BLOGmag Marzo 2009

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GRATIS - FREE ANNO 4 n. 22 MARZO 09

nazionale roma

ANNO 4 N. 22 - Prezzo di cop. 1,00 € - Pt. Ita. Sped. in Abb. Post. 70% - Aut.ne DCB prov. BO tutti i diritti sono riservati - © 2009


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n° marzo 2009

who & where

penso che E i prof. “invecchiano”… Una vita da mediano, è il titolo della celebre canzone di Ligabue che parla di uno dei ruoli più difficili del calcio: il tanto bistrattato centrocampista centrale senza i piedi buoni, che per venire ricordato e per ricevere gratificazioni dal mondo del pallone deve faticare in maniera non indifferente. Allo stesso livello, potremmo quasi quasi mettere i nostri professori. Precari per una vita, se va bene non diventano di ruolo (abbandonando così supplenze più o meno lunghe) prima dei 30 anni. Se invece va male, caro prof., rischi di trovarti in quel 13,7% sul totale dei neoassunti in base al piano dell’ex ministro Fioroni: un discreto numero di insegnanti che si trova ad avere il primo impiego fisso tra i 50 e i 60 anni. E non è tutto: l’1,2% di questi neoassunti ha più di 60 anni! Equivale a dire andare in

fondatore Marco Mazzoni responsabile contenuti Marco Cantelli direttore responsabile Chiara Caliceti responsabile redazione Bologna Michele Maisto responsabili redazione Milano Giovanni de Girolamo responsabili redazione Roma Flaminia Festuccia, Gianfranco Manco in redazione Salvatore Zeola, Simone Bernardoni, Paolo Sansone, Lorenzo Bovini, Federico De Felice, Giacomo Dondi, Nico Scagliarini, Giuseppe Cirasino. logistica Dario Oddenino hanno collaborato Roberto Pisano, Davide Vaccaro, Marta Mangiarotti, Giusy Cristiano, Federica Cappa Colella, Giulia Migliore, Tommaso Tani, Antonella

pensione dopo la prima assunzione della tua vita. Questo dato conferma inoltre la diversità (come sempre in negativo) del nostro Paese rispetto agli stati dell’Unione Europea: i nostri insegnanti sono i più vecchi di tutti. Gli over 50 sono il 32% nel Regno Unito, il 30% in Francia e il 28% in Spagna. E vero: ci sono molti dei prof. “più anziani” che sono tra i migliori e tra i più simpatici… Ma non sarebbe male che si facesse anche un po’ di sano turn over… O no? La redazione

Gioca con BLOGmag! Vola a pagina 64 e vinci (se ne sei capace…) un iPod nano nel gioco dell’anno…

Capalbi, Massimo Abbatino, Filippo Zordan, Federica Aggio, Carlotta Marchioni, Eleonora Schinella, Edoardo Baldaro, Andrea Garreffa, Germana De Angelis, Valentino Campisi, Erica Scigliuolo, Vittorio Marchetti, Luka Fontò, Andrea T Mendoza, Gabriele Gazzano, Claudia Mastroroberto, Chiara Ricci, Michele Rillo, Claudio Cannistrà, Lorenzo Ferraioli, Pier Paolo Vecchi.

dedicato a Enrico Rosetti

per le edizioni locali Giulia Maccari, Laura Massironi, Alessandra Moroni, Andrea Basso, Domenico D’Alessandro, Marco Carrelli, Elisa Massari, Nico Ricci, Francesca Gattuso, Valerio Gironi, Martina Masi, Alice Angelini, Nima Benati, Ksenia Yaroslavtseva, Giovanni Bonelli, Silvio Rizzo, Andrea Spiezio, Giulia Cerè, Michele Yea, Valentina Gasperini, Andrea Moi, Christian Ferrari, Filippo Festuccia, Sara Peluso.

BLOGmag è stato stampato c/o Grafica Editoriale Printing – via E. Mattei 106 – Bologna – interamente su carta riciclata ecologica con certificazione europea ECOlabel. Aut.ne Tribunale di BO n. 7623 – 19/01/2006.

illustrazione di copertina David Vecchiato – Mondopop

Questo numero è stato distribuito nelle province di: Avellino, Benevento, Brindisi, Bologna, Cagliari, Ferrara, Firenze, Genova, Latina, L’Aquila, Matera, Milano, Napoli, Parma, Padova, Pistoia, Rimini, Roma, Vicenza.

Questo numero è stato creato grazie all’indispensabile supporto della Consulta Studentesca Provinciale. www.blogmag.it

progetto grafico Nouvelle impaginazione Lorenzo Rapparini

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entra in gioco con Kentron

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n° marzo 2009

in questo numero pag. 7 pag. 12 pag. 16 pag. 18 pag. 22 pag. 24

ME MEMORY Y

CARD

pag. 26

GIOCO

pag. 28

PER PE ER CELLULARE AR

pag. 30

novità! bre bre mb vem v nove novem n a novembre da d

piiù fa fam amoso os o so s o vi vid v vide ideo de eo e ogioco o og gio g gi oc co o IIll pi più ù ffamoso amoso videogioco iid d eogi ioco in inte nteratti nteratti teratt era tiive ve iinterattive nterattive multiplay m multipla ultipla tiiiplay pla la ayer yer ye e multiplayer mu

pag. 37 S glii il g Scegli gioco oco che p preferisci fer i per il tuo ce cellulare re Da Kentron per te la no novità più divert divertente dell’anno: tantissimi giochi di qualità qua direttamente ente nelle memory card da 1GB o 2GB, GB, oltre a tanto spazio a disposizione per musica, foto, oto, filmati… Scegli le memory card Kentron: avrai sem sempre qualcosa in più!

pag. 44 pag. 46 pag. 50 pag. 52 pag. 54

www.kentron.it

prodotto e distribuito da GIVI Distribuzione S.p.A.

specialisti delle memorie

pag. 58 pag. 64

cultura street mi ha scritto la scuola news dalle cps parolacce guerra a gaza obama’s new deal europe il mondo in un tubo il futuro è qui printbox lily allen musicbox la bocca delle verità evolution test watchmen amore e jet-set giochi e oroscopo BLOGmag 3


1968

I graffiti diventano un elemento comune nelle proteste studentesche.

1970

I primi writers iniziano a spargere le loro opere per tutta New York.

1979

Per la prima volta due writers di New York espongono i loro disegni in una galleria d’arte a Roma.

120.000

La multa, in dollari, che è stata recapitata all’IBM per aver pagato dei writers per farsi pubblicità sui muri di San Francisco.

1978

L’anno in cui è stato inventato il termine hip-hop (da Cowboy di Grandmaster Flash & the Furious Five).

1979

Anno di uscita del primo singolo hip-hop: Rapper’s Delight della Sugarhill Gang.

street culture

Non solo luogo di passaggio: per strada si fermano le tendenze, i suoni, i movimenti. E definire tutto ciò moda è alquanto restrittivo... autore > paolo sansone luogo > brindisi categoria > attualità

tags > hip-hop, arte, parkour, skate, trick, breakdance, writing, stencil

Q

uando si dice strada non si pensa solo al percorso che si fa per andare da qualche parte. La strada è prima di tutto un luogo, un luogo dove accadono cose, si incontrano persone, si fanno esperienze. I ragazzi di una volta, “quando non c’era la plei stescion”

direbbero i nostalgici, in strada ci giocavano, si riunivano, crescevano. E ancora oggi ci sono posti del mondo dove questa descrizione rimane veritiera, come ad esempio i sobborghi di tante metropoli statunitensi e non; in posti come quelli, la strada è l’unico posto dove puoi vivere ed è la cultura della strada a formare i ragazzi: a volte

si tratta di violenza e crimine, a volte si tratta di qualcosa di diverso. Strade come queste sono la culla di frammenti di cultura che fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo, ma che non si sono mai integrati del tutto: hip hop, skating, writing, breakdance, parkour, ma anche tante altre forme moderne e prettamente urban di espressione. Una grande parte del movimento della cultura street è legata all’arte, in tante diverse accezioni. Il writing certamente la fa da padrone: il grigiore delle periferie, a partire dalla fine degli anni Settanta, non è stato più lo stesso grazie ad alcuni pionieri che si sono armati di bombolette spray e hanno iniziato a trasmettere il proprio nome attraverso splendidi graffiti e con tanti stili diversi, >> BLOGmag 5


su facebook!

>> sempre in evoluzione. Nonostante le

BLOGmag ha lanciato il gruppo su facebook (Street Culture), e a breve il blog www.culturastreet.it, con l’ambizioso intento di creare la community degli appassionati di tutto ciò che è street! Se amate l’arte urbana, gli sport alternativi e la musica correte a iscrivervi!

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I marchi di abbigliamento creati da o ispirati a rapper americani.

1990

L’hip-hop in Italia nasce come movimento vero e proprio all’inizio degli anni Novanta.

1963

Anno di invenzione dello skateboard da parte di un gruppo di surfisti in California.

18.500.000

Gli skater nel mondo nel 2002 secondo American Sports Data (l’85% dei quali ha iniziato prima dei 18 e il 75% sono maschi).

1989

L’anno in cui lo skateboard è diventato legale in Norvegia.

900°

Il record di rotazioni in un trick di skate ottenuta da Tony Hawk.

Raffaele

18 anni Roma Liceo classico G. Mameli Cos’è per te la cultura street? Non l’ho mai definita in modo preciso… cultura street per me è stare attenti alle nuove tendenze, ma non quelle imposte dall’alto, da chi ti dice cosa va di moda e cosa no (e non solo nel vestire). Pratichi uno sport street? In realtà no, mi affascina di più il lato di “tendenza”. Se dovessi scegliere… mi attira tantissimo il lato estremo del parkour, anche se non so se sarei in grado. Che ne pensi dell’abbigliamento street/urban? Mi piace moltissimo, e a volte sono io stesso che mi compro delle normali t-shirt a tinta unita che poi coloro con spray e stencil. In che modo si è evoluta in questi anni la cultura street? Non so bene com’era prima, ma sicuramente ora fa tendenza… in certi casi sta diventando quasi una cosa da fighetti. BLOGmag 6

Matteo

17 anni Roma liceo s. Villa Flaminia Cos’è per te la cultura street? È l’arte di quegli artisti che ancora non sono finiti sui libri, di riscoprire materiali comuni e farne qualcosa di bello… Pratichi uno sport street? Il surf rientra tra gli sport street? Io credo di sì, anche perché c’è tutto un mondo intorno… Che ne pensi dell’abbigliamento street/urban? Più che l’abbigliamento mi piacciono le forme d’arte che si rifanno alla cultura street e pop! In che modo si è evoluta in questi anni la cultura street? Sta ricevendo più attenzioni e riconoscimenti, per questo è più visibile ma anche più “precisa”, ma anche forse un po’ meno autentica.

critiche da parte di chi vorrebbe città incolori e pulite, la cultura del writing è in continua ascesa e, partendo dalla strada, è in grado di influenzare il mondo della pubblicità e del marketing. E dagli spray si è passati poi a sticker, sculture, stencil e a tutta la famiglia della street art.

La strada è movimento

Arte che viene dalla strada, e che si fa in strada. Così come molte discipline sportive, che nel corso degli anni sono nate e cresciute nei quartieri delle grandi città, e ora sono in grado di calamitare l’attenzione di tutti, grazie alle loro peculiari caratteristiche di accessibilità e fascino per la competizione. Parliamo dello skateboard, disciplina che viene dai lontani Sessanta, che è stato capace di influenzare mode e stili di abbigliamento (scarpe da skater, linee di abbigliamento di grandi skater che oggi hanno grande successo) ed è sempre capace di attirare l’attenzione di tutti grazie allo sfoggio di abilità dei cultori di questa disciplina. La strada come unico campo da gioco, come sfida perenne, città da vivere. Con questo spirito è nata di recente la disciplina del parkour, fatta di trick spettacolari con cui, senza alcun uso di attrezzi, si sfruttano gli ostacoli offerti dalla città per dilettarsi in acrobazie.

Nicolas 18 anni Bologna ITC Tanari

Cos’è per te la cultura street? Una cultura basata su cose semplici e quotidiane, rintracciabile per le strade. Pratichi uno sport street? Amo lo skate, ma lo pratico raramente. Che ne pensi dell’abbigliamento street/urban? Non molto, preferisco altri generi di abbigliamento più black. In che modo si è evoluta in questi anni la cultura street? Beh, sicuramente ha avuto un enorme successo negli ultimi anni, e reputo che si sia evoluta un sacco e sia molto più diffusa (visto che comunque la maggior parte dei miei amici segue questo stile di vita).

Beatrice

17 anni Bologna Liceo artistico Arcangeli Cos’è per te la cultura street? Si tratta di quel tipo di cultura che si sviluppa in strada soprattutto tra ragazzi... e penso che sia in stretta relazione con tutto ciò che riguarda l’arte urbana. Pratichi uno sport street? Non ne pratico nessuno, ma quello che mi ispira di più è il parkour... Che ne pensi dell’abbigliamento street/urban? Non è proprio il mio stile, però non mi dispiace! In che modo si è evoluta in questi anni la cultura street? Si è diffusa soprattutto grazie a internet… YouTube, per esempio.

Marco Mazzoni

23 anni Fondatore BLOGmag www.marcomazzoni.eu

La strada va di moda

Tutti hanno sempre un gran da dire sulla cultura street. Ed effettivamente proprio di cultura si parla. Perché migliaia di persone povere magari della periferia di grandi centri come New York ne hanno fatto una filosofia di vita. Il punto infatti è proprio questo, la cosiddetta “street culture” proviene dalle grandi città, dalle metropoli; e dai segmenti di popolazione più povera delle determinate città; povertà che è stata il fattore

Anche la musa Tersicore non è rimasta insensibile al fascino della strada e così nella solita location di strada/ ghetto/quartiere di una grande città americana è nata la breakdance. Passi difficilissimi che prendono spunto dalle arti marziali tanto quanto dalla ginnastica, compongono uno stile di ballo particolarissimo che oggi tanto piace e si va diffondendo nelle palestre e nelle scuole di danza.

Uno dei principali movimenti culturali

Ma la vera breakdance è spirito di sfida, competizione in cui si confrontano le abilità dei singoli e dei gruppi. E con questo stesso spirito sono nate le sfide a colpe di rime dei maestri di cerimonia, dei pionieri della musica rap e della cultura hip hop. Che si parli della musica, o che si parli dello stile di abbigliamento, oppure di tutto il bagaglio di conoscenze che porta con sé, l’hip hop sicuramente è un pilastro della cultura della strada nelle sue forme più autentiche. E a poco servono scimmiottamenti e denigrazioni degli eccessi di alcuni rapper americani, perché l’hip hop è una cultura con radici molto più profonde e l’etichetta di “moda” è quanto mai erronea, visto che si tratta di uno dei principali movimenti culturali del secolo.

scatenante di questo fenomeno che adesso si sta sempre di più trasformando in moda. Va chiarito che non per questo non sia “eticamente” giusto portare i pantaloni con la cintura sotto il culo per moda e non perché non si hanno i soldi per comprarsi un paio di pantaloni della propria misura... Ognuno è libero di fare ciò che vuole. La verità però è che la cultura street nasce proprio dalla mancanza di mezzi, dalla povertà e dall’emarginazione che si è creata negli ultimi anni nelle gigantesche metropoli. E’ divertente pensare a come le stesse persone che, diffondendo il concetto di capitalismo, moda e business nelle grandi città, forse in parte corresponsabili dello stato di povertà di una porzione di popolazione nelle periferie, alla fine abbiano “rubato” i modi di essere e di divertirsi da queste persone per farle diventare moda e business! Alla fine è tutto una ruota che gira.

La musica rap, così come tanti altri tipi di suoni lontani dall’industria musicale e dal mainstream, sono sempre riusciti a muoversi e crescere nell’underground. Tante piccole nicchie di cultura di piccoli gruppi sociali, al di fuori dell’ottica della massa, che sono sempre riuscite a vivere parallelamente e a farsi notare. E se nell’immaginario comune bombolette, rime su quattro quarti, breakdance, gente che fa un salto mortale per scavalcare un muro o che scivola con la sua tavola da skate su una panchina sono cose da ragazzi, mode passeggere, capricci di gioventù e “alzati quei pantaloni” o “mettiti una maglia della tua taglia”, basta rispondere che il tempo passa e le mode della massa anche, mentre queste sacche di cultura parallela si consolidano. La strada insegna anche questo… n

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>> Tutto è nato nel 1999 quando

d a e r re! mo

Capone & BungtBangt Un gruppo molto street che rispetta l’ambiente (a partire dagli strumenti!) autore > marco cantelli luogo > bologna

categoria > attualità, musica

A

tags > strumenti, riciclo, ambiente, street, cultura, writing

bbiamo trovato uno dei musicisti più street di tutti: si chiama Maurizio Capone e dagli anni Ottanta crea strumenti con materiali riciclati… E, non l’avremmo mai detto, ma li usa anche e con ottimi risultati! Nel suo curriculum pieno di successi, infatti, ci sono diversi dischi, uno spettacolo teatrale e performante (il progetto Bungt&Bangt, appunto!) e diverse collaborazioni (tra cui quelle con Meg e Daniele Silvestri). Inoltre, Capone Bungt&Bangt hanno BLOGmag 8

aperto i live di Jamiroquai, Vinicio Capossela e Planet Funk. Prima di tutto: da dove nasce la tua esperienza? Perché ideare degli strumenti con materiali riciclati? Ho sempre avuto, fin da piccolo, un interesse per le “invenzioni” che, unito al mio amore per la musica e per la natura, mi hanno messo in condizione di sviluppare un percorso musicale che avesse come idea l’utilizzo di strumenti interamente costruiti con materiali riciclati. >>

a rvist e t n i ’ il u Legg pleta s com mag.it! G BLO

Nome: Capone. Data di nascita: 17 gennaio 1964. Peso: 67 kg. Definisci la tua musica con tre aggettivi: creativa, senza tabù, ambientalista in senso lato. La tua canzone preferita: No woman no cry di Bob Marley. Il tuo film preferito: 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. L’ultimo libro letto: Longevity di Howard Lee. La città più bella del mondo: Quella dove non c’è discriminazione. Una cosa/persona che ti infastidisce: L’individualismo sfrenato.

scrissi una sorta di musical che si chiamava Bungt & Bangt. Con quella esperienza mi sono reso conto delle enormi possibilità creative di questa strada ed oggi posso dire che siamo l’unica rock band a suonare tutti strumenti prodotti con materiali riciclati. Il perché sta nel mio modo di vivere e di sostenere le aree dimenticate della nostra società. Ho sempre pensato che la musica sia un grande dono e l’idea di poter dimostrare che può essere fatta senza spendere soldi ed addirittura collaborando alla salvaguardia dell’ambiente è stato uno dei miei obiettivi. Che differenza c’è tra uno strumento “normale” ed uno fatto con materiali riciclati? Tanto e niente! Tanto perché suonare “non strumenti” presuppone una grande umiltà e curiosità verso le novità. Senza legarsi allo status symbol di uno strumento costoso che può di per sé far pensare agli altri che siamo dei bravi musicisti. Lo strumento è, come dice la parola stessa, “strumento” della nostra creatività, quindi in un certo senso non è niente, siamo noi che lo rendiamo tale. Io credo che tutto può essere uno strumento e la prova è che effettivamente una scatola di polistirolo può davvero suonare come un contrabbasso... se ci credi! Qual è lo strumento meglio riuscito (e/o più buffo) che hai costruito? Ti faccio qualche esempio: lo scatolophon è una scatola di polistirolo, quelle rettangolari da catering scolastico, da mozzarelle o da baccalà, con un elastico da ufficio ed ha un suono paragonabile alla chitarra o al basso ma con in più delle possibilità inedite... Lo yozoo è un barattolino di plastica di yogurt da bere al quale ho praticato dei fori che ho coperto con una normalissima busta di plastica e funziona come il kazoo. La scopa elettrica è una scopa con un elastico da sarta che suona come una chitarra elettrica... ha l’anima di Jimi Hendrix! Qual è il vostro rapporto con la cultura street? Prima di tutto “we live in the street” e per questo siamo street per genetica... Non abbiamo mai abbandonato il contatto con

la strada, con i ragazzi che la frequentano. I miei testi parlano del mondo che ci circonda e delle contraddizioni che viviamo quotidianamente. In più la mia estrazione musicale ha origine nelle musiche del sud del mondo, dal jazz, dal rock, dal reggae, dal rap. Musiche che nascono dall’esigenza dei popoli di esprimere i loro sogni, i loro desideri. Il nostro è un linguaggio molto vicino alle aree di fermento che calpestano le strade di tutto il mondo. Non a caso siamo andati a suonare dal Giappone fino all’Egitto e la reazione dei ragazzi è sempre stata la stessa! La musica parla alle emozioni e le emozioni sono un patrimonio condiviso dall’umanità intera. Qual è, secondo te, la cosa più bella o interessante della cultura street? Credo che in genere la cultura sia “street”, nel senso che i fermenti che rivoluzionano l’arte e la cultura quasi sempre nascono dal basso e quindi dalla strada. La strada è il luogo dove le persone si incontrano spontaneamente ed è qui che sbocciano i fenomeni in maniera naturale e spontanea. La cultura street ha tante forme d’arte, ed ognuna è molto valida. Voi penserete che ora vi parlerò della musica, no invece voglio sottolineare il valore del writing che purtroppo oggi in Italia è stato messo fuori legge. Mentre io, se fossi ministro della cultura, avrei proposto a tutti i writers di dare prova della loro arte dipingendo i muri di cemento di tante scuole che inspiegabilmente restano grigi! n

Scritte a scuola. A Milano, dedicarsi alla più comune delle arti di strada può essere un problema… Dopo le proposte di carcere per i graffitari si profila un’altra minaccia. Alla preside di una scuola media milanese, infatti, sono arrivate lamentele di cittadini residenti nelle vicinanze che hanno notato un gruppo di quattro o cinque ragazzi aggirarsi armati di bombolette spray. Avendo anche provato a fermarli chiamando la polizia, che però non è giunta in tempo, probabilmente impegnata a risolvere un problema più serio, è stato richiesto l’intervento della preside. In una circolare alle famiglie la preside si è mostrata molto sensibile al problema ed ha approfittato dell’occasione per redarguire le famiglie degli studenti considerando “indecente” che dei ragazzini vadano in giro intorno alle ore 21 e non rimangano a casa per studiare o stare con la famiglia. La conclusione della circolare è perentoria: “chiaramente chi sarà identificato sarà bocciato”.

