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MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
ArtExpò ArtExpò Galler y Galler y MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
biancoscuro www.biancoscuro.it
1 Biennale d’ A rte Gallery www.artexpo-gallery.it
a Gallery ArtExpò
MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
Principato di Monaco ArtExpò Gallery ArtExpò
biancoscuro
MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero Unico - Arte, Cultura e Informazione - Biancoscuro Editore
MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
In questo numero Max Pratt
MOSTRE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
Hotel de Paris HHHHH Saloni Bosio e Beaumarchais Montecarlo - Principato di Monaco
- Dal 27 Febbraio al 3 Marzo 2014 -
Inaugurazione Venerdì 28 febbraio 2014 ore 19.00 BRA2013_Copertina.indd 1
rivistA d’Arte
Numero Unico - Arte, Cultura e Informazione - Biancoscuro Editore
L’origine del sogno
Fotografare la notte La città quando il sole dorme
La gabbia d’oro Camogli, una storia una città
Giorgio Laveri Il maestro della ceramica
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"La creatività non è altro che " e s o c e l e r e t t e conn Jobs Steve
viale dell’indipendenza 26 - 27100 Pavia tel. 0382.1902778 fax 0382.1632062 info@liberementi.it www.liberementi.it
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ANTONIO NUNZIANTE
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CONSTANTIN STAN NEACSU
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero Unico - Arte, Cultura e Informazione
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L’Editoriale di Mariarosaria Belgiovine Nunziante. “Dal Caravaggio” Castel Sismondo - Rimini Portovenere Patrimonio dell’UNESCO Gran Galà dell’Arte Mini Personali al Grand Hotel Francesco Chetta amare l’arte Giacomo Rossi Un vulcano in eruzione perenne L’angolo della Poesia Le poesie di... Max Prat L’origine del sogno Fiere XVII edizione di Contemporanea a Forlì Mostre Personale di Delfina Porcu 066
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Fotografia La città quando il sole dorme Cesenatico: Il museo della Marineria Tina Martino: La mitologia della Metafisica Missi Queen: Il racconto dell’emozione Vesna Pavan: La poesia dell’Art Designer
in copertina:
Giorgio Laveri, Rossetto, 2006, ceramica, 22x8x8 cm. Giorgio Laveri, artista savonese, nasce come regista teatrale e cinematografico. La sua vena artistica non si accontenta e presto trova nuove espressioni per dare nuova luce alla sua creatività. La ceramica è il materiale che sceglie per veicolare i suoi messaggi, diventando presto riconosciuto ed indiscusso maestro della ceramica.
Recensioni Musicali Dove Comincia il Sole, si ricomicia con i Pooh Riflessioni L’importanza di essere Donna Le donne nell’Arte Interviste a... Maestri dell’Arte Contemporanea L’arte in riviera
il servizio a pag. 58
Angolo narrativo La gabbia d’oro
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BIANCOSCURO rivista d’arte NUMERO UNICO ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta DIRETTORE EDITORIALE Mariarosaria Belgiovine GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 - Pavia www.liberementi.it REDAZIONE ArtExpò Promotion Via Nenni, 59 26841 Casalpusterlengo (LO) www.artexpo-promotion.it EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it HANNO COLLABORATO Mariarosaria Belgiovine, Vincenzo Chetta, Caterina Brunetto, Walter Floris, Daniela Malabaila, Agatha Monti, Federica Pasini, Claudio Raccagni. FOTO Annabel Graphic, Andrea Di Giacinto, Andrea Rossi, Antonio Chetta, Federico L., Mariah B., Vincenzo Chetta. STAMPA Ediart Via dei Tamarindi, 14/b 00040 Roma www.ediart.eu Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti su gentile concessione da pubblicazioni o annuari d’arte di FC Editore. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. © biancoscuro 2013. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Associazione Culturale Biancoscuro. L’editore ringrazia liberementi e Artexpò Promotion per la disponibilità e le opportunità offerte.
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Biancoscuro, la Rivista d'Arte di Vincenzo Chetta
Gentile lettore, Biancoscuro è una rivista d’arte che si pone l’obiettivo della diffusione dell’Arte in tutte le sue forme. La versione cartacea di Biancoscuro Rivista d’Arte viene distribuita nelle più importanti fiere e mostre d’arte, recapitata a collezionisti, gallerie ed enti culturali. Viene pubblicata anche una versione on-line per ampliarne la diffusione e raggiungere un più ampio pubblico. Biancoscuro è una rivista d’arte di facile consultazione e comprensione, tratta di arti visive (pittura, scultura e fotografia) e arti letterarie (narrativa e poesia). Siamo convinti che una rivista non debba affaticare o, peggio, annoiare chi legge, ma coinvolgere ed informare. Per questo motivo, pur lasciando il massimo risalto agli artisti pubblicati, abbiamo deciso di inserire, a partire dai prossimi numeri, articoli di cultura, rubriche di annunci, concorsi e fiere che crediamo vi appassioneranno. C’è anche uno spazio dedicato alla narrativa ed alla poesia che attende solo le opere di voi, scrittori e poeti. Buona lettura
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2a edizione
la moda che vive due volte
6-7-8 Dicembre 2013 ORARIO DI APERTURA: venerdì dalle 14.00 alle 19.30 sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30
Scarica l’INVITO RIDUZIONE:
www.fieravintage.it
via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543.798466 - cell. 393.9352043
1a edizione
6.7.8 dicembre 2013 ORARIO DI APERTURA: venerdì dalle 16 alle 19.30 sabato e domenica dalle 10 alle 19.30
Scarica l’INVITO RIDUZIONE:
www.verniceartfair.it
via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543.798466 - cell. 346.5050521
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BIANCOSCURO: L’Editoriale di Mariarosaria Belgiovine
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problemi reali del mercato dell’Arte sono basati, a volte, su scelte sbagliate derivate dai consigli di alcuni critici d’Arte. Spesso osserviamo impotenti al lievitare delle quotazioni assegnate da costoro, e se da una parte rendono felice e soddisfatto l’artista, dall’altro mettono in crisi il gallerista, che ha il compito di proporre le opere per la vendita. È molto facile applicare un valore di quotazione a caso, senza tener conto del valore effettivo dell’opera, un valore che viene determinato da: presenze costanti in fiere d’Arte, esposizioni in gallerie qualificate, presentazioni delle proprie opere in Case d’Asta, premi ed onorificenze, pubblicazioni d’Arte qualificate. Tutto questo porta ad una valutazione obiettiva della quotazione, con l’aggiunta della valutazione oggettiva dell’opera. Molti operatori del settore sostengono che non c’è nulla di nuovo nelle recenti proposte d’Arte, e quel poco che si evidenzia non è altro che la frantumazione e copia di opere già conosciute di autori contemporanei, rielaborato in versione personale, con risultati a volte raccapriccianti. Questo
fenomeno è diffuso anche fra gli organizzatori e critici: la fenomenologia è la stessa. Nessuno, fra i nuovi organizzatori e presidenti di associazioni, si produce per ideare nuovi eventi, e fanno a gara nel copiare manifestazioni che negli anni passati hanno avuto successo. Una giungla di mediocri intenti che massacra le buone intenzioni, portando la confusione ai massimi livelli. Ad influire sulla scarsa obiettività delle promozioni artistiche c’è anche la sindrome del “postal-art-market”, ovvero: ricevi il premio comodamente a casa tua. Ed il vantaggio di questo Art-Shopping, sembra evidente, è unicamente di chi ha ordito questa bella pensata, che risparmia sui costi di gestione ed allestimento mostre, calpestando i primari diritti di un’artista, e cioè quelli di portare in mostra le sue opere, di ricevere complimenti oppure osservazioni negative, e di avere un minimo di riconoscimento da chi organizza un concorso, e di vivere anche il momento del confronto. Mi auguro che al più presto vivere l’Arte diventi un momento di incontro, e non un pessimo esempio di scontro.
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Portovenere e le cinque terre inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO
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ortovenere fu abitata già in epoca romana; base bizantina, nel 643 il piccolo borgo fu distrutto dai Longobardi. La rinascita avvenne nel Medioevo, con lo sviluppo di un importante movimento monastico sulle isole del Tino e del Tinetto. Nel 1113 Genova acquistò Portovenere dal feudatario Grimaldo da Vezzano, contrastare le mire
espansionistiche di Pisa. Venne quindi costruito il “Castrum novum”, la Chiesa di San Lorendo e le case assunsero la forma delle case torri, addossate le une alle altre, con funzioni di abitazioni e di difesa. Nel 1160 vennero erette le mura, tre torri e la porta d’ingresso al borgo e l’anno successivo venne rinnovato il “Castrum vetus” nel piazzale di San Pietro. Grazie all’aiuto offerto a Genova per la con-
quista di Lerici nel 1256, Genova innalzò la chiesa di San Pietro. Nel 1340, un violento incendiò distrusse il “Castrum vetus” e la parte alta del borgo, segnando così l’inizio del declino di Portovenere, che seguì legando le sue sorti alla Repubblica di Genova. Nonostante la perdita di importanza militare, anche per l’accrescersi dell’importanza della Spezia, il borgo si distinse nella navigazione commerciale. Attualmente, il borgo di Portovenere si offre al turista con i suoi scorci caratteristici e pittoreschi, con le case dai colori suggestivi. E di fronte alla meravigliosa cittadina dalle sembianze ancora medioevali, il piccolo arcipelago di Tino, Tinetto e
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Palmaria dove, oltre al patrimonio paesaggistico e geologico, si possono ammirare i resti degli antichi monasteri paleocristiani. Il tratto costiero che da Portovenere arriva fino a Monterosso, offre una particolare ambientazione, un delizioso paradosso: quasi ostile nelle forme aspre ed irregolari delle rocce, scenograficamente magnifico e favorito da un ambiente eccezionale e da un mare meraviglioso. Paesi pennellati di crinali sugli alti scogli, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, offrono paesaggi dal sapore intenso e dalle tinte tenui, immensa opera d’arte umana. L’architettura stessa si è dovuta piegare a questo ambiente unico e suggestivo, esempio di equilibrio tra uomo e natura. Nel 1997 Portovenere, insieme alle isole Palmaria, Tino, Tinetto e le Cinque Terre, sono stati inseriti fra i patrimoni dell’Unesco.
La Grotta di Lord Byron
Questa grotta, ispiratrice di Lord Byron, ricorda l’immortale poeta
che, ardito nuotatore, sfidò le onde del mare da Portovenere e Lerici.
Grand Hotel di Portovenere
occasione di eventi organizzati in esclusiva da Artexpò Gallery. F.C.
Il Grand Hotel di Portovenere è situato sul lungomare di Portovenere, ed unisce il fascino delle Cinque Terre, all’eleganza dell’antico palazzo, in origine un monastero Francescano. La struttura dispone anche di un centro termale, Sala Congressi e Ristorante di alta cucina. Il Grand Hotel è stato ricavato, da un antico monastero risalente al XVII secolo. Le camere dispongono tutte di impianto di climatizzazione, collegamenti wifi e canali satellitari. La maggior parte delle stanze, è dotata di terrazzino privato con vista panoramica sul piccolo porto. Durante la bella stagione, è possibile fare colazione e pranzare sulla terrazza del ristorante, con una bellissima vista sul borgo e sul mare. Nella hall principale, nelle sale ristorante e sala congressi è possibile ammirare opere d’arte di autori contemporanei, esposte in
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Nunziante. “Dal caravaggio” Castel Sismondo a Rimini Nella fortezza malatestiana la mostra del Maestro Antonio Nunziante “Dal Caravaggio”.
