conducono all’utilizzo del suo mezzo prediletto: l’argilla. La sua arte fu un linguaggio unico, differente e poliedrico, dalla pittura alla ceramica artistica e industriale, per poi passare alla grafica e al design, sempre alla ricerca di nuovi stimoli artistici. Le opere presenti nelle sale espositive del MIC mirano a far conoscere al meglio la figura, ma soprattutto la poetica di questo genio ribelle. Nelle sue opere Leoni usava ogni tipo di materiale, carta, legno, bronzo, plastica, marmo, ferro, metalli preziosi e vetro. Strappava, assemblava, distruggeva, cercava l’impossibile e spesso ci riusciva. Nella sua pur breve carriera, ha lasciato un segno ed una eredità fondamentali per tutto il mondo della ceramica faentina. “Leoni è stato in grado di porre al centro della riflessione la ceramica, come provocazione, come canto fuori dal coro, metafora di cambiamento intellettuale”, spiega la curatrice Claudia Casali. Alfonso Leoni fu un artista ostinato e ribelle che riuscì a riconsiderare la ceramica, dal punto di vista concettuale, quale materiale dell’arte contemA sinistra e sotto, alcune immagini della mostra dedicata ad Alfonso Leoni a l MIC di Faenza.

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ALFONSO LEONI (1941-1980) poranea, comprendendo che essa era materia tanto antica quanto attuale. Attraverso la sua caparbietà artistica, riuscì ad unire lo spazio, la forma e il col lore rendendo immortale la sua arte. s

Genio ribelle

01 ottobre 2020 - 19 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) MIC, Faenza

Silvano Crespi

INFO T. +39 0546697311 info@micfaenza.org Da martedì a venerdì 09.00 - 14.00 Sabato, domenica e festivi 9.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.micfaenza.org

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Le pale di San Martino 2006, olio su cartone telato 30x36 cm.

[6] Alfonso Leoni Senza titolo 1968, maiolica e terracotta, 7x 42 cm. [7] Alfonso Leoni Carte tese n.7 1965 ca, carte rifilate di copisteria e ripiegate 2,4x21x10,2 cm. [7]

Sotto: una sequenza di una performance di Alfonso Leoni al MIC Faenza, nel 1976

“Silvano Crespi appartiene all’area neofigurativa, pervasa com’è da una miscela di neo-romanticismo immersa in un ideale maniera postimpressionista. La sua pittura richiama uno stato d’animo, una percezione più che una semplice veduta prospettica. Dipinge sensazioni, momenti e luoghi dove è stato e dove vorrebbe essere, con lo sguardo rivolto all’ 800 pittorico, ma con gli interrogativi e le problematiche del suo tempo. Il Crespi crea luoghi immaginari o rimembrati dove si è trovato bene e in pace con sé stesso, anche con l’intento di riprovare quella emozione e di fissare nel tempo quel magico momento, quella determinata percezione. In sintesi osserva, analizza, scompone, elabora, e infine traduce sulla tela quello che il suo sguardo ha attentamente indagato: una situazione ed un’impressione unite idealmente e razionalmente.”

Estate al mare 2005, olio su tela, 50x60 cm.

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silvanocrespi44@gmail.com silvano_crespi www.silvanocrespi.it


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Quadriennale d’arte 2020 Per guardare oltre di Ettore Tiretto

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a fatto appena in tempo ad aprire e ammaliare tutti gli appassionati d’arte contemporanea, e speriamo di poter visitare ancora la nuova edizione della Quadriennale d’arte a Roma, titolata “Fuori”. I curatori, Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, con gli assistenti Michele Bertolino e Matteo Binci, hanno lavorato per restituire un’immagine nuova dell’arte contemporanea italiana a livello internazionale. Con un allestimento innovativo studiato da Alessandro Bava per esaltare le opere, FUORI è una mostra che attraversa le generazioni e le diverse discipline artistiche (moda, teatro, musica, danza, film, architettura, design), complessa ma altrettanto regolabile

su tre ambiti tematici: il Palazzo, come metafora della relazione tra arte e potere; il Desiderio, per la necessità di sedurre che da sempre accompagna l’arte e gli artisti di ogni livello; l’Incommensurabile, ovvero ciò che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni, evitando di cadere in uno stile ripetitivo. Quarantatrè gli artisti in mostra suddivisi Sopra: Benni Bosetto, veduta dell’installazione Quadriennale d’arte 2020 FUORI Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Ph. DSL Studio A sinistra: Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, veduta dell’allestimento Quadriennale d’arte 2020 FUORI Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Ph. DSL Studio Sotto: Giulia Crispiani, veduta dell’allestimento Quadriennale d’arte 2020 FUORI Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Ph. DSL Studio

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in trentacinque sale, più di trecento le opere esposte che tracciano un percorso alternativo nella lettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta a oggi. Possiamo vedere la Quadriennale di Roma come un’istituzione di vera ricerca e riflessione sui valori artistici che l ripensano il presente. s A destra: Nanda Vigo - veduta dell’allestimento Quadriennale d’arte 2020 FUORI Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Ph. DSL Studio Sotto: Quadriennale d’arte 2020 FUORI, veduta dell’allestimento; in primo piano Chiara Camoni, sul pavimento Raffaela Naldi Rossano, alle pareti Diego Gualandris. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Ph. DSL Studio

QUADRIENNALE D’ARTE 2020 - FUORI 30 ottobre 2020 - 17 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Palazzo delle Esposizioni, Roma INFO T. +39 06 696271 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.quadriennale2020.com

GIUSEPPE PORTELLA

Carambola - ciclo i festosi - 2019, semisfere in resina su tavola, 60x60 cm.

giuseppe.portella

giuseppe.portella.96

www.newartpromotion.it/giuseppe-portella


GIANLUCA GIUSEPPE SEREGNI

"Valuable Sign" (particolare) mixed media on synth-canvas, 40x40 cm.

santiepresepe@gmail.com


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Gianmaria Potenza per PGC Una sua opera per sostenere la Collezione Peggy Guggenheim di

Daniela Malabaila

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l settore dell’arte è stato duramente colpito in questo lungo periodo di emergenza sanitaria. Le chiusure di tutti i luoghi di cultura, anche artistica (dalle scuole di ogni tipo e livello ai musei, dai teatri agli eventi artistici in ogni declinazione), hanno messo in difficoltà tante realtà, soprattutto quelle di cui ignoriamo le dinamiche ed il lavoro che ogni giorno viene svolto per poter rendere alla comunità, tutta la bellezza dell’arte. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è uno dei più importanti Musei d’arte europea ed americana del XX secolo in Italia, e per poter continuare la sua attività ha avviato una campagna di fundraising: “Insieme per la PGC”. Il progetto è stato lanciato il 10 settembre 2020 e porta avanti l’impegno di Gianmaria Potenza (ricordiamo la campagna fondi della primavera scorsa “Dono Ad Arte” a favore del Sistema Sanitario Regionale Veneto, che aveva avuto ottimo riscontro) in questo momento difficile: “Come socio del museo ed esponente della comunità artistica veneziana, sono felice di poter contribuire con la mia arte a preservare questa importante realtà. L’arte può e deve fare la differenza perché parla a tutti”. A sostegno del Museo ha infatti donato l’opera “La Nascita del Sole n.0”, ora acquisita dallo studio F&M Ingegneria che ha sostenuto la nobile causa devolvendo

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la somma direttamente alla Collezione Peggy Guggenheim. Karole P. B. Vail, Direttrice Collezione Peggy Guggenheim, ha voluto ringraziare: “La Collezione Peggy Guggenheim è grata al Maestro Potenza e a F&M Ingegneria per la loro generosità e il loro sostegno durante questo momento di crisi. L’arte è sempre fonte di ispirazione, conforto e dialogo; il compito del nostro museo è quello di far sì che questo possa continuare ad accadere oggi e in futuro grazie l anche al loro supporto”. s Sotto: Gianmaria Potenza La Nascita del Sole n.0 1994, mosaico di smalto vetroso e legno, 44x44 cm.

Sopra: Gianmaria Potenza con l’Ing. Sandro Favero, davanti alle opere del Maestro “Lui” e “Lei”, negli spazi dello Studio F&M Ingegneria di Mirano.

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biancoscuro

L’arte del Centro Pecci Il ruolo dell’artista nella realtà in cui viviamo di Mario

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Gambatesa

l Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha organizzato una serie di mostre inerenti ai grandi temi della vita e della nostra società. Seguendo un ordine temporale, abbiamo potuto vedere la presentazione del video “Raid” dell’artista Marcello Maloberti, dal 23 ottobre al 29 novembre scorso. I temi sono molteplici: il fascino per i libri, la relazione con le immagini iconiche della storia dell’arte e molto altro. Aperta al pubblico dal 24 otto-

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bre scorso al prossimo 7 febbraio 2021 (decreti permettendo) troviamo invece la mostra “Litosfera”, composta da un video ed una grande installazione ambientale. La mostra, curata da Cristina Perrella, mette in relazione il lavoro di Elena Mazzi e Sara Tirelli intitolato “A Fragmented World”. Un vero e proprio salto indietro nel tempo. Ispirata alla Teoria delle Fratture del fisico Bruno Giorgini, che analizza le variabili che conducono a una crisi, intesa, sia come fenomeno geo-fisico che socio-politico. In mostra tro-

viamo anche l’opera di Giorgio Andreotta Calò che ha acquisito, riordinato e catalogato circa 2000 metri lineari di carotaggi dell’area a sud-ovest della Sardegna. L’orizzonte stratigrafico corrispondente al livello produttivo, compreso tra i 350 e 450 metri sotto il livello del mare, è stato quindi ricomLitosfera, 24.10.2020 – 7.02.2021 Installation view Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Prato © Ph. OKNOstudio

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posto a pavimento: i vari strati di roccia visibili in questi carotaggi portano alla luce millenni di storia naturale, raccontati attraverso i vari materiali quali arenarie, micro-conglomerati, strati carboniosi, calcare beige e lumachelle. Entrambe le opere vivono di un fattore comune: un viaggio al centro della Terra. In programma anche la mostra intitolata “Protext! Quando il tessuto si fa manifesto” a cura di Camilla Mozzato e Marta Papini, aperta al pubblico (con riapertura definita dalle regole anti-covid) fino al prossimo 14 febbraio 2021. L’esposizione indaga come la più recente generazione di artisti prenda in considerazione l’uso del tessuto e le sue diverse declinazioni formali come pratica artistica trasgressiva. In mostra saranno esposte le sculture tessili di Pia Camil, indumenti prodotti in America Latina e che tornano ai luoghi d’origine (Stati Uniti), seguendo le rotte del commercio globale. Gli arazzi di Otobong Nkanga che esplora i cambiamenti sociali e topografici, mettendo in relazione uomo e natura. I ricami su garza di Güneş Terkol di cui le protagoniste sono donne turche che rifiutano di adattarsi alle trasformazioni sociali e culturali contemporanee. Successivamente troviamo Vladislav Shapovalov, che presenta due bandiere appartenenti alla collezione della Camera del Lavoro di Biella, composte da tanti piccoli frammenti di tessuto ricamati con i nomi delle lavoratrici e cuciti insieme. Proseguendo, ecco poi Marinella Senatore che affronta il tema della protesta in diversi contesti geografici, attraverso una serie di stendardi ricamati a mano; per finire, Tschabalala Self co-

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In questa pagina: Protext! Quando il tessuto si fa manifesto 24.10.2020 – 14.02.2021 Installation view Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Prato © Ph. OKNOstudio

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struisce rappresentazioni volutamente esagerate legate all’immaginario dei corpi femminili (neri)

con una combinazione di materiali coloratissimi che rimandano a tradizioni artistiche artigianali.

Un’idea organizzativa degna del Centro Pecci che evidenzia, in modo crescente, il ruolo delle arti nell’interpretazione della l realtà in cui viviamo. s

A sinistra: Marcello Maloberti "Raid" - 2018 Performance al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci in occasione della 14esima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (13 ottobre 2018) Ph. Ela Bialkowska OKNOstudio

PROTEXT!

Quando il tessuto si fa manifesto 24 ottobre 2020 – 14 febbraio 2021

LITOSFERA

Un dialogo tra Produttivo e A Fragmented World 24 ottobre 2020 – 07 febbraio 2021

RAID

Marcello Maloberti

24 ottobre – 29 novembre 2020 (le mostre sono sospese fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato INFO T. +39 0574 5317 info@centropecci.it Da mercoledì a venerdì 12.00 - 20.00 Sabato e domenica 11.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.centropecci.it

Daniele Bosica DB Artist bosele.db@gmail.com Daniele Bosica (DBArtist)

danielebosica

www.danielebosica.com Oxford Street, light box - 2017, pittura al silicone su lampada, 60x80x8 cm. (spenta e accesa)


LUIGI SETTEMBRINI www.settembrini.org

info@settembrini.org

luigisettembriniofficial

Il colore diverso - 2020, polimaterico su tela, 100x70 cm.

Concetto di equilibrio e sospensione - 2020, polimaterico su tela, 80x30 cm.


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Chen Zhen La sua ricerca al Pirelli HangarBicocca di Rebecca Maniti

U

na interessante retrospettiva dedicata al lavoro di Chen Zhen (1955, Shanghai – 2000, Parigi), anima i 5.500 mq delle Navate e del Cubo di Pirelli HangarBicocca di Milano, dal 15 ottobre: “Short-circuits”.

