Stefano Carlo Vecoli
In copertina: Presenza Toscane anno 2014 42x50 cm.
Progetto grafico Liberementi www.liberementi.it Editore Biancoscuro www.biancoscuro.it
L’immaginario narrato Vecoli si colloca tra quei pittori che vivono l’arte come un fatto personale, un linguaggio fatto di forme e colori che nasce dal bisogno di raccontare un mondo interiore, spesso immaginario, altre volte concreto e reale. Autore sensibile e attento alla realtà che lo circonda, Vecoli è un narratore convincente: i suoi romanzi, prima ancora dei suoi quadri, mi hanno fatto scoprire un uomo profondo, dotato di una sottile ironia ma anche della capacità di cogliere la poesia delle piccole cose, dei gesti, dei sapori che caratterizzano la nostra vita. Questa vena narrativa la ritrovo nei dipinti, dove Vecoli sembra aver raggiunto una libertà espressiva priva di retorica. Le prime opere di Vecoli nascono quasi per gioco, generate da un intimo creativo, come se riaffiorassero da favole infantili portandosi dietro quella festosa e al tempo stesso misteriosa atmosfera di magia. Il lavoro sul colore si accompagna allo studio geometrico che tende alla scomposizione delle forme in rettangoli, triangoli, cerchi. Ecco ad esempio i viali di cipressi dove alla perfezione geometrica degli alberi stilizzati fa da contrappunto la scelta cromatica vivace, quasi espressionista nella resa del cielo, dove il taglio prospettico obliquo e la scelta dei colori invitano lo sguardo ad addentrarsi all’interno dello spazio, tanto reale e di sapore toscano, quanto metafisico ed evocativo di scenari sognati. Protagonista di molte opere è la figura
femminile talvolta risolta nelle forme stilizzate e rigide di un manichino, in posa di fronte ad un paesaggio marino, altre volte scomposta in geometrie dai colori vivaci, come se il corpo stesso diventasse una tela da dipingere, collocata sempre in relazione ad uno spazio immobile, pacato, senza tempo. Il mondo della fantasia popola numerosi lavori di Vecoli: alberi che diventano girali e spirali variopinti, folletti colorati che animano paesaggi irreali, e poi figure tratte dalla mitologia (Marte, Nettuno), teste bifronti (Giano), Gorgoni, e ancora Veneri, Ninfe e Grazie: sono le antiche dee o sono le odierne veline? L’autore le chiama, fondendo i due nomi con un pizzico di affetto e d’ironia, le “Vereline”. I lavori esposti in questa ampia mostra personale consentono dunque di leggere il percorso evolutivo dell’artista che con impegno e costanza ha saputo coniugare la ricerca disegnativa e geometrica a quella cromatico-espressiva, raggiungendo risultati inaspettati e convincenti sia dal punto di vista tematico che stilistico. Tra sogno e realtà, tra vita vissuta e metafisica le opere di Vecoli sono sofisticate composizioni di colori e forme, che suggeriscono un racconto senza tempo, verso uno spazio onirico e fantastico, che non è poi così lontano come si crede ma è dentro di noi. Claudia Baldi critico d’arte
Bagnante grafica anno 2011, 20x15 cm.
La vicenda pittorica di Stefano Vecoli, dopo la sorpresa di quanto ho visto è da raccontare. Dopo anni di insegnamento ai ragazzi del Liceo Scientifico di Viareggio, ha dato vita a tutte le teorie, le techniche, gli slanci trasmessi agli altri e li ha fatti suoi e ha creato una serie di opere, fino ad oggi tenute nascoste che desidera presentare al pubblico al più presto. Vecoli pittore: mi chiama, mi racconta, nella sua casa studio mi presenta le sue opere e mi chiede di parlarne. La mia lunga vita passata tra tele, tavole, pennelli e colori dovrebbe essere avvezza a colloquiare in Arte, invece non è così: mi ci provo anche se un po’ riluttante: è Introduzione alla Pittura di Stefano Carlo Vecoli, facile goderne, difficile parlarne. Gli argomenti, i temi trattati sono: nudi femminili, paesaggi e composizioni fantasiose. I suoi nudi, disegnati con cura, brillano di luce propria, ambientati tra forme geometriche e ombrelloni variopinti come ali di volatili sognati. Qualche accenno di manichini stilizzati, geometrismi e spazi distribuiti con calcolo ritmico e direi aritmetico. Anche nei paesaggi la sintesi geometrica prevale tra prospettive ardite e ombre striscianti dell’ultimo sole. È il canto del paesaggio toscano, sono
