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di Paolo Gheri

Lettura delle opere di Alberto Burri

La redenzione della materia

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di Paolo Gheri

Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) ha voluto collocare nel Palazzo Albizzini della sua città natale le sue opere, in spazi da lui stesso prescelti. Con la fondata convinzione che tra quelle opere e il loro contenitore spaziale ci dovesse essere una coerenza e un equilibrio assoluto, tali da rendere il racconto della sua avventura leggibile e affascinante. Qui di seguito una lettura, una sorta di guida per capire il senso profondo della sua arte.

ACittà di Castello (PG), antica e bella città, nel palazzo Albizzini, sobrio e severo nelle sue linee di contenuta eleganza quattrocentesca, c’è un libro di diciotto capitoli (le sale) e 89 pagine (le opere). Alcuni capitoli hanno solo tre o quattro pagine, altri ne hanno dieci o più, e trattano di argomenti solo apparentemente molto diversi, ma che in realtà tutte parlano di uno stesso argomento: la redenzione della materia.1 Di come, attraverso lo sforzo creativo di un solo artista, Alberto Burri, materie molto diverse, organiche e inorganiche, vili, modeste, scartate e dimenticate, vengono recuperate, manipolate, assemblate, scomposte e ricomposte fino ad ottenere un coerente discorso poetico. Ecco, la coerenza e l’unitarietà, l’eleganza di queste pagine sono esemplari, come lo sono sempre le pagine dei capolavori. Ma procediamo con ordine. Entriamo in questo palazzolibro e cominciamo a leggere le sue pagine, a volte piccole, molto piccole, a volte grandi o molto grandi, ma tutte caratterizzate da grande equilibrio ed eleganza. Non possiamo qui leggerle tutte, ma solo alcune più rappresentative di uno stile singolare, invitandovi a fare da soli o in piccola compagnia questo viaggio straordinario in questo meraviglioso libro. Il libro inizia nel 1948 e termina del 1989, e racconta una lunga e tormentata vicenda creativa: una lotta incessante, titanica, irriducibile, con la materia grezza, insignificante, dura e resistente, per darle una forma significativa, armoniosa, poetica. All’inizio c’è una grande pagina a tutta parete che funge da introduzione: è il Pannello Fiat (fig.1) che riassume un po’ tutti i temi del libro: materie, spazi, tensioni, rapporti tra colori e spazi, dimensioni e geometrie. Una sorta di indice. Ma più che un indice è piuttosto un progetto visionario e profetico di ciò che l’artista aveva in mente, essendo stato realizzato quasi all’inizio della sua carriera, nel 1950, e contiene in una grande sintesi tutta la sua futura poetica. «Non ho mai fatto nulla di nuovo, le mie tematiche, le forme e le materie dei miei periodi e cicli sono già tutte in nuce nei miei primi lavori, con il tempo le ho solo sviluppate», così spiega l’artista secondo una testimonianza diretta.2 Nel primo capitolo (Sala I) ci sono quattro pagine che trattano di catrami e di nero. Leggiamo la prima pagina, Nero 1 (fig. 2) del 1948. È la più piccola di tutte, ma riassume e

1. Pannello Fiat, 1950.

ricapitola, e per certi versi anticipa, un lungo e complesso discorso di materie espressive. Ci mostra una materia densa, scura e lucida, magmatica, corrugata e screpolata, su cui dialogano e galleggiano diverse forme colorate: un piccolo tocco rosso vivo luminoso e una finestrella quadrata di un azzurro profondo e tenerissimo, unici due colori vivi, concetti precisi che rimandano a un mondo primordiale in ebollizione che qui ha trovato un suo quieto equilibrio. È l’inizio di un viaggio pieno di promesse. Saltiamo al capitolo cinque (Sala V), ove sono cinque pagine che trattano di sacchi e di stoffe nere. Sono pagine molto coerenti e omogenee, pur trattando la materia in modi molto variati, una sorta di variazioni sul tema. È qui una pagina sorprendente, grande, orizzontale Tutto Nero, 1956 (fig. 3) che occupa da sola un’intera parete. A prima vista un insieme rilevato e contorto di materia nera e lucida, sono frammenti di stoffe varie e plastiche, verniciati, composti e assemblati in un potente insieme coerente che ci racconta del faticoso lavoro di manipolazione di questi materiali per renderli esteticamente significativi ed espressivi, e ci ricorda potentemente bassorilievi e figure di scultura classica. Soffermiamoci sull’ultima pagina: Sacco 5P del 1953 (fig. 4). La materia trattata è fondamentalmente stoffa, proveniente da oggetti di tipo comune, appunto sacchi per contenere merci di vario tipo, ma qui sono ricomposti in modo tale che possiamo leggere in modo preciso e con grande evidenza la trama della iuta di cui sono composti, una trama che, sfilacciata, strappata, scucita e ricucita, e ricomposta in uno spazio equilibrato e disteso con una scalatura di colori ocra e marroni così sobri, ci racconta l’avventuroso percorso di una materia così vile e modesta per conquistare uno spazio elegante e poetico. Ma vediamo anche che la mano dell’artista è intervenuta direttamente assemblando, scomponendo e ricomponendo con il solo uso delle dita e forse di qualche strumento tagliente. Più avanti, al capitolo sette (Sala VII), quattro pagine ancora di stoffe e sacchi. Nella prima, Two Shirts, 1957 (fig. 5), una grande pagina doppia ci parla ancora di stoffa ma in modo completamente diverso: si riconoscono bene due frammenti di vere camicie bianche, assemblati e distesi in un bianco deserto magmatico, parzialmente crettato, rugoso, impastati con una materia bianca e gessosa, con bordi sporgenti, tipo bassorilievo, un equilibrio perfetto di forme, rilevate e incavate, monocromo che rimanda al rigore geometrico di certe formelle di cattedrali gotiche, reinterpretato in modo sorprendentemente nuovo e moderno. La storia di quest’opera è singolare e ci dice qualcosa del suo autore. Gli fu commissionata da un’azienda americana che produceva camicie, per la sede di Los Angeles. L’artista si fece mandare dalla ditta delle camicie bianche che utilizzò per il quadro, ma ai committenti non piacque e lui fu molto contento di tenere per sé l’opera a cui teneva molto.

2. Nero 1, 1948.

3. Tutto Nero, 1956.

Procedendo incontriamo la plastica, un materiale moderno e industriale per eccellenza, un grande problema per l’inquinamento ai nostri giorni: ma qui l’intervento del fuoco purificatore, con la fiamma ossidrica maneggiata con estrema perizia dall’artista, ha creato una pagina di estrema suggestione Rosso plastica 1964, capitolo dieci (Sala X) (fig.6), un impatto cromatico e plastico di grande espressività, è una materia che “canta”, che grida tutta la sua drammatica bellezza. Quest’opera può contenere lontani riferimenti a corpi vivi, straziati e sanguinolenti; come altre opere possono suggerire territori desolati, sconnessi e lacerati, come alcuni Sacchi parti-

5. Two Shirts, 1957.

4. Sacco 5P, 1953. 6. Rosso Plastica, 1964.

colarmente ruvidi e dimessi hanno fatto dire a qualcuno che richiamano alla mente il saio di San Francesco conservato ad Assisi.3 Ma queste interpretazioni sono sempre state respinte con sdegno da Burri, che non ha mai dato titoli alle sue opere limitandosi a designarle con termini semplici sempre riferiti alle materie o ai colori con cui erano fatte: Sacchi, Plastiche, Ferri, Nero, Rosso, Legno ecc. «Le parole non mi sono d’aiuto – affermava l’Artista – quando provo a parlare della pittura. Questa è un’irriducibile presenza che rifiuta di essere tradotta in qualsiasi altra forma di espressione: una presenza nello stesso tempo imminente e attiva.»4 Ci sono anche pagine con materie organiche, come il legno (Legno, 1959). Qui l’intervento dell’artista si è limitato ad assemblare alcune strisce di legno rettangolari con sfrangiature ai lati corti, ma quello che ci mostra e ci racconta questa pagina è il disegno naturale del legno, con le sue venature, nodi e macchie dovuti al lavorio della materia vivente, esposta e sviscerata nel suo intimo, e sempre ricomposta in un equilibrio geometrico perfetto. Vi sono più avanti anche pagine di ferro (Grande Ferro, 1960). Grandi fogli di lamiera grezza, tagliati e saldati insieme a formare una superficie variegata, omogenea e armonica, con modesti interventi superficiali di colore o di bruciature color ruggine. Ci sono infine molte altre pagine che trattano altre materie come il cellotex, una sorta di tavole di truciolato per l’industria del mobile, che diventano superfici pittoriche per raccontare luci e colori, geometrie e arditi equilibri spaziali per mezzo della stesura uniforme di colori brillanti e della scarnificazione di parte della superfici per renderle porose e opache. La lettura di queste pagine si basa naturalmente sul riconoscimento, sulla memoria e sulla sensibilità, ma soprattutto sulla percezione visiva e tattile che vengono potentemente attivate e ci fanno scoprire nuovi valori espressivi della materia.

