GRATIS - FREE ANNO 3 n. 20 OTTOBRE08
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ANNO 3 N. 20 - Prezzo di cop. 1,00 € - Pt. Ita. Sped. in Abb. Post. 70% - Aut.ne DCB prov. BO tutti i diritti sono riservati - © 2008
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n° ottobre 2008 who & where direttore responsabile Chiara Caliceti ideatore Marco Mazzoni responsabile contenuti Marco Cantelli responsabile redazione Bologna Michele Maisto responsabili redazione Milano Carlo Armeni, Giovanni de Girolamo responsabili redazione Roma Flaminia Festuccia, Gianfranco Manco in redazione Salvatore Zeola, Maria Giulia Morara, Lorenzo Bovini, Roberto Pisano, Giacomo Dondi, Federico de Felice, Matteo Fallica, Giuseppe Cirasino. logistica Dario Oddenino hanno collaborato Marta Mangiarotti, Erica Dusnasco, Antonella Capalbi, Massimo Abbatino, Davide Vaccaro, Federica Cappa Colella, Chiara Ricci, Salomè Sodini, Benedetta Lotti, Michele Rillo, Tommaso Tani, Tommaso Bianucci, Carlotta Marchioni, Edoardo Baldaro, Andrea Garreffa, Arianna Tassinari, Eleonora Schinella, Lucrezia Adamo, Francesco Iandolo, Erica Scigliuolo, Claudia Cantori, Andrea T Mendoza, Claudia Mastroroberto, Claudio Cannistrà, Lorenzo Ferraioli, Pier Paolo Vecchi. per le edizioni locali Valentino Campisi, Marco Carrelli, Federica Aggio, Francesca Gattuso, Valerio Gironi, Alessandro Rossi, Andrea Spiezio, Enrico Rosetti, Silvio Rizzo, Christian Ferrari, Daniele De Marzi, Isabella Ciucà, Raffealla Monterosso, Silvia Nesta, Giulia Maccari, Piervittorio Scimia, Matteo Brenna, Domenico D’Alessandro. progetto grafico Lorenzo Rapparini Matteo Fantini illustrazione di copertina Tristan Vancini
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Questo numero è stato distribuito nelle province di: Avellino, Benevento, Brindisi, Bologna, Cagliari, Ferrara, Firenze, Genova, Latina, L’Aquila, Matera, Milano, Napoli, Parma, Pistoia, Rimini, Roma, Vicenza. BLOGmag è stato stampato c/o Grafica Editoriale Printing – via E. Mattei 106 – Bologna – interamente su carta riciclata ecologica con certificazione europea ECOlabel. Aut.ne Tribunale di BO n. 7623 – 19/01/2006.
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penso che BLOGmag is back Dopo un’estate e un inizio d’autunno ai limiti del sorprendente per quanto riguarda la scuola (chi l’avrebbe mai detto che un Ministro fino a metà luglio impalpabile come Mariastella Gelmini avrebbe poi impostato la sua piccola rivoluzione?), rieccoci sui banchi con BLOGmag, fresco di stampa e con diverse novità. Piccoli e grandi cambiamenti che riguardano prima di tutto la grafica e la disposizione delle pagine della rivista: ce l’abbiamo messa tutta per mettervi tra le mani un giornale ancora più fresco, interessante e divertente… Per darvi insomma una valida alternativa alla lezione di filosofia! Per fare ciò, abbiamo contattato alcuni dei nostri migliori corrispondenti dall’Europa, giovani scrittori, campioni olimpici ed “esperti di sentimenti” senza peli sulla lingua. Tutto senza mutare il nostro stile diretto, obiettivo (la politica non infierirà mai sui nostri contenuti!) e – perché no – mooolto cinico: lo stile di studenti che scrivono. Senza essere professionisti ma semplicemente ragazzi dotati esclusivamente di voglia di fare e curiosità, su una rivista letta da studenti. BLOGmag siamo noi, insomma: la rivista DEGLI studenti. la Redazione P.S. Su www.blogmag.it trovate on-line il nuovo blog di BLOGmag, aggiornato quotidianamente. Partecipate!
Questo numero è stato creato grazie all’indispensabile supporto della Consulta Studentesca Provinciale. www.blogmag.it myspace.com/blogmag
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n° ottobre 2008 in questo numero pag. 7 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 18 pag. 22 pag. 24 pag. 36 pag. 40 pag. 44 pag. 46 pag. 50 pag. 52 pag. 54 pag. 57 pag. 62 pag. 64
zero in condotta riparati o rimandati? organizzare la gita integrazione in italia veline barack vs mccain europe basquiat attack q&a: marco carta oasis musicbox la bocca della veritĂ halloween test tropic thunder show andrea cassarĂ giochi e oroscopo BLOGmag 5
zero in condotta Ad una nuova riforma seguono sempre nuove proteste, vediamo perchè autore > marta mangiarotti luogo > genova categorie > scuola
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tags > riforma, ministro, voto in condotta, tagli, bilancio
e polemiche che riguardano le cicliche riforme dell’Istruzione non si sono fermate neanche a questo giro. La riforma Gelmini è uno dei motivi di scontro più accesi e aspri con le politiche governative. I nuovi (o antichi) modelli che il ministro propone sono causa di forti divisioni nel mondo nella scuola.
La riforma del sistema liceale Ma quali sono i punti focali che la riforma tocca? E soprattutto, cosa
cambierà all’interno del sistema per i licei? La riforma innanzitutto si propone di diminuire il numero dei docenti. Per i ragazzi di Azione Giovani la riforma è di sicuro meritocratica: “lo studente determina le condizioni dello sviluppo della scuola: non si vuole mettere in secondo piano la figura del professore, ma si pone in centro l’elemento più importante, lo studente”. Abbassando il numero dei docenti si possono reperire fondi per stipendiare
maggiormente i professori più competenti, per ottimizzare il bilancio e finanziare attività esclusivamente per lo studente. Secondo la Rete degli Studenti la riforma, invece, si pone solo da un punto di vista economico e non pedagogico. I tagli al corpo docente e i continui rinvii per le assegnazioni di cattedre di ruolo servono solo a reperire fondi. In effetti, afferma Giulia Tosoni, della ReDS (Rete degli Studenti), il problema sta proprio nella visione esclusivamente economica di una riforma che invece è alla base dell’istruzione e della formazione pedagogica. Un docente che abbia il problema dello stipendio o che non sappia per quanto tempo avrà una classe, non può insegnare con serenità. E ne risentono anche gli studenti. A questo riguardo sono concordi anche da Azione Giovani che, infatti, propongono una commissione nazionale che produca una classifica dei docenti per meritocrazia e non solo per anzianità. Opzione non scartata nemmeno dagli studenti di sinistra che però riflettono sulla difficoltà di creare una commissione simile che non dimentichi il territorio, gli insegnanti precari senza cattedra e che lasci modo agli insegnanti di fare tirocinio,
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si può fare. Basta contestualizzare.” I ragazzi della Rete degli Studenti invece mettono in guardia: “se dopo i quattro anni, che diventerebbero canonici, per accedere all’università si proponesse un anno integrativo – dicono – si rischia di minare la parità di diritti degli studenti, occludendo l’accesso a chi non può permettersi di proseguire gli studi. Un anno in più non obbligatorio sarebbe seguito solo da chi non ha problemi economici, che di conseguenza non potrebbe nemmeno proseguire con l’università”. Inoltre, ricorda la RedS, sarebbe necessario un giusto adeguamento dei programmi. Altra assimilazione all’Unione Europea riguarda il numero di corsi di studio. Gli indirizzi attuali dovrebbero essere ridotti a un numero più gestibile e che non crei confusione nei ragazzi alle prese con la difficile scelta della scuola superiore. Questa possibilità non è accolta in maniera totalmente ostile dai ragazzi della Rete degli Studenti, che però si chiedono quali diverrebbero i criteri di divisione degli indirizzi. È necessaria più attenzione per i tecnici, solo in
l’opinione di Marco Mazzoni Nato a Bologna 23 anni fa, è il fondatore di BLOGmag. Il suo blog è www.marcomazzoni.eu.
Ecco a cosa sembra servire oggi fare decreti legge o proposte di riforma della scuola… (e non solo): - ti danno un motivo per finire sui giornali, - ti danno un motivo per pagare i tuoi innumerevoli “consulenti”, - tengono impegnata l’opinione pubblica, - fai vedere che ti meriti il tuo stipendio “da fame”, - rompi le palle all’opposizione, o quantomeno gli restituisci il favore… - lo hanno fatto tutti… perché io no? (e la lista potrebbe andare avanti…) Bisogna tener presente che a differenza del passato, dove generalmente le fazioni filogovernative erano sempre d’accordo con l’operato del Ministero (o se ne stavano zitte…) e invece quelle antigovernative facevano un casino assurdo, quest’anno succede che queste proposte (e mi riferisco in particolare alle norme “antibullismo” etc…) riscuotono consensi e dissensi un po’ da tutte le parti. Io personalmente non ritengo che decidere che il voto in condotta faccia media e per questo essere determinante per la bocciatura se insufficiente sia una soluzione che dia più forza al corpo insegnante e funga da deterrente contro i bulli… Primo perché i bulli, quelli veri, già oggi vengono puniti severamente (se vengono beccati…) anche con la bocciatura d’ufficio; e secondo perché per ridare dignità al corpo insegnante non gli si deve dare un bastone in più, semmai un bel chilo di carote, il bastone ce l’hanno già… e bello grosso. …poi resta tutto da vedere se il “fenomeno del bullismo” sia in crescita o meno… e SECONDO ME ci sono solo più giornalisti che vanno su youtube.
Un voto per la bocciatura
Ultimo dei punti che prendiamo in considerazione, la questione del voto in condotta che concorre alla bocciatura. Da Azione Giovani, ancora un parere positivo: per quanto non sia la soluzione al bullismo, sicuramente concretizza una visione più totale
della formazione dello studente. Non solo la scuola deve fornire nozioni, ma deve anche educare in termini di educazione civica. Con il voto in condotta si valuterebbe questo. “Certo – ricordano – non deve assumere forma di ricatto, in particolare contro quegli studenti che sono attivi nella vita politica della scuola. Non deve diventare una minaccia alla bocciatura”. Totalmente contrari da Rete degli Studenti. Il voto in condotta non è sintomo di una maggiore attenzione alla formazione a tutto tondo dello studente, è anzi strumento di minaccia. Tanto più che non è previsto un organo di ricorso né una rappresentanza di studenti che possano avere voce in capitolo. In ogni caso, questa controversa riforma, accusata di essere “da Ministro dell’Economia”, andrà avanti, come ha affermato il Ministro il 4 ottobre anche per vie parlamentari perché “nel caso della scuola si ha bisogno di stabilità e non si può esporre la scuola alle decisioni di un Governo pro tempore”. n
chi è Mariastella Gelmini
come avviene nelle Scuole di Specializzazione per la formazione degli insegnanti della Scuola Secondaria (SSIS).
Quanti anni di scuola faremo?
Altri tagli sono previsti nel sistema: per esempio nella riduzione degli anni del liceo, da 5 a 4 anni. Questa proposta BLOGmag 8
Italia considerati “di status inferiore”, sarebbe adeguato presupporre corsi di specializzazione adeguati e quant’altro. Cambiando il percorso della scuola superiore non si può non considerare la ripercussione che questo ha sul mondo dell’università e del lavoro. L’idea della riforma trova piena approvazione da parte di Azione Giovani. Le competenze sono nelle modalità in cui si portano avanti i programmi, non nel numero di indirizzi. In ogni caso, per Azione Giovani, meglio ridurre gli indirizzi, per evitare come accade nelle università, di mantenere in vita (con cattedre, finanziamenti e quant’altro) corsi a cui accedono pochi, pochissimi studenti.
è stata avanzata nell’ottica di un adeguamento alla situazione europea. Secondo Azione Giovani l’importante non è la durata del ciclo, ma i contenuti. “Se cambia la struttura annuale cambia anche il processo universitario – prosegue un portavoce dei giovani di Azione - quindi potrebbero crearsi problematiche, ma
Mariastella Gelmini, nasce a Leno il 1 Luglio 1973. Laureata in giurisprudenza a Brescia, scende a Reggio Calabria per superare l’Esame di Stato presso la locale Corte di Appello e nel 1994 entra in Forza Italia. Nel 1998 ricopre la carica di Presidente del Consiglio del Comune di Desenzano del Garda. Risalgono al 2002 e al 2004 le nomine di assessore al territorio della provincia di Brescia e di assessore all’agricoltura. Nel 2005 fa parte del Consiglio Regionale lombardo e subito dopo diventa coordinatrice regionale di Forza Italia. Nel 2006 viene eletta alla camera dei Deputati e nel 2008 viene nominata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del governo Berlusconi. BLOGmag 9
il voto in condotta torna a far media!
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ne flew over the cuckoo’s nest. Qualcuno volò sul nido del cuculo, film degli anni ’70 incentrato sulla relatività del concetto di “normalità”. E se Kirk Douglas volava volontariamente sul nido del cuculo, un ospedale psichiatrico, per meglio oltrepassare il labile confine tra normalità e pazzia, qualcuno veniva scaraventato suo malgrado tra le trame di un nido mediatico.
Lo scandalo bullismo
È il settembre del 2006 quando un video che ritrae un ragazzo diversamente abile, vittima di violenza da parte di alcuni compagni di scuola, rimaneva imprigionato nella rete globale. Il volo: da una tristissima realtà a una virtualità fatta di ghigni
Riabilitata lí antica spada di Da mocle sulla testa degli studenti più irr equieti. Opinioni, interviste, giudizi.
autore > antonella capalbi luogo > matera categorie > scuola
tags > bullismo, voto in condotta, prof Fregola, educazione, bocciatura, badge e risate. Il nido: la sezione “video divertenti” del sito www.youtube. com. E come questo tanti altri. È lo scandalo, l’allarme. Qualcuno volò sul nido del cuculo e qualcuno ci rimase impigliato. La notizia vola a ali spiegate da un giornale all’altro, da un salotto televisivo pseudo-
culturale ad un altro finché approda ad ali quasi spezzate sulle porte del Ministero della Pubblica Istruzione. Parole chiave: bullismo, violenza, inciviltà. La fine del volo solleva un grosso dire finché c’è la reazione: il voto di condotta tornerà a fare media con le altre materie
e se pari a 5 determinerà anche la bocciatura. “Il voto di condotta è una risposta necessaria e urgente al moltiplicarsi degli episodi di bullismo che purtroppo si verificano nelle nostre scuola” sentenzia il Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Reale rimedio a quello che è diventato ormai un fenomeno strumentalizzato, prolissamente trattato e a oltranza rivisto?
La parola all’esperto
Nella lucida analisi del problema il professor Cesare Fregola dell’università Roma Tre di Roma mette in risalto quanto spesso misure così unidirezionali siano la risposta a una generalizzazione del problema laddove invece da un’analisi più critica e globale delle risorse, delle competenze e del sistema scuola potrebbe derivare una più precisa misura di cambiamento. Il 5 in condotta è una misura risolutiva solo se correlata ad altri strumenti educativi contestualizzati. “Un rifugio nel passato non è la soluzione. Il problema non è complicato ma complesso e la complessità è risolvibile con le dovute analisi.” Mettendo in luce quanto il ritorno al voto di condotta potrebbe finalmente riaprire lo spinoso dibattito sui criteri di valutazione e soprattutto sulla comunicazione degli stessi alle famiglie e agli studenti, spinge a riflettere su quanto un’analisi globale potrebbe essere molto più risolutiva rispetto a provvedimenti estremi che sanno di mancanza di fiducia negli studenti (basti pensare all’utilizzo in alcune scuole del badge, cartellino da timbrare a ingresso e uscita da scuola per monitorare in toto gli spostamenti degli studenti).
probabilmente il ripristino del voto di condotta non riuscirà a trovare applicazione nelle realtà manchevoli di condizioni educative tali da far ottenere una risposta adeguata dagli studenti: “basti pensare ai quattro ragazzi di Palermo che hanno picchiato un docente e si troverà un’ottima applicazione in realtà di per sé già caratterizzata da ordine generale, fatta eccezione che per alcuni casi limite”.
Forse c’è un elemento positivo Di contro sottolinea anche quanto una buona parte degli studenti che abitualmente frequentano il forum del suo sito abbiano commentato in maniera benevola questo tipo di provvedimento tendenzialmente perché la condotta potrebbe risollevare di molto la media scolastica poiché materia in cui più facilmente sarebbe raggiungibile l’eccellenza. Dalla scuola alla digitalizzazione, dalla rete alla pagella, il “folle volo” della violenza. n
tutte le proposte di riforma dalle elementari all’università tutto camberà
La corposa riforma della scuola elementare prevede il ritorno al grembiule, a un unico maestro e al voto in condotta che avrà valore in pagella. Al posto dei giudizi verranno ripristinati i voti, sarà obbligatorio l’insegnamento dell’educazione civica e per ridurre il caro-libri, la riedizione dei testi potrà avvenire non prima di un quinquennio. La Gelmini ha inoltre espresso l’intenzione di migliorare il sistema scolastico del Mezzogiorno con criteri di selezione e valutazione dei docenti. Inoltre le classi avranno un orario complessivo di 24 ore settimanali. Per quanto riguarda l’Università, il reclutamento dei professori dovrà passare attraverso una verifica nazionale di idoneità; le università potranno scegliere autonomamente i docent, le borse di dottorato aumenteranno di 240 euro mensili e i dati relativi ai neo laureati e al loro impiego nel mondo del lavoro verranno pubblicati on-line da ogni facoltà. E ancora finanziamenti per la ricerca e il progetto di un nuovo welfare per gli studenti che si realizzerà con la creazione di nuovi collegi per gli studenti fuori sede. Erica Dusnasco
Facendo notare quanto per un docente in grado di utilizzare tutti gli strumenti educativi nella maniera adatta, il ripristino del voto di condotta possa essere esclusivamente uno strumento in più, il professor Fregola sembra concordare perfettamente con il gestore di uno dei più noti sitireality della scuola, www.scuolazoo. it, Paolo De Nadai. Il gestore del sito, riguardo alla riforma, ha messo in rilievo quanto in realtà BLOGmag 10
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autore > davide vaccaro luogo > napoli categorie > scuola
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tags > esami, bocciature, riparare, rimandare, ministri, Fioroni, Gelmini
iamo un nome alle cose. Eh sì, perché è da più di un anno che ci si nasconde dietro ad abili giochi di parole, appellandosi a una non meglio precisata “correttezza formale”. Di fatto la sospensione del giudizio non è molto lontana dal rimando a settembre in vigore fino al 1995. Era infatti dagli anni ‘20 che i ferventi spiriti estivi degli studenti italiani erano placati da un terribile secchio d’acqua gelida: il pensiero dell’esame di riparazione a settembre. Subito, così come ha sempre fatto ogni studente d’ogni luogo e d’ogni tempo, scattava
30.000
la filosofia del “non fare oggi quello che puoi fare domani”; ma settembre arrivava davvero alla svelta. E allora di corsa a riaprire i libri impolverati (o forse ad aprirli per la prima volta), per scoprire quale fosse l’umano limite di assorbimento nozionistico imposto dalla natura.
Estate di paura
Dopo una sana pausa di dodici anni, gli esami di riparazione sono quindi tornati a turbare le coscienze degli studenti sotto la firma dell’ex ministro Fioroni e la ratifica dell’attuale ministro Gelmini; ma, attenzione attenzione, il ministero ci tiene a fare chiarezza: non si tratta di esami di riparazione ma solo
di verifiche di inizio anno, e la differenza è nettissima, evidentissima... no?! Ma per tutti i disfattisti e qualunquisti c’è un bello schiaffo morale, una bella rivincita del sistema scolastico. Ebbene sì, a quanto pare gli studenti italiani hanno messo tutti, o quasi, la testa a posto! Moltissimi infatti hanno superato le tanto temute verifiche di inizio anno, risultando sufficienti e riuscendo a recuperare i debiti di un intero anno con due o tre mesi di ripetizione, per non parlare ovviamente delle scuole nelle quali gli esami di riparazione (ops... le verifiche!) si sono tenuti a luglio: infatti la legge prevede che i debiti si saldino entro il 31 agosto, o comunque prima dell’inizio del nuovo anno scolastico… In teoria quindi gli esami potrebbero svolgersi anche il 20 giugno! Cavilli legali a parte, questa situazione offre una doppia interpretazione: per i più fiduciosi i ragazzi hanno messo
Dalle disquisizioni sui nomi al solito colpevolizzare gli studenti: gli esami di riparazione sono stati un succeso mediatico
18%
La percentuale di scuole italiane che è riuscita a finire i corsi di recupero prima della metà di luglio.
26,8%
La percentuale di studenti che ha dovuto affrontare gli esami di riparazione.
16,2%
Gli studenti delle scuole superiori bocciati nell’anno scolastico 2007/2008 (+ 2% circa).
la testa a posto, hanno studiato di buona lena e sono finalmente riusciti a recuperare quel terribile debito in matematica o in greco che li tormentava da anni, per i più diffidenti le lezioni di recupero non sono servite a un granché e quindi, BLOGmag 12
per evitare di bocciare i tre quarti dei rimandati, si è deciso di promuovere tutti o di bocciare solo i casi più gravi per giustificare l’esistenza dei corsi di recupero estivi (che figura c’avrebbe fatto la scuola se tutti fossero stati promossi?): ai posteri l’ardua sentenza.
