BONOMI
EDITORE
Dedico questo testo alla mia amica Chiara, lavoratrice e madre, perché c’è sempre stata, come solo le sorelle sanno esserci, anche quando tutto sembrava più oscuro e difficile.
Per la stesura di questo testo, la cui gestazione è durata tre anni, devo ringraziare molte persone per i più svariati motivi. Per l’incoraggiamento, il sostegno, gli stimoli continui e la collaborazione fattiva la mia amica Alessandra Di Pietro che ha scritto la prefazione e il mio compagno Giorgio morbidoni. L’amica milvia Foscoli, per aver scritto la parte sugli asili nido pubblici e privati. Per la pazienza, la disponibiltà al confronto e la letteratura scientifica fornitami con generosità, gli amici pediatri mario Cirulli, collega IBCLC, e Lucio Piermarini che ha anche dato un contributo nel testo rispondendo alle domande sulle integrazioni. Giulia Palombo con il piccolo Stefano, per avermi fatto conoscere la sua esperienza di madre lavoratrice che allatta contribuendo a rendere questo testo vicino ai bisogni reali delle donne. Per le revisione della prima parte in bozza ringrazio Paola Bortolazzo, IBCLC. Per la revisione critica, la rilettura finale ringrazio la mia amica e collega monica Bielli, IBCLC che, ciliegina sulla torta, mi ha offerto ulteriori e interessanti spunti su cui riflettere. Un ringraziamento speciale va a lei anche per l’allegria con cui mi ha sempre sostenuta condividendo con me dubbi e prospettive. Infine sempre grazie ai miei figli maria Chiara, milena, Giovanni e Diletta, che mi hanno fatto sentire che allattare è normale anche in quelle situazioni in cui tutto rema contro e che, nei mesi della stesura, hanno fatto il tifo per me.
Nota In questo testo utilizzeremo la parola bambino o figlio nella sua designazione neutrale, per indicare sia genere femminile che maschile.
© Bonomi Editore sas 2012 via Corridoni, 6/a 27100 Pavia www.bonomieditore.it ISBN 978-88-86631-64-8
INTRODUZIONE
A
llattare è normale, come camminare, respirare, bere. Nessuno finanzia ricerche e usa risorse pubbliche per produrre evidenze scientifiche che dimostrino che camminare è meglio che starsene seduti tutto il giorno o che respirare mantiene in vita mentre smettere nuoce gravemente alla salute. Questi esempi suscitano una risata immediata eppure non succede altrettanto davanti alla mole impressionante di evidenze prodotte per (di)mostrare la bontà dell’allattamento. Il latte materno ha elementi specificatamente specifici e speciali per il cucciolo dell’uomo (ma va’?!) e aiuta la maturazione dell’apparato gastrointestinale del bambino (incredibile!), l’allattamento fa parte del ciclo riproduttivo della donna (davvero?!) e no, no, non ti farà diventare cieca o renderà le tue ossa un colabrodo fino a spezzarle appena sarai in menopausa (se fosse così l’umanità si sarebbe estinta presto!). Se poi tutte queste magnifiche notizie ce le offre il dottore con il camice bianco è anche meglio, insomma, sì dai, ci fidiamo di più! Quante volte abbiamo letto e ascoltato queste cose? Perché ancora le leggiamo avidamente, le commentiamo, le condividiamo, sentiamo il bisogno di averne sempre di più e per ogni aspetto specifico dell’allattamento? Forse perché allattare non è invece considerato così naturale o non lo è più, ci credono in pochi (sanitari compresi) e sempre più pressante è perciò il bisogno di legittimarla come pratica buona e giusta. La cultura è cambiata e, piaccia o no, la possibilità di scegliere il modo di alimentare un neonato ha tolto l’allattamento dal settore delle mansioni indiscutibili della donna relegandolo in quello delle possibilità. Si può scegliere di farlo così come di non farlo e questo è un fatto. Questo libro non intende dissertare il merito delle scelte e non si occuperà di analizzare l’elenco dei benefici e/o vantaggi dell’allattamento, peraltro disponibile ovunque, anche già con una rapida ricerca in rete, poiché INTRODUZIONE
