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I&Co
Immobili & Co. per l’Impresa Anno XXIII N. 5 - Novembre 2018
FRANCHISING I ruoli nel franchising: Responsabile Franchising pag. 8 HOME STAGING Home staging e turismo extra-alberghiero pag. 14 EVENTI VENDITAFAST: Next generation pag. 22 BRAND brand identity e senso di appartenenza pag. 24
I PERSONAGGI DI I&CO. PAG. 12
ALBERTO COGLIATI ENGEL & VÖLKERS ITALIA
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IMMOBILI&Co. attraverso il contributo di professionisti e tecnici, sotto la Direzione Editoriale di Bruno Vettore, con cadenza bimestrale, tratta i temi più attuali, le tendenze del mondo del Real Estate, dell’Economia, dell’Alta E’ un’iniziativa: Formazione, del Franchising e molto altro ancora. Il vasto sucesso di pubblico, la diffusione gratuita a professionisti, manager e aziende del mondo del Reale Estate e del Franchising, e delle imprese in genere, ne fanno un utile strumento di promozione per i Brand affermati e le Start up che intendono farsi conoscere da una platea altamente profilata. Per maggiori informazioni: antonio.sposari@bvinvest.it
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EDITORIALE di Bruno Vettore - Direttore editoriale
LEADER E FALSI LEADER La leadership come la intendo io è ovunque. Credo che chiunque abbia una responsabilità di gestione di un team di lavoro, un partito, una squadra di calcio, ma anche una classe o una famiglia, debba avere una grande e profonda attenzione per le persone in termini distinti, per ognuna di loro. Si parla sovente di leadership nell’ambito delle aziende, della politica o dello sport, ma la leadership è ovunque, cominciando da quella che esercita un padre nei confronti dei propri figli o un insegnante verso la propria classe di alunni. Sono tutte forme di leadership, ovviamente diverse, ma hanno lo stesso obiettivo, condurre autorevolmente un gruppo di persone verso un risultato. Ma esistono anche i falsi leader. Molte persone riescono, in vari settori, ad “arrivare” a posizioni di rilievo spesso immeritate. Sappiamo bene come funzionano certe cose, soprattutto in alcuni ambiti, spesso nel settore pubblico o della politica. Anche nel mondo dell’impresa ci sono soggetti che hanno una sola grande capacità, quella di rallentare il lavoro, invece di spingerlo e velocizzarlo, in un mondo dove la rapidità di esecuzione è un fattore primario.
Sono soggetti che invece di trovare soluzioni, alimentano problemi e conflitti solo per fini personali ed opportunistici. Nella mia ormai lunga carriera ho incontrato molti imprenditori e manager davvero capaci. Ma ne ho conosciuti altri senza virtù e senza coraggio, individui interessati solo alla poltrona ed al loro tornaconto personale. Ruffiani e pavidi, forti con i deboli e deboli con i forti. Ecco, queste finte guide, che mi piace definire “leader di plastica”, con la dialettica e mistificazioni, hanno raggiunto posti di potere, che esercitano con molta autorità e poca autorevolezza, non facendo progredire il team che dirigono e talvolta ne rallentano lo sviluppo e la crescita. Credo di poter affermare tutto ciò sulla scorta delle mie esperienze e dei ruoli diversi che ho ricoperto. Ho attraversato i territori della conoscenza iniziando, come si può comprendere, dall’altro lato della scrivania e, se ho raggiunto determinati obiettivi, è perché ho incontrato nel mio cammino professionale leader eccellenti e falsi leader: quelli eccellenti mi hanno dato la forza di smascherare gli altri e mi hanno fornito l’antidoto affinchè non restassi condizionato dai pessimi esempi.
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SOMMARIO
Immobili &Co. per l’impresa_5_2018
I&Co
pagina_14 HOME STAGING E TURISMO EXTRAALBERGHIERO
Immobili & Co. per l’Impresa Anno XXIII N. 5 - novembre 2018
pagina_5
pagina_16
STARTER
TEAM BUILDING
L’IMPORTANZA DELLA DONNA NEL REAL ESTATE
BV INVEST
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FORMAZIONE
ORIENTAMENTI
NEL SETTORE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA
LEGGE DI BILANCIO 2019
pagina_22 pagina_8 FRANCHISING
EVENTI VENDITAFAST: NEXT GENERATION
RESPONSABILE FRANCHISING
pagina_24 pagina_10
BRAND
INTERNAZIONALIZZAZIONE
IDENTITY E SENSO DI APPARTENENZA
IL FRANCHISING QUALE LEVA PER L’AZIENDA
pagina_26 pagina_12 PERSONAGGI INTERVISTA AD ALBERTO COGLIATI ENGEL & VÖLKERS ITALIA
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AUTOMOTIVE DIESEL, FLOTTE E NOLEGGIO
pagina_30 MASTER UNIVERSITARIO SUL FRANCHISING
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STARTER di Manuela Misino - Business & Life Coach
Agenti sempre più donna Cresce il numero di donne impegnate nel mondo immobiliare: secondo i dati FIAIP, le donne con il ruolo di agente immobiliare sono aumentate del 32%, rispetto al triennio precedente. Negli USA la crescita è stata invece del 64%.
L’IMPORTANZA DELLA DONNA NEL REAL ESTATE d oggi la percentuale di donne professioniste del mondo immo biliare ha raggiunto numeri più alti, secondo il Presidente Nazionale FIAIP, Gian Battista Baccarini, “Le donne che rivestono il ruolo di agente immobiliare sono aumentate del 32% rispetto al triennio precedente”, e rispetto al 64% negli Stati Uniti. Questo grazie a una mentalità diversa che vede oggi, molto più che in passato, la donna come imprenditrice. L’agente immobiliare è un lavoro tagliato su misura per la donna che avendo una spiccata sensibilità nell’ascolto, nella comunicazione e nel creare empatia, diventa una vera leader del settore. Questo perché le donne, meno condizionate a comportarsi secondo alcuni stereotipi prettamente maschili, vedono le cose diversamente e sono facilitate nel comprendere le esigenze dei clienti. Inoltre, la professionista immobiliare non formula teorie astratte di management, ma contribuisce a costruire un ambiente dove la pratica e l’esperienza servono a trasformare l’azione in conoscenza, per costruire un modello di business facilmente fruibile dal team. Essere Leader donna non è una questione di tecniche o metodi, è una questione di valori. Infatti le donne che hanno creato innovazioni sono sempre partite dalle loro convinzioni costruendo un modello mentale che hanno trasportato in una organizzazione aziendale e alla fine lo hanno realizzato concretamente. Perché la svolta di ogni business non sta tanto nell’idea geniale, quanto nel dare un valore a qualcosa che già esiste, interpretandolo in forma diversa. Ecco! Questo le donne sanno farlo bene.