In che modo la tua scuola ha organizzato corsi di recupero per la preparazione all’esame? La mia scuola ha organizzato gli esami di riparazione a luglio, quindi i corsi di recupero sono stati attivati subito dopo la fine della scuola. Sono realmente stati utili per il recupero o sono stati affrontati con leggerezza e superficialità? Sicuramente queste ore estive trascorse a scuola sono state produttive; ma non abbastanza per colmare un intero anno di lacune. Dopo il basso numero di bocciati
Fiduciosi e diffidenti
riparati o rimandati?
Studenti italiani bocciati tra i rimandati a settembre (6%).
Fabio 18 anni IT Giordani Napoli
Svogliati: noi o loro? Noi per il momento possiamo solo “chinare il capo al massimo fattore” osservando che dagli anni venti ad oggi tutti i governi hanno creduto che il vero problema dell’arretratezza scolastica italiana
fosse la svogliatezza dei ragazzi, nei loro interessi esclusivi per l’altro sesso, i motori, le Barbie o quant’altro di frivolo ci fosse, ritenendoli sempre, decennio dopo decennio, una generazione peggiore della precedente, che non ha voglia né di studiare né di lavorare. A nessuno è mai passato per la testa che forse il problema è l’impostazione del sistema scolastico, falsamente autoritario e scarsamente autorevole, così come la qualità di troppi insegnanti dediti più a far imparare Dante a memoria che a trasmettere l’amore per la lettura; o forse a qualcuno questa cosa è certamente passata per la testa ma dirla è “politicamente scorretto”. In fin dei conti gli insegnanti votano, mentre il 95% degli scolari protesta senza diritto di voto, e gli “adulti” troppo spesso tuonano contro gli studenti affermando che “c’è poco da protestare, dovete andare a scuola a studiare e basta”; paradossalmente più gli studenti protestano più il consenso del governo di turno sembra aumentare. E naturalmente le spese di questa politica dell’apparenza le pagano gli studenti, che certo meno studiano più sono felici, ma hanno pur sempre diritto a vivere in un ambiente scolastico sano e rilassato, ed è dovere delle istituzione rendere la scuola un
agli esami di riparazione secondo te è lecito pensare che questo provvedimento sia solo una formalità? Si, a mio avviso è stato un provvedimento finalizzato solo a tenere alta la reputazione della scuola italiana. L’esame finale è stato affrontato con serietà da alunni e professori? Sinceramente eravamo liberi di scambiarci suggerimenti e copiare, è stato messo in pratica in modo informale e poco serio.
Carla 16 anni Liceo Caro Napoli Credi che gli esami di riparazione nella tua scuola siano stati organizzati e gestiti con intelligenza? L’organizzazione era del tutto sbagliata secondo me perché durante gli esami orali alcune classi hanno dovuto aspettare molto tempo, nel mio caso più di 5 ore perché gli insegnanti non seguivano nessun criterio d’ordine. Riguardo ai corsi di recupero, le ore erano poche (15) e credo che in cosi poco tempo non si possa recuperare quello che si e fatto in un anno intero. Gli esami si sono svolti agli inizi di settembre in modo che noi potessimo studiare durante l’estate. Ci sono stati ragazzi che non hanno superato gli esami di settembre? No, tutti hanno superato gli esami, credo che questo provvedimento sia stato attuato solo per far sì che noi alunni studiassimo di più poiché si è detto che anche solo per una materia si era bocciati… quindi in poche parole per intimorirci. In generale, ritieni che siano serviti al reale recupero delle luogo d’apprendimento familiare e non ostile, dove i meritevoli vengono premiati e non dove gli immeritevoli vengono puniti inutilmente e senza criterio: costringere uno studente, e tutta la sua famiglia, a trascorrere un’estate tra le aule di scuola non è un modo né intelligente né utile per far nascere nei giovani l’amore per lo studio e la conoscenza. n
lacune pregresse? Nel mio caso posso dire che gli esami di riparazione mi sono serviti a colmare le lacune, ma, a quanto ho visto, sono stati promossi anche ragazzi che agli esami si sono presentati impreparati. La maggior parte dei ragazzi però, per timore della bocciatura, è corsa ai ripari e si è concentrata molto sullo studio trascurando le vacanze. Un consiglio? Studiare nel corso dell’anno!
Lorenzo 16 anni Liceo C.Lorenzini Pescia (PT) Credi che gli esami di riparazione nella tua scuola siano stati gestiti con intelligenza? Se guardiamo in generale sono stati organizzati discretamente bene. I corsi delle materie ci sono stati quasi tutti, anche se ad alcuni ragazzi (come al sottoscritto per Fisica) è stato consigliato di fare il solo studio individuale, senza corso. A mio parere, ciò che è mancato nella gestione dei corsi è stata l’organizzazione degli orari. Non è stato il mio caso, ma alcuni ragazzi che avevano più materie non sono riusciti ad andare a tutti i corsi dato che questi ultimi si accavallavano, non garantendo così allo studente di poter concludere tutte le ore. Il numero di ore è potuto variare, ma in generale un corso completo ha avuto un massimo di 12-15 ore (distribuite in 3-4 giorni di 3 ore ciascuno). Io purtroppo ho avuto un problema con gli orari dei corsi, poiché inizialmente era stato scritto che il mio aveva certe date, poi è stato spostato di circa due settimane, proprio quando io avevo una vacanza studio. Non sono quindi riuscito ad andare al corso per un problema proprio di organizzazione degli orari. Ci sono stati ragazzi che non hanno superato gli esami di settembre? Si, ci sono stati, e io sono uno di quelli che insieme ad altri 11 ragazzi non ce l’hanno fatta a passare. In generale, ritieni che siano serviti al reale recupero delle lacune pregresse? Credo proprio di no. O meglio, in realtà possono servire al recupero, ma anche nella riforma precedente succedeva questo. Quindi a mio parere che senso aveva (re)introdurre una riforma se poi produce gli stessi effetti, se non peggiori, della precedente? BLOGmag BLOGmag 13 9
organizzare la gita è il momento giusto per farlo e per evitare professori sergenti e mete orribili... mettetevi al lavoro!
costretti ad andare a letto alle dieci tutte le sere, venire coinvolti contro la vostra volontà in marce forzate, trovarvi nel bel mezzo del Nulla senza che nessuno sappia come ci siete finiti. Nella speranza che siano i vostri insegnanti a pensare alla parte burocratica e organizzativa (come trovare un’agenzia di viaggi buona e scegliere il preventivo più conveniente) vi riteniamo pronti per partire: buon viaggio! ■
Contestare note e provvedimenti disciplinari da noi considerati ingiusti... E’ possibile. Vi spieghiamo come
autore > benedetta lotti e salomè soldini luogo > pistoia categorie > scuola
È
tags > gita, viaggi, professori, aerei, biglietti, pullman, prezzi, agenzie
appena iniziata la scuola e già contate i giorni che vi separano dalla fine: perché non concentrarsi invece sul buono che quest’anno scolastico può offrirvi? No, non stiamo parlando di vacanze natalizie, pasquali, o interruzioni ufficiali, ufficiose, fai da te; c’è qualcosa di più interessante ad attendervi, anche se forse in questo momento vi sfugge. Sì, sono proprio loro: i tanto sospirati viaggi d’istruzione, più confidenzialmente dette “gite scolastiche”. E, anche se il momento di partire sembra essere ancora lontano, non è mai troppo presto per organizzarsi: alla meta, per esempio, avete pensato? Ai professori da coinvolgere? Ai consensi di preside, genitori, rimanente consiglio e compagni di classe? Questo è il tempo giusto per farlo: si comincia con un’assemblea, alla quale dovete presentarvi muniti di idee, coraggio e tanta pazienza, e si finisce davanti all’ ufficio del preside “pregando per un sì”. Durante l’assemblea di classe, le idee vi serviranno come base di partenza per volare con la fantasia verso mete troppo lontane, il coraggio vi aiuterà a portare avanti la vostra scelta e la pazienza a sopportare la vasta gamma delle stravaganze dei compagni di classe, che vanno da chi pretende di viaggiare in prima classe su un jet privato, armati di Lysoform e dell’ inseparabile chihuahua, passando da quelli a BLOGmag 14
cui interessa solo fuggire il prima possibile e il più a lungo possibile dalla grigia realtà scolastica, non importa dove e perché, a chi invece sogna di vivere un’esperienza on the road, riverniciando di tutti i colori dell’arcobaleno un vecchio furgone scassato scappando verso l’infinito e oltre. Una volta stabilito il dove, ci si augura senza spargimenti di sangue, il secondo passo è pensare agli accompagnatori: ecco, questo è il momento di cominciare a fare gli occhi dolci ai professori, se necessario fino a muoverli a compassione, per convincerli di quanto portarvi in gita sia un’esperienza straordinaria, irripetibile, e che, anzi, non sono loro a fare un favore a voi, portandovi, ma, al contrario, siete voi a realizzare le loro più recondite aspirazioni: chi, dopotutto, non vorrebbe partire con voi? Ed è proprio per questo che dovete stare bene attenti a scegliere le persone giuste, onde evitare spiacevoli inconvenienti quali: essere
studenti in corte d’appello autore > michele rillo luogo > benevento categorie > scuola
step 1
Prepararsi psicologicamente all’ assemblea di classe.
step 2
Confrontarsi con i compagni, scegliere la meta – attenti al portafoglio!
step 3
Accompagnatori: per scegliere con cura, provvedere il prima possibile. Tutti vogliono portarsi dietro persone normali, piacevoli ed equilibrate; a pochi interessa, invece, finire segregati in camera con sergenti improvvisati che fanno la ronda davanti alle porte.
step 4
Agenzie, biglietti, mezzo di trasporto, date, programmi nella speranza che comunque non dobbiate pensarci voi.
step 5
Pronti, partenza, via!
L
tags > organo di garanzia, nota, provvedimento disciplinare
’anno scolastico è da poco cominciato e già si discute sulle novità introdotte dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Una delle misure adottate è il ritorno del voto di condotta. In realtà anche sulla vecchia pagella era presente questa voce, ma da quest’anno il voto di condotta farà media assieme agli altri voti, e sarà possibile bocciare un ragazzo che, sebbene non abbia riportato insufficienze, abbia tenuto durante l’anno un comportamento scorretto, incivile, indecoroso. Tuttavia anche un alunno che ha ricevuto un’annotazione disciplinare (comunemente conosciuta come “nota”) può ritrovarsi un 5 in condotta. Al di là delle valutazioni legate a questa decisione, tutti gli studenti si staranno chiedendo se e come è possibile contestare un provvedimento ritenuto ingiusto.
L’Organo di Garanzia
Nel caso in cui risultasse vano il ricorso al preside ed al Consiglio di Istituto, è possibile presentare un’istanza scritta all’Organo di Garanzia. Ben pochi studenti sono a conoscenza dell’esistenza di questo Organo previsto dallo Statuto delle studentesse e degli studenti. La composizione di questo Organo è stabilita da ciascun regolamento di Istituto e dovrebbe essere il più
eterogenea e paritetica possibile; ed infatti solitamente l’Organo è composto da due rappresentanti degli alunni, due dei genitori e due dei professori, coadiuvati talvolta anche da rappresentanti del personale ATA. È possibile rivolgersi a questo Organo qualora si ritenga che sia stata comminata una sanzione ingiusta, sia in sede ordinaria, ovvero una volta ogni due mesi, oppure chiedendo una convocazione straordinaria. È necessario presentare una domanda scritta all’attenzione di tutti i componenti dell’Organo ed anche del Preside, e al momento della seduta, se possibile, produrre prove e testimonianze utili per discolparsi. Tuttavia non è consigliabile abusarne, perché l’Organo è stato previsto solamente per discutere dei casi più gravi, casi sui quali anche il Consiglio di Istituto trova difficoltà nell’esprimersi, inerenti a questioni morali ed etiche. Se una nota può pregiudicare l’anno scolastico, rivolgersi senza validi motivi o del tutto impreparati, confidando soltanto sull’appoggio della componente studentesca, all’Organo di Garanzia, è un’operazione che potrebbe rivelarsi infruttuosa. Talvolta è lo stesso regolamento di istituto a decidere minuziosamente le sanzioni da applicare per ogni situazione, e a regolare i casi in cui è possibile rivolgersi all’Organo di Garanzia.
È quindi di estrema importanza che tutti gli alunni conoscano il regolamento, e che i rappresentanti di Istituto li consultino prima di approvarlo.
Un caso recente
Recentemente è apparsa su quotidiani locali la sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce che non è corretto da parte di un professore minacciare di bocciatura un alunno: è per casi come questi che è stato pensato l’Organo di Garanzia, e se neanche questo dovesse bastare, allora è possibile ricorrere alla Giustizia ordinaria. Tuttavia è opportuno valutare bene il da farsi e, in ogni caso, sarebbe buona norma cercare di mantenere un clima di serena collaborazione e rispetto fra gli alunni ed i docenti, evitando casi che possano pregiudicare l’armonia e la serenità necessaria allo studio. ■ BLOGmag 15
integrazione in italia Non sempre gli stranieri (o i figli di immigrati) vengono ben accolti nel nostro Paese. E tra un caso di cronaca e l’altro, c’è anche qualche piacevole eccezione
“
Ciao Abdoul e scusami per questo paese di m.” Questo un commento che qualcuno ha scritto sul quaderno posto fuori la chiesa il giorno del funerale di Abdoul “Abba” Guibre, diciannovenne, cittadino italiano come noi, studente come noi; la differenza sta nel colore della sua pelle, nera, e nei suoi genitori, immigrati. Anzi, stava, perchè lui è stato ucciso per un banale furto di merendine all’alba in un locale nel milanese. Un furto che ha scatenato le ire del proprietario e di suo figlio che, dopo averlo rincorso con il furgone, lo hanno letteralmente ucciso di mazzate, con una spranga. Davanti agli occhi dei suoi amici, dei suoi compagni di avventura, anche loro ragazzi come noi, anche loro immigrati. Un tale bottino non può certo giustificare né scusare un omicidio – nessuno è stato sfiorato dall’idea di invocare l’eccesso di legittima difesa – ma ancor più gravi ed intolleranti sono gli epiteti razzisti che i due assalitori gli hanno urlato in faccia mentre lo picchiavano. “Negro di merda”. Si fa fatica anche solo a scriverle certe parole. Altra storia, altri protagonisti. Un paese come tanti nel nord est Italia, un bambino che giocando si fa male alla caviglia, viene portato in ospedale e visitato da un dottore in servizio al pronto soccorso. Un medico come tanti altri, bravo come tanti altri, ma anche lui immigrato africano. Il bambino, steso sul lettino delle visite, non apre la bocca, non accusa alcun dolore, impaurito si ritrae. E’ la mamma a spiegare al dottore il perchè di tale atteggiamento: “Sin da piccolo, la nonna gli ripete che se fa il cattivo verrà l’uomo nero a prenderlo”.
La seconda generazione di immigrati
Due episodi, uno estremamente grave, l’altro molto meno, sintomatici BLOGmag 16
più ottuse ed impaurite – da cosa poi di come nel nostro Paese non si sa – possono nutrire odio nei l’integrazione rimanga soltanto una confronti di queste persone perché bella parola scritta su circolari e “diverse”, perché con la pelle scura o dichiarazioni politiche. Perchè anche perché pregano un altro Dio o perché se nell’uccisione di Abba gli inquirenti hanno una strana cadenza nella voce. non hanno ritenuto opportuno Non possiamo negare che siamo chiamare in causa l’aggravante un Paese arretrato, da razziale, tutti immaginiamo che questo se fosse stato un Paolo Rossi a rubare dolciumi non avrebbe avuto il cranio fracassato. La situazione in realtà è più complessa di quanto possa apparire: ci accorgiamo infatti che ormai inizia a prevalere la seconda generazione di immigrati, ovvero i figli di coloro che sono scappati in Italia per cercare non fortuna, ma Percentuale di reati sopravvivenza. di tipo sessuale commessi Bambini da italiani in Italia (La Repubblica, 2007).
90% 34%
Percentuale di giovani che ritiene che l’immigrazione sia il principale problema dell’Italia (La Repubblica, 25 settembre).
che, portati via a due anni dalla loro terra natale, non hanno ricordi di essa, bensì vedono l’Italia come proprio paese, alla pari di come la vediamo e la viviamo noi. Sono i ragazzi che abbiamo come vicini di banco, i ragazzi con cui andiamo a giocare nei campetti di quartiere e con i quali passiamo le serate in giro. Solo le menti
autore > tommaso tani luogo > l’aquila categorie > attualità
tags > stranieri, immigrati, figli, studenti, furti, integrazione, medici punto di vista: non riusciamo a pensare che una persona straniera che viva, lavori e paghi regolarmente le tasse – forse questo ci risulta strano? - in Italia come noi possa essere considerato italiano a tutti gli effetti. Tra tempi di permanenza sul territorio e pratiche burocratiche, occorrono 14 anni perché un immigrato acquisti la cittadinanza italiana: un tempo alto, altissimo, se paragonato alle democrazie europee che vivono ormai da molto più tempo un fenomeno di immigrazione addirittura superiore – basta pensare alla Francia e alle sue colonie africane.
spesso capita che chi entra in Italia, riesca a fare suoi i valori che la nostra democrazia rappresenta e ad avere allo stesso tempo il coraggio che spesso ci manca di manifestare, come a Castel Volturno, per chiedere allo Stato una presenza massiccia e concreta per poter lottare contro ‘o Sistema che tanto ci affligge, ma che ci vede sempre titubanti nell’affrontarlo. n
Tutti uguali tra i banchi
Come ormai in ogni problematica italiana, la soluzione non possiamo che essere noi, i ragazzi. Gli studenti che non si fanno problemi né domande se il compagno di banco fa di cognome Guibre o Pulianov o Malandila e sono felici di offrirgli lo stesso trattamento di un Rossi o Bianchi o Esposito. Siamo noi, quelli che devono riuscire a mettere in campo la giusta volontà di far sentire a casa propria persone che hanno a tutti gli effetti il diritto di essere uguali a noi. Non dobbiamo cadere in sciocche paure, non dobbiamo ricorrere pavidamente alla ricerca di un capro espiatorio, di un diverso da additare per non girarci e guardare i nostri problemi. Perchè
45%
La percentuale di italiani che ritiene che gli immigrati abbiano un’influenza positiva sul Paese (Ipsos,maggio 2007).
In diretta da Luzzara, paese multiculturale Luzzara è un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia dove il tasso di immigrazione è del 15,8%, il più alto di tutta la provincia. Il dato è molto alto perché gli extracomunitari in queste campagne trovano facilmente lavoro, facendo quei mestieri che gli italiani rifiutano. Le etnie presenti sul territorio sono in prevalenza indiani e pakistani e l’immigrazione è iniziata già da molti anni, tant’è che le seconde generazioni appaiono integrate nel territorio. La convivenza non è facile perché in alcune frazioni del paese gli stranieri sono quasi la totalità degli abitanti: ad esempio nelle scuole elementari alcune classi vedono 28 stranieri su 30 alunni. L’amministrazione comunale sta lavorando molto per permettere l’integrazione: a settembre è stato organizzato un festival culturale dal titolo “Uguali e Diversi”, il quale ha visto la partecipazione di nomi importante come Gad Lerner, e che ha avuto lo scopo di far
85%
Gli italiani che ritengono che gli immigrati lavorino in quantità uguale o maggiore al resto della popolazione (Ipsos, maggio 2007).
incontrare le persone per parlare di diversità. Cercare di educare all’integrazione è il primo passo per far nascere una comunità multiculturale serena. Martina Castigliani corrispondente de “La Gazzetta di Reggio”
BLOGmag 17
bellezze o presunte tali da ogni parte d’Italia, ha realizzato una media di ascolti da capogiro (sempre sopra il 20% di share e oltre 5 milioni di spettatori). Con l’inquietante sensazione, sera dopo sera, di essere davanti alla replica della stessa puntata. Sempre uguali gli stacchetti, i tempi, le gag e le battute.
Un sorridente esercito di replicanti
aspirazione: velina Guardiamoci attorno: le veline sono nelle nostre classi! Un esercito di belle replicanti con una sola ambizione: ballare sopra a quel bancone. autore > flaminia festuccia luogo > roma categorie > attualità
I
tags > veline, concorsi, miss, stacchetti, greggio, iacchetti
l calciatore e la velina. Duo simbolico che riassume in sé il massimo del trash televisivo-sentimentale e allo stesso tempo l’inconfessata e inconfessabile aspirazione di un’intera generazione di italiani. BLOGmag 18
Di italiane, soprattutto, a quanto si dice: e c’è voluto anche un bel programma per farcelo capire ancora meglio. Tutta l’estate siamo stati accompagnati da un Ezio Greggio un po’ paterno e un po’ lascivo che, mettendo in mostra
Ma soprattutto, sempre uguali le ragazze, bionde o more che fossero. Da nord a sud ci hanno propinato un sorridente esercito di replicanti di coscia lunga e scollatura appariscente. Le centinaia di aspiranti al bancone di Striscia la Notizia ci hanno messo di fronte a una realtà inequivocabile: il modello di donna da sognare, bella, alta e magra, che sgambetta in tv all’ora di cena, non è più un’eccezione, se per fare la trasmissione ne hanno racimolate così tante. Per la gioia di chi apprezza tali qualità femminili, lasciando però una domanda senza soluzione: è la televisione che rappresenta la realtà o è la realtà che si sta adeguando alle necessità televisive? Ma è un po’ come tornare sull’antica questione dell’uovo e della gallina. E ora che le nuove Veline sono state elette a furor di popolo, siamo stati bombardati da interviste, servizi e speciali per presentarcele meglio: forse l’unica vera occasione che hanno avuto per parlare di sé, perché appena salite sul bancone di Striscia di loro verranno ricordati solo gli hot pants microscopici, i tacchi impossibili e le scollature ai confini della realtà. E magari qualche fidanzamento vip.