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non è nostra intenzione descriverlo come un prodotto da sponsorizzare. Parleremo invece, e molto, di allattamento: come, dove e perché, in un momento specifico della vita della donna ovvero quando ritorna al lavoro dopo la nascita del figlio. Considerando l’allattamento una pratica normale pensiamo a una società in cui una madre che decide di allattare o di continuare a farlo non debba trovarsi a superare barriere di qualsiasi genere o sentirsi costretta a salire sulle barricate per difendersi o dover dimostrare di essere più brava delle altre ma, soprattutto, non la descriviamo come un animale in via di estinzione e quindi una specie da proteggere come il panda simbolo del WWF. Insomma, immaginiamo una società in cui la madre ha uno spazio il più possibile autonomo per attuare una scelta. Questo libro si rivolge alle madri che vogliono o devono ritornare al lavoro ed è un invito a provare, sperimentare, riflettere sulle possibilità, anche quelle meno conosciute e percorse. vuole essere uno strumento di supporto a tutte quelle madri che rientrano al lavoro anche quando il bambino è piccolo e la sua alimentazione è esclusivamente o prevalentemente costituita da latte materno, entro i dodici mesi di vita. Contemporaneamente si rivolge anche a compagni, mariti, padri perché condividano responsabilità e decisioni. Non ci occuperemo di soluzioni alternative al rientro al lavoro (telelavoro, aspettative non retribuite, abbandono del posto di lavoro) perché l’intento specifico di questo testo è parlare di allattamento accessibile per tutte in ogni condizione lavorativa nella convinzione che praticarlo porti al riconoscimento della maternità come fatto pubblico, sociale di cui anche il mondo del lavoro deve occuparsi concretamente. Lavorare e allattare può essere il primo passo di un’inversione di tendenza nella cultura e nel mondo della produzione che chiede alla donna di essere madre o lavoratrice. Pensiamo quindi anche a tutte quelle donne che lavorano in imprese autonome e che non possono usufruire delle tutele codificate dei congedi parentali. Inviteremo tutte a ricavare un loro spazio, a “forzare” minimamente l’ambiente di lavoro, quando possibile, per renderlo più mother e woman friendly. Per tutti questi motivi, considerando l’allattamento normale, le evidenze scientifiche un dato di fatto, lavoro e salute un diritto, questo testo è un serbatoio di spunti su come conciliare impiego e allattamento, se si desidera.
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CAPITOLO v
mantenere la produzione di latte
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n questo capitolo ci occuperemo nel dettaglio di quello che occorre predisporre prima di rientrare al lavoro per proseguire l’allattamento quindi come mantenere la produzione di latte in assenza del bambino e quali sono gli ausili utili allo scopo.
Fare scorte di latte prima del rientro al lavoro
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Qualsiasi lavoro tu faccia è importante che nei mesi immediatamente successivi al parto possa goderti l’intimità con tuo figlio, fare la reciproca conoscenza e acquisire dei ritmi personali che ti consentano di prendere sempre più consapevolezza delle tue capacità di saper nutrire e accudirlo * In questo testo utilizzeremo indifferentemente la parola “estrarre” oppure “tirare” il latte. In gergo tecnico, l’emissione del latte dalla mammella a seguito di stimolazione meccanica è denominata estrazione ma siccome ci rivolgiamo alle madri e non agli operatori sanitari e indichiamo una pratica che nel gergo comune è indicata come “tirare il latte”, manterremo anche noi questa dicitura più familiare. Il vero nome del tiralatte è mastosuttore ma, anche in questo caso, abbiamo preferito conservare la parola tiralatte perché così è denominato nel linguaggio comune e non abbiamo intenzione di dare un taglio eccessivamente tecnico al capitolo.
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fino ad arrivare al momento del rientro al lavoro con un allattamento ben stabilizzato. Per provvedere alle scorte di latte basta iniziare a occuparsi della sua estrazione un paio di settimane prima del rientro o, se sei particolarmente preoccupata, venti giorni prima circa. Questo periodo ti serve per imparare a gestire la sessione di estrazione e per fare una scorta adeguata di latte utilizzando, se possibile, sia la spremitura manuale del seno che il tiralatte. man mano che acquisirai sempre maggiore abilità puoi alternare i due metodi perché anche l’alternanza aiuta a mantenere alti i livelli di produzione del latte. Durante i primi tentativi è normale che tu riesca a estrarre solo poche gocce, qualunque sia il metodo che utilizzi: la suzione del bambino è molto più efficace di una qualsiasi altra stimolazione sia che si esegua con le mani che con la migliore macchina disponibile sul mercato; inoltre tenere a contatto il proprio bambino e abbracciarlo provoca immediati picchi di ossitocina e di prolattina in modo veloce e naturale. Nelle prime sedute ti potrà capitare di vedere piccoli risultati estraendo un massimo di 10-20 ml ogni volta ma è solo l’inizio e i risultati diventeranno man mano sempre più soddisfacenti.