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ORIENTAMENTI di Maurizio Metto - Dottore Commercialista
LEX
LEGGE DI BILANCIO 2019 COSA CAMBIA NEL MONDO IMMOBILIARE umerose sono le novità che interessano il mondo del Real Estate previste dal decreto Fiscale N° 119/2018 appena pubblicato come collegato alla Legge di Stabilità 2019, e dalle altre norme già emanate che avranno applicazione dal prossimo anno: vediamo assieme le principali. FLAT TAX AL 15% PER UN MILIONE E MEZZO DI PARTITE IVA. Tante sono le ditte individuali che hanno ricavi annui inferiori a 65.000 Euro, e che potranno accedere dal 2019 a questo nuovo (ma non tanto nuovo) regime forfettario. Si chiama Flat tax, ma a tutti gli effetti si tratta di un innalzamento dei limiti dell’attuale regime forfettario, a cui oggi può accedere chi ha ricavi annui inferiori a 25.000-50.000 Euro (a seconda
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della categoria di attività svolta): il regime è riservato alle ditte individuali (quindi sono escluse le società di qualsiasi tipo) e ci sono forti limitazioni nel valore dei beni strumentali e del numero di collaboratori, anche il governo ha manifestato l’intenzione di attenuare od eliminare tali limiti nel passaggio parlamentare. Quindi da gennaio professionisti, artigiani e commercianti con ricavi e compensi fino a 65mila euro, se sceglieranno questo regime, si vedranno applicare un’imposta sostitutiva di Irpef, addizionali, Irap e Iva del 15 per cento. Il nuovo regime garantirà un consistente snellimento degli adempimenti fiscali e contabili. Accantonata per ora l’ipotesi di alzare il tetto a 100mila euro applicando un’imposta del 20% sulla parte di ricavi e
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ORIENTAMENTI
compensi dichiarati tra 65mila e 100mila euro: in questo caso l’Iva sarebbe invece dovuta, così come sarebbero rimasti in vita gli obblighi per la tenuta della contabilità. Per arrivare a “quota 100mila” come limite ai ricavi occorre infatti il via libera di Bruxelles, che ancora non c’è. Nel mondo del real estate troveranno interessante questa possibilità i professionisti tecnici, gli agenti immobiliari che operano individualmente, e le piccolissime imprese artigiane ed edili.
Segnaliamo che nel testo attuale la rottamazione dei ruoli riguarda solo i carichi fiscali affidati all’AdeR fino al 31/12/2017, ma sembra che nel percorso parlamentare verrà estesa anche agli avvisi bonari ed ai debiti fiscali non ancora reclamati. Inoltre grande rilievo avrà la possibilità di dichiarare con uno speciale “ravvedimento operoso” i redditi dimenticati negli anni passati e ancora accertabili: argomento molto sentito di cui parleremo prossimamente. Chi fosse particolarmente interessato potrà sottopormi quesiti specifici via email.
PACE FISCALE e ROTTAMAZIONE/ter DEI RUOLI Molto ampia la casistica affrontata dalla cosiddetta Pace Fiscale: si va dalla definizione agevolata dei verbali e degli accertamenti fiscali alla riapertura della rottamazione dei ruoli esattoriali, allo stralcio delle mini cartelle più datate (quelle sotto i 1.000 euro e notificate fino al 31/12/2010), alla definizione delle liti fiscali pendenti in giudizio.
CEDOLARE SECCA PER GLI IMMOBILI COMMERCIALI Da ultimo, una novità molto attesa dal mercato immobiliare: la possibilità, da gennaio 2019, di assoggettare a cedolare secca del 21% gli affitti commerciali, in analogia con quanto già da tempo possibile per le locazioni ad uso abitativo. Una misura questa molto caldeggiata anche da Confedilizia, che rivitalizzerà certamente il mercato.
Decreto fiscale Tante le novità per il Real Estate previste dal decreto appena pubblicato come collegato alla Legge di Stabilità 2019, e dalle altre norme già emanate che avranno applicazione dal prossimo anno.
info@studiometto.it
DICHIARAZIONE CON UNO SPECIALE “RAVVEDIMENTO OPEROSO” DEI I REDDITI CHE SONO STATI DIMENTICATI NEGLI ANNI PASSATI
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FRANCHISING di Luca Fumagalli – Senior Franchise Consultant
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FRANCHISING
I RUOLI NEL FRANCHISING: RESPONSABILE FRANCHISING ’utilizzo del franchising, per una azienda, può essere una scelta vincente: lo documentano migliaia di case histories in Italia e nel mondo. Il franchising è tuttavia una formula ad altissima specializzazione, una strategia “estrema“ di marketing. Nel nostro Paese, le statistiche restano ancora poco confortanti. Si stima infatti che, in Italia, negli ultimi decenni solo poco più del 10 % delle iniziative di franchising abbia raggiunto il successo. L’approccio “dilettantesco” di molti imprenditori nostrani resta la principale causa dell’elevata mortalità. La diffusione delle conoscenze specialistiche della disciplina attraverso la formazione di figure come quella del Responsabile Franchising, è una delle strade per favorire la corretta applicazione
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di questo potente strumento di sviluppo. Il responsabile franchising è infatti il PERNO CENTRALE di ogni azienda franchise-oriented. Ha la sede di lavoro presso gli uffici operativi o direttivi del franchisor e agisce per competenza su tutto il territorio nazionale. A capo della apposita Divisione Franchising, COORDINA e GESTISCE l’intero sistema di franchising, coadiuvato in staff dalle varie divisioni specializzate. Le sue funzioni prevedono il monitoraggio e l’assistenza alla rete di affiliati per ottenerne le migliori performances. L’obiettivo principale è quello di orientare gli imprenditori affiliati, singolarmente e collettivamente, verso i risultati di sellout, ovvero verso la vendita alla clientela finale dei prodotti o dei servizi della franchise.
