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Letture su due ruote. Michele Volpi

Rassegna di iniziative, progetti di promozione della lettura e

Promozione della lettura Letture su due ruote

Attrezzata di un carrello capiente per contenere più albi possibile, la LiberBici porta in giro storie da leggere ad alta voce, per bambini e adulti

Non è facile definire a parole cosa sia una LiberBici, per questo in genere mi faccio aiutare dai bambini che incontro durante le mie performance: arrivo pedalando in un parco, in una piazza, in una strada dove di solito sono atteso, o dove non mi aspettano affatto, e le persone inizialmente sono colte da un certo stupore. A questo punto mi fermo, parcheggio la bicicletta e la presento: “Ecco a voi la LiberBici”. Non aggiungo altro, la domanda è spontanea: “Cos’è una LiberBici?”. E qui utilizzo la stessa strategia di quando leggo un libro ai bambini: mai dare risposte! La LiberBici, così come la lettura, serve a stimolare domande, a creare curiosità, ad aprire un canale di comunicazione attiva fra me e il pubblico dei più piccoli. Sono loro a dover trovare le parole. Fa parte del processo che cerco di mettere in moto con il mio lavoro. Mi rendo conto, però, che questa forma dialogica non si attiene a un articolo (d’altronde la utilizzo più che altro all’inizio della performance), perciò prenderò in prestito le parole della mia pagina facebook: “La LiberBici è una libreria a pedali che porta per strade, piazze, parchi e città letture di albi illustrati e narrazioni di storie per le infanzie di tutte le età, alle quali spesso si accompagnano attività di formazione a educatori, insegnanti e genitori sulla promozione della lettura in età precoce”. E già sento che la defnizione è stretta, perché la LiberBici, più che un oggetto o un luogo fsico, è un luogo della mente, una visione che si è andata a comporre in più di dieci anni di attività, defnendosi negli ultimi quattro. La stessa fsionomia della bicicletta-con-carrello si è modifcata più volte, fno a trovare una forma dePer questo, pur occupandomi di teatro di narrazione anche per ragazzi, con la Compagnia Nonsoloteatro di Torino, sotto la direzione artistica di Guido Castiglia, rivolgo principalmente la mia attività di promotore della lettura alla fascia d’età 0-6 e 6-10 anni. Nell’estate del 2017 vengo selezionato per la residenza teatrale Ti racconto a capo da Ippolito Chiarello, attore e performer salentino fondatore del Barbonaggio Teatrale, “un atto simbolico e politico per rimettersi in contatto con la gente e creare nuove platee”. Musica per le mie orecchie, insomma: parto per Corsano, vicino al Capo di Leuca, con un carrello a manico pieghevole e delle casse della frutta; la bicicletta è ancora una vecchia Atala riciclata da uno spettacolo teatrale. Ma

la visione è chiara: la bici con i libri dovrà incontrare un nuovo pubblico, quello che in genere non entra nelle biblioteche e nelle librerie. Mi aiutano, in questo, le mie esperienze precedenti: coordinatore e volontario del circolo LaAV Letture ad alta Voce di Perugia per otto anni, durante i quali leggo in diversi contesti (biblioteche, reparti di pediatria, centri diurni per disabili, Rsa per anziani e ancora piazze, strade, negozi, sale d’attesa), operatore di laboratori di lettura espressiva per bambini e ragazzi con Rinoceronte Teatro, formatore di volontari Nati per Leggere, supervisore di educatori e insegnanti per il progetto Leggere: Forte!, pratica educativa volta

fnitiva a fne 2020. Ma andiamo per gradi. L’idea di una bici-porta-storie era già nella mia testa dal 2016, grazie all’esempio di tre esperienze simili. Ma poiché “copiare è da stupidi, rubare da maestri”, come dice Paolo Rossi citando Molière, avevo bene in mente che questo progetto dovesse essere qualcosa di unico e personale, in cui convogliare tutte le mie esperienze e competenze e attraverso cui veicolare (è proprio il caso di dirlo) la mia visione: leggere ad alta voce come azione educativa e sociale, di democrazia cognitiva, che, incontrando bambini, famiglie e insegnanti anche al di fuori dei luoghi deputati alla cultura e all’educazione, possa avere un impatto sulla società.

materiali di letteratura grigia dal mondo del libro per ragazzi

a introdurre nelle scuole toscane un’ora di lettura quotidiana per contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa. La lettura ad alta voce per me è sempre stata un modo per avviare una comunicazione e una relazione empatica. Dall’estate del 2017 a oggi le tappe sono state molte: dall’esordio al Festival Figuratevi, ai Festival Leggetevi Forte, Il Bicicletterario,

