Brainstorming Febbraio 2016

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Brainstorming

di marzo a cura del Collettivo Laboratorio 15 brainstormingmagazine.wordpress.com


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Indice

Prego, fornire media e libretto Un albero speciale Illustrazioni di Sara Sun La sottile linea del destino

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Psicopatologia: i mostri della mente

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Bullismo, il risultato della disinformazione

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Rubrica diritti umani: unioni civili Poesie di Francesca Boddi

Pag. 5 Pag. 6 Pag. 8

Pag. 21 Pag.23


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Prego, fornire media e libretto! Viste le delibere dei consigli di febbraio, è cambiato il metodo d'accesso ai Corsi di Laurea Magistrale in Psicologia di Firenze. Si è passati dal test d'ammissione ad una graduatoria che ha come indicatore più influente la media ponderata su un massimo di 120 CFU conseguiti negli insegnamenti M-PSI. Sebbene il test, come è stato finora, fosse comunque un metodo aleatorio, almeno dava una comune base di partenza e la possibilità di essere ripetuto in caso di esito negativo. La media, invece, è un marchio a vita! Non è modificabile; va a minare la conclusione del percorso accademico, riducendo ogni anno la possibilità di entrare a causa dell'età (infatti per regolamento ministeriale a parità di punteggio viene preso il più giovane) Questo metodo verrà applicato già dall' a.a. 2016/2017 andando a ledere tutti gli iscritti che hanno già conseguito degli esami (soprattutto quelli del 2° e 3° anno) Nonostante i nostri rappresentanti del CollettivoLaboratorio15 abbiano riportato questi temi nei consigli, la nostra voce non è stata ascoltata. Vi pare giusto che l'università, costituita da e per gli studenti, non li consideri in modo adeguato? Infine questa modalità ci mette in un clima di rivalità, creando come sappiamo un ambiente sfavorevole all'apprendimento. Ci pone inoltre in un'ottica aziendale di produttività e competitività dimenticando che l'Università è in primis luogo di cultura, contatto e crescita.


Un albero speciale

5 Di Elle

Venendo da fuori Firenze mi capita tutti i giorni di passare dalla stazione di Santa Maria Novella. Nel periodo natalizio nella hall viene collocato un gigantesco albero di Natale pieno di luci e decorazioni. Ma questo albero ha una sua caratteristica che lo differenzia da tutti gli altri: ai rami sono infilzate migliaia di letterine per Babbo Natale. Scritte in molte lingue diverse, nei modi più disparati (c’è persino chi usa i biglietti del treno o gli scontrini!), esse rallegrano l’atmosfera della stazione, frequentata ogni giorno da moltissimi viaggiatori. E’ un vero e proprio fenomeno di costume: vedi serissimi manager con la valigetta fermarsi a leggere qualche parola e allontanarsi con studiata nonchalance, gruppi di studenti di passaggio divertirsi a cercare le richieste più strampalate, nonne che leggono le letterine ai nipotini nel passeggino e persone comuni, semplicemente attirate dalla curiosità. Di letterine, infatti, ce ne sono di tutti i gusti: chi chiede che i treni arrivino in orario, chi chiede la possibilità di incontrare il proprio idolo, chi desidera una karma funzionante e chi vorrebbe trovare qualche CFU sotto l’albero... Accanto a queste richieste ci sono veri e propri appelli: a Babbo Natale si domanda un posto di lavoro, un po’ di salute, il ritorno di un amore, una cura per una malattia quasi sconosciuta, la fine di tutte le guerre... Le letterine diventano quasi preghiere, accorate richieste, testimonianze di desideri tutt’altro che scontati. Cosa ci spinge a scrivere a Babbo Natale a tutte le età? Me lo sono chiesta per tutto il viaggio di ritorno verso casa. La speranza, quella stessa speranza che anima i festeggiamenti per il nuovo anno e che ci fa esprimere un desiderio spengendo le candeline sulla torta di compleanno. E poco importa se, passate le feste, l’albero sarà inscatolato e le letterine andranno perse chissà dove! Il mio augurio per questo 2016 è che non si perda mai la capacità di sperare e la volontà di mettersi in gioco per concretizzare i propri sogni, piccoli o grandi che siano.


