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Giorgio Laveri
Le sue opere al MIDeC
di danieLa MaLabaiLa
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Il Museo Internazionale del Design Ceramico e la
Galleria d’arte Ottonove-
cento, presentano la mostra “L’oro di Giorgio”, una selezione di 40 opere del periodo gigantista dell’artista internazionale Giorgio Laveri. Il Vicesindaco e Assessore alla cultura e turismo Mario Iodice commenta appassionato: “Siamo molto contenti di poter ospitare al MIDeC le opere dell’artista Giorgio Laveri, collaborando con la locale Galleria d’arte Ottonovecento. Il
nostro Museo di Palazzo Perabò è uno scrigno prezioso della tra-
dizione ceramica e dell’identità territoriale, ma deve essere sempre pronto a intercettare le nuove tendenze del design contemporaneo e la sua missione è quella di coniugare
passato e presente, in costante
proiezione verso il futuro”. Con questo intento di dialogo tra
L’ORO DI GIORGIO GIORGIO LAVERI
08 luglio – 21 agosto 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MIDeC, Cerro di Laveno Mombello
INFO T. +39 0332 625551
Da martedì a giovedì 10.00 - 12.30 Venerdì e sabato 15.00 - 20.00 Domenica 10.00 - 13.00 / 14.30 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.midec.org
epoche, tecniche e stili diversi,
il MIDeC diventa la location ideale per accogliere le opere
di Laveri, opere che provengono dai nostri ricordi, dal presente e dall’immaginato, e che giocano
con noi per svelare il loro pre-
zioso segreto, che non è solo nell’oro utilizzato per rifinire le opere, ma è nel messaggio che vogliono trasmettere. Il temperino,
la matita, la caffettiera, il rosset-
to, il dado: la quotidianità degli oggetti scolpiti viene ingigantita, dilatata fino a pervadere il mondo dei nostri desideri, quello della preziosa finzione dell’arte, del cinema, dell’oro. s l
Sopra: Tita - 2017, ceramica smaltata con interventi al terzo fuoco in oro zecchino, 61 cm.
Sotto: Rino - 2017, ceramica smaltata con interventi al terzo fuoco, 16x38x23 cm.
L’Artista Giorgio Laveri a fianco della sua famosa opera “Truka” Ph.Chiara Cadeddu
Fantasmi e altri misteri
Nuovo capitolo espositivo del progetto “Fumetti nei Musei” del Ministero della Cultura
di rebecca Maniti
Èarrivato anche a Torino, ai Musei Reali, il nuovo capitolo espositivo del progetto del
Ministero della Cul-
tura, guidato dal Ministro Dario Franceschini, nato per avvicinare i più giovani (ma non solo) ai luoghi della cultura italiani tramite la matita e le storie di alcuni dei più celebri e promettenti fumettisti nazionali: “Fantasmi e altri misteri” è in scena alla Galleria Sabauda fino all’11 settembre ed espone le tavole più spaventose di venti brillanti autori italiani. Curata da Mattia Morandi, Chiara Palmieri e Simona Cardinali, la mostra si ispira al fumetto di Lo-
rena Canottiere, “Io più fanciul-
lo non sono”, ambientato proprio nei Musei Reali, che vede come protagonista il Principe Eugenio
di Savoia-Soissons, il “filosofo
guerriero”, come lo definì Rousseau, e colto collezionista d’arte, che contribuì ad arricchire le stanze dei Musei Reali. Lorena Canottiere così commenta: “Il passato, nei musei, è solamente la superficie. Appena oltre esiste uno spazio in
cui il passato diventa presente e
futuro allo stesso tempo. La magia fu diventare Eugenio, essere lui e dunque vivere come presente e futuro un’epoca che continuava ad essere il passato rispetto al mio quotidiano. È questo l’invito che ci offrono i musei, sempre”. Il Ministro Franceschini: “Questo progetto, oltre a raccontare i
musei con un nuovo linguaggio
e lasciare libera la fantasia di alcuni tra i migliori fumetti-
sti italiani, dimostra anche come investire sulla tutela e sul passato possa essere un’occasione per dare maggiore impulso alle industrie culturali e creative e ai giovani artisti. Un progetto innovativo al quale il Ministero tiene molto”. Dopo le prime mostre all’Istituto Centrale per la Grafica, al Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli, al Lucca Comic & Games 2021, e dopo l’approdo dei 52 autoritratti degli autori dei fumetti agli Uffizi, continua così il racconto della
contemporaneità del patrimonio italiano attraverso la Nona
arte. Un approccio interessante che merita di venir replicato. s l
