B&G Dossier - Speciale Consoli

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 45% - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB BERGAMO - COBALTO SRL In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di BERGAMO per la restituzione al mittente che si impegna al pagamento dei resi. www.businessgentlemen.it

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)HMXSVMEPI HM -ZER 'SRWSPM Sono passati cinquant'anni da quando mio padre Serafino ha scelto la sua strada. In un paese a metà tra Bergamo e Brescia, dove le dolci colline sono terreno fertile per la vite e uomini e donne si sono sempre dedicati alla famiglia e al lavoro. Una terra d'operosità , di concretezza che ha costruito il suo benessere con il duro sacrificio e anche un po' di cocciutaggine. In questo piccolo mondo, come la vite sui pendii, è cresciuta - lontano dagli eccessi e dal fragore - la storia della nostra famiglia e della nostra impresa, che ancora oggi porta il nome del suo fondatore. E' stato mio padre Serafino a guardare subito piÚ in là dell'orizzonte e ha insegnato a tutta la sua famiglia a scoprire una prospettiva diversa di pensare alla gioielleria e all'orologeria. Questa prospettiva nasce da una grandissima passione per il tempo, per quello che significa in sÊ e per tutta l'arte che lo rappresenta nelle forme piÚ alte. Ecco le forme. Ecco il filo conduttore di questo dossier che arriva oggi dopo 50 anni di storia a raccontare questo viaggio dentro al tempo della mia famiglia e della nostra gioielleria. Un percorso che adesso ci appare cosÏ chiaro e definito nella sua compiutezza, ma che mio padre aveva concepito ancora quando tutto era soltanto pensiero, idea, passione.

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Lui ha insegnato a tutti noi che c'è un "tempo per tutto" e che prima di pensare al "tempo del raccolto" occorre sacrificarsi e lavorare al "tempo della semina". Solo cosÏ un progetto che vuole essere qualcosa di molto piÚ grande di una banale impresa commerciale può prendere forma. CosÏ oggi, dopo questo lungo e paziente cammino, la nostra gioielleria vive i suoi "tempi moderni" puntando la sua attenzione alle persone, al cliente, ai partner. PerchÊ la strada è troppo lunga e l'obiettivo troppo importante per camminare soli. Noi abbiamo sempre creduto nel tempo come misura del rapporto con le persone e, solo con questa unità di valutazione, il tempo stesso può prendere forma.

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CosĂŹ, in questo dossier, raccontiamo la storia di chi ha condiviso con noi questo tragitto. Dei marchi che hanno saputo dare forma al tempo con una filosofia unica per ciascuno di essi. Grandi e piccoli nomi, ma tutti straordinari nel loro modo di fare arte, nella maestria e nella cura per l'eccellenza. Questi sono i nostri compagni di viaggio. E con loro condividiamo una filosofia che è molto diversa dal culto del lusso in sĂŠ. Diciamo la veritĂ , con i soldi è facile acquistare orologi e gioielli da tutti conosciuti e riconosciuti, ma solo con la conoscenza e la cultura orologiera, con la passione del bello, ci si può avvicinare a oggetti davvero unici e straordinari. Non crediamo in chi ostenta per rassicurarsi e godere di un'accettazione da parte degli altri. Questa è la strada delle mode, degli oggetti in cui molti si riconoscono, di un'identitĂ che non è unicitĂ , ma scimmiottamento di forme di stile superficiali e imposte dagli altri. Noi crediamo in coloro che amano il tempo e le sue forme d'alta gioielleria e arte orologiera per quello che rappresentano per sĂŠ stessi e basta. Niente canoni, niente schemi, ma scelte fuori dagli schemi che dimostrino una personalitĂ compiuta. Scelte in cui credere, in un mondo che non le riconosce, scelte come quella di mio padre cinquant’anni fa. |

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C’è un TEMPO per tutto Attimo dopo attimo il tempo prende forma. E le forme del tempo possono rappresentare la massima espressione dell’arte e dell’eccellenza. Ecco la prima tappa dell dossier dedicato alle storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo la materia prima del loro operato. Un’idea della gioielleria Serafi no Consoli che ci offre racconti straordinari di chi ha trasformato il tempo nell’unità di misura dell’innovazione. Attimo dopo attimo a cura di Ivan Consoli 6


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO

Cos’è il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so più. Sant’Agostino

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edizione speciale - dic 2009/gen 2010

Il tempo nella filosofia classica Il tempo è l’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (scorrere del tempo) o come scansione ciclica e periodica dell’eternità. Il vocabolario della lingua italiana riporta come definizione di tempo la seguente: “successione illimitata di istanti in cui si svolgono gli eventi e le variazioni delle cose; il succedersi dei diversi stati del nostro spirito”. Il concetto di tempo costituisce uno dei problemi costanti anche dal punto di vista della riflessione fi losofica. Nella storia della fi losofia ci sono state le due concezioni secondo le quali il tempo è o circolare ed ha come simbolo la ruota della vita (ad oriente) oppure lineare (occidente). Ormai si tende però a considerare come troppo schematica questa contrapposizione ed a ritenere presenti nel pensiero antico greco sia una concezione ciclica sia una nozione del tempo storico. il concetto di tempo nella fi losofia antica si riassume nella definizione di “un ordine oggettivo misurabile nel movimento” cioè come misura del perdurare delle cose o come ritmica successione delle fasi della natura. Il concetto di tempo si presenta influenzato dalla cosmogonia che

riteneva Crono, il tempo appunto, padre di tutte le cose. Nella fi losofia pitagorica il tempo è concepito come ordine e ritmo del movimento cosmico. Con Parmenide il tempo comincia ad assumere un senso problematico che lo caratterizzerà come questione fi losofica poiché viene contrapposto all’immutabilità e all’eternità dell’essere. Egli infatti negando il movimento negava anche il tempo, sostenendo che l’essere è “sempre, ora, tutto insieme” e “la dike non gli ha concesso né di nascere né di perire”. Il primo testo in cui compare il problema del tempo è il “Timeo” di Platone in cui quest’ultimo definisce il tempo come “immagine mobile dell’eternità” che “procede secondo il numero” ed è gerarchicamente inferiore proprio all’eternità. Nella dottrina platonica il tempo è infatti misura del movimento ma solo del mondo materiale sottoposto alla Doxa in cui hanno senso i concetti di passato, presente e futuro rispetto all’eternità e all’immutabilità dell’iperuranio: il mondo delle idee. Immagine del tempo per Platone è il cielo che con i suoi astri fornisce la misura dell’avvenire temporale che è composto dall’

C’è un tempo per tutto, c’è un momento per ogni cosa sotto il cielo. Una sorta di determinazione esistenziale che trasforma il tempo nel meccanismo più straordinario e complesso a cui si possa pensare. Attimo dopo attimo il tempo si fa storia, diviene la cifra che segna le nostre vite, le racchiude dentro un’infinita catena di momenti, tutti unici e irripetibili. La grande legge del tempo dà anima e corpo a questo dossier, che nasce a cominciare da questo numero di B&G per raccontare le forme d’eccellenza in cui si sviluppa. Storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo il cardine del proprio operato. Tra tutte queste storie straordinarie, non posso che cominciare da quella di mio padre Serafino. A lui devo questa infinita passione per il tempo, che è germogliata fin da quando ho cominciato a respirare le sue idee e la sua incredibile capacità di guardare al di là dell’orizzonte. E’ stato Serafino Consoli a dar

Gemmologo Doc Ivan Consoli, nell’anno 1992/93, è tra i pochi a conseguire il diploma presso il GIA – Gemological Institute of America e i diplomi di Maestro d’Arte Orafa e in Arte Applicata all’Istituto Benvenuto Cellini di Valenza Po. Tra la Gioielleria Serafino Consoli e il Serafino Consoli si “rispecchia” nel figlio Ivan

GIA si è instaurata una partnership votata alla diffusione e informazione sulla conoscenza delle gemme

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ma all’anima e alla sua “vita interna”; nella concezione di questi due fi losofi permane comunque la distinzione fra il tempo e l’eternità. Plotino sostiene che il tempo è successione di stati all’interno dell”anima del mondo”ed il tempo è il movimento mediante il quale l’anima passa da uno stato all’altro della sua vita. Sant’ Agostino nelle “confessioni” e nel “de civitate rerum” esprime la relazione del tempo con il pensiero e la sua interiorizzazione e riduzione a “distensio animi”: estensione dell’anima. Per Agostino il passato ed il futuro, che pur fan parte integrante della concezione comune del tempo, non esistono se non in quanto presente che è fluire, passaggio e, pertanto, non misurabile. La concezione

B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO

“era” il “sarà” e l’ “è”. In seguito Aristotele definisce il tempo come “misura del movimento rispetto al prima e al dopo”. Egli da una parte attribuisce un movimento circolare e quindi perfetto ai cieli e accetta come punto di riferimento oggettivo per la misura del tempo il principio dell’ordine cosmico Pitagorico, dall’altra distinguendo il mondo, eterno poiché abbraccia l’intera misura del tempo, dal primo motore immobile che è fuori dal tempo, riproduce lo schema gerarchico di Platone. In Plotino e Sant’ Agostino compaiono l’interiorizzazione e la riduzione del tempo a dimensione della coscienza e il concetto di tempo non è più collegato al moto del mondo fisico

del tempo cambia più in generale con il pensiero cristiano ed abbandona la ciclicità pagana per assumere una direzione lineare progressiva. Il tempo è la condizione della storia mondana che dalla caduta di Adamo procede verso la redenzione e il ritorno a Dio per approdare all’eternità spirituale. Il pensiero cristiano perciò precisò meglio, sulla linea del “Timeo“ platonico l’origine ( creazione) e la fine e il compimento (giudizio universale) del tempo. A questa concezione fi losofica si può affiancare anche quella scientifica basata sulla meccanica galileiana che concepisce il tempo come una serie di istanti omogenei idealmente reversibili. |

“Attimo dopo attimo, coltivare l’amore per l’arte e le sue rappresentazioni nel mondo della gioielleria e dell’orologeria”. Per questo ci siamo sempre dedicati alla ricerca del bello, senza accontentarci dei prodotti etichettati e confezionati che spesso tutti propongono. L’arte è anche sperimentazione, innovazione, ma soprattutto unicità vita all’azienda che oggi rappresento. Una gioielleria diventata col passare degli anni, sempre di più un punto di riferimento a livello nazionale per numerosi marchi di grandissimo prestigio. Questo percorso è nato dalla sua idea di tempo collegato alla famiglia e all’impresa. Non c’è mai stato il caso nel mezzo del cammino di Serafino, ma ogni attimo è stato scandito da scelte precise, dalla lungimiranza nel costruire un esempio di modernità e d’eccellenza. Così quando ha insegnato alle nuove generazioni, ai sui figli cosa significasse per lui fare questo lavoro, non ha potuto far altro che trasmettere questa grandissima attenzione, ma anche rispetto per il tempo. Oggi tre generazioni hanno calcato il palcoscenico della gioielleria Serafino Consoli e la fi losofia è sempre stata la stessa: “Attimo dopo attimo, coltivare l’amore per l’arte e le sue rappresentazioni nel mondo della gioielleria e dell’orologeria”. Per questo ci siamo sempre dedicati alla ricerca del bello, senza accontentarci dei prodotti etichettati e confezionati che spesso tutti propongono. L’arte è anche sperimentazione, innovazione, ma soprattutto unicità. Scegliere questa direzione, significa percorrere la strada della consapevolezza, dello studio, del rigore, del tempo speso in omaggio al tempo. Se c’è un tempo per tutto, adesso è il tempo delle idee. Quello che, attimo dopo attimo, stiamo vivendo ora, mentre scriviamo queste pagine. Infatti, da una di queste idee nasce il progetto di questo dossier che racconta il vero lusso del tempo.

Non negli oggetti, sta il lusso, ma nel tempo che dedichiamo per viverli con passione. Non nelle cose, sta il lusso, ma nell’arte che trasforma una cosa in un’opera viva. Questo è il tempo che vi racconteremo nel corso di questo dossier |

Il tempo per Gibram E un astronomo disse: “Maestro parlaci del tempo.” E lui rispose: “ Vorreste misurare il tempo, l’incommensurabile e l’immenso. Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni. Del tempo vorreste fare un fiume per sostare presso la sua riva e guardarlo fluire. Ma l’eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo. E sa che l’oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi. E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio. Chi di voi non sente che la sua forza d’amore è sconfinata? E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d’amore a pensiero d’amore, né da atto d’amore ad atto d’amore? E non è forse il tempo, così come l’amore, indiviso e immoto? Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre. E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l’attesa.”

www.serafinoconsoli.it

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Breitling le ali

della performance

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Per tutto il Novecento la storia di Breitling è stata intimamente legata a quella dell’aeronautica. La maison offre in tutti i suoi modelli movimenti qualificati ufficialmente come cronometri ed è una delle ultime marche di orologi indipendenti rimasta esclusivamente in Svizzera

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edizione speciale - dic 2009/gen 2010

Il fornitore ufficiale dell’aviazione Orologi-strumento di elevata effi cienza e grande affi dabilità, progettati per i professionisti più esigenti. Cronografi che rispondono alle norme più severe in fatto di robustezza, leggibilità e funzionalità. «Strumenti da polso» che ci accompagnano in tutta sicurezza nelle imprese più impegnative in terra, in cielo e sotto i mari. Questo è il mondo di Breitling, questa è l’area privilegiata in cui opera la marca che si distingue per la «B» alata. Quando Léon Breitling apre la sua offi cina a St-Imier, nel 1884, decide di impegnarsi nella produzione di strumenti altamente specializzati: gli orologi «tecnici» e i contatori di precisione. La marca conquista ben presto una fama internazionale, grazie ai contributi decisivi che porta all’evoluzione del cronografo:

Cronografi che rispondono alle norme più severe in fatto di robustezza, leggibilità e funzionalità. «Strumenti da polso» che ci accompagnano in tutta sicurezza nelle imprese più impegnative in terra, in cielo e sotto i mari

primo cronografo da polso nel 1915, primo pulsante indipendente nel 1923, secondo pulsante nel 1934, cronografo automatico nel 1969. I pionieri dell’aviazione hanno bisogno di strumenti effi cienti e affi dabili, ed è naturale che si rivolgano ai prodotti Breitling. Da quel momento in poi la marca partecipa a tutti i grandi avvenimenti che segnano la storia dell’aeronautica. Nel decennio 1930-40 Breitling diventa uno dei principali fornitori dell’aviazione militare e delle grandi compagnie aeree, grazie ai suoi cronografi da polso e ai contatori di bordo. Nel 1952 Breitling lancia il celebre modello Navitimer, dotato di un regolo calcolatore circolare che permette di eseguire tutti i calcoli occorrenti alla navigazione aerea. Il Navitimer diventa rapidamente un oggetto di culto per i piloti e gli appassionati dell’aeronautica. Nel 1979 la società, che per tre generazioni è stata diretta da membri della famiglia Breitling, viene rilevata da Ernest Schneider, ingegnere elettronico ed esperto pilota, il quale imprime un nuovo slancio alla marca. Pur restando fedele alla tradizione aziendale, dedicata ai cronografi meccanici, Breitling si impone anche come pioniere nel settore dell’elettronica e degli orologi multifunzioni. Ernest Schneider e suo fi glio Th éodore, che oggi guida l’azienda, stringono ulteriormente i legami che l’uniscono all’aeronautica. Nel 1984 Breitling presenta al mondo il suo famoso Chronomat, un cronografo automatico progettato in stretta collaborazione con la squadriglia acrobatica italiana delle Frecce Tricolori. Il 1995 è l’anno dell’Emergency. Si tratta di un orologio multifunzioni munito di una microtrasmittente d’emergenza che opera sulla frequenza dell’aviazione. Nel 1999 il Breitling Orbiter 3 compie un’impresa destinata a restare nella storia: il primo giro del mondo senza scalo in pallone aerostatico.

Sopra il retro del cronografo airwolf raven A sinistra una delle fasi di lavorazione nei laboratori breitling

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B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Nel cuore dell’aeronautica Breitling continua intanto a dare il suo sostegno al mondo dell’aeronautica. La fabbrica di orologi che sorge a Granges, nel cantone di Soletta, ha dato vita infatti a varie squadriglie aeree composte di mitici apparecchi che sono ormai entrati nella storia, oltre che di aerei destinati al volo acrobatico. Il nome di Breitling è portato in alto da diverse formazioni che participano regolarmente a manifestazioni aeree in tutti i continenti. Il Breitling Jet Team, per esempio, è la prima squadriglia civile al mondo che vola a bordo di jet, capaci di prestazioni eccezionali e pilotati da professionisti sperimentati. Breitling coltiva un rapporto privilegiato con le più celebri squadriglie aeree nazionali, per le quali ha creato degli orologi personalizzati. Inoltre la nostra marca è lo sponsor principale delle celebri «corse al pilone» che si disputano a Reno (USA), una delle maggiori manifestazioni aeronautiche del pianeta in cui si affrontano, sul deserto del Nevada, aerei favolosi lanciati a velocità vertiginose. Grazie al «Breitling Super Constellation», uno dei tre soli esemplari del «Super Connie» ancora in condizioni di volare, Breitling concorre a mantenere viva un’autentica leggenda volante, la più splendida testimonianza del periodo aureo degli aeroplani a elica. Breitling ha contribuito inoltre a rilanciare il volo acrobatico, e ha legato il suo nome alle manifestazioni agonistiche sostenendo i migliori piloti acrobatici. L’aviazione resta dunque più che mai il migliore banco di prova degli orologi-strumento che portano la firma di Breitling. Progettati per i professionisti più esigenti, e partecipi alla conquista dei cieli, i cronografi Breitling alimentano la passione di quanti ricercano oggetti che incarnano il vero spirito dell’aeronautica, primo fra tuti John Travolta. Il famoso attore cinematografico è un pilota sperimentato, qualificato a pilotare ben otto diversi tipi di aerei, e vanta oltre 5000 ore di volo. Percelebrare questo suo incontro con Breitling, dal 2005 John Travolta è protagonista di una campagna stampa pubblicitaria imperniata sulla sua professionalità di pilota e sullo stretto legame che lo unisce a Breitling. 13


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Sopra il modello chrono matic

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Per raggiungere e conservare questo livello di perfezione, Breitling ha adottato tutta una serie di misure e di soluzioni tecniche esclusive, che hanno richiesto cospicui investimenti. In particolare ha fatto costruire a La Chaux-de-Fonds un edifi cio modernissimo destinato a ospitare Breitling Chronométrie, il centro specializzato nello studio e nella produzione di movimenti cronografi ci meccanici

Un’idea fissa: la qualità Legato a un mondo in cui la sicurezza è questione di vita o di morte, Breitling si è sempre sforzato di migliorare le prestazioni dei suoi «strumenti da polso», perfezionandone al tempo stesso l’aspetto estetico. Questa ricerca ossessiva della qualità ha toccato il culmine nel 1999: da quell’anno tutti gli orologi prodotti da Breitling – il 100% – ottengono la qualifi ca uffi ciale di cronometro. Oggi Breitling sottopone tutti i suoi movimenti, tanto quelli meccanici quanto quelli a quarzo, ai rigorosi test previsti dal COSC (Controllo Uffi ciale Svizzero dei Cronometri), la massima autorità in tema di precisione e di affi dabilità. Per raggiungere e conservare questo livello di perfezione, Breitling ha adottato tutta una serie di misure e di soluzioni tecniche esclusive, che hanno richiesto cospicui investimenti. In particolare ha fatto costruire a La Chaux-de-Fonds un edifi cio modernissimo destinato a ospitare Breitling Chronométrie, il centro specializzato nello studio e nella produzione di movimenti cronografi ci meccanici. Anche nell’ambito del quarzo Breitling ha introdotto importanti innovazioni, adottando per esempio movimenti «termocompensati» chiamati SuperQuartz™, dieci volte più precisi di un movimento a quarzo di tipo corrente. Nel 2002 la marca ha festeggiato il 50° anniversario del suo modello leader, il Navitimer, che – prodotto ininterrottamente da mezzo secolo – è considerato il decano dei cronografi meccanici. Il 2004 ha visto salire alla ribalta il Chro-

nomat in occasione dei suoi vent’anni di vita. Breitling ha presentato recentemente di questo suo best-seller una nuova versione, ridisegnata con sapienza e chiamata Chronomat Evolution. Infine Breitling ha stretto un’alleanza con un’altra marca che esibisce anch’essa come marchio una «B» alata: stiamo parlando del celebre costruttore britannico di automobili Bentley. Da questo felice incontro è nata una collezione di orologi che rifl ette il meglio dei due mondi. Eleganza e agonismo. Classe e bravura tecnica. Buon gusto britannico e tradizione svizzera. Tutti i cronografi e orologi «Breitling for Bentley», rifi niti con cura estrema, possiedono caratteristiche tecniche esclusive e «motori» eccezionali, capaci di fornire prestazioni ineguagliate. Il loro originale design presenta i segni distintivi della celebre marca britannica, per esempio la fi nitura zigrinata dei pomelli di comando e la speciale lavorazione del cruscotto. Siamo di fronte a gioielli di meccanica racchiusi in splendide carrozzerie. Tutto è relativo. Prenda un ultracentenario che rompe uno specchio: sarà felicissimo di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie. Albert Einstein

www.breitling.com/it/ www.serafinoconsoli.it

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La grande saga di Chaumet mito francese del gioiello La storia della casa si intreccia a doppio fi lo con quella della Francia. Dai tempi di Napoleone a oggi: il racconto dei grandi personaggi che si sono succeduti alla guida di una della maison più prestigiose al mondo

La storia della Maison inizia nel 1780 e si intreccia con la Storia di Francia. Due secoli di creazioni attraverso nuove generazioni di Maestri orafi il cui savoir faire si trasmetterà senza interruzione da un responsabile di laboratorio a un altro. I suoi esordi hanno il sapore di una leggenda. Un giovane orafo di nome Marie - Etienne Nitot, che aveva il suo laboratorio a rue Saint Honoré, trattiene per le briglie il cavallo imbizzarrito di Napoleone Bonaparte all’epoca Primo Console. L’imperatore non lo dimenticherà e gli testimonierà la sua riconoscenza per il coraggio dimostrato facendo di lui il suo orafo personale.

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Gli esordi della saga di Chaumet hanno il sapore di una leggenda. Il giovane orafo Marie - Etienne Nitot, che aveva il suo laboratorio a rue Saint Honoré, trattiene per le briglie il cavallo imbizzarrito di Napoleone Bonaparte, all’epoca Primo Console. L’imperatore non dimentica il gesto e gli testimonia la sua riconoscenza per il coraggio dimostrato facendo di lui il suo orafo personale.