Note

1 L’espressione è stata mutuata da Umberto Eco che ne parla a proposito dell’arte di Giorgio Morandi in Morandi. Gli acquerelli, Electa, Milano, 1990, p.27. 2 Cfr. T. Fortuni, Alberto Burri. L’amicizia, prefazione di B. Corà, Maschietto Editore, Firenze, 2016, p. 188. 3 L’affermazione è di Maurizio Calvesi in: Alchimia della materia, Intervista a Maurizio Calvesi in Alberto Burri la mia Umbria, é fuaié 01, Ponte San Giovanni, Perugia, 2005, p. 69. Secondo un’altra testimonianza il paragone con il saio del santo sarebbe stata fatta da Cesare Brandi, cfr. T.Fortuni, Alberto Burri, cit. p. 24. 4 Alberto Burri la mia Umbria, é fuaié 01, cit. p. 38.

Le schede

Ilaria Antonini, Barbara Balduzzi Marco Scalcione ADESSO TI PRENDO Minibombo, Reggio Emilia, 2021 pp. 44, € 13,90 Da 2 anni

Ecco la nuova storia uscita dalle sei mani che ben conosciamo per un altro titolo di successo di Minibombo, Un sasso nella strada. Questa volta gli autori ci portano dentro a un inseguimento al cardiopalma: un giaguaro dallo sguardo decisamente affamato vede una piccola scimmia che, per fortuna, non ci pensa due volte a darsela a gambe! Ma davvero tutto è quello che sembra? Osserviamo, corriamo con loro, tifiamo per preda o predatore e poi… bisognerà aspettare l’ultima pagina per sapere come andrà a finire. E come spesso capita nei sempre riusciti albi di questa casa editrice, il finale lascerà a bocca aperta. Le tavole ad acquerello di Marco Scalcione, spesso monocromatiche con chiari particolari di altri colori, attirano l’attenzione e la curiosità dei più piccini che si divertiranno a esplorare la giungla, attenti ai particolari. La storia di Ilaria Antonini e Barbara Balduzzi è ben strutturata, con poche parole ed efficaci onomatopee. Il racconto di un’avventura con un ritmo incalzante che attrae e invoglierà il bambino a riaprire il libro non appena chiuderà l’ultima pagina. E allora saranno i piccoli che “leggeranno” poi la storia, facilmente mandata a memoria, ai grandi: Un libro che ben si presta per avvicinare alla lettura e al libro, per momenti gioiosi, per coccole tra mamma/papà e bambino.

Clelia Tollot

Jeanne Ashbé MICHI E MEO SCOPRONO IL MONDO. IL MATTINO E LA SERA

Babalibri, Milano, 2021 pp. 18 (x2), € 13,00 Da 2 anni

Con la tenerezza che caratterizzano il tratto di Ashbé tornano il piccolo Michi e il suo pupazzo Meo. Divisi in due volumetti per il risveglio e la preparazione della nanna (ma contestualmente ne vengono pubblicati anche due su pappa e bagnetto) i bambini sono accompagnati attraverso le sole immagini a riconoscere i gesti necessari per affrontare le varie fasi della giornata. Il pupazzo Meo è animato dallo sguardo del piccolo Michi e insieme acquisiscono – non senza qualche inciampo col dentifricio o un po’ di marmellata – l’autonomia per prepararsi. La chiarezza delle illustrazioni e delle espressioni dei personaggi, uniti al piccolo formato e ai bordi arrotondati, fa di questi volumetti un’ottima occasione per introdurre i piccolissimi all’oggetto libro, indicando gli oggetti e inventando piccole storielle e dialoghi.

Nadia Riccio

Ruth Krauss, Marc Simont IL GIORNO FELICE

Camelozampa, Monselice (PD), 2022 pp. 32, €16,00 Da 3 anni

Di questo capolavoro va assolutamente apprezzata la poesia del testo della grandissima Ruth Krauss, tra gli autori di libri per bambini più celebrati di tutti i tempi. Con le eleganti illustrazioni di Marc Simont, apparentemente in bianco e nero, siamo poi intrappolati nel racconto. Con poche parole l'autrice riesce a raccontare perfettamente il momento magico in cui l'inverno cede il passo alla primavera, descrivendo il senso di attesa che accomuna i tantissimi animali protagonisti di questa storia. Scende la neve, molti animali dormono profondamente. Ma gli scoiattoli, le marmotte, gli orsi, le chioccioline si svegliano! Annusano qualcosa nell'aria e iniziano a correre. Cosa ci sarà di nuovo in mezzo alla neve? Inaspettato e significativo il finale.

David Carotenuto

Chris Naylor-Ballesteros ELVIS E OTTO L’amicizia vince!

Terre di mezzo, Milano, 2022 pp. 32, € 15,00 Da 3 anni

È davvero delizioso il nuovo albo, il cui autore è già nella lista d’onore dell’IBBY nella sezione albi illustrati, per il suo Cosa c’è nella tua valigia? (Terre di mezzo, 2019). Anche grazie alla traduzione di Sara Ragusa, il lettore e l’ascoltatore, specialmente se piccoli, sono subito catturati dal racconto e seguono Elvis nei suoi ragionamenti: semplici, ma non per questo meno profondi. Elvis è una piccola volpe molto amica dell’orso Otto, al quale ha fatto a maglia una bella sciarpa fucsia, mentre lei indossa una bella cuffietta azzurra con pompon. Si capisce subito che quegli indumenti giocheranno un ruolo nella storia, ma al momento non si sa come. Elvis confida subito al lettore che il suo amico Otto si sente molto bravo a giocare a nascondino, invece è un disastro! Lo dimostrano i disegni pastello che ritraggono l’orso Otto tra i rami di un albero spoglio o maldestramente celato dietro un masso. Ma Otto dice che avrebbe bisogno di più tempo per nascondersi e Elvis è d’accordo, perché sa che al suo amico piacerebbe tanto vincere. Seguiamo con simpatia le fasi del gioco, i numeri della conta che si snodano fino a cento, sovrapposti a elementi paesaggistici semplici ed efficaci, e seguiamo il filo di lana fucsia che si è impigliato nell’albero, svolgendosi dalla sciarpa di Otto lungo tutto il percorso, fino al suo nascondiglio. Elvis ha trovato subito l’indizio, sta per stanare Otto e vincere ancora, ma si ferma. L’immagine della massa colorata del filo riavvolto e il musetto pensoso di Elvis dicono tutto: «Anche se è bello vincere è ancora più bello

vedere il mio amico contento». Ed ecco l’orso più felice del mondo, quando Elvis gli grida «Mi arrendo!». Ora toccherà a Otto cercarlo, ma Elvis ha una cuffietta di lana azzurra…

Franca De Sio

Korney Čukovskij Lucie Müllerova CROCODILO Trad. di Daniela Almansi

Ylla DUE PICCOLI ORSI Trad. di Carla Ghisalberti

Orecchio Acerbo, Roma, 2021 pp. 40, € 15 cadauno Da 3 anni

Fausta Orecchio (Acerbo) non cessa di stupirci e deliziarci con i suoi albi, stavolta due diversi per provenienza, età anagrafica, autori, linguaggio formale soprattutto, non per soggetti, però. Crocodilo si potrebbe definire (con non molta originalità) una “chicca”: Cǔkowskij (18821969) – oltre che poeta, traduttore, anglista, critico letterario e saggista – è stato autore di storie in versi per bambini con animali protagonisti giocate sul nonsense alla Carroll. Sono versi scintillanti, ora liberi e ora in rima come quelli del «Corrierino», che si avvalgono di una traduzione non meno brillante e creativa di Daniela Almansi, che immaginiamo abbia molto faticato, ma sicuramente si sia anche molto divertita, e che meriterebbe di essere terzo nome in copertina. Paradossalmente (sempre nei dintorni di Carroll siamo), il testo fu scritto nel 1916, ma negli anni Tranta la censura sovietica lo giudicò anticomunista e se lo tolse dai piedi fino al 1981, quando venne “riabilitato”. Quale la colpa? Si narra di una guerra all’ultimo sangue (è un modo di dire) fra l’esercito di animali guidato da Crocodilo per liberare i compagni dello zoo di Leningrado e quello di bambini capitanato da Vania: insomma, ingiustizia e guerra, pace e libertà. Tutta un’altra forma di linguaggio, invece, è quella di Ylla, nome d’arte dell’austriaca Camilla Koffler (1911-1955). Ancora di animali si parla: la storia, molto semplice e delicata, mostra l’avventurosa giornata di due piccoli orsi, fratello e sorella, che muovono i primi passi fuori dalla tana in primavera. L’inizio è quello tipico di una fiaba popolare: la mamma dice ai due di non allontanarsi, inutilmente però, anche se non c’è l’antagonista, il villain, ma il lieto fine sì: Mamma non lo faccio più. La novità è rappresentata, appunto, dal linguaggio, fotografico, con poche righe scritte in basso. Le immagini Ylla danno emozione e stupore, narrano una fiaba animata, visiva, che soddisfano l’obiettivo dell’artista di raccontare il nostro mondo in forma animale e noi di guardarlo e un poco capirlo, forse.

