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Indeterminazione
NUF #04 AUTUNNO 2012 INDEX 5 EDITORIALE 6 COVER 9 CIÒ CHE SI VEDE DA UNA FINESTRA 20 LA LUCE È TUTTO 30 DIVERGENZE CONVERGENTI
NUF è ideato/disegnato da Roberto Miata; i testi, le fotografie e i disegni sono di Roberto Miata. “ è impresso su carta Splendorgel Brilliant White da 160 g/mq delle cartiere Fedrigoni. La copertina è impressa su carta Tintoretto Gesso da 250 g/mq delle cartiere Fedrigoni. “ è piegato in formato A5, rilegato a spilla e composto con Alternate Gothic e Utopia
NUF è stato stampato nel mese di dicembre 2012, in venti copie numerate. La copia che avete in mano è la numero:
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Tutti i diritti riservati © 2012
EDITORIALE
Roberto Miata
NUF
#04 - AUTUNNO 2012
definirla, tanto più la perturbiamo. Ho detto immagine indeterminata: con ciò non voglio dire che il mondo sia irreale o falso, ma solo che le nostre osservazioni, le immagini che ci facciamo del mondo, le rappresentazioni di questo, non sono precise come crediamo, non sono determinate e oggettive. Non essendo più, o non essendo solo, la finestra ciò da cui osservo, ma ciò che osservo, in maniera analoga ne “La luce è tutto” non uso la luce per osservare il mondo (che a questa osservazione sfugge), ma tento di osservare la luce attraverso il mondo. E dove c’è luce che illumina qualcosa, c’è sempre l’ombra di ciò che è illuminato. Per questo motivo il titolo di quest’album vuole essere un’assonanza e un omaggio al libro di Gesualdo Bufalino, “La luce e il lutto”, nel quale lo scrittore ha cercato di raccontare una «[...] Sicilia iperbolica, doppiamente gonfia di vita e di morte [...]», fatta di luci e ombre, o come lui stesso scrive: «[...] una mischia di lutto e di luce. Dove è più nero il lutto, ivi è più fragrante la luce, e fa sembrare incredibile, inaccettabile la morte». Ed è per questo che le fotografie di quest’album sono tutte state scattate in Sicilia. L’ultimo album, “Divergenze convergenti”, è rappresentato come una sorta di binocolo, che va mettendo a fuoco, attraverso il tempo e lo spazio, dei paesaggi, la cui visione totale non corrisponde se non per delle linee che dalla pagina di sinistra vanno alla pagina di destra e viceversa. Dapprima ciò che vede la lente di sinistra non corrisponde, né per il tempo né per lo spazio, a ciò che vede la lente di destra e quindi l’immagine totale risulta sfocata, confusa, incoerente. A mano mano, però, tempo e luogo vanno a coincidere fino a quando, nelle ultime due fotografie, la scena è la stessa, ma vista da due punti di vista opposti, dunque un’altra situazione indeterminata.
EDITORIALE
Werner Karl Heisenberg spiegava il principio di indeterminazione – secondo cui, minore è l’approssimazione con cui conosciamo la posizione di una particella elementare, maggiore è l’incertezza riguardo alla sua quantità di moto, e viceversa – riportandolo a un problema relativo alla misurazione: per determinare la posizione della particella, per esempio, dobbiamo “illuminarla” con dei fotoni, che ne alterano la velocità, anche se impercettibilmente. Allo stesso modo, quando si procede a determinare con precisione la quantità di moto, se ne altera la posizione. In altre parole: l’osservazione di un fenomeno altera il fenomeno stesso. Questo quarto numero di NUF è composto solo di fotografie, di vani tentativi di misurare con precisione un fenomeno, un paesaggio o un’azione, ben sapendo che questa osservazione li modifica. Sono dunque scene che con la mia presenza hanno subito un’alterazione. Queste fotografie (ma possiamo dire tutte le fotografie) sono dei punti di vista. Nel primo album la finestra non è soltanto il punto da cui ci affacciamo per vedere qualcosa, ma diventa il qualcosa da osservare. Il punto d’osservazione si trasforma in ciò che viene osservato. Il titolo, “Ciò che si vede da un finestra” (ripreso da un paragrafo de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa), nasconde una doppia interpretazione: ciò che si può vedere affacciandosi da una finestra e ciò che si può vedere guardando una finestra, osservandola nel suo contesto e per quello che è, vetro, legno, ferro, un’apertura nel muro, un vuoto riempito da un paesaggio. Parlando di punti di vista e osservazioni, non si può non parlare di luce perché è grazie alla luce che possiamo vedere il mondo, ma questa, come detto precedentemente, altera i fenomeni che stiamo osservando. L’immagine del mondo che ci viene restituita è dunque un’immagine indeterminata, quanto più cerchiamo di misurarla, di metterla a fuoco e
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La notte incombe lasciando attese di luce.
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DEFINIZIONI #04 - AUTUNNO 2012
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INDETERMINAZIONE s. f. [lat. tardo indeterminatio -onis] – 1. Mancanza di determinazione; riferito a persona, mancanza di decisione, irresolutezza. 2. In matematica, con riferimento a una funzione o ad altro ente dipendente da certi parametri, l’impossibilità di far corrispondere a certi valori delle variabili o dei parametri un ben determinato valore della funzione o un ben determinato ente. 3. In biologia, la capacità che un abbozzo embrionale ha di evolversi diversamente dal proprio destino, qualora sia sottoposto a nuove condizioni sperimentali; è detta anche plasticità. 4. Nella meccanica quantistica, principio di indeterminazione, principio fondamentale (formulato nel 1927 dal fisico tedesco W. K. Heisenberg, per cui è detto anche principio di Heisenberg) per il quale non è possibile determinare con esattezza una quantità osservabile senza rendere indeterminato il valore di altre quantità osservabili; per es., nel caso di una singola particella, è impossibile determinare con esattezza simultaneamente la posizione e l’impulso (o, di conseguenza, la posizione e la velocità).
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