La Residenza padronale 12 Vendome: l’anima di una Maison. La residenza padronale, sede sociale della Maison dal 1907, ospita l’ampia boutique, i saloni storici, il Museo, il laboratorio e gli studi di creazione. Sulla facciata firmata da Mansart, l’impronta del XVII secolo; all’interno della residenza una nuova circolazione che permette al visitatore, dopo aver scoperto la nuova boutique realizzata secondo un concetto architettonico contemporaneo, di accedere ai saloni storici del 1° piano mediante uno straordinario ascensore di vetro. Una passerella tra passato e modernità per il Gioielliere che quest’anno festeggia il suo 225°anniversario. Il Grande Salone, classificato monumento storico Situato al primo piano del numero 12 di Place Vendôme, il grande salone delle feste diChaumet è classificato come monumento storico dal 1927. Commissionato nel 1777 all’architetto Bélanger da Claude Baudard de Vaudrier, signore di Saint James, tesoriere generale del dipartimento della Marina del Re Luigi XVI, il luogo seduce per le sue proporzioni. Bélanger aveva desiderato che questo salone fosse in perfetta armonia con l’opera del suo collega Mansart. E’ per questo motivo che vi si ritrovano le colonne corinzie ispirate alle facciate che degli specchi moltiplicano all’infinito. La simmetria delle porte e delle finestre è rigorosamente rispettata. In questo volume non molto grande ma dalle proporzioni perfette, sono introdotti nei motivi decorativi molti riferimenti al tema del mare che fanno allusione alla funzione ricoperta dal proprietario del posto. Sulle porte a doppia anta sono rappresentati trofei marini, delfini legati da intrecci di perle, fregi che contrappongono alghe e conchiglie. Al di sopra delle porte sussistono quattro medaglioni firmati da Lagrenée il giovane, nelle quali sono raffigurate scene mitologiche ispirate da Nettuno e dal commercio marittimo. Il parquet è costituito da un intarsio di ebano e cedro, ornato al centro da una rosa dei venti orientata in maniera perfettamente corretta. E’ sempre in questo salone che Frédéric Chopin ha suonato e composto per gli ultimi quattro mesi della sua vita. All’inizio dell’estate del 1849, la contessa Delphine Potocka lo invita a soggiornare nella residenza messa a sua disposizione dal conte Pahlen - inviato dello zar Nicola I - precedentemente occupata dall’Ambasciata di Russia. Il grande musicista romantico si spegne la notte del 16 ottobre 1849, dopo aver composto la mazurca op. 68 n° 4. 18

Chaumet, Orafo personale di Napoleone. Nitot e figlio: l’Impero (1780-1814) Dopo aver collaborato con Aubert, orafo della Regina Maria Antonietta e aver aperto il proprio negozio, il fondatore di Chaumet, Marie - Etienne Nitot, si crea molto rapidamente una clientela aristocratica. Ma in realtà e a partire dal 1802, quando diventa gioielliere personale di Napoleone, che acquisisce la sua notorietà. Il gusto di Napoleone per i gioielli è politico. Vuole far tornare la Francia ad essere il centro di creazione del lusso e della moda come era prima della rivoluzione del 1789. Con suo figlio, Nitot immagina i gioielli più straordinari che coniugano magnificenza e semplicità. Da qui nasce l’idea del diadema che attira lo sguardo verso la parte alta del viso e corrisponde perfettamente ai simboli di potere e di fasto dell’epoca dell’Impero. Nel 1802 realizza la spada consolare nella quale fa incastonare il più bel diamante della corona di Francia, il famoso “Le Règent”, dal peso di 140 carati, esposto attualmente al Museo del Louvre. Due anni più tardi, sarà la volta dei gioielli della Consacrazione imperiale realizzati per “L‘Incoronazione” poi del gladio imperiale. Per Giuseppina, il cui gusto molto sicuro le consente qualunque eccentricità, crea gioielli romantici e audaci; per Maria Luisa, realizza le parure piu sontuose quali la parure di matrimonio dell’Imperatrice Maria Luisa attualmente esposta nei saloni storici, al numero 12 di Place Vendôme o il collier di diamanti offerto dall’lmperatore in occasione della nascita di suo figlio, proclamato Re di Roma. Nel 1805, Marie - Etienne Nitot, acquisite fama e fortuna, acquista l’HoteI de Gramont situato al numero 15 di Place Vendôme che, nel 1898, diventerà l’Hotel Ritz. La successione dei Nitot padre e figlio sarà assicurata non più dai loro discendenti ma da responsabili di laboratorio di talento: Fossin, Morel e Chaumet.


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Nell’immagine la residenza padronale

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Oggi Chaumet perpetua il savoir faire dell’Orafo parigino inserendo i valori fondamentali della Maison nella modernità. Parallelamente agli ordini speciali realizzati per i grandi clienti internazionali, Chaumet rilancia l‘Alta Gioielleria e la moda del gioiello da capo, dal diadema all‘Aigrette e ai fermagli per capelli, inventa nuovi porter Fossin e figlio (1786 - 1869): il periodo Romantico Jean-Baptiste Fossin e suo figlio Jules consacrano il gioiello romantico Ispirato alle Arti Decorative del Rinascimento Italiano e del XVIII secolo francese. Seduce l’elite dell’epoca: la duchessa di Berry, la famiglia di Luigi Filippo, Re di Francia, l’aristocrazia straniera (citiamo: il Principe russo Anatole Demidoff consorte della Principessa Matilde Bonaparte, nipote dell’Imperatore Napoleone I) ma anche una nuova clientela composta da pittori, da scultori, da scrittori e da artisti di teatro. E’ l’inizio del naturalismo: i due gioiellieri riproducono come degli scultori foglie d’edera, di convolvolo, di ulivo e di ippocastano, di rosa canina o di biancospino, frutti quali l’uva assemblando in modo ingegnoso topazi, smeraldi, rubini e diamanti. Jean-Valentin Morel (1794 — 1860): il secondo Impero Successore di Fossin, Morel dopo la rivoluzione del 1848 si reca in Inghilterra per sviluppare i suoi affari e apre un laboratorio a Londra. Seduce l’aristocrazia e i Dandy e diventa l’orafo della regina Vittoria. Assistito da suo figlio Prosper, Morel si costruisce una clientela prestigiosa, che annovera l’Imperatore Napoleone III e Eugénie de Montijo, il Duca di Rochefoucauld, il Duca di Luynes, il Duca di Harcourt; i banchieri parigini, quali i Rothschild, i

grandi industriali. In questo modo Parigi riconquista uno stile di vita brillante e rinnova la sua reputazione internazionale di città dell’alto lusso e della moda. Un’atmosfera propizia alla creazione di gioielli da indossare di giorno o di sera con sontuosi abiti da sera. Joseph Chaumet (1852-1928): La Belle Époque Joseph Chaumet, sposando la figlia di Prosper Morel e assumendo il controllo della Maison nel 1885, s’impone come Maestro indiscusso della Belle Epoque per una creatività totalmente eccezionale per l’azienda. Creando gioielli nel contempo eleganti e maestosi, attrae una clientela regale e aristocratica. I diademi e le aigrette, emblemi sociali e accessori di moda, rappresentano un’attività molto importante per la Maison. Così nascono l’Aigrette Colibrì in oro, argento, rubini e diamanti. Nel 1894, realizza l’Aigrette Soleil Levant, nella quale il motivo decorativo del Sole testimonia l’influenza dell‘arte giapponese o il diadema Bourbon-Parme in platino e diamanti realizzato nel 1919. Nel 1907, apre la sua boutique al numero 12 di Place Vendôme, indirizzo che da allora rimane il cuore pulsante della Maison. Marcel Chaumet (1886- 1964): L’Art Déco Iniziato alla professione di orafo da suo padre, Marcel Chaumet, gli succede nel 1928. Lo stile dei gioielli diventa più geometrico in armonia con la moda “alla garçon” degli Anni ‘20 che diverrà più femminile negli anni ‘30. Questo stile porta alla nascita dell’Art Déco consacrata dall’esposizione delle Arti Decorative tenutasi a Parigi nel 1925 e caratterizzata da forti contrasti di colore, di materiali e dall’impiego di pietre semi-preziose. L’epoca contemporanea Sulla scia degli anni ‘45 che corrispondono al celebre New Look di Christian Dior, Chaumet conserva la sua fama in fatto di stile e di qualità. I disegni diventano l’eco dello stile di vita parigino. L’Alta gioielleria e l’ Haute Couture diventano

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B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Sopra Il diadema Bourbon Parme uno dei principali simboli della maison

Il museo Al primo piano è sufficiente aprire la porta del grande salone per entrare in un museo dove si delinea in circa 150 modelli di diademi, la storia di Francia dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri. All’ingresso: il ritratto dell‘ Imperatrice Maria Luisa dipinto nel 1812 da Robert Lefèvre in occasione della nascita del re di Roma. Su questo dipinto, acquisito da Chaumet nel 1975, l’imperatrice indossa dei gioielli creati da Nitot, il fondatore della Maison. Sulla parete, una collezione di diademi e gioielli da testa in argentone, una lega di rame e stagno. Nelle vetrine, i gioielli testimoniano epoche fastose nelle quali, sotto regni differenti, grandi orafi si succedono di maestro in allievo, per dare vita alla dinastia Chaumet il cui nome domina Place Vendome dal 1907. Qui si può scoprire la copia del diadema che Napoleone offrì a Maria Luisa, il pettine ornato da sette rubini che fermava la sua acconciatura e la piccola corona che sormontava l’insieme. In uno scrigno, i gioielli abbinati: orecchini a pendente, collier e braccialetti. Anche il diadema Bourbon-Parme commissionato a Joseph Chaumet nel 1919 dal Duca di Doudeauville per il matrimonio di sua figlia Edwige con il principe Sisto di Borbone Parma, fa parte della collezione del museo. Questo diadema compare nella nuova campagna pubblicitaria Chaumet dove si scopre la top model Stella Tennant in due immagini che si fronteggia-

indissociabili. E’ nata una nuova clientela composta da Principi indiani, del Nuovo Mondo e della settima arte: dal maharajah di Indore alle tuniche bianche sottolineate da due fi li di perle messi in risalto da due diamanti a goccia di più di 46 carati, a Gertrude Vanderbilt, ereditiera della Standard Oil o Barbara Hutton che, divenuta principessa, sceglie i suoi diademi da Chaumet. Sacha Guitry, cliente fedele, sceglie gli anelli delle sue fidanzate da Chaumet e off rirà a una di loro uno smeraldo di 111 carati. A questi si aggiunge il cinema: Edwige Feuillere, Richard Burton, Lauren Bacall, Rex Harisson.

no: l’aristocrazia autentica e la modernità contemporanea. Sulla parete, un disegno cattura l’attenzione, quello della corona della Consacrazione dell’Imperatore Napoleone. Più verso di noi, gioielli da capo in diamanti e platino: Aigrette Maria Stuarda, Kokochnik, ornamenti per capelli. Delicati colibrì rivelano la lavorazione del diamante e dei rubini. Delle foto rendono conto dell’eleganza dei clienti importanti: Lady Mountbatten, la Granduchessa Vladimir di Russia, la principessa Youssoupov, la duchessa di Westminster. Su un leggio, un libro di fatture attesta i principali ordini del XIX secolo. Gli archivi: due secoli di creazione Le creazioni Chaumet costituiscono un fondo unico come testimoniano gli archivi; 38.000 lastre di vetro conservate dalle origini della fotografia, 300.000 stampe originali, 80.000 disegni molti autori dei quali erano Grand Prix de Rome. Le più antiche sono le gouache Imperiali del 1805, 1810 e 1811. Se gli archivi che risalgono al Primo Impero sono attualmente conservati presso l’Archivio Nazionale, Chaumet conserva la totalità di quelli raccolti dal 1832: corrispondenza di clienti, libri contabili e libri di inventario, libri di perle e di pietre, libri di visita aggiornati durante il giorno dal cassiere del negozio, disegni dal 1830, modelli di gioielli e di diademi inargentone.

Le Nuove Principesse Al giorno d’oggi, Chaumet perpetua questo savoir faire di Orafo parigino inserendo i valori fondamentali della Maison nella modernità. Parallelamente agli ordini speciali realizzati per i grandi clienti internazionali, Chaumet rilancia l‘Alta Gioielleria e la moda del gioiello da capo, dal diadema all‘Aigrette e ai fermagli per capelli, inventa nuovi porter. Le creazioni Chaumet di susseguono, melange di moda, di eleganza, di stile e di un savoir faire orafo unico. Le attrici del cinema, le top model sono divenute le nuove ambasciatrici della rinascita della Gioielleria: Catherine Deneuve, Ornella Muti, Ines Sastre, Stella

Tennant, Aurelie Dupont, ballerine etoile dell’Opera di Parigi, Caterina Murino e Sophie Marceau che oggi incarna la nuova immagine della Maison e il mito della principessa nella nuova campagna pubblicitaria. |

La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza Albert Einstein

www.chaumet.com www.serafinoconsoli.it

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La maison svizzera da sempre sinonimo d’innovazione e tecnologia, guarda al rinnovamento puntando sulla coerenza con la propria fi losofia di qualità e creatività. E su i suoi “4 pilastri”: Admiral’s Cup, Romvlvs, Golden Bridge e Artisans Rinnovarsi secondo un profondo principio di coerenza. Per guardare avanti senza dimenticare la strada tracciata e costruire nuove prospettive al passo con i tempi e con i gusti sempre più raffinati di un pubblico esigente. Negli ultimi anni, infatti, Corum ha avviato una profonda metamorfosi che le ha permesso di raggiungere proprio questa coerenza totale del prodotto rispetto alle esigenze di qualità e di creatività alla base della marca. Tutto questo grazie a un’integrazione dei mestieri, lo sviluppo di strumenti di produzione, la valorizzazione del capitale umano, la formazione sono chiaramente il risultato degli investimenti razionali effettuati da Corum. Una marca che oggi ha ritrovato la perfetta armonia con il proprio DNA.

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La “CHIAVE” di volta della filosofia Corum

Nell’immagine: dettaglio del movimento del TI-Bridge

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maggio edizione speciale - giugno - dic 2009/gen 2009 2010

Nell’immagine: il TI-Bridge Sotto da sinistra l’Admiral’s Cup Gmt L’Admiral’s Cup Black Challenge Il Golden Bridge Lady

La storia L’avventura ha inizio con Renè Bannwart, chiamato dallo zio Gaston Ries, per gestire con lui il laboratorio di orologeria creato nel 1924 a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera Insieme lo trasformano in una Maison orologiera proprietaria della propria marca: CORUM (1955). L’emblema della marca, una chiave rivolta verso il cielo, simboleggia il mistero da svelare, l’enigma da risolvere, i nuovi territori da esplorare e l’innovazione. Essa ricorda anche che l’orologiaio deve dimostrare grandi doti di ingegnosità, di perseveranza e di audacia per riuscire a gestire al meglio il tempo che scorre inesorabile. Nel 1956 vengono lanciati sul mercato i primi orologi CORUM, svelando una casca-

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ta di nuove idee coronate di successo. Dal primo “Admiral’s Cup” al “Coin Watch” indossato da numerosi presidenti degli Stati Uniti, dal “Romvlvs” al “Rolls-Royce” con l’innovativa partnership con la nota marca automobilistica, dal “Golden Bridge” al “Météorite” realizzato con un frammento di un autentico meteorite, fino alle più recenti rivisitazioni di alcuni storici modelli. All’alba del XXI secolo Nel 2000, CORUM riceve il premio GAÏA dal Museo Internazionale dell’Orologeria, nella categoria «Artigianato & Creazione». Un riconoscimento simbolico attribuito a René Bannwart per il suo contributo alla storia dell’orologeria e alla cultura.

Nel gennaio 2000, l’arrivo di un nuovo proprietario e presidente - Severin Wunderman, icona dell’industria orologiera di fama internazionale – ridona un nuovo impulso a CORUM. Con la sua creatività e la sua ingegnosità, egli dà un nuovo dinamismo alla Maison, sostenuto dal figlio Michael, nominato Vicepresidente. Su richiesta di Severin Wunderman, Antonio Calce entra a far parte di Corum nel 2005. Essi definiscono a tre una strategia per conquistare nuovi orizzonti, pur restando fedeli allo spirito pionieristico e indipendente che ha decretato il successo della marca. Il 25 giugno 2008, Severin Wunderman muore all’età di 69 anni. La sua scomparsa è uno choc brutale sia per la sua famiglia sia per l’insieme


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L’ orologiaio deve dimostrare grandi doti di ingegnosità, di perseveranza e di audacia per riuscire a gestire al meglio il tempo che scorre inesorabile

del personale della Maison in tutto il mondo. Ma l’azienda trova la forza di reagire. Il 18 agosto 2008, CORUM nomina Presidente del consiglio di amministrazione Serge Weinberg – amico personale e consulente finanziario di Severin Wunderman. Fondatore dell’impresa d’investimenti Weinberg Capital Partners, attivo nelle operazioni di fusione e acquisizione, come pure nella gestione immobiliare, egli apporta all’impresa l’esperienza accumulata nel settore dei beni di lusso. Corum oggi Oggi la Maison continua a essere diretta da Antonio Calce. Essendo un uomo legato ai prodotti, imprenditore e unificatore, Antonio Calce continua sul lungo termine la strategia prodotti iniziata nel 2005, basata su 4 collezioni chiave, che con il tempo si sono trasformate nei 4 pilastri di sviluppo. Valorizzando la legittimità e spingendo il prodotto al centro della sua strategia, CORUM vanta un forte tasso di crescita del proprio fatturato.

I quattro pilastri di Corum Posizionata come una marca esclusiva, Corum propone delle collezioni orologiere di altissima qualità, dal design innovativo e unico, animate da movimenti meccanici considerevolmente evoluti. Le sue 150 referenze attuali, ripartite in quattro pilastri chiave - Admiral’s Cup, Romvlvs, Golden Bridge e Artisans – trovano la loro legittimità nella storia della marca. L’insieme delle collezioni propone dei modelli, i cui prezzi variano da 5mila franchi svizzeri a più di 1 milione di franchi svizzeri, valorizzando i metalli preziosi e le complicazioni orologiere.

Il tempo distrugge le cose costruite senza tempo. Proverbio Francese

www.corum.ch

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La fi losofia Cvstos tra innovazione e tradizione. Per scoprire una nuova dimensione dell’alta orologeria: sempre un passo avanti

CVSTODI

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Un dettaglio della cassa del modello Challegne RMT - S

La capacità di stupire, la volontà di essere sempre un passo avanti. Ecco il cuore della fi losofia Cvstos, maison svizzera capace di affermarsi in brevissimo tempo nell’Olimpo dell’alta orologeria mondiale. Una fi losofia che si sviluppa attraverso i 4 punti cardinali della cosiddetta “Cvustos Technology”: performance, efficienza, eleganza, precisione. Da queste fondamenta nasce un nuovo concetto di watchmaking dedicato a chi colleziona oggetti rari e unici.

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La sfida è grande e il nome scelto per il marchio si rifà direttamente al termine latino che sta per “guardiano”, il custode di una nuova arte del tempo. Una delicata alchimia che coniuga sapientemente la miglior tradizione orologiera svizzera alla capacità di elaborare concetti innovativi realizzati grazie alle più moderne tecnologie. Lo sforzo della “Cvstos technology” si perfeziona proprio in questa ambiziosa sfida. Ne è esempio la combinazione di materiali quali il palladio e il titanio 5 che dimostra chiaramente il solido know-how e l’impegno dimostrato dal Dipartimento Ricerca & Sviluppo impegnato a cercare nuove soluzioni per migliorare l’efficienza del rotore. La creatività Cvstos non prescinde al concetto stesso di solidità e si esprime attraverso due differenti casse: Challenge (tonneau) e Challenge-R (tondo). I designers di CVSTOS sono riusciti a creare una cassa immediatamente riconoscibile e riconducibile al marchio, guadagnandosi un’identità forte e definita.

Sopra e Sotto il challenge crono hf - sopra nella versione total black a destra CVSTOS CHALLENGE CHRONO BLU OCEAN - Limited Edition realizzato in soli 10 pezzi al mondo, uno disponibile nella gioielleria Serafino Consoli

Linee che esprimono con immediatezza il senso di dinamismo e velocità tipico della maison. I modelli delle collezioni sono realizzati in acciaio, oro rosso e oro bianco, hanno le funzioni di ore, minuti, secondi, display con indicazione della data, movimenti automatici sino all’accattivante Tourbillon Sport. Omaggio all’univerrso femminile è Re-Belle che si rivolte a donne dalla forte personalità che prediligono eleganza e tecnica sofisticata. Questa linea è amore per le forme con dettagli preziosi più o meno visibili come i diamanti posizionati direttamente nel movimento (nel modello Rebellion). Sia nelle casse tonneau che in quelle tonde, la collezione Re-Belle esprime grazia e armonia ma anche tecnologia per quel che concerne il movimento che esprime tutto il potenziale CVSTOS TECHNOLOGY Insomma, la giovane maison svizzera ha già le idee molto chiare e punta sempre a fare oggi quello che altri faranno domani per dar vita a una nuova dimensione nell’alta orologeria. Pioniere assoluto, Cvstos si avvale di un team di professionisti e di artigiani interamente votato all’innovazione. Per essere sempre un passo avanti. | 28


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Il nome del marchio deriva dal termine latino che sta per “guardiano”, il custode di una nuova arte del tempo. Una delicata alchimia che coniuga sapientemente la miglior tradizione orologiera svizzera alla capacità di elaborare concetti innovativi realizzati con le più moderne tecnologie

nell’immagine vista frontale del modello challenge RMT-s

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Nell’immagine un dettaglio delle lavorazioni dei mastri orologiai nei laboratori cvstos

Sassoun Sirmakes Spesso si dice che spirito imprenditoriale e capacità di precorrere i tempi siano qualità innate che si tramandano, all’interno della stessa famiglia, di generazione in generazione. Sassoun Sirmakes è la vera e propria rappresentazione di questa affermazione. Passo dopo passo, sin dai primissimi anni, questo dinamico ragazzo svizzero di origini armene ha infatti seguito le orme di un grande maestro: il padre, Vartan Sirmakes cofondatore e CEO del Gruppo Franck Muller Watchland. E’ assieme al padre, infatti, che il giovane Sassoun ha mosso i primi passi nel “complicato” mondo dell’orologeria, durante i week end e le vacanze estive il lavoro all’interno degli atelier dei maestri 30

orologiai era la norma. All’età di 17 anni, dopo aver terminato la scuola superiore, Sassoun Sirmakes si trova ad affrontare un dilemma cruciale: continuare gli studi oppure unirsi al padre e iniziare a lavorare nel Gruppo Franck Muller acquisendo, sul campo, quelle competenze e quelle capacità specifiche che l’intricato mondo dell’orologeria richiede? La scelta è scontata, e Sasson Sirmakes decide di non lasciarsi sfuggire un’opportunità davvero unica: è così che entra, a pieno titolo, nel mondo dell’alta orologeria. La prima grande sfida è all’interno del reparto dedicato all’incastonatura delle pietre preziose, svilupparne e migliorarne la capacità produttiva quanto richiesto. E’ nell’arco dei due anni successivi, grazie ad un carattere forte e determinato, che Sassoun riesce nel proprio intento: nuove strategie manageriali trasformano il workshop interno di Casa Muller in una grande compagnia specializzata nell’incastonatura di gemme. Con più di 50 impiegati qualificati che lavorano a tempo pieno, la compagnia ha assunto dimensioni notevoli e, all’interno della stessa, Sassoun Sir-

makes si occupa anche dell’acquisto e della gestione di ingenti quantità di pietre preziose. Non solo gemme e pietre preziose, Sassoun Sirmakes segue da vicino tutte le dedicate fasi che conducono alla realizzazione di preziosi segnatempo: dai progetti iniziali, alla produzione vera e propria sino alle strategie che fanno crescere il Gruppo Franck Muller anno dopo anno. Arrivato a 19 anni, ovvero nel 2003, Sassouun Sirmakes si pone una nuova sfida e, insieme ad importante investitori, si impegna in un progetto proprio legato al mondo dell’orologeria alto di gamma. La sede è la Francia, nelle immediate vicinanze della Svizzera e di Ginevra in particolare. E’ nella primavera del 2004, tuttavia, che nasce l’ultimo grande progetto imprenditoriale. Sassoun Sirmakes decide di creare CVSTOS, un marchio indipendente di orologi realizzati con un partner di grande talento: Antonio Terranova. Nasce così un marchio decisamente innovativo dedicato ai trendsetters di tutto il mondo. Ogni singolo orologio CVSTOS rappresenta la filosofia stessa di vita di Sassoun Sirmakes: “essere sempre un passo avanti”.