Il titolo della mostra prende spunto dal metodo creativo sviluppato dall’artista, definito il “fenomeno del cortocircuito” (lo svelamento del significato dell’opera nel momento in cui viene spostata dal contesto originale per cui era stata concepita, in un luogo diverso); Chen Zhen rifletteva dunque

sul concetto di contaminazione simbolica e culturale come modalità di creazione artistica, e la mostra, a cura di Vicente Todolí, riflette esattamente questa pratica. Lungo il percorso espositivo possiamo ammirare i lavori più significativi di Chen Zhen, realizzati tra il 1991 e il 2000, anno della sua scomparsa. Apre la retrospettiva una installazione monumentale, “Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song)”, che allude a temi legati alla cura del corpo e dello spirito, centrali nelle ricerche di Chen Zhen, malato di anemia emolitica. Tra gli altri temi toccati, anche quelli riguardanti i grandi poteri e la possibilità di armonia e unità, il consumismo ed il capitalismo in Cina, il Buddismo. La mostra si conclude con opere riguardanti la malattia e la guarigione, fisica e spirituale, in un ambiente domestico monocromatico e dall’aspetto apocalittico: il cortocirl cuito finale. s In alto: Chen Zhen Jardin-Lavoir, 2000 (detail) Installation view, Galleria Continua, Havana, 2017-2018 Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Paris Ph. Nestor Kim A sinistra: Chen Zhen Le Produit naturel / Le Produit artificiel, 1991 Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Paris Ph. Ela Bialkowska

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“My research is to make the relation between the human being and the impalpable dimension which generates chaos clear in a wonderful asymmetrical balance”

SHORT-CIRCUITS Pirelli HangarBicocca, Milano October 15, 2020 - February 21, 2021

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urated by Vicente Todolí, Short-circuits, is conceived as an immersive exploration within the complex artistic research of Chen Zhen, bringing together for the first time some of the artist’s most significant works from 1991 to 2000, in the 5,500 square metres of the Navate and Cubo of Pirelli HangarBicocca. The title of the exhibition is inspired by the artist’s creative method, which he referred to as a “short-circuit phenomenon”, which is that of revealing the hidden meaning of a work of art when it is taken from the original setting for which it was created to a different place. This process led Chen Zhen to reflect on the concept of symbolic and cultural enrichment as a means of artistic creation. The idea behind the exhibition reflects this, creating original interactions between the works on display, while also shedding light on the numerous cross-references and connections that appear in the artist’s works, creating an open dialogue on a number of themes: globalisation and consumerism, overcoming the hegemony of Western values, and the coming together of different cultures. The exhibition opens with one of Chen Zhen’s most outstanding works, Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), (2000). This monumental installation consists of a number of chairs and beds from different parts of the world, covered in cow hides. The work is one of the few to have a performative side to it and, on certain occasions, it can be brought to life by dancers, whose body movements act as a meditative instrument, and by percussions that recall the massage technique used in traditional Chinese medicine. The installation alludes to themes concerning care of the body and spirit, which are central to Chen Zhen’s artistic research. The diversity of the elements from different settings is also a feature of Round Table (1995), a work created for the United Nations building in Geneva. In this case, 29 chairs are fastened around the top of a circular table: everyday objects that, on the one hand, are a symbol of the actions of the powers that be and of international political debates, while on the other they call for unity and harmony, and for an occasion to come together and celebrate. The exhibition is accompanied by a bilingual catalogue published by Skira. It contains in-depth documentation of the show, critical essays about the artist’s practice by Alexandra Munroe, Marco Scotini and Vicente Todolí as well as detailed entries on all the artworks on display l at Pirelli HangarBicocca. s

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[1] Chen Zhen - Jardin-Lavoir, 2000 Installation view, Galleria Continua, Havana, 2017-2018 Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Paris Ph. Nestor Kim

MARK CATTANEO

[2] Chen Zhen - Nightly Imprecations,1999 Installation view, Art & Public, Geneva, 2000 Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Paris Courtesy Art & Public, Geneva [3] Chen Zhen - Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000 Installation view, Kunsthalle Wien, Vienna, 2007 Collection Pinault. Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Paris. Ph.Ela Bialkowska

SHORT-CIRCUITS

15 ottobre 2020 – 21 febbraio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Pirelli HangarBicocca, Milano INFO T. +39 02 6611 1573 Da giovedì a domenica 10.30 - 20.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

Serie Grigi

C66 - C12

oxidation, corrosion on metal with acids and interventions acrylic on canvas 40x40 cm.

www.pirellihangarbicocca.org

markcattaneo.9@gmail.com www.markcattaneo.com


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Castagne matte Appuntamento al MAMbo di Bologna di Flavio

Ennante

S

i intitola “Castagne matte” ed è a cura di Caterina Molteni, il secondo appuntamento della rassegna “RE-COLLECTING”, ideata da Lorenzo Balbi e visibile nella Project Room del MAMbo di Bologna. La credenza popolare della castagna che protegge dal raffreddore, è il punto di partenza di questa riflessione sulla ritualità nella sfera sociale, religiosa e artistica. In un momento caratterizzato da disastri ecologici, pandemie e pro-

blemi politici, la ritualità appare una delle strategie possibili per comprendere e affrontare situazioni e condizioni di emergenza. In mostra è visibile una selezione di opere della collezione permanente del MAMbo, insieme ad oggetti provenienti dal Museo Civico Archeologico di Bologna, grazie alla collaborazione con l’Area Archeologia dell’Istituzione Bologna Musei. Troviamo anche una sezione dedicata alla storia espositiva della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e alcune castagne matte appartenute a Giorgio Morandi

che, in modo spensierato e speranzoso, probabilmente seguiva l’ul sanza di portarle con sé. s

In alto: Disegno di laminetta incisa con iscrizione e disegni di maledizione (defixiones) Contiene una maledizione mortale contro un tale Porcellus, di professione veterinario, e sua moglie IV-V sec. d.C. , piombo Bologna, Museo Civico Archeologico A sinistra: Castagne d’India (castagne matte) appartenute a Giorgio Morandi Bologna, Casa Morandi Ph. Bianca Schroder

Nadia MARTORANO Martorano Nadia martorano.nadia@gmail.com

Clarissa - olio su tela, 100x70 cm.


Alessandro Cinardo

Lei assopita - 2004, olio su tela, 70x60 cm.

Cinardo Alessandro Artista

alessandrocinardo

alessandro.cinardo@gmail.com - www.alessandrocinardo.com


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Giorgio Milani La personale a Piacenza di

Ettore Tiretto

A

bbiamo l’occasione di poter vedere le opere di Giorgio Milani nella sua Piacenza, nello spazio dedicato all’arte e al design Volumnia, realizzato all’interno di una chiesa sconsacrata. La grande mostra personale dal titolo “La scrittura come enigma”, curata da Elena Pontiggia, propone 120 opere dell’artista piacentino, fra quadri e sculture in gran parte inedite, realizzate con caratteri mobili in legno per la stampa non più in uso, divise GIORGIO MILANI

La scrittura come enigma

25 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) VOLUMNIA, Piacenza INFO E PRENOTAZIONE info@volumnia.space Da martedì a domenica 15.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.volumnia.space

in dieci sezioni che documentano i suoi cicli più importanti, dalle “Torri di Gutenberg” alle “Babeli” e ai “Poetari Oriente Occidente”, dalle “Sublimazioni” alle “Sindoni di Gutenberg” e ai “Canti”, fino a “Ombre Rare”. Scrive così Elena Pontiggia nell’introduzione al catalogo: “La scrittura di Milani, i suoi Poetari, non compongono un catalogo razionale o una schedatura scolastica, ma sono semmai il luogo dell’enigma, non perché svelano il mistero, ma perché rivelano che il mistero esiste. Lettere e segni sono raccolti in andamenti ortogonali, entro quadrati e rettangoli, in spazi ritmici e musicali, ma non si leggono ordinatamente e giudiziosamente. Provate a leggerli: non ci riuscirete, perché sono ermetici come le foglie della Sibilla. Sono un’enciclopedia di Babele, l cioè dell’incomprensione”. s In alto: Giorgio Milani - BABELE SPIRALE CONICA 2020, assemblaggio di caratteri tipografici di legno e struttura metallica, 212x98 cm. A destra: Giorgio Milani - ORIENTE OCCIDENTE 2007, assemblaggio di fregi e caratteri tipografici di legno, cliché di zinco, foglia oro e argento, 140x100 cm.

Loredana BOLDINI w w w . l o r e d a n a b o l d i n i . i t loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic l_bold28

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Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Una mela al giorno - 2018, acrilico su tel, 70x80 cm. Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it


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Dario Zaffaroni Polimodularità fluorescenti di

Palmira Rigamonti

S

howcases Gallery è lieta di presentare nella mostra “POLIMODULARITA’ FLUORESCENTI” alcune opere realizzate da Dario Zaffaroni, artista importante del panorama contemporaneo, che lavora nella prima parte della sua lunga carriera con Dadamaino e frequenta altri artisti dell’avanguardia milanese quali: Colombo, Calderara, Scaccabarozzi, Tornquist, Varisco. Zaffaroni è un’artista raffinato, che ha scelto negli anni, un campo preciso di intervento: la percezione visiva dell’interazione cromatica, attraverso l’accostamento e l’intersecazione di nastri cromatici a gradiente fluorescente che danno come risultato fenomeni percettivi e cinetici sempre differenti. Le sue “polimodularità cromatiche”, rigorose, geometriche, affiorano da fondi monocromi, prevalentemente neri o bianchi, e coinvolgendo lo spazio, fanno del colore un “incipit”, apporto e supporto, di luce e movimento, il fondo della sua ricerca, dove l’intervento plastico si fonda sulle valenze croma-

tiche, creando una raffinata tessitura tra colore e forma. I quadri-scultura di Zaffaroni, che emozionano ad ogni sguardo, che vibrano ad ogni variazione di luce, si collocano in ambito astratto geometrico, rappresentando forme in movimento in un unitario rapporto spazio - temporale. I suoi esperimenti cinetici stimolano lo spettatore a muoversi intorno all’opera, al fine di godere della modalità della visione più completa, e a riflettere sulla situazione percettiva proposta, sempre diversa, ma sempre emotiva. Nelle opere di Zaffaroni non ci sono rapporti di forza, ma metriche e dinamiche proporzionali, situazioni percettive uniche e sensazioni visive che si trasformano in pensiero. I suoi quadri non sono da intendersi “conclusi”, ma sono uno stimolo per lo spettatore, un programma. Le sue opere sono da ammirare e contemplare e sono un aiuto a conseguire un grado superiore di chiarezza nella percezione, e nella loro fluidità e leggerezza sono apportatrici di l un ordine armonico. s

Dario Zaffaroni Modularità Fluorescente - 2017

Rigamonti e Zaffaroni in un momento dell’inaugurazione della mostra personale “Polimodularità fluorescenti”

POLIMODULARITA’ FLUORESCENTI Dario Zaffaroni 24 ottobre – 31 dicembre 2020 Showcases Gallery, Varese INFO T. +39 0332 237529 Da lunedì a venerdì 09.00/12.30 - 15.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

showcasesgallery.blogspot.it

Alberto F

O

R

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A

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w w w . a l b e r t o f o r n a i . i t

Alberto Fornai albertofornai@gmail.com

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it

Alberto Fornai - “Bukosky”- 2012, acrilico Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it

su

tela,

80x80

cm.

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Eugenio Cerrato

Eravamo quattro amici al bar 30x120 cm.

Via Marconi 23, Oleggio (NO) Photo by Gasparetto

Alla ricerca del Santo Graal 50x150 cm.

Te l . 3 3 8 9 2 3 4 6 4 7


L’importanza della Luce

Mario Cobàs (Mario Carchini)

A Padova, la tradizione ebraica in mostra

A

Padova in esposizione 20 lampade per rappresentare metaforicamente l’importanza delle luci nel momento di maggior buio. La mostra offre l’opportunità di apprezzare e conoscere gli usi e le tradizioni legate alla festività ebraica di Chanukkà, conoscerne i significati palesi e reconditi. La novità di questa esposizione consiste nel presentare Chanukkà, una ricorrenza che si celebra da secoli, attraverso lampade, realizzate da artisti contemporanei come oggetti di design che raccontano di una tradizione millenaria. Le lampade in esposizione provengono dalla Fondazione Arte Storia e cultura ebraica di Casale Monferrato, una raccolta unica al mondo che conta oggi più di 250 chanukkiot (lampade a 9 bracci tipiche della tradizione ebraica) donate e create dai più grandi artisti italiani ed europei, tra i quali citiamo Dario Brevi, che ha realizzato un chanukkiot in acri-

Dario Brevi - Chanukkià acrilico su MDF, 116x52 cm.

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lico su mdf, suo materiale d’elezione. Molti pezzi sono già stati al centro di importanti eventi culturali in Italia ed Europa. L’esposizione offre un’occasione per riflettere e confrontarsi con modi diversi di vivere il periodo natalizio: per scoprire o ricordarsi che in città esistono minoranze con abitudini, tradizioni e fedi diverse. Incrementare tale conoscenza sviluppa maggiore attenzione sociale e facilita lo scambio interculturale, consente di accrescere il senso di reciproco rispetto e favorisce l’inclusione allontanando l’insorgere di nuovi episodi di antisemitismo. La rilettura in chiave contemporanea di una tradizione millenaria coinvolge ogni tipo di visitatore. L’unicità degli oggetti esposti incuriosisce e permetterà di apprezzare la novità del racconto del miracolo di Chanukkà; il design delle lampade avvicinerà i visitatori per la sua bellezza e attualità di realizzazione e offrirà l’occasione di un maggiol re approfondimento culturale. s

Red Hands - 2015, mixed media on canvas, 80x80 cm. Lives and works in Carrara, Tuscany, Italy. Mario Cobàs (Mario Carchini) works on a pictorial, photographic and video research at the center of which there are problems of image fragmentation and reworking, referring to the analysis of the unconscious through dreams. The artist carries out his creative activity in the MM MC Studio, sculpture, painting and design, in Carrara, Tuscany. The windows represent windows on the inner world of Cobàs; magenta red acts as a link between the unconscious and the artist’s personal pictorial technique, in which symbolic elements are shattered and elaborated in new forms, in an attempt to overcome contemporary reality and constant projection into the future. Permanent works of art: Pinacoteca Civica Modigliani, Follonica; Pecci Center Prato; The Art Museum Sharjah (UAE); Ugo Guidi Museum Forte dei Marmi; Paper Museum, Pescia; Historical Museum of Sant’Anna di Stazzema; Museum of New Art, Detroit; Atlantic Center of Modern Art, Las Palmas de Gran Canaria. The artist has participated in over 400 art exhibitions since 1997, we remember the most important initials and the last ones as invited artist with documentation and press review verifiable both online and in FB.

Trees - 2017, mixed media on canvas, 80x80 cm. mario.cobas.artista@gmail.com studio_mm_mc Mario Cobàs (Mario Carchini)


Valentina Guadagnucci VALEGart

lambagmeg@gmail.com - www.lambagmeg.com


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L’iconica Ultima Cena Protagonista al Refettorio delle Stelline

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a Galleria del Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline, ricollega l’opera di Leonardo da Vinci a grandi nomi dell’arte contemporane: l’esposizione, presentata dal celebre storico dell’arte Flavio Caroli, curata da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, è stata aperta dal 31 ottobre e si sarebbe dovuta concludere il 3 dicembre, giorno dello scadere del Decreto che ha chiuso le visite alle mostre. Il progetto si sofferma sul tema dell’Ultima Cena con opere iconiche legate alla Pop Art accostate a quelle di artisti contemporanei, oltre a una sezione dedicata a proiezioni, filmati e a un nutrito corpus documentario. La mostra è prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con la collaborazione del Museo del Cenacolo Vinciano, della Fondazione Daniel Spoerri, di Cineteca Milano e Centro Culturale “Alle Grazie”. L’opera di Warhol “The Last Supper”, caratterizzata dalla ripetizione bipartita dell’Ultima Cena virata in magenta e nero, entrata in collezione Creval nell’87, pochi mesi prima della scomparsa, è l’elemento focale della mostra, che si snoda nell’esposizione dei lavori di grande formato di Daniel Spoerri, Bruno Bordoli, Filippo Avalle, Elia Festa. La rassegna culmina con l’esposizione del poster della mostra “Andy Warhol. Il Cenacolo” e del suo bozzetto a mano libera, elaborato dall’artista e grafico greco Petros su incarico di l Iolas e del Credito Valtellinese nel 1986. s

Warhol Andy - The Last Supper 1987, acrilico su tela, 100x100 cm.

AURORA COPPOLINO

“Erosione: terra-acqua” - acrilico, 80x80 cm.

aurora.coppolino.5

auroracoppolino@alice.it


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Mart Signed aTorino Inaugura la nuova galleria dei Docks Dora di Vincenzo Chetta

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postata al 4 dicembre (decreti permettendo) l’inaugurazione della prima mostra dedicata allo street artist livornese Mart Signed a Torino, precisamente alla HR Docks Gallery, spazio dei Docks Dora. Mart, giovane artista con all’attivo numerose mostre e partecipazioni ad eventi del settore, ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’arte da giovanissimo, sia nella pratica che nello studio delle correnti passate e contemporanee, per comprenderne appieno i significati ed i

moti. La sua carriera artistica inizia nel 2008, e da subito Livorno si ritrova tappezzata di giganteschi cuori, dedicati alle vite dei geni maledetti morti tragicamente dopo una vita a stretto e imprescindibile contatto con l’arte. Con il ciclo di opere Art is a disease, in cui vediamo artisti e personaggi famosi ritratti con una camicia di forza, tipico simbolo di disturbi mentali, vuole comunicare la forza dell’arte, quella che contamina, che è ossessione, seppur positiva: una patologia. É impegnato principalmente con tematiche di estrema attualità, come le grandi problematiche che stanno portando alla distruzione del nostro pianeta, dunque l’ambiente, la politica internazionale ed il problema delle migrazioni, un “racconto” per immagini che vuole indurre l’osservatore a riflettere. “In continuum”, curata da Claudia De Giorgis, mette in scena gli interessanti lavori dei cicli “Art Is a Disease” e “MART Wall”. Nel primo dunque le opere che raffigurano note icone dell’arte imprigionate in camicie di forza, il secondo ci viene illustrato In alto: Mart Signed - Gioconda Disease 2019, acrilico e tecnica mista su tela 148x101 cm. A sinistra: Mart Signed - Dama con ermellino 2020, acrilico e tecnica mista su tela, 80x80 cm.

