Ch'Art - Stampa digitale nell‘interior design

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display e comunicazione visiva

Perché la stampa digitale nell‘interior design? Un viaggio nell’evoluzione dello stile e della decorazione grazie alla sperimentazione artistica di Massimo Cremagnani, digital artist che propone Ch’Art: un concetto decorativo unico, vivo e vibrante, ideale per dare personalità a ogni tipologia di ambiente ed evento a cura di Massimo Cremagnani - www.capitolouno.com - www.chart-design.com

Nella vita di ogni giorno incontriamo ripetutamente un curioso personaggio dai mille volti, che comunica con tutti tramite lingue ed espressioni diverse. A volte sussurra, più spesso grida, ma in ogni caso attira l‘attenzione del suo più o meno consapevole pubblico. Il suo nome è stampa digitale, una tecnologia il cui sviluppo rapido e poliedrico è rimasto quasi nascosto, confinato ai settori del graphic design e della comunicazione visiva. Qui ha sostituito i suoi predecessori, col tempo e senza falsa pietà, grazie a una serie di insindacabili vantaggi che possiamo e vogliamo condividere. Ci riferiamo principalmente alla predisposizione per la stampa in copia singola, senza costi di impianto o necessità di matrici, innegabile vantaggio per la prototipazione e la produzione personalizzata. A questo aggiungiamo la notevole velocità operativa, grazie alla quale il flusso che scorre dal progetto (digitale) al prodotto finito si riduce a pochi minuti o, nel caso di progetti più

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complessi, a pochi giorni. I file possono essere inviati a piacere, differenziati per ogni richiesta specifica, evitando gli svantaggi di una produzione su larga scala in termini di investimento iniziale, pianificazione di vendita e stoccaggio dei prodotti. Per la maggior parte degli interessati, questi pregi si risolvono in un magnifico e salutare risparmio di denaro, un aspetto innegabilmente positivo ma che mette in ombra un lato molto più interessante: la possibilità di personalizzare visivamente qualsiasi materiale, inclusi ovviamente quelli destinati all‘interior design, spaziando tra effetti decorativi tradizionali e altri più innovativi e sperimentali. Prendiamo ad esempio la stampa tessile digitale, già utilizzata dai grandi nomi della moda per le piccole e medie produzioni. Con tessuti naturali come la seta, il lino o il cotone si utilizzano inchiostri analoghi a quelli tradizionali, mantenendo le garanzie di qualità e tenuta


ma ampliando all‘infinito le possibilità cromatiche. Con le stoffe sintetiche il procedimento è diverso: grazie a coloranti speciali che si fissano polimericamente al tessuto si ottengono colori brillanti dalla resistenza quasi eterna, utilizzabili anche all‘aperto. Più interessante ancora è la stampa diretta su pannelli rigidi, ormai compatibile con qualunque tipo di materiale. Tralasciando per un momento i supporti sintetici tipici della comunicazione visiva, la cui nobilitazione non è sempre un‘impresa facile, andiamo verso elementi più puri e consoni all‘arredamento: dal legno al metallo, dal cristallo alla pietra, non ci sono limiti se non le misure del materiale. La fantasia cavalca l‘onda dei diversi inchiostri che possiamo incontrare, alcuni traslucidi per salvare la trasparenza di un cristallo e altri opachi, densi e materici come quelli serigrafici, con i quali si può giocare per ottenere satinature, intarsi e sensazioni tattili. Si rinnova in continuazione la raffinata tecnica del rivestimento con pellicole adesive, di cui esistono infinite varianti. Ne abbiamo per ogni superficie – piane o curve, lisce e porose, temporanee e permanenti – e per ogni piano ortogonale: da parete (in carta, stoffa o sintetiche) e per le pavimentazioni calpestabili di vario genere. Con una piccola analogia parliamo anche della stampa a trasferimento, già vista sulle t-shirt ma che, anche qui grazie a nuovi e specifici prodotti, consente di decorare oggetti complessi o

superfici altrimenti inattaccabili (anche se il clou del momento riguarda gli affreschi). Il menù è quindi molto ricco e costantemente aggiornato, almeno per quanto riguarda le tecnologie, visto che la proposta di soluzioni di interior design originale in stampa digitale è ancora in embrione. Se attualmente questa tendenza è limitata alla stampa di libri, fotografie, magliette e poco altro è solo una questione di stimoli, raramente posti all‘attenzione del designer o del suo acquirente ma che spero di avere evidenziato in queste poche righe. Il punto è che ogni idea figurativa, dalla bozza più naif al progetto più elaborato, ha possibilità concrete e immediate di materializzarsi, trovando il giusto connubio con la struttura, l‘oggetto o l‘ambiente desiderato. Parliamo di prototipi e di esercizi di stile, di progetti personalizzati e di tirature limitate, di varianti di colore o di soggetto facilmente realizzabili anche seguendo il più ostico dei committenti. Ma parliamo anche di nuovi materiali con cui confrontarsi, e di abbinamenti insoliti o esclusivi ancora da scoprire. Non si tratta solo di applicare un‘immagine a un modulo standard, ma di aggiornare la cultura produttiva e il panorama merceologico del settore a una richiesta sempre più specifica e capillare, rinnovando il metodo progettuale con un piccolo grande strumento in grado di stupire più di quanto gli sia concesso normalmente di esprimere.