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FRANCHISING
Ciò avviene attraverso la formazione, la supervisione, il supporto e la motivazione che il Responsabile Franchising e il suo staff assicurano all’intera rete. Per ricoprire questo ruolo costituiscono REQUISITI PREFERENZIALI precedenti esperienze nel settore di appartenenza del franchisor nel ruolo analogo di responsabile franchising, oppure in quelli di responsabile/direttore di reti vendita, di responsabile commerciale di aziende di prodotti/servizi, di training manager. In alternativa contano precedenti esperienze nel mondo del franchising come franchisor, franchisee, consulente o promotore sviluppo franchising. Per quanto riguarda il profilo, il candidato ideale ha capacità di relazione, attitudine alla gestione di rapporti interpersonali, carisma, doti di pazienza e diplomazia, abilità nel comunicare anche in forma scritta, uso articolato degli strumenti informatici. Sa muoversi in piena autonomia per il raggiungimento degli obiettivi. Durante lo START-UP agisce come coordinatore dell’intero progetto in collaborazione con i consulenti esterni, con la direzione generale o addirittura con la proprietà,
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in caso di aziende medio-piccole. Oltre a configurare il sistema franchise (concept, package deal, contrattualistica, manuali, standardizzazione della filiera di erogazione dei prodotti-servizi, pianificazione media, processo di recruiting ecc.), il Responsabile Franchising imposta la struttura franchise-oriented. In seguito, a PROGETTO CONSOLIDATO, coordina le divisioni specialistiche dell’azienda per garantire agli affiliati, tramite le stesse, i servizi e le prestazioni previste dal rapporto di affiliazione. Gestisce i rapporti con gli affiliati fornendo assistenza e controllo alle unità affiliate dislocate sul territorio. Al crescere della rete, il Responsabile franchising assume la Direzione della divisione franchising avvalendosi, per il presidio del territorio, di figure intermedie come il Responsabile Franchising Nazionale o i Responsabili Area Franchising. Nelle aziende diffuse al di fuori dai confini nazionali, sono previste figure come quella del Direttore Franchising Internazionale, che gestisce i vari Responsabili franchising nazionali nei Paesi dove la rete è presente.
Responsabile franchising Il responsabile franchising è il perno centrale di ogni azienda franchise-oriented. Lavora presso gli uffici operativi o direttivi del franchisor e agisce per competenza su tutto il territorio nazionale. A capo della apposita Divisione Franchising, coordina e gestisce l’intero sistema di franchising, coadiuvato in staff dalle varie divisioni specializzate.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE di Raffaella Còndina - Senior Partner CÒNDINA & associati
IL FRANCHISING QUALE POTENTE LEVA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’AZIENDA nternazionalizzare un’azienda significa posizionarla correttamente nei Paesi di sbocco, valorizzandone i marchi e la proposta commerciale in termini di ottimizzazione complessiva di sviluppo rete e fatturato aggregato. Per le aziende con posizionamento premium price e per le aziende di servizi, in particolare, muoversi verso i Paesi esteri comporta necessariamente la modellizzazione del business a partire dal marchio e dal servizio sia per sostenere il livello di prezzo sia per mantenere integro il modello di offerta: in tal senso, il franchising è senz’altro la strategia distributiva più adatta. Il franchising internazionale si regge su due assunti di base irrinunciabili: un know-how sostanziale, oggettivamente tutelabile, sperimentato con successo in termini comprovabili; la presenza di una massa critica di sedi già avviate nel mercato domestico e/o nel primo mercato di riferimento, senza la quale non si sarà mai attrattivi per gli investitori internazionali.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Il piano di franchising internazionale deve prevedere, tra gli altri, i seguenti due momenti fondamentali di valutazione strategica: l’individuazione dei mercati di sbocco aggredibili nel medio periodo secondo un indice di priorità definito in base ad elaborazioni di dati (Paese per Paese) del settore specifico incrociati con quelli del segmento franchising e con i reali punti di forza dell’azienda che intende internazionalizzarsi; la scelta strategica tra le formule di franchising internazionale tra master franchising (accordo con partner chiave con esclusiva per Paese/ macroarea e delega per lo sviluppo in proprio della rete in franchising locale), area development (accordo con partner locale con delega allo sviluppo nel Paese/ macroarea di riferimento mediante sedi di proprietà), accordo di area representative (delega al partner nel Paese/ macroarea di riferimento di funzioni quali ad esempio il recruiting affiliati locali e gestione della rete, mentre i contratti di affiliazione restano in capo alla casa-madre). Le diverse formule di franchising internazionale possono coesistere nel mix distributivo dell’azienda, ad esempio per aree diverse in termini di maggiore o minore prospettiva di sviluppo della rete in termini di sedi affiliate oppure per aree con struttura distributiva capillare anziché con struttura distributiva concentrata; ancora, in alcuni Paesi la normativa locale impone specifiche compagini societarie per la/e società affiliate in loco, ed in altri potrebbe essere strategico mantenere un maggior o minor controllo e dunque ricorrere anche ad altre formule di ingresso nel Paese pur nell’ambito di una struttura in franchising. Proprio tale complessità impone un attento studio strategico, ed al contempo conferma la duttilità del modello franchising in situazioni territoriali anche molto diverse con il vantaggio di arrivare sempre sul mercato con la stessa insegna e la stessa proposta commerciale, a vantaggio della sostenibilità del posizionamento e dei piani di sviluppo dell’azienda.
Internazionalizzare Per internazionalizzazione di un’azienda si intende il suo posizionamento corretto nei Paesi di sbocco, valorizzandone i marchi e la proposta commerciale in termini di ottimizzazione complessiva di sviluppo rete e fatturato aggregato.
CÒNDINA & associati Consulenza di Direzione Marketing, Franchising, Sviluppo Internazionale www.condinaeassociati.com www.franchisingconsulting.com info@condinaeassociati.com
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I PERSONAGGI DI I&CO. Alberto Cogliati - Direttore Commerciale di Engel & Völkers Italia
INTERVISTA: ALBERTO COGLIATI Oltre 25 anni di esperienza professionale in aziende nazionali, internazionali e quotate in Borsa - Esperto in costruzione di network nei mercati immobiliare e finanziario. Qual è la sua opinione sull'attuale momento del mercato immobiliare? Il mercato immobiliare italiano continua a crescere. Secondo i dati del nostro ultimo Market Report realizzato in collaborazione con Nomisma, nel 2017 il volume di abitazioni transato ha raggiunto un nuovo risultato positivo con 542.480 compravendite (+4,9% rispetto all’anno precedente). Nei prossimi due anni, il trend espansivo dovrebbe proseguire a tassi decrescenti (595 mila transazioni previste nel 2020). Tuttavia, è necessario specificare che in Italia, rispetto ad altri Paesi europei come Germania, Francia e Spagna (dove i prezzi sono aumentati in percentuale a doppia cifra), la crescita del volume delle transazioni non ha coinciso con l’aumento dei prezzi di vendita degli immobili. In Italia, i prezzi hanno subito
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in generale un abbassamento in quanto non sono state avviate una serie di riforme a favore del settore immobiliare che avrebbero contribuito a dare maggiore stabilità al comparto e a far crescere i prezzi, contrariamente a quanto fatto appunto negli altri Stati europei sopra menzionati.