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2012

avanzata e tecnologica come la nostra, cosa ci potevamo aspettare? Qualcuno, magari qualche genitore, potrebbe dire: “Finalmente! Qualcuno ha deciso di sfruttare la tecnologia in modo costruttivo”. E forse queste persone non avrebbero nemmeno tutti i torti! Mariastella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione, concorda infatti con il ministro Brunetta e sostiene che è dovere della scuola informare le famiglie dell’andamento scolastico dei propri figli.

Anno in cui le scuole dovrebbero iniziare a mandare sms e pagelle online.

10.700

Le scuole che riceveranno l’accesso wi-fi e 1100 quelle che verranno dotate di lavagne elettroniche.

241

I milioni di euro di investimento.

82%

Quei genitori “troppo impegnati”

Gli italiani favorevoli a quest’iniziativa secondo un sondaggio del Corriere della Sera.

79

I milioni di sms che vengono inviati al giorno in Italia.

mi ha scritto la scuola Questo potrebbero dirci i nostri genitori dopo un’assenza o un voto di cui non erano a conoscenza. Alla scoperta della novità proposta dal ministro Brunetta autore > giusy cristiano luogo > avellino categoria > scuola

tags > sms, voti, assenze, giustificazioni, gelmini, brunetta, istituti

Ero fanciullo, andavo a scuola: e un giorno dissi a me stesso: “non ci voglio andare”. E non ci andai”. Così scriveva il poeta Marino Moretti in una delle sue poesie. Però, anche a distanza di un secolo, almeno in questo campo, le cose non sono poi tanto cambiate. Il pensiero di molti studenti di oggi, varcando la soglia di casa per andare a scuola è proprio questo: ”Non ci voglio andare!”. Forse perché è una giornata pesante, c’è un’interrogazione in vista o semplicemente non ci sono né

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la voglia né lo spirito adatto per affrontare quelle sei interminabili ore scolastiche; magari è una bella giornata primaverile e fuori dalla finestra si vede un bel sole che invita tutti a lasciarsi i pensieri e i problemi alle spalle e a dedicarsi ad una sana giornata di relax.

La novità per le comunicazioni scuolafamiglia

Però, c’è un grande però che in questi giorni affligge tutti gli studenti italiani. Infatti noi potremmo godere ancora per poco

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della bellezza e della spensieratezza di quelle mattinate passate a zonzo con gli amici al posto di stare seduti tra i banchi di scuola. Eh sì, perché come ha annunciato poche settimane fa il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, nel giro di un anno, le scuole d’Italia, con il consenso delle famiglie, potranno informarle di ogni assenza del proprio figlio. A questo punto viene da chiedersi quale genitore non vorrebbe essere informato… indovinate un po’ come? Direttamente con un sms! Inoltre le famiglie potranno visualizzare direttamente dalla rete oltre che la pagella scolastica anche i voti di ogni singola interrogazione e compito in classe! Notizie, queste, alquanto preoccupanti per il popolo studentesco che da settembre prossimo non potrà più nascondere al proprio genitore un’insufficienza né tantomeno evitare un’interrogazione marinando la scuola! Ma d’altronde, in un’epoca

Si, perché questo sistema, potrà permettere ai genitori “troppo impegnati” di controllare in modo più frequente lo studio e l’andamento dei propri ragazzi! Inoltre, c’è la possibilità che in questo modo venga ridimensionata anche la “questione” dell’abbandono scolastico, che ai nostri giorni è sempre più frequente.

Giulia

15 anni Liceo Laura Bassi Bologna Cosa ne pensi dell’introduzione delle comunicazioni scuolafamiglia via sms e mail per segnalare assenze e voti? Non credo sia giusto che la scuola s’intrometta in maniera così invasiva, in quanto la modalità con cui ogni studente informa i propri genitori sono il frutto di un rispetto e una sincerità reciproca in cui l’istituzione scolastica non deve intromettersi; ci sono sempre i ricevimenti con i professori. Cosa cambierà nella tua vita di tutti i giorni? Personalmente non avrei alcun problema, dato il mio andamento scolastico. Viceversa, credo che, per uno studente con brutti voti, il provvedimento sarebbe solo causa di maggior attrito con la famiglia, sicuramente non felice di scoprire che il figlio non ne parla a casa. Credi che questo provvedimento prenderà realmente piede in tutt’Italia? Non ho ancora i mezzi per prevedere il futuro… Mi dispiace!

Altri sostengono che: “Non basterà un sms a risolvere la situazione!”, infatti, il rapporto scuola-famiglia dovrebbe essere sempre attivo, con o senza sms. C’è da dire però che toccherà ad ogni scuola, quindi al consiglio d’istituto mediante una votazione, decidere se applicare o meno questa serie di innovazioni all’interno del proprio istituto. Immediate e provocatorie sono state le risposte degli studenti che, giustamente, non sembrano molto entusiasti delle novità proposte dai ministri e chiedono al Governo di pensare prima ad altre cose, ponendo l’accento sulla crisi economica, che ha travolto il mondo e il nostro Paese, e di conseguenza anche la scuola. Molti infatti si chiedono: vista la precaria situazione economica attuale, chi si sobbarcherà i costi, molto probabilmente elevati, di questo nuovo servizio? Le autorità, probabilmente, ci forniranno presto tutte le risposte. n

Marcello

17 anni Liceo L. Da Vinci Bologna Cosa ne pensi dell’introduzione delle comunicazioni scuolafamiglia via sms e mail per segnalare assenze e voti? Penso che con questo provvedimento non si possano arginare totalmente le assenze degli studenti; inoltre ritengo che i costi per la sua attuazione siano davvero elevati. Cosa cambierà nella tua vita di tutti i giorni? Probabilmente una parte degli studenti si sentirà meno libera di fare assenze ingiustificate, mentre i genitori verranno resi più partecipi della vita scolastica dei figli. Credi che questo provvedimento prenderà realmente piede in tutt’Italia? Secondo me i problemi logistici renderanno praticamente impossibile l’attuazione di questo provvedimento in tutte le scuole italiane. Per esempio, chi avrà la responsabilità di mandare tutti gli sms?

Antonietta

16 anni Liceo P.V. Marone Avellino Cosa ne pensi dell’introduzione delle comunicazioni scuolafamiglia via sms e mail per segnalare assenze e voti? Da una parte penso credo che i genitori dovrebbero preoccuparsi di parlare di più con i proprio figli e di capire certi loro comportamenti anziché affidarsi a questi mezzucci, ma dall’altra che comunque porteranno dei benefici. Cosa cambierà nella tua vita di tutti i giorni? Sicuramente adesso ci sarà una maggiore attenzione e più consapevolezza delle conseguenze che comportano certi gesti, questo non è del tutto negativo.

Alessio

18 anni Liceo Imbriani Avellino Cosa ne pensi dell’introduzione delle comunicazioni scuolafamiglia via sms e mail per segnalare assenze e voti? Credo siano un’ottima cosa in quanto possono informare i genitori in tempo reale ed in maniera veritiera riguardo l’andamento dei loro figli. È certo però che il contatto tra scuola e famiglia non dovrebbe cedere il passo a forme di comunicazione sempre più indirette. Cosa cambierà nella tua vita di tutti i giorni? Praticamente nulla, non ho mai mentito ai miei genitori riguardo la scuola, conoscono ogni mia assenza ed ogni mio voto, e non hanno mai avuto motivo per andare fieri di me. Che mia madre sappia via sms che abbia preso 4 in qualsivoglia materia è poca cosa rispetto ad una scuola povera di infrastutture, qualità ma sopratutto idee da trasmettere. BLOGmag 11


www.blogmag.it Approfondisci l’argomento sul sito internet di BLOGmag e di’ la tua, con opinioni, commenti e voti!

sorridete! Meglio essere fotogenici: a scuola, entro breve, potrebbero arrivare le telecamere per controllare gli studenti più indisciplinati

autore > federica cappa colella e giulia migliore luogo > napoli categoria > scuola

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tags > mass media, bullismo, mariastella gelmini, telecamere, privacy, classi

el cosiddetto bullismo si sente parlare continuamente alla televisione, su internet, sui giornali, a scuola: è diventato un vero e proprio punto fermo dell’opinione pubblica che spesso, modellata dai mass media, tende a generalizzare sugli studenti italiani. Sicuramente però in questi ultimi anni si assiste ad un suo vertiginoso aumento. Sempre più frequenti infatti sono le sue manifestazioni: il bulletto, in questa società ipertecnologica, si sente protetto e quasi autorizzato a “sfoggiare” le sue avventure scolastiche nei siti che danno la possibilità di pubblicare, con BLOGmag 12

fotografie e filmati, le loro gesta. Qual è allora una soluzione a questo enorme problema? Attenzione Pierini di tutta Italia: il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, dopo il 5 in condotta, non si ferma ancora nella sua lotta contro gli studenti meno disciplinati. Dichiara, infatti, in un’intervista al Giornale, che occorrerebbe piazzare nella aule scolastiche una serie di telecamere così da poter controllare qualunque azione scellerata e tener sotto controllo i più indisciplinati e scalmanati. Ma anche questa volta le proposte della ministra fanno ampiamente discutere: il primo a bocciare l’idea è il Garante della privacy che vede nella proposta una

minaccia alla vita privata di ogni alunno. Infatti un occhio spione sottoporrebbe insegnanti e ragazzi ad una sorveglianza permanente che trasformerebbe il loro naturale rapporto. Purtroppo, inoltre, il bullismo non è un fenomeno racchiuso soltanto nelle aule scolastiche ma maggiormente si manifesta dopo che i numerosi ragazzi hanno oltrepassato il portone dell’istituto di appartenenza; ed è proprio lì che le telecamere servirebbero – nel caso – più che in ogni altro luogo, lì dove avvengono ogni giorno gravi e meno gravi atti sicuramente fastidiosi per tutto l’ambiente di una scuola e per gli studenti che vivono all’interno di esso. E se la causa, invece che nelle immagini di un circuito chiuso, fosse da rintracciare in una cultura sempre più carente e in una società che non riesce a mostrarsi nel suo aspetto migliore ma che si sta chiudendo in se stessa e nelle sue forme più monotone dell’apparire? n


a cura di Gianfranco Manco, Giovanni de Girolamo e Dario Oddenino

Oltre alla giornata dell’arte a maggio, la CPS sta organizzando delle conferenze a scopo informativo sul fenomeno del bullismo nelle scuole, della lotta alla microcriminalità e alla criminalità in generale. Altre conferenze prenderanno in considerazione gli ultimi decreti legge riguardanti il sistema scolastico e la sua evoluzione: l’obiettivo è di dare ai ragazzi una maggiore conoscenza a riguardo. Inoltre la consulta sta organizzando un sito che mira a diventare il punto d’incontro dei ragazzi di Siena. Infine il TGiovani, ovvero uno spazio dedicato ai più giovani all’interno di un canale televisivo locale. Qui i ragazzi della provincia avranno la possibilità di realizzare dei veri e propri servizi televisivi che interessano il mondo giovanile e studentesco in prima persona. L’iniziativa è aperta a tutti gli studenti.

Nella prima settimana di Marzo ci sarà una conferenza con l’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), dove si tratterà l’importante tema dell’energia rinnovabile e della sua applicazione, in particolare per quanto riguarda lo sfruttamento di pannelli solari in Africa. Un’altra bella iniziativa che la CPS sta organizzando è, come ogni anno dal ‘94, “Babilonia”: un concorso musicale per band emergenti delle superiori che raccoglie circa tremila studenti a ogni sua edizione. L’otto aprile ci sarà invece un incontro dedicato alla poesia; inoltre c’è un altro progetto in cantiere riguardante una conferenza sull’immigrazione, un problema molto sentito nella città di Brescia. Tramite queste iniziative la CPS di Brescia intende favorire la cultura, oltre naturalmente a ravvivare l’ambiente giovanile.

BLOGmag 14

Edilizia scolastica e ambiente

Cineforum e spettacoli teatrali

La consulta di Matera sta organizzando uno spettacolo con la compagnia teatrale siciliana di Aldo Rapè volto alla sensibilizzazione degli studenti sul tema della mafia, la complessità del fenomeno e il suo riflesso sulla scuola e gli ambienti sociali. Un evento che segue le già tante iniziative studiate di recente dalla Consulta legate a questo scottante argomento. A metà marzo si proseguirà con l’incontro con di Visone, uno scrittore della Basilicata che racconta in un libro la storia di tutti i personaggi artistici contemporanei di origine lucana. Alla fine di marzo la consulta inaugurerà un cineforum che si svilupperà in cinque date. Saranno presentati quattro cortometraggi di ragazzi lucani emergenti, per concludere poi con la proiezione di un film di successo.

MATERA

BENEVENTO

Addiopizzo contro la mafia

La consulta di Benevento parteciperà all’organizzazione di Addiopizzo, un viaggio nelle terre siciliane, troppo spesso maltrattate dai media e dimenticate dal resto della Penisola. Addiopizzo è un movimento aperto, fluido, dinamico; è formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. La CPS si farà carico di organizzare una raccolta firme per aderire a questo progetto tramite un bando di concorso che permetterà agli studenti di diverse province di scoprire le meraviglie della Sicilia e di tutti i luoghi afflitti dal fenomeno mafioso, che copre la Sicilia onesta, determinata e intraprendente, capace di stupire i suoi turisti.

Energia rinnovabile e cultura

Nel primo quadrimestre la CPS di Brindisi ha somministrato a tutte le scuole un questionario sullo stato dell’edilizia scolastica. I dati elaborati saranno diffusi e presentati alla Provincia per sollecitare l’intervento là dove la struttura è più a rischio. Recentemente è iniziata la collaborazione con alcune istituzioni e aziende locali quali la Provincia, per la realizzazione di un cortometraggio sull’alcolismo; l’ASL, in un progetto di prevenzione e di educazione stradale; la STP (Società Trasporti Pubblici) per migliorare i servizi per gli studenti e ridurre l’evasione e il vandalismo. La CPS rinnova, inoltre, la collaborazione con l’ENEA nel progetto “Educarsi al futuro”, con la redazione di articoli sull’ambiente del territorio, raccolti in un depliant distribuito nelle scuole e durante alcune assemblee informative.

BRINDISI

SIENA

TGiovani e nuovo sito della consulta

BRESCIA

notizie dalle CPS di tutta italia

La CPS di Venezia sta organizzando un progetto denominato “codice a sbarre”, che prevede la visita e la successiva assistenza a dei ragazzi rinchiusi in carceri minorili, e punta a sensibilizzare e ad avvicinare quanti più studenti a questi ragazzi che non vanno assolutamente considerati come criminali, ma semplicemente come dei probabili amici di scuola. Il progetto l’anno scorso ha riscosso non poco successo a Treviso. In quell’occasione i ragazzi sono stati accolti dalla CPS e, in quella sede, hanno sfoggiato una mostra con dei disegni che descrivevano cosa rappresenta per loro la legalità. Per concludere in bellezza l’iniziativa, ci sarà una megapizzata con tutti i ragazzi. Per quanto riguarda le altre iniziative, la CPS ha aperto un corso di teatro a numero chiuso, e sta organizzando alcuni seminari sulla Costituzione.

VENEZIA

consulta news

Codice a sbarre

BLOGmag 15


le buone maniere”. Tutto questo nel Regno Unito.

4.000 €

La multa ad una società calcistica di Serie A se il pubblico insulta l’arbitro. 7000 se gli insulti sono a sfondo razziale.

90%

La percentuale dei genitori inglesi che dice parolacce in presenza dei figli.

£ 4.700.000

I milioni di sterline delle multe dell’Ofcom (l’ente britannico per la tutela degli spettatori) nel 2007.

(non) si dicono le parolacce

3

Il record di parolacce al minuto dello chef inglese Gordon Ramsey.

ma vero! Un sondaggio condotto nel Regno Unito, probabilmente rivelatore di una situazione diffusa anche altrove, svela che nove adulti su dieci pronunciano parolacce tutti i giorni. Il 78% ammette di dirle senza alcuna precisa ragione ed il 90% della popolazione non ci trova niente di male, di strano o di offensivo: insomma, ci ha fatto l’abitudine. Situazione alquanto spiacevole per la popolazione britannica, da sempre considerata una tra le più precise autore > giovanni de girolamo ed equilibrate del mondo. Fortuna luogo > avellino che esistono i cari vecchi difensori categoria > attualità delle buone maniere, i bevitori tags > turpiloqui, parolacce, daily express, regno unito, politica, del tè delle cinque, che cassazione dicono “Stop!” a tutta questa merda (si può scrivere, è sul Non si dicono le parolacce!” vocabolario), promuovendo norma dell’evoluzione della lingua Quante volte da bambini una Campaign for Courtesy secondo cui è l’uso (più che l’abuso) siamo stati sgridati dai nostri con la quale chiedono ai media a fare la regola. La lingua cambia e genitori con questa frase? cartacei, digitali ed all’industria si evolve, il parlato si confonde con Quando magari erano i cinematografica di moderare il lo scritto, i significati si moltiplicano, primi a pronunciarle… altrimenti proprio linguaggio. le parole si fondono, si rompono, si noi figlioletti come facevamo “In tv si sentono parolacce in ufficializzano... e la volgarità cresce in a ripeterle?! Magari le abbiamo continuazione e questo deve modo inverosimile. ascoltate in televisione, alla radio, cambiare”, ha dichiarato al o forse a scuola, sul pullman, in Alle cinque si beve il tè (tra una Daily Express Esther Rantzen, negozi, può darsi nella piazza del personalità televisiva e uno parolaccia e l’altra) paese, allo stadio... I turpiloqui degli ideatori della protesta, Ma questa non è certo la novità, sono entrati ormai nel linguaggio che trova completo appoggio ma una non-notizia come tante che comune, nel parlato di tutti i giorni da Peter Foot, responsabile periodicamente vengono riproposte e, cosa alquanto grave, i vocabolari della campagna di pressione, sotto diverse vesti. Questa volta è continuano ad arricchirsi sempre più che afferma “Sarà vero che toccato riproporla al Daily Express, di termini osceni e di vocaboli volgari la maggioranza della gente famoso periodico britannico che ha che giorno dopo giorno ascoltiamo e le dice, ma in questo paese scoperto l’ampiezza del fenomeno pronunciamo. Sempre per la buona esiste ancora un appetito per poche settimane fa: incredibile

D’accordo, non c’era il bisogno di un sondaggio del giornale inglese di turno: i teenager dicono le parolacce. E gli adulti possono sorprendersi quanto gli pare, ma tutto parte da loro

BLOGmag 16

Siete persone volgari? Fate i politici!

E in Italia? Se ci fosse una legge contro la volgarità i politici sarebbero tutti in galera. Ma le offese in politica sono state anche “legalizzate” da una sentenza della Corte di Cassazione (38747/2008) secondo cui è possibile utilizzare alcune espressioni che normalmente vanno considerate offensive, come quella del dare del “rimbambito”, se pronunciate nell’ambito delle polemiche tra contrapposte posizioni politiche. In tale contesto infatti certe espressioni diventano lecite e perdono la loro tipica connotazione offensiva. Basti pensare alle innumerevoli

scenate di Sgarbi (tra le più famose ricordiamo quella con la Mussolini), farcita di insulti e offese candite; oppure al ministro La Russa, che poche settimane fa è esploso a SkyTg24 contro il direttore dell’Unità Concita De Gregorio, durante un ragionevole dibattito. Dall’altra parte, un certo Di Pietro dell’Italia dei Valori invece è addirittura stato accusato di vilipendio per un’offesa al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Forse tutto il mondo della politica andrà all’inferno, forse tutta la tv ci andrà solo per aver concepito programmi come il Grande Fratello, la casa del peccato per eccellenza dove zuffe, allusioni sessuali, bestemmie e parolacce sono all’ordine del giorno. Forse anche BLOGmag ci andrà per aver pubblicato questo articolo... e forse nessuno si salverà. Beh, siamo giovani, non ci resta che goderci la vita e... vaffanzum a tutti! n

Ylenia

17 anni Liceo Fermi Bologna Un sondaggio inglese ha detto che il 90% della popolazione inglese non ci trova niente di male nelle parolacce e nell’uso di un linguaggio volgare. Tu che ne pensi? Beh, non credo che per qualche parolaccia sia mai morto qualcuno! Però esagerare e fare uso di un linguaggio troppo volgare non credo sia l’ideale, un minimo di contegno bisognerebbe averlo! In che contesti si imparano le parolacce? Sì imparano già da bambini, nelle scuole e all’interno delle proprie compagnie! Poi, anche in televisione.