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a rassegna, curata da Marco Goldin, proposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, da Linea d’Ombra, e con la determinante collaborazione del gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, esalta una tipologia di opere del Maestro, innestata fra opere dei maestri del seicento e Caravaggio. Giunta appositamente per l’evento dall’America a Rimini, l’opera “L’estasi di San Francesco”, in esposizione a Castel Sismondo, è la principale fonte di ispirazione di questa rassegna del Maestro Nunziante. L’artista ha tassellato mentalmente l’opera, componendo 20 opere di grandi dimensioni, con una sublime capacità di racconto che intreccia la metafisica con il divino, la piacevolezza dell’estasi, il simbolismo e la concettualità più espressionista. Nella composizione caravaggesca si osserva la figura dell’angelo mentre sostiene san Francesco in estasi. Il paesaggio crepuscolare, illumina il santo di luce Divina, alle sue spalle l’Angelo lo assiste. A far da cornice nel buio dove appena si rileva la presenza della luna, due alberi che stanno a rappresentare la vita e la morte. Questo esprime la sintesi del Caravaggio, nel voler collo-
care San Francesco in una sospensione dimensionale. Da questa opera, il Maestro Antonio Nunziante ha tratto una serie di variazioni a seconda del particolare; ad esempio il particolare dell’ala, con un albero ricco di foglie, allude simbolicamente alla vita. In un’altra opera, l’ala dinamica, concettuale ed espressionista; ed ancora, sempre un’ala con un bianco ed un nero integrali, dove l’albero spoglio ed una stella cadente, alludono significativamente alla morte. Ed il particolare concentrato sul volto dell’angelo, come fermo immagine. Il Maestro ha saputo cogliere attimi salienti, e far divenire di un’opera decine di altre opere, ognuna con un suo intrinseco significato, luci ed ombre che si concentrano con efficacia sul particolare dello sguardo, dell’ala dell’espressione del volto, sull’albero, seguendo traiettorie di inimmaginabile bellezza artistica. Una sfida quella di
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Nunziante, lanciata e vinta, senza ombra di dubbio. L’artista ha ascoltato i silenzi dell’opera del Caravaggio, la profondità dei sensi gli svelava man mano una serie di percorsi creativi. La bravura di Nunziante è stata proprio quella di comporre questa serie di opere, frutto dei particolari dell’opera originale, senza alterare, e modificare alcun altro elemento. Questo grazie alla capacità del Maestro Nunziante, di saper dosare una tavolozza simile alle tonalità del Caravaggio, per dare il senso della continuità, della conoscenza e della
padronanza tecnica assoluta. Una mostra che ha raccolto i consensi di migliaia di visitatori, con grande soddisfazione degli organizzatori e dello stesso artista, consapevole di aver donato, ancora una volta, una suggestiva esposizione delle sue ammirevoli opere d’Arte. Mariarosaria Belgiovine
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Gran Galà dell’Arte - minipersonali al Grand Hotel di Portovenere
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ortovenere ha ospitato una esposizione di opere d’Arte di diverse tendenze e tecniche, una mostra che è stata allestita e inaugurata nella sale del Grand Hotel di Portovenere. La mostra vede in esposizione numerose opere di Artisti scelti attraverso una selezione operata nel corso della precedente mostra francese. Ogni artista presenta due opere, seguendo i motivi della sua ricerca, opere per le quali sono stati premiati ed hanno ricevuto menzioni da galleristi internazionali. Le sale del Grand Hotel di Portovenere ben si propongono per accogliere le opere degli artisti, alcuni dei quali hanno esposto un gruppo di opere in mini personali e personali. Le minipersonali sono state presentate da Mirella Momentè e Susanna Maccari, due generi completamente differenti, ma tutte e due di notevole ed efficace impatto visivo. La mostra personale ospitata in occasione della rassegna è di Laura Cappadonia, brava artista di Roma, che con il suo genere si sta imponendo fra i collezionisti del mercato italiano. Fra tutti gli artisti presentati con l’esposizione delle opere, la
commissione ha operato una ulteriore selezione decidendo di assegnare il Premio Gran Galà dell’Arte solo ad alcuni artisti meritevoli. Il giorno 27 novembre, si è svolta la consegna dei premi per alcuni degli artisti, premi consegnati dalla commissione presieduta da Mariarosaria Belgiovine (direttrice di Artexpò Gallery), Francesco Chetta (editore d’Arte) e Jean Charles Spina (Critico di Nizza). Il Premio “Gran Galà dell’Arte” è stato accompagnato anche da un giudizio critico espresso da Mariarosaria Belgiovine. Le opere, su richiesta della direzione del Grand Hotel di Portovenere, sono rimaste in esposizione oltre il periodo concordato, coprendo così tutto il periodo delle festività. Ed ecco i nomi degli Artisti premiati con il Premio “Gran Galà dell’Arte”: Araba, Valeria Ballestrazzi, Mario Barbujani, Riccardo Battigelli, Alessia Brozzetti, Caterina Brunetto, Paolo Caloi, Laura Cappadonia, Pino Carcelli, Marcello Casamirra, Giuseppe Cascella, Gena D’Amora, Silvana Dall’Ordine, Lisy De Santi, Aurora Faustina Di Benedetto, Dafne Eleutheria, Maria Farisè, Lena Gentile, Marco Grioli, Lucilla Guani, Elisabetta La Barbera, Ilva Lagomarsino, Francesca Lo Console, Germana Loren-
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zo, Susanna Maccari, Tina Martino, Mattia Merlotto, Daniela Mezzadri, Marisa Miriello, Mirella Momentè, Gianpaolo, Mora, Vesna Pavan, Dorina Pellegri, Nicola Pinti, Max Prat, Tiziana Ricco, Rocco Marta, Brigitta Rossetti, Elio Rubini, Carmen Salis, Lenci Sartorelli, Anna Sblendorio, Antonella Scaglione, Willy Scarfò, Liliana Scocco Cilla, Angelina Silvestre, Paola Silvestrini, Gaia Sindoni, Elena Sirtori, Elettra Spalla Pizzorno, Paola Tagliabue, Renzo Tonello, Giusy Trippetta, Griscia Tufano, Giulio Volpin, Domenico Zambianchi, Arianna Zuccarini. Si ringrazia la direzione del Grand Hotel di Portovenere per la cordiale ospitalità accordata. Mariarosaria Belgiovine
Grand Hotel Porto Venere HHHHH
Health & Beauty - Club Vacanza Benessere - www.portovenerehotel.it -
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Max Prat l’origine del sogno... Traiettorie di ragionata composizione geometrica
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ato nel 1968, consegue il Diploma di Maturità a Pesaro, presso l’istituto d’arte Mengaroni. Continua seguendo i corsi di artisti professionisti, per affinare le sue tecniche pittoriche. Inizia la sua attività espositiva, allestendo mostre personali e collettive in Italia ed all’estero: Barcellona, Cannes, Roma, Berlino, Istanbul, Vicinius, Portovenere, Gabicce, Cesenatico, Vieste. Le sue opere sono in esposizione anche nelle principali fiere d’arte italiane, fra le quali ricordiamo: Reggio Emilia, Padova, Forlì, Cremona, Bergamo, Brescia, Genova, Pordenone, Viterbo. “Un progetto pittorico che nasce spontaneamente, forgiato alla scuola dell’arte ed affinato dalla sua voglia di nuove espressioni. Un’artista che ha intuito e creatività, libero di lasciar fluire la sua ricerca, unendo segni e simboli, inquadrando oniricamente le sue idee e sottolineando la ricerca a volte ludica, a volta razionale, per poi concentrare le profonde riflessioni con attimi di lucidità. La sua creatività percorre traiettorie di ragionata composizione geometrica, apportando materia stabile nelle inquietudini della sua anima.” Mariarosaria Belgiovine
Max Prat premiato da George Pali al Premio “La Palma d’Oro“
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“Se la pittura astratta è liberazione da un pregiudizio sulla realtà come solo spazio del visibile e del riproducile, la pittura di Max Prat declina questa possibilità di affrancamento nel senso di un approdo, o forse un ritorno, ad una dimensione indefinita e fantasiosa, tra l’inconscio e l’infantile, in cui il quotidiano, con i suoi malesseri e le sue povertà, appare finalmente lontano. Solo un’ombra di tormento sopravvive. E anche uno spettro debole, ma resistente, della vita ordinaria, delle sue barriere, le sue fatiche, i suoi dettami. Si perde tra i colori chiassosi o tra le geometrie decise, ma resiste. Le sbarre sono un elemento ricorrente nella pittura di Max Prat, espressione di una poetica che gravita intorno al rapporto tra l’intensa potenza salvifica dell’onirico e la forza ostinata del regime quotidiano. Sbarre, nell’aspetto di reti sottili che infrangono allegri esercizi di colore, di mattoni scalfiti da conifere e montagne o di scacchi schiacciati da alberi policromi, segni sbadati a cui Max Prat affida un’esigenza di rigore, un’urgenza scarnificata, immediata, di chiarezza, nel magma intenso e fremente della sua fantasia. La fortuna alterna dell’evasione dal quotidiano è scandita da continue ricadute, da visioni apparentemente semplici, come paesaggi fatti di alberi, casupole e strade sinuose nelle quali, tuttavia, irrompe un presentimento d’infelicità. Alberi e tulipani allineati che dettano il ritmo di un ambiente composto e marziale, rossi pestiferi che riempiono contorni fluorescenti di alberi e case, figure immediate che si perdono in verdi cupi e nel senso diffuso di uno schermo malinconico. Lavori più distesi, di colori vivaci e
Max Prat - “Senza Titolo 10160“ - tecnica mista, 80x80 cm
...sbarre, nell’aspetto di reti sottili che infrangono allegri esercizi di colore, di mattoni scalfiti da conifere e montagne o di scacchi schiacciati da alberi policromi... freschi, convivono con tele nere e punzonate, forme circolari, anelli di rami abbarbicati si aprono su fondi ribollenti, a suggerire un’inquietudine che non si risolve, come l’intuizione profonda dell’alternarsi inesausto di oppressione e sollievo. Quando si spinge nel figurativo, Max Prat lo fa restando nello spazio di interni straniati: una figurina umana, come un fantoccio senza consistenza, si scioglie su una pesante poltrona blu, investita da una luce duplice, i colori sono aggressivi, un albero improbabile s’erge nella terra di confine tra la quotidianità e le vivide promesse del sogno che si concretizza, infine, in un sipario aperto su palazzoni grigi; un uomo si scatta una foto con il cel-
lulare, forse tentando di far entrare nell’istantanea parte del quadro (un dettaglio meta-pittorico e autocitazionista) che ha appeso alla sua parete storto: l’elemento concreto, quasi prosaico, del cellulare è protagonista di un momento di vita trascurabile, eppure anch’esso preda di una distorsione visionaria. E anche quando la tranquilla intimità di un tavolo su cui un uomo disegna non appare turbata dai lievi tocchi fluorescenti e dalle patina grinzosa, delle scale nettamente delineate sullo sfondo ci suggeriscono piani inesplorati, vie di fuga che possono tramutarsi, con identica probabilità, in altrove pieni di promesse o in luoghi desolati di delusioni e sconforti.” Carolina Iacucci
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Francesco Chetta, amare l’arte L’editoria di settore come professione
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ato nel 1954 a Taranto, vive e lavora in provincia di Lodi. Cercherà in vari settori il suo percorso, fino a trovarlo con la fondazione della casa editrice Effeci Edizioni. Francesco Chetta ha in sè un’anima creativa che lo spinge ad occuparsi e specializzarsi in edizioni per l’arte. Dirige la sua casa editrice Effeci edizioni d’arte, specializzata in Pittori e Scultori del ‘900, con dedizione e professionalità. Ormai famosissimo il suo “Arte Collezionismo”, annuario d’arte che vanta i maggiori esponenti dell’arte del ‘900. Esperto d’arte Moderna e Contemporanea, Francesco riesce spesso a scovare nuovi talenti, ancora timidi nel proporsi al pubblico. Oltre al prestigioso annuario, realizza per gli artisti monografie e libri d’arte accompagnati da presentazioni critiche curate da valenti firme della critica nazionale ed estera. Sempre presente personalmente nelle migliori Fiere d’Arte, cura anche molto la parte digitale, pubblicando sul sito ufficiale e diffondendo sul web gli annuari realizzati.