“Il calendario? Mai!”
All’incoronazione, il fatidico stupore “Non ci credo!”, la commozione e la frase di rito “Tutto è nato per gioco, io non mi volevo nemmeno iscrivere alle selezioni”. Ma non si può dire che l’idea di una carriera televisiva non le avesse mai sfiorate, tra la fascia di Miss Roma per la mora e il concorso “Fotomodella dell’anno” per la bionda. Ma che veline sarebbero senza questa deliziosa ingenuità
iniziale, che fa dichiarare all’unisono “Il calendario: mai!”, quasi ci fosse maggior disonore nelle nudità su carta che nei balletti pornosoft in fascia preserale. E, ovviamente, annunciano con sicurezza che tra un anno le vedremo ancora accanto al fidanzato di sempre, quello che le amava anche quando non erano famose. Niente vip, allora? Non proprio: per non sbagliare la mora si è portata avanti con il lavoro, unendo il suo destino sentimentale a Francesco Botta. Glielo concediamo, proprio di vip non si può parlare, ma è pur sempre quello che nella casa del Grande Fratello 8 si è fatto notare per la scarsa propensione alla monogamia.
Classe 1990
Lasciando da parte però le scommesse sul tempo che impiegheranno i focosi terzini dell’Inter a far rompere alle nuove veline la loro promessa, quello che più salta all’occhio è l’età di Federica e Costanza, entrambe classe 1990, gli impegni di studio un po’ trascurati a favore della grande avventura televisiva con la promessa di riprendere gli studi in seguito. Ognuna con il suo mito da seguire (per una Ilary Blasi, per l’altra “Le tre more per eccellenza, Canalis, Palmas e Satta”) e la speranza che la notorietà non finisca con Striscia. Diciott’anni, le idee chiare, un futuro ben disegnato in testa. Sono le nuove veline, ma sono anche le compagne di classe di qualcuno, e se non avessero vinto la finale sarebbero tornate sui banchi, una per dare la maturità, l’altra per il primo anno di università. e così ci è venuto un pensiero, un po’ provocatorio ma, alla luce dei fatti, decisamente realista. Ci guarderemo intorno, la prossima volta, davanti alla scuola. Scruteremo le nostre amiche, una ad una. Provando a capire se in quel momento nella loro mente e nei loro sogni aleggia, come per le tante viste sul palco quest’estate, quel singolare oggetto mitologico che è il bancone di Striscia la Notizia. Se anche loro, in due parole, hanno la massima aspirazione di farsi sbirciare il sedere da sotto in su dalla mitica coppia Greggio-Iacchetti. n
Veline Story
Tutte le veline di Striscia la Notizia (in grande l’anno della prima apparizione)
1992
2004
1993
2005
Cecilia Belli Fanny Cadeo Laura Valci
1988
Cristina Prevosti Stefania Dall’Olio Eliette Mariangelo Micaela Verdiani
1989
Jordy Gordon Indra Smith Simonetta Pravettoni Terry Sessa Annalisa Gambi
1990
Laura Paternoster Monica Spreafico Sonia Grey Angela Cavagna
1991
Ana Laura Ribas
1994
Miriana Trevisan Laura Freddi
1995
Alessia Merz Cristina Quaranta
Lucia Galeone Vera Atyushkina Melissa Satta Thais Souza Wiggers
2008
Veridiana Mallmann Federica Nargi Costanza Caracciolo
1996
Roberta Lanfranchi Marina Graziani
1997
Alessia Mancini
1999
Maddalena Corvaglia Elisabetta Canalis
2002
Giorgia Palmas Elena Barolo BLOGmag 19
chi fa la spia...
Status Single.
non è figlio di Maria, diceva un noto detto. Figli che sono drammaticamente destinati a diminuire con una nuova invenzione tutta italiana autore > giovanni de girolamo luogo > milano categorie > attualità hi-tech
C
tags > gps, location intelligence, privacy, grande fratello, tradimenti, libertà vigilata
ari disertori di scuola, pirati della strada, fidanzatine e fidanzatini bugiardi e infedeli... la pacchia è finita! L’hanno inventato. Il GPS spia che permette di geolocalizzare ogni posizione (geografica si intende) in qualsiasi luogo del mondo, a qualsiasi momento della giornata, è stato realizzato da un’azienda tutta italiana, trevigiana per l’esattezza: la Ubiest. L’azienda specializzata in soluzioni di Location Intelligence, prendendo spunto da Msn e dal noto reality “il Grande Fratello”, ha realizzato Ubisafe: un dispositivo malefico capace di monitorare 24 ore su 24 chiunque e qualunque cosa si desideri, veicolo o oggetto utile e inutile che sia. Il sofisticatissimo sistema, che farebbe rabbrividire i peggiori delinquenti in libertà vigilata, si compone di un software da installare sul cellulare grazie al quale tenere costantemente sotto controllo uno o più apparati GPS ultraleggeri. Ogni apparato pesa appena 70 grammi (l’equivalente di 35 piume di galline paesane per intenderci) e può essere praticamente nascosto ovunque: dallo zainetto del figlioletto che dice di andare a scuola e invece non ci va, alla borsetta della fidanzata che il sabato sera dichiara di uscire con le amiche mentre se la spassa con il vostro migliore amico; dalla tasca della nonna che dopo la messa smarrisce la strada di casa vagando con la fantasia sui ricordi della gioventù, al
BLOGmag 20
cruscotto del figlio che sfreccia per le strade della città noncurante dei limiti di velocità previsti dalla legge. Il dispositivo infatti è in grado di rilevare la velocità del veicolo che lo trasporta e tenere costantemente informato lo “spione” su relative infrazioni ai limiti di velocità. C’è inoltre una particolare funzionalità chiamata “geo-fencing” che consente di impostare un recinto virtuale invalicabile dal possessore del dispositivo, che non può oltrepassarlo senza far scattare un sms di avvertimento del tipo “superato limite invalicabile, prepararsi al fuoco”. Il localizzatore tascabile è in vendita già oggi al prezzo di 199,99 euro, mentre il software mobile UbiSafe è sottoscrivibile su abbonamento da 14,99 euro al mese o 119,99 euro per un anno. Ci sono cose che non si possono comprare: la libertà, da oggi, non è più una di quelle. n
Premiato e utile? È un vanto essere italiani per cose come la pizza, il Colosseo, la pasta? Oggi lo sarà ancora di più, perché anche l’azienda che realizza Ubisafe, la Ubiest, è completamente italiana. E l’invenzione di questo simpatico gadget, che sicuramente spopolerà tra le idee regalo per il prossimo Natale, non solo è stata premiata con la gratitudine di tutte quelle persone che hanno qualcosa da nascondere, ma anche con un premio internazionale. Infatti la Ubiest si è aggiudicata il LBS Challang, concorso che ogni anno premia le migliori soluzioni al mondo basate sul sistema di localizzazione GPS, tenutosi al Mobile World Congress a Barcellona. Oltre a dei facili problemi generati dall’apparecchio, a cui si possono trovare altrettanto facili soluzioni, cosa può fare davvero per noi questo ritrovato tecnologico? L’opzione sicuramente più interessante è il monitoraggio della velocità. Se usato propriamente, Ubisafe può scoraggiare i guidatori ad imitare i piloti di Gran Turismo e magari dare un notevole contributo alla riduzione del numero di incidenti che avvengono quotidianamente. Paolo Sansone
1991
to USA ’eserci imo l i u c r in Anno izzato per p . l S i t P u G ha ologia alcolo la tecn lliti per il c ma ; ate orbita o 24 s Ci son ordinate in sizione ne o delle c iare una po . 3 cc a r o solo per t ser von
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sfida per la casa bianca
Come sempre, è democratici contro repubblicani: il nuovo che avanza sfida un conservatore amato e spregiudicato
autore > chiara ricci e tommaso bianucci luogo > pistoia categorie > mondo
C
tags > obama, mccain, palin, biden, usa, elezioni, democratici, repubblicani
os’è che rende questa campagna presidenziale la più sporca, la più intensa e la più teatrale della storia statunitense? Chi sono i candidati? Quali sono le loro carte vincenti? E’ importante capire che a influenzare la penna degli elettori statunitensi, che il prossimo 4 novembre sceglieranno la persona che governerà il loro paese (nonché indirettamente le sorti del mondo), non sarà assolutamente la fede in un partito o in una tradizione politica: qui si tratta di un aut-aut fra due uomini
BLOGmag 22
molto diversi, entrambi con una storia affascinante alle spalle, un carisma e una capacità di far leva sull’elettorato tali da travalicare i confini di ogni appartenenza politica.
La rosa dei quattro e Barack Obama
McCain e Sarah Palin, Obama e Biden: questa è la rosa dei quattro che ruota attorno al seggio presidenziale. Barack Obama, 47 anni, madre dal Kansas e padre dal Kenya, è l’uomo delle sfide impossibili, l’uomo rassicurante di “Yes, we can”. Nonostante i suoi detrattori possano far leva su un curriculum
piuttosto scarno da senatore al primo mandato, l’“americanità” di Obama, tanto cara al popolo degli States, non è in discussione: Obama incarna perfettamente tanto la tenacia patriottica quanto i sogni degli immigrati. Attrae tanto i giovani nelle università quanto i cattolici, offre ai media un’immagine di uomo posato e riflessivo. E i media lo osannano. Fonda la sua campagna elettorale sul no alla guerra in Iraq (ormai per tutti una scelta impopolare), sull’unità e sul cambiamento. Un personaggio diverso dalle solite facce di Washington, un personaggio che però solo negli Stati Uniti, terra che offre a tutti una chance, avrebbe potuto farcela.
La vice di McCain contro l’anziano democratico
L’altro volto nuovo di questa campagna elettorale non è meno interessante né meno “cool” di Obama: Sarah Palin la supermamma, la reginetta di bellezza, campionessa di basket e cacciatrice di alci, la vice del repubblicano McCain.
Classico esemplare della donnapraticamente-perfetta-sotto-ogniaspetto. La Palin fino a qualche tempo fa non era altro che lo sconosciuto governatore di uno stato lontano e ricchissimo (l’Alaska), quasi deserto, con un curriculum politico e culturale talmente improbabile che al confronto quello di Obama sembra quello di Winston Churchill. La scelta della Palin da parte di McCain ha scatenato un vespaio di critiche: molte voci ritengono che mai ci fu al mondo governatore più lontano dai problemi economici degli americani, altri ancora vedono in questa battagliera conservatrice un pericolo per le libertà femminili in materia di aborto e contraccezione. Resta il fatto che la scelta del vice rivela molto sul candidato presidente: Obama, scegliendo un anziano senatore esperto in politica estera, Joe Biden si è rivelato fondamentalmente lungimirante, deludendo però i più desiderosi di novità; McCain, forse sperando di catturare qualche voto in più da parte dell’elettorato femminile, ha scelto una perfetta sconosciuta che, come se non bastasse, in materia di politica estera la pensa in maniera opposta alla sua (McCain dichiara di voler rinforzare il contingente militare in Iraq, Sarah Palin “spera di trovare una via d’uscita”), rivelandosi uomo d’istinto anche se a dir poco avventato. Ma cosa influenza davvero il voto del’elettore statunitense? Luci e ombre della vita di ciascun candidato sono gettate in pasto ai brutali riflettori mediatici e vivisezionate nel dettaglio tanto che la storia personale del candidato assume nell’ambito delle presidenziali USA, più rilievo e più peso del programma elettorale stesso: l’elettore vuole farsi un’idea del temperamento del futuro presidente per capire come potrebbe reagire nei momenti critici. L’aspetto emotivo spesso supera di gran lunga quello razionale: il futuro presidente deve essere in primo luogo un grande comunicatore capace di incantare gli elettori mostrandosi partecipe ai loro problemi attuali, senza tralasciare una buona dose di “vecchi valori”, a loro tanto cari. Niente di strano, per un Paese con una tradizione politica ormai consolidata ma che è chiamato a scegliere chi occuperà la poltrona più influente del mondo. n
Candidati a scuola Mentre i due candidati infiammano i media di tutto il mondo arringando le folle sui temi di maggior interesse, quali la crisi economica e la guerra in Iraq, poco ci giunge riguardo al tema dell’istruzione, che tanto sta a cuore a noi studenti. Cercando un po’ nei programmi di Obama e McCain, ci rendiamo conto che i problemi da affrontare e le soluzioni proposte sono essenzialmente i medesimi da entrambe le parti. Nonostante questo non sia un argomento prioritario per nessuno dei due, si nota la generalizzata volontà di portare una boccata d’aria fresca in un sistema ritenuto carente su più fronti. In paricolare, il punto chiave è rappresentato dalla semplificazione delle modalità di accesso agli aiuti economici per gli studenti, come borse di studio e fondi ad interessi zero, che già il governo mette a disposizione, ma che spesso non vengono nemmeno richiesti a causa dei numerosi e lunghi procedimenti burocratici. E se McCain vuole dare più autonomia ai presidi in materia di fondi e maggiore consapevolezza ai genitori del loro ruolo rispetto alla scuola, Obama propone nuove modalità di assegnazione del reddito agli insegnanti in base al merito, una riforma dei metodi d’insegnamento ed una serie di nuovi e più estesi aiuti economici per rendere l’educazione universitaria più vastamente accessibile. Così, mentre l’Italia politica cerca di riformare l’Istruzione in nome del risparmio, cercando altrove le sue priorità, ambo gli schieramenti statunitensi si vedono concordi su una strategia di incentivi a studenti, insegnanti e ricerca. Lungimiranza o grossolano errore?
6
La differenza d’età in anni tra John McCain e la madre di Barack Obama.
25
La differenza d’età in anni tra John McCain e Barack Obama.
43
I presidenti degli Stati Uniti fino a George W. Bush.
2
Gli altri candidati: Barr (partito Libertario) e Nader (Indipendente).
49% Obama 43% McCain
(sondaggio CNN, 2 Ottobre)
58%
La percentuale di statunitensi che pensa che sia necessario che il Presidente affronti prima i problemi economici.
13%
La percentuale di statunitensi che pensa che sia necessario che il Presidente affronti prima i problemi di sanità e di terrorismo.
63%
La percentuale che McCain (Wyoming) e Obama (Hawaii) hanno nelle loro roccaforti.
BLOGmag BLOGmag 23 9
notizie sparse dal vecchio continente a cura di Roberto Pisano
inghilterra Arte alla deriva: Drift 08
Una misteriosa creatura acquatica è stata intravista sul Tamigi nei pressi di London Bridge. All’apparenza un fluttuante dragone translucido, si tratta invece di una proiezione luminosa, ideata come installazione per Drift 08, una nuova mostra di arte contemporanea dedicata al Tamigi. Numerose installazioni, proiezioni luminose e sonore, sculture, dipinti organici e altre innovative forme d’arte popoleranno il fiume e le sue rive nel tratto fra Blackfriars e Tower Bridge. Drift 08 costituisce uno dei molti progetti che la capitale britannica sta finanziando in preparazione delle Olimpiadi del 2012, con la promessa che l’evento non sarà limitato all’ambito sportivo ma costituirà un’occasione di grande festa anche per le arti e per tutte le attività creative e culturali. C’è al momento un’atmosfera
di grande entusiasmo per questa Cultural Olympiad, nonostante qualche perplessità sulla presentazione di London 2012 durante la cerimonia di chiusura quest’estate a Pechino. Ma la quantità di progetti (e di fondi) in ballo sembra garantirlo: ci si può aspettare di più che il vedere Beckham calciare un pallone dal tetto di un autobus a due piani. Eleonora Schinella (Londra)
In una città in continuo mutamento come Berlino, dove tutto cambia senza sosta, urbanistica compresa, tre dei “capitani culturali” della capitale - il produttore Ralf Schmerberg, la gallerista Jaana Prüss e l’artista Peter Weber - hanno creato un’installazione utilizzando un intero palazzo nel Mitte (il quartiere centrale). I capitani hanno ingaggiato artisti, pittori, musicisti ed hanno affidato ad ognuno un appartamento da trasformare in un’opera d’arte. Il risultato sono case completamente buie in cui risuonano ritmi di tamburi martellanti, oppure
completamente bianche con palloncini rossi da tutte le parti, case abitate da animaletti di pezza o da bambine-modelle capricciose. Ci sono anche “la casa profumata” e quella piena di ragnatele, che continuano anche sulla facciata intrecciandosi con una pioggia di scarpe. Un’esperienza interessante, soprattutto dal punto di vista di una che avrebbe preferito vivere con le bambine modelle piuttosto che con certi figuri che ha incontrato nella ricerca del suo appartamento. L’indirizzo? Torstraße 166, ovviamente! Carlotta Marchioni (Berlino)
Giro del mondo... in 9 mesi
francia Quassù tra i cugini d’Oltralpe non è solo la crisi economica a imperversare. Mentre il superpresidente Sarkozy si è fatto ultimamente notare per la creazione di Edvige, sistema di schedatura di tutti i cittadini che sta piuttosto turbando i Francesi, i ragazzi si ‘consolano’ al ritmo della Tectonique. Questo genere musicale è nato grazie all’intuizione di GG, perverso personaggio che ha inserito con enorme successo su YouTube diversi video: il fenomeno è ormai allargato alla maggioranza delle televisioni e delle discoteche del quadrilatero. Usando come base un improbabile mix di techno, house e antica musica Gabber, nei locali si scatenano ancor più improbabili balli, che richiamano un po’ quello del robottino, col problema però che in questo caso il robot sembra ubriaco e masochista. E mentre sorgono sempre BLOGmag 24
più dubbi sull’effettiva classe del Paese del savoir-faire, la Tectonique minaccia di volersi lanciare alla conquista dell’Europa. Edoardo Baldaro (Bordeaux)
spagna
La Tectonique: tra i galletti i Gabber vivono ancora!
germania
europe
Torstrafle 166: la Casa dell’Immaginazione.