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MART SIGNED In continuum

06 novembre - 11 dicembre 2020 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Docks Dora - PADIGLIONE F, Torino INFO T. +39 0422 429999 info@lineadombra.it Da lunedì a venerdì 10.30/13.00 - 14.30/18.30 Sabato su appuntamento Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.hrdocksgallery.com

FEDERICA R O TA federicarota_art

“Sguardo libero” - pittura digitale, 40x18 cm.

così dalla curatrice nel catalogo: “Mart crea la serie MART Wall nella quale evidenzia il concetto di infinito. In questi lavori si notano diversi strati sovrapposti nel tempo, come se l’opera non avesse ancora avuto un compimento certo. Tutti noi potremmo contribuire al futuro del Wall che stiamo ammirando, aggiungendo al tocco dell’artista un segno del nostro passaggio, tramite uno schizzo di vernice, una scritta a pennarello o una semplice tag. Proprio grazie a queste impercettibili libertà, Mart rende la sua arte viva nel presente e infinita nel futuro”. Questo evento darà anche modo di inaugurare questa nuova realtà, frutto della collaborazione tra Hipponion Arte Gallery e Res Publica – Galleria d’Arte Demo-

cratica, entrambe presenti nel mondo dell’arte moderna e contemporanea da oltre 15 anni. Questo nuovo progetto sviluppa una ricerca più radicata verso la Street Art e l’Urban Art, mantenendo però sempre attiva la ricerca verso l’arte moderna e contemporanea. Speriamo di poter presto poter vedere “In continuum”, per entrare nell’universo fatto di forme, segni, colori, icone sembrano rincorrersi in un viaggio interconl nesso, continuo e passionale. s

A sinistra: Mart Signed mentre realizza Mr Brainwash Disease Sotto, in centro: Mart Signed - Morrison Disease 2020, acrilico e tecnica mista su tela, 110x80 cm. Sotto: Mart Signed - Lennon Disease 2020, acrilico e tecnica mista su tela, 110x80 cm.


Paolo Quayola. Ultima perfezione Camporota Solo show a Modena di Ettore Tiretto

Q In attesa 2008, olio su tela, 140x100 cm.

uando cambieranno le restrizioni in corso per il contenimento del contagio da Covid-19, si potrà tornare a visitare i luoghi d’arte, tra questi anche le location di Fondazione Modena Arti Visive, che presenta “Ultima perfezione”, personale dell’artista Quayola, che si terrà nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita. L’artista vive e lavora tra Roma e Londra, e questa ha sicuramente e influenzato la sua ricerca, che mira a instaurare una relazione tra arte classica e moderna e le nuove tecnologie. La mostra, a cura di Daniele De Luigi e prodotta in collaborazione con la Galleria Marignana Arte di Venezia, è la prima personale dell’artista in un’istituzione italiana ed è il risultato della partecipazione di FMAV all’edizione 2019 del Premio Level 0 di Art Verona, che ha coinvolto 13 dei principali musei e istituzioni d’arte contemporanea italiani. Lungo il percorso espositivo, possia-

mo ammirare una video-installazione e quattro serie di lavori, due delle quali prodotte per l’occasione: una sequenza di sculture e un ciclo di incisioni su alluminio anodizzato, alcune delle quali entreranno a fare parte delle collezioni del disegno gestite da Fondazione Model na Arti Visive. s QUAYOLA

Ultima perfezione

18 settembre 2020 – 10 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Palazzo Santa Margherita, Modena INFO T. +39 059 2032919 Da mercoledì a venerdì 11.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fmav.org

Quayola - Proserpina #A_02, 2019 EPS ad alta densità, 45x55x80(h) cm. installation view HOW Art Museum Shanghai, China, 2019

Maschera di fuoco 2005, olio su tela, 120x80 cm.

www.paolocamporota.it Quayola - Iconographies #32: Judith and Holofernes after Caravaggio, 2020, incisione su alluminio anodizzato, 58x42 cm. Dalla serie Iconographies #2180: Judith and Holofernes

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M A U R O PA VA N

“Qoviddi 20/1”, 2020, acrilico su tela, 100x100 cm.

“Quintessenza 20/1”, 2020, acrilico su tela, 100x100 cm.

www.pavanart.com

visualartist58@gmail.com


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FuturDome Tris di “prime volte” a Milano di Rebecca Maniti

T

ra l’8 e il 12 settembre FuturDome ha inaugurato tre interventi espositivi e performativi dedicati a tre diversi artisti, in via Giovanni Paisiello e nella Chiesa di San Celso, a Milano. Proprio in quest’ultima, FOS ((Thomas Poulsen) ha presentato per la prima volta in Italia la sua performance “Small White Man”, un intervento architettonico temporaneo che ha trasformato la location in studi di registrazione, dove, nel corso di quattro ore, ha registrato il suo secondo album. “ATU XIV ‘ART’ ”, che già si era trovata bloccata ad aprile, in omaggio al vuoto che ha segnato Milano, ha presentato il più esteso intervento installativo mai realizzato nell’area mediterranea da Lea

Porsager. È un’opera monumentale che sovverte ferocemente i fenomeni fisici, esaltando il rapporto tra spazio e vuoto, come campi di battaglia di forze invisibili. Prima volta in personale a Milano per Andrea Bocca, che ha ragionato su aree e superfici suddivise in fasce architettoniche, percorrendo i corridoi d’entrata come spazi di passaggio, tra un prima e un dopo, nella mostra dal titolo “Ukiyo”, evocante Hiroshige ed il l suo mondo fluttuante.s

Sopra: opera di Andrea Bocca

LEA PORSAGER ATU XIV ‘ART’

10 settembre – 15 dicembre 2020

Lea Porsager - Text Sheet0 metal sheets, new work, ongoing, 2020

ANDREA BOCCA UKIYO

10 settembre – 15 dicembre 2020 (le mostre sono sospese fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) FuturDome, Milano

FOS (Thomas Poulsen) - Small White Man Performance presso lo spazio Clutch, Kvadrat, Copenhagen, Settembre 2016

INFO T. +39 02.87186745 futurdome@futurdome.org Da mercoledì a sabato 16.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.futurdome.org

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BillyRayArt for AC Milan

Omaggio artistico alla squadra milanese di Vincenzo Chetta

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alentino Spelta, ex-attaccante nel Milan degli anni ‘80, ha mantenuto un forte legame con l’ambiente calcistico e con gli ex-compagni, e oggi gestisce con successo una galleria d’arte a Milano, la BillyRayArt. La galleria, che si trova in Largo Isabella d’Aragona, all’interno dello splendido contesto delle Mura spagnole, nasce dalla passione di Valentino Spelta per l’arte contemporanea, coltivata e sviluppata all’interno dell’attività di famiglia. La galleria tratta il contemporaneo a 360°, spaziando da artisti storicizzati ad artisti contemporanei e di tendenza, la cui ricerca da parte di Valentino è attenta e costante. Tra questi ultimi spiccano artisti del calibro di Giorgio Gost, Peter Hide 311065, Francesco De Molfetta e Fabiano Speziari.

Ed è proprio con loro quattro che Valentino ha avviato il progetto Arte & Calcio, il primo tassello del progetto è stato rendere omaggio alla squadra milanese facendo realizzare agli artisti della sua scuderia 4 opere a tema “rossonero”, opere successivamente esposte presso la sede della società AC Milan, in via Aldo Rossi. Le opere, realizzate dai 4 artisti in chiave milanista, mantengono i tratti e le linee stilistiche proprie della loro arte e quindi Giorgio Gost con la resina ha realizzato e salvato per l’anno 6.000 un calcio balilla #WeAreAcMilan, Peter Hide 311065 ha realizzato con veri “finti-dollari” un mondo rossonero, Francesco De Molfetta con il suo fare sagace ed irriverente ha realizzato la “squadra FAMosa” e Fabiano Speziari un’inconfondibile matil tona dal “cuore rossonero”. s

Peter Hide 311065

Francesco De Molfetta

Fabiano Speziari

Giorgio Gost

Marinella Senatore Nuovo progetto site-specific per Palazzo Strozzi

D

al 4 dicembre al 7 febbraio prossimo, Palazzo Strozzi a Firenze presenta “We Rise by Lifting Others” (Ci eleviamo sollevando gli altri), nuovo progetto dell’artista italiana Marinella Senatore, invitata a proporre

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una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione, in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone. Il titolo dell’evento è infatti un diretto invito a creare nuova consapevolezza, motivazione ed emancipazione nella relazione con l’altro. A cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, il progetto è costituito da una grande installazione per il cortile, ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale e prodotta dall’artista in collaborazione con artigiani pugliesi, e include un programma di workshop partecipativi, incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la

pratica performativa. Concludiamo con le parole del curatore: “Ospitare a Palazzo Strozzi un’artista celebre per le sue pratiche sociali e partecipative come Marinella Senatore diviene un’occasione per riappropriarsi di un rinnovato senso di unione, vicinanza e incontro in un momento in cui questi concetti sono messi in crisi, adeguandosi all’oggi, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Vogliamo dedicare questo progetto a una persona speciale, recentemente scomparsa, Donatella Carmi Bartolozzi, nostro membro del Consiglio di Amministrazione, che aveva con entusiasmo sostenuto l questa iniziativa”. s A sinistra: il rendering dell’installazione di Marinella Senatore progettata appositamente per il cortile di Palazzo Strozzi

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#IoRestoaCasa - Arte durante il lockdown

Istituzioni e Musei temporaneamente chiusi, ma attivi con le loro alternative digitali di

Flavio Ennante

Galleria degli Uffizi, terzo corridoio

UFFIZI ON AIR Il nuovo progetto “Uffizi On Air” comincia con il direttore Eike Schmidt che parlerà del cuore più antico della Galleria, la Tribuna del Buontalenti “Vi accompagneremo virtualmente in museo e ci metteremo a disposizione per soddisfare le vostre curiosità”, dice Schmidt. Alla nuova chiusura dei musei, le Gallerie degli Uffizi rispondono dunque in un modo semplice ed immediato, aprendosi al loro pubblico globale in diretta attraverso la Rete. “Uffizi On Air” è il nome del nuovo progetto social: ogni martedì e venerdì, alle ore 13, ci saranno video live sul profilo Facebook, con curatori e specialisti delle Gallerie ad illustrare le opere d’arte, i loro dettagli e i loro segreti o raccontare aneddoti e curiosità del museo e della sua storia. Al termine della spiegazione, ci sarà un momento apposito per le risposte alle domande il pubblico avrà rivolto in diretta, scrivendole nei commenti della live. Durante questo periodo di chiusura anche le altre attività di comunicazione a distanza verranno potenziate, come già avvenuto durante il lockdown di marzo: tra le iniziative in programma vi sarà presto anche la “trasposizione” online dell’ultimo trittico di mostre inaugurate recentemente, con ipervisioni dedicate su www.uffizi.it (“L’esperimento di Joseph Wright of Derby” , “Il ritorno a Firenze del Leone X di Raffaello”, “Imperatrici, Matrone, Liberte. Volti e segreti delle donne romane”). Gli Uffizi, del resto, godono già di una forte presenza sui social: i video della serie “La mia sala” su Facebook, con

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addetti delle Gallerie ad illustrarne capolavori e spazi, in pochi mesi dall’apertura (avvenuta all’indomani del lockdown) hanno ottenuto milioni di visualizzazioni; su Instagram, con oltre 561mila follower, sono uno dei complessi museali più seguiti d’Europa, mentre il canale TikTok, aperto appena attivato ad aprile, è, insieme al Prado, il museo con più follower al mondo, oltre 60mila. “Come già nel caso del lockdown di primavera - dice il direttore Eike Schmidt - anche stavolta gli Uffizi resteranno in contatto con tutti voi: ora, con Uffizi On Air, offriamo un modo ancora più diretto per condividere i nostri tesori con il mondo. E ci sarà anche la possibilità per il pubblico di fare domande e ottenere risposte in diretta. Se non possiamo portarvi fisicamente in museo, con questo nuovo progetto social vi ci accompagneremo virtualmente, in versione live, mettendoci a disposizione per soddisfare il vostro desidel rio di sapere e le vostre curiosità”. s Terzo occhio © Margherita Villani - PecciON

PECCI ON A seguito della chiusura di mostre e musei ordinata dall’ultimo DPCM, le attività del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato si trasferiscono sulle piattaforme digitali, integrando l’offerta espositiva temporaneamente sospesa. Dal 10 novembre 2020 il nuovo palinsesto Pecci ON presenta sul sito e sui social del museo appuntamenti ONline e conversazioni in live streaming ONair, alternando nuovi format a iniziative consolidate che fanno da tempo parte del programma del Centro. A indicare simbolicamente il proseguimento delle attività del Centro Pecci, torna il progetto EXTRA FLAGS: ogni lunedì una nuova bandiera d’artista ver-

rà issata ONsite sul pennone di fronte al museo. Pecci ON sottolinea come la vita di un museo d’arte contemporanea non si spenga nel momento in cui vengono chiuse fisicamente le sue porte. Anzi, oggi più che mai è fondamentale il suo ruolo di catalizzatore per la propria comunità, di antenna che capta il presente attraendo idee, voci, artisti per leggere le evoluzioni del nostro tempo e poi restituirle amplificate l al territorio e al mondo. s

OPERE AL TELEFONO A seguito della chiusura forzata al pubblico di musei e spazi espositivi, le attività promosse dalla Fondazione Palazzo Magnani vengono rese fruibili a distanza. Talk, visite virtuali, interviste e incontri on-line, visibili sul sito e attraverso i canali social della Fondazione. Inoltre, un modo alternativo, divertente e decisamente originale per fruire delle opere della mostra “True Fictions”: fino al 23 dicembre, tutti i mercoledì dalle 17 alle 19 sarà attivo “Opere al telefono”, un progetto che, sulla scia delle fiabe che il celebre Gianni Rodari raccontava al telefono alla figlia lontana, darà la possibilità ai visitatori di entrare nell’opera chiacchierando con uno degli esperti della Fondazione, a cui potrà porre domande sulle tecniche utilizzate, sulla vita degli artisti e sui progetti da loro realizzati. Basterà sfogliare il catalogo presente sul sito, scegliere l’immagine che più incuriosisce e chiamare il numero 0522/444446 nella certezza che dall’altra parte una voce amica potrà portarvi in una realtà altra. Una chiacchierata per restare in contatto, per restare in quella comfort zone che in questo momento l solo la fantasia ci può dare. s

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Robert Breer with 93 Variations, Bonino Gallery. Ph. Peter Moore. Courtesy gb agency Paris

TIME OUT #STILLMOVING La mostra “TIME OUT” di Robert Breer rimane attiva nonostante il museo sia temporaneamente chiuso. Con la campagna social #stillmoving la Fondazione condividerà contenuti sulla vita e sulle opere di Robert Breer ogni settimana. Consigliamo di seguire la Fondazione Antonio Dalle Nogare sui social, finché la mostra non sarà nuovamente aperta al pubblico. La mostra ripercorre i sessant’anni di carriera dell’artista e riunisce, per la prima volta in Italia, un’ampia selezione di dipinti, film sperimentali e sculture che l’artista ha realizzato dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, fino al 2011 anno della sua scomparsa. Robert Breer. TIME OUT. Installation view at Fondazione Antonio Dalle Nogare

Ph. Jürgen Eheim Fotostudio. Courtesy gb agency, Paris

Pioniere nelle tecniche di animazione, Robert Breer è stato uno dei fondatori dell’avanguardia americana ed è oggi considerato uno degli autori più innovativi nel cinema sperimentale. Lungo tutta la sua carriera l’artista ha eluso etichette formali, stilistiche e concettuali, focalizzandosi su una ricerca libera, ma allo stesso tempo estremamente coerente, espandendo la ricerca visiva ben oltre gli ambiti linguistici tradizionali. Ha portato avanti sperimentazioni diverse, dalla pittura astratta, al cinema strutturale, dal Fluxus al Pop, al Minimalismo, senza però mai legarsi definitivamente ad alcuno di questi movimenti. Attraverso la selezione di più di sessanta opere, la mostra esplora i principali temi che percorrono l’arte di Robert Breer, partendo dalla pratica pittorica, muovendosi poi in quella filmica, per poi dare spazio a una corposa selezione di disegni e sculture.