P Inizia a usare il tiralatte due settimane prima di rientrare al lavoro. P È normale che esca poco latte all’inizio sia che usi la spremitura manuale che il tiralatte. P Ognuno ha le proprie preferenze ed è normale che un sistema possa funzionare meglio di un altro tra persone diverse: tu prova! P I risultati attesi possono arrivare anche dopo un paio di giorni di tentativi: non scoraggiarti!
Per le prime volte che estrai il latte Con quale frequenza? Se inizi con largo anticipo, nei primi giorni ti sarà sufficiente dedicarti all’e72
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strazione una volta al giorno facendo in modo che la seduta sia confortevole, che tu non senta fastidio o dolore e non duri a lungo (massimo 5-8 minuti). La quantità di latte ottenuta non è importante in questo momento. Quando? Un buon momento per dedicarti all’estrazione è la mattina, quando sei più riposata e senti il seno più “pieno”. Spesso viene dato il suggerimento di estrarre il latte immediatamente dopo la poppata nella convinzione che, in questo modo, alla poppata successiva il bambino “trovi il latte” che, altrimenti, sarebbe tolto dal tiralatte o dalla spremitura. Tale raccomandazione non è corretta se lo scopo è fare una scorta di latte perché al termine della poppata il latte scende a goccia a goccia senza zampillare. La madre si scoraggia e crede di non essere in grado di fare scorte di latte se non addirittura, dubita della propria capacità di produrre latte a sufficienza per suo figlio. Invece è normale non ottenere quantità sorprendenti a termine poppata! Per fare scorte di latte bisogna estrarre almeno mezz’ora dopo il termine della poppata perché in questo intervallo avvengono i naturali rialzi dei livelli di prolattina innescati dalla stimolazione della poppata. Queste informazioni di fisiologia ti servono per evitare di convincervi che la spremitura o il tiralatte per te non funzionano: se i risultati non sono quelli che ti aspetti, prima di ogni altra ipotesi presta attenzione alla scelta del momento, poi alla tecnica di spremitura o al funzionamento e al modello di tiralatte scelto, come vedremo più avanti. Se sei tra chi produce latte in sovrabbondanza e al termine della poppata senti ancora il seno pieno, puoi scegliere di estrarre il latte in qualsiasi momento facendo attenzione a non agevolare la sovrapproduzione con estrazioni frequenti. In tal caso puoi estrarre il latte durante la poppata stessa, mentre il bambino è attaccato a una mammella, spremendo manualmente o usando un tiralatte elettrico e per la durata della poppata, senza andare oltre.
Accumulare scorte di latte per quando sarai al lavoro Con quale frequenza? Se stai allattando in modo esclusivo e desideri continuare, la produziomANTENERE
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ne di latte deve poter soddisfare tutto il fabbisogno del bambino anche durante la tua assenza. Idealmente quindi il ritmo delle estrazioni dovrebbe seguire quello delle poppate del bambino ovvero a ogni poppata “mancata” dovrebbe corrispondere un’estrazione; nella realtà questo è quasi impossibile, non solo per l’organizzazione degli orari di lavoro ma anche perché estrarre il latte con le mani o con un ausilio è in ogni caso impegnativo e non gratificante quanto allattare un bambino. Per mantenere una buona produzione estrai ogni tre ore circa. Se il bambino ha già cominciato a prendere cibi solidi, oppure se allatti in modo complementare, puoi arrivare anche a quattro ore, ma non oltre.