frammenti di poesia tra “i cipressi che a Bolgheri alti e schietti” e “la donzelletta che vien dalla campagna”. Nel mondo moderno come il nostro dove chiasso, affanni, problemi e monotonia di argomentazioni che senso hanno questi ritorni romantici? Queste nostalgie? Questi sogni? Un po’ di Carducci e di Leopardi non guasta. Il dolce respiro di queste donne, la voce del vento tra i rami dei cipressi, l’incanto dei cieli sereni e corruschi ad un tratto tacciano, lo spettacolo cambia: mostri extraterrestri, cornuti, dolicocefali ti guardano con curiosità e disprezzo, si muovono in un mondo irreale, forse soggetti di sogni infantili, forse visioni di storie orientali, forse il desiderio di dare sembianze al vivere convulso, assurdo, malato, disumano della civiltà moderna. Per mettere fine a questa breve visitazione del mondo pittorico di Stefano Vecoli esprimo la mia convinzione che l’opera di questo artista è ricca di attualità, di inventiva, di gusto della composizione, di studiata stesura del colore legato ad un segno deciso e sicuro. Senza ripensamenti ci convince e aspettiamo dalla sua mano e dalla sua mente altri successi. Giorgio Michetti
Che cos’è un mito? La risposta di un ragazzo/a sarebbe facilmente intuibile: un grande calciatore, una pop-star, l’inventore di Facebook… Ma quando la definizione diventa colta, ecco che non possiamo fare a meno dell’antica saggezza greca, importata dalla cultura latina. Apollo, Nettuno, Mercurio, la Medusa… I miti greci sono il pane quotidiano anche per chi insegna le origini della civiltà grecolatina, addentrandosi nella storia dell’arte o nella letteratura. Dunque nell’immaginario di Stefano Carlo Vecoli, i miti toccano le corde più profonde, miscelano cultura ancestrale, pratica didattica, sensibilità artistica. E così il personaggio del mito si ‘umanizza’, assumendo i tratti della quotidianità, ma anche le sue limitazioni. Mercurio, il messaggero degli dei, ha ancora la sua ala, ma una delle gambe è di legno, è “azzoppato”. Il colore fiabesco contrasta con l’imperfezione del soggetto, che non ha volto, mentre il gioco geometrico sempre minuzioso, riporta alla formazione architettonica di Vecoli, al suo richiamo alla forme essenziali che non abbandonano mai l’immaginario fantastico. Marte, il dio della guerra, il più amato dai latini, è diventato un calciatore, un riferimento ideale per le giovani generazioni, che combatte il nemico con la sua palla colorata e ha al suo fianco una Verelina, la figura metamorfica della fantasia di Vecoli che mette insieme la formosità di Venere e i caratteri delle Veline televisive contemporanee (non è un caso che manchi la testa?). Perfino Apollo, il dio della bellezza maschile, delle arti, della sapienza è “scordato”, la sua lira è difettosa, il suo arco ha la corda spezzata, i cigni lo trainano in un cielo colorato di schizzi , dal rosa pastello all’azzurro-blu della favola. A chi corrisponde il moderno Apollo? A tutti coloro che credono di incarnare la perfezione e invece hanno una corda che non tiene… E anche l’affascinante Medusa nella pittura di Vecoli è sdentata e strabica, un po’ cubista e un po’ espressionista, ma meno tragica: i serpentelli della chioma ammiccano sorridenti a chi li osserva. Mito antico e mito medievale: il San Giorgio ha il suo drago che lo connota, ma anche una fatina che può soccorrerlo al suo fianco. Pittura classica con richiami rinascimentali, ma indubbiamente novecentesca e intrisa delle avanguardie storiche e di alcuni autori più sognanti: Sebastian Matta, Marc Chagall, André Masson e Alberto Savinio per il loro universo visionario e surreale, dai rimandi fantastici e dalle composizioni immaginarie. Vecoli non disegna le citazioni artistiche, anzi, è convinto che ogni grande quadro lasci un segno, che poi l’artista reinterpreterà a suo modo, anche in maniera inconscia. Questa personale giocata sul filo rosso della mitologia è una nuova sfida di Vecoli, finora ritroso a mostrare il suo fantasmagorico mondo, ma reso più sicuro dai premi vinti e dal successo di altre esposizioni da due anni a questa parte, quando le tele hanno cominciato finalmente a varcare i confini del suo studio viareggino, per essere esposte al pubblico di varie località italiane. Chiara Sacchetti giornalista Stefano Carlo Vecoli nel suo studio foto di Silvia Malatesta
Bagnante in posa tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2009, 30x40 cm.
Bagnante in mezzo agli ombrelloni tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2007, 35x50 cm.