Una selezione di numerosi disegni racconta lo studio meticoloso che l’artista dedica alla composizione e alla creazione di un sistema di associazioni nella fase che precede la realizzazione di film e sculture. I disegni offrono così allo spettatore la possibilità di esplorare ogni possibile interazione tra forme e colori e di soffermarsi a osservare quei dettagli che nei film scorrono troppo veloci per essere colti. Le diverse anime che compongono l’opera di Robert Breer sono raccolte in mostra con l’intento di celebrare la profondità e la complessità di una ricerca visionaria e di raccontare un’indagine costante sul concetto di tempo, che vive sospeso, al limite tra il reale e l’astratto, tra la fissità e il movimento, tra la magia l del fenomeno e l’assoluto. s

FONDAZIONE A. POMODORO La Fondazione Arnaldo Pomodoro annulla tutte le attività in presenza in programma fino al 3 dicembre, di conseguenza, la mostra “A Perfect Shop-front” di Kasper Bosmans, la cui inaugurazione, prevista per il 17 novembre 2020, è stata rinviata a data da destinarsi. Le nuove disposizioni, non fermano però le attività della Fondazione che propone iniziative online per bambini e adulti. I bambini dai 4 ai 10 anni vengono guidati da un’esperta atelierista nell’esplorazione del Labirinto di Arnaldo Pomodoro per arrivare a creare ciascuno il proprio labirinto. “Il mio labirinto” è una nuova attività interattiva sulla piattaforma Zoom realizzata in collaborazione con WAAM Walk Alternative Art Milan, dedicata all’opera ambientale Ingresso nel Labirinto di Arnaldo Pomodoro, ospitata negli spazi sotterranei di Via Solari. Gli adulti potranno partecipare a un ciclo di incontri sulla piattaforma Zoom dedicati alla scoperta dei materiali dell’Archivio di Arnaldo Pomodoro, selezionati dall’artista stesso. L’Archivio racconta: “Il Teatro scolpito è una nuova proposta formulata in collaborazione con Ambarabart per poter approfondire il lavoro, le riflessioni e le ispirazioni di un artista poliedrico raccontato da un’esperta critica d’arte, attraverso il ricco repertorio d’archivio del Maestro”. Tutte queste attività si inseriscono nel progetto di conservazione e valorizzazione dell’Archivio e dei suoi contenuti, avviato con la pubblicazione on-going l del Catalogue Raisonné. s

Salvatore Privitera sprivi57@gmail.com Le opere di Salvo Privitera

Privi_arte

www.gigarte.com/salvoprivitera

BIANCOSCURO

RIVISTA d’ARTE Intrecci - 2018, tecnica mista con acrilico su tela, 120x80 cm. Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it

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Luigi Mapelli - MAPO

L.Mapelli “Mapo” - Il tempo - tecnica mista su tela - 105x90 cm.

L.Mapelli “Mapo” - “Narcisismo” - olio su tela - 80x60 cm.

info@artemape.com

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Il progetto “Riso d’Artista” Riso in edizione limitata e autografata di Vincenzo Chetta

L’

azienda agricola “LA RISAIA” ha coinvolto un gruppo di artisti in un progetto che affianca l’eccellenza di un prodotto italiano ad un’eccellenza artistica. “Riso d’Artista”: qualità Carnaroli, in confezione da un chilo con in etichetta “un multiplo” in edizione è limitata a 100 confezioni per ogni artista. Le etichette, firmate e numerate dall’artista, potranno essere staccate e collezionate nell’apposito album raccoglitore, studiato per il collezionista. Ad oggi fanno parte del progetto: Gianni Cella, Renzo Nucara, Maurizio Galimberti, Francesco De Molfetta, Giuseppe Veneziano, Caterina Tosoni, Max Marra, Bruno Donzelli, Peter Hide 311065 ed Isabella Rigamonti. Ad ottobre, si è aggiunto anche Davide Ferro, vincitore al BIANCOSCURO Art Contest, premiato a Milano il 17 ottobre 2020. Durante l’occasione era presente anche Marco Romanelli, responsabile del progetto “Riso d’Artista” al quale abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio l’idea. V.C.: Buongiorno Marco, raccontaci come è nato il “Riso d’Artista”? M.R.: Il progetto è nato dalla passione per l’arte che mi ha portato a frequentare gli ambienti culturali, così come il lavoro, mi

ha portato a collaborare nella coltivazione del riso; ho semplicemente unito le due cose. V.C.: In che modo il progetto “Riso d’Artista” sta diventando realtà? M.R.: Sto coinvolgendo un gruppo di artisti che sposano in pieno il progetto. Acquistando il riso si avrà un multiplo d’artista, protetto da una velina, numerato e autografato, che potrà essere collezionato in un apposito album in realizzazione: l’eccellenza artistica che affianca l’eccellenza di un prodotto italiano. V.C.: Quali sono gli obiettivi da raggiungere? M.R.: Il primo obiettivo è quello culturale, in quanto appassionato d’arte, voglio portare l’arte di alto livello alla gente comune, il mezzo è appunto il riso, un prodotto comune di largo consumo. Il progetto promuove la conoscenza artistica, un po’ come le copertine delle riviste che devono essere stimolanti per attirare l’attenzione anche sui contenuti all’interno. V.C.: Come ti è sembrato conoscere e lavorare al fianco di artisti famosi? M.R.: Il difficile è stato vincere il timore di non riuscire a trasmettere la valenza del progetto che avevo in mente, ma dopo i primi incontri ho trovato molta disponibilità e partecipazione da parte degli artisti coinvolti. Mi immaginavo fossero molto riservati e poco inclini a sviluppare idee comuni, invece è stato molto facile in quanto, prima

di essere personalità in ambito artistico sono persone dalla profonda sensibilità, predisposte al dialogo ed alla condivisione se si riesce a far scattare in loro la passione. V.C.: Come è nata in te la passione per l’arte? M.R.: L’arte è da sempre utilizzata come strumento di comunicazione per risvegliare nell’opinione pubblica una presa di conoscenza, questo credo sia stato il valore che ho apprezzato di più nelle prime opere che ho avuto modo di avvicinare, il cui linguaggio, insolito rispetto forme più chiare ed espressive di rappresentazione dell’immagine, è stato stimolo di riflessione e di idee che in futuro svilupperò, approfondendo i movimenti culturali che appassionano l questi artisti. s Sotto: Davide Ferro, vincitore al BAC20 premiato da con la partecipazione al progetto “Riso d’Artista”, con Marco Romanelli

Da sinistra: Isabella Rigamonti Maurizio Galimberti Davide Ferro Gianni Cella Francesco De Molfetta Sotto, da sinistra: Max Marra Giuseppe Veneziano Caterina Tosoni Renzo Nucara Peter Hide 311065 Bruno Donzelli

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BIaNCOSCURO ART CONTEST

Tutti i vincitori del

BIANCOSCURO Art Contest 17 ottobre 2020 - Cerimonia di Premiazione a Milano Conferiti i premi: “BAC Prize”, “Copertina”, “Mostra Personale”, “ArtManagement”, “Menzioni d’onore” e “Segnalazioni di Merito” ed i premi “Riso d’Artista” e “Mostra Collettiva”. di Flavio

Ennante

A

anche quest’anno le votazioni delle opere in concorso al BIANCOSCURO Art Contest sono state impegnative. Talento e buona tecnica, spesso a far passare le ultime selezioni, per solo qualche punto, sono state le singole votazioni su creatività, tecnica ed esecuzione. Quest’anno, considerata l’emergenza sanitaria abbiamo dovuto evitare di visionare le opere dal vivo per problemi pratici e logistici. Il 2020 vede l’inserimento di 2 nuove onorificenze: il “BAC Prize” ed il premio “Riso d’Artista”, assegnati rispettivamente a Mattia Consonni che avrà l’onore dell’acquisizione da BIANCOSCURO dell’opera, valutata 3.000€, che entrerà a far parte della “Collezione BIANCOSCURO” e Davide Ferro, che vedrà la sua opera all’interno del progetto “Riso d’Artisa”. Come sempre stretto riserbo sui risultati fino all’ultimo, i vincitori sono stati annunciati solo nella serata della Cerimonia di Premiazione, il 17 ottobre a Mi-

Da sinistra: Vincenzo Chetta, Daniela Malabaila, Franco Crugnola, Isabella Rigamonti

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lano, presso le sale del prestigioso Grand Visconti Palace. A veder riconosciuto il loro impegno in questa splendida cornice, tutti gli artisti iscritti, i quali hanno potuto ritirare l’attestato di partecipazione. Doverosi i complimenti a tutto lo staff che lavora dietro le quinte per far sì che l’organizzazione di tutto il concorso sia perfetta. Nonostante le difficoltà incontrate a causa della pandemia, anche nel 2020 la cerimonia è perfettamente riuscita, nonostante le mascherine e le distanze imposte per rispettare i protocolli di sicurezza, è stato un momento di vera condivisione fra tutti i partecipanti. Il Direttore Vincenzo Chetta ha voluto aggiungere:“Vogliamo ringraziare anche chi, non vincendo uno dei premi in palio, si è comunque complimentato con la Giuria, per l’attento lavoro svolto. Questo ci rende molto orgogliosi del nostro team!”. Un concorso con basi solide, ormai punto cardinale nella società artistica, trampolino e conferma della buona l arte contemporanea. s

I cataloghi

Il Grand Visconti Palace in viale Isonzo 14, Milano

Il pubblico presente in sala

Le targhe e gli attestati

Tutto pronto per la trasmissione in streaming

Il vincitore del BAC PRIZE “Collezione BIANCOSCURO”

Il vincitore del Premio “Riso d’Artista” Limited Edition Collection

MATTIA CONSONNI – MUSICA PER GLI OCCHI “Bootleg #2”

DAVIDE FERRO “Massificazione”


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BIaNCOSCURO ART CONTEST PITTURA

PIER PAOLO LORENZINI in arte “COTTE” “Tricolore contaminato”

SCULTURA GRAFICA I 4 vincitori del PREMIO COPERTINA

CHELITA ZUCKERMANN “Angelo della luce”

FOTOGRAFIA

JOHN WIESER “Secrets”

GIORGIO TONIOLO “2020”

I 4 vincitori del PREMIO MOSTRA PERSONALE

FELIPE MERCADAL BORGHETTI “Vista hacia los cerros de enfrente”

UMBERTO PETTENE in arte “UPART” “Bottiglie autunnali”

CHRIS VAN WEIDMANN “Blickwinkel”

SIMONETTA ROSSETTI “Gioco di sguardi”

I 4 vincitori del PREMIO ART MANAGEMENT

JOSEF KOTAR “Pride and play with horse”

BERNHARD WITSCH “Drachenfrau”

MARIO LENSI “Deliri notturni in lockdown”

MARIO VORIA “my mother hands”

Le Menzioni d’onore e le Segnalazioni di Merito Menzione d’onore: Armanda Verdirame, Pierangelo Bertolo Paola Esposito. Segnalazione di Merito: Patrizia Almonti, Rosanna Carlini, Mariella Orsini, Daniela Bussolino, Angelo Oliboni, Raquel Della Pina, Nada Graffigna, Salvatore Privitera.

I vincitori del PREMIO MOSTRA COLLETTIVA Mark Cattaneo, Gianni Depaoli, Rosa Maria Falciola, Marco Fiaschi, Fabrizia Folchitto, Livia Licheri “Liv”, Francesco Montoneri, Mariella Muller, Jack Ottanio, Massimo Pelagagge, Pupi Perati, Roberto Pino, Federica Rota, Massimo Soldi “MonoMax”, Francesco Vattuone, Odile Weidig. 85


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Art Basel Miami Beach

Ph. Courtesy Art Basel

OVR: Miami Beach: le Gallerie e la programmazione extra di Vincenzo Chetta

C Kavi Gupta “Mary Sibande” © Ph. Courtesy Art Basel

Hirschl and Adler Modern “Purvis Young” © Ph. Courtesy Art Basel

ome già annunciato, l’edizione 2020 di Art Basel Miami Beach è stata cancellata a causa dell’impatto della pandemia e relative limitazioni a livello internazionale. Art Basel a Miami Beach si sarebbe dovuta svolgere dal 3 al 6 dicembre 2020 al Miami Beach Convention Center, al suo posto, come già avvenuto per Art Basel Hong Kong, si terrà l’edizione digitale “Art Basel’s Online Viewing Room” che presenterà quasi 2.500 opere da oltre 255 gallerie leader da 30 paesi. Le presentazioni saranno accompagnate da un programma di eventi online. Online Viewing Room si svolgerà dal 4 al 6 dicembre 2020, con preview dal 2 al 4 dicembre 2020. La città di Miami Beach continuerà il suo programma di supporto, acquistando un’opera presentata da una delle gallerie partecipanti a “OVR: Miami Beach”. Il Comitato Art in Public Places

Art Basel Hong Kong a maggio 2021

A

rt Basel ha deciso di rinviare l’edizione di Hong Kong, da marzo a maggio 2021 in risposta all’impatto della pandemia. L’edizione 2021 si terrà dunque dal 21 al 23 maggio 2021, come di consueto presso l’Hong Kong Convention and Exhibition Centre. La decisione è stata presa in consultazione con galleristi, collezionisti, partner ed esperti esterni, con l’obiettivo di garantire alla fiera il maggior numero di visitatori e professionisti d’arte.