Fabio

18 anni Liceo Keplero Roma Un sondaggio inglese ha detto che il 90% della popolazione inglese non ci trova niente di male nelle parolacce e nell’uso di un linguaggio volgare. Tu che ne pensi? Penso che sia giusto trovare un equilibrio. Essere sboccati con persone che non si conoscono non conviene affatto, spesso si viene giudicati come maleducati e volgari anche se le nostre intenzioni sono quelle di approcciare amichevolmente. Se invece ci si trova tra amici o in un contesto conosciuto le parolacce possono servire a sottolineare o evidenziare determinati concetti. In che contesti si imparano le parolacce? La maggior parte delle parolacce vengono apprese dalla televisione; è anche vero che se la famiglia non fa uso di volgarità difficilmente i bambini le utilizzeranno nel loro linguaggio. Conta molto l’ambito sociale in cui si vive. Quale categoria di famosi credi sia la più volgare? Di certo i personaggi televisivi. Per renderli più “comuni” li fanno diventare volgari, una televisione senza parolacce non avrebbe alcun seguito.

Benedetta 17 anni Liceo Mancini Avellino

Un sondaggio inglese ha detto che il 90% della popolazione inglese non ci trova niente di male nelle parolacce e nell’uso di un linguaggio volgare. Tu che ne pensi? Non c’è nulla di male nell’usare le parolacce, specie quando sei molto nervoso è un modo sicuramente efficace di esprimersi; però bisogna limitarle, non se ne può dire una per frase! In che contesti si imparano le parolacce? Si sentono ovunque e quindi si cominciano a dire da piccoli, senza saperne il significato... Anche se noi ragazzi veniamo etichettati come volgari, c’è da dire che gli adulti (professori compresi) non sono da meno... anzi, conosco professori, che dovrebbero insegnare come comportarci nella società, molto più volgari di noi ragazzi. Quale categoria di famosi credi sia la più volgare? Credo che i più volgari siano i personaggi televisivi; ma i politici non scherzano riguardo a volgarità: moltissimi usano parolacce come se fossero acqua fresca…

Filippo

17 anni Liceo Righi Bologna Un sondaggio inglese ha detto che il 90% della popolazione inglese non ci trova niente di male nelle parolacce e nell’uso di un linguaggio volgare. Tu che ne pensi? Che le parolacce andrebbero usate il meno possibile… Poi dipende sempre da chi si ha davanti: se è un tuo amico puoi anche lasciarti scappare qualcosa e non succede nulla; ma con gli adulti è sempre necessario avere un minimo di rispetto! In che contesti si imparano le parolacce? Escludo totalmente che si imparino tramite i genitori. Magari si imparano di più tra amici, non credo che la tv condizioni molto! Quale categoria di famosi credi sia la più volgare? Non credo ce ne sia una più volgare e un’altra meno… Siamo persone ed è impossibile, ogni tanto, non arrabbiarsi e dire due parolacce! Poi sicuramente c’è chi è più o meno volgare. BLOGmag 17


6 giorni

Grimsby e la raffineria

Grimsby è attraversata dal fiume Humber: per questo la sua economia è principalmente basata sulla pesca e sui mercati ittici. Solo nella metà del nostro secolo questa città ha visto sorgere molte industrie chimiche e petrolifere, tra cui la Lindsey Oil, una raffineria che lavora per la compagnia francese di carburanti Total.

La durata dello sciopero.

200000

I barili di petrolio prodotti ogni giorno dalla raffineria di Grimsby.

500

I lavoratori a tempo indeterminato della raffineria.

800

I dipendenti che hanno scioperato.

1200

I dipendenti di altre raffinerie che hanno partecipato allo sciopero.

gli italiani ci rubano il lavoro Questo sostengono gli operai di una raffineria inglese dopo che è stato assegnato un appalto a una ditta sicula. In Italia, molti li criticano ma qualcuno è anche d’accordo autore > tommaso tani luogo > l’acquila

categoria > attualità, mondo

G

tags > grimsby, operai, italiani, inghilterra, sicilia, lavoro

rimsby è una città di circa 90.000 abitanti in una verde regione orientale dell’Inghilterra: tipica, con le sue colline verdi, con la foce del fiume Humber. E come in un classico film inglese, a Grimsby c’è una raffineria, la Lindsey Oil, di proprietà della multinazionale Total. Ma il “non-tipico” di questa storia sono gli impiegati: sono stati assunti infatti circa un centinaio di operai di una ditta siciliana per un lavoro da circa 220 milioni di euro. Alla notizia

BLOGmag 18

che i nostri conterranei erano stati scelti lasciando a casa dei gentlemen inglesi, i sindacati britannici hanno indetto una serie di scioperi, iniziando da Grimsby e sfociando in uno sciopero generale al quale hanno aderito in molti in tutto il paese per solidarietà. Il succo della protesta: “Non possono venire dall’Italia a rubarci il lavoro quando noi siamo disoccupati e ne abbiamo bisogno. Inoltre gli italiani lavorano male e non rispettano le norme di sicurezza”. Insomma, dopo tanto dibattere

sull’immigrazione verso lo Stivale, ci ritroviamo dall’altra parte della recita, cioè nel ruolo di immigrati scomodi che-non-tornano-al-loropaese. Tanto più che pare che gli italians, recandosi al lavoro, abbiano gentilmente salutato i british strikers con affettuose dita medie alzate e vari gesti dell’ombrello: ci sentiamo in diritto di avanzare magari qualche dubbio verso questa pittoresca raffigurazione dei nostri conterranei. Fatto sta che quella che sembrava una notizia curiosa, destinata alle colonne marginali dei quotidiani si trasforma in caso internazionale, coinvolgendo il primo ministro britannico Gordon Brown che reputa gli scioperi inopportuni e controproducenti ed il ministro italiano per il welfare Sacconi che, riaffermando il principio del libero mercato europeo, ravvisa una possibile crisi del trattato di Schengen. Anche il maggiore sindacato italiano, la CGIL, accusa sottilmente i lavoratori inglesi: così come da noi ci sono moltissimi operai britannici, sopratutto nell’industria petrolifera, anche in Gran Bretagna deve essere garantita l’opportunità di lavorare agli italiani. Diritto alla reciprocità insomma. Di tutto altro avviso la Lega Nord: schierati in tutto e per tutto con i sindacati inglesi, il capogruppo Cota dice di ammirare queste proteste e, accusando la globalizzazione, di auspicarsi che presto si abbia un movimento simile in Veneto. In sostanza, chiede che vengano riviste le norme alla base dello scambio del mercato europeo contenute nel trattato di Schengen. Tra chi sostiene posizioni europacentristiche di liberi scambi sul territorio e chi propone barricate alle frontiere, un ragionamento è d’obbligo: come ci si sente ad essere dalla parte degli immigrati? n

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guerra sotto il cielo di Gaza 215

22 giorni Durata dell’operazione militare

israeliana fino al cessate il fuoco del 17 gennaio 2009.

Tra Hamas e Israele, ancora sangue e terrore in Medio Oriente autore > antonella capalbi, massimo abbatino luogo > matera categoria > mondo

L

tags > gaza, hamas, quassam, crisi umanitaria, israele, onu, piombo fuso, fiore rosso

a storia di Israele è complicata. La storia di Gaza è complicata. Il conflitto israelo-palestinese è complicato. Cinquecento anni di massacri, domini e sangue sono complicati. E probabilmente al mondo non interessa. Non quanto interessa la ricerca del colpevole, di un volto, un nome o un’organizzazione politica a cui addossare il massacro che in questi ultimi giorni si è compiuto a Gaza. L’ennesimo.

BLOGmag 20

Egitto, Isreale e Palestina

È il 27 dicembre quando Israele annuncia l’avvio di un’operazione militare massiccia: nome in codice Piombo Fuso. Piombo Fuso non è che una delle tappe di questo conflitto che vede al centro la Striscia di Gaza. Da una parte, Hamas, organizzazione politica palestinese il cui credo si fonda sulla distruzione di Israele. Dall’altra parte, lo stato di Israele che si vede strizzare l’occhio da Unione Europea e USA. Passata sotto il dominio egiziano (dal ’48 al ’67), poi sotto le mani di Israele (1967-2005), assegnata infine al partito palestinese Al-Fatah, oggi, la striscia di Gaza

Le cliniche distrutte nella Striscia di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso.

1366 I morti tra i cittadini della striscia di Gaza; mentre 13 persone, invece, sono rimaste uccise tra gli israeliani (tra cui 10 soldati).

1.481.080 Gli abitanti della striscia (4,118 ab/km2).

350.000 I palestinesi che sarebbero fuggiti dalla Striscia di Gaza in Egitto dopo la distruzione delle barriere israeliane il 23 gennaio 2008, secondo stime delle Nazioni Unite.

a r t x

(dopo una breve tregua durata pochi mesi) è di nuovo sotto le bombe e la mano pesante dei tank e della polvere da sparo.

L’avvento di Hamas

Ma come si riaccende il conflitto israelo-palestinese? È il 2007 quando Hamas, organizzazione politica radicale islamica, vince a sorpresa le elezioni e il conseguente controllo della striscia. Data la natura filoiraniana dell’organizzazione e la sua lontananza dagli ideali occidentali, Hamas fa scattare il campanello d’allarme per Unione Europea e USA, che etichettano il nuovo governo palestinese come un’organizzazione terroristica, pericolo da scongiurare nella già tesissima rete di rapporti con il mondo arabo. Dopo le elezioni scatta l’embargo verso la Striscia da UE, USA e dallo stesso Israele che blocca fortemente il passaggio di qualsiasi aiuto umanitario. In piena crisi umanitaria, Hamas sferra un colpo disperato a Israele tramite razzi Qassam. È Inverno Caldo. Nome in codice dell’operazione militare di Israele che risponde agli attacchi ricevuti da Hamas.

Operazione Piombo Fuso

Poi la tregua, poi Piombo Fuso, risposta di Israele a nuovi attacchi di Hamas che tenta di riportare all’attenzione internazionale la propria crisi umanitaria. Piombo Fuso, l’ultima tappa che si sta percorrendo dell’infinito conflitto israelo-palestinese è probabilmente anche la più terrificante. La guerra di Gaza si è trasferita in rete e il mondo intero ha dato il via a mobilitazioni virtuali e manifestazioni di piazza. Jawaher, Dina, Samar, Ikram e Tahrir. Sono i nomi di cinque sorelline la cui foto dei loro cadaveri coperti da lenzuola dopo i bombardamenti ha fatto il giro del mondo. È il primo segnale che scuote le coscienze occidentali e mobilita la rete. Il popolo di Facebook mette in piedi decine di gruppi contro la guerra, migliaia di persone scendono in piazza in Italia, manifestazioni di protesta in tutto il mondo. I governi occidentali devono pronunciarsi. La condanna è unanime ma il cessate il fuoco è unilaterale. Israele continua a colpire duramente la striscia: una scuola dell’ONU dove vi sono diversi rifugiati palestinesi

worlds new viene colpita. La crisi umanitaria che colpisce la zona è totale.

Il terrificante bollettino di guerra

E mentre comodi sul nostro divano abbassiamo il volume dell’ennesimo bollettino di guerra che trova spazio tra un Grande Fratello e l’altro, i numeri che vengono fuori dall’operazione Piombo Fuso sono terrificanti: 1366 palestinesi uccisi di cui 430 bambini, 111 donne, 6 giornalisti, 6 medici, 2 operatori dell’Onu. 5630 i feriti di cui 1870 bambini e 800 donne. 16 ospedali, 21 edifici scolastici, 19 moschee, 215 cliniche, 28 ambulanze, 20mila edifici sono stati colpiti durante i bombardamenti. Si contano intorno ai centomila sfollati e senzatetto. Qualche giorno di respiro nella polvere delle macerie, una manciata di ore per scappare e per rendersi conto della catastrofe che si è abbattuta in pochi giorni sulla striscia. Pronti a costruire altre giornate della memoria aspettando Fiore rosso. Che, secondo i “rumors” provenienti dalla stampa israeliana, è il nome in codice di un altro massacro previsto successivamente. E con l’Egitto che chiude il valico di Rafah, i palestinesi restano imprigionati lì, nelle terre del diavolo: Hamas o Israele, non importa chi sia, il boato delle bombe resta lo stesso. n

Le linee di Nazca non sono più un mistero Il deserto di Nazca, in Perù, racchiudeva uno degli enigmi più dibattuti e inspiegabili. Infatti, disegnati sul terreno si trovano più di 800 disegni di animali stilizzati, alcuni di dimensioni veramente giganti come una lucertola lunga 180 metri. Le linee risalgono a circa 2000 anni fa e sono visibili nella loro interezza solo dall’alto (furono infatti scoperte nel 1927 durante uno dei primi voli di linea nell’area) e secondo i più recenti studi erano cammini sacri rituali dell’antica civiltà Nazca raffiguranti gli animali da loro venerati.

Volano scarpe Il 4 dicembre scorso l’ormai ex presidente degli Stati Uniti George Bush decise di fare la sua ultima visita in Iraq, paese che dal 2003 tenta faticosissimamente di risollevarsi dalla guerra che l’ha colpito. Durante la conferenza stampa, però, un giornalista iracheno ha voluto mostrargli il suo dissenso lanciandogli le sue scarpe. Il 2 febbraio uno studente tedesco di Cambridge ha emulato il giornalista iracheno rivolgendo le sue attenzioni al primo ministro della Repubblica Popolare Cinese. Ora Martin Jahnke rischia fino a sei mesi di carcere e una multa fino a 5.000 sterline ma pare non essersi pentito. (Mi.Ma.)

BLOGmag 21


stati puliti Con l’elezione di Obama, anche il governo degli Stati Uniti comincia ad occuparsi dei cambiamenti climatici autore > federica aggio luogo > bologna categoria > mondo

B

tags > obama, usa, petrolio, emissioni, california, cambiamenti climatici

arack Hussein Obama, il 44esimo presidente degli USA, può venire considerato la rivoluzione del secondo millennio. Lo ha dimostrato in temi come la sicurezza e la politica estera (attraverso il piano del ritiro delle truppe dall’Iraq e l’ordine di chiusura del carcere di Guantanamo), la politica interna (Obama ha ribadito il suo sostegno alle leggi sull’aborto e al riconoscimento in tutti gli Stati del matrimonio fra persone dello stesso sesso) e ora anche per quanto riguarda l’ambiente. Infatti Obama ha messo in subbuglio l’intera amministrazione energetica, lasciatagli in custodia da George Bush. Il suo intento è quello di intraprendere una nuova linea verde che faccia assumere anche agli Stati Uniti le proprie responsabilità,

formando una coalizione con il resto del mondo, e di conseguenza inducendo anche paesi come la Cina e l’India a lavorare con gli stessi obiettivi ambientali. La filosofia di Obama è “meno petrolio e più efficienza”. Per realizzare questo piano, il Presidente si è già messo al lavoro, ad esempio autorizzando la California e altri 13 stati a fissare standard più severi sui gas di scarico delle automobili. Questo progetto era già stato ideato e richiesto nel 2007 da un gruppo di governatori guidati da Arnold Schwarzenegger, i quali erano fortemente in disaccordo con le scelte riguardanti la politica ambientale del precedente leader americano. La California, per contrastare il riscaldamento globale ha decretato che ridurrà le emissioni del 30%. Ma la lotta per il clima non si combatte solo in

California. Infatti Obama ha incaricato il Dipartimento dei trasporti di definire entro marzo le regole e i valori massimi che dovranno essere rispettate per le auto costruite tra il 2011 e il 2015. Le autovetture dovranno essere costruite in modo da consumare meno; questo porterà conseguentemente ad una minore emissione di sostanze inquinanti. Il new deal ambientale annunciato da Obama trova una calda accoglienza in Europa anche in previsione della conferenza di Copenhagen in cui verranno presi accordi sulle contromisure da prendere contro i cambiamenti climatici con investimenti che coinvolgano il maggior numero di stati. n

Qualcos’altro che non sapete su Barack Hussein Obama.

1. Colleziona fumetti di Spider Man e Conan il Barbaro.

2. Era conosciuto come

O’Bomber al college per la sua abilità a basket.

3. E’ mancino - il sesto

presidente ad essere mancino dal dopoguerra.

4. Ha letto ogni libro di Harry Potter. 5. Ha promesso a sua moglie Michelle che avrebbe smesso di fumare. Non c’è ancora riuscito.

6. Aveva una scimmia chiamata Tata, mentre viveva in Indonesia.

BLOGmag 22


notizie sparse dal vecchio continente a cura di Roberto Pisano

inghilterra Snow has defeated us In un’Inghilterra tormentata dallo spettro della crisi economica, un dono dal cielo è arrivato qualche giorno fa a portare distrazione alle masse e un nuovo oggetto di ossessione ai media: la neve. Un soffice, candido manto di neve di 30 centimetri che ha trasformato il paese in un paesaggio lunare, mandando in tilt completo qualsiasi aspetto della vita quotidiana come non succedeva da almeno vent’anni. Se ancora credevate che gli inglesi fossero un popolo organizzato, vi sbagliavate: la mattina del 2 Febbraio a Londra e dintorni non un singolo mezzo di trasporto era in funzione, dato che l’amministrazione cittadina era assolutamente impreparata a fronteggiare un evento del genere, costringendo così 6 milioni di pendolari a restare a casa dal lavoro e causando danni stimati per 1.2 miliardi di sterline all’economia britannica. Ma i londinesi non si sono persi d’animo, e hanno gioiosamente invaso parchi e spazi aperti

ingaggiando epiche battaglie di palle di neve e sperimentando ingegnosi metodi per scivolare giù dalle colline innevate, regalandosi così un giorno di surreale spensieratezza di cui tutti, alla fine, sentivano probabilmente il bisogno. Long live the snow!

Chi è stato a Berlino almeno una volta lo sa già: l’animale simbolo della città è l’orso (Baer in tedesco, dove l’ae sostituisce la a con la dieresi che si legge come una “e” allungata… bella lingua il tedesco!). Ci sono statue a forma di orso in giro per la città, un enorme orso di pelouche fuori da un negozio di souvenir sulla Unter den Linden, svariati orsi nei due zoo cittadini… e sempre in tema di orsi, ma d’oro: il 5 febbraio è iniziata la 59° Berlinale, il festival del cinema di Berlino, che ha portato un po’ di Hollywood anche da questa parte dell’oceano. Per cominciare i signori Pitt, che comunque sono comodi perché attualmente risiedono a Potsdam, un sobborgo poco fuori

la città; Brad ha concorso con il film “Lo strano caso di Benjamin Button” e Angelina sostiene che questa sia la città migliore per far crescere i (tanti) figli. Membro della giuria anche l’ex stripper nonché autrice del campione di incassi Juno, Diablo Cody. Gael Garcia Bernal si aggira in città già da qualche tempo (io sono quasi certa di averlo visto in metropolitana): il film in concorso che lo vede protagonista insieme a Michelle Williams è Mammoth, di Lukas Moodysson. In concorso anche il dolceamaro Rage di Sally Potter, con Dame Judy Dench, Jude Law e Steve Buscemi. Da segnalare infine The International, che al fianco di Clive Owen e Naomi Watts vede recitare anche i nostri Luca Barbareschi e Luca Calvani… che dire, c’è da rimpiangere Giannini e Santamaria in James Bond! Carlotta Marchioni (Berlino)

Eleonora Schinella (Londra)

Las Fallas Dall’1 al 19 marzo si celebra a Valencia Las Fallas. Si tratta della più grande festa cittadina di tutta la Spagna e anche quest’anno non mancherà di attrarre migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. I valenciani sono particolarmente legati a questo evento, che rispecchia lo spirito “festaiolo” tipico degli spagnoli. Le tre settimane di festa consistono in un susseguirsi di fuochi d’artificio, sfilate di costruzioni di cartapesta e lancio di petardi. Una sorta di capodanno misto a un carnevale, della durata complessiva di quasi venti giorni! L’arrivo dell’evento e la sua carica tradizionale sono talmente sentiti dai valenciani che pare che il sindaco della città, Rita Barberà, si stia mobilitando perché anche i bambini con meno di dodici anni possano prendere parte ai festeggiamenti senza negarsi il “sano” piacere del lancio dei petardi. Quest’ultimo infatti sarebbe stato proibito da una Direttiva Europea in vigore già da due anni. Tradizione o buonsenso? Questo è il problema…

francia Ancor più interessante, nella stessa riforma è stato inserito un altro piccolo accorgimento: d’ora in poi spetterà al solo presidente della Repubblica nominare il consiglio direttivo A partire dal 6 Gennaio è entrata in vigore della tv pubblica, divenendone di fatto lui in Francia la “Riforma dell’audio-visuale”, ovvero della televisione. La novità più grande stesso il direttore. Alcuni sostengono quindi che in Francia si ritroveranno quindi col prevede la soppressione della pubblicità presidente che controlla direttamente la tv serale dalla tv pubblica. Come se la Rai pubblica, e indirettamente quella privata. decidesse di non trasmettere più alcuno spot, per permettere agli spettatori Edoardo Baldaro di seguire i programmi senza (Bordeaux) interruzioni. Per noi italiani abituati ad avere una pubblicità interrotta ogni tanto dalle trasmissioni, sembrerebbe un gesto di gran civiltà! Ma ci sono anche punti oscuri. Sarkozy ha infatti imposto una nuova tassa, per far pareggiare i conti della tv pubblica. Oltre a questo, c’è chi ricorda che uno dei migliori amici del presidente è il proprietario della principale tv privata (l’equivalente di Mediaset), che non avendo più concorrenza, potrà imporre il prezzo che vorrà per la pubblicità sui suoi canali.

spagna

Pubblicità sulla TV pubblica? No, grazie!

