CINEMA MARZIALE Di sicuro non è stato semplice essere “Van Damme” e quell’esperienza, unica, di fama e successo comporta delle pressioni sull’individuo che nessuno può comprendere meglio di lui stesso. Con ammirazione per l’attore, ma soprattutto con simpatia e rispetto verso l’essere umano che c’è dietro, con questo articolo abbiamo voluto rendere il giusto omaggio a JCVD, alla persona.
PANANTUKAN CONCEPT Panantukan Concept è “arte della lotta senza limiti”, è il mio modo di vedere l’autodifesa senza armi. Il nome vuol dire “concetto della lotta senza limiti”.
TOP 10 BEST BUDO-VIDEOS
COMBAT HAPKIDO Migliaia di oggetti ordinari possono essere utilizzati come armi improvvisate per difendersi in caso di emergenza. Tuttavia, è ovvio che sarebbe impossibile allenarsi con ognuno di essi. Inoltre, non avrebbe senso praticare con oggetti che non sono disponibili in qualsiasi momento.
JEET KUNE DO “Non esiste uno stile, se si comprendono totalmente le radici del combattimento”. La vera genialità del JKD è evidente nel cambiamento e si può osservare nella metamorfosi che hanno subito sia Bruce Lee che la sua arte.
KAZE NO RYU Sono passati 8 anni da quando ho conosciuto Shidoshi Jordan e Shidoshi Juliana. Da allora hanno scritto molto sulla nostra rivista e i n s e g n a t o profondamente le Arti Marziali del popolo Shizen; ma da allora, molti sono anche i nuovi lettori e abbiamo pensato che questo mese sarebbe splendido se questi potessero avere qualche cenno generale della loro scuola e del loro lineage. Perciò abbiamo deciso di riproporre il primo articolo che venne pubblicato nel 2006 nel quale veniva introdotto il loro lavoro e dove presentammo il primo di molti video e libri sull’argomento.
Budo International ci presenta i suoi migliori 10 DVD
KAPAP Gli insegnamenti delle Arti Marziali fanno si che mi faccia molte domande sulla vita, poichè le Arti Marziali sono lo studio della vita – dove la maggior parte dei veri Grandi Maestri sono i più grandi stupidi. Se fossero stati più intelligenti, avrebbero trovato qualcosa di meglio da fare e senz’altro più redditizio.
METER WECKAUF Negli ultimi n u m e r i a b b i a m o presentato i Sistemi di Combattimento tattico di Peter W e c k a u f distinti tra loro. Questo mese andremo a dare un’occhiata più da vicino a tutti i suoi sistemi di combattimento e agli obbiettivi, alle idee e ai traguardi dei suoi concetti di attacco e difesa. Questi sistemi sono il risultato di anni e anni di esperienza e di ricerca.
UN GIORNALE SENZA FRONTIERE
BUDO INTERNATIONAL NEL MONDO
Budo International è senza alcun dubbio la rivista di Arti Marziali più internazionale del mondo. Siamo convinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confini sono quelli che la nostra mente vuole accettare. Così costruiamo, mese dopo mese, una rivista senza frontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioni che interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.
Budo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambito delle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed è l’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa in oltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio, Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia, Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…
KRAV MAGA RED Allenarsi più vicini alla realtà. il KMRED è un gruppo di ricerca su Krav Maga, difesa personale e sport da combattimento, e la sua priorità è quella di riunire in un programma coerente di Krav Maga, le linee tecniche in cui i suoi membri credono.
ESCRIMA “Solo se si s a maneggiare un coltello possiamo difenderci da esso”. Se siete dei combattenti con coltello addestrati,
ALESSANDRO COLONNESE A cavallo tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno, la nostra redazione è stata ospite di un evento particolare e unico nel suo genere. Si tratta d e l l ’ I N T E R N AT I O N A L MARTIAL ARTS DAY, giunto alla sua XI° edizione, svoltosi all’interno del “Tempio Delle Arti Marziali”, la bella e accogliente sede dell’Accademia di arti tradizionali fondata e diretta da Sifu Alessandro Colonnese, situata alle porte di Roma.
semplicemente avrete maggiori vantaggi contro un esperto di coltello e contro qualcuno che vi sta aggredendo con un’arma affilata.
WILLIAM CHEUNG
WINGTSUN Trova dentro di TE, con la pratica di un’arte ancestrale e l’auto scoperta che nasce dalla pratica delle Arti Marziali, quella sensazione unica che ti provoca l’andare alla ricerca di sensazioni, di comprensione e conoscenza di un’ARTE che è un autentico TESORO della Cultura Orientale, per questa e le molte altre generazioni che verranno.
SHAOLIN HUNG GAR KUNG FU Fuoco. I colpi ripetitivi (colpi a catena) rapidi, diretti e bilanciati, simboleggiano la proprietà esplosiva del fuoco e il calore ardente con il quale alimenta se stesso. L’elemento fuoco è relazionato con il cuore e l’intestino tenue.
Gentile e affabile, si è concesso senza esitazioni ai nostri microfoni per condividere con noi, e soprattutto con tutti voi fedeli lettori, la sua visione del mondo delle arti marziali che lo vede sempre in prima linea, pronto a dare il suo contributo di esperienza e di innovazione, i m p r e z i o s e n d o ulteriormente la sempre più folta schiera di personaggi di livello internazionale intervenuti sulle pagine di CINTURA NERA e sul canale streaming di MARZIALE NETWORK.
HWA RANG DO® Le armi del Hwa Rang Do®: Studio tradizionale e combattimento sportivo. Il Hwa Rang Do® è un’arte che abbraccia entrambi gli elementi marziali (Mu Sool) tecniche di guarigione (Sool). Il Monaco Suahm Dosa, 57° successore della tradizione Hwarang, ha insegnato queste tecniche al Dr. Joo Bang Lee e a suo fratello, Joo Sang Lee, a partire dal 1942 durante il suo isolamento tra le montagne della Corea.
WENG CHUN KUNG FU Le 16 strategie di combattimento della tradizione della Barca Rossa del Weng Chun si basano sui primi quattro di essi, il Loi Lau Hoi Song: il praticante di Weng Chun da al suo a v v e r s a r i o l’opportunità di attaccare e spingere in avanti, e prende in prestito la sua forza per guadagnare maggior impulso per il proprio contrattacco (Loi Lau).
Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: budo@budointernational.com. Facebook: http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttore: Leandro Bocchicchio. Pubblicità e Redazione: Nicola Pastorino, e-mail: budoitalia@gmail.com Hanno collaborato: Don Wilson, Yoshimitsu Yamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano, Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, Omar Martínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, Bill Newman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, Marcelo Pires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.
"Un solo desiderio mi pervade: quello di scoprire ciò che si nasconde dietro l’invisibile, di perforare il mistero che mi dà la vita e me la toglie, e di sapere se una presenza invisibile ed immutabile si nasconde oltre il flusso incessante del mondo" Nikos Kazantzakis
I
mmersi nel marasma del quotidiano, schiacciati dalle urgenze, lì dove le foglie sono tutto il bosco che possiamo immaginare, nel regno della confusione, non troveremo mai risposta alcuna. Molte volte non solo abbiamo bisogno di uscire da quest’ambiente, ma necessitiamo qualcosa di più complesso. Che sia quest’ambiente a uscire da noi! Una manovra energetica molto più complessa. Per la maggioranza degli studiosi della spiritualità l'energia corporale è la sintesi delle irradiazioni dell'anima; ma questa non abita in una nube estranea a qualunque altra realtà; per tanto che essa sia la parte sostanziale del nostro io, quando incarnata, sta vivendo un'esperienza materiale. Come il pesce nell'acqua è bagnato, o l'uccello è esposto ai venti e alle inclemenze del suo ambiente, lo spirito e la materia che conformano la nostra realtà, interagiscono con ciò che li circonda. Queste riflessioni sono inevitabilmente un linguaggio ombroso ma, cosa c’è di chiaro nell’invisibile, se non quello che deriva dalla propria esperienza personale? E, che è ancora più importante, cosa diavolo ha a che vedere tutto ciò con le Arti Marziali? Tenterò di rispondere a entrambe le domande, ma permettetemi di proseguire nelle mie riflessioni sull'importante questione che ha aperto il primo paragrafo. Gli antichi dicevano che l'energia dell’ambiente incrociava costantemente il nostro uovo o bolla luminosa, avvolgendola, attraversandola e finalmente imponendosi su di essa incorporandosi nell’incontrare nella nostra sfera di luce frequenze affini, dove si "attaccavano" per simpatia in cumuli vibratori. Questo processo di accumulazione e saturazione di frequenze specifiche, tanto in positivo come in negativo, si polarizza bruscamente ogni volta che arrivava al suo estremo. Un mio Maestro diceva che contaminazione era: molto di qualcosa in un posto; non conosco migliore definizione. Quest’ammucchiamento di "qualcosa" è di conseguenza sempre negativo. Ci fa diventare densi all’estremo e ci conduce al collasso. Gli antichi Miryoku Shizen definirono l'Universo personale come una trama di energie e tensioni che sottomettevano il nostro mondo, come una tela di ragno sospesa ai suoi estremi. Quando una corda sostentava molto peso, si produceva un crollo dell'essere che alla fine portava a un’inversione nei piani energetici, in modo che i Chakras inferiori incominciavano ad agire fuori dal loro asse naturale, portando l'individuo a uno stato disarmonico e di confusione. Il nostro Universo di tensioni sprofonda come lo spazio tempo all’avvicinarsi di un buco nero, e tutto ciò che va vicino a questa persona, tende in questo modo ad essere assorbito, come risucchiato in una spirale discendente, tale e quale l'acqua che va nel canale di scolo.
"Se non alzi gli occhi, crederai che sia il punto più alto”. Anónimo
Le corde che sottomettono il nostro Universo di tensioni non sopportano il peso di tutto quello che continua a cadere in questo vuoto e le legature si rompono, manifestandosi attraverso avvenimenti inquadrati tra quelli di tipo estremofilo. Il proverbio spagnolo dice che dall'albero caduto tutto fa schegge, o che al cane debole tutto fa pulci, e così in molte altre culture troverete proverbi simili o che esprimono la stessa idea. Per primo cade un'area della loro vita, dopo la seguente, e così via. Le cure spirituali e personali si occupano di evitare questa accumulazione e di riallineare le sfere luminose, seguendo ciò che incontrano nelle nostre vite. Il processo naturale della vita è il logoramento; col passare degli anni e la frizione che implica il fatto stesso di vivere, l'incontro con gli altri, l'interazione col mondo e la manifestazione delle nostre nature con i nostri destini, le acque dei nostri fiumi si mescolano e fondono; a volte s’inquinano, altre sono assorbite da fiumi maggiori, discendono per gole, o cadono in vertiginose cascate, dove si rivivificano o si volatilizzano. Sono molte le culture antiche nelle quali gli sciamani si prendevano cura delle persone "pulendo" quello che le circondava, i loro corpi spirituali. L'idea che ciò che siamo finisca lì alla frontiera del visibile, è solo un altro inganno dei sensi. Legami invisibili uniscono la madre col figlio, il marito con la moglie, la mascotte col suo padrone, legami percettibili per chi possiede la sensibilità sufficiente e che, molti sono i casi, si intrecciano in avvenimenti straordinari che superano ogni spiegazione materialista. Siamo bolle di energia, uova luminose concatenate in linee di tensione con quello che ci circonda, avvolti costantemente in sfere maggiori che possiedono la loro propria identità e circondati da ogni tipo di forze e coscienze. Carichiamo i nostri ricordi e sopportiamo l'interferenza della forza di chi ci pensa o di chi ci sente. Siamo esposti costantemente a ricevere le frecce che lanciammo nel passato verso il futuro e che inevitabilmente ci incontreranno, perché tutto ritorna, come le onde del sasso in uno stagno che colpendo i suoi bordi, riverberano di nuovo al punto di origine. Il mondo invisibile si caratterizza per questo, per non essere visibile agli occhi. Nemmeno lo è il caldo, ma possiamo percepirlo con altri mezzi o la luce ultravioletta che oggigiorno possiamo misurarla. L'ignorare qualcosa non conferma la sua inesistenza. Per coloro che mi conoscono poco o non mi hanno letto molto (se questa è la sua prima volta, benvenuto!) necessito e devo chiarire che tutto questo ha a che vedere con le Arti Marziali. Bene signori: tutto e niente. Dalla mia esperienza tutto, perché per me le Arti Marziali sono state sempre un'esperienza iniziatica, una porta di accesso alla comprensione di altre realtà coscienziali ed energetiche e proprio qui radica il suo principale valore. Il resto, senza demerito di altre posizioni
Traduzione: Chiara Bertelli
Alfredo Tucci è Managing Director BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com
https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5
che rispetto e m’interessano, io l’ho visto riassunto in una sola frase più propria di un annuncio di detergenti: "Questo uccide meglio." Dato che non era tra i miei interessi primordiali andare ad ammazzare qualcuno, (forse più simbolicamente me stesso, e la mia stessa stupidità), comprenderete che non mi prese mai quell'aspetto del tema. Ho percepito sempre la via del guerriero come l'anticamera di qualcosa di maggiore, come un mezzo per acquisire disciplina, esperienza ed energia sufficienti che mi permettessero di interagire con piani di realtà estremamente più complessi e indubbiamente più pericolosi. Frattanto questo è il mio destino, fare ogni mese una rivista che riunisca il meglio che trovo su modelli, tradizioni, Maestri e stili che tanto oggi quanto nel passato, tracciarono strade e insegnamenti sulla via del guerriero. Spero, desidero e mi sforzo sempre che il mio lavoro sia ben fatto, perché il mio compito è servire i nobili guerrieri nei loro più alti propositi, tante volte diminuiti da una società come quella moderna che innalza solo chi accumula denaro, e che intende distogliere lo sguardo da tutto ciò che tocca quegli istinti primari che ogni guerriero deve vincere per consacrare la sua grandezza. Se per me inoltre, tutto questo è l'anticamera di una conoscenza maggiore e invisibile, questo è solo il mio modo di viverlo; non vuol dire che sia migliore o peggiore. Alla fine tutto è personale in questa vita e ognuno costruisce il proprio universo a colpi di preferenze. Partendo da questo, il vero rispetto sta sopra a qualsiasi dubbio, diversamente uno starebbe arrogante e pretenzioso. Mi limito qui, in questa vedetta mensile che la vita ha messo nelle mie mani, a condividere con voi le mie riflessioni, senza pretendere di convincere, ma con convinzione; senza pretendere di negare, ma scegliendo. Il mio obiettivo con la rivista, qualunque sia la tua preferenza nell'Universo delle Arti Marziali, è che troviate qui insegnamenti utili, suggestive proposte, ricche riflessioni che ingrandiscano la vostra visione di un tema tanto esteso quanto appassionante.
Punti Vitali
“I migliori video sui Punti Vitali del mondo, tutti attraverso l’opera di un grande Maestro”
La Grande rivelazione degli ultimi due decenni El Maestro Pantazi nos presenta en esta ocasión un video especial, puramente eIn questa occasione il Maestro Pantazi ci presenta un video speciale, puramente focalizzato sulla difesa personale, tramite la selezione dei 10 punti Kyusho più comuni ed efficaci localizzati nel corpo umano. A seconda del tipo di aggressione, presa o colpo, Pantazi ci mostra un paio di applicazioni per ciascun punto, impiegando tecniche rapide, con uno o due semplici movimenti che permetteranno di affrontare con successo situazioni di questo genere, sia per gli uomini che per le donne. Inoltre, l’impiego di questi punti di pressione prevede l’aspetto legale, usando tecniche che non causano danni visibili, nonostante possano provocare disfunzioni e traumi in grado di annullare l’aggressore e che ci consentono così di sfuggirgli. Un vero e proprio manuale pratico che è integrato da un libro nel quale si spiegano approfonditamente tutti i dettagli, e che consentirà anche ai principianti di incrementare le loro capacità di difesa. Molti dei suoi DVD sono tra i più venduti di tutti i tempi. Per la sua qualità e serietà, il Maestro Pantazi ha portato le tecniche e le conoscenze sui punti vitali a un altro livello tra i praticanti di tutto il mondo delle Arti Marziali.
Il Gran Maestro
Karate La grande figura del Karate moderno Kanazawa è il Maestro vivente di maggior spicco del Karate Shotokan. La sua personalità e la sua statura umana lo hanno reso una figura di livello mondiale, un riferimento imprescindibile di ciò che rappresenta il vero Karate. Questo video è stato realizzato con lo scopo di andare ben oltre ciò che altri DVD hanno portato alla luce di questo grande Maestro. Un Kanazawa maturo, ma ancora nei suoi panni migliori, è conservato per sempre in questo video che è stato molto apprezzato dai nostri amici amanti del Karate per moltissimi anni. Altri video didattici vennero redatti dopo, ma questo si è sempre distinto tra tutti. In “Kanazawa, la leggenda del Karate-do”, troverete un’opportunità unica per scoprire il Maestro, l’uomo e il guerriero, senza limiti ne ostacoli. Kanazawa, che si esprime correttamente in inglese, ha risposto su nostra richiesta nella sua lingua madre, in modo che potesse sentirsi più a suo agio e certo di trasmettere il senso esatto del proprio messaggio, che poi è stato tradotto in tutte e sei le lingue in cui esce la rivista. Oltre all’intervista esclusiva, non perdetevi Kanazawa che pratica Tai Chi, Kata e Bunkai-Kumite in mezzo alla natura. Un video per sempre che ogni amante del Karate deve custodire nella propria collezione e goderne il più possibile.
Documentari
Un documentario eccezionale che apre gli occhi verso l’altro Bruce Lee, verso la persona e il suo lascito. Questa fu la seconda produzione realizzata in quel momento da Budo International per la Universal Pictures, attraverso la sua divisione europea. Un documento eccezionale sul lascito di Bruce Lee, la stella più splendente del firmamento marziale di tutti i tempi. In questo programma portiamo alla luce quel Bruce Lee che era aldilà della star del cinema e che era alla portata di pochi eletti. Alcune delle personalità più importanti della sua vita appaiono in questo video, purtroppo alcune già scomparse come il grande Ted Wong. Allievi di prima e seconda generazione parlano del Jeet Kune Do e del suo creatore. Nel documentario si raccontano aneddoti, si rivisitano i suoi scritti, i suoi allievi, la sua eredità come insegnante, filosofo e vero rivoluzionario delle Arti Marziali moderne. Il successo di questo lavoro ha permesso che si continui a venderlo anche oggi e occupi dunque un posto privilegiato tra i nostri amici lettori. Se ancora non lo avete…non perdetelo!
“Un documentario che ha fatto la storia, la migliore ricerca sull’eredità del Piccolo Drago”
“Una squadra eccezionale di grandi campioni e specialisti in Poomsae. Video ufficiale della WTF.
Taekwondo: I migliori campioni, nel miglior collage di video! Dall’opera della pluricampione squadra spagnola di Taekwondo, varie volte Campione del Mondo e con il riconoscimento ufficiale della Federazione Spagnola, famosa per i suoi successi nel settore, questi due video insegnano tutte le forme che si studiano nel Taekwondo WTF. Per gli interessati esistono anche dei libri sullo stesso argomento in 6 lingue.
POOMSAE Volume da 1 a 8 In quanto sequenze di movimenti e tecniche, le “forme” sono il catalogo fondamentale di ogni stile, l’espressione basilare di tutta l’Arte Marziale, nelle quali troviamo i ritmi, l’estetica e i modelli ottimali. Anticamente erano anche il modo principale per conser vare il patrimonio tecnico di uno stile e per quello la pulizia nell’esecuzione è così valutata nella loro realizzazione. I Poomsae che presentiamo in questo 2°DVD, dal Taeguk 1°Jang al 8°, sono quelli definiti di base, indispensabili per i primi gradi fino alla cintura nera. E perciò non potevamo contare su migliori esponenti degli stessi: gli atleti della pluridecorata squadra SPAGNOLA di tecnica e Poomsae, la più alta espressione di questa Arte Marziale.
POOMSAE Volume da 9 a 17 Tecnica, plasticità, resistenza, potenza, coordinazione, concentrazione, visualizzazione, equilibrio, tutto ciò fa del Poomsae la vera anima del Taekwondo. In questo lavoro, sotto la supervisione della Federazione SPAGNOLA di Taekwondo, senza dubbio una delle più importanti e decorate a livello mondiale, vengono insegnati i cosiddetti Poomsae avanzati: Koryo, Keumgang, Taebaek, Pyongwon, Sipjin, Jitae, Chonkwon, Hansu e Ilyeo. Campioni del mondo, d’Europa e di Spagna, sia al maschile che al femminile, e di tutte le fasce d’età eseguono le forme ufficiali così come devono essere realizzate secondo gli standard d’eccellenza all’interno della W.T.F. Federazione Mondiale di Taekwondo.
Preparazione Fisica Una stella del Ciname Marziale, un’atleta fuori dall’ordinario Cinthya Rothrock, la Regina del Kung Fu e stella indiscutibile del cinema d’azione di Hollywood, ci presenta in questo video il lavoro di stretching con tutti quegli esercizi che l’hanno aiutata a raggiungere il suo straordinario livello di scioltezza. Fate di questo video il vostro manuale di allenamento e tenete conto che gli esercizi di stretching che piacciono di meno sono quelli che portano più benefici, quelli che il corpo necessita per rafforzarsi. Seguite gli esercizi con lei, sceglietene un paio per lavorarli e quando vi riusciranno bene, sceglietene altri due. Studieremo molti esercizi nelle loro versioni per principianti e lentamente, via via che andate a progredire, Cinthya vi guiderà verso i livelli più avanzati. Un video che è diventato un classico delle Arti Marziali a prescindere dallo stile che si pratica, l’elasticità è sempre una cosa importante.
“Stretching professionale con la regina del Kung Fu!”
“Un’Arte complessa spiegata con semplicità da un grande Maestro”
Kung Fu Un Gran Maestro di Kung Fu insegna il Chin Na Due volumi per analizzare una delle tecniche più letali e meno conosciute delle Arti cinesi. Ma per Sifu Cangelosi esiste solo un Kung Fu, nel quale gli stili sono solo i rami di uno stesso albero e un vero artista marziale deve studiarli tutti. In questa occasione, ci presenta un lavoro sul Chin Na, l’Arte della presa e del controllo dell’avversario. Non si tratta di un metodo tradizionale di combattimento, ma di un sofisticato ed esteso bagaglio tecnico presente in tutti gli stili dell’Arte Marziale cinese, tra i quali soprattutto il Tang Lang, il Pa Kua o il Tai Chi Chuan. Col passare dei secoli ha subito un’evoluzione tecnica includendo tecniche di leve articolari, pressioni sui punti nervosi, blocco di tendini e muscoli, strangolamenti respiratori e sanguinei, proiezioni e alcuni colpi e percussioni. Al suo livello più avanzato, il Chin Na cerca sempre la via dell’energia, del Chi, e si trasforma in un’arma formidabile la cui potenza ed efficacia possono essere modulate, mantenendo così il più completo rispetto verso l’avversario. Una eccellente alternativa per risolvere senza danni uno scontro. In questo primo volume Sifu Cangelosi affronta le leve alle articolazioni dalla spalla al polso, dando particolare risalto alle dita delle mani. La scuola del Sifu Cangelosi è presente in tutta Europa e possiede il riconoscimento di serietà e massimo livello del settore. Infatti, il suo lavoro per ridare lustro al Kung Fu in Occidente, dopo anni di disinformazione, è qualcosa di impagabile. Estremamente didattico, spiega con una visione ampia ciascuna tecnica dalle diverse prospettive, dimostrando il grande talento di insegnante che lo ha sempre caratterizzato.
WingTsun Il Gran Maestro di WingTsun sale in cattedra Fu la prima volta nella storia che la EWTO pubblicò un DVD ufficiale con la prima e la seconda sezione dell’uomo di legno e le sue applicazioni. Il leader della EWTo, il Gran Maestro Dr.Keith R. Kernspecht e il suo team di Maestri esperti di WingTsun, presentano le due prime parti della forma all’uomo di legno, le applicazioni classiche delle due prime parti (Uomo di Legno, Chi Sao), e le serie di combattimento e le loro applicazioni per il combattimento reale. Potrete anche trovare alcune scene dal castello di Langenzell, dove il Gran Maestro Kernspecht insegna come combinare liberamente le tecniche, senza un ordine prestabilito, qualcosa che nessuno prima di allora aveva mostrato attraverso delle immagini. Un classico del WT mondiale in un lavoro che tutti devono avere, diretto dal Maestro più influente nell’arte di Yip Man degli ultimi decenni.
“La grande figura del rinascimento del WingTsun moderno”
Kick Boxing & Muay Thai Il Grande Arjan che ha cambiato la storia della Muay Thai Arjan Marco de Cesaris possiede il più alto grado concesso dalle massime istituzioni thailandesi. Il suo lavoro come recuperatore della Muay Thai Boran, la parte più antica e tradizionale delle arti da combattimento della Thailandia, gli ha garantito il riconoscimento in tutto il mondo come uno degli indiscutibili maggiori esperti in materia. In questo video, Arjarn Marco de Cesaris sviluppa per voi una routine che vi permetterà di rafforzare il vostro corpo ed evitare i traumi. Molti dei più grandi maestri e campioni hanno fatto i loro primi passi nella loro disciplina marziale colpendo, più o meno correttamente, un sacco nel garage di casa propria, attaccato a un albero, o fissato a un muro in maniera arrangiata. In questo video, per la prima volta e per mano di Arjarn Marco de Cesaris, troverete un approccio sistematico all’uso di questo elemento indispensabile: conoscerete tra l’altro, come sviluppare la resistenza cardiaca e l’esplosività muscolare per i vostri colpi di braccia e di gamba, come condizionare le vostre ossa e come allenare le tecniche di difesa e contrattacco con il sacco in movimento. Il video comprende una sezione speciale d e d i c a t a all’allenamento al sacco delle tecniche tradizionali della Muay Boran, Mae Mai e Look Mai.
“Un grande Maestro internazionale che ha stregato la Thailandia”
Kapap
Autodenfesa Professionale Il riferimento indispensabile delle Arti Marziali di Israele Il Maggiore Avi Nardia, uno dei principali istruttori ufficiali per l’esercito e la polizia israeliana nel campo della lotta al terrorismo e CQB, e Ben Krajmalnik hanno realizzato un nuovo DVD basilare sulle armi da fuoco, la sicurezza e le tecniche di allenamento derivate dal IPSC. Il Tiro Istintivo da Combattimento (Instinctive Point Shooting Combat – IPSC) è un metodo di tiro basato sulle reazioni istintive e cinematiche per sparare a corta distanza, in situazioni rapide e dinamiche. Una disciplina di difesa personale per sopravvivere in una situazione di minaccia per la vita, dove c’è bisogno di grande velocità e precisione; è necessario estrarre la pistola e sparare a corta distanza, senza mirare. In questo primo volume studieremo: il maneggio dell’arma (revolver e semi-automatica); pratica di tiro a secco e sicurezza; “Point Shooting” o tiro istintivo a corta distanza e in movimento; esercizi di ritenzione dell’arma, sotto stress e molteplici aggressori; esercizi di ricarica, con caricatore, con una mano,… e alla fine, pratica al poligono con pistole, fucili AK-74, M-4, mitragliatrice M-249 e anche lancia-granate M-16. Avi Nardia, studioso di stili tradizionali e mentore e preparatore di gruppi speciali in vari paesi, passa la propria vita viaggiando e dirigendo seminari, ultimamente sta lavorando con le tribù del Nord del Canada.