Festival delle Corrispondenze, passando per La città delle Infanzie e le azioni di Barbonaggio Teatrale (da ultimo, aderendo durante la pandemia al Barbonaggio Teatrale Delivery di Chiarello e alle sue Unità Speciali di Continuità Artistica), e ancora il Belluno Kids Festival, solo per citarne alcuni. Nel frattempo la vecchia Atala è stata sostituita da una bicicletta a pedalata assistita, e anche il carrello è cambiato. La storia della creazione del nuovo carrello meriterebbe un capitolo a sé, basti pensare che ci hanno messo mano sette diversi artigiani: fabbri, operai specializzati, falegnami, stampatori, fino ad arrivare all’ultimo intervento dell’illustratrice Eleonora Coletta di Makkuro Design, di cui potete apprezzare parte dell’opera in foto (si tratta di un’unica tavola sviluppata su 5 superfci di carrello!). In una rivista prestigiosa come LiBeR, mi rendo conto, vi aspettereste ora qualche consiglio di lettura. E invece no! Intanto, perché le pagine di LiBeR traboccano già di ottimi consigli. Inoltre, per motivi di spazio: sono centinaia ormai i libri e albi illustrati che compongono la mia bibliografia, secondo il principio della bibliodiversità e, soprattutto, del gusto personale: nel promuovere la lettura, la buona pratica migliore è l’esempio, quindi che esem-

pio darei se leggessi un libro che non mi entusiasma? Come scrivevo all’inizio, il mio è un leggere insieme e non semplicemente per, e un albo illustrato ben realizzato ha così tanti piani di lettura che ogni volta i bambini me ne fanno scoprire di nuovi. E non solo loro, perché il mio vero target sono gli adulti. Per due motivi. Il primo è che l’impatto che posso avere sui bambini con una performance è limitato; perciò, il mio è solo un esempio di attività che poi gli adulti presenti sono invitati a replicare per i propri fgli o allievi. Per questo la mia sensibilità mi porta a leggere per leggere (in modo da associare alla lettura un momento puramente ludico, svincolato da altre attività: laboratori, discussione su tematiche o altro) e a proporre una lettura naturale e relazionale, mai troppo teatralizzata, meno che mai animata. Venendo al secondo motivo, per me è importante sapere che ci siano degli adulti ad ascoltare e che essi siano parte attiva del processo: i bambini hanno un’atten-

Michele Volpi e la LiberBici

zione diversa se sono presenti e partecipativi anche i loro genitori o educatori di riferimento. Inoltre, i libri che leggo sono per tutti, come suggerisce Katherine Rundell nel suo Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio (Rizzoli, 2020) e, soprattutto, il mio amico scrittore Gianluca Caporaso, il cui Manifesto delle Infanzie recita: “Spesso confondiamo bambini e infanzie, perdendo di vista il fatto che gli stupori e la disponibilità alla meraviglia non hanno un’anagrafe. Infanzia è il momento in cui il suono diventa parola e la parola incontro”. Lo stesso nome LiberBici è nato da un processo partecipativo, un sondaggio online che ha ricevuto oltre cento proposte, una più fantasiosa dell’altra. Ma LiberBici aveva qualcosa in più, per quel gioco etimologico tra libro e libero. Perché questa, in defnitiva, è la visione: promuovere la lettura fn dalla prima infanzia signifca accrescere nei bambini quelle competenze cognitive, emotive e relazionali che li renderanno adulti liberi e pensanti, favorendo la formazione di una società più democratica, egualitaria e solidale, nello spirito degli articoli 3 e 4 della nostra Costituzione. Spesso le famiglie che incontro, anche a distanza di un anno, mi avvicinano per rivelarmi come è proseguito il loro rapporto con la lettura. Non basta, perché è più frequente che ciò avvenga con le famiglie in cui leggere era già una pratica difusa, mentre il tentativo è quello di raggiungere tutti. Ma la speranza sta anche in un altro racconto: la mamma di Lisa (e non è l’unica) mi riferisce sempre, quando ci incontriamo, come sua figlia, oltre a trascorrere molte ore alla settimana a leggere insieme ai genitori, legga alle sue bambole, mettendo in scena le “letture della LiberBici”. Non lo dico per autocelebrarmi, ma è questo il dare l’esempio di cui parlavo. E chissà che, oltre a nuovi piccoli lettori, non nascano in questo modo anche nuovi piccoli promotori della lettura.

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