Fernando Rotondo

Veronica Truttero ESPRIMI UN DESIDERIO

Sinnos, Roma, 2021 pp. 44, € 13,00 Dai 3 anni C’era una volta il Lupo… ma è cattivo? Sicuri? Qui ha messo su famiglia ed è il giorno del suo compleanno. Come in ogni festa che si rispetti bisogna soffiare sulle candeline. Lui soffia con tutto il fiato che ha in corpo e pensa al suo desiderio. « Vorrei, vorrei…» i tanti personaggi che ha incontrato nelle fiabe! Due croccanti fratellini, quella bambina con il cappuccetto rosso, i rotondi porcellini… ma li vorrebbe come commensali o pietanze? Resta il mistero. Un albo pieno di aria, particolari da scoprire, personaggi delle fiabe. Le splendide tavole sono state selezionate per la mostra «Eccellenze italiane. La nuova generazione degli illustratori italiani per ragazzi» promossa da Bologna Children’s Book Fair. Un libro ad alta leggibilità che con poche parole coinvolge i piccoli lettori. I bambini si divertiranno a scoprire i personaggi, ad osservare il caos, quasi trascinati anch’essi dentro la tromba d’aria che porta in un vortice fiabe e personaggi e che farà gridare «Tutti al riparo! Si salvi chi può!». E alla fine tutti a cercare di scoprire, nella foto finale scattata da mamma lupo, se… manca qualcuno? Il Lupo ha un’espressione troppo soddisfatta!

Clelia Tollot

Katerina Gorelik

Le indagini di Scerloc e Uozzon IL MISTERO DELL’UOVO PERDUTO

Le indagini di Scerloc e Uozzon IL DENTE MISTERIOSO

La Margherita, Cornaredo, 2022 pp. 40 (cad.), € 12,00 (cad.) Da 5 anni

Vivace, coinvolgente e intelligente è l’arte narrativa di Katerina Gorelik, le cui storie sono pubblicate dai più noti editori in molti paesi. Le sue illustrazioni accurate e fantastiche raccontano tanto quanto le sue parole, dimostrando quanto possa essere efficace possedere entrambi i linguaggi per “catturare” i bambini. Nelle due storie di questa miniserie in giallo i due cani protagonisti, Scerloc e Uozzon, sono impegnati ovviamente a investigare per risolvere casi. Nel mistero dell’uovo perduto Uozzon sta scavando in giardino cercando gli ossi che aveva nascosto. Ma trova un uovo, a chi apparterrà? I due investigatori si recano al pollaio. Un tripudio di galline li accoglie: c’è chi stende il bucato, chi sorseggia il caffè, chi spara un uovo nella stufa e chi sulla testa di Uozzon. Al centro un gallo corrucciato, i pulcini in una culla con i sonaglini, fuori una volpe sbircia da un buco della parete. È solo l’inizio dell’indagine, ma è già un carosello di immagini e “sotto storie” curiose e divertenti che si protrarrà per tutto il libro. La ricerca durerà a lungo, svelando anche sconosciute caratteristiche biologiche di molti animali. Il finale non sarà scontato, ma frutto di una disponibilità all’accoglienza. Con lo stesso spumeggiante stile narrativo (basta per tutte la tavola degli animali che surfeggiano al mare) ne Il dente misterioso i due detective partiranno dal ritrovamento di un pezzo di dentino per scoprire chi ha mangiato la torta di compleanno dell’oca Lella. Sottoposti a indagine, tutti gli animali invitati esporranno le loro caratteristiche in fatto di denti. Parole e illustrazioni allegramente coinvolgenti accompagnano il piccolo lettore verso altre informazioni e curiosità zoologiche. Un finale a sorpresa lancerà la storia verso l’indagine successiva.

Franca De Sio

Fabrizio Tonello, Aurélia Higuet IL LUNGO VIAGGIO DI CIP E TIGRE Carthusia, Milano, 2021 pp. 40, € 15,90 Da 5 anni

Cip e Tigre, due felini molto diversi che, chissà come, si ritrovano a compiere un viaggio insieme. Entrambi sembrano

fuori luogo, in cammino verso una meta che appare più chiara alla tigre, mentre la gattina Cip è carica di malinconia per un passato domestico che le torna in sogno. È un viaggio duro il loro, Tigre è braccata, le distanze sono troppo lunghe, la fame e il freddo li incalzano. A un certo punto la loro strada incrocia quella di tanti profughi e viene interrotta da filo spinato, da muri, da guardie armate… Il tratto rapido, talvolta appena accennato di Higuet, restituisce il dolore e lo sgomento nello sguardo dei tanti profughi che si accalcano ai confini e porta in primo piano l’assurda disumanità insita nell’agire delle guardie di confine, nei muri tirati su per arginare e respingere chi si mette in cammino spinto dalla necessità. Per Cip e Tigre, quando tutto sembra perduto, è un atto inatteso, vero inno alla disobbedienza civile, che arriva a salvarli. Ma che ne sarà di tutti gli altri? Gli autori esprimono un punto di vista chiaro, una condanna inequivocabile alle politiche migratorie degli stati europei. Un albo bello in cui risuonano, in ogni pagina, i valori della solidarietà e della giustizia sociale.

Nadia Riccio

Michal Rusinek, Joanna Rusinek PICCOLE POESIE DI FAMIGLIA Trad. Linda Del Sarto Mimebù, Sesto San Giovanni, 2021 pp. 208, € 15,50 Da 5 anni Un fratello poeta e una sorella illustratrice si cimentano nella ricostruzione dell’albero genealo gico della loro famiglia. Ne vien fuori una serie di versi ritmati, divertenti, di aneddoti buffi e calembour su coloratissime illustrazioni. Un volume carico di ironia, nell’immaginare parenti fantastici nel corso dei secoli, ma anche di tenerezza, là dove si coglie che i riferimenti sono realistici. Il lavoro di traduzione è stato accurato, per restituire la musicalità allegra dei versi. Una bella raccolta, che può essere letta ad alta voce dagli adulti o approcciata da soli. Il volume è accompagnato da alcune interessanti note “per i grandi”, sul lavoro degli autori e delle curatrici.

Nadia Riccio

Serena Ballista BEAVER, COME CASTORO

Illustrazioni di Martina Paderni Settenove, Cagli (PU), 2021 pp. 32, € 14 Da 5 anni

Dopo quella di Virginia Woolf, Serena Ballista e Martina Paderni ci offrono una nuova biografia illustrata di una importante femminista del secolo scorso. Castoro in lingua inglese si dice beaver, parola che ha una certa assonanza con Beauvoir. Così da bambina, quella che sarebbe diventata la celebre filosofa Simone de Beauvoir, si guadagnò il soprannome di Castoro, come lei stessa racconta nel libro Memorie di una ragazza perbene. E pare che la Beauvoir non solo non se la sia mai presa ma che abbia fatto anzi vanto del suo il soprannome che le era stato affibbiato. Il castoro è un animale forte e ostinato, proprio come lo era Simone, un animale impegnato a costruire dighe e a deviare il corso dei fiumi come Simone fu impegnata a “deviare” il corso che il canoni del costume imponevano al comportamento, come il divieto per le ragazze di avere una bicicletta. Quella bicicletta tanto desiderata e regolarmente negata diventa simbolo di una ostinata rivolta, quella che porterà nel corso di un secolo le donne da emarginate e sottomesse a protagoniste e artefici del proprio destino.