In particolare, quale trend sta riscontrando il mercato degli immobili di prestigio? Il mercato immobiliare di pregio ha meno risentito della crisi. Il core business di Engel & Völkers in Italia rappresenta circa il 10% dell’intero comparto immobiliare. Il nostro target di clientela appartiene a una fascia sociale medio alta che acquista soprattutto per investimento o per motivi edonistici. Il nostro
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I PERSONAGGI DI I&CO.
Gruppo, poi, non è presente ovunque sul territorio nazionale ma solo nelle città d’arte e nelle località di villeggiatura di maggiore pregio. Questo ci ha consentito di avvertire in maniera minore la congiuntura economica negativa, nonostante l’equilibrio tra domanda e offerta sia cambiato a vantaggio degli acquirenti piuttosto che dei venditori nella maggior parte delle nostre città.
Ci presenta la sua azienda e le sue peculiarità? Uno dei nostri tratti distintivi è un modello di business innovativo caratterizzato da 3 asset strategici: il brand, il network e i servizi personalizzati per gli affiliati. La società è inoltre presente in oltre 30 paesi nel mondo non solo con gli shop in franchising ma anche con la formula del Market Center. Inoltre, Engel & Völkers ha fondato una vera e propria accademia per i propri agenti, che ad oggi offre circa 800 giorni di formazione all'anno al personale del Gruppo, in tutto il mondo.
La vostra presenza sul mercato globale vi fornisce un osservatorio privilegiato. In quali paesi potrebbe essere interessante investire? Negli ultimi 10 anni, il numero degli italiani che ha comprato all’estero è raddoppiato (45mila compravendite oltre confine nel 2017 rispetto alle 22 mila del 2008). Gli italiani con più possibilità di spesa continuano a scegliere Londra, nonostante la Brexit, mentre per le seconde case la nostra clientela predilige le Canarie e le Baleari in Europa, oltre che New York e Miami oltre oceano.
Quali sono i vostri obiettivi futuri? Engel & Völkers intende espandere ulteriormente le proprie attività, in particolare nei suoi mercati di riferimento in Europa e Nord America. L’idea per il mercato italiano è quella di aprire nuove sedi in alcune città in cui non siamo ancora presenti come, ad esempio, Genova, Bari, Ravenna, Lucca e Salerno oltre che reclutare per il 2019 oltre 100 consulenti immobiliari per le sedi già operative.
Engel & Völkers Con una presenza sul mercato globale di oltre 800 location, Engel & Völkers rappresenta un osservatorio privilegiato del mercato immobiliare mondiale. ll core business di Engel & Völkers in Italia rappresenta circa il 10% dell’intero comparto immobiliare e il target di clientela appartiene a una fascia sociale medio alta che acquista soprattutto per investimento o per motivi edonistici.
www.engelvoelkers.com/it Immobili&Co. per l’impresa 13
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HOME STAGING di Barbara Medici - Ufficio Stampa HSL
HOME STAGING E TURISMO EXTRA-ALBERGHIERO IV Convention HSL Quando: 16 novembre 2018 Dove: Roma, Salone Bernini presso Residenza di Ripetta (Via di Ripetta 231) Per info e iscrizioni: info@homestaginglovers.it
prirsi verso nuovi segmenti di mercato, intercettare settori di attività e farli propri, riuscendo a darne corretta lettura e attuazione. Evolversi, sempre. Un requisito indispensabile nel mondo del lavoro di oggi, in particolare nel caso dell’home staging. In Italia cresce il turismo extra-alberghiero e cresce anche la concorrenza nel settore. La carta vincente è investire nell’intervento di un home stager: pochi tocchi per cambiare volto all’immobile e renderlo attraente agli occhi dei turisti. Nuove prospettive per i professionisti e i territori è, non a caso, il sottotitolo scelto dall’Associazione Nazionale Home Staging Lovers (homestaginglovers.it) per la sua IV Convention nazionale, che si svolgerà il 16 novembre prossimo all’interno del prestigioso Salone Bernini di Residenza di Ripetta, a Roma. UN MERCATO IN EVOLUZIONE Perché valorizzare un immobile prima di porlo sul mercato? Per farlo spiccare fra i competitors e promuoverlo nel modo più efficace. L’home staging è la risposta sia alle richieste del mercato immobiliare sia alle sollecitazioni di quello turistico. Non è dunque un caso se oggi in Italia si parla sempre più spesso di home staging e si percepisce come reale soluzione alle richieste del mercato.
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HOME STAGING
“Nell’ultimo anno l’Associazione Nazionale Home Staging Lovers ha registrato un marcato incremento delle richieste di intervento (oltre 550 quelli realizzati), con un numero crescente di progetti proprio nel mondo della micro-ricettività”, afferma Fosca de Luca, presidente dell’Associazione. “Marketing, interior design e fotografia formano il mix di competenze con cui un home stager sa cambiare volto ad abitazioni anonime e poco valorizzate per renderle competitive sui portali di hosting – spiega Michela Galletti, vice presidente. Si parte da un’analisi dell’immobile, del mercato e della clientela di riferimento, cioè i turisti di ogni nazionalità. Poi si studia come valorizzare i punti di forza della casa, magari dettagli tipici del territorio che possono diventare elementi di charme e personalità, e si lavora su funzionalità e comfort. Nel servizio è compreso un album fotografico professionale, perché le immagini sono la prima cosa che colpisce chi cerca una sistemazione turistica sul web”.
LA CONVENTION La IV Convention dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers sarà l’occasione per comprendere ancor meglio le strade che il turismo extra-alberghiero offre al business home staging e ai territori. Ospiti speciali, workshop e interventi specifici costituiranno risorse preziose per ogni partecipante, fornendo loro strumenti utili per ampliare il proprio settore di attività all’interno del comparto del turismo micro-ricettivo. Si parlerà di casi studio rilevanti per i territori e per i property managers, di posizionamento di mercato per i servizi di home staging rivolti al turismo extra-alberghiero, di concept brand per strutture micro-ricettive. In occasione di questo appuntamento verrà inoltre assegnato il Premio Qualità 2018 Home Staging Lovers, un riconoscimento ad agenzie e agenti immobiliari che hanno maggiormente contribuito a diffondere l’home staging. La partecipazione all’evento è aperta tutti, associati e non associati che hanno desiderio di conoscere l’Associazione e comprendere meglio l’home staging e come innovare il proprio business di home stager. Una concreta opportunità di crescita professionale.