Promemoria generale delle estrazioni Il tuo personale schema di organizzazione dovrebbe quanto meno avvicinarsi ai seguenti parametri se sei in allattamento esclusivo mentre può diminuire di una sessione o due se sei in allattamento complementare (ovvero sia che tu faccia l’integrazione che ci sia stata l’introduzione di cibi solidi). P Tre volte in un turno di otto ore di lavoro. P Due volte in un turno di sei ore di lavoro. P Una volta in un turno di quattro ore di lavoro.
Nel conteggio delle pause va compreso anche il tempo necessario per recarsi e tornare dal lavoro. Se, per esempio, per tornare a casa impieghi un’ora oppure se prima di rincasare devi fare commissioni, prima di uscire può esserti utile fare una veloce spremitura, anche di 7-8 minuti. Quando hai poco tempo ricordati che anche brevi sedute di cinque minuti sono comunque meglio che saltarle completamente. Quando? • La mattina un’ora prima del risveglio del bambino.
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• Durante le pause allattamento al lavoro. • Se la tua situazione te lo permette, mezz’ora dopo la poppata offerta e quindi appena sei arrivata al lavoro. • Immediatamente dopo la poppata solo se il bambino non ha rimosso tutto il latte e senti che il seno non si è completamente ammorbidito (può accadere la mattina o dopo i fine settimana a casa con il bambino). • Se hai la necessità di aumentare le scorte di latte puoi fare anche due estrazioni la mattina presto, a distanza di un’ora l’una dall’altra, sfruttando così il momento che segue il riposo notturno e la maggior abbondanza di latte. Questa doppia estrazione è possibile quando usufruisci, ad esempio, dell’ora di permesso allattamento entrando al lavoro un’ora più tardi.
Schema delle estrazioni adattato alla modalità di allattamento e al tipo di orario di lavoro Allatti in modo esclusivo e lavori È l’unica condizione in cui è necessario utilizzare il tiralatte sul posto di lavoro. Part-time: estrai una o due volte nelle pause allattamento. Full-time: estrai almeno tre volte nelle pause allattamento. Se non ti è possibile non pensare che non valga la pena nemmeno attrezzarsi. Fallo almeno una volta durante le pause che ti spettano in modo da mantenere il seno in attività: il resto lo farà tuo figlio quando tornerai a casa. Allatti in modo parziale e lavori In tal caso non è sempre indispensabile l’uso del tiralatte sul posto di lavoro. Part-time: non è necessario estrarre il latte (tranne i primi giorni se il
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seno tende a diventare troppo pieno). Full-time: può esserti utile estrarre almeno una volta in pausa (se hai deciso di accumulare le ore del permesso allattamento per uscire prima, l’estrazione va fatta in pausa caffè o pranzo). In ogni caso, estrai il latte, con spremitura manuale o con tiralatte manuale, quel tanto che basta per alleviare la tensione del seno. Di solito questo è necessario solo nei primi giorni, poi la produzione tende a diminuire in base alla diminuzione della domanda. L’estrazione richiede pochi minuti perché non è finalizzata a fare una scorta di latte ma solo ad ammorbidire il seno. Una stimolazione protratta viceversa rimette in moto tutto il meccanismo di sintesi e produzione di latte.
Fresco o congelato? Il latte estratto di giornata o di pochi giorni e refrigerato è un alimento di maggiore freschezza e vicino alle esigenze di crescita del bambino perché la composizione è specifica per l’età in corso. Inoltre il latte fresco conserva inalterati gli elementi vivi come gli anticorpi. ma se hai scorte in surgelatore e devi usarle comincia sempre con quelle più “vecchie” (basta controllare l’etichetta), ricordando di alternare un pasto con latte fresco a uno di latte scongelato dalle scorte. Se tuo figlio ti chiede una poppata immediatamente dopo che hai tirato il latte per farne scorta? Una frequente preoccupazione di chi estrae il latte per farne una scorta è proprio questa: se il seno è stato “svuotato” dopo l’estrazione, come faccio se il bambino mi chiede di nuovo la poppata? La risposta è semplice: offrigli il seno e ci troverà il latte che chiede! Come sappiamo il seno non è un contenitore ma una centrale di produzione che si attiva nel momento della richiesta; senz’altro, immediatamente dopo una spremitura o il tiralatte, il flusso sarà più lento ma in compenso il latte sarà concentrato per via della maggior presenza di grassi presenti nella parte terminale del latte e quindi tuo figlio si sazierà completamente. Alla 76
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minore quantità di latte ricevuta, a ogni modo, il bambino provvederà eventualmente aumentando la richiesta, alternando le mammelle anche più volte durante la poppata e chiedendo il seno dopo poco tempo per “completare” la poppata e ciò è vantaggioso perché, aumentando la stimolazione, aumenta anche la tua produzione di latte.
