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Editoriale
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Vivere natural a 360 gradi di Marzia Novelli
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Il magazine gratuito per vivere in modo consapevolmente secondo Natura A cura di Marzia Novelli e Riccardo Mazzoni Hanno collaborato: Fabiola Rizzi Luca Riezzo Micaela Del Buono Miriam Baroni Gabriella Baroni Corinna Muzi Francesco Beccagutti Progetto grafico Morena Ceriotti (Excalibur) Realizzazione editoriale Giovanna Mazzoni (Excalibur) www.facebook.com/ YouPetTv/ www.magazinepress.it
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uesto che state sfogliando è il numero Zero di una nuova rivista digitale gratuita che potrete scaricare velocemente e facilmente dal web. You natural, nasce sull’onda del progetto digitale Yuopet magazine, e si legge come una rivista classica, solo che si sfoglia suil computer o sul tablet. Insomma per realizzare questa rivista non sono stati abbattuti alberi. Ma la novità non è questa: a partire dal primo numero del 2018 il PDF che leggeret sarà interattivo e con un semplice click potrete visionare filmati, scaricare materiali informativi e
condividere le notizie che preferite. You natural nasce grazie alla collaborazione di esperti e appassionati della vita naturale scandita dai tempi della natura. Il prossimo appuntamento con il numero zerodue della nozìstra/ vostra rivista è per il 30 dicembre con un numero tutto dedicato all’arrivo del nuovo anno. Ci leggiamo presto. PS se volete collaborare con noi... contattaeci attraverso la nostra paginafacebook www.facebook.com/YouPetTv/
Fabiola Rizzi
LUCE & AMORE
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: sia la luce e la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu la sera e fu mattina. Giorno primo. Genesi
A
dicembre durante le festività natalizie è come se questo processo di separazione della luce dalle tenebre dovesse essere ripetuto da noi, ci venisse chiesto di entrare nel nostro essere più profondo, rappresentato dalla grotta di Gesù Bambino per ritrovare la luce, il nostro essere più puro, innocente, la luce della quale siamo fatti per ricollegarci alla perfezione del primo giorno della creazione. C.G. Jung diceva: «Per quanto possa discernere, l’unico scopo dell’esistenza umana è accendere una luce nel buio del nostro essere». Qual è lo scopo della luce? Quello di rendere manifesto ciò che è nascosto e questo avviene soltanto attraverso la conoscenza di noi stessi. Il Natale con tutte le sue luci ci indica la porta, l’ingresso simbolico per accedere ad uno stato superiore di consapevolezza. Ci invita al silenzio, all’ascolto. Anche in natura, dicembre è il mese di preparazione alla nuova vita. Sotto la superficie della terra c’è il seme che racchiude la vita, la promessa di un nuovo raccolto. Se saremo capaci di entrare nel silenzio della grotta, saremo capaci di ascoltarci e ricollegarci a quella luce che dissolverà il buio che ci ha fatti perdere e distogliere dalla nostra vera natura di esseri divini. Se entriamo per la porta delle tenebre, della confusione, fatta solo del frastuono delle feste, della celebrazione fittizia, non potremmo che perderci e assorbire una luce artificiale, incapace di nutrire la nostra anima. È nel buio profondo della nostra anima che è racchiuso il tesoro e se saremo capaci di alzare lo sguardo e scorgere la stella cometa, questa ci condurrà al centro della grotta, dove troveremo il nostro essere pulsante di luce. La mezzanotte diventa quindi l’ora rituale, il portale tra il buio profondo e la promessa di un ritorno alla luce. La luce è calore, espansione, gioia. Il buio è freddo è restrizione, tristezza. Il buio ci blocca, rende incerti i nostri movimenti, è la paura. Quando si prega, si chiudono gli occhi per distaccarci dal frastuono della vita quotidiana ed entrare in una dimensione fatta di luce, di pace, di serenità, dove l’unico tempo è quello presente. Con il capo chino chiediamo perdono per esserci traditi seguendo il buio della materialità invece che la luce della spiritualità e chiediamo che il contatto con il divino venga ristabilito. La chiesa diventa così la rappresentazione dell’utero divino della creazione, dove ogni volta rinascere a se stessi. Spogliamoci allora di tutti quegli elementi che lungo la via ci hanno appesantito e torniamo alla semplicità di quel bambino che è venuto al mondo in una grotta, privo di abiti che rappresentano tutte le nostre sovrastrutture, i veli che oscurano la luce e ricerchiamo quei doni che gli furono donati dai re magi. L’oro ad indicare la saggezza, la coscienza e conoscenza. L’incenso, che rappresenta la spiritualità, l’amore e infine la mirra indice di immortalità, energia creativa. Sono queste le chiavi che ci permetteranno di entrare nel nostro tempio interiore fatto di luce e di amore incondizionato. Possa questo Natale portare a tutti noi il dono della riconnessione alla luce vera.