Più di 37.000 miglia nautiche. Onde alte come palazzi. Vento. Nove mesi di avventura. Questo è ciò che aspetta gli equipaggi delle otto imbarcazioni che l’11 ottobre sono partite da Alicante, paese a sud di Valencia, per compiere il giro del mondo fino a San Pietroburgo in una delle competizioni velistiche più prestigiose del mondo, la Volvo Ocean Race. Quest’anno gli equipaggi solcheranno acque inedite come quelle cinesi, indiane e russe. La traversata più impegnativa si prevede sarà da Quingdao (Cina) a Rio de Janeiro (Brasile): 12.300 miglia, con il mitico e temibile Capo Horn da affrontare. Gli organizzatori si aspettano un grande seguito mediatico rivolto all’impresa. Le stime sull’audience dell’edizione 2005 pubblicate dal quotidiano El Mundo parlano di 1 miliardo e 800 mila telespettatori. Un bacino di potenziali consumatori che attira molto gli strateghi del marketing e le grandi imprese. Un esempio su tutti: il noto marchio di calzature Puma, che sponsorizza l’equipaggio americano. Facendo 2+2 si capisce che non è un caso se uno dei porti di scalo dell’avventura sarà Boston. Guarda un po’, proprio dove si trova la sede centrale della compagnia del “gattone che salta”. Andrea Garreffa (Valencia)
BLOGmag 25
speciale ambiente
che ne facciamo dei rifiuti? per non finire sommersi dai nostri prodotti, compriamo un po’ meno e riutilizziamo autore > michele maisto luogo > bologna categorie > ambiente
O
tags > rifiuti, riutilizzo, riciclo, arte, design, monnezza, fantasia, scambiare
rmai da qualche anno é chiaro: non si può andare avanti così! La situazione di Napoli e gran parte della Campania ma recentemente anche di altre zone d’Italia, come ad
esempio Catania, sta dimostrando che i nostri consumi sono eccessivi, fuori controllo. Non é solo un problema di camorra o di cattiva gestione ma anche un problema di abitudini, di risorse e di spazio. Se infatti continueremo a produrre
così tanti rifiuti e cominceranno a farlo nelle stesse proporzioni anche paesi come l’India e la Cina che insieme contano più di due miliardi di persone, un disastro ambientale sarà inevitabile! Quando le risorse non rinnovabili si esauriranno e non sapremo più dove mettere i nostri rifiuti perché non ci sarà più posto per nuove discariche e anche i paesi del terzo mondo non potranno più accogliere, nonostante le laute tangenti, la nostra monnezza, allora tutte le nostre città cominceranno BLOGmag 27
speciale ambiente ad assomigliare alla Napoli dei momenti di massima emergenza. Soluzioni diverse ed ecosostenibili Costruire più inceneritori non é la soluzione, rende solo il processo più lento ma non per questo immune da costi ambientali. Che fare allora, prima di cominciare a costruire razzi per spedire la spazzatura nello spazio come già qualcuno ipotizza? L’unica soluzione possibile é un impegno concreto verso la raccolta differenziata e il riutilizzo oltre che, ovviamente, la riduzione dei consumi benché tutto ciò sia molto difficile, soprattutto nella nostra società in cui la produzione di massa ad uso individuale é considerato il metodo più veloce ed efficace per arricchirsi. Se ognuno di noi si guardasse intorno sono sicuro che troverebbe qualcosa di cui potrebbe fare a meno e si accorgerebbe che, moltiplicando tale quantità per il numero di persone che conosce, alla fine si creerebbe un mucchietto di oggetti non indifferente. A questo punto, ovviamente, non vi sto chiedendo di sbarazzarvi delle cose che non usate ma semplicemente di fare maggiore attenzione in futuro alle cose che comprerete, chiedendovi se ne vale veramente la pena, considerando che ogni cosa ha un suo costo dal punto
di vista dell’impatto ambientale. E se proprio c’è qualcosa che non vi interessa ed è ancora utilizzabile prima di buttarla via potete fare molte cose: pensate se a qualcuno dei vostri amici potrebbe interessare prima che magari il giorno dopo vada a comprarsela nuova! Un sito internet (www. eco-riciclo.it) offre la possibilità di regalare, scambiare o prestare i tuoi oggetti “inutili”. Riutilizzare è una cosa da imparare! Oppure pensate a come potreste riutilizzarla, magari anche con un uso diverso da quello originale, potete veramente scatenare la fantasia. Prendete una semplice lattina di una bibita qualsiasi: potrebbe non offrirvi niente di speciale ma a volte l’occhio di un artista potrebbe vederci qualcosa di più. Ultimamente sempre più spesso quelli che noi definiremmo “rifiuti” trovano, nelle mani di artisti un po’ originali, una seconda vita come opere d’arte in un contesto completamente diverso. Utilizzare cd “bruciati” come specchio, riassemblare chip e circuiti di un computer usato a mosaico per creare un quadretto da appendere in soggiorno, utilizzare un vecchio scolapasta come fondo di un orologio da muro o una bottiglia vecchia come lampada sono solo alcune delle idee che qui vi proponiamo ma le possibilità sono praticamente infinite. Un po’ riadattate, bottiglie di plastica possono diventare fiori finti da
giardino o girandole (tagliando a strisce e piegando in fuori il corpo della bottiglia) oppure siamo certi che troverete mille modi per creare un fantasioso porta cd senza doverne comprare uno all’IKEA. Riutilizzare e ripensare sono due metodi che possono portare a ridurre sensibilmente il nostro impatto ambientale e quando poi volete veramente buttare qualcosa, fatelo negli appositi contenitori che ormai ogni amministrazione comunale ha messo a disposizione della raccolta differenziata! n
speciale ambiente
Mentre gli oggetti che utilizziamo tutti i giorni ci sembrano spesso senza valore e non degni della nostra attenzione, per artisti come Fethi Atakol hanno un significato importante. In queste foto oggetti quotidiani cambiano le loro funzioni vengono reinventate e sono trasformati in elementi di design dando loro una nuova anima, con il minor impatto ambientale possibile. Ecco un esempio di eco design!
Nel terzo mondo, in condizioni in cui manca tutto, i rifiuti (pochi!) trovano spesso una seconda vita. Utilizzando suole di scarpe e ciabatte ormai inutilizzabili, tagliuzzandole e riadattandole, bambini del Mali (un paese africano) hanno costruito questi pupazzetti che rappresentano le maschere tradizionali della popolazione Dogon. Così, da un lato si creano giocattoli in una parte del mondo purtroppo in difficoltà e dall’altro si salva l’ambiente.
Questa Gioconda è realizzata esclusivamente con materiale di recupero provenienti da computer, stampanti, scanner e tv come resistori, condensatori, transistor e memorie ram. Quest’opera è stata realizzata da Monica Ferraris in arte MoK, cyberartista per definizione. BLOGmag 28
Stuart Haygarth di professione fa il designer ed ha anche buongusto, considerando che è inglese e facendo cose abbastanza particolari (relativamente da poco tempo, poi, dal 2005). Stuart crea oggetti super ricercati e dal prezzo misterioso (in pochissimi esemplari) da rifiuti raccolti qua e là. Due esempi sono il Millennium Chandlier, creato con i Party Popper (petardini che lanciano coriandoli o cose simili) raccolti durante i festeggiamenti londinesi del millennio da poco iniziato, e il Tide Chandlier, fatto di oggettini di plastica vari raccolti sulle spiagge del Kent: dagli occhiali da sole ai giocattoli per bambini. BLOGmag 29
sprechi scolastici
speciale ambiente
Il nostro impegno in difesa dell’ambiente parte dalla scuola, con qualche semplice consiglio autore > lucrezia adamo luogo > bologna categorie > ambiente
tags > sprechi, anidride carbonica, educazione ambientale, partecipazione
M
Ascolta Ecoradio in diretta
In live streaming sul sito www.ecoradio.it In FM a Roma 88,3 Mhz, a Napoli e Caserta 92,1 Mhz, in Calabria 104,9 Mhz Su satellite Hotbird, Frequenza 12149, Polarizzazione Verticale, Symbol Rate 27.500, Fec: 3/4
agari vi sarà capitato alle elementari di partecipare ad esperienze di educazione ambientale, a volte si andava a raccogliere rifiuti in qualche giardino malmesso o in un parco, altre volte si lavorava sul risparmio di energia e si tenevano d’occhio le aule dove spesso si dimenticava la luce accesa anche se nessuno vi stava a lavorare; si faceva la raccolta differenziata della carta e si cercava di stenderla il meglio possibile per poterla mettere meglio e in maggiore quantità nei bidoni appositi. Lo scopo era ridurre l’emissione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera e per questo si sceglieva di andare a scuola a piedi o tanti nella stessa macchina e tutti sapevano che alle feste di compleanno tutti quei piatti e bicchieri usa e getta erano un vero danno per l’ambiente. Mi sono sempre detta: chissà quando saremo grandi quali grandi cose faremo per la tutela dell’ambiente... Ma non basta crescere a quanto pare per far aumentare la sensibilità e la responsabilità di noi ragazzi riguardo la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda.
I nostri sprechi quotidiani
Oggi mi guardo intorno e nella mia scuola niente mi ricorda il rispetto per l’ambiente (a parte qualche tentativo di raccolta differenziata che spesso non funziona): le macchinette
delle merende producono ogni giorno centinaia di bicchieri usa e getta, beviamo l’acqua minerale nelle bottiglie di plastica, le luci sono accese senza troppi criteri, i bidoncini per la carta hanno dentro ogni genere di immondizia e di solito, per sicurezza, si usano sempre quelli dei “rifiuti misti”. Forse molti di noi sentono parlare di catastrofi come uragani, scioglimento di ghiacci, onde anomale, deserti che avanzano e neppure sanno che all’origine di tutto stanno i nostri comportamenti quotidiani. Magari un’ora alla settimana di educazione ambientale non ci farebbe male! Se moltiplicassimo le buone pratiche di ogni studente alla fine i risultati potrebbero sorprenderci e farci venire voglia di andare oltre.
Piccoli consigli pratici
Si potrebbe comprare una bottiglietta di plastica in meno, usare correttamente i bidoni della raccolta differenziata, ricordarsi di chiudere i rubinetti dopo averli aperti, non lasciare luci inutili accese, utilizzare più mezzi pubblici per venire a scuola o, per chi abita più vicino, venire a piedi o in bicicletta, riciclare la carta e acquistare quella già riciclata, usare anche il retro dei fogli già usati per scrivere appunti o altro, usare la carta che effettivamente serve eliminando gli sprechi, cercare di vendere i libri che non si usano
più prima di buttarli. Siccome gli adulti ci ricordano sempre che noi siamo la generazione responsabile della salute del pianeta, che noi vedremo la fine del petrolio, noi dovremo cambiare stile di vita, allora potremmo anche pretendere di dire la nostra e costruire il nostro modello di vita dentro la scuola. Se non ci sarà un’ora da dedicare all’ambiente allora si potrebbero organizzare degli incontri durante le assemblee di classe e di istituto attraverso i quali ci si potrebbero scambiare idee e consigli per mettere in pratica nuove soluzioni e scoprire che il rispetto per l’ambiente è un atto dovuto e può diventare un modo spontaneo di essere della nostra generazione. n BLOGmag 31
disastri ambientali, disastri dell’uomo
BOMBONIERE SOLIDALI
Un nuovo modo per sostenere Greenpeace
Quando la natura si ribella alle offese ricevute quotidianamente dall’uomo autore > francesco iandolo luogo > avellino categorie > ambiente
P
tags > disastri ambientali, Katrina, uragani, terremoti, alluvioni, vulcani, Vajont, Sarno, surriscaldamento globale
eriodicamente notizie dall’Italia e dal mondo ci comunicano di grandi catastrofi che causano morte e distruzione. Quasi mai i paesi colpiti riescono a prevedere questi eventi drammatici e, nonostante negli anni siano state stilate tabelle di rischio, ci si trova sempre impreparati. Anche perché credenti e pagani di tutti i secoli concorderanno con la teoria che mai si è riuscito a spiegare cosa avvenisse nel mondo e soprattutto perché avvenisse. Uragani, alluvioni, frane, terremoti e, ultimo ma non in quanto a distruttività, tsunami. Le cause sono le più svariate e affidate a diverse scuole di pensiero.
Katrina, un caso da ricordare Ma se consideriamo uno dei più grandi disastri degli ultimi anni, l’uragano Katrina, ci accorgeremo che poi non tutti i conti tornano. Non staremo qui a spiegarvi tutte le teorie tecniche sulla formazione e sull’incremento dei cicloni tropicali ma nessuno non può tener conto degli studi fatti a riguardo. Si sa che gli ottanta cicloni di media all’anno avvengono quasi tutti tra agosto e novembre con il massimo picco alla fine dell’ottavo mese dell’anno. Le zone a più alta esposizione di rischio sono note e allora non venite a dirci che solo a causa dell’aumento demografico, non sapendo dove costruire case, alberghi, negozi li costruiamo sulle coste più pericolose, così da trasformare un uragano in un vero disastro dell’umanità. BLOGmag 32
E’ anche un problema di povertà
Certo non aiuta se poi in questi posti è molto alto il tasso di povertà. La gente costretta a vivere in baracche e priva di informazioni non potrà mai reagire da sola a un evento del genere e infatti tutti abbiamo visto in televisione gli effetti disastrosi dello tsunami in quei paesi tristemente noti per il loro basso livello di istruzione e di miseria. La cosa più grave che salta all’occhio di un esperto osservatore è come i disastri colpiscano, oltre alle migliaia di villaggi improvvisati, anche i più grandi complessi alberghieri dato che turisti di ogni parte del mondo accettano il compromesso di vivere in “paradisi” terrestri affianco ad inferni di chi a stento riesce a sopravvivere giorno per giorno. Non bisogna poi dimenticare che, a causa del surriscaldamento globale prodotto dalle attività umane, recentemente i fenomeni catastrofici assumono proporzioni sempre più grandi e distruttive.
Disastri italiani
Ma non possiamo nemmeno dimenticarci delle stragi a noi più vicine, vedi la terribile alluvione della diga del Vajont che sarebbe stata certo di minori dimensioni se non vi fosse stata costruita la famosa diga. Anche il bilancio dell’alluvione di Quindici e Sarno del 1998 non sarebbe stata così drammatica se l’uomo, grazie alla conoscenza del territorio, non fosse stato così incauto nella costruzione delle proprie abitazioni e non avesse
sollecitato così tanto il terreno fragile. E non ci sarebbe stato nemmeno un morto a San Giuliano di Puglia quando nel terremoto del 2002 un’intera prima elementare morì sotto le macerie di una scuola costruita senza criteri. È vero, le cause di queste immani tragedie naturali ci sono tutt’oggi per la maggior parte ignote ma abbiamo imparato che queste avvengono con una certa periodicità e che con una buona prevenzione, informazione, e soprattutto con la scolarizzazione della popolazione con cui possiamo provare a contenere i danni. Certo poi non ci saranno piani di evacuazione che si riveleranno efficienti per chi, incurante dei rischi, ha scelto di costruire le sue case sulle coste pericolose o ai piedi del Vesuvio (nemmeno troppo ai piedi), il vulcano che dorme, non si sa fino a quando. n
Anche nelle tue occasioni speciali puoi pensare al pianeta! Sostituisci le bomboniere con una donazione a Greenpeace e comunica la tua scelta solidale a parenti e amici grazie ai nostri cartoncini con il logo e le immagini di Greenpeace. I cartoncini sono tutti stampati con inchiostri vegetali su carta riciclata e sbiancata senza cloro. Per informazioni chiama lo 06.68136061 [ interno 206 ] oppure scrivi a bomboniere@greenpeace.it
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...e arte di strada. Tim Tribù e un ambizioso progetto che vuole mappare un gran numero di capolavori categorie > arte
tags > street art, musei, internet, rete, città
C
ontrariamente alla pittura, alla scultura e a tutte le arti in genere, la Street Art oltre che a differenziarsi per stili, immagini e punti di riferimento, è l’unica arte che non potrà mai essere rinchiusa in un museo. Questa è una verità assoluta, ma non è errato affermare il contrario: un museo può infatti contenere la Street Art. Come è possibile? A gettare il guanto di sfida è ancora una volta TIM Tribù pronta a dimostrarci che il talento e l’immaginazione non hanno limiti. E’ nato così il progetto TIM Tribù Street Museum. Eliminate le barriere fisiche e metafisiche della vostra mente e pensate in grande. Street Museum non è né la classica pinacoteca, né l’ennesima celebrazione nostalgica di reperti e fossili; bensì un museo fatto e realizzato dai ragazzi e dagli utenti della rete. Dimenticate perciò mura, guardiani, soffitti e scalinate. Qui si parla sì di un museo, ma di un museo virtuale. La nuova sfida dello Street Academy è un contest fatto e realizzato per censire e mappare tute le migliori opere d’arte urbana presenti in tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di realizzare il primo museo on line aperto a tutti, le cui opere, schedate ed illustrate, saranno localizzabili su tutto il territorio italiano grazie alle mappe di Google. La mostra virtuale sarà aperta a tutti perché a decretare quali saranno le opere esposte non saranno né noiosi critici d’arte né saccenti esperti, bensì gli stessi utenti che in prima persona voteranno le opere
più meritevoli. Visitare lo Street Museum sarà possibile tramite il sito www. timtribù.it, la cui nuova grafica è stata realizzata proprio dal nuovo giovane talento scoperto attraverso il concorso di Street Academy: Th3Luca. Ecco l’ennesima dimostrazione che talento, arte e web possono coincidere verso un unico obiettivo e una nuova opportunità per noi ragazzi di poter dimostrare ciò che valiamo in un momento in cui non è sempre così facile e scontato far sentire la nostra voce ed emergere con intelligenza nel mondo dell’arte e della comunicazione. n
COME PARTECIPARE?
Partecipare al contest è semplice: basta inviare una foto via MMS dell’opera da voi creata oppure caricare la stessa foto sul sito contribuendo così alla creazione del primo museo on line. Ogni curatore avrà l’onore e il privilegio di tenere aggiornato lo stato dell’arte fornendo notizie e informazioni sulle opere e gli artisti (info: timtribu.it).
CHI DECRETERA’ IL VINCITORE? Gli stessi utenti avranno il compito di commentare, votare e supportare le opere al fine di decretare la rosa dei primi 100 lavori dello Street Museum.
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to repel ghosts
NOME RIVISTA: National Geographic PREZZO: 4,10 € DIRETTORE (Italia): Guglielmo Pepe VOTO: ****
In mostra a Roma tele e graffiti dell’artista che sfuggiva ai fantasmi autore > flaminia festuccia luogo > roma categorie > arte tags > pop art, fantasmi, graffiti, roma, genio, samo
G
enio o folle, drogato, disadattato, ragazzo prodigio della Pop Art o “mascotte” di Andy Wahrol. Su di lui si è scritto più di quanto non serva a riempire di parole la sua vita breve e allo stesso tempo incredibilmente densa di fatti, luoghi e personaggi. Ma di Jean-Michel Basquiat bisogna lasciar parlare le immagini forti, variopinte, tormentate. Come i 40 quadri che compongono la mostra “Fantasmi da scacciare”, a Roma dal 2 ottobre 2008 al 1° febbraio 2009, di cui fanno parte anche 10 opere inedite di questo artista morto giovanissimo (a 27 anni, per un’overdose di eroina) che nei graffiti sui muri di New York si firmava con il provocatorio pseudonimo “Samo” (SAMe Old Shit, “la solita vecchia merda”). Corpi scheletrici e stilizzati, materiali di recupero, colori netti, scarabocchi e graffiti apparentemente scollegati ma che rivelano un senso complessivo e dissacrante, su cui aleggiano però sempre i suoi “fantasmi da scacciare”. n
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biografia Jean-Michel Basquiat nasce il 22 dicembre 1960 a New York, nel quartiere di Brooklyn. Inizia la sua carriera artistica scoprendo il genere dei graffiti metropolitani elevandolo al rango di arte anche a livelli in cui non era mai stato considerato tale. Ha una breve relazione con Madonna e diventa molto amico di
artisti come Kehit Harring ed Andy Wahrol. E proprio per il dolore della scomparsa del grande artista re della Pop Art, Basquiat comincia a fare uso di droghe per superare il trauma. More a 27 anni per overdose di eroina il 12 agosto 1988 a New York.
Non si poteva passare sotto silenzio una delle riviste che hanno fatto la storia dell’editoria degli ultimi 110 anni: il celebre mensile “National Geographic”, che racchiude fra le sue pagine scenari dal pianeta davvero inimitabili. Il magazine si ripropone infatti di raccontare e descrivere dettagliatamente al lettore varie parti del mondo, conosciute e non, avvalendosi di un supporto eccezionale costituito dalla qualità delle immagini fotografiche che conosce pochi rivali al mondo. Ogni aspetto riguardante l’ambiente rientra nel raggio d’azione di “National Geographic”: viaggi, abitanti dei mari, cielo, terra, le varie etnie che popolano il pianeta. C’è spazio per ogni aspetto della realtà. Nel numero di ottobre si potrà contemplare la ricostruzione, tramite testimonianze fossili e dati genetici, di una donna di Neandertal, si parlerà di alberi monumentali, balene franche nordatlantiche, dell’ambiente Agro Pontino e di tante altre curiosità “naturali”. Per gli appassionati di fotografia va assolutamente menzionato il concorso “National Geographic International Photography Contest”, un’occasione da non perdere giunta alla sua terza edizione.
AUTORE: Stieg Larsson TITOLO: Uomini che odiano le donne EDITORE: Marsilio PAGINE: 676 PREZZO: 19,50 € VOTO: ****
Primo capitolo di quella che è stata ridefinita la “Millenium Trilogy” dello scrittore svedese, che apre al lettore lo sguardo su un mondo strabiliante, dove non c’è un frammento della narrazione a non risultare curioso e straordinario, nel senso stretto del termine, “fuori dall’ordinario”. Mikael Blomkvist, giornalista sciupafemmine e dall’intelletto estremamente acuto, viene assunto dal magnate industriale Henrik Vagner allo scopo di capire cosa è successo alla nipote preferita del potente uomo, scomparsa anni e anni prima. Gli enigmi si addensano, ma con l’entrata in campo di Lisbeth Salander, un’hacker giovane e ribelle, verrà dipanata la nebbia. Una lettura davvero coinvolgente e originale, che apre la strada a quella che sicuramente sarà una trilogia storica. (m.g.m.)
TITOLO: Firmino. Avventure di un parassita metropolitano AUTORE: Sam Savage EDITORE: Einaudi PAGINE: 184 PREZZO: 14.00 € VOTO: *** Firmino e la sua storia di divoratore di libri hanno fatto scalpore, nel bene e nel male, in mezzo mondo. Nella realtà, oltre la grande pubblicizzazione e l’ondata mediatica che ne è seguita, questo libro nasce senza alcuna pretesa: non vuole insegnare nulla e non vuole educare nessuno, racconta semplicemente la storia di un topo che, per necessità, comincia a nutrirsi delle pagine dei libri. E’ stato definito “romanzo di formazione” ma spesso la troppa attenzione nei confronti di un’opera prima porta il lettore ad aspettarsi moltissimo ed a rimanere inevitabilmente deluso. Questo racconto va letto dimenticando cosa dovrebbe rappresentare e lasciandosi stupire autonomamente, giudicando solo dopo essere arrivati in fondo all’ultima pagina.
(erica scigliuolo)
TITOLO: Sogni all’alba del ciclista urbano AUTORE: Daniel Galera EDITORE: Mondadori PAGINE: 212 PREZZO: 17.00 € VOTO: **** Hermano è un bambino brasiliano (abbastanza benestante, niente favelas in questo caso) appassionato di folli discese in biciclette sulle strade di Porto Alegre. Ha una grande resistenza al dolore, senza dubbio, per le ferite e i graffi delle sue ammirate acrobazie; resiste molto bene anche ai classici scontri tra adolescenti, essendo capace di farsi amico anche il più acerrimo nemico. Intanto, nel presente (la storia di Hermano è ambientata una quindicina di anni fa), un giovane e capace chirurgo plastico decide di compiere con un amico l’impresa della vita: scalare una vetta ancora vergine tra le impervie montagne sudamericane. La follia è però dietro l’angolo: bastano poche pagine e i due personaggi, ciascuno alla ricerca della propria identità, riusciranno a capire chi sono veramente e cosa vogliono fare davvero nella vita. E voi riuscirete a capire il trat-d’union che lega queste storie? (m.c.)