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Illustrazioni di Sara Sun


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La sottile linea del destino di Filippo Puddu PARTE I IL CIRCO Una bandiera nera si agita sul grattacielo. Non riesci a distinguere i simboli di cui si fa mostra... non a questa distanza. Sei circondato da persone senza volto. Facce grige e sfuocate. Ti fissano. Cerchi di fuggire dalla loro pressione ma inciampi e crolli carponi. Soffochi. Piangi senza sentire le lacrime. Quando alzi lo sguardo, la folla si è dispersa e una vecchia sta in attesa sopra di te. Nera nelle vesti e nell'aspetto: la pelle del viso è rugosa e cadente e gli occhi sono appannati dalla cataratta. Sorride, mostrando pochi denti marci, e ti tende un braccio: il suo unico braccio. In mano regge una sfera cupa: venti purpurei e turchesi si agitano all'interno e tu ti perdi, naufragando in quel piccolo universo. La sveglia suonò quando Sergio stava già con gli occhi sgranati, fissi al soffitto, da qualche minuto. «Mmmh, amore... la sveglia domenica nooo...» mugugnò Francesca, avvicinandosi sotto le lenzuola e poggiando il viso sul suo petto. «La bambina...» sospirò Sergio, fermando il trillare dell'orologio

sul comodino. Francesca alzò lo sguardo sul marito «Ehi, stai bene? Ti batte il cuore fortissimo...» «Niente... Boh... Un sogno strano» sorrise poco convinto e baciò la moglie sulla fronte «Non è niente, tranquilla. Dai, dai che Eri si sta svegliando.» «Sei sicuro che...» «Mammaaaa» «Vedi? Te lo dicevo...» «Mammaaaa ho fatto la pipììì» «Nooo, di nuovo no!» Mentre Francesca scendeva dal letto, con i lunghi capelli ramati che le ricadevano sul viso, Sergio cercava a tastoni maglietta e pantaloni. «Vado a preparar la colazione...» «E certo, quando c'è da pulire piscio e merda mandate sempre le donne, uomini!» «Sssh, le parole!» esclamò Sergio, a denti stretti. «Medda! No medda no, mammaaa, pipì!» «Udito finissimo tua figlia...» sospirò Francesca, abbandonando le braccia lungo i fianchi e ciondolando verso la camera di Erica. La moka sputacchiò le ultime gocce di caffè,


9 mentre Sergio osservava il latte sul fuoco. Vi immerse la punta del mignolo per tastarne il calore e spense il gas. Lo sguardo ricadde su Peppa Pig che, giocando nel fango con George, colorava la tazza di Erica. Sorrise, pensando al natale passato: quando la piccola aveva scartato il pacco con la scodella, si era messa a correre per tutto il soggiorno urlando di gioia. “A volte i bambini si riesce a farli felici con poco” pensò, “e proprio in quei momenti riempiono il cuore di vita”. «Ragazze, la colazione è pronta!» chiamò. «Arriviamo babbooo» strillò Erica. È la stella quella che brami, o lo specchio della buia caduta? Lo squillo del campanello anticipò le donne di casa. Sergio strisciò i piedi fino al portone dell'ingresso, alzò lo spioncino sussurrando tra sé la frase che immaginava di dover dire a momenti. Un classico della domenica mattina: “Dio non esiste, non ci credo, non mi interessa, ciao”. Ma non furono i testimoni di Geova ad attenderlo sull'uscio. Fuori dalla porta stava un pagliaccio sorridente e vestito di verde, dai ciuffi rossi che ricadevano accesi sulle orecchie e tre palloncini stretti in mano. Sergio si grattò i folti ricci neri, interdetto, poi aprì.«Buonsalve buonsalve caro signore!»