“Ci sono molti esperti… ma di Avi Nardia uno solo…”
Grappling Uno straordinario livello tecnico di Grappling “COMBAT SUBMISSION WRESTLING VOL.1”. ERIK PAULSON In questo video potrete approfittare degli insegnamenti di Erik Paulson, primo occidentale che conquistò il titolo di campione del mondo Shooto in Giappone e attualmente istruttore nell’accademia di Dan Inostanto. Erik Paulson, uno dei più stimati allenatori nel mondo delle MMA, ha raffinato le proprie tecniche di grappling usando la definizione di Combat Submission Wrestling, grazie a un impressionante bagaglio che include Judo, Boxe, Taekwondo, Muay Thai, Shootwrestling, Jeet Kune Do (Dan Inostanto) e Brazilian Jiu Jitsu (Machado). Un eccellente video didattico col quale imparerete i dettagli che tutti i lottatori di competizioni “senza regole” devono conoscere. “COMBAT SUBMISSION WRESTLING VOL.1”. ERIK PAULSON In questo video potrete approfittare degli insegnamenti di Erik Paulson, primo occidentale che conquistò il titolo di campione del mondo Shooto in Giappone e attualmente istruttore nell’accademia di Dan Inostanto. Erik Paulson, uno dei più stimati allenatori nel mondo delle MMA, ha messo a punto le proprie tecniche di grappling usando la definizione di Combat Submission Wrestling, grazie a un impressionante bagaglio che include Judo, Boxe, Taekwondo, Muay Thai, Shootwrestling, Jeet Kune Do (Dan Inostanto) e Brazilian Jiu Jitsu (Machado). In questo secondo video vi mostra due tipi di strategie: una improntata per i colpi di pugno e di calcio, tramite esercizi di sparring che vi consentiranno di reagire in maniera “quasi” automatica alla replica del vostro avversario, e un’altra orientata alla finalizzazione nella lotta a terra, e focalizzata, in questa occasione, nell’esecuzione della tecnica Chicken Wing da diverse posizioni.
“Forse il miglior tecnico e insegnante del mondo in materia”
Eskrima Dalle colonne precedenti sulla lotta con il coltello ho evidenziato che quest’ultima è un elemento indispensabile nella moderna difesa all’interno delle Arti Marziali. La lotta col coltello diventa ogni giorno più popolare e sempre più insegnanti sono d’accordo col mio punto di vista sull’autodifesa contro un coltello: “solo se si sa maneggiare un coltello possiamo difenderci da esso”. Se siete dei combattenti con coltello addestrati, semplicemente avrete maggiori vantaggi contro un esperto di coltello e contro qualcuno che vi sta aggredendo con un’arma affilata.
Più che letale Ora conoscete i rischi, ma dovete anche ricordare che il coltello in se non è pericoloso, è solo uno strumento. Il coltello in effetti si utilizza nella vita di tutti i gior ni per diversi scopi, come già sapete. Con un coltello spalmo il burro sul mio panino, come fate tutti, ma questo strumento può essere un’arma pericolosa. La persona che sta impugnando un coltello può essere pericolosa e imprevedibile quando lui o lei hanno intenzioni bellicose. Le ricerche sulla violenza di strada mostrano che le persone che portano con se un coltello spesso si feriscono. Secondo l’FBI, che ha investigato sui casi di violenza in cui è stato fatto uso del coltello, è stato dimostrato che solo nel 2011 il coltello è stato causa di violenza mortale cinque volte di più che le pistole o i fucili. È buffo che la gente negli USA protesti principalmente contro il possesso di armi da fuoco. In Gran Bretagna, il numero di casi di violenza nei quali è stato usato un coltello è stato di 60.000 in un solo anno, pari a circa 160 incidenti ogni giorno. Le vittime sono soprattutto uomini e la maggior parte hanno tra i 10 e i 25 anni. A Londra sono 1000 i casi denunciati ogni giorno. Sui giornali si può leggere che “un ragazzo di 19 anni, camminando per strada a tarda ora della notte, è stato attaccato con violenza e pugnalato a morte. È stato attaccato per una discussione con un altro gruppo di giovani e all’improvviso è stato aggredito. Un luccichio letale di metalli e pochi minuti dopo giaceva sanguinando sul marciapiede, pugnalato al cuore (Londra 2009). Ci sono molti esempi di violenza mortale nei quali si impiegano i coltelli.
Fattore psicologico È innegabile quanto pericolosi siano i coltelli quando sono nelle mani sbagliate. Il coltello, realizzato con fini di autodifesa, spesso si ritorce contro la persona che lo impugna. Nell’allenamento con i coltelli si impara ciò che un coltello può fare. L’addestramento ci insegna i suoi rischi e come agire quando uno si trova in una situazione pericolosa. Cercate di evitare
lo scontro o fuggite dal vostro avversario. Se non si può evitare lo scontro, l’addestramento di base potrebbe darci una miglior opportunità di sopravvivenza. In altre parole, chi si trova in tale situazione, in genere, si ferisce. La violenza si può prevedere. Quasi in qualsiasi gruppo, qualcuno porta con se un’arma, e 8 volte su 10 sarà un coltello. In quella situazione la sopravvivenza è l’unica meta, prima che la violenza cominci ad aumentare è necessario stimare come si intensificherà per poterla evitare in tempo. Nell’esempio precedente, si legge come un ragazzo di 19 anni si sia messo in una situazione di questo tipo e non sia sopravvissuto. Credo che il poveretto non abbia visto arrivare l’attacco. Non so cosa realmente sia accaduto, ne come sia iniziata a crescere la violenza, ma quello si sa è che la violenza si amplifica nei gruppi. I giovani si incitano l’un l’altro e poi la situazione va fuori controllo. Esiste un fattore psicologico nella situazione che viene rafforzato dall’uso di alcool e droghe, a causa delle quali la gente perde di vista la realtà. Le indagini mostrano che il consumo di alcool si associa in maniera significativa alla violenza, oltre ad un aumento nel consumo di 1 litro a persona all’anno, che vuol dire un incremento del 8% del tasso di violenza. Questo è ciò che ci dice la matematica, direi. Ci sono dei giovani che fuori o dentro casa consumano una grande quantità di alcool. Si istigano reciprocamente, c’è una discussione con un altro gruppo, quanto rapidamente apparirà la volontà violenta? Questo è molto facile da prevedere. Inoltre, una dose sufficiente di adrenalina li aiuta a scatenare la situazione e ad aumentare la violenza che sfocia in un comportamento triviale che può portare alla violenza più cruenta. Ciò che la gente – che non ha mai tenuto un coltello in mano o che non possiede un addestramento di base – non capisce è che il fattore psicologico nel combattimento, acquista improvvisamente una nuova dimensione quando uno tira fuori un coltello. Per esempio, diciamo che un pugile ben allenato nel combattimento senza armi e che può difendersi adeguatamente, probabilmente vincerebbe in una
situazione nella quale non si lotta con un coltello. Però se lo stesso pugile deve combattere contro un avversario armato di coltello, il risultato sarà incerto. Anche se l’avversario non sarà in gran forma, non è allenato nelle tecniche della boxe ed è armato solo di coltello, deve fare solo un piccolo movimento per infliggere un serio danno. Questo genere di armi in mano a persone insicure rendono quest’ultime imprevedibili perché essendo armate, si ritrovano con una falsa sensazione di fiducia. Le persone con fiducia in se stesse di solito non portano con se un coltello. Non sempre possiamo essere sicuri per le strade, ma la possibilità di usare un coltello aumenta nel momento in cui esci di casa con un coltello in tasca. Assumersi la responsabilità come maestro e mettere l’accento più volte sul fatto che ci sono delle conseguenze se si usano dei coltelli non è così difficile da capire e non bisogna essere particolarmente intelligenti. Chi vuole andare in galera per aver usato il coltello in uno scontro? Questo è ciò che dico ai miei allievi.
Coltelli proibiti dalla legge Coltelli (anche chiamati “coltelli retrattili” o “coltelli automatici”) – nei quali la lama è nascosta all’interno del manico e scatta quando si preme un bottone Coltelli a farfalla – dove la lama si nasconde all’interno di un manico che si divide in due intorno ad esso, come due ali; le ali ruotano intor no al coltello aprendosi o chiudendosi Coltelli mascherati – per esempio, quando la lama è nascosta dentro la fibbia di una cintura o un falso telefono cellulare. Coltelli “gravity” Spade di legno Spade samurai (con alcune eccezioni, incluse quelle antiche e le spade realizzate con i metodi tradizionali prima del 1954) Artigli per i piedi o per le mani Daghe da spinta Kubotan (portachiavi a forma di cilindro) con le punte taglienti Shuriken (anche conosciuti come “stelle della morte” o “stelle da lancio”)
Guardate il mio calendario su HYPERLINK " http://www.scseskrima.nl" www.scseskrima.nl HYPERLINK "http://www.scseskrima.nl" http://www.scseskrima.nl, se mi trovo nella vostra zona per un seminario, potete venire a praticare con noi, non ve ne pentirete. Vi do il benvenuto nel mio mondo, il mondo dell’Eskrima.
Defensa Personal Kusari gama (falcetto legato a una corda, a un cavo o a uno spago) Kusari (peso attaccato a una corda, cavo o spago) Karambit
Coltelli per divertimento Il combattimento con coltello è molto di più che una difesa personale. È soprattutto divertente da praticare. Conferisce ai riflessi un qualcosa che non si può ottenere con un allenamento ordinario e senza coltelli. La coordinazione occhio-mano viene fortemente sviluppata, ed è anche importante aumentare la coordinazione, la velocità e il timing. Un altro aspetto molto importante è che aiuta a migliorare notevolmente nel combattimento a mano
nuda. La lotta col coltello migliora i riflessi e la coordinazione. Inoltre è molto competitiva e divertente e aiuta a padroneggiare e a costruire la fiducia in se stessi. Si impara a disarmare e a come fare degli ottimi esercizi. Basti pensare a tutte le possibilità, mani nude contro coltello, coltello contro coltello, prese, ecc., e non bisogna dimenticarsi di tutte le altre armi, come il karambit, il machete e l’ascia da guerra, assolutamente divertenti.
Morte istantanea Lo sparring è un’altra parte dell’allenamento. Bisogna proteggersi con un caschetto, un coltello sicuro da allenamento e ovviamente con delle buone regole da rispettare! Ogni cosa
deve essere fatta in sicurezza. Per questo ho di recente introdotto un nuovo metodo di sparring. Si tratta di un minuto di combattimento e le regole sono semplici: (1) Non si può tirare pugni o calci, (2) ci si focalizza principalmente sul combattimento col coltello. Come si maneggia il coltello, sia tecnicamente che tatticamente e la più importante di tutte (3) quando si subisce un disarmo o si perde il coltello, il combattimento finisce e si viene eliminati. Agli allievi piace molto questa variante, pensano che sia veramente valida e divertente, tutto si riduce a quel minuto. E provoca sia gioia che delusione. Ho provato questa variante in Olanda, Belgio e Germania, e questo metodo risulta molto popolare e assai fattibile per le competizioni di close combat.
Responsabilità dei Maestri I Maestri hanno una grande responsabilità, dopotutto essi allenano gli allievi e spesso sono dei modelli per questi. Ci sono Maestri nel combattimento con coltello che non sono buoni ad insegnare o le cui capacità sono insufficienti; con la conoscenza di pochi esercizi non si diventa ottimi fighters con il coltello, tantomeno dei validi maestri. La lotta col coltello non si
impara solo dai materiali didattici, i DVD sono soltanto un completamento. Non si può imparare da un DVD in una sola giornata, semmai lo si può intendere come una piccola introduzione all’uso del coltello. Se volete trasformarvi in abili combattenti con il coltello, dovrete imparare tutti gli aspetti dello stesso e allenarvi in maniera responsabile in modo che possiate anche offrire un addestramento efficace alle generazioni successive.
Pugnalare e tagliare Quindi il combattimento con il coltello non è solo pugnalare o tagliare, è molto di più. E’ divertente da praticare ed è un ottimo sistema di allenamento per acquisire resistenza, velocità, coordinazione e molto altro. Se volte sapere di più sul combattimento con il coltello o sull’addestramento, o se desiderate organizzare un seminario, non dovete far altro che mettervi in contatto con me.
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Il termine “Difesa Personale” ha una connotazione negativa che già dal principio può portare al fallimento per l’individuo. Il problema è che questa etichetta si rispecchia nell’immagine che la persona è vittima di un atto violento o di un’aggressione e quindi deve realizzare un’azione difensiva. Questa premessa di agire dopo che è avvenuto il fatto violento, è la ragione per la quale la maggioranza delle persone soccombe alle azioni dell’aggressore e non recupera mai completamente dall’attacco iniziale o dalla paura che induce tale situazione. La donna non deve mettersi sulla difensiva; deve essere cosciente della propria situazione e non sottostimare o ignorare le possibili minacce. Ella deve essere propositiva, prendere l’iniziativa e avere l’impeto di provocare confusione nella mentalità dell’attaccante, per poter avere qualche vantaggio. “Autoprotezione Kyusho” è un processo di allenamento che offre agli individui più deboli, più lenti, più anziani o meno aggressivi, delle chance contro il più grande, più forte o più aggressivo degli attaccanti. Tramite l’uso degli obbiettivi anatomici più sensibili del corpo, collegati alle proprie azioni e inclinazioni naturali del corpo, puoi proteggere facilmente te stessa o gli altri, anche in situazione di stress o di limitazioni fisiche quando la tua adrenalina si scatena. Attraverso un lavoro graduale e progressivo delle tue innate abilità motorie (invece che delle tecniche altrui), le tue possibilità di vittoria sono notevoli.
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Grandi Maestri “MOLTIPLICATORI DI FORZA” – 2° Parte – Come abbiamo già detto nella prima parte di questo articolo, migliaia di oggetti ordinari possono essere utilizzati come armi improvvisate per difendersi in caso di emergenza. Tuttavia, è ovvio che sarebbe impossibile allenarsi con ognuna di esse. Inoltre, non avrebbe senso praticare con oggetti che non sarebbero disponibili in qualsiasi momento. Per esempio, se qualcuno entra in casa vostra e vi attacca, una robusta padella potrebbe essere usata efficacemente come un’arma improvvisata per difendersi. Ma visto che non è probabile che, camminando per la
strada, andando a lavorare o a fare la spesa, ci portiamo dietro una padella, un allenamento di “tecniche con la padella” non sarebbe utile. Solo gli oggetti che si possono, legalmente, possedere in ogni momento e in tutti i posti meritano di investire il tempo richiesto da un allenamento adeguato e specialistico. Un altro dei criteri che devono essere utilizzati nella selezione di oggetti con applicazioni di autodifesa che dobbiamo studiare, è assicurarsi che l’oggetto in questione sia in linea con il “principio di sostituzione”. Ciò vuol dire che se non avete accesso immediato a
quell’oggetto esatto, può essere sostituito da uno molto simile e impiegato allo STESSO modo, utilizzando le stesse tecniche. (Vi farò degli esempi precisi di questo importante principio nel corso del nostro riassunto dei Moltiplicatori di Forza del Combat Hapkido). Pertanto è di vitale importanza scegliere gli oggetti che hanno molte somiglianze con altri (persino identici), il che permette di sostituire uno con un altro in maniera naturale e senza sforzo. Ora siamo finalmente arrivati al punto in cui condividerò con voi gli aspetti specifici che abbiamo scelto come Moltiplicatori di Forza del Combat Hapkido. Lo studio e l’addestramento di questi oggetti non è obbligatorio nel nostro sistema; sta al singolo istruttore in ciascuna scuola decidere quale dei moltiplicatori di forza includere nel programma di studio, i requisiti specifici e la quantità di tempo da dedicare al suo allenamento. La ragione di questa flessibilità si
deve al fatto che le nostre scuole si trovano in aree geografiche assai distinte e bisogna far fronte ad un’ampia varietà di condizioni demografiche, come l’età degli allievi, la cultura, la situazione economica, l’abbigliamento e le capacità fisiche. Non tutti gli oggetti sono ugualmente appropriati per chiunque.
I Moltiplicatori di forza del Combat Hapkido sono: La cintura – (Principio di sostituzione, oggetti: corda, spago, cavo) – tutti possono usare una cintura legalmente, in qualsiasi posto e a qualsiasi
ora. La cintura è un oggetto estremamente versatile e utile. Si può utilizzare per parare dei colpi, calci e attacchi con armi. Si può impiegare per colpire (quasi come una frusta); avvolto intorno al vostro pugno per colpire con più forza; per afferrare e per strangolare. Si può usare per legare e sottomettere un individuo e, in caso di emergenza, può servire anche come laccio emostatico. Pertanto, anche se non avete bisogno di una cintura per tenervi i pantaloni, portatela con voi, non si può mai sapere! Il portachiavi – (Non qualsiasi portachiavi, solo quelli disegnati appositamente per le applicazioni di difesa personale come il Munio e il PRO-TEK). Qui abbiamo un altro esempio di qualcosa che potete portare con voi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Il tipo appropriato di portachiavi è utilizzato per colpire i punti di pressione e le aree anatomiche più deboli. In maniera limitata, si può anche utilizzare per volteggiarlo e per colpire con le chiavi, soprattutto gli occhi dell’aggressore. Il portachiavi è un moltiplicatore di forza a corta distanza che verrà usato nelle prese, nel grappling, negli strangolamenti…ci sono molti prodotti in commercio che combinano portachiavi con diversi tipi di “spray al peperoncino”, piccoli coltelli e altre armi di difesa personale e, sebbene questi siano efficaci, non è legale portarli con se in molte zone e vengono sequestrati se cercate di portarli in aereo. Ricordate: se appare come un’arma e si vende come un’arma, è a tutti gli effetti un’arma! Portate con voi solo quegli inconfondibili portachiavi semplici, concepiti unicamente come tali. Le applicazioni di autodifesa dipendono dall’addestramento, non dalla forma. Il Bastone – (Oggetti principali di sostituzione: ombrelli) – I diversi tipi di bastoni, canne e bastoni da passeggio esistono da migliaia di anni. Secondo i nostri obbiettivi, possiamo
prendere solo in considerazione bastoni semplici, moderni e funzionali. Ripeto, se osservate una spada-bastone del XVIII secolo, quella è un’arma! Il bastone può essere usato come moltiplicatore di forza da lunga distanza ed è particolarmente efficace per parare e colpire. Con l’allenamento adeguato, si possono effettuare proiezioni, strangolamenti e tecniche di bloccaggio abbastanza complesse. Come sempre, bisogna usare il buonsenso e rendersi conto che il bastone deve essere adatto all’età della persona. Non è normale per un bambino di 12 anni camminare per strada con un bastone (almeno che non ci siano reali motivazioni mediche), mentre nessuno farebbe caso a un uomo o a una donna oltre i 50 che camminano appoggiandosi ad uno di questi. Dal momento che è legale avere un bastone ed è permesso in qualsiasi posto (anche in aereo), se non vi sentite comunque a vostro agio, lo potete sostituire sicuramente con un ombrello (anche se può essere ugualmente complicato spiegare perché si va in giro con
un ombrello in una bella giornata di sole). E, anche se qualsiasi ombrello può servire al caso, si deve optare per uno di quelli prodotti appositamente per la difesa personale (ne ho sempre uno nella mia auto!). Sembrano normalissimi ombrelli, non armi. Tuttavia sono più robusti e più resistenti (e costano molti più soldi) degli altri. Il Dan Bong – Qui il principio di sostituzione è necessario perché è probabile che non si porti mai l’arma da allenamento reale da nessuna parte. Dan Bong è il termine coreano che sta per “bastone corto”, che è quello che usiamo per allenarci: un bastone di legno tra i 20 e i 35 cm di lunghezza e 3 di diametro. Il Dan Bong è ideale per l’allenamento, ma non si può portare per strada. Questo è il moltiplicatore di forza con più oggetti di sostituzione disponibili: un righello, una torcia, un ombrello corto, un portachiavi di tipo Kubotan, una rivista arrotolata, una penna di metallo, ecc… Gli oggetti alternativi possono variare molto di misura, forma e materiale. L’obbiettivo finale è contare su un Moltiplicatore di forza robusto e maneggevole, che permetta di eseguire colpi rapidi e di grande fattibilità verso i punti deboli dell’aggressore. Se optate per realizzare un allenamento avanzato con il Dan Bong, potete anche imparare ad eseguire tecniche di lussazione molto dolorose. Quindi, questi sono i 4 oggetti (e i loro supplenti) che il Combat Hapkido include nel suo programma. Offriamo anche un addestramento con armi reali come coltello tattico e bastone telescopico e incitiamo i nostri allievi ad imparare il più possibile, tenendo conto che le leggi e le normative della loro area potrebbero impedire di esercitarsi o persino di possedere tali armi. Come promesso, vado a elencare alcuni siti in cui potete trovare alcuni dei moltiplicatori di forza che abbiamo descritto in questo articolo: www.SafeAndStylish.com PROTEK – Portachiavi da difesa personale: www.protekkey.com BASTONI DA AUTODIFESA: www.canemasters.com O M B R E L L I INDISTRUTTIBILI: www.stadion.com DAN BONG E DVD DI ALLENAMENTO: www.combathapkido.com Può essere che il Moltiplicatore di Forza sia con voi!
Le 16 strategie di combattimento del Weng Chun Kung Fu – 2° Parte Huen Lau Kao Da La giunca rossa del Weng Chun (in cinese: Ban Chung Weng Chun) Le 16 strategie di combattimento della tradizione della Barca Rossa del Weng Chun si basano sui primi quattro di essi, il Loi Lau Hoi Song: il praticante di Weng Chun da al suo avversario l’opportunità di attaccare e spingere in avanti, e prende in prestito la sua forza per guadagnare maggior impulso per il proprio contrattacco (Loi Lau). L’avversario non può ritirarsi di nuovo per combattere a lunga distanza e ricaricare la sua forza, poichè lo si sta incalzando (Hoi Song) obbligandolo a rimanere nel combattimento a corta distanza nella quale lo si sta controllando. Nella seconda definizione, le seguenti strategie forniscono al praticante di Weng Chun dei procedimenti efficaci per questo obbiettivo: Huen (circolare) Lau (spirale) Kao (presa) Da (pugno). Se un avversario, per esempio, attacca con un pugno diretto, il suo obbiettivo viene ostacolato con un cerchio. Inoltre si mette automaticamente in una peggiore posizione di azione, perchè Testo: Andreas Hoffmann, Christoph Fuß Fotos: Archiv Andreas Hoffmann, Gabriela Hoffmann
Weng Chun
il cerchio fa si che sia facile intercettare la sua linea di forza lateralmente, o anche girargli alle spalle. Da questa situazione vantaggiosa è facile per il praticante di Weng Chun applicare immediatamente le tecniche di presa usando le mani, i piedi o altre parti del corpo. In questa maniera si evita che l’avversario recuperi la distanza, o detto in altri termini lo si sta risucchiando, sfruttando l’impulso addizionale a proprio vantaggio. Nel farlo, è importante colpire (Da) l’avversario con colpi circolari o a spirale, perchè i diretti lo allontaneranno e renderebbero quasi impossibile mantenerlo a una distanza molto corta. Solo quando è intrappolato a corta distanza possiamo allora utilizzare anche le combinazioni di colpi diretti. Lau (spirale, semicerchio, la strategia che fluisce) entra in gioco quando i colpi vengono bloccati dall’avversario. La forza della sua parata si raccoglie e si utilizza a spirale o circolarmente per guadagnare un miglior controllo sul contendente e continuare a colpirlo mentre si fluisce in avanti.
Questo concetto di fluire in aventi (Lau) è cruciale, perchè con questo l’avversario tenderà a sovraccaricarsi, mantendolo così totalmente occupato nella propria difesa o facendogli perdere la bussola. Decisamente conosciuta è la Lin Wan Kuen, la catena di colpi del Weng Chun che si applica dalla corta distanza. I pugni nel combattimento a corta distanza (Da), la strategia in cerchio (huen), la strategia della spirale – o del fluire in avanti (Lau) o dell’agganciarsi all’avversario (Kao), si combinano con buoni risultati. Seguendo le medesime strategie, si utilizzano anche i calci Weng Chun della tradizione della Barca Rossa per attaccare le tibie, le ginocchia e l’inguine. Inoltre le gambe dell’avversario si agganciano (kao), bloccando o attaccando costantemente utilizzando tecniche a catena (Lao). Il GM Fung Siu Ching portò il Weng Chun della barca rossa dalle Giunche Rosse di Foshan e lo tramandò al GM Tang Suen. Di seguito, si è aperto la strada verso Hong Kong attraverso di lui. Suo
figlio, il GM Tang Yick, venne reclutato come istruttore capo dalla famosa scuola di Weng Chun Dai Duk Lan dal GM Way Yan, uno dei Maestri dell’occidentale Andreas Hoffmann che anch’egli si è allenato lì. Il GM Way Yan unificò il Weng Chun della Barca Rossa con lo Shaolin Weng Chun e oggi, nell’Associazione di Weng Chun Kun Fu Inter nazionale, questa è la corrente che viene tramandata. Gli esponenti più conosciuti del Weng Chun della Barca Rossa in Cina erano il GM Pak Cheung (Foshan) e il Gm Tam Pui Chyun (Zhaoqing). I loro allievi insegnano ancora l’Arte nel sud della Cina, tra gli altri il GM Leung Wai Choi a Zhaoqing e il Gm Yau Chi a Foshan. Può darsi che queso patrimonio unico delle Arti Marziali e culturali cinesi, sorto dalla tradizione Shaolin e dal movimento della Barca Rossa, resista al passare del tempo. Può darsi che possa aiutare molte persone a dare forma alle loro capacità in molti modi, per proteggere gli altri e se stessi contro dei nemici esterni e interni.