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Francesco Chetta con un artista, durante la fiera d’arte IMMAGINA a Reggio Emilia allo stand editoriale di ARTE COLLEZIONISMO
Francesco Chetta omaggia l’On. Vittorio Sgarbi di una copia del volume ARTE COLLEZIONISMO durante la fiera d’arte CONTEMPORANEA a Forlì
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15a edizione
25.26.27.28 ottobre 2013 Arte Moderna e Contemporanea
www.immaginafiera.it Organizzazione ROMAGNA FIERE tel. 0543 798466 - 777420 fax 0543 778482 - 778510 francesca@romagnafiere.it cell. 346.5050521
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Riflessioni, l’importanza di essere donna Le donne nell’arte
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on solo donna. Il perché del successo non è sempre a favore delle belle donne. Si fa tanto parlare d’intelligenza, capacità, ecc… ma alla fine chi va avanti sono sempre le stesse, belle donne, usate come oggetto di rappresentanza, poste in ruoli di spicco, unicamente per attrarre un certo tipo di pubblico, incrementare le vendite, la pubblicità, lo spettacolo, lo share… Non bisogna andare molto lontano per rendersi conto che la donna oggetto non è solo il prototipo con il burka. Le schiave del maschilismo talebano possono essere anche qui, dietro la porta della nostra vicina di casa. La donna nasce e vive in una famiglia patriarcale. Ma no! Non è più così! Provate a spostare il vostro raggio oculare un po’ più al sud… Queste realtà ci sono ancora. La figlia deve portare rispetto al padre padrone, ed ai fratelli (maggiori o minori che sia) poiché maschi. E quindi madri e figlie devono rispetto ed obbedienza, ma non possono reclamarne altrettanto. Alle donne sono state concesse molte libertà, con tantissima fatica, conquistata con grandi battaglie sociali, liberalizzazione
di costumi. Ma sotto sotto, resta sempre ferocemente legato alle tradizioni il maschio, colui che comanda, al quale si deve riconoscere merito di ogni cosa. In una famiglia a volte si sente dire dal maschio, padre, marito: “I miei figlio sono onesti e lavoratori, tutto merito dell’educazione che io ho saputo dare loro.”, oppure quest’altra versione: “Purtroppo i figli hanno preso delle brutte strade, sono disobbedienti e non vogliono andare a lavorare… tutta colpa della loro madre, che non ha saputo dargli una educazione.” Quindi: se le cose vanno bene, il merito è mio… se vanno male è colpa di altri. Deprimente, lo so. Capita. Facciamo un altro esempio. Una donna s’impegna nel lavoro, in un’azienda tenta la scalata al successo, ha buoni motivi per farlo ed ha tutte le carte in regola per riuscirci: laureata, master, abilità professionale. Eppure, questo succede raramente e con fatica. Perché in un organico aziendale tendenzialmente maschilista, è molto difficile che una donna possa raggiungere i vertici ed avere come sottoposti gli uomini. Orrore! Prendere ordini da una donna? Mai! Mettiamo due posizioni profes-
sionali. Qualifica: dottore. Di pari passo, un uomo ed una donna, in due città diverse, fanno la loro gavetta, poi ottengono la qualifica, e dopo un po’ di tempo, per impegno e meriti, raggiungono l’ambito posto di primario. I commenti, per il dottore sono: eh, l’ha meritato, con tutti i sacrifici che ha fatto, e poi è davvero bravo, ha le palle quadrate... Per la dottoressa: (ammiccamenti fra colleghi) hai sentito? Ce l’ha fatta! Certo, chissà chi deve ringraziare... (per essere educata e non scrivere quello che effettivamente dicono). A prescindere dal fatto che, se facciamo una stima di primari uomini e primari donne, è facile pensare al risultato su chi ha maggior presenze. Ma sembra giusto un tale comportamento di mentalità? Ed ho portato un esempio ospedaliero a caso, ma in ogni professione c’è questo tipo di discriminazione sessuale. C’è. Parliamo degli artisti: per l’uomo, che decide di dare voce finalmente alla sua creatività, e con molto impegno si dedica all’arte, dipingendo da mattina a sera, prendendo parte a tutte le iniziative che gli interessano, allontanandosi da casa per brevi o lunghi periodi, per seguire le sue
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esposizioni. Con o senza risultati di rientro economico, l’artista uomo lo fa. E la consorte asseconda la sua vocazione, restando al suo fianco, seguendolo (quando lui vuole) nei suoi viaggi, ma per la maggior parte del tempo, resta a casa perché deve lavorare oppure occuparsi della casa e dei figli, perché visto che l’uomo è artista, automaticamente è esonerato da tutto il resto. Ok. Diciamo che andrebbe anche bene così, se c’è un rapporto di collaborazione accettato da tutte e due le parti. Rovesciamo la medaglia. La donna, sposata e madre, improvvisamente sente il bisogno di esternare la sua creatività, di dare libero sfogo alla sua natura artistica. Attenzione” ci sono due tipi di reazione: - La prima: il marito pensa, bene bene. Così vendiamo i quadri, e facciamo un po’ di soldi extra. Lecito pensarlo, ma bisogna anche aiutare a realizzare. E non sempre è così. Poi subentra la crisi, in vari punti. Se vuoi continua pure a dipingere, ma guai a te se non trovo pronto la pasta al forno, gli spaghetti ai frutti di mare, e la parmigiana quando te li chiedo. Io non ti impedisco di dipingere, però la casa la voglio pulita, i figli curati, e dobbiamo anche andare a trovare i parenti la domenica come si è sempre fatto. I concorsi sono proprio di domenica? Che peccato, mia madre viene prima, la domenica devo andare a trovarla. Vuoi andarci da sola? Ti metti in treno e vai, perché io non ti accompagno di certo. Però ricordati che se esci da quella porta per andare da sola, tutti penseranno che sei una donna libertina, che va in giro senza il marito. E poi questo lo penso anch’io? Dove vuoi andare? Ti piace solo metterti in mostra,
perché questo non porta soldi in famiglia, anzi... Ma non ti vergogni? Vuoi andare a ritirare il premio, e lasci i tuoi figli da soli? Che razza di madre sei? Se capovolgiamo questi punti, rivolgendoli all’uomo, non c’è storia. Lui può dipingere, senza preoccuparsi di preparare nessuna pasta al forno. Lui può dipingere, non pulire e non curare i figli (è compito della madre). Lui può andare ai concorsi di domenica, sua madre va a trovarla al ritorno. Lui può andarci da solo. È assolutamente indipendente su questo. Lui può andarci da solo. Nessuno farà commenti se va in giro senza moglie. Anzi, in molti lo ammireranno e invidieranno per questa sua libertà d’azione. Lui non lo fa certo per mettersi in mostra. Ed anche se fosse? È un uomo, non ci rimette la reputazione pubblica Lui andrà a ritirare il premio, e non si vergognerà di aver lasciato a casa moglie e figli. Perché alla donna deve essere reso tutto più difficile? Quante sono le donne emerse come pittrici nella storia dell’arte italiana? E se sono molto inferiori agli uomini, non è certo per demerito, ma per le ragioni di cui anzi, modificate a seconda del periodo storico, ma sempre con lo stesso motivo. La superiorità maschile deve essere difesa ad ogni costo. Nel mondo dell’arte, a parte le pittrici, si stanno facendo strada molte donne con ottime capacità organizzative, e si impongono come galleriste, critici d’arte. E come in tutti i campi, anche qui scatta la molla della discriminazione. Le artiste donne sono un po’ scettiche ad accettare la critica femminile, l’offerta della gallerista, poiché anche loro sono prigioniere dello stereotipo maschile della professione. E poi, diciamolo chiaramente, anche perché alcune di
loro sono molto sensibili al fascino che esercita il gallerista con barba e occhiali, così come il critico d’arte giovane, spigliato, adulatore ed irriverente, ma sempre con galanteria ed allo stesso modo del critico affermato, maturo, perennemente con il papillon! Poi, dall’altra parte, l’artista uomo, sembra sia affascinato da questa nuova tendenza al femminile, prediligendo le galleriste e il critico d’arte donna. Questo sembra dare soddisfazione alle professioniste del campo, purtroppo ogni tanto c’è sempre il solito maschio che crede di poter fare il dongiovanni, con frasi stupide ed ammiccanti mescolate alle richieste professionali. Quanti artisti uomini si permetterebbero di recarsi in galleria e dire al Direttore: “Salve, la ringrazio di avermi invitato ad esporre nella sua Galleria. Accetto volentieri. Ma lo sa che lei è proprio un bell’uomo? Complimenti, il suo abito mette in evidenza tutto il suo fascino…” È un paradosso, non succede quasi mai, vero? D’accordo, siamo donne, teniamo alto il nostro stato di procreatrici dell’umanità, ricordiamo anche di aver bisogno dell’uomo anzi abbiamo bisogno uno dell’altro. E questo dovrebbe capirlo anche l’uomo, e smetterla una volta per tutte di trattare la donna come fosse l’oggetto dissacrante, possibile preda, un mobile di casa, una bella comoda vecchia poltrona pronta ad accoglierlo quando torna a casa, sazio e fiero delle sue avventure… Un giorno o l’altro, la vecchia poltrona può anche rompersi e l’uomo finirebbe con il sedersi sul pavimento, spiazzato di non trovare più la sua bella vecchia comoda poltrona...
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Le donne nell’arte, l’intervista a... Maria Farisè
Nata a Manerbio vive e lavora a Santa Maria de la Versa. Autodidatta, è presente in rassegne d’arte italiane ed estere, con lusinghieri riconoscimenti. “Maria, oltre alla tua attività di pittrice, da qualche anno proponi eventi espositivi in collaborazione con il comune e la biblioteca di santa Maria de la Versa.” Abbiamo iniziato con le copie d’autore, quasi per gioco. Ho inaugurato il salone Pascoli, ed ho inserito 3 copie di autore. Ho visto che i bambini erano interessati, così ho proposto al comune di organizzare questa cosa. Ci sono stati degli amici che mi hanno dato una mano, anche loro pittori, e sono ormai quattro anni che questo nostro progetto va avanti, abbiamo presentato oltre 100 lavori, una cosa abbastanza impegnativa. “è stata una bella iniziativa, visto che prosegue ancora per quest’anno, vero?” Certo! Ho anche coinvolto le scuole, e per i bambini è stata una bella esperienza, che ha portato appunto la collaborazione anche con le scuole. “Un progetto che ti ha dato tante soddisfazioni, ma per fortuna ti lascia anche il tempo da dedicarti alla tua attività di pittrice. Tu dipingi ormai da diversi anni, sempre presente alle più importanti rassegne artistiche in Italia ed all’estero. La critica dice di te che non ami seguire canoni accademici, ma preferisci
seguire l’istinto e la teoria creativa del momento, cioè quello che senti nascere in te nell’attimo di ispirazione.” è vero. Nelle mie opere c’è spontaneità, non c’è costruzione, non c’è nemmeno l’affanno dell’apparire. “Effettivamente segui tranquillamente la tua espressività, un paesaggio è un paesaggio, senza nessun’altra prevaricazione soggettiva. È in atto un perfezionamento della ricerca con ottimi risultati.” Diciamo che ora ho molto più tempo da dedicare all’arte, studio e mi applico nella verifica e nell’uso del colore. E spero di migliorare sempre di più. “Ne siamo certi, Maria, ed i tuoi recenti premi sono la testimonianza delle tue conferme. Voglio ricordare che una tua opera è stata acquisita dalla GR Gallery di New York, in occasione della tua ultima esposizione in Francia.” Grazie! Una bella soddisfazione, continuerò a dipingere per migliorare sempre, e ringrazio tutti per la fiducia che ogni giorno mi viene dimostrata. Grazie a te Maria, per la tua arte genuina.
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Le donne nell’arte, l’intervista a... Laura Cappadonia
Laura Cappadonia, è nata a Roma, dove vive e lavora. Autodidatta, dipinge in prevalenza volti, al di là delle maschere pirandelliane che ci siamo costruiti con tanta fatica, e cerca di rappresentare l’intimo che si nasconde dietro i volti fisici... “Laura, come nasce la tua passione per la pittura?” Nasce da un’esigenza di espressione interiore, tramutata sulle tele. Ho iniziato circa 20 anni fa, con una breve pausa, per poi riprendere con rinnovata energia. “La tua pittura osserva dei soggetti particolari. Da cosa sono ispirati?” Ho scelto questi tipi di temi, solitamente volti di donna, ma non solo. Sono esecuzioni ed analisi di volti interiori, ciò che noi vediamo nella persona. Io cerco di presentare l’interiorità della figura. “Questo dettaglio della tua creatività, in cui le figure si scompongono e ricompongono in un ordine espressivo che non rivela più la formula iniziale, ma una continua metamorfosi, completamente esposti alla libera interpretazione.” Effettivamente, non si può parlare di figura estrema, ma di traslazioni del concetto figurativo, una spiegazione psicologica più volte definita dai critici che osservano le mie opere. “Vorrei soffermarmi sulla tecnica, e sulla composizione cromatica. Il colore si ri-
vela essenziale per sottolineare la corposità dell’immagine, bastano pochi tratti per definire la rapida ricerca gestuale. La costante dell’occhio, delle labbra, elaborate e sottoposte a trasformazioni al di fuori di qualsiasi simbologia.” Cerco di esprimere al massimo l’anima, l’interiorità delle emozioni. “Una metafora degli accadimenti sociali e personali, costruiti con doverosa perizia. Un’opera appena terminata ed esposta, pone già le basi per la successiva, come un dialogo mai interrotto.” Sono sempre in fase creativa, è un periodo abbastanza fertile e cercherò di portare sulla tela tutto ciò che sento dentro. “Vorrei ricordare con te alcune delle più recenti mostre e premiazioni.” In occasione della festa della donna, ho partecipato a “Colora la tua città” a Roma. Ho esposto all’Ambasciata egiziana a Roma, “Cento pittori a Roma”, a Portovenere, a Cannes, a Cesenatico, a Vieste, e prossimamente a Sirmione e Montecarlo. “Un augurio per i tuoi progetti artistici!”