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Adeline Ooi, Direttrice Art Basel Asia ha detto: “Riteniamo che spostare la fiera a maggio sia la decisione giusta, dato l’attuale sviluppo della pandemia e il suo impatto sulle restrizioni ai viaggi internazionali. Prendendo la decisione in anticipo, il nostro obiettivo è supportare le nostre gallerie nella pianificazione anticipata dei loro programmi 2021”. Ulteriori dettagli sulla fiera e i nomi delle gallerie partecipanti verranno resi noti l sul prossimo numero. s

invece, acquisirà un’opera da una galleria con sede a Miami. Noah Horowitz, direttore Art Basel America, ha commentato: “Le nostre gallerie in tutto il mondo stanno preparando presentazioni ponderate della massima qualità per ‘OVR: Miami Beach’ e non vediamo l’ora di mostrarle al nostro pubblico. Siamo inoltre particolarmente lieti di amplificare l’annuale Miami Art Week quest’anno attraverso i nostri canali digitali e speriamo che ‘OVR: Miami Beach’ e il programma di accompagnamento forniscano opportunità coinvolgenti per le gallerie, i loro artisti e i nostri mecenati internazionali, mentre concludiamo questo eccezionale anno”. Online Viewing Room sarà disponibile tramite il sito web di Art Basel artbasel. com/ovr e l’App Art Basel. La prossima edizione di Art Basel a Miami Beach si svolgerà dal 2 dicembre al 5 dicembre 2021, con giorni di anteprima l il 1 dicembre e 2 dicembre 2021. s Ph. Courtesy Art Basel


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ART Innsbruck 2021 Dal 14 al 17 gennaio, la 25ª edizione di

Rebecca Maniti

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ernissage fissato per mercoledì 13 gennaio alle ore 17,30, momento in cui le personalità e gli appassionati d’arte del capoluogo tirolese si danno appuntamento, come ormai da 25 anni a questa parte, alla Messe Innsbrusck. per vedere le novità delle gallerie internazionali e le provocazioni degli artisti, più le importanti mostre collaterali che ogni anno aumentano di livello. Il merito di questo longevo successo a va alla direttrice

Johanna Penz, coadiuvata come sempre dal suo team, e BIANCOSCURO conferma anche per quest’anno il sodalizio partecipanl do per la settima edizione consecutiva. s 25ª ART INNSBRUCK dal 14 al 17 gennaio 2021 - Messe Innsbruck Vernissage ufficiale 13 gennaio 2021 Gio. – Dom.: 11:00 – 19:00 Padiglione A, Ingresso Est, Claudiastrasse 1, Innsbruck

BIANCOSCURO, esporrà ad Art Innsbruck le opere di:

Francesco Campanella, Paolo Camporota, Fabrizia Folchitto, Flora, Mario Ghizzardi, Khrissy, Sigrun Neumann, Meries Nunziata, Roberto Pino, Giuseppe Portella, Gianluca Giuseppe Seregni. Portella “196 bugie”

Campanella “Untitled”

Flora “Lunessance”

Ghizzardi “Tra graffi e mescolanze”

Seregni “VALUABLE SIGN”

Khrissy “Eventide”

Folchitto “Les voiles”

Nunziata “Cube hologram”

Pino “Life disequalities”

Camporota “Disperazione”

Neumann “Homage a Umm Kulthum”

Neumann “Homage a Umm Kulthum”

Neumann “Homage a Nefertiti”

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Art Verona posticipata al 2021

3 iniziative digitali con 122 gallerie coinvolte di

Ettore Tiretto [1]

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eronafiere, ha deciso di posticipare al 2021 la 16ª edizione di ArtVerona a causa dell’emergenza sanitaria. Ciononostante, prosegue comunque la sua attività di promozione per il sistema dell’arte italiana con un nuovo programma digitale. Si tratta di un’opportunità che viene offerta tramite la piattaforma Artshell, (la stessa usata da Miart a settembre) con una versione personalizzata e ottimizzata per ArtVerona. Il programma è stato realizzato dopo aver ascoltato i suggerimenti e le osservazioni dei galleristi. Tre le iniziative, in programma tra fine novembre 2020 e gennaio 2021: Digital Black; Digital Yellow e Digital White by ANGAMC. La piattaforma sarà a disposizione gratuitamente per gallerie e visitatori e presenterà nuove opzioni sviluppate appositamente da Artshell per ArtVerona. Oltre a potenziare strumenti già attivi come la chat, la piattaforma stessa è stata resa ancora più fruibile: facile e veloce per chi vuole accedere, con più filtri di ricerca, sicura, riservata e con la disponibilità di una assistenza continua per le gallerie che verrà fornita sia da Artshell che dallo staff di ArtVerona. Digital Black: il primo “Black Friday” italiano dell’arte contemporanea, il primo programma digitale di ArtVerona, disponibile esclusivamente

venerdì 27 novembre 2020 in occasione del Black Friday. Nato con l’intento di incuriosire, limita l’arco temporale della proposta per rendere più “urgente” la visita. Ogni galleria ha proposto per 24 ore una sola opera al costo più basso possibile per quell’opera e non più ripetibile. In questo modo anche un pubblico generico ha avuto la possibilità di accostarsi con fiducia alla galleria e di fare esperienza nel mercato dell’arte. Digital Yellow: gli artisti al centro della scena, il secondo programma digitale inaugurerà il 4 dicembre e durerà fino al 14 dicembre 2020 e consente a ogni galleria di caricare e presentare a collezionisti e appassionati da un minimo di 5 fino a un massimo di 15 lavori di artisti rappresentati. Digital White by ANGAMC: i Solo Show, il terzo progetto digitale è rivolto alle gallerie iscritte all’associazione ANGAMC, partner del progetto digitale di ArtVerona. Si svilupperà dal 15 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021 nella modalità di un Solo Show, in cui si potranno approfondire e mostrare da un l minimo di 5 e fino a 10 opere di un solo artista. s [1] Diego Cibelli, Drink for me, 2018, porcellana, 50x50 cm. Courtesy Mucciaccia Contemporary [2] Douglas Henderson, Shimmer, courtesy Galerie Mazzoli [3] Valentina Vannicola, Riviere #14, 2014, courtesy MLB Maria Livia Brunelli Gallery

Art International Zurich

La 22ª edizione si è rispettando i protocolli sanitari di

Flavio Ennante

Lo spazio di “Jean-François Réveillard”

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onostante la pandemia la fiera d’arte svizzera Art International Zurich, giunta alla 22ª edizione, si è svolta con successo nello storico padiglione della fonderia Puls 5 di Zurigo, Svizzera. I necessari protocolli di protezione sono stati rispettati. Le regole sulla distanza sono state osservate molto bene, poiché sono stati costruiti ingressi agli stand e corridoi con molto spazio e sono state applicate ulteriori misure di protezione. Il tracciamento dei contatti, obbligatorio per gli eventi pubblici è stato ben accolto. Anche in queste circostanze c’è stato ampio spazio per intense discussioni personali con gli artisti e le gallerie presenti. Nel complesso, il risultato è stato una buona situazione di trattative e numerose opere d’arte sono state vendute. Art International Zurich ha così permesso agli espositori al termine di questo lungo “Anno Co-

rona” di mantenere il necessario e stimolante contatto con il pubblico e di restare in forma per il futuro. I visitatori, a loro volta, sono stati lieti di poter vivere una fiera d’arte “dal vivo” e acquistare direttamente le opere d’arte. Gli espositori provenienti da Giappone, Corea, USA e altri paesi europei che erano stati programmati con largo anticipo sono stati trasferitiall’edizione 2021, dal 30 settembre al 3 ottobre, a causa delle limitazioni di viaggio internazionali.Art International Zurich è stata ancora una volta un momento clou sociale nel calendario culturale e degli eventi di Zurigo. L’importanza di tali piattaforme per i creativi è diventata chiara in molte discussioni. Dopo un lungo periodo senza fiere d’Arte e con poche mostre clturali, questa fiera d’Arte è stata una dichiarazione coraggiosa e di successo per l la realizzazione sicura degli eventi. s

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Artissima Unplugged L’edizione 2020 si è reinventata in una nuova formula, dilatata nei tempi e negli spazi di Vincenzo Chetta

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einventata in versione Unplugged, riunisce esposizioni fisiche, realizzate con Fondazione Torino Musei, e progetti digitali. Artissima presenterà (non appena possibile) nelle sale di GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica e MAO Museo d’Arte Orientale le mostre con un corpus di 158 opere provenienti dalle gallerie di Artissima selezionate per questa edizione della fiera. Una presentazione corale sul tema Stasi Frenetica, scelta da Ilaria Bonacossa in stretto dialogo con i galleristi coinvolti per offrire uno spaccato di quello che il pubblico avrebbe trovato negli stand. Confermati i progetti digitali su artissima.art: Artissima XYZ, FOLLE ed il catalogo online di Artissima. Artissima XYZ, un’inedita piattaforma cross-mediale realizzata grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo che trasforma le sezioni curate della fiera in un’immersiva esperienza digitale. Si tratta delle sezioni Present Future curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, Back to the Future curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar e Disegni curata da Letizia Ragaglia e Bettina Steinbrügge. FOLLE, un progetto digitale di riscoperta e valorizzazione dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che riunisce su 26 fotografie scattate tra il 1930 e il 1980 che catturano diversi momenti di aggregazione sociale, raccontando le trasformazioni sociali e politiche del Paese. Infine il catalogo online di Artissima presenterà i lavori che le gallerie selezionate per l’edizione 2020 della fiera avrebbero portato in stand oltre a quelli allestiti nelle mostre di Stasi Frenetica presso la GAM, Palazzo Madama e il MAO. Rinviati invece il progetto espositivo FOLLE in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che propone una selezione degli scatti presentati online e JaguArt - The Italian Talent Road Show, la collettiva dei dieci giovani artisti vincitori del road show nato in collaborazione con Jaguar, entrambi previsti alla GAM di Torino. Rimandata anche la presentazione delle due opere-video prodotte dai giovani artisti Caterina Erica Shanta e Liryc Dela Cruz, durante la residenza del Torino Social Impact Art Award e quella dell’opera video di Natália Trejbalová alle OGR nell’ambito del programma di Biennale Tecnologia.

Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, commenta: “Stasi Frenetica è allestita e pronta per accogliere il pubblico, anche se in questa fase solo in formato digitale. [...]A metà ottobre abbiamo deciso di puntare su una formula ibrida costruendo una piattaforma digitale inedita attraverso la quale conoscere non soltanto le opere, ma anche gli artisti con approfondimenti video e audio e progetti espositivi realizzati con la Fondazione Torino Musei che ha messo a disposizione gli spazi espositivi di GAM, Palazzo Madama e MAO. L’importante investimento sul digitale iniziato nel 2017, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, ci permette di garantire al nostro pubblico non solo la possibilità di vedere le opere che le gallerie avrebbero portato in fiera sul catalogo digitale, ma anche di partecipare a visite guidate virtuali e di compiere un’espel rienza unica con Artissima XYZ”. s

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[1] Francesca Antonini Arte Contemporanea - Stasi Frenetica - GAM Torino [2] Lia Rumma - Stasi Frenetica - GAM Torino [3] Galleria Continua - Stasi Frenetica - Mao Torino [4] Installation view - Stasi Frenetica - Palazzo Madama Torino

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[5] Installation view - Stasi Frenetica - GAM Torino [6] Anca Poterasu - Stasi Frenetica - GAM Torino Tutte le foto: Ph. Perottino - Piva / Artissima Sotto alcune viste del catalogo online Artissima.

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MARLO

My Corona story, lockdown on ART! 08.11.2020, oil and acrylic on canvas, 50x50 cm.

Passion can move mountains 09.10.2019, acrylic on canvas, 60x60 cm.

www.reves-realites.com

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Marlo Mylonas-Svikovsky

milo942018


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Flashback l’arte è tutta contemporanea

Un’edizione diffusa che si sviluppa sul territorio e sul web Dal 3 novembre 2020 al 7 marzo 2021 di Vincenzo Chetta

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l nuovo format di Flashback, prevede “l’edizione diffusa” con un calendario di mostre che ciascuna delle gallerie di Flashback proporrà fisicamente nella propria sede e lo “spazio virtuale” sul sito flashback.to.it dove gli espositori presenteranno le opere che avrebbero esposto al Pala Alpitour di Torino nei primi giorni di novembre. La decisione di diffondere questa edizione nello spazio e nel tempo arriva dalle direttrici di Flashback Ginevra Pucci e Stefania Poddighe, l’edizione fisica infatti oltre a essere “diffusa” avrà una durata estesa: fino al 7 marzo 2021! Le location espositive saranno le sedi delle gallerie di Flashback in Italia e all’estero. Ogni mese si terrà una nuova inaugurazione virtuale con nuove

opere per la fiera online e un nuovo calendario di attività nelle sedi delle gallerie. Un hub per collezionisti e appassionati d’arte che potranno essere costantemente informati sulle gallerie di Flashback, sulle opere presentate, sulle mostre in corso nelle loro sedi, in un network attivo e vitale. La programmazione nelle gallerie sarà visionabile sul sito flashback.to.it alla voce “visit”, la fiera online sempre sul sito alla voce “online fair”. Un’edizione diffusa nello spazio, a Torino e in tante altre città, e nel tempo, da novembre 2020 fino a marzo 2021, in un network di scambio e sostegno all’insegna dell’affermazione “non siamo e non l siete soli”. s

I punti dell’edizione diffusa di Flashback in Italia e all’estero

Una schermata dell’edizione online: “Superficie bianca” di Castellani, presentato da Mazzoleni

Art Parma, autunno 2020

Ultima fiera prima del nuovo DPCM di

Ettore Tiretto

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opo l’annullamento dell’edizione primaverile, si è svolta dal 3 all’11 ottobre la 12ª edizione di ArtParma Fair, come sempre in concomitanza con Mercanteinfiera, la più grande fiera di antiquariato, modernariato e vintage d’Europa che conta decine di migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e dall’estero. Con oltre 80 espositori, Art Parma Fair è riuscita a mostrare prima del lockdown autunnale, diverse correnti artistiche, dalle più influenti a quelle emergenti – dal Futurismo all’Astrattismo e Metafisica, dalla Pop Art all’Informale sino all’Arte concettuale - con un focus speciale posto proprio sulle ultime tendenze e sugli artisti che meglio le rappresentano. Art Parma è stata anche l’occasione per BIANCOSCURO di esibire la sua selezione di artisti con-

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temporanei italiani insieme ai premiati alla passata edizione del BAC Winter Edition. Da non dimenticare che, anche nel 2021, Parma sarà Capitale Italiana della Cultura. Questo a ricompensa degli sforzi fatti dall’amministrazione col munale nel 2020. s

La galleria “Ottonovecento”

Lo spazio di “Zanini Arte”

Segoni e Depaoli

Laveri - “Instant camera” - Courtesy Citriniti Arte

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Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions

Italia

MiArt 9-11 aprile 2021 www.miart.it

BERGAMO Bergamo Arte Fiera data da definire www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 21-23 gennaio 2022 www.artefiera.it

FORLI’-CESENA Vernice ArtFair marzo 2021 www.verniceartfair.it

Grand Art data da definire www.grandart.it

MONTICHIARI (BS) Expo Arte ottobre 2021 www.expoarteweb.it PADOVA Arte Padova data da definire www.artepadova.com

TORINO Artissima Unplugged 7 nov. - 9 dic. 2020 www.artissima.art

Flashback (ediz. diffusa) 3 nov. ‘20 - 7 mar. 2021 www.flashback.to.it Paratissima data da definire www.paratissima.it

PARMA ArtParma 6-7 e 12-14 marzo 2021 www.artparmafair.it

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BARCELONA (E) Loop Fair november, 2021 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 17-20, 2021 www.artbasel.com

Liste Basel june 14-20, 2021 www.liste.ch

VERONA ArtVerona (digital) 27 nov. ‘20 - 10 gen. 2021 www.artverona.it

BERLIN (D) Berlin Art Week september 15-19, 2021 www.berlinartweek.de

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

PAVIA PaviArt 27-28 Marzo 2021 www.paviart.it MILANO Mia Photo Fair 25-28 marzo 2021 www.miafair.it

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair data da definire www.affordableartfair.com

VENEZIA La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org

Arte Forlì Contemporanea data da definire www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 12-15 febbraio 2021 www.artegenova.com

Europe

Pavia Art Talent 27-28 novembre 2021 www.patpavia.it

Art Berlin september, 2021 www.artberlinfair.com VICENZA Arte Vicenza marzo 2021 www.artevicenza.net