Weng Chun
Corea Le armi del Hwa Rang Do®: studio tradizionale e combattimento sportivo Introduzione L'evoluzione delle tecniche di combattimento coreane _ iniziata circa 5000 anni fa, nel periodo KoChoSun della storia coreana. Nel KoChoSun si svilupp_ una forte tradizione militare guerriera, tanto che il territorio annesso si allarg_ velocemente includendo la Manciuria e parte della Cina. Le radici dell'Arte Marziale Hwa Rang Do® organizzata formalmente e fondata dal Dr Joo Bang Lee (Do Joo Nim, 10° Dan di Hwa Rang Do® e tra i principali Gran-Maestri che hanno influenzato la creazione dell'Hapkido) si trovano nelle tecniche di combattimento dei Hwarang, cavalieri dell'antico reame coreano Silla del periodo dei tre regni, fondato nel 57 Avanti Cristo. Tali regni erano in costante conflitto ed inoltre minacciati dall'invasione cinese nonch_ dalle invasioni delle trib_ barbariche dei confini esterni. Il trattato “Hwarang Segi” documenta le vite di oltre 100 cavalieri Hwarang vissuti in tale periodo, le loro battaglie ed epopee ed anche le conquiste e le perdite in battaglia. E' incredibile pensare che un cavaliere Hwarang spendeva pi_ del 70% della sua vita militare, delle sua carriera, in battaglia. Solo una profonda motivazione individuale, un rigido codice etico guerriero ed una profonda spiritualit_ potevano reggere un tipo di vita come questo. Queste tecniche segrete di combattimento, denominate Um Yang Kwon (misto di tecniche dure e morbide), sono state tramandate senza interruzioni per 58 generazioni sopravvivendo, cos_, per secoli. Il Hwa Rang Do® _ un'arte che racchiude sia elementi marziali (Mu Sool) che tecniche di guarigione (In Sool). Il Monaco Suahm Dosa, 57° successore della tradizione Hwarang, insegn_ tali tecniche al Dr. Joo Bang Lee ed a suo fratello Joo Sang Lee a partire dal 1942 in isolamento sulle montagne della Corea. In particolare gli elementi marziali Mu Sool sono stati organizzati, nel Hwa Rang Do®, in quattro parti fondamentali: Nae Gong - sviluppo, il controllo e la direzione della propria energia interna (Ki);
Wae Gong - sviluppo e controllo della forza esterna che prende forma in pi_ di 4000 tecniche a mani nude codificate nel programma di studi dell'Arte; Moo Gi Gong - uso offensivo e difensivo di circa 108 armi tradizionali suddivise in 20 categorie di metodi; Shin Gong - studio, sviluppo e controllo della mente umana. In questo articolo si prende in considerazione il Moo Gi Gong: impiego offensivo e difensivo delle armi tradizionali ed il Moo Gi Dae Ryun, evoluzione sportiva del combattimento armato del Hwa Rang Do®.
Il Hwa Rang Do® Moo Gi Kong (Armi tradizionali) Nel Hwa Rang Do® si insiste nell'impiego di un grande numero di armi il pi_ possibile nella loro forma orginale ed efficace, ad esempio le lame sono d'acciaio e per i gradi pi_ alti sempre affilate, i bastoni sono in legno pieno per colpire a meno che non vengano usati a scopo dimostrativo ed acrobatico, e cos_ di seguito. L'impiego dell'arma in acciaio resistente ed affilato _ determinante negli esercizi individuali sia perch_ cambia totalmente il livello di attenzione del praticante che in relazione all'acquisizione di cattive abitudini nell'impiego dell'arma stessa (bisogna ricordare che in una situazione reale l'acquisizione di automatismi sbagliati porta a risultati molto negativi). Un classico esempio _ quello del pugnale che deve essere conosciuto in ogni suo pi_ piccolo aspetto: peso, bilanciamento, curva del taglio, lunghezza della lama e del manico, forma, ecc. Questo pu_ essere ottenuto solo maneggiandolo frequentemente, rispettandolo, pulendolo ed allenandocisi costantemente. Bisogna adattarsi poi, alla pratica di differenti tipi di pugnali al fine di imparare velocemente come impiegarne al massimo le diverse caratteristiche in combattimento. Un discorso molto simile si pu_ fare per la spada e per i metodi di taglio (Be Gi Sool). Per iniziare ad impiegare le armi il Hwa Rang Do® insegna innanzitutto degli esercizi di base a solo e da fermi (drill), ad esempio la tecnica di taglio dall'alto in basso con la spada o il
colpo circolare con il pugnale. Successivamente si abbina il movimento delle e le posizioni pi_ complesse realizzando delle shortform; esse riproducono i vari metodi di attacco e difesa che possono essere realizzati tramite pugnale. Si inizia in una direzione fissa, ripetendo a destra e sinistra per poi passare ai cambi di direzione. Si deve sottolineare che il Fondatore Dr. Joo Bang Lee tende inizialmente a privilegiare l'impiego del solo braccio pi_ in uso del praticante e quindi il destro per il destrimano ed il sinistro per il mancino. In tal senso le tecniche sono asimmetriche. Solo quando l'abilit_ del praticante _ sufficientemente alta si passa all'impiego dell'altro braccio, clonando tutto ci_ che si riesce (bene) a fare con l'arto principale. Gli esercizi a solo racchiudono ovviamente dei segreti strutturali che consentono, una volta svelati, di trasformarli in esercizi di coppia e poi in esercizi di gruppo. Pi_ precisamente si individuano: • Tecniche di difesa da attacco armato (Hoshin Sool): diverse di queste sono un prerequisito gi_ per l'ottenimento della cintura nera 1° dan di Hwa Rang Do®; • Tecniche di attacco con arma contro persona disarmata: _ la parte del repertorio inerente le tecniche Sulsa, si tratta dei metodi di attacco veloce al fine di uccidere o procurare precise infermit_ (si studiano a livello molto alto, dal 5° dan di Hwa Rang Do® vengono combinati gli studi di agopuntura, digitopressione e di medicina orientale in genere a quelli di molte variet_ di armi al fine di aumentarne l'efficacia anche offensiva e non solo difensiva); • Tecniche di combattimento armato: ogni arma contro diverse tipologie di altre armi tra cui ovviamente primeggia spesso il pugnale per la sua praticit_ d'impiego (chi viene ammesso al Military Training del Hwa Rang Do® viene addestrato nel settore della difesa/offesa armata tra cui soprattutto il combattimento bastone contro bastone e pugnale contro pugnale). In questo settore _ stato ed _ pi_ che famoso il Sergente dei Ranger Micheal D. Echanis, uno dei pi_ grandi e primi allievi diretti del Dr. Joo Bang Lee (Fondatore del Hwa Rang Do®) che cre_ la prima scuola di metodi di guerriglia tattici non
Corea
convenzionali dell'esercito americano (gruppi speciali). Tale scuola _ divenuta punto di partenza per tutte le altre scuole similari per gruppi speciali che nel tempo si sono poi sviluppate. Il Sergente Echanis _ stato il primo americano a cui sia stato dato il titolo di “Sulsa” (esperto tecnico) ed _ un vero eroe militare americano occidentali, egli mor_ nel 1979 (Nicaragua) mentre addestrava le truppe della Guardia Nazionale del Nicaragua.
A questo va aggiunto quanto anticipato all'inizio ossia che lo studio tradizionale delle armi (Moo Gi Kong) riguarda l'uso offensivo e difensivo di circa 108 armi tradizionali suddivise in 20 categorie: • armi da taglio; • armi per dividere; • armi per spaccare; • armi con punta; • armi da lancio; • armi per afferrare e bloccare; • armi per battere;
• armi da fuoco; • armi per spruzzare; • armi pesanti per martellare; • bastoni di vario genere; • armi multi-sezione; • armi collegate; • ventagli; • armi uncinate; • armi ruotanti ed a forma di palla; • lance di vario genere; • armi piccole come aghi; • fionde ed armi elastiche per lanciare;
Corea
• armi a forma di disco. L'apprendimento di tali sistemi di combattimento armato consente al praticante di impiegare la maggioranza degli oggetti comuni come armi, obiettivo questo primario dell'addestramento marziale. L'uso delle armi tradizionali, inoltre, rafforza la struttura corporea e ne migliora le capacit_ di coordinazione motoria. Il Hwa Rang Do® individua, di base, diverse traiettorie di attacco e difesa da realizzare con il pugnale. L'idea di dover “disegnare” delle traiettorie con il pugnale durante la pratica _ molto utile per lo studente alle prime armi che riesce meglio a ricordare le possibili applicazioni dell'arma anche senza dover necessariamente interagire con altri praticanti (fonte questa inizialmente di possibili incidenti). Si riconoscono, negli esercizi, traiettorie lineari, circolari, incrociate e ad onda. Le prime formano una linea retta tra punto di partenza ed obiettivo del colpo (tipiche di punta) sia in senso orizzontale che verticale, le seconde formano curve seguendo la conformazione dell'arto che mantiene
l'arma (tipiche ad esempio delle tecniche di taglio), le terze combinano 2, 3, o pi_ volte traiettorie lineari e/o circolari al fine di ottenere un numero elevatissimo di combinazioni atte a difesa o attacco, di punta o di taglio, tutto seguendo movimenti ad otto ed infine le traiettorie ad onda in cui l'arma segue fondamentalmente un dondolamento. Tali principi di movimento permettono attaccare massimizzando l'impiego della forza centrifuga e della propria energia interna (KI) ottenendo delle combinazioni di difficile comprensione da parte dell'avversario e quindi estremamente efficaci in combattimento.
Il Hwa Rang Do® Moo Gi Dae Ryun (Combattimento armato sportivo) Il Gran-Maestro Taejoon Lee (8° dan), Presidente della World Hwa Rang Do® Association e figlio pi_ anziano del Fondatore dell'Arte (attuale Chairman dell'Associazione), ha codificato, negli ultimi 20 anni, un rivoluzionario metodo di
Stili Tradizionali combattimento armato sportivo del Hwa Rang Do® ed il Kendo (Gumdo in coreano), si _ usato il termine Gumtoogi: Gum = spada; Too Gi = tecnica di combattimento. I principi del combattimento sono simili in prima apparenza, ma il Gumtoogi permette colpi alle gambe cos_ come colpi con il corpo in rotazione. Questo generalmente non accade nel Kendo/Gumdo. Il Hwa Rang Do® _ stato concepito come un'Arte che rappresenta armonia e precisamente vuole rappresentare l'armonia dell'universo naturale delle cose. La teoria si cui si basa tale idea _ Um-Yang (Yin-Yang in cinese) che stabilisce l'esistenza di forze equalitarie ed opposte in natura che hanno contribuito e contribuiscono a creare e far funzionare il tutto. Nello stesso modo il Gumtoogi applica tale principio con movimenti che non sono solo lineari ma anche circolari, non si colpisce solo la parte alta del corpo ma anche quella bassa. L'obiettivo _ rendere pi_ completo possibile il metodo e quindi, in definitiva, dare allo studente la
combattimento armato sportivo che coinvolge l'uso di spade di bamb_ (singola e doppia) e di bastoni (lungo singolo e doppio corto). Lo scopo fondamentale di tale metodo di combattimento competitivo _ incrementare l'attenzione e la capacit_ di reazione dello studente attraverso le armi. La precisione di esecuzione richiesta per ottenere punteggio in gara, la complessit_ delle tecniche impiegabili e l'incredibile versatilit_ degli attacchi possibili ne fanno un mezzo di elevazione spirituale e della coscienza. Vincere o perdere passano in secondo piano cos_ come la necessit_ di parare i colpi. Si focalizza tutto su un attacco veloce, unico e “teoricamente” mortale che non bada alla propria incolumit_ ma fonda tutto sull'andare sempre avanti (“forward only”). Vengono impiegate delle tradizionali armature da Gum Do in attesa che siano pronte nuove armature tipicamente coreane. Sebbene tali armature siano state concepite per il Kendo giapponese, questa applicazione sportiva _ similare a tale arte da cui il loro impiego risulta valido. Ad ogni modo, per evitare confusione da parte del pubblico tra il
possibilit_ di massimizzare il suo potenziale umano in ogni direzione. Bisogna ricordare che fondamentalmente il Hwa Rang Do® non _ uno sport ma piuttosto una via di vita ed in tal senso i suoi metodi sportivi non si limitano a sviluppare efficacia ma soprattutto completezza. Lo scopo vero dell'essere umano _ comprendere come tutti funzioni in natura al fine di poter arrivare ad utilizzare la sua arma definitiva, quella pi_ grande: il suo intelletto. E' importante sottolineare che, al fine di consentire degli attacchi anche alle gambe, sono stati creati dei dispositivi di protezione specificamente progettati dal Gran-Maestro Taejoon Lee (Hache Hogu) che sono una reale innovazione nell'arte orientale del combattimento con spada e sono sottoposti ad un U.S. Patente Protection. Gli attacchi alle gambe e gli spin-attack (attacchi con rotazione) sono i veri capisaldi innovativi di questa metodologia di combattimento competitivo (vedere l'esempio nelle foto di questo articolo). Questi aspetti assieme alla enorme disciplina richiesta nel combattimento, ricco di etichetta ed auto-controllo, rendono l'esperienza del combattimento un momento di forte
Corea crescita personale, non solo un momento competitivo. La vittoria _ vista nei confronti dei propri limiti nell'impiego delle armi e la sconfitta come un momento di apprendimento. I combattimenti sono possibili con arma singola o arma doppia. Pi_ specificamente, i combattimenti (match) emulano l'uso di vere spade di diverse dimensioni. In generale il combattimento armato del Hwa Rang Do® viene indicato con il termine coreano “Mugi Daeryun” ed _ strutturato in diverse parti che si vanno a descrivere di seguito. La prima differenziazione _ tra armi con lama (spade) ed armi per battere (bastoni), nel primo caso si tratta del “Gumtoogi”, nel secondo di “Bongtoogi”. In
entrambe queste categorie si hanno armi di diverse lunghezze possibili (vedere di seguito) ma sempre si combatte lama contro lama e bastone contro bastone. Tipi di armi che si usano nei match: Gumtoogi - spade di bamb_: 1) Jang Gum = spada lunga; 2) Jung Gum = spada media; 3) Ssang Gum = spade gemelle (doppia spada); 4) Lancia Bongtoogi - bastoni di rattan: 1) Jang Bong = bastone lungo; 2) Jung Bong = bastone medio; 3) Ssang Bong = bastoni gemelli (doppio bastone).
4. Conclusioni Le armi del Hwa Rang DoŽ (Moo Gi Gong) costituiscono un campo di studi affascinante in cui gli strumenti “affilati� quali spada, pugnale, ecc. eccellono per presenza e ricchezza di tecniche. L'abbondanza dell'impiego delle armi in questa Arte si giustifica in primo luogo attraverso l'aumento della coordinazione motoria e della potenza fisica che tale pratica determina. In secondo luogo si deve a quella particolare simbiosi che si determina tra praticante ed arma quando l'impiego _ fatto secondo elevati canoni fisici, mentali e spirituali. Condizione indispensabile, comunque _ che il praticante sia in grado di impiegare bene almeno il proprio corpo prima di voler usare appropriatamente una qualsiasi arma ed _ per questo che il programma di studi del Hwa Rang DoŽ prevede il training intensivo armato solo per i gradi pi_ alti mentre uno elementare di base per i gradi minori. Il Moo Gi Dae Ryun in particolare consente di addestrare l'impiego delle armi contro avversari in competizioni sportive al fine di sperimentare i proprio limiti di utilizzo e reazione e di tenersi umili capendo che a qualsiasi livello di conoscenza dell'arma si arrivi c'_ sempre qualcuno in grado di superarlo. Si combatte sportivamente per capire se stessi e per comprendere la necessit_ di migliorarsi continuamente, fino alla fine della propria vita.
Il Wing Tsun è un eccellente stile di Boxe Cinese, che permette di dedicare tutta una vita alla pratica e alla crescita integrale del praticante. Idee, tecnica, filosofia, ecc… tutto fa parte di un’ARTE ancestrale e deve essere studiata e compresa come un TUTTO. Sifu Salvador Sanchez, nel suo secondo DVD, parla dell’uomo di legno e di come questo influisca nella pratica del Wing Tsun. Dato che nel sistema attuale la Forma si impara ai livelli più avanzati dello stile, molti praticanti che abbandonano non hanno l’opportunità di conoscere le sue idee, le tattiche e le strategie, e non possono includerle nella loro pratica. Per la TAOWS Academy è molto importante che il praticante comprenda che è questo è ciò che fa in tutti i suoi aspetti della pratica, e quindi in questo DVD seguiremo la stessa impostazione che seguiamo in qualsiasi lezione, seminario o allenamento. La nostra impostazione comprende 6 passi: il primo è l’idea da sviluppare, ciò che vogliamo ottenere. La seconda parte sono le forme (Siu Nim Tao, Chum Kiu, Biu Jee, Uomo di legno, ecc…) a seconda dei livelli; la terza sono gli spostamenti, la mobilità. Il quarto pilastro è il Chi Sao – Chi Gerk, l’aderenza, l’anima del nostro sistema. Il quinto elemento è la non aderenza, il non contatto, sapere cosa fare per arrivare al contatto con l’avversario in modo sicuro. Alla fine, il sesto settore è lo Sparring, il combattimento o Lat Sao. Bruce Lee diceva che s’impara a combattere combattendo ed è la cosa più esatta che un artista marziale abbia mai detto. Come renderemo il Wing Chun un Arte Marziale efficace e rispettata? Praticando esercizi di sparring che ci avvicinino al combattimento in maniera progressiva, fino a che ciascuno di noi ottenga il massimo, come fighter, che questo meraviglioso sistema ci può offrire.
REF.: • TAOWS-2
Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.
ORDINALA A:
Budo international.net
Discover your Greatness… Scopri la tua grandezza! Quando ormai tre anni fa decisi di fondare la TAOWS Academy scelsi un modo diverso di fare le cose. Decisi di prestare attenzione ai piccoli particolari. Di cominciare a trattare il mondo delle Arti Marziali con la professionalità e la serietà che merita. In pratica decisi di percorrere la mia strada in una maniera differente a quella della maggior parte delle scuole e associazioni di Wing Tsun attuali. Tutti i grandi cambiamenti devono cominciare da se stessi. Sono oltre 20 anni che pratico WingTsun. Ho avuto la grande fortuna di conoscere e praticare con alcuni dei più importanti maestri di WingTsun del mondo. Senza ombra di dubbio fu il mio Sifu Victor Gutierrez colui che più ha influenzato il mio modo di vedere il Wing Tsun e le Arti Marziali in genere, sebbene sia stato condizionato in buona parte anche da altri che hanno segnato il mio modo di comprendere le Arti Marziali. Quando il mio maestro decise di abbandonare l’insegnamento del Wing Tsun per concentrarsi nella sua evoluzione personale di questo sistema e l’applicazione per le MMA, io optai per proseguire nel cammino di questa Arte centenaria che tanto mi ha dato a livello personale e marziale. Ho ricevuto molte offerte da differenti associazioni internazionali per diventare responsabile in Spagna di quest’ultime. Alcune molto interessanti e invitanti per la grandezza delle stesse associazioni e i grandi nomi dei loro leader. Il mio lavoro come direttore della
OEWT Levante (sudest della Spagna) per quindici anni non era passato inosservato a molti: in quei 15 anni, ho avuto l’onore di formare oltre mille allievi e il merito di essere stato l’insegnante che ha attribuito più gradi tecnici (cinture nere) in tutta la Spagna. Ma devo anche sottolineare che alcune di queste cinture nere che ho formato quando ero responsabile della OEWT Levante, oggi sono referenti e direttori di grandi organizzazioni di Wing Tsun in tutto il mondo. Quest’ultimo aspetto produsse in me una enorme soddisfazione. Ma arrivato a un certo momento, decisi di avviare un grosso cambiamento nel metodo di pratica e di trasmissione del Wing Tsun e per quello non potevo permettermi di avere un “capo” che mi indicasse le linee da seguire. Volevo cambiare davvero tutto ciò che non mi piaceva e che a mio avviso non era buono per l’ARTE. Sono stati molti e importanti i cambiamenti che dall’origine della TAOWS Academy (The Art Of War Society) sono stati inseriti in ognuno degli aspetti relazionati alla pratica, allo studio e all’insegnamento del Wing Tsun e dei sistemi di Arti Marziali che vengono studiati nella nostra associazione. Sono stati tre anni nei quali, con un duro lavoro, abbiamo ottenuto grandi risultati, e questo ci da molta soddisfazione. Sono stati necessari tanto impegno e dedizione, ma i risultati stanno arrivando.
Alcuni cambiamenti… E’ assai frequente negli stili classici la diatriba dialettica tra praticanti che difendono la conservazione degli stili senza evolverli, lasciandoli così come sono arrivati a noi, e altri che propongono
cambiamenti e modifiche per adattarli ai nostri tempi. Sin dal primo giorno, ho deciso di svincolarmi totalmente da questa sterile discussione nella quale nessuno sarà mai d’accordo su qualcosa. Per me, stare nel mezzo vuol dire mettere in pratica i precetti del TAO. Adoro ciò che è antico, tradizionale, quello che ha un sapore d’annata. Ma allo stesso modo voglio che l’arte sia viva, dinamica, utile, adattabile, ecc… Pertanto, non ci resta altra via che cercare di scegliere il meglio da ciascuna di quelle tendenze.
Giorni fa, in una famosa pubblicazione di Wing Tsun internazionale, leggevo un famoso maestro che derideva coloro che cercavano di “reinventare la ruota”. Non è questo il punto, ma sarete d’accordo con me che la ruota che fu inventata vari secoli prima di Cristo, fatta in legno e metallo rudimentale, non ci servirebbe a molto se vogliamo fare un coast to coast degli Stati Uniti con un veicolo…Rifletteteci per favore… Il secondo cambiamento per ciò che concerne l’insegnamento, supponeva
una rottura TOTALE con la politica pseudo commerciale che utilizzano i grandi nomi del Wing Tsun in Europa. Pseudo in senso letterale, perché la maggior parte di essi, in certe occasioni, trattano gli allievi come tali richiedendo fedeltà totale e assoluta al maestro/guru e in altre gli danno un peso relativo, come se importasse solo della loro quota o del loro impegno economico. Io che mi dedico professionalmente all’insegnamento delle Arti Marziali non ho altra risorsa che far pagare per le
mie lezioni e i miei seminari (vivo di questo), ma credo fermamente che ci sia un’altra maniera di fare le cose. Una maniera nella quale la PRATICA di un ARTE ANCESTRALE è la cosa più importante di tutte. Questa è e deve rimanere al di sopra di tutto. E mai si deve mescolare la pratica con le questioni commerciali. Tantomeno la progressione tecnica all’interno dello stile deve essere collegata alla capacità economica perché questo, a mio avviso, creerebbe un problema grave per la stessa arte.
In terzo luogo, combattere contro il SETTARISMO che professano molti insegnanti di Wing Tsun che impediscono ai loro allievi di conoscere, condividere e studiare ciò che propongono altri insegnanti. Ho sentito non meno di 100 insegnanti affermare di praticare il WingTsun originale, autentico e migliore…Fino a lì potrei anche accettarlo, ma dopo continuano dicendo che il resto, a parte loro, non sanno minimamente cosa sia l’arte! Andiamo gente, solo loro possiedono la verità!
Riconosco che questo argomento mi suona un po’ comico oggi, ma per molti anni mi ha tormentato. Come può accadere tutto questo nel XXI secolo, in un mondo globalizzato e che si suppone abitato da liberi individui? Beh, sono certo che molti di coloro che leggono sanno di cosa parlo. Il quarto dei cambiamenti importanti che la TAOWS Academy propone agli appassionati del Wing Tsun è la ricerca costante dell’applicazione per la difesa personale o per il combattimento. Tutto ciò sembra ovvio, ma devo
rimarcarlo perché a mia opinione, molti rami e scuole si sono così perse nella ricerca delle origini o nel sapere se è venuto prima l’uovo o la gallina, che hanno dimenticato che il Wing Tsun è un sistema di Boxe Cinese che è nato come uno stile di combattimento completo per SCONFIGGERE un nemico! Dimenticare tutto ciò significa snaturare così tanto un sistema da trasformarlo in qualcosa di totalmente diverso dall’obbiettivo originario. Non si tratta di diventare “il miglior combattente del mondo”. Si tratta di riscattare i VALORI, LE CONOSCENZE e LE PERLE DI SAGGEZZA di un’arte antica per, dopo averla adattata a seconda delle necessità, trasformarla in un serio sistema di lotta. Un sistema che ci permetta di allenare in maniera metodica, profonda e appassionata questa Arte, per cercare di dare il meglio di sé. Il risultato delle battaglie? Dipende sempre dall’avversario che hai di fronte… Questo modo di lavorare, che adesso ci sta dando eccellenti risultati, è stato, senza ombra di dubbio, il motivo principale per cui ho creato questa associazione. Questi argomenti e altri sono stati esposti in un piccolo libro che ho scritto per la rivista Budo International, a mò di critica del Wing Tsun, che ha avuto grande successo e ripercussioni nella comunità dei praticanti di Wing Tsun. (“Alto Livello”. Sifu Salvador Sanchez. Ed.Budo International) Dopo questi tre anni di lavoro che han voluto dire grandi obbiettivi a livello organizzativo (Creazione di un Dipartimento nella Federazione Spagnola di Lotta Olimpionica e Discipline Affini, avviamento di un programma di studio in una università europea - Università di Alicante - che premia gli studenti con dei crediti
ufficiali, apertura di 50 scuole in Spagna e in altri paesi, ecc…) alcune delle nostre scuole ci hanno proposto di creare un motto. Uno slogan che rifletta la filosofia della WingTsun Europe e della TAOWS Academy. Non ci siamo affidati a nessuna azienda di comunicazione o marketing. Abbiamo generato un “brainstorm” alla nostra maniera che obbligasse i nostri istruttori e scuole a dimostrare cosa suscitava in loro la pratica nella nostra/sua stessa scuola. In poco tempo lo abbiamo creato: “Discover your Greatness…” “Scopri la tua Grandezza…” Trova dentro di TE, con la pratica di un’arte ancestrale e l’auto scoperta che nasce dalla pratica delle Arti Marziali, quella sensazione unica che ti provoca l’andare alla ricerca di sensazioni, comprensione e conoscenza di un’ARTE che è un autentico TESORO della Cultura Orientale per questa e le molte altre generazioni che verranno. Per concludere, ringrazio per la grande quantità di messaggi di supporto provenienti da tutto il mondo. E’ molto piacevole ricevere l’appoggio e l’approvazione di alcuni dei maestri più importanti di quest’arte. Non mancano i critici del nostro progetto, ma vogliamo ugualmente ringraziarli. Ci stimolano a lavorare più duramente e meglio. Da queste pagine voglio invitare gli appassionati del Wing Tsun a conoscere il nostro lavoro e a condividere le esperienze per cominciare la ricerca che sicuramente ci porterà a “scoprire la nostra grandezza” (è una ricerca individuale). Vi assicuro che sarete trattati come devono essere trattati i praticanti di Arti Marziali: con RISPETTO e UMILTA’!! Saluti a tutti!!
Allenarsi piĂš vicini alla realtĂ
Come abbiamo già detto nei nostri articoli precedenti, il KMRED è un gruppo di ricerca su Krav Maga, difesa personale e sport da combattimento, e la nostra priorità è quella di riunire in un programma coerente di Krav Maga, le linee tecniche in cui crediamo.
Questo programma è in costante evoluzione e sceglie ciò che permette agli allievi che ci seguono di praticare un Krav Maga moderno, pragmatico e basato sulla realtà del combattimento. Abbiamo notato spesso che aldilà della controversia delle opzioni tecniche, in molti casi, i metodi di allenamento utilizzato nella maggior parte dei centri, erano in qualche modo “asettici” e generalmente più adatti per una dimostrazione che per la realtà. Osserviamo anche, altrettanto spesso, che le persone che insegnano hanno seguito un programma di studi molto breve e/o si sono vantati del numero di iscritti confidando nell’effetto del trend passeggero del Krav Maga. Da parte nostra, abbiamo constatato da un po’ di tempo che l’efficacia di un metodo di
autodifesa da strada non è compatibile con una bella coreografia di combattimento. Pertanto, i nostri metodi di allenamento rispondono alle necessità reali degli allievi che addestriamo. Utilizziamo una propedeutica specifica e sperimentata da molti anni per permettere ai praticanti di fare fronte alla dura realtà di un’aggressione. Utilizziamo nelle lezioni una progressione graduale, adatta a ognuno di loro, con esercizi sulla riproduzione delle situazioni molto frequenti, privilegiando l’aspetto combattivo e riflessivo. Non bisogna dire bugie agli allievi quando si tratta di difesa
Allenarsi più vicini alla realtà
personale, perchè è in gioco la loro integrità fisica o la loro vita.