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Antonio Terranova Nato nel 1967 a La Chaux-deFonds, località situata nel cuore dell’industria svizzera orologiera, sin dall’infanzia è stato affascinato dalla bellezza e dal design, forse una eredità delle sue origini italiane. A soli 16 anni, nonostante la sua fervente passione per il design degli orologi, Antonio Terranova segue i consigli paterni e studia duramente per sei anni per diventare specialista micro-tecnico. Dopo la laurea intraprende la formazione professionale che lo avvicina al design e all’incantevole mondo dell’orologeria. Comincia la sua carriera nel reparto ricerca di una nota azienda specializzata in macchinari per la produzione di componenti di orologi ma, grazie alla sua innata vena creativa, riesce a fare carriera nell’ambito del design applicato all’orologeria. La naturale predisposizione nei confronti del design, infatti, lo porta a produrre un proprio orologio battezzato Terranova No.1. Indossare questo pezzo. diventa il vero biglietto da visita che lo conduce nel meraviglioso mondo dell’orologeria e, nello specifico, del design. Nel 1993 l’indiscutibile talento di Antonio Terranova viene notato dal direttore tecnico della Prodor SA che gli chiede se vuole entrare a lavorare in Azienda occupandosi dello sviluppo tecnico di alcune linee di Cartier e Piaget. Il suo perfezionismo e la sua precisione lo inducono a esplorare nuovi accorgimenti tecnici e a cercare innovative soluzioni . Nel 1997, accetta una nuova sfida e si unisce a TAG-Heuer iniziando a lavorare all’interno del dipartimento di ricerca e sviluppo: elaborare nuovi prodotti è il suo compito. Durante questa esperienza acquisisce una maggiore competenza per quel che concerne il lavoro di team manager. Qualche anno più tardi, mentre lavora come designer freelance per alcuni dei marchi più prestigiosi dell’industria orologiera svizzera quali Breitling, Ebel e Zenith, Antonio Terranova capisce che vuole dare vita a qualche cosa di nuovo: realizzare i propri sogni sfruttando anni e anni di esperienza maturati nell’alta orologeria. E’ nella primavera del 2004, infine, che la sfida di Antonio Terranova si concretizza. Finalmente può dare vita a un nuovo brand che coniughi qualità tecniche e design inconfondibile, il tutto grazie all’incontro con un partner di sicuro successo: Sassoun Sirmakes, dinamico imprenditore con un innato talento per il marketing. Insieme creano CVSTOS, marchio che si pone l’ambizioso obiettivo di aprire nuovi orizzonti nell’ambito dell’alta orologeria, il tutto rimanendo nel pieno rispetto della miglior tradizione svizzera. Lo splendore è un nulla senza la durata. napoleone buonaparte

Nell’immagine il modello challenge hm-s

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Il TEMPO della semina

Continua, “Attimo dopo attimo” il dossier dedicato alle “Forme del tempo”. Nel ciclo della natura l’estate è il momento della mietitura: ma nessun frutto nasce senza il lavoro della semina. Un lavoro faticoso, paziente, complesso nella sua straordinaria semplicità. Come nella vita anche le grandi aziende arrivano a importanti risultati solo dopo aver saputo seminare il proprio terreno. Ecco il tempo della semina secondo “Serafi no Consoli” a cura di Ivan Consoli

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A sinistra: Ivan Consoli nella sua gioielleria

Quando si guarda un campo di grano nessuno pensa al contadino che ha lavorato la terra, gettato i semi, controllato il suo grano durante tutto l’inverno, combattuto le erbacce e ha tremato per il suo raccolto quando la tempesta e i temporali hanno minacciato le spighe che stavano maturando

Le rationes seminales Le “rationes seminales” sono un concetto di origine stoica, giunto alla filosofia medievale dalla tradizione neoplatonica, già accolta da Agostino. Germi posti da Dio nella materia in modo tale che, grazie alla loro forza e all’azione di altri agenti naturali, scaturiscano da essi le forme delle cose. Le “rationes seminales” sono, dunque, come un abbozzo di forma, il suo inizio dalle viscere della materia, sua forza interna che le consente un certo sviluppo. Il particolare tipo di unione e di azione reciproca (communicatio) che si realizza tra una certa materia e una certa forma costituisce, per Bonaventura da Bagnoregio, il principio di individuazione delle sostanze. La forma è l’essenza che restringe e definisce la materia a un determinato essere, ed è universale in quanto può realizzarsi in una molteplicità di individui.

Lo sguardo corre fuori dal finestrino, tra il giallo intenso delle spighe ormai mature. I campi di grano riempiono i paesaggi delle nostre campagne e il pensiero di molti di noi si sofferma su quei frutti della terra pronti per essere raccolti. L’estate è il tempo della mietitura e il suo splendore si presenta davanti a noi come un quadro che ci lascia il solo spazio dell’essere spettatori. La bellezza dell’istante tradisce il nostro pensiero: perché nessuno pensa al contadino che ha lavorato la terra, gettato i semi, controllato il suo grano durante tutto l’inverno, combattuto le erbacce e ha tremato per il suo raccolto quando la tempesta e i temporali hanno minacciato le spighe che stavano maturando. Dietro la bellezza del frutto maturo c’è l’instancabile lavoro dell’uomo che ha saputo seminare nel modo giusto e difendere dalle intemperie e dalle aggressioni il suo terreno.

Arte e realismo: la semina e lavoro nei campi Con l’esposizione al Salon di Parigi nel 1824 dei dipinti di Constable si diffuse il gusto per la pittura all’aperto, metodo usato dall’artista per eseguire i suoi bozzetti o studi che poi usava in atelier per le sue opere. In particolar modo il suo esempio venne seguito da pittori di Barbizon che gradualmente giunsero a realizzare le loro opere all’aperto (anche se le più grandi erano ancora eseguite in studio). L’arte realista incontra la vita nei campi, i paesaggi rurali, il ciclo delle stagioni. Personaggio emergente da questo gruppo fu Rousseau che nell’esposizione di Parigi del 1855 iniziò la fortuna della scuola di Barbizon. Millet si associò agli artisti di questa scuola dal 1849, ma poi gradualmente, inserendo nei paesaggi dei personaggi, si staccò e nelle sue tele trattò preferibilmente temi di vita, religiosità contadina e lavoro agricolo

Affinché ci sia un tempo per la mietitura è necessario ancor più quello della semina. Vale nella natura, come nella vita e nell’impresa. Creare le condizioni, pensare agli obiettivi, 34

(Le spigolatrici, Coltivatori di patate).


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Coltivatori di patate, Millet

Di generazione in generazione la lezione di mio padre è diventata il nostro tesoro

Sotto: Contadinella che lega i Covoni di Vincent Van Gogh

e ancora oggi il tempo della semina continua perché non si può godere dei frutti senza continuare a lavorare per l’inverno che verrà e, poi, la nuova estate guardare al di là dell’orizzonte: il tempo della semina è il tempo della pazienza, della dedizione, dell’esperienza che si somma “attimo dopo attimo”. Me l’ha insegnato mio padre Serafino, che ha dedicato 50 anni della sua vita a seminare per costruire un progetto di cui oggi si cominciano a vedere i frutti. Il progetto di una gioielleria capace di diventare essa stessa un marchio d’eccellenza tra i marchi che a sua volta rappresenta. Di generazione in generazione la lezione di mio padre è diventata il nostro tesoro e ancora oggi il tempo della semina continua, perché non si può godere dei frutti senza continuare a lavorare per l’inverno che verrà e, poi, la nuova estate. Un ciclo. Fatto di attimi di cui conosco il sapore uno per uno. “Attimo dopo attimo” continua la nostra semina, il nostro sogno che s’avvera grazie al lavoro, alla passione e a un pizzico di follia. Perché il tempo della semina è la magica follia della speranza, di qualcosa di straordinario che nascerà in barba alle intemperie e al gelo. |

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eed zione edi edizione zione speciale specia spe p cci le - dic dicembre 2009/gen 2009/g 200 9/g2009 9/gen n 2010 201 20 0100

Demeglio

fucina dell’alta gioielleria Capolavori d’emozione che nascono dalla sapienza e dalla continua ricerca della perfezione. Alla scoperta di un tempio del Made in Italy dove design e qualità assoluta sono il fondamento di vere e proprie opere d’arte della gioielleria

Nell’immagine: Roberto Demeglio

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Le emozioni, le intuizioni di Roberto Demeglio, si trasformano in disegni che si moltiplicano in una serie di dettagli tecnici studiati in ogni minimo particolare per garantire l’eccellenza dei gioielli. Solo allora mani di esperti artigiani tradurranno il pensiero in opera, senza lasciare nulla al caso Ci sono gioielli che scegliamo pensando a chi li guarderà. Pensando a chi, rimanendo colpito dall’opulenza delle forme o dall’abbondanza delle pietre preziose, riconoscendone il modello o magari leggendone semplicemente la firma, capirà quante delle nostre risorse economiche abbiamo impegnato nella nostra scelta. Ci sono anche gioielli che scegliamo pensando a chi li indosserà. Pensando al piacere di una nascosta carezza di diamanti a contatto della pelle, alla delicatezza delle forme, ad un design equilibrato che rifugge dalla banalità così come dall’eccesso. I gioielli creati da Roberto Demeglio appartengono certamente a questa seconda categoria. Sono gioielli densi. Sono gioielli densi di riflessione, di pensiero, di cura. Le emozioni, le intuizioni di Roberto Demeglio, si trasformano in disegni che si moltiplicano in una serie di dettagli tecnici studiati in ogni minimo particolare per garantire l’eccellenza dei gioielli. Solo allora mani di esperti artigiani tradurranno il pensiero in opera, senza lasciare nulla al caso, dedicando la stessa cura che si riserva a mettere in evidenza lo scintillio di una pietra anche alle parti più nascoste del gioiello, quelle che ne assicureranno la piacevolezza, la morbidezza, la durata. Prima di tutto l’idea, un’idea concreta tutta volta all’eccellenza del fare, alla quale verranno piegati metalli e pietre preziose seguendo un’intuizione originale o inventando ex novo il più classico dei gioielli. Seguendo il fi lo delle idee il platino potrà 38


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO

essere esaltato dalla fibra di carbonio, i diamanti neri daranno più luce a quelli bianchi, materiali provenienti dalla ricerca spaziale renderanno nuovo ed unico il più classico dei bracciali. I gioielli di Roberto Demeglio sono gioielli densi. Anche densi di storia. Una storia che cominciò nel 1922 quando Giuseppe Demeglio, classe 1899, al ritorno dal servizio militare decise di dare una svolta alla sua vita professionale, iniziata come orologiaio, ed aprì un suo laboratorio-negozio in via Borgodora 25 a Torino. Pochi anni dopo, nel 1928, con la moglie Ernestina, si trasferì in Corso Regina Margherita, al numero 148. Il figlio Celestino continuò l’attività del padre trasmettendo ai figli il gusto della ricerca ed il piacere del fare. Un gusto ed un piacere che Roberto Demeglio ha sviluppato e temprato nelle scuole d’arte così come nei laboratori dei migliori maestri orafi valenzani, milanesi, bergamaschi e torinesi. Il suo primo laboratorio ha aperto i battenti in Corso Sempione 200, vicino al negozio del padre, per essere poi trasferito nell’attuale sede di Via Calandra 18 a Torino.

Una fucina di idee e di passioni dove l’innata predisposizione per l’espressione artistica, si combina con l’amore per la ricerca e l’innovazione tecnologica, dove elaborare, ancor prima di gioielli, ardite soluzioni per personalizzare e piegare alle proprie esigenze i più avanzati macchinari per la prototipazione o i sofisticati sistemi CAD per il disegno 3D 39


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Qui sotto: A sinistra bracciale Anaconda, a destra collezione Domino

Mentre gran parte, anche delle più blasonate, aziende orafe italiane ha finito per rivolgersi a fornitori esteri, i gioielli Roberto Demeglio continuano, orgogliosamente, ad essere integralmente frutto della migliore scuola gioielliera italiana

Una fucina di idee e di passioni dove l’innata predisposizione per l’espressione artistica, si combina con l’amore per la ricerca e l’innovazione tecnologica, dove elaborare, ancor prima di gioielli, ardite soluzioni per personalizzare e piegare alle proprie esigenze i più avanzati macchinari per la prototipazione o i sofisticati sistemi CAD per il disegno 3D. Un’attitudine squisitamente italiana per il suo saper combinare arte e progettazione, sapienza artigiana ed innovazione tecnologica. Un processo che prosegue oggi a Valenza dove Roberto Demeglio ha da poco acquisito il controllo di una propria unità produttiva. Perché i gioielli Roberto Demeglio, sono gioielli densi.Anche densi di orgoglio. Mentre gran parte, anche delle più blasonate, aziende orafe italiane ha finito per rivolgersi a fornitori esteri, i gioielli Roberto Demeglio continuano, orgogliosamente, ad essere integralmente frutto della migliore scuola gioielliera italiana. Un orgoglio del “100% fatto in Italia” che si spinge anche oltre il gioiello fino a coinvolgere ogni altro elemento che lo corredi, come ad esempio gli astucci, in una testarda coerenza ed un’attenzione per i minimi dettagli tipicamente “Roberto Demeglio”.

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Qui sotto: A sinistra collezione Gioconda a destra bracciale Zebra

Nella pagina a fianco in basso Bracciali della linea Jolly Qui sotto Alcuni esemplari della collezione Giotto

Una scelta coraggiosa, forse lungimirante, nei fatti premiante anche nell’immediato. Lo testimoniano i due primi premi vinti nel concorso Couture di Las Vegas nel 2008 e nel 2009 e lo spazio crescente che le collezioni Roberto Demeglio, come Anaconda, Gioconda, Giotto, Jolly, Domino o Joy, stanno conquistando nelle vetrine di una selezionata cerchia di gioiellieri in Italia, in Europa, negli Stati Uniti ed in alcune realtà asiatiche. Pochi, autentici intenditori, che sanno riconoscere il vero valore di un gioiello, pensato e realizzato con cura ed orgoglio… per chi lo indosserà. |

La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità. Oscar Wilde www.robertodemeglio.it www.serafinoconsoli.it

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La vera rivoluzione

è “Libertà”

Un esempio del principio libertè che lascia al diamante tutto lo spazio attorno a sè per catturare la luce e mostrarsi in tutte le prospettive

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Il diamante incastonato senza vincoli: Gebruder Schaffrath inventa il principio Liberté che consente alla pietra preziosa di essere sempre visibile in tutta la sua interezza. Una magia d’autore per gioielli di nuova generazione testo di Ivan Consoli

Con loro è iniziata una piccola grande rivoluzione. Un cambiamento che ha dato ancora più valore a ciò che è l’anima di ogni gioiello: il diamante. Già, perché è proprio grazie all’amore e alla passione con cui da ormai ottantasei anni lavorano queste preziose pietre che la casa gioielliera Gebruder Schaffrath ha creato il principio Libertè: un metodo nuovo e rivoluzionario che ha ridato libertà al diamante, conferendo ancora più prestigio ai gioielli che dal 1923 vengono realizzati nell’azienda tedesca grazie alla maestria dei suoi intagliatori. Ma le antiche tecniche di lavorazione, combinate con un design altamente innovativo, non sono l’unico punto di forza delle collezioni firmate da Gebruder Schaffrath: è all’azienda fondata dai fratelli Adam e Alois Schaffrath che si deve il merito di aver reso per la prima volta il diamante visibile in tutta la sua interezza. Tutti gli anelli che montano la preziosa pietra sono infatti dotati di un particolare meccanismo che mantiene il diamante in perenne oscillazione, creando un gioco di luce che ne esalta tutte le sfaccettature. Ideato nel 2002 il prin43


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Il principio Liberté, oggi conosciuto quasi in tutto il mondo, è stato non a caso definito dai maggiori esperti di gioielleria la più importante invenzione dopo quella dell‘anello con incastonato il diamante

cipio Liberté, oggi conosciuto quasi in tutto il mondo, è stato non a caso definito dai maggiori esperti di gioielleria la più importante invenzione dopo quella dell‘anello con incastonato il diamante. L’esclusività del metodo sta anche nel processo di produzione delle linee, create per offrire al cliente una qualità davvero unica: ogni singolo pezzo viene lavorato manualmente da maestri artigiani che affiancano all’innovazione un’estrema attenzione al design del gioiello. Il principio del movimento, inoltre, testato con grande attenzione e meticolosità, garantisce l‘assoluta sicurezza dell‘infrastruttura che accoglie il diamante. La struttura del gioiello realizzato con questo esclusivo principio non deve infatti trarre in inganno lasciando pensare ad un prodotto particolarmente delicato: anzi, è importante sapere che l’impatto di una pietra mobile viene classificato come ‘impatto indiretto’, quindi il movimento attutisce il colpo; l’impatto di una pietra incastonata è invece classificato come ‘impatto diretto’, quindi può provocare la rottura del diamante. A parità di urto è stato quindi rilevato che, in percentuale minima, è più delicato un gioiello con diamante incastonato che il gioiello con Principio Libertè. Non è dunque un caso se dopo circa cinque anni di commercializzazione a livello mondiale dei gioielli Libertè, non è mai stato riscontrato alcun difetto e nessun gioiello è stato restituito con il diamante fuoriuscito dalla propria montatura o danneggiato. Ma per raggiungere questo risultato, che unisce un alto standard qualitativo con una sicurezza certificata, ci sono alle spalle ottantasei anni di storia della casa gioielliera Gebruder Schaffrath, entrata nel mercato italiano a partire dal 2004 con la prospettiva di una rapida e progressiva crescita. Nelle collezioni, lanciate sul mercato e disponibili in Italia solo da pochissimi rivenditori, si fondono la tradizione ereditata in ottantasei anni di lavoro e l’innovazione delle più moderne tecniche gioielliere: dalla linea Eternity, che combina un design moderno e senza tempo con i materiali più pregiati, alla linea Unity, caratterizzata dalle forme più esclusive. Un carattere forte, reso ancora più intenso dal rosso che caratterizza il rivestimento interno, è invece il tratto predominante della collezione “Vendetta”, che come tutti i gioielli firmati Gebruder Schaffrath vengono trattati come pezzi unici ed esclusivi, prestando estrema attenzione alle fasi di lavorazione in modo da ottenere un gioiello che possa trasmettere a chi lo indossa fascino e soprattutto lucentezza.

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Un altro modello dedicato al principio libertè dal design innovativo e con il diamante vero protagonista del gioiello

L’esclusività del metodo sta anche nel processo di produzione delle linee, create per offrire al cliente una qualità davvero unica: ogni singolo pezzo viene lavorato manualmente da maestri artigiani che affiancano all’innovazione un’estrema attenzione al design del gioiello

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Testatina


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La Storia E’ il 15 gennaio 1923 quando i fratelli Adam e Alois Schaffrath fondano la Gebruder Schaffrath: il lavoro di sei intagliatori di pietre è tutto ciò di cui si servono per dare vita alla casa gioielliera che oggi conosciamo e che negli anni successivi riesce ad affermare il proprio nome grazie alla perfezione nel taglio e all’ottima qualità delle pietre, caratteristiche che ancora oggi la rendono famosa nel mondo. Ma per arrivare ad affermarsi sui mercati internazionali la Gebruder Schaffrath ha dovuto superare dei periodi difficili: dalla crisi del 1929, alla quale la casa gioielliera ha risposto acquisendo nuova clientela, alla seconda Guerra mondiale che ha causato notevoli perdite all’azienda, che si risolleva solo con la ripresa economica avvenuta a partire dagli anni Cinquanta. Grazie all’elevata domanda la Gebruder Schaffrath cresce: più di quattrocento intagliatori di diamanti lavorano per realizzare gioielli esclusivi, la cui qualità viene riconosciuta sul mercato permettendo all’azienda tedesca di diventare nel 1960 una delle sei aziende selezionate a cui è permesso l’ acquisto di materie prime direttamente dal monopolista De Beers. Da qui in avanti la strada è tutta in salita: nel 1969 la casa gioielliera, per la prima volta, affianca all’attività di taglio il disegno e la produzione di una propria collezione di gioielleria. Nascono le basi per una svolta verso nuovi orizzonti che nel 1987 porta l’azienda a darsi una chiara struttura organizzativa basata su due distinte divisioni: una focalizzata sul taglio delle pietre e l’altra di produzione di gioielleria. Dopo il passaggio della gestione nelle mani della quarta generazione di famiglia, avvenuto nel 1998, alla casa gioielliera viene riconosciuto il premio di miglior fornitore di gioielleria dell’ anno per il lavoro svolto da più di settantacinque anni nel settore. Siamo ormai nel 2002 e, dopo la creazione della linea Trilogy, in collaborazione con Dtc (Diamond Trading Company), nasce il principio Liberté a cui va il merito di aver introdotto una vera e propria rivoluzione nel mondo della gioielleria di lusso.