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...Ella riflette molto su ogni tipo di arte, quale la musica che, espressa al pianoforte fin dall’età di sei anni, l’ha condotta verso ispirazioni profonde e quasi mistiche, che ha rese feconde e personali dentro l’anima. Bob Dylan, Beethoven, Fernanda Pivano, hanno consacrato in lei lo spirito libero che l’accompagna, fedele e taciturno, quasi a voler sfiorare il divino, con la sua arte.
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Le donne nell’arte, l’intervista a... Elettra Spalla Pitzorno
Elettra Spalla Pizzorno, nata a Torre Pelice da genitori genovesi, rientra con la sua famiglia dopo pochissimi mesi, a Genova. Qui vive ed ha il suo atelier d’arte. “Elettra Spalla Pizzorno, artista genovese, con un gran bagaglio culturale. Come nasce questa tua forma d’arte?” Osservo molto, ascolto anche le mie emozioni nel momento stesso in cui mi ispirano, raccolgo le idee e dipingo, come trasportata da un segnale inconscio. “Una tecnica particolare, con personaggi e paesaggi istintivi, ma ugualmente ragionati, un voler dare forma alle sue emozioni.” Certo, e non è facile, a volte, riuscire a comunicare agli altri quello che profondamente sento.dare un senso ai pensieri, affrontare temi delicati, intimi e personali, cercando di coinvolgere anche altri. “Una storia artistica completa, intensa iniziata con le espositive nel 2006.” Diciamo che il mio percorso inizia molto prima, ma per vari motivi, familiari e di lavoro, il tempo da dedicare all’arte era poco. Poi finalmente gli impegni si diradano, e posso concentrarmi sulla mia passione, approfondisco l’uso del colore e gli accostamenti tonali, seguo corsi di perfezionamento che mi consentono più facilità nella composizione. “Tutto questo, cara Elettra, senza mai
dimenticare la tua creatività istintiva, sottolineata nelle recensioni di molti critici d’arte; una creatività che segue itinerari assolutamente personali, senza lasciarsi influenzare da regole, tendenze o mode del momento. Un percorso in salita, come testimoniano le sue recenti presenze a Cannes, Palermo, Portovenere, Bruxelles, New York.” A proposito di Palermo, posso aggiungere che una mia opera è esposta al Museo Sciortino di Monreale. Per tutto il mese di marzo sarà allestita una mostra a Genova, al Galata Museo del mare, con opere ispirate ai fondali marini, ed ai porti liguri, con vedute di Camogli, Portofino, San Fruttuoso. “Voglio concludere questa chiacchierata, riportando quanto scrive il giornalista Paolo Lingua”: “I quadri di Elettra non si possono cogliere di primo acchito, ma vanno centellinati, come un liquore prezioso, per assaporarne gli umori nascosti e respirarne le fragranze sottili. È un gioco, questo, che affascina e intriga, perché solarità e malinconie lunari si mescolano come in una fiaba celtica.”
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Una vita dedicata alla pittura, con approfondimenti e studi che rivelano una sua ricerca personale ed intimamente creativa. Spronata da critici d’arte. Elettra partecipa a mostre e concorsi, riscuotendo lusinghieri successi. Partecipa attivamente a mostre personali e collettive, sia in italia che all’estero, con opere che fanno parte di collezioni private, enti e musei. 33 BRA2013_Pagine.indd 33
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Maestri dell’Arte Contemporanea L’arte pittorica in riviera negli hotel di Cesenatico
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stata inaugurata la rassegna organizzata da Artexpò Gallery. L’esposizione è stata allestita nelle sale dell’hotel Miramare e New bristol di Cesenatico. Numerose le opere che hanno partecipato alla selezione, durante la quale sono state scelte le opere più significative. Una ricca carrellata di opere che ha soddisfatto i critici, i galleristi e gli organizzatori. In particolare il direttore della Galleria del Porto di Cesenatico, Walter Albonetti, si è mostrato molto enstusiasta della partecipazione di alcuni pittori con tecniche particolari, ed opere davvero originali. La rassegna, è stata inaugurata e contemporaneamente sono stati assegati i premi agli artisti giunti in finale per l’esposizione. Ad assistere alla cerimonia di premiazione, oltre al Gallerista Walter Albonetti, c’erano il direttore della casa editrice Effeci, Francesco Chetta, la direttrice di Artexpò Gallery, Mariarosaria Belgiovine, il presidente della Welcompany, Riccardo Vernocchi. Le opere degli artisti resteranno in esposizione fino al 28 febbraio. Ed ecco i nomi degli artisti che espongono le loro opere finaliste a Cesenatico: Mario Barbujani, Laura Cappadonia, Angelina Silvestre, Renzo Tonello, Tina Martino, Gena D’amora, Lena Gentile, Silvia Ivaldi, Lisy de Santi, Paola Silvestrini, Giulio Volpin, Lenci Sartorelli, Caterina brunetto, Mario maso-
li, Valeria Ballestrazzi, Max Prat, Elettra Spalla Pizzorno, Riccardo Battigelli, Felice La Sala, Graziella Romeo, Willy Scarfò, Maria Farisè, Domenico Nodari, Giusy Trippetta, X.O., Francesco Selvi, Giovanni Vincenzo, Mirella Momentè, Vesna Pavan, Elena Sirtori, Carlotta Venerucci, Marco Frascaroli, Silvia Borello Lenta, Sergio Milani. Un ringraziamento al presidente della Welcompany, per l’accoglienza riservata a tutti gli artisti presenti.
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Tutte le aree comuni dell’hotel sono dotate di aria condizionata. Una sala d’intrattenimento accogliente e familiare si presta a trascorrere momenti ludici intrattenendosi semplicemente a chiacchierare oppure a sfidarsi in qualche divertente gioco di società. In posizione adiacente trovate un American Bar ove saremo lieti di soddisfare ogni desiderio e preferenza. I clienti che soggiornano minimo 7 giorni hanno a loro disposizione: • piscina a giardino • servizio spiaggia (1 ombrellone e 2 lettini per camera nel settore assegnato all’ hotel) nel bagno
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convenzionato. bagno turco (New Bristol Sport & Domus Mea Hotel-20 mt adiacente) palestra (New Bristol Sport & Domus Mea Hotel-20 mt adiacente) terrazza panoramica adibita con lettini con vasca idromassaggio noleggio gratuito teli mare noleggio gratuito biciclette animazione con mini club per bambini cocktails domenicale festa danzante settimanale ingresso gratuito al parco acquatico Atlantica di Cesenatico
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Tina Martino La mitologia della metafisica
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ina Martino, pittrice, è nata ad Andria ed ha condotto studi classici. Ha insegnato per lunghi anni come docente di educazione artistica, a Barletta. La sua pittura richiama la realtà figurale della Metafisica, surreale/simbolica, con un personale contributo cromatico che ne evidenzia la sua originalità. Da numerosi anni è presente nella scena artistica, esponendo le sue opere in qualificate rassegne, ottenendo premi e consensi dalla critica specializzata. Ricordiamo la sua presenza alla recente fiera di Forlì, Vernice Art Fair rappresentata dalla Artexpò Gallery. Molte sue opere sono presenti in collezioni nel capoluogo romano ed in altre città. Da segnalare il
conferimento dell’ambito premio “Leone d’oro per l’Arte 2011”, assegnato a Sirmione per l’opera “Paesaggio medievale”. “Ogni sua opera è una immersione mnemonica nella metafisica, con qualsiasi intuizione del paesaggio e della figura. La composizione assume toni irreali, dai colori ornati da fantastiche sfumature; Tina Martino segue il concetto intimo della sua creatività, concentrando le molteplici soluzioni con la sua dinamica gestuale. Una ricerca emozionale, che continua con impegno da oltre quarant’anni, sostenuta da successi ed affermazioni, premi e conferimenti, che hanno contribuito a sottolineare la sua indiscussa professionalità, riconosciuta dalla critica internazionale.” Mariarosaria Belgiovine
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Missi Queen Il racconto dell’emozione
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ata a Roma, dove vive e lavora. Prende parte a numerose manifestazioni internazionali e nazionali: Scintille d’arte a Portovenere, Minipersonali a Cesenatico, Premio La Vela d’Oro, Vernice Art Fair, Expò Cinque Terre, La Palma d’oro per l’arte a Mandelieu la Napoule, 1° Premio ai confini del mondo, Gran Galà dell’arte a Portovenere, Recensita da critici d’arte, con pubblicazioni su cataloghi e riviste. Missi Queen (Francesca), anima poetica, con le espressioni intense della lucidità mentale, una fantasia senza età che non ha limiti e confini, per una espressione che ha il sapore del racconto romantico. Missi Queen si concentra nelle
Missi Queen - “Eric Wid“ - carboncino, 20x33 cm
dimensioni oniriche dei suoi disegni, ordinati dalla sua logica creativa, segni e simboli di un romantico umore evocativo, a tratti una fumettistica in grado di liberare le sue sognanti visioni. Artista capace di catturare i sogni, di immergere i pensieri della luce di un mattino che filtra dai rami deglia lberi, illuminando la figura solitaria, ma non sconfitta. Una solitudine che è riflessione, concentrazione, riordino di idee, per dare una svolta e ricominciare a credere nei sogni. Magnifica la sua semplice gestualità, senza voler invadere canoni e tendenze, Missi Queen riesce a dare testimonianza della sua perfezione espressiva, sincera e personale. “La sua ricerca armonizza con la realtà che la circonda, evocando immagini ed emozioni con equilibrato accordo cromatico. Le sue realtà si fanno corpo di atmosfere silenti, con le dimensioni evocative sottolineate dalla sua suggestiva gestualità.” Mariarosaria Belgiovine
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Missi Queen - “Follow ur heart“ - acquarello, 20x30,5 cm
Missi Queen - “Heart and soul“ - carboncino, 30,5x45,5 cm
Missi Queen - “Olivia“ - acquarello, 20x33 cm
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Vesna Pavan - “Omaggio al tricolore“ - tecnica mista con acrilico e smalti, 70x100 cm
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Vesna Pavan La poesia dell’Art designer
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ittrice e art designer di origine friulana, nel corso degli anni Vesna Pavan è diventata milanese d’adozione: infatti pur essendo nata a Spilimbergo, in provincia di Pordenone, oggi vive e lavora a Milano, metropoli in cui il suo fermento artistico cresce a dismisura e instancabilmente. Spilimbergo è per eccellenza la città del Mosaico, dove Vesna ha intrapreso gli studi artistici, avviando un periodo di intensa perimentazione delle tecniche e dei materiali, riscoprendo differenti modalità di esecuzione artistica. È una giovane donna che non si è mai risparmiata, ma si è sempre messa costantemente alla prova sia nella vita che nel lavoro, dimostrando grande fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità. Forte della convinzione che esista la possibilità della reincarnazione, e quasi dimentica di essa, sin dall’inizio ha avuto l’impulso di “vivere più vite in una sola” in quanto “tutte le vite che vorrebbe sono spendibili in questa vita”. Vesna Pavan ha sempre avuto un grande ascendente nella vita delle persone che ha incontrato, a partire dal suo stesso nucleo familiare, grazie ad un carisma e ad una forza d’animo che hanno influito positivamente anche sul versante artistico. La sua spiccata personalità l’ha resa protagonista della vita con un atteggiamento ben lungi dalla passività e dall’indolenza, tanto è vero che è stata modella, poetessa, attrice, appassionata aiuto fotografa, cofondatrice di una rivista glamour e tera-
peuta in Breathwork Counseling. Spesso l’attività artistica di Vesna presenta inaspettate coincidenze con le sue personali esperienze di vita: basta pensare al ruolo di animatrice che viaggia parallelamente con la realizzazione di scenografie e con lo studio sul corpo e il movimento presente nella sua arte. Così anche l’attività di modella si allinea al percorso pittorico di sviluppo di nuovi temi riguardanti il corpo femminile e l’evoluzione verso la stesura dell’acrilico. Inoltre, la recitazione le ha consentito di studiare nel dettaglio la mimica del corpo e dell’espressione, oltre all’analisi del movimento interiore, vòlto a dar vita a svariati personaggi. In sintonia
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con la sua vena poetica, le opere di Vesna ci raccontano un’insolita introspezione e una rielaborazione del vissuto personale in contrapposizione con l’ambiente. D’altro canto l’avvicinamento alla fotografia si armonizza perfettamente con gli intenti luministici dei suoi lavori. In sintesi, possiamo affermare che nelle opere di Vesna Pavan, dietro la frivola e sensuale facciata delle icone femminili, si celano inattesi struggimenti esistenziali, dove la pittura diventa uno strumento curativo inteso come unico sfogo di vita.
