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Come avrai notato la copertina di questo numero non presenta colori molto accesi, anzi... non presenta affatto dei colori. Questo perché insieme all'illustratore Lorenzo Scalzullo abbiamo deciso di fornirti un disegno da poter colorare come vuoi, così che questa copia del Brainstorming diventi tua a tutti gli effetti! Durante la pausa pranzo, sul treno, il mercoledì pomeriggio... Scatena la tua fantasia e facci vedere qual'è la tua visione dei "Neuroni"! Se vuoi puoi inviarci una foto della tua versione via mail, la vedrai pubblicata insieme alle altre sul prossimo numero.
#HeiBrainstorma!
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INDICE Tutto ciò che devi sapere sul Brainstorming................................ 4-5 Tra Black Mirror e la Mediocrazia: futuri distopici o realtà?.......................... 6 Intervista a Lapo Gargani di Chiara Velardi.................................. 7-9 Illustrazione "νέκυια" ("Nekya") di Lorenzo Scalzullo........................ 1 0-1 3 Fumetto........................................... 1 4-1 5
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Tutto ciò che devi sapere sul Brainstorming Di cosa si tratta? Questo giornalino che tieni in mano è un efficace strumento per condividere qualsiasi cosa ti passi per la testa, sia essa una poesia, un fumetto, un'opinione, un disegno, una fotografia e chi più ne ha più ne metta.
Non esiste una data di uscita Quando il Brainstorming ha raccolto un numero di contenuti sufficiente esce per popolare gli zaini degli studenti, quegli studenti che hanno deciso di partecipare a un mondo che tramite semplice carta stampata favorisce lo sviluppo di un giudizio critico grazie al confronto tra le idee e una crescita personale a livello artistico e culturale.
Ma non solo Il Brainstorming si rivela utile anche per condividere suggerimenti e consigli da coloro che hanno vissuto la Torretta così da aiutare chi si ritrova alle prime armi in un ambiente tutto nuovo.
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Come funziona? Inviare i vostri contenuti è facile: basta allegarli ad una mail a brainstorming.torretta@gmail.com specificando eventuali preferenze come illustrazioni, possibile anonimato o magari un determinato tipo di impaginazione.
Si trova anche in digitale! Se ti sei perso gli ultimi numeri e non è rimasta neppure una copia disponibile non ti allarmare! Potrai sfogliare tutti i vecchi numeri comodamente dal tuo smartphone dal sito issuu.com/Brainstorming_Torretta
Adesso che sai tutto, buona lettura! E non dimenticare: #Brainstorma!
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Tra Black Mirror e la Mediocrazia: futuri distopici o realtà? Sarà Black Mirror, con i suoi temi emotivamente forti, sarà il saggio del filosofo canadese Alain Deneault sulla vincita dei mediocri, sarà che forse come società dovremmo interrogarci. In molti episodi di Black Mirror si vede l’uso malato dei social e della tecnologia che fanno perdere, in alcune occasioni, la capacità dell’uomo di provare empatia, di provare disagio, di sentirsi diverso. Tutto a favore dell’efficienza, per funzionare meglio, per essere maggiormente produttivi. Il filosofo canadese denuncia la vincita della mediocrità nella società odierna che parla in termini di “progresso”, “innovazione”, “eccellenza”, “stare al gioco”, “sapersi vendere”, “essere imprenditori di se stessi” con una pressione sociale notevole. Ci formiamo come professionisti di qualunque genere in un mondo lavorativo che ci vuole lavoratori flessibili, appassionati, entusiasti e carichi di innovazioni. Ma non c’e spazio per il processo creativo, la noia, la pigrizia, la riflessione su stessi. L’università è lo stendardo di questo pensiero, incapace di produrre innovazioni, pensiero critico, ma sempre più fabbrica di figure professionali. Esiste un antidoto a tutto questo? Certo, lo porti con te tutti i giorni. Coperto da cappelli, capelli e forse occhiali, ti segue sempre. Lascialo correre, ti porterà lontano, ovunque vorrai.