Uso del tiralatte Il tiralatte è un ausilio che permette di estrarre il latte dal seno mimando il meccanismo di suzione del bambino. Quando succhia dalla mammella il bambino applica una pressione negativa all’interno della bocca che, a sua volta, provoca il riflesso di emissione del latte. La forza di questo riflesso e quella esercitata dalla pressione del latte che scorre nei dotti fa fuoriuscire il latte e sfama il bambino. Il tiralatte compie la medesima stimolazione dopo che, applicando una coppa di plastica sulla mammella, si avvia un’aspirazione (pressione negativa) al suo interno e un rilascio ciclico; l’alternanza di pressione negativa e rilascio ciclico stimola la fuoriuscita del latte. L’aspirazione può essere innescata o manualmente oppure con un motore elettrico alimentato a batteria o direttamente alla presa elettrica. La maggior parte dei modelli di tiralatte è progettata e costruita per consentire la raccolta del latte materno direttamente dentro il contenitore dove sarà conservato senza bisogno di altri travasi.
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Prefazione Introduzione CAPITOLO 1 IL DIRITTO ALLA PRODUZIONE E ALLA RIPRODUZIONE Scegliere se continuare ad allattare… dare il biberon… lavorare… Obiettivi realistici Qualche mito da sfatare Sei mesi possono bastare, tanto dopo il latte è acqua! Se non smetti non accetterà mai il biberon! Quando sei stanca o stressata il latte perde di sostanza e/o diminuisce Per continuare dovrai dipendere dal tiralatte per tanto tempo, vuoi aggiungere anche questa schiavitù? Sei proprio convinta di voler tornare a lavorare? Io non potrei mai pensare di far crescere i mei figli da qualcun altro! CAPITOLO 2 I TUOI DIRITTI DI LAvORATRICE Il congedo di maternità (ex astensione obbligatoria) I diritti della madre che lavora BOX: Riposi giornalieri: ex “permesso allattamento” Il congedo di paternità I diritti della lavoratrice e del lavoratore in caso di figlio con grave disabilità Part-time Sfruttare la flessibilità CAPITOLO 3 IL TUO POSTO DI LAvORO PUO’ DIvENTARE AmICO DELL’ALLATTAmENTO Perché il posto di lavoro deve diventare amico dell’allattamento
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BOX: Suddividere le pause di allattamento: qualche proposta La “stanza del latte” Qualche strategia per i colleghi di lavoro E se estrai il latte sul posto di lavoro? Inserire il sostegno all’allattamento nell’ambito di un progetto di conciliazione CAPITOLO 4 TORNO AL LAvORO E ALLATTO: COSA C’È DA SAPERE PER PARTIRE CON IL PIEDE GIUSTO Non è mai troppo presto per informarsi BOX: Lista delle conoscenze sull’allattamento per le donne in gravidanza BOX: Definizioni dei tipi di alimentazione del bambino secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità Ogni età ha le sue strategie Tornare al lavoro quando il bambino ha da sei settimane a tre mesi BOX: La prolattina - L’ossitocina Tornare al lavoro quando il bambino ha tre-quattro mesi Rientrare al lavoro dopo sei mesi dal parto Rientrare al lavoro dopo l’anno di vita del bambino CAPITOLO 5 mANTENERE LA PRODUZIONE DI LATTE Fare scorte di latte prima del rientro al lavoro Per le prime volte che estrai il latte Con quale frequenza Quando? Accumulare scorte di latte per quando tornerai al lavoro Con quale frequenza? Quando? BOX: Schema delle estrazioni adattato alla modalità di allattamento e al tipo di orario di lavoro Fresco o congelato? Se tuo figlio chiede una poppata immediatamente dopo che hai tirato il latte per farne una scorta? Uso del tiralatte Le prime caratteristiche di un buon tiralatte BOX: Scambiarsi il tiralatte o acquistarne un modello usato Scegliere il modello di tiralatte Tiralatte manuale 250