BLOGmag 24

germania

europe

Tutti a Berlino a caccia dell’Orso

Andrea Garreffa (Valencia)

BLOGmag 25


15.02.2005

Lancio del sito youtube.com.

65000

Nuovi video al giorno.

56%

Percentuale di utenti maschi su YouTube.

1,6 miliardi

La cifra sborsata da Google per acquistare YouTube nel 2006.

Vatican Broadcast

23

il mondo in un tubo

YouTube è ormai il canale per eccellenza di tutti i teenager (e non solo). Ma tra le novità positive (tecnologiche e addirittura “istituzionali”) spunta anche qualche problema autore > germana de angelis luogo > napoli

categoria > hi-tech, scuola, attualità

I

tags > youtube, playlist, warner, mariastella gelmini, copyright, diritti, denaro

tempi cambiano. E con queste parole non ci riferiamo al fatto che “non ci sono più le mezze stagioni” ma al mondo che ci circonda; e se non vogliamo rimanere indietro faremo bene a dimenticarci frasi fatte come questa. Non è più tempo di minestre riscaldate, è tempo di novità e innovazioni; ed è tempo di cambiare un’altra obsoleta frase fatta. “Questa cosa non serve a un tubo”? Può darsi, ma siamo nel XXI secolo, e state sicuri che un Tubo vi servirà per ottenere tutto quello che cercate… O quasi. BLOGmag 26

Prima i video, poi le playlist

Ovviamente stiamo parlando del tubo più famoso della rete, YouTube, che potrebbe tranquillamente mandare in pensione i programmi di condivisione peer2peer, ovvero quelli usati per scaricare canzoni e video dalla rete. Perché aspettare 2 ore per scaricare una canzone che, per quanto magari difficilmente reperibile nei vari server, si può tranquillamente ascoltare aspettando i 2 minuti del caricamento della schermata del Tubo? Vi è anche la possibilità di

YouTube è disponibile in 23 versioni locali anche se in 7 ha accesso limitato o è bloccato (Marocco, Siria, Arabia Saudita, Cina, Pakistan, Tailandia, Indonesia); era chiuso anche negli Emirati Arabi, Turchia e Tunisia, ma il blocco è stato rimosso.

51 milioni crearsi una playlist, in modo che una sequenza scelta di canzoni parta in automatico senza bisogno di riaprire la schermata del sito ogni volta; quindi, oltre ai famosi ma ormai superati programmi di condivisione come Emule e Limewire, passano in secondo piano anche i programmi di riproduzione multimediale, quali per esempio Winamp e Windows Media Player, non sempre amati da chi ha un computer non esattamente di ultima generazione.

Seconda prova per la prima volta on-line

In questo mondo che corre, bisogna stare al passo. E chi si ferma è perduto; se n’è accorto anche il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che per dare una rinfrescata al decrepito sistema scolastico italiano, ha deciso di annunciare le materie della seconda prova della maturità tramite il canale più seguito dai più giovani. Mtv? No, YouTube. Tuttavia, bisogna considerare l’altra faccia della medaglia: infatti YouTube non è solo un modo per sentire e vedere il mondo, ma anche un ottimo mezzo

Il video più visto in assoluto è un estratto di High School Musical con 51 milioni di visualizzazioni, seguito da Without You di Mariah Carey con 24 milioni.

xtra

per esprimere la propria opinione e farsi conoscere in prima persona, dato che chiunque lo desideri (a patto che sia iscritto) può lasciare commenti ai video, o ne può postare di propri in cui, nei limiti della decenza, fa quello che meglio crede. Questo purtroppo non è sempre positivo, dato che in questo mondo eccessivamente veloce si tende a ricercare l’approvazione e la stima degli altri soprattutto attraverso manifestazioni di razzismo, volgarità e mancanza di rispetto per le istituzioni, come testimoniano i vari scherzi (anche pesanti) a professori e forze dell’ordine presenti sul sito.

La grana del copyright

In ogni caso, oltre alla testa dell’informazione e alla croce dell’ostentazione, bisogna considerare anche l’altra faccia

(tagliente) della medaglia di YouTube: sia esso un fenomeno positivo o negativo, in ogni caso non tutti sono d’accordo con questa condivisione illimitata di dati; e qui entra in gioco il copyright, a difesa dei diritti degli artisti, delle emittenti televisive, delle case discografiche… Un esempio lampante è dato dalla Warner; il 22 dicembre 2008 viene infatti diffusa una notizia che farà mettere le mani nei capelli a tutti gli utenti del sito: la casa discografica Warner ha infatti ordinato a YouTube di eliminare dal sito tutti i video musicali dei suoi artisti, dopo la rottura di lunghe trattative commerciali. Dunque vengono così rimossi i video musicali che portano il marchio della casa discografica, compresi quei video postati dagli utenti che contengono anche brevi pezzi di canzoni. Questo significa che YouTube cancellerà anche i video delle vacanze o gli slideshow fotografici postati dagli utenti solo perchè contengono un pezzetto di una canzone coperta da copyright. Nonostante quest’ultimo sia fondamentale per tutelare i diritti sulle opere dell’ingegno, è comunque un peccato che un canale di libera espressione, creatività e condivisione sia censurato e mutilato solo per una questione di denaro e vili interessi commerciali. In ogni caso le trattative vanno avanti, nella speranza di arrivare presto a un altro accordo; tuttavia la decisione della Warner potrebbe essere solo la prima di una lunga serie. n

In tutta risposta (ovviamente si fa per dire) agli attacchi dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti italiani, che hanno provato a comprare della pubblicità su alcuni autobus genovesi per negare l’esistenza di Dio (il forte messaggio era “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno” – messaggio apparso in maniera similare anche in altre grandi città mondiali), il Vaticano ha dato un forte segnale di modernità sbarcando con un proprio canale su YouTube. Seguendo l’esempio del Ministero dell’Istruzione e di Mariastella Gelmini (che ha annunciato le materie della seconda prova e diverse novità future e probabili sull’esame di maturità), sul web channel lanciato il 23 gennaio è possibile trovare notizie e filmati direttamente dalla Santa Sede, nonché i discorsi di papa Benedetto XVI. Lo stesso papa ha partecipato alla conferenza di inaugurazione del nuovo strumento comunicativo vaticanense raffrontandosi curiosamente a uno dei responsabili (quello del settore della comunicazione) della nuova “religione laica” moderna, ossia Google. E quando due “potenze” di questo calibro, per quanto assolutamente differenti tra loro, si uniscono il risultato che ci si può aspettare è un grande successo. Vedremo se, dal numero di visite e di commenti, sarà così…

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altro grande sogno fantascientifico, che sono già pronte per essere utilizzate. Da un aereo infatti sembra sia stato possibile colpire una casa a chilometri di distanza con precisione chirurgica. Speriamo che queste ricerche possano far progredire l’umanità con invenzioni essenziali alla vita di tutti i giorni come la spada laser.

il futuro è qui I gadget che fino a pochi anni fa ci sembravano incredibili oggi sono a portata di mano... o quasi! E le previsioni di film e libri di fantascienza erano poi credibili? autore > lorenzo bovini luogo > bologna categoria > hi-tech

tags > idee, invenzioni, invisibilità, aerei, laser, idrogeno, auto

L

a fantascienza ci ha sempre fornito una varietà praticamente infinita delle scoperte che ci avrebbero cambiato la vita: in meglio (lo skateboard volante di Ritorno al Futuro II, fondamentale per l’umanità) o in peggio (Hayden Christensen in Episodio III… ma non è colpa della fantascienza, in questo caso). Il futuro è però già qui o ci stiamo comunque avvicinando molto ad esso.

Piloti e smanettoni

telecamere e display fa sembrare il soldato come parte dell’ambiente) a una riproduzione funzionante del Gundam (il robot protagonista di un anime anni Ottanta) che l’esercito giapponese sta tentando di costruire per sole poche decine di milioni di dollari. La nuova tendenza sono però le armi laser,

Le case automobilistiche, per fronteggiare la crisi, se ne inventano di tutti i colori. La Cadillac ha presentato un prototipo di un’auto alimentata a torio (combustibile

E i robot? Fin dai primi racconti di fantascienza, l’uomo è sempre stato affiancato da robot in grado di aiutarlo in ogni compito possibile. La ricerca si sta muovendo anche su questo punto… ma la strada è ancora lunga. Il migliore creato fin’ora è Asimo il robot realizzato da Honda che riesce a eseguire molte azioni autonomamente anche se è ben lontano da quelli ideati dalla mente dello scrittore il cui nome è ispirato.

usato per le centrali nucleari): i consumi saranno ridotti anche se per fare il pieno dovrete andarci cauti (è tossicissimo). Un contributo vero per inquinare meno in auto l’ha dato uno che nel futuro c’è stato spesso: grazie a una legge del governatore Arnold Schwarzenegger, in California, è possibile riempire il serbatoio della propria auto con l’idrogeno. L’inquinamento di un veicolo ad idrogeno è quasi zero perché il motore è elettrico e l’unica cosa che esce dal tubo di scappamento è vapore acqueo. I nerd dal canto loro non stanno a guardare! Vi ricordate il computer che usava Tom Cruise in Minority Report controllato dai gesti delle mani? Oggi potete farlo anche voi... e scoprire che scrivere o comandare il pc senza usare la tastiera è possibile (provare FluidTunes per Mac OS X per credere)! Il futuro, insomma ci riserva sempre sorprese più belle di quanto possiamo immaginare. Sicuramente però, quando i nostri figli guarderanno i film di fantascienza prodotti in questi anni, troveranno i gadget ingenui e goffi come noi guardando quelli degli anni Sessanta! n

Che tempo desiderate oggi? Sembra che grazie agli aerei sia possibile modificare le condizioni atmosferiche. In Cina si è tentato di immettere gas nell’atmosfera per evitare le piogge durante le Olimpiadi. L’obiettivo è stato quasi raggiunto; a parte l’acquazzone che si è abbattuto su Pechino durante le gare di atletica. Secondo scienziati americani invece, grazie alla turbolenza generata dai jet, sarebbe possibile eliminare i tornado.

1937

Viene costruito il primo prototipo di auto volante.

100 anni

La durata di un pieno di Torio del concept Cadillac (7340 anni necessari per smaltirne le scorie).

10 kg

Il peso del primo portatile.

20

Gli anni che ci restano prima che le macchine inizino a distruggere tutto, secondo Terminator.

88

Le miglia all’ora necessarie per un viaggio nel tempo nell’universo di ritorno al futuro.

2020

Entro quell’anno la Nasa riporterà un uomo sulla Luna con lo scopo di costruire una base per poi raggiungere Marte.

xtra Come Bond Molti gadget che ha usato l’agente segreto più famoso del mondo sono stati ispirati alla realtà; altri copiati dai film. Un esempio è il jetpack (uno zaino con due razzi per volare) che esiste realmente e costa circa 50 mila dollari; un altro è l’auto che riesce a essere guidata anche sott’acqua prodotta dalla Rinnspeed per celebrare i 30 anni de La spia che mi amava.

Invenzioni… militari

Gli eserciti hanno sempre lanciato le ricerche più improbabili: dal mantello per l’invisibilità (un capo che grazie a una serie di BLOGmag 28

BLOGmag 29


Berlino

Città alternativa e piena di modi per divertirsi... una meta ideale da visitare in inverno (e non solo)! autore > valentino campisi luogo > bologna categoria > trip

U

tags > viaggi, europa, germania, musica, divertimento, memoria

n inverno freddo è il momento migliore per gustarsi la vera vita mitteleuropea. Quindi perché non farsi un bel viaggetto a Berlino? È piena di storia, innovazione, moda, design, culture alternative. Ah, e le bionde... La città non è proprio di dimensioni ridotte, ma in sella ad una bici il problema si estingue. In alternativa, le linee della metro “U”, o della linea interna “S”, collegano ogni buco della città. Berlino è molto pulita e ordinata (sul pavimento della stazione “ci puoi mangiare”!), le persone sembrano tutte cordiali e stranamente disposte a darvi informazioni utili, i trasporti funzionano (e sono tra i più efficienti d’Europa). Dire che sono svizzeri sarebbe un po’ un insulto, però... Berlino nasconde ancora i fantasmi di ciò che l’ha resa tristemente famosa; molte aree sono dedicate

alla memoria, e attrazioni come il bunker di Hitler e the “infamous” check point Charlie (il posto di blocco nonché unico passaggio tra le vecchie Berlino Est e Ovest), sono ottime occasioni per arricchire quel bagaglio culturale che non ci dovrebbe mancare. I musei, le mostre, le gallerie e gli spunti di qualsiasi genere non mancano, ma Berlino resta sempre una città molto difficile da scoprire in versione integrale, e infiltrarsi nel vero groove richiede tempo e una buona guida. Nel frattempo, però, si possono scoprire tanta cultura underground, tanta musica e molti, tanti club dove fanno un sacco di musica elettronica; e tutte le ragazze hanno le pantacalze fluo e gli occhiali da sole anche di notte! Kreuzberg, ad esempio, è il quartiere un po’ più punk roccheggiante: negozi da skate e streetwear ad ogni passo, locali easy going, e atmosfere che

dove dormire

I posti dove alloggiare sono ovunque, dagli ostelli più economici dove le camerate sono tra i 10 e i 20 euro, agli hotel più chic e costosi. Nella zona di Alexanderplatz e del centro, gli ostelli sono generalmente affollati di ragazzi che hanno esattamente i vostri stessi obiettivi.

cosa mangiare

Crauti? Wurstel? Kartoffeln? Potete prenderla in ridere e andare in un fast food, oppure potete, almeno PER UN PASTO, provare specialità tedesche come filetti di suino affumicati, zuppe, sformati di patate, insaccati speziati. O provare un etnico, di cui Berlino abbonda.

cosa vedere

Gli immancabili: Il museo Ebraico, il Museo d’arte moderna, Alexanderplatz (la piazza principale), la città vecchia, East side gallery (i resti del vecchio muro, ora pieni zeppi di murales), la porta di Brandeburgo e il famoso Zoo. Per lo shopping: Unter Den Linden, Kurfürstendamm, Friedrichstrasse. Immaginate strade lunghe un paio di quartieri dove ci sono SOLO negozi. Può essere interessante e dispendioso.

Status Single. Agile, sportiva, giovane, compatta. Torna il piacere di una guida dedicata prima di tutto a sé stessi. Con il divertimento dei motori 1.6 benzina da 126 cv e 1.6 turbo diesel da 90 e 115 cv. E con una dotazione di serie che vi conquisterà. Nuova pro_cee’d. Se vi innamorerete, sarà di lei.

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riportano un po’ indietro negli anni. A Berlino, inoltre, va molto la moda di seconda mano; puoi trovare le Adidas più vintage mai esistite e le giacche di pelle che solo Fonzie osava indossare. Carino. n

ANNI Consumo combinato (lx100 km) da 4,7 a 7,0. Emissioni CO2 (g/km) da 125 a 166. La foto è inserita a titolo di riferimento. GARANZIA *7 anni/150.000 Km. Tutti i dettagli presso i concessionari.

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Diavù Intervista all’autore della cover di BLOGmag di questo mese: David Vecchiato! autore > marco cantelli luogo > bologna categoria > art

L’

tags > macaco, sfracellatore, fumetti, disegni, pennarelli, photoshop, libri, articoli

autore della cover di BLOGmag di questo mese si chiama David Vecchiato e sicuramente l’avrete già visto da qualche parte… Che sia così o meno, ve lo presentiamo con quest’intervista! Ciao David! Innanzitutto, presentati. Piacere sono David Vecchiato, il contenitore delle emozioni, delle attività e delle idee di Diavù. Nel

mondo dei fumetti sono il papà e la mamma di Macaco, Lo Sfracellatore e di altre creaturine poco edificanti. Quando hai scoperto di essere un bravo illustratore? È sempre stato il tuo sogno quello di lavorare con i “disegni”? Ho scoperto che avrei avuto a che fare coi disegni da piccino quando un gruppo di persone si piazzò davanti a me stupefatto mentre io disegnavo aspettando mia mamma nella hall di un hotel. Quando tornò >>

Nome: Diavù. Data di nascita: 3 gennaio 1970. Peso: 65 kg in inverno, 60 in estate. Definisci la tua arte con 3 aggettivi: davidiana, vecchiatesca e diavùlosa. La tua canzone preferita: “Happy happy, joy joy” cantata da Ren & Stimpy sull’omonima serie animata. Il tuo film preferito: potrebbe esplodermi un embolo a dover sceglierne uno solo. L’ultimo libro letto: I Canti di Maldoror di Lautremònt, ma sto anche rileggendo Gargantua e Pantagruele di Rabelais. La città dove vorresti vivere: Eternia, dove non si muore mai. Esiste? Una cosa/persona che ti infastidisce: I mediocri al comando.

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a 5-6 anni mi sono accorto che si potevano accalappiare gli adulti e piegare la loro volontà con semplici trucchetti...

>>

lei si spaventò alla vista della folla, che in realtà non era là perché fossi esploso, ma per farmi i complimenti. Così io capii che gli incoraggiamenti che non ricevevo dalla famiglia potevano venire dagli estranei. Insomma a cinque-sei anni mi sono accorto che si potevano accalappiare gli adulti e piegare la loro volontà con dei trucchetti semplici come i disegni. Persi l’innocenza? Forse, di sicuro da quel giorno è iniziato a crescere in me un ego smisurato, scomodo da nascondere e da portare a spasso. Cerco periodicamente di soffocare il mio Super-Io, che mi costringe a produrre mentre il mio sogno è sempre stato oziare. Che strumenti usi abitualmente per BLOGmag 34

i tuoi lavori? Quale preferisci? Tendo a usarne di poverissimi, come fogli da fotocopia, matite prelevate all’Ikea, pennarelli comunissimi, acrilici e Photoshop. Questo non vuol dire che non uso anche acquerelli, acrilici, fogli a lavorazione artigianale, tessere di mosaico d’oro o punte di diamante. Bisogna sperimentare per conoscere più strumenti possibili, poi nel mestiere lo strumento scelto dipende esclusivamente dal risultato che intendi ottenere. Qual è il/i lavoro/i a cui sei più legato, tra i tuoi? Dipingere perché mi rilassa, fare animazioni perché mi diverte fare anche le musiche e le voci. Nei

fumetti Lo Sfracellatore e Macaco sono i miei personaggi preferiti. Il primo perché è il più censurabile, il secondo perché è il più recente. Mi innamoro spesso degli ultimi arrivati. Le tue collaborazioni più importanti? Ogni mese pubblico illustrazioni, collage, articoli o fumetti su XL, il mensile de La Repubblica. Due anni fa La Triennale di Milano OFF mi ha dedicato una personale per i miei collage. Ho collaborato con vari Festival in Italia, ho avuto clienti come Canon, ho insegnato allo IED, ho illustrato due libri di Giobbe Covatta. Ora sto presentando un progetto di cartoon alla Rai. Ma l’esperienza più importante è senz’altro l’aver creato MondoPOP, il progetto artistico che mi ha fatto conoscere tanti colleghi internazionali come Gary Taxali, Jim Avignon, Gary Baseman e molti altri, con cui ho disegnato, organizzato mostre e fatto baldoria. I tuoi colleghi che stimi di più. Ho avuto la fortuna di conoscere Jacovitti che ho sempre ammirato. E Fellini che annovero tra i colleghi, in quanto visionario e disegnatore. Stimo Altan. Ma per non far torto agli italiani, tra cui ce ne sono davvero tanti bravi, guardiamo altrove. Stimo il mio amico australiano Jeremyville, sia stilisticamente che nella gestione della propria attività. Lui è designer, illustratore, fumettista e cartoonist e ha un suo marchio con cui realizza le proprie produzioni. Ammiro anche Takashi Murakami come artista/ azienda e, a livello grafico, amo anche Tado, l’argentino Carlos Nine e tanti altri... Un consiglio per i nostri lettori che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua. Non fatelo. Primo perché fareste la fame e poi, se fate i soldoni, molti colleghi vi odieranno e tenteranno di uccidervi. n

printbox a cura di Erica Scigliuolo

Twilight AUTORE: Stephenie Meyer EDITORE: Fazi PAGINE: 412 PREZZO: 16,50 € VOTO:

Ciak PREZZO: 4,50 € DIRETTORE: Piera Detassis VOTO:

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Fondata nel 1985 ed edita dal gruppo Mondadori, Ciak rappresenta una delle maggiori testate di approfondimento per il settore cinematografico. Questo mensile ha dimostrato di rimanere sempre al passo con i tempi continuando ad innovarsi, mostrando un’immagine curata nella grafica ed attenta al pubblico più giovane, desideroso di avvicinarsi al mondo del cinema. Oltre alle semplici informazioni sulla programmazione e sulle uscite nelle sale, “Ciak” offre sempre numerosi approfondimenti: interviste, anticipazioni su film in prossima uscita, recensioni curate e differenziate. Spesso esce con allegati inserti di approfondimento, DVD a prezzi modici e libri sui retroscena dei film che hanno fatto la storia del cinema. Una rivista poliedrica e stimolante.