gracchiò il pagliaccio, estraendo da un'ampia tasca quattro biglietti coloratissimi dove clown rincorrevano animali esotici che rincorrevano ginnasti che rincorrevano clown. «Il bel signore e il suo seguito sono invitati al grande spettacolo circense che rallegrerà quest'oggi per l'ultima giornata la vostra città. Buon salve buon salve! Per lei che ha aperto a questo buffo clown l'ingresso è gratuito. Non dimentichi il biglietto! Bucci bucci bum!» Sergio prese i quattro pezzi di carta. Il fiume di parole del clown l'aveva lasciato senza fiato e non fece in tempo a ringraziare che già l'uomo in costume si era avventato sul campanello della casa a fianco. «Buonsalve buonsalve» lo sentì esclamare proprio nel momento in cui si chiuse la porta alle spalle. Erica gli corse incontro e si abbracciò alle sue gambe. Francesca lo raggiunse con un mezzo sorriso. «Ma chi era?» chiese. «Tutti al circo stasera?» disse Sergio, alzando in alto uno dei biglietti di carta «Con questo entriamo gratis!» «Sììì babbo! Sììì cicco, cicco!» «Bucci bucci bum! Bucci bucci bum!» cantava Erica, trotterellando all'uscita del tendone del circo con un grande palloncino viola in mano.


10 Sergio e Francesca le stavano dietro: sorridevano presi per mano. «Allora, Eri, chi ti è piaciuto di più: la tigre ruggente o il pagliaccio Bucci Bum?» «Il pacciaccio Bucci Bum!» Esclamò la bambina, voltandosi verso i genitori. Poi imbronciandosi di colpo: «La tigre faceva paura bu! Viva Bucci bum!» All'orizzonte, dietro l'ampio parcheggio in terra battuta, il sole andava a tramontare colorando la campagna. Erano ormai arrivati alla macchina quando una voce gracchiante li fece sobbalzare. «Buonsalve buonsalve!» esclamò il pagliaccio vestito di verde. Sergio si girò allargando istintivamente le braccia, in un gesto protettivo rivolto alla moglie e alla figlia. Ma fu la stessa Erica a fuggire da quella barriera immaginaria. «È Bucci Bum!» esultò, correndo tra le braccia del pagliaccio. L'uomo del circo rise sollevando la piccola, poi passò una vecchia polaroid ai genitori. «Una foto ricordo per la bambina, bucci bucci bum!» «Ma certo!» esclamò Francesca, abbassando il braccio ancora teso di Sergio e prendendo in mano la macchina fotografica. L'istantanea colse il grande sorriso della piccola che non riusciva a staccare gli occhi scintillanti dal suo nuovo amico.

Quando Bucci Bum la ripose a terra, scoppiò in un pianto disperato. Solo la foto appena scattata riuscì a consolarla un poco. Sergio si mise alla guida con le braccia e le gambe che tremavano. Graffiò la frizione inserendo la marcia. Francesca lo guardò di sbieco, divertita. «Ma amore, ti sei svegliato male oggi? Che ti fanno paura i pagliacci ora?» «Ma che cosa! È quel cavolo di pagliaccio che urla e mi ha fatto aprire il cuore!» «Ahaha, che cagasotto il mio amore!» Si voltò di scatto verso la moglie. «Le parole, Fra!» esclamò, mentre usciva dal parcheggio e si immetteva nella strada principale. Erica non si lasciò sfuggire l'occasione: «Mamma ha detto caccaso...» ma non riuscì a terminare la frase. Stridere di gomme e botto: una monovolume si abbatté sulla parte posteriore della macchina, dalla parte della bambina. I volti grigi ti fissano, ti soffocano. Crolli a terra. «È morta. È morta. È morta.» Ti sussurrano. Ti toccano. Ti irrigidisci supino. Il terreno è ghiaccio. Non esiste cielo, solo facce vibranti e nascoste sopra di te.Parlano: «Si sono salvati per miracolo, loro. Ma lei no. Lei no. Lei no.» Urli. Piangi.


11 I volti grigi si fanno da parte e la vecchia con un braccio solo si china su di te. Il volto rugoso e cadente pare sciogliersi sul tuo. La sfera cupa che porta in mano chiama i tuoi occhi: ti perdi nei suoi venti purpurei e turchesi. «Vive!» ti dice. «Non lontano da te, tua figlia vive. La puoi raggiungere... se trovi me.» In alto, sul grattacielo, la bandiera nera infuria...