Alcuni esempi: Quando addestriamo qualcuno a difendersi da uno strangolamento frontale, mettere le mani attorno al suo collo, gridando e spingendolo senza stringere, è sufficiente? Per noi non lo è! Aumenteremo gradualmente la forza e la violenza della presa. Quando diamo dei pugni in faccia a una persona, bisogna codificare il tipo di colpo, la traiettoria, ecc., ogni volta? Non per noi! Il colpo con il bastone si deve sferrare allo stesso modo che per la strada,
iniziando con un bastone di plastica per condizionare il gesto, passando poi rapidamente a uno più duro. Il realismo e il cambiamento continuo degli scenari nella riproduzione delle situazioni di stress, devono essere le nostre priorità. Tuttavia, indipendentemente dai metodi che utilizziamo per i nostri esercizi, è imperativo garantire che questi si svolgano in condizioni ottimali di sicurezza.
Infatti, è difficile riprodurre un’aggressione reale con un coltello, per esempio, perchè avremmo troppe ferite o anche di peggio! Ma per avvicinarsi meglio a tutto ciò, possiamo utilizzare dei coltelli “duri”, coltelli con impulso elettrico, equipaggiamento di protezione come maschere, scudi, ecc., e soprattutto preparare il meglio possibile la persona che farà da aggressore! Per ultimo, vogliamo mettere l’accento su una cosa importante! Non ci si può “improvvisare” istruttori di difesa personale e mettere in pratica gli esercizi di gestione
dello stress e del combattimento. Si devono conoscere i limiti da non oltrepassare in questo genere di esercizi! Nel gruppo KMRED, abbiamo una lunga esperienza nell’insegnamento e sul campo. Tuttavia, questo non ci impedisce di allenare e seguire i consigli delle persone che provengono dagli ambienti professionali, come la polizia e i militari (di alcuni servizi speciali), per selezionare e proporre i nostri esercizi. Esperienza! Solo le esperienze reali dalle quali abbiamo imparato una lezione possono darci dei benefici.
Allenarsi più vicini alla realtà
“Esperienza! Solo le esperienze reali dalle quali abbiamo imparato una lezione possono darci dei benefici”
Shifu Shi Miaozhi, uno dei migliori Maestri sorti dalla più importante generazione di Shaolin e allievo dello stimato Maestro Shi De Yang, in questo DVD presenta una delle forme più caratteristiche dello stile Shaolin, la Xiao Hong Quan. L’origine di questo Tao Lu è a metà strada tra la realtà storica e la leggenda. Antica di secoli, tutt’oggi il suo insegnamento è ritenuto imprescindibile in questa Arte Marziale, grazie al fatto che contiene l’essenza stessa dello Shaolin Gong Fu ed è un ottimo strumento per imparare il Grande Metodo del Palmo, Zhang Fa (Tecniche di Palmo). Una delle caratteristiche che la rendono famosa è che risulta molto adatta al combattimento reale. Shaolin Hong Quan la si potrebbe definire come un Tao Lu il cui sviluppo è perfetto e ritmato, la tecnica è forte e potente, ma se viene eseguito correttamente potremmo dire che è “come il vento”. Questo Tao Lu possiede i movimenti e le posizioni base di altri tipi di Gong Fu. Possiede un completo sistema delle combinazioni di mani, gambe, occhi e spostamenti, così come di un intero sistema di teoria e pratica sulle proiezioni offensive e difensive. Il DVD comprende gli esercizi di riscaldamento, la routine dei movimenti a diverse velocità di esecuzione e angoli, la forma sequenza per sequenza e le applicazioni tecniche per la difesa personale. Una forma che tutte le persone interessate ad imparare questa arte marziale dovrebbero conoscere profondamente.
REF.: • MIAOZHI-1 Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.
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Cinema Marziale Poche stelle hanno brillato con questa forza nell’Olimpo del Cinema Marziale. Jean Claude Camille François Van Varenberg (Van Damme), nato in Belgio nell’Ottobre del 1960 ha sviluppato una carriera unica nel suo genere; una carriera che continua ad essere viva (ha appena terminato il suo ultimo film mentre diamo queste informazioni) e che ha spostato molto in alto l’asticella di un genere che non solo ha acquisito un propria dimensione, ma ha influito in maniera decisiva nella realizzazione di tutti i film d’azione del cinema moderno. Una carriera fantastica, piena di titoli indimenticabili per i suoi molti fans, lo ha consacrato la superstar che è oggi. 12 milioni di fans in tutto il mondo seguono il suo profilo su facebook e il suo nome è garanzia di successo e credibilità nel mondo del cinema. Ma questi dati e molti altri sono noti a tutti; poche sono le persone che tuttavia possono parlare dell’altro Van Damme; gente come l’autor e di questo ar ticolo, Mike Leeder, scrittore e produttore di Hong Kong che lo conosce da 25 anni, o come Don Warrener, il nostro editore negli USA che lo conosce bene da almeno 15 anni, che oggi condivideranno con voi i loro aneddoti e la visione dell’altro uomo, la persona, l’essere umano che si nasconde sempre dietro la maschera dell’attore. I personaggi pubblici sono (ognuno al suo livello) sottoposti alla pressione e al giudizio della gente, che è incapace di distinguere tra la persona e il personaggio. Avere sempre gli obbiettivi puntati addosso, mettersi in prima linea, li trasforma nel bersaglio dei pensieri e dell’energie, dei sogni e delle fantasie di una moltitudine di persone. Di sicuro non è stato semplice essere “Van Damme” e quell’esperienza unica di fama e successo comporta delle pressioni sull’individuo che nessuno può
L’altro Van Damme comprendere meglio di lui stesso. Con ammirazione per l’attore, ma soprattutto con simpatia e rispetto verso l’essere umano che c’è dietro, con questo articolo abbiamo voluto rendere il giusto omaggio a JCVD, alla persona. Quelli che, e sono dappertutto, hanno la lingua lunga e la critica facile, attraverso questo pezzo ne conosceranno un’altro lato e forse impareranno ad apprezzarlo da un diverso punto di vista, nel quale non viene prima quello che desiderano gli altri, ciò che tutti vorrebbero vedere, bensì l’uomo. Mr. Van Damme, è sempre un onore averla in copertina! Alfredo Tucci Teto: Mike Leeder Fotos: Don warrener
Cinema Marziale Ho avuto il piacere di conoscere Jean Claude Van Damme per oltre un quarto di secolo, l’ho intervistato un sacco di volte in vari paesi e in vari set conematografici, e ho avuto il piacere di appr ezzarlo meglio nel corso di questi anni. Infatti, mentre scrivo questo pezzo, sto ancora terminando la coproduzione del suo ultimo progetto, un thriller d’azione
diretto da Ernie Barbarash, che abbiamo girato negli ultimi mesi in Cina. Durante questi anni JC è stato seguito moltissimo dai media ed è apparso sulle copertine di svariate riviste, ma tuttavia c’è un lato che poche persone conoscono. E grazie al nostro stimato editore Don Warrener, questo mese abbiamo l’opportunità di parlare di un Jean Claude Van Damme decisamente inedito.
L’altro Van Damme Il Jean Claude Van Damme che nessuno conosce! L’ho conosciuto per la prima volta negli uffici di Londra della compianta Cannon Films, dove era organizzata la proiezione di “Senza esclusione di colpi”. Entrai nell’ufficio ed era seduto nella reception, era un giovane assai carismatico che immediatamente mi resi conto di averlo già visto in azione nel film “Kickboxers-Vendetta personale”, nel quale interpretava il lottatore russo che combatteva contro il protagonista. Il segretario mi disse che c’era da aspettare per la proiezione e così colsero l’occasione per presentarmi il giovane Jean Claude, che sembrava un tantino sorpreso nel sapere che io l’avevo già visto all’opera (Kickboxers – Vendetta Personale fu un grande successo in VHS nel Regno Unito alla fine degli anni ’80, e lo scoprimmo in Europa molto prima che negli States!) Sembrava che ci fossimo messi d’accordo fin dall’inizio e così cominciò a parlarmi dei diversi alti e bassi e del fatto che la realizzazione di “Senza esclusione di colpi” non era stata facile, oltre che la sua uscita fu sul punto di essere cancellata tanto che lui stesso entrò in sala di montaggio per lavorare sulla riedizione delle scene di combattimento e recuperare tutta l’emozione e la magia che avevano. La proiezione andò bene e noi andammo in un bar li vicino per fare un’intervista rapida e sincera, con la promessa che ci saremmo tenuti in contatto. Adesso si sente spesso nell’industria, ma è raro incontrare qualcuno che mantenga la parola; un pò di tempo dopo, quando Jean Claude era di ritor no nel Regno Unito per il debutto di Kickboxer, mi riconobbe e trovò il momento per fare un’intervista e da allora probabilmente l’ho intervistato almeno una volta all’anno, arrivando a conoscerlo sempre meglio. Ho lavorato con lui dietro le quinte per un paio di cose e più di recente ho coprodotto il suo ultimo film, nel quale ho potuto aggiungere ancora
“Senza perdere tempo JC tirò fuori il suo cellulare e chiese all’uomo il numero del padre e così gli diede il telefono per chiamarlo”
una cosa alla mia personale lista, quando mi sono trovato in una scena di combattimento proprio faccia a faccia con lui. Bene, quando dico scena di combattimento, lui è almeno sette gradini sopra di me, parlo di una scena di combattimento di altissimo impatto con la coreografia di John
Salvitti, il coordinatore delle scene di Donnie Yen. Col passare degli anni JC ha fatto parlare molto di se, a volte per i suoi film e altre, in un modo molto meno gentile, per qualche contrattempo avuto o mancanza di giudizio, anche se non accade spesso ad essere
sincero. Ma esiste un altro Jean Claude Van Damme rispetto all’eroe che siamo abituati a vedere sullo schermo, e in questo articolo faccio riferimento ad alcuni momenti che potrebbero farvelo vedere sotto una luce più positiva. JC ha fatto più di 50 film e ha lavorato con tanti staff e
“JC si è sempre messo nei guai con sua moglie portando a casa cani randagi dagli angoli più remoti del mondo”
squadre negli utlimi anni, ma quando qualcuno di loro ha avuto dei problemi, egli è sempre stato il primo a dargli il proprio appoggio, sia morale che di altro tipo. Il mio vecchio compagno di piano a Hong Kong era un attore australiano di Arti Marziali, Mike Miller, il cui curriculum comprende di tutto un po’, da “Once Upon a Time in China II” con Jet Li, “The Black Sheep Affair” con Chiu Man-Cheuk (Vincent Zhao) e la commedia di azione di Tsui Hark “Double team – Gioco di squadra” nella quale si trovò faccia a faccia con Jean Claude, durante una scena di combattimento di grande impatto che vide Mike visitare più di una volta il pronto soccorso per aver ricevuto dei colpi duri ed essere caduto in malomodo per la buona riuscita di una bella scena di lotta. Mike era ed è ancora un grande fan di Van Damme, quindi combattere con il suo eroe era come un sogno divenuto realtà, perciò la prendeva con filosofia. Ma circa un anno e mezzo dopo il film, Mike dovette interrompere la sua carriera di stuntman a causa di una insufficienza renale che lo costrinse a tornare in Australia per ricevere un trapianto e ad allontanarsi dal grande schermo. Siamo sempre rimasti in contatto e in due occasioni, quando ha subito dei brutti colpi in serie, il primo quando i suoi genitori morirono in rapida successione e, più recentemente, quando ha sofferto una ricaduta dei suoi problemi renali, Jean Claude è stato felicissimo di registrare un video messaggio per Mike, dicendogli che sperava il meglio per lui e incitandolo a non mollare. Entrambi i messaggi vennero a c c o l t i calorosamente da Mike e lui mi ha detto che lo hanno aiutato a tirarsi su di morale in un momento alquanto triste. JC ha risollevato l’animo anche di uno dei registi con il quale ha lavorato all’inizio della sua carriera poco tempo fa, quando gli riferii che ad Albert Pyun di “Cyborg” avevano diagnosticato la sclerosi multipla ed aveva grossi problemi di salute che minacciavano non solo la sua carriera, ma anche la sua vita.
Cinema Marziale “Quanti di voi sanno che JC è un fervente sostenitore della “Make a Wish Foundation”? Senza contare le volte che ha aiutato la gente senza che nessuno lo abbia mai saputo”
“Van Damme, che ha ottenuto presto la Cintura Nera di Karate (Shotokan), ha studiato danza, dalla quale senza dubbio ha preso la sua coordinazione e flessibilità, qualità che lo hanno reso celebre. La sua forza fisica si deve inoltre al suo allenamento da culturista, che lo portò a diventare Mr. Belgio”
Cinema Marziale
Cinema Marziale Allora JC non si fece pregare per tendergli una mano e offrirgli ancora una volta il suo appoggio. Io stesso ho sperimentato un momento di vera amicizia poco dopo la morte di mia madre, alla fine del 2001, quando tornai di corsa nel Regno Unito da Hong Kong per il suo funerale e qualche giorno dopo il mio arrivo c’era un messaggio di posta elettronica di JC che chiedeva dov’ero, poichè lui stava cercando di mettersi in contatto con me. Gli risposi che purtroppo avevo avuto un lutto in famiglia e non sarei stato davvero in grado di contattarlo adeguatamente fino a che non fossi tornato nel Regno Unito. Nel giro di pochi istanti arrivò una risposta di JC con il suo numero di telefono in Belgio, chiedendomi di chiamarlo. Lo feci e lui non solo mi porse le sue condoglianze, ma mi disse anche che lui era in Belgio e che se avevo bisogno di qualcosa lo dovevo chiamare perchè si trovava vicino. Quell’uomo era una stella del cinema e tuttavia avrebbe fatto tutta quella strada per me, come un amico, ed è qualcosa che mi fece molto piacere e tutt’oggi ricordo volentieri. Penso che l’editore di questa rivista, Don Warrener sarebbe d’accordo con me su Jean Claude, perchè lui mi parlava spesso dei suoi incontri con Mr.Van Damme. “Fu un grande piacere conoscere Jean Claude Van Damme una quindicina di anni fa. Ho avuto la fortuna di conoscerlo bene quando mi trasferii a Hoolywood grazie al mio amico e socio Isaac Florentine, che aveva bisogno di uno sceneggiatore e mi chiamò per dirmi se potevo parlare con JC di un progetto chiamato “La Torre”, ma io ero l’uomo sbagliato per quel lavoro. Così lo chiese allo scrittore originale e quindii riuscirono a farlo. Ma mentre andavo verso la porta, lui mi chiamò di nuovo e iniziammo a parlare di computer e videocamere, ecc. e di Arti Marziali. Le Arti Marziali sono tutto ciò che veramente conosco. Ho persino avuto il coraggio di
dirgli che poteva migliorare il suo calcio circolare, che arrogante che sono. In ogni caso, una volta sparsa la voce che io avevo scritto alcuni articoli su di lui, mi contattò un amico in Inghilterra, John Jepson, che mi chiese se potevo dire a JC se sarebbe stato disposto ad andare nel suo paese e quindi JC accettò di andare a insegnare in alcuni seminari organizzati da lui. Fece un grande lavoro, tanto che tutti erano davvero emozionati di esserne coinvolti. Fu durante questo viaggio che ho conosciuto un JC Van Damme che nessuno conosce. Stava facendo una lezione a Birmingham, fermò tutti quanti e chiese loro di sedersi, poi disse: “voi pensate che sono forte e un gran combattente, però non lo sono, perciò voglio che conosciate un vero e duro combattente”. Poi si avvicinò a questo bambino di dieci anni su una sedia a rotelle con un ventilatore e uno di quei tubi che entrano nella gola. “Questo, signore e signori, è un vero e duro combattente”, quindi si inginocchiò a fianco del ragazzino e iniziò a parlargli domandandogli cosa poteva fare per lui. Il ragazzino disse: “Vorrei che facessi uno di quei tuoi calci spettacolari per me”. JC scattò in piedi e portò il suo proverbiale e perfetto calcio girato. Il giovane sorrise e JC tornò al suo seminario insegnando stretching a tutti gli altri. Dopo il seminario, ci sedemmo in una sala aspettando che arrivassero le auto che ci portavano a quello seguente. Mentre aspettavamo chiamarono alla porta e l’assistente di Jc andò ad aprire e si trovò davanti Jimmy con la sua famiglia per chiedere un autografo. JC era così emozionato di vedere il ragazzino, che li invitò a entrare nella sala. Parlarono per almeno un’ora e alla fine JC mi chiese di assicurarmi che al nostro ritorno a L.A. avessimo inviato a Jimmy il suo computer personale, un Mac Pro portatile 17” e dunque lo feci. Credo che da allora Jimmy abbia ricevuto almento 5 nuove sedie a rotelle da JC durante la sua crescita. Un’altra bella storia accadde quando
ci trovavamo seduti in una caffetteria in una piazza di Valencia e un barbone si avvicinò a lui e disse:” Beh, lei è l’attore Jean Claude Van Damme vero?” JC fa appena in tempo a dire “si, sono io”. Allora l’uomo disse “se dicessi a mio padre che stavo parlando con lei, mi darebbe del bugiardo”. Senza perdere tempo JC tirò fuori il suo cellulare e chiese all’uomo il numero del padre e così gli diede il telefono per chiamarlo. Il padre all’altro capo rimase sorpreso quando il figlio gli disse che era lì con JC, il quale poi gli prese il telefono e disse al padre del tizio: “ Si, sono Jean Claude Van Damme e sono qui con suo figlio John e mi sembra che stia bene e abbastanza in salute pur vivendo per strada”. Lui sapeva che suo padre doveva chiedersi spesso come stava il figlio. Poi riattaccò. Il senzatetto John non perse tempo e allora tornò da Jc e lo ringraziò... Poi sono stato io ad imparare qualcosa da JC che non dimenticherò mai. John disse: “Ehi Jean Claude, ora che siamo amici puoi prestarmi 20 dollari?” JC si voltò verso di lui e gli disse semplicemente: “No, questo non ti aiuterebbe, ciò di cui hai bisogno è di avere un po’ di assistenza medica”. John si allontanò. Se aveste visto gli occhi di Jean Claude per come si sentiva sapendo che non poteva aiutare quella persona, avreste pianto all’istante. Quanti di voi sanno che JC è un fervente sostenitore della “Make a Wish Foundation”? Senza contare le volte che ha aiutato la gente senza che nessuno lo abbia mai saputo. JC è anche molto amante degli animali, spesso l’ho visto nei suoi momenti di relax o in quelli più felici quando è circondato dagli animali o interagendo con loro, specialmente con i cani, poichè è l’animale con cui pare essere più in sintonia. JC ha una bella collezione di cani ripartiti tra le sue case in Belgio e a L.A., tra loro anche dei randagi che ha salvato dalla strada in varie parti del mondo, cani feriti che ha curato e altri ancora. Penso che abbia circa 12 cani al momento a casa sua e
L’altro Van Damme
Cinema Marziale sua moglie li ama tanto come del resto JC, ma non riesco a immaginarmi tutto il lavoro che si deve fare per il loro mantenimento. Abbiamo chiesto al famoso regista di Arti Marziali, Isaac Florentine (“Undisputed II – Last Man Standing”, “The Sheperd: pattuglia di confine”) se poteva condividere i suoi aneddoti su Jean Claude e ci ha detto quanto segue: “Eravamo nella palestra di Muay Thai a North Hollywood. Durante uno sparring con Malaipat Rajadamnern, campione a Bangkok in Thailandia, che ha al suo attivo oltre 150 match, JC portò il calcio circolare rovesciato più perfetto che si possa immaginare, sfiorando appena la guancia di Malaipat. Lo avrebbe potuto colpire facilmente, ma non lo fece per il suo totale rispetto. Dopo circa 3 giorni ero a casa sua che parlavo di una sceneggiatura e come sempre la conversazione virò verso le Arti Marziali e il combattimento, poichè lui sa che adoro allenarmi. Entrati in cucina mi chiese di rimanere fermo e calmo in piedi, quindi portò un calcio circolare assolutamente perfetto, rapido e potente che mi pizzicò appena il naso, lasciandomi impressionato dal grande controllo che possedeva”. La stella emergente Scott Adkins, che ha lavorato con Jean Claude in quattro film fino ad oggi, compresi “I Mercenari 2” e “Universal Soldier 4: Il Giudizio Finale”, in una recente intervista ha parlato di JC per congratularsi con lui del suo matrimonio. Sebbene ci sia chi si aspetta certe rivalità tra una stella consacrata come Jean Claude e uno che potrebbe essere visto come un concorrente per ruoli simili, JC lo ha accolto bene e gli ha dato il suo appoggio e incoraggiamento. C’è anche una storia che Don sarebbe probabilmente il primo a raccontare. Don ora è residente fisso a Los Angeles, ma in realtà è
L’altro Van Damme canadese. E quando egli si trasferì negli USA una quindicina di anni fa, non aveva il suo certificato di residenza ne altro del genere. Ma nella compilazione delle referenze per richiedere la residenza, domandò a JC se poteva scrivergli una lettera di raccomandazione. Lui non era in dovere di farlo, non doveva nulla a Don, ma lo fece lo stesso e adesso Don vive e lavora a Hollywood. E quando parlò con il dipartimento di immigrazione, dissero che fu quella lettera che li convinse a dare a Don la “Green Card”. Questa è solo una parte di ciò che nessuno sa di Jean Claude Van Damme... Ci piacerebbe ascoltare alcune delle vostre storie nel caso che abbiate incontrato o interagito con Jean Claude Van Damme, non fatevi problemi a inviarci una e-mail o a contattarci tramite Facebook per raccontarci i vostri aneddoti.