Vesna Pavan - “Top model“ - tecnica mista con acrilico e smalti, 70x100 cm
“Nelle interpretazioni pittoriche di Vesna Pavan, si osservano le diverse interpretazioni dell’universo femminile, tradotto ed inconsciamente sottoposto a differenti allusioni creative. L’artista riveste le sue modelle con atteggiamenti arditi, sensuali, accattivanti, romantiche, generosamente coinvolte dalla sua artistica gestualità. In tutte le sue opere si osserva una sequenza rapida, con una passerella di personaggi dal volto coperto o semplicemente non disegnato. nessun tratto somatico, nessuna identificazione né parziale né totale. volti anonimi, su corpi ben modellati. Le donne di Vesna indossano i suoi colori con allegria, avvolte con leggerezza in un abbigliamento delicato, sempre compatibile con la sobrietà del personaggio. L’artista crea un dialogo continuativo con le sue creature, consapevole di far parte di un progetto coinvolgente. Vesna Pavan ha intuito e percepito la fantasia della sua creatività, con molecole d’intima seduzione, mostrando la parte più espressiva del suo inconscio. Ogni modella è il risultato della sua splendida comunicazione interiore, dove regna la sua pennellata, suggerita da ogni sua riflessione meditativa.” Mariarosaria Belgiovine Vesna Pavan - “Il cigno“ - tecnica mista con acrilico e smalti, 70x100 cm
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Vesna Pavan - “Notte“ - tecnica mista con acrilico e smalti, 70x100 cm
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Recensioni Musicali Dove Comincia il Sole, si ricomicia con i Pooh
Concerto dei Pooh al Mediolanum Forum
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ccoli di nuovo su di un palco che appartiene loro da oltre 40 anni, più motivati che mai. I Pooh, il gruppo più longevo della musica italiana, scommette e vince anche su questa nuova sfida. A settembre 2009, sempre ad Assago al Mediolanum Forum salirono sul palco per l’ultimo concerto in quattro, con l’emozione palpabile di un interrogativo per il loro domani, poiché in quel momento davvero nessuno poteva immaginare cosa ne sarebbe stato del gruppo, amputato da uno dei suoi elementi più significativi. Stefano d’Orazio ha contribuito per questi lunghi anni di collaborazione con i Pooh, non solo alla stesura di testi, composizioni musicali, ma anche alla parte pratica del gruppo, “il contabile” del gruppo. Una collaborazione estrema, un affiatamento più unico che raro, li ha sempre resi così uniti, ed indispensabili uno agli altri, tanto da sentirsi una grande fami-
glia allargata. E quando Francesco Facchinetti, Daniele Battaglia, si definiscono (da sempre) figli dei Pooh, non è solo un modo di dire. Questa definizione è consona per il semplice fatto che i Pooh sono stati sempre una famiglia. E come in tutte le buone famiglie, si cresce, si cambia, si litiga, si fa pace, si prendono grandi decisioni cercando di restare uniti. È successo così anche per l’addio al palco di Stefano d’Orazio. Una scelta serena, ponderata, non motivata da screzi. Semplicemente una scelta di vita, un voler finalmente vedere il mondo dall’altra parte della
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barricata. Lui stesso ha dato una chiara definizione della sua vita: essere approdato in mille città, senza mai averne visitato nessuna. Il suo volersi fermare e scendere dall’incredibile astronave Pooh, lo ha reso ancor più vulnerabile e coraggioso, consapevole che da quel momento in poi, nulla sarebbe stato come prima. Per nessuno. Questa grande amicizia ha permesso loro di definire ogni particolare di questa separazione senza creare traumi a nessuno. C’è voluta tutta l’energia della musica, tutto il coraggio dei tre principi della musica, riflettere per un po’ di tempo, ed alla fine decidere di rimettersi in gioco. Il loro Jolly è stato Steve Ferrone, un professionista delle percussioni che ha già dato il suo contributo a grandi artisti fra cui i Duran Duran, ed Eric Clapton, Bee Gees, George Harrison. Ora sul palco sono in sei, accompagnati anche da altri due professionisti: Danilo Ballo alle tastiere, e Ludovico Vagnone alla Chitarra. Con più grinta che mai, il gruppo “allargato” si
è presentato nei Tour, riscuotendo un grande successo per le loro nuove musicalità. Una storia mai interrotta che ricomincia, le luci, gli applausi, gli striscioni dei Fans, “Grazie di esistere ancora” “Per sempre Pooh”, “Dove comincia il sole… ci sono i Pooh!!” e tanti altri. Dove comincia il sole è una suite musicale rock con liriche e atmosfere che riportano il gruppo a opere come la loro Parsifal. Tutto il nuovo cd ha delle sonorità incredibili, coinvolgenti, che sanno dare la giusta importanza alle voci del gruppo, tre voci insostituibili ed inimitabili. La storia dei Pooh continua, con i racconti musicali dei loro brani, capaci di armonizzare dediche sottintese (reporter), trasmettere grandi emozioni attraverso le vibrazioni delle magiche chitarre di Dody e Red, e di lasciarci scoprire grandi musicalità con la tastiera di Roby. I Pooh sono una presenza costante nel panorama musicale italiano, difficile da sostituire ed imitare, personaggi che hanno fatto la storia della mu-
sica italiano, riuscendo a trasformarsi adeguandosi ai tempi ed alle richieste musicali durante gli anni. La chiusura di ogni loro concerto, vuole, come di consuetudine una carrellata dei brani storici. E quando intonano le note del brano “chi fermerà la musica?”, si ripete sempre in modo uniforme il consenso ed il plauso a questo gruppo, perché tutto il popolo dei Pooh sa che “nessuno fermerà la musica, come nessuno fermerà i Pooh, perché i Pooh sono la Musica!” Mariarosaria Belgiovine
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Riviera romagnola Cesenatico Il museo della marineria
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esenatico, città turistica romagnola, vanta chilometri di spiaggia molto ben attrezzate per la stagione estiva. Fra le molte attrattive turistiche, un posto di riguardo è occupato dal Museo della Marineria, sul porto canale. Fu progettato dal grande Leonardo da Vinci; fu Cesare Borgia conosciuto come il Duca di Valentino, allora signore della Romagna, a commissionare i lavori. Leonardo fece in modo che il suo progetto risolvesse il problema dell’insabbiatura all’imbocco del porto. Quindi modificò l’orientamento e la lunghezza delle singole palizzate, e allargò i bacini collegati, così che il mare potesse entrare ed accumularsi, bloccato da paratie mobili, per poi provocare il deflusso durante le basse maree e tenere ben libero l’ingresso. Lungo i lati del canale sorgono case, negozi, ristoranti, e seppur costruiti anche in epoche differenti, si armonizzano con l’intero paesaggio. Questo porto canale è un’opera ingegnosa che solo la mente del grande Leonardo da Vinci poteva realizzare. Il Museo della Marineria è unico nel suo genere, e
si divide in due sezioni: quello di terra, che ospita le più caratteristiche navi protagoniste della storia dell’alto Adriatico, e quello galleggiate. Dieci differenti imbarcazioni galleggiano su queste acque,lasciando oscillare le loro colorate vele, decorate come si usava un tempo. Queste imbarcazioni sono chiamate Trabaccoli, Bragozzi e Paranze. Nel periodo natalizio viene allestito il presepe galleggiante, con statue a grandezza d’uomo, imbarcate su trabaccoli e Bragozzi. Uno scenario davvero caratteristico che cattura l’interesse e la curiosità dei turisti anche d’inverno. Cesenatico è anche una città da ricordare per aver dato i natali al grande Marco Pantani, un mito della storia del ciclismo con una promettente carriera troncata dal destino. Per la cultura, ricordiamo il grande Marino Moretti, scrittore, poeta e romanziere italiano, nato a Cesenatico e morto nella stessa città, dopo aver vissuto per parecchi anni a Firenze e Roma. In città è possibile visitare la città natale di Marino Moretti, sul porto canale, e la biblioteca cittadina porta il suo nome, ormai annoverato fra i grandi della letteratura italiana.
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GALLERIA DEL PORTO
Portocanale di Cesenatico Dir. Walter Albonetti
in Permanenza:
Cappelli, Sughi, Schifano, Moroni, Bernardi, Piacesi, Bacosi e opere di giovani Artisti
Portocanale di Cesenatico 18/a 47042 Cesenatico Tel: 333.7814227
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Fiere d’arte XVII edizione di Contemporanea a Forlì
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manti dell’arte moderna e addetti ai lavori trovano in Contemporanea il perfetto connubio tra l’artista affermato ed il giovane talento. La XVII edizione della manifestazione dedicata all’arte si è tenuta dall’8 all’11 novembre 2013 a Forlì, e come sempre si è posta come momento culturale di scambio, per consentire l’emergere delle singole esperienze dei numerosi artisti presenti o presentati dalle gallerie d’arte. All’inaugurazione ha preso parte l’On. Vittorio Sgarbi, affermato critico d’arte, che con molta curiosità ha osservato tutte le opere esposte. Contemporanea è stata anche beneficenza, grazie a 45 artisti che hanno donato i loro capolavori per l’asta benefica “Arte per la nave” che ha riscosso un grande successo. Non solo l’asta, ma anche la vendita degli animali simbolo di Regeneration - Cracking Art: le Rane benefiche. Acquistandole si contribuiva ad aiutare il restauro dei grandi monumenti italiani. Merita una menzione l’evento collaterale
“Spazio allo Spazio” a cura di Oscar Dominguez. Per questa edizione 11 artisti si sono confrontati con l’ambiente a 360°, suscitando molta curiosità nei visitatori. La novità tecnologica della XVII edizione è stata la realtà aumentata: Keep smart and stay social. Con l’ausilio di uno smartphone e di una app appositamente studiata, abbiamo visto i quadri prendere vita e trasformarsi. Alla prossima edizione, con la certezza che sarà sempre un grande evento. Daniela Malabaila
“Spazio allo Spazio” a cura di Oscar Dominguez
L’On. Vittorio Sgarbi con alcune galleriste presso la fiera CONTEPORANEA
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Mostre Personale di Delfina Porcu in galleria Biancoscuro
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elfina Porcu, artista autodidatta di Cagliari, espone per la prima volta presso lo spazio espositivo della Associazione Culturale Biancoscuro. I suoi quadri sono stati esposti in tutta Italia sia in mostre personali che collettive, ed ha ricevuto vari premi e riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali. La sua arte espressionista è osservata con interesse dalla critica, sia per il suo valore creativo che per i messaggi sociali insiti nelle sue opere. Durante il vernissage d’inaugurazione, tenutosi domenica 17 novembre 2013, la critica d’arte Mariarosaria Belgiovine afferma: “… sa catturare tutte le emozioni che incidono la sua anima per restituirle sulla tela…”, e non si può che essere d’accordo con queste parole, che esprimo-
no tutto il valore delle opere di Delfina Porcu. Nella mostra personale di Delfina Porcu, presso lo spazio espositivo Biancoscuro, si ammirano fra tutte le opere della serie “Messaggi”, ma in tante altre sue espressioni possiamo trovare creatività e competenza. Dal 17 novembre 2013 al 15 dicembre 2013 sarà possibile visionare la mostra personale di Delfina Porcu presso lo spazio espositivo dell‘Associazione Culturale Biancoscuro, in viale Indipendenza 26 a Pavia, dal lunedì al venerdì, giorni in cui lo spazio sarà aperto dalle 10 alle 17. Il sabato e la domenica previo appuntamento accordato con l’Associazione. Ricordiamo che la mostra è visitabile su invito. Per informazioni o accrediti scrivete a info@biancoscuro.it. Daniela Malabaila
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Giorgio Laveri Il maestro della ceramica
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iorgio Laveri, artista savonese, nasce come regista teatrale e cinematografico. La sua vena artistica non si accontenta e presto trova nuove espressioni per dare nuova luce alla sua creatività. La ceramica è il materiale che sceglie per veicolare i suoi
Il meno che si possa chiedere a una scultura è che stia ferma. Salvador Dalì, I cornuti della vecchia arte moderna, 1956
Giorgio Laveri, Rossetto, 2006, ceramica, 22x8x8 cm.
messaggi, diventando presto riconosciuto ed indiscusso maestro della ceramica. L’interprete più interessante della scultura ceramica contemporanea trova sfogo e veicolo nella modellazione di icone cinematografiche e non. Le sue opere non sono mai banali e ricche di valore simbolico, come solo gli oggetti preziosi sanno essere. Le dimensioni inusuali dei suoi soggetti stimolano al gioco, al ribaltamento dei punti di vista, propone in chiave ironica un passaggio fra sogno e realtà. Vincenzo Chetta
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Giorgio Laveri “Stylò Coupe” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti, cm. 30 x 37
Giorgio Laveri “Stylò Coupe” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti, cm. 30 x 37
LAVERI
Giorgio Laveri “Stylò” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti oro
Giorgio Laveri “Stylò” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti oro
I Segnalati di Arte collezionismo 2013 Vol. III° pag. 220
I Segnalati di Arte collezionismo 2013 Giorgio Laveri “Stylò” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti oroVol. III° pag. 220 BRA2013_Pagine.indd 59
I Segnalati di Arte collezionismo 2013 Vol. III° pag. 220 I Segnalati di Arte collezionismo 2013 Vol. III° pag. 220
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Giorgio Laveri “Stylò Coupe” ceramica terzo fuoco, smalti e pigmenti, cm. 30 x 37
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BIANCOSCURO spazio espositivo
Arte: pittura, scultura, fotografia e video trovano linfa vitale in biancoscuro, una realtà in cui creare ed esporre, in cui lasciare spazio alle creatività. Passione, cultura, esperienza e precisione contraddistinguono il team di biancoscuro. Biancoscuro si trova a Pavia in viale indipendenza 26, a due passi dal Castello Visconteo. È la location ideale per realizzare meeting ed eventi culturali artistici. Lo spazio espositivo è suddiviso in 2 ambienti principali per un totale di circa 100 mq. Biancoscuro in collaborazione con importanti gallerie organizza mostre personali e collettive.