Bagnante seduta tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2007, 34x54 cm.
Bagnante di spalle tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2007 27x60 cm.
Bagnante in spiaggia tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 50x55 cm.
Bagnante con gonnellino tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 50x55 cm.
Gorgone compiaciuta ammira le bagnanti tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2011, 134x102 cm.
Danza notturna- Damigella e gallo cedrone tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 40x55 cm.
Phantasmagorie colorate tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2007, 62x78 cm.
Giano sottosopra tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2011, 42x50 cm.
Folletto burlone-a tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2010, 18x25 cm.
Principessa zitella e il principe ancora rospo tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 90x90 cm.
Presenze toscane tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 90x90 cm.
Presenze toscane tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2003,70x70 cm.
Presenze toscane tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2011, 54x50 cm.
Presenze toscane tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2008 25x75 cm.
Hermes (Mercurio) azzoppato tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2014, 51x86 cm.
Marte novello calciatore tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2009, 54x100 cm.
Nettuno e sirelina tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2014, 92x63 cm.
Velina bramata tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2009, 54x100 cm.
Venere velina danzante tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2012, 90x90 cm.
Medusa strabica tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2014, 42x55 cm.
“Presenze Toscane” un dipinto che diventa anche oggetto/soggetto di
lezione in un laboratorio di scrittura creativa, tenuto dalla Dott.ssa Elena Benevento in un Centro di Riabilitazione Psichiatrica in Toscana.
Questa è la sintetica cronaca di quanto un dipinto possa suscitare Oggi ho portato loro la stampa di un quadro, “Presenze Toscane”, realizzato da Stefano Carlo Vecoli, un architetto, uno scrittore, un pittore, un artista: per me, il professore di Storia dell’Arte del liceo. Un quadro che a me piace molto, perché è contrastante, è fermo ma si dissolve, le cime alte al vento, le cupole gonfie in fila per tre. È terra e cielo assieme e qui alla Luna Azzurra, il cielo non è mare e non è terra. E quest’oggi si vola con la fantasia che davanti ad un quadro si desta. I ragazzi guardano la stampa da lontano, poi la faccio girare tra le loro mani, percorrono la linea sinuosa degli alberi con la punta delle dita. Nel sole c’è il tramonto, confusione, nessuno si muove. Hanno colto l’essenziale, la struttura di senso elementare, l’immobilità della leggerezza di chi può volare. Gli occhi chiusi per scappare da una quotidianità assordante e lo slancio verso un domani incerto. L’atmosfera che gira e l’aria pulita che tiene sospese le due mongolfiere, come fossero vele di un vascello; gli alberi steccoliti contro un cielo che irradia luce propria. L’Universo. Il vortice, il mosaico di porcellana e pelle. La rosa e la mela hanno lo stesso antenato. La cecità nera e la cecità bianca della luce. Il troppo ed il nulla che accecano. Ho presentato loro il dipinto senza un’introduzione, una spiegazione, in modo tale che nulla potesse influenzare o limitare la libertà dell’immaginazione; ho accolto le parole, la precisione, la visionarietà. E questi i loro commenti:“Secondo me si tratta di alberi con un vaso a forma mutata, addolcita e sinuosa, quindi di un paesaggio campestre. Tutto questo però mi fa pensare alla tristezza, alla povertà, alla semplicità, ad una cosa elementare. Le curve ad onde morbide ma tristi.”; “Libertà dall’oppressione verso nuovi orizzonti da raggiungere. In alto, il brutto in basso resta lontano, perché lontano tutto è più piccolo e non spaventa.”; “Un tramonto messi-
emozioni.