TITOLO: Breviario comico. A perpetua memoria AUTORE: Michele Serra EDITORE: Feltrinelli PAGINE: 192 PREZZO: 13.00 € VOTO: **** Questa raccolta di rubriche scritte per “l’Espresso” dal 2002 al 2008 va letta. Stancherà forse un po’ rispetto ad una sola paginetta di satira, ma farà riflettere molto di più; ripercorrendo gli anni attraverso risate che lasciano l’amaro in bocca. Come vedere e rivedere la realtà dimenticando per un secondo che sia la nostra e divertendoci osservando le sue drammatiche contraddizioni. La “satira preventiva” che diventa “satira di memoria” di tutti gli aspetti della vita quotidiana senza annoiare il lettore che con una finta leggerezza potrà ripercorrere passaggi tragicomici forse rimossi dalla sua memoria. Serra ci permette di ricordare, ridere e riflettere. BLOGmag 37
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ta punta
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sono un ossessivo
sono un bamboccione
e io fossi una goccia di pioggia acida da eccesso di smog, uno di quei pop corn al burro rancido reperibili in ogni lurido cinema multisala, una molecola di acido solforico disciolta assieme a molte altre in un litro di acqua sporca venduta come minerale, persino se io fossi un bulbo pilifero potrei agevolmente confondermi tra i miei simili. Invece sono Daniele Sandroni, ho 33 anni, sono laureato in Giurisprudenza, abito a Roma e sono un bamboccione. Il mio problema si chiama Rupofobia e deriva dal greco Rupo, che significa sudiciume. In pratica si tratta di avere una paura fottuta del contatto con lo sporco, anche quando lo sporco si chiama B-Ticino, di professione interruttore della luce, oppure Marco Pera, di professione vicino di casa. Faccio largo uso, con grande gioia delle multinazionali, di ogni genere di detergenti ed affini: detersivi in microgranuli di nuova generazione, saponi antibatterici al PH neutro, salviette in carta sbiancata senza cloro, deodoranti che contengono almeno un terzo di crema idratante, panni elettrostatici che attirano la polvere e non la lasciano sfuggire nell’impalpabile atmosfera che mi circonda. Sembrerebbe che quanto più la coscienza collettiva ed il potere del marketing insistano nel
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di giuseppe carlotti
volermi detergere ed allontanare in modo forzoso ed artificiale dai miei odori animali naturali, tanto più cresca la mia rupofobia. Secondo uno dei tanti psicologi e psichiatri che ho consultato negli ultimi 20 anni, precisamente secondo il Dottor Professor Erminio Merzario: Il rupofobico non accetta che, oltre alla materia, possano esistere, su piani dimensionali e percettivi differenti, anche l’anima ed il pensiero. Per il rupofobico, ogni cosa ha esclusivamente gli attributi della materia che, in quanto tale, porta in sé il principio della contaminazione, della morte e della successiva putrefazione. Senza amore per la materia, senza l’Inno d’amore alla materia di questo mondo, il rupofobico è incapace di cogliere l’aspetto ondulatorio della Noosfera theilardiana. Al di là del fatto che nessuno è mai riuscito a spiegarmi cosa cazzo sia la Noosfera theilardiana, ho spesso la percezione della mia esistenza come di un film al rallentatore, fatto di mille rituali che si pongono esattamente nel mezzo tra me ed un
infinito vortice di orrore. In parole povere sono un ossessivo. Ogni giorno, tutti i giorni, combatto una guerra personale contro miliardi di nemici invisibili: polvere, batteri, strette di mano, acari, baci sulle guance, peli, capelli, microbi sotto le scarpe. Le mie fobie quotidiane sono innumerevoli: quella che preferisco è il lavaggio delle mani fino a rammollimento e spiegazzamento della pelle. Un altro rituale è quello che io chiamo La Protezione. Ad esempio proteggo con una busta di plastica il foglio giornale che protegge da terra la valigia che protegge dall’esterno il mio computer portatile. O altre cose del genere. n (continua…)
I edizione: novembre 2008 copyright 2008 Fazi Editore srl via Isonzo 42, Roma Tutti i diritti riservati tratto da “Sono un bamboccione” di Guseppe Carlotti pubblicato da Fazi Editore in novembre 2008
Al di là del fatto che ne ssun cosa cazzo sia la No o è mai riuscito a spiegarmi os la percezione della m fera theilardiana, ho spesso ia esistenza come di un film al rallentatore...
Marco Carta Carta... canta. Intervista al vincitore della scorsa edizione di Amici, un ragazzo che, senza dubbio, ha le idee molto chiare
autore > giovanni de girolamo luogo > avellino categorie > q&a
tags > amici, marco carta, tiziano ferro, vasco rossi, musica, spagnolo
A
dagiato su quella seggiola, a ridosso di quel banchetto anonimo, nessuno avrebbe puntato due soldi su quel giovane ragazzetto sardo il cui candido viso, il buffo nome e la splendida voce dal caratteristico timbro roco e graffiato ai primi di ottobre dello scorso anno erano completamente stranieri ai più. Marco Carta, cagliaritano di 23 anni, a distanza di appena un anno dalla sua vittoria al talent show Amici vanta ora una carriera ricca di soddisfazioni e successi. Con Ti rincontrerò, da giugno ai vertici delle classifiche italiane, conquista il disco di platino con oltre 80.000 copie vendute. E dopo essere stato ospite di decine di teatri, palchi e trasmissioni d’Italia, dopo aver pubblicato il suo secondo album in versione live, decide di ritornare a scuola... ma non tra i banchi. E’ partito infatti Marco Carta @ Your School, il nuovo contest di mtv.it che porterà il giovane cantante direttamente nella scuola che dimostrerà di essere più appassionata alla sua storia. In attesa di “rincontrarlo” abbiamo intervistato per voi questa simpaticissima stella emergente: ladies and gentleman, Marco Carta. BLOGmag 40
Oggi ti ritrovi sul grande palcoscenico della musica italiana e le tue doti vocali sono state premiate con premi di un calibro elevato. Cosa provi pensando a un anno fa? Pensi che senza Amici saresti potuto arrivare cosi in alto? Sicuramente la trasmissione di Maria De Filippi mi ha dato una forte spinta per il successo; non so se senza Amici sarei mai riuscito ad entrare nel fantastico mondo della musica e a scalare i vertici delle classifiche italiane; ma sicuramente avrei tentato la carriera musicale in altri modi, per altre vie... Anche se, devo ammetterlo, è molto difficile lavorare in questo campo e rimanere sempre al top, ma è questo ciò che voglio fare, è sempre stato il mio sogno e spero con tutto il cuore di continuare la mia carriera nel mondo della musica. Nel famoso talent show, a differenza di ciò che il nome Amici lascia pensare, le litigate prevalgono abbondantemente sugli abbracci. In che rapporto sei rimasto con la tua storica “amica” Roberta Bonanno? È lei rivale mia, non io rivale suo. Riguardo la sua carriera penso che ognuno raccoglie quello che semina e Roberta sta raccogliendo quello che ha seminato: poco.
Con “Ti rincontrerò” hai conquistato il disco di platino, stazionandoti ai vertici delle classifiche degli album più venduti, ora stai ripartendo alla grande con il nuovo singolo “Un grande libro nuovo”, si vocifera anche di canzoni in spagnolo... è vero? È tutto verissimo. Il mercato estero è alle porte. Ho scelto di cantare in lingua spagnola in quanto è una lingua che sento molto vicina; senza considerare che i paesi latini negli ultimi anni stanno dedicando una particolare attenzione al panorama musicale italiano; Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro e Luca Dirisio sono solo alcuni dei miei recenti predecessori... Quindi di sicuro non sono il primo e non sarò l’ultimo a cimentarsi con questa stupenda lingua, senza sdegnare l’italiano, sia chiaro. Cosa vuoi comunicare attraverso la musica? Ciò che voglio esprimere con i miei dischi sono io, Marco nella sua semplicità. Voglio far conoscere Marco per quello che è, non per quello che molti pensano che sia: non voglio passare per un ragazzino fortunato e sottovalutato... Io sono molto di più e solo il tempo potrà dar ragione a queste mie parole. Ti abbiamo visto alla prima puntata di Amici di recente e abbiamo notato una leggera nostalgia... Cosa si prova nel vedere quel banco che conta lacrime e sorrisi, fatiche di un anno, ora occupato da un altro allievo che non sei tu?
La nostalgia c’è. Eccome se c’è. Ciò che mi manca di più sono le magnifiche avventure, nel bene e nel male, condivise con i miei compagni e... un po’ anche le litigate! Ma nel momento in cui penso che al mio banco prima di me era seduta un’altra persona, beh, la nostalgia passa... Fa tutto parte del gioco, è un ciclo continuo: l’anno passato è toccato a me, il prossimo chissà... A breve inizierà il contest Marco Carta @ Your School su Mtv... cosa ti aspetti da questa trasmissione e qual è lo scopo dell’iniziativa? Il Marco Carta @ Your School è una bellissima iniziativa promossa da Mtv per le scuole d’Italia grazie alla quale chi veramente mi vuole questa volta può avermi per davvero. È una cosa bella per il pubblico oltre che per le ragazze e i miei fan.
Marco Carta sarà presto protagonista di Marco Carta @ Your School, un live inedito ed esclusivo che il giovane cantante terrà per la prima volta all’interno di una scuola di fronte alle telecamere di mtv.it e che sarà presto visibile on line su mtv.it/live. C’è tempo fino al 24 ottobre per aggiudicarsi l’opportunità di avere Marco nella propria scuola: basterà aprire un gruppo dedicato a Marco Carta nella community di mtv.it, taggarlo marcocarta@yourschool e procurarsi macchina fotografica o videocamera e caricare sul sito foto, video, post che ritraggano e descrivano la propria scuola.
Ultimo cd comprato? L’ultimo cd comprato... non ricordo; l’ultimo singolo è “Alla mia età” di Tiziano Ferro, uscito pochi giorni fa. Sei fidanzato? No, sono single (risatina). Che musica ascolti sul tuo mp3? R’n’b, pop italiano, poco rock ma molto Vasco Rossi. Tra i big della musica italiana, con chi ti piacerebbe duettare? Laura Pausini, senza ombra di dubbio.
“Il mercato este ro Lo spagnolo èè ualle porte. che sento moltnoa lingua vicina” r o passare pe “Non vogliin to a n fortu un ragazz oovalutato... e sott o di più”. Io sono molt
È pronto il singolo per Sanremo? Mi piacerebbe davvero tanto partecipare a Sanremo, non lo nascondo, ma ancora non so... Spero... Diciamo che ci provo. È il sogno di tutti i cantanti italiani, ma la risposta la sapremo molto più avanti. Per ora incrociamo le dita! n BLOGmag 41
il rap è morto
giochi di parole, metafore, perché devo dire qualcosa. Perché in Italia bisogna sempre raccontare di quanto si ami la propria ragazza? Si finisce sempre nella retorica, io invece arrivo anche all’insulto, alle frasi forti e alle parolacce perché attirino l’attenzione”. Obiettivo raggiunto. n
Dice così, ma Fabri Fibra continua a vivere e a inondarci il cervello con le sue rime. Contraddizione commerciale o nel nostro Paese c’è proprio qualcosa che non va? autore > marta mangiarotti luogo > genova categorie > q&a musica
F
tags > mtv day, fabri fibra, gianna nannini, rap, hip-hop, baustelle
abri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci, rapper di Senigallia, anni 32, candidato agli European Music Awards come best italian act, 8 album all’attivo. Segni particolari: ha sempre qualcosa da dire. All’Mtv Day di Genova presenta il nuovo pezzo: “Chi vuol essere Fabri Fibra?”. Ed è furore. I fan lo acclamano, i risultati lo stanno premiando, i giornali e le riviste gli dedicano ampio spazio. Il suo segreto? “Nessuno - dice lui - devi avere qualcosa da dire”. “Ogni mio testo – prosegue – dice qualcosa. In Italia si cerca, invece, una formula per accontentare tutti. Ma se qualcosa piace a tutti c’è qualcosa di sbagliato!” Fibra sa di avere ormai acquistato un ruolo che sicuramente non gli porta solo applausi. Le critiche, infatti, non mancano. Fibra è sempre pronto allo scontro e alle accuse, provocatorio e irriverente, tanto che il giudice Livia Pomodoro, allora Presidente del Tribunale dei Minori di Milano, ammonì nel 2006 radio e reti televisive a non trasmettere i suoi brani, per l’atteggiamento diseducativo e irrispettoso che comunicano. Ma Fabri Fibra non se ne cura. Non vuole piacere per forza. Anzi. E resta saldo del suo percorso nella musica: la prima incisione a 17 anni, il trio “Qustodi del tempo”, il disco del 1999 con Lato (Beatmaker), la vittoria del
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Mortal Kombat di freestyle, la carriera da solista dal 2002 e le continue soddisfazioni. I due dischi di platino con “Tradimento” (il primo con la major discografica Universal – da qui il nome dell’album) e lo street album “Pensieri Scomodi”, il ritorno al pubblico con “Bugiardo”, subito disco d’oro ed ora di platino. Non si cela una certa vena autocelebrativa, tipica dell’hip hop americano, dal quale Fibra dichiara di essere stato molto influenzato. Ma d’altra parte lui “si è fatto strada da solo”: “Nessuno ha investito su di me, non conoscevo nessun discografico...” Inoltre ricorda il continuo rinnovamento che c’è nel mondo della musica, qualcuno prende l’attenzione dopo un altro, e si fa il proprio tempo. Tanto vale andare al massimo no? Fabri Fibra a quanto pare pensa proprio di sì, non si ferma tra video, canzoni provocatorie e ardue (da una “Andiamo a San Remo” contro il festival musicale - a “Potevi essere tu”, che riflette sulla morte del piccolo Tommaso), concerti e collaborazioni. Di cui ha una collezione rispettabilissima, vasta e varia, una su tutte quella con Gianna Nannini per il singolo “In Italia”. Alla domanda su chi allora apprezza nel panorama musicale italiano risponde “i Baustelle, ma specialmente per i testi”. Questo è importante per lui, il testo: “Mi si formano le rime in testa, uso
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Le collaborazioni di Fibri Fibra ad altri dischi (Wikipedia).
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I dischi di platino vinti da Fabri Fibra.
Noel solista, col permesso del gruppo
musica
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due anni di distanza dal loro ultimo album, Stop The Clocks, in realtà una raccolta dei loro successi, il gruppo dei fratelli Gallagher torna a sfornare un altro LP, sempre prodotto da Dave Sardy e registrato agli Abbey Road Studios di Londra: Dig Out Your Soul, il settimo dopo il disco di debutto Definitely Maybe (del 1994).
Il primo singolo
L’uscita dell’album è stata anticipata, come è solito fare, da un singolo, The Shock of the Lightning, uscito nei negozi di dischi lo scorso 29 settembre e già trasmesso a ripetizione dalle più importanti emittenti radiofoniche di tutto il mondo. “Se The Shock Of The Lightning appare così immediata e avvincente”, dice Noel, “è perché è stata BLOGmag 44
oasis
scritta e registrata molto velocemente. E’ praticamente la versione del demo, e mantiene la stessa energia. Quando registri qualcosa, la prima volta è sempre la migliore”.
Ispirarsi ai grandi
Dig Out Your Soul, invece, sarà pubblicato il prossimo 6 ottobre e la tracklist conta undici tracce. Come ha dichiarato il frontman della band, moltissime canzoni dell’album sono il frutto di ispirazioni ad altri grandi gruppi della scena britannica: gli Stooges, i Doors, i The Pretty Things e ovviamente i Beatles. In particolare John Lennon, per il quale Liam Gallagher prova un amore ossessivo. Ad esempio il pezzo Waiting for the Rapture è molto legato a Come
Toghether; oppure anche I’m Outta Time, che contiene addirittura uno stralcio di un’intervista rilasciata da John Lennon alla BBC pochi giorni prima della sua morte. In merito al nuovo disco, Noel ha dichiarato di averlo scritto “con l’intenzione che la musica avesse groove”. Ha poi aggiunto: “Volevo un sound più ipnotico e attraente. Ma che attraesse in una maniera diversa. Sono canzoni con le quali bisogna stabilire un contatto per sentirle proprie”. Tutto l’LP è permeato di un’atmosfera che ricorda le origini degli Oasis, ed
è possibile riconoscere ciò in brani come (Get Off Your) High Horse Lady, The Nature of Reality o anche Bang It Up, brano costruito su due accordi che ricorda molto le sonorità di Columbia (contenuta nel disco Definitely Maybe). All’album hanno inoltre collaborato Gem Archer e Andy Bell, i quali hanno scritto le tracce To Be Where There’s Life e The Nature of Reality.
Tutt’altro che britpop!
Ma, a quanto pare, anche questo disco contiene un sacco di sorprese e novità. Ad esempio la band ci tiene a precisare che, a differenza di quanto si poteva immaginare riguardo agli album precedenti, Dig Out Your Soul è tutt’altro che Brit Pop. “Non è quello che facciamo di solito – spiega Noel – tre brani hanno ben due batteristi, me e Zak Starkey che suoniamo la batteria. Qualcos’altro suona un po’ glam. E non ci sono canzoni pop. Rimarrei
stupito se, dopo il primo singolo, nelle radio riuscisse a passare qualche altra canzone”. Altra novità rigurda l’uscita dell’album anche in versione deluxe: in vinile e acquistabile sul sito ufficiale della band (www.oasisnet.com). Il box set contiene due inediti, I Believe In All e Boy With The Blues: la prima traccia è stata scritta nelle stesse sessioni delle canzoni del nuovo disco, la seconda risale invece al 2005, è firmata Liam Gallagher e si avvale del contributo di un coro gospel. Infine, nel cofanetto si trovano anche alcuni remix dei nuovi pezzi, The Turning, The Shock Of The Lightning e To Be Where There’s Life. n Matteo Fallica
autore: Oasis titolo: Dig Out Your Soul etichetta: Big Brother voto: ****
Noel Gallagher, chitarrista degli Oasis, come anticipato nel precedente articolo, ha annunciato di volersi “mettere in proprio” e incidere un album da solista. Certo, senza abbandonare i progetti in corso con la band. A quanto pare il ragazzo non riesce a esprimere a pieno la sua creatività nel gruppo, e così si lancia in un progetto che, come si sa, potrebbe rivelarsi un totale fallimento. O forse no. In un’intervista alla rivista musicale NME, Noel ha dichiarato di avere “un arretrato di canzoni che si stanno lentamente costruendo”. È sorto tuttavia un piccolo problema: “Per un album solista il tempo lo si trova solamente tra un tour degli Oasis e un altro – dice il chitarrista – ma a me ce ne vuole tanto per scrivere, per cui sono andato fuori scadenza massima”. Quindi è iniziato il tour mondiale ed europeo della band e il fratello maggiore di Liam, con tutta la buona volontà, non è riuscito a riordinare le sue idee in tempo. I motivi della mancata pubblicazione di questo album, che si presentava già come un tipico album “presuntuoso” alla Gallagher, sono ben altri. A quanto pare, Noel avrebbe seguito la strada del progetto solista solo con il consenso del gruppo. Consenso che sembra mancare e quindi, ahimè, niente disco. Nonostante tutto Noel, con il suo tipico tono superiore (forse un po’ troppo), sopravvaluta se stesso sostenendo di avere un’enorme quantità di nuove canzoni in cantiere, tutte quante bellissime. Speriamo per lui che sia così. Nel frattempo aspettiamo che finiscano il tour che, per ora, a discapito dei fan italiani, non ha ancora in lista nessuna data nel nostro paese.
1. Bang It Up. 2. The Turning. 3. Waiting for the Rapture. 4. The Shock of the Lightning. 5. I’m Outta Time. 6. (Get off your) High Horse Lady. 7. Falling Down. 8. To Be Where There’s Life. 9. Ain’t Got Nothing. 10. The Nature Of Reality. 11. Soldier On. BLOGmag 45
Ex-Otago
musicbox
Intervista alla scatenata pop-band di quartiere alla conquista del mondo!