Prima e dopo l’intervento di home staging in uno studio
Associazione Nazionale HSL L’Associazione Nazionale Home Staging Lovers è l’associazione di categoria degli home stager italiani, i professionisti della valorizzazione immobiliare che preparano gli immobili per una loro collocazione sul mercato veloce e redditizia. L’Associazione garantisce ai propri partners la collaborazione con Home Stager Professionisti, rilasciando a chi ne ha i requisiti, l’Attestato di Qualità e Qualificazione Professionale dei Servizi prestati ai sensi della Legge 4/2013. homestaginglovers.it
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TEAM BUILDING BV INVEST a cura della Redazione
TEAM BUILDING BV INVEST PRESENTA LA NUOVA LINEA FORMATIVA DEDICATA AL TEAM BUILDING runo Vettore, Executive Manager e Performance Coach, ha progettato un programma formativo che mette a frutto il suo know how trentennale sui temi della costruzione, motivazione e sviluppo dei gruppi di lavoro orientati al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Tutto questo, grazie ad una serie di attività in-door o outdoor. Tra le attività out-door BV invest in collaborazione con Alex Racing ha
studiato delle attività di team building in cui attraverso esperienze vissute in prima persona (pratiche sportive, attività ludiche e viaggi particolari), i partecipanti avvertono delle emozioni particolari e compiono delle riflessioni intense che sono in grado di potenziare enormemente i valori ed i principi che governano, cementano e motivano il team, oltre che apprendere tecniche utili alla propria vita personale e professionale..
Scarica le Brochure di presentazione
BRUNO VETTORE
Executive Manager & Performance Coach Vi invita a
RACE TEAM BUILDING Corso di Guida Sicura & Sportiva
Sede
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In collaborazione con
Alex Racing
RACE TEAM BUILDING 16 Immobili&Co. per l’impresa
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TEAM BUILDING BV INVEST carica le Brochure di presentazione
BRUNO VETTORE
Executive Manager & Performance Coach Vi invita a
TEAM BUILDING
SAILING BOAT EXPERIENCE LEZIONI DI GOLF CON ISTRUTTORE Alex Racing Location
SAVONA
training High Formation & Team Motivation
Alessandro Ripamonti ha oltre quindici anni d’esperienza nel mondo racing a due e quattro ruote, dalla MotoGP alla SuperBike, dal Ferrari Challenge alla 24 Ore di Daytona, con innumerevoli esperienze di organizzazione di Team Building nel Mondo dei Motori tra Corsi di Guida Sicura & Sportiva all’Off-Road, dove le parole chiave sono sempre state passione, adrenalina, gruppo e invididuo.
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Alex Racing
SAILING BOAT EXPERINCE
Per Informazioni: Alessandro Ripamonti M. +39 3473089786 alexracing77@gmail.com
L’OPINIONE DI ALEX RIPAMONTI ESPERTO DEL MONDO RACING A DUE E QUATTRO RUOTE, DALLA MOTOGP ALLA SUPERBIKE, DAL FERRARI CHALLENGE ALLA 24 ORE DI DAYTONA Dalle mie esperienze in oltre dieci anni di corse, tra gare in auto e moto, il Team Building mi ha dimostrato in ogni occasione che oltre a valorizzare il gruppo ha saputo dare allo stesso tempo importanza a ogni singolo individuo del gruppo, perché in ogni squadra vincente ogni persona del gruppo deve poter dare sempre il massimo nel proprio ruolo allo scopo finale del Team…e raggiungere il massimo della gratificazione: la Vittoria. Con le attività di Team Building, in uno dei Special Event di Team Building, progettati da Alex Racing con BV invest e Buno Vettore, vengono abbattute le frontiere che spesso troviamo all’interno di un Aziende, di Uffici, ecc., poiché viene focalizzato l’obiettivo principale da raggiungere, sia come gruppo che come singolo, creando delle sinergie inimmaginabili. Abbattendo tali confini in un contesto esterno durante la realizzazione di queste attività possiamo mettere a nudo la nostra personalità, le nostre caratteristiche positive e negative, al fine di cercare sempre di correggere i nostri errori e cercare di perfezionarci.
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TEAM BUILDING BV INVEST Imparare a socializzare comunicare senza stare seduti dietro una tastiera, ma affrontando le realtà che la vita ci sottopone ogni giorno, ci dà la possibilità di rafforzare il nostro carattere, il nostro self control, la nostra forza interiore, scoprendo delle qualità e soprattutto delle capacità che mai avremmo immaginato di avere. Infatti in questi contest di gruppo, ciò che di fatto è un Team Building, tali qualità, finora sopite e inespresee, verranno messe in evidenza per il raggiungimento dell’obiettivo finale: la Vittoria del Team. Un'altra parola chiave che deve essere presente nella realizzazione di un Team Building, e a cui diamo molta importanta in ogni Special Event, è la passione, poiché senza la passione e il calore in ciò che stiamo realizzando non potremmo mai dare il 100%, ma semplicemente staremmo facendo qualcosa di diverso, e nulla di più. La passione e l’impegno, valorizzando il capitale umano, come ama spesso sottolineare Bruno Vettore, sono il punto focale su cui agire affinché ogni singolo individuo e tutto il gruppo possa raggiungere gli obiettivi, valorizzando più dotati, ma aiutando anche i meno dotati, perché ogni uno di noi ha delle capacità e deve avere l’opportunità di raggiungere gli obiettivi prefissati ma alla sola condizione che l’impegno messo deve essere sempre il massimo, come i suoi compagni, come il suo Team. Per questo in un Team Building bisogna focalizzare l’obiettivo finale del Gruppo e dare il massimo per raggiungerlo. carica le Brochure di presentazione
BRUNO VETTORE
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FORMAZIONE di Sandro Borselli - Formatore libero professionista
LA FORMAZIONE NEL SETTORE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA TRA DIFFICOLTÀ NORMATIVE E OPPORTUNITÀ DI CRESCITA ra gli adempimenti obbligatori previsti dal D.Lgs. 141/ 2010, nella parte in cui è disciplinata l’attività delle società di mediazione creditizia, vi è quello della formazione continua obbligatoria, misurata in 60 ore da svolgersi per ogni biennio. Premesso il fatto che l’assolvimento dell’obbligo di formazione continua sia un requisito minimo indispensabile per garantire la crescita professionale degli operatori del settore e ancor più la loro capacità di tutelare al meglio il consumatore, rimangono però alcuni dubbi di interpretazione sulle modalità previste per l’assolvimento di tale obbligo normativo. Non è specificato in alcuna circolare, né ministeriale né dell’Organismo Agenti e Mediatori – OAM - se la partecipazione a convegni e seminari inerenti la materia del credito possa in qualche modo essere ritenuta valida al fine della contabilizzazione delle ore di formazione obbligatoria. Parimenti, non vi è traccia, nelle comunicazioni ufficiali, di indicazioni sui temi e gli argomenti che possano essere considerati validi ai fini del computo delle suddette ore di formazione obbligatoria.