cano.”; “Nel sole c’è il tramonto, confusione; ci sono due aquiloni di stoffa di sole, bianco il sole, il cielo insieme di luna e girandole. Il cielo entra e nessuno si muove, l’aquilone, la pianta sopra color delle rose. Il vento e la terra, il calore dove entrano tutti insieme color giallo. Colore del sole anche quando non lo vediamo.”; “Nel disegno vedo l’atmosfera che gira. Ho notato due mongolfiere quindi immagino che l’artista voglia dire energia pulita e non più inquinata. Perché in alto è purificato il cielo e si purifica chi riesce a spingere lo sguardo fin lassù, senza ferirsi con i raggi di luce.”; “L’Universo.”; “Alla ricerca del tempo perduto, un vortice di sensazioni che ci assorbe nella quotidianità assordante di un incerto domani. Gli alberi che si stagliano in primo piano, steccoliti e con foglie verdi come il cielo che si staglia nell’orizzonte di un cielo che irradia luce. Domani forse è freddo.”; “Mi sembrano delle vele di barche in una giornata di sole. Vele al vento ma più dolci perché non c’è nessuna tempesta. Un mare rosa e giallo, di oro, di perla preziosa.”; “Il brio della vita distribuito dall’arrivo di ostacoli, la palizzata di alberi imponenti e scuri che ostruiscono la luce. Ma la luce splende indifferentemente su tutti, buoni e cattivi, ed è calda o fredda e non vede.”; “Una primavera sul suo tramonto romantico, una sensazione di vana libertà. La terra è una trappola, io il ragno e lei la ragnatela, ed io la mosca che aspetta che la si mangi.”; “Mi fa pensare alla canzone di Lucio Battisti “I giardini di marzo”.” A mezzogiorno la lezione termina, raccolgo i fogli, le penne, qualche sorriso, il mio sorriso. Soddisfatta di aver portato un pizzico di arte e bellezza a questi “scrittori” liberi e puri, di averli fatti divertire ed aver dato loro la possibilità di ritrovare ancora una volta se stessi davanti a qualcosa di originale: oggi il nostro specchio è stato una piccola pennellata e non la riga stampata di qualche libro d’autore Dott.ssa Elena Benevento
San Giorgio e il Drago - Bene e Male tecnica mista su tavola finito ad olio anno 2013, 92x63 cm.
N
ato a Viareggio, in tempo per attraversare, nella sua adolescenza, i passionali anni settanta. Architetto e Docente di disegno e storia dell’arte. Il piacere di leggere, ha fatto maturare in Vecoli la voglia di raccontare e così la parola è divenuta un gioco serio per elaborare storie ed emozioni. Questi i suoi romanzi: “Il pranzo dei Burlanti” (Firenze 2002) (Primo premio “Firenze, Capitale d’Europa” 2007); “Il Pezzente di Denari” (Viareggio 2006)( Secondo premio “Firenze, Capitale d’Europa” 2006) e nel 2013 “Crescevano Sogni, Fiorivano Eskimi” (Ebook, 2013) ( Finalista premio “Firenze, Capitale d’Europa” 2014)”. Tre romanzi che ci raccontano l’Italia di oggi e degli ultimi decenni. Alcuni suoi racconti sono stati premiati a vari premi nazionali Ha curato alcuni cataloghi di grafica di G. Michetti. Opere dei suoi allievi del liceo sono state pubblicate in alcune raccolte: “Architetture Disegnate” e “Fantasie disegnate”. Ha curato il volume “Lo stabilimento dei marmi al quartiere Varignano di Viareggio”. Pubblica, nel 2009, il DVD “Il Monumento ai Caduti di Viareggio” in collaborazione con Claudia Baldi e la regia di A.Padovani. Nel 2011 cura l’esposizione presso i Civici Musei di Palazzo Paolina di Viareggio della mostra “Architetture Disegnate”, patrocinata da Comune di Viareggio e Provincia di Lucca, comprendente una raccolta di disegni e rilievi delle architetture balneari Liberty e delle Pievi romaniche della Versilia, di cui cura anche il catalogo. Dopo anni di solitario e silenzioso lavoro, stimolato dalla amicizia fervida e feconda del maestro Giorgio Michetti, si decide ad esporre le sue pitture e grafiche. Nel novembre del 2012 la prima mostra personale di pittura “Presenze Immaginarie” alla Galleria Europa a Lido di Camaiore, (esposta poi in varie località: Livorno, Pontedera, Lucca, nel corso del 2013). Nel 2013 abbiamo potuto ammirarlo nella mostra “Grafichevolemente” (Lucca), nella bipersonale con la scultrice Rosalba Maccianti, al Teatro Odeon di Ponsacco nella collettiva “Pinocchio & friends” (Pistoia. Palazzo Comunale e Firenze Palazzo Medici Riccardi). Nel 2014 molte altre rassegne:mostra collettiva degli Artisti dell’Associazione Ro-Art alla galleria Il Melograno (Livorno), mostra personale con dipinti, grafiche e acquerelli (Pietrasanta), rassegna internazionale alla galleria Il Melograno (Livorno), con cui vincerà anche il 1°premio della terza edizione del concorso “La Quadrata”, mostra “Antichi Miti, Nuovi Riti”, Villa Schiff a Montignoso (MS). Nel dicembre 2014 prende parte alla Collettiva di Natale alla Galleria d’Arte Il Melograno di Livorno e nel gennaio 2015 una nuova mostra personale alla Galleria d’Arte Il Melograno di Livorno. Vive e lavora in Toscana.
Stefano Carlo Vecoli
www.stefanocarlovecoli.it
Foto scattata da Giovanni Nardini
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