Paola Parlato

Alessandro Riccioni Simona Mulazzani IO SONO IL MIO NOME Carthusia, Milano, 2021 pp. 36, € 15,90 Da 5 anni

Chi siamo noi? Quale e quanta forza c’è nel nostro nome? Il protagonista di questa storia intensa, a tratti struggente, è un bambino che, ancor prima di essere ossa e carne è nel suono del suo nome evocato dalla madre. E il suo nome è carico della memoria della sua gente, dei colori della sua terra. Ma poi inizia il viaggio, un viaggio duro, doloroso, nel quale il bambino perde una ad una le lettere del suo nome perché nel travaglio della traversata perde parte della sua identità, dei suoi affetti… finché non raggiunge un approdo, una nuova terra nella quale poter ricucire le lettere del proprio nome come i lembi della propria storia. Se per il piccolo Amin c’è un’occasione, una speranza di futuro, non possiamo, leggendo, non pensare ai tanti bambini perduti nel mare, dei quali non conosceremo mai neppure i nomi. La scrittura di Riccioni è una prosa poetica cui le tavole di Mulazzani, a tutta pagina, con colori caldi e linee avvolgenti fanno da controcanto. Un libro molto bello che fa dell’empatia la chiave per innescare una riflessione oggi più che mai necessaria.

Nadia Riccio Tomi Ungerer ZLOTY Trad. Sara Saorin collana “Le piume” Camelozampa Monselice, 2022 pp. 40, € 16,00 Da 5 anni

Una fiaba contemporanea sovversiva e spiazzante, scritta e illustrata da un gigante della letteratura per bambini, Tomi Ungerer (1931-2019), vincitore dell’Hans Christian Andersen Award e di tanti altri premi. Un vero e proprio classico che Camelozampa torna meritoriamente a far conoscere ai lettori italiani, bambini (e anche adulti). La storia – che ha per protagonista una ragazzina che indossa un casco da motociclista invece di un cappuccetto rosso – si chiama Zloty e cavalca uno scooter. Come nella celeberrima fiaba dei Grimm, attraversa il bosco per andare a trovare la nonna malata e incontra avventurosamente tanti personaggi che attingono all’immaginario fiabesco: Kopek, un gigante molto piccolo e Samowar, un nano molto grande. Che sorpresa: sono tutti e due alti come lei. E poi si imbatte nel lupo, che sembra proprio quello di Cappuccetto Rosso: è ferito e Zloty se lo carica in spalla e lo porta a casa della nonna per curarlo. Ed eccoli tutti e due a letto curati e intrattenuti da Zloty, con l’aiuto del gigante e del nano, come in una famiglia atipica fondata sulla diversità e la cooperazione. Ma ecco l’imprevisto: la disastrosa eruzione del vulcano che semina distruzione e paura. E qui si scatena una gara di creativa solidarietà, nel dare soccorso, rimuovere le macerie, prendersi cura e fare festa, la festa dei lillà, sotto un tendone da circo portato dai giganti. Giganti e nani fanno parte della vita degli altri e lavorano insieme in un centro benessere. I disegni

evocano ambienti e situazioni vintage, mescolando elementi grotteschi, antichi e contemporanei, con umorismo e allegria. Un albo che invita e superare pregiudizi e stereotipi, praticando l’incontro e la solidarietà.

Giuseppe Assandri

Oliver Jeffers NOI SIAMO QUI DRITTE PER VIVERE SUL PIANETA TERRA

2018

COSE DA FARE DRITTE PER IL NOSTRO FUTURO INSIEME

2021 Valentina De Propris

Claudine Galea, Goele Dewanckel TITÙ

Trad. Francesca Lazzarato Orecchio Acerbo, Roma 2021 pp. 56, € 17,00 Da 6 anni

Zoolibri, Reggio Emilia pp. 44, € 16,00 Da 5 anni

Oliver Jeffers, nato in Australia e vissuto in Irlanda del Nord, ora in giro per il mondo con moglie e due bambini piccoli, è un autore e illustratore di culto nel mondo ipercreativo della letteratura per ragazzi. Ha scritto con costanza quasi un libro all’anno, senza perdere mai il suo tratto grafico inconfondibile: figure di bambini e oggetti stilizzati, esili, in precario equilibrio su gambe sottilissime, sempre in cerca di qualcosa: un posto nel mondo, una stella, un aquilone, una risposta a troppe domande. La grande semplicità delle storie narrate è solo apparente: dietro e dentro ad esse sono nascosti significati molto profondi. Il primo libro è un prezioso vademecum per orientarsi nel mondo, illustra le meraviglie dell’universo e della Terra, dai pianeti alle profondità marine, la moltitudine delle persone che abitano il pianeta, arricchendolo con la loro diversità. Nel secondo libro padre e figlia costruiscono una casa, un rifugio speciale in cui custodire tutto l’amore, riposare, giocare, difendersi dai nemici, ma anche accoglierli, sedersi tutti intorno a un tavolo e chiedersi scusa reciprocamente. Nel 2020 è stato realizzato un bellissimo film animato tratto da Noi siamo qui, per celebrare la Giornata della Terra, diretto dal regista Philip Hunt; Jeffers ne è produttore esecutivo, oltre che ideatore.

La storia di Titù è per certi versi struggente: un bambino che non parla mai, indubbiamente speciale, guarda il mondo con occhi attenti ai colori, ai suoni, alla meraviglia della varietà; gli adulti non lo comprendono, faticano ad accettarlo per come è, gli gridano contro ciò che dovrebbe essere e fare, gli vomitano addosso la propria frustrazione che, nello straordinario esperimento grafico, diventa nere nubi di parole dai caratteri cubitali… I pensieri di Titù invece sono slanci poetici espressi in un minuto corsivo. Mentre gli adulti sono via via più grigi, tristi, dai volti contratti in ghigno, Titù continua a inseguire la bellezza delle cose. «Sono fatti di ruggine, i grandi» pensa. E allora sceglie di restare nel proprio mondo, tanto più bello. È un albo complesso, che attraverso una netta contrapposizione grafica mostra due visioni del mondo apparentemente inconciliabili e ci guida a riflettere sulla diversità e la nostra capacità di accoglierla e rispettarla.

Nadia Riccio Kathly Stinson, Marie Lafrance LA SIGNORA DEI LIBRI Trad. Alessandro Perrone Capano Lapis, Roma, 2022 pp. 40, € 14,50 Da 6 anni

Siamo in Germania nell’immediato dopoguerra. Le donne con le scope e le mani cercano di rimuovere le macerie. Tutti hanno fame, c’è la fila dove si distribuiscono zuppe calde, Anneliese trova per terra una buccia d’arancia e la dà al fratellino Peter. I due, attirati dalla gente in un grande edificio, entrano anche loro sperando di trovare cibo, ma ci sono libri, tanti, colorati, belli, in lingua straniera però. Peter cerca Winnie-the-Pooh che gli leggeva papà, ma si accontenterebbe anche dell’elefante Babar. Una signora gentile gli dice che non può prestarglielo, ma lui può tornare ancora quando vuole. A casa trovano la solita zuppa d’orzo. I bambini tornano ancora e la Signora dei Libri, come la chiamano tutti, mostra loro, deliziati, le edizioni purtroppo non ancora in lingua tedesca: la storia di Pippi, una bambina svedese che ha un cavallo e una scimmietta, di Pinocchio, un burattino di legno italiano, di Heidi, piccola svizzera che vive in montagna, del toro Ferdinando che amava i fiori e non gli piaceva combattere. La pace. La Signora dei Libri è esistita veramente – come spiegano sinteticamente alla fine cinque pagine scritte con chiarezza in caratteri molto grandi e leggibili anche da bambini piccoli –, si chiamava Jella Lepman, ebrea fuggita all’avvento di Hitler e tornata per contribuire alla rinascita di una nuova Germania libera e democratica, cominciando dai bambini e dai libri, che chiese in dono a tutti i Paesi del mondo e che espose in una grande mostra che girò le principali città tedesche. Quella che vedono Anneliese e Peter nella bella fanta-vera ricostruzione di Stinson e Lafrance. Poi fondò la Jugendbibliotek, la prima Biblioteca Internazionale per ragazzi del mondo, alla quale si ispirò la Biblioteca internazionale De Amicis di Genova e il Centro studi a cui collaborò attivamente la figlia Anne Marie Mortara Lepman.