A cura di Matteo Fallica, deFe
I’m from Barcelona
Who killed Harry Houdini?
etichetta Mute genere Indie pop voto
****
Gabriella Cilmi
Lessons To Be Learned etichetta
Island voto
***
Non ha neanche 17 anni. Può e deve migliorare ancora, ma come debutto è più che soddisfacente. Lessons To Be Learned è una miscela tra soul e pop che, come ultimamente accade, funziona. Il disco scorre bene senza troppi intoppi: Sanctuary e Safer sono splendide ballads, Cigarettes & Lies è puro soul, mentre Save The Lies sembra essere uscita dagli 80’s. Nonostante gli scomodi paragoni con Duffy, Joss Stone & Co. l’italo-australiana non se la cava affatto male. Ebbrava la Cilmi! (www.myspace.com/gabriellacilmi) BLOGmag 46
Dopo l’uscita del singolo “Paper Planes”, gli I’m From Barcelona (sterminata band con più di 20 componenti) sono pronti a pubblicare il loro nuovo album “Who Killed Harry Houdini?”, che uscirà nei negozi di dischi il prossimo 14 ottobre. Il disco, che conta dieci tracce, si presenta come una grande raccolta di voci e melodie frizzanti, a tratti un po’ malinconiche ma che mantengono sempre quel tocco di originalità che caratterizza il gruppo. Andy, la prima traccia dell’album, con i suoi cori e la sua dolce melodia, ricorda quasi una canzone natalizia. Anche “Headphones” è un misto di melodie pop e indie rock, con gli archi in sottofondo e la batteria appena accennata. “Gunhild”, invece, è atmosferica e avvolgente: alla voce della band si aggiunge quella della cantante francese Soko. Seguono poi “Mingus”, “Ophelia” e “Houdini”. Quest’ultima traccia riprende lo stile indie rock della band, e le chitarre elettriche entrano e si impongono come strumento principale. “Little Ghost” e “Rufus” chiudono la tracklist dell’album, con melodie da ballata, chitarre, tastiere e violini. Insomma, un gruppo nuovo, originale che si presenta con un disco che merita davvero. (myspace.com/imfrombarcelona)
Okkervil River The Stand Ins
etichetta Jagjaguwar voto
****
Torna la band americana con il seguito del precedente disco “The Strage Names”. L’album è un concentrato di puro rock. Undici tracce in tutto, di cui tre piccoli interlude che dividono così l’LP in tre parti. Le melodie più dolci si alternano a quelle rock, con riff di chitarra squillanti e tamburelli in sottofondo. I pezzi, spesso, presentano sound country, a ricordo delle loro origini. La band passerà dall’Italia il 19, il 20 e il 21 Novembre. (myspace.com/okkervilriver)
MGMT
Muse della moda
Sarà il loro stile anni ‘70, le bandane floreali, l’aria un po’ svampita o forse la loro musica in bilico tra l’indiepop e lo psichedelico? Sta di fatto che il duo di Brooklyn composto da Ben Goldwasser e Andrew VanWyngarden, in arte MGMT, ha ispirato la collezione uomo per la prossima primavera-estate di Gucci, questo a detta della direttrice creativa del marchio Frida Giannini che ha addirittura voluto la loro hit ‘Time to Pretend’ come sottofondo durante le sfilate. Ovviamente non è la prima volta che la moda prende spunto dalla musica (basti solo pensare, per esempio, a quanti stilisti hanno ‘rubato’ le loro proposte dal punk) ma difficilmente questo avviene per un gruppo musicale così nuovo, che ha pubblicato da poco il proprio album d’esordio. I due, che fra l’altro hanno appena annunciato una collaborazione con i Chemical Brothers per il prossimo disco, si sono detti abbastanza sorpresi e divertiti dalla notizia, tanto che VanWygarden con il sorriso sulle labbra ha commentato: “Beh visto che li abbiamo ispirati, potrebbero almeno regalarci qualcosa!” Claudia Cantori
N*E*R*D
Seeing Sounds
etichetta
Interscope voto
***
Dopo quattro anni di assenza, densi di collaborazioni con più o meno l’intera fauna musicale mondiale, il trio capitanato dallo stiloso Pharrell Williams torna con Seeing Sounds, un disco che, con classe, si muove tra funk rock e hip-hop. Certamente non manca l’ispirazione black, la ballata soul Sooner or Later ne è l’esempio lampante. Ma la cosa più sorprendente è che ancora non abbiamo capito come fare a smettere di muovere i fondoschiena su Windows e Everyone Nose. (myspace.com/nerdofficial)
Si chiamano Ex-Otago, sono di Genova e il loro ultimo singolo (la cover di Corona “The Ryhthm Of The Night”) ha spopolato su tutte le maggiori emittenti radiofoniche del paese. Suonano musica pop, con bellissimi cori e doppie voci. Ci sono le tastiere, le chitarre e tanti, tantissimi giocattoli. Forse perché i ritmi frizzanti delle loro canzoni le rendono tremendamente divertenti. Noi abbiamo voluto fargli qualche domanda, per conoscerli un po’ meglio e scoprire qualcosa di più. Innanzitutto, come sono nati gli Ex-Otago? Siamo nati inizialmente come trio acustico nella line up Simone (Mosso), Maurizio (Johnny Balera), Alberto (Pernazza), spinti dalla voglia di trasformare in canzoni tutti i cazzeggi domenicali trascorsi nelle varie camerette.
colonne sonore, pop a 360° dalla Svezia ai Beatles, folk, i trilli, l’ambiente e la natura, l’hardcore, l’hip hop, la dance, la pasta al pesto, Mario Rigoni Stern, i Pixies, le caramelle, le donne, i cani, i gatti e il people watching... tutto filtrato dal colino Ex-Otago... quindi non assomigliamo a nulla di tutto ciò!
parte l’inserimento dei batteristi. Amiamo molto dialogare col pubblico o ironizzare sulle situazioni che incontriamo on the road, quindi ultimamente dopo numerose date è fuoriuscito maggiormente il nostro lato comico-cabarettistico che comunque rimane alla stregua dello zucchero a velo sulla torta.
Perchè questo nome? Guardando un film trash neozelandese rimanemmo colpiti dal suono della parola “otago” gridata dai protagonisti della pellicola (tifosi di questa squadra di rugby, appunto gli Otago, che pur umile stava per vincere il campionato); il giorno dopo in sala prove, però, perdemmo l’iniziale entusiasmo e decidemmo di scioglierci per riformarci subito dopo come gli ExOtago.
Cosa avete provato nel sentire la vostra cover di “The Rythm Of The Night” in rotazione sulle maggiori radio nazionali? Potete immaginare. A volte pensavamo che partisse in automatico il cd in macchina poi ci accorgevamo invece che era la radio! Emozione, soddisfazione…
Per quanto riguarda i progetti per il futuro? Quando uscirà il nuovo disco? Nuove canzoni in cantiere, nuovo disco (tempistica ancora da definire)... ancora un po’ di date live in giro per lo Stivale in questo autunno-inverno (noi siamo sempre in giro, a disposizione anche per matrimoni!), far vincere il video di “The ryhthm of the night” arrivato nel lotto di finalisti per Rockol-MEI (come l’anno scorso quello di Giorni Vacanzieri). Qualche piccola anticipazione sul nuovo disco? Molte più canzoni in italiano...
Quali sono le vostre maggiori influenze, musicali e non? The Smiths, Rino Gaetano, Wu tang clan,
Voi siete consapevoli di essere dei comici nati che però fanno i musicisti? Cosa ne pensate di questa cosa? Mah, difficile dare una risposta. Noi non abbiamo cambiato più di tanto l’approccio live da quando abbiamo esordito, a
Beck
The Verve
Modern Guilt
etichetta XL Recordings voto
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Quando Beck Hansen ci mette lo zampino, udire qualcosa di strano e originale è la regola: se il californiano pubblicasse un album di yodel, qualcosa di stuzzicante ci sarebbe. Modern Guilt, prodotto assieme a Danger Mouse (Gnarls Barkley), torna indietro nel tempo, allontanandosi dalla strada electro percorsa negli ultimi lavori. Ritmi psichedelici fanno da sfondo a Chemtrails e Replica, suonano 70’s Orphans e Gamma Ray: finalmente è tornato il Beck alla vecchia maniera. (www.myspace.com/beck)
Forth etichetta Parlophone voto
***
Il 25 agosto scorso è uscito il nuovo album dei Verve: Forth. Dieci tracce che billboard.com definisce “a cavallo tra la sperimentazione dell’esordio e la scrittura più strutturata degli ultimi album”. Nel disco si possono riconoscere pezzi come Love is Noise, che viene definito il brano più elettronico mai scritto dalla band. Non mancano però le ballate, come Valium Skies, e i pezzi rock come , che dura più di otto minuti. (www.myspace.com/theverve)
Matteo Fallica
last.fm charts I cinque brani ed i cinque artisti più ascoltati (per numero di ascoltatori) nella piattaforma di social music più grande al mondo.
brani
1. The Day That Never Comes – Metallica (37,166) 2. Viva La Vida – Coldplay (36,813) 3. That Was Just Your Life – Metallica (32,871) 4. The End Of The Line – Metallica (32,515) 5. The Unforgiven III – Metallica (32,422)
artisti
1. Coldplay (110,636) 2. Metallica (108,479) 3. Radiohead (103,474) 4. The Beatles (90,274) 5. Red Hot Chili Peppers (75,694)
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dj victor perez
da Valencia, il resident del Pacha
Q
a cura di > Andrea T Mendoza uesto mese abbiamo intervistato dj Victor Perez, nato e vissuto a Valencia e resident del Pacha.
Parlaci di te in poche parole… Sono un professionista che divide il suo tempo-lavoro tra Contraseña Record, Radio One, Pacha e alcuni programmi televisivi… Poi sono in tour con Ron Barcelo, Cutty Sark e con 100% Pacha. Resident dj del Pacha di Valencia, responsabile nonché una delle voci piu’ importanti di Radio One (la radio numero uno in Spagna), produttore discografico e A&R di Contrasena Record una delle label di maggior successo in Spagna ed Europa... Dove trova il tempo Victor per seguire tutto questo?
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La verità? Non lo so neanche io! Un po’ di ordine, molti sogni, sacrifici ma soprattutto molta allegria e lavorando molto ogni giorno. Un credo di Victor Perez? Raggiungere l’equilibrio tra la felicità e la salute sfruttando la buona musica. Il tuo background musicale... da dove inizia e come te lo sei costruito? Quali sono state le tue influenze nel tempo? Tutte mi hanno arricchito nello stile. Appassionato nella musica in tutte le sue sfumature, ascoltando tutto ciò che mi attrae musicalmente e da cui possa prendere spunti. Dico sempre che quando un disco è bello mi trasmette positività e non importa se è trance, dance, house, progressive… se è bello e mi piace lo suono! Un sogno di Victor Perez? Poter fare un party con tutti i miei amici Dj con un prezzo di entrata economico per poi donare l’incasso agli anziani (siamo tutti responsabili del loro benessere). House, tribal, latin, elettro, minimal, techno... Quale sarà la tendenza musicale nei club in Spagna questo inverno? House in tutte le sue diramazioni e minimal, però io sono per un house più divertente specialmente per i club. Dj e produttore di grandi successi, indicaci il tuo disco preferito. Tutti hanno qualcosa di speciale! Ogni volta però, l’ultimo ti piace di più. Quindi il mio ultimo. Potresti darci una tua opinione sui dj spagnoli? Ci sono tante ottime idee tra i deejays spagnoli, ma a Djs e produttori mancano l’ appoggio dei media e delle etichette discografiche, quindi sono un po’
in difficoltà rispetto a quelli di altri Paesi. Comunque i dj spagnoli sono i djs più forti e alla moda al mondo! Dove ti troviamo per Capodanno? Sarò al Pacha di Valencia… ho qualche offerta in un altro club che mi sta tartassando però sarò fedele al mio pubblico con cui lavoro tutto l’anno. Ultima domanda: quali altri progetti stai seguendo ora? A quando una nuova produzione di Victor Perez? Un progetto che ogni giorno voglio realizzare e non faccio, è di voler lavorare meno e dedicare più tempo alla mia famiglia e appena sto con loro qualche giorno mi pento di non farlo mai… Devo metterlo in pratica da oggi stesso! Fare un po’ di ginnastica e a breve una track con il mio grande fratello del ritmo, al quale tengo molto, Andrea T. Mendoza… e tante altre cose che vi racconterò prossimamente. (www.myspace.com/djvictorperez)
I cinque dischi consigliati da Andrea T Mendoza! 1. Victor Perez ft. Estella - Star (Damian Wilson Remix) 2. Andrea T Mendoza vs Tibet - Billionaire it’s my music (club mix) 3. Reachin’ Phase 2 ( rmx 2008 ) 4. Sandy Brown Parker Vs Andrea T Mendoza Feat Ken - We got the love 5. Sunglasses at night ( rmx Tiga )
sindrome da crocerossina Giovani ragazzi carini amanti della trasgressione state attenti: per alcune ragazze in missione non è mai troppo presto per farvi mettere la testa a posto!
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icesi Crocerossina chi opera assistenza umanitaria spesso in caso di guerre e calamità naturali. In amore però non esistono superstiti ma solo vinti e vincitori. Dimenticate quindi le dolci infermiere armate di cerotto e grembiulini sexy e le giovani wild women che pur di salvare la vita ad un piccolo afgano donerebbero una delle loro ghiandole sudoripare. La crocerossina innamorata non è nulla di tutto questo. Anzi. Lei si nasconde tra noi. Potrebbe essere la vostra compagna di banco, la vicina d’armadietto, la rappresentante d’istituto che troppo presa dalle battaglie politiche ha trascurato per troppo tempo l’appuntamento con l’estetista… O peggio ancora potrebbe essere la vostra fidanzata! Sebbene si confondano con facilità tra la gente comune, riconoscere le crocerossine innamorate è semplice: sono all’apparenza comuni, molto precise, devote all’ordine e alla disciplina. Ciò che le accomuna è un potere persuasivo da far sembrare Vanna Marchi una suora laica; e una propensione a designare la propria vittima tra quella tipologia di ragazzi (carini e spregiudicati) che loro stesse definiscono casi umani. Missione di ogni crocerossina è individuare il proprio caso umano (di solito li preferiscono fumatori, amanti del rock, indisciplinati a scuola e con uno spiccato attitude a festini e alcool). Una volta localizzato l’obiettivo è dovere di ogni crocerossina ammaliarlo e con piccoli stratagemmi iniziare BLOGmag 50
a cambiare, passo dopo passo, ogni suo piccolo difetto, ogni componente del suo carattere che non si addice al suo status. La strategia è lenta e collaudata.
Lei si propone di aiutarti a studiare a casa, poi, forte della teoria che “gli opposti si attraggono” ti fa entrare nel suo mondo di merletti e cuoricini. Dopo poco la tua media scolastica inizia a lievitare come prima non aveva fatto mai, ma - come insegna Dante - ogni colpa deve essere espiata col giusto contrappasso: così, senza nemmeno sapere come, te la ritrovi al tuo fianco come fidanzata fissa. Prima ancora che tu possa aprire l’uscio di casa tua lei ha già conosciuto i tuoi genitori (la adorano). Prima che tu possa entrare in camera lei ha già rivoluzionato tutto: eliminato i poster dei Nirvana, rimosso i posacenere dalla scrivania, messo ordine nel tuo armadio sbarazzandosi dei vestiti che lei considerava out, sostituito la foto del desktop di Pamela Anderson con
Richieste? Bisogno d’aiuto per vicende sentimentali? Non sei d’accordo con quanto scritto? Vai su blogmag.it o scrivi a: bocca@blogmag.it
“Le crocerossine designano la propria vittima tra quella tipologia di ragazzi che loro stesse definiscono casi umani”
una di voi due. Prima ancora che tu possa trovare rifugio nello sport te la ritrovi fissa sugli spalti. A tifare per te? Certo che no: ad annotare sull’agendina i nomi delle fan che lei giudica troppo… calorose! Nemici giurati di ogni crocerossina sono i tuoi amici che lei considera a priori dei poco di buono. Il suo giudizio è insindacabile e così ogni volta che devi uscire con loro lei è sempre lì, attaccata alle tue calcagna come le narici di Kate Moss alle strisce del tavolo. Il tuo gruppo pur di non averla tra le scatole inizia a non chiamarti alle uscite ed è l’inizio di interminabili pomeriggi di coppia soli in casa dove il massimo del divertimento è noleggiare un film di Moccia (ovviamente il film l’ha scelto lei facendoti in un qualche modo credere che sia stato tu a proporlo). Improvvisamente poi, capita che, accendendo il pc inizi a scorrere le immagini di quando eri un uomo libero che a scuola sicuramente non brillava come ora ma che sapeva divertirsi in modo spensierato. Ora a te, caro ragazzo, se ti sei in un qualche modo riconosciuto in questa ricostruzione diciamo: stai attento. Sei stato prescelto
quale vittima sacrificale di una crocerossina. Ma sei ancora in tempo (a dire la verità, non ne hai molto ma devi agire in fretta). Perché si vive una volta sola e prima o poi ti verrà nostalgia dei tempi che furono, di quel giro di amici con cui uscivi, con i quali ti divertivi tanto che anche se non erano delle menti né dei futuri Einstein sono stati spettatori e complici di tutte quelle abitudini che, giuste o sbagliate che siano, segnano il percorso di ogni adolescente. Scoprirai che i ricordi più belli della scuola non sono legati per forza ai successi scolastici ma anche alle feste, alle manifestazioni, alle gite scolastiche e agli scherzi di gruppo ai prof. Entrerai in camera e rimpiangerai il poster di Ozzy e la collezione di tutti i film di Amerian Pie sulla mensola. Aprirai l’armadio e ti accorgerai che per la camicia e la ventiquattrore c’è tutta la vita davanti e che un paio di sneakers e i jeans ora vanno più che bene. Perché se è vero che migliorare una persona è il modo più veloce per rovinarla è altrettanto vero che i cambiamenti per amore sono la cosa più nociva che possa esistere. Ricorda a te e alla tua ragazza crocerossina che se una persona ti sceglie è per come sei tu in realtà coi tuoi pregi e i tuoi difetti e non per come vorrebbe che tu diventassi. Dedicato a tutti coloro che nella loro vita sentimentale hanno scambiato il proprio partner per un cagnolino da addomesticare e allevare a immagine e somiglianza di un prototipo e non di una persona. La Bocca della Verità
fun
Robbie contro gli alieni
Il cantante più Don Chisciotte del mondo, tra una visione e l’altra
Che sia una banale trovata pubblicitaria non si sa; quello che si sa è che il povero Robbie Williams è fermamente convinto dell’esistenza degli alieni sul pianeta Terra. Il primo contatto sarebbe avvenuto durante la realizzazione del suo nuovo singolo, Arizona, che parla proprio di un rapimento da parte di un extraterrestre. “È stato magico”, sostiene l’ex dei Thak That che, noncurante del suo contratto discografico da oltre 100 milioni di euro con la EMI, trascorre il tempo a guardare stelle, chattare con ufologi e, tra l’altro, ha addirittura donato una cospicua somma di denaro alla NASA per finanziare la ricerca di forme di vita aliene. La sua, ormai ex, fidanzata Ayda Field, stanca delle sue paranoie l’ha mollato. La EMI lo ha messo alle strette: o la musica o gli extraterrestri. Insomma, chissà cosa avvisteremo per primo: un alieno o il suo nuovo album. A questo punto i dubbi sorgono... Giovanni de Girolamo
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halloween
cera. Forse ha esagerato un po’ troppo la sera prima. b) L’erba del nuovo compagno di classe è davvero buona. c) Me l’avevano detto all’oratorio che ad usare troppo la mano si fa una brutta fine. 6. Negli anni ‘90 Halloween era una festa in cui ragazzi e ragazze erano soliti travestirsi da mostri e vampiri. Nel 2008 Halloween è una festa dove il pretesto è travestirsi da piccole prostitute.
PUNTEGGI:
giorno da leoni che cento da pecora! b) La tua vita vale molto di più di un momento di piacere. Rifiuti la tentazione. c) Gli lasci il tuo numero di telefono e gli dici di ripassare dopo che avrai compiuto 50 anni. 5. Hai noleggiato un film porno ma improvvisamente ti accorgi che il VHS altro non è se non la videocassetta di The Ring. La prima cosa che pensi è: a) Eva Henger ha davvero una brutta
1. A=3; B=2; C=1. 2. A=2; B=1; C=3. 3. A=2; B=3; C=1. 4. A=1; B=2; C=3. 5. A=1, B=3, C=2. 6. A=3; B=1, C=2. 7. A=3, B=2, C=1. 8. A=3, B=1, C=2. 9. A=2; B=3, C=1.
c) I testimoni di Geova che, stufi delle pernacchie al citofono, ora ci provano via telefono. 4. Intervista col Vampiro è passato alla storia per la sua trama intrigante e per i suoi interpreti molto affascinanti. Ora Brad Pitt/ Kristen Dunst ha ancora sete di sangue. Vuole portarti via la vita con un bacio. Che fai? a) E’ il tuo idolo da sempre. Scambi la tua vita per un istante di passione… del resto meglio un
PROFILI:
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Ogni tanto, però, tendi a non ascoltare la tua voce interiore e a fidarti più degli altri che di te stesso. Finisce così che nonostante le tue capacità alla fine ti perdi in un bicchier d’acqua. E’ un po’ come in classe quando sei convinto che la soluzione al problema sia quella che hai pensato ma alla fine ti fidi di quello che ti ha suggerito il tuo vicino di banco. Proprio come l’agente Mulder in X-Files che nonostante i successi professionali non è mai riuscito a svelare l’unico enigma che lo riguardava da vicino: la scomparsa di sua sorella. DA 1 A 12 PUNTI: SARAH MICHELLE GELLER. Non ci siamo proprio. Il tuo sesto senso è davvero poco sviluppato. Tendi a fidarti troppo degli altri e a credere poco in te stesso. Saresti un ottimo bocconcino per ogni strega o vampiro che ti si presenta davanti. La notte di Halloween ti consigliamo di mettere in cantina il tuo costumino da sexy fantasma e chiuderti in casa. Se non acquisterai più fiducia in te stesso farai la fine di Sarah Michelle Geller che, nonostante tutte le stagioni di Buffy, in Scream è la prima a lasciarci le penne!