È la stella quella che brami, o lo specchio della buia caduta?


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PSICOPATOLOGIE I MOSTRI DELLA MENTE di Niccolò Fallani

DISTURBO di DISMORFISMO CORPOREO Disturbo Somatoforme in cui è presente una fortissima preoccupazione per un supposto difetto fisico in realtà inesistente, o comunque sia un amplificazione di una piccola anomalia fisica che diventa esagerata ed insostenibile! L'ho rappresentata deforme, sproporzionata, brutta e malfatta, anche se con uno specchio in mano, loro amato-odiato strumento di tortura, che riflette la realtà! Ma il vero aspetto ormai è perduto, imprigionato, ed è quello illusorio ad aver preso il sopravvento!


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BIGORESSIA Detta anche Anoressia inversa, in quanto consiste in un desiderio di acquisire massa corporea, ma eliminando grasso! Comporta un eccessivo interesse alla muscolatura e all'immagine corporea, con conseguente distorsione di essa! La maggior parte dei comportamenti sono atti all'aumento di massa corporea! E' l'opposto dell'anoressia, anche per quanto rigarda l'incidenza colpisce quasi esclusivamente gli uomini! Anch'essa è dovuto al modello di uomo ideale proposto dalla società e al desiderio di forza maschile! Questo mostro è stato rappresentato come un immenso uomo d'acciaio! Super definito e pompato con in testa dei bilancieri per lavorare il suo corpo come fosse una statua!


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DISTURBO ALGICO Disturbo somatoforme che riguarda il Dolore! Le persone affette da questa psicopatologia lamentano una sensazione costante di dolore, creduto fisico, reale, quando invece in realtà non è dovuto a niente di fisiologico o neurologico, bensì è associato a fattori psicologici! E' diffuso maggiormente tra le donne! L'ho voluta rappresentare con una donna dilaniata dal dolore, che grida, con la pelle tempestata da aghi appuntiti, che le creano un dolore lancinante, ma che non esistono in realtà, bensì sono originati dal suo stesso inconscio!


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Bullismo,

il risultato della disinformazione di Antonia Vanessa Bottigliera Chiara ha 12 anni e vive a Pordenone. Chiara non ha più voglia di andare a scuola e decide di lanciarsi dalla finestra della sua stanza, dal secondo piano. Niente è lasciato al caso quella mattina del 18 gennaio, un biglietto di scuse per mamma e papà e una per i suoi compagni di scuola “Adesso sarete contenti”. Chiara è rimbalzata su di una tapparella al primo piano e cadendo a terra non ha perso la vita. Adesso, con un po’ di ossa sbriciolate, il morale sotto ai tacchi e lo zaino che pesa più d’angoscia che di libri, Chiara deve tornare a scuola. “Bullismo” è un termine che oggi conoscono tutti e al quale tutti, chi più e chi meno, sanno dare una definizione. Del resto, basta cercare sul dizionario e leggere che “è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi” questo, nell’immaginario collettivo,si traduce come: il ragazzo arrogante e prevaricatore che prende in giro la

ragazza grassa e con l’acne o il ragazzo timido e introverso, considerati più deboli. Il bullismo, in realtà, è una forma di comportamento silente, a volte poco manifesto, su cui è difficile intervenire e, prima ancora, prevenire. I primi studi sul bullismo appartengono ai paesi scandinavi degli anni Settanta, quando l’opinione pubblica norvegese venne scossa dal suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni e, da allora in poi, il fenomeno è stato oggetto di una crescente attenzione da parte di esperti delle scienze sociali e della psicologia giuridica, clinica e dell’età evolutiva. Essendo il bullismo una forma di deviazione sociale, è giusto pensare che il suo modo di manifestarsi vada di pari passo con il continuo evolversi e il continuo cambiamento di stili di vita cui la società è sottoposta ecco perché, oggi, indagare in primis nei computer, smartphone e tablet, è diventato di fondamentale importanza. Con l’avvento di internet, in particolare dei social network, infatti, la società è cambiata; sono cambiate le relazioni, è cambiata la