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FORMAZIONE
Naturalmente, è logico ritenere che qualsiasi intervento formativo teso alla spiegazione di eventuali nuove norme inerenti il credito in ogni sua forma che dovessero entrare in vigore, così come eventuali modifiche di quelle esistenti e vigenti, entrerà a pieno titolo nel novero delle ore assolte, ma sarebbe auspicabile avere un chiarimento a questo proposito. Se è pur vero che la circolare OAM n° 6/12 del 25 luglio 2012 rimanda ad una tabella allegata quanto specifico per le materie dei corsi di aggiornamento professionale, è vero anche che detta elencazione non è priva di problemi interpretativi. Con ciò s’intende dire che l’aggiornamento professionale che fa riferimento, ad esempio, ai prodotti del credito non è oggettivamente immaginabile come materia proponibile (e ancor meno ri-proponibile) una volta che la si sia trattata nei corsi di preparazione all’Esame e in quelli riservati alla Prova Valutativa, a meno di non avere nuovi prodotti da analizzare; purtroppo, la medesima considerazione si può far valere per quasi tutte le altre materie di cui alla tabella citata e ciò ad evidente discapito della qualità della formazione continua, che corre così il rischio di essere né più né meno che una mera ripetizione di concetti già sentiti e conosciuti.
Formazione comunque Non è specificato in alcuna circolare ministeriale o dell’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), se la partecipazione a convegni e seminari relativi alla materia del credito, come del resto quali temi e argomenti possano in qualche modo essere ritenuti validi al fine della conteggio delle ore di formazione obbligatoria. Ciò nonostante l’assolvimento dell’obbligo di formazione continua e un requisito indispensabile per garantire la crescita professionale degli operatori del settore e ancor più la loro capacità di tutelare al meglio il consumatore.
Da ultimo, non vi è alcuna indicazione riguardo le modalità di comunicazione dell’avvenuta frequenza delle ore di formazione obbligatoria previste: né come e né a chi. È di tutta evidenza che il destinatario di detta comunicazione debba essere proprio l’OAM, ma è lecito supporre che non sia possibile inviare alcunché “a caso” ma che, invece, vi sia (o vi debba essere) un indirizzo preciso con il quale interloquire e, soprattutto, una modalità di comunicazione che sia assolutamente univoca e che non consenta (o possa limitarli al massimo) eventuali fraintendimenti. Ma “Dura lex, sed lex”. Speriamo che la crescita del settore e degli addetti spinga le istituzioni a fare chiarezza in modo da poter garantire al mercato e ai consumatori operatori sempre più preparati ed aggiornati.
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EVENTI 15 novembre Bologna - Next Generation VENDITAFAST
NEXT GENERATION Caro collega, siamo Elisa ed Emanuel, founder del network Venditafast. Prima di creare il network e il brand eravamo degli agenti immobiliari molto professionali e performanti proprio come te che dovevano confrontarsi quotidianamente con i soliti gravosi problemi che la nostra professione implica: 1. Abbattere la sfiducia dei venditori e compratori di casa rispetto alle agenzie immobiliari; 2. Lo stress quotidiano nel fare decine di telefonate a freddo a potenziali venditori e rischiare di prendersi l’ennesimo insulto perché “oggi è la decima agenzia che mi contatta, non ne posso più di sentirvi”; 3. Aggiungici il fattore burocrazia e scartoffie che ti portano via ore preziose che vengono sottratte al tuo compito principale: vendere; 4. La frustrazione di sapere che sei bravo a fare il tuo lavoro ma sei percepito come uno dei tanti, compresi gli agenti mediocri/furboni che hanno rovinato il nostro mercato; 5. Di conseguenza il fatto di essere percepiti come una commodity e dover trattare sempre il prezzo della provvigione al ribasso con il cliente. Abbiamo deciso di porre fine a tutto questo e creare “il metodo venditafast” per gli agenti immobiliari del futuro. Vieni a scoprirlo all’evento NEXT GENERATION il 15 novembre a Bologna, iscriviti all’evento sulla pagina: www.venditafast.it/next-generation
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BRAND di Bruno Vettore - Presidente di Assofranchising Servizi
BRAND IDENTITY E SENSO DI APPARTENENZA ell’ambito della progettazione e dello sviluppo di un network il tema della brand identity è di fondamentale importanza. Costituisce uno degli elementi imprescindibili per la creazione di valore e per la trasmissione di valori al pubblico esterno ed interno all’azienda. La brand identity o identità di marca, è l’insieme degli elementi che rendono riconoscibile un brand (nome, simboli, logo ecc…) e il complesso dei valori imprenditoriali che lo contraddistingue. È una definizione concettuale del marketing che permette al target di riferimento di riconoscere la marca con semplicità e collegarla all’immagine del brand (brand image) ed al settore di appartenenza. Per permettere quindi di gestire al meglio tutti gli elementi del brand, l’azienda si dota normalmente di un manuale di corporate identity, uno strumento utile a garantire la corretta e coerente attuazione nel tempo della strategia di identità del brand. È facile, soprattutto sul web, trovare definizioni sempre più variegate a riguardo di questo particolare concetto del marketing, ma a noi convince l’interpretazione di David Aaker, dove la brand identity può essere definita come “una combinazione unica e valoriale di elementi in associazione tra loro che l’azienda ambisce a costruire e a mantenere nel tempo a supporto della marca e rappresentano la promessa che l’azienda si impegna a mantenere nei confronti dei consumatori”. Secondo David Aaker, le associazioni di marca possono essere quindi classificate secondo quattro orizzonti prospettici:
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BRAND
– La marca come prodotto. Le associazioni comprese in questa dimensione della brand identity riflettono le percezioni riferite al prodotto, con le sue caratteristiche e attributi, frutto dello svolgimento dell’attività che caratterizza l’impresa. – La marca come organizzazione. Tale dimensione della brand identity comprende le associazioni che riflettono tutte le percezioni riferite all’organizzazione, come i valori e gli orientamenti di fondo legati alla storia e alla cultura dell’organizzazione. – La marca come persona. Questa dimensione dell’identità caratterizza la marca attraverso gli attributi di personalità, quindi alle associazioni che hanno connotazioni simili a quelle del carattere umano e ai tratti della personalità (brand personality) riconosciuti alla marca e alle relazionali emerse nella gestione del rapporto con i clienti.