Ci contatti subito allo 0382.1902778 per prenotare il suo spazio oppure scriva a info@biancoscuro.it Caratteristiche open space di 100 mq. su 2 livelli pareti bianche personalizzabili corte interna privata
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Apertura lunedì / venerdì h.10 / 17 week-end su appuntamento
Contatti viale indipendenza 26 Pavia tel. 0382.1902778 info@biancoscuro.it
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Giacomo Rossi Un vulcano in eruzione perenne
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ato a Sassuolo nel 1944, dove vive e lavora, Giacomo Rossi è uno degli artisti contemporanei italiani più interessanti. La sua storia artistica nasce negli anni ‘60, quando trovandosi per lavoro in ambienti saturi di stimoli creativi, dà libero sfogo alla suafervida immaginazione. Nelle sue opere, mai banali, troviamo tutte le emozioni dipinte, applicate, modellate. E’ infatti con grande libertà compositiva che Rossi costruisce i suoi capolavori, una creatività elaborata non facile da riscontrare in altri artisti. Rossi, confrontandosi sempre più con la critica da cui riceve commenti positivi, è presente nelle più importanti rassegne e manifestazioni artistiche, partecipa a mostre collettive ed importanti personali in varie città italiane, senza dimenticare le personali organizzate e tenute in Germania e Spagna. Nel 2013 ha partecipato con le sue opere alla mostra d’arte contemporanea “Monaco Art Expò” , tenutasi presso l’Hotel di Paris a Montecarlo, riscuotendo molti apprezzamenti dalla critica specializzata. Sempre nel 2013 ha ricevuto il premio “Leoni dei Dogi”, assegnato a Venezia durante la Biennale per le Arti Visive, organizzata con grande successo da ArtExpò. Il talento di Giacomo Rossi è talmente inarrestabile da meritarsi anche il Premio Editoriale Art Museum, riconoscimento consegnato dalla casa editrice Effeci Edizioni d’Arte. Il 2013 è stato un anno particolarmente ricco di soddisfazioni per Rossi che viene addirittura nominato Artista dell’Anno a Cesenatico, durante la manifestazione Trofeo delle Arti Visive. Ora non resta che attendere i suoi nuovi capolavori per lasciarci stupire e ammaliare ancora una volta!
Studio Via Orazio Vecchi, 2 41049 Sassuolo (MO) Tel. 0536 870752
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27 MOSTRA MERCATO DI ANTIQUARIATO
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Le notturne biancoscuro
Fotografare la notte la città quando il sole dorme
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uando il sole tramonta completamente e anche l’ultimo scampolo di luminosità residua si spegne ad Ovest, quando la città dorme e l’emozione che sprigiona è talmente vivida da non poter resistere a prendere la macchina fotografica e immortalare il momento magico della città in notturna. Il buio nel cielo contrasta con le luci dei lampioni e delle poche automobili di cui si catturano le scie luminose dei fari. Che siano le 2 di una notte d’estate o le 19 di una sera d’inverno, fotografare il buio vuol dire avere pazienza, non sentire il freddo della notte ( e non farlo sentire neanche alle batterie della macchina fotografica), vuol dire lavorare con tanta tecnica e precisione, in attesa del momento, quello speciale, quello che a tanti sembra un momento qualsiasi, ma per il fotografo è l’attimo perfetto. Il tempo la fa da padrone, è grazie a lui che si riescono ad illuminare le scene più buie e a ricreare l’immagine perfetta che il neanche il nostro occhio ha potuto vedere, ma solo immaginare. Daniela Malabaila
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Pavia, il Borgo si specchia nel naviglio 65 BRA2013_Pagine.indd 65
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Portovenere, porto e tempesta
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Berlino, Kreuzberg, il quartiere cantiere punk-alternative mondiale
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La notte di San Lorenzo illumina Vieste
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Scie suggestive sulle colline di Asti
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Fotografia macro en plein air la macchina cattura ciò che l’occhio non vede
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n insetto, un fiore, un intricato groviglio di rami o la semplice texture di un filo d’erba: la tecnica della macrofotografia ci permette di carpire dettagli che a occhio nudo nessun essere umano può cogliere. Mano ferma, o anche un cavalletto, una buona attrezzatura deve comunque essere sempre unita ad esperienza e professionalità. Il rischio più frequente in cui si può incorrere è di non riuscire a definire perfettamente il punto di fuoco, ma l’impostare manualmente la scena vale il tempo speso. Le fotografie scattate con questa tecnica affascinano e fanno tornare un po’ bambini, quando guardando i cartoni animati ci immaginavamo piccoli piccoli, come insetti elegantemente appoggiati ad un fiore. Vincenzo Chetta
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Andrea Di Giacinto Photographer
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ndrea Di Giacinto è un giovane fotografo milanese, appassionato ed esperto. I suoi scatti non sono mai banali e sono sempre pieni di quell’atmosfera che incanta. È il responsabile del reparto fotografico dell’agenzia Liberementi, coordina con successo i suoi assistenti e riesce sempre ad avere il massimo dalle attrezzature digitali che utilizza, in studio e fuori. Famose sono le sue fotografie “in movimento”, attimi che riesce ad immortalare nel suo obiettivo e a restituire come vivi. Se l’arte della fotografia mira normalmente a fermare il tempo in quell’esatto istante, con gli scatti di Andrea abbiamo un coinvolgente movimento. L’osservatore è quasi portato a crearsi un finale per la storia che sente esserci nelle immagini che Andrea espone al pubblico. Nuovo traguardo da superare? La prossima mostra personale presso l’Associazione Culturale Biancoscuro che avrà l’onore di esporre le sue fotografie. Daniela Malabaila
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Angolo poetico, le poesie di... Agatha Monti Agatha Monti, scrittrice autodidatta, ha pubblicato diverse opere e saggi in Italia e all’estero.
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L’alba del giorno dopo
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L’eternità Non dimenticare la mia voce Ti farà compagnia Nell’inverno della tua solitudine. Non dimenticare i miei occhi Ti faranno luce Nel buio dell’anima. Non dimenticare il mio cuore Batterà sempre per te Anche quando vorrai fermarlo. Non dimenticarmi... Guardami Io sarò la tua eternità. Agatha Monti
” “ ” La porta
Ballando nella notte ho incontrato un sogno ho aperto una porta e... Trovato il paradiso. Ma quando la notte è passata il sogno e’ svanito la porta, però, era ancora lì. L’ho aperta. Ad aspettarmi c’era... ...l’inferno. Agatha Monti
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Ora provo una rabbia incontrollata, assurda. Non ho mai avuto paura di niente, ho sempre affrontato la vita con coraggio e determinazione. Ho cercato sempre una soluzione a tutto. Il più delle volte l’ho trovata. Non sono di quelli che si fasciano la testa prima di romperla... un carattere che ho ereditato da mio padre. Ed ora affronterò anche questo verdetto con lucida serenità, programmando con anticipo quello che dovrò fare poi... già... il poi! Ho coraggio da vendere, non brucierò le mie carte prima di giocarle. Ma c’è una cosa che mi fa tremare, un sentimento che riesce a destabilizzare le mie certezze. È già capitato. Ed ho paura che possa capitare ancora. La mia rabbia è quella di sapermi impotente, verso un qualcosa che dovrà succedere. Un sesto senso che anche tempo fa, è riuscito a farmi tremare di paura, ancor prima che l’evento previsto si fosse manifestato. A volte, essere sensitivi ti fa male per due volte: la prima perchè sai e non puoi far nulla per evitarlo, la seconda, quando il destino si compie. E non resta che aspettare l’alba del giorno dopo... Agatha Monti
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La 18° edizione della ART Innsbruck si terrà dal 20 al 23 febbraio 2014 nel padiglione D ed E della fiera di Innsbruck. Con ART Innsbruck 2014, la direttrice della fiera, Johanna Penz, ha posto le basi in questa direzione: Oltre alla prosecuzione della mostra sull’Austria dal punto di vista dei maestri russi, una collezione della Allrus Gallery
originaria di Vienna e Mosca, la Penz è riuscita a portare a Innsbruck la collezione d’arte nata l’anno precedente a "Viennafair - The New Contemporary" dal titolo “The Border Collection". Una premiere accolta con grande interesse sia dai media che dal pubblico fieristico. ART Kunstmesse GmbH Gutenbergstraße 3-5, 6020 Innsbruck Tel. +43(0)512 567101 - Fax: +43(0)512 567233, info@art-innsbruck.at - www.art-innsbruck.at
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Angolo poetico, le poesie di... Walter Floris
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Walter Floris è nato a Sarzana, piccola cittadina ai confini della Liguria, ma ha vissuto quasi tutta la sua vita a La Spezia. È sempre stato attratto da mare, dalla sua complessità e da ciò che esso riesce a trasmettere e vanta una grande esperienza nel campo navale, avendo navigato come ufficiale nella Marina Mercantile e lavorato presso alcuni cantieri navali. Trasferitosi in Romagna nei primi anni del 2000, ora abita a Ravenna, dove lavora nel campo marittimo per il più importante ed antico Ente di Classifica Navale. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, pubblicate da importanti case editrici italiane.
Vorrei
Vorrei Vorrei volare sulle ali di una farfalla, Per posarmi sul tuo cuore e colorarlo di mille colori Vorrei… essere l’aria che respiri Per accarezzare le tue labbra ogni battito del cuore Vorrei… essere un raggio del sole Per baciare i tuoi occhi ogni volta che li apri Vorrei… essere un arcobaleno Per dipingere il tuo cielo quando è grigio Vorrei… essere una stella cometa Per prenderti per mano e illuminare la tua strada quando è buio Vorrei… essere un alito di vento Per sfiorarti il viso e accarezzarti i capelli Vorrei… guardarti negli occhi E in silenzio dirti… ti amo. Walter Floris
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Art GAllery NeW yOrK
191 Hillside Avenue, Yonkers New York 10703 USA Tel 914.434.1906 www.grartgallery.com BRA2013_Pagine.indd 82
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Angolo poetico, le poesie di... Caterina Brunetto
Caterina Brunetto è nata e vive a Genova. Coltiva la sua passione per la poesia da molti anni, affiancandola alla sua attività lavorativa. Valida
professionista, presenta le sue opere come racconti della sua anima, senza mai esibire i sentimenti. È prossima una raccolta delle sue recenti poesie.
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Genova Di notte lambita da un mare Nero come l’inchiostro Trasmette quasi.. “brividi di paura” Ma quando c’è la luna … Le tegole di ardesia Si bagnano d’argento! Ogni comignolo… E abbaino Ridisegnati da una mano invisibile Prendono forme fiabesche! Allora senti Che fortuna sia Vivere in una città che ti sorprende sempre Città di navigatori Artisti … Cantautori … La mia città!