19 -zione e la mancata percezione degli effetti di una comunicazione virtuale alimenta il bullismo nel web, dove insulti e aggressioni trovano un’amplificazione immediata tanto da dare vita ad una nuova forma di bullismo il “cyberbullismo” un fenomeno di aggressione da parte di un soggetto (cyberbullo) che, in rete, colpisce la vittima tramite la diffusione di materiale denigratorio o la creazione di gruppi contro la stessa e che si lega all’utilizzo dei new media sempre più diffuso tra i preadolescenti. Negli ultimi mesi, le notizie di cronaca si sono occupate largamente di episodi di bullismo e non ci sono dubbi sul fatto che a pagarne caro il prezzo siano le vittime di queste circostanze, ma è nostro dovere rilevare ed analizzare anche il comportamento del bullo prima di colpevolizzarlo. Partiamo dal chiederci: perché un ragazzo diventa un bullo? Il motivo è che il dominio sull’altro, il fatto di provocargli stati d’animo spiacevoli e umilianti e assoggettarlo a sé facendo leva sulla paura, è un surrogato della stima di sé. Il bullo (o la bulla) costruiscono un senso di potere personale sulle spalle della debolezza provocata negli altri. “Chi si comporta da bullo, contrariamente alle apparenze, non è una persona forte e sicura di sé ma esprime insicurez-

za, scarsa autostima e immaturità. E, come le proprie vittime, ha bisogno di aiuto, e non di essere condannato senza appello e isolato. Anche perché, in molti casi, la responsabilità del suo comportamento non è completamente sua, ma in buona misura anche dell’ambiente familiare e sociale” sono le parole di Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy in un intervento in occasione del Safer Internet Day, la giornata europea dedicata alla sicurezza in rete dei ragazzi tenutasi il 9 febbraio. Il programma Safer Internet si propone di promuovere l’utilizzo sicuro di internet nonché delle nuove tecnologie on-line, con particolare attenzione nei confronti dei bambini, lotta ai contenuti illegali e in generale, contenuti non desiderati dagli utenti, in un approccio di collaborazione coordinato dall’Unione Europea. Un modo di fare prevenzione davvero civile, un modo di occuparsi della questione a 360 gradi, un modo per sensibilizzare i cittadini, grandi e piccoli, alla corretta informazione. In Italia il programma è scortato dal disegno di legge della senatrice Elena Ferrara “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbul-


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-lismo” approvato all’unanimità il maggio scorso ed attualmente in corso di esame in commissione. Intanto, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha istituito un numero verde 800669696, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19, a cui rispondono operatori specializzati come psicologi, insegnanti e personale del Ministero. Il numero verde è stato attivato , nel corso della campagna di comunicazione “smonta il bullo”, per segnalare casi, domandare informazioni generali, chiedere come comportarsi in situazioni critiche e ricevere sostegno. Il bullismo è un fenomeno che si presenta in contesti gruppali e quindi, ai fini della prevenzione e dell’intervento , agire sull’intera comunità risulta maggiormente efficace. La vera prevenzione, infatti, comincia in famiglia ed è supportata da alcune strategie che la scuola può adottare e che riguardano la supervisione dei docenti durante gli intervalli e la mensa e una riorganizzazione degli spazi ricreativi. Inoltre, in base all’età degli alunni, gli insegnanti possono organizzare attività curriculari ed extracurriculari che permettano di far lavorare i bulli e le vittime sullo sviluppo della comprensione e sulla regolazione emotiva, promuovendo l’empatia e l’assertività. Tutti compiti che spetterebbero allo psicologo scolastico se ce ne fosse uno in ogni istituto.


