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Fotogrammi d’alta quota | Coconut Connection

a cura di Antonio Massena

Regia: Sean Villanueva O’Driscoll (Belgio 2017), 36 minuti

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Anteprima italiana al Trento Film Festival 2018

Dopo aver esplorato la costa di Baffin a bordo del famoso Dodo’s Delight, Nicolas Favresse e Sean Villanueva decidono di intraprendere una spedizione di free climbing nel mese di luglio. Tuttavia, con l’interruzione del ghiaccio marino, l’accesso è quasi impossibile. Assieme a tre alpinisti italiani (Matteo Della Bordella, Matteo De Zaiacomo e Luca Schiera) si avvicinano con gli sci sul mare ghiacciato a giugno e si ritrovano bloccati per quasi due mesi in una valle piena di incredibili grandi muri. Nico e Sean sono musicisti famosi, ma quali strumenti possono portare gli italiani al concerto? Il video ha ritmi sostenuti che si alternano a pause mai troppo lunghe e con una buona scansione. L’avvicinamento alla parete dura parecchi giorni e la successione della temporalità è filmata e montata velocemente e con leggerezza in modo da non sbilanciarne i tempi. Così come risulta credibile e reale il gioco dell’attesa per arrampicare. Piccole pause, musica, ritmo, autoironia, a tratti anche supponenza, per una sosta in attesa del ritorno di condizioni meteo più favorevoli. Ed ecco finalmente la visione del Great Sail Peak (Canada, Isola di Baffin), con i suoi oltre mille metri di parete verticale, che si apre ai loro occhi e a quelli dello spettatore dopo oltre sette giorni di marcia fra ghiaccio, rocce e acqua. Una pausa prima dell’impegno dell’arrampicata e il gioco continua. Le note di Bella ciao e di altri pezzi musicali suonati dalla chitarra, dal violino e dal flauto in maniera accattivante anche se non sempre in sintonia fra strumenti e voci. C’è tempo, nel gioco e nello scherzo, per qualche riflessione, pensieri appena accennati, frasi apparentemente buttate lì a caso come «… dal seme della follia nasce l’albero della saggezza». Ma l’atteggiamento cambia radicalmente appena mani e piedi cominciano a cercare le giuste prese per salire. Una linea pulita fra fessure, camini, diedri, tetti e strapiombi che viene superata con dinamicità ed elasticità. Ci si ritrova immersi in un ambiente meraviglioso e unico. La progressione e le soste in parete ricalcano un po’ lo stile, per inquadrature e struttura, di China Jam, film di Nicolas Favresse del 2014. È il loro stile, la loro cifra narrativa che potrebbe sembrare scontata ma che riesce comunque a trasmettere leggerezza e capacità tecniche notevoli. E la leggerezza conduce alla gioia e alla felicità come l’immagine di vetta, dove Matteo Della Bordella, Luca Schiera, Matteo De Zaiacomo, Nicolas Favresse e Sean Villanueva si abbracciano e urlano tutta la loro felicità. Due stili di raccontare l’alpinismo che si intrecciano: quello di Dodo’s Delight e quello dei Ragni di Lecco e in questa occasione fanno bene a entrambi. I primi oramai si auto replicavano dopo la spinta iniziale innovativa così come i Ragni di Lecco che alternavano buoni prodotti ad altri meno efficaci. Anche qui l’ironia e la presa in giro sono a tratti eccessive ma le riprese in parete, l’attenzione al particolare, la sequenza dinamica dell’ascensione sono ben costruite ed efficaci.

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Favresse, Villanueva, Della Bordella, De Zaiacomo e Schiera in vetta al Great Sail Peak

Matteo De Zaiacomo in parete (foto Archivio Trento Film Festival)

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