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Un’adolescente introversa, normale in tutte le accezioni che questo termine può avere. Un trasferimento in una piovosa cittadina. L’inizio di qualcosa di nuovo. E’ cosi che Bella incontra Edward e nasce, come tutti ormai sapranno, una romantica storia che ha del soprannaturale. Il film tratto da questo romanzo adolescenziale ha già trafitto il cuore di moltissimi ragazzi, spingendoli alla lettura del libro e alla scoperta dei tre romanzi successivi di questa saga romantic-fantasy che nulla ha a che vedere con il genere horror o gotico. Le pagine scorrono veloci grazie a dialoghi e descrizioni semplici e se l’intento è quello di evadere per alcune ore dal mondo reale, “Twilight” è il romanzo adatto. Nessuna pretesa: semplice e puro intrattenimento.

Né qui né altrove. Una notte a Bari. AUTORE: Gianrico Carofiglio EDITORE: Laterza PAGINE: 160 PREZZO: 10,00 € VOTO:

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Ecco come rendere palpabile e reale una città, Bari, anche per chi non l’ha mai vista. La scrittura accattivante accompagna il lettore come fosse un braccio attorno alle spalle attraverso le strade ed i percorsi, le abitudini e le situazioni, in una lunga passeggiata dentro il mondo di tre amici rimasti distanti per moltissimi anni. Diverso dai lavori precedenti di Carofiglio, questo ritratto emotivo e seducente, disegna l’essenza profonda di un luogo e l’innamoramento che tutti proviamo per la nostra città.

La Jolanda furiosa

AUTORE: Luciana Littizzetto EDITORE: Mondadori PAGINE: 192 PREZZO: 17,00 € VOTO:

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L’umorismo della Littizzetto non perde vigore se si riesce ad immaginarla gesticolare alterando i toni di voce arrampicata sulla poltrona a Che tempo che fa insieme a Fabio Fazio. Come in Rivergination, tornano dirompenti episodi della vita quotidiana in tutte le loro disastrose complicazioni all’interno delle quali tentiamo di districarci ogni giorno; così come si ripresenta l’immancabile sguardo irriverente e critico nei confronti della politica e del mondo patinato delle riviste. Nessuno sfugge all’occhio indagatore di Luciana. Il talento dell’autrice è palpabile anche attraverso la sola lettura, ma riuscire a visualizzarla attraverso le parole, con il suo accento piemontese e priva di freni inibitori, renderebbe tutto ancora più esilarante.

Branchie AUTORE: Niccolò Ammaniti EDITORE: Einaudi PAGINE: 185 PREZZO: 8,80 € VOTO:

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Questo è il primo libro di Ammaniti, uscito nel 1994 e diventato a pieno diritto un piccolo classico moderno della narrativa italiana. Marco è malato di cancro ai polmoni, conduce una vita sregolata, nasconde alla fidanzata il suo stato di salute e non vuole che nessuno lo curi. Il suo amore è riversato esclusivamente sui pesci del suo negozio d’acquari: una passione che sembra rimanere racchiusa tra le mura della sua vita fino a quando non riceve una lettera dall’India che muterà il corso di tutte le sue azioni. DA LEGGERE. BLOGmag 35


°

3

racconto a puntate...

ta punta

sono un bamboccione di Giuseppe Carlotti

Misteri tricolori

L’Azienda per cui lavoro si chiama semplicemente “Azienda”. Il suo vero nome porta sfiga come niente al mondo, quindi non deve essere mai, e per nessuna ragione, pronunciato. L’Azienda si occupa principalmente di produrre e trasmettere programmi radiofonici e/o televisivi; ogni tanto prova anche a fare qualcosa su internet, con esiti che si collocano tra l’imbarazzante ed il vergognoso. Attualmente sono dislocato presso la redazione di “Misteri tricolori”, il cui sottotitolo recita “Fatti, misfatti ed atrocità senza un perché ne un percome”. Il programma viene trasmesso tutti i mercoledì dalle ore 23.15 in poi, dopo “Un giorno al canile” ed è condotto da una delle tre amanti under 21 del capostruttura. Quella bionda. All’interno del programma c’è una rubrica dal titolo “La posta del dolore”, condotta da una stimata giornalista del Corriere, tale Vittoria Bessoni, forse l’unica autentica professionista in un così grande mare di mediocrità. “Misteri tricolori” è ideato dalla mente feconda di tale Professor Vladimiro Torbido, un invasato mitomane pariolfreaktestaccino di maniera con codazzo di due postuniversitarie scalze: Tristezza e Mestizia. Esponente di spicco della potentissima lobby aziendale denominata CC (Comunismo & Cachemire), il Professor Vladi, come ama farsi chiamare dai suoi galoppini eunuchi, è notissimo all’interno dell’Azienda per il piglio vagamente nazista con il quale gestisce le sue redazioni, notoriamente composte in BLOGmag 36

massima parte da reietti della società industrializzata, aspiranti suicidi ed inalatori di colla o altre sostanze psicotrope disposti ad ogni tipo di vessazione umanamente sopportabile pur di lavorare ad un qualche sottoprodotto televisivo. Convinto di incarnare la via, la verità e la vita del nuovo linguaggio mediatico finalizzato a spacciare detersivi e cosmetici per mezzo di giornalettismo, docufiction, collette collettive, casi umani e delitti irrisolti, Vladimiro Torbido ama sottoporre a pene corporali chiunque provi, anche solo per via telepatica, a contraddirlo. Le atrocità psicologiche e fisiche commesse da questo mediocre pubblicitario prestato ahimè in pianta stabile al piccolo schermo arrivano al punto che nessuno dei 48 derelitti della redazione osa anche solo esercitare un qualche tipo di spirito critico nei confronti della gragnuola di cazzate quotidianamente proferite dal sedicente semidio dell’era digitale. Tutti i miei colleghi si limitano quindi a mugugnare nelle aree fumatori, le quali si intasano di maledizioni e nicotina ad un livello tale che se davvero il malocchio fosse una realtà tangibile, Vladimiro Torbido cadrebbe improvvisamente morto stecchito almeno 12 volte al giorno. Come ogni pseudomanager

radiotelevisivo italiano, anche il Professor Torbido si dedica quotidianamente allo sport più amato dai suddetti palloni gonfiati: il “Copia & Incolla Creativo”. Per praticare il “Copia & Incolla Creativo” occorre visionare in orario notturno e come sostitutivo del sesso almeno due dozzine di trasmissioni americane via satellite, munendosi di un provvidenziale blocchetto Moleskine. La mattina seguente ci si presenta in ufficio, muniti del ghigno di chi sa di incarnare una nuova dinastia di faraoni, e si grida agli schiavi “Questa notte mi è venuta in mente un’idea pazzesca!” In realtà non c’è nessuna idea ma solo il plagio di un talk-show, di una sit-com, di una rubrica, o anche solo di una scritta in sovrimpressione color rosa fucsia che in America trasmettono da almeno 10 anni, e che qui in Italia, fortunatamente, non era ancora arrivata. (continua…)

I edizione: novembre 2008 copyright 2008 Fazi Editore srl via Isonzo 42, Roma Tutti i diritti riservati tratto da “Sono un bamboccione” di Guseppe Carlotti pubblicato da Fazi Editore in novembre 2008

Per praticare il ”Copia & Incolla Creativo” occorre visionare in or ario notturno e come sostitutivo de l sesso almeno due dozzine di trasmissioni americane via satellite ...


eclatanti”). Il nuovo progetto della conduttrice romana si chiama NobileMobile, un programma che andrà in onda nella domenica di Mtv (alle 22.30), per narrare tante storie sui teenager facendo uso soltanto di un telefono cellulare. Che tipo di studentessa sei stata? Diligente o impertinente come appari in tv? Trattavi i prof come facevi coi politici? A scuola ero molto tranquilla, stavo con le mie amiche e sedevo rigorosamente all’ultimo banco, fila centrale. Andavo bene e studiavo… e coi professori non ero né

Bio

Sabrina Nobile è nata 37 anni fa a Roma e di mestiere fa la conduttrice. Tra i suoi programmi più celebri si ricordano le Iene (2003-2008), lo spinoff del precedente programma Scappati con la cassa (2007) e ancora Settima Dimensione e Due sul Divano per La7. Ora condurrà su Mtv NobileMobile, in onda la domenica sera.

Sabrina Nobile La iena al femminile arriva con un programma su Mtv per raccontare le storie dei teenager in modo alternativo autore > salvatore zeola luogo > bologna

S

tags > mtv, televisione, studenti, storie, racconti, cellulare

abrina Nobile è stata forse una delle figure più provocatorie della televisione italiana degli ultimi anni: chi non se la ricorda per le incredibili interviste BLOGmag 38

ai politici delle Iene, dove emergeva in molti casi l’ignoranza di questi riguardo temi come la storia e l’attualità (“Abbiamo solo pensato di andare e di provare a farla, poi sono emerse cose sicuramente

impertinente e né provocatoria! Tu hai una laurea in lettere, un master in comunicazione e hai lavorato per un periodo all´Ente teatrale Italiano. Sei una che insomma ha passato tanti anni a studiare e a fare la gavetta. Cosa pensi di tutti i ragazzi che giovanissimi entrano nel mondo dello spettacolo senza basi? Penso che ognuno faccia percorsi diversi, bisogna vedere dove queste strade poi conducano. Io ho studiato e lavorato prima di entrare in tv; come molti altri l’ho fatto per mie scelte e per piacere personale, non certo per prepararmi alla televisione che per me è arrivata casualmente e che nella maggior parte dei casi, non richiede nessuna preparazione culturale specifica ma esperienza che si fa sul campo. Nel caso dei pochi che riescono a fare una carriera brillante, poi, contano ovviamente professionalità e talento, fortuna e quant’altro. Dipende molto dalle singole storie. Sei da poco diventata mamma: spesso le donne dello spettacolo sottolineano quanto sia complesso tornare a lavorare dopo un momento di pausa forzata. È davvero così difficile per una donna di spettacolo conciliare carriera e vita privata? Credo sia un po’ complicato per tutte le donne per una banale questione di tempo e ciò che dedichi al

Ho vinto l’Isola

Quattro domande alla stravagante e discussa vincitrice dell’Isola dei Famosi: Vladimir Luxuria Il 2008 si è concluso con due rinascite simboliche: la tua e quella di Britney Spears. Entrambe venivate date per spacciate e invece è siete risorte dalle ceneri. Com’è stato passare da vinti a vincitori a distanza così ravvicinata? Non concordo sulla semplificazione di vinta/vincitrice. Si può uscire sconfitti da una tornata elettorale… Io sono stata travolta in una sconfitta generale della sinistra. Non mi sento neanche “vincitrice” nella vita solo perché ho vinto un reality. Nella vita “vince” chi riesce a dedicarsi agli altri, a costruire una relazione sentimentale stabile, chi è capace di ascoltare. Io mi sento vincitrice solo per il fatto di aver sempre detto quello che sento e di essere me stessa, senza ipocrisia e travestimenti del pensiero. Per la mia coerenza a volte nella vita sono stata premiata. Con Britney Spears non c’entro nulla, troppo diverse... ma sono contenta che si sia ripresa, soprattutto dalle droghe, sostanze molto più pericolose della caduta nell’oblio. I reality show possono essere un’arma a doppio taglio e i personaggi più forti spesso sono anche quelli più strumentalizzati. Nel tuo caso non hai mai temuto che la gente si fermasse a giudicare la copertina e non la sostanza?

lavoro non lo dedichi a tuo figlio e viceversa. Io, per fortuna, faccio un lavoro che ha tempi e ritmi molto più gestibili di tante altre donne che devono stare tutti i giorni fuori casa per otto ore e più. E, per quanto mi riguarda, potendolo fare, cerco di stare il meno possibile lontano da casa. Ma poi ogni donna è diversa e ha esigenze diverse. Da marzo ogni domenica alle 22,30 condurrai su Mtv NobileMobile. Di cosa si tratta? È un programma in cui i ragazzi raccontano attraverso il telefonino storie, emozoni, esperienze ed avventure di vita. Io sarò solo

Q&A

Se mi fossi dovuta arrendere davanti ai pregiudizi di qualunque genere non avrei cominciato nessuna battaglia. Sono partita forte del mio carattere, sfidando fame, convivenza forzata, uragani e mosquitos e sfidando anche chi reputava impropria la mia partecipazione. Non mi dovevo arrendere o ritirare. Spesso sull’Isola dei Famosi, tra fame e sonno, le persone lasciano trasparire il lato più brutale e animalesco del proprio essere. E’ più dura convivere con i naufraghi o con gli esemplari politici del nostro Parlamento? Non lo so... certo è che io ho visto con i miei occhi più risse fisiche tra deputati che tra naufraghi. Quest’anno sull’Isola non ci sono stati scontri fisici. Ora che hai la silhouette di Heidi Klum ti sei chiesta perché non abbiano pensato a te per la conduzione di Scherzi a Parte? Cos’è… uno scherzo?! S.Z.

una sorta di centralina, un punto di raccolta e di ascolto delle varie storie, girate e raccontate dai ragazzi. Che rapporto hai con la tecnologia? Un rapporto normale, diciamo che me ne servo! Ti propongono un nuovo progetto e devi per forza accettare. Cosa scegli tra: partecipare come concorrente alla Fattoria, fare la cavia di Rosanna Lambertucci in un programma di salute e andare a corteggiare un tronista a Uomini e Donne? Se proprio dovessi scegliere andrei a corteggiare un tronista. L’idea di me in quella situazione mi fa ridere! n BLOGmag 39


>> E se avessimo una copertina tutta bianca?

E se non ci fossero righe ma avessimo degli spazi completamente bianchi o con quadretti con righe anche oblique quanto più potremmo sbizzarrirci? Nasce da questa idea una nuova agenda, pensata da un team di ragazzi: BE-U 2010. Il progetto ha coinvolto gli studenti in prima persona: “Dal concepimento dell’idea all’oggetto - racconta Marco Mazzoni (responsabile del progetto e fondatore di BLOGmag) - ci è voluto più di un anno, ed è stato un lavoro che ha coinvolto tutte le redazioni della rivista, veramente tantissimi studenti”.

BE-YOU!

Makin’ a diary

che diario

hai?

Nel panaroma dei diari scolastici da maggio ci sarà una novità, realizzata in collaborazione con BLOGmag

A

ncor prima di chiedersi come sono andate le vacanze, al rientro a scuola, a settembre, la prima domanda è - che

diario hai? Il diario è sempre stato un segno distintivo di ogni persona. Riempito fino a diventare un ventaglio di pagine con fotografie e biglietti di concerti, completamente ricoperto da scritte e dediche, rifasciato, colorato. O pieno di schizzi, scarabocchiati per passare il tempo durante le lezioni. O di giochini. O lasciato

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completamente intonso, quasi senza nemmeno gli appunti dei compiti per il giorno dopo o gli avvisi per la gita. Insomma, il diario è un mezzo per distinguersi dagli altri, per dire qualcosa di sé, o per non dirlo. Già dalla scelta del tipo di diario si può capire molto della dolcezza di una persona, della sua organizzazione, della sua estrema ironia o del suo impegno nel sociale. La possibilità di arricchire ancora di più l’agenda che ci accompagnerà per un anno intero è talmente importante da farci ricoprire persino la copertina con immagini e disegni. >>

Alla redazione di BLOGmag è stata data l’opportunità di realizzare un sogno di tanti ragazzi… fare un’agenda! Quante volte è capitato di mettersi davanti al computer per creare la nostra personale agenda, perché le agende che conoscevamo non ci piacevano abbastanza? E via di Publisher e Photoshop per fare la copertina… E quante idee assolutamente irrealizzabili sono state concepite dalle menti (molto stordite…) di alcuni redattori! Dalla pagina con le palline d’aria da scoppiare, la pagina da mangiare… o quella profumata… una chiavetta usb o uno schermo lcd ad energia solare in copertina! Contribuire alla creazione di BE-U 2010 ha rappresentato per la redazione un’occasione per cercare di mettere a disposizione dei “colleghi” studenti uno strumento che si adattasse alle esigenze di tutti. Per quest’anno purtroppo le copie disponibili non saranno molte… e saranno disponibili da inizio maggio (noi le abbiamo già prenotate!).

Il risultato è un diario libero, creativo e “da usare”, completamente. Le pagine sono più resistenti per sopportare ogni tipo di cancellatura e non lasciare trapassare l’inchiostro, neppure quello dei pennarelloni indelebili. Con spazi completamente intonsi, lasciano liberi di disegnare

senza il brutto sfondo quadrettato che troppo spesso limita e rovina i tratti. Anche la copertina è bianca, e la carta non è plasticosa, ma porosa e adatta per ogni tipo di matita, pennarello, penna, smalto o pittura che sia. Completamente personalizzabile, per presentarsi come se stessi fin dall’inizio, lasciandola bianca o ricoprendola coi nostri pensieri, le nostre idee e i nostri colori. E no, non si sporca… Per evitare di rovinare le nostre piccole opere d’arte BE-U ha anche una sovracopertina trasparente per riparare l’agenda dalle intemperie (e per infilare dentro tutto quello che vogliamo, compreso il libretto delle giustificazioni). Anche tra le pagine ci sono buste di plastica trasparente per inserire le nostre foto e i nostri ricordi senza temere di rovinarli o perderli nello zaino rischiando di spiegazzarli.

Non solo bianca

Eppure BE-U non è tutta bianca, ma ha degli spazi di pieno colore e

massima espressione della creatività con illustrazioni (una per mese) di grandi artisti di fama internazionale. Tra gli altri Mauro Gatti, David Vecchiato (l’autore della cover di questo numero!), Fabio (yoclas!) Berton e Gian Franco Leroy. Tutti grafici giovanissimi, e molti noti per lavori a Mtv, Repubblica XL e per le copertine di BLOGmag (!), a cui non è stato dato alcun suggerimento, ma che sono stati liberi di lasciar volare la propria immaginazione e la propria creatività, come potremo fare tutti noi sulla nostra agenda. In realtà BE-U 2010 è figlio di myflea. Myflea è un nome che caratterizzerà in futuro tanti altri prodotti che avranno la stessa filosofia, lo stesso pubblico e quei pccoli grandi accorgimenti per renderli unici, forti e personali. Insomma, BE-U è un diario ricco, ma completamente a disposizione della fantasia, per essere se stessi. Be yourself, Be U! n La redazione

Quaderni stilosi Con le illustrazioni dell’agenda sono stati fatti anche dei quaderni, che saranno messi in vendita e anche regalati nel periodo di promozione dell’agenda.

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MUSICA

Glam Lily

Vestita male

P

artendo dal presupposto che siamo moltissimo di parte, e che Lily Allen (nome completo: Lily Rose Beatrice Allen) ci piace proprio un casino, eccoci qui a parlare del nuovo disco della cantante ventitreenne nata nei dintorni di Londra. Dopo il trionfo ottenuto nell’estate del 2006 con il disco Alright, still e i successi definitivi Smile e LDN, e dopo esser diventata una figura di spettacolo a tutto tondo, la ragazza ci riprova con la faccia tosta e il talento pop di sempre.

Da Myspace al milione

Gli inizi di Lily Allen sono ormai famosi per tutti: rifiutata da tantissime case discografiche più o meno importanti quando era teenager, prima di darsi definitivamente ai fiori (la cantante ha infatti studiato BLOGmag 42

lily allen orticultura e voleva diventare fiorista) ha fatto un ultimo tentativo. E ha così pubblicato alcune demo sul suo spazio Myspace, ottenendo col tempo tantissimi contatti (alla fine dell’anno passato, sul suo spazio gli amici erano più di 450,000!) e un contratto per fare un disco prodotto nientemeno che da Mark Ronson. Il successo con la canzoncina pop Smile non poteva che essere assicurato, e a tutti quelli che hanno ascoltato ed imparato a memoria quella hit non poteva non piacere un disco (Alright, still appunto) che era sfrontato, dissacrante e allegro come quel singolo. L’album ha venduto finora quasi un milione e mezzo di copie nei soli Regno Unito e Stati Uniti d’America: dato non indifferente

se si considera che di solito a farla da padrone nel settore del pop femminile sono le star americane e centroamericane.

Non sono io, sei tu!

Lily decide poi, nell’aprile dello scorso anno, di “intraprendere una nuova direzione musicale” e di abbandonare la produzione di Mark Ronson per passare a Greg Kurstin. E ha fatto uscire alcune demo di futuri brani e poi l’album vero e proprio (It’s not me, it’s you), preceduti dal singolo The Fear dove ad essere sinceri non si sente una vera e propria svolta. Il pop di Lily Allen (fortunatamente, eh) non è cambiato e forse c’è più attenzione alla musica, con pezzi meglio studiati e spunti elettronici

Lily Allen ha vinto, nel 2007, l’NME Award (il premio dato dalla rivista inglese di musica più famosa ed importante) per il peggior abbigliamento. Complimenti!

qua e là; ma i testi sono sempre quelli sagaci, semplici e leggerini che tanto amavamo e che così bene descrivono parte della cultura Uk-pop del terzo millennio. Partiamo dalle cose migliori: Not Fair è sicuramente il pezzo più sorprendente di tutto l’album, ed è forse quello destinato al maggior successo. Si tratta di un’allegra e ritmata canzone dal sapore tutto country e western. Poi c’è Fuck you (niente asterischi, almeno sul disco), pezzo che permette a Lily di fare qualcosa a cui ci aveva abituato fin dal primo album: prendersela con qualcuno, insomma, in un brano molto retro, che pare sia diventato nel tempo un tributo a George W. Bush, anche se inizialmente era probabilmente dedicato al Partito Nazionalista Inglese. The Fear, invece, parla della Lily che vive una vita da star circondata da tabloid e lussi inutili. Molto divertente.