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Il menu
più sano e gustoso
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apevate che esiste la sindrome da Natale imminente? Un insieme di sintomatologie ansiose, psicosomatiche e nervi a fior di pelle! Con l’arrivo della fine dell’anno aumentano le cose da fare, gli impegni, le scadenze, e, come se non bastasse, si sommano anche gli impegni legati alle festività natalizie. E’ allora che tutto sembra impossibile da fare, lo stress arriva ai livelli più alti di tutto l’anno. Molte sono le sollecitazioni e continui i cambiamenti imprevisti! La carta vincente per superare tutto questo è l’organizzazione e l’adattabilità.
Il vero spirito del Natale sta nella reinterpretazione personale e fantasiosa della tradizione. Ecco dunque, consigli utili e alcune idee per un menu natural… for you!
È arrivata la primavera
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Non è difficile trovare ricette tipiche e tradizionali vegetariane ‘di nascita’, per un menù “ne carne ne pesce”, vista la grande varietà di preparazioni veg che la nostra cucina prevede, dovuta anche alle numerose cucine e gastronomie regionali e locali, tipiche della cultura del Bel Paese. In alternativa le nuove scoperte e tendenze culinarie permettono di non rinunciare nemmeno ai piatti abituali delle festività che prevedono ingredienti animali, facendo ovviamente le opportune sostituzioni. Inutile soffermarci sulle ricette che ritroviamo ormai in ogni angolo del web. LINEE GUIDA PER PREPARARE UN MENU DI NATALE VEGETARIANO Non è necessario avventurarsi nell’utilizzo di prodotti e semilavorati proteici spesso usati in sostituzione delle proteine animali (tufu, tempeh, seitan) dato che si possono sicuramente ottenere risultati migliori usando solamente ingredienti freschi, senza dover alleggerire troppo le tasche. A discrezione di ogni chef usare o no ingredienti di stagione o surgelati e/o conservati, il risultato sarà comunque da leccarsi i baffi. Un’altra scelta da fare è se seguire un menu strutturato in maniera “classica” con antipasti, primi, secondi, contorni e dolci, oppure preparare più pietanze commutabili nell’ordine del servizio, senza quindi dare una struttura al menu. Nel primo caso potrebbe essere una buona idea prevedere antipasti che si possono prepara-
re in anticipo e servire a temperatura ambiente o appena scaldati, in modo da potersi dedicare maggior cura alla preparazione di primi e secondi espressi. Per i contorni e i dolci le regole sono le medesime dei tradizionali menù di Natale poiché gli unici ingredienti
di origine animale della nostra pasticceria, salvo poche eccezioni, sono principalmente uova, latte e suoi derivati, tranquillamente contemplati dallo stile alimentare vegetariano. Nel caso in cui si preferisca un menù più easy, dove non esistono grosse regole, dove tutto si può osare (beh non proprio tutto…), l’unica cosa è stare attenti ai tempi con cui servire i piatti: portare prima in tavola le pietanze fredde o tiepide e, nel frattempo che i commensali cominciano a servirsi, dedicarsi a quelli caldi in modo da non creare lunghe attese col piatto vuoto. Avendo a che fare con un menu senza ordine, temporale o strutturale, l’unica regola è affidarsi al buon senso nella scelta dei piatti e di come servirli, per crea-
A proposito di mal d'auto