A fianco: Alexander Leuz, con lui la gioielleria vive oggi il passaggio alla quarta generazione che ha portato alla nascita del principio libertè “La libertà è come l’aria: te ne accorgi di quanto sia importante solo quando comincia a mancare” Anonimo www.serafinoconsoli.it www.gebrueder-schaffrath.de

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Photo courtesy of ŠSouth Wales Evening Post


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Girard Perregaux l’eccellenza diventa emozione

La Manifattura nata nel Settecento è sinonimo di perfetta integrazione tra innovazione tecnica, assoluta qualità e design inimitabile. Ecco il percorso che, nel corso dei secoli, ha portato Girard Perregaux ad essere una stella nel fi rmamento dell’Alta Orologeria

Sopra Tourbillon 3 ponti calendario perpetuo

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Qui sotto Un’immagine della manifattura

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Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente attente. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità, secondo un know-how arricchito da generazioni di artigiani. A volte sono necessari anni per concepire un nuovo modello

Una sottile alleanza tra eccellenza tecnica integrata e approccio stilistico specializzato, oggetti che diventano unici e un mix di passione ed emozione che prendono vita grazie alla cura dei suoi creatori. GirardPerregaux è una delle rare ed autentiche Manifatture di Alta Orologeria svizzera, con più di 80 brevetti depositati nel corso degli anni. L’attività di Girard-Perregaux risale al 1791, quando Jean-François Bautte, all’età di 19 anni, fonda a Ginevra un’azienda manifatturiera che raggruppa, cosa innovativa per l’epoca, tutti i mestieri dell’orologeria contemporanea. Nel 1852, Constant Girard fonda la maison Girard & Cie. Dieci anni più tardi, sposa Marie Perregaux e dalla loro unione nasce, nel 1856 a La Chaux-de-Fonds, la Manifattura Girard-Perregaux. Già nel 1880 Constant Girard sviluppava degli orologi da polso per gli ufficiali dell’esercito tedesco, creando il primo esempio di produzione in serie di questo tipo di segnatempo. Tra i primi riconoscimenti importanti si ricorda la medaglia d’oro ricevuta nel 1889, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, per il celebre Tourbillon sous trois ponts d’or concepito da Constant Girard nel XIX secolo. Questa eredità unica si riflette attraverso l’applicazione delle tecnologie più recenti. Gli orologi non sono soltanto semplici reinterpretazioni del passato, ma creazioni innovative, guidate dalla ricerca della perfezione e da uno studio approfondito del design. Alla fine degli anni ‘60, Girard-Perregaux è una delle poche Manifatture a disporre di un team di ricerca e sviluppo interno. La Divisione di Ricerca e Sviluppo, interna all’azienda, è l’elemento essenziale che consente all’azienda di aff rontare le sfide delle nuove creazioni e di raggiungere i livelli di qualità più elevati. Inoltre rappresenta una garanzia nella gestione dell’intera catena produttiva di un orologio.

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La Divisione di Ricerca e Sviluppo, interna all’azienda, è l’elemento essenziale che consente all’azienda di affrontare le sfide delle nuove creazioni e di raggiungere i livelli di qualità più elevati. Inoltre rappresenta una garanzia nella gestione dell’intera catena produttiva di un orologio

sopra a sinistra: il jackpot tourbillon sopra a destra: il tourbillon magistral

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Nel 1966 viene introdotto il primo movimento ad alta frequenza (36.000 alternanze/ora). Gli orologi dotati di questo movimento ottengono eccellenti prestazioni di funzionamento, al punto che nel 1967, il 70% dei certificati di cronografi emessi dall’Osservatorio di Neuchâtel sono assegnati ai cronografi ad alta frequenza Girard-Perregaux. Nel 1970, l’azienda presenta i primi orologi al quarzo di produzione industriale svizzera. La frequenza fissata da Girard-Perregaux di 32.768 Hz rimane lo standard universale per gli orologi al quarzo, uno standard tutt’ora in uso. Nel 1992, l’imprenditore torinese Luigi Macaluso acquista Girard-Perregaux. Sotto il suo impulso, la società affina la propria strategia, concentrandosi sul segmento di altissimo livello, supportato da investimenti importanti nel settore della ricerca e dello sviluppo. Ogni modello è una creazione unica: l’ingegnere lavora senza tregua alla progettazione di un movimento, impiegando mesi per creare modelli che rispecchino le sue idee; il maestro orologiaio monta, smonta e rimonta centinaia di componenti, il numero di volte che ritiene necessario per ottenere il perfetto equilibrio del meccanismo; l’angleur lucida fino a cinque volte consecutive i delicati e minuscoli componenti metallici, ottenendo una finitura impeccabile. Ognuno dedica tutta la propria esperienza per perfezionare le creazioni di orologeria, con pazienza e meticolosità.


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Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente attente. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità

Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente attente. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità. Girard-Perregaux dispone di una delle più complete gamme di movimenti. • Una collezione completa di movimenti di Alta Orologeria di cui il Tourbillon sous trois ponts d’or è l’emblema. • Una gamma completa di movimenti meccanici a carica automatica • Una collezione di movimenti al quarzo . | sopra a sinistra: il ww.tc calendario perpetuo sopra a destra: il opera three

La fantasia non è altro che un aspetto della memoria svincolato dall’ordine del tempo e dello spazio. Samuel Taylor Coleridge

www.girard-perregaux.com www.serafinoconsoli.it

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GlashĂźtte capitale della grande orologeria tedesca

Nell’immagine: il Pano Inverse

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Oltre 160 anni di storia per un marchio capace di restare sempre al passo con i tempi. Severissimi standard di qualitĂ , cura maniacale per i dettagli e una grandissima capacitĂ di coniugare la tradizione con la tecnologia piĂš innovativa: il successo della casa sassone comincia da qui 55 55


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Il tempo della semina ha origini lontane per un marchio dell’eccellenza orologiera come Glashütte Original, conosciuto in tutto il mondo per l’elevato standard di qualità e la grandissima precisione. Tutto ha inizio nel maggio del 1845, quando il governo della Sassonia affida al maestro orologiaio di Dresda F. Adolf Lange l’incarico di fondare una fabbrica di orologi, nella piccola città situata al margine dei Monti metalliferi orientali dove regna una grande povertà. L’avvio dell’attività di formazione dei maestri orologiai, che risale al 7 dicembre 1845, getta le basi dell’orologeria tedesca di precisione. Certo, non tutti gli ex scudieri, ispettori di miniera e cestai erano nati per fare gli orologiai: tuttavia, la grande abilità e l’instancabile impegno della popolazione locale fa nascere in breve tempo un contingente di artigiani estremamente capaci.

L’avvio dell’attività di formazione dei maestri orologiai, che risale al 7 dicembre 1845, getta le basi dell’orologeria tedesca di precisione. Certo, non tutti gli ex scudieri, ispettori di miniera e cestai di Glashütte erano nati per fare gli orologiai: tuttavia, la grande abilità e l’instancabile impegno della popolazione locale fa nascere in breve tempo un contingente di

Negli anni successivi, oltre a F.A. Lange anche altri maestri orologiai come J. Assmann, A. Schneider, L. Strasser e G. Rohde, E. Kasiske si stabiliscono a Glashütte. Ma anche commercianti come Johannes Dürrstein trovano ben presto la strada per Glashütte. A tutte queste personalità si deve la fama unica al mondo di cui godono gli orologi da tasca di precisione nati a Glashütte. Con la fondazione nel 1878 della “Deutsche Uhrmacherschule“ (Scuola tedesca per l’orologeria) e il successo dell’ope-

artigiani estremamente capaci

a destra Un dettaglio di un mastro orologiaio impegnato nella lavorazione Sotto La sede della casa manifatturiera

ra di Moritz Großmann e di Alfred Helwig, Glashütte è finalmente consacrata Mecca dell’orologeria tedesca. Il primo conflitto mondiale e la susseguente crisi economica mondiale mettono provvisoriamente fine alla prima epoca di fioritura dell’arte orologiaia di Glashütte. Ma ben presto, dalle rovine delle vecchie officine nascono nuove aziende con una forte produzione industriale di serie. Il primo orologio tedesco da polso di Glashütte fa trionfalmente il giro del mondo e porta nuovi allori. Il secondo conflitto mondiale interrompe nuovamente la ripresa economica dell’industria orologiaia di Glashütte. Dopo il 1945 la ripresa della produzione è gravemente compromessa sia dalla distruzione e dallo smantellamento di numerosi impianti di fabbricazione, sia dal totale isolamento rispetto al mercato orologiaio europeo. In questa situazione molto delicata, Glashütte sa far fruttare una volta di più il know-how, lo spirito innovativo e l’autonomia di produzione che le sono propri. Alla fine del 1946 si ricomincia già a produrre i primi meccanismi. Nel contesto della nuova compagine economica, nel luglio del 1951 si procede alla fusione di tutte le aziende ancora esistenti, da A. Lange & Söhne ad UROFA, nella VEB Glashütter Uhrenbetrieb. Durante il quarantennio successivo, l’isolamento economico conduce ripetutamente a nuovi sviluppi nonché a soluzioni del tutto originali nel campo della tecnica di fabbricazione e della meccanica di precisione. In seguito alla riunificazione tedesca, si accolgono rapidamente le tendenze in atto gettando le basi per il rientro dell’orologeria tede56


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sca di precisione nel prestigioso mondo della “Haute Horlogerie“. Il Glashütter Uhrenbetrieb viene trasformato in una società a responsabilità limitata e privatizzato nel 1994. A partire da quella data, il marchio “Glashütte Original“ rappresenta la storia e il futuro di questa manifattura ricca di tradizione. Da questa fucina nascono oggi nuovamente capolavori meccanici realizzati con una grande autonomia produttiva e nel pieno rispetto dei severi standard dell’orologeria di Glashütte. Un esempio dell’eccellenza è il Senator Chronometer, il primo segnatempo della manifattura sassone a essere accompagnato da un certificato ufficiale di cronometria. Novità tecnica di particolare interesse è la perfetta sincronizzazione della sfera dei secondi e dei minuti ora resa possibile grazie a un nuovo meccanismo stop/reset che permette di mettere l’orologio in ora con grande facilità. Sul fronte estetico è forte il richiamo alla tradizone sassone degli orologi da tasca, impreziosita da un fondello in vetro zaffiro antiriflesso che protegge il Calibro a carica manuale 58-01 e permette di ammirarne tutta la complessa meccanica. Ma Glashütte sa concepire anche collezioni sportive con modelli di assoluto valore come lo Sport Evolution Impact Gran Data. Un orologio “di polso” con la cassa in acciaio da 46 mm rivestita con gomma nera opaca che, conferisce all’intero orologio un look ancor più grintoso e sportivo. Un orologio adatto all’uso in qualsiasi attività sportiva grazie all’applicazione al movimento di 4 ammortizzatori, realizzati in uno speciale elastomero, in grado di assorbire il 60% della forza sviluppata da un urto o da qualsiasi altra sollecitazione meccanica esterna. Tale sistema anti-shock assicura quindi una perfetta affidabilità e la massima precisione anche nelle condizioni d’uso più estreme. |

Breve Storia 1845 - Ferdinand A. Lange fonda la prima manifattura di orologi di Glashütte. 1852 - Julius Assmann avvia la produzione di orologi da tasca. 1878 - Moritz Grossmann dà vita alla Scuola tedesca per l’orologeria di Glashütte. 1893 - Johannes Dürrstein fonda la UNION Taschenuhrenfabrik. 1904 - Dalla Uhrenfabrik Ernst Kassiske nasce la Glashütter PräzisionsUhrenfabrik AG. 1927 - Fondazione della Uhren-Rohwerke-Fabrik Glashütte AG (UROFA). Sopra Lo Sport Evo Impact Gran Data Nella pagina accanto Chronometer Gold Detail

1951 - I fabbricanti locali rimasti si raggruppano nella VEB Glashütter Uhrenbetriebe. 1990 - La VEB Glashütter Uhrenbetriebe viene trasformata nella Glashütter Uhrenbetrieb GmbH. 1994 - La Glashütter Uhrenbetrieb GmbH viene privatizzata. I nuovi orologi prodotti dalla Manifattura recano il marchio Glashütte Original. 2000 - Vendita delle quote sociali al più grande gruppo orologiero del mondo,

www.glashuette-original.com

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the Swatch Group S.p.A.


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presenta

ANIMA

con la tecnologia e la meccanica abbiamo realizzato l'anello che diventa bracciale

Brevetto esclusivo

Via Roma 127/c 24064 Grumello del Monte (BG) Tel +39 0354420680 Fax +39 0354420942 www.seraďŹ noconsoli.it info@seraďŹ noconsoli.it



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Il TEMPO del raccolto Terza tappa del cammino intrapreso con questo dossier dedicato al tempo e alle sue forme d’eccellenza. Dopo la fatica della semina e la paziente attesa arriva il momento di raccogliere i primi frutti. Come la nascita di un figlio, la possibilità di veder realizzati i propri progetti è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Continua la storia della Gioielleria Serafino Consoli a cura di Ivan Consoli

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Paul Gauguin Mietitori

Chi ha avuto la fortuna nella vita di avere dei figli sa perfettamente cos’è il tempo del raccolto. Ci sono attimi fuori dal tempo quando la vita genera un’altra vita e l’atto della nascita è la manifestazione di una forza straordinaria, che si avvera dopo mesi di gestazione, dopo il dolore del travaglio, dopo tutto il tempo necessario per consolidare e maturare una storia d’amore. Un figlio è il frutto più grande che ogni uomo o donna possano raccogliere nel corso della loro esistenza e la semplicità di questa affermazione è talmente schiacciante da superare ogni forma di banalità apparente. Perché è così. E’ un traguardo, è il momento in cui la vita ti offre la possibilità di raccogliere l’emozione più profonda e ciascuno di noi sa quanto c’è dietro a quel momento. Nel numero precedente di questo dossier ci siamo soffermati ampiamente proprio sul tempo della semina, cioè il tempo necessario per costruire piccoli e grandi progetti, per gettare le basi di una strada che può portare a importanti risultati. Immaginiamoci, 64

poi, quando tutto questo possa rappresentarsi all’ennesima potenza per generare una nuova vita. Lo stesso principio vale per la storia dell’azienda che oggi rappresento e che si trova dopo trent’anni a scoprire il vero tempo del raccolto. Come quando nasce un figlio, noi oggi proviamo l’emozione di veder vivere i nostri progetti più ambiziosi sui quali abbiamo lavorato a lungo, a cominciare da mio padre Serafino. E’ stato lui a “vedere” tanti anni fa il disegno di ciò che è oggi la Gioielleria Serafino Consoli ed è stato capace di trasmettere questa vision a me e a tutta la nostra famiglia. Non sono mancati i sacrifici, il coraggio, le scelte difficili ma obbligate di chi vuole guardare lontano e arrivare un giorno a raccogliere i frutti di un progetto fuori dal comune. Anche io ho vissuto il mio tempo della semina, il tempo nel quale ho maturato la capacità di conciliare le ambizioni e la fretta di un


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Il tempo del raccolto nello sport

Ogni frutto importante, come un figlio appena nato, è straordinario quanto delicato e questo

Un numero: 42.195. Unità di misura: il me-

frutto va protetto, accudito, amato.

tro. Vi dice qualcosa? E’ la distanza che bisogna percorrere per fare una gara di

Lo stesso principio vale per i successi conseguiti.

maratona. Un atleta contemporaneo di alto livello ci mette circa 2 ore. Ma per

Perché non si può riposare sugli allori, non si

arrivare a un risultato così straordina-

può guardare il primo traguardo raggiunto

miglioramento tutta la sua vita sporti-

e poi sedersi troppo a lungo in attesa. I frutti

il tempo del raccolto di uno sportivo che

ottenuti vanno custoditi e va offerta loro tutta

ne e una vita di sacrificio.

rio deve dedicare all’allenamento e al va. L’istante dell’arrivo al traguardo è dedica a quel momento mesi di preparazio-

l’energia necessaria per crescere. E poi bisogna pensare a costruire un nuovo raccolto, a preparare nuovamente il terreno. kasimir malevich mietitura

giovane, con la pazienza, lo studio, l’umiltà, l’attesa della maturità e dell’esperienza necessaria per fare grandi passi. Ora è arrivato il tempo di iniziare il raccolto dei primi frutti di questo lungo periodo di preparazione. Possiamo definirlo il tempo della “festa” - come accade anche in tutte le tradizioni popolari legate al raccolto in agricoltura - ma è soprattutto il tempo della consapevolezza. La consapevolezza che ogni frutto importante, come un figlio appena nato, è straordinario quanto delicato e questo frutto va protetto, accudito, amato. Lo stesso principio vale per i successi conseguiti. Perché non si può riposare sugli allori, non si può guardare il primo traguardo raggiunto e poi sedersi troppo a lungo in attesa. I frutti ottenuti vanno custoditi e va offerta loro tutta l’energia necessaria per crescere. E poi bisogna pensare a costruire un nuovo raccolto, a preparare nuovamente il terreno. Le importanti partnership raggiunte dalla Gioielleria Serafino Consoli con alcune delle più grandi eccellenze al mondo nel campo dell’alta orologeria e della gioielleria, insieme alla rinnovata fiducia dei clienti sempre più affezionati e del mondo business che ci riconosce come interlocutore sempre più autorevole, sono per noi il raccolto di cinquant’’anni di lavoro e dedizione. Oggi raccolgo questi frutti, ma anche l’esperienza e le responsabilità tramandatemi da mio padre. Adesso dovrò dimostrare di aver meritato tutto questo. Perché abbiamo già cominciato una nuova semina. Sì, nuove sfide ci attendono e presto ve ne renderemo conto. |

Mietitura Non si sentiva oltre al bosco altro suono che uno, la mia lunga falce che frusciava al suolo. Che cosa sussurrava? Non lo sapevo io stesso; era forse qualcosa sul calore del sole, qualcosa, forse, sull’assenza di suono Per questo sussurrava e non parlava. Non era sogno del dono d’ore vuote, o facile oro profuso da fata o da elfo: qualunque cosa in più della verità sarebbe apparsa debole al fermo amore che ordinò il prato in solchi, non senza delicate lanceole di fiori (orchidee pallide), e un fulgido verde serpente fugò. Il fatto è il sogno più dolce che la fatica conosca. La mia lunga falce frusciava, lasciava il fieno ammucchiarsi. Robert Frost (San Francisco, 1874 –Boston, 1963)

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà così difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi vivi come credi, fai quello che ti dice il cuore. La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Charlie Chaplin

www.serafinoconsoli.it

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Tributo al grande

Genio del TEMPO L’estro e l’innovazione di Pierre Jaquet Droz, fondatore dell’omonima Manifattura orologiera svizzera. Dal Secolo dei Lumi ad oggi, la storia di un marchio capace di meravigliare e costruire oggetti unici, come la Machine à Ecrire le Temps. Oggi la casa manifatturiera si propone con la stessa fi losofia innovativa che ha contraddistinto il suo fondatore Se la genialità può essere intesa come la capacità di trasformare i sogni in realtà, di rendere possibile ciò che per tutti non lo è, di guardare al di là dell’orizzonte dove nessun altro riesce ad arrivare, allora nell’Olimpo dei geni possiamo certamente annoverare un grande innovatore come Pierre Jaquet Droz. Un genio del tempo, nato e vissuto nel Settecento, in grado di dar vita a creazioni meravigliose, automi e orologi musicali preziosamente decorati che hanno incantato le corti reali d’Europa, portando la sua fama addirittura in Cina. Con una visione unica per i suoi tempi, fu il primo a insediare la sua manifattura a Ginevra puntando tutto sull’innovazione e sul perfezionismo sia tecnico che estetico, qualità proprie anche della sua personalità, come quella del viaggiatore elegante che si cuce a perfezione con il Secolo dei

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B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Tourbillon RĂŠserve de marche. Quadrante in nero opalina. Numerus clausus a 28 esemplari.

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Questa filosofia d’insieme, questa volontà di costruire oggetti capaci di mescolare l’eleganza con la promessa d’eternità tipica delle invenzioni più conosciute, ha continuato a vivere e a viaggiare nel corso del tempo conservandosi intatta ancora oggi nei segnatempo Jaquet Droz, che portano con onore il nome del loro primo inventore

In alto: L’Heure Astrale. Quadrante laccato nero, tempestato di 178 diamanti. Numerus clausus a 88 esemplari. Al centro: Grande Seconde réhaut, ardoise. Quadrante in ardesia opalina, contatore argentato. Anello in oro rosso 18 carati. In basso: Grande Seconde réhaut, meteorite. Quadrante in meteorite, contatore argentato. Anello in oro rosso 18 carati.

Lumi in cui egli visse. Questa fi losofia d’insieme, questa volontà di costruire oggetti capaci di mescolare l’eleganza con la promessa d’eternità tipica delle invenzioni più conosciute, ha continuato a vivere e viaggiare nel corso del tempo conservandosi intatta ancora oggi nei segnatempo Jaquet Droz, che portano con onore il nome del loro primo inventore. Pezzi d’arte che sposano lo stile, i contenuti e i preziosi decori alla ricchezza della cultura orologiera. La purezza dello smalto, la luce delle perle e delle pietre preziose, i quadranti realizzati su misura in pietra o in legno diventano elementi importanti che vanno ad aggiungersi alle complicazioni che Jaquet Droz realizza. Collezioni limitate che incarnano lo spirito esclusivo della 68

manifattura e che rimane immutato ancor oggi anche dopo tre secoli dalla sua nascita. Tutto questo per rispondere all’iniziale ambizione di Pierre: abbattere le frontiere dell’arte orologiera. A cominciare dal movimento, perché da oltre tre secoli Jaquet Droz riserva ai suoi segnatempo il meglio che l’innovazione tecnologica possa off rire in materia di orologeria. I movimenti meccanici sono a carica automatica o manuale e su ogni platina viene inciso il trifoglio, firma segreta del fondatore della Manifattura. Ponti e platine decorati con il motivo “Côtes de Genève”, la massa oscillante in oro bianco 22 carati con il suo decoro solare, sono visibili attraverso il fondello trasparente della cassa. Ogni pezzo è di per sé unico come unica è l’applicazione dello smalto “grand


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO la Machine à Ecrire le Temps avanzate, sia dalle scelte estetiche. È questa eterna ricerca che ha

fin dalle origini della sua nascita, la Manifattura Jaquet Droz non

portato Manuel Emch, presidente e direttore artistico di Montres

ha mai cessato di sorprendere, di stupire. A partire dalla fine del 18°

Jaquet Droz, a immaginare con gli ingegneri e i maestri artigiani di

secolo, i suoi spettacolari automi – lo Scrivano, la Musicista e il Di-

La Chaux-de-Fonds la Machine à Ecrire le Temps. Questo progetto,

segnatore – davano vita alla chimera dell’uomo artificiale. Il fasci-

intimamente legato al DNA del marchio, aveva un solo limite: rag-

no fu immediato a Versailles, dove furono presentati a Luigi XVI e a

giungere l’impossibile. Una performance di alta acrobazia tecnologi-

Maria Antonietta, prima di fare il giro delle corti reali dell’Europa.

ca, sostenuta dallo spirito avanguardista, così come dal savoir-faire,

Da allora, la filosofia della Manifattura resta immutata: offrire il

della Manifattura. Preparatevi ad essere stupiti. Perché da Versail-

meglio per suscitare meraviglia in ogni istante. Un’esigenza incarna-

les a Basilea, Jaquet Droz ha mantenuto la sua promessa: infondere

ta sia dalla tecnica e dalle complicazioni orologiere più

un pizzico di sogno e di imprevisto in tutte le sue creazioni.

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feu” realizzato interamente a mano giocando con la finezza delle polveri e la potenza delle fiamme. I maestri artigiani Jaquet Droz sono i soli a conoscere la formula che dona a queste opere il colore e la loro composizione unica. Tutto questo è estremizzato dal colore più difficile da realizzare: il nero. Affascinante e misterioso, il nero assoluto è il frutto di un’alchimia il cui segreto è gelosamente custodito. Così come la lavorazione dello smalto “paillonné”: la minuziosità dei motivi in oro depositati uno a uno su un fondo in smalto “flinqué” la cui magnificenza cromatica è sottolineata dal blu, caratteristica della Manifattura e della sua arte.