1. Nel Sesto Senso Bruce Willis non si rende conto di essere morto finché il piccolo Cole Sear non si mette in contatto con lui. Se anche tu avessi il potere di parlare coi morti, a quale dei seguenti personaggi vorresti parlare? a) Il presidente Kennedy, per scoprire chi era il suo sicario e per porre fine a uno dei più grandi gialli della storia moderna. b) Dante Alighieri, per dirgli che era molto più comodo parlare direttamente con Beatrice piuttosto che rivolgersi a tutte le future generazioni di studenti con più di 14000 versi in rima incatenata. c) Sally Spectra, per farsi svelare come andrà a finire Beautiful e soprattutto quando finirà. 2. Nel secondo capitolo della saga, Hannibal Lecter costringe l’agente Clarice Starling ad assistere ad un banchetto dove la pietanza principale è a base di cervello umano. Adesso Hannibal è tornato ed ha ancora fame. Quale cervello gli consegni? a) Quello di Rita Levi Montalcini. Almeno così potrà fare indigestione e saziarsi una volta per tutte. b) Opti per quello di Flavia Vento. Tanto nessuno noterà la differenza, forse neanche lei. c) Gli mostri le foto dei nostri deputati: il cervello umano non è poi così ricco di materia grigia, meglio forse passare ai conigli. 3. In Scream l’assassino, prima di uccidere, avvisa le sue vittime con una telefonata. A quali di queste chiamate non vorresti mai rispondere? a) La prof che chiama i tuoi genitori per avvisarli che per l’ennesima volta non sei andato a scuola. b) Quelli di “Mondo Libri” che cercano di venderti il libro del mese che due anni prima avevi incautamente acquistato con una firma all’uscita del pub.
DA 21 A 27 PUNTI: SESTO SENSO. Complimenti. Hai un sesto senso davvero sviluppato. Il piccolo veggente Cole Sear in confronto è un dilettante. Sfrutti questa dote anche nella vita quotidiana e hai naso nel capire come muoverti nelle varie circostanze che ti si presentano davanti. Sai fiutare il pericolo e le persone che non meritano troppa fiducia. Le tue narici farebbero l’invidia di un San Bernardo e di Naomi Campbell. Diciamo che Clarice Starling ha trovato un degno erede e Hannibal Lecter un nuovo avversario a cui dare filo da torcere. DA 12 A 21: X-FILES. Sei una persona dotata di un buon istinto per fiutare situazioni e circostanze a te poco favorevoli.
Halloween è la notte delle streghe e dei fantasmi. Che voi ci crediate o no il cinema ci ha mostrato spesso diverse realtà e sinistri retroscena di questa faccia oscura dell’universo. Tu come ti saresti comportato davanti al famelico Dottor Lecter o al telefono con la morte? Rispondi al test e scopri quanto è sviluppato il tuo sesto senso!
Tra queste tipologie di ragazze quale potrebbe essere la tua vittima per uno scherzetto? a) La tua ex/L’ex del tuo ragazzo vestita da coniglietta. E’ troppo stronza, troppo perfida e troppo ingombrante per continuare a vivere. b) La cheerleader vestita da infermierina porno. E’ troppo bella, troppo amata e troppo stupida per continuare a vivere. c) La secchiona della classe vestita da se stessa. E’ troppo brutta,
test
troppo saccente e troppo frigida per continuare a vivere. 7. Salem era la città delle streghe. Chi è la strega del nuovo millennio? a) La candidata alla vicepresidenza USA Sarah Palin: è antiaborto, antiambientalista, ha spedito uno dei suoi figli in Iraq, costretto la figlia rimasta incinta a sposarsi ed è tornata a lavorare dopo soli tre giorni dalla nascita del quinto figlio. Serve altro? b) Katie Holmes, sposando Tom Cruise ha praticamente sposato anche tutto il team di Scientology. O è troppo buona, o è troppo pazza o è troppo strega. c) Quella della pubblicità degli assorbenti. Era il suo primo provino da veejay ed è riuscita anche a fare la ruota. Magia nera allo stato puro. 8. La tua vicina di casa ti corre in contro in cerca di soccorso. La sua piccola bambina parla con la voce di Maria De Filippi e inneggia l’Anticristo. Non sembra proprio un attacco di raucedine. Che fai? a) Togli immediatamente qualsiasi crocifisso si trovi nella zona. Hai visto anche tu “L’esorcista” e sai come va a finire in quelle circostanze. b) Chiami Milingo e Maria Sung: forse questa è la volta buona che si rendono utili. c) Chiami la famiglia Boccasana, forse quello che serve è davvero solo uno sciroppo per la gola. 9. In The Cell Jennifer Lopez è in grado di entrare nella testa dell’assassino. Avendo lo stesso potere, su chi lo sfrutteresti? a) Su Rocco Siffredi per vedere se è vero che come mangia le patate lui non c’è nessuno. b) Su Cindy Crawford per avere la formula dell’eterna giovinezza. c) Su Enzo Mirigliani, patron di Miss Italia, per vedere se è ancora vivo oppure un alieno si è impadronito del suo corpo. BLOGmag 53
cinema
tropic thunder
Ben Stiller alla sua seconda prova alla regia: una strage di risate!
Titolo: Tropic Thunder Regista: Ben Stiller Genere: Commedia Durata: 107 min Voto: Nella Hollywood fittizia ma non dissimile da quella vera, l’attore di azione Tugg Speedman, tenta il riscatto della sua ristagnante carriera interpretando un film basato su un personaggio diversamente abile: “Simple Jack”, il quale però risulta in un flop disastroso, e vede Speedman costretto a fare ritorno all’azione. Il film scelto, questa volta, racconta la “vera” storia di un veterano del Vietnam e ad interpretarlo ci
saranno anche il 5 volte premio Oscar Kirk Lazarus, (un attore del metodo che arriva a cambiarsi il colore della pelle per calarsi nella parte) e il comico sensazione del momento Jeff Portnoy (che ha fatto della flatulenza e delle parti multiple il suo biglietto da visita). Ma quando la produzione va immediatamente fuori budget la troupe viene spedita in una giungla per risparmiare e per migliorare l’immedesimazione ma nello stesso tempo entrano in scena dei trafficanti d’oppio che li scambiano per agenti americani, mettendo quella banda di sbandati di fronte ad una guerra genuina. E il resto, sono risate.
macchietta simil Eddie Murphy). Tutto il film è costellato di queste caricature e oggi come oggi non sono solo dolorosamente vere ma anche veramente divertenti. Non si può dire che questo sia un film di gran classe però, ma di certo è una delle commedie migliori e di successo dell’anno, e non mancherà di fare felici moltissimi spettatori
nostrani, anche per le infinite piccole gag di cui è condita. Vi stupirete davvero nello scovare quali celebrità fanno capolino tra il cast e mentre vi spanciate dalle risate, una parte di voi si schiferà alla Beppe Grillo di quanto stantia sia Hollywood. Non che servisse questo film a ricordarcelo. GD00
Titolo: Wall-E Regista: Andrew Stanton Genere: Animazione Voto: *****
Titolo: Babylon A.D. Regista: Mathieu Kassovitz Genere: Fantascienza Voto: *
*****
Ben Stiller è sempre stato molto di più di quello che ha dimostrato, difatti se possiamo rimproverargli qualcosa è che si accontenta di dormire sugli allori. Come molti comici è una persona intelligente, sempre pronta a mettersi in gioco, costruitasi da sola e piena di talento nel suo campo ma come fin troppi studenti, non si applica tanto spesso e questo lo penalizza quando si arriva a tirare le somme. Di parti idiote e inutili ne ha fatte, ma il punto è che quando si mette a scrivere e magari dirigere film, i risultati sono senza dubbio migliori della media dei film che interpreta. E di film ne ha scritti solo due: Tropic Thunder è il secondo, e Zoolander è il primo. Chi non ricorda la storia di Derek Zoolander, un modello dal quoziente intellettivo di un fermacarte che pensava di essere “Bello bello in modo assurdo”? E le parola “Magnum”, “Blue Steel” e “Le Tigre” non vi dicono niente? Nel caso, riguardatevi quella che é uno dei più pungenti ritratti della società ossessionata dall’immagine e dall’apparire. Neanche a farlo apposta, Tropic Thunder è invece una beffarda e divertita critica al sistema Hollywoodiano, a tutti gli stratagemmi già oramai maturi per la presa in giro usati da attori e produttori per derubarci dei soldi del nostro biglietto. E non si salva nessuno: dalle eccentricità più assurde degli attori stranieri (incarnate qui da Robert Downey Jr) dai più patetici tentativi di dimostrare una certa ecletticità dopo aver soffocato la propria carriera (Ben Stiller, nella parte di un arenato attore di azione) fino ai peggiori effetti collaterali del successo (Jack Black, in una ferocissima BLOGmag 54
BLOGmag cineNEWS
recensione
Non più agitato, nemmeno mescolato!
Questa è la strada che vogliono intraprendere i pezzi grossi con il contante dietro ai nuovi film dell’agente segreto meno segreto dello show business. Il prossimo film, da noi a novembre, sarà del tutto privo delle frasi rese cult dal franchise. Ma nonostante ciò il suo nome sarà sempre Bond, James Bond.
Ho quasi dato fuoco alla cucina.
Si confessa così Catherine Zeta-Jones: moglie adorante di Michael Douglas, grande attrice e donna magnifica, ma pessima cuoca. “So solo scaldare polpette di pollo al microonde. Una volta ho tentato di cucinare qualcosa in padella, ma è andato tutto in fumo e mi sono spaventata. E’ stata la prima e l’ultima volta che ho provato.
Elementare, mio caro Law!
Dissipati dubbi e gossip sulla stabilità del suo matrimonio con Madonna, la prossima fatica di Guy Ritchie sarà niente meno che “Sherlock Holmes” con l’uomo di ferro Robert Downey Jr. nella parte del grande detective e il sempre-più-calvo Jude Law nella parte dell’inseparabile dottor Watson. Dato che un altro film su Sherlock é in preparazione quasi in parallelo, si annuncia una sfida all’ultima deduzione.
Cerchiamo altra felicità
Un robot spazzino rimane solo sulla terra per 700 anni a pulire la spazzatura di un umanità che ha abbandonato il pianeta, ormai inabitabile. Dopo molti anni il solitario Wall-E sviluppa dapprima una personalità, poi una notevole curiosità verso ciò che secoli prima doveva essere un grande popolo. Ovviamente, l’improvviso atterraggio di un’astronave cambierà tutto questo e il povero Wall-E si scoprirà più importante di quanto osasse sognare. Ennesimo capolavoro, il film ha già in tasca l’Oscar.
Un film così scarso e dalla storia così travagliata che il suo stesso regista ha finito con l’odiarlo. Non basta la storia scopiazzata dal già controverso “I figli degli uomini”, ma la recitazione granitica (e non in senso buono) di Vin Diesel non salva la pellicola da un oblio veloce e meritato, e a poco conta la presenza di Gerard Depardieu. Si riduce il tutto ad un maldestro tentativo della fantascienza francese di stare al passo con i tempi, ottenendo un guazzabuglio inconcludente e scarno.
Forte del successo economico (ma non critico) di Hancock, Will Smith decide di fare nuovamente squadra con il nostrano Gabriele Muccino per un film sempre attento alle corde più sensibili dell’animo umano. L’ex principe di Bel Air interpreterà un uomo che influenzerà la vita di sette estranei, nella pellicola intitolata “Seven Pounds”.
BLOGmag 55
tv - dvd
Gossip Girl
folli corse in stile Mario Titolo: Speed Racer Regista: Andy e Larry Wachowski Genere: Azione Voto: **** Avete presente le cupe atmosfere cyberpunk di “Matrix”? Ecco, dimenticatevele ed entrate nel nuovo, caramelloso mondo dei fratelli Wachowski. In questo mondo, tratto da una serie di anime giapponesi degli anni ’60, tutte le donne sono carine (mamme comprese), i colori sono sparaflashosi, e i gli orientali sono tutti emo. O almeno lo sono i loro parrucchieri. In questo delirio fluorescente si aggirano il Signor Speed, di cognome Racer, pilota di improbabili auto da corsa (le
corse consistono in un Demolition Derby su piste che ricordano tanto Mario Kart), e la sua bella famigliola, nonché scuderia. Sulle orme del fratello maggiore, morto in un tragico incidente durante un rally inquietantemente chiamato “Casa Cristo”, Speed viene notato da un prestigioso ma spietato sponsor, che catapulterà il giovane pilota nello sporco mondo della corruzione e delle corse truccate. Surreale ma attuale.
Titolo: 27 volte in bianco Regista: Anne Fletcher Genere: Animazione Voto: *****
Titolo: Feel The Noise Regista: Alejandro Chomski Genere: Musicale Voto: *
Dal titolo sembra uno di quei film con l’adolescente sfigato che non riesce a battere chiodo. Invece è una commedia melensa su una ragazza che ama così tanto i matrimoni che invece che cercarsi un marito continua a fare la damigella alle cerimonie altrui. Tutto bene finché la sorellina un po’ zoccola non si fidanza con l’uomo di cui la nostra protagonista è innamorata. Potrebbe benissimo essere la puntata di una serie: c’è anche il bambino ispanico che canta “Hips don’t lie” mentre passa l’aspirapolvere. BLOGmag 56
Niko Scagliarini
Dramma e passione si intrecciano alla perfezione in questo film di alta qualità. Sì, come no. Il dramma: il protagonista è un perfetto imbecille. Infatti ruba i cerchioni a un fantomatico “mafioso” e viene spedito a Portorico dalla nuova famiglia del padre mai conosciuto per evitare il linciaggio. La passione: il raggaeton, che oltre a favorire strusciamenti selvaggi, riappacifica le famiglie. La qualità: le coreografie sono realizzate con il montaggio ripetuto delle stesse due o tre riprese.
Dopo i ricchi e problematici teenager di Orange County arrivano quelli super chic dell’Upper East Side, pronti già a sbarcare tra i migliori telefilm della nuova stagione italiana. Parliamo di Gossip Girl che racconta, tramite la maliziosa cornice di una blogger misteriosa, gli scandali e gli intrighi dei più in vista adolescenti newyorkesi. Tratto dai romanzi di Cecily von Ziegesar, il telefilm si apre con il ritorno, dopo diversi mesi, della famosa Serena Van Der Woodsen. Cominceranno così una serie di segreti e complotti che il blog di Gossip Girl svelerà puntualmente: conti con il passato e pettegolezzi dell’ultima ora, lotte di potere e passioni inconfessabili. Tutto ciò accompagnato da vestiti mozzafiato, attori bellissimi e case esagerate. Insomma, gli ingredienti per un’appassionante nuova serie ci sono tutti nonostante gli immancabili sviluppi al di là della realtà. Non manca neanche il succoso dietro le quinte: infatti la voce narrante, appunto Gossip Girl la blogger, è Kristen Bell, la già nota Veronica Mars nonchè Elle Bishop in Heroes. Consigliato caldamente a chi già amava O.C.: buona visione o meglio “xo xo Gossip Girl”.
uscire vivi da una serie tv C’eravamo tanto amati... Un ammasso di giovani star vicine alla data di scadenza sono già pronte al riciclo!
Claudia Mastroroberto
H
ollywood, L.A.. Qui il Cogito ergo sum è: guadagni quindi sei, quindi esisti. Tra coloro che sono stati e non esistono più figurano una valanga di attori che, arrivati al successo con una serie tv, sono poi finiti nell’oblio prigionieri proprio di quei personaggi che li hanno resi celebri. Alcuni di loro sono sopravvissuti: vi dicono niente George Clooney (ER), Johnny Depp (21 Jump Street), Katie Holmes (Dawson’s Creek)? Altri invece ci stanno provando… PAMELA ANDERSON Quando nel 1989 la tv americana NBC trasmise la prima puntata di Baywatch, la serie venne cancellata dopo una stagione. Causa: bassi
ascolti. I produttori dovevano rendere meno monotona una trama tutta tuffi e salvataggi. Ma come? Semplice. E’ bastato prendere una donna bionica le cui forme sfioravano in grandezza quelle di Giuliano Ferrara (ma distribuite in maniera meno impietosa dalla Natura… o dal chirurgo), stringerla in un costume rosso taglia XXS e farla correre a rallentatore per 11 stagioni consecutive, dalla spiaggia al bagnasciuga ininterrottamente. Anche se il suo curriculum vitae non era esattamente quello di Anna Magnani, Pamela Lee Anderson era perfetta per la parte. Così, vestiti
(?) i panni della bagnina, Pamela prese la situazione di petto e gli ascolti volarono alle stelle. Tutta l’America (prima) e il resto del Mondo (dopo) non perdevano un suo tuffo. Baywatch divenne un cult: fu tradotto in 41 lingue, trasmesso in 148 Stati, visto da 1 miliardo e mezzo di persone. E per il cogito ergo sum di cui sopra: Pamela Anderson divenne una star. Dopo sette anni di respirazioni bocca a bocca (aveva salvato più vite lei in sette stagioni che l’intero team di Emergency in 10 anni di guerre civili); il dramma: Pamela lascia la serie per tentare da sola la strada BLOGmag 57
del successo. Nonostante le tante sostitute, però, nessuna riuscì a rimpiazzarla nel cuore del pubblico e nell’immaginario erotico di tutti quegli adolescenti con l’acne a mille e gli ormoni a tremila. Il telefilm durò altre 4 stagioni. La carriera di Pam nemmeno quelle. Ad ogni modo niente paura: tra filmini hard, reality e copertine Pamela è riuscita lo stesso a stare a galla in quello che è il torbido mare di Hollywood popolato da squali e piragna. Due protesi e sette anni di Baywatch possono fare miracoli. MISCHA BARTON Quando Mischa Barton accettò di interpretare Marissa Cooper nella serie tv The O.C. non si aspettava di recitare esperienze così forti. Nell’ordine: ha abusato di droghe, sedotto e abbandonato ogni uomo le sia capitato davanti, è diventata lesbica, poi alcolizzata, è fuggita di casa, si è innamorata di un mitomane, è stata espulsa dalla scuola privata, si è chiusa nel mutismo e si è innamorata di un surfista assassino. Il tutto in sole tre stagioni. La serie diventa subito un cult. Tutti odiano Marissa
2
Le protesi di Pam esposte persino in un museo di Los Angeles.
1996
L’anno in cui Pam ha vinto un Razzie come peggior attrice.
250.000
I dollari persi da Pam nel 2007 al gioco d’azzardo: anziché sborsare la cifra ha accettato di saldare il debito in natura con una notte di sesso.
5
Shannen è al 5° posto nella classifica americana dei 100 Greatest Teen Star.
6
La durata in mesi del primo matrimonio di Shannen, al quale si è presentata in pigiama.
2001
L’anno in cui Shannen ha avuto una relazione con Julian McMahon, il chirurgo Christian di Nip/Tuck. BLOGmag 58
ma nessuno può farne a meno: lei è la classica figlia che nessuno vorrebbe avere, la classica fidanzata egoista che nessuno vorrebbe amare, l’amica ingrata che quando gli chiedi consiglio ti parla dei suoi problemi. Il cocktail è esplosivo. Mischa Barton diventa la regina dei settimanali di moda. Al culmine della
terza stagione, però, Mischa decide di abbandonare The O.C. La serie da 11 milioni di telespettatori crolla a 4 ed è costretta a chiudere. Sui blog di mezzo mondo orde di fan accusano Mischa di aver “ucciso The O.C.”. Lei, incurante, torna al suo primo amore: il cinema impegnato. Amore evidentemente non corrisposto visto che le uniche pellicole da lei interpretate fino ad ora titolano: “Prima o poi s…vengo” e “Non si assaggia si morde!”. Nel 2009 è poi prevista l’uscita di un docufilm sulle T.a.T.u. Come uccidere un telefilm e come uccidere una carriera.
Rock’n’roll
Mischa ha una passione per le rockstar, attualmente frequenta il chitarrista dei Rooney, Taylor Locke.
Mischa vs. Paris
Dopo Paris Hilton è una delle party girl più onnipresenti alle feste, ma tra le due non corre buon sangue.
SHANNEN DOHERTY Nonostante gli sforzi delle altre colleghe non c’è dubbio: lo scettro (e la clava) di ribelle delle serie tv vanno a Shannen Doherty. Prima ancora di Dawson’s Creek e Party of Five, prima di The OC e Gossip Girl c’era Beverly Hills 90210: il primo teen drama della storia televisiva che ha affrontato temi adolescenziali come: droga, AIDS, sesso, alcool e omosessualità. Sul set lei era la dolce Brenda Walsh, dietro la macchina da presa, invece, diventava Rocky Balboa. Le sue liti furibonde con l’intero cast divennero leggendarie. Tra le sue vittime: Tori Spelling (interpretava Donna Martin, l’eterna ragazza vergine che aveva lo
stesso parrucchiere di Cher e i Cugini di Campagna), Jennie Garth (Kelly, rivale sul set e nella vita di Shannen) e Aaron Spelling (il produttore col quale ebbe da subito un rapporto di odio e amore). Sbattuta fuori dal cast è proprio Aaron Spelling a darle una seconda chance offrendole il ruolo di Prue Halliwell nella serie Streghe. Anche qui, però, la sete di vendetta di Shannen si abbatte sulla collega Alyssa Milano. La produzione la licenzia. 2008, Shannen ci riprova. Il suo è il ritorno più atteso per le riprese dello spin off di Beverly Hills 90210. Le nuove puntate trasmesse ora negli USA arriveranno presto in Italia. Ancora una volta a far notizia sono le liti di Shannen
che pare abbia definito la collega Tori Spelling “stronza, raccomandata, senza talento”. Ah…le serie tv! Come non amarle? Niente paura però, qualcuno dice che sono come l’acne giovanile: inevitabile per qualche anno, ma poi, per fortuna, passa. Salvatore Zeola
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rumors di una notte di mezza estate Il caso Filippi e le trappole per topi: ogni vip merita un po’ di formaggio!