Fernando Rotondo

Lodovica Cima VIA DEL SORRISO

Illustrazioni di Giulia Dragone Il Castoro, Milano, 2021 pp. 120, € 13,50 Da 6 anni

In via del sorriso 123 abitano alcuni bambini con le loro famiglie e ancheuna ex maestra e una baby sitter, ma soprattutto c’è Angelo, uno straordinario portiere e il suo cane Poldo. Angelo sembra stare in quella casa da sempre, ne conosce ogni angolo e ogni segreto, è molto affettuoso soprattutto con i piccoli abitanti, che accompagna con paterna dolcezza nella crescita rispondendo alle loro curiosità, guidandoli alla scoperta del mondo intorno a loro. Il libro è diviso in dodici capitoli che corrispondono ai dodici mesi dell’anno; di ciascun mese vengono descritte le caratteristiche, il clima, le festività, le attività più adatte alla stagione, si parla di sport, di vacanze, delle mille cose che caratterizzano la vita quotidiana e i bambini vivono, giocano, crescono curiosi e sereni sotto l’occhio vigile e affettuoso di Angelo. Insomma, quello di via del sorriso 123 è un condominio in cui viene voglia di trasferirsi! Una lettura istruttiva, piacevole e rasserenante per i più piccini e non solo.

Paola Parlato

FUORITESTO AVVENTURE DAL PIANETA BLU

di Giuseppe Assandri

Una storia davvero originale proveniente dall’Islanda parla ai bambini e agli adulti che li accompagnano nella scoperta del mondo, complicato e contraddittorio. Non è un racconto di fantascienza, anche se è ambientato in un lontano pianeta, il pianeta blu. Un pianeta che nessuno conosce, ancora da scoprire. Un pianeta che è abitato solo da bambini, piccoli e grandi, grassi e magri, destinati a non diventare mai adulti. I bambini sono liberi e felici di fare tutto ciò che vogliono e possono giocare tutto il giorno. Il pianeta è selvaggio, non privo di pericoli, ma tutti sono amici e ogni giornata è nuova di zecca. Brimir e Hulda sono grandi amici e trascorrono le giornate tra giochi, risate, avventure e scoperte. Ma…ci vuole qualcosa che metta in moto la storia, un fatto nuovo ed imprevisto. Un giorno atterra sul pianeta un’astronave, con un unico passeggero. Chi sarà? Forse un mostro, un invasore, un nemico? È uno strano uomo che dice di chiamarsi Fracasso Di Spazio, commesso viaggiatore di aspirapolvere spaziali e distributore di biglietti da visita ai bambini, che promette di far avverare tutti i sogni, anche i più sfrenati, e donare la felicità. Che fortuna straordinaria essere stati scelti per poter approfittare di una simile offerta speciale! Ma sarà proprio così? C’è un prezzo da pagare perché l’uomo – che appartiene alla strana specie degli adulti –pretende in cambio dei suoi doni un po’ della giovinezza dei bambini. A poco a poco tutto si trasforma in un incubo e la vicenda si dipana in una sfida e un’avventura tra magia e realtà fatta di egoismo e generosità, capace di toccare le menti dei lettori di ogni età, per la trama, lo stile e gli immaginifici disegni a colori.

Andri Snaer Magnason LA STORIA DEL PIANETA BLU

illustrazioni di Andrea Antinori trad. Maria Cristina Lombardi collana “I Miniborei” Iperborea, Milano, 2022 pp.192, € 13.50 Da 8 anni.

Beverly Cleary CARO MR. HENSHAW illustrazioni di Maria Giròn e Vittoria Della Torre, Trad. Susanna Mattiangeli Il Barbagianni Editore, Roma, 2021 pp.136, € 13.90 Da 9 anni

Beverly Cleary è stata una grande autrice americana (da poco morta all’età di 104 anni), dichiarata “leggenda vivente” dalla Library of Congress, con 85 milioni di copie vendute nel mondo, quasi sconosciuta in Italia. Caro Mr. Henshaw ha vinto la Newbery Medal nel 1984. Si tratta di un originale romanzo epistolare, capace di stabilire una vicinanza emotiva tra il lettore e il giovane protagonista, Leigh Botts, una ragazzo di undici anni che sta attraversando un periodo difficile, dopo il divorzio dei genitori e il trasferimento in una desolata cittadina dove non conosce nessuno. Leigh comincia a scrivere lettere all’autore di un libro che ha molto amato alla scuola elementare. Con lui si stabilisce un rapporto di penna intenso e sorprendente, in cui chi scrive prede sempre più confidenza e consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, manifestando quel si agita nella sua mente: paure, insicurezza, timori ma anche desideri e aspirazioni. E la scoperta che la scrittura può essere un mezzo per crescere, riflettere, coltivare i propri talenti. Nonostante alcune situazioni e ambientazioni siano un po’ datate, il libro mantiene tutta la sua freschezza e capacità di parlare ai preadolescenti di oggi e di toccare le corde delicate e profonde di chi sta per lasciarsi alle spalle l’infanzia. Di Mr. Henshaw non conosciamo le risposte ma ciò non impedisce al lettore di immedesimarsi e rispecchiarsi nel protagonista e voce narrante, che nelle lettere e pagine di diario mescola toni seri e commoventi ad altri ironici e leggeri. I disegni interni in bianco e nero e font ad alta leggibilità ne fanno un libro per tutti, da consigliare e regalare.

Giuseppe Assandri

Bruna Cases, Federica Seneghini

SULLE ALI DELLA SPERANZA

Collana “One shot” Piemme, Milano, 2022 pp. 192, € 14,00 Da 9 anni

È questo il tempo in cui persone capaci e di buona volontà affiancano quelle poche che conservano nei loro ricordi l’esperienza della persecuzione degli ebrei, perché possano ancora essere ascoltate e ammonire contro l’indifferenza. Federica Seneghini, genovese giornalista del «Corriere della Sera», ha affiancato e sostenuto Bruna Cases, che pure ancora si impegna a fare incontri nelle scuole, insieme a suo marito, che ha vissuto la stessa persecuzione. Era intelligente, molto sensibile e ebrea, quella bambina che a nove anni cominciò a vedere quello che di strano e di assurdo stava accadendo. Bruna vede Milano trasformarsi, vive la violenza delle leggi razziali, lo scoppio della guerra, i bombardamenti. Nell’incertezza dell’esistenza, sente il bisogno di scrivere per fermare il ricordo della paura, della fuga, delle lunghe giornate in esilio e infine della consolazione del ritorno. La sua famiglia fu più fortunata della famiglia Segre, alla frontiera svizzera riuscì a passare, ma fu ancora lunga l’attesa: a Stabio, a Bellinzona, a Lugano, prima di tornare a casa. La copia anastatica del suo diario

è riprodotta nel libro. Per i nostri ragazzi, leggere cosa è stato scritto da questa lontana loro coetanea potrebbe essere più illuminante di alcuni libri di storia.

Franca De Sio

Lia Levi DAL PIANTO AL SORRISO

Piemme, Milano, 2021 pp. 80, € 14,00 Da 9 anni

È il regalo della casa editrice per il novantesimo compleanno dell’autrice, la pubblicazione di questa piccola storia ritrovata da Lia Levi nel risvolto della copertina del diario della propria madre. Ma forse è anche il regalo della stessa madre alla scrittrice di adesso, quasi un ringraziamento postumo a quella bambina di allora, che lo aveva scritto in pochi mesi, accuratamente copiato in bella scrittura e donato ai propri genitori nel febbraio del 1945, per l’anniversario del loro matrimonio. Lia Levi racconta che i suoi genitori non furono colpiti dal suo dono e che del “romanzetto” scritto allora non ricordava affatto l’argomento. Di manoscritti ritrovati è piena la letteratura, ma questi pochi fogli saltati fuori per caso dopo più di settanta anni meritano attenzione. Testimoniano la precoce vena letteraria della Levi, la voglia di una adolescente di inventarsi una storia, seppure ambientata nella triste realtà di guerra che aveva vissuto, e il bisogno di scrivere un finale lieto, tutto riassunto nel titolo che premette alla dedica ai genitori. La famiglia ebrea inventata dalla piccola Lia è molto unita, può far conto sull’aiuto di amici e conoscenti che li accolgono e li nascondono. Il padre sarà preso prigioniero, tornerà solo dopo la liberazione di Roma, comparendo alla moglie che prega nel tempio. Marcella è la figlia grande e coraggiosa, Bobi è il fratellino vivace e imprudente. Se la storia è inventata non lo sono i comportamenti e le emozioni descritte, comuni a tante situazioni e a tante persone in quel periodo. Dopo aver raccontato del ritrovamento, la Levi fa seguire alla storia una sua conversazione con l’autrice, la se stessa bambina. Alla fine è riprodotto il manoscritto originale. Il risultato è un singolare intreccio tra letteratura e sentimenti.