Positions Berlin september, 2021 www.positions.de


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BRUXELLES (B) Art Brussels april 22-25, 2021 www.artbrussels.com

MADRID (E) Art Madrid february 24-28, 2021 www.art-madrid.com

Brafa january 24-31, 2021 www.brafa.be

MARBELLA (E) Art Marbella july, 2021 www.marbellafair.com

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair (Digital) nov. 13-dec. 15, 2020 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april 14-18, 2021 www.artcologne.com

MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo april 29-may 2, 2021 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery data da definire www.mag-swiss.com

GENEVE (CH) Art Genève january 28-31, 2021 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe may 21-24, 2021 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january 14-17, 2021 www.art-innsbruck.at

PARIS (F) Fiac october 21-24, 2021 www.fiac.com Art Paris april 7-11 2021 www.artparis.com

VIENNA (A) LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 23-26, 2021 october, 2021 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL ZURICH (CH) London Art19 Fair– 21 OTTOBRE Art International 2018 Zurich CENTRO FIERA DI SALISBURGO january 20-24, 2021 sep. 30-oct. 3, 2021 www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com Bild: Roman Träxler

11.00 – 1900 – 1700

DUBAI (UAE) Art Dubai march 17-20, 2021 www.artdubai.ae HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong may 21-23, 2021 www.artbasel.com

Affordable Art Fair may 27-30, 2021 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO april 28-may 2, 2021 www.zonamaco.com

fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo

NEW DELHI (IND) India Art Fair february 18-21, 2021 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) Art NewYork may, 2021 www.artnyfair.com ArtExpo NewYork april 22-25, 2021 www.artexponewyork.com

Affordable Art Fair september 23-26, 2021 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair september, 2021 www.sartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november 12-14, 2021 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march 19-21, 2021 www.artfairtokyo.com

MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 2-5, 2021 www.artbasel.com

ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO december2019 16-20, 2020 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com

nsbruck.com

CHICAGO (USA) Expo Chicago april 8-21, 2021 www.expochicago.com

SALZBURG (A) Art Salzburg Contemporary september, 2021 art-salzburg-contemporary.com

A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO

rincipale A

World

MOSCOW (RUS) Cosmoscow september 10-13, 2021 www.cosmoscow.com

TORONTO (CDN) Art Toronto novembre, 2021 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver april 15-18, 2021 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s

In contemporanea alla più importante fiera austriaca di auto d‘epoca. www.art-salzburg-contemporary.com

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93 18.09.18 18:44


i dirigemmo a nord-ovest all’area naturale della Vall (dal 1993 Riserva della Biosfera Unesco), in cerca dei progenitori della civiltà Talaiotica, verso il parco s’Albufera di Es Grau e dove la natura si è combinata felicemente con l’opera dell’essere umano. Laggiù un progenitore degli attuali proprietari, bonificò e disseminò il giunco arenile per frenare l’espansione della sabbia, favorendo la crescita dei boschi limitrofi, le terre per la coltivazione e la pastorizia. I nostri antichi avi sapevano dell’importanza della natura e della macchia mediterranea. Quei popoli tagliavano la legna con la luna calante, sapevano che la vegetazione è un altro tipo di essere, il più antico ed è ciò che sostiene la vita, le loro radici comunicanti si muovono sottoterra, la loro testa esterna gode del cielo e i suoi rami si allargano sulla terra. Inoltrandoci nella Vall raggiungemmo la parte alta piramidale per ammirare la costa e godere del panorama marittimo; poi ruotando su noi stessi scorremmo gli arenili, i campi coltivati e la zona boschiva, era un paesaggio sonoro incantato. Ma, nella parte più settentrionale, ci aspettavano i cancelli deserti di cala Fornells. Giunti all’ingresso di quelle paratie innaturali di cui non si comprendeva cosa limitassero, ci fermammo per una piccola sosta e iniziai a fotografare. Ma Jhon mi distrasse dicendo: “Ho saputo da Emiri che hai citato Enrico II come uno dei pionieri delle spedizioni archeologiche di Napoleone in Egitto, ma ti devo correggere, era stato Arati Stefano II suo padre, stretto collaboratore dell’archeologo Francese Edme François Jomard e Bernardino Drovetti. Con loro curò la stesura della prima edizione di Description de l’Égypte e fu membro dell’Institut d’Égypte fondato da Napoleone Bonaparte. Però su una cosa avevi ragione, il suo grande dilemma era: Dove nasce il linguaggio?”. Scocciata dalla correzione, gli risposi con una battuta: “Forse oltre questi cancelli?” Oltre ai cancelli avvistammo una ragazza, era vestita di bianco, con un cappello sahariano, accucciata sembrava raccogliere qualcosa, aveva un pennello in una mano e nell’altra una busta. Ci avvicinammo e ShuiShé la riconobbe: “Eve ma cosa ci fai qui?”. Eve Nidoyie era bellissima, aveva una corta acconciatura, la tipica donna africana in tutto il suo splendore e ricordava una

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Minorca, arenili © Photo by Adele Arati

Era ormai il 7 luglio 2012 e nell’esplorare il cuore segreto di Minorca ormai ero giunta a un punto importante: la coscienza (la verità), essendo un insieme di fattori diretti e indiretti, era dunque la realtà in Crea_R_Evoluzione. Stavo, e sto, costruendo un ponte tra la realtà che era, che conosciamo, e quello che ancora non è, ma che conosceremo; questo è il compito di uno scrittore artistico, fanta ma scientifico, in fondo la realtà è un’illusione del sapere.

[20ª puntata]

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Minorca: l’anima rapita

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statuetta di Khereduankh, la madre di Imhotep. Ci spiegò che era in missione in veste di ricercatrice biomedica per un gruppo spagnolo, doveva comprendere i gruppi sanguinei in relazione agli attacchi dei virus e stava ricercando il gruppo sanguineo 00, fondamentale per avviare delle ricerche. Sapeva che i Cro-Magnon nell’uscire dal Nord d’Africa incontrarono i Neanderthal, ed è grazie a questo che noi oggi siamo in grado di avere un vantaggio adattivo contro i virus RNA presenti nel mondo. Quei popoli avevano già acquisito una variante genica, assimilata dai fratelli di sangue, ma oltre alle barriere immunitarie avevano in comune anche gli sviluppi trasformativi della loro cultura di fondo. Ci raccontò che in quell’anno Maya 2012, un nuovo terribile coronavirus, il Middley east respiratory sindrome Coronavirus infection, con un tasso di mortalità elevato, molto superiore alla Sars, era stato isolato nei polmoni di un paziente proveniente dall’Arabia Saudita (Vito Tartamella, Focus novembre 2016 – pag. 131 – La banca più pericolosa della terra), ed era una patologia diffusa attraverso i pipistrelli ai cammelli, la cui carne ed il latte vengono normalmente consumati nei paesi Arabi e in gran parte del resto dell’Asia. I gruppi sanguigni sono fondamentali per la ricerca biomedica; era già noto che il gruppo 0 è il più antico, si modificò aggiungendo gli antigeni B e A, il primo con il passaggio da erbivori a carnivori e il secondo in seguito con l’avvento dell’agricoltura; da sempre sappiamo che vivendo in un’ecosistema, noi siamo il DNA che ereditiamo, il cibo di cui ci nutriamo e l’anima che percepiamo. Eve aggiunse: “Se assumiamo in modo intensivo carne animale, i loro virus hanno la capacità di fare il salto di specie, ossia di attivare una zoonosi e passare a noi; inoltre il nuovo Virus Mers-Cov era differente dalla Sars del 2003. Il Mers-Cov per ora è difficilmente trasmissibile, ma come tutti i CoronaVirus, potrebbe modificarsi in un altro virus e diventare letale per l’essere umano, in particolare per il gruppo A, il più debole all’azione d’attacco dei virus RNA”. Dunque era importante iniziare a studiare il fenomeno nell’immediato, ed il 7 luglio 2012 Eve aveva raccolto qualcosa di interessante: forse l’antidoto era nel sangue d’origine e quest’isola conservava qualcosa di speciale. Ma a cosa servivano i megaliti che costruivano i popoli del gruppo 00 e da dove nasceva la profezia Maya del 2012? Tutto poteva sembrare senza senso, ma la presenza di Daniel, Hidra e di Eve, tutti amici di ShuiShé, andavano oltre le coincidenze. Dunque l’8 luglio decisi di andare da sola alla Taulas di Torralba, dovevo verificare in prima persona gli strani fenomeni del 1974, descritti qualche giorno prima da Jhon a Son Bou. Forse laggiù avrei trovato la risposta del perchè Imhotep, figlio di Ptah, nato da Khereduankh, vestito come un sacerdote Sumero, era stato portato fuori dall’Egitto in quest’area ben definita del Mediterraneo e abitata dagli enigmatici Cro-Magnon. In tempi recenti, ossia a partire dal 2000 a.C. Torralba d’en Salord fu riutilizzato dalla civiltà Talaiotica, ed è considerato uno

Piramidi naturali © Photo by Adele Arati

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dei più importanti giacimenti storici dell’isola. Qui restano conservati una Muraglia Ciclopea, una cava, una Sala Ipostila, la casa pre-talaiotica, la Taula, il Talaiot e i vari oggetti presenti al Museo di Minorca. Aiutandomi con la bussola, guardavo dall’alto la preziosa cartina della zona. Decisi di passare a nord verso la Muraglia Ciclopea. Nel mondo ne avevo già visitate altre, lo schema di costruzione si ripeteva: un basamento, grandi lastre in verticale e con incastri di filari di pietre senza malta. Ma cosa dovevano proteggere di così prezioso? Lasciandomi alle spalle gli Ipogei, giunsi alla cava di Marés con le sue sacre rocce sedimentarie del Terziario. Minorca è il territorio dell’antica Tetide ed è sotto l’azione di particolari energie tettoniche; forse per questo gli antichi megaliti assomigliavano a conduttori, accumulatori di energia e Imhotep si spostava con una valigetta. Poi raggiunsi sulla sinistra la Sala Ipostila formata da tre parti: Tumulo, corridoio di accesso e camera, con lesene e colonne, che sostengono le grandi lastre di copertura. Mi ricordavano le case pre-talaiotiche della vita nel mondo. Poco lontano a sud/est, la Taula, il Talaiot e tutto cominciava avere un senso. Più mi avvicinavo al recinto della Taula, più prendeva forma la spirale su cui era costruito, con al centro due grandi blocchi di pietra a formare una T. Fu nel corso delle campagne di scavi che vennero rinvenuti degli elementi al suo interno, tra cui anche due terracotte di Tinnit. Le conoscenze accumulate mi trasportarono a similitudini che si ritrovano in Sardegna, in Anatolia, in Africa, in Cina e in Messico; in particolare a Teotihuacan sotto alla Piramide della luna, del sole e del Tempio del serpente piumato, la ciclicità dell’acqua è legata al tunnel d’acqua a 14 metri di profondità, in una stanza finale con conchiglie con spirali incise. A Palenque questi antichi popoli meso-americani seppellirono la Madre Rossa e la coprirono di Cinabro: dopotutto si sà, l’acqua è un ottimo conduttore delle energie ed ha un suo ciclo vitale. Le Taulas sono molto simili a quelli dell’area Turca di Gobekli Tepe (ad oggi datate al 15000 a.C.) lassù però sono state preservate dalla sabbia, mentre qui invece sono state consumate. É importante parlare della Taulas El Tortuguero in Messico, legata alla profezia Maya. è l’unica che riporta il tredicesimo B’ak’tun, ossia il ciclo di 144.000 giorni in cui il calendario Maya viene di nuovo azzerato, la cui data coincide con quell’annuario di lungo computo 13.0.0.0.0 e collima con il 21/12/2012. Tale menhir è composta da tre pezzi incisi che vanno a formare una T, ed ora è esposta al Museo Camara a Villahermosa, capitale di Tabasco. In passato venne presa a riferimento per supposizioni catastrofiche, infatti nel 1995 Adrian G. Gilbert e Maurice M. Cotterell, scrissero “Le Profezie dei Maya – The Mayan Prophecies”, in cui evidenziavano una correlazione tra le conoscenze astronomiche, ingegneristiche Maya e i cicli solari, come indicatori di cambiamenti epocali. Ma non sempre la parola cambiamento è sinonimo di catastrofe. Nel Torralba © Photo by Adele Arati

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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

Ogni riferimento a cose e persone è puraMente casuale, le parti culturali sono Vere, ma intrecciate dai fili della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Testi tratti dal primo romanzo artistico Fanta ma Scientifico n°00 by adele arati: “Il suono Matematico dell’Acqua”.

1975 Frank Waters in “Mexico Mystique” scrisse che alla fine del tredicesimo Baktun l’uomo avrebbe avviato una nuova ondata di coscienza. Inoltre Sven Gronemeyer e Barbara MacLeod, recentemente confermarono la traduzione: “Quando sarà completato il 13° B’ak’tun, ci sarà il quarto Aiaw 3 k’ank’in e ci sarà una visione e la discesa di B’olon Yooktè”. Chissà a quale visione si riferivano? Quasi intimorita nell’entrare nel labirinto Spiraliforme della Taulas di Torralba allora pensavo: “Dopo l’incontro con Eve, sarebbe stato troppo facile e speculativo associarle all’inizio di una improbabile Pandemia, che avrebbe fatto rivedere all’essere umano un nuovo punto di vista d’esistenza, giocando sul fatto che la scrittura ancestrale si leggevano da destra a sinistra decriptando un valore.” Qualcosa guidava il mio istinto, non provavo più paura, in quel momento appoggiai le spalle contro la Taulas, l’orizzonte iniziò a girare e nel farlo mi sollevò da terra come se volesse rapirmi l’anima. Sentii un forte calore alla schiena, con forza mi staccai da essa, mi girai a guardarla e la taulas divenne ologrammatica, era come se prendesse energia dalla Terra. Apparvero dalla pietra otto logogrammi, con un punto posto dopo i primi tre, gli stessi presenti nella rotella del libro dei miei avi rubato. Era un linguaggio che usciva dalla pietra, allungai una mano per toccarle, era una sensazione visiva, acustica e anche tattile che già conoscevo. Era come manipolare le onde sonore, infatti la forte aria energetica di pressione che fuoriusciva dalla Taulas, conferiva l’effetto di toccare quei simboli. Jhon aveva ragione era un luogo particolare. Se i pittogrammi evocano i suoni delle parole che rappresentano, gli otto simboli e il punto barrato cosa significavano? Punto 22: “Vi è dunque un’unica radice, una linea / lingua madre, utilizzata da chi ha creato una R_Evoluzione alla sua stessa sostanza e trasformato così la sua esistenza. Quel codice matematico ologrammatico, sintesi di un’energia algoritmica, una sonorità danzante, che veniva in origine denominata TaSenzar. Quella linea di pensiero che pre-ordina tutto l’ecosistema Terra.” (A questo punto del viaggio, si stava Crea_R_Evolvendo un personaggio, l’altra faccia della Scrittrice, quell’identità che stava per essere rapita, che viaggiando nelle realtà cercava l’origine del nostro comune passato.) Adele Arati

Fornells © Photo by Adele Arati

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PETER HIDE 311065

“MONEY SHIT!” 2020 tecnica mista, banconote, spray, collage e resina su tela 100x70x4 cm.