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Tiralatte manuale a bulbo di gomma Tiralatte manuale a siringa Tiralatte a pressione manuale a membrana A pistone Tiralatte semi-automatico Tiralatte elettrico Tiralatte elettrico a uso personale BOX: I cicli del tiralatte elettrico a uso personale Il doppio attacco BOX: La coppa del tiralatte è importante! Tiralatte elettrico professionale Il costo del tiralatte e degli ausili per l’allattamento è detraibile nella dichiarazione dei redditi? Usare il tiralatte: l’estrazione del latte passo per passo BOX: Prima di estrarre il latte devo sempre lavare le mammelle? a) Stimola il riflesso di emissione del latte BOX: visualizzazioni e respirazione per rendere facile l’estrazione del latte b) Comincia la sessione di estrazione BOX: Per ottenere più latte durante l’estrazione c) Completa la sessione Quanto dura una sessione di estrazione con il tiralatte? Quanto latte estrarre? Estrarre il latte sul posto di lavoro: strategie BOX: Estrarre il latte mentre prosegui un qualsiasi lavoro La pulizia del tiralatte Quando il tiralatte non funziona Il modello Comfort e confidenza Le aspettative Prepari il seno prima di cominciare? La coppa del tiralatte è adatta alla taglia della tua mammella? Stai utilizzando un tiralatte elettrico di seconda mano? Usi un modello di tiralatte manuale obsoleto? Gli accessori del tiralatte Contenitori per lo stoccaggio BOX: Plastica o vetro? Borsa da trasporto La spremitura manuale e i suoi trucchi a) Preparati!
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BOX: Il massaggio del seno b) Posiziona correttamente le dita c) Avvia la spremitura (metodo Marmet) d) Cambia la posizione delle dita durante la spremitura e) Raccogli il latte durante la spremitura Per quanto tempo spremere? Quando spremere? Cosa usare per raccogliere il latte spremuto? Quando la spremitura manuale non funziona
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CAPITOLO 6 CONSERvARE, CONGELARE, SCONGELARE, SCALDARE E DARE IL LATTE AL BAmBINO Lo stoccaggio del latte materno Quanto latte in ogni contenitore Etichettatura dei contenitori Temperatura e durata di conservazione del latte materno TABELLA: Temperatura e durata di conservazione del latte BOX: Una situazione non frequente: il latte che ha odore (e sapore) cattivo Il colore del latte Scongelare e riscaldare il latte BOX: Il latte materno non deve essere scosso A quale temperatura offrire il latte? Quanto latte offrire al bambino? E se il latte avanza? Ecco cosa puoi farne Usi alternativi del latte materno Strumenti per offrire latte al bambino Il bicchierino o la tazzina La siringa con beccuccio Il biberon BOX: I pericoli del Bisfenolo A Scegliere la tettarella del biberon Provare il flusso della tettarella Dare il latte con il biberon Come Quando Quanto a lungo Se tuo figlio rifiuta il biberon E se proprio non vuole saperne 252
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CAPITOLO 7 INTRODURRE L’INTEGRAZIONE Ridurre la produzione di latte, distanziare le poppate Se non è possibile estrarre il latte sul posto di lavoro: alternative Eliminare le estrazioni con il tiralatte BOX: Possibili problemi durante la fase di svezzamento dal tiralatte E nel fine settimana? Solo poppate al seno! Se la produzione di latte diminuisce? Se il bambino rifiuta il seno Ritmi che cambiano di notte Allattamento a cicli inversi Affrontare l’allattamento notturno BOX: Come organizzare l’angolo della nanna Diminuire la richiesta di latte durante la notte BOX: Cosa c’è da sapere sulle integrazioni con latte artificiale: il pediatra risponde Domande frequenti sull’allattamento “misto” (complementare) Se introduco il latte artificiale, il mio latte andrà via? Posso mischiare latte materno e formula per darli al bambino? Posso ricomporre il latte in polvere usando il mio latte al posto dell’acqua? Fare alimentazione mista ha dei benefici per il bambino? Rischia di preferire il latte artificiale? Da quando prende il biberon ho notato che beve più latte rispetto a quello che avevo programmato di lasciare. Il mio latte sta diventando acqua? Posso tornare indietro nella mia decisione e riprendere ad allattare in modo esclusivo? Preparare un biberon di latte artificiale Evitare la sovralimentazione Interrompere l’allattamento