It’s not me, it’s you, a dispetto di quanto voglia comunicarci il titolo, è un ritratto perfetto, se non forse un po’ troppo “edulcorato”, della cantante inglese. Per quanto sia sicuramente un lavoro ben fatto, forse il disco d’esordio di Lily era un po’ più allegro e spensierato; ma un po’ di maturità non guasta, specie se devi entrare nelle grazie di una critica esigente come quella inglese. n Marco Cantelli

autore: lily allen titolo: it’s not me, it’s you etichetta: EMI voto:

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Lily Allen non è solo musica: in poco più di due anni è diventata un’icona glam, una conduttrice tv… e una che spesso le spara molto grosse. Dopo essere arrivata terza nella classifica della Coolest Person of the Year della rivista inglese NME nel 2006, non è mai mancata a nessun party… dove, molto francamente, ha evitato molto raramente di uscirne ubriaca strisciando sui gomiti. Nonostante ciò, sembra ancora ben lontana dal devasto fisico e mentale in stile Amy Winehouse! Per esempio: come ha fatto la nostra a salire, durante il Festival di Cannes lo scorso maggio, sullo yacht di Flavio Briatore (ambiente peraltro molto distante da quelli frequentati dalla signorina Allen)? Non ne abbiamo la più pallida idea, ma sappiamo che non ci ha messo molto tempo a scendervi: decisamente ubriaca (e con i capelli fucsia) si è lanciata in mare seminuda dal ponte dell’imbarcazione e, dopo essere stata recuperata dai buttafuori del party, è stata anche allontanata in fretta e furia dalla festa. La primavera 2008 invece ha portato Lily direttamente sul terzo canale inglese: Lily Allen And Friends, un talk show decisamente carino in stile Very Victoria ma più improntato sulla musica e sulle esibizioni canore dei più che dignitosi ospiti del programma, è stato però cancellato dopo la terza puntata dalla BBC Three, si dice per i bassi ascolti. Ma cosa è più glam della linea di abbigliamento di una cantante? Probabilmente tante cose; in ogni caso la cantante londinese non si è fatta mancare neanche quella: Lily Loves, lanciata nel maggio 2007. E, nonostante qualcuno non sia troppo d’accordo sul suo stile (leggete qui a fianco!), Lily ha vinto nel 2008 il Glamour Woman of The Year.

01. Everyone’s at it. 02. The Fear. 03. Not Fair. 04. 22. 05. I Could Say. 06. Back to the Start. 07. Never Gonna Happen. 08. Fuck You. 09. Who’d Have Known. 10. Chinese. 11. Him. 12. He Wasn’t There. BLOGmag 43


Julie’s Haircut

musicbox

Il nuovo (doppio) disco di uno dei lati più interessanti dell’indie rock italiano

a cura di Federico de Felice e Marco Cantelli

Buraka Som Sistema Black Diamond genere kuduro etichetta Enchufada voto

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fenomeni). Kalemba (Wegue Wegue) ha invece le lyrics di Pongolove ed è stato primo in classifica nella chart portoghese: scaricatevi questo pezzo, soprendetevi nell’ascoltarla e chiedetevi perché non siamo nati lì, in un paese dove evidentemente l’afro-headache riesce a scalare le classifiche, assieme al divertimento e alla voglia di ballare.

Una delle cose più interessanti e divertenti che ci sono passate sotto il naso in questo periodo è sicuramente questo tostissimo progetto portogheseangolano-ma non solo che spazia dall’elettronica al kuduro, una sorta di house con vastissimi riferimenti alla cultura hip-hop di Angola e Caraibi. Il risultato? Una miscela forte, esplosiva e molto “cattiva” che non disdegna spunti funk e techno. Sound of Kuduro è il singolone forte, con il featuring con M.I.A.: non perdetevi il video di questo pezzo (si trova anche su YouTube) per capire come andrebbe ballata veramente questa roba (e per arrendervi due minuti dopo allo stile tutto afro di questi

Common Universal Mind Control etichetta G.O.O.D. Music voto

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Il maestro delle strade di Chicago sembra aver messo via il vocabolario, per sfoderare un sound tutto electro sicuramente apprezzato dagli amanti del booty-shaking. Nella title-track si trasforma nell’Afrika Bambaataa del Terzo Millennio ed il rhythmotiv si ripete nell’elettrizzante Make My Day e nella bassline funk-rock di What A World. “Universal Mind Control” è l’ennesimo esperimento commoniano ben riuscito, anche se un ritorno alle conscious roots non dispiacerebbe affatto. BLOGmag 44

John Legend Evolver etichetta G.O.O.D. Music voto

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Quel dongiovanni di John Legend torna dopo due anni da “Once Again”, ma l’evoluzione che si profetizza nel titolo di quest’ultimo lavoro non sembra essere completata: la linea tra r’n’b e hip-hop, già calcata negli scorsi album, è mitigata da qualche tocco funk (Green Light) e reggae (No Other Love). Il duetto urban con Brandy (Quickly) e la rilassata atmosfera di I Love, You Love fanno ben sperare per il futuro: prima o poi diventerà il nuovo Marvin Gaye?

«Il problema di questi cantautori» dice Malika appena finisce di cantare Pezzi di vetro di De Gregori «è che mettono nelle canzoni tutte queste parole… io ho passato mezzo disco a fare aah-aahaah». Il pubblico in sala ride ma è vero. Senza sapere, forse, che i suoi aah-aahaah sono meravigliosi. La Malika in questione è Malika Ayane, padre marocchino madre italiana, a undici anni comincia a studiare violoncello al Conservatorio e a far parte del Coro di Voci Bianche del Teatro Alla Scala, nel 2007 incontra Caterina Caselli e Paolo Conte, che le regalano rispettivamente un album di esordio (“Malika Ayane”) e un brano inedito (Fandango), nell’autunno del 2008 viene pubblicato il singolo Sospesa in cui compare anche Pacifico, autore del brano, la cui versione inglese, Soul weaver, viene utilizzata dalla FOX America per una puntata di One Tree Hill; ma è con Feeling better che arriva la consacrazione: la canzone resta nei palinsesti radiofonici per quattro mesi, il video non smette di andare in onda e i critici sono innamorati di lei. Adesso Malika ha presentato, tra le “nuove proposte” di Sanremo 2009, il brano Come Foglie scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Luka Fontò

Le Man Avec Les Lunettes Plaskaplaskabombelibom etichetta My Honey voto

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Non può che suonar bene un’onomatopea scandinava per un gruppo italiano dal nome francese che canta in inglese. I sei quattrocchi regalano un disco tutto cuore e dolcezza che allieta anche gli animi più duri. The Happy Birth Of You And Me è uno scintillio beatlesiano di xilofono e chitarrine, mentre la malinconica I Can’t Get Anything incanta con l’irrequieto organetto accompagnato dal fido violoncello. “Plaskaplaskabombelibom” è una preghiera per la spensieratezza, amen.

A

Come nasce il gruppo e chi è Julie? Il gruppo nasce quindici anni fa nel 1994. All’inizio c’ero io, Luca, e Laura. poi la formazione si è ampliata fino a quella attuale. Julie non è nessuno in particolare, è un nome che ci siamo dati all’inizio, ma non c’è nessun riferimento a una persona. Viste le sonorità particolari mi sorge una domanda: con quali propositi artistici nasce il gruppo? In verità nessun proposito in particolare… noi fin da quando siamo partiti abbiamo sempre avuto l’idea di fare musica perché ci piace suonare insieme. Per cui non c’è un’elaborazione teorica e non ci sono modelli. Ovviamente siamo appassionati della musica e siamo cresciuti con dischi e riferimenti che emergono dalla nostra proposta musicale, però non ci poniamo con un atteggiamento di pianificazione. Nasce tutto abbastanza spontaneo. Quali sono le vostre influenze musicali? Ascoltandovi mi viene un po’ da pensare alle sonorità lo fi anni 90. Tipo Pavement… Sicuramente i Pavement sono stati un influenza importante particolarmente all’inizio della nostra avventura. Adesso forse lo sono in modo meno diretto seppure continuiamo a riconoscere la loro grandezza nella musica

Animal Collective Merriweather Post Pavilion etichetta Domino voto

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Psichedelico sin dalla copertina, “Merriweather Post Pavilion” è un calderone di ingredienti così diversi tra loro che una ricetta simile non si poteva nemmeno immaginare. L’allucinante My Girls sembra un temporale scrosciante di synth e dal sound acquoso è anche Summertime Clothes, un’electroapnea che sovrasta una ritmica ruvida e polverosa. Questo groviglio di suoni conferma la sorprendente capacità del collettivo animale di essere fedeli al proprio “fare musicale” senza essere mai scontati.

degli ultimi 15 anni.. diciamo un approccio lo fi ci ha sicuramente contraddistinti, ma di influenze ce ne sono davvero tante, troppe… Ognuno di noi ha fatto e continua a fare ascolti diversi. Nel nostro suono ci finisce dentro una serie di influenze svariate. In questo periodo, definito da molti l’anno zero della musica, cosa ascoltate? Mah, in verità io sono ancora legato al rock americano della fine degli anni Sessanta Grateful Dead, Jefferson Airplane… Sinceramente anche nel mondo cosiddetto della musica indipendente faccio un po’ fatica a trovare cose particolarmente interessanti. quelle che mi colpiscono di più fanno sempre riferimento a generi o modelli del passato. Non sono delle novità in tutto e per tutto…

ilaria magliocchetti

Malika delle meraviglie

ll’indomani dell’uscita del quinto album della band modenese, ormai veterana della scena alternativa italiana, siamo andati a fare qualche domanda su quest’ultima uscita già ben apprezzata dalla critica.

Come nascono le canzoni dei Julie’s haircut? Ci sono a grandi linee due modalità che poi in realtà spesso si incontrano: una modalità che ha preso piede soprattutto in questi ultimi anni, quella legata all’improvvisazione, o meglio all’idea di suonare insieme, soprattutto in sala prove ma anche in studio, senza partire da un idea prefissata quindi lasciando scorrere il flusso della musica e lasciando emergere le melodie e le parti ritmiche in modo praticamente spontaneo. Poi ci sono cose più legate alla scrittura che magari possono nascere da delle linee melodiche che qualcuno di noi butta giù a casa che poi vengono rielaborate collettivamente in sala prove. L’improvvisazione ci è utile se riesce a condurre da qualche parte. Non siamo particolarmente affascinati dall’idea di un gruppo che suona musica improvvisata fine a se stessa. Per noi l’improvvisazione è un mezzo per portare alla canzone. Vittorio Marchetti

The BPA - I think we’re gonna need a bigger boat etichetta Southern Fried voto

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Norman Cook era Fatboy Slim (vi ricordate il Funk Soul Brother?) e ora è la Brighton Port Authority. Semplice e lineare, come concetto; come il fatto che faccia sempre dei dischi meravigliosi. Una decina e passa di collaborazioni magnifiche per il disco perfetto. Toe Jam è quella che nel video ha tante ragazze che ballano seminude coperte soltanto dalla pecetta della censura; sullo stesso livello di ballabilità c’è He’s Frank. Oltre alla dance c’è anche tanto pop di qualità (Superman, Seattle).

last.fm charts I cinque brani ed i cinque artisti più ascoltati (per numero di ascoltatori) nella piattaforma di social music più grande al mondo.

brani 1. Viva La Vida – Coldplay (34,278) 2. Sex On Fire – Kings Of Leon (32,806) 3. Kids – MGMT (31,359) 4. Time To Pretend – MGMT (29,161) 5. Poker Face – Lady GaGa (26,501) artisti 1. Coldplay (121,878) 2. Radiohead (117,980) 3. The Beatles (99,663) 4. The Killers (92,632) 5. Muse (88,963) (Classifica aggiornata al 23 Febbraio) BLOGmag 45


tommy vee

tra Daft Punk e r’n’b, uno dei più famosi deejay italiani

A

nche se il deejay di questo mese non fa solo ballare la gente il sabato sera ma è anche conduttore tv e fa mille altre cose… abbiamo preferito concentrarci sul Tommy Vee che sta al mixer. A voi l’intervista! Quando e come ha iniziato la tua attività di DJ? Ho iniziato da bambino... ero sovrappeso e i miei amici non mi facevano giocare con loro, in quanto goffo ed impacciato! Quindi non mi è rimasto altro se non il buttarmi sulla musica! All’epoca c’era solo Deejay Television (un programma andato in onda dalla metà degli anni Ottanta su Italia 1 e Canale 5, ndr) e nei video cominciavano ad esserci questi curiosi personaggi che scratchavano. Mi sembrava divertente, mi feci regalare per Natale i piatti ed il mixer... E a vent’anni ho aperto la partita IVA e sono diventato professionista. A quando risalgono le tue prime esperienze come producer? Sempre a quell’età, durante

la settimana non facevo niente. Un po’ di sensi di colpa… e poi ho conosciuto Spiller e mi si è aperto un mondo. Assieme eravamo i ‘”Laguna”, e fu subito un successo. Poi venne Moltosugo con Keller e la collaborazione con Mauro Ferrucci ed Airplane che dura tutt’oggi. Qual è il tuo background musicale? Sicuramente funky, soul, r&b... Sono cresciuto a Burt Bacharach, Frank Sinatra, Stevie Wonder, Barry White, Ella Fitzgerald; poi Public Enemy, Run Dmc, Eric B & Rakim... Quali sono state le tue influenze nel tempo? Ogni giorno subisco delle influenze, in molti mi hanno ispirato negli anni... Si continua sempre ad imparare. Chi mi ha veramente sconvolto sono stati i Daft Punk. Dacci una tua opinione sui dj italiani. I deejay italiani sono tra i migliori al mondo. A volerci trovare un difetto, talvolta siamo troppo modaioli. Come pensi che siano le produzioni dance italiane degli ultimi anni rispetto alla media degli altri paesi? Il sound italiano è in crescita, e comunque le nazioni si alternano a random... tra poco

CLUBBING

La playlist di Andrea T Mendoza! 1. Andrea T Mendoza Vs Tibet Feat. Manu - Dance Now 2. Juan Kidd Feat. Lisa Millet - Now Your Gone 3. ATFC Feat. Rae - Give Me Love 4. Andrea T Mendoza Vs Tibet Feat. Manu - People Get Down 5. Sandy Rivera - I can’t stop (David Penn rmx)

dovrebbe tornare ancora il nostro momento... Speriamo! Esiste un remix o una produzione a cui sei particolarmente affezionato? Ce ne sono molti… Dovessi scegliere, direi Ian Pooley “Chord memory” Daft Punk remix. Il vecchio e caro vinile sta morendo con la nascita di tutti questi nuovi supporti… ritornerà? Non credo in un vero e proprio ritorno, piuttosto in una convivenza... Ognuno suonerà con il supporto che più gli piace. Secondo Tommy Vee, quale sarà il sound della prossima estate? C’è un indubbio ritorno a sonorità e melodie più calde... Cosa preferisci tra Myspace e Facebook? Trovi che siano un sistema efficace per farti pubblicità? Sono entrambi saturi. Myspace più tecnico, quindi professionalmente è più serio ed utile. Che definizione daresti alla musica che suoni nei club? Musica da ballo contemporanea. Se oggi non fossi un DJ, cosa faresti? Mi piacciono la moda, il cinema e la pubblicità. Un consiglio di Tommy Vee ai giovani aspiranti dj. Abbiate rispetto per la musica, per il lavoro che fate e per il pubblico. Un sogno di Tommy Vee. Rivelare i sogni li mette a rischio... dimenticavo, sono superstizioso! (a cura di Andrea T Mendoza)

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vita di coppia addio libertà Viaggio nei recinti della vita a due per comprendere la sottile differenza tra fidanzati e segugi!

L‘

rubrica > la bocca della verità Universo sentimentale è come uno zoo dove coesistono vari esemplari: vacche, maiali, cervi, pecorelle più o meno smarrite. Più che la specie, però, ciò che davvero conta è da che parte del recinto si pascoli. Tra tante distinzioni esistono infatti solo due grandi confini: quello degli esemplari single e quello degli accoppiati. Nella vita ognuno di noi è saltato più e più volte da una parte all’altra della staccionata e con un piccolo sforzo di memoria potrebbe elencare i pro e i contro di entrambe le condizioni. La singletudine (a patto che non sia praticata per scelta altrui) fa rima, almeno metaforicamente, con libertà. E si sa, come insegna Luciano Gaucci, la libertà non ha prezzo. Ma è così difficile trasportare il concetto di libertà anche dall’altra barricata del recinto? Nel territorio della vita di coppia? Spesso un rapporto a due dimezza spazi e interessi personali diventando l’antitesi dell’individualismo. E’ proprio vero che nella vita di coppia non si

possono avere le stesse libertà che si hanno quando si è da soli? Insomma la vita a due è davvero la tomba delle libertà personali?

Niente è come sembra!

Per capirlo è necessario studiare il fenomeno dall’inizio, procedendo passo per passo. E’ noto che i primi mesi d’amore sono quelli più emozionanti e forse i più vivaci dal punto di vista sentimentale. Il partner è disposto a tutto pur di assecondarci e sembra non possedere difetti. Sia noi che lui siamo in una fase di studio reciproco. In un perfetto equilibrio neuro-ormonale, vedere i difetti altrui ci sembra impossibile. La stessa cosa succede a noi: sappiamo che a inizio partita è sempre bene mostrarsi sicuri e indulgenti verso il prossimo ed è ancora presto per scoprire tutte le carte e mostrare il lato meno docile del nostro carattere. Come insegna Pirandello, però, niente è come sembra. Così nei mesi successivi quando la conoscenza comincia a diventare

FUN Cara Bocca della Verità...

Mi desidera o no?

più profonda e la confidenza si fa sempre più intima, inizia ad emergere il vero carattere della persona, nella propria globalità. Sono sempre di più, infatti, coloro che intendono la coppia come un rapporto servo-padrone (e ahimè! non ci riferiamo ai giochi di ruolo sotto le coperte!). In men che non si dica si scopre che il nostro ragazzo è per qualche motivo sfuggito al suffragio universale che garantiva pari diritti a uomini e donne e ha scambiato la propria lei per una filippina tutta cucina e stoviglie. In un batter d’occhio la nostra ragazza da simpatica biondina della porta accanto diventa un gendarme nazista con in mano frustino e guinzaglio pronta ad impedirci ogni uscita serale senza la sua custodia (ehm… presenza). Si azzerano così hobby, uscite, palestra, poker, shopping con le amiche.

Da recinto d’amore a corsa ad ostacoli

I paletti non sono sempre imperativi divieti ma spesso vengono camuffati da semplici lamenti: “Perché esci con gli amici? Mi avevi promesso di stare in casa con me a guardare Elisa di Rivombrosa 5! Vedi che non mi pensi mai?” “Perché hai messo quel maglioncino? Non mi piace! Vedi che non mi ascolti mai?”. Quelli che sembrano semplici incidenti di

Scrivi una lettera senza peli sulla lingua a: bocca@blogmag.it Riceverai la risposta della Bocca della Verità, e tutto ciò gratuitamente. Non è fantastico? BLOGmag 48

percorso di ogni vita a due possono in breve trasformarsi in una trincea. Lasciare che il nostro partner infranga il confine delle libertà personali è l’inizio del compromesso. E passare dal compromesso alle proibizioni (non bere, non fumare, non uscire…) è un gioco da ragazzi. Il non dire, il non fare e tutte le negazioni sono il primo segnale di rottura. Iniziano così a comparire lungo il tragitto dell’amore tanti paletti e tante regole su cosa si può e cosa non si può fare. Il recinto dove una volta pascolavate insieme d’amore e d’accordo si trasforma, così, nella corsa ad ostacoli di Ascot e voi da bravi fantini siete costretti ad armarvi di staffe e stivaletti come una qualsiasi Camilla Parker Bowles di provincia. Il punto è un altro: non è detto che valga sempre la pena saltarli questi ostacoli. Le rinunce per amore sono il primo passo che preannuncia la catastrofe. Il modo più veloce per piantare l’ultimo chiodo sulla tomba della propria rottura. Rinunciare ai propri spazi, al proprio tempo libero e alle proprie uscite non arrecherà vantaggi alla coppia, anzi, renderà più forzata la convivenza a due e soffocherà il rapporto in una morsa di doveri.