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Nino Coppola L’architettura e la filosofia, in pittura

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urreale? Sì, ma non solo. Le opere dell’artista Nino Coppola (Architetto Santo Antonino Coppola) portano allo scoperto i diversi lati dell’uomo. Plurilaureato, con una formazione che spazia dall’architettura all’archeologia fino ad arrivare alle dottrine religione, Coppola si dedica con passione e successo anche negli ambiti della poesia e della pittura. Nelle sue opere sono chiari gli accostamenti geometrici e le prospettive architettoniche, e così altrettanto facilmente scopriamo la vena concettualmente filosofica che fa da collante tra tutte le sezioni delle sue opere. Osservando le due opere “Frammento di donna” e “Rituale proibito”, possiamo trovare diversi riferimenti tipici dell’espressione di Coppola: uno sfondo scomposto e sezionato, il tema della scacchiera, una via di fuga verso la parte più luminosa dell’opera, il nudo

A sinistra: Frammento di Donna 2017,olio su tela, 50x70 cm. A destra: Rituale proibito 2020,olio su tela, 50x70 cm.

Kirsten

Hammond Andersen kirsten_hammond_andersen@hotmail.com

Spring is coming

BIANCOSCURO 2019 mixed media watercolor, ink and charcoal RIVISTA 50x65 cm ond’ARTE 360 gsm arches paper Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it

femminile a sostegno di un albero, notoriamente simbolo sia sacro che profano, mistico e spirituale, che racchiude in se il ciclo della vita. Daniela Malabaila


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La storia a colori Capa e lo sguardo sulla realtà di Mario

Gambatesa

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obert Capa nasce a Budapest nel 1913, ed è considerato il primo, e di certo il più famoso, fotografo di guerra. La sua carriera coincise con uno dei periodi più bellicosi della storia, e Capa non perse mai l’occasione di essere

al fronte, pronto ad affrontare la morte per raccontare la guerra. Nella sua vita documentò ben cinque diversi conflitti: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana nel 1948 e la prima guerra d’Indocina. Morì

in Vietnam nel 1954, saltando su una mina, mentre svolgeva il suo lavoro. Robert Capa è stato il prototipo del fotografo di guerra: la sua fu una vita spericolata, fatta di donne meravigliose, grandi bevute, ed una grande attrazione fatale per il pericolo. Le sue foto raccontano la sofferenza, la miseria e il caos. Il suo sguardo, completamente immerso nella realtà, quella vera, cerca di limitare al minimo i filtri e le barriere tra fotografo e soggetto, lui stesso diceva: “Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino… L’importante è stare dentro le cose!”. L’esposizione “Capa In Color” ai Musei Reali (Sale Chiablese) a Torino, ha aperto ai visitatori lo scorso 26 settembre e riaprirà in base al prossimo decreto anti-contagio da Covid, in aggiornamento il 3 dicembre. La mostra presenta per la prima volta in Italia gli scatti a colori di questo grande autore, attraverso una carrellata di fotografie che raccontano, con grande personalità, la storia, in cui spiccano certamente i famosi ritratti di militari, attori, artisti, ma anche di persone comuni. Robert Capa L’americana Judith Stanton, Zermatt, Svizzera, 1949-50 Credits Robert Capa International Center of Photography Magnum Photos

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CAPA IN COLOR Musei Reali - Sale Chiablese, Torino - September 26, 2020 - January 31, 2021

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he exhibition Capa in Color presents Robert Capa’s color photographs to the public for the first time. The collection is presented by ICP-International Center of Photography, thanks to the ICP Exhibitions Committee and public funds from the New York City Department of Cultural Affairs in partnership with the City Council. Curated by the International Center of Photography of New York, it is produced by Società Ares with the Musei Reali. Although he is recognized almost exclusively as a master of black-and-white photography, Capa began working regularly with color film in 1941 and used it until his death in 1954. While some of this work was published in the magazines of the day, the majority of these images have never been printed or seen in any form. Capa in Color includes over 150 contemporary color prints by Capa, as well as personal papers and tearsheets from the magazines in which the images originally appeared. Organized by Cynthia Young, Curator of Capa Collections at ICP, the exhibition presents an unexpected aspect of Capa’s career that has been previously edited out of posthumous books and exhibitions, and show how he embra-

ced color photography and integrated it into his work as a photojournalist in the 1940s and 1950s. Capa’s use of color film exploded in his postwar stories for magazines. These photographs, which until now have been seen only in magazine spreads, brought the lives of ordinary and exotic people from around the world to American and European readers alike, and were markedly different from the war reportage that had dominated Capa’s early career. Capa’s technical ability coupled with his engagement with human emotion in his prewar black-and-white stories enabled him to move back and forth between black and white and color film and integrate color to complement the subjects he photographed. These early stories include photographs of Moscow’s Red Square from a 1947 trip to the USSR with writer John Steinbeck and refugees and the lives of new settlers in Israel in 1949–50. For the Generation X project, Capa traveled to Oslo and northern Norway, Essen, and Paris to capture the lives and dreams of youth born before the war. Capa’s photographs also provided readers a glimpse into more glamorous lifestyles that depended on the allure and seduction of color photography.

In 1950, he covered fashionable ski resorts in the Swiss, Austrian, and French Alps, and the stylish French resorts of Biarritz and Deauville for the burgeoning travel market capitalized on by Holiday magazine. He even tried fashion photography by the banks of the Seine and on the Place Vendôme. Capa also photographed actors and directors on European film sets, including Ingrid Bergman in Roberto Rossellini’s Viaggio in Italia, Orson Welles in Black Rose, and John Huston’s Moulin Rouge. Color imagery was inextricably part of a postwar reconstruction and exuberance. Capa in Color is the first museum exhibition to explore Capa’s fourteen-year engagement with color photography and to assess this work in relation to his career and period in which he worked. His talent with blackand-white composition was prodigious and using color film halfway through his career required a new discipline. Capa in Color explores how he started to see anew with color film and how his work adapted to a new postwar sensibility. The new medium required him to readjust to color compositions, but also to a postwar audience, interested in being entertained and transported l to new places. s

Per i suoi lavori impegnava sempre almeno due fotocamere: una per le pellicole in bianco e nero e una per quelle a colori, sottolineando sempre più l’importanza che il colore stava acquisendo nell’opera fotografica. E così lo spettatore, quando visita la mostra, si addentra in un viaggio verso la verità. Che sia quella che scopre i territori di guerra o la verità che racconta la vita comune, anche frivola se vogliamo, di personaggi dell’alta società americana che passano le loro vacanze invernali sulle nevi delle Alpi Robert Capa - Un membro dell_equipaggio segnala a un_altra nave di un convoglio alleato che attraversa l’Atlantico, 1942 Credits Robert Capa International Center of Photography Magnum Photos

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CAPA IN COLOR

26 settembre 2020 - 31 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Musei Reali, Torino INFO T. +39 338 169 1652 info@capaincolor.it Da martedì a venerdì 10.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.capaincolor.it

Robert Capa Capucine_modella e attrice francese al balcone Roma, agosto 1951 Credits Robert Capa_International Center of Photography - Magnum Photos

svizzere, austriache e francesi. Ed ecco che si scoprono i ritratti di Ingrid Bergman, o quelli di Orson Welles e John Huston, ma anche di Pablo Picasso fotografato in spiaggia coi figli ed Ernest Hemingway nella sua casa a Sun Valley. L’abilità tecnica di Capa, abbinata alla capacità di raccontare le emozioni umane, dimostrata nelle prime fotografie in bianco e nero, gli permise di muoversi con particolare abilità tra i diversi tipi di pellicola, impiegando il colore a completamento dei soggetti fotografati. Nel 1947 fu tra

i fondatori della storica agenzia Magnum Photos con Henri Cartier-Bresson, ancora oggi è tra le più importanti agenzie di fotogiornalismo mondiali. La verità è l’immagine migliore! La fotografia diventa con Robert Capa, un’arma di testimonianza e di denuncia e, nel tempo, conquista non solo gli appassionati, ma il mondo intero. La sua storia è stata scritta e raccontata, le sue fotografie sono diventate testimonianza di un mondo passato e senza ombra di dubbio, un mol nito per il mondo futuro. s

Una vista della mostra Ph. Daniele Bottallo

Musei Reali Ph. Daniele Bottallo

Paolo Camporota w w w. p a o l o c a m p o r o t a . i t

ALTER EGO 2005, olio su tela, 140x100 cm.

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Mostre d’autunno Fotografia a Palazzo Magnani

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periamo di poter presto tornare a riempire le sale museali di Palazzo Magnani e poter ammirare le due mostre inaugurate lo scorso ottobre: “True Fictions. Fotografia visionaria dagli anni ‘70 ad oggi” e “Atlanti, Ritratti e altre storie”. La prima è una retrospettiva come mai ne sono state realizzate in Italia sul fenomeno della staged photography, la tendenza che a partire dagli anni Ottanta ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee. Ed ecco che pesci rossi invadono le stanze, cascate di ghiaccio precipitano nei deserti, Marilyn Monroe e Lady D. fanno la spesa insieme: tutto questo può accadere dentro a una macchina fotografica, trasformando lo strumento nato per essere lo specchio del mondo in una macchina produttrice di sogni e inganni. Alcuni autori mettono in scena, a costruire veri e propri set

cinematografici per costruire una realtà parallela e surreale, altri artisti invece, seguendo l’evoluzione delle nuove tecnologie, intervengono sull’immagine elaborandole con Photoshop, in ogni caso il risultato è quello dello stupore e dell’attrazione verso questa “nuove immagini del reale”. La seconda mostra raccoglie le personali dei tre vincitori dell’open call lanciata da Fotografia Europea 2020, a cui si aggiungono altri tre progetti selezionati sempre dalla giuria, composta da Walter Guadagnini, Maria Pia Bernardoni e Oliva Maria Rubio. Uno accanto all’altro, all’interno delle sale di Palazzo da Mosto, si susseguono i racconti intimi e personali di Alexia Fiasco, Alessandra Baldoni, Manon Lanjouère, Francesco Merlini, Giaime Meloni e Denisse Ariana Pérez. I percorsi si intrecciano tra rimandi inconsapevoli caratterizzati dalle particolari l visioni dei singoli autori. s

Sotto: Alessandra Baldoni - Atlas_Cartografie del silenzio (5), 2019 ©Alessandra Baldoni – courtesy Fondazione Dino Zoli, Forlì

Alcune viste della mostra “TRUE FICTIONS. Fotografia visionaria dagli anni ‘70 ad oggi” Courtesy Laura Ligabue

di Rebecca Maniti

TRUE FICTIONS

Fotografia visionaria dagli anni ‘70 ad oggi --ATLANTI, RITRATTI E ALTRE STORIE 17 ottobre 2020 - 10 gennaio 2021 (Le mostre sono sospese fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Palazzo Magnani, Reggio Emilia

Venerdì, sabato e domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzomagnani.it

Rosanna Carlini cr_rosannacarlini

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Planet Earth 2020 colori ad olio e vernice acrilica metallizzata su tela 30x40 cm.


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Industry, work and Inventions Al MAST, la fotografia ritrae il mondo contemporaneo di

Lucia Garnero

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nche questo autunno, il MAST di Bologna offre agli amanti della fotografia due nuove mostre - attualmente in attesa della riapertura dopo il Decreto Ministeriale - inaugurate l’8 ottobre e, inizialmente, previste fino al 3 gennaio. La prima, a cura di Urs Stahel, responsabile delle attività espositive della Fondazione MAST, è l’e-

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sposizione degli scatti dei cinque finalisti della sesta edizione del concorso su industria e lavoro dedicato ai talenti emergenti. La seconda, curata della storica della fotografia francese Luce Lebart con la collaborazione di Urs Stahel e allestita nella Gallery/ Foyer, offre una selezione di fotografie prodotte tra le due guerre mondiali che ritraggono oggetti, scene e temi di tecnologia e arte. “Photography Grant on Indu-

stry and Work” è il concorso internazionale dedicato ai giovani talenti. Ogni due anni, la Fondazione MAST dà la possibilità a cinque fotografi di indagare le problematiche relative ad industria e tecnica ed il loro impatto sulla società. Gli sguardi innovativi e critici degli autori selezionati mettono spesso in evidenza incongruenze e fratture del mondo contemporaneo. Il loro è un punto di vista inedi-

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to, in un certo senso innocente, ma non meno pungente. Spesso usano l’ironia e sanno rendersi caustici quando utile ad evidenziare contraddizioni e ingiustizie. In questi ultimi mesi del 2020, al MAST, sono presenti gli scatti dei cinque finalisti. I cinque progetti affrontano temi di grande attualità: l’agricoltura intensiva, il ruolo della donna tra presente e passato, il fascino della tecnologia e del design, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sui modi di vita tradizionali e l’omologazione indotta dall’industria della moda. Vincitore di questa sesta edizione è Alinka Echeverria (Mex/UK) con l’installazione in tre parti, composte da collage e animazioni digitali, Apparent Femininity, celebrazione e denuncia della condizione della donna nel mondo del lavoro nella storia del cinema e dell’informatica, a stimolare una riflessione sul passato e guardare alle attuali prospettive industriali. Altro progetto finalista è la serie chiamata Baja Moda, dedicata alle strade e vetrine di negozi di moda in giro per l’America Latina, con cui l’autore Pablo López Luz denuncia l’evoluzione-deformazione del commercio che ha portato alla scomparsa delle Sopra: MAXIME GUYON Aircraft, Ugello di turbogetto di Bombardier Swiss CSeries CS100/Turbojet nozzle from a Swiss Bombardier CSeries CS100, 2018 © Maxime Guyon A destra: ALINKA ECHEVERRÍA Apparent Femininity/Femminilità apparente, Unnamed VII, Ada, 2020 © Alinka Echeverría A sinistra: ALINKA ECHEVERRÍA Apparent Femininity/Femminilità apparente, 2020 - Section from ‘Ada’ Installation / Sezione dall’installazione Ada Mosaic composed of 16 pigment prints / Mosaico composto da 16 stampe a pigmenti © Alinka Echeverría

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produzioni locali a favore della globalizzazione e il passaggio da un abbigliamento tipico al dilagare di una moda internazionale. Le video-installazioni Sorrow? Very Unlikely di Aapo Huhta utilizzano foto del paesaggio rurale finlandese, in cui la popolazione vive in armonia con la natura e le tradizioni, interpretate da programmi di riconoscimento delle immagini, poi descritte da un sintetizzatore vocale. Ponendo inquietanti interrogativi, emergono chiaramente le differenze nella convivenza tra ciò che è organico e ciò che non lo è. L’installazione video e fotografica di Chloe Dewe Mathews dal titolo For a Few Euros More, ambientata nella distesa agro-industriale della Spagna meridionale, dove si produce la metà della frutta e verdura che troviamo nei market europei, indaga sulle dinamiche dell’agricoltura Sopra: Torretta per l’osservazione degli uccelli e dei velivoli di Jules-Louis Breton e Paul Breton, 10 ottobre 1930, stampa ai sali d’argento, Archives nationales, Francia, 398AP/27 A sinistra: PABLO LÓPEZ LUZ Baja Moda XCVII, Ecuador, 2019 © Pablo López Luz

moderna, il consumo, lo sfruttamento delle persone e la crisi ambientale. Quinto finalista, il progetto Aircraft di Maxime Guyon, è composto da fotografie digitali di grande formato che riproducono strutture aereodinamiche, turboreattori, pistoni e connessioni degli aerei; scatti iperrealistici, che lasciano le sagome sospese in uno spazio senza tempo. Sono immagini che alludono al fatto che la vita e la tecnologia in futuro potrebbero diventare una cosa sola.