Potete trovare Jean Claude Van Damme in rete su HYPERLINK "http://www.jcvdonline.com" www.jcvdonline.com, Seguirlo su Twitter a @JCVDonline o su HYPERLINK "http://www.facebook.com/JCVDonline" www.facebook.com/JCVDonline Mike Leeder è uno scrittore/produttore residente a Hong Kong. I suoi successi cinematorafici comprendono “Fearless” con Jet Li, “Rush Hour 3”, con Jackie Chan, “Pound of Flesh” con Jean Claude Van Damme, “Man of Tai Chi” con Keanu Reeves e molti altri. E’ stato l’editore di Impact, HYPERLINK "http://www.impactonline.co" www.impactonline.co per più di dieci anni e ha riunito elementi per diverse uscite in DVD e Blu-Ray di cinema asiatico e Cultura mondiale e film d’azione per compagnie come la Hong Kong Legends, Dragon Dynasty, Shout Factory, Media Blasters, Premier Asia e molte altre. Per metter vi in contatto con lui scrivete a: HYPERLINK "mailto:bigmikeleeder@gmail.com" bigmikeleeder@gmail.com
Sono passati 8 anni da quando ho conosciuto Shidoshi Jordan e Shidoshi Juliana. Da allora hanno scritto molto sulla nostra rivista e insegnato profondamente le Arti Marziali del popolo Shizen; ma da allora molti sono anche i nuovi lettori e abbiamo pensato che questo mese sarebbe splendido se potessero avere qualche cenno generale della loro scuola e del loro lineage. Perciò abbiamo deciso di riproporre il primo articolo che venne pubblicato nel 2006 nel quale veniva introdotto il loro lavoro e dove presentammo il primo di molti video e libri sull’argomento. Rileggendo l’introduzione che gli scrissi in quel momento, vi troviamo plasmato, in maniera intuitiva, il germe di un lavoro che si è protratto nel tempo e che si è intensificato ed è maturato all’insegna dell’amicizia e dell’impegno. Non sbagliai a giudicare allora quegli aspetti, però mai mi sarei immaginato, tantomeno loro, quello che poi avremmo fatto assieme per la diffusione e la conservazione della cultura Shizen, che nel mio caso si lega alla tradizione spirituale di quel popolo conosciuta come e-bunto e sulla quale ho già scritto 3 libri. Alfredo Tucci o avuto poche volte l'occasione di incontrare un Maestro così preparato nella propria Arte e nella cultura di riferimento come quello di cui parleremo oggi. Shidoshi Jordan, arrivato di recente in Europa dopo diversi anni di lavoro nel suo paese nativo, il Brasile, ha conosciuto il Giappone e la sua cultura, ne prova ammirazione, la apprezza, la vive con intensità e la sa trasmettere. Non a caso l'eredità della scuola che dirige si basa molto sulle radici del Giappone guerriero e Samurai. Come nel caso del Conte Koma e dei Gracie, una tradizione giapponese si stabilì e si tramandò fuori del loro paese natale, con una forza ed un radicamento notevoli. La storia che avvolge questa tradizione è tanto appassionante quanto spettacolare. Le Arti che include, sono tanto varie quanto letali. Nell'Ogawa Ryu gli allievi non studiano solo le forme di combattimento più svariate e complete che si
H
possa immaginar e: mani nude, shuriken, Katana, Bo, Jo, ecc…ma vi è anche una formazione completa in storia, costume e cultura tradizionali. Un lungo studio al termine del quale l'adepto deve dare un esame, la cui mancata approvazione lo esclude per sempre dalla scuola. Questi requisiti hanno avvolto questa scuola di un alone di serietà e di impegno che non hanno paragoni nel panorama Marziale dei giorni nostri. Ovviamente i suoi praticanti non sono così tanti come quelli di altri stili, ma quelli che ci sono possiedono un alto livello di impegno. Maese Jordan è venuto in Europa, accompagnato dalla sua incantevole moglie Juliana, anch’ella parte integrante del
loro sogno comune come potrete immaginare, per rimaner vi ed insegnar e. Sono brave persone, predisposte al lavoro duro ed intenso, alla positività e a condividere le loro conoscenze con altri budoka! E non è poco quello che hanno da offrire! In questo loro primo lavoro per Budo International, senza dubbio il primo di una lunga serie, sia con l’articolo che con il video, Shidoshi Jordan ha voluto presentare i diversi aspetti che la sua tradizione guerriera include, quali il maneggio di armi multiple e le tecniche con un supporto e una radice comune, un lavoro interessantissimo e vario. Jordan, un vero Samurai all'antica, professa la stessa riverenza per le forme di Musashi e, come lui, divide la sua anima tra la spada e la piuma, offrendo generosamente le proprie conoscenze nel suo sito internet con un articolo nuovo quasi ogni settimana. Quest’alta produzione lo ha portato nel corso degli anni a pubblicare l'enciclopedia del Bugei e molti altri libri sullo Zen, sulla filosofia e sulla tradizione giapponese, la maggior parte in formato PDF, testi che dimostrano la sua profonda conoscenza dell'Arte e della cultura Marziali. Non mi resta che raccomandare a tutti gli amanti della tradizione giapponese sia quest’Arte che questo Maestro, erede diretto e ufficialmente documentato di un'autentica scuola Guerriera del Giappone eterno. Alfredo Tucci
BU (militare, guerra)... GEI (arte) Il Bu è relazionato al militarismo, alla marzialità; il Gei, a sua volta, significa arte o performance. Quindi, il BuGei è un collegamento del kanji che ha come interpretazione l’“arte o performance della guerra", denotando un aspetto più generico, ovvero include ed ingloba le diverse specializzazioni non solo del Bujutsu, ma anche le sue sub-specializzazioni. Il Bujutsu, a sua volta, denota la strategia o la funzionalità di queste arti della guerra, la forma per la quale le pratiche raggiungono i loro obiettivi. Il Bugei o Arte Militare ebbe la sua origine nel Giappone antico, benché fosse studiata solo per fini bellici. Oggigior no la relativa ideologia è completamente rivolta alla Tradizione dell'Arte. Per questo motivo tutte le discipline hanno un punto in comune: la ricerca della realtà e dell’efficacia, fattore principale nella formazione di un guerriero. La cultura militare raggiunse il suo apogeo storico e tecnico nell'Era Tokugawa (conosciuta anche come Periodo Edo - 1603 d.C. al 1868 d.C.). La popolazione fu divisa in quattro classi sociali: samurai, agricoltori, artigiani e commercianti. I samurai rappresentavano la classe dominante. Detenevano il potere assoluto sul paese e sulle terre e avevano la spada ed il cognome come proprio simbolo. Possedevano un codice d’onore chiamato Bushido. Approssimativamente nove secoli di espressione del potere militare in Giappone dimostrano che la nazione fu influenzata da ideali ed etiche tipiche di quei guerrieri, con un impressionante senso della missione. Quegli elementi, che spinsero il bushi ad agire negli scenari della storia giapponese, furono fortemente intrisi di una salda credenza dell'origine divina del Giappone, con una determinazione che conferma la credenza nella forza delle armi, anche se
All’interno degli studi del Bugei, del lignaggio Ogawa, sono comprese le arti nel Kobujutsu e nel Taijutsu. Tradotto letteralmente come “arte vecchia della guerra”
ciò implica la morte. Il codice comportamentale richiedeva un’immediata ed indiscutibile obbedienza agli ordini dei propri superiori, ai quali veniva attribuito una sorta di anello di congiunzione con il passato divino. Il Bugei si insegnava nelle scuole militari Bujutsu Ryu -, erano sparse in tutto il Giappone, tanto che è impossibile precisarne il numero esatto. Yorike Mizuguchi, che cambiò in seguito il proprio nome con Manabo Ogawa, fu il capostipite di tutto l'albero genealogico della famiglia Ogawa. Yorike era un sacerdote e credeva nel messaggio degli dei come forma iniziale del proprio innalzamento. Successivamente Manabo venne riconosciuto dai sacerdoti come Kokeisha (successore) diretto della stirpe originaria del villaggio Kawa. Si pensa che il nome adottato - Ogawa - sia senza dubbio un omaggio al suo rinascere nelle acque del “piccolo fiume” che bagnava il villaggio. Il Kaze nel Ryu Bugei arrivò in Brasile attraverso la famiglia Ogawa che sbarcò nel porto di Santos stabilendosi nello Stato di Paraná, nel sud del Brasile, in una data incerta che ha come riferimento il 1935. Shidoshi Jordan Augusto iniziò il suo percorso nel Bugei attraverso Kazuo Ogawa e Kibashi Hirayama. Successivamente, sotto la guida di Roberto Kunio Araki, ricevette dalle mani di Ogawa Hiroshi il grado di Shidoshi ed assieme ad esso il permesso di insegnare
la tradizione della famiglia. Ci sono indizi storici dove si fa riferimento allo sviluppo delle tecniche dello stesso Ogawa Hiroshi. Si dice anche che in Brasile, fino alla decade degli anni ‘70, il nostro lignaggio veniva chiamato Ogawa Ryu, in quanto si sviluppò molto dal punto di vista dell’efficacia grazie al nostro soke. È pertanto possibile vedere le differenze, per quanto concerne il Kakuto nel Bujutsu (forma reale della guerra), quando si paragona al Kaze nel Ryu del Brasile e di altri paesi. All’interno degli studi del Bugei, del lignaggio Ogawa, sono comprese le arti nel Kobujutsu e nel Taijutsu. Tradotto letteralmente come “arte vecchia della guerra” (Ko - Vecchio; Bu - Guerra; Jutsu – Arte) questa parola è stata utilizzata molto quale riferimento alle pratiche con le armi. In realtà, nel corso degli anni, si è creata una grande confusione sulle arti marziali. È comune che le arti giapponesi utilizzino espressioni uniformi alla lingua natale. In questo modo, logicamente, molti termini risulteranno simili. Determinati stili classici del Jujutsu, per esempio, definiscono comunemente la pratica con le armi Kobujutsu, non includendo però la pratica di determinate armi antiche come Sai, Tonfa, Kama, ecc... Per questo motivo è corretto affermare che in quei casi il termine Kobujustu viene utilizzato come riferimento per le pratiche con armi classiche, come il
Jo, Bokuto, Tanto ecc., essendo usato solamente per indicare l’“arte vecchia della guerra”. Sono molte le arti del Kobujutsu praticate nell'Ogawa Ryu, tra le quali: Kenjutsu, Iaijutsu, Battojutso, Jujutsu, Bojutsu, Tanbojutsu, Tantojutsu, Yarijutsu (Sojutsu), Naginatajutsu, Saijutsu, Kamajutsu, KusariFundo, Nawa no Gikko, Kyujutsu, per citarne alcune. Tai Jutsu è un termine giapponese che identifica le arti marziali corporali, l'arte corporale. Tai significa corpo e Jutsu arte. Nonostante sia un vocabolo abbastanza indeterminato, ovvero che determina poco le proprie caratteristiche predominanti, il Tai Jutsu è una forma di lotta molto antica, che cercava di perfezionare e preparare gli allievi in modo da poter affrontare qualsiasi situazione nella quale non si disponesse di armi o di qualunque altro tipo di protezione diversa dal proprio corpo. Con questa consapevolezza l'arte acquisì dimensioni molto ampie, dovute alle infinite e differenti situazioni di lotta corporale. Così come molte armi sono state sviluppate per produrre dei vantaggi durante i combattimenti -e dobbiamo convenire che nel corso degli anni e con le diverse culture ne è stata creata un’immensa varietà, con le più svariate finalità-, anche il corpo umano ha migliorato le forme di utilizzo dei propri componenti strutturali, la testa, il tronco e le membra, con finalità di attacco e di difesa. In Giappone, come per altri paesi guerrieri, le tecniche di combattimento senza armi divennero così tanto efficaci da essere studiate ed applicate contro qualunque tipo di avversario, armato o meno. Lo studio degli angoli, delle trazioni, degli impatti e delle leve che si possono realizzare con il proprio corpo e i danni che si possono produrre in determinate parti, sono stati esaustivamente approfonditi affinché le arti senz’armi potessero avere gli stessi vantaggi che poteva avere un avversario con la più pericolosa delle armi. Si possono trovare, ad esempio, applicazioni tecniche senz’armi contro un avversario in possesso di un coltello (Tanto Dori) o di una spada (Shinken Shiraha Dori).
Il Tai Jutsu è essenzialmente diviso in tre arti di contatto corporale. La parte che studia il modo di afferrare (immobilizzazioni e strangolamenti) è il Jujutsu - arte abbastanza antica che proviene dal Kumi-Uchi (Yoroi KumiUchi nel caso in cui venga utilizzata l'armatura), lotta che cercava di portare gli avversari al suolo, di grande efficacia per lo sviluppo del binomio corpo-mente. All’interno del Jujutsu inoltre, per la sua infinità di tecniche e di immobilizzazioni, si studia con un certo impegno la lotta in piedi, ma con una connotazione più legata alla presa. Un'altra componente del Tai Jutsu è il Kenpo. Un’arte che analizza l'aggressività e il rinvigorimento corporale. La filosofia del Kenpo è quella di cercare la naturalezza del corpo in unione con la sua aggressività. Questa violenta forma di lotta corporale fu sviluppata per fini bellici. A completamento del Tai Jutsu, abbiamo l'Aiki Ju Jutsu. E’ una lotta molto antica, basata sull'armonia e sull'utilizzo dell'energia interna, conosciuta come Ki. Alcune sequenze caratteristiche del Jujutsu e del AikiJuJutsu vengono tuttavia utilizzate all’interno di essa, come le forme di Seiteigata. Quest'arte è conosciuta come Koppojutsu ed enfatizza l'attacco alle ossa. Un altro fattore che rende il Tai Jutsu estremamente efficace è l'utilizzo di leve ed angoli di chiavi, fratture e torsioni di articolazioni, conosciute con il nome di
Kansetsu no Gikko. Diverse versioni storiche spiegano il perché di tante tecniche rivolte alle articolazioni. La versione più nota risale all'origine dell'armatura, che si narra essere stata creata per essere flessibile e che lasciava scoperte solamente le articolazioni, bersaglio per gli attacchi.
MAKIMONO, DOCUMENTI TRADIZIONALI Se analizziamo bene la composizione di un documento, per quanto buono sia il testo in esso contenuto, non esprimerà mai veramente le conoscenze programmatiche del professionista. Per i maestri più tradizionali di Bugei, le posizioni rappresentate in testi e documenti non possono essere così significative come l'analisi delle tecniche e la loro esecuzione. Sebbene sia il maggior punto di riferimento o lascito di un maestro ad un allievo, per quanto concerne la sua tradizione, i suoi pensieri e le sue origini. Anticamente, i valori di un apprendistato in Koryu erano cuciti in documenti che avevano il nome di Kaiden, di modo che nomenclature relative si estendevano a Menkyo Kaiden, Densho, Kaidensho, Makimono, Ryusho e a tutta una serie di altri personaggi. Benché esistano studi che provano le differenze tra ognuno di essi e le rispettive applicazioni, con l'arrivo del Gendai Budo, un forte dubbio sorse di fronte ai gradi e ai titoli che venivano attribuiti. Con l'ascensione delle arti moderne che utilizzano il sistema DanKyu di gradi, le informazioni del passato sono andate un po' alla deriva e sono state soffocate dall’evoluzione delle nuove arti e dalla loro divulgazione.
Il sistema di Kaiden è conosciuto in Occidente come una specie di “licenza” per trasmettere determinate conoscenze. Nelle scuole più tradizionali, oltre al Kaiden, si consegna il Makimono, documento che contiene le specifiche necessarie di ogni Ryu e le specifiche della sua genealogia. Per decadi, molte furono le specifiche redatte attraverso documenti. I contenuti si valorizzavano in base alla continuità della direzione di un determinato Ryu – flusso, corrente, nagare, che si riferisce al lignaggio - che, in sostanza, determinava i reali eredi e detentori della conoscenza di tale scuola. Ishino Shihan, in una palestra nella Società Brasiliana di Bugei, presentò la traduzione dei documenti che rappresentano la Società Brasiliana di Bugei nella persona dello Shidoshi Jordan Augusto, come Daihyosha o rappresentante delle tecniche Ogawa, in Koryu Seiteigata (forme stabilite per un determinato ordine). Lo Shidoshi Jordan Augusto, riferendosi al Makimono, in un'intervista, affermò: “Ogni cosa e qualunque documento deve essere visto solo come un ricordo del fatto che fai o hai fatto parte di qualcosa di importante nella tua vita. Qualcosa che ti ha fatto del bene. Nient'altro”. E si spinge oltre: “Il documento non ti rende particolarmente speciale, al contrario, ogni simbolo diventa un bersaglio. Per quanto riguarda il fatto che molti si rifanno ai documenti per conquistare uno spazio di cui credono di aver bisogno, dobbiamo ricordare che tutti noi, in un punto determinato dentro di noi, siamo fragili e piccoli. Il mondo illusorio è lì e tutti partecipiamo ad esso. Il rispetto deve venire dall’interno verso l’esterno e non dall’esterno verso l’interno”.
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Kenpo Due Arti Sorelle/ Due Maestri Fratelli I miei primi passi nel mondo delle arti marziali risalgono agli anni ’60. Essendo nato a Santiago del Cile, dall’età di 15 anni ho iniziato a manifestare un grande interesse verso i diversi stili coreani, cinesi e giapponesi. Così sono entrato in contatto con diversi praticanti di Judo, Boxe, Karate, Tae-kwon-Do, Hwarang Do e Kenpo. Dopo essere stato in Argentina, Messico, Brasile, Panama, Perù ed El Salvador e aver vissuto varie esperienze con praticanti, istruttori e Maestri, nel 1976 mi trasferì definitivamente in Spagna. Allora in Europa il Kenpo Americano era quasi del tutto sconosciuto. Ho avuto molta fortuna perché in quegli anni ci fu gran f e r m e n t o ,
diffusione e sviluppo di tutte le arti e degli sport di contatto. Così nel 1978 iniziai Full Contact e Kick Boxing per mano dei più grandi dell’epoca: Dominique Valera, “The King”, Jan Plas e Johan Vos di Amsterdam, Olanda. Bill “Superfoot” Wallace e Benny “The Jet” Urquidez degli Stati Uniti.
Nelle arti del Kenpo ho iniziato con Claudio Chaparro e Arturo Petit del Cile. Dopo ho continuato con il Gran Maestro Robert Trias, Frank Trejo e Ed Parker da Pasadena, California. Jorge Vazquez del Kenpo Polinesiano e Jeff “Perfect Weapon” Speakman, a Newark, Utah e in altri svariati corsi in Spagna. Il mio incontro principale avvenne nel 1982 quando Robert Trias mi presentò il Gran Maestro Thomas Barro Mitose, 22°discendente del Clan dei monaci Kosho-Mitose. A quell’epoca sia il GM Mitose, che i suoi figli, Mark, Debbie ed Elisabeth, erano al loro apice essendo loro dei grandi e magnifici atleti. Io stesso ho gareggiato nelle stesse divisioni del Gran Master Mitose durante i mondiali USKA, svoltisi a Miami, in Ohio, a Chicago e Houston, Texas. Dal nostro primo incontro con il Gran Maestro Thomas Mitose, le nostre anime si sono legate con ammirazione, rispetto e lavoro congiunto. All’inizio io insegnavo ai miei allievi Kosho-Ryu Kenpo e Fu-Shih Kenpo separatamente. Per il fatto che sono due arti diverse e per rispetto e prudenza verso la famiglia Mitose. Dopo le ho unite in un solo programma e poi col passare degli anni le ho di nuovo divise. Spesso il Soke Mitose, scherzando simpaticamente e senza malizia, dichiarava che il Kosho è un’arte di pace e che il Fu-Shih ed io, siamo
la parte tigre del Kenpo. Ovvero la parte aggressiva, selvaggia e violenta. Tuttavia, a lui è sempre piaciuto il mio modo di sentire ed esprimere il Kenpo alla ricerca dell’efficacia e della semplicità di movimento. Quando ho conosciuto Soke Mitose, ho iniziato subito a pubblicizzarlo. Così lo intervistai, gli feci un’infinità di foto e video. Realizzai anche dei libri e pubblicai materiale nelle principali riviste specializzate in Spagna. L’ho portato per la prima volta a Madrid nel 1985. in seguito lo abbiamo invitato in molte altre occasioni fino ad oggi. L’ho portato anche in Inghilterra, Argentina, Portogallo, Cile e Messico. Molti dei suoi attuali rappresentanti all’estero, sono stati in precedenza addestrati dal sottoscritto o da miei delegati in tutto mondo. Nei miei progetti futuri c’è quello di portarlo in Norvegia, Italia e in altri paesi ancora non conquistati dal Kenpo. Il Soke Thomas Barro MItose, ha affermato pubblicamente e attraverso vari mezzi di comunicazione come video, riviste, interviste o conferenze stampa, che i nostri stili non si scontrano tra loro, ma piuttosto sono complementari. Siamo come lo Yin e lo Yang. Ci appoggiamo sempre senza mai entrare in conflitto. Nella sua recente visita a Segovia, Spagna, lo scorso Maggio 2014, in una conferenza ripresa di fronte a una
platea di allievi e di pubblico, dichiarò apertamente e sinceramente che mi considera come quel “fratello che non ha mai avuto”. E che adesso non sono soltanto un allievo o un Maestro di Kosho-Ryu Kenpo, ma un Membro in più della famiglia Mitose. Allo stesso modo, io l’ho sempre ammirato e rispettato. Infatti l’ho sempre dimostrato in questi ormai 32 anni di pacifica e piacevole convivenza (1982/ 2014). Adoro la sua maniera umile e nobile di essere e di vivere, la sua arte e la statura spirituale e umana. E’ quindi giunto, forse, il momento di unire le nostre forze per dare vita a un progetto che già avevamo negli anni 80, nel quale volevamo fondere entrambi gli stili, ma che alla fine non è mai stato portato a termine per diversi motivi, sempre indipendenti da noi stessi. Unificando il Kosho, il suo aspetto tradizionale e la sua arte, e il Fu-Shih Kenpo, la difesa personale, le armi e il combattimento. Non sono mai stato geloso di ciò che è mio. Piuttosto credo che “l’unione fa la forza”. Pur non avendo conosciuto James Masayoshi Mitose, mi sono sempre sentito attratto dalla sua figura e dalla sua storia. Lo sentivo così vicino, che mi sentivo parte della sua famiglia. Famiglia nella quale l’attuale Soke mi ha accolto con affetto, amicizia, ammirazione e rispetto. Entrambe le arti mi hanno dato una enorme formazione umana e marziale. Ed entrambe mi hanno mantenuto vivo e forte persino nei peggiori momenti della mia esistenza. Credo che grazie a quelle ho sempre tenuto accesa la fiamma eterna delle mie motivazioni, la forza che muove verso di me, ogni volta con più semplicità, armonia e tranquillità spirituale. Due arti, il Kosho-Ryu Kenpo e il Fu-Shih Kenpo, due sorelle, sue fratelli. Un saluto al nostro Soke Thomas Barro Mitose e a tutta la famiglia MIKKA Mondiale. Abbiamo ancora molto da fare a favore dei nostri giovani allievi, istruttori e maestri. “Vivete in pace, armonia e onestà”. SIATE FELICI… Raul Gutierrez 10°Dan Fu-Shih Kenpo – 9°Dan Kosho-Ryu Kenpo
“Mi è piaciuta molto la bella presentazione della mia esperienza qui in Italia fatta dal Maestro Colonnese e mi piace molto la modalità da lui ideata per questa manifestazione”
Intervista
Quando lo abbiamo incontrato la prima volta nel 2007 in quel di Foshan (sud della Cina), in occasione di un evento per la firma del “Manifesto per la salvaguardia del Wing Chun” organizzato dalla Chin Woo Istitute of Foshan, non potevamo certo immaginarci che un giorno lo avremmo intervistato. Il primo approccio con lui avvenne
nell’ascensore dell’albergo in cui allora alloggiavamo e ci colpì col suo fare istrionico e la sua voglia di stupire, alla soglia dei settant’anni. A distanza di sette anni, ora che i settanta li ha abbondantemente superati, il GM W illiam Cheung sembra aver fermato le lancette del tempo: instancabile, pieno di passione, con l’entusiasmo di un
Articolo a cura di: Leandro Bocchicchio e Nicola Pastorino
ragazzino e un sorriso sempre pronto ad aprirsi sul suo volto. Lo abbiamo inter cettato al r ecente “International Martial Arts Day” di Roma, dove era impegnato in una serie di seminari compresi all’interno del suo tour mondiale 2014, che lo ha visto transitare per la “città eterna” e successivamente a Palermo, le due tappe tenute sul suolo italico.
Grandi Maestri
Quando lo abbiamo incontrato la prima volta nel 2007 in quel di Foshan (sud della Cina), in occasione di un evento per la firma del “Manifesto per la salvaguardia del Wing Chun” organizzato dalla Chin Woo Istitute of Foshan, non potevamo certo immaginarci che un gior no lo avr emmo inter vistato. Il primo approccio con lui avvenne nell’ascensore dell’albergo in cui allora alloggiavamo e ci colpì col suo far e istrionico e la sua voglia di stupir e, alla soglia dei settant’anni. A distanza di sette anni, ora che i settanta li ha abbondantemente superati, il GM W illiam Cheung sembra aver fermato le lancette del tempo: instancabile, pieno di passione, con l’entusiasmo di un ragazzino e un sorriso sempre pronto ad aprirsi sul suo volto. Lo abbiamo inter cettato al r ecente “International Martial Arts Day” di Roma, dove era impegnato in una serie di seminari compr esi all’inter no del suo tour mondiale 2014, che lo ha visto transitar e per la “città eter na”e
successivamente a Palermo, le due tappe tenute sul suolo italico. Un personaggio carismatico che da oltre 40 anni occupa le copertine delle più importanti riviste del settore (e non solo), compresa la nostra. Colui che presentò Bruce Lee al suo Maestro, il grande Yip Man, e che a sua volta è diventato un vero e proprio pezzo di storia vivente di uno degli stili di Kung Fu più praticati al mondo, il Wing Chun. Gentile e affabile, si è concesso senza esitazioni ai nostri microfoni per condividere con noi, e soprattutto con tutti voi fedeli lettori, la sua visione del mondo delle arti marziali che lo vede sempre in prima linea, pronto a dare il suo contributo di esperienza e di innovazione, impreziosendo ulteriormente la sempre più folta schiera di personaggi di livello internazionale intervenuti sulle pagine di CINTURA NERA e sul canale streaming di MARZIALE NETWORK. Un doveroso ringraziamento lo dobbiamo a Claudio Fabbricatore per la sua preziosa opera di traduzione, che ha reso fattibile la realizzazione di questa breve, ma significativa, perla della nostra redazione.
L’intervista: Cintura Nera: Come sta andando la sua esperienza qui in Italia
all’International Martial Arts Day, ennesima tappa del suo Tour Mondiale 2014? GM William Cheung: Sono arrivato circa tre giorni fa e devo dire che mi sto divertendo molto. Mi è piaciuta molto la bella presentazione della mia esperienza qui in Italia fatta dal Maestro Colonnese e mi piace molto la modalità da lui ideata per questa manifestazione nella quale mette insieme tanti personaggi di stili e lignaggi differenti, senza alcuna distinzione. E’ molto bella questa cosa! C.N.: Giunto quasi al termine di questa sua fatica che lo ha visto protagonista in giro per il mondo, qual è la cosa o l’evento che ricorda con più soddisfazione? GM W.CH.: Ce n’è uno in particolare. Lo scorso 9 Novembre sono stato invitato a Shaolin per reintrodurre il Wing Chung nel monastero e per l’occasione è stata eretta una stele commemorativa in mio onore e in onore dello stile che è
Grandi Maestri
finalmente tornato nel tempio. Il tutto è avvenuto davanti a migliaia di persone. C.N.: Qual è il livello complessivo dei praticanti che ha trovato qui in Italia? GM W.CH.: Vedo dei praticanti pieni di grande entusiasmo e passione che si prodigano molto. Il livello è buono e credo che col passare del tempo non possa che andare a migliorare. C.N.: Parlando in prospettiva, come vede il futuro del Wing Chun anche in funzione dei cambiamenti in atto nel mondo delle arti marziali? GM W.CH.: Il futuro per il Wing Chun vuol dire estenderlo alle forze speciali tramite la difesa personale militare e a livello sportivo per produrre dei campioni mondiali attraverso lo studio di questo sistema. Questo è il progetto che ho in mente e che sto già attuando. Infatti, ho lavorato con due campioni professionisti di pugilato, uno dei quali si è appena ritirato dall’attività lo scorso anno. Un altro progetto che sto sviluppando riguarda dei corsi di laurea a livello universitario in Cina e a Cipro. Inoltre sono stati messi a
disposizione 250 ettari di terra in Tasmania (Australia) nei quali nascerà un’università che includerà dei corsi sul Wing Chun. Secondo me operare a livello universitario innalzerà il livello generale del Kung Fu e sarà il trampolino ideale per coloro che vorranno dedicarsi professionalmente alle arti marziali. C.N.: Quindi come vede lo spostamento dell’interesse generale di alcuni praticanti e maestri verso l’aspetto più sportivo? Non c’è il rischio di oscurare le antiche tradizioni delle arti marziali? GM W.CH.: Le Arti Marziali nascono per il combattimento e anticamente venivano usate prevalentemente sui campi di battaglia. Il 98% delle arti marziali sono sorte nel monastero Shaolin e io non vedo tutto questo pericolo nel riadattare le tecniche per un utilizzo che poi è quello per cui sono nate. Ad esempio nelle MMA ci sono tre livelli di combattimento: scherma in piedi, lotta in piedi e lotta a terra. Le tecniche di leva articolare o gli strangolamenti usati traggono grande beneficio dalla pratica degli
stili tradizionali, in quanto ne possono migliorare l’angolo di esecuzione e far comprendere al meglio la biomeccanica rendendole più efficaci. C.N.: Abbiamo già avuto modo di incontrarci nel 2007, in occasione di un evento inter nazionale a Foshan (Guangdong, Cina). Sono passati sette anni e la vediamo sempre pieno di energia e di vitalità: qual è il suo segreto? GM W.CH.: (Sorride) Beh, perchè in fondo sono anche un medico… Per stare bene sono importanti 5 fattori: mangiare le cose giuste, dormire abbastanza e bene, se c’è qualcosa che non va bisogna curarlo subito e non lasciarlo peggiorare, gestire lo stress (che è una delle cose più importanti) e fare esercizio nel modo corretto. Spesso, infatti, succede che la gente si allena in maniera scorretta procurandosi dei danni invece di avere dei benefici. C.N.: Non le rubiamo altro tempo Maestro, è stato un piacere averla con noi GM W.CH.: Grazie a voi, il piacere è stato mio.
Dopo il rilascio o l’apertura della Kundalini nella “Posizione sulla punta dei piedi”, Angusthasana, abbiamo lavorato per collegare alla terra le energie che fluiscono nelle tre linee principali di Shushuma, Ida e Pingala con la seguente “Posizione dell’arco”, Dhanurasana. Questo è servito ad evitare problemi di salute o emozionali, poichè l’eccesso di rilascio di energie represse può causare molte volte tutto questo. Come abbiamo visto, il freddo della terra a contatto con i Chakra frontali dissipa queste energie travolgenti per mantenere l’equilibrio, senza però interrompere la notevole apertura di questi. Nella “Posizione seduta primordiale”, Raja Puranasana, lo scopo ulteriore è quello che queste energie liberate assicurino ancora più equilibrio, armonia e coscienza.