Le due metà della mela non esistono più

Trascorrere del tempo col proprio lui o la propria lei deve essere un piacere e non un’imposizione. Non si può plasmare il nostro compagno a nostra immagine e somiglianza. Prendersi i propri spazi è la chiave di volta per un rapporto più sereno e vivace e anche se può sembrare paradossale è la strada che porta verso l’emancipazione e l’amore a

cinque stelle. Fare tutto in simbiosi, diventare una cosa sola senza un minimo di interessi individuali, trasforma l’intimità in routine, la routine in noia, la noia in voglia di evadere e l’evasione porta a cercare nuovi stimoli nell’ombra, fuori dalla coppia, senza che il partner lo sappia, in una rete di scuse e bugie. Platone diceva che l’uomo e la donna sono metà diverse della stessa mela. Forse questo era vero per gli Antichi Greci. Oggi, nel 2009, la coppia non è più formata da due metà bensì da due unità. Come voi anche il vostro partner prima di conoscervi aveva una vita. Non si può pretendere né di cancellargliela né di annientarla. Soffocheremo solo lui e di conseguenza la coppia. Lasciare più libertà al partner non è difficile: basta avere un pizzico di umiltà, un po’ di intelligenza e più sicurezza in noi stessi mettendo da parte (per un po’) l’orgoglio e la gelosia. Un fidanzato non è un cagnolino e voi non siete né un padrone con in mano un guinzaglio né una badante: non potete decidere quando portarlo fuori a fare la pipì e quando tenerlo in casa a farvi compagnia. È la regola della tazza da bagno. Se gli uomini non hanno imparato a centrare il water in anni di vita, non sarete certo voi a far cambiare traiettoria alla loro pipì. n

Hello Bocca della verità, mi chiamo A. e ho 17 anni. Leggendo il tuo ultimo articolo mi sono rispecchiata nella vittima che conta i minuti di attesa e quanto tempo trascorre tra l’invio e il ricevi di un messaggio. Lo faccio continuamente nonostante stia con il mio ragazzo da 1 anno e 3 mesi. Sono ko perché sto notando una lieve frattura in quel rapporto che abbiamo creato con molta fatica a causa della distanza (600 km) e del cattivo chiacchiericcio. Qualche giorno fa mi disse: “Per me la ragazza ideale non esiste e quindi bisogna accontentarsi”. Lui è un tipo orgoglioso e ogni volta che discutiamo se non faccio io il primo passo, starebbe anche per svariati giorni senza chiamarmi. Ho provato, come sostieni nella legge fondamentale 2, a farmi desiderare MA NON CI RIESCO. Sento la necessità di sentirlo. Non sono una bellissima ragazza e lui forse per me è “troppo”. Ho bisogno di un aiuto: vorrei farmi desiderare, ricevere più attenzioni, sentirmi veramente importante. Cara A., che significa “forse lui è troppo per me”? Non ti ha insegnato proprio nulla Jennifer Aniston? Anche la ragazza più normale della terra se vuole può impugnare il proprio Brad Pitt! I belli non stanno mica solo coi belli! E poi se lui ti ha scelta significa che con te sta bene. Il problema è un altro: tu non credi in te stessa e il tuo boy in se stesso ci crede fin troppo. Il comportamento del tuo ragazzo è sintomo che il vostro rapporto è in una fase di bonaccia e per uscirne non puoi essere solo tu a remare. Bisogna farlo in due. Devi solo capire se ne vale ancora la pena. Un po’ d’orgoglio e un pizzico di amor proprio sono necessari. Nel campo dei sentimenti non bisogna mai essere dipendenti da una persona e se così è non è necessario farglielo sapere. Smetti di assecondare i suoi capricci. Se lui tornerà indietro e si accorgerà della tua assenza allora ha deciso di rimettersi a remare. Se non lo farà sarà la prova definitiva che è arrivato il momento di portare la tua barca ad ormeggiare su altri lidi… ben più stimolanti. La tua Bocca della Verità BLOGmag 49


come sopravvivere

all’evoluzione

della specie

2. La civiltà di una nazione si misura in base alle proprie norme sociali e giudiziarie. Quale tra questi tre codici è a tuo avviso il migliore?

Secondo un gruppo di ricercatori canadesi e americani, la pressione dell’uomo (in particolare con le pratiche di caccia e pesca) sta indebolendo alcune specie. Tanto da ridurne le dimensioni: alcune specie animali e vegetali si sono ridotte anche del 20%. L’età riproduttiva di molte di queste, poi, è stata anticipata del 25%. Tra gli animali e i vegetali studiati dagli scienziati: il merluzzo bianco, il bighorn (una pecora selvatica diffusa in Asia e Nord America), il caribu, le lumache, l’asinello, il salmone, le farfalle, il ginseng e la sausurrea (un erba coltivata in Asia). BLOGmag 50

a) La costituzione italiana perché garantisce a tutti uguali diritti davanti allo stato non discriminando nemmeno vallette e letterine; anzi, se sei brava a girare la ruota c’è anche caso che diventi Ministro. b) Il Codice di Hammurabi. La Legge del Taglione non ammette errori e non concede seconde chance. Fabrizio Corona e Paris Hilton sono avvisati. c) La Magna Carta inglese. Non c’è nulla di più diplomatico: la regina è rimasta seduta sul trono e i sudditi comandano. Semplice ed elementare. 3. Le grandi svolte sociali sono sempre state accompagnate da storiche rivoluzioni. Dalle suffragette alla Rivoluzione Americana, c’è ancora qualcosa

per cui oggi vale ancora la pena lottare? a) La scuola. Perché sempre più spesso chi non sa si trova ad insegnare… E senza cultura finisce che per superare un esame di stato ci tocca… trovare vie alternative. b) I pantaloni a vita bassa. Perché anche il pelo ha diritto alla sua ora di libertà. c) La famiglia. Perché come dicono all’oratorio: tra single, gay e coppie di fatto finisce che tra qualche anno dovremo celebrare matrimoni anche tra uomini e cavalli.

4. Colombo e la scoperta dell’America, Newton e la mela… sono esempi lampanti che dagli errori spesso possono nascere intuizioni geniali. Hai mai pensato di poter essere stato anche tu un possibile vettore per la scienza moderna? a) Si, quella volta che per “sbaglio” hai scrutato dalla serratura lo spogliatoio delle ragazze/i: hai avuto la prova che non siamo soli nell’universo. b) Quella volta che hai scoperto un preservativo nello zaino di tuo fratello: hai avuto la prova che anche gli essere pluriminorati hanno diritto al loro quarto d’ora di accoppiamento. c) Quella volta che hai visto l’esibizione di Britney agli EMA: hai avuto la prova che la droga fa male. 5. Esistono vari modi per conquistarsi un posto nella storia. Tu cosa faresti? a) Opti per presenziare dalla De Filippi, lo sanno tutti che, oggi, tronista è sinonimo di pedagogo. b) Opti per la strada dello studio, dell’impegno e della dedizione.

c) Monica Lewinsky, Carla Bruni, Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Elisabetta Gregoraci… le battaglie sociali oggi si combattono non in piazza, ma nelle camere da letto (o sotto la scrivania, è uguale). n Salvatore Zeola

PUNTEGGI: 1) A=3; B=1; C=2. 2) A=2; B=1; C=3. 3) A=3; B=2; C=1. 4) A=1; B=2; C=3. 5) A=1; B=3; C=2.

1. Una delle grandi conquiste dell’umanità è stata sicuramente la scoperta del fuoco. In caso di necessità saresti in grado di accenderne uno? a) Ogni Lupetto lo sa, è scritto anche nel Manuale delle Giovani Marmotte ed è presente in qualche puntata di MacGyver: basta munirsi semplicemente di due legnetti secchi e strofinare. b) Hai provato a capirlo guardando l’Isola dei Famosi, ma anche quest’anno sei stato distratto dal fondoschiena di Belen Rodriguez o dagli addominali di Rubicondi. c) Non c’è nulla di più facile: è solo necessario attendere un fulmine improvviso.

Animali mignon

TEST

PROFILI: DA 5 A 9 PUNTI: HOMO HABILIS L’evoluzione della specie resta per te un antico mistero. Per dirla con termini darwiniani: se fossi nato giraffa saresti sicuramente perito nella lotta alla selezione naturale. Fortunatamente sei nato nel terzo millennio e appartieni alla specie umana; razza dove non è detto che a farcela siano sempre i migliori. Solo un consiglio: oltre alla clava e al telecomando c’è di più e per evitare un domani di dover dipendere dalla tua Wilmaaaa ti consigliamo una veloce full immersion nella realtà. DA 10 A 12 PUNTI: HOMO ERECTUS La lotta alla sopravvivenza non ti ha risparmiato colpi bassi, ma tu sei riuscito a schivarli pur riportando qualche ferita. Sei il classico esemplare di razza umana che quando qualcosa non va non sei capace di sistemarla con calma e pazienza: pur di velocizzare il pc premi impazientemente tasti a caso e quando la tv non funziona risolvi il problema con qualche cazzotto. Il tuo fare fa molto Guerra del Golfo (la prima)… è ora di evolvere a nuovi stadi cerebrali. DA 13 A 15 PUNTI: HOMO SAPIENS SAPIENS Sei un perfetto cittadino modello del nuovo millennio. Sai come arrivare alle foglie più alte dell’albero della vita e sai anche scegliere quali mangiare. La civiltà per te non ha segreti e saresti un degno erede darwiniano. Per par condicio (e per il bene dell’umanità) ti consigliamo di trascorrere un po’ più di tempo con i tuoi compagni che nel profilo sono rimasti fermi al primo passo dell’evoluzione: l’Homo Habilis.

C

harles Darwin lo dimostrò attraverso il celebre esempio delle giraffe: in natura solo la specie più evoluta è destinata alla sopravvivenza. Ma (non ce ne vogliano le giraffe darwiniane) sopravvivere in un decennio dove hitech, pc, iPod, Wii e Blackberry sono il pane quotidiano non è esattamente facile come mangiare le foglie degli alberi… Rispondi al test e scopri se l’evoluzione della specie ti ha escluso o no dal cerchio della vita!

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watchmen

Quando la graphic novel si trasforma in kolossal: sono ancora i soliti supereroi ma, vi assicuriamo, questa volta sarà un successo!

U

n’altra graphic novel trasformata in film. Prima di storcere il naso ed accartocciare il giornale, sappiate però che questa è praticamente il “Quarto potere” delle graphic novels, il Sacro Graal dei fumetti, la cui trasposizione al cinema in lavorazione da più di vent’anni ha cambiato moltissimi registi (Terry Gilliam, Darren Aronofsky ,Paul Greengrass, Sam Mendes) e ha passato altrettante iterazioni. Ma andiamo per gradi. L’autore di tale fumetto è Alan Moore, uno dei più grandi narratori contemporanei, e tra le sue opere possiamo ricordare V per Vendetta, From Hell: La vera storia di Jack lo Squartatore e La lega degli uomini straordinari, soltanto per citarne alcuni. Watchmen è quindi una storia di proporzioni epiche insignita dei più prestigiosi premi letterari come l’Hugo Award, raramente assegnato ad un fumetto, ed è entrata più volte nella classifica delle top 100 delle opere letterarie mai pubblicate edita da Time magazine. La volontà di farne un film era ovviamente questione di tempo, ma intanto altri film sono stati ricavati dalle opere di Moore con risultati qualitativamente molto inferiori al lavoro di origine, fatto che ha portato l’autore a disconoscere qualsiasi adattamento dei suoi lavori. Fast foward al presente, quando la Warner fa la mossa di affidare ad un giovane regista, tale Zack Snyder, l’adattamento forse più difficile della storia dei fumetti con un budget vertiginoso. Zack Snyder, di fatto ha solo due film al suo attivo (L’alba dei morti viventi e 300) ma ha anche dimostrato un amore incondizionato per il fumetto, e il successo economico e artistico di 300 gli è valso questo onere e questo onore: girare Watchmen. Dopo tre anni di lavorazione e chilometri di BLOGmag 52

recensione Titolo: Watchmen Regista: Zack Snyder Cast: Jeffrey Dean Morgan, Patrick Wilson, Malin Ackerman, Jackie Genere: thriller VOTO:

cine news

Riassumere la storia di Watchmen sarebbe come scrivere la trama de “I promessi sposi” dentro un Bacio Perugina: ad ogni modo il luogo é New York e l’anno é il 1985. Ma è un mondo parallelo, in cui gli eroi mascherati hanno sempre vissuto e hanno fatto spesso la differenza nella storia, influenzando pesantemente gli equilibri morali e geopolitici del pianeta. In questo mondo, Nixon é ancora presidente e l’America ha vinto la guerra in Vietnam. Anni dopo che una legge rende illegali i vigilantes mascherati

(esatto, “Gli Incredibili” prendono ispirazione da qui), qualcuno ne uccide uno dei più famosi. Rorschach, uno dei più irriducibili e paranoidi di questi giustizieri decide di indagare e scopre un complotto che potrebbe cambiare il corso della storia, scoprendo il ruolo che i suoi vecchi colleghi giocano, volenti o nolenti, in tutto questo. Modi radicalmente diversi di relazionarsi con la realtà messi a spietato confronto in una storia di superbo decostruzionismo sulla figura stessa del supereroe, sui tempi che viviamo e sui sacrifici che siamo disposti a fare o dovremmo fare per migliorare il mondo. Ma cosa significa migliorare il mondo? Epicità allo stato più puro che incontra un cinema di altissima qualità. Questa è una pietra miliare, altamente consigliata la lettura della graphic novel prima del film.

pellicole girate, finalmente l’opera completa ci viene presentata al cinema con un cast di volutamente semi-sconosciuti, anche perché nomi come Tom Cruise e Jude Law da tempo anelavano ad avere parte

nella realizzazione. Il risultato è una delle opere più colossali che si possa concepire, carica ancor più di significato dopo gli attentati dell’11 Settembre. n GD00

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La Pantera Rosa 2

Ponyo sulla Scogliera

Regista: Harold Zwart Genere: Commedia

Regista: Hayao Miyazaki Genere: Animazione

VOTO:

VOTO:

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Il massacro immotivato dell’Ispettore Clouseau da parte di Steve Martin continua e dopo aver fatto pena nel primo film macellando l’accento francese, nel suo ultimo film un caso lo costringe a collaborare con i suoi equivalenti di ogni nazione, cioè ispettori incompetenti che pur essendo politically correct si riducono a patetiche macchiette dei loro paesi d’origine. La presenza di star come John Cleese, Alfred Molina e Andy Garcia non salva questa debacle di film, che prima verrà dimenticata meglio è. Circolare, non c’è nulla da vedere.

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Ennesimo capolavoro firmato con maestria da Miyazaki, che si conferma un faro di artisticità nel panorama odierno. La storia è quella di una bambina pesce battezzata Ponyo, che arriva sulla terra ferma e si innamora del ragazzo che la trova, Sosuke. Una sorta di sguardo nuovo alla fiaba della sirenetta di Andersen dalla quale trae gran parte degli elementi, questo è uno di quei film dolci e profondi che rendono ancora magica l’arte dell’animazione.

CINE Bah, bubbole

Il sempreverde Jim Carrey reciterà nell’adattamento della celebre storia “Il canto di Natale” con alla regia Robert Zemeckis, che realizzerà il tutto con la stessa tecnologia di Polar Express e di Beowulf. I ruoli di Jim? Il vecchio Scrooge e i tre fantasmi del Natale. Più di così!

Il principe di Hollywood

Smentite dallo stesso Will Smith le voci che lo volevano imminente a ricoprire una carica politica, ha dichiarato che essere un attore superstar é “troppo dannatamente divertente”. Il massimo che vorrebbe fare per ora sarebbe interpretare Barack Obama, ma solo nel caso il neo presidente sia d’accordo. Non ce lo vedete già nelle sale un film così?

Di nuovo nella Mancha!

In procinto di ultimare il suo ultimo film, “Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo” il registavisionario Terry Gilliam ha dichiarato che vuole cimentarsi di nuovo in un libero adattamento di Don Chisciotte, nonostante il sonoro fallimento dovuto a incidenti e calamità sul set del suo precedente tentativo. E ora come allora, pare che Johnny Depp sia carichissimo per interpretare Sancho Panza.

BLOGmag 53


TV-DVD

Dirty Sexy Money

ital-parodia difettosa Titolo: Ti Stramo... Regista: P. Insegno, G. Sodaro

Genere: Commedia Durata: 89 min VOTO:

“3MSC = 3 Mazzate Sui Coglioni” è la battuta migliore del film, il che già la dice lunga. E dopo un’accurata selezione, ecco i due momenti più trash. Primo: la voce radiofonica che dovrebbe scimmiottare quella dei manuali d’amore è di un napoletano che se ne va in giro con una tuta di vernice rossa e catene d’oro al collo, tanto perché gli stereotipi non ci piacciono. Secondo: cunnilingus con delfino, dentro una piscina peraltro. In quello che deve essere il tentativo di dare un tono a

tutto ciò, compare Raoul Bova in un’inquietantissima interpretazione del Dr. House (ideona, eh) che se ne va in giro a prendere a bastonate infermiere e pazienti. Capiamo che fare una parodia ben riuscita non sia facile, ma la base di partenza si prestava talmente bene che il fallimento è imperdonabile. Anche perché non basta un pout pourri di difetti di pronuncia e congiuntivi sbagliati per divertire. Nico Scagliarini

Changeling REGISTA: Clint Eastwood GENERE: Thriller, Drammatico VOTO:

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“Se quello è suo figlio mi mangio il righello”, dice la maestra. Perché dopo la misteriosa scomparsa del figlio, la sempre più smagrita Angelina, si vede recapitato un bambino che non è il suo. E quando protesta, prima la zittiscono poi la internano. Eterno ma avvincente, la trama si snoda tra adulti perversi e integerrimi, e bambini traumatizzati trattati come adulti. In ogni caso tragedia vera batte tragedia finta: grazie Clint, finalmente possiamo scordarci quella palla di Million Dollar Baby. BLOGmag 54

*

Pride and Glory REGISTA: Gavin O’Connor GENERE: Drammatico VOTO:

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Due, facciamo tre, attori di un certo spessore per un film decisamente pretenzioso ma al di sotto dei loro standard. A parte per quanto riguarda Colin Farrell: tutti i suoi film più recenti fanno schifo. La solita storia poliziotti buoni vs. poliziotti cattivi è infarcita da feste comandate, malati terminali ed una quantità di malavitosi latinos assolutamente improbabile per New York. Neanche in “The Shield”. Troppa carne al fuoco e troppi minuti per un dramma che non convince neanche un po’.

DOVE: Italia 1, Foxlife GENERE: Comedy drama VOTO:

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Scandaloso, sfacciato, intrigante, Dirty Sexy Money ipnotizza con il mondo sfavillante e sopra le righe di una “tipica” schifosamente ricca famiglia del jet set americano. Le vicende ruotano attorno ai Darling le cui esistenze si intrecciano a quella di Nick, figlio del loro devoto avvocato. Nick cresce nella convinzione che la sua famiglia si sia sfaldata a causa dell’abnegazione del padre per salvare quella dei Darling. E’ proprio con l’omicidio del genitore Dutch, però che le cose cambiano e si apre un’infinita sequenza di misteri, ribaltamenti e doppi giochi incorniciati dalle continue bravate dei Darling che rendono appassionante la serie. Gli stessi misteri e doppi giochi proseguono nella seconda stagione che però perde di smalto. Diventano protagonisti, infatti, in modo sempre più confuso e noioso i giochi di potere tra i Darling e il loro ambiguo rivale Simon Elder. Per dare spazio a questi e all’indagine sulla morte di Dutch il telefilm si fa più pesante e anche gli eccessi dei Darling che nella prima serie erano assurdi quanto divertenti si fanno più seri e sentimentali. Resta però il cast d’eccezione tra Donald Sutherland, William Baldwin e la new entry Lucy Liu. Claudia Mastroroberto


l’amore ai tempi del jet-set Le coppie più famose di Hollywood e dintorni: tra chi tradisce e chi perdona è la solita lotta a chi si fa notare di più

1 solo

A

ppena finito il mese dell’amore, per rasserenare tutti i cuori solitari non c’è nulla di meglio che godersi insuccessi e debacle dei protagonisti dello star system. Cari cuori vagabondi, abbandonate per un momento cleenex, nutella e discografia di Marco Masini; leggete l’articolo e gongolate. BLOGmag 56

L’album solista nella carriera di Victoria Beckham: uscì lo stesso giorno di Fever di Kylie Minogue. La Beckham non incassò nemmeno un terzo rispetto a Kylie.

Quelli che… non l’avresti detto mai!

Conoscete le coppie perfette? Quelle dove non si litiga mai e va sempre tutto bene? Proprio quelle che fanno sembrare il nostro iter sentimentale un cimitero ebraico? E’ solo quando scoppiano che ci si rende conto che, non solo esiste una giustizia divina, ma anche che l’amore è un sentimento che con

lo yogurt non ha in comune solo un alto tasso di acidità ma anche una data di scadenza più o meno prolungata. Succede anche nello showbiz. E’ stato così per Nicole Kidman e Tom Cruise. Il loro matrimonio è durato 9 anni: una vita se si considera la media delle unioni hollywoodiane. I due si erano conosciuti sul set di Giorni di Tuono, si erano innamorati e avevano adottato 2 figli. Nulla sembrava poterli dividere, nemmeno quei 10 centimetri di altezza che separavano Nicole dalla testa di Tom e la costringevano a camminare su sabot ed infradito alle premier di ogni red carpet. Ma nulla è per sempre e quando Nicole scoprì che le gioie di un tacco 12 potevano essere decisamente più appaganti di quelle matrimoniali, liquidò Tom. Lui si consolò con la giovane Katie Holmes (che rimase incinta in tempo record – cosa mai riuscita a Nicole in una decade di passione coniugale). Ma si sa, gli amori passano; un paio di Jimmy Choo è per sempre!

che portavano alle camere da letto della giovane babysitter Rebecca Loos). Che un cervo a primavera è sempre meglio di due cuori è una catapecchia lo sa bene anche Hillary Clinton. Suo marito Bill (allora Presidente) fu messo alla gogna quando vennero resi pubblici i suoi intimi colloqui orali con la stagista Monica Lewinsky. Evidentemente Hillary pensò che se Monica si era inginocchiata a Bill con così tanta veemenza non era necessario che lei facesse altrettanto nei confronti della propria carriera politica. Perdonò il marito conquistando agli occhi del mondo la fama di donna misericordiosa. Monica invece fu licenziata in tronco. Perché si sa: misericordiosa sì, scema no.