NEL SUO BLOG: HTTP://TONIBRANCATISANO.COM Un melting pot culinario, sintesi delle sue esperienze di vita in cucina nei vari paesi della sua vita, Australia-Inghilterra-Italia, e della curiosità gastronomica e culinaria che l’ha portata a crescere e ad accrescere le sue competenze del settore. Alla domanda ‘Cosa suggeriresti a chi volesse preparare un menù vegetariano “ne carne ne pesce” per le faste natalizie?’, Toni ci risponde in maniera chiara e concisa: «Sono cresciuta in una famiglia di origini italiane (calabresi) da parte paterna, ed inglesi da parte materna. Non siamo una famiglia vegetariana né prettamente “carnivora”. L’azienda di famiglia che si occupa di import/export di vegetali freschi mi ha permesso di apprezzare il gusto e la salubrità del consumare grandi quantità di verdura e frutta di provenienza mondiale fin da bambina. Questo fatto, unito agli studi infermieristici intrapresi all’università in Australia, mi hanno dato gli strumenti per poter apprezzare e capire l’importanza di avere una grossa parte parte dell’alimentazione giornaliera composta da vegetali. La passione per la cucina che mi è stata trasmessa da mia mamma e mia nonna, unita alla curiosità per la cucina intesa in senso più ampio, mi hanno portato a sperimentare anche elementi nuovi, rivisitazioni e fusione di elementi presi da culture differenti. Ma tendo sempre a creare piatti tipici, magari abbinati ad altri di altre culture, ma comunque sempre cercando di tenere le ricette originali in un mix proporzionato e ben equilibrato. Non voglio dare consigli su quali ricette eseguire per un menù senza carne e pesce poiché ognuno ha i propri gusti ma posso dire che, con un po’ di flessibilità e riflessione, chiunque può creare un suo menù vegetariano. Vi consiglio di partire dalla scelta del singolo ingrediente chiave per ogni piatto e da lì procurarvi la ricetta specifica che più vi aggrada per prepararlo. Comunque ricordate che il nucleo centrale di ogni piatto è l’ingrediente (o ingredienti) principale attorno cui gira tutto il resto. Una volta scelto, decidete se inserirlo in un antipasto, un primo, un secondo o un contorno, e da qui partite per scegliere una ricetta che più vi aggrada. Seguitela specialmente nei passaggi principali ed il gioco è fatto. Proseguite come più preferite per ottenere un menù ampio e semplice in modo da offrire numerose piccole esperienze di gusto, o un menù breve ma più sofisticato che faccia di ogni piatto un fusione di molte sensazioni e sapor».
Luca Riezzo ha intervistato per YOUNATURAL Toni Brancatisano re un menù equilibrato e che non risulti banale ma di carattere, senza tralasciare nessuno dei nostri sensi. Ricordo che cominciamo a mangiare con gli occhi! Vi consiglio di guarda-
re il blog della nostra consulente e amica, nonché noto chef e cake designer, scrittrice di libri, conduttrice e ospite televisiva di programmi di cucina, Toni Brancatisano. Di origini
anglo-calabresi ma australiana di nascita, Toni porta nelle sue ricette il calore e le coccole dei suoi ricordi d’infanzia, ricordi in cucina con la mamma e la nonna inglese.
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Benessere al naturale
DECORARE CON FANTASIA
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l Natale è sempre più vicino e l’ansia da preparativi ci assale. Ci ritroviamo invasi di proposte di acquisti di prodotti per addobbare le nostre case, di ogni stile, di ogni colore e forma, tutto confezionato e pronto da scartare, con un’unica cosa che li accomuna: l’odore di colle e vernici. Ogni negozio ci propone le sue offerte,
Cosa fare quando arriva un cucciolo
ogni anno nuove idee belle e pronte per toglierci almeno l’incombenza di dover pensare a come addobbare la casa all’inizio di dicembre, quando ancora ci sembra di essere appena usciti dalla stagione estiva, e la voglia di affrontare la chiusura dell’anno non è molta. Dicembre è un mese ricco di impegni, di scadenze e di stress.