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Angolo narrativo, il racconto di... Agatha Monti
La gabbia d’Oro. Camogli, una storia una città
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ono affacciata al terrazzino di una bellissima camera, nel più lussuoso hotel di Camogli. Guardo di sotto. Una miriade di costumi colorati, vivacizza la spiaggia, già gremita in questo mese di Maggio. Mi ha sempre affascinato l’onda che schiaffeggia lo scoglio, con ritmo. Vorrei che quell’onda prendesse a schiaffi me. Perché sono un’ingrata. Perché ho tutto, eppure mi sento infelice. Assorta nei miei pensieri, non ho nemmeno sentito bussare. È il cameriere. “Signora Monti, mi scusi… la cercavano al telefono, era una telefonata importante… “ “Dimmi pure, Giacomo…” “Ha telefonato il direttore della Casa editrice Royal Time di Londra, e la prega di richiamarlo al più presto.” “Grazie del messaggio, Giacomo. Ascolta, quest’oggi non vorrei cenare in sala. Portami su un’insalata ed una macedonia, per favore!” “Signora Monti… mi perdoni! Nemmeno ieri ha consumato un pasto decente! Le faccio portare su qualcosa di più nutriente, una fettina di carne, magari…” “Fa quello che ti ho detto e vattene!!” gli rispondo brusca. Lui china il capo, non replica ed esce. Però un po’ mi dispiace. Lo richiamo. “Giacomo!” Lui fa timidamente capolino dalla porta. “Si, signora…” “Scusami… ti prego!” “È lei che deve scusarmi, signora, se mi sono permesso… Le faccio portare su quello che mi ha ordinato” e scappa via. Forse non appena sarà nel corridoio, mi manderà di sicuro al diavolo. Ci sono abituata. Nessuno osa contraddirmi o rimproverarmi. Posso fare ciò che desidero. È il gusto del potere. L’ho conquistato con fatica, e tanti sacrifici, rinunce. Ed ora voglio godermelo. Accidenti alla mia coscienza. Perché ora mi ritorna in mente una stupida ragazzina di 18 anni, che mangia carne in scatola e sorride felice? Perché? Affacciandomi ancora dal terrazzino, guardo una coppia di ragazzi, sotto il terrazzo di quella lussuo-
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sa camera, ora per me una bellissima gabbia dorata… Due ragazzi giovani, sono appena usciti dall’acqua. Si asciugano, e dopo lei è alle prese con pane e carne in scatola, mentre lui teneramente le sta baciando le spalle ancora bagnate e profumate di mare. Lei adesso lo imbocca. Indossa uno spudorato bikini verde smeraldo… Maledizione… perché ho voglia di piangere? Perché invidio questa loro felicità? All’improvviso la mia mente torna indietro di vent’anni. È laggiù, seduta sugli scogli rivedo me… e Luca. “Questo bikini ti dona moltissimo, Agatha. Ti stanno guardando tutti… e io sono molto geloso!” “Piantala, non prendermi in giro! Sono in grado di vedere la ciccia che ho, forse mi guardano per questo.” “Sei bellissima, e lo sai! Se un giorno tu dovessi lasciarmi, credo che impazzirei!” “Non ti lascio, Luca. Ti amo troppo. Ci sposeremo, ed avremo una casa tutta nostra.” “Agatha, vorrei tanto crederti. Ma non siamo ancora economicamente pronti. Però ti prometto che la nostra Luna di Miele la faremo lassù, in quell’hotel di lusso, quello che ha i terrazzi proprio sulla scogliera…” “Luca!! Ma va là! Quella è roba da ricchi…” “Vedrai che riuscirò a portarti in quell’hotel, e sarai servita e riverita.” I miei pensieri si bloccano e ritorno alla realtà. Io ci sono, nel lussuoso hotel sulla scogliera, servita e riverita. Ma Luca, dov’è? Una lacrima involontaria accarezza la mia guancia. Poi mi lascia, si stacca per tuffarsi nel limpido mare, mentre la mia mente riprende il viaggio nei ricordi. Mi rivedo euforica, con la lettera stretta fra le mani, e la tristezza di Luca. “Agatha, non partire…” “Non essere sciocco. Il mio romanzo sarà finalmente pubblicato, e questo famoso regista mi convoca a Roma per discuterne la versione cinematografica… e tu mi dici di non partire? Sarei pazza ad ascoltarti! Rinuncerei ad una grossa opportunità…” “Io ti perderò…” “Allora parti con me…” “Lo sai che non posso. Sono stato appena assunto dal supermercato. Anche questa è la mia occasione di un lavoro fisso.” “Tornerò presto, vedrai. È la nostra grande occasione. Se mi faranno firmare il contratto, la nostra fortuna sarà fatta.” “Non parlare al plurale. La fortuna è solo tua. Sei tu la scrittrice di successo.” “Basta con questo sarcasmo. Lo sai che sono anni che scrivo, che invio i miei manoscritti ovunque, e sai anche quanti rifiuti ho collezionato. Ora è il mio momento, il romanzo “La storia rubata” ha fatto centro. Ho lavorato sodo per due anni su questo progetto, ed alla fine ho vinto. Agatha Monti pubblica il suo primo romanzo, e forse diventerà anche un film.” Ricordo ancora il fastidio, nel sentire le parole di Luca, forse perché temevo anch’io di non tornare più indietro. Adesso guardo l’orizzonte. Il sole arrossisce mentre si tuffa nel mare con il suo tramonto, e sotto finalmente la spiaggia è vuota. Anche per quest’oggi mi è passata la fame, l’insalata e la macedonia giacciono ormai sfatti sul vassoio, compresa la rosa che gentilmente, ogni volta il cameriere mi porta su. Mi guardo allo specchio, e vedo una quarantenne ancora di bell’aspetto, bionda per coprire l’impietoso fiorire dei capelli bianchi. Il mio corpo è curato, eserciti di massaggiatori, provvedono a tenerlo sodo ed in forma. Ho un’immagine da rispettare. Adesso sono una che fa copertina. I flirt di Agatha Monti, il nuovo look di Agatha Monti, il successo del nuovo romanzo di Agatha Monti, ma l’infelicità di Agatha Monti chissà se farebbe copertina. C’è brezza. Rientro e sfoglio distrattamente la rivista sul mio tavolino. Vado automaticamente alle pagine interne che parlano di me, e di un biondo vichingo attore cinematografico, in mia compagnia. Un nuovo amore per Agatha Monti e la cronaca parla dell’attore venticinquenne innamorato perdutamente della scrittrice. Innamorato?! James Delano è un imbecille, che affoga nei suoi whisky, e a volte si infila nel mio letto per darmi un po’ di brivido, come dice lui. Già, un brivido col sapore del
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sale. Nelle sue braccia, spero di trovare una emozione. Ma non è così. Non lo amo. Io non amo nessuno. E nessuno mi ama. Interessi? Molti, per il mio denaro, la mia popolarità. Chi si fa vedere con me, finisce sempre in cronaca rosa, e se è furbo, ne trae vantaggio. Ho tutto. E quello che non ho, l’ottengo. Ho freddo. Questa notte voglio qualcuno nel mio letto. Mi basta telefonare. “Roby, sono Agatha. Non siete in concerto? Bene. Avrei voglia di vederti, sono al Cenobio dei Dogi di Camogli. Ok, venti minuti. Ti aspetto.” Roby fa parte di un gruppo musicale, voce solista. Abbiamo avuto una storia, cinque anni fa. Sembrava una cosa seria. Poi ha scelto di restare con la sua donna. Più giovane di me e di lui. È rimasto un amico, sul quale si può sempre contare. O forse più di un amico. Quando sono in Liguria, spesso ci incontriamo. E poi sappiamo già come va a finire. Le sue labbra sul mio corpo, sentirmi ripetere che sono bella, che mi ama, che impazzisce per me. Una notte d’amore, rubata alla moglie, che sa e perdona sempre. Anche perché con il mio assegno, elargito come regalo di arrivederci, lui acquista sempre un prezioso per la moglie. Si sente meno in colpa, dice. Conviene a tutti. Credo. Io compro l’amore. D’un tratto guardandomi allo specchio, mi rendo conto di farmi schifo. E mi prendo a schiaffi. Ho ancora le guance rosse, quando lui bussa alla porta. Mi siedo sul letto, e non apro. Con discrezione, Roby bussa ancora, sussurrando il mio nome. Insiste ancora per qualche minuto. Poi va via. Ora squilla anche il telefono. È lui. Lasciami in pace, gli dico mentalmente. Riprendo la mia fredda lucidità. Sanno che sono in camera, e se non rispondo penseranno ad un malore. Rispondo al telefono. “Si?” “Signora Monti, c’è qui il signor Roby Simonetti” “Ditegli di andar via, sono stanca non ho voglia di vederlo. E non osate disturbarmi più fino a domani mattina.” “Come desidera, signora Monti.” Roby non se la prenderà. Ultimamente si è abituato ai miei cambi di umore. E stasera, non potevo fare all’amore con lui. Accidenti a quella ragazzina con il bikini verde, che ha scatenato questa guerra nei miei pensieri! Non riesco ancora a fermare i ricordi. Momenti rimossi per tanti anni, vengono ora a galla con prepotenza. Cosa succede? Ora mi rivedo, sto piangendo, sono in un letto. E Luca è con me. “Agatha, ti prego, non far così! Io lo voglio questo bambino, ci sposeremo, andrà tutto bene, vedrai” Non posso, non posso! Maledizione, doveva capitare proprio ora, alla vigilia della partenza per Roma, scoprire che sono incinta. Come faccio a presentarmi lì, e con un bambino in arrivo. Quello mi ridono in faccia e mi rispediscono a casa. Accidenti, questa è la mia vita! Non posso buttarla via così” “Ma la vita di tuo figlio puoi buttarla via, è così che hai già deciso, vero?” E Luca sparisce dalla mia vita. Da quel momento non ho saputo più nulla di lui. Ho fatto la mia scelta. Amara. Ed ho avuto la giusta punizione. Non potrò più avere bambini. Qualcosa è andato storto, quel maledetto giorno di vent’anni fa. E da allora, ho imparato ad odiare tutti i bambini del mondo, e tutte le donne incinte con quei sorrisi scemi stampati in faccia. Dimentico tutto. E in fretta. La mia voglia di arrivare è forte. Piena di entusiasmo e senza più un‘ombra di un rimorso, infilo la maschera che da allora mi accompagnerà. A Roma incontro il mio editore, con il contratto pronto da firmare. Mi chiede la produzione di almeno un romanzo l’anno. E deve essere un successo. Mi dice che dovrò sempre farmi vedere felice, bella, in compagnia di uomini di successo per accrescere il mio successo. Niente matrimoni, niente gravidanze per almeno cinque anni, pena l’annullamento del contratto. Parecchi milioni di vecchie lire. È il 1977. Il successo mi arride. Ma non la vita. Ho imparato a fare a meno dell’amore. Quello vero. Ho tutto ciò che mi serve. Vacanze esclusive sullo yatch del mio accompagnatore di turno, gioielli, pellicce, villa, servitù, auto con autista. Chissà quante donne vorrebbero essere al mio posto.
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Un posto al sole. La popolarità. Chissà come sarebbe stata la mia vita, se quella mattina avessi scelto “mio figlio”. Non lo saprò mai. La notte è trascorsa, ed io sono ancora prigioniera dei miei pensieri. È quasi giorno. Che strano, non ho chiuso occhio, eppure non sono stanca. Rivivere la mia vita, quella di vent’anni fa, mi ha svegliata in tutti i sensi. Oggi avrò ancora una giornata difficile, lo so. Conferenza stampa con il mio editore, per presentare il mio ultimo romanzo d’amore. Già. Io che non amo, racconto l’amore splendidamente. Ho una fantasia vulcanica che mi aiuta, come ogni scrittrice osservo senza essere vista, ed ognuno può diventare ignaro personaggio delle mie storie. Sperimento le emozioni, cerco un motivo per piangere, per ridere, per fare l’amore. Ricompongo i pezzi di una vita mai vissuta, solo interpretata con la fantasia. Alle nove, timidamente bussano alla mia porta. Sono appena uscita dalla doccia, ed eccomi già servita la prima colazione. Ricca. Come al solito lascerò tutto là, nutrendomi solo del profumo di quella rosa, somigliante ad un fiore sbocciato nell’arido deserto. Fuori dall’hotel mi attende il taxi, che mi condurrà a Genova, dove nella sala congressi dei padiglioni delle fiere, si terrà la conferenza stampa. Genova è la città che ho lasciato vent’anni fa, quando ancora credevo ai sogni. Ed è qui che Luca è scomparso dalla mia vita, chissà se conserva ancora il mio ricordo, dopo tanto tempo, oppure ha cancellato il mio volto dai suoi pensieri. Vedo che hanno fatto un buon lavoro pubblicitario, i manifesti parlano del mio arrivo, e del luogo dove terrò la conferenza stampa, con reporter ed emittenti televisive. Piazzale Kennedy sembra un circo, con tutte quelle auto, ed i ripetitori delle televisioni. C’è anche Sky. Il mio editore ha davvero fatto le cose in grande. Sarà un buon lancio, per il mio nuovo romanzo. Quando arrivo, sono già tutti lì che mi aspettano. Mi raggiungono raffiche di domande, alle quali rispondo sempre con calma e disinvoltura, con grande soddisfazione del mio editore. La conferenza giunge quasi al termine, quando ad un tratto una voce provoca uno squarcio nella mia mente. “Agatha, hai mai avuto rimpianti?” fra il silenzio generale, dato il tono confidenziale della domanda, avanza un signore con spruzzi di bianco fra i capelli, divenuti un po’ troppo radi. Egli mi guarda in modo insistente, mostrandosi in attesa di prendere nota della mia risposta. Lo guardo bene. Mio Dio, non può essere! È un’allucinazione, oppure…? “Luca?” domando a me stessa. Egli sorride, facendo cenno di sì, col capo. Sussurro qualcosa al mio editore, il quale con autorità pone fine all’incontro con i giornalisti. Antonio Nanni, il mio editore, ha compreso al volo. Lui è l’unico uomo che mi ha sempre trattato come una figlia, e non come una da portare a letto. E solo a lui ho confidato i segreti più intimi della mia vita. Non appena gli ho detto che quel giornalista era Luca, ha compreso il mio desiderio di parlargli in privato, dopo vent’anni di silenzio. Perché Antonio Nanni sa che il mio cuore è rimasto sempre nel cuore di Luca. Io e Luca ci guardiamo, mentre la sala pian piano si svuota. Lo osservo bene, e mi si stringe il cuore. Luca... il mio Luca, dai capelli lunghi ed il fisico asciutto! Dov’è Questo signore di mezza età, quasi calvo e con un po’ di pancetta, ha conservato solo lo sguardo vivace di Luca. Quegli occhi che hanno imprigionato l’amore dei miei anni. “Luca... sei davvero tu? Come... cosa ci fai qui?” gli chiedo, con l’inconscia paura di sapere già la sua risposta. Mi accorgo che Luca è l’unico uomo che mi rende insicura, imbarazzata, debole. “Volevo assistere al tuo ennesimo trionfo. Sai, ho seguito le tue scalate al successo durante questi anni, tutti i giornali parlavano di te. Volevo complimentarmi. Scusami se ci ho messo vent’anni, sono un po’ timido...” “Sento aria di sarcasmo nelle tue parole, non sei cambiato affatto. Non ho bisogno dei tuoi rimproveri, alla mia età.” Cerco di rendermi padrona della situazione. “Già, tu non tolleri interferenze di alcun genere, nella tua vita” mio Dio, ancora con quella storia. Non ha dimenticato... “Scusami, Agatha, non sono qui per litigare. Volevo parlare un po’ con te.“ “Devo ammettere che quest’incontro è stata una sorpresa. La tua domanda, poi... imbarazzante come non mai. Ti sembrava una domanda leale, da fare in pubblico? Non sarei stata comunque sincera, nel risponderti.”
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Adesso gli sorrido, non voglio che scappi via. Non prima che abbia parlato con lui. Gli chiedo: “Possiamo pranzare insieme se vuoi.” Attendo la sua reazione. Egli si contrae, sembra voler dirmi qualcosa, alla fine cambia espressione e si dichiara d’accordo. Ci rechiamo al ristorante “La Marina”, così non dobbiamo nemmeno prendere taxi. Il ristorante è molto bello, Luca è affascinato dallo spettacolo del mare proprio sotto la struttura... ed è senza dubbio colpito anche dalla riverenza con la quale mi trattano nel locale, pur non conoscendomi. Il mio volto copertina, apre senz’altro molte porte. Ma crea anche disagio, vedo alcuni degli avventori che mi guardano con invidia, mentre attraverso la sala, e dai sorrisini intuisco i loro pensieri. Penseranno che Luca è la mia nuova fiamma. Ci sono abituata. Luca, no, e vedo del disappunto nei suoi occhi. “Non potevi scegliere un posto meno affollato? Qui ci guardano tutti...” “Non preoccuparti. Basta ignorarli. Sarebbe stato così ovunque. Tutta colpa dei giornali, si occupano troppo di me...” metto fine alla discussione, ed ordiniamo il nostro pranzo. Seduta li a tavola con Luca, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, vederlo li con me, come se tutti questi anni non fossero mai passati. Evitiamo accuratamente tutti e due discorsi sul nostro passato. Non vogliamo far emergere il nostro terribile segreto, il mio sbaglio, il suo dolore, il mio dolore... Meglio chiedere del suo presente. Sento un amaro sapore di infelicità nell’apprendere che è sposato, ed ha una figlia. Diciotto anni. Quanti ne avevo io quando stavo con lui. Ora mi chiede perché non mi sono mai sposata. Sorride, mentre gli dico che non era mia volontà sposarmi. “Ma ho avuto molte storie, con gente importante...” Lui ora mi guarda inespressivo. “Non lo metto in dubbio. Sei sempre stata una donna molto passionale, non potevi certo votarti alla castità“ ancora sarcasmo... Usciamo dal ristorante, e passeggiamo un po’, l’aria è davvero gradevole, un bel pomeriggio. Questa giornata è passata molto in fretta. Ed ora? Andrà via e non lo rivedrò mai più. Non posso lasciarlo andare via così. Lui è sempre stato il padrone del mio cuore. L’unico che abbia davvero amato. Anche in questi anni. Ora lo so. Non sono mai riuscita a liberarmi del suo ricordo. Ho paura, ma lo chiedo ugualmente: “Vuoi restare con me, questa notte?” Mi guarda fisso negli occhi. Ancora quel lampo d’odio che mi acceca... “Una rimpatriata?” io incasso e sorrido, fingendo di non aver capito. Prendiamo un taxi, ci porterà direttamente a Camogli. Durante il tragitto sento un po’ d’imbarazzo fra noi. Apro un discorso sul tempo, un classico quando non si hanno argomenti. Quanto meno non restiamo muti per tutto il percorso. Arrivati a Camogli, dico al tassista di recarsi direttamente all’hotel Cenobio dei Dogi. Luca mi domanda: “è quello, il tuo hotel? Proprio quello?” Annuisco. So bene quello che sta pensando. Quello che ho pensato anch’io in questi giorni, sul terrazzo della mia camera. “Accidenti, però... beh, almeno tu ci sei riuscita...” commenta Luca. Arrivati in hotel, si porta immediatamente al mio fianco, come un abituale accompagnatore, mostrando improvvisamente un comportamento confidenziale, forse per non sembrare un gigolò di turno. Mi prende anche per mano, mentre attraversiamo la hall, ossequiati da tutti. Il portiere mi consegna la corrispondenza della giornata. La ritiro e salgo con Luca le poche scale che conducono alla mia suite. I miei pensieri corrono impazziti, questo momento lo attendevo da una vita ma adesso non so cosa fare. Sono imbarazzata, io che ho avuto il cuore ed il corpo di cento uomini. Il mio cuore scoppia. Ho voglia di fare all’amore con Luca, non mi importa se è di un’altra. Voglio ricominciare a vivere, e solo lui può ridarmi la vita. Luca ha sentito i miei pensieri, è alle mie spalle e mi circonda con le sue braccia, stringendomi contro il suo corpo. Assaporo con un brivido intenso tutto il suo desiderio. “Agatha, ti voglio! Non ho mai smesso un attimo di volerti, me ne rendo conto solo ora! Sono stato uno stupido a non cercarti prima, a pensare di poter vivere senza di te. Sono ancora innamorato come prima, forse di più...”
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Lo guardo. Perché provo tanta delusione ora? La mia mente è rimasta ferma con i ricordi a vent’anni fa. Io amavo un ragazzo bellissimo, ed avevo tutta l’intimità del suo corpo. Adesso sento la spiacevole sensazione di toccare un corpo estraneo, come ce ne sono stati tanti. L’amore non c’è più. Lo credevo, ma non c’è. E nemmeno quella passione che ricordavo con lui. Sono attimi. Luca non sembra nemmeno essere sfiorato dai miei pensieri, e continua sempre più eccitato la scoperta del mio corpo. “Non ti ricordavo così bella. Gli anni ti hanno migliorata. Il tempo per te si è fermato, sembri addirittura più giovane di mia figlia...” Questa frase mi fa gelare. Ho quarant’anni, non ne avrò mai più diciotto. E sua figlia poteva essere ora, quel figlio che non ho mai voluto avere. “Luca, smettila. Ti prego, torna da tua moglie.” Luca mi guarda, si blocca. Il mio sguardo lo conosce molto bene, non ammette repliche. E lui lo sa. Riconosce quella decisione nelle parole, nei miei occhi. E sa che ogni insistenza sarebbe inutile. Si riveste. Poi guardandosi intorno, mi dice: “Non ti invidio davvero, Agatha, non hai niente da farti invidiare. E non hai più nemmeno il ricordo del nostro amore. Stasera ti sei resa conto d’ averlo perso per sempre. Per me non è così, sarai sempre la mia piccola Agatha. Ma tu... sarai sempre sola con i tuoi rimpianti. E non sarà un’allegra compagnia.” Esce dalla mia camera silenziosamente. Esce dalla mia vita con un urlo straziato, muto e consapevole di aver perso l’ultima speranza per essere felice, una speranza che non è mai esistita. Ma perché cercare a tutti i costi la felicità. Io sto bene così, la mia vita è questa, non torno indietro. Mai! È un nuovo giorno, l’ultimo che passerò qui a Camogli, domani mi aspettano a Milano, per incontrare nuovi produttori e finanziatori. Antonio Nanni, il mio editore, mi ha sempre detto che è importante tenere sempre accesi i contatti con queste persone. Mi affaccio fuori dal terrazzino per guardare l’ultima volta quel mare azzurro, incredibile e trasparente. Rivedo ancora, fra gli scogli, la ragazzina con il costume verde. Stavolta c’è la sua famiglia. Una mamma ancora bella, giovane. Un po’ più in la il marito, carico di borse frigo e tavolino da pic-nic. Adesso, lasciato il carico da far sistemare alle sue donne, siede e legge il giornale. Poi quasi attratto dalla mia presenza, guarda in altro sopra di lui, verso l’hotel, ed incontra il mio sguardo, nascosto dagli occhiali da sole. Non mi sbagliavo. È Luca. mi guarda con estranea indifferenza, come si guardasse una statua, e ritorna a guardare la sua famiglia, riunita per quella breve vacanza domenicale. La ragazzina gli lancia spruzzi d’acqua ridendo. È felice. Adesso è arrivato il suo ragazzo. Saluta i genitori con familiarità. Luca gli batte una pacca sulla spalla. Osservo quella scena, colta da un sordo malore. Non riesco a staccarmi dalla ringhiera del terrazzino, catturata dalla serenità di quella famiglia. D’un tratto la ragazza corre in acqua, il suo ragazzo la segue mentre le dice: “Aspettami, Agatha! Vengo con te...” Un tuffo al cuore. Luca non mi ha mai dimenticata. Luca mi ha sempre portata nei suoi pensieri, anche quando ha sposato un’altra donna. È terribile! Ed io l’ho cacciato via solo perché non era più fisicamente quello che ricordavo, ed ho ignorato i sentimenti pensando solo alla sua fisicità. Spero solo di averlo aiutato a liberarsi del mio ricordo. Là sotto, sulla fronte di Luca, steso al sole, cade la mia lacrima, ultimo segno di un amore che non c’è più. Luca alza ancora il capo, e mi guarda. Avvicina la sua camicia, prende un fazzoletto ed asciuga dalla sua fronte, la mia lacrima. E ripone il fazzoletto nel taschino della sua camicia, ripiegandola con cura. So che conserverà il ricordo di quella lacrima. Anche se le nostre vite non si incontreranno mai più, a lui resterà qualcosa. A me non resta nulla. “Addio Luca” lo saluto mentalmente. E ritorno all’interno della mia gabbia d’oro, dove potrò piangere tutte le mie lacrime, senza che nessun altro possa portarmele via. Il mio dolore non farà notizia, sarò sola con me stessa. Oggi tornerò al mondo, per recitare la parte che mi è stata affidata, e non avrò mai più lacrime per nessuno. Nemmeno per i miei ricordi. Agatha Monti
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Edizione aggiornata Settembre 2011
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