Brand identity La Brand Identity secondo David Aaker: “una combinazione unica di valori in associazione tra loro che l’azienda ambisce a costruire e a mantenere nel tempo a supporto della marca e rappresentano la promessa che l’azienda si impegna a mantenere nei confronti dei consumatori”.
– La marca come simbolo. Questa dimensione del sistema dell’identità di marca riflette la sua identità visiva (visual identity), ossia un insieme coordinato di simboli e codici di comunicazione presenti in tutte le forme d’interazione con il consumatore e che rendono la marca molto più riconoscibile e semplice da ricordare. Il concetto d’identità dev’essere comunque distinto da quello d’immagine ad esso legato: il primo appartiene all’area strategica di percezione della marca all’esterno, il secondo invece rientra in quella della ricezione, perché riguarda la maniera con la quale un target di consumatori percepisce il brand. In breve, la brand identity esprime l’immagine che l’azienda vuole dare di sé e dei propri prodotti ai consumatori e ai vari stakeholder di riferimento, cioè l’immagine desiderata e, dunque, rappresenta il messaggio dal versante dell’emittente; l’immagine di marca (brand image), invece, è il riflesso dell’identità di marca presso il pubblico e, pertanto, rappresenta il messaggio dal versante del ricevente. Di estrema importanza inoltre il processo con il quale un’azienda attorno al proprio brand riesca a generare un forte senso di appartenenza di tutti i propri collaboratori. Questo sentimento, talvolta, costituisce un fattore di estrema differenziazione e porta un elevato incremento delle performance e dei risultati complessivi.
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AUTOMOTIVE di Andrea Vettore - Responsabile operativo e servizi al cliente Rent2Go
DIESEL, FLOTTE E NOLEGGIO ambiare l’auto è un momento frizzante e pieno di stimoli, perché le macchine sono affascinanti e l’offerta è vastissima: orientarsi non è facile. Oltre ai modelli e agli allestimenti occorre inserire anche una variabile che finora era data quasi per scontata: il tipo di propulsore. Da tanto tempo il diesel era per molti un’opzione pacifica, non in discussione (almeno per chi guida auto non piccole da città e per percorrenze medio-lunghe). Adesso non è più così. Tanti professionisti che scelgono la prossima vettura valutano se tornare al motore a benzina o considerare una ibrida oppure un’auto a metano o Gpl. E questo diventa una questione cruciale nelle flotte, sia per i fleet manager sia per gli “user chooser” (gli assegnatari delle auto che le scelgono, oltre a guidarle). Dietro questi interrogativi ci sono motivazioni diverse. C’è quella del rispetto dell’ambiente, che soprattutto nel nostro Paese è in genere dichiarata più di quanto poi seguita nei fatti. Ancora, c’è quella fondamentale della libertà di ingresso nei grandi centri urbani. D’accordo che il bollo non è più una tassa di circolazione, ma di possesso, però resta una forte contrarietà a pagare per un bene di cui viene impedito l’utilizzo. Ormai non ci si può godere più di una settimana di bel tempo che arriva il temuto blocco alla circolazione, che troppo spesso colpisce anche le vetture nuove, le Euro 6. Inoltre, non passa mese che qualche sindaco annunci di volere che un suo successore, intorno al 2025,
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AUTOMOTIVE blocchi tout court la circolazione per le auto diesel anche nuove (gli autobus invece, la cui età media si aggira intorno ai 15 anni, potranno continuare a circolare). Infine, la preoccupazione per il valore residuo di questa nuova macchina. Si tratta pur sempre di un’importante operazione economica e nessuno vuole veder svanire metà del suo valore finale di realizzo a causa di un mercato che vedrebbe il diesel uscire dalle opzioni dei consumatori. Sono tutte preoccupazioni legittime, ma sono anche accompagnate dal bisogno delle persone di sapere se effettivamente questa campagna sia giustificata (e dunque ineluttabile) dalle evidenze dei livelli di emissione. Molti se lo chiedono e lo chiedono a chi ritengono più addentro al settore. Diciamo subito che non c’è alcun fondamento scientifico per affermare che un motore diesel Euro 6 sia più inquinante di uno a benzina. Molti studi che concludono il contrario sono basati, in tutto o in parte, sulle vetture in circolazione dieci e vent’anni fa, ossia antecedenti al common rail e prive del filtro anti-particolato (Fap). Inoltre, va anche ribadito (a costo di cadere nel “benaltrismo”) come il riscaldamento degli edifici produca il triplo delle emissioni di PM10 e PM2,5 generate da tutti i veicoli: autobus, furgoni e automobili. Va chiarito, inoltre, che gran parte delle polveri sottili sono prodotte non dal motore ma dall’usura dei freni, degli pneumatici e della strada, unitamente al sollevamento di polveri dal suolo (che andrebbe opportunamente lavato dalle amministrazioni). Dall’altro lato c’è la questione del riscaldamento globale, in quota percentuale collegato anche all’anidride carbonica prodotta dai motori. Sulla CO2, che non è un inquinante ma un clima-alterante, non c’è però discussione: il diesel ne produce meno, in quanto più efficiente del motore a benzina. Quindi il diesel, in un certo qual modo, aiuta e non peggiora il riscaldamento globale.
Oltre diesel e benzina * Le alternative a diesel e benzina ci sono. Le auto alimentate a Gpl e a metano vantano, insieme a emissioni di CO2 inferiori, anche un’economia di costo, sebbene le prestazioni non siano così brillanti come le corrispondenti vetture a benzina o diesel. Discorso diverso per le macchine ibride, che uniscono un propulsore elettrico a quello termico. Si tratta di una tecnologia relativamente nuova, che sta gradualmente aumentando la penetrazione sul mercato. Nei primi tre mesi 2018 le immatricolazioni sono cresciute del 32% rispetto all’anno precedente, più di quelle a metano (+30%), mentre nello stesso periodo, in un mercato in flessione dell’1,5%, il diesel è calato del 2,5%, il benzina del 3,2% e il Gpl addirittura del 7,5%.