Tecnologia e bellezza si traducono anche nella sapiente armonia con cui gli orologi della manifattura svizzera vengono impreziositi da perle e pietre preziose per creare veri e proprio tesori al confine tra gioielleria e orologeria. L’arte del sertissage propria dei maestri di Jaquet Droz si esprime pienamente sui quadranti dei modelli Fleur du Temps dove la luce dell’oro sublima lo sfavillio dei diamanti, la cremisi dei rubini e il colore degli spessartines come zaffiri e smeraldi impeccabilmente tagliati rivelano splendore e unicità

E poi ci sono i giochi di colori, forme e materiali. Jaquet Droz magnifica i propri quadranti e li adorna con uno o più anelli in oro rifiniti interamente a mano. Il risultato di questo decoro è messo ancor più in evidenza dal colore blu delle lancette e delle viti, ottenuto attraverso il delicato processo di colorazione dell’acciaio. Per ottenere questo risultato l’artigiano che lavora l’acciaio utilizza una fiamma viva adattando con essa le forme e il colore della lancetta. Soltanto per mezzo della sua maestria riesce a riprodurre esattamente il blu tipico di Jaquet Droz. Tecnologia e bellezza che si traducono anche nella sapiente armonia con cui gli orologi della manifattura svizzera vengono impreziositi da perle e pietre preziose per creare veri e proprio tesori al confine tra gioielleria e orologeria. L’arte del sertissage propria dei maestri di Jaquet Droz si esprime pienamente sui quadranti dei modelli Fleur du Temps dove la luce dell’oro sublima lo sfavillio dei diamanti, la cremisi dei rubini e il colore degli spessartines come zaffiri e smeraldi impeccabilmente tagliati rivelano splendore ed unicità. Questa capacità di meravigliare è l’anima viva di Jaquet Droz, la prima cifra di lettura delle sue opere che sono un omaggio al tempo nella sua autenticità e nel suo affascinante mistero. | 70

Date Astrale. Quadrante in nero opalina.


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I numeri di Piere Jaquet Droz 1721 Pierre Jaquet Droz nasce a La Chaux-de-Fonds. 1735 Pierre Jaquet Droz segue i corsi di matematica e fisica tenuti dal professore Daniel Bernoulli, matematico e fisico svizzero dell’università di Basilea. 1738 Pierre Jaquet Droz apre la sua prima manifattura alle porte di Sur le Pont, nei pressi de La Chaux-de-Fonds. 1758 Pierre Jaquet Droz abbandona La Chaux-de-Fonds per andare a presentare le sue creazioni in Spagna. 1759 A Madrid, il maestro orologiaio viene ricevuto alla Corte di Spagna dal Re Ferdinand VI. Qui ottiene un successo trionfante vendendo tutte le sue creazioni. I profitti verranno utilizzati per la creazione di un orologio animato con grande complicazione. 1769 Pierre Jaquet Droz viene affiancato da suo figlio HenryLouis, di 17 anni, che ha appena terminato i suoi studi in matematica, fisica, scienze e arte all’Accademia di Nancy. 1774 Gli ordini continuano ad affluire dal mondo intero. Pierre Jaquet Droz apre la sua seconda manifattura a Londra insieme a suo figlio Henry-Louis, artista, musicista e ingegnoso costruttore. 1775 Presentazione, a Parigi, dei tre Automi – Lo Scrivano, Il Disegnatore e La Musicista – a Re Louis XVI e alla Regina MarieAntoinette. 1784 Pierre Jaquet Droz apre a Ginevra la prima manifattura organizzata della città, la sua terza dopo quelle di La Chauxde-Fonds e di Londra. 1790 Pierre Jaquet Droz muore a Bienne. 1791 Henry-Louis Jaquet Droz muore a Napoli durante un viaggio.

L’eternità è un concetto simile all’attimo, non si coglie, non si misura e l’amore se ne serve nel periodo in cui dimentica il tempo; può essere un secondo, come può essere per un giorno, come per più anni, poi l’eternità dilegua. Antonio Beltramelli

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JEANRICHARD una leggenda nata oltre 300 anni fa Nel 1681 il quindicenne Daniel JeanRichard, senza alcuna formazione, aggiustò da solo il suo primo orologio. Dal genio di questo ragazzino nato tra le montagne di Neuchâtel ha inizio la storia di una Manifattura capace di dar vita a tre secoli di tradizione e di realizzare, oggi più che mai, oggetti straordinari che danno nuova forma al tempo

Sopra Paramount Tourbillon riserva di carica lineare

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La leggenda narra che, nel 1681, all’età di 15 anni, l’apprendista Daniel JeanRichard ebbe l’occasione di riparare il suo primo orologio e, un anno dopo, lo riprodusse con notevoli miglioramenti. Poco alla volta, Daniel diventò il simbolo per lo sviluppo dell’industria orologiera nella sua regione creando macchine ed attrezzi essenziali per la professione

In queste pagine Due diverse versioni del Bressel 1665 Tourbillon

Una Marca nata da un mito diventato leggenda. Una Marca creata partendo dal genio di un giovane quindicenne Stiamo parlando di Daniel JeanRichard e degli orologi della collezione JEANRICHARD. L’ apprendista Daniel JeanRichard nacque nel 1665 a Les Bressel tra le montagne di Neuchâtel. La leggenda narra che, nel 1681, all’età di 15 anni, egli ebbe l’occasione di riparare il suo primo orologio e, un anno dopo, lo riprodusse con notevoli miglioramenti. Poco alla volta, Daniel diventò il simbolo per lo sviluppo dell’industria orologiera nella sua regione creando macchine ed attrezzi essenziali per la professione. Dopo la sua morte, le successive generazioni della famiglia si dedicarono all’orologeria, in particolare Louis JeanRichard chiamato “Bressel”, nato a Le Locle nel 1812. Louis svolse un ruolo preponderante nello sviluppo del cronometraggio e della creazione dell’osservatorio di Neuchâtel. Negli anni ’80, l’imprenditore torinese Luigi Macaluso acquisisce la Marca Daniel JeanRichard e, in pochi anni, riesce a dimostrare personalità e competenza nello sviluppo di movimenti e di segnatempo sofisticati ed innovativi. Da allora, la Marca sviluppa collezioni imperniate su modelli dalla forte personalità, rispettosi della tradizione orologiera, e contraddistinti da un design dinamico e moderno, che soddisfa le aspettative di una clientela sempre più consapevole ed informata. 74


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Luigi Macaluso Luigi Macaluso è il Presidente di Sowind Group che riunisce una Manifattura orologiera e due Marche, Girard-Perregaux e JEANRICHARD. Dopo l’accordo di collaborazione strategica a lungo termine firmato con PPR nel giugno 2008, Luigi Macaluso è diventato membro del Comitato di Gestione del Gruppo Gucci e del consiglio d’amministrazione di Boucheron. Nato a Torino il 9 giugno 1948, sposato con Monica e padre di quattro figli, Stefano, Massimo, Anna e Margherita, attualmente vive tra La Chaux-de-Fonds e Torino. Ha fondato la sua società di distribuzione orologiera nel 1982. Nel 1987, è diventato il distributore italiano di Girard-Perregaux. Nel 1989, è entrato nel consiglio d’amministrazione e successivamente ha acquistato l’azienda. Sotto il suo impulso, la società affina la propria strategia, concentrandosi sul segmento di altissimo livello, supportato da investimenti importanti nel settore della ricerca e sviluppo. Fermamente convinto del valore di una Manifattura orologiera autentica, egli sostiene lo sviluppo di una strategia di produzione integrata. Con una visione moderna e una conoscenza approfondita dell’architettura (è laureato in questo campo) Luigi Macaluso si è fortemente impegnato nel design delle più belle creazioni della Marca. Le corse automobilistiche e il mondo del motor-sport hanno svolto (e continuano a svolgere) un ruolo essenziale nella sua vita. Nel 1972, ha vinto il Campionato d’Europa di Rally con una Fiat 124 Abarth. Nel 2001, è stato eletto Presidente della CSAI, la Federazione automobilistica sportiva italiana. Attualmente è Presidente della Commissione di Karting della FIA ed è membro del Consiglio della FIA (Federazione Internazionale dell’automobilismo). Comunicatore dalle idee ambiziose, Luigi Macaluso ama la sfida dei grandi progetti che gestisce con notevole disciplina. La sua idea di qualità, che applica in tutte le cose, è di rimettere continuamente in discussione ciò che è riuscito ad ottenere, senza mai concedersi il lusso di dormire sugli allori. 75 75


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Oggi, con il calibro di Manifattura JR1000 e le sue 9 complicazioni, JeanRichard offre un nuovo sguardo al tempo utilizzando per le proprie creazioni materiali innovativi

La Marca diventa presto sinonimo di qualità grazie ad un know-how ricco di tradizione, personalità ed esclusività. Dal 2003, Massimo Macaluso inizia a dedicarsi alla Marca che, dall’anno successivo, prenderà il nome di JEANRICHARD. Viene inaugurato nella sede storica a La Chaux-de-Fonds il primo ed unico museo al mondo che rappresenta, con una collezione di più di 100 oggetti, l’evoluzione degli strumenti e delle macchine orologiere di oltre tre secoli. Ciò a riprova del forte legame esistente tra la Marca e le proprie origini. Nel 2004, JEANRICHARD acquisisce la sua indipendenza in termini di creatività e di sviluppo, introducendo il suo primo calibro di Manifattura, il JR1000. La sua forza: il controllo totale delle tecniche orologiere tradizionali abbinate ad uno stile di carattere forte ed originale. Oggi, con il calibro di Manifattura JR1000 e le sue 9 complicazioni, JEANRICHARD off re un nuovo sguardo al tempo, utilizzando per le proprie creazioni materiali innovativi. Nel massimo rispetto delle elevate esigenze di qualità dell’orologeria svizzera, i designer e i maestri orologiai di JEANRICHARD riescono, nei loro atelier, ad interpretare nuovamente il tempo in modo contemporaneo e originale. |

nell’immagine una veduta invernale della sede della manifattura

Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose. Marcel Proust

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nell’immagine Il Bressel 1665 Chrono Rattrapante

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Storia contemporanea: i gioielli

Mattioli

Nel grande e diversificato mondo degli oggetti preziosi, a tratti virtuosamente contaminato dalla moda, dalla tecnologia, dal design, Mattioli offre una prospettiva del gioiello modernissima, indipendente, creata da una donna Licia Mattioli, per ogni donna che conosce se stessa e che si esprime nel mondo

Quando si osservano gli oggetti delle collezioni Mattioli, si coglie subito la varietà dell’ispirazione, ma qualcosa di comune colpisce immediatamente e rende riconoscibile una precisa impronta di personalità. In ogni idea si sente l’ideatrice: l’energia decisa del disegno incontra la leggerezza, la forma sorprende, il motivo guida – colore, materiale, forma, luogo, tradizione - diventa territorio dell’emozione, gioco combinatorio, eleganza viva e mutevole, come sono l’umore e l’estetica di chi lo indossa. Mattioli è il non-banale della catena: da girocollo a cintura, da filo extralong, danzante, a doppio, triplo giro, anche di più, scintillante di riflessi e di sonorità. Mattioli è l‘orecchino che gioca a cambiare colore, la poesia dell’anello dai fili avvolti con grazia, ciascuno un augurio di felicità, è il ciondolo forgiato nell’oro, nastro celtico che richiama l’infinito divenire del mondo in un nodo misterioso, fluido, ipnotico. O quello orientale, ricamato di diamanti, in preziose foglie sovrapposte. Oro cioccolato accostato a gemme pure come il ghiaccio, oro giallo, bianco e rosa alternati a forme di madreperla multicolor, trasparenze o effetti opalini fra maglie e castoni stilizzati: libertà stilistica e piacere della materia.

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B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Nell’immagine: un gioiello della collezione siriana

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In ogni idea si sente l’ideatrice: l’energia decisa del disegno incontra la leggerezza, la forma sorprende, il motivo guida diventa territorio Nelle immagini In questa pagina due esemplari della linea puzzle di Mattioli

dell’emozione, gioco combinatorio, eleganza viva e mutevole, come sono

Mattioli è storia contemporanea in fatto di gioielli. Non è un caso se, parallelamente all’attività di imprenditrice, Licia Mattioli ha lanciato e seguito per anni giovani artisti, curando una propria galleria a Torino, città-laboratorio per eccellenza, tanto in ambito culturale che tecnologico. Non è un caso che il suo lavoro sia apprezzato a New York, a Tokyo, in Svizzera e tanti altri di Paesi del mondo. Una geografia che ogni anno arricchisce la propria costellazione. Le collezioni emergono dalla fusione alchemica tra qualcosa di antico, nato dalla laboriosa tradizione degli artigiani orafi più esperti, e la modernità del modello d’impresa, volto a sperimentare processi evoluti, a cercare instancabilmente concetti inediti, dal disegno alla realizzazione. Due anime si sono incontrate: quella dell’Antica Ditta Marchisio, storica gioielleria sorta nel 1860, e quella della famiglia Mattioli, che la acquisisce nel 1995 offrendole quello slancio espansivo che meritava. Accanto alle importanti partnership con le maison più prestigiose – da Tiffany a Cartier – Mattioli si è posizionato in pochi anni fra le realtà italiane più credibili e meritevoli di successo. La crescita dal 1996, anche occupazionale (da 30 a 130 dipendenti, per citare un dato numerico), testimonia il gradimento di un pubblico consapevole, 80

e la disponibilità verso un soggetto che ha qualcosa di nuovo da dire, in un orizzonte di qualità e di etica aziendale. Spazio elettivo per le collezioni Mattioli, Serafino Consoli è gioielleria culto per coloro che amano davvero gli oggetti preziosi. Per un appassionato, quale che sia il potenziale di investimento, l’acquisto di un orologio o di un gioiello è sempre un’esperienza significativa, che mette in campo sentimenti, giudizi di gusto, attenzione all’investimento, piacere. L’incontro con il cliente, dal punto di vista del gioielliere, è vissuto come momento di accrescimento conoscitivo e di condivisione nell’apprezzamento del gioiello. Il binomio Mattioli-Consoli in questo trova perfetta corrispondenza. “Vorrei da un gioielliere, e da chiunque possa incontrare all’interno di una gioielleria di alto profilo, la cordialità e l’orgoglio di un esperto in materia, capace di ascoltare, di capire e di proporre andando ben al di là delle logiche da catalogo. Si tratta di comprendere a fondo l’interlocutore, e di spingersi anche verso un servizio di ricerca personalizzata, talvolta inconsueta e sorprendente, che possa intercettare il pezzo unico, o un particolare modello,

l’umore e l’estetica di chi lo indossa


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nelle immagini due esempi della linea cacao m

A fianco e sotto collana e anello della linea celtica di Mattioli

che né la vetrina né una campagna avrebbero svelato.” È il pensiero di Licia Mattioli sull’incontro e sulla relazione con il cliente, che immagina in uno spazio caldo, privato e il più possibile personalizzato. Se le formule di dècor minimalista, avveniristiche, hanno segnato lo stile delle boutique monomarca, la gioielleria di tradizione classica, svincolata dal legame con un unico brand, ha idealmente lo charme del salotto: luogo raccolto, chic, avvolgente. Un ambiente dove sentirsi a proprio agio anche nel semplice osservare e scoprire la cosa mai vista. Il gioiello traccia un orizzonte complesso, dove valori reali e simbolici si incontrano e si confondono, dove la bellezza è senza scampo, e la passione ha sempre l’ultima parola. |

Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi. Alessandro Baricco

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I TEMPI moderni

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Viviamo “Tempi moderni”, in cui la prospettiva deve necessariamente volgere verso il mondo che ci circonda. Per un’azienda è il passaggio dalla consapevolezza di sè all’attenzione verso il più importante dei fattori: il cliente. Continua con questa nuova puntata il viaggo di questo dossier dedicato alle “Forme del tempo”. Un nuovo capitolo della storia della gioielleria Serafi no Consoli che sta scrivendo i suoi “Tempi moderni” mettendo proprio il cliente al centro di un nuovo grande progetto a cura di Ivan Consoli

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Viviamo tempi moderni. Tempi in cui è necessario guardare le cose sotto prospettive diverse. Nel corso di questo dossier ci siamo soffermati sul tempo e le sue forme a cominciare dall’identità stessa di questo concetto straordinario e indecifrabile. Ci siamo incamminati, poi, lungo un percorso che ci ha portato a riflettere sul nostro modo di compiere il tempo, quello che abbiamo definito “Tempo della semina” e “Tempo del raccolto”. Sono le fasi in cui si creano le fondamenta di un progetto che via via cresce e si sviluppa favorendo il compiersi di importanti obiettivi. Sono le fasi in cui i protagonisti siamo stati noi, con le nostre scelte, i sacrifici, il lavoro e la dedizione: l’evoluzione della famiglia Consoli e dell’azienda che rappresento nel panorama dell’alta orologeria e gioielleria. Nei “Tempi moderni”, però, il protagonista della storia deve necessariamente cambiare. E’ il cliente il punto focale di questa concezione del tempo che ne rivoluziona l’identità stessa e il rapporto con l’azienda. Un rapporto di centralità autentica perché non si tratta solo di “dire” che il Cliente è al centro di tutto, ma di “mettercelo” davvero. Per farlo le parole chiave sono due. 84

Nei “Tempi moderni”, però, il protagonista della storia deve necessariamente cambiare. E’ il cliente il punto focale di questa concezione del tempo che ne rivoluziona l’identità stessa e il rapporto con l’azienda. Un rapporto di centralità autentica perché non si tratta solo di “dire” che il Cliente è al centro di tutto, ma di “mettercelo” davvero


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a sinistra: una delle immagini più conosciute di chaplin riguardante il film “the kid” (1921)

La prima è dialogo. Per questo, nel nostro caso, un luogo come una gioielleria non può essere un mero luogo d’acquisto. Ma uno spazio nuovo per conoscere, capire, domandare, scegliere e, ovviamente, sognare. Bisogna essere consapevoli che qui un sogno può diventare realtà. Ma questo comporta una grande responsabilità: quella di diventare dei luoghi in cui fare cultura. Non essere più, cioè, luoghi in cui affascinare il Cliente con la promessa dell’unicità e della preziosità di ciò che stanno acquistando, ma affiancarlo in un percorso di crescita, sia di competenze che, di conseguenza, di gusto.

L’unicità non è soltanto quella di alcuni pezzi dell’alta orologeria e della gioielleria. L’unicità, soprattutto, è quella del cliente, a dimostrazione che lui è il vero protagonista del nostro tempo L’altra parola chiave è l’unicità. Bisogna avere il coraggio di proporsi sul mercato con un’offerta unica e differenziata. E il coraggio sta nel fatto che un simile obiettivo, per essere raggiunto, spesso implica scelte non comuni e neppure facili, ma che necessitano della adeguata lungimiranza. Ma non solo. L’unicità non è soltanto quella di alcuni pezzi dell’alta orologeria e della gioielleria. L’unicità, soprattutto, è quella del cliente, a dimostrazione che lui è il vero protagonista del nostro tempo. Ogni cliente è unico, unici e irriproducibili sono i suoi pensieri, le sue passioni, le sue emozioni e, soprattutto, i desideri. Del resto non è un caso che la Gioielleria Serafino Consoli abbia scelto di rappresentare la sua immagine con una catena di Dna, che per eccellenza rappresenta l’unicità e la meravigliosa irripetibilità di ogni essere vivente. |

Una giornata senza un sorriso è un giorno perso. Charlie Chaplin

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I Tempi Moderni di Chaplin Jean-Luc Godard disse una volta che Chaplin, pur restando ai margini del cinema, ha riempito questi margini di un numero di “cose” infinitamente maggiore di qualsiasi altro uomo di cinema. Per “cose” specificò che intendeva idee, gag, intelligenza, onore, bellezza, gesti, ecc. E’ proprio questa idea di margine che caratterizza perfettamente il senso della presenza del grande regista nella storia del cinema. Ed è per questa ragione che parlare di Chaplin può essere allo stesso tempo facilissimo (basta dire che è stato il più grande) ma anche molto difficile, o ambiguo. Perché ambigua, nella sua polivalenza, è la presenza del fenomeno Chaplin nel cinema. Come valutare infatti, anche se ben quarant’anni sono trascorsi dal momento in cui furono girate le prime sequenze di TEMPI MODERNI, a quale delle presenze dobbiamo la straordinaria freschezza che il film ha conservato? A quella del personaggio Charlot, con la sua inconfondibile umanità? Oppure a quella del regista Chaplin, con la sua spesso sottovalutata ma innegabile personalità linguistica (basti pensare ai piani sequenza, all’uso del simbolo, al senso del montaggio e quindi del ritmo), a quella del pensatore o, ancora, dell’individuo Charles Chaplin: con tutte le contraddizioni, le ambiguità ormai arcinote, specie osservate oggi, di un uomo giunto ormai in tarda età? Per questa sua polivalenza Chaplin è spesso sfuggito, e sfugge tuttora (anche se è in corso una sorta di riesame critico della sua presenza, una rimessa in questione di tutta una serie di valori che si ritenevano ormai acquisiti) ad una collocazione precisa nella storia della evoluzione artistica del cinema.Se oggi una certa parte della critica tende a rovesciare i valori tradizionali, discutendo il personaggio Charlot e sottolineandone certi aspetti anarchici, nel senso di egoistici nei confronti dei propri simili, da una altra parte si accentuano altri aspetti del Chaplin regista che erano stati meno seguiti in passato da una critica più attenta al Charlotpersonaggio. Comunque sia, la rilettura del film ad anni di distanza fa altro che risaltare il carattere di efficacia, di eccezionale attualità spettacolare, polemica e morale che il film ha conservato. A prescindere da pochi ed insignificanti momenti in cui il personaggio può cadere effettivamente nella trappola di un dato e forse furbesco calcolo utilitaristico, o sentimentale, dei momenti nei quali il personaggio viene strumentalizzato, per usare un vocabolo in auge, a dei fini forse non così evidenti e limpidi come potrebbero apparire a prima vista, rimane la forza espressiva eccezionale di molte sequenze-chiave, che conservano intatta tutta la loro bellezza. Da quella, sintesi perfetta dell’opera, del pranzo meccanizzato, a quella della bandiera rossa caduta dall’autocarro e assimilata, assieme a Charlot, alla manifestazione di piazza. Dalle scene del cabaret, a quelle celebri e stupende del finale: dove lo sfondo, l’ambiente, come in tutto il cinema più grande, è usato in modo mirabile. Anche se Chaplin ha lavorato in una sorta di margine, e questo margine non è facilmente delineabile, e questa incertezza può portare a certe riconsiderazioni di ordine diverso, è impossibile ignorare l’emozione intatta che ancora oggi si ricava dalla visione del film. E questo sembra essere garanzia sufficiente della purezza intrinseca di tale momento creativo. di Fabio Fumagalli 85


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Mikimoto

sogni e magie dal profondo del mare

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Le perle di Kokichi Mikimoto, vate dell’alta gioielleria e leader mondiale del settore. Storia e mito di una Maison che da 116 anni scrive pagine straordinarie che nascono dal profondo del mare

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Oggi Mikimoto è leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle. I criteri di qualità e valore fissati da Mikimoto sono un riferimento internazionalmente riconosciuto per la classificazione delle perle (Oriente e spessore di perlagione, Forma, Aspetto della superficie, Colore, Dimensione). Mikimoto impiega solo perle di altissima qualità: Akoya giapponesi, Perle dei Mari del Sud (Bianche e Gold), perle dal grigio argento al nero da Tahiti ed i colori naturali delle perle di acqua dolce Sopra Filo di perle bianche dei mari del sud Nella pagina a destra un’immagine dell’epcoa di kokichi mikimoto