R
educi da un’estate ricca di pettegolezzi non potevamo non citare uno dei tormentoni che per mesi è rimbalzato da ombrellone a ombrellone, da copertina a copertina. Ne hanno parlato tutti. Lui è un calciatore prestante (dentro e fuori dal campo), lei un’aspirante soubrette che vanta qualche comparsata nel caotico mondo dello spettacolo. Beh? Qual è la novità? Fin qui nulla di strano infatti, è l’eterno copione letterario che all’amor cortese ha sostituito quello tra velina e calciatore. Nulla di nuovo se non fosse che lui risponde al nome di Cristiano Ronaldo, stella del Manchester United e dall’allure internazionale. Lei a quello di Letizia Filippi, di Foligno, scartata a Miss Italia ed ex microfonina a Buona Domenica. Per un’intera estate, mentre lei sbandierava a tutti i rotocalchi la nuova liaison calcistica, nessuno, ma proprio nessuno ha voluto crederle. Troppo sconosciuta lei. Troppo famoso lui. Il tempo (e le foto), a settembre, hanno però dato ragione a lei. Letizia Filippi è davvero la nuova ragazza di Cristiano Ronaldo. A presentarli quest’estate è stata Flavia Vento a bordo della barca di Fabio Cannavaro. All’epoca Cristiano Ronaldo era fidanzato… Ma si sa, questo non è mai stato un problema né per la Filippi, né per la Vento. BLOGmag 60
Detto, fatto. Letizia non si è lasciata scappare l’occasione di mano e dopo aver lasciato il suo numero all’asso del Manchester è successo quello che non le era mai capitato in anni e anni di provini televisivi: lui l’ha richiamata. Al posto del classico “Le faremo sapere” a questo punto tutti i settimanali hanno iniziato a chiederle: “Facci sapere”. Lei si è sbottonata, in senso non solo letterario, su vari rotocalchi senza tralasciare nessun particolare.
Ronaldo, che per tutta l’estate, più che indeciso tra Manchester e Real sembrava indeciso tra more o bionde, questa volta sembra aver capitolato. Ah… Letizia Filippi! Del resto ogni estate reclama famelica un po’ di frivolezza e in attesa che qualche boccone più grande giunga al nostro peschereccio, per stuzzicarci l’appetito non c’è nulla di meglio di un bel pesciolino che per qualche istante è riuscito a salire sulla cresta dell’onda! Salvatore Zeola
Andrea Cassarà
Dopo la vittoria europea a Kiev e un Olimpiade piena di polemiche, il fiorettista bresciano ha stoccate per tutti
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ornato dall’imprevista spedizione cinese abbiamo rintracciato il giovane fiorettista bresciano: lasciandosi alle spalle veleni che lo hanno toccato nelle ultime settimane, lo troviamo rilassato (anche troppo, dato che ha mancato l’appuntamento di un’oretta e mezza, forse per colpa della sveglia che non suona spesso in questi giorni di vacanza). Ci ha parlato dei suoi progetti presenti e futuri, senza rinunciare a qualche… stoccata.
ne Tibet, “Sulla questio ico il mondo polit ancora si è dimostrato ita a scaricare una volta ipocrresponsabilità” su di noi certe BLOGmag 62
Stavi con un piede sull’aereo per un viaggio into the wild nelle foreste canadesi e hai dovuto virare per Pechino. Il tuo bilancio di questa olimpiade inaspettata. Personalmente è stata una grandissima esperienza. Avendo saputo all’ultimo di partire non ero nelle condizioni fisiche e psicologiche per dare il meglio. Non mi ero allenato a sufficienza e non avevo nemmeno la testa per affrontare la pressione di una tale competizione. ma nonostante ciò il bilancio è più che positivo. Scendere in pedana contro gli altri grandi del fioretto è sempre un’occasione per crescere, professionalmente e psicologicamente. Secondo te, la medaglia azzurra più bella e sofferta (scherma a parte)? Difficile sceglierne una, le medaglie sono sempre una grande emozione per chi le conquista (ne so qualcosa) e per chi sta a tifare col cuore. Se proprio dovessi scegliere, il successo che mi ha colpito di più è stato quello di Alex Schwazer, oro nella marcia 50 km. Un ragazzo umile, estremamente concentrato e motivato. Parliamo della questione tibetana e del rispetto dei diritti umani in Cina. Come hai valutato le richieste
del mondo politico a voi atleti di boicottare la cerimonia d’apertura e manifestare apertamente il dissenso? La realtà è che il nostro è stato l’unico Paese in cui si è chiesto agli atleti di fare un tale gesto. La comunità internazionale avrebbe dovuto valutare attentamente se la Cina fosse nelle condizioni di ospitare un tale evento; inoltre le nazioni hanno strumenti ben più significativi per dare un segnale forte sul piano politico ed economico. Il mondo politico si è dimostrato ancora una volta ipocrita a scaricare su di noi certe responsabilità. In Italia più che altrove le più grandi soddisfazioni continuano ad arrivare dagli sport meno noti, quelli praticati nelle palestre della provincia, lontano dai riflettori e dai milioni. Che ne pensi? E’ vero, tante medaglie e ottime performance sono arrivate da sport normalmente meno considerati dai media. Io non mi lamento, forse ci si piange un po’ addosso: mi sento comunque un privilegiato che viene pagato per fare quello che gli piace e ha l’occasione di girare il mondo e frequentare un ambiente piacevole. Immancabilmente, sconfiniamo nello spettacolo: cosa ne pensi dello scambio di battute tra la collega Valentina Vezzali e il Presidente del Consiglio Berlusconi? Quando Porta a Porta è andato in onda mi trovavo all’estero, ho letto i resoconti sui giornali. Anche se si trattava di una battuta, l’ho trovato un gesto di cattivo gusto. Valentina è una grandissima atleta che rischia di pregiudicarsi la sua sfera privata in questa maniera. Forse non era altro che una parentesi ironica, ma di certo non ha fatto una gran figura: non so come possano vederla gli italiani come portabandiera a Londra 2012, dato che sembra essere un suo desiderio. Potrebbe essersi giocata un’opportunità.
L’ultimo film visto e l’ultimo libro letto. Sto leggendo Gomorra di Roberto Saviano. Lo so, meglio tardi che mai: è un testo agghiacciante che tutti dovrebbero leggere. L’ultima volta che sono stato al cinema ero a Londra e ho visto Tropic Thunder, l’ultimo di Ben Stiller. Progetti per l’immediato futuro: ti senti un po’ stufo e vuoi prenderti una pausa dalla scherma? Penso di avere ancora tanto da dare alla scherma, anche se ho seriamente bisogno di una pausa. Effettivamente avevo in testa di prendermi un anno sabbatico, idea prontamente stroncata dal mio allenatore che presto mi farà riprendere gli allenamenti. Avrò solo qualche mese a disposizione che spenderò sicuramente all’estero, a Londra, per studiare l’inglese. Per il resto, mi sono re-iscritto proprio ieri alla facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Urbino. Non so se
biografia
Andrea Cassarà, fiorettista bresciano classe 1984, è un atleta appartenente alla società sportiva dei Carabinieri. Non ama definirsi un enfant prodige ma arriva alla ribalta a soli 18 anni vincendo il titolo di Campione Europeo di fioretto individuale e a squadre. Due anni dopo è ad Atene dove vince la medaglia d’oro nel fioretto a squadre e quella di bronzo nella competizione individuale, sfiorando per un pelo la finale. Ha vinto la Coppa del Mondo di fioretto nel 2006 e nel 2008 a Kiev si è laureato Campione Europeo individuale di fioretto e a squadre assieme ad Andrea Baldini e Stefano Barrera. A causa delle nuove regole che non prevedono il fioretto maschile a squadre, gli atleti italiani a partire per Pechino sarebbero stati solamente due. Il ranking mondiale indicava Baldini e Sanzo, lasciando a casa il fuoriclasse lombardo. A causa dell’esclusione di Baldini per presunta assunzione di doping, è Cassarà a partire in extremis, con tanto di scambio d’accuse tra i due fiorettisti. Chiude con un sesto posto non brillantissimo, comprensibile vista l’impossibilità di prepararsi.
sport news possa servirmi in un futuro vicino o lontano, ma mi piace l’idea di arricchire le mie conoscenze e tenermi aperte delle strade. Cosa ne pensi della scelta di alcuni tuoi colleghi di approdare al mondo della tv e dello spettacolo? Anche se si tratta di un’opportunità che al momento non mi interessa, non me la sento di criticare duramente chi ha deciso di tentare la fortuna in quel mondo. Considerando che molti di noi non hanno grandi introiti, può avere senso come mezzo per realizzare altri progetti che si hanno in mente. Dipende da tante cose: propensione personale, a quale punto della carriera sei. Tiri scherma da quando avevi 5 anni, eri il più giovane membro della spedizione olimpica di scherma azzurra. Ti auguriamo ancora una lunga carriera, ma ti chiediamo: come si vede Andrea Cassarà quando appenderà il fioretto al chiodo? Spero che quel momento sia ancora lontano, comunque vorrei sentirmi felice e appagato della mia carriera, soddisfatto di aver dato tutto quel che potevo dare. Potrei restare nel mondo della Scherma o cambiare completamente mestiere: non dovrà essere una scelta forzata, se starò stufo di stare in questo ambiente mi presenterò al mondo con le competenze per fare altro. Magari ci risentiamo tra una decina d’anni per un’altra intervista, che ne dici? Sicuro, me lo segno sull’agenda. Prima di salutarci, un invito ai nostri lettori: dicci una buona ragione per darsi alla scherma. E’ uno sport nobile e di precisione, dove contano tanto l’intelligenza e l’equilibrio mentale e non solo la preparazione atletica. Lo consiglio a tutti quelli che vogliano affacciarsi ad un mondo fatto di persone in gamba e palestre in cui si possano scambiare due chiacchiere intelligenti oltre che allenarsi. E’ uno sport che fa pensare, oltre che divertire. n Roberto Pisano
sport
ATLETICA
Haile Gebrselassie ha stabilito un nuovo record mondiale, vincendo la maratona di Berlino. L’atleta etiope ha migliorato di 27 secondi il precedente primato da lui detenuto, fermando il cronometro a 2 ore 3 minuti e 59 secondi. Si tratta del ventiseiesimo record battuto dalla saetta trentacinquenne.
CICLISMO
Terzo successo consecutivo per la nazionale italiana al campionato mondiale di ciclismo. A Varese, il primo a tagliare il traguardo è stato Alessandro Ballan. Paolo Bettini, vincitore degli ultimi due mondiali e capitano della squadra azzurra, ha dato l’addio alle corse, chiudendo a 4 minuti da Ballan.
RUGBY
Gli All Blacks si sono confermati come la squadra più forte dell’emisfero australe. Per la quarta volta consecutiva hanno, infatti, vinto il Tri-Nations 2008, torneo che vede partecipare, oltre alla Nuova Zelanda, l’Australia ed il Sud Africa. Nonostante il punteggio iniziale favorevole agli australiani, i tuttineri hanno reagito nella ripresa, superando i Wallabies e chiudendo 28 a 24. Federico de Felice
BLOGmag 63
parole crociate
ORIZZONTALI 1. Un ufficio locale. 11. Dopo la prima in tema. 13. La Garbo del cinema. 17. Corpi celesti tra Marte e Giove. 18. Togliere... dal terreno. 23. La bocca ciceroniana. 24. Si leva per salpare. 25. Iniziali di Annigoni. 26. La sigla dell’organizzazione dei Paesi arabi esportatori di petrolio. 27. In casa è dura. 28. Di Valle a Roma. 29. Il numero d’appartamento (abbreviazione). 31. S’insegna nelle Accademie. 34. L’auto con cui i piloti studiano una pista. 36. Le migliori si sfruttano. 37. Piene di malanni. 40. Subito, all’istante. 42. In mezzo al vicolo. 43. Corrente culturale sorta in Germania agli inizi del ’900. 46. Tutto finisce così. 47. In modo clamoroso. 49. Insidia in acqua. 51. Ordigno munito di timer. 53. Vecchia marca d’auto tedesca. 54. La residenza ufficiale del Presidente francese.
Oroscopo! ariete La scarsa lucidità mentale potrebbe tradirvi nello studio, ma la fortuna è dalla vostra… e qualche aiuto insperato non mancherà. In forte ripresa i nati intorno al 18 aprile. toro Continua la fase di crescita costruttiva, anche se questo mese presenta alcuni elementi stressanti, che vanno affrontati con la pazienza che vi contraddistingue. gemelli I nati dal 5 al 10 giugno sono un po’ perplessi: certi obiettivi sembrano difficili da raggiungere; imperativo categorico: non perdersi d’animo! cancro I messaggi migliori giungono da Marte, che comunica positivamente con il vostro segno. Da BLOGmag 64
Per i giochi si ringraziano:
56. Nostro in due lettere. 57. Un punto a scopa. 58. Oppure per Tacito. 59. Mascagni musicò “il piccolo”. 60. Julien romanziere. 63. Esattamente così. 65. Un corpo in cielo. 67. Pianta... bianca o nera. 69. L’esatto contrario. 73. La Rai ai tempi di Alberto Rabagliati (sigla). 74. L’attrice Argento. 75. Spazi tra due punti. 76. Folli, pazzi. VERTICALI 1. Indifferente a tutto. 2. Riunione di sacerdoti. 3. Dedicate alla divinità. 4. Può sostituire “vino”. 5. Per niente ridicoli. 6. Il nome di Kenton. 7. Le hanno orsi e buoi. 8. La sigla che designa l’acido ribonucleico. 9. Fine di usurai. 10. Lo iato del poeta. 11. E’ bella a cent’anni. 12. Sigla di Milano. 13. Tirchio, avaro. 14. Faccia della medaglia. 15. Rumore di colpetto. 16. Si difende scalciando. 19. Un tipo di slalom. 20. Monotonia... esotica. 21. Una celebre battaglia del
1859. 22. Punge dolorosamente. 30. Una frazione del Tour. 31. Dissolve lo smalto. 32. I mezzi per vivere. 33. Il Torquato poeta. 34. Luogo con cavalli e cavalieri. 35. Non facili da convincere. 38. E’ l’ultimo nato di una nidiata. 39. Provincia lombarda. 41. Sinonimo di chierica. 43. Il Mercurio dei Greci. 44. Protegge la pelle. 45. Golda, donna politica israeliana del passato. 47. I poliziotti del tiranno. 48. Come una pecora... nuda. 50. Lo cercano “sei personaggi” di Pirandello. 52. Uno spiazzo attiguo alla casa colonica. 54. Il nome della Bovary. 55. Vi si spendono i nuovi kip. 60. Articolo e pronome. 61. Dittatorello locale. 62. Valle del Trentino. 63. Servizio Permanente Effettivo. 64. La Magistratura suprema (sigla). 66. Un voto per passare. 68. 50 e 500 romani. 70. Sono pari negli spazi. 71. In tram e in taxi. 72. La prima metà di otto.
sfruttare, in campo pratico. Un po’ di attività fisica non guasta. leone Serviranno pazienza ed equilibrio per affrontare nelle prossime settimane alcuni imprevisti. Le prospettive professionali vanno curate con maggiore impegno. vergine Saturno staziona nel segno da mesi, complicando ogni cosa, ma per fortuna Giove vi aiuta a trovare le soluzioni adeguate. I più colpiti sono i nati dal 7 al 10 settembre. bilancia Si è chiuso da poco il transito di Marte nel vostro segno ed è un sollievo sicuro, a breve scadenza. Anche Mercurio vi appoggia, rendendovi aperti e curiosi. scorpione Il nervosismo non manca, ma, se vi impegnate, potete indirizzare le energie in maniera molto costruttiva. Ottime chance per i nati dal 8 al 13
novembre. sagittario Che dire a un segno che da metà ottobre è baciato dal privilegio del passaggio di Venere, pianeta dell’Amore? Non abbiate paura, fatevi avanti! capricorno Periodo vivace e costruttivo durante il quale con poco sforzo si possono migliorare le posizioni “scolastiche” o portare avanti i progetti che stanno a cuore. acquario I sentimenti risultano molto intensi e potrebbero anche essere ricambiati; potete osare strategie vincenti, ma con diplomazia e un pizzico di prudenza. pesci Siete al centro dell’attenzione zodiacale, chiamati a prendere decisioni mirabolanti, desiderate e forse anche temute. I nati dal 6 al 12 marzo vivono una fase importante. A cura di Claudio Cannistrà Per info: canniclau@libero.it - 051-342445.
a cura di scuolazoo.com
Le dieci scuse più assurde per non farsi interrogare
I guardiani dello zoo Questa pagina è a cura dei responsabili del sito scuolazoo. com… Francesco ha 21 anni e studia economia aziendale alla Bocconi di Milano. Ha frequentato il liceo classico Tito Livio di Padova e per la gioia dei suoi professori è stato rappresentante d’istituto per 3 anni consecutivi: con la scusa “devo andare dalla preside” detiene il record mondiale di sparizioni durante le ore di interrogazione. Paolo ha 20 anni e studia economia aziendale a Padova. Ha partecipato al programma “Genius” condotto da Cecchi Paone ma è stato eliminato al primo turno.
La classifica delle scuse più ricorrenti/incredibili mai sentite nelle scuole italiane.
1. La mia religione mi impedisce di essere interrogato il venerdì! 2. Oggi pensavo ci fosse l’ora jolly! 3. Dalle parole ai fatti: fuga dalla finestra! 4. Manca solo un mese alla maturità, preferisco studiare per l’esame! 5. Non sapevo se oggi interrogava in
matematica o in fisica, per non sbagliare non ho studiato nulla…
6. Finto svenimento (con tanto di arrivo della barella in classe). 7. Mi dispiace prof, ma oggi ho perso i superpoteri a causa di una pioggia di meteoriti, non ho le forze di farmi interrogare…
8. Non ci crederà mai, ma mia sorella
ieri è partita per l’Erasmus e si è portata via tutti i libri!
9. Ieri che ero assente, mi hanno
esportato un rene in Brasile e sono ancora in convalescenza, il medico mi ha sconsigliato di fare grossi sforzi fisici e di concetrazione…
10.
Irruzione di un complice vestito da steward: “bisogna muoversi, l’aereo sta per decollare, tutti i passeggeri della classe sono pregati di recarsi all’imbarco”.
A & Q BLOGmag 66
Prof Bottazzi, negli anni di insegnamento avrà fatto la sua classifica personale delle giustificazioni più assurde? A scuola da me muore in media un nonno ogni due giorni e, mediamente, ogni ragazzo perde i nonni ventisette volte in cinque anni. Le catene delle bici di oggi oggettivamente non sono più quelle di una volta, non c’è nulla da fare: si rompono almeno una volta a settimana. Il motorino va a benzina, ma al distributore tutti gli studenti
ARMANDO TESTA
schoolbox
sono sovrappensiero e mettono il diesel. Infine il Ministero della Salute dovrebbe aprire un fascicolo sulle allergie da gesso, perché ormai flagellano le scuole italiane con punte di cinque o sei ragazzi per classe afflitti da allergia acuta dal contatto con questo.
Prof Bottazzi, dia un voto al professore violento del filmato qui sotto:
Il voto che do a quello che non posso definire un mia collega è un 2. I ragazzi possono essere maleducati, sbruffoni e volgari, ma mai, mai si possono alzare le mani… a meno che non si vogliano organizzare incontri clandestini di boxe: ma non durante l’ora di religione, lasciamoli programmare ai prof di ginnastica!Boccio anche la scritta sui muri… Si può fare lezione in un’aula così? I ragazzi è ovvio che l’hanno fatto per denunciare la loro poca voglia di studiare, e allora, come chiedono, lasciamoli lavorare… colore e pennello in mano a dipingere l’intera scuola!
Prof. violenti
L’opinione di alcuni ragazzi sul tema professori violenti… Marcello: Ma il ministero non fa nulla? Si può fare lezione in un’aula con scritto scuola di merda? Questi ragazzi che prospettive hanno nella loro vita? Poveretti! E i loro insegnanti? Capisco l’esasperazione, ma incazzandoti così cosa pensi di risolvere? Sono allibito. Pietro90: Qualcuno si è lamentato dicendo se si può fare lezione in un’aula con scritto sui muri “scuola di merda” dicendo poi “poveri ragazzi”… ma secondo voi chi ha scritto sui muri? Il profe? Mah… Betta: Il prof non è affatto esaurito… siamo noi studenti di oggi che facciamo schifo! Non c’e più rispetto di niente e di nessuno! Mi vergogno per quel ragazzo… Fefe: Quale sarebbe lo scopo della scuola? Dopo questo mi vengono molti dubbi… Anonimo: Alla fine, l’insegnante ha lasciato a terra il figlio di papà in una pozza di sangue?
Donne e motori? Motori.
Bologna 5 -14 Dicembre 2008 33°Salone Internazionale dell’Automobile
Eastpak Store Corso Porta Ticinese 46. Milano.