Franca De Sio

Raffaele Capperi BRUTTO E CATTIVO

DeA, Milano, 2021 Collana “Le gemme” pp. 208, € 15 Da 9 anni

Libro drammaticamente attuale e fortemente autobiografico. Raffaele Capperi, l’autore, è affetto dalla sindrome di Treacher Collins, una malattia rara che comporta terribili deformità del cranio e del viso. Capperi dichiara «Il mondo è stato cattivo con me. Fin da bambino il mio aspetto ha generato reazioni esagerate e di disprezzo. Ho pianto in silenzio per non pesare sui miei genitori. Sono stato preso in giro da coetanei e adulti. Il bullismo mi ha fatto male, mi sentivo disprezzato. Non sapevo davvero cosa fare per non essere visto. Mi hanno chiamato mostro e alieno, ridendo alle mie spalle. Ma perché tutto questo? Dopo tanti anni di vita passata a nascondermi, ho avuto il coraggio di mostrare il mio viso sui social. Ed è proprio lì che ho ricevuto gli attacchi più terribili. Oggi vorrei riuscire a dire basta al bullismo. Nessuno dovrebbe accanirsi contro chi ha il coraggio di mostrare

FUORITESTO NELLE STORIE IL TEMPO NON SVANISCE

di Paolo Gheri

Isaac B. Singer pubblicò nel 1966 il suo primo libro per ragazzi Zlateh. La Capra e altre storie, una raccolta di sette racconti che uscì in Italia per la Bompiani nel 1970. Il futuro premio Nobel per la letteratura (1978) nella breve introduzione scrive: «I bambini si meravigliano del tempo che passa tanto quanto gli adulti. Che cosa succede a un giorno dopo che è finito? Dove vanno a finire i nostri ieri con le loro gioie e i loro dolori? La letteratura ci aiuta a rievocare il passato e le sue atmosfere. Per il narratore, ieri è ancora qui, come lo sono gli anni e i decenni passati. Nelle storie il tempo non svanisce, e nemmeno gli uomini e gli animali. Per lo scrittore e i suoi lettori tutte le creature vivono per sempre. Ciò che è successo tanto tempo fa è ancora presente. È con questo spirito che ho scritto questi racconti…. Dedico questo libro ai molti bambini che non hanno avuto la possibilità di diventare grandi a causa di stupide guerre e di persecuzioni crudeli». Dopo decenni che il libro non era più in catalogo, ora Adelphi pubblica una nuova edizione molto accurata, rilegata in tela bianca con decorazioni in oro e sovraccoperta a colori, arricchita da numerose splendide illustrazioni del Maurice Sendak. Il libro è ormai un classico e come tale rivela ancora tutta la sua freschezza fatta di semplicità, di umorismo e di nostalgia. I racconti, ambientati quasi tutti a Chelm, in un mondo lontano e fantastico di remoti villaggi di comunità ebraiche della Polonia, terra in cui era nato Singer a Leoncin nel 1903, sono popolati di personaggi indimenticabili, assurdi, divertenti e sciocchi, che vivono a contatto diretto con la natura, con i capricci della natura, con gli animali. Tutti hanno a che vedere con la creazione, con la fede, con la vita e con la morte, con la bontà e la cattiveria, e tutti terminano con un finale di redenzione. Le illustrazioni che accompagnano i racconti sono disegni in bianco e nero delicatissimi e preziosi, e interpretano alla perfezione il contenuto e lo stile delle storie. Un caso esemplare di perfetta corrispondenza tra il testo e le immagini.

Isaac Bashevis Singer Zlateh. La Capra e altre storie

Illustrazioni di Maurice Sendak trad. di Elisabetta Zevi Adelphi, 2021 pp.102, € 18 Da 8 anni

la propria diversità». L’esperienza di Capperi è un’esperienza estrema, la sua “diversità” è vistosa ed estrema ma il dolore, la frustrazione, l’umiliazione che scaturiscono dal continuo sentirsi derisi e rifiutati è identico per ogni vittima di bullismo. Per ogni ragazzo che trova la forza di reagire e di riprendersi la propria vita tanti, troppi continuano a vivere a testa bassa la propria sofferenza, talvolta fino ad epiloghi estremi. Purtroppo, come dimostra l’esperienza dell’autore, l’amplificazione mediatica determinata dai social il più delle volte aumenta solo drammaticamente il dolore e la frustrazione dei ragazzi vittime di bullismo.

Paola Parlato

Nadia Riccio

Cezary Harasimowicz MIRABELLA. LA STORIA RACCONTATA DA UN ALBERO

Illustrazioni di Marta Kurczewska Trad. Laura Rescio Mimebù, Sesto San Giovanni, 2021 pp. 216, € 15,50 Da 9 anni

Questo bellissimo romanzo di Harasimowicz attraversa decenni di storia della Polonia con uno sguardo originale e commovente, quello di una pianta. Le vicende della comunità ebraica di Varsavia, la vita quotidiana di un quartiere, gli amori, le nascite, le tragedie della guerra, la ricostruzione e poi le disillusioni del socialismo reale… tutto viene filtrato dall’osservazione di un albero di susine Mirabelle. In realtà l’autore costruisce un filo narrativo ancora più sottile, poiché l’io narrante passa da una generazione all’altra di alberi che, di madre in figlia, si avvicendano sullo stesso terreno, tramandando la memoria dei luoghi e della comunità. Un seme di Mirabella varca l’oceano, quando una famiglia sceglie di emigrare, un nuovo albero crescerà anche in America e infine una talea ripercorrerà il viaggio al contrario per essere trapiantata a Varsavia. Harasimowicz riesce a narrare le atrocità più crude, senza sconti, mantenendo sempre vivo il seme della speranza, della rinascita, della forza della memoria. È un libro sulla Storia, quella dei libri di scuola, perfetto per avvicinarsi a temi scabrosi; ma è anche un libro sulla capacità di accettare il ciclo dell’esistenza: alla morte segue nuova vita e la memoria può nutrire la nostra realtà, così come fanno i dolci frutti dell’albero di mirabelle.

Jacqueline Van Maarsen LA TUA MIGLIORE AMICA ANNE Trad. Anna Patrucco Becchi San Paolo, Milano, 2022 pp.190, € 16,00 Da 9 anni

Un libro tradotto solo ora in italiano che ci permette di conoscere Anne Frank da un altro punto di vista. Non si tratta dell’ennesimo libro “su” Anne Frank, divenuta sempre di più una figura cristallizzata, quasi un’icona o una sorta di santa e martire della Shoah. Un destino comune a personaggi che, loro malgrado, sono diventati degli eroi, perdendo i tratti più comuni e “umani” e assumendo sempre di più il ruolo di “vittima”. Jacqueline Van Maarsen, ragazza olandese coetanea di Anne Frank ha un padre ebreo e vive da sempre ad Amsterdam. La sua è una famiglia agiata e con i suoi occhi ripercorriamo – a partire dalla festa per il suo sesto compleanno – gli avvenimenti quotidiani che si susseguono. I giochi, le giornate a scuola, i momenti di divertimento e di vacanza. Ma anche la scoperta progressiva di che cosa significa essere “ebreo” (suo padre non è praticante e la madre è francese), le notizie su Hitler e i nazisti e la natura misteriosa di quel che viene chiamato antisemitismo. Anche in Olanda ci sono seguaci di Hitler e con lo scoppio della guerra e l’occupazione nazista tutto cambia rapidamente. E poi c’è l’incontro con Anne e la loro amicizia. Un’amicizia vera e sincera, quella tra Anne e “Jacque”. Anne, che non era una persona facile e accomodante, parla sempre bene di lei e la considera la sua migliore amica, come scrive nel suo album nel marzo del 1942 e nella sua lettera d’addio che Jacque leggerà solo in seguito. La loro quotidiana frequentazione dura sino a quel giorno in cui la famiglia Frank scompare, nascosta nell’“alloggio segreto”, facendo credere di essere fuggita in Svizzera, sino alla deportazione ad Auschwitz. Attraverso il racconto di un’amica fortunata a cui tutto andrà bene, scopriamo due vite intrecciate e parallele. Ed è emozionante leggere il racconto e vedere le fotografie di famiglia, il biglietto di invito a vedere un film a casa Van Maarsen, l’album delle dediche. Sino al finale, in cui, a guerra finita, Jacqueline incontrerà il padre di Anne, unico sopravvissuto, e scoprirà cosa è veramente accaduto alla sua amica. Il diario che il papà ha custodito diverrà il più famoso e letto del mondo. Ma questo libro ci restituisce di Anne un’immagine più intima, autentica e priva di retorica.