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MAST PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK 2020 MAST Photography Grant on Industry and Work ---Inventions

8 ottobre 2020 – 3 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale; verifica l’effettiva apertura sul sito) MAST, Bologna INFO T. +39 051 6474345 gallery@fondazionemast.org Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mast.org

A sinistra: CCHLOE DEWE MATHEWS For a few euros more / Per qualche euro in più Plastica (ciliege)/ Plástico (cherries), 2019 © Chloe Dewe Mathews Sotto: AAPO HUHTA Sorrow? Very unlikely/ Tristezza? Molto improbabile, 2019 © Aapo Huhta

L’esposizione “Inventions” presenta le fotografie di invenzioni brillanti e geniali, provenienti dalle collezioni dell’Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales francesi. Tutte conservate presso l’Office des inventions su iniziativa di Jules-Louis Breton, capo del Sous-secrétariat d’État aux inventions. L’archivio di Breton, come spiega la curatrice Luce Lebart, “colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci racconl tano delle storie”. s

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L’opera di Doherty Confini: fotografie e video di Flavio

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Ennante

ondazione Modena Arti Visive ha un programma di mostre ricchissimo per questa stagione, fra le quali potremo presto visitare “Where / Dove”, la prima personale dell’artista Willie Doherty in un’istituzione italiana, esattamente nella Palazzina dei Giardini fino al 31 gennaio 2021. La mostra, curata da Daniele De Luigi e Anne Stewart, co-prodotta da FMAV e National Museums Northern Ireland, è realizzata con il sostegno del British Council nell’ambito della UK/ Italy Season 2020 “Being Present”. L’evento offre una panoramica della carriera di Doherty attraverso opere fotografiche e video focalizzate sul tema dei confini (lavori che hanno origine dalla sua personale esperienza del conflitto nord-irlandese vissuto nella sua città natale, all’estremità occidentale dell’Europa, al confine tra Regno Unito e Irlanda), dai lavori degli anni Novanta fino a una nuova video installazione commissionata per l’occasione, con la quale si apre il percorso espositivo. Due monitor, uno di fronte all’altro, presentano i diversi punti di vista dei due protagonisti sul medesimo paesaggio tra Irlanda e Irlanda del Nord, mentre le loro

voci si alternano per narrare la loro esperienza del confine. La tematica dei confini, in un’epoca segnata da migrazioni e pandemie, è sempre, purtroppo l attuale. s

Willie Doherty - Border Incident 1994, cibachrome montata su alluminio, 122x183 cm. Courtesy The Irish Museum of Modern Art, Dublino

WILLIE DOHERTY Where / Dove

07 novembre 2020 – 31 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) Fondazione Modena Arti Visive, Modena INFO T. +39 059 224418 Da mercoledì a venerdì 11.00/13.00 - 16.00/19.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fmav.org

Willie Doherty - At The Border, In-Between (Walk Softly, Breathe Gently) Fabens, Texas, 2017, stampa ai pigmenti montata su dibond, 57,2x152 cm. Courtesy Galerie Peter Kilchmann, Zurich

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WILLIE DOHERTY. Where / Dove

F MAV, Modena November 07, 2020 - January 14, 2021

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ondazione Modena Arti Visive presents Where / Dove, the first solo show featuring Northern Irish artist Willie Doherty (Derry, 1959) at an Italian institution. The exhibition, curated by Daniele De Luigi and Anne Stewart, is co-produced by FMAV and National Museums Northern Ireland, produced with support from the British Council, as part of the “Being Present” UK/Italy Season 2020, it gives an overview of Doherty’s career in photography and time-based media. Focusing on the topic of borders, the exhibition spans works from the 1990s to the present, and features a new video installation commissioned for the occasion. Willie Doherty has established a major international reputation for his work in photography and time-based media arising from his experience of the Troubles in his native Derry. Situated at the western edge of Europe, on the border between the UK and Ireland, Derry is a place where the complexities of history and politics have shaped the physical and psychological experience of the landscape. It is with immense subtlety that Doherty addresses subjects which touch on the legacy of colonialism, conflict and the fault-lines, both real and perceived, that divide individuals and communities. His use of landscape to evoke a sense of instability and uncertainty through a complex layering of associations is one of the most powerful aspects of his practice. He uses this artistic motif to examine the persistence of individual and collective trauma and its repercussions on the present. More recently, the artist has extended his gaze to other contested geographical areas, such as the border between the United States and Mexico where the systematic erection of a border wall creates the illusion of control while the false certainties of security and strength l are instrumentalized and reinforced.s

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I ritratti di Francesca Cesari Viaggio nell’età del cambiamento di

Ettore Tiretto

L’

età più bella vista da adulti, quella peggiore vista da chi l’attraversa. C’è quel particolare momento nella vita di ognuno di noi, in cui ci troviamo spiazzati dai cambiamenti, non siamo più bambini, non siamo ancora adolescenti, non sappiamo come varcare quel confine ambiguo e sottile. Francesca Cesari, fotografa bolognese, ha voluto intraprendere un viaggio alla scoperta di quell’affascinante terra di

mezzo, di quella particolare fase della crescita in bilico tra la tarda infanzia e l’adolescenza. MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna, grazie alla collaborazione con l’Area Educazione Istruzione e Nuove Generazioni del Comune di Bologna, è lieto di presentare la mostra fotografica sunto di questa ricerca “LIMINAL. Ritratti sulla soglia”, visibile al pubblico fino al 31 gennaio 2021. Limen è una parola latina che significa “soglia”, un confine dunque, che segna il passaggio tra

due diversi spazi, anche identitari, per avventurarsi in qualcosa di percepito ancora come sconosciuto. Le immagini della serie LIMINAL ritraggono ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, durante questo lungo e delicato processo di cambiamento interiore ed esteriore. La mostra è arricchita da alcuni lavori inediti dell’artista della serie “LIMINAL – Metamorfosi”, ritratti delle stesse ragazze e ragazzi ripresi a distanza di tempo, ormai l usciti dalla pre-adolescenza. s LIMINAL

Ritratti sulla soglia

08 ottobre 2020 - 31 gennaio 2021 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) MAMbo – Dipartimento educativo, Bologna INFO T. +39 051 6496611 info@mambo-bologna.org Da martedì a venerdì 14.00 - 18.30 Sabato e domenica 11.00 - 18.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mambo-bologna.org Cecilia, 12 anni © Francesca Cesari

Ivan, 12 anni © Francesca Cesari

Maria Cavaggioni maria.cavaggioni@gmail.com Maria Cavaggioni

maria.cavaggioni

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Siamo come le onde - 2020, olio su tela, 70x100 cm.


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La ritualità ereditaria dell’uomo moderno Gli scatti di Massimo Vitali al MEF di Torino di

Mario Gambatesa

È

aperta al pubblico dal 25 settembre scorso, la mostra “Massimo Vitali. Costellazioni umane”, ospitata presso il MEF - Museo Ettore Fico di Torino, realizzata in collaborazione con Mazzoleni, London - Torino. L’esposizione, a cura di Andrea Busto, si avvale di trenta opere del fotografo lombardo. Massimo Vitali, artista di fama internazionale, nasce a Como nel 1944. Negli anni Sessanta inizia a lavorare

come fotoreporter, collaborando con diverse riviste e agenzie in Italia e in Europa. Nei primi anni ‘80 la sua attenzione si sposta sulla fotografia d’arte. In questo periodo, riceve numerosi incarichi lavorativi per il cinema e la televisione. Dal 1995 si dedica alla fotografia come ricerca artistica, iniziando la serie delle “Spiagge” sviluppata quale strumento originale per ritrarre il mondo. Fin da subito viene riconosciuto e apprez-

zato per le sue opere dal formato extra-large di spiagge, discoteche e spazi pubblici in genere, dove individui anonimi vengono ritratti nel loro tempo libero. Nelle fotografie di Vitali, si osserva una folla umana al sole, che si contende l’intero spazio circostante riportando alla mente il paesaggio stereotipato italiano, dei nostri nonni e dei nostri genitori, dei veri e propri ricordi d’infanzia, trasmessi come un’eredità generaMassimo Vitali (b. 1944) Carcavelos Pier Paddle, 2016 C-Print, 181.5x242 cm. Courtesy Mazzoleni, London-Torino

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Daniela

zionale. Il percorso espositivo si sviluppa per temi: dalle spiagge italiane assolate e gremite di gente in vacanza del 1995, fino agli scatti, mai esposti prima d’ora, dei concerti di Jovanotti nel suo ultimo tour italiano del 2019. In mostra, sono diverse le opere che Vitali ha esposto con successo in tutto il mondo, in grandi spazi espositivi come il Reina Sofía di Madrid, il Museo Pecci di Prato, il Guggenheim di New York, il Museum of Contemporary Art di Denver, il Centre Pompidou e la Fondation Cartier di Parigi. Come Canaletto e molta della pittura settecentesca, il suo occhio capta ogni minimo dettaglio e lo trasferisce sulla carta fotografica in modo realistico e analitico. L’atmosfera (quella leonardesca dello sfumato e della percezione spaziale della nebulizzazione nell’aria dell’acqua e della polvere) è inesistente nelle sue fotografie. I fenomeni del costume registravano un lifestyle minimalista, quasi un’omologazione globale attraverso un costume uniforme che con rigore cancellava gli eccessi della decade precedente. Tutto è definito. Le figure recitano parti di

Bussolino

Massimo Vitali (b. 1944) Kappa Futur Festival Fake Wheelchair, 2018 C-Print, 187x247 cm. Courtesy Mazzoleni, London-Torino

una commedia scritta in modo corale, le persone appaiono come dirette da un regista fuori scena e obbediscono a dettami predefiniti anche se in modo ovviamente inconscio. Le panoramiche sulle spiagge e altri luoghi, rappresentano l’emblema dei nostri tempi, soprattutto in questo periodo, in cui le possibilità sono ridotte a causa dell’emergenza che stiamo vivendo, ma che Vitali ci fa rivivere attraverso le sue fotografie. Le sue foto sono fatte come dice lui, “all’antica”: negativo, sviluppo, provino, stampa a colori da ingranditore ottico. Si tratta di una visione nostalgica della fotografia, ma che vive chiara e l forte nelle opere di Massimo Vitali. s

Classe 1971, autodidatta, utilizza tecniche e materiali sempre nuovi. Di seguito, alcuni degli eventi più importanti a cui ha partecipato: 2018, Parma, video recensione di Sgarbi in una mostra semipersonale. 2019, esposizione alla Sala Promoteca del Campidoglio a Roma durante gli scambi culturali Italia – Sri Lanka; Canale Italia, intervistata dal Critico Antonio Castellana. 2020, mostra personale al paese natio; esposizione internazionale negli Emirati Arabi Uniti; mostra internazionale del Cinema a Venezia; premiata al BIANCOSCURO Art Contest 2020.

Incontro con la luce 2020, tecnica mista su tela, 50x50 cm.

“L’incontro con la luce dona a quest’opera un messaggio per chi la osserva: c’è sempre una speranza di vita e di sogni da realizzare, non bisogna lasciarsi trascinare dalla negatività, anzi, meglio essere positivi all’incontro con una nuova vita.” D.Bussolino

Massimo Vitali (b. 1944) - Plage de l’Estaque, 2017 Lightjet print from original digital file on photographic paper - Diasec with wooden frame, 242x181.5 cm. Courtesy Mazzoleni, London-Torino

MASSIMO VITALI

Costellazioni umane

25 settembre - 20 dicembre 2020 (La mostra è sospesa fino al prossimo Decreto Ministeriale. Verifica l’effettiva apertura sul sito) MEF – Museo Ettore Fico, Torino INFO T. +39 011 852510 info@museofico.it Venerdì 14.00 - 19.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museofico.it

Vie infinite 2019, acrilico su tela, 40x50 cm.

“L’orizzonte è caratterizzato da una ragnatela di palazzi cupi, alti e minacciosi, mentre le strade sono fiumi di colore rosso, come vene di una situazione che assume vita propria, fino a risucchiare l’anima dell’artista e di chi la osserva.” Pasquale di Matteo

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daniela.bussolino@gmail.com bussolinodaniela Daniela Bussolino Artista

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T r A t e e r t S T r A t e e Str “Beyond Walls” Oltre i muri

La Land Art dell’artista Saype. Un progetto sostenuto da Lavazza in collaborazione con i Musei Reali ed il Comune di Torino di

Flavio Ennante

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Ci troviamo a un punto della storia in cui il mondo si sta polarizzando, e in cui molte persone si stanno ripiegando su se stesse. Tuttavia credo profondamente che solo rimanendo insieme l’umanità potrà rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo Saype BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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Beyond Walls - Oltre i muri Porta Palatina - Torino Facebook.com/saypeartiste Instagram.com/saype_artiste

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Tutte le foto: Beyond Walls - Saype Torino by Valentin Flauraud for Saype @saype_artiste

N

ella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, un ulteriore tassello della più grande catena umana della storial, “Beyond Walls - Oltre i muri”, lunga cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Settima tappa del un progetto inaugurato a Parigi nel 2019 ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso. Due mani che si tendono l’una verso l’altra e si stringono, in una presa che trasmette fiducia e aiuto reciproco, questa è l’immagine al centro del progetto “Beyond Walls - Oltre i muri” firmato dall’artista Saype. La scelta di installare l’opera presso una delle porte di accesso della città, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale. Ogni singola mano appartenente al progetto “Beyond Walls - Oltre i muri”, con i suoi dettagli che rimandano a etnie, provenienze, culture differenti rappresenta il caleidoscopio di un’umanità in continua evoluzione, che non è disposta a farsi fermare da restrizioni e muri e che si fa portavoce di tolleranza e inclusione. Tutta l’opera dell’artista, nato a Belfort nel 1989, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. Saype ha sviluppato la propria ricerca fondendo l’immediatezza della street art alla consapevolezza della land art, i dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art, un movimento d’avanguardia nato alla fine degli anni ‘70, focalizzato sul dialogo tra gli artisti e la natura, l’unione di street art e land art ha dato vita ad una linea artistica del tutto personale. Con quest’opera, la Città di Torino e Lavazza, si fanno portatrici di un messaggio di speranza, ottimismo e resilienza che parte dalla città di Torino e si apre a tutto il mondo. Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista franco- svizzero presso le sale centrali della Galleria Sabauda dei Musei Reali. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales” che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visibile l fino al 17 gennaio 2021. s

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MASSIMO CEDRINI

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Our gallery is dedicated to promoting emerging, mid-career and established contemporary artists in all disciplines, we make every effort to support this mission. This does not only reflect in our fees but also in carefully curating our artists to meet the level of interest of our collectors.

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RECENT EXHIBITIONS Excellence Art Gallery has had the great honour to participate in the international fair of C.A.R. Contemporary Art Ruhr. We presented in our stand a group of international artists such as: MASSIMO CEDRINI, ISAAC, JAVIER JIMENEZ, BEHZAD, IBAÑEZ, AURELIE NITZIAG, PATRIZIA ZOLLER, SAGARRA EKA, RITA LAZZARO, TOM BARNABI, ESTHER MARTIN, COSQUI, TANCREDI, CHRISTELLE BORIBON, DANIEL MARIN, DE LOS REYES, VICEN H., PACO DE LA CRUZ, LEO DEGARIO, KATHERINA SAVTCHENKO... The event coordinated by the manager Massimo Cedrini under the artistic direction of Giuseppe Carnevale.

APPLY TO EXHIBIT AT OUR UPCOMING EVENTS, WE LOOK FORWARD TO PROMOTING YOUR CREATIONS: Giuseppe Carnevale: +34 642 219 129 , giuseppe@excellenceartgallery.com E x hi b i t i ons or g a n i s e d by

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Vincent van Gogh, Autoritratto con cappello di feltro grigio, 1887 - Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation), Amsterdam - © Maurice Tromp Vincent van Gogh, Autoritratto con cappello di feltro grigio, 1887 - Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation), Amsterdam - © Maurice Tromp

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2020 / gennaio 2021 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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