Un sogno racchiuso in una gemma di mare. Un sogno diventato realtà più di un secolo fa grazie all’entusiasmo, alla costanza e all’innato senso della bellezza che hanno fatto di Kokichi Mikimoto uno dei più importanti gioiellieri della storia. È stato lui, nel 1893, ad ottenere la prima perla coltivata. Oggi Mikimoto è leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle. I criteri di qualità e valore fissati da Mikimoto sono un riferimento internazionalmente riconosciuto per la classificazione delle perle (Oriente e spessore di perlagione, Forma, Aspetto della superficie, Colore, Dimensione). Mikimoto impiega solo perle di altissima qualità: Akoya giapponesi, Perle dei Mari del Sud (Bianche e Gold), perle dal grigio argento al nero da Tahiti ed i colori naturali delle perle di acqua dolce. Un sogno da coltivare Con il loro misterioso, ma allo stesso tempo puro e semplice splendore, le perle nei secoli hanno conquistato molti. A partire dalla metà del 1800, poco prima del periodo Meiji, il Giappone sviluppa fortemente il commercio internazionale e le sue perle naturali, già considerate preziosissime, diventano ancor più richieste e costose. Le ostriche perlifere che si trovano attorno a Ise-Shima, città natale di Mikimoto, diventano oggetto di forsennate ricerche, tanto da sfiorare l’estinzione. Mikimoto si dedica allora alla coltivazione delle ostriche, avendo chiaro nella mente un sogno: quello di coltivare le perle. Per decenni impegna ogni suo istante in ricerche ed esperimenti. Le perle naturali sono create dalla natura in modo casuale e ogni sforzo di indagare i loro misteri all’inizio non dà risultati. Eventi marini come le “onde rosse” (fenomeni che provocano una eccessiva concentrazione di plancton) e variazioni nella temperatura dell’acqua sono la causa di ripetuti fallimenti. A dispetto dei molti ostacoli, Kokichi si impone di dedicare ogni energia che ha in corpo alla sua missione, convinto di riuscire a piegare la natura a sua alleata. Il giorno che da tempo attendeva giunge l’11 luglio 1893. Con la moglie Ume al fianco, fa risalire una cassa di ostriche dal mare, ne apre una e all’interno trova una incantevole perla. E’ la prima volta nella storia che un uomo riesce a creare una perla. Un sogno da far crescere Una volta ottenuta la prima perla, Kokichi sente ancor più forte il bisogno di continuare nelle sue ricerche. E’ infatti sempre stato affascinato dall’aura misteriosa che circonda le leggendarie perle nere e grigie e decide di provare a coltivare anche queste. Nel 1914 Kokichi apre un’azienda perlifera per perle Nere dei Mari del Sud a Okinawa, e precisamente a Ishigaki Island. Superando le spesso sconfortanti ostilità della natura, tra le quali anche i tifoni, nel 1931 per la seconda volta riesce a trasformare una fantasia in realtà quando ottiene una perla allora gigante, dal diametro di 10

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Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere la prima perla coltivata della storia l’11 luglio 1893, dopo molti anni di duro lavoro e incessante ricerca. Apre il suo primo negozio nel 1899, a Tokio, nel quartiere di Ginza, luogo che accoglie le ultime tendenze della moda occidentale

Qui sopra Filo di perle nere dei mari del sud

mm. Mik imoto non si ferma e invia anche a Palau, isola nell’Oceano Pacifico, un team di ricercatori che ha notevole successo nella coltivazione delle perle. Impegnato nella sfida di coltivare perle nere e dai riflessi grigi, Kokichi dà un impulso all’industria perlifera su isole che fino a quel momento erano economicamente poco sviluppate. Il suo contributo al loro progresso è tale che ancor oggi il nome di Mikimoto è ricordato con riconoscenza e rispetto. Uno stile unico Spinto dal desiderio di avvicinare la gente comune alle perle, rendendole più accessibili, Kokichi apre la prima bottega specializzata a Ginza, quartiere di Tokio. Nel 1906 la trasferisce in un nuovo edificio situato a Ginza 4-chrome. Il nuovo ne90

gozio, un edificio in pietre bianche, di ispirazione occidentale e su due piani, ha uno stile che lascia trasparire la costante attenzione di Kokichi alla bellezza e all’altissima qualità intrinseca degli oggetti che propone. Giovani commessi in eleganti abiti sartoriali accolgono i clienti, mentre ogni mese le vetrine e gli allestimenti interni vengono rinnovati sotto la guida di esperti designer. Kokichi riserva la massima cura alla preparazione delle bacheche, nelle quali espone gioielli che sono una testimonianza dei più alti standard qualitativi e dello stile più raffinato. La boutique Mikimoto presto attrae su di sè gli occhi del mondo. Kokichi senza sosta continua ad inseguire i suoi sogni. |

La scienza e la tecnica, preziose risorse dell’uomo quando si pongono al suo servizio e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti, non possono da sole indicare il senso dell’esistenza e del progresso umano. Donum viate www.mikimoto.com www.serafinoconsoli.it


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Qui sotto mikimoto al lavoro mentre misura delle perle

116 anni di storia Da 116 anni l’azienda è leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle; è internazionalmente riconosciuta per i suoi elevatissimi standard nel design dei gioielli, nella selezione delle perle e nel rigoroso controllo della qualità. Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere la prima perla coltivata della storia l’11 luglio 1893, dopo molti anni di duro lavoro e incessante ricerca. Apre il suo primo negozio nel 1899, a Tokio, nel quartiere di Ginza, luogo che accoglie le ultime tendenze della moda occidentale. Sei anni più tardi, a seguito della sua instancabile ricerca, Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere una perla perfettamente sferica. Di lì a poco incontra l’imperatore Meiji a Ise-Shrine e in quell’occasione afferma: “Vorrei poter ornare con un filo di perle il décolleté di tutte le donne del mondo”. Il primo punto vendita all’estero viene inaugurato a Londra nel 1913 e solo un anno dopo viene inaugurata l’azienda perlifera per perle nere dei Mari del Sud a Ishigaki Island. Ma è solo nell’ottobre del 1931, dopo anni e anni di

duro lavoro, che Mikimoto ottiene una perla nera dei Mari del Sud dal diametro di 10 mm. Nel 1922 parte l’avventura anche nel Sud Pacifico con l’inaugurazione dell’azienda perlifera a Palau. Alcuni ricercatori sono inviati a Palau, dove i loro sforzi conducono con successo alla coltivazione di perle grigie. Mikimoto incontra anche Thomas Edison che gli dice: “Ci sono solo due cose che non hanno potuto essere inventate nei miei laboratori: i diamanti e le perle”. Nel 1930 Kokichi Mikimoto è tra i top 10 inventori giapponesi invitati a Palazzo Imperiale. Riconosciuto dall’Imperatore come uno dei 10 più grandi inventori, Kokichi Mikimoto è invitato a cena a Palazzo Imperiale insieme a personaggi del calibro di Umetaro Suzuki e Kotaro Honda. Due anni più tardi, con un gesto pubblico che sottolinea l’importanza attribuita alla qualità, Kokichi Mikimoto brucia perle di qualità inferiore in presenza dei rappresentanti della Camera di Commercio di Kobe. I numerosi giornalisti presenti a Kobe fanno conoscere questo fatto al mondo intero. 91


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“L’Accademia”

dell’alta orologeria: tradizione e innovazione per crescere nuovi maestri dell’arte del tempo

Nell’immagine: Una fase di progettazione all’Institut Minerva

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L’Institut Minerva de Recherche en Haute Horlogerie di Villeret in Svizzera: un vero e proprio laboratorio di pensiero, dove i giovani incontrano i grandi maestri per continuare a tramandare questa tradizione votata all’eccellenza totale 93 93


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edizione edizionespeciale speciale--dic dic2009/gen 2009/gen2010 2010

Per quanto si cerchi di racchiuderlo all’interno di meccanismi perfetti e di definirlo con la massima precisione, il tempo conserva il suo lato misterioso, lo spirito di un’essenza superiore che non può essere imprigionato mai del tutto. Forse questo profondo rispetto per il tempo e il suo mistero sta alla base di un capolavoro dell’arte orologiera quale è il Grand Tourbillon Heures Mystérieuses della collezione Villeret 1858 di Montblanc. Già il nome racchiude tutto il fascino di un oggetto dedicato agli appassionati più puri, capaci di cogliere nel profondo l’innovazione e il “mistero” di questo orologio fatto per pochi. Anzi pochissimi: una sola versione in platino, otto modelli in oro bianco e otto in oro rosa. Il Tourbillon appare a ore 12 nell’ampia cassa a forma di goccia, ed è valorizzato da un ponte a forma di otto orizzontale, simbolo dell’infinito. Nella parte inferiore della cassa si trova l’altrettanto ampio quadrante orario, dove le lancette delle ore e dei minuti fluttuano indicando misteriosamente il tempo. Questo orologio è un monumento all’abilità e alla creatività dei mastri orologiai di Villeret. Un tempio dove ancora oggi si continua a far vivere l’arte orologiera svizzera nelle sue manifestazioni più alte, capaci di riscuotere ammirazione in tutto il mondo. Infatti il Grand Tourbillon Heures Mystérieuses è nato lo scorso anno in occasione del 150° anniversario della fondazione della casa manifattura svizzera e per celebrare la riapertura dell’edificio che ospita l’Institut Minerva de Recherche en Haute Horlogerie dopo l’importante intervento di restauro e ampliamento che ha dato nuova vita alla costruzione. 94


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Le ore misteriose Vero elemento d’attrazione di questo orologio è il grande Tourbillon posizionato nella parte superiore del quadrante. Composto di 95 elementi, pesa meno di un grammo. Il meccanismo è visibile in tutta la sua perfezione attraverso una gabbia, staccata dal movimento, dall’apertura di 18,4 mm, che lo rende uno dei più grandi Tourbillon disponibili sul mercato. Anche il volano del bilanciere ha una dimensione importante, con un diametro di14.6 mm, un movimento di inerzia di 59 mgcm2 e la frequenza di 18.000 semi-oscillazioni (2,5 Hertz). Particolarmente degni di nota sono i tre pesi di compensazione, decorati con la freccia Minerva, che possono essere spinti avanti e indietro lungo l’arco incurvato della gabbia del tourbillon per ottenere un equilibrio perfetto. Il ponte brevettato è un capolavoro in miniatura: interamente fatto a mano, ha la forma di due otto intrecciati, a ricordare il simbolo dell’infinito. Tutti i pezzi del ponte e della gabbia sono in acciaio massiccio, modellati meticolosamente e lucidati a mano. Un lavoro che richiede tre settimane per ogni tourbillon e una tecnica artigianale che solo pochissimi mastri orologiai possiedono. Le ore misteriose sono visibili nella parte inferiore dell’orologio, attraverso un quadrante dal diametro uguale a quello del tourbillon. Le lancette fluttuano grazie al tradizionale sistema dei dischi in vetro zaffiro. Il fondo del quadrante non è trasparente, ma presenta una superficie specchiata che enfatizza il suggestivo effetto “galleggiante” delle lancette. Tutt’intorno, una fine lavorazione guilloché, una tecnica tradizionale realizzata manualmente che richiede anni di esperienza. Anche la cassa testimonia la grande maestria degli artigiani Minerva, presenta infatti una forma a goccia, che si allunga nella parte inferiore del quadrante. E’ disponibile in platino 950, in oro bianco e rosso 18 carati. Per la prima volta nella collezione Montblanc Villeret 1858, il fondello non si apre, per non svelare il segreto delle ore misteriose.

Qui sopra Grand Tourbillon Heures Mystérieuses della collezione Villeret 1858 di Montblanc

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All’interno dell’Istituto operano e si formano mastri orologiai in grado di possedere capacità ed esperienze tali da costruire

Le Origini Corre l’anno 1858 quando Charles-Yvan e Hyppolite Robert fondarono la manifattura “H. & C. Robert” a Villeret, un paese nella valle del St. Imier nello Jura svizzero. Erano gli albori della rivoluzione industriale e di lì a poco la Svizzera sarebbe diventata il più importante produttore di orologi del mondo. Proprio come in molte manifatture dell’epoca, anche qui si facevano produrre esternamente i movimenti, le casse, i quadranti e le altri parti, per poi assemblare l’orologio da tasca. Ma a Villeret si faceva già qualcosa di rivoluzionario: utilizzando principalmente scappamenti cilindrici e meccanismi innovativi per caricare e posizionare le lancette attraverso la corona di carica, gli orologi divennero presto famosi anche all’estero. La C. Robert venne certificata per la sua altissima qualità alle Fiere Internazionali di Anversa (1885) e di Parigi (1889). Il 30 luglio 1887, il marchio Minerva e il suo logo, con le caratteristiche frecce, vennero depositati all’Ufficio Brevetti Federale Svizzero. Il grande salto arriva soltanto con l’ingresso della seconda generazione dei Robert, alla fine del XIX secolo. Il piccolo laboratorio diventa finalmente una vera e propria manifattura di orologi, in grado di produrre internamente un orologio in tutte le sue componenti.

All’interno dell’Istituto operano e si formano mastri orologiai in grado di possedere capacità ed esperienze tali da costruire interamente a mano tutti i componenti fondamentali dell’orologio e sempre a mano vengono effettuate tutte le operazioni che rendono perfetti questi gioielli: dalla verifica della lunghezza del bilanciere all’accuratezza del cronografo. Per alimentare e conservare questa preziosa tradizione, la casa svizzera Minerva ha accolto con entusiasmo il supporto fondamentale di Montblanc, che è da sempre impegnata a tramandare la migliore tradizione artigianale in tutte le sue attività produttive e che ha permesso di dar vita all’Institut. Un vero e proprio laboratorio di pensiero, dove i giovani possono incontrarsi e scambiare idee, apprendere le tecniche tradizionali e l’esperienza tramandata di generazione in generazione e seguire l’approccio mentale tipico dei mastri artigiani. A sostegno di questo progetto è stata anche creata la Fondazione Minerva, interamente finanziata da Montblanc. La Fondazione ha lo scopo di organizzare mostre, laboratori ed eventi per professionisti del settore, per rendere accessibile al maggior numero possibile di 96

interamente a mano tutti i componenti fondamentali dell’orologio. Sempre a mano vengono effettuate tutte le operazioni che rendono perfetti questi gioielli: dalla verifica della lunghezza del bilanciere all’accuratezza del cronografo. A sostegno di questo progetto è stata anche creata la Fondazione Minerva, interamente finanziata da Montblanc. La Fondazione ha lo scopo di organizzare mostre, laboratori ed eventi per professionisti del settore, per rendere accessibile al maggior numero possibile di interessati quanto l’Istituto ha da offrire

interessati quanto l’Istituto ha da off rire. Tutto questo non avrebbe avuto senso fuori dalla storica sede della manifattura Minerva. Ecco perché Montblanc ha voluto e sostenuto un importante progetto di ristrutturazione e rinnovamento della sede originale di Minerva, da sempre ubicata a Villeret. Ora che la ristrutturazione è terminata, l’edificio rappresenta un’immagine perfetta del modo in cui l’Institut lavora: un luogo in cui tradizione e innovazione convivono in perfetta armonia. Dalla fine dello scorso anno, per celebrare i 150 anni della nascita, i laboratori sono aperti a visitatori e collezionisti.

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Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose. Marcel Proust

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La magistrale ARTE creativa di Carlo Palmiero I gioielli di Palmiero Jewellery Design incantano il mondo intero. Forme senza tempo che nascono dall’atelier di Valenza dove la materia attraverso l’arte, prende anima

Nell’immagine: Un gioiello della collezione Optical

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Il Geranio Rosa Cinque petali “spot”. Gocce irregolari di luce rosa. Degradano e convergono verso il centro, fulcro ed embrione di una fantasia che trasfigura la Natura, purificandola e riproponendola secondo la visione del fiore firmato Palmiero Jewellery Design. La specie Palmiero evolve sempre. Continua per Palmiero Jewellery Design l’esplorazione dei fiori-gioiello. Sbocciano nuove creazioni che celebrano la Natura, l’armonia delle sue forme, la perfezione del suo mutevole equilibrio, la magia delle sue infinite sfumature. Un amore irresistibile e affascinante, ispirazione unica e inesauribile che incanta i sensi e accarezza l’anima. Anelli, orecchini, ciondoli che diventano raffinati bouquettes floreali, dono romantico e indimenticabile per ogni donna. E’ una sinfonia di colori sfavillanti e mai uguali. L’oro bianco, rosa e talvolta giallo fa da base per i diamanti bianchi e variamente colorati che creano originali composizioni e accostamenti cromatici. Gioielli audacemente variopinti, dalle dimensioni importanti, che accendono lo sguardo e la joie de vivre.

Sopra Il geranio rosa. Anello in oro rosso, diamanti e zaffiri rosa

Nell’immagine Carlo palmiero

I gioielli firmati Palmiero stanno conquistando il loro posto nel mondo, forme incantevoli che anticipano le mode andando oltre le mode stesse: ne sono rimasti

Forme senza tempo. Molto di più che semplici gioielli. Sono esercizi di stile, virtuosismi di idee, evoluzioni di forme. Palmiero Jewellery Design, rappresenta oggi, nel panorama dell’alta gioielleria internazionale una delle griffe più ricercate e richieste. Nel laboratorio – atelier di Valenza, una piccola ma importante città del Piemonte, nel nord dell’Italia riconosciuta come la capitale italiana dell’alta gioielleria, Carlo Palmiero in sinergia con il suo staff, concepisce le sue creazioni, fantasiose e affascinanti, geniali e coraggiose. I gioielli firmati Palmiero stanno conquistando il loro posto nel mondo, forme incantevoli che anticipano le mode andando oltre le mode stesse: ne sono rimasti affascinati compratori russi, arabi, asiatici, statunitensi. Gioielli dedicati a forti personalità , a donne pronte a non passare inosservate. Sono gioielli haute couture che parlano con il linguaggio della scultura, usando un vocabolario proprio degli artisti, che plasmano la materia per darle un’anima.

affascinati compratori russi, arabi, asiatici, statunitensi. Gioielli dedicati a forti personalità, a donne pronte a non passare inosservate 100

Carlo Palmiero ha elevato il pavé di diamanti e di pietre naturali a una sorta di naturale raison d’étre, lo concepisce a tinte forti per lussureggianti effetti “arlecchino” oppure a degradare creando favolosi effetti ottici. Anche l’oro non sfugge ai virtuosismi del creatore: lo drappeggia, lo curva,


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Sopra La collana Star Dust. Questo gioiello è un’interpretazione di due stelle comete (in diamanti neri) che lasciano la loro scia luminosa e una cascata di polvere scintillate (di diamanti bianchi) sul decolleté di chi le indossa.

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Carlo Palmiero ha elevato il pavé di diamanti e di pietre naturali a una sorta di naturale raison d’étre, lo concepisce a tinte forti per lussureggianti effetti “arlecchino” oppure a degradare creando favolosi effetti ottici. Anche l’oro non sfugge ai virtuosismi del creatore: lo drappeggia, lo curva, lo ondula, lo “addomestica” ai voleri delle sue ispirazioni attraversando i labili confini che dividono artigianato e arte. Carlo Palmiero testimonia qualità e creatività al top, autenticamente haut de gamme e

Sopra VERTIGO Due ampie superfici incastonate di diamanti, si abbracciano e creano un vorticoso senso del movimento, la dinamicità di questo meraviglioso anello suscita allo sguardo una sensuale “vertigine” che riflette meravigliosa luce ad ogni piccolo movimento.

autenticamente made in Italy

Collezione Drappeggio Anello “ VELATO” Le forme di questo anello, ci fanno pensare alla scultura classica, all’abilità di rendere “morbida” la pietra, all’interpretazione del drappeggio, a capolavori di virtuosismo tecnico per il quale il marmo perde ogni rigidezza, in particolare a sculture del ‘700 come il famosissimo “Cristo velato” ( presente nella Cappella San Severo a Napoli ) di Sammartino e altre sue meravigliose opere. L’idea di “coprire” un oggetto, con un velo che, lo nasconde, ma al tempo stesso, fa trasparire le forme. L’anello VELATO, attraverso i suoi preziosi drappeggi, fa trasparire architetture già viste e riconoscibili fra i gioielli Palmiero. I veli in pavè di diamanti, finemente lavorati, ancora una volta affermano la capacità di Palmiero di saper gestire la propria creatività fra Arte e Design. 102


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO lo ondula, lo “addomestica” ai voleri delle sue ispirazioni attraversando i labili confini che dividono artigianato e arte. Carlo Palmiero testimonia qualità e creatività al top, autenticamente haut de gamme e autenticamente made in Italy. Questi capolavori si possono ammirare nelle gioiellerie più esclusive, normalmente ubicate in città d’arte dove il turismo è legato alla cultura.

interamente due lati dell’edificio, esterno e interno si fondono e un giardino d’inverno lascia facile accesso alla luce, alla pioggia, alla neve, e in primavera ai voli di farfalle , api , rondini ….una preziosa porzione di Natura proprio nel cuore dell’azienda, dove al centro si erge uno spettacolare ulivo di oltre 500 anni, simbolo di longevità e icona del paesaggio mediterraneo. |

Misterioso e discreto, sobrio ed equilibrato. Ammirato designer e patron di un’incantevole griffe, Carlo Palmiero si iscrive al club dei grandi stilisti orafi. L’azienda Palmiero è stata fondata nel 1979 a Valenza, si sviluppa su una superficie di circa 2mila metri quadrati, nella nuova area industriale della città. L’alta tecnologia presente, fa di questa azienda una fra le realtà più all’avanguardia per la lavorazione del gioiello. Questa sede non è solamente un edificio moderno e dotato di alta tecnologia , ma è anche un laboratorio artigianale dove la Natura fonte ispiratrice è protagonista. Carlo Palmiero desiderava fortemente che l’atelier fosse progettato e costruito seguendo l’anima del brand: grandi vetrate ricoprono quasi

Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente. Claude Monet

www.palmierogioielli.com/ www.serafinoconsoli.it

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Nell’immagine: Salvador Dali La persistenza della memoria

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La forma del

TEMPO

L’ultimo tassello del mosiaco che compone il quadro del viaggio di Serafi no Consoli nell’universo del tempo e dei suoi significati. E’ il momento in cui il tempo prende forma e si compone in arte, storia ed eccellenza. La più importante forma del tempo è la relazione tra le persone e l’energia generata da questo rapporto

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Il Tempo di Kant

Il Tempo ciclico

“L’idea di tempo non nasce dai sensi, ma è da essi

Gli Stoici dicono che i pianeti, disposti nella stessa costellazione per lun-

supposta.I fatti che toccano i sensi –siano essi simulta-

ghezza e larghezza, là dove ciascuno era all’inizio, quando per la prima

nei o successivi –non possono essere rappresentati che

volta fu costituito il cosmo, effettuano la conflagrazione e la distruzio-

tramite l’idea del tempo; neppure la successione gene-

ne di tutte le cose, poi nuovamente a partire dall’inizio il cosmo si rista-

ra il concetto del tempo, piuttosto richiama ad esso.

bilirà nella stessa forma e muovendosi nuovamente gli astri in maniera

Non si può quindi definire correttamente la nozione di

simile, ciascuno di essi, così come è stato nel periodo precedente, torne-

tempo, in quanto acquisita per via d’esperienza, come

rà a compiere senza variazioni il suo giro. E ci sarà un nuovo Socrate, e

la serie degli enti attuali esistenti uno dopol’altro

un nuovo Platone, e ciascun uomo sarà lo stesso con gli stessi amici e gli

(Nacheinander). Non comprendo infatti che cosa signi-

stessi concittadini; le stesse cose si seguiranno, le stesse si useranno; allo

fica il vocabolo dopo(Nach), se non ho già il concetto

stesso modo di prima si ricostituirà ogni città, ogni villaggio, ogni ter-

di tempo […] l’idea del tempo è dunqueun’intuizione

ritorio. Questo rinnovamento del tutto non avverrà una sola volta, ma

non sensoriale ma pura.

più volte: o piuttosto avverrà che le stesse cose si ricostituiscano nella

I.Kant, De mundi sensibilis atque intelligibilisformaet-

stessa forma all’infinito.

principiis, 1770

Nemesio, De natura hominum,

Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio dedicato al tempo. Un percorso fatto di persone, di concetti, di idee con cui abbiamo costruito la storia della nostra azienda e parallelamente quella della nostra famiglia.

