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Sentieri all'ombra | In vacanza al fresco

All’ombra dei faggi e con lo sguardo rivolto a due golfi: un itinerario di mare nel villaggio alpino dei napoletani, sul Monte Faito

testo e foto di Raffaele Luise*

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Le estati torride di questi ultimi anni rendono sempre più difficile al turista o all’escursionista che si trovino sulla costa campana la scelta di itinerari di montagna, facilmente raggiungibili e lungo i quali non si soffra il caldo. Il Monte Faito (1131 m), la montagna per antonomasia dei napoletani, verso la quale già nell’Ottocento si era rivolto l’interesse dei botanici, fino a divenire negli anni Cinquanta del Novecento la sede di un villaggio turistico, raggiungibile con la funivia da Castellammare di Stabia, continua a essere la meta ideale per allontanarsi rapidamente dai lidi assolati dei golfi di Napoli e di Salerno e immergersi nel fresco della natura.

la Penisola sorrentina vista dal Piazzale dei Capi

GUARDANDO IL MARE

A dire il vero i boschi del Faito hanno molto poco di spontaneo, essendo frutto, in buona parte, di un rimboschimento, realizzato alla fine dell’Ottocento, con oltre 100mila esemplari tra faggi, conifere, meli, peri e castagni, dal conte Girolamo Giusso, proprietario di buona parte della montagna. Il villaggio alpino del Monte Faito comprende un complesso sportivo dotato di campi da tennis, campo da volley e piscina, ristoranti, aree picnic, bar e hotel, tuttavia il fascino dei boschi rinaturalizzati, piantati dal Giusso, rimane inalterato. Il percorso consigliato è quello che, con partenza dalla stazione della funivia, percorrendo i sentieri Cai 336, 350, 338a, 338b e 338c (tracce scaricabili dal sito www.caimontilattari.it) consente di effettuare un anello all’interno dei boschi del plateau sommitale del Faito, con frequenti scorci panoramici sui golfi di Napoli e di Salerno e le isole di Capri, Ischia e Procida. Nelle giornate più limpide il panorama si spinge fino al Circeo, ai Monti dell’Abruzzo e alle Isole Pontine. Dalla stazione della funivia si sale la scala che conduce al sentiero di cresta del Faito n. 350. Si continua in lieve salita fino al piazzale poco più in basso del Santuario di San Michele Arcangelo dal quale si diparte il sentiero per il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi.

Il Monte Faito continua a essere la meta ideale per allontanarsi dai lidi assolati dei golfi di Napoli e di Salerno e immergersi nella natura

la sorgente dell’Acqua Santa sul sentiero per il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi

IL PELLEGRINAGGIO DI AGOSTO

La Sezione Cai di Castellammare di Stabia, in collaborazione con la diocesi di Castellammare-Sorrento, ha da qualche anno ripristinato il pellegrinaggio, che fin dal Medioevo si svolgeva sul Monte Faito, conducendo i pellegrini fin sulla vetta del Molare (Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi), ove era fondato un piccolo romitorio, dedicato al culto di San Michele Arcangelo, probabilmente nello stesso luogo di un precedente tempio pagano. Tale pellegrinaggio, svolgendosi a cavallo del primo giorno di agosto, consentiva, tra l’altro, ai pellegrini, di trarre beneficio dal refrigerio dei boschi nel periodo più caldo dell’anno. Si prosegue sul sentiero fino alla Sorgente dell’Acqua Santa, una sorgente carsica così chiamata perché la leggenda locale vuole che a far sgorgare l’acqua dalla roccia sia stato lo stesso San Michele con un colpo di lancia. L’acqua sgorga da una parete di roccia, ricca di felci e caratterizzata da due rari endemismi, la Lonicera stabiana (un caprifoglio che nel mondo cresce solamente sui Monti Lattari, endemismo puntiforme) e l’“Erba unta Amalfitana” (Pinguicula hirtiflora), l’unica pianta carnivora del Parco dei Lattari, una piccola erba perenne che la selezione naturale ha adattato alla “caccia agli insetti”. Dalla fresca radura dell’Acqua Santa è possibile proseguire nelle giornate meno calde fin sulla vetta del Molare che, con i suoi 1444 metri, rappresenta la cima più alta dei Monti Lattari. Noi però devieremo a destra sulla bretella 338c, per immetterci sul sentiero della Casa del Monaco, immediatamente a sud del Monte Cerasuolo.

l’isola di Capri e Capo di Sorrento dal Piazzale dei Capi

Il sentiero conduce al Pian del Pero, sede un tempo di un galoppatoio. Prestando un po’ di attenzione, si imbocca sulla sinistra il sentiero 338b dei Faggi Secolari, così denominato per la presenza di alcuni esemplari di faggio tra i più longevi dell’Appennino. Questi alberi bordano le neviere, le fosse dove, un tempo, nel periodo invernale veniva ammassata la neve caduta sul Faito. Nei mesi estivi, la neve veniva tolta e trasportata in blocchi ai porti di Vico Equense e Castellammare di Stabia per essere venduta a Napoli. Una volta raggiunta la strada asfaltata, nei pressi della sorgente della Lontra, la si segue sulla destra fino a raggiungere il piazzale dei Capi, spettacolare punto panoramico, sospeso tra i due golfi, dove è possibile ristorarsi a uno dei bar, prima di riprendere il sentiero di cresta che, in breve, conduce in salita alla stazione della funivia.

l Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi (Monte di Mezzo e Monte San Michele)

Castellammare di Stabia dal sentiero di cresta del Monte Faito

È un anello all’interno dei boschi del plateau sommitale del Faito, con scorci sui golfi di Napoli e di Salerno e le isole di Capri, Ischia e Procida

il Vesuvio dal sentiero di cresta del Monte Faito

il corvo imperiale (Corvus Corax) e le falesie di cresta del Monte Faito

ANELLO DEL MONTE FAITO

Punto di partenza e di arrivo: stazione della funivia del Monte Faito (1102 m)

Dislivello: 300 metri

Tempo di percorrenza: 4 ore

Difficoltà: E (Escursionistica)

Cartografia: Monti Lattari, Carta dei Sentieri, seconda edizione, Club alpino italiano – Castellammare di Stabia, Cava de’ Tirreni, Napoli, Edizioni Il Lupo

* Sezione di Castellammare di Stabia, Presidente Cai Campania

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