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Ogni particolare deve essere curato, ogni decorazione ha un suo significato. Meglio se sono create insieme: saranno non solo utili ma anche personalizzate con fantasia Allora perché non rilassarsi un po’, allentare l’ansia del Natale e cercare di addobbare la casa usando la grandissima quantità di materiali naturali di ‘scarto’ di cui siamo circondati? SAPER RICICLARE Potrebbe essere una bella opportunità di passare qualche ora con i nostri cari e i nostri bambini, e l’occasione di riciclare molti dei materiali che di solito finiscono in discarica.Iniziamo con il vedere quali sono i materiali naturali che possiamo usare per creare facili, originali e soprattutto profumate decorazioni per la casa. Innanzitutto tutto ciò che è legno o ‘legnoso’ può essere sagomato o modellato per ottenere una base per ghirlande, centrotavola, portafrutta o cioccolatini, o semplici forme concave che possono accogliere altri oggetti. Lo stesso vale per rami, viticci o grosse foglie. I MATERIALI GIUSTI Altri ingredienti possibili per le basi delle nostre decorazioni potrebbero venire da una bella passeggiata in campagna. Materiali come pigne cadute, rami secchi o bacche di siepi selvatiche come il biancospino e le rose canine, senza escludere i classici rami di agrifoglio e conifere varie. Anche gli scarti di frutta e verdura possono essere usati per la decorazione. Pensiamo per esempio a dei frutti un po’ troppo maturi (arance, mele, limoni o kiwi) che possono essere tagliati a rondelle o fette e lasciati disidratare in forno bassissimo per alcune ore, oppure vicino al camino. Queste potranno essere usate per creare addobbi da appendere all’albero di Natale o alla ghirlanda. Lo stesso può essere fatto con frutta e verdura decorativa per natura come le rape rosse, le spighe ormai secche dei cardi, i cavolfiori (bianchi, gialli o rossi), tutto essiccato ed usato come addobbo, ognuno con il proprio colore attenuato dal processo dell’essiccazione. Tuttavia, frutta e verdura possono anche essere usate fresche. Se volessimo un bel centrotavola potremmo usare un bello e profumato cavolfiore lilla appoggiato in una ciotola bassa con acqua a mo’ di fiore reciso. Per degli addobbi da
A proposito del bagno...
appendere potremmo pensare a dei piccoli mandarini con inseriti dei chiodi di garofano a creare profumatissimi disegni e motivi personalizzati. Ogni ingrediente può essere la base per un addobbo o una decorazione natalizia. I risultati saranno sicuramente migliori di qualsiasi prodotto pronto e preconfezionato in commercio. Di sicuro il profumo che si sentirà in tutta la casa non avrà eguali. Unico ingrediente sempre necessario e alla portata di tutti per ottenere ottimi risultati in pochissimo tempo è la fantasia da lasciar correre a briglia sciolta.
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CHRISTMAS BELL La dottoressa Micaela Dal Buono ci racconta una curiosità “botanica” legata direttamente al Natale e... non solo per le assonanze del nome con il quale è conosciuta curiosamente la pianta che ci presenta!
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l Natale alle porte ci regala sogni e desideri da realizzare per il nuovo anno. “Le campane di Natale” suonano a festa, simboleggiano la pace nei legami affettivi, donano amore, avverano sogni e desideri, sono i fiori che più ci sostengono a livello emotivo. Il Christmas Bell è un fiore australiano della famiglia dei gigli, cresce spontaneamente in varie tipologie di terreno, purché questi non siano aridi e freddi, nella parte est dell’Australia. È il fiore dell’abbondanza e della prosperità, dona fiducia ed ottimismo. È proprio in questo periodo storico, dominato dal cinismo, dalla mancanza di sogni e di aspirazioni, dall’appiattimento intellettuale, che questo fiore giunge a noi come una benedizione del cielo, permette noi di comprendere quali sono i nostri desideri, i nostri sogni e ci consente di trovare le soluzioni ideali per realizzarli. Mi è capitato spesso di vedere persone scoraggiate, disilluse, incapaci di comprendere i propri bisogni e desideri, ma prodighe nel concretizzare la felicità altrui; questo fiore ha donato loro la fiducia e la capacità di realizzare i propri desideri. Altra importante caratteristica di questo fiore è la sua capacità nel portare pace nelle relazioni affettive. Il Fiore della speranza, della perseveranza e della resilienza. La posologia di utilizzo di questo fiore è di 7 gocce, 2 volte al giorno, per os, quindi direttamente in bocca.
MICAELA DAL BUONO Laureata in scienza dell’educazione con specializzazione in psico-pedagogia presso l’Università La Sapienza di Roma. Si è occupata di selezione e formazione del personale in Telecom. Interessata alle discipline naturali, attenta alle tematiche ecologiche, è formata in Erboristeria in Floriterapia con specializzazione nell’utilizzo dei Fiori Australiani.
SENZA...
Miriam Baroni e Micaela Dal Buono
NON É NATALE!
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apevate che l’Euphorbia pulcherrima non vive bene sotto i 14 gradi e muore se ci si avvicina agli 0? Si ma che cos’è questo sconosciuto? Non è altro che la pianta simbolo del nostro moderno Natale che in effetti di “nostro” non ha nulla: la Stella di Natale. Originaria dell’America Centrale e soprattutto del Messico, vive in ambienti miti e soleggiati, l’opposto del clima che si trova in Europa nel mese di dicembre. Di esempi di questo tipo ce ne sono vari come l’anthuruim, tropicale dall’ampio fiore rosso, o gli amarillis dalle varie sfumature di colore. Nessuna di queste essenze è tipica della nostra tradizione, ma piuttosto sono il “frutto” delle vecchie feste religiose, cristiane e precristiane, trasformate in un mero prodotto commerciale. Ma vediamo come in Europa e in Italia, si è evoluta l’usanza di utilizzare piante locali durante il Natale e di come queste sono entrate a far parte della tradizione natalizia. Partiamo dalle essenze che per prime ci portano alla mente le feste di fine anno. Tra i simboli vegetali di queste festività troviamo l’abete usato per l’albero di Natale, il pungitopo, l’agrifoglio, il vischio e l’edera.
L’albero di Natale Da popolare simbolo pagano di rinascita e rinnovamento, durante il Medioevo da qualche parte in Europa, si è diffusa l’usanza di portare un grosso albero di abete in piazza. Questo veniva addobbato con varie cose e intorno vi ballavano uomini scapoli e donne nubili sperando in qualche colpo di fulmine. L’origine del fatto non è chiara ma pare derivasse dal culto degli alberi delle popolazioni nordeuropee, soprattutto della quercia, cambiato poi, per qualche motivo, con quello per l’abete. Si parla anche di piazze addobbate con piante e rami di alberi da frutto che simboleggiavano la fertilità e l’abbondanza invocata per la primavera successiva. Insomma l’origine non è chiara ma ormai a livello mondiale il simbolo del Natale è l’abete addobbato. Il pungitopo È una delle piante con più simbolismo intrinseco tra quelle che rientrano nella tradizione natalizia. Questo simbolismo nasce da un’antica usanza contadina di collocare l’arbusto alla base dei tronchi degli alberi da frutto per evitare che gli animali terrestri, come i topi, salissero sugli alberi e compromettessero il raccolto. Da lì questa pianta è diventata il simbolo di protezione, buon augurio e abbondanza. L’agrifoglio Ricopre un ruolo fondamentale nel simbolismo natalizio, un mix di credenze e leggende pagane intrecciate alla religione cristiana. I significati sono gli stessi del pungitopo ma le origini sono molte, diverse e radicate in ogni cultura europea precristiana. Anche i romani usavano attaccare un ramo di agrifoglio alla porta come simbolo di buon augurio. Il vischio Pianta epifita, emiparassita di piante ad alto fusto forestali, era usata specialmente dalle popolazioni nordiche come amuleto, portafortuna per il nuovo anno soprattutto per scongiurare il fatto
A proposito di mal d'auto
È il periodo più bello dell’anno: quello dell’attesa e della preparazione del Natale. Si crea un clima di calda partecipazione che coinvolge piccoli e grandi nell’atmosfera di attesa, di armonia e gioia di una notte magica.. di rimanere senza un partner (da qui l’usanza del bacio sotto al vischio). La sua simbologia è molto più abbondante e antica di quanto si pensi. Per esempio, tra i celti ritroviamo l’usanza di sancire patti di pace tra gruppi nemici tramite un bacio alla base di un albero sopra cui cresceva un arbusto di vischio.
L’edera Da simbolo pagano dell’aldilà, dell’amicizia e del buon passaggio da un anno all’altro, a simbolo cristiano di carità, prosperità e fedeltà, soprattutto dovuto al suo portamento di avvolgere in un grande abbraccio i grandi alberi, quasi a offrirgli una “pericolosa” protezione.
Quelle presentate sono solo alcune delle piante simbolo delle festività natalizie ormai usate al livello globale. Anche al livello regionale e subregionale si possono trovare però usanze legate alle piante delle singole aree. Esiste, infatti, un’ampia letteratura sul simbolismo arcaico delle piante in Europa.
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Benvenuto Nisse!
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un essere mitologico della tradizione norvegese, appartiene alla famiglia degli elfi, è un ometto dispettoso che si offende facilmente. La vigilia di Natale porta i regali ai bambini e in cambio gli viene lasciata vicino al camino una grande ciotola piena di porridge di riso, e una tazza della sua tisana preferita... e guai a non farlo!
Ă&#x2C6; arrivata la primavera ď&#x20AC;ş
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TISANA DEGLI ELFI Il beneficio delle erbe e dei frutti del bosco. Ricetta molto antica e gustosa, a base di: • fiori di calcatreppola e perilla • aronia bacche • lampone frutti • petali di rosa rossa • verbena odorosa Versa tutti gli ingredienti in un pentolino e cuoci a fuoco medio per 4-5 minuti. Utilizza una parte di acqua e una di latte vegetale. Una volta cotto il cereale versa in una ciotola e arricchisci con la miscela di frutta che preferisci.
PORRIDGE DEGLI ELFI Ingredienti per una porzione abbondante •60 grammi di avena o di fiocchi di riso o riso soffiato •300-350 ml di acqua e latte vegetale •3 cucchiai di uvetta passa •1 cucchiaio di olio di cocco (facoltativo) • 1 cucchiaino di cannella (o vaniglia o aroma che preferisci) • un pizzico di sale Versa tutti gli ingredienti in un pentolino e cuoci a fuoco medio per 4-5 minuti. Utilizza una parte di acqua e una di latte vegetale. Una volta cotto il cereale versa in una ciotola e arricchisci con la miscela di frutta che preferisci.
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i fiori
I fiori commestibili per avere la primavera nel piatto! Un ingrediente da riscoprire per piatti innovativi
I fiori eduli di Hortives sono coltivati in maniera naturale e il confezionamento è effettuato in modo manuale (fiore a fiore)
I fiori prodotti Nasturzio, Tagete,
Violaciocca,
Fiori di agrumi,
Calendula, Borragine,
Monarda, Gladiolo,
Lavanda, Bocca di leone,
Viola cornuta e del Pensiero,
Salvia Ananas, Begonia,
Fiori di mora,
Zinnia, Petunia,
Cartamo, Robinia,
Spinacio fragola
Cooking show & degustazioni su richiesta Un progetto
Hortives · Milano · www.ifioridihortives.it · 333 4820244
IL NUOVO ANNO rituali e canti
Il potere del Canto nei Rituali Quotidiani
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al momento della nascita a quello della morte siamo esseri in evoluzione. Il cambiamento di stato a livello emozionale e fisico è lento e continuo. Il moto perpetuo della danza della vita viene supportato e sancito attraverso molteplici rituali sociali. Le fasi di acquisizione di un nuovo status nella vita personale in ogni cultura riguardano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, il matrimonio, la nascita dei figli, la morte. Oggi in una realtà che è sempre più cosmopolita e
unitaria, di fronte a una tendenza del “nuovo” a destrutturare vecchie usanze e costumi, assistiamo alla creazione di nuovi rituali. E’ interessante notare come anche i Nuovi Rituali in realtà sono volti al medesimo fine: assicurare l’appartenenza a un gruppo, a un clan, a un progetto o a qualsiasi contenuto che funga da collante tra i singoli, rassicurando il bisogno di riconoscimento, amore e condivisione. Cambiano i contenuti e le modalità, ma i riti di passaggio continuano ad accompagnarci nel
È arrivata Video la primavera
nostro viaggio sulla Terra. Il Canto fa bene Ci ritroviamo a cantare nei momenti in cui siamo spensierati, allegri allora senza accorgerci intoniamo una melodia che associamo ad un momento felice della nostra vita. Usiamo il canto anche nei momenti di tristezza e solitudine, per liberare quello che non riusciamo a far uscire in altro modo. Cantiamo per celebrare una vittoria, una nascita, una morte. La voce è veicolo di forza, strumento di