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Rubrica diritti umani: Unioni civili

Il dibattito sulle unioni civili è ancora in prima linea tra l’opinione pubblica, dopo varie peripezie tra Canguri, Verdini, Alfano e molto altro il Ddl. Cirinnà è passato. Innanzitutto questa non è stata una vittoria. Infatti a causa del compromesso interno alla maggioranza è stata eliminata la Stepchild-adoption, ciò che realmente istituisce il punto cardine di un unione/famiglia cioè la progenie, altro grande smacco è l’abolizione dell’obbligo di fedeltà all’interno della coppia, andano a stigmatizzare una visione della vita sessuale “omo” come un qualcosa di promiscuo e poco stabile. Ora abbiamo si una legge che regolamente le unioni per persone

dello stesso sesso e non solo, ma rimane comunque uno tra le più arretrate in tutta europa. Pensiamo a paesi come l’Irlanda, fortemente cattolica, in cui recentemente è stato approvato il matrimonio o la Spagna e la Francia più vicini a noi in termini culturali. Ma come mai in Italia abbiamo avuto bisogno della spinta dell’europa per far si che il nostro governo si mobilitasse per riconoscere dei diritti? La risposta è molto semplice, è una combinazione di fattori, i principali sono: la Chiesa , l’analfabetismo funzionale e la disinformazione. Per quanto riguarda il primo, lo stato italiano è uno stato laico quindi dovrebbe essere esente dall’influe-


22 -nza dellla chiesa ma cosi non è a causa della classe politica. La scarsacapacità di comprendere un testo, fare sintese, rielaborare e ulitizzare un ragionamento logico deduttivo, sono fattori deficitari dovuti alla mancata o inadeguata scolarizzazione superiore, infatti l’Italia ha basse percentuali di popolazione studendesca che continua e completa gli studi, in più la scuola ,specialmente negli ultimi anni, ha subito forti tagli che compromettono una buona formazione. L’ultimo punto , la disinformazione, è forse il più importante poichè ci tocca in prima persona come ambito professionale, si è sentito parlare molto di “famiglia tradizionale/naturale”, “nessuno pensa ai bambini?” e altre frasi similare con poco nesso logico. L’antropologia ci dice che la famiglia in quanto istituzione è un costrutto ideato e socialemnte determinato dall’uomo, quindi niente di naturale. La psicologia specialmente negli ultimi anni ha prodotto

moltitudini di ricerhce, specialmente longitudinali , per analizzare lo stato di benessere del bambino/a che ha vissuto in una famiglia omogenitoriale, i risultati di quest’ultime ci confermano come il genere delle figure di attaccamento non è influente sulle stato di salute del bambino/a. Proprio qui noi, in quanto psicologi dovremmo intervenire all’interno dell’opinione pubblica per informare e disconfermare l’ignoranza che aleggia su queste tematiche. Ci chiediamo come mai e perchè l’Ordine nazionale degli psicologi non abbia proferito parola durante la discussione sull Ddl e si sia esposto solo quando l’ordine del Lazio ha richiesto una posizione netta sull’argomento. Ci aspettiamo di più dalle istituzioni professionali che ci rappresentano, sentiamo il bisogno di una scesa in piazza, sbandierando le conoscenze apprese, da poter offuscare questa ignoranza che ci ha immobilizzati in una stasi quasi medievale.

Ogni due settimane , qui in torretta nell’auletta del collettivo Laboratorio 15 infondo al cortile, ci sarà un incontro in cui poter disutere sui Diritti umani, in paricolar modo quelli più attuali. Chiacchierando e perchè no anche analizzando varie sfaccettature,promuovendo uno scambio di idee, e alla fine di ogni incontro si sceglierà il tema del seguente incontro. Cosa aspetti partecipa anche tu, mettiti in gioco!


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Poesie di Francesca Boddi

Sky and Land Mi piace pensare che nel giorno più caldo d'agosto il mio corpo e la terra si fonderanno come l'oro e l'argento. E non ci sarà miglior forza se non quella del calore che mi insegnerà a ballare con il cielo e con la terra. D. il cielo non è più in attesa, ti ha aperto la via più bella piena di luce di polvere di stelle ha aspettato il momento in cui ti sei fatta leggera così da poter viaggiare


Se vuoi scrivere anche tu su brainstorming basta inviare una mail a: brainstorming.torretta@gmail.com


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