Giuseppe Assandri

Liliana Segre SCOLPITELO NEL VOSTRO CUORE

A cura di M. Palumbo, Ill. da P. Valentinis Piemme, Milano, 2021 pp.112, €. 16,50 Da 10 anni

Dove portano le impronte che in seconda, terza di copertina e relativi risguardi a poco a poco si rimpiccoliscono e si allontanano? Suggeriscono un cammino, fatto e da fare. Quello di Liliana Segre: dall’innocenza all’orrore e poi all’impegno, agli incontri con i ragazzi che vivranno e faranno il futuro. Le righe sottili e fitte di Pia Valentinis suggeriscono le nuvole, i chiaroscuri degli abiti, dei grembiuli scolastici. Celesti, fanno da sfondo a piccole foto dai bordi bianchi (Liliana con il papà al mare, con il nonno Pippo, con il marito Alfredo), si arrestano sulla sagoma bianca dell’alunna “diversa”, l’ebrea. Bianche, nere e grigie si fanno le righe, i tratti quasi sospesi e sorpresi a dover citare l’assurdo, l’inaccettabile. La scelta di accompagnare la storia, già uscita nel 2018, con un nuovo progetto grafico è efficace. Conferma che in quest’epoca di predominante linguaggio visuale è necessario usare anche le immagini per provocare empatia. Il titolo risalta in campo bianco a forma di cuore, è scritto in rosso, come il sangue pulsante di un cuore che nutre speranza. È inscritto in un ramificare di arbusti spogli e cilestrini, che richiamano il sereno del cielo e per metà si accendono di giovani fiori colorati. «Questa è una storia che finisce bene», dice spesso la Segre quando racconta. Il suo linguaggio è diretto e sincero, spiega che deve prendere coraggio ogni volta per raccontare l’assurdo. Lo fa anche per non sentire la vergogna «che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista [...] e che la sua volontà [...] non abbia valso a difesa». (P. Levi, La tregua). Finisce bene, questa storia, perché una nonna tenace è qui a insegnare ciò che sempre più in pochi insegnano. Lo fa con esempi attuali. L’indifferenza verso i poveri, i malati e i perdenti è come quella che l’ha colpita nei primi anni delle leggi razziali; gli scafisti di oggi sfruttano i disperati come facevano i contrabbandieri con gli ebrei che volevano fuggire in

Svizzera; è stata una clandestina e ha usato documenti falsi, stava per oltrepassare la rete che la divideva dalla libertà ed è stata respinta, come anche oggi accade a molti. E spiega che i genitori possono essere fragili, possono essere dei perdenti e avere bisogno di essere aiutati dai figli, come suo padre nel carcere di San Vittore. La Segre vuole che sia scolpito nel cuore dei giovani che l’indifferenza è gravissima e complice, che bisogna lottare contro la menzogna, essere sempre vigili e forti, confidare sempre di essere capaci di reagire. Dobbiamo molto a Liliana Segre. Noi tutti italiani siamo riconoscenti per il dono ricevuto. Dobbiamo dirlo a quel padre che, nella cella 202, chiedeva scusa a sua figlia per averla messa al mondo.

Franca De Sio

Igiaba Scego FIGLI DELLO STESSO CIELO

Piemme, Casale Monferrato, 2021 pp. 191, € 14 Da 10 anni

«Colonialismo fa rima con egoismo, nipote. Un po’ come quando vedi un bel dolce nella vetrina di un pasticciere e non hai i soldi per comprarlo. Cominci a desiderare tutto di quella torta. Ma è di qualcun altro, mica te la puoi prendere senza permesso. Eppure questo è ciò che è capitato alle nostre terre in Africa, Asia, America Latina...». Igiaba, la scrittrice e protagonista di questa storia, una notte incontra in sogno suo nonno Omar che non ha mai visto. E suo nonno la conduce in una esplorazione attraverso la storia del suo paese, la Somalia, assoggettata nel secolo scorso dagli italiani. In particolare nonno Omar vuole far conoscere alla sua giovane nipote quanto sia duro vivere senza libertà, senza dignità, senza potersi più sentire un popolo autonomo, in grado di fare le proprie scelte. La dominazione italiana della Somalia, insieme alla lunga avventura fascista è una delle pagine buie della nostra storia. E anche se il colonialismo non esiste quasi più nel mondo ha lasciato un solco profondo e ancora dolente. È importante che i ragazzi conoscano a fondo anche i soprusi e le ingiustizie, gli aspetti più terribili di un regime che consente che un paese sia schiavo e ignorante al solo scopo di poterlo dominare senza doverne rispondere.

Paola Parlato

Michael Morpurgo IL FIGLIO DI GULLIVER

Illustrazioni di M. Foreman Trad. Rullo M. Piemme, Casale Monferrato, 2021 pp. 240, € 14,00 Da 10 anni

Omar ha solo dodici anni, è nato in Afghanistan, un paese che era stato bello e felice ma poi conflitti e tirannie lo hanno devastato per oltre quarant’anni, rendendolo un posto triste e pericoloso, da cui si desidera solo fuggire. E Omar insieme a sua madre lascia la sua casa e la sua terra alla ricerca di un luogo e di un futuro migliore. Ma per chi fugge il cammino è lungo e faticoso. Le intemperie, gli stenti, l’incertezza del domani, gli sciacalli delle disgrazie altrui senza coscienza né pietà rendono la fuga più incerta e dolorosa e Omar è costretto a imbarcarsi da solo, con la speranza che presto sua madre possa raggiungerlo in Inghilterra, dallo zio Said. Omar resta solo con le sue paure e le sue speranze, poi arriva la tempesta e l’orrore del naufragio! Quando per Omar sembra non esserci più speranza le sorti del destino si capovolgono e il ragazzo ne uscirà cresciuto e umanamente arricchito. È una storia dolorosa, uguale a tante storie drammaticamente vere del nostro tempo ed è per questo importante che anche i ragazzi più giovani le conoscano e imparino da queste a riflettere.

FUORITESTO NATA MASCHIO

di Nadia Riccio

Paola Parlato

Il romanzo di Baugstø introduce un tema delicato e complesso, spesso divisivo: l’identità di genere. Un romanzo breve nel quale si parla di amicizia, di adolescenza e della difficoltà di trovare il proprio modo di essere nel mondo. Il punto di vista è quello di una ragazzina cresciuta secondo valori solidi, ma che spesso non si sente all’altezza dei contesti in cui si ritrova. Nella sua vita arriva l’enigmatica Leona, nuova compagna di classe. La vicenda è apparentemente semplice e ruota tutta intorno al “segreto” di Leona, che è nata maschio ma ha iniziato il suo percorso di transizione verso un’identità femminile. La dimensione istituzionale, tutta scandinava, con l’educazione sessuale che fa parte dei programmi scolastici fin dalla primaria, appare lontana anni luce dalla quella nostrana, in cui i diritti LGBTQ e ogni tematica legata al sesso sollevano aspre polemiche nell’opinione pubblica. Proporre questo testo in traduzione italiana è allora ancor più importante, perché offre una visione equilibrata e empatica del tema. L’altro messaggio, altrettanto forte, è l’invito a trovare il coraggio di fare ciò che si ritiene giusto, anche a costo di trovarsi isolati, poiché il più delle volte la ragione dei forti può esser sconfitta da piccoli atti di coraggio: non tutti nasciamo leoni, ma non dobbiamo rinunciare a ruggire di fronte alle ingiustizie.

Line Baugstø DOBBIAMO ESSERE LEONI

Trad. Sara Culeddu Mimebù, Sesto San Giovanni, 2021 pp. 152, € 14,50 Da 11 anni

Anna Romano CORPO UMANO

Illustrazioni di Tambe Collana «Adesso lo so!» Editoriale Scienza, Firenze-Trieste, 2021 pp. 160, € 14,90 Da 10 anni

Com’è fatto il corpo umano? Come funziona? Quali sono i segreti del DNA e dell’ereditarietà? Che succede durante il sonno? Perché si piange, si arrossisce, si ride? Cos’è il body painting? Qual è la storia dei vaccini? Cos’è il giuramento di Ippocrate? Tanti interrogativi e tante risposte scientifiche: la proposta di un’enciclopedia al tempo dei social un’impresa non da poco, di sicuro una sfida. Ricco di informazioni per esplorare il corpo umano, il volume si apre con una panoramica introduttiva sull’evoluzione della vita e dell’uomo. Accanto ad argomenti strettamente di anatomia (struttura delle cellule, tessuti, organi, apparati) sviluppa anche aspetti del corpo in rapporto alla genetica, ai comportamenti, alle emozioni, alla cultura, alla parità di genere, allo stile di vita e all’inquinamento: una visione del corpo “aggiornata”, riferita al quotidiano. A conclusione di ogni capitolo è presente una brevissima, efficace, sintesi in un piccolo box «Adesso lo so!», titolo anche dell’enciclopedia, che il volume inaugura; vi è, inoltre, una finestra con la spiegazione di una “curiosità” legata all’argomento trattato. Chiaro, equilibrato nella struttura, con immagini di immediata decodificazione, spesso accompagnate da didascalie, ha una grafica accattivante, curata, mai invadente ed è corredato di tavole anatomiche e mappe a doppia pagina, di un sommario di facile

consultazione e di un glossario, che approfondisce i termini specifici più complessi. Il linguaggio è adeguato e rigoroso, i termini scientifici sono evidenziati in neretto, così che il lettore ne colga immediatamente la peculiarità.

