5 minute read

Sentieri all'Ombra | All’ombra dei giganti

Itinerario fra gli imponenti e solenni abeti bianchi di Calabria, per arrivare al Monte Spinalba e al Monte Femminamorta, nel Parco Nazionale della Sila

testo e foto di Marco Garcea

Advertisement

Il Monte Spinalba si trova nella Sila Piccola di Catanzaro, si eleva a sud del Monte Gariglione, e rappresenta la propaggine orientale del Monte Femminamorta ed è caratterizzata da una faggeta mista ad abete bianco. La località di partenza è Spinalba, un’ampia radura a sinistra della strada che conduce a Petronà, dove il suono dei campanacci delle mucche al pascolo rimbomba in tutte le vallate.

il passaggio in una radura lungo il percorso

L’ABETE CHE RESISTE

Il sentiero è la continuazione del n° 314 Cai che parte dalla grande testata valliva di Tirivolo, nei pressi delle sorgenti del Torrente Soleo, affluente del Fiume Tacina. Seguendo la segnaletica bianco/ rossa del Cai, ci si trova subito immersi in una splendida faggeta che in estate ripara dalla calura gli escursionisti che si inoltrano in queste montagne. Man mano che si sale al faggio si unisce l’abete bianco con esemplari vetusti plurisecolari, mentre nel sottobosco abbondante è il ranuncolo di Calabria (Ranunculus brutius). Sono innumerevoli gli abeti bianchi il cui ecotipo qui presente è tra i più pregiati a livello europeo, per le caratteristiche morfologiche, per i ritmi di accrescimento e, soprattutto, per la resistenza alle piogge acide, infatti paesi del centro-nord Europa impiegano il seme di provenienza silana per ricostituire aree boschive devastate dall’inquinamento.

uno scatto ravvicinato del “Re della foresta”, un mastodontico abete bianco

Il cammino è spesso interrotto per fermarsi ad abbracciare questi monumenti della natura. Ovunque volgiamo lo sguardo si viene conquistati dalla maestosità, eleganza e potenza di piante colossali che raggiungono altezze senza fine e dal profumo della resina che scende dalle ferite di alcuni tronchi: “la pece bruzia, ch’è la più odorosa ch’io conosca” scriveva Dionigi d’Alicarnasso. A questi si aggiungono alberi caduti, che si sono arresi al meteo inclemente che si abbatte nella stagione invernale, e che comunque diventano la casa per altri esseri viventi che contribuiscono alla valorizzazione dei luoghi, bioindicatori per la valutazione delle aree forestali vetuste, sia dal punto di vista ecologico che protezionistico, specie divenute rare che con la loro presenza confermano come la Sila Piccola, oltre a vantare l’aria più pura d’Europa, ha un ecosistema che è uno scrigno di biodiversità, in grado di conservare al proprio interno caratteristiche di purezza che lo rendono un patrimonio unico da preservare.

ONORE AL RE DELLA FORESTA

Si continua lungo il sentiero che, in salita, oltrepassa una piccola sella del versante ovest del monte Spinalba fino alla sua pendice nord. Da qui il percorso scende lungo una serie di tornanti, attraversando il fitto bosco interrotto da piccole radure, fino a raggiungere un quadrivio nel fondo della sella di separazione tra i monti Spinalba e Femminamorta. Si procede dritti, in salita, fino a uscire nell’ampio bivio del Colle del Cucumino, che prende il nome dal prugnolo selvatico (Prunus spinosa), antica pianta arbustiva da cui si ricavavano deliziosi frutti per la preparazione di conserve invernali. Questo tratto di bosco è in ottimo stato di conservazione, rappresenta un esempio di come dovevano essere in antichità le selve silane, così come le aveva raccontate lo scrittore britannico George Norman Douglas nel suo diario di viaggio del 1915 Old Calabria. Al Colle del Cucumino si abbandona il sentiero Cai per deviare a sinistra e raggiungere, dopo qualche centinaio di metri, il “Re della foresta”, mastodontico abete bianco, il più grande tra i tanti che abbiano potuto appagarci durante la salita fino a qui. Si rimane senza parole, il silenzio attorno è ancestrale, a pochi passi si trova un altro gigante minore, sembrano quasi darsi la mano come due sposi pronti per andare all’altare. Sono qui da 3 o 4 secoli ma questo non è importante, il tempo sembra si sia fermato quassù, dove i raggi caldi del sole fanno fatica a penetrare. Fermarsi qui per lungo tempo consente di scrutare il passaggio di mammiferi come il lupo, fino a qualche anno fa in pericolo di estinzione, il capriolo, lo scoiattolo, la lepre, la volpe, il tasso, la puzzola o uccelli nidificanti come l’astore, lo sparviere, il falco pecchiaiolo, la poiana o ascoltare il canto di alcune specie di uccelli come il regolo e il lucarino.

un passaggio al Colle del Cucumino

Il cammino è spesso interrotto per fermarsi ad abbracciare questi monumenti della natura. Ovunque volgiamo lo sguardo si viene conquistati dalla loro maestosità

la splendida faggeta che accoglie gli escursionisti all’inizio del percorso.

LA LUCE DELLA SILA

Dopo essersi svegliati dall’incantesimo di questi luoghi, si ritorna al bivio del Colle del Cucumino per proseguire lungo la pista che scorre sul crinale della dorsale del Femminamorta e, deviando sempre a destra nei bivi incontrati, scende fino alla conca del Torrente Ritorto. Passando accanto a baracche di pastori si raggiunge la località Acrilano, dove è presente un’area picnic. Si continua e, tramite il passaggio su un ponticello in muratura che attraversa il ramo est del torrente, si raggiunge Macchia del Barone, meta del percorso. Ma se volete un consiglio, dal Colle del Cucumino rientrate dallo stesso percorso dell’andata, ammirerete il bosco in una luce diversa, quella luce unica della Sila che cambia in ogni istante disegnando scenografie arcane. E inoltre vi accorgerete che tanti altri giganti, mimetizzati nella foresta, erano sfuggiti al vostro sguardo. Non vi pentirete di essere stati coccolati “dall’ombra dei giganti”.

un abete bianco gigante squarciato da un fulmine

UN SENTIERO NELLA SILA PICCOLA

Regione Calabria (U) - Settore montuoso: 3 - Sila Piccola Catasto sentieri: 314 Cai

Province: Catanzaro - Crotone

Gruppo Montuoso: APMER 150 Monte Femminamorta

Comuni: Zagarise, Petronà, Mesoraca

Cartografia IGM 1:25000 Sezioni 569/I (Monte Gariglione) - 570/III Mesoraca - 570/IV Petilia Policastro

Lunghezza: 8,2 km

Quota max: 1690 m

Quota min: 1474 m

Dislivelli: salita 244 m, discesa 327

Tempi di percorrenza: 2.30 h andata, 2.30 h ritorno

Difficoltà: T (Turistica)

This article is from: