eBook Daniela Patrascanu

Daniela Patrascanu

Progetto grafico Liberementi www.liberementi.it Editore Biancoscuro www.biancoscuro.it

I vortici dell’emozione pittorica E’ un percorso lento, quasi forzatamente rallentato dalla normale mentalità della società moderna, quello che Daniela Patrascanu rappresenta nei suoi dipinti. Un percorso che l’artista in parte soffre, perché mentalmente è più avanti della quotidianietà.

La sua lotta la si nota nelle forme circolari, ondulate (opere come “L’occhio atavico” ed “Il serpente spaziale”), che fanno intuire forze esterne con la volontà di legarci a loro, ma i colori delle opere di Patrascanu ci spingono a vedere anche una propria libertà. Una lotta appunto a restare indipendenti.

Un segno inequivocabile dell’artista è il suo “occhio” artistico, quell’eterna foma circolare presente nelle sue opere. Un occhio vigile e aperto sul mondo intero e sulla propria vita. Opere che sottolineano la sua determinazione ad essere libera e che gli stessi colori soffusamente chiari esprimono con una dolce sensazione, come una carezza di mamma al proprio bambino.Ecco che l’artista si fa conoscere anche come dolce persona, con una personalità allegra e positiva. Patrascanu è capace anche

di trasmettere veri e propri profumi naturali attraverso i suoi paesaggi meravigliosi. Colori accesi e soffusi come una tranquilla alba di primavera.

Bellissime le grafiche: lavori come “Pensiero nascosto”, “La vita è teatro”, “Malinconia”, opere complicate, ma che trasmettono messaggi semplici ed in modo tranquillo, naturale. Un bianco-nero, meraviglioso, mai spento.

Splendide le opere: “I miei portali” e “La danza dei portali”, lavori che legano il pubblico all’opera stessa, perché l’emozione è immediata e la forma, il colore, la luce trasmessa è perfetta.

Emozioni: così devono essere i grandi artisti… trasmettere emozioni, far vivere l’opera e prendere per mano le sensazioni del pubblico.

La capacità di usare il colore e legarlo ad immagini semplici e comunicative trasforma un’opera in una nostra amica e così si fa ricordare.

Le opere di Daniela Patrascanu non possono che abbracciarci e raccontarci di lei.

Claudio Raccagni

“Ora quello che voglio sono fatti. Insegnate a questi ragazzi e a queste ragazze fatti e niente altro. Solo di fatti abbiamo bisogno nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto.”

In una squallida, sepolcrale aula dell’orrida Coketown, la città del carbone di “ Hard Times” di Charles Dickens, rimbomba la voce secca e dittatoriale del “quadrato“ Thomas Gradgrind, il maestro ostinatamente determinato a riempire di fatti quei “piccoli vasi“, i bambini a cui si rivolge, estirpando dalla loro mente il pericoloso seme dell’immaginazione e ogni espressione di fantasia e sensibilità. Contro una bambina si accanisce in particolare: è la “ragazza numero 20“, Sissy Jupe, come la chiama suo padre, cavallerizzo in un circo. Lei è sbagliata, sospettabile, redarguibile, perché la sua mente vola oltre i fatti, perche sogna, fantastica, immagina. “Ahi, ahi, ahi! Non dovete immaginare, non dovete mai fare nulla di simile. Fatti, fatti, fatti!”, le urla del minaccioso Gradgrind.

Un flashback, questo, immediatamente balenato nella mia mente mentre Daniela Patrascanu mi racconta della sua infanzia in Romania, il suo paese di origine. Lei, bambina fantasiosa e creativa, cresciuta all’ombra della dittatura di Ceausescu e di genitori dispotici e autoritari affatto disposti ad assecondare la sua naturale inclinazione all’espressione artistica, fin da allora, come la Sissy di Dickens, si rifugia nella lettura e nel disegno, scrive poesie e tiene un diario che, scoperto, suscita l’ira irrefrenabile di sua madre, instancabile nell’ingiungerle di smettere di sognare e di tornare con i piedi sulla terra.

La pittura compare più tardi, nel 2001, quando ormai “ fuggita” in Italia, Daniela si trova a dover affrontare un’altra cocente delusione che, ancora una volta, esorcizza lasciando fluire sulla tela emozioni e tumulto interiore.

La sua pittura introspettiva e distintiva viene apprezzata da amici artisti che la incoraggiano a rafforzare le sue basi teoriche e pratiche. Guidata da noti maestri, tra cui il pittore ed incisore Amedeo Lanci, frequenta corsi di disegno e pittura, abbandonando ben presto la figurazione di nudi e paesaggi toscani per proseguire nello stile informale che sente più congeniale e più consono a rappresentare le sue inquietudini e le sue apprensioni per un presente che avverte degradato ed ostile. La spiccata sensibilità, propensa a recepire ogni sorta dall’ambiente circostante, trova la sua naturale valvola di sfogo, il suo

freudiano metodo catartico nella pittura, intesa proprio come liberazione di emozioni e purificazione della psiche. Un autentico effetto “chimney sweep”, una terapia “spazzacamino”, evidente in quei suoi ricorrenti vortici, gate o portali che conducono ad altre dimensioni, ad auspicati e non temuti mondi diversi verso cui l’artista aspira e che immagina e spera migliori. E poi quelle linee ondulate, che io interpreto come sentieri, percorsi o “scale della vita”, comunque allegoria dell’umano cammino, dell’anelito verso l’altrove.

Ma dato che nulla è semplice ed univoco in questo mondo, qualcuno può vederci anche labirinti, frammenti di DNA, pellicole cinematografiche e perfino serpenti. L’artista riserva anche agli altri, oltre che a se stessa il diritto di interpretare e di esercitare la propria immaginazione. “Fango, lacrime e speranza”, “Luce contro le tenebre”, “Portali di luce”, “Un mondo migliore”: tutto l’universo poetico della Patrascanu è condensato nei titoli delle sue opere che veicolano un conflitto manicheo tra il Bene e il Male, una lotta in cui la bassezza e la meschinità di esseri subdoli, interagendo con più imperscrutabili disegni provvidenziali, riescono a volte a far vacillare l’animo particolarmente fragile e sensibile. Ma questo Daniela non lo consente. Il suo sguardo fiducioso prefigura la vittoria della Luce sulle Tenebre. Esplosivi sprazzi luminosi si irradiano sulla superficie pittorica, ulteriormente rischiarando i suoi colori, tutti legati ai chakra della filosofia tradizionale indiana e alla cromoterapia. La profusione di blu, violetto e indaco, le stesse tinte che predilige indossare, stimola i tre centri di forza superiori, con effetto calmante di ansia e stress, stimolante delle qualità intuitive e purificante delle attività mentali. Una pittura terapeutica, dunque, quella di Daniela Patrascanu, un auspicio per se stessa e un accorato invito per tutti gli altri a vivere meglio e più serenamente, a spingere lo sguardo oltre la realtà immediata, a non disperdere preziose energie in inutili rancori, invidie e gelosie; un sottinteso, ma inequivocabile appello a godere appieno di tutto ciò che di bello ed irripetibile la vita sa donare… prima che sia troppo tardi!

Simona Clementoni

“Converrebbe domandarsi con coscienza quanto ancora sia radicato e diffuso il pregiudizio nei confronti di ogni artista donna. La diffidenza di taluni è pari almeno alla loro ignoranza, come se figure autorevoli, quali Suzanne Valadon e Tamara De Lempicka, Natalia Goncharova e Frida Khalo (per rimanere al solo ambito della pittura moderna, senza dunque citare Artemisia Gentileschi), vorticassero incerte in una storia dell’arte che ne serba, invece, adamantina memoria.

Dinanzi ai lavori di Daniela Patrascanu, anche lo spettatore più distratto può istantaneamente riconoscere una partecipazione autentica. Tanto i dipinti quanto gli originalissimi arabeschi grafici si caratterizzano, infatti, per palpitanti accenti, un misto di sopite inquietudini e dissimulate allusioni che riecheggiano, oscure, da una toccante dimensione interiore.

Resiste, al fondo di un simile esercizio espressivo, l’urgenza di chi ha scelto l’arte per destino piuttosto che per mestiere, consapevole di un percorso tortuoso e pieno di ostacoli, nel quale scoprire come unica compagna la torrida solitudine di chi crea.”

Giovanni Faccenda Daniela Patrascanu nel suo atelier

“Sognatrice-creatrice di atmosfere solenni e rarefatte.

Essa è l’ideatrice di immagini affascinanti e preziose che scaturiscono dallo svelarsi del mistero del mondo onirico, accese da un monocolore.”

Roberto Lasciarrea

“La composizione presenta perfezione nella tecnica e delicatezza nella gamma cromatica.

L’emozione trasmessa ne fa partecipe la fruizione accrescendo il valido talento dell’artista.”

Anna Francesca Biondolillo

Anime sospese acrilico su tela, anno 2010, 70x100 cm.

Camouflage acrilico su tela, anno 2013, 36x26 cm.

Fango, lacrime e speranza acrilico su tela, anno 2011, 120x90 cm.

I miei portali acrilico su tela, anno 2013, 80x60 cm.

I sette portali acrilico su tela anno 2013 50x50 cm.

Il serpente spaziale acrilico su tela anno 2013 50x50 cm.

Jungle space acrilico su tela anno 2013 30x40 cm.

L’occhio atavico acrilico su tela anno 2013 50x50 cm.

L’incanto dei portali acrilico su tela, anno 2010, 70x100 cm.

L’inseguimento dell’anima vagante acrilico su tela anno 2013 50x50 cm.

La danza dei portali acrilico su tela, anno 2014, 80x60 cm.

Luce contro le tenebre acrilico su tela anno 2011 70x100 cm.

Luce dal dolore acrilico su tela anno 2010 50x70 cm.

Magic peacock acrilico su tela anno 2013 40x60 cm.

Mistero e sapienza acrilico su tela, anno 2013, 70x50 cm.

Nuovi portali-fiore acrilico su tela, anno 2014, 100x70 cm.

Portali di luce acrilico su tela, anno 2011, 100x70 cm.

Portali di salvataggio acrilico su tela, anno 2010, 100x70 cm.

Premonizioni acrilico su tela, anno 2010 , 100x70 cm.

Rob Dougan’s Impact acrilico su tela anno 2008 50x50 cm.

Una primavera estiva acrilico su tela, anno 2014, 80x60 cm.

Una primavera diversa acrilico su tela, anno 2011, 100x75 cm.

Vi descrivo il mio primo impatto con il “pianeta Patrascanu”. Conoscevo Daniela da poco, avevamo deciso di pubblicare un’intervista su Ticinolive e mi dovevo preparare per bene. Che cosa fa in una simile situazione un pubblicista come me, ormai irrevocabilmente immerso nel web? Digita “Daniela Patrascanu” opere e clicca “enter”. Stiamo a vedere! La pagina si riempie di numerosi quadri, in prevalenza astratti. Colore dominante è l’azzurro, che spesso volge nel violetto. La finezza cromatica dell’elaborato colpisce. Lingue di colori caldi s’intrufolano nel mondo azzurro/viola, che rimane dominante. E il disegno… Motivi grafici circolari, spiraliformi, serpentini, tentacolari, arabescati, sinuosi, vorticosi. Sì, questa sembra essere la parola chiave: il vortice. In certe opere esso ha l’aspetto di un occhio, come in “Luce dal dolore” o in “Jungle space”. Che cos’è il vortice per me? Che cos’è un vortice? Mi rivolgo al vocabolario: “Rapido movimento di cosa girante intorno a se stessa”. Rifletto. Quali vortici conosco? Io sono un cultore di Edgar Allan Poe, è uno dei miei autori prediletti, e il mio pensiero corre subito al racconto “Una discesa nel Maëlstrom”, un capolavoro, un classico, nel quale un pescatore dell’estremo Nord viene risucchiato da un mostruoso gorgo nel pieno di una folle tempesta (poi miracolosamente si salva, anche Poe può permettersi, ogni tanto, un lieto fine!). Ecco, mi sono detto, un vortice degno del pennello di Daniela Patrascanu! Ma che cos’è allora, e questo è più importante, il vortice per lei? Ascoltiamola:“Il mio vortice è un portale verso altre dimensioni spaziali dove io