Kyusho (il punto vitale) dello sviluppo dell’energia Postura 15 “Seduta primordiale” Raja Puranasana Dopo che l’energia liberata è ascesa dalla parte posteriore del corpo ed è trascesa alla corona e al terzo occhio, nei quali potrebbero, naturalmente, coagularsi e causare i problemi citati in precedenza, tuttavia, assestando i chakra frontali e facendo scendere queste energie dalla testa verso il sesto chakra nell’addome inferiore (Dan Tien in cinese e Hara nelle tradizioni giapponesi), offriamo una via per dar modo ad esse di fluire verso il basso, lontane dal cervello. Tuttavia non abbiamo ancora raggiunto un completo assestamento del circuito energetico come vuole la legge naturale. L’energia è soltanto scesa verso il sesto chakra e dobbiamo tirarla fuori totalmente verso la radice, o settimo chakra, per completare detto circuito principale. Mettendoci in questa posizione dopo le due precedenti, adesso
possiamo realizzare questo completo circuito originale. Il nostro coccige e il perineo ora sono in contatto diretto con il suolo, il che serve a portare l’energia verso il chakra della radice...e in ultima istanza verso la terra. Inoltre, possiamo vedere che anche la parte posteriore delle gambe entra in contatto indiretto con la terra, abbassando ulteriormente l’energia della Kundalini dal chakra della radice attraverso la parte posteriore delle gambe e dei talloni. Le dita dei piedi si puntano in avanti per dare ulteriore enfasi al tallone o per l’assestamento di una delle nostre principali strutture anatomiche a terra. In ogni caso, questa postura non è solo per l’assestamento, ma anche per lo sviluppo completo del circuito energetico. Quando le dita dei piedi sono posizionate, intanto stiamo assestando contemporaneamente le energie trasversali nei chakra frontali, alla radice e alle gambe, così da permettere che le energie trascendano attraverso l’interno
Punti Vitali
Testo: Evan Pantazi Istruttrice di Yoga: Carolina Lino Ponta Delgada, Azzorre Foto: Tiago Pacheco Maia Ponta Delgada, Azzorre
coscia verso il perineo o i punti di unione/di incrocio più in basso. Non solo il coccige è connesso alla terra, ma anche la schiena, che è dritta, consente all’energia di ascendere verso la parte interna delle gambe incrociando quella del perineo e attraversare di nuovo verso la colonna vertebrale e le tre vie energetiche. Le mani posizionate sulle ginocchia mantengono l’energia nel corpo invece che farla salire, il che accadrebbe se fossero poste a terra. Anche questa posizione si deve estendere e apre i chakra tra le scapole, rendendo possibile che nuove energie si ramifichino anche verso le zone periferiche delle braccia. Con questa postura le energie salgono e si supportano attraverso il circuito completo e conducono a una coscienza equilibrata e alla totale funzionalità energetica.
Respirazione e Intenzione
sulla parte posteriore delle gambe e a terra. Poi espirate lentamente e profondamente per rilassare tutto il corpo e aprire tutte le vie energetiche. È possibile che sentiate il desiderio di ripetere questo ciclo di respirazione, allora concentratevi fino al perineo, in particolare, in modo che possiate sentire i movimenti energetici nelle respirazioni successive. Ora, mentre inspirate profondamente, concentratevi lentamente sull’energia della corona attraverso la linea centrale e sui chakra della croce attraverso il perineo, nella parte posteriore delle gambe e dei talloni a terra. Espirate lentamente per sentire l’energia che scende attraverso la parte interna delle gambe fino alla pianta dei piedi, incrociando l’elica nel perineo e salendo dalla colonna fino alla corona. Ripetete di nuovo l’inspirazione, lavorando con lo stesso approccio di prima con i piedi rivolti indietro, per lasciare scendere completamente l’energia verso terra. Dopo espirate come prima, ma mentre cominciate a farlo, ponete anche le dita dei piedi in maniera che sentiate la spinta dell’energia dalla pianta del piede (in un punto chiamato R e n e 1 nell’agopuntura cinese), nel senso in cui questa attraversa il perineo e trasversalmente la colonna vertebrale fino alla corona, ma in questo caso, poichè arriva anche alla corona, si sentono anche le sensazioni vibratorie che altresì viaggiano nella parte interna delle braccia, fino ai palmi delle mani. Nel lungo e profondo respiro sentite le vibrazioni che salgono dalla parte interna delle braccia, e anche dal Chakra della Corona verso quello della Radice dalla parte posteriore delle gambe e della terra. Questo completa il grande circuito e offre il più ampio flusso energetico per la coscienza e l’illuminazione. Per favore, assicuratevi di consentire che l’inspirazione espanda l’addome inferiore, perchè non si deve mai espandere l’addome in avanti. Questo ritarderebbe il flusso attraverso il perineo...assicuratevi sempre di estendere l’inspirazione nel perineo e verso il basso perchè si abbia un flusso potenziale ed energetico completo.
Quando adottate la postura seduta, respirate profondo e lentamente per sentire le vibrazioni e il peso che gravano
Prossima posizione 16 “Postura pelvica” Katikasana.
“Seduta primordiale” Raja Purasana Una volta che abbiamo terminato la postura dell’arco, facciamo la transizione verso questa posizione seduta e rilassata. Questa distende i muscoli della schiena, poichè tutto il corpo si rilassa e si appoggia in posizione naturale e a contatto con il suolo. Mentre ci mettiamo con le gambe distese a terra e il palmi sulle rispettive ginocchia, sentiamo la colonna vertebrale, specialmente a livello della regione lombare inferiore. Naturalmente, si tende di inarcarsi all’indietro poichè il peso del torso ricade su di essa. Allora, puntando le dita dei piedi in avanti, si sentirà una leggera trazione e stiramento di questa area vitale. Ciò consente che l’intera colonna vertebrale in seguito si raddrizzi, permettendo un’adeguato passaggio di energia. Se non si sentisse tutto il raddrizzamento della colonna vertebrale, tirate le dita dei piedi e riposate per sentire quel’è il problema della colonna, poi posizionate nuovamente le dita dei piedi e concentrate la coscienza su come raddrizzare progressivamente ciascuna vertebra in successione. Permettete che questo raddrizzamento nella vertebra cervicale faccia tutto il percorso verso il cranio. Una volta che percepite questa completa distensione e l’aumento dell’energia posteriore, prestate attenzione alla sensazione delle spalle e delle braccia, a come l’energia circola anche attraverso di esse. Con la conoscenza delle energie delle gambe, del corpo, della testa e delle braccia, si è raggiunto un circuito completo e cosa più importante, la conoscenza di suddetto circuito. Una volta che si ottiene con facilità questa piena coscienza e lo sentiamo ogni volta che adottiamo questa postura, di seguito, bisogna concentrare ulteriormente questa coscienza nello schema a spirare del flusso di energia. Ci saranno due grandi circuiti energetici di tipo elicoidale o a forma di simbolo dell’infinito che si possono sentire. La prima elica è il grande circuito energetico in cui si sente l’energia salire dalla parte interna della gamba, attraversare la colonna vertebrale passando per il perineo, successivamente dalla colonna verso l’alto sulla corona della testa e verso il basso dalla linea media frontale (e dai chakra), nel perineo e verso i talloni. L’elica secondaria sarà l’energia che si espande dalla colonna vertebrale (tra le spalle) e verso il basso dalla parte interna delle braccia fino alle mani e poi di ritorno verso la colonna vertebrale fino alla parte esterna delle braccia. Un consiglio importante è concentrarsi sul grande circuito fino a sentirsi comodi e naturali pirma di aggiungere il braccio secondario, o circuito completo.
Yoga e Punti Vitali
Intervista
A cavallo tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno, la nostra redazione è stata ospite di un evento particolare e unico nel suo genere. Si tratta dell’INTERNATIONAL MARTIAL ARTS DAY, giunto alla sua XI° edizione, svoltosi a l l ’ i n t e r n o d e l “ Te m p i o Delle Arti Marziali”, la bella e accogliente sede dell’Accademia di arti tradizionali fondata e diretta da Sifu Alessandro Colonnese, situata alle porte di Roma. Una kermesse che ha riunito vari personaggi noti nel mondo delle discipline tradizionali cinesi di livello nazionale e internazionale, organizzata proprio da colui
che è oggetto della nostra intervista odierna. All’interno del parco della struttura che ospitava il tutto, si sono alternati maestri di svariati stili: dal wing chun con il grande William Cheung, al Baguazhang con tre Grandmaster cinesi, dall’Hung Gar, al Tai Chi, Danza del Leone e Difesa Personale, o l t re a d i s c i p l i n e a ff i n i c o m e l a Scherma Medievale e il Tiro Con l ’ A rc o Tr a d i z i o n a l e s t a t i c o e dinamico, nel quale ci siamo personalmente cimentati divertendoci molto. Una “tre giorni” che ha dato modo a tutti gli appassionati accorsi qui di partecipare liberamente a lezioni e seminari senza distinzioni di lignaggio o di provenienza, all’insegna dell’unica cosa che davvero fa la differenza: la pratica. E noi di Cintura Nera non potevamo mancare all’appuntamento!
Articolo a cura di: Leandro Bocchicchio e Nicola Pastorino
Ringraziamo sentitamente l’organizzazione che ci ha concesso di appropriarci della reception della struttura per allestire la nostra postazione, nella quale abbiamo realizzato le numerose interviste, tra cui la presente, che speriamo quanto prima di potervi proporre attraverso le nostre pagine e il sempre più seguito canale streaming di MARZIALE NETWORK. Questo è il resoconto della manifestazione raccontato dalle parole del suo instancabile promotore, Sifu Alessandro Colonnese (Presidente in carica della U.I.K.T – Unione Italiana Kung Fu Tradizionale). Cintura Nera: Anzitutto Sifu, grazie per l’ospitalità che ci avete offerto in questi tre giorni dell’IMAD. Sifu Colonnese: Grazie e voi per essere venuti. Era doveroso invitarvi, in quanto rappresentate una testata giornalistica di spicco nel mondo delle arti marziali, sia a livello nazionale che internazionale.
C.N.: Parlaci un po’ dell’evento che si è appena concluso, appunto l’International Martial Arts Day. S.C.: Certo. Questo evento, che si organizza qui nel “Tempio delle Arti Marziali” e giunto alla sua XI°edizione, è ormai ben conosciuto nell’ambito delle Arti Marziali Tradizionali. Ci teniamo molto a sottolinearlo in quanto è un po’ il fiore all’occhiello della U.I.K.T. perché rivolto esclusivamente alle nobili Arti Guerriere. Abbiamo avuto ospiti internazionali di grande livello come il GM William Cheung. Sono state tre giornate dedicate a discipline importanti, come il “Jeet Kune Day”, con la presenza di personaggi come James Tee Bek dall’Olanda, Pierre Hartmann da Ginevra, oltre naturalmente al sottoscritto, che hanno tenuto lezioni e seminari sull’arte del “Piccolo Drago”. Abbiamo svolto la seconda edizione del “Baguazhang Day”, replicando la prima edizione tenutasi durante l’anno e ch in questa occasione è stato impreziosito dalla presenza di tre Grandmaster cinesi: Kong Chen da Pechino, Zhang Du Gan da Shanghai e Zhao Min Hua che era già qui dall’Italia. Essi hanno rappresentato al meglio questo stile di incredibile bellezza e lo hanno fatto in una giornata e esso dedicata insieme a oltre 20 docenti italiani provenienti da tutto il paese. Abbiamo altresì avuto l’opportunità di ospitare altri svariati illustri maestri della nostra organizzazione, in rappresentanza dei vari stili tradizionali e dei rispettivi lignaggi. L’IMAD quest’anno ha di nuovo dimostrato di avere quello scopo che noi ci siamo prefissi di dargli: essere una vetrina di primo livello nel panorama delle Arti Marziali Tradizionali. La nostra mission è proprio quella di divulgare, attraverso
eventi culturali, oltre che con seminari conoscitivi e altro, gli antichi valori di un tempo. Tra l’altro colgo l’occasione per annunciare il prossimo “Festival della Cultura Cinese” che faremo all’Auditorium di Roma tra i mesi di Febbraio e Marzo. C.N.: Ci puoi spiegare il perché della scelta di organizzare l’IMAD in questa particolare location? S.C.: Il “Tempio delle Arti Marziali” oltre ad essere la sede dell’accademia da me fondata da circa 11 anni, è un luogo particolarmente strutturato per la pratica delle discipline tradizionali. Ci occupiamo solo di quello, non facciamo altro qui. Abbiamo scelto questa location fuori dalla città proprio per offrire quello che è lo spirito vero delle Arti Marziali Tradizionali attraverso il contatto con la natura, con gli elementi. Abbiamo sfruttato tutto ciò che poteva trasportarci in un’autentica atmosfera marziale, per dare la possibilità a tutti i marzialisti di svolgere le pratiche in un contesto appropriato. C.N.: In questa occasione c’è stata anche la presentazione del tuo primo libro “Jun Fan Jeet Kune Do – La Via del Pugno Intercettore”. Ce ne vuoi parlare? S.C.: Approfittando del fatto di avere illustri ospiti nell’ambito del Jeet Kune Do, durante la conferenza stampa di apertura dell’evento, ho fortemente voluto presentare il mio primo libro. Questo libro lo avevo già in cantiere da diversi anni, con il proposito di parlare di Bruce Lee non solo come attore del cinema marziale, ma come artista marziale-filosofo. Fondamentalmente la sua disciplina si basa molto sul discorso filosofico; a volte si confonde l’immagine di Bruce Lee solo in
funzione della filmografia solo perché tutti lo hanno conosciuto attraverso le sue pellicole. E’ a lui che dobbiamo la conoscenza del Kung Fu e delle Arti Marziali cinesi. Il testo del libro tratta appunto di alcuni aspetti del suo percorso filosofico, diviso in diverse epoche nelle quali lui ha imparato da diversi maestri di differenti discipline anche interiori. Questo suo lato non è molto conosciuto, anche perché le testimonianze che ho raccolto e riportato sul libro le ho ricevute da suoi allievi di prima generazione che mi hanno raccontato le esperienze di Bruce Lee come allievo di Grandmaster di stili interni di Kung Fu e quindi l’aspetto interiore è ben presente anche nel Jeet Kune Do. In queste pagine tratto, ovviamente, anche di tecnica e di storia, raccontando vari aneddoti tra cui un’intervista importante con Larry Hartsell, suo allievo di prima generazione e mio Sifu e mentore del mio percorso marziale. Infatti io pratico JKD da oltre 25 anni, la nostra associazione nasce nel 1990 come “Jun Fan Jeet Kune Do Academy” che insieme alla “Akea” di Roberto Bonomelli” è stata la prima in Italia a occuparsi del sistema ideato da Bruce Lee. Vi ringrazio di avermi dato modo di parlare di questa mia umile opera, che vi dono con molto piacere. C.N.: Come organizzatore e come Presidente della U.I.K.T. oltre alla soddisfazione e a una comprensibile stanchezza, cosa lasciano alla fine eventi come questo nell’animo tuo e di chi vi ha partecipato? S.C.: Questa è una cosa che spesso racconto a posteriori e mi interessa trasmettere a tutti gli appassionati di Arti Marziali, cioè che tutto quello che si cela dietro a queste discipline è l’appagamento di una ricchezza interiore e spirituale. Le Arti Marziali Tradizionali sono cultura, non sono uno sport e questo l’ho sempre ripetuto negli anni, perciò vanno studiate per quello che sono sempre state in origine. Dopo un evento di questo genere, in qualità non solo di promoter, la cosa che mi rimane dentro è questo sapore “marziale” che mi fa sentire vincitore, non perché abbiamo promosso solo delle discipline, ma perché ho visto negli occhi dei partecipanti la soddisfazione di essere riuscito a comunicare a loro la filosofia che caratterizza le arti marziali. Da oltre 10 anni provo questa sensazione e spero di essere sempre in grado di migliorare, di crescere e di dare alle persone il messaggio che vogliamo. C.N.: Grazie ancora Sifu, alla prossima! S.C.: Grazie a voi!
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Se avessi un Euro per ogni volta che mi hanno domandato, in qualità di direttore di questa rivista da 27 anni, cosa è necessario per avere successo in questo settore, sarei milionario. Non dirò come un mio caro amico che mi risponde sempre che non sa ciò che fa funzionare una scuola, ma che invece sa cosa NON la fa funzionare, però non mi posso arrogare il diritto di conoscere la verità su un tema così particolare. Farò diversamente, vi dirò quello che è SEMPRE necessario per arrivare al successo e rimanerci: conoscenza, serietà, perseveranza e organizzazione, sono senza dubbio virtù sine qua non, ma non lo sono meno il possedere un proprio prodotto e una buona campagna di promozione costante. Sebbene i secondi siano fattori esterni, è nei primi che uno si pone d’innanzi al mondo. I fattori citati possono essere acquisiti, ma ce n’è uno che è personale, o ce l’hai o non ce l’hai: carisma, magnetismo, intensità interiore, leadership, chiamatelo come volete. Ho conosciuto questo austriaco eccezionale qualche anno fa e quanto più ho a che fare con lui, più mi convinco che egli riunisce tutti quanti i suddetti fattori. I fatti, che sono incontrovertibili, parlano da soli e Peter da allora non ha smesso di migliorare, di crescere e di avere successo. Le sue periodiche collaborazioni in questa rivista non sono frutto della casualità, aldilà del professionista, si intravedono sempre gli altri fattori, la maggior parte dei quali, come tutti quelli importanti invisibili, che caratterizzano i rapporti a lungo termine. Mettere ogni mese i suoi testi alla portata di tutti voi, è sempre motivo di soddisfazione per me. Professionale, diretto, incisivo, Peter è un grande comunicatore e un ricercatore sensato, pratico e concreto, senza ambiguità ne false promesse. Bravo Peter! Alfredo Tucci Testo: Irmi Hanzal & Thomas E. Schimmerl Fotos: Thomas Suchanek
PETER WECKAUF Integral Martial Artist and system developer Negli ultimi numeri abbiamo presentato i Sistemi di Combattimento tattico di Peter Weckauf distinti tra loro. Questo mese andremo a dare un’occhiata più da vicino a tutti i suoi sistemi di combattimento e agli obbiettivi, alle idee e ai traguardi dei suoi concetti di attacco e difesa. Questi sistemi sono il risultato di anni e anni di esperienza e di ricerca. Sin da giovane, Peter Weckauf iniziò a costruire le proprie abilità nelle Arti Marziali. L’esperienza che ha acquisito lo ha ispirato a includere i propri concetti nei sistemi di difesa esistenti. Le sue lezioni lo hanno stimolato a sviluppare il proprio approccio ai metodi di allenamento, agli scenari e ai diversi aspetti della difesa personale.
L’ARTISTA MARZIALE INTEGRALE “Vi dirò ciò che è SEMPRE necessario per arrivare al successo e rimanerci: conoscenza, serietà, perseveranza e organizzazione, sono senza dubbio virtù sine qua non” Alfredo Tucci
“Sulla base di concetti di provata efficacia, Peter Weckauf ha sviluppato delle capacità per l’uso di questa arma arcaica, tenendo sempre conto del suo peculiare maneggio”
L’ARTISTA MARZIALE INTEGRALE
Il SDS-Concept Una delle prime cose che ho notato è stata che molte Arti Marziali utilizzano armi, ma nessuna arriva a sviluppare tutto il suo potenziale. Alcune tecniche, d’altro canto, sono così elaborate che non si potrebbero mai usare in un combattimento reale. Il successivo logico passo del Sig.Weckauf è stato realizzare un sistema indipendente per l’uso degli oggetti quotidiani con fini di autodifesa, che, o si possono allenare con un sistema distinto o possono completare i sistemi con le armi esistenti. Il termine “SDS-Concept” si riferiva inizialmente al Kubotan, anche conosciuto come “Bastone da Difesa Personale”, ma adesso Peter Weckauf utilizza elementi di uso quotidiano per il suo sistema di difesa personale come bottiglie, torce elettriche, cucchiai, penne, cinture, sciarpe, libri, borse… Grazie alla creatività di Peter Weckauf, la lista si fa sempre più lunga ogni anno, perché inventa nuove tecniche con e per i distinti oggetti e le insegna nei seminari e nei corsi. Rispettare i principi e i concetti ha la massima priorità per lo sviluppo di queste applicazioni altamente innovative.
Allenamento con il coltello La difesa contro gli attacchi da coltello e altre armi bianche è un altro argomento che Peter Weckauf affronta e discute all’interno del suo TCS Concetto di Lotta con Coltello. Essere capaci di maneggiare il coltello con la base delle Arti Marziali è alquanto necessario per la difesa contro gli attacchi dagli stessi. Lo sport da combattimento è un’altra maniera di provare, per esempio, come negli eventi annuali dei tornei di Combattimento con Coltello. Peter Weckauf è molto esperto nell’uso del coltello, due coltelli in contemporanea e nel Karambit.
Ascia e Tomahawk Le asce e i tomahawk sono armi che non si vedono tutti i giorni. Il TCS Tomahawk Fighting
“Il successivo logico passo del Sig.Weckauf è stato realizzare un sistema indipendente per l’uso degli oggetti quotidiani con fini di autodifesa, che, o si possono allenare con un sistema distinto o possono completare i sistemi con le armi esistenti”
L’ARTISTA MARZIALE INTEGRALE “Rispettare i principi e i concetti ha la massima priorità per lo sviluppo di queste applicazioni altamente innovative”
“Il termine “SDS-Concept” si riferiva inizialmente al Kubotan, anche conosciuto come “Bastone da Difesa Personale”, ma adesso Peter Weckauf utilizza elementi di uso quotidiano per il suo sistema di difesa personale come bottiglie, torce elettriche, cucchiai, penne, cinture, sciarpe, libri, borse…”
Concept (Concetto di combattimento con il Tomahawk) presenta i vantaggi di questa speciale arma, la più antica conosciuta dall’umanità. Sulla base di concetti di provata efficacia, Peter Weckauf ha sviluppato delle capacità per l’uso di questa arma arcaica, tenendo sempre conto del suo peculiare maneggio.
Difesa a mani nude Siccome le armi non sono sempre a portata di mano, pare una buona idea poter contare anche su strategie di difesa senza di esse. Il Panantukan Concept è l’idea di Peter Weckauf di un sistema integrale per la difesa radicale. Il Panantukan Concept contiene elementi dello sport da combattimento, delle Arti Marziali e della difesa personale. Una grande quantità di tecniche, applicazioni e metodi di allenamento fanno di questo sistema uno dei più interessanti nella “lotta di strada delle Filippine”, che, in senso stretto, arriva dagli USA. Il Panantukan Concept è in realtà un sistema di auto difesa completo per gli Artisti Marziali e i praticanti di sport da combattimento che sentono la necessità di migliorare e perfezionare le proprie abilità e tecniche per il loro uso in combattimento.
Metodi e strutture di allenamento Il Sig.Weckauf ha sempre considerato i metodi di allenamento come una cosa molto importante e perciò li continua ad adattare e a evolvere su una base regolare. I metodi di allenamento sono si importanti per lui, ma lo sono anche le abilità e le qualità che permettono e rendono possibile l’uso corretto delle sequenze di difesa e attacco. È per quello che nelle lezioni del sistema di combattimento tattico, la pratica delle capacità di coordinazione è così importante come quella degli aspetti fisici e mentali del sistema stesso. La disposizione razionale dei distinti livelli di addestramento è una delle priorità personali del Sig. Weckauf. Tutti i suoi sistemi sono comprensibili e sono ben costruiti. Le idee che egli insegna di continuo – sia in seminari per istruttori o attraverso la sua piattaforma di addestramento on line – rendono ovvie le chiare strutture dei programmi di studio.
Per maggiori informazioni su seminari e corsi, visitate HYPERLINK " h t t p : / / w w w . s a m i international.com" www.sami-international.com
Autodifesa
PANANTUKAN CONCEPT HYPERLINK "http://www.panantukan-concept.com" Nell’articolo di questo mese tratterò un’altra parte del nostro sistema SAMI: Il TCS Panantukan Concept è un sistema indipendente al 100% e altamente efficace nel combattimento corpo a corpo senza armi, con base nei concetti e nei principi di lotta. Molte delle sue tecniche derivano dal Kali Filippino, dalla boxe olimpica occidentale, dal Silat indonsiano e da altri stili. La parola “Panantukan” è di origine filippina e significa semplicemente “Colpo” o “lotta”. Al giorno d’oggi, il Panantukan è uno stile a se stante. Il pugilato ha sempre avuto una forte influenza nel Panantukan, per cui nel mondo esso è conosciuto come “Boxe Filippina” o “Boxe sporca”, nel quale si distingue chiaramente l’elemento più evidente del sistema che sono i pugni. La più grande differenza tra il Panantukan e la boxe “regolare” è ovviamente il fatto che nel primo non ci siano delle regole restrittive, il che permette l’uso di tutte le armi del corpo, come i colpi sui punti vulnerabili dell’avversario, le prese, gli atterramenti e la manipolazione del corpo. Le differenze e i concetti dei distinti stili di Panantukan si basano principalmente sui diversi punti di vista e sulle idee implicite. Alcuni sistemi mostrano una inclinazione verso il Silat, mentre altri sono chiaramente influenzati dal Jeet Kune Do.
Testo: Peter Weckauf, Mag. Irmi Hanzal, Thomas Schimmerl Fotos: Thomas Suchanek
Che cos’è il Panantukan Concept? Panantukan Concept è “arte della lotta senza limiti”, è il mio modo di vedere l’autodifesa senza armi. Il nome vuol dire “basato sul concetto della lotta senza limiti”. Quando ho ideato il Panantukan Concept, ho soltanto adattato i programmi di studio, l’insegnamento di metodi, tecniche ed esercizi per il nostri istruttori e scuole SAMI.
L’Arte della lotta senza lomiti Il Panantukan Concept non si concentra esclusivamente sulla boxe “sporca”, ma abbraccia tutte le aree della difesa
personale. Ciò che la maggior parte della gente trova affascinante del sistema è la varietà illimitata di opzioni di addestramento. Le contempliamo tutte: a partire dalle tecniche di pugilato, all’uso di tutte le armi del corpo (mani aperte, avambraccia, pugni, gambe, ginocchia, testate, spallate) concetti di distruzione, essere in grado di combattere, protezione di terzi, difesa contro uno o più aggressori, concetto offensivo e – molto importante! – difesa a oltranza senza restrizioni.
Perchè Panantukan Concept? Così come per tutti i nostri sistemi, utilizziamo il termine “Concept” perchè sia chiaro che il Panantukan può essere insegnato come un sistema integrale e indipendente. Condivido la filosofia di Bruce Lee che non dobbiamo essere obbligati ad usare forme e schemi fissi, ma dovremmo essere in grado di adattarci alle necessità e creare
qualcosa di nuovo. Concetti, che possono essere impiegati quando è necessario seguire tale filosofia ed evidenzano anche la nostra indipendenza e la singolarità dell’approccio. I concetti del Panantukan Concept sono i pilastri di questa efficace Arte Marziale e la rendono così unica e potente. A seconda di ogni situazione, i concetti possono essere usati singolarmente o combinati ad altri. Permettetemi di spiegare dettagliatamente alcuni di questi.
Concetti sulle armi nel Panantukan Concept Sono sempre stato affascinato dai concetti delle armi, li trovo molto interessanti e abbiamo sempre cercato di svilupparli ulteriormente. Molti sistemi insegnano prima la difesa senza armi e solo più tardi mostrano ai loro allievi come utilizzare ciò che hanno imparato contro quest’ultime. Nel Panantukan, insegniamo la “sperimentazione” della mano armata (ovvero, presa e controllo tipico della lotta contro le armi) sin dall’inizio, per cui diviene una cosa naturale per la difesa reale contro le armi nelle tappe successive. Questo approccio è una chiara indicazione di come il Panantukan sia davvero un sistema per usare e difendersi dalle armi.
Distruzione La parola dice tutto. Basata su tecniche di combattimento con armi, l’idea è distruggere o danneggiare le estremità dell’avversario in modo che non possa usarle o che perda persino il controllo della sua arma. Questo concetto è soprattutto rivolto verso la mano armata del contendente. Nel Panantukan Concept, andiamo
un passo oltre e utilizziamo queste tecniche non solo contro le braccia del nemico, ma anche contro le sue gambe (distruzione della gamba) minando la sua agilità. I Concetti speciali di addestramento per attaccare la
testa del’avversario e il collo, fanno anch’essi parte del Panantukan Concept.