Comunque, le alternative a diesel e benzina ci sono: le auto alimentate a Gpl e a metano e le macchine ibride*. È probabile che anche coloro che scelgono una nuova auto all’interno delle flotte aziendali si pongano le stesse domande, soprattutto legate alla possibilità di circolare nei centri urbani. Tuttavia, secondo quanto riportano i grandi noleggiatori, queste preoccupazioni non sono ancora arrivate a scalfire le decisioni dei fleet manager, che come noto guardano prevalentemente alla CO 2 come indicatore della sensibilità ambientale dell’impresa e dunque restano fedeli al gasolio, almeno per quei driver che fanno tanti chilometri. Infatti, alcune aziende optano per i motori a benzina o ibridi per quei driver che stanno sotto i 15mila km/anno. In generale, i grandi clienti ascoltano e leggono del clamore che si sta suscitando intorno al diesel, e pongono interrogativi ai noleggiatori, soprattutto per capire se sul versante dei valori residui potrebbero incappare in una diminuzione della convenienza. Ma non è questo il caso, visto che i noleggiatori affermano che in una certa misura la minore appetibilità dei diesel usati è già stata messa in conto, mentre ciò che oggi li preoccupa di più sul fronte dell’usato sono le percorrenze elevate delle macchine a fine noleggio. Per quante domande possano porsi, i clienti del noleggio sono ancora la parte in crescita del mercato auto. Gli operatori del long term acquistato nel trimestre 85mila vetture, 10mila più dello stesso periodo del 2017, con un incremento del 13%, in gran parte derivante da nuova clientela, Pmi e professionisti ma anche privati cittadini. Non così bene il resto del mercato, con le società tenute in positivo solo dalle auto-immatricolazioni, cresciute ancora in questo trimestre del 16%, mentre i privati hanno immatricolato 38mila auto in meno, probabilmente quelli che hanno optato per un usato a km0, visto che i passaggi di proprietà netti (riconducibili per il 95% a privati) sono aumentati di 34mila unità. Photo by Kevin Lee on Unsplash
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LUMIO di LAURA PARISI Marketing Director di Imprimendo
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MASTER la Redazione
MASTER UNIVERSITARIO SUL FRANCHISING runo Vettore presidente di BV invest sarà uno dei docenti del primo Master Universitario in Franchising, organizzato presso Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza e ideato da Assofranchising e Dandelion: una grande opportunità per entrare in un settore in costante crescita. Questa è senza dubbio l'opportunità giusta di professionalizzarsi in un settore in espansione, che offre lavoro a 200.000 persone e che ogni anno rileva aumenti di fatturato e di assunzioni. 24,545 miliardi di euro, quasi 200.000 addetti, export in crescita esponenziale. Dal Rapporto Assofranchising Italia il 2017 si attesta come l’anno dei record, con la crescita al Sud e le opportunità per giovani e donne tra i principali indicatori positivi. Proprio per questo il Master si configura come un percorso di sviluppo di competenze e di accompagnamento per l'elaborazione di un progetto di innovazione, permettendo di formarsi da un un punto di vista manageriale, giuridico ed operativo dal momento che il partecipante potrà acquisire conoscenze e competenze nei diversi ambiti del franchising e potrà strutturare un progetto di innovazione collegato alle esigenze della propria realtà lavorativa e della propria organizzazione.
I punti di forza del Master Universitario sul franchising Il corso è un titolo di studio riconosciuto. Il Master Universitario di I livello rilascia un titolo universitario, il corso di formazione alternativo per non laureati rilascia un attestato e crediti formativi universitari. Inoltre è l'unico percorso universitario riconosciuto da Assofranchising, l'unica Associazione di riferimento per il franchising. La modalità Blended permette di avere dei momenti formativi in presenza, accompagnati da processi di studio online. Le attività didattiche frontali si svolgeranno nel weekend con frequenza obbligatoria, poiché per conseguire il titolo è necessario partecipare almeno all'80% delle ore in aula. A chi si rivolge il Master Universitario sul franchising Il corso si rivolge sia ai professionisti che operano nel mondo del franchising sia a coloro che vogliono sviluppare la propria attività professionale in questo settore. Il periodo di attivazione è previsto nel mese di novembre 2018 per concludersi a ottobre 2019, con un percorso annuale pari a 1500 ore corrispondenti a 60 CFU per il Master di I livello. Per maggiori informazioni sui corsi: franchising.dandelionidea.com
COLOPHON
I&Co Immobili & Co. per l’Impresa Anno XXIII N. 5 - Novembre 2018
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 576 del 21.09.1996 Direzione e Redazione: AG&P s.n.c. Immagine e Comunicazione Via Monte Rosa, 18 - Senago (Mi) Tel. 02 99055532 - agepmail@tin.it Contatti: immobili.co@tin.it Foto di copertina: Photo by Pacific Austin on Unsplash
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Segreteria, Pubblicità e Diffusione: BV invest S.r.l. Via Dario Papa, 24 - 20125 Milano Tel. 02.36566067 - www.bvinvest.it Direttore Responsabile: Antonio Sposari Direttore Editoriale: Bruno Vettore Progettazione Grafica: Cirella Chiariello Diffusione: Digitale gratuita La Direzione non si assume alcuna responsabilità per i testi degli articoli redazionali dei relativi autori e delle pagine pubblicitarie pubblicate. A garanzia di riservatezza, il lettore potrà esercitare i diritti di cui all'art. 7 del D. Lgs. 196/2003 e capo III del Regolamento UE 2016/679, scrivendo alla società BV invest S.r.l., Via della Repubblica 27, Milano o tramite e-mail a info@bvinvest.it, che garantisce comunque la massima cura dei dati forniti o in suo possesso, i quali non verranno comunicati a terzi. Il trattamento avviene presso la predetta sede a cura del personale incaricato. Una non azione sarà interpretata come volontà di restare nel database.
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A SCUOLA DI PUBLIC SPEAKING Un programma intensivo di 3 giornate, 18 ore di formazione, 400 slide, filmati ed esercitazioni pratiche, per una formazione all’insegna della Qualità.
DOPO NON TI FARA’ PIU’ PAURA!
Programma intensivo di alta formazione dedicato a manager, imprenditori o professionisti che vogliono migliorare la loro capacità di parlare in pubblico. Un percorso di 3 giornate, a completa cura di Bruno Vettore, sulle tematiche del Public Speaking certificato Uni Iso 9001:2015 – SNR CERTIFICATION, che permette di ottenere nuove competenze e capacità concretamente spendibili nell’attività, a beneficio di una maggiore valorizzazione personale e professionale. Dalla preparazione alla presentazione di un discorso, dai principi della comunicazione alle categorie del linguaggio, dall’autostima alla gestione dello stress. La cadenza delle giornate, anche non consecutive, verrà concordata con il management aziendale. Al termine del percorso verrà messo a disposizione tutto il materiale didattico e verrà rilasciato un Attestato di Partecipazione.
E’ un’iniziativa:
Contatto diretto: info@brunovettore.it