In queste pagine, alcune viste della mostra “Fantasmi e altri misteri” allestita presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino
FANTASMI E ALTRI MISTERI Fumetti in mostra
17 maggio - 11 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali di Torino - Galleria Sabauda, Torino
INFO T. +39 011 19560449
Da martedì a domenica 9.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.museireali.beniculturali.it
Igor Grigoletto
www.igorgrigoletto.it
Grigolettoarte
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Anri Sala a Bergamo
La sua arte in dialogo con Palazzo della Ragione
di ettore tiretto
Fino al 16 ottobre, presso Palazzo della Ragione a Bergamo, è possibile immergersi nella mostra dedicata a Anri Sala, il celebre artista di origini albanesi la cui ricerca
indaga le fratture nell’ambito del linguaggio, della sintassi e
della musica, favorendo dislocazioni creative che generano nuove interpretazioni della storia e
soppiantando vecchie finzioni
e narrazioni con dialoghi meno espliciti e più equilibrati. Questo è il quinto anno consecutivo che GaMeC - Galleria
d’Arte Moderna e Contempo-
ranea di Bergamo “abita” questa prestigiosa sede, e lo fa con un progetto espositivo davvero coinvolgente: “TRANSFIGURED”. Sala ha interpretato il contesto architettonico del Palazzo della Ragione “non come un semplice
contenitore, ma come un organo
attivo” e qui, partendo dalla sua più recente installazione audio-visiva, “Time No Longer”, attiva
un intenso dialogo con l’iconica
Sala delle Capriate. Per l’artista ogni spazio fisico può portare con sé valori e memorie che, di volta in volta, l’interazione con l’opera d’arte può riattivare. Nel caso della Sala delle Capriate, tale dinamica trova un ulteriore
sviluppo in relazione alla storia
secolare dell’edificio (il primo Palazzo Comunale d’Italia, trasformato in Palazzo di Giustizia
Sopra. Anri Sala - Transfigured Veduta dell’installazione - Palazzo della Ragione | GAMeC, Bergamo, 2022 Ph. Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Copyright Anri Sala by SIAE 2022
ANRI SALA. TRANSFIGURED Palazzo della Ragione, Bergamo - June 10 - October 16, 2022
For the fifth year in a row, GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo returns to the prestigious Palazzo della Ragione, the beating heart of the old town, with a new exhibition by Anri Sala, the celebrated Albanian-born artist, who has created a thoughtful dialogue with the iconic Sala delle Capriate based on his most recent film and sound installation: Time No Longer. Adopting an operating method exploited previously on other occasions, Sala interprets the architectural context “not as a mere container but as an active organ.” In the artist’s view, every physical space may enshrine values and memories that, from time to time, interaction with the artwork may reactivate. In the case of the Sala delle Capriate, this dynamic is further developed (with a sort of amplification of the effect) in relation to the centuries-old history of the building—the first municipal palazzo in Italy, then transformed into the Palace of Justice under the Republic of Venice—and the ancient frescoes it contains. Projected onto a 16-meter long suspended screen, Time No Longer focuses on the image of a record player floating in a space station. Anchored only to the electrical power cable, the turntable plays a new arrangement of Quartet for the End of Time: the composition by French musician Olivier Messiaen, considered to be his most famous musical work, composed in captivity. During World War II, Messiaen (1908-1992) was captured in Verdun and taken prisoner in a German camp. It was during this time that he wrote Quartet for the End of Time, presenting it for the first time in 1941—together with three other musicians who had also been imprisoned—before an audience of only prisoners and guards. In particular, for the creation of Time No Longer, Sala drew inspiration from the quartet’s only solo movement, “The Abyss of the Birds,” written for clarinet and played by his Algerian comrade and musician Henri Akoka. The dimension of solitude and constraint of Henri Akoka’s clarinet is echoed by the story of Ronald McNair’s saxophone. In 1986, McNair, one of the first black astronauts to reach space and a talented professional saxophonist, planned to play and record a solo on board the