Manipolazione del corpo La manipolazione del corpo è uno dei principali pilastri del Panantukan Concept. Si utilizza per mettere l’avversario in una posizione sfavorevole per lui e buona per noi, così come per rompere il suo equilibrio. La manipolazione del corpo si usa principalmente in contemporanea con tecniche di attacco, come percussioni, calci, e bloccaggi. La manipolazione del corpo funziona per spingere, premere e tirare, o come una combinazione di questi tre elementi. Braccia, gambe, spalle, collo o testa possono essere l’obbiettivo delle tecniche di manipolazione del corpo. Una manipolazione efficace richiede la distanza corretta, che è la distanza di perforazione. La manipolazione del corpo è una delle più affascinanti tecniche del Panantukan e, ovviamente, si utilizza anche nella lotta con le armi. Si usano molti degli esercizi e dei metodi speciali
di addestramento per migliorare le tecniche di manipolazione del corpo.
Difesa da strada Il Panantukan è fondamentalmente una difesa contro pugni e calci. Per il Panantukan Concept comunque, abbiamo creato un programma che comprende anche divincolamenti dalle prese, tecniche per minacce a mano armata (coltelli, armi da fuoco) difesa contro più aggressori, difesa in condizioni particolari (in auto, seduti a tavola...) e la protezione di terzi. Per questo noi usiamo, naturalmente, i concetti del Panantukan, ma alleniamo anche metodi e strategie estratti da moderni sistemi di difesa personale. Ciò è piuttosto logico, se vogliamo preparare i nostri allievi a eventi di ogni genere e migliorare le loro tecniche di autodifesa.
Formazione degli Istruttori La diversità e l’uso illimitato sono ciò che rendono il Panantukan Concept così interessante per istruttori di altre
Arti Marziali, sia come un’estensione della propria disciplina o semplicemente come dispositivo educativo. SAMI International offre corsi per istruttori, in particolare, per gli istruttori di altri stili che desiderano migliorare la loro conoscenza passo dopo passo. Ovviamente, seguiamo la nostra strada quando insegniamo ai futuri istruttori di Panantukan Concept attraverso elementi come le lezioni pratiche di supporto on line. Una delle questioni più importanti, tuttavia, è capire i concetti didattici, l’aggior namento metodico dei programmi di studio e l’accesso ben strutturato ai programmi di abilitazione. Per il momento, il Panantukan Concept viene insegnato in un gran numero di paesi europei, quindi lo stiamo sviluppando in più posti con l’obbiettivo di consentire che sempre più persone possano accedere al nostro sistema unico nel combattimento corpo a corpo. Per maggiori informazioni su seminari e corsi istruttori, visitate la pagina HYPERLINK "http://www.panantukanconcept.com"
Kapap “Il viaggio più difficile è quello che uno fa con se stesso...” Hanshi Patrick Mc.Carthy Appena un anno fa un gruppo di praticanti di Krav Maga ha cercato di guadagnarsi la sua fetta di mercato con l’unica capacità di cui era dotata: la calunnia. Hanno cercato di piegare la mia personalità utilizzando menzogne e affermazioni senza senso. Hanno usato un paio di soggetti che avevo espulso dal KAPAP: uno un criminale di guerra che una volta scoperto non ho potuto fare altro che espellerlo. L’altro venne espulso dall’esercito Israeliano per assenza senza permesso, aldilà del fatto che io mi sono rifiutato di fargli fare la prova di ingresso per entrare nell’unità YAMAM. Uno di loro era membro della YAMAM e ha cercato di diventare istruttore, ma non era sufficientemente valido e al posto suo l’unità YAMAM ha scelto me. Uno uomo venne dimesso dall’esercito israeliano a causa di problemi mentali soltanto dopo 3 settimane di servizio. Diceva di avere l’addestramento del Servizio Segreto Israeliano, ma in realtà si era semplicemente allenato con un tizio che una volta era stato un pilota militare. Il secondo era un tecnico della Forza Aerea e l’ultimo ha prestato servizio nell’Esercito e aveva il profilo militare più basso del FDI, che voleva dire che se avesse avuto ancora un punto in meno sarebbe stato sbattuto fuori dalle Forze Armate. Tuttavia questo “grande team” che ha conosciuto il vero Kapap, è apparso dopo 15 anni per sostenere che non esisteva Kapap, ma da quando il Kapap ha guadagnato popolarità, adesso che tutti i prodotti più venduti del Krav Maga si stanno trasformando in KAPAP, questo “team” ha affermato che Kapap era il sistema della YAMAM, ma si sono dimenticati di dire che sono stato io colui che lo ha fondato e lo ha introdotto nella YAMAM, insieme al Tenente Colonnello Chaim Peer. Questo “team” sta insieme a un pedofilo che è stato condannato 6 volte in un tribunale Israeliano per aver usato violenza sui suoi allievi. Ma “ora” si proclamano depositari de “l’autentico”! Un giorno mio figlio arrivò a casa da scuola e mi chiese perchè quando alcuni suoi compagni cercavano il mio nome su Google, veniva fuori che io ero un truffatore! Quello è stato uno dei momenti più inquietanti della mia vita. Come si può sconfiggere la cattiveria? Questi criminali hanno anche usato il potere di internet e dei forum on line per cercare di diffondere malelingue sul mio defunto padre. E’ stato allora che ho deciso di ribellarmi. Mio padre mi ha insegnato un sacco di cose, ma la prima e la più importante è il rispetto. Qual’è il significato del rispetto? Mio padre non parlava mai del suo passato, delle guerre, malgrado
avesse partecipato a ben 5 e sia stato uno dei pochi uomini che potevano indossare l’uniforme Red Wings in Israele! Appena due settimane prima della sua morte, gli chiesi di parlarmi del suo passato, ma lui mi disse “facemmo ciò che dovevamo fare, non per ricompensa, ma per difendere ciò in cui credevamo, per il nostro paese, per quello che ho costruito e per le nostre famiglie, nulla di più.” Mio padre perse i suoi genitori quando aveva 11 anni. Si trasferì a vivere in Israele e non ebbe una vita facile. Ricordo che quando visitai e poi andai a vivere in Giappone, mio padre andava a lavoro alle 5 del mattino e in un giorno gelido compresi ciò che mi disse molti anni prima: “ Dovrò lavorare molto, ma farò di tutto per mandarvi nelle migliori scuole e ottenere la migliore istruzione perchè possiate avere successo nella vita”. Gli devo sicuramente il mio successo, anche perchè sono diventato un ufficiale dell’esercito, nonostante non fossi molto interessato ad esso, ma lui mi spinse a sciegliere sempre le strade migliori nella vita. Dopo che mio padre è morto ho capito capito quante persone lo amavano e lo rispettavano, allora mi sono reso conto di quanto fosse davvero “ricco”. In questo articolo proverò a condividere alcune idee sul perchè continuo a disprezzare e a stare lontano dalle cose non buone. Dalla gente spregevole e dai miei nemici: i nemici non sono miei amici, così come le persone cattive sono persone cattive. Tutto questo mi ha aperto gli occhi per studiare e conoscere ancora di più. Il fatto che io abbia ricevuto molte calunnie, mi ha insegnato molto e mi ha reso una persona migliore. Posso anche dire che mi ha mostrato tante cose su miei amici, come disse Martin Luther King: “ Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici”. Eh si, i miei amici sono rimasti in silenzio come coloro a cui piace arrivare più in alto calpestando gli altri. Faccio il possibile per insegnare con amore e pace, mantenendo l’ego a distanza. Nel Machado BJJ si usa un detto che recita: “lasciate l’ego fuori dalla porta quando entrate in questo dojo”. Io sono della vecchia scuola. Cerco di inculcare dei valori positivi, le buone abitudini e la buona educazione, non solo le capacità tecniche e fisiche. Nella mia scuola non c’è spazio per l’intimidazione o l’arte marziale a fini egoistici. Questo mi riporta a una bella citazione di Hanshi Patrick Mc Carthy da condividere con voi: “La gente dimenticherà ciò che hai detto. La gente dimenticherà ciò che hai fatto, ma non dimenticherà mai come l’hai fatta sentire.”
Ho sognato di aver intervistato Dio: “Entra pure” disse Dio “Quindi vorresti intervistarmi?” “Se ha del tempo” gli dissi Dio sorrise e disse: “Il mio tempo è l’eternità ed è sufficiente per fare tutto, che cosa hai in mente di chiedermi?” “Cosa la sorprende di più degli esseri umani?” Dio rispose: “ Che si stancano di essere bambini, fanno le corse per crescere e poi cercano disperatamente di tornare di nuovo bambini. Perdono la propria salute per fare soldi e poi perdono i loro soldi per recuperare la salute. Che per pensare con ansia al futuro, si dimenticano del presente, in modo che essi non vivono ne per il presente, ne per il futuro. Che vivono come se non dovessero mai morire, e muoiono come se non avessero mai vissuto...” Le mani di Dio presero la mia e rimanemmo in silenzio per un attimo, poi gli domandai: “Come padre, quali sono alcune delle lezioni di vita che vorrebbe che imparassero i suoi figli? Dio rispose con un sorriso: “Che imparino che non possono costringere qualcuno ad amarli. Ciò che possono fare è lasciarsi amare. Per sapere che ciò che è più prezioso non è quello che possiedono nelle proprie vite, ma le persone a cui tengono. Che imparino a non paragonarsi agli altri. Tutti saranno giudicati individualmente per i propri meriti e non come un gruppo sulla base di un metro di valutazione. Che sappiano che una persona ricca non è quella che ha di più, ma quella che necessita di meno cose. Che imparino che ci vogliono solo pochi secondi per ferire profondamente le persone che amiamo e che ci vogliono molti anni per guarirle. Che imparino a perdonare, praticando il perdono. Per essere consapevoli che ci sono persone che li amano molto, ma che semplicemente non sanno come esprimere o dimostrare i propri sentimenti. Che capiscano che il denaro può comprare tutto meno che la felicità. Che comprendano che due persone possono guardare la stessa cosa e vederla totalmente differente. Per sapere che un vero amico è qualcuno che sa tutto di loro...ma lo accetta senza condizioni. Che apprendano che non sempre è sufficiente essere perdonati dagli altri, ma che devono perdonare se stessi.” Mi sedetti lì a godere del momento. Lo ringraziai per il suo tempo e per tutto ciò che ha fatto per me e la mia famiglia e Lui rispose: “Quando vuoi. Io sono qui 24 h al giorno. Tutto ciò che devi fare è chiedere ed io risponderò.” “La gente dimenticherà quello che hai detto. La gente dimenticherà quello che hai fatto, ma mai dimenticherà come l’hai fatta sentire.” Cerco di fare in modo che i miei allievi guardino più dentro se stessi che
non agli altri – “Il viaggio più difficile è quello che devi fare dentro te stesso...” Negli ultimi anni ho viaggiato quasi senza sosta per insegnare il KAPAP e oggi lo vediamo in tutto il mondo, dal polo nord all’Antartide. Io non ricerco gente ricca, ne ho alcun interesse a vedere le ricche signore di Beverly Hills che praticano nei loro bei pantaloncini “il feroce sistema dell’esercito israeliano”. Voglio insegnare alle comunità e alle persone povere e per dare alla gente qualcosa in più nelle Arti Marziali, non lo
faccio per vantarmi. E tutto questo mi ha trasformato in un “Sensei nella via” – e dove termina la strada, inizia l’avventura. Ho iniziato a insegnare alle tribù native, a viaggiare e a fare lezioni alle comunità che insegnano davvero della vita, ma mi ritrovo più a studiare e a guardare me stesso. Ho imparato che quando vedi il leader della tribù che vive col suo popolo e il suo popolo rimane a stento a galla, anche la sua casa fa lo stesso. Questo mi dimostra che il nostro modo di
vivere, con i nostri leader che vivono in templi dorati, è lontano da tutti noi... Gli insegnamenti delle Arti Marziali fanno si che mi faccia molte domande sulla vita, poichè le Arti Marziali sono lo studio della vita – dove la maggior parte dei veri Grandi Maestri sono i più grandi stupidi. Se fossero stati più intelligenti, avrebbero trovato qualcosa di meglio da fare e senz’altro più redditizio. Che cos’è l’insegnamento? L’insegnamento viene dal cuore – non ci sono parole per descriverlo. Trovare le parole per spiegare il
Kapap “Do”, è come tirare sassi alla Luna. Negli ultimi mesi sono stato impegnato ad insegnare in un nuovo progetto per gli indios nativi delle tribù Cree e Inuit ed essi hanno dunque iniziato il grande studio sulla vita dal loro punto di vista. Da bambino mi sono sempre piaciuti i film sui cowboys, ma stavo sempre dalla parte degli indiani. Più vado avanti con gli anni, più capisco il perchè. Potevo sentire il loro
spirito e mi hanno parlato sinceramente in merito alle idee occidentali sul denaro e sulle loro prospettive di vita. Qui ci sono alcuni detti ispiratori, dai quali tutti possiamo imparare, offerti dalle tribù indie native – che continuano ad essere validi al giorno d’oggi e che sono nuovi messaggi di ispirazione e guida per il sottoscritto, e spero che lo siano anche per voi.
“Sono povero e sono nudo, ma sono il capo della nazione. Non vogliamo ricchezza, ma vogliamo educare correttamente i nostri figli. Quello che ci da la ricchezza non è buono per noi. Non la possiamo portare con noi nell’aldilà. Non vogliamo ricchezza. Vogliamo la pace e l’amore.” Nuvola Rossa “Solo dopo che l’ultimo albero sarà stato tagliato. Solo dopo che l’ultimo fiume sarà stato avvelenato. Solo dopo che l’ultimo pesce sarà stato catturato. Solo dopo scoprirete che il denaro non si può mangiare” Proverbio Indio Cree “Il nostro primo Maestro è il nostro cuore” Proverbio dei Nativi Americani “Quando il sangue delle vostre vene ritornerà al mare, e la terra delle vostre ossa tornerà alla terra, forse ricorderete che questa terra non vi appartiene, voi appartenete a questa terra” Anonimo
“Tratta bene la terra: non ve la diedero i vostri padri, ve la prestarono i vostri figli. Non ereditiamo la Terra dai nostri Antenati, la prendiamo in prestito dai nostri discendenti.” Antico proverbio Indio Americano “Ci sono molte cose che attirano l’attenzione, ma bisogna cercare solo quelle che arrivano al cuore” Antico detto Indio “Quando sei nato hai pianto e il mondo ne era felice. Vivi la tua vita in modo che quando morirai il mondo piangerà e tu sarai felice” Espressione Cherokee “Perdi le staffe e perderai un amico; menti e perderai te stesso.” Hopi
Kapap
“Dobbiamo proteggere le foreste per i nostri figli, nipoti e figli che stanno per nascere. Dobbiamo proteggere le foreste per coloro che non possono parlare per se stessi, come gli uccelli, gli animali, i pesci e gli alberi.” Qwatsinas, Nazione Nuxalk Qui di seguito, un riassunto e la dichiarazione d’intenti che ho fornito per presentare il mio programma: Dichiarazione del Progetto della Missione “Attraverso questo progetto, i bambini svilupperanno comportamenti salutari e capacità sociali tramite l’attività fisica specifica, interagendo con i loro compagni. Grazie all’esito del processo di acquisizione delle differenti
“Ci sono molte cose che attirano l’attenzione, ma bisogna cercare solo quelle che arrivano al cuore” Antico detto indio
capacità e attività che sono incluse in questo progetto, i bambini svilupperanno fiducia in se stessi e costruiranno un’immagine positiva attorno a loro. Sport e attività fisica diminuiscono in gran misura il livello di aggressività, ovvero, la canalizzano nella partecipazione creativa all’esercizio fisico. Nello sviluppo di questo progetto, il focus è la situazione attuale della società e tutti i problemi relativi che affliggono la famiglia, i giovani, come la paranoia, la violenza domestica e tra compagni, l’impatto della pressione dei mezzi di comunicazione e di internet, le droghe... poichè i bambini hanno bisogno di essere allenati per ottenere delle conoscenze obbiettive e realistiche.
Kapap Con questo progetto di Arti Marziali vogliamo realizzare una strategia che aiuterà i bambini e i giovani nella comprensione più ampia di ciò che li circonda e del loro contesto, del loro ruolo nella famiglia e nella società. I giovani di questa età non sono abbastanza maturi per comprendere certi problemi e possono ancora essere influenzati in maniera positiva attraverso i valori sociali. Una soluzione potrebbe essere quella di promuovere e rendere popolare lo sport e crediamo che la Scuola di Arti Marziali sia una delle maniere per inculcare i valori umani e aumentare il livello delle aspirazioni sportive nella popolazione giovanile. Obbiettivi da raggiungere con l’implementazione del progetto proposto: Il progetto ha come obbiettivo introdurre gli sport e le Arti Marziali agli alunni delle scuole primarie e secondarie, in modo che il loro interesse sia diretto verso attività che li aiutino a raggiungere delle migliori condizioni di vita, a promuovere lo sviluppo fisico e mentale. La pratica sportiva in adolescenza contribuisce alla prevenzione della
violenza e dell’abuso di droghe e crea coscienza dei buoni valori tra i giovani. Attività dei progetti di educazione non formale: All’interno del progetto e aldilà delle attività sportive, si sviluppa il ruolo dello sport nel contesto più ampio delle relazioni interpersonali e della comunicazione. Attraverso diverse forme di attività sportiva, oltre all’educazione fisica, gli studenti sviluppano spirito sportivo e attitudini positive all’apprendimento della vita e di valori come la fiducia tra le persone, a identificare e risolvere problemi di comunicazione e fraintendimenti, così come una visione costruttiva della diversità e la tolleranza. La crescita della fiducia tra le persone è essenziale per il reciproco rispetto, la mentalità aperta, la comprensione e l’empatia. In questo modo si può promuovere lo sviluppo delle abilità comunicative, la cooperazione di squadra e la valutazione positiva della diversità. Il raggiungimento della fiducia, la comunicazione, la competenza e la tolleranza, permette di facilitare la crescita della personalità, le modifiche
nel comportamento e la prevenzione di possibili conflitti in famiglia e in società. Obiettivo delle attività informali ed educative: La sensibilizzazione della percezione sociale, ovvero, la coscienza che l’esattezza delle osservazioni degli altri dipende dalla precisione con la quale possiamo evidenziare (cogliere, percepire) certe informazioni (verbali e non verbali). Questa conoscenza sperimentale migliora le osservazioni personali e aumenta la fiducia nelle situazioni di comunicazione interpersonale. Il progetto ha come obbiettivo far convergere gli sport giovanili verso i loro interessi in attività che gli permettano di avere delle migliori condizioni di vita, promuovere lo sviluppo fisico e mentale e di accedere a un’informazione aggiuntiva e a uno stimolo che partecipi allo sviluppo della stessa. “La conoscenza di se stessi è il principio di tutta la saggezza.” Aristotele “Conosci te stesso e vincerai tutte le battaglie” Sun Tzu
Fuoco: I colpi ripetitivi (colpi a catena) rapidi, diretti e bilanciati, simboleggiano la proprietà esplosiva del fuoco e il calore ardente con il quale alimenta se stesso. L’elemento fuoco è relazionato con il cuore e l’intestino tenue.
L’elemento fuoco è uno dei cinque elementi del sistema Hung Gar. La tecnica del fuoco trova nella maggior parte dei casi la sua strada verso l’obbiettivo in maniera diretta, a bruciapelo, come ad esempio con uno dei cosiddetti colpi a catena (o anche catena di pugni). In generale, le tecniche del fuoco simboleggiano la proprietà esplosiva di questo
elemento e sono in relazione con lo stile della tigre, ovvero quelle tecniche della tigre note a tutti. Se osserviamo il tipo di attacco della tigre, vediamo come questa sia diretta, attacca frontalmente e con artigli affilati come un coltello. Naturalmente nell’esecuzione delle tecniche del fuoco ha una grande importanza il lavoro con il Qi, l’energia interna, visto
che qui si utilizza anche una sorta di forza esplosiva. Se osserviamo un praticante di Hung gar che esegue le tecniche tipiche del fuoco, vedremo la figura di un guerriero indomito di grande temperamento che combatte con tecniche dirette. Nel mondo della medicina tradizionale, l’elemento fuoco è fortemente legato agli organi cuore (organo Yin) e intestino tenue
(organo Yang). Negli antichi insegnamenti, al cuore viene assegnato, in maniera simile alla medicina moderna, il ruolo del re. Provvede alla circolazione del sangue per gli altri organi del corpo tramite sostanze vitali, prendendo così una posizione centrale nel regno degli organi interni. Come sappiamo, senza cuore non ci sarebbe vita, ovvero, non potremmo vivere. Come abbiamo detto in generale nell’ultimo articolo sui cinque elementi, non esiste un Hung Gar Kung Fu soltanto duro o morbido. Anche se le tecniche del fuoco sono di norma dirette e frontali, possono presentarsi come un raggio distruttore o muoversi come fiamme leggere seguendo il vento o gli ostacoli. È importante capire che qui non si tratta solo di mere tecniche da combattimento, ma che dobbiamo partire da differenti strategie, forme e forze. Si deve far in modo che, a seconda di ciascuna situazione, l’allievo praticante di Hung Gar utilizzi le più adeguate. Per gli allievi occidentali aggiungere il fuoco e la tigre è di solito la conclusione finale. Anche il cuore, un organo al quale si attribuiscono sentimenti forti come l’allegria e l’amore, sembra perfetto per lo stile della tigre e il suo elemento fuoco. Forse è per
questo motivo che questo collegamento lo scoprono soprattutto gli allievi affamati di sapere, piuttosto che i novizi che praticano da poco tempo. Ma andiamo al nucleo della questione. Ovvero il combattimento: quando nel combattimento la soluzione migliore è l’attacco diretto e frontale, si può parlare di tecniche del fuoco. Naturalmente questo non è così facile da intendere come da dire, poichè dietro un elemento nell’Hung Gar, come abbiamo detto, non c’è solo una tecnica, ma si nasconde un piccolo sistema completo. Un sistema che fa parte di tutto l’Hung Gar Kung Fu. L’allievo avido di imparare e con una forte volontà saprà sempre, senza dubbio, trovare la strada per acquisire migliori capacità al fine di svelare questo segreto. Sempre che provi a guardare aldilà del bordo del proprio piatto, continui ad imparare e diventi un buon maestro.
Metallo: I movimenti del metallo che dividono (colpi forti e rovesciati), che imitano i colpi di un’ascia, sono intimamente legati con i polmoni e l’intestino crasso. Il metallo è un altro dei cinque elementi facenti parte del sistema Hung Gar e pare sia causa di confusione tra gli allievi più appassionati. Spesso si ricercano risposte nell’insegnamento delle cinque-parti, dove l’elemento metallo (come gli altri) viene descritto in cicli differenti e
gli si attribuiscono diverse interpretazioni (per esempio: “L’ascia che divide il legno, ma che dall’altro lato, può essere impugnata da esso”). A causa del fatto che in natura, paragonandolo al legno o alla terra, abbiamo poca relazione con questo materiale, ciò può sembrare inizialmente sconcertante per l’allievo. In ogni caso, a partire dal
mio ultimo articolo sui cinque elementi, in generale sappiamo che nell’Hung Gar, per ciò che riguarda gli elementi, si tratta puramente di combattimento. O per dirla con le parole del mio saggio Sihing: “Just to destroy the human body” (solo per distruggere il corpo umano). Se si tratta di tecniche di combattimento, facendo riferimento all’immagine
dell’ascia che divide, si esegue come una distensione o come un dividere qualcosa. Al principio metallo piacciono le tecniche da corta distanza e queste si legano tra gli altri, allo stile del leopardo. Col tipico pugno del leopardo, un pugno mezzo aperto, si può, a corta distanza e attraverso il loro limitato punto di contatto (le nocche delle dita), colpire
il bersaglio con grande forza distruttrice. A parte il combattimento e la difesa, l’elemento metallo ha ovviamente anche la sua corrispondenza nella medicina tradizionale cinese: Gli organi che competono a questo elemento sono i polmoni (Yin) e l’intestino crasso (Yang). Come abbiamo visto nel cuore e nell’intestino tenue, la funzione dell’organo Yin ha spesso una funzione più importante rispetto a quella dell’organo Yang, perciò quest’ultimo lo si nomina per secondo. Non solo nelle medicina
tradizionale cinese, ma anche nella medicina moderna, oggi sappiamo anche, per esempio, che i polmoni sono lo specchio della pelle. Pertanto l’origine di diverse malattie della pelle risiede in uno squilibrio dei polmoni e perciò si ritrova nell’elemento metallo. Un esempio significativo per ciò che riguarda questo tema è il fumare, che insieme ad altri inconvenienti, si può notare come influisca negativamente soprattutto sulla pelle. Ma torniamo al punto centrale che ci riguarda, ovvero l’autodifesa e il combattimento: nonostante l’allievo assiduo all’inizio forse non veda alcuna relazione
diretta con l’elemento metallo, spero che acquisti, attraverso questo articolo e la pratica costante delle tecniche del metallo, più chiarezza su questi elementi e i loro interessanti principi. Così come negli altri elementi, la profondità della conoscenza del metallo dipende dal continuo esercitarsi, dal domandare e dal progredire insieme ad un buon maestro. E spero che in futuro molti allievi proseguano il cammino di maestro di Hung Gar e possano scoprire tutto il potenziale del sistema e dei suoi sotto-sistemi e ne imparino ogni segreto.
Bruce Lee Per Bruce Lee il Jeet Kune Do non era uno stile. Era un processo di auto-scoperta e crescita costante. Gli stili di Arti Marziali di tutto il mondo hanno le proprie forme, movimenti e tecniche, e i professionisti di ciascuno di essi combattono credendo di avere tutte le risposte. Bruce Lee si rifiutò di chiamare stile il Jeet Kune Do, poichĂŠ sentiva che farlo avr ebbe voluto dire limitarlo. Spesso diceva: “Non esiste uno stile, se si
Testo e Foto: Harinder Singh Presidente Esecutivo e Istruttore Ufficiale Senior del PSF (Sistemi Progressivi di Combattimento)
Jeet Kune Do comprendono totalmente le radici del combattimento”. La vera genialità del JKD è evidente nel cambiamento e si può osservare nella metamorfosi che hanno subito sia Bruce Lee che la sua arte. Dai suoi inizi classici nel Wing Chun, si è trasformato in tecniche militari e di polizia efficaci che adesso nel PSF (Sistema Progressivo di Combattimento) si insegna in tutto il mondo. Per capire veramente il JKD, dobbiamo guardare la progressione e l’evoluzione che ha avuto Bruce Lee da quando era un adolescente di 13 anni che studiava Wing Chun con il leggendario maestro Ip Man, fino ad essere riconosciuto come il nonno delle MMA dal presidente della UFC Dana White.