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Intervista a Lapo Gargani Lapo Gargani nasce a Firenze, la sua arte ha avuto molti riconoscimenti che gli hanno permesso di proseguire verso un viaggio interiore, manifesto inedito nei suoi lavori. Fra le varie collezioni, quella che rispecchia appieno la concezione legata all'imprevedibilità dell'esistenza s'intitola “prospettive possibili”. Sono racchiuse ventiquattro tele che espongono, con tinte sbiadite, l'idea pregressa dell'andamento vitale. L'artista presenta pedane simili a pontili, montagne annebbiate da pennellate poco invadenti e scale ben delineate all'inizio, ma che al centro dello spazio perdono definitezza e assicurano un precario dinamismo ottico penetrando con disinvoltura verso uno sfondo monocromatico. La bravura di Gargani si scopre tramite una destrezza prospettica combinata, dove la figura e il colore entrano a stretto contatto ricordando le note di una composizione musicale; note vicine e lontane, calme e acute. Il suo lavoro è il distratto “passaggio” verso una meta ignota e non è importante capire il fine, ma la visione globale: un crescente battito verso un sentimento muto. Ho deciso di conoscere meglio Lapo, dopo aver scritto di lui. Spinta dalla curiosità, raggiungo il luogo in cui l'artista passa la maggior parte del suo tempo; è una sorta di industria in miniatura all'interno della quale diversi artigiani, vestiti da falegnami, hanno un preciso compito: ristrutturare, creare e decorare tutto ciò che ha a che fare con il legno.
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Devo ammettere che il primo impatto non è stato coerente con le mie aspettative perché è come se Lapo avesse due personalità che coabitano, quasi, pacificamente. Inizio a porgli qualche domanda, di quelle che ti escono spontanee, come se cercassi la conferma dell'esistenza di un dettaglio, lo stesso che mi ha spinto a sentire profondamente i suoi lavori. Mi porta all'ingresso e inizia a mostrami, uno per uno, le tele che avevo soltanto visto sul sito, come se stesse sfogliando le pagine di un libro dalle parole mutevoli. Con meraviglia noto che tutto ha un altro fascino, era visibile lo sforzo notturno che ha impegnato l'artista. Non erano solo pennellate sulla tela, ma graffi di colori violentati con coerenza. Gli chiedo che tecnica avesse utilizzato e lui mi risponde con una sola parola: “sintesi”. Lapo essendo un artigiano e avendo a che fare per lavoro o per la vita con i materiali, ha deciso di sperimentare una tecnica che io chiamerei “pedrettiana” che consiste nel ripetere più pennellate di colori diversi e graffiare la tela creando e distruggendo l'armonia delle tinte. Inserisce, a volte, altri materiali come la calce o la colla, rendendo giustizia ad una materialità non indifferente. Dopo aver ascoltato episodi intimi di Lapo, ho creduto con ingenua invadenza che la stessa tecnica esprimesse la volontà che l'artista ha nell'affrontare la vita: scalfire il dolore, osservare ogni sporca sfaccettatura e custodirlo. In quel preciso istante vedo nei suoi occhi una tenerezza che nasconde il principio di una lunga e ferma àncora che percorre tutto il suo essere.
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Ogni notte, quando Lapo abbandona la sua piccola industria, si siede e tira verso di sé questa lunga cima d'ormeggio; nel piacere e nel dolore lui disegna forme di donne, pontili spezzati e precari, montagne annebbiate o scale irraggiungibili, ma solo lui sa che quando arriverà alla fine di quella lunga e pesante catena capirà che dopo il fusto c'è il diamante. Cos'è per l'artista il diamante? L'ultima tela che farà, la stessa nella quale vedrà il senso d'infinito racchiuso in uno spazio finito e porrà lì la sua àncora, in una terra ferma che vive per muoversi.
Chiara Velardi
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νέκυια Nekyia è un espediente letterario utilizzato nella letteratura greca che consiste nel contatto tra il mondo dei defunti e quello dei vivi: gli spettri o anime di defunti venivano richiamati sulla terra e interrogati sul futuro. Carl Gustav Jung denaturalizzò il concetto di Nekyia, assorbendo il termine all'interno della sua Psicologia Analitica. "La Nekyia (...) è l'introversione della mente cosciente verso strati più profondi della psiche incosciente".
Lorenzo Scalzullo
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