Lucia Zaramella

Rafael Salmerón L’AQUILONE DI NOAH

trad. Daria Podestà Collana “I Geodi”, Uovonero, Crema 2022 pp. 240 € 15,00 Da 12 anni

Cracovia 1939, i tedeschi hanno invaso la Polonia, inizia anche qui la discriminazione degli ebrei. Noah Buamann è un polacco, ma è anche ebreo e soprattutto è un bambino speciale, diverso dagli altri, chiuso nel suo mutismo e indifferente al mondo. Neppure i medici sanno dire perché: «Magari è questo, magari è quello, le corde vocali atrofizzate…». Sembra che niente riesca a scalfirlo, niente riesca fargli provare un po’ di felicità. Solo un oggetto ci riesce: il suo aquilone che lui sa far volare con maestria nel cielo cupo. La sua è una famiglia disgregata, l’unico a occuparsi di lui è il suo fratello Joel, il gigante dal cuore buono. Quando le persecuzioni divampano, gli ebrei sono confinati nel ghetto e i Baumann dividono una sistemazione di fortuna con degli estranei: gli Hiller, una famiglia allegra, serena. Grazie a loro i due fratelli proveranno il calore e l’affetto di una famiglia. C’è anche un altro uomo dall’animo gentile, un giocattolaio solitario, «medico, chirurgo, rabbino degli aquiloni», che è sul punto di suicidarsi per la disperazione, e viene fermato sull’abisso dalla dolcezza silenziosa di Noah che tiene in mano il suo unico tesoro, l’aquilone.

Nessuno farà ritorno da Auschwitz: solo Noah, magro come un uccellino, senza parole. Suo fratello Joel ha cercato di resistere fino all’ultimo per proteggerlo, ma Noah lo ha visto steso a terra, con gli occhi chiusi. Joel, il gigante buono e amico, la sua famiglia, non si rialzerà piú. Splendida l’immagine di copertina: un bambino con una stella gialla sul braccio che porge un aquilone rosso a un soldato nazista che impugna un fucile.

FUORITESTO IL RAGAZZO AFGANO

di Valentina De Propris

«L a vera distanza fra la gente non c’entra con la geografia. C’entra soltanto con la testa e con il cuore». Le parole della nonna, piene di saggezza, risuonano nella testa di Aziz, un ragazzo afgano in fuga dal suo paese dilaniato dalla guerra e dalla violenza dei talebani, dopo aver perso la madre in un’azione militare americana; la bella Adila, che in afgano vuol dire “giusta”, viene uccisa da una raffica di mitra durante un’azione per catturare i terroristi. «Il nuovo nome di mamma è Danno collaterale », si ripete Aziz, mentre con il padre e lo zio percorre la lunga e pericoloso rotta balcanica, per raggiungere l’Europa e ricominciare a vivere. La sua storia si intreccia con quella di Mattia, un coetaneo italiano che vive i problemi comuni della sua età: una ragazza che non lo nota, di cui è perdutamente innamorato; la scuola, dove si sente soffocare; la famiglia, apparentemente felice, ma che nasconde una verità da cui i genitori vogliono tenerlo lontano. I destini dei due ragazzi si incroceranno in una lunga notte in cui avverrà la svolta decisiva delle loro vite, con un colpo di scena finale ben congegnato. L’autrice alterna le voci dei due personaggi con maestria e sensibilità, spesso usando il linguaggio e la scelta delle parole come un filo per legare le vicende tra loro; in questo si rivela dotata di uno stile poetico e profondo, che arriva al cuore del lettore.

Antonella Sbuelz QUESTA NOTTE NON TORNO

Feltrinelli, Milano, 2021 pp. 256, € 15,00 Da 13 anni

NOVITÀ NOVITÀ NOVITÀ

Novità EDIZIONI CONOSCENZA

Una felice sintesi tra teoria pedagogica e lavoro didattico sul campo, richiamandosi agli studi di Dewey e Freinet e alle ricerche delle pedagogiste Ferreiro e Teberosky, le autrici e l’autore – Beatrice Bramini, Giuliano Franceschini, Lia Martini – spiegano come l’apprendimento della lingua scritta e delle competenze nella lettura siano la condizione primaria della cittadinanza attiva.

Avvicinare i bambini alla meravigliosa scoperta della scrittura e della lettura fin dalla scuola dell’infanzia con metodologie didattiche non autoritarie ma basate sugli interessi spontanei dei bambini. Un percorso affascinante che prende le mosse dai primi scarabocchi per diventare disegno, scrittura e pensiero razionale, quindi sistema di comunicazione e relazione.

Sfogliando queste pagine si svelerà, come in un bellissimo racconto, il processo di crescita dei bambini che avviene senza forzature, ma accompagnandoli a scoprire i loro talenti e le loro inclinazioni. Senza esclusioni e in comunità.

Beatrice Bramini, Giuliano Franceschini, Lia Martini DISEGNI, SCRITTURE, LETTURE Collana “Orientamenti” Interamente illustrato a colori pp. 232, €18.00 Per ordinarlo inviare un e-mail a: commerciae@edizioniconoscenza.it

EDIZIONI CONOSCENZA

Una storia tenera e commovente che non fa sconti nella narrazione e che non nasconde la durezza della tragedia, ma è carica di poesia, e mentre descrive la complessità delle relazioni umane invita a non perdere la speranza neppure nelle situazioni più difficili.

Clelia Tollot

AA.VV. IL LIBRO DELLA FILOSOFIA PER RAGAZZE E RAGAZZI

Trad. Angela Ricci Gallucci, Roma, 2021 pp. 142, € 18,50 Da 12 anni

È molto bello e ben concepito questo libro di introduzione alla filosofia per i più giovani. La struttura del testo, suddiviso in cinque sezioni, è tutta articolata attraverso domande, che vanno dall’esistenza del mondo all’esperienza dei sensi, dalle forme del pensiero alla nozione di soggettività fino ai principi della morale. Ogni questione è affrontata presentando le risposte diverse che sono state date nel corso del tempo, riportando i ragiona-

menti di singoli pensatori, citando aneddoti e esperimenti, coinvolgendo sempre il lettore a riflettere sulla propria esperienza personale. Di molti filosofi sono presenti schede biografiche. La veste grafica è accattivante, molto ricca di immagini. L’impegno degli autori dà vita a testi di estrema chiarezza che non risultano mai banali.

Nadia Riccio

Pepeverde Letture e letterature giovanili

n. 12-2021 ottobre dicembre

Il Pepeverde è la rivista che parla di letture e letteratura per i bambini e i ragazzi, analizza le tendenze del l’editoria in questo campo, segnala le pubblicazioni migliori, conversa con scrittori e illustratori.

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1, comma 1, DCB (Roma) Anno III n. 11/ 2021 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/2/2004 n 46) art.

Pepeverde Letture e letterature giovanili

n. 11-2021 luglio settembre

Pepeverde Letture e letterature giovanili

n. 9-2021 gennaio marzo

Pepeverde Letture e letterature giovanili

n. 9-2021 gennaio aprile

t. 1, comma 1, DCB (Roma) Anno II n. 9/ 2021 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/2/2004 n° 46) ar

Pepeverde Letture e letterature giovanili

n. 7-2020 luglio settembre

t. 1, comma 1, DCB (Roma) Anno II n. 7/ 2020 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/2/2004 n° 46) ar

21-24 March 2022 Bologna, Italy 59th edition Children’s Content Rocks! Join the Party

An event by

Il “Pepeverde” presenta:

CENTO ANNI DI LODI

Il maestro di Vho di Piadena

Martedì, 22 marzo 2022, ore 10,30 - 12,30 – Bologna Fiera del Libro per Ragazzi, Sala “VIVACE” Carla Ida Salviati – A scuola con Mario Lodi

Valentina De Propris – Crearono un passero e lo chiamarono Cipì Coordina Clelia Tollot

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