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potere. Ogni rituale è sempre accompagnato da un canto, che sia individuale (canto sotto la doccia) o collettivo (canti allo stadio) ha un potere di guarigione ancor più efficace se intonato in gruppo. Cosi in ogni viaggio, cultura, festività che incontriamo e transitiamo, c’è sempre un canto o una melodia da intonare o da ricordare, che ci connetterà per sempre con quell’esperienza. Il Canto rende eterne alcune emozioni, ci porta come per magia in luoghi e situazioni anche lontane a livello temporale o fisico, ma sempre attuali e raggiungibili nel momento in cui vengono richiamate con la voce. ATTRAVERSO IL PASSATO, IL PRESENTE E IL FUTURO Di fronte a ogni nuovo inizio c’è qualcosa che perdiamo, che lasciamo, che salutiamo per sempre. Cosi al sopraggiungere del nuovo anno, sono 3 le fasi che ci troviamo a transitare: una valutazione di quello che è accaduto durante l’anno passato, uno sguardo a quello in cui crediamo attualmente e alle persone che ci sono accanto e la speranza che il nuovo porti abbondanza, pace e soprattutto amore. In ogni parte del mondo questo transito è accompagnato da canti, preghiere e rituali fatti di gesti scaramantici, compiuti da soli o in compagnia. Ecco un breve excursus dei rituali di passaggio al nuovo anno. Partiamo dall’esame dell’anno passato e dai rituali di liberazione fisica ed energetica da ciò che è ritenuto
CORINNA MUZI
vecchio, non utilizzato e di peso. In Danimarca si lanciano piatti e stoviglie non utilizzati sulle porte dei vicini, lo stesso lancio finalizzato a una rottura di mobili e utensili vecchi è praticato in Sud Africa e in Italia. La rottura fisica evoca e attiva una rottura energetica in mille pezzi di ciò che è divenuto un ostacolo al nuovo. Un gesto catartico che permette lo scioglimento della relazione di appartenenza e affettiva nei confronti dell’oggetto stesso. Cosi come l’accensione dei falò nei quali gettare ciò che si desidera
I Èntervista arrivata la primavera
purificare e dissolvere. In Cina il Capodanno dura 15 giorni e si conclude con la “festa delle Lanterne” durante la quale il rosso è il colore preponderante, secondo un’antica leggenda, infatti, tale colore aveva il potere di far tornare indietro il mostro Nian, che ogni 12 mesi usciva dalla sua tana per divorare gli esseri umani. I fuochi d’artificio, i canti e le danze accompagnano i festeggiamenti. L’intensità degli atti e delle celebrazioni, varia a seconda della concitazione e del bisogno del singolo o della collettività di
Antropologa e musicista, dal 2004 in contatto con diverse culture nel mondo, Corinna raccoglie testimonianze, informazioni e musiche connesse con l’universo della cura e le interpretazioni cosmogoniche tradizionali in Africa, Asia e Sud America. I risultati di tale percorso hanno dato origine nel 2011 alla Sanacion Transpersonal che evolve nei contenuti fino a dar vita nel 2015 al Free Dre Em, cammino che ci guida verso un punto di Equilibrio e Armonia. Al percorso individuale si accompagna quello di gruppo e i viaggi nei luoghi di potere del pianeta. Autrice del Libro e Cd: “Dharma: Canti dal Pianeta Terra” edizioni Spazio Interiore, 2017.
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manifestare tale volontà catartica. In Giappone durante il Capodanno chiamato joya-nokane, si ascoltano a mezzanotte i 108 rintocchi delle campane nei templi buddhisti, tale rituale permette secondo la tradizione locale di espiare i propri peccati. In tutte le culture dunque appartengono alla fase di preparazione al nuovo anno rituali di pulizia della casa, della persona e della stessa anima accompagnati da preghiere e canti specifici collegati alla tradizione spirituale in uso. Dopo la pulizia e la liberazione del vecchio, giunge l’osservazione di ciò che rimane, il presente. Con cura e amore vengono sistemate e addobbate le case, il luoghi di culto e di incontro comunitario preparando il Setting per il salto nel Nuovo. Si procede
al riconoscimento e rinnovamento della propria appartenenza a un gruppo o alla famiglia, attraverso lo scambio di doni e biglietti augurali, viaggi e spostamenti fisici per raggiungere e riunirsi con parenti lontani. Dalla periferia al centro, le famiglie si riuniscono e l’albero genealogico (oltre a quello natalizio) si fa bello, si guarda allo specchio ed è indotto