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display e comunicazione visiva

Cos’è Ch’Art? Macchie di inchiostro che non sono macchie. Come le nuvole, Ch’Art stimola la simbologia visiva con il fascino della casualità e l’interpretazione personale. Ch’Art è astrazione da ricostruire, ricordi di mosaico spinti oltre la logica del tassello per vivere fuori dagli schemi, lontani dalla fredda geometria che li ha creati e sfruttati per lungo tempo. Ch’Art è uno sciame di colori dichiaratamente puri che si accostano con discrezione: giocano nella stessa squadra senza mai toccarsi, si spingono col pensiero, si influenzano con la sola presenza. Guardando un Ch’Art, o solo avendolo vicino, si scorge una dinamica implicita, rigorosamente innaturale, che riempie lo spazio generando illusioni. Le sfumature immaginarie fluttuano in un soffice turbinio cercando ricordi e fantasie. Perché in

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un Ch’Art puoi vedere un oggetto, una persona, un animale. Puoi sentire una sinfonia, un sapore o un sentimento. Oppure puoi seguire il suo ritmo e lasciare che ti accompagni in sottofondo, senza chiedere come o perché. Ch’Art è il trait d’union fra l’arte pura e le arti grafiche, un ibrido che richiama in sé gli strumenti creativi, le tecniche produttive e le teorie percettive di entrambe le discipline. Ch’Art rappresenta con la sua sorprendente attualità un momento in cui le tecniche digitali stanno rivoluzionando i settori della comunicazione, della stampa, dell’arte e del design. Mentre metodi, strumenti e punti di vista si susseguono repentinamente, Ch’Art tenta di mantenere una cultura storica delle immagini e della loro creazione. Invece di evolvere il passato senza avere compreso il presente agitando le idee nel brodo primordiale


dell’informatica, Ch’Art conserva le basi del colore e il senso della gestualità in una nuova e originale interpretazione del flusso creativo. In uno spontaneo divenire interamente digitale sorgono centinaia di forme, composte da migliaia di colori e pronte per essere materializzate, cioè stampate, in infinite versioni. Ch’Art nasce per essere stampato, ovunque e comunque. La sua genesi digitale implica esclusivamente una stampa digitale, per coerenza creativa ed esistenziale. Ma quante sono le possibilità offerte da questa tecnologia? C’è la stampa d’arte certificata, detta True

Giclèe: su preziose carte di tipo fotografico, su quelle in cotone e sulle tele pittoriche. C’è la Laserigrafia, ovvero la stampa laser di piccolo formato su supporti pregiati dagli incredibili effetti visivi. Stampando con inchiostri UV, Ch’Art può crescere a dismisura e affrontare il mondo esterno su pannelli di ogni materiale. E poi ci sono le pellicole adesive, i tessuti, le tappezzerie murali... tantissime possibilità per far vivere Ch’Art in ogni ambiente. Sfruttando ai massimi livelli le potenzialità della stampa digitale, Ch’Art cresce e si espande in modo virale, permeando ogni situazione con il suo dinamismo colorato.

Le linee Rainbow Ch’Art: Colori senza confini. Il Ch’Art policromo è stato il primo a risvegliarsi e a fluttuare nel mondo digitale. Forse è stato proprio il contrasto tra le tonalità a far scattare la scintilla. Forse la spinta dei gradienti l’ha fatto emergere con più energia. O forse l’abbiamo solo notato per primo, grazie al suo spirito allegro e alla facilità con cui entra in simbiosi con ogni ambiente. Selected Ch’Art: Tinte mirate. Allevati in piccole comunità indipendenti, i Ch’Art a tavolozza limitata sono geneticamente modificati per adattarsi all’ambiente di destinazione: una dominante nell’arredo, un colore sociale, la ricerca di un particolare effetto psicologico. Dark Ch’Art: Neri vibranti. Il Ch’Art nero è misterioso ed elegante. La sua sobrietà non va confusa con la neutralità della fuliggine, poiché nasconde nei suoi toni compositi le vibrazioni calde e fredde di tutti gli altri colori.

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