Space Shuttle Challenger. This would have been the first original piece of music recorded in space had the spacecraft not disintegrated just seconds after liftoff, tragically killing all the astronauts on board. A technological jewel, the shuttle thus displayed all its tragic fragility, evoking the vulnerability of Messiaen’s prisoner status. In collaboration with musician André Vida, and sound designer Olivier Goinard, Anri Sala thus creates a duet between two instrumental voices: a performance without a performer where the clarinet merges at times with the saxophone, uniting two moments distant in history and time, but joined by a profound sense of solitude and at the same time one of determination and great will. The musical composition constitutes a soundtrack of intention, alluding to McNair’s planned but never executed recording. The suspended film and the darkness of the Sala delle Capriate evoke the absence of light and gravity in the universe, the dimension of emptiness in which the record player floats. In the room, the darkness is interrupted at times by flashes of light from lamps positioned to the back of the screen which, following the rhythm of the music, light up the room and, along with it, the paintings and frescoes on the walls. The figures portrayed—among others the Virgin Mary and the city’s patron saints Alexander and Vincent as well as the figure of Justice, and in particular the four minstrel angels who, while intent on playing their instruments (a viola, a cornet, a flute and an organ) appear to dialogue with the four musicians from the Quartet for the End of Time—thus testify to a humanity that exists no more, linking various timeframes, crossing the past, present, and future. Adrift in boundless space, as 16 dawns and 16 sunsets follow on from one another, the record player thus finds a way to remain anchored to time and history, even though it too is a prisoner of its own solitude, just like McNair and Messiaen. s l
con l’avvento della Repubblica di Venezia) e agli antichi affreschi in esso contenuti. Proiettato su uno schermo flottante lungo 16 metri, “Time No Longer” si concentra sull’immagine di un giradischi galleg-
giante in una stazione spaziale. Ancorato al solo cavo elettrico
di alimentazione, il giradischi riproduce un nuovo arrangiamen-
A destra: Anri Sala Time No Longer, 2021 Immagini UHD a tre canali generate al computer e suono a tre canali, colore Durata: 13 min Courtesy Marian Goodman Gallery Ph. Markus Tretter
to di “Quartet for the End of Time” (una composizione realiz>>>
zata dal musicista francese Olivier Messiaen, considerata la più cele-
bre opera musicale composta in
prigionia) con la collaborazione del musicista André Vida e del sound designer Olivier Goinard. Nella sala il buio è interrotto da bagliori di luce provenienti dal retro dello schermo che, seguendo il ritmo della musica, illuminano la sala e, insieme a essa, i dipin-
ti e gli affreschi disposti sulle pareti, rendendoli parte attiva
e collegando temporalità diverse che attraversano il passato, il presente, e il futuro. s l
ANRI SALA TRANSFIGURED
10 giugno – 16 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo della Ragione, Bergamo
INFO T. +39 035 270272 biglietteria@gamec.it
Da martedì a venerdì 11.00 - 18.00 Sabato e domenica 10.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.gamec.it
Anri Sala Time No Longer, 2021 Immagini HD a quattro canali generate al computer e suono a cinque canali, colore schermo traslucido, altoparlanti che generano impulsi, luci dinamiche Durata: 13 min Courtesy Marian Goodman Gallery Ph. Lawrence Elizabeth Knox
GIORGIA PEZZOLI
Triptico - 2008, incisione su metallo e carta di cotone, 63x53 cm.
Elena Mazzi
Tra territori e comunità
di rebecca Maniti
Il Parco Arte Vivente di Torino presenta “Di rame, cera, ferro, glicini
e ghiaccio. Elena Mazzi: 10 anni di paesaggi olfattivi, laboratori e conver-
sazioni”, mostra personale dell’artista Elena Mazzi. Realizzato con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Città di Torino, l’evento è a cura di Marco Scotini e sarà visitabile sino al 23 ottobre prossimo, fruibile anche con la partecipazione (su prenotazione) a laboratori come “La città delle api” a cura di AEF Attività Educative e Formative del PAV e ai workshop con l’artista stessa.