viaggio con la mia fantasia alla ricerca di mondi paralleli affascinanti, giusti e privi di ipocrisia ogni volta che qualcosa di questo reale interferisce in modo negativo e violento con la mia sensibilità”. Il vortice come porta verso un mondo “più giusto e privo di ipocrisia”. Ma la pittrice aggiunge: “Il vortice rappresenta anche il mutamento impetuoso avvenuto nella mia vita, quando mi sono lanciata nella creazione dell’arte”. Come ogni artista, Daniela si interroga sul sentimento dello spettatore perché… che cosa può essere un artista senza il suo pubblico? Solo, rinchiuso nella torre d’avorio? Senza un’anima alla quale offrire la sua comunicazione, il suo messaggio, la sua arte?

tratto da Presentazione Mostra personale “ Percorsi e sfaccettature” Francesco De Maria

D

aniela Patrascanu nasce in Romania, a Galati, dove segue gli studi, fa teatro in una compagnia amatoriale, scrive poesie e lavora come insegnante ed interprete free-lance. Nel 2001 decide di stabilirsi a Firenze, città dove l’Arte fa scaturire il desiderio di esprimere la sua indole artistica disegnando e dipingendo. All’inizio da autodidatta, poi come allieva negli studi di pittori fiorentini affermati, prima nell’ombra e poi alla luce, in varie manifestazioni culturali, mostre collettive e personali, Daniela sboccia nel vasto campo degli artisti toscani suscitando subito interesse ed apprezzamenti, riconoscimenti e premi. Numerose le donazioni per vari eventi di beneficenza organizzati da Rotary Club, Lions Club, Filo d’Argento ed altri. Personalità eclettica, Daniela organizza anche eventi culturali, partecipa come opinionista nelle trasmissioni televisive, fa parte di varie giurie di concorsi letterari o di bellezza e recita in un episodio di una sit-com. Nel 2010 esce “allo scoperto” anche con le sue poesie, pubblicando alcune su varie riviste e ottenendo dei premi. Da maggio 2007 fa parte della prestigiosa “Antica Compagnia del Paiolo” di Firenze fino al 2012, anno in cui decide di cambiare posto alla ricerca di una nuova dimensione: Lugano, dove viene accolta dall’Associazione Pittori e Scultori Ticinesi. Hanno scritto di lei: Giovanni Faccenda, Salvatore Russo, Francesco De Maria, Simona Clementoni, Federico Napoli, Stefano Barbieri, Nicola Nuti, Claudio Raccagni, Anna Maria Biondolillo, Roberto Lasciarrea, Dino Marasà, Nadine Giove e Michael Musone. Molte recensioni su quotidiani, riviste, cataloghi e annuari come:“La Nazione”, “Il Corriere di Firenze”, “Il Giornale”, “ARTE Mondadori”, “Artisti toscani nel XXI secolo”, “Riflessi”, “Accademia“, “Agenda Artisti della Toscana”, “Catalogo Arte Moderna 45 Mondadori”, “Biancoscuro”, “Il Mattino della domenica”, “ Rivista di Lugano”, “Ticino live”.

Daniela Patrascanu

www.danielapatrascanu.it

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