Per questo, oggi, stiamo lavorando a un

Lungo questo cammino il progetto della gioielleria Serafino Consoli ha preso sempre più vita, il tempo ha disegnato i tratti sempre più definiti di un orizzonte ormai vicino. Lo dimostra questo dossier, dove abbiamo raccontato non solo il nostro modo di concepire il tempo, ma anche i marchi e le realtà con cui abbiamo scelto di dare forma al tempo stesso. L’eccellenza che sceglie l’eccellenza, senza compromessi, senza allontanarsi dal percorso tracciato.

concepito proprio per rappresentarle

Nell’immagine: In anteprima assoluta la stilizzazione della futura sede dell’orologeria Serafino Consoli

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progetto ancora più grande. Dove le forme del tempo possano collocarsi in uno spazio in una dimensione ideale


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Per questo, oggi, stiamo lavorando a un progetto ancora più grande. Dove le forme del tempo possano collocarsi in uno spazio concepito proprio per rappresentarle in una dimensione ideale. Uno spazio, una forma, attraverso il quale sia possibile sviluppare con grande respiro e massima cura l’importante rapporto con i nostri partner.

Il Tempo nell’arte di Dalì L’immagine prospettica è limitata dal fatto che può rappresentare solo un istante della percezione. Così come nell’immagine fotografica il tempo viene fissato indefinitivamente; ciò poiché è solo un peculiare momento quello che viene ed essere fissato dall’obiettivo ovvero dalla prospettiva di una immagine prospettica fissata sulla tela. Pertanto la prospettiva coglie un

Ma, c’è un tempo per tutto, è questo non è ancora il momento di raccontare i dettagli, di togliere il velo.

solo punto di vista come una foto coglie solo un momento quale immagine del fotogramma. Per dare una nuova visione non più prospettica, l’ espressionismo così come il cubismo pittorico, propongono di esprimere artisticamente sensazioni ed osservazioni percepite da più punti di vista. Salvador Dalì (1904-1989) infine introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo ele-

Quello che conta è la nostra voglia di dare forma al tempo insieme a coloro che lavorano ogni giorno proprio per questo puntando all’eccellenza e all’unicità. E dare forma al tempo significa ascoltarne il messaggio, significa imparare dalle esperienze fatte, significa scegliere gli strumenti adatti, ma soprattutto significa dare valore alle persone. Non c’è tempo senza relazione e noi crediamo nel rapporto con le persone: i clienti, i partner, gli amici che ci sono stati vicini in questi anni.

mento: la “bi-imensionalita del tempo”. Il tempo infatti assume la dimensione duale propria di una effettiva durata, come conseguenza del fatto che per presentare la percezione da piu punti di vista. l’ osservazione non si può limitare allo sguardo di un solo istante , ma il pittore si trova ad esprimere il rapporto temporale della persistenza dell’immagine effettivamente percepito durante la ricostruzione emotiva e razionale della rappresentazione pittorica. Pertanto “Noumeno e Fenomeno” si intersecano, generando, nel “GUERNICA” di Picasso , proiezioni bidimensionali indicative di una rivelazione della dualita’ della effettiva durata del tempo e dello spazio prodotta dalla integrazione percettiva ed emotiva della espressione pittorica della realtà. La bi-dimensionalità del tempo assume una particolare e nuova rilevanza nel surrealismo futurista espresso da Salvador Dalì. Egli cambia radicalmente

E’ da questo concetto primario di tempo come misura della relazione tra persone che abbiamo dato forma alla nostra azienda e a un marchio che oggi rappresenta un punto di riferimento per chi ama e vuole conoscere le più belle storie della gioielleria e dell’arte orologiera. |

il modo di concepire la “dimensione del tempo”. Le ore degli orologi molli sono diverse perché il tempo si dissolve e stemperandosi , non risponde più concettualmente ad una successione lineare di falsi istanti, proprio in quanto tale rappresentazione non appartiene più ad una visione univoca ed inalterabile dello spazio tempo. Dalì eredita dal cubismo il desiderio di percepire una dimensione quadridimensionale dello spazio tempo per sbarazzarsi definitivamente dell’eredità della tradizione e saltare al di là dell’incessante finzione tridimensionale della prospettiva rinascimentale.

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Parmigiani alla conquista del sublime

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Storia della Maison capace di unire l’ineguagliabile conoscenza delle meraviglie meccaniche del passato a una realtà industriale interamente verticalizzata per costitituire il savoir faire di una delle poche manifatture totalmente indipendenti dell’Alta Orologeria in Svizzera

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Le straordinarie abilità degli artigiani che lavorano nei centri di competenza industriali unite alla solidità ed all’autonomia garantite dalla Fondation de Famille Sandoz conferiscono alla Maison un vantaggio strategico fondamentale: poter concepire e realizzare autonomamente i suoi sogni orologieri La passione per il bello e la volontà di superare il reale per raggiungere il sublime. Ecco la fi losofi a della Maison Parmigiani Fleurier che da 13 anni si impegna per accrescere la propria notorietà internazionale, conservando al tempo stesso i severi requisiti di qualità estetica e meccanica imposti dall’Alta Orologeria. Parmigiani Fleurier è oggi una delle poche Maison orologiere a ideare ogni modello come un pezzo esclusivo e costruirlo interamente nei suoi atelier. L’ineguagliabile conoscenza delle meraviglie meccaniche del passato, acquisita grazie al restauro di oggetti d’arte orologiera, combinata con una realtà industriale interamente verticalizzata, costituisce oggi il savoir faire di una delle poche manifatture totalmente indipendenti e complete dell’Alta Orologeria in Svizzera. Le straordinarie abilità degli artigiani che lavorano nei centri di competenza industriali unite alla solidità ed all’autonomia garantite dalla Fondation de Famille Sandoz conferiscono alla Maison un vantaggio strategico fondamentale: poter concepire e realizzare autonomamente i suoi sogni orologieri. Grazie al supporto del polo industriale orologiero della Fondation de Famille Sandoz, il brand Parmigiani Fleurier ha acquisito in pochi anni una solida reputazione, sostenuta dalla sua indipendenza e qualità produttiva. In parte grazie alla fedeltà e alla coerenza dimostrata rispetto ai valori fondanti, il restauro di oggetti d’arte orologiera e la padronanza della grande complicazione meccanica, la Maison conserva una rara autenticità agli occhi del pubblico. Proprio per questo motivo, ancora oggi, negli ateliers Parmigiani Fleurier un laboratorio di orologiai- restauratori è interamente dedicato al restauro di oggetti d’arte dei secoli scorsi e un laboratorio di Alta Orologeria ospita Maitres Horlogers altamente qualifi cati che assemblano complicazioni orologiere uniche provenienti dalla collezione Parmigiani, operazioni che spesso possono richiedere lunghi periodi di ricerca e lavoro. La società Vaucher Manufacture Fleurier SA nasce nel novembre 2003, segnando la separazione di Parmigiani Mesure et Art du Temps (fondata da Michel Parmigiani nel 1976) in due società consociate: la manifattura e il brand Parmigiani Fleurier. Le attività di produzione orologiera vengono così chiaramente separate dall’attività di promozione del brand Parmigiani Fleurier. Vaucher Manufacture Fleurier, con sede a Fleurier, è specializzata nei segmenti «Haut de gamme» e «Prestige» e realizza in serie movimenti di Alta Orologeria coerenti con l’immagine di Parmigiani Fleurier. 110

Sopra Bugatti Type 370 – Faubourg edition. La collezione è realizzata in due serie limitate di 10 esemplari: in oro bianco 18 carati satinato e una versione più chiara, nelle tonalità Avana, in oro rosa 18 carati.


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La produzione di movimenti di Alta Orologeria per conto di terzi è oggi un’attività che ricopre lo stesso peso di quella destinata al marchio Parmigiani Fleurier, e questo consente di rendere più redditizio lo strumento industriale creato dalla Fondation de Famille Sandoz

Le sue creazioni perseguono anche il desiderio di sviluppare l’attività di «private label» che Michel Parmigiani aveva già intrapreso in passato. La produzione di movimenti di Alta Orologeria per conto di terzi è oggi un’attività che ricopre lo stesso peso di quella destinata al marchio Parmigiani Fleurier, e questo consente di rendere più redditizio lo strumento industriale creato dalla Fondation de Famille Sandoz. Sensibile alla valorizzazione di una creatività in costante evoluzione, la Fondation de Famille Sandoz acquisisce nel maggio 2000 uno dei più noti laboratori per la produzione di casse di alto livello: Bruno Aff olter SA, a la Chaux-de-Fonds. Conosciuto per essere in grado di realizzare anche le casse più complesse, mediante elaborazione tridimensionale in CAD e lavorazione che utilizza macchine a comando digitale (CNC), 112

La partnership con Pershing Due storie imprenditoriali parallele, attraversate dal leit motive della passione per il bello, per il lusso e da quella volontà di superare il reale per raggiungere il sublime. Da una parte il mondo dell’alta orologeria di Parmigiani Fleurier e dall’altra Pershing, una delle nove prestigiose marche di motoryacht di lusso del Gruppo Ferretti; dalla fusione di queste due realtà d’eccellenza è nata la prima collezione di orologi sportivi subacquei Parmigiani, dedicata alla clientela maschile. L’edizione limitata one-one-five, in onore della barca Pershing più grande e prestigiosa, lunga proprio 115 piedi, è realizzata esclusivamente in oro rosa 18 carati o in Palladio 950, con due versioni di quadrante Avana o Argentato, numerate in 115 esemplari. Il cronografo Pershing indica le ore, i minuti e i secondi cronografici al centro; è dotato di un contatore delle 12 ore e di un contatore dei 30 minuti, piccoli secondi, dell’ indicazione tachimetrica e della grande data. La cassa è impermeabile fino a 200 metri, con lunetta girevole unidirezionale e fondello inciso con l’immagine dello yacht. La seconda collezione di cronografi Pershing, non numerata, propone gli stessi innovativi volumi, in quattro versioni di quadrante: Grafite, Silver, Blu Metal e Amaranto. Ispirata ai riflessi argentati degli scafi degli yacht Pershing, la collezione è realizzata unicamente in acciaio che offre un gioco di contrasti grazie alle anse satinate e alla carrure lucida dell’orologio. Questi orologi sono dotati del movimento cronografico automatico della «maison» Parmigiani Fleurier Calibre PF 334, interamente sviluppato dalla Manifattura di Fleurier. Disponibili con cinturino in caucciù o bracciale in acciaio, sono impermeabili fino a 200 metri e presentano lunetta girevole e fondello con inciso uno dei modelli simbolo di Pershing. La garanzia di prestigio, unicità e qualità della collezione è incisa nella storia delle due aziende, nate da uomini - Tilli Antonelli e Michel Parmigiani - fedeli a universi creativi densi di stile, ricerca e precisione. Pershing, con la sua estetica Made in Italy, elegante e raffinata applicata ad ogni yacht, mette in pratica ogni giorno competenze preziose ed esclusive con un tolale di 100 imbarcazioni costruite ogni anno; Parmigiani fin dagli esordi, nel 1996, racchiude in sé la tradizione di un’orologeria svizzera di grande qualità e realizza ogni anno oltre 5mila orologi. L’affinità di visioni e passioni è il motivo che ha spinto oggi le due aziende ad unire il proprio spirito creativo, per dar vita ad una nuova famiglia di collezioni orologiere molto sportive, che spaziano dal cronografo a modelli meccanici con grandi complicazioni. Questa partnership è anche il punto di partenza di un progetto a lungo termine, che potrà portare alla realizzazione di orologi su misura, a seconda dello yacht o dei desideri del cliente.


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Bruno Aff olter SA unisce competenze artigianali acquisite da lungo tempo ai processi di produzione tecnologicamente più avanzati . Spinta dal desiderio di creare una vera e propria struttura industriale che consenta di produrre segnatempo di Alta Orologeria in modo totalmente indipendente, la Fondation de Famille Sandoz acquisisce nel dicembre 2000 la società Atokalpa, specializzata nella fabbricazione di ruotismi, pignoni e microingranaggi che formano i componenti mobili dell’orologio meccanico. Elwin, con sede a Moutier, è entrata a far parte del polo orologiero della Fondation de Famille Sandoz dal gennaio 2001. È stata fondata dalla terza generazione di artigiani specializzati, sin dal 1912, nella tornitura orologiera, in particolare degli assi del bilanciere. La verticalizzazione del polo orologiero non sarebbe completa senza una divisione dedicata alla produzione di quadranti di Alta Orologeria. Nel dicembre 2005 la società Quadrance et Habillage è stata quindi fondata ed integrata all’interno della struttura industriale, per garantire l’autonomia di produzione, soddisfare requi-

Sopra Kalpagraph in oro rosa con quadrante nero Sotto Kalpa Hemispheres in oro rosa, quadrante havane

siti di alta qualità, aumentare la reattività a fronte della domanda e moltiplicare la necessaria forza creativa. Grazie a questa realtà, i quadranti svelano un volto unico. La base, lavorata presso Quadrance con macchine a comando digitale, viene successivamente lavorata a guilloché e laccata o sottoposta a galvanoplastica. Infi ne lo specialista in quadranti trasferisce le indicazioni e inserisce le applicazioni. Ogni modello diventa quindi una creazione su misura realizzata per Parmigiani Fleurier o per terzi.

Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l’arte James Joyce

www.parmigiani.ch www.serafinoconsoli.it

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Nuova

Nell’immagine: Il modello D-Light

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LUCE sul tempo


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Swarovski riscrive la poesia della precisione illuminando il tempo con scintille di luce e la magia dei colori che nasce da cristalli perfetti

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Un tempo illuminato da scintille di luce. Una nuova concezione dell’orologeria che si esalta attraverso la brillantezza e i giochi di colore. Solo una realtà come Swarovski, con oltre cento anni di storia nella lavorazione dei cristalli, poteva puntare su un progetto innovativo che coniugasse il meglio dell’orologeria svizzera con il taglio perfetto di inimitabili gioielli di luce. Una sorta di poesia della precisione in cui l’anima delle collezioni Swarovski si fonde con l’impeccabile misura del tempo total Swiss made. Un tempo che va oltre, quello concepito dalla maison di cristalli, capace di vestirsi di modernità e design per proiettarsi verso momenti futuri e per essere sempre all’avanguardia. La prestigiosa collezione orologi si compone di 45 referenze articolate in cinque linee, ciascuna con una propria identità per cogliere piaceri e affinità diverse tra gli amanti del genere. Con la loro armonia di forma e funzione, gli orologi Swarovski esaltano al massimo la lucentezza del cristallo, ricco di tagli e sfaccettature esclusive, per assumere nuove forme che giocano con la luce. Acciaio, pelle e caucciù, valorizzati da cristalli di ogni Sopra I modelli baguette nelle versioni silver, gold e blak sotto i modelli piazza black, gold, silver con cassa in acciaio e 44 cristalli applicati a mano

AVANT TIME N°1 D:LIGHT – ERIC GIROUD PER SWAROVSKI Swarovski propone il suo approccio avanguardista nei confronti dell’orologeria attraverso la collezione “Avant Time”. Questo “esercizio di stile” dà la misura completa dell’expertise aziendale, della sua grande creatività e del desiderio irrefrenabile di innovazione. Si tratta di un progetto molto ambizioso che ha portato alla creazione di un orologio all’avanguardia: il “D:Light”. Per realizzare questa prima edizione Nathalie Colin si è rivolta al talento creativo di un noto designer di orologi: Eric Giroud. “D:Light” è un modello futuristico che offre una visione innovativa del concetto di tempo, fondendo le nuove tecnologie elettroniche con il design dei gioielli. Questa nuovissima creazione – che riesce a scandire le ore come nessun altro – si è già conquistata un posto di riferimento nel design contemporaneo. L’originale modello in acciaio finissimo riunisce le funzioni di un suggestivo orologio, di un bracciale e di un pezzo da collezione. Il quadrante rettangolare è un vero e proprio schermo di cristallo creato da Swarovski e composto da 171 esclusivi cristalli a taglio Xilion, mentre la trasparenza delle montature accentua la misteriosità del tempo. Come per magia l’ora appare sfiorando semplicemente il cabochon a Cigno. I cristalli cambiano colore, si illuminano, brillano e mostrano le ore e i minuti attraverso le linee arancioni punteggiate. Data e lancette sono del tutto assenti; è stata mantenuta solo la funzione di orologio a 12 o 24 ore. Grazie al bracciale in acciaio color oro con maglie larghe lucide e sfaccettate e la chiusura a farfalla, il modello è reversibile e può essere indossato sia sul polso sinistro che su quello destro. 116


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Con la loro armonia di forma e funzione, gli orologi Swarovski esaltano al massimo la lucentezza del cristallo, ricco di tagli e sfaccettature esclusive, per assumere nuove forme che giocano con la luce. Acciaio, pelle e caucciĂš, valorizzati da cristalli di ogni forma e dimensione, animano le diverse collezioni che presentano in tutti i modelli il logo ufficiale del “Cignoâ€?

Sopra I modelli Octea Sport nelle versioni black e prune con Cassa in acciaio inossidabile e lunetta girevole in cristallo.

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Qui sotto L’ingresso del KRISTALLWELTEN, il Museo del cristallo Swarovski, con sede a Wattens, nel tirolo austriaco

forma e dimensione, animano le diverse collezioni che presentano in tutti i modelli il logo con il cigno Swarovski. Il valore aggiunto di questi oggetti sta proprio nella capacità di collegare il know how Swarovski all’expertise orologiaia svizzera, per garantire ai propri orologi massima qualità e precisione. Ma questa liaison è frutto di una lunga progettazione e sono stati necessari tre anni di sviluppo meticoloso per raggiungere il livello desiderato. In questa prospettiva, sempre fedele al proprio spirito pionieristico, Swarovski ha ampliato i limiti del cristallo, stabilendo nuovi standard in fatto di innovazione tecnica e tecnologica. Questa determinazione trova la sua espressione più audace in “D:Light” – una creazione che oltre a rappresentare uno strumento di misurazione del tempo da vita a oggetti estremamente preziosi e all’avanguardia. “Era ormai arrivato il momento di presentare la nostra collezione di orologi. L’ingresso del cristallo Swarovski nel mondo dell’orologeria segna il culmine di oltre tre anni di ricerca. Ed è anche un vero passo avanti per la nostra azienda”, ha dichiarato Robert Buchbauer, membro del Comitato direttivo e della famiglia Swarovski. La collezione è stata ideata sotto la direzione di Nathalie Colin, direttore creativo di 118

L’Azienda Nel 1895 Daniel Swarovski I – un inventore boemo dotato di spirito visionario – si trasferì nel paesino di Wattens, nel Tirolo austriaco, con la sua recente invenzione: una macchina per tagliare e lucidare le pietre in cristallo per gioielleria. Da quest’esordio rivoluzionario per il mondo della moda, Swarovski è diventato il principale produttore al mondo di cristallo tagliato per i settori della moda, della gioielleria e – più recentemente – dell’illuminazione, dell’architettura e dell’interior design. Oggi l’azienda, che ha tuttora sede a Wattens e appartiene ed è gestita dai componenti della quarta e quinta generazione della famiglia, vanta un’estensione globale con circa 23.900 dipendenti, opera in oltre 120 paesi e, nel 2008, ha totalizzato un fatturato di 2,52 miliardi di euro. Swarovski riunisce due attività principali: la prima produce e commercializza componenti in cristallo per le industrie e la seconda crea prodotti finiti improntati al design. I componenti in cristallo Swarovski, conosciuti con il marchio CRYSTALLIZED™ - Swarovski Elements per la moda e con il marchio STRASS® Swarovski® Crystal per l’architettura e l’illuminazione, sono diventati un ingrediente essenziale del design internazionale. Dal 1965, la società si rivolge anche al settore gioielleria con gemme autentiche e artificiali con taglio di precisione e a partire dall’aprile 2008 ha rafforzato questo rapporto rivitalizzando il marchio e ribattezzandolo con il nome di ENLIGHTENED™ – Swarovski Elements. A testimoniare la creatività che anima l’azienda, le sue linee di accessori, gioielli e oggetti per la casa sono vendute in più di 1600 negozi e concessionari Swarovski nelle principali capitali della moda, mentre l’esclusiva collezione Daniel Swarovski è diventata la firma Couture dell’azienda. La Società del Cristallo Swarovski vanta quasi 350.000 iscritti in tutto il mondo, appassionati collezionisti delle famose creazioni figurative; a Wattens, “Swarovski Kristallwelten” – il museo multimediale del cristallo – è stato inaugurato nel 1995 in omaggio all’universo Swarovski di innovazione e ispirazione. Il Gruppo Swarovski comprende anche Tyrolit®, che produce strumenti per la molatura, Swareflex, che si occupa di catarifrangenti per la sicurezza stradale e Swarovski Optik, che produce strumenti ottici di precisione.

Swarovski: “La collezione è studiata per una donna eclettica e cosmopolita: ideale per il giorno, per la sera, per ogni momento vissuto da una donna indipendente e moderna e che ama la moda”. La perfezione è la parola d’ordine per Swarovski. Alla base ci sono i materiali, la precisione dei movimenti, le meticolose regole di orologeria e l’attenzione dedicata alle rifiniture. La lavorazione a mano di molte parti ne accresce la qualità: sfaccettature di precisione, calibratura e maestria delle linee. Con trasparenza, purezza, brillantezza e luminosità il tempo scopre tutta la magia del cristallo. |

Il compito principale nella vita di un uomo è di dare alla luce se stesso Erich Fromm

www.swarovski.com/watches www.serafinoconsoli.it


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Nell’immagine - Elis Orologio dalle linee piramidali e l‘aspetto sobrio ed essenziale. Cassa in acciaio inossidabile.