Elena Mazzi vuole costruire relazioni tra i territori a rischio e le comunità
che li abitano, ecco dunque che per questa rassegna ha creato appositamente “Smellscapes”, un progetto centrato sulla dimensione olfattiva e la cultura
DI RAME, CERA, FERRO, GLICINI E GHIACCIO Elena Mazzi: 10 anni di paesaggi olfattivi, laboratori e conversazioni
15 giugno – 23 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) PAV - Parco Arte Vivente, Torino
INFO T. +39 011 3182235
Venerdì 15.00 - 18.00 Sabato e domenica 12.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.parcoartevivente.it
materiale, botanica e gastronomica territoriale, per creare essenze che funzionino come rappresentazioni partecipative e alternative del territorio. La produzione di profumi, che mette a valore materiali organici e non organici, spesso non convenzionali, è resa possibile dalla preziosa collaborazione di alcune maestranze del territorio. Le opere di Elena Mazzi ci sollecitano a pensare un nuovo rapporto
ecologico tra natura, cultura e mondo
attraverso soluzioni poetiche ed estetiche davvero eterogenee: nella mostra convivono infatti installazioni, film, opere luminose, create con fibre tessili frutto di materiali riciclati, cera d’api o raffinati assemblaggi di oggetti (di scarto) trovati nel tessuto cittadino. s l
[1] Elena Mazzi - Smellscapes Laboratori per la produzione di essenze di quartiere, 2022, materiali misti, dimensioni variabili. Realizzato in collaborazione con le Attività Educative e Formative del PAV
[2] e [4] Elena Mazzi in collaborazione con Rosario Sorbello - En route to the South 2017-2020, arnie, telaietti in cera, legno, metallo, audio, acrilico su muro Courtesy gli artisti e Galleria Ex Elettrofonica, Roma
[3] Una vista della mostra @ PAV - Parco Arte Vivente, Turin Courtesy PAV - Parco Arte Vivente, Turin [1]
[2]
IN SILENZIO encausto, fusione di cera d’api e pigmenti su legno 2019, 70x100 cm.
[4] [3]
Elisabetta BOSISIO
info@elisabettabosisio.it www.elisabettabosisio.it
Alfonso Femia
Lo scorso 29 aprile si è aperto ufficialmente il decimo appuntamento della rassegna “Il tavolo dell’architetto”, la serie di mostre temporanee che vede protagonisti celebri architetti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo internazionale. Fino al 5 ottobre, il loggiato interno del Museo Novecento ospita la mostra “Architettura e Generosità”, un progetto che esplora il mondo intimo e progettuale di Alfonso Femia e dei suoi Atelier(s), a partire dalla rappresentazione della Balena. “Con questa mostra non vogliamo raccontare solo il nostro modo di lavorare e le nostre opere, pensiamo sia un’occasione per trasferi-
re la necessità di un cambio di paradigma che metta al centro la generosità e la responsabilità
dell’architettura”, dichiara Alfonso Femia. La curatrice della mostra, Laura Andreini, racconta: “Contrasto e Tempo (il giusto tempo), associati alla figura della Balena, sono i due temi cardine alla base del pensiero di Alfonso Femia. Il Contrasto di un animale che pur mammifero vive negli abissi del mare, e il Tempo - il giusto tempo - perché emerge solo quando è necessario. Un percorso di immersioni e risalite, di
Al “Tavolo dell’Architetto” di FLaVio ennante
QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it
RNL - Urbagreen Île-De-France © Ph. S.Anzini
Sotto: Les Docks Marsiglia © Ph. Luc Boegly
In questa pagina: schizzi. Atelier(s) Femia
ALFONSO FEMIA Architettura e Generosità
29 aprile – 5 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Novecento, Firenze
INFO T. +39 055 286132
Lunedì, martedì e mercoledì 11.00 - 20.00 Venerdì, sabato e domenica 11.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museonovecento.it riflessioni e pensieri e della loro esternazione solo quando pronti
a manifestarsi sotto forma di disegni, di architetture e di parole”. All’interno della mostra troviamo modelli e maquette in ceramica, oltre al Bestiario Mediterraneo ideato da Alfonso Femia nel 2011 in occasione del progetto delle OGR di Torino e realizzato dal Maestro ceramista Danilo Trogu. Sono esposti preziosi anche momenti “Inside The Whale”: le persone che “fanno” lo studio, le mani nella loro straordinaria muta espressività. s l