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CAPITOLO 8 IL FATIDICO PRImO GIORNO DI RIENTRO AL LAvORO Un giorno di prova Rientra nel fine settimana Prepara tutto la sera precedente Rituali di separazione Altri giochi per bambini più piccoli Una giornata tipica Strategie per affrontare le perdite di latte quando sei al lavoro Tu e tuo figlio: stanchezza, gioia, senso di colpa La sera quando ci si rivede
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CAPITOLO 9 DOvE E A CHI LASCIO IL mIO BAmBINO Nonni, papà o baby-sitter? Nonni Quando è il papà a occuparsi del bambino Baby-sitter BOX: Risolvere i problemi, non crearli! Una baby-sitter amica dell’allattamento BOX: Chi si prende cura di tuo figlio è nel cerchio della famiglia Asili nido Asilo nido pubblico e privato a confronto BOX: La mia prima esperienza di conduzione di asilo nido Protocollo per consentire la prosecuzione dell’allattamento ai bambini che frequentano l’asilo nido. L’esempio di Ferrara. Il nido aziendale BOX: Permesso allattamento e nido aziendale: cosa dice la legge Il nido familiare CAPITOLO 10 SITUAZIONI PARTICOLARI Lavori a rischio e allattamento BOX: Allegato A: Elenco dei lavori faticosi, pericolosi e insalubri di cui all’art. 7 (D.Leg.151/01) Il passaggio delle sostanze nocive nel latte BOX: Esposizione a radiazioni ionizzanti e tutela dell’allattamento Se vivo in un luogo a rischio di contaminazione è meglio passare all’alimentazione artificiale? Turni di notte APPENDICE DOmANDE RICORRENTI. OGNI TUO DUBBIO HA UNA RISPOSTA. Tutte (o quasi) le domande delle madri lavoratrici Se faccio allattamento esclusivo a domanda significa che il bambino non ha orari. Ma poi come faccio a regolarlo quando torno al lavoro? Il latte può diminuire? Non estraggo il latte quando sono al lavoro; sono tornata a casa e mio figlio si è attaccato ma si è subito staccato e si è messo a piangere: il latte ha un sapore cattivo? Esiste rischio di contaminazione del latte nel trasporto dal posto di lavoro a casa? Ho bisogno di prendere un paio di caffè per rimanere vigile durante l’orario di lavoro: 254
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farà male al bambino? Posso iniziare una dieta dimagrante o il latte diminuirà? Devo ricominciare ad assumere un farmaco in modo sistematico. Smetto di allattare? Allatto ma sento il bisogno di fumare qualche sigaretta ora che sono rientrata al lavoro. Devo smettere di allattare? Conclusioni in dieci punti BOX: Cos’è l’IBCLC Che cosa trovi in rete
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In Italia ancora oggi la maternità è percepita come fatto privato nonostante nei principi teorici si affermi il contrario. A fronte di una legislazione in materia di tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori tra le più avanzate del mondo, nel nostro paese è drammaticamente alta la percentuale delle donne che smette di lavorare dopo la nascita di un figlio e la maternità è al primo posto tra le cause di tale abbandono. Tra le “sopravvissute” che fine fa l’allattamento? Lavorare e proseguire l’allattamento si può! Basta conoscere alcune fondamentali regole di buonsenso e di organizzazione per gestire la separazione dal neonato, il suo affidamento ad altri familiari e/o all’asilo, la sua nutrizione in assenza della mamma. In questo manuale una consulente professionale in allattamento materno IBCLC risponde in modo semplice e diretto ai tuoi dubbi più frequenti: Posso tornare a lavorare dopo la nascita del bambino e continuare ad allattarlo? Come faccio a tirarmi il latte sul posto di lavoro? Il latte materno può essere conservato? Il biberon è necessario? La legge italiana sostiene in modo concreto la mia scelta di allattare? Hai tra le mani la prima guida pratica che offre alle mamme lavoratrici informazioni e suggerimenti per una gestione serena dell’allattamento senza dover rinunciare al lavoro. 4R5G%VWX3XX3XYYZC3Y[3X
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