Siccome le corna bruciano a quelli del jet-set così come a noi nella vita reale, non è sempre facile ignorare i tradimenti. Ricordate prima il triangolo David-PoshBabysitter? Evidentemente una delle regole del mestiere sembra essere “occhi aperti su amici, nemici e ancora di più… sulla babysitter che ti metti in casa”. Galeotta, anche in questo caso fu una giovane badante. Protagonisti? Jude Law, Sienna Miller e una certa Daisy Wright. Sienna, bella, giovane e in carriera, non riuscì proprio a digerire di essere stata tradita da Jude per qualche ora di ginnastica assieme a una babysitter sciatta e cicciottella. Quando la notizia arrivò sulle prime

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Gli anni di differenza tra Demi Moore e il più giovane Ashton Kutcher.

pagine dei tabloid di mezzo mondo la Miller aveva già chiuso la porta in faccia all’ex boyfriend. D’altronde una trendsetter come lei sa che è un errore imperdonabile sostituire una Balenciaga con una borsa di Zara. Che dire poi di Hugh Grant e Liz Hurley? Quando lui venne arrestato in compagnia della prostituta di colore Divine Brown nemmeno le famigerate creme Estèe Lauder, da Liz tanto amate, riuscirono a coprire le rughe di disgusto dal suo volto. Ah! C’era una volta Mrs Doubtfire… è vero che anche lei come ogni donna nascondeva un lungo segreto, ma almeno da quel punto di vista era innocua!

Quelli che la seconda volta è quella buona (e la terza, e la quarta…)

Quelli che tradiscono (e perdonano)

Ci sono anche coppie che riescono a ricucire ferite apparentemente insanabili. Già, perché anche le corna, come i cappelli di Borsalino, vanno portate a testa alta e schiena dritta, specialmente quando in ballo ci sono milioni e milioni di dollari. Lo sa bene Victoria Posh Beckham. Lei e suo marito David insieme sono un pollaio che cova uova d’oro, da soli diventano un piccolo gallo montato e un’oca magra e spiumata. Così quando la metamorfosi di David da gallo a maialino superò i confini matrimoniali, è bastata una botta di conti a far tornare il sereno sulla fattoria, chiudendo a chiave i recinti circostanti (soprattutto quelli

SHOW

Quelli che tradiscono (ma non perdonano)

7,3

milioni di dollari Il fatturato annuo che Carla Bruni incassava all’apice della sua carriera di modella negli anni Novanta quando era volto (e corpo) di Lacoroix, Dior, Galliano e YSL.

Ci sono poi coppie che all’altare si affezionano. Liz Taylor in questo è stata una pioniera. Dopo aver rincorso Lessie per tanti anni davanti alla macchina da presa, decise che nella vita reale era meglio rincorrere mariti (milionari): ne collezionò ben 8. Solo a quota 2, invece, si è fermata Madonna. Ma il divorzio tra lei e Guy Ritchie è stato lo scandalo dell’anno. Già, perché se l’emozione non ha voce, gli avvocati divorzisti ne hanno da vendere. Così quando Guy diede il benservito alla dispotica mogliettina non si limitò solo a presentare una buona uscita di 87 milioni ma ingaggiò anche il legale dell’ex signora McCartney, >> BLOGmag 57


>> Heater Mills, una che di divorzi

milionari, insomma, se ne intende. Ci sono anche divorzi che dai tribunali portano dritti dritti alle poltrone presidenziali. La First Lady di Francia Carla Bruni in questo è una stacanovista. Ha solcato più letti che passerelle e dopo le rockstar (Eric Clapton, Mick Jagger) e dopo la chiacchierata separazione dall’intellettuale Jean-Paul Enthoven (era rimasta incinta di suo figlio

Raphael Enthoven) ora la nostra musa siede sulla poltrona più alta di Francia pronta a guardare dall’alto in basso le gran dame di carità e le duchesse della buona società. Très chic, quando si dice che la classe non è acqua.

Quelli che… non ho l’età

Ci sono poi gli inconsolabili. Cioè quelli che non si arrendono mai. Ne sa qualcosa Demi Moore, ex signora

Willis, che dopo aver scoperto che le gioie della terza età sono molte, ma quelle della prima sono impareggiabili, ha ben pensato di sostituire il marito Bruce col più giovane e sexy Ashton Kutcher. Anche Hugh Hefner, fondatore di PlayBoy, sembra non considerare del tramonto virile. Complice un conto in banca a tanti zeri e molte pastiglie di viagra ancora oggi può vantare un harem di conigliette pronte ad assecondare ogni sua richiesta. E pazienza se due delle sue tre fidanzate (è poligamo) se ne sono andate perché lui non si decideva a sposarle. Le due suffragette sono state immediatamente sostituite da due gemelle ventenni. Basta un poco di zucchero e la pillola va giù… no?

Quelli che meglio soli che male accompagnati

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I film all’attivo nell’intera carriera cinematografica di Sienna Miller prima del suo fidanzamento con Jude Law.

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I film che Sienna Miller ha girato dopo la rottura della storia con Jude Law. BLOGmag 58

In mezzo a tutto questo via e vai di amati e amanti ha ben pensato di aderire al club dei Meglio solo che mal accompagnati (che suona tanto come “Seria, impegnata, sentimentalmente frustrata e single non per scelta”) Jennifer Aniston. I giornali fanno a gara per cercare di attribuirle ogni mese un nuovo filrt ma lei è stata chiara: dopo la batosta con Brad che le ha preferito il guinzaglio di Angelina, gli unici esseri a cui vuole mettere il collare appartengono alla razza canina. Del resto i segugi sono gli unici bastardi che non ti abbandonano mai (almeno loro)! Da Hollywood è tutto. Alla prossima coppia scoppiata. n

Whon

What’s Hot... Or Not?

Il proiettore R2D2

Piccolo spazio tra l’utile e l’inutile a cura di Lorenzo Bovini

Warcraft: chi videogioca non produce Il famoso videogioco World of Warcraft è stato il punto di svolta dei MMORPG (massive multiplayer online games – Giochi di ruolo di massa online). Il suo successo è stato travolgente tanto che il numero dei suoi giocatori supera gli 11 milioni. Giocando a WoW dovrete sviluppare un personaggio inserito in un epoca divisa da un’interminabile guerra tra l’orda (gli orchi) e l’alleanza (gli umani). Un fondamentale requisito per farlo è il massiccio tempo di gioco anche se, in alcuni casi, si finisce nella dipendenza. Basti pensare che è salito al primo posto nella classifica dei motivi per cui i giovani americani

lasciano il college. Dall’altra parte dell’oceano non ce la passiamo di certo meglio: in Inghilterra un ragazzo non è stato assunto ad un colloquio di lavoro perchè tra gli interessi aveva messo WoW. L’azienda si è giustificata dicendo che chi gioca online dorme poco e ha continuamente la testa da un’altra parte. Si tratta dell’ennesimo caso di chi fa di tutte le erbe un fascio: recenti studi hanno dimostrato che gli MMORPG non nuociono alla vita sociale, anzi migliorano le capacità di leadership e gestione del denaro.

Salvatore Zeola

Il MIO monopoli Di Monopoli, il famoso gioco da tavolo, ci sono le più incredibili versioni: da quello di Spongebob a quello dell’esercito degli Stati Uniti. Ma sono tutte fatte da altri! Con questo kit potrete stamparvi il vostro tabellone di gioco e il vostro denaro (finto ovviamente) personalizzabile in ogni dettaglio direttamente dal vostro PC. Per soli 21,95$. (da http://www.boardgames.com)

A tutti gli amanti di Star Wars questo gadget non potrà che strappare un “oooh” e lo vorranno senza fare domande. Agli altri diremo che è un proiettore compatibile praticamente con ogni formato disponibile, anche se gli ologrammi di Obi-Wan Kenobi non sono ancora disponibili. Disponibile da 1699£; prezzo giustificato dal telecomando a forma di Millennium Falcon. (da www.play.com)

Dobbiamo parlare

Quante volte vi è capitato di passare un po’ di tempo con persone che conoscete poco e, dopo il giro di presentazioni, non sapere come continuare la conversazione? Tadan! Questo gadget risolve il problema! Si tratta di una serie di cartoncini con delle domande che possono portare ovunque (anche a figuracce colossali). Vostro per soli 19.99£. (http://www.iwantoneofthose.com)

Back to the future “Ah, se potessimo tornare indietro nel tempo...” Ma non si può! Come premio di consolazione potrete avere un orologio che gira al contrario. Non fa nulla di speciale se non girare in senso antiorario, ma è già qualcosa. Potrete prendere questa macchina del tempo imperfetta (ma con tanto di scritte al contrario!) per soli 22.99$. (da http://www.thebackwardsclock.com/) BLOGmag 59


sei nazioni meno una La nazionale italiana di rugby alterna sconfitte ad altre sconfitte. E qualcuno sta pensando di escluderla dal torneo

I

ndubbiamente l’importante è partecipare. Ma si arriva ad un certo punto in cui non basta decisamente più. Questo è quello che è successo alla nazionale italiana di rugby. Il Quindici azzurro infatti viveva fino a tre o quattro anni fa del solo onore di prender parte al più antico torneo internazionale, il Five Nations, diventato poi con l’entrata della nostra nazionale, il 6 Nations. L’Italia si è trovata improvvisamente a far parte dell’Olimpo del rugby ed a giocare contro i miti anglosassoni dell’Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles e contro i galletti francesi. Dopo una nutrita collezione di gravi sconfitte e svariati “cucchiai di legno” (trofeo simbolicamente assegnato a chi perde tutte le partite classificandosi ultimo), l’Italia raggiunge sotto la gestione Berbizier il suo periodo relativamente “d’oro”: la prima vittoria fuori casa, ad Edimburgo con la Scozia e poi a Roma contro l’imbattuto Galles. Per il 6 Nations 2008 arriva Nick Mallett, allenatore Sud Africano che lascia tutti di stucco schierando al ruolo di apertura l’estremo Masi: una scelta coraggiosa, non del tutto azzeccata ma orientata a trovare una migliore sistemazione alla linea mediana della nostra squadra. Quell’anno è una vittoria in casa contro la Scozia a salvarci dal legnoso trofeo. L’attualità però non è rosea: dopo due partite – al momento in cui scriviamo dobbiamo ancora affrontare la Scozia – la Nazionale non promette bene: nel primo match contro la peggiore Inghilterra di sempre, anche e sopratutto a causa di un Mauro Bergamasco utilizzato come mediano di mischia,

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l’Italia fa una pessima figura, riuscendo solamente a marcare la cosiddetta meta della bandiera. La delusione è molta ma la speranza è proverbialmente l’ultima a morire e ci si affida quindi ad una riorganizzazione della squadra. Ma è davanti alla verde Irlanda, ospitata allo stadio Flaminio di Roma il 15 Febbraio scorso che si frantumano le ultime speranze italiane: 38 punti con 5 mete confermano, dove necessario, la potenza degli “elfi” di fronte ad una nazionale azzurra disorganizzata, incapace di costruire un gioco, distratta e a tratti anche svogliata. Ogni errore di riciclo del pallone o su una touche viene capitalizzato in meta dagli irlandesi. Dopo il match la stampa di settore, in particolar modo quella britannica si pone la domanda se sia davvero il caso di far restare l’Italia nel torneo. La nostra nazione, pur avendo alcuni dei più bravi giocatori a livello europeo se non mondiale come il Capitan Parisse, è nel 6 Nations solo per non dare il cucchiaio di legno ad un’altra squadra? Se è vero che la competizione stimola la crescita, può questa superare anche la frustrazione di tante e brutte sconfitte?

sport news a cura di Gabriele Gazzano

L’unica risposta la potranno dare i nostri azzurri, in campo il 28 Febbraio contro un’abbordabile Scozia e poi – senza illusioni di vittoria – contro le irraggiungibili nazionali di Galles e Francia. n Tommaso Tani

il capitano

Sergio Parisse è nato il 12 settembre 1983 in Argentina, vicino a Buenos Aires, e lì ha cominciato a giocare a rugby quando aveva solo 5 anni. Le origini italiane della sua famiglia gli permisero di ottenere la cittadinanza e entrare nel giro delle giovanili italiane. Dopo aver giocato nella Benetton Treviso e vinto 2 scudetti e una Coppa Italia si è trasferito a Parigi giocando per lo Stade Français. Dopo aver esordito nel 2002 in Nazionale da John Kirwan, è diventato capitano nel 2008 per volere di Nick Mallet.

SPORT Il nuovo “boss” del basket

Il 7 febbraio 2009 Dino Meneghin è stato eletto presidente della F.I.P. (Federazione Italiana Pallacanestro) dopo alcuni mesi di reggenza come commissario (nominato dal Coni il 30 settembre 2008 in seguito alle dimissioni di Fausto Maifredi). Grande cestista italiano, classe 1950, è stato un esempio di longevità del basket ha giocato in serie A iniziando a 16 anni e giocando l’ultima partita a 44 anni, giocando addirittura contro suo figlio (Andrea Meneghin) in una partita ufficiale di campionato.

Rally inizio stagione 2009

Dal 6 all’8 marzo si correrà il “32° Rally del Ciocco”, evento di grandissimo rilievo nel panorama italiano del rally, nonché prima prova del campionato italiano rally. Vi è molta attesa sui nomi che parteciperanno, come anche per avere novità sulla annunciata non partecipazione dei tre team ufficiali che protestano contro un calendario troppo affollato.

Addio uomo in rosa

Le ultime apparizioni in pubblico di Candido Cannavò erano state per presentare il Giro d’Italia del Centenario, evento per il quale da anni si faceva in quattro; purtroppo un improvviso malore l’ha portato via in poche ore. Direttore della Gazzetta dello Sport per 19 anni ha contribuito a realizzare i più importanti eventi sportivi nazionali. Lo ricorderemo per la sua voce un po’ roca e la sua sempre costante allegria. BLOGmag 61


gamebox

Per i giochi si ringraziano:

Parole Crociate

Il gioco dell’anno

BLOGmag ha deciso di aprire una sfida tra tutti i suoi lettori: grazie a questo mini-cruciverba potreste vincere un iPod Nano rosso da 8 Gb! Partecipare è

horoscope

molto semplice: innanzitutto completate le prime definizioni che trovate qui sotto. Le risposte sono tutte all’interno di questo numero di BLOGmag, basta cercare bene tra le pagine… ed avere un po’ d’ingegno. Come vi accorgerete, però, mancano alcune definizioni: le troverete su www. blogmag.it a partire dalle 19.00 di mercoledì 11 marzo. Una volta risolto il gioco, segnatevi il codice che potete leggere dall’alto in basso alla quarta colonna (quella evidenziata in giallo) e speditelo via mail a: giocone@blogmag. it. Il primo che invierà la risposta corretta vincerà l’iPod Nano rosso griffato BLOGmag! Attenzione: non è una parola di senso compiuto (altrimenti sarebbe stato trooooppo facile!). 1. Il detentore del record di rotazioni in un trick.

2. La percentuale di inglesi che non è favorevole ad un utilizzo frequente delle parolacce. 4. Alimenta una speciale auto Cadillac. 5. La città ideale dell’autore della nostra copertina. 6. Bruciano ai vip… ma anche a noi comuni mortali! 8. Possono finalmente accedere a YouTube dal loro paese. 9.Capone&BungtBangt hanno suonato anche lì.

a cura di Claudio Cannistrà

Le indicazioni fanno riferimento unicamente alla posizione del Sole, che identifica solo il segno zodiacale di appartenenza. Per ricevere informazioni più dettagliate è necessario stendere una carta individuale, che tenga conto delle posizioni di tutti i pianeti. Per studiare astrologia esiste in Italia la Scuola Nazionale CIDA, che ha sede a Bologna, in via della Grada, 4 e che è strutturata secondo il modello universitario (18 esami in tre anni con circa quindici docenti, alcuni provenienti anche dall’estero). Alla fine del percorso si entra nell’Albo Professionale del Cida. Per ricevere informazioni su questi temi, ci si può rivolgere a Claudio Cannistrà – Via Vizzani, 74 – 40138 Bologna. Tel: 051-342445.

ORIZZONTALI 1. La vende il farmacista. 7. Andatura veloce del cavallo. 12. La Nin autrice de “La campana di vetro”. 17. Il grido della naccheraia. 18. Regnarono in Italia. 20. Un dignitario alla corte del negus. 21. Rivestimento per dolci. 22. Una maglietta senza maniche. 25. L’asciugacapelli elettrico. 26. Il comico con la bombetta. 27. Intreccio romanzesco. 28. Altro nome delle nutrie. 30. In testa al muratore. 31. Lo studiano i ladri. 33. Gli attori che osano di più. 34. Tra occhio e occhio. 35. Lo era la biblica Susanna. 36. Pieno di mestizia. 38. Capo all’estremità della Terra del Fuoco. 39. Perfeziona la natura. 40. Il primo della stirpe. 41. Un metallo degli attinidi. 42. Fiumi... in miniatura. 43. Un foglio distribuito. 44. Una donna da legare. 45. Iniziali di Tieri. 46. E’ detto anche wolframio. 48. Mortalmente pallidi. 50. Abitante della capitale egiziana. 52.

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Pappagallo dalle piume multicolori. 53. Lo sono i nativi di Dakar. 56. Costruzioni a volta. 57. Attraversa l’Engadina. 58. Può farla scoppiare una barzelletta. 59. Reverendo in tre lettere. 60. Movimenti che fanno... tremare. 61. Lo Stato con capitale Zagabria. 62. Altezza... musicale. VERTICALI 1. Un caffè pregiato. 2. Il “lei” veneziano. 3. Curano la carie. 4. Anche quello di Suez è stato tagliato. 5. E’ detto anche cobra. 6. Un saluto di Giulio Cesare e Cicerone. 7. Può sostituire sì. 8. Sono uguali in Spagna. 9. Si ricava... dalle stelle. 10. Marco, compianto ciclista italiano. 11. Una sigla a fine lettera. 12. Posson essere arlecchini. 13. Aperture nasali. 14. Azienda Sanitaria Locale. 15. Fenomeno nel quale due composti con stessa formula molecolare hanno diverse proprietà fisiche. 16. Il Crono degli

antichi romani. 19. Resiste agli acidi. 21. Animale dormiglione. 23. Pesci prelibati. 24. Un rifugio nel bosco. 25. Promana dalla vamp. 26. Benedetto filosofo. 28. Locale con le botti. 29. Può provocare sordità. 31. Come i rapporti che non presentano diversità. 32. Irene, nota attrice. 33. Un grande serbatoio. 34. Sanno cogliere... la palla al balzo. 35. Capitale venezuelana. 36. Pascolo alpino. 37. A notevole distanza. 38. Lo frequentano i turisti. 40. Paolo cantautore. 41. Peso da sottrarre. 43. Privi di contenuto. 44. La bella Gale dello spot della Vodafone. 46. Veicolo col trolley. 47. Affermazione di Bush. 48. Quello medio comprende la piccola borghesia. 49. Attrice con fans. 51. L’ora… che è stata fissata per l’attacco. 53. Dopo così vale amen. 54. Nathaniel in breve. 55. Un luogo per riprese cinematografiche. 57. Ira... senza fine. 58. Sigla di Rieti.

ariete Magnifico momento in amore per i nati da marzo al 10 aprile. Energie brillanti per tutti, ma mantenere i piedi per terra è d’obbligo! toro I primi giorni di marzo riservano qualche momento di tensione, ma con l’avanzare della primavera ogni cosa si appiana. Grandi passi avanti per i nati dal 5 al 15 maggio. gemelli La situazione è in netto miglioramento per i nati dal 6 al 11 giugno. Un briciolo di impegno in più e vi è la possibilità di ottenere i risultati sperati. cancro L’umore non è dei migliori, ma l’arrivo della primavera porterà nuovi stimoli e nuove opportunità. Impegnatevi con dedizione ed i risultati non si faranno attendere. leone Giove dal segno opposto dell’Acquario

vi invita a non esagerare. Meglio non mettere in cantiere progetti superiori alle vostre forze e terminare con attenzione quelli in corso. vergine Tutto vi sembra complicato, ma in realtà il confronto con gli ostacoli vi aiuterà a crescere. Molto più favorevole è la situazione dei nati dal 23 al 27 agosto. bilancia La vita vi sorride su tutti i fronti: amicizie, affetti e quant’altro si desidera. Infatti, avete Marte e Giove dalla vostra parte. Approfittatene! scorpione Numerosi passaggi astrali vi riguardano, per cui la situazione non è ancora definita. Fate tesoro delle energie che Marte vi concede dal 15 marzo in avanti. sagittario Venere nel segno amico dell’Ariete, addolcisce l’amore per i nati a

novembre e inizio dicembre. Qualche inquietudine di troppo è presente a fine marzo. capricorno Situazione tutto sommato equilibrata, che risulta molto costruttiva per i nati dal 5 gennaio in avanti, attesi da un forcing scolastico di ottimo esito. acquario Da inizio anno avete Giove nel segno, che vi stimola e vi offre nuove occasioni per migliorare in tutti i settori. Sappiate farne tesoro, senza disperdervi. pesci La stanchezza si fa sentire in un periodo stressante, ma anche ricco di nuove opportunità da gestire. Sempre con slancio i nati in febbraio, grande impegno per la seconda decade. BLOGmag 63


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BLOGmag VIII 67

Il prossimo BLOGmag uscirĂ il 7 aprile! alla prossima!

... SII TE STESSO



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