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Innovazione: la materia prima del tempo secondo

TAG Heuer La storia e i retroscena di un marchio che ha rivoluzionato il mondo dell’orologeria. Punto di riferimento nelle rilevazioni cronometriche sportive, TAG Heuer ha costruito tanti gioielli sempre all’avanguardia per eccellenza e innovazione

C’è chi il tempo lo subisce e chi lavora ogni giorno per costruirlo sulla base degli obiettivi, delle scelte, della passione. Sempre un passo avanti, perché il futuro non è una cosa che bisogna immaginare, ma qualcosa che si può realizzare attraverso un percorso di crescita e di miglioramento. La sfida è guardare oltre, al di là dell’orizzonte per scoprire che il domani può essere plasmato grazie alla determinazione e a una grande forza di volontà. Forse è proprio questo il segreto del successo di una delle aziende che oggi rappresenta una vera e propria leggenda dell’orologeria, conosciuta in tutto il mondo soprattutto per la sua capacità di coniugare stile e performance di precisione, grazie a una profonda fusione tra tecnologia e design. TAG Heuer è un simbolo di continua ricerca del miglioramento, dell’impegno a non scendere mai a compromessi con l’eccellenza e l’innovazione. Per questo in 150 anni di storia questo marchio è stato capace di rivoluzionare il mondo dell’orologeria. Tutto comincia nel 1860 Nel 1860, a vent’anni, Edouard Heuer diede vita a un laboratorio di orologeria a Saint-Imier, nella remota regione delle montagne del Giura in Svizzera. Fu l’inizio della straordinaria storia dell’arte oro120


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Nell’immagine: il celebre Monaco V4

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Edouard Heuer nel 1887, brevettò una delle più importanti scoperte nel mondo dell’orologeria: il famoso Pignone Oscillante, usato tuttora dalle aziende leader nella produzione dei cronografi meccanici

a sinistra Nuovo Aquaracer 500M

logiaia della TAG Heuer. In quel periodo, tutti gli orologi si caricavano a chiave ma nel 1867 Edouard Heuer cambiò il corso della storia dell’orologeria con il suo primo brevetto: un orologio con meccanismo di caricamento a corona senza chiave. Questa nuova generazione di orologi divenne da subito una delle più richieste al mondo. Ma questa non fu l’unica intuizione di Heuer che si rese subito conto della rapida espansione in quegli anni delle competizioni sportive e di quanto fosse sempre più importante misurarne i tempi in modo preciso. Edouard Heuer seppe cogliere l’occasione e, nel 1882, fu primo dei primi a costruire cronografi da taschino in grandi quantità. Nel 1887, brevettò una delle più importanti scoperte nel mondo dell’orologeria: il famoso Pignone Oscillante, usato tuttora dalle aziende leader nella produzione dei cronografi meccanici. Con questa importante invenzione, la TAG Heuer divenne lo standard di riferimento in cronografi e contasecondi per gli sport agonistici. Nel 1892, anno della morte di Edouard Heuer, la visione creativa e la passione per l’innovazione della TAG Heuer aveva gettato le fondamenta di una dinastia di mastri orologiai che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nel secolo successivo. Il primo passaggio generazionale Jules-Edouard e Charles-Auguste Heuer subentrarono al loro padre. Anch’essi videro grandi opportunità nello sport, dove esisteva una forte richiesta di cronometraggio di precisione. Il The Time of Trip, brevettato nel 1911, fu il primo cronografo da cruscotto a 12 ore per automobili e aeromobili. Indicava tempo e durata del viaggio. Questa innovazione ebbe un grande successo tra i circoli aviatori. Nel 1919, lo Zeppelin R 34, con 122


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO un Time of Trip a bordo, sorvolò per la prima volta l’Atlantico Settentrionale. Nel 1929, Hugo Eckener equipaggiò il suo Graf Zeppelin con questo strumento prima di completare il suo primo giro del mondo in dirigibile All’inizio del Ventesimo secolo, il mondo del cronometraggio dovette affrontare la richiesta di maggiore precisione. Di conseguenza, Charles-Auguste diede un obiettivo ai suoi dipendenti:“creare un cronografo con una precisione da cinque a dieci volte superiore a qualsiasi altro aggeggio esistente”. Fu così che, nel 1916 nacquero il Micrograph e Microsplit, Semicrograph e Semicrosplit. Erano i primi cronografi meccanici al mondo con un’accuratezza di 1/100 di secondo e 1/50 di secondo. Questa nuova invenzione rivoluzionò la scienza, l’industria e l’arte dell’orologeria e fece sì che la TAG Heuer fosse la scelta ovvia come fornitore ufficiale di cronografi per i Giochi Olimpici di Anversa (1920), Parigi (1924), Amsterdam (1928) e Los Angeles (1932). I cronografi d’avanguardia TAG Heuer apparvero presto ai polsi di celebrità di tutto il mondo, come Harry S. Truman, il Generale Eisenhower, Henry Ford, il Principe Guglielmo di Svezia e Re Bhumibol di Tailandia.

Il Carrera Nel 1964, Jack Heuer concentrò la sua passione nell’automobilismo con il lancio inaugurale del leggendario Carrera. Un tributo alla più logorante corsa automobilistica su strada, la leggendaria Carrera Panamericana Mexico degli anni 50, questo straordinario esemplare di tecnologia orologiera fu indossato da un numero incalcolabile di piloti e rimane, nel suo ultimo modello, una delle creazioni TAG Heuer più popolari, eterna e rappresentativa. Nel 1969, il pilota svizzero Jo Siffert divenne ambasciatore del marchio TAG Heuer, diventando così il primo pilota di auto da corsa sponsorizzato da un marchio di orologi. Il progetto Chronomatich Calibre11 All’inizio degli anni 60, Jack Heuer raggiunse un accordo con altri due produttori svizzeri per la creazione del primo movimento cronografo automatico al mondo. Per tenere questo progetto segreto, gli diedero un nome in codice: Il nuovo Chronomatic Calibre11 fu lanciato nel 1969. Questo unico movimento cronografico, con meccanismo meccanico a carica automatica dotato di microrotore è il cuore che pulsa nel Carrera e nell’Auta-

Sopra Edouard Heuer insieme al suo staff alla prima fiera orologiera di Basilea nel 1934

Nel 2005 TAG Heuer ha presentato l’orologio meccanico più preciso mai costruito: il Calibre 360 Concept Chronograph. Questo orologio è il primo cronografo meccanico da polso con misurazione e visualizzazione del tempo a 1/100 di secondo

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a destra Icona Monaco: primo cronografo automatico con movimento Chronomatic e primo cronografo con cassa quadrata impermeabile indossato da Steve McQueen nel 1969

via, ma anche nel mitico Monaco, originale cronografo automatico con cassa quadrata impermeabile entrato nella leggenda nel 1970 dopo la sua apparizione al polso di Steve McQueen nel film Le Mans. Ferrari, McLaren e F1 Nel 1971, Enzo Ferrari chiese a Clay Regazzoni, vincitore svizzero del Gran Premio d’Italia, di procurargli dei cronometri per la 24 ore di Le Mans. La tecnologia TAG Heuer faceva proprio al caso suo e divenne cronometrista ufficiale della Ferrari dal 1971 al 1979. Sono gli anni di tanti successi lanciati dalla TAG Heuer, come il Chronosplit, il primo cronografo al quarzo da polso con doppio display digitale LCD/ LED. Enzo Ferrari in persona ordinò 15 esemplari di questi speciali modelli Ferrari. Nel 1985 la TAG Heuer si unisce alla scuderia McLaren Mercedes dando vita a quella che sarebbe diventata una delle collaborazioni più durature e di successo nella storia della Formula 1, legando il marchio TAG Heuer ad alcuni dei piloti più famosi del team, come Alain Prost, Ayrton Senna e Mika Hakkinen. La storia recente Gli anni successivi sottolineano ancora moltissimi scuccessi per TAG Heuer: dalla nascita della serie Link, alla reintroduzione di alcune serie classiche (Carrera nel 1996, Monaco nel 1998 e Monza nel 2000). Nel 2004, la società si cimenta in una nuova sfida nel campo dei motori diventando cronometrista ufficiale della Indy Racing League (IRL) e della leggendaria Indy 500. Nessun altro circuito richiede una tale precisione: 1/10,000 di secondo. A Baselworld 2005 TAG Heuer ha presentato l’orologio meccanico più preciso mai costruito: il Calibre 360 Concept Chronograph. Questo orologio è il primo cronografo meccanico da polso con misurazione e visualizzazione del tempo a 1/100 di secondo, grazie all’eccezionale alta frequenza delle sue ruote di bilanciamento che oscillano a 360.000 battiti all’ora, 10 volte più veloce di qualsiasi altro cronografo. Nel 2006, la TAG Heuer ottenne il prestigioso Red Dot Design Award per il suo Concept Chronograph e la certificazione di “cronometro” dalla C.O.S.C. (Ente Ufficiale Svizzero di Controllo dei Cronografi). Le nuove sfide Quattro decenni dopo il suo debutto in scena al polso di Steve McQueen nel film Le Mans, il mitico Monaco, ritorna a nuova vita. L’icona quadrata del glamour sportivo che catturò lo spirito di un’era e cambiò per sempre il volto degli orologi di lusso svizzeri, viene commemorato 124

oggi con una serie limitata di mille pezzi. Dotato di movimento Calibre 11, progettato da Dubois Dépraz, possiede altri caratteri distintivi che includono pulsanti a pressione posizionati alle 2 e alle 4, posizionamento a 9 ore della corona, contatori dei secondi a ore 9 e a ore 3, datario a ore 6 e indici delle ore orizzontali. Inoltre, ispirato dall’essenza degli sport acquatici, la TAG Heuer lancia in questo periodo anche il nuovo Aquaracer 500m Calibre 5, l’orologio super lusso con le più elevate prestazioni subacquee: impermeabilità fino a 500 metri e valvola all’elio. Insieme a Jack Heuer e in omaggio al pioniere dei cronografi automatici, la TAG Heuer decide di riprendere e finalizzare lo sviluppo del Calibre 18, un movimento sviluppato completamente in azienda. |

www.tagheuer.com www.serafinoconsoli.it


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO Qui sopra Monaco Calibre 12: vetro zaffiro fondello a vista impermeabilita’ 100 m

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Un nuovo stile di vita, l’evolzione stilistica di VERTU

Nell’immagine: un particolare della tastiera del Ayxta Black Ceramic

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L’innovazione del concetto di tempo secondo la casa di telefonia più luxury del mondo. Viaggio tra modernità e funzionalità per scoprire che la comunicazione cellulare segna un nuovo ritmo di misurare ogni nostro istante 127 127


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Nell’analisi del nostro concetto di tempo, è interessante approcciare questo tema dal punto di vista della “forma” che assume con l’evolversi della società, delle generazioni e dei comportamenti di consumo. A questo scopo Vertu, azienda di telefonia di lusso per antonomasia, rappresenta appieno questo incontro con la modernità facendosi portavoce al contempo di un nuovo stile di vita e dell’accezione “lusso” di una catogoria di prodotto entrata a pieno titolo all’interno delle nostre vite. A quanti di voi sarà capitato di controllare l’ora sul telefono cellulare, di “gestire il proprio tempo” tramite questo nuovo irrinunciabile strumento. Vertu si fa portavoce di una nuova “forma del tempo” non solo per la funzionalità che l’intera categoria rappresenta nei confronti della società ma anche tramite l’introduzione della misurazione del tempo tramite un’orologio atomico all’interno dell’ultimo modello Constellation. Vertu accompagna l’evoluzione del concetto di tempo nella modernità, dimostrando come le caratteristiche che lo accomunano al mondo dell’orologeria come, tecniche artigianali, cura per i materiali e profonda passione per i dettagli, vengano tradotte nel mondo contemporaneo e nel futuro.

In queste pagine Ayxta Satin Black

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L’intuzione di Vertu ll più delle volte le rivoluzioni nascono per caso. Un’intuizione improvvisa, oppure un “battito d’ali di farfalla” colte in un momento in cui non ci si pensa. Dieci anni fa un signore nel pieno del suo successo si gode un momento di riposo ai bordi di una piscina a Los Angeles. E il suo telefono portatile squilla. Prima di rispondere ha il tempo di prendere in mano la sua stilografica fatta a mano, di controllare l’ora del suo orologio svizzero fatto a mano e di dare una sfuggevole occhiata alla sua automobile fatta a mano posteggiata sul passo carraio. E di nuovo al suo cellulare che invece era un prodotto come tanti altri. E si rese conto che qualcosa non funzionava. Quell’uomo era Frank Nuovo, allora capo designer alla Nokia. Si chiese perché la produzione di portatili dovesse essere solo quella di massa. Perché non pensare di produrre il telefono migliore del mondo. Su questi interrogativi Nuovo si applicò per anni e quando il tempo fu maturo creò Vertu. Dodici anni fa, nel 1998. Sostenuta dall’ imbattibile tecnologia e risorse di Nokia, anche se accanitamente indipendente, Vertu è la perfezione nel design e nella tecnologia. Mentre altri telefoni sono prodotti di massa a milioni, un Vertu è fatto a mano, uno alla volta, in Inghilterra. Ma tutto cominciò con un team di cinquanta tra i migliori ingegneri del pianeta, pilotati da Frank Nuovo, uno dei più famosi designer di mobile phone. Per trovare le migliori materie prime possibili il team ha lavorato con esperti provenienti dalle industrie automotive, aerospaziali, di orologeria, orafa e altre industrie high-tech e del lusso. Tutto il design, lo sviluppo e il manufatto si trova da sempre in Inghilterra, a Church Crookham a sudovest di Londra. Il luogo dove si trova il miglior mix di creatività, tecnologia e artigianato. Il fine lavoro a mano è talmente fondamentale per Vertu che il training previsto per l’artigiano è almeno di un anno. Mentre non meno di una settimana è dedicata all’assemblaggio di un singolo telefono. Inevitabilmente Vertu può solo produrre una limitata quantità ed è ciò che fa di ogni apparecchio un oggetto unico, raro


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Vertu accompagna l’evoluzione del concetto di tempo nella modernità , dimostrando come le caratteristiche che lo accomunano al mondo dell’orologeria come, tecniche artigianali, cura per i materiali e profonda passione per i dettagli, vengano tradotte nel mondo contemporaneo e nel futuro

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ed esclusivo. Ogni telefono è costituito da metalli preziosi selezionati con minuzia non solo per la loro bellezza ma anche per le loro qualità tecniche: acciaio, titanio,oro, rubini sintetici, vetro zaffiro, ceramica. Ma entriamo nei particolari delle recenti collezioni. La collezione Vertu Ascent Ti, presentata all’inizio del 2008, si ispira al mondo delle auto sportive dalle elevate prestazioni, sia per quanto riguarda il design sia per i materiali utilizzati. La straordinaria silhouette riprende le curve pulite e scolpite di un’ auto potente, mentre il cronografo che appare sullo schermo e la retroilluminazione della tastiera richiamano gli strumenti di precisione del cruscotto. “Ti” è il simbolo chimico del titanio, l’elemento non corrosivo con il rapporto resistenza-peso più elevato di qualsiasi altro metallo e con la capacità di resistere a temperature estreme. Generalmente utilizzato per i motori di auto sportive, il Titanio ad Alte Prestazioni costituisce la struttura del cellulare della linea Ascent Ti. Ogni componente, dalla pelle alla parte in cristallo di zaffiro inossidabile alla ceramica accuratamente lucidata, presenta le migliori caratteristiche tecniche possibili e viene assemblato da artigiani specializzati. Il prodotto finito viene 130

Inevitabilmente Vertu può solo produrre una limitata quantità ed è ciò che fa di ogni apparecchio un oggetto unico, raro ed esclusivo successivamente sottoposto a test rigorosi relativamente ad ogni aspetto del cellulare, dalla qualità del suono alla resistenza massima. David Arnold, l’autore di molte colonne sonore di James Bond, ha composto appositamente tre suonerie, accompagnate da una serie di sfondi a tema automobilistico. Ma non basta. Chi possiede un Vertu accede a servizi molto speciali. Come la tecnologia unica “Vertu Fortress” che caratterizza questa linea. Il sistema Vertu Fortress off re una sincronizzazione a distanza dei contatti, dell’agenda e delle note, ed effettua il back up di tutti i dati memorizzati tramite un server ad alta sicurezza situato in un bunker precedentemente utilizzato dall’esercito in un luogo sicuro nella campagna inglese. I clienti avranno accesso ai propri dati attraverso un account personale su vertu.com. Questa

applicazione unica consente al cliente, qualora perdesse il proprio cellulare Ascent Ti, di recuperare in modo rapido tutti i suoi dati e memorizzarli nuovamente su un nuovo cellulare. E poi il servizio Vertu Concierge, è disponibile 24 ore al giorno praticamente da qualsiasi località nel mondo. Una vera segretaria personale in grado di trovare una risposta alle domande dei clienti, come effettuare una prenotazione a teatro o persino inviare un regalo in qualsiasi parte del mondo. Una delle collezioni iconiche di Vertu è poi il modello Signature. Ispirato ai movimenti Grand Complication dell’orologeria, questo modello è protetto da 74 brevetti e composto da 380 pezzi. Ogni telefono è interamente realizzato a mano da un solo e unico artigiano. Quest’ultimo appone la sua firma sul telefono al fine di autentificare il suo lavoro e di rendere ogni telefono un pezzo unico. I materiali emblematici di Vertu sono nuovamente messi in scena: cristallo zaffiro, ceramica, acciaio, oro, platino e pelle. Sono necessarie più di due settimane in un forno a 2000°C per creare il «mare di zaffiro» che costituisce la parte frontale del Signature. Quasi impossibile da rigare, ha caratteristiche di durezza tali da rendere necessari l’utilizzo di strumenti dotati di punta diamante per tagliarlo,


B&G Dossier - LE FORME DEL TEMPO

lavorarlo e lucidarlo. Ogni tasto è delicatamente adagiato su una fi la di cuscinetti di rubini sintetici posati su una superficie di puro cristallo zaffi ro in modo da evitare ogni sorta di contatto tra i tasti in metallo e la superficie in zaffiro del telefono. L’assoluta mancanza di attrito e la salvaguardia dall’usura, si sposano con il clic più gradevole al mondo. Il porta SIM ha un design all’avanguardia e permette di estrarla con estrema facilità. Allo stesso tempo bello e funzionale, questo piccolo accessorio è inciso con un esclusivo motivo Vertu. Nelle versioni Signature più preziose, è realizzato in oro massiccio o platino e vi è apposto il sigillo dello Swiss Assay Office, l’organizzazione che garantisce la qualità dei migliori prodotti di orologeria. Ogni parte di Vertu Signature è minuziosamente lucidata con un processo complesso che necessita di due giorni di lavoro solo per la rifinitura del cuscinetto d’ascolto. Quest’ultimo è realizzato in ceramica per garantire il massimo comfort durante la conversazione, evitandone il surriscaldamento della superficie. Ognuno dei toni e suonerie Signature è stato composto esclusivamente per Vertu e registrato dall’Orchestra Sinfonica di Londra. Grazie al sistema acustico ad alta fedeltà, la resa di queste composizioni è semplicemente perfetta. L’ultimo nato in casa Vertu è invece il modello Ayxta, primo folding phone del marchio inglese. Constellation Ayxta, si inserisce all’interno della gamma Constellation, la linea dedicata da Vertu al global citizen. Naturale evoluzione del tema del viaggio, il Vertu Constellation Ayxta è dedicato ai cittadini del mondo più esigenti, a coloro che sono sempre alla ricerca di prodotti di alta qualità, che li aiutino a mantenere il loro tenore di vita in qualsiasi posto si trovino. Il telefono off re un supporto lifestyle di prim’ordine, per soddisfare sia le esigenze di lavoro, sia le necessità personali di viaggio dei propri clienti. Insieme al servizio Vertu Concierge, il telefono presenta infatti anche “City Brief”, un nuovo servizio che seleziona importanti informazioni e le invia direttamente sul telefono attraverso un pulsante che si illumina ogni qualvolta è presente una “guida veloce alla scoperta della città” sulla destinazione internazionale richiesta dall’utente. Questa funzione permette di essere sempre ben informati sulla nuova destinazione da raggiungere, e grazie ai consigli sui ristoranti, le ultime mostre, le guide allo shopping e le utilissime informazioni sugli usi e costumi locali, il servizio “City Brief” invia informazioni utili al cliente Vertu, che senza dover spendere tempo in ricerche telefoniche, avrà i consigli migliori direttamente dagli “insider”. E sempre il tempo ha un ruolo fondamentale all’interno di questo prodotto, dove è scandito da niente di meno che un orologio atomico, il più preciso strumento esistente per misurarne lo scorrere. E con questo si conclude il viaggio di Vertu all’interno del tempo, una storia recente, che mette letteralmente nelle nostre mani un’ eccellenza che guarda al futuro. |

L’eternità è un concetto simile all’attimo, non si coglie, non si misura e l’amore se ne serve nel periodo in cui dimentica il tempo; può essere un secondo, come può essere per un giorno, come per più anni, poi l’eternità dilegua. Antonio Beltramelli Sopra Signature S Steel

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B&G - Business & Gentlemen Pubblicazione bimestrale www.businessgentlemen.it Anno II – supplemento al n.9 - dicembre 2009/gennaio2010

Direttore responsabile Mauro Milesi mauro.milesi@cobalto.it Redazione Coordinamento: Laura Di Teodoro laura.diteodoro@cobalto.it In redazione e contenuti web: Desirée Cividini desiree.cividini@cobalto.it Segreteria: redazione@businessgentlemen.it Impaginazione Stefania Bugada, Enrico Benedetti Equipe tecnico-scientifica Daniela Andreini, Gianpaolo Baronchelli, Ivan Consoli, Andrea Bonalumi, Marco Maria Fumagalli, Roberto Magri, Andrea Manzoni, Leonardo Marabini, Ivan Mazzoleni, Cristina Moro, Maria Teresa Zorza, Alberto Claudio Tremolada Hanno collaborato Alessandro Rossi, Elena Sottocornola, Ilaria Maria Dondi Fotografie B&G Matteo Mottari Archivi fotografici Breitling, Chaumet, Corum, Cvstos, Demeglio, Gebrüder Shaffrath, Glashuette, Jaquet Droz, Jeanricard, Mattioli, Mikimoto, Monblanc/Villeret, Palmiero, Parmigiani, Swarovski, Tag Heuer, Vertu Editore e Redazione Cobalto Srl via Angelo Maj, 24 - 24121 Bergamo tel. 035.226599 - fax. 035.3830350 Pubblicità Nazionale Cobalto Adv via Angelo Maj, 24 - 24121 Bergamo tel. 035.226599 - fax. 035.3830350 Account Executive Sara Franceschini sara.franceschini@cobalto.it Pubblicità per Monza e Brianza Marketing Planet Srl Via V. Emanuele, 15 – 20052 Monza Tel. 039 2308568 – Fax 039 2308576 Coordinamento Aldo Nobile a.nobile@mktplanet.it Stampa CPZ Spa via Landri, 37 - 24060 Costa di Mezzate (BG) Testi e fotografie, forniti su qualsiasi supporto, anche non pubblicati non verranno restituiti. Registrazione al Tribunale di Bergamo n.5 del 7 febbraio 2008 N. iscrizione ROC 12491




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