Jeet Kune Do L’evoluzione del Jeet Kune Do Wing Chun – Il nucleo Di tutti gli stili di Kung Fu che si insegnavano a Hong Kong nel 1950, perché Bruce Lee scelse il Wing Chun? Malgrado Bruce Lee avesse una certa conoscenza dei movimenti fluidi del Tai Chi dello stile Wu del padre, la sua pratica seria nelle arti marziali cominciò a 13 anni. Quando si iscrisse alla scuola diretta dal Gran Maestro Ip Man, l’unico obbiettivo di Lee era di essere capace di sopravvivere ai pericolosi combattimenti di strada nei quali si cimentava nei vicoli e sui tetti di Hong Kong. Quando era un adolescente, Bruce ebbe degli alterchi con membri di alcune gang e iniziò a guadagnarsi una reputazione come lottatore di strada. Per la sua incolumità, Lee passò innumerevoli ore a sviluppare le sue abilità con Ip Man e i suoi allievi principali. Bruce imparò le tre forme classiche. “La forma della piccola idea” Si Lim Tao, Chum Kiu “cercare il ponte” e “Le dita che colpiscono” Biu Jee. Da questa base, imparò poi il Chi Sao – mani appiccicose – e 60 dei 108 movimenti al Mook Jong (l’uomo di legno). Il Wing Chun è stato l’unico addestramento formale alle Arti Marziali che Bruce ha ricevuto e forma il nucleo del Jeet Kune Do. Le idee dell’economia di movimento, del parare e attaccare contemporaneamente, la teoria della linea centrale, l’intercettazione, la pressione costante in avanti e l’allenamento della sensibilità, sono i fondamentali di base del JKD. Anche in questa prima fase, Bruce aveva una mente assai curiosa e critica. Egli cercò i Maestri degli altri stili e con loro i segreti delle Arti Marziali. Incluse anche i principi della scherma praticata dal fratello. Partecipò e vinse anche un torneo di boxe occidentale quando frequentava la scuola secondaria. A 18 anni lasciò Hong Kong e arrivò negli USA, dove cominciò immediatamente ad aggiustare il suo sistema di combattimento per adattarsi al suo nuovo contesto e agli avversari più grossi. Tenendo conto della “troppa rigidità” della forma tradizionale, Bruce iniziò a sistemare gli angoli, le posture e il gioco di piedi del Wing Chun. Si rese conto che il Wing Chun metteva troppa enfasi alle tecniche di mano a corta distanza a discapito dei calci dalla lunga.
Jun Fan Gung Fu Una svolta importante nella metamorfosi di Bruce Lee fu il suo confronto con il tristemente celebre Maestro di Kung Fu, Wong Jak Man. Bruce mise fine al combattimento in
“Bruce Lee scrisse che Jeet Kune Do era solo un nome e che non dobbiamo concentrarsi su questo” pochi minuti e lasciò il suo avversario fuori combattimento. Dopo l’incontro Bruce analizzò le sue azioni ed era tutt’altro che impressionato dalla performance. Sentiva che avrebbe dovuto concludere lo scontro in pochi secondi. Il legame col suo stile, gli impedì di adattarsi alle tecniche del del Law Horn Kuen del suo avversario. Rimase anche stranamente senza fiato alla fine dell’incontro e comprese di non essere in perfetta forma. Questo incontro intensificò la ricerca di Bruce della realtà assoluta nel combattimento. Grazie a questo obbiettivo, alla fine riuscì a vedere i limiti del Wing Chun e si rese conto dell’importanza della condizione fisica, della forza funzionale e dello sviluppo delle qualità. Bruce Lee divenne un fanatico del suo sviluppo generale come atleta – tant’è che i principi e le strategie di addestramento che impiegò negli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 sono ancora all’avanguardia quasi 50 anni dopo. Jun Fan Gung Fu prende il suo nome da una variazione del nome cinese di Lee. È una forma ibrida nella quale il Wing Chun era parte del nucleo principale e un insieme di 26 stili ruotavano intorno ad esso. Fu durante lo sviluppo del Jun Fan che Bruce Lee trovò il suo particolare modo di portare i calci, basato sugli stili del nord della Cina e sulla Savate francese. Questa era una materia che veniva insegnata nelle scuole di Seattle e Oakland nel decennio degli anni ’60. Fino a quando nel 1967 Bruce Lee e Dan Inosanto dissezionarono le 26 Arti nella loro ricerca delle verità universali del combattimento, e tramite l’evoluzione di alcune delle loro ricerche e dell’allenamento di queste, si trasformò nell’Arte conosciuta come Jun Fan Gung Fu.
I VENTISEI ELEMENTI DEL COMBATTIMENTO DEL JUN FAN Wing Chun Mantide religiosa del Nord Mantide religiosa del Sud Choy Li Fut Tai Chi Chuan
(Stile della famiglia Wu) Pa Kua Hsing-i Bak-Hoo Pai (Gru Bianca), Bak Fu Pai (Tigre bianca) Artiglio dell’Aquila Ng Ga Kuen (sistema delle 5 familglie) Ng Ying Ga (Sistema delle inque famiglie) Bak Mei Pai (Sopracciglio Bianco) Shaolin del Nord Shaolin del Sud Bok Pai Law Horn Kuen Chin Na Stile della Scimmia Stile dell’Ubriaco Scherma Occidentale Boxe Occidentale Lotta libera occidentale Jujutsu Eskrima Sikaran Filippino Muay Thai (Boxe Thailandese)
Jeet Kune Do Nell’ultima pagina de “Il tao del Jeet Kune Do”, Bruce Lee scrisse che Jeet Kune Do era solo un nome e che non dobbiamo concentrarsi su questo. È un dato di fatto, il Jeet Kune do fu coniato nel 1968 quando Bruce Lee e Dan Inosanto stavano andando a casa dopo una sessione di allenamento intenso. Dan Inosanto disse a Bruce Lee che “è arrivato ad essere così efficace che ci colpisci prima che possiamo fare qualsiasi cosa”. Bruce rispose che ciò che stava facendo era intercettare o parare il colpo dell’avversario prima che questo fosse capace di portare il suo attacco. Dan gli chiese: “Come si chiama questo metodo in cinese?” Bruce rispose: “Jeet Kune Do” – la via del pugno intercettore. Il Jun Fan Gung Fu, ovviamente, si trasformò nel Jeet Kune Do. Il suo obbiettivo era introdurre i principi basilari e fornirgli le necessarie caratteristiche di realismo nel combattimento. Principi come quello del colpire per 3 volte, i 4 livelli del combattimento, i 5 modi di attaccare e le 6 infermità mentali. Partendo da tutto ciò, era ciascun individuo che doveva ampliare tale conoscenza, per trovare la propria espressione personale e scoprire le proprie verità. Il Jeet Kune Do non è un prodotto, ma un processo atto a scoprire la causa della propria ignoranza. Solo conoscendo la propria forza e le proprie debolezze possiamo attaccare i punti vulnerabili dell’avversario e tenersi lontani da quelli forti. Il JKD è molto di più che un insieme di tecniche e strategie di stili e sistemi differenti. Piuttosto, il JKD unisce diversi stili identificando i
temi centrali come rompere il ritmo, il controllo della linea centrale, mantenere il flusso ritmico e la capacita di saper “incastrare” le tecniche dell’avversario. Bruce Lee sfidava di continuo degli Artisti Marziali per crescere, cambiando ed evolvendosi in base ai tempi e alle situazioni. Parlava anche di trovare la migliore tecnica per una data situazione e poi di trovare il modo di ingannare con l’Arte. Dopotutto, quando si lotta per la vita non c’è niente di antisportivo nell’attaccare gli occhi, dare un calcio all’inguine o mordere la faccia. Prima che Bruce Lee andasse ad Hong Kong per fare i film, riconobbe a un solo uomo il III livello nel Jeet Kune Do, Dan Inosanto, lasciandolo con la qualifica di Istruttore Responsabile nella scuola di Chinatown a L.A. Dopo la morte di Bruce nel 1973, Dan Inosanto ereditò il patrimonio del Jeet Kune do. Continuò ad insegnare e a sviluppare l’Arte come voleva Bruce Lee, aprendo la Kali Academy. Viaggiò per tutto il mondo per oltre 35 anni perpetuando l’Arte e la filosofia di Bruce Lee. Grazie all’opera di Inosanto negli utlimi 35 anni, ci sono istruttori qualificati di JKD in tutto il mondo. La bellezza del JKD sta nella sua capacità di cambiare e adattarsi. Con gli anni, Dan Inosanto e Paul Vunak hanno aggiunto il Brazilian Jiu Jitsu e i morsi e le punture del KIno Mutai per far fronte ai pericoli della lotta a terra. Se avete a che fare con qualcuno che pesa molto più di voi, o con uno scenario con più aggressori, la capacità di gestirvi a terra e ritor nare in piedi è fondamentale per il successo in una operazione militare o in strada.
Il Jeet Kune Do Contemporaneo – l’influenza delle MMA Dal momento che il JKD continua a cambiare e ad evolversi, anche i nostri metodi di allenamento lo fanno. Se l’Arte vuole essere considerata attuale e funzionale, in
qualsiasi epoca temporale, allora deve cimentarsi con la tecnica più forte di questo preciso momento che noi consideriamo essere le MMA. Perché noi non realizziamo le nostre tecniche da un punto di vista statico – le realizziamo in combattimento. Praticare le tecniche con la minaccia di un pugno in faccia o di un calcio sulla gamba ci mantiene onesti e rappresenta al meglio la realtà del combattimento nel mondo moderno. Se avete avuto la fortuna di entrare in una lezione di JKD alla fine degli anni 70 e 80, nella Kali Academy di Dan Inosanto, vi sareste allenati come un pugile completo. Avreste dovuto saper combattere in tutti i settori del combattimento, fluendo nella Boxe thailandese e nella Savate in piedi e poi nel Jiu Jitsu per lottare a terra, nel Wing Chun per gli afferraggi e nel Kali Eskrima per combattere con le armi. L’idea di essere come l’acqua ed essere capaci di adattarsi a una tazza vuota, assomiglia molto all’idea di venire presi e catapultati nel più povero e ripugnante vicolo buio più pericoloso al mondo. Solo attraverso l’adattamento alla situazione sarete in grado di sopravvivere a qualsiasi tipo di scontro che può accadere per strada, sia in piedi che a terra, con armi o contro vari aggressori. Nel 1993 l’UFC si presentò al mondo. In quel momento non c’erano categorie di peso, ne limiti di tempo. Si vedevano stili distinti che si intrecciavano tra loro: la lotta contro la boxe, Jiu Jitsu vs Kickboxing, Karate vs Judo. In quasi tutti i casi lo scontro si riduceva a colpitori contro grapplers. Nel 2010 la UFC aveva assunto un’importanza globale e l’MMA diviene lo sport di maggior crescita a livello planetario. Sono state introdotte le categorie di peso e i rounds a tempo, e gli Artisti Marziali ora comprendono la necessità di dover contare sia sul lavoro dei colpi che delle prese. Quando vediamo Lyoto Machida nell’ottagono, abbiamo l’opportunità di osservare i principi del JKD Contemporaneo, dimostrati al loro livello più alto. Machida utilizza le sue qualità nel gioco di gambe, la distanza, la familiarità con la linea e la percezione dello spazio per controllare e attaccare il suo contendente. Lui non si limita a stare in un angolo cercando di colpire e parare dei pugni. Lyoto comprende la struttura del combattimento MMA – essenzialmente la boxe thailandese in piedi e il Brazilian Jiu Jitsu a terra. Lyoto sa che i suoi avversari non si metteranno in una posizione bassa e si avvicineranno a lui con un colpo di pugno rovesciato – come farebbero alcuni suoi colleghi stilisti del karate tradizionale. Al suo posto, useranno movimenti della boxe e porteranno jab e ganci. Lui sa che i suoi avversari non porteranno dei calci laterali alla testa, ma useranno i calci circolari tailandesi. E sa anche che in qualsiasi momento il suo avversario ha l’opzione di lanciarsi ai suoi piedi per atterrarlo. Dopotutto, è per questo che ha ottenuto la cintura nera in Brazilian Jiu Jitsu. Questa comprensione della struttura del combattimento MMA gli permette di applicare le qualità che ha sviluppato dalla sua formazione tradizionale nel Karate. Intercetta i suoi avversari alla maniera di Bruce Lee, il che gli permette di eseguire spettacolari colpi da KO mentre egli non viene mai colpito. In un modo
Jeet Kune Do molto JKD, ha adattato il suo Karate per emergere nella struttura dei combattimenti di MMA, ha evoluto il suo modo di combattere per renderlo contemporaneo. Gli Artisti Marziali tradizionali devono prendere esempio da uno come Machida.
Il Jeet Kune Do Contemporaneo – trucchi per combattere in strada La nostra strategia di combattimento a terra è, in poche parole, mettere in trappola. Per quello impieghiamo il
Brazilian Jiu Jitsu e l’arte filippina del Kino Mutai. Il Kino Mutai è l’antica arte di mordere senza sosta e il pizzicare che Guro Dan Inosanto ha incluso per le situazioni estreme di scontro stradale: quelle in cui la nostra vita o quella di un nostro caro sono in serio pericolo. Ne il Kino Mutai, ne il Brazilian Jiu Jitsu, erano tra i 26 elementi di combattimento originari di Lee e sono stati aggiunti più tardi da Dan Inosanto e Paul Vunak, per fronteggiare il pericolo di molti scontri stradali che finiscono a terra. Vorrei soffermarmi un momento per dire che le tecniche che utilizziamo del Kino Mutai
sono ciò che di più brutale, barbaro e cruento l’uomo conosca. Ci sono solo due ragioni plausibili per infliggere tale brutalità a un altro essere umano: dovere militare o difesa della famiglia davanti a una minaccia mortale. Chiunque può mordere, ma bisogna saper mordere efficacemente, sapere come e dove. Dovete essere capaci di mordere il vostro attaccante per un tempo tra i 5 e gli 8 secondi senza interruzione, con il fine di fare un danno sufficiente per creare lo spazio per scappare. Dovete essere capaci di mordere in combinazione e fintare un
morso al vostro attaccante. Dovete sapere come fingere un morso in una direzione per aprirvi un bersaglio più facile, una tecnica chiamata “mordere indiretto e progressivo”. Il mordere e pizzicare nel Kino Mutai è come la punta di un iceberg; il restante 90% è sott’acqua e non lo vedete. Pertanto, il segreto del Kino Mutai sta nella sua integrazione con il Brazilian Jiu Jitsu e nello sviluppo di una mente e un corpo unito dalla coordinazione, orientato soprattutto alla conservazione dell’energia fisica, mentale e spirituale. Il BJJ è come un carro armato che fornisce mobilità al suolo, l’equilibrio e la postura che porta da una posizione a un’altra con una base appropriata. Nel combattimento stradale senza quartiere quando un uomo più grosso vi sbatte a terra, è necessario mettersi subito in guardia e attaccarsi a lui. Lui vi afferrerà di nuovo e vi colpirà ripetutamente. Vi colpirà in faccia. Dovete afferrarlo, aspettate che si stanchi e mordetelo quando rimane senza fiato. Esausto, non sarà in grado di muoversi o di difendersi. I cannoni di questo carro armato sono i morsi e i graffi. Se cercate di mordere l’attaccante prima che sia sfiancato, la sua adrenalina entrerà in circolo e si libererà. Avrete svelato la vostra arma segreta e sarà molto difficile morderlo di nuovo. Dovete essere furbi! E magari dirgli qualcosa di osceno nelle orecchie, di eccessivo e poi afferrarlo. Smettete di lottare mentre vi rilassate e aspettate. Lasciate che porti i suoi pugni, intanto resistete e aspettate. La resistenza o la capacità di conservare la vostra energia è la qualità più importante che si può sviluppare per uno scontro in strada. Quando un uomo grande e grosso vi ha bloccato a terra siete finiti, se non sapete come respirare e mantenere la vostra energia. Sarà necessario attivare la risposta Kino Mutai prima che scoppi la tempesta. Per conservare l’energia necessaria a sviluppare un comportamento funzionale e a mantenere sempre il controllo della respirazione. Per lavorare questi strumenti
Jeet Kune Do impieghiamo la metodologia di allenamento del JKD Contemporaneo, conosciuta come “forza d’azione”. La Forza D’Azione utilizza i Kettlebells, Tai Chi e Malavidya (esercizi di peso corporeo degli antichi indiani) e il Gada (la Mazza indiana) per aiutare i moderni praticanti di Jeet Kune Do a migliorare le proprie capacità per il ring e la strada. Dovete sviluppare forza isometrica allo scopo di conservarla il tempo sufficiente per sopravvivere al vostro aggressore. Lo sviluppo isometrico è rivolto ai tendini, poiché quest’ultimi sono 500 volte più forti dei muscoli. I benefici sono eterni: una volta che lo avete, lo avete! Bruce Lee e la maggior parte dei sistemi tradizionali di Arti Marziali, che siano essi cinesi, giapponesi, indiani o filippini, erano a conoscenza della necessità dell’allenamento isometrico, grazie ai suoi benefici funzionali. Mordere e graffiare come lo facciamo noi, lo si fa senza sosta. Bisogna attaccarsi all’aggressore come un Alien e morderlo tra i 5 e gli 8 secondi, causando danni irreparabili. Questo consente che l’attaccante venga inibito fisicamente e emotivamente. Considerate la maggior parte delle posizioni a terra del BJJ, come la guardia, la guardia chiusa, il controllo laterale, la monta e la monta completa. Osservate quanto i punti vitali sono vicini alla vostra bocca, come le
orecchie, gli occhi, la gola, i capezzoli, i dorsali, i bicipiti, le dita dei piedi, il tallone d’Achille e l’inguine. Dopo aver studiato le scimmie ed essersi allenato con i Gracie, Sifu Paul Vunak ha evoluto ulteriormente l’arte attraverso l’aggiunta di oltre 144 tipi di morsi, combinando il Kino Mutai con le posizioni del BJJ. Questa è una parte fondamentale dell’allenamento del Jeet Kune Do contemporaneo negli scenari più estremi.
Sintesi L’arte di Bruce Lee si è evoluta ed è cambiata per adattarsi al contesto e agli avversari che ha dovuto affrontare. Questo è chiaro sia dalla sua progressione dal Wing Chun al Jun Fan e alla fine al Jeet Kune Do. Ed è altresì chiaro nella sua evoluzione fisica. Egli costruì un fisico di prima categoria in cui tutto era parte di una muscolatura funzionale, senza parti in eccesso. Bruce Lee ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, perché ci ha dimostrato ciò che è possibile se uno si esprime realmente e onestamente al massimo del proprio potenziale. Le sue trasformazioni sono la prova che l’uomo, in quanto essere vivente, è molto più importante che qualsiasi schema prestabilito o sistema stilizzato. Il Jeet Kune Do Contemporaneo è
progredito fino a modificarsi attorno alla crescita atletica delle MMA e si è modificato anche in base alle esigenze, ogni volta più cruente, dell’attuale lotta stradale. Il Kino Mutai e il Brazilian Jiu Jitsu, le arti 27 e 28, permettono di adattarsi ai vostri avversari quando una situazione arriva alla peggiore delle ipotesi, a terra. Questi vi permettono di adattarvi ai movimenti di un attaccante, e far si che le sue tecniche siano le vostre tecniche. “Il risultato finale dell’allenamento del Jeet Kune Do è la nascita di un Artista Marziale che non possieda nessuna struttura o forma. Per questo, egli possiede tutte le strutture e tutte le forme. Egli è in grado di adattarsi a qualsiasi situazione, come l’acqua lo fa con qualsiasi recipiente. In grado, per esempio, di riempire una tazza vuota” –. Paul Vunak Harinder Singh è il presidente esecutivo e Responsabile dell’Addestramento di Livello Superiore del PSF (Sistemi Progressivi di Combattimento). Si recherà nel Regno Unito il prossimo Nevembre per insegnare il Jeet Kune Do Contemporaneo di Paul Vunak. Per maggiori informazioni, contattate il Direttore regionale del Regno Unito, Michael Wright, tramite la pagina web: HYPERLINK "http://www.thepfsevent.co.uk"
Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e sport da combattimento: Christian Wilmouth, Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e conducono un gruppo di una ventina di professori e istruttori di molteplici discipline, dalla Krav Maga alle MMA, Mixed Martial Arts. Questo lavoro non è destinato a mettere in evidenza un nuovo metodo nè una corrente specifica di Krav Maga. Il suo scopo è semplicemente quello di presentare un programma di Krav Maga messo a fuoco sull'importanza del " c o n t e n u t o " , condividendo in questo modo le nostre esperienze.
REF.:¥ KMRED1
Tutti i DVD prodotti da Budo Inter national vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.
ORDINALA A: Budo international.net
La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR) è l'organismo che attualmente, una volta rivisti e adattati i concetti e la metodologia di una scuola proveniente da un sistema di combattimento reale, vuole preservare questa tradizione e le forme originali tramite un metodo che unisce corpo, mente e spirito in maniera realistica ed efficace. Questo DVD è stato creato a cura dei praticanti della Filiale Spagnola della Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR - Spain Branch) per far conoscere a tutti uno stile di combattimento, con una vera spada, creato nello scorso XX secolo e con radici nelle antiche tecniche di guerra del Giappone feudale. Qui potrete trovare la struttura basilare della metodologia che viene applicata nello stile, dagli esercizi codificati per il riscaldamento e la preparazione, passando per gli esercizi di taglio, le guardie, i kata della scuola, il lavoro in coppia e l'introduzione alla pietra miliare su cui si basa il Toyama-Ryu: il Tameshigiri, o esercizio al taglio su un bersaglio reale. Ci auguriamo che la conoscenza dell'esistenza di uno stile come il Toyama-Ryu Batto Jutsu sia una riscoperta di un modo tradizionale e allo stesso tempo differente dalle attuali discipline da combattimento, che attragga coloro che desiderano andare più lontano nella pratica delle arti marziali. Gli appassionati della spada giapponese e i neofiti, troveranno questo DVD utile come punto di riferimento e supporto al proprio apprendimento.
REF.: • TOYAMA1
Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.
ORDINALA A:
Budo international.net
AUTORE: B. RICHARDSON
AUTORE: SALVATORE OLIVA
REF.: DVD/TV2
REF.: DVD/SALVA • DVD/SALVA2 • DVD/SALVA3 TITOLO: KNIFE FIGHTING: • DVD/SALVA4 • DVD/SALVA5 TITOLO: PROFESSIONAL • DVD/SALVA6 FIGHTING SYSTEM: • DVD/SALVA6 TITOLO: PROFESSIONAL • DVD/SALVA7 FIGHTING SYSTEMKINO MUTAI:
REF.: DVD/BL
TITOLO: J.K.D. STREET SAFE:
TITOLO: BRUCE LEE: L’UOMO E LA SUA EREDITA
AUTORE:RANDY WILLIAMS
AUTORE:JOAQUIN ALMERIA
REF.: DVD/ALM2 TITOLO: JKD TRAPPLING TO GRAPPLING
TITOLO: HOMENAJE A BRUCE LEE AUTORE: TED WONG & CASS MAGDA
REF.: DVD/ALM3 REF.: DVD/ALM4 REF.: DVD/RANDY1 REF.: DVD/RANDY2 TITOLO: WING TITOLO: WING TITOLO: FILIPINO TITOLO: STREETCHUN KUNG FU: CHUN KUNG FU: MARTIAL ARTS FIGHTING! SIU LIM TAO CHUM KIU JEET KUNE DO
TITOLO: JKD STREET DEFENSE TACTICS: TITOLO: EXPLOSIVE DUMOG TITOLO: JKD STREET TRAPPING”
inglés/Español/Italiano inglés/Español/Italiano
inglés/Español/Italiano
TITOLO: JEET KUNE DO BRUCE LEE’S YMCA BOXING
REF.: DVD/YAW2 TITOLO: YAWARA KUBOTAN AUTORE: MASTER PEREZ CARRILLO
TITOLO: JKD EFS KNIFE SURVIVAL AUTORE: ANDREA ULITANO
REF.: DVD/DP1 TITOLO: 5 EXPERTS - EXTREME STREET ATTACKS AUTORI: VICTOR GUTIERREZ, SERGEANT JIM WAGNER MAJOR AVI NARDIA, J.L. ISIDRO & SALVATORE OLIVA
AUTORE: BOB DUBLJANIN
TITOLO: JEET KUNE DO ELEMENTS OF ATTACK
REF.: DVD/SILAT3
TITOLO: JEET KUNE DO
DVD/RANDY4 TITOLO: CONCEPTS & PRINCIPLES
REF.: DVD/EFS1
TITOLO: JKD “EL CAMINO DEL PUÑO INTERCEPTOR”
REF.: DVD/RANDY3 TITOLO: WING CHUN KUNG FU: BIU JEE
REF.: DVD/SILAT
REF.: DVD/JKDTIM
REF.: DVD/JKDTIM3
AUTORE:TIM TACKETT
REF.: DVD/JKDTIM4
REF.: MUKRANDY4 REF.: MUKRANDY6
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REF.: MUKRANDY3
INGLES
ALTRI STILI
REF.: DVD/JKDTIM2
REF.: MUKRANDY1
REF.: MUKRANDY2
TITOLO: THE WOODEN DUMMY INGLES/ITALIANO
TITOLO: PENTJAK SILAT
REF.: DVD/SILAT4
REF.: DVD/BURTON REF.: DVD/BURTON2 TITOLO: JEET KUNE TITOLO: JEET KUNE DO UNLIMITED DO UNLIMITED
TITOLO: TITOLO: ESPADA Y DAGA BUKA JALAN SILAT
Nuovi libri! Questo libro è il primo che parla apertamente di una tradizione Sciamanica giapponese che dal Secolo XII rimase segreta. Si tratta della cultura spirituale degli Shizen ("i naturali"), un popolo che raggiunse la sua massima espressione intorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, al Nord del Giappone. La cultura apparteneva alla popolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti, gli abitanti originari delle Isole, di razza caucasica e in perenne lotta con gli invasori Yamato. Oggigior no solo un tre percento dei giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la sua saggezza sul mondo spirituale fu tale che, nonostante l'essenza fu mantenuta segreta, "contaminò" intensamente la cultura giapponese e la sua influenza si può percepire in aspetti dello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marziali e nelle tradizioni e abitudini di tutto il Giappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani del popolo Shizen, erano temuti e ricercati persino dallo stesso Shogun per via del loro potere e delle loro conoscenze. L'e-bunto è rimasto talmente segreto che anche digitando il suo nome su Google, non ne esce niente. La ricchezza della sua eredità è enor me e le sue conoscenze del mondo spirituale e delle interazioni con esso sono sorprendenti e poderose. Filosofia, psicologia, strategia, alimentazione, medicina spirituale ... le materie che compongono l'ebunto sono molto vaste e ricche mentre la sua Cosmogonia possiede la finezza, la profondità e la raffinatezza della Grecia classica. Questo lavoro è dunque una primizia storica, ma anche una fonte d'ispirazione per comprendere come i popoli antichi esplorarono l'ignoto, interagendo in modo sorprendente con le forze dell'Universo, a partire dall'analogia e dal linguaggio dei fatti, giungendo a conclusioni che solamente ora la scienza moder na incomincia ad intravvedere. Una conoscenza che lontano dal rimanere un qualcosa d'infor mativo o sterile, fu utilizzata come medicina spirituale, trasmettendoci un bagaglio immensamente ricco che solo ora, finalmente, incomincia ad aprirsi al resto dell'umanità, trovando in questo modo il suo giusto riconoscimento.
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