a una valutazione individuale e collettiva del proprio essere. Molti dei rituali connessi a tale fase riguardano la parte della condivisione del cibo e doni tra i commensali, con prodotti tipici locali connessi alla tradizione. Nell’antica Roma vi era l’usanza di invitare a pranzo gli amici e scambiarsi in dono un vaso bianco con miele, datteri e
fichi, accompagnato da ramoscelli d’alloro come augurio di fortuna e felicità. La terza fase è quella dell’accoglienza del Nuovo che entra, il futuro si fa presente: in Russia si accoglie il nuovo anno al dodicesimo rintocco della mezzanotte aprendo fisicamente la porta di casa come atto di benvenuto. In Brasile si usa scendere in spiaggia vestiti di bianco e caricare delle piccole imbarcazioni con fiori e bevande, per Yemanja, la dea del mare, divinità yoruba protettrice della fertilità, delle donne e dei naufraghi. Yemanjà è una figura mitologica dell’etnia Yoruba dell’Africa occidentale. Durante il rituale si intonano canti e preghiere, sino a quando le imbarcazioni vengono osservate dalla spiaggia allontanarsi lentamente in mare
aperto portando con se l’abbondanza e i buoni propositi dei credenti. Tornando in Giappone il primo dell’anno ci sono due modalità diverse di festeggiare, l‘hatsumode ossia la prima visita dell’anno presso i luoghi di culto cantando e pregando o un rituale chiamato hatsuhinode, che consiste nel dare il benvenuto all’alba del nuovo anno immersi nel silenzio della natura. Un’ altra usanza giapponese è mettere fuori dalla porta di casa rami di pino e di salice che hanno il potere di tenere lontano le energie negative dalla casa e permettere ai Kami, le divinità protettrici della casa, di entrare e proteggerla per il resto dell’anno. In Svezia si usa cuocere il riso con zucchero, cannella e mandorle e colui che incontra un pezzetto di mandorla avrà fortuna assicurata
per il resto dell’anno. In Grecia permane il tradizionale lancio del melograno in terra, entrando in casa il primo giorno dell’anno, che rompendosi porta abbondanza e prosperità. Sempre in Grecia si prepara la tradizionale torta Vassilopita all’interno della quale viene inserita una moneta, chi la troverà tra i commensali godrà di grande fortuna. In Messico e Spagna si mangiano 12 chicchi di uva, uno per ogni rintocco della campana, simbolo di abbondanza e prosperità per i successivi 12 mesi dell’anno. È interessante notare come sia ricorrente nel cibo la scelta di prodotti tondi o circolari come le lenticchie in Italia e Cile, i chicchi di uva o di melograno, l’ostia nella comunione cristiana, che evocano il cerchio, il Sole, che porta da sempre abbondanza, fertilità e raccolto per tutti i popoli. I festeggiamenti del nuovo inizio sono collegati alle celebrazioni fatte per il solstizio d’inverno che ricorre di solito intorno alla fine di dicembre, durante il quale il Sole è nella fase di morte e rinascita.Il solstizio d’inverno era chiamato dai celti il giorno della “rinascita del Dio Sole”, in Scandinavia il giorno della “Ruota Solare”, in Germania il giorno della “Ruota dell’anno”, dunque torna sempre il concetto di “movimento” nel simbolo del cerchio, il disco che ruota e avanza ci collega con il Sole simbolo di forza, virilità, vita e
abbondanza. I Canti di celebrazione del passaggio dal buio alla Luce, sono spesso volti al ringraziamento di divinità dai poteri soprannaturali, collegate con il Sole, come la nascita di Horus in Egitto, Samesh il dio Sole in Babilonia, Bacab nello Yucatan sempre adorato come Dio Sole, Mithra e molti altri. Sono melodie dolci, ripetute, semplici e appositamente
composte per essere cantate in gruppo, in comunità. Sono canti che provengono da antiche tradizioni orali, di testi volti a raccontare l’incarnazione e le storie personali dei principali soggetti mitologici appartenenti ad una religione o filosofia spirituale. Composizioni e canti che si sono sviluppati nei secoli attraverso il filone popolare o quello
colto delle pastorali nella musica classica. Anche canzoni e ballate appositamente composte per salutare il vecchio anno ed accogliere il Nuovo, come “Merry Cristhmas” o il “Valzer delle candele”, per ricordare la valenza del fuoco e della luce che il 31 dicembre ha una funzione purificatrice, mentre dal 1 gennaio diventa emblema della fede nel Nuovo che entra.