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Sulle rive del fiume Brenta si trova un edificio storico immerso in una delle zone più pittoresche di Bassano del Grappa È in questa antica cittadina nel cuore del ricco Nord-est italiano che ha sede Montegrappa. Nata per produrre pennini in oro e penne stilografiche, Montegrappa divenne ben presto famosa per prodotti che fondono alla perfezione le caratteristiche del marchio: È così dal 1912. Bassano ebbe la sfortuna di trovarsi su uno dei principali fronti della Prima guerra mondiale. Per la giovane azienda, tuttavia, si rivelò una fortuna. Molti soldati di stanza lì usavano le penne Montegrappa per scrivere a casa. Tra di loro ci furono anche due leggendari autori americani: Ernest Hemingway e John Dos Passos, entrambi autisti di ambulanza volontari al fronte. La loro ammirazione per le penne Montegrappa li rese entusiasti ambasciatori del marchio. On the banks of the Brenta River stands an historical building in one of the most picturesque areas of Bassano del Grappa. This ancient town in the heart of the prosperous North Eastern region of Italy is the home of Montegrappa. Established as a manufacturer of gold nibs and fountain pens, Montegrappa quickly became famous for products which blend perfectly the hallmarks of the brand: tasteful design and superb craftsmanship. It has been so since 1912. Bassano had the misfortune of being in a major war zone during World War I. For the young company, however, it proved fortuitous. Many soldiers stationed there used Montegrappa pens to write home. Among them were two legendary American authors, Ernest Hemingway and John Dos Passos, who were both volunteer ambulance drivers at the front. Their respect for the pens of Montegrappa made them eager ambassadors for the brand.
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Montegrappa ha costruito il proprio successo negli anni mantenendo una tradizione che racchiude l’anima dell’Italia e la sua appassionante storia, la sublime bellezza delle sue campagne, i suoi vividi colori e i suoi indimenticabili profumi. Per assaporare questa secolare ricchezza di esperienze basta esaminare il meticoloso lavoro degli artigiani di Montegrappa, apprezzare l’attenzione che prestano anche ai minimi dettagli, toccare i materiali preziosi, meravigliarsi di fronte a una tradizione centenaria combinata a un design contemporaneo. Le edizioni limitate Montegrappa sono concepite per dare ai loro attenti proprietari un tocco di Italia, per far sentire la presenza dei grandi maestri che hanno dato vita con passione alle proprie opere per renderle immortali. Ogni oggetto per la scrittura Montegrappa riflette il tocco creativo italiano che onora ed trascende i grandi momenti della storia. Una penna Montegrappa è il frutto di un’Italia ricca di emozioni e spiritualità, il risultato dell’amore per le cose belle. Nel 2009 Montegrappa è tornata alle proprie origini, nelle mani della famiglia Aquila, grandi produttori di strumenti da scrittura interamente italiani. Nel 2012 Montegrappa ha compiuto il secolo di vita come produttore di penne di prestigio. Montegrappa è da sempre famosa per i metodi produttivi accurati e la fattura eccellente, nonché per lo stile e il design di prodotti che racchiudono l’essenza dell’Italia. Le penne Montegrappa sono creazioni esclusive che, riga dopo riga, esprimono una serie di emozioni attraverso il semplice gesto della scrittura.
Montegrappa has built its success over the years by preserving a tradition that embodies the soul of Italy and its passionate history, the sublime beauty of its countryside, its vibrant colours and its unforgettable fragrances. All one needs to do to savour this century’s worth of experience is to examine the meticulous work of Montegrappa’s artisans, to appreciate the attention they pay to even the smallest detail, to handle the precious materials, to marvel at a century-old tradition combined with contemporary design. Montegrappa’s limited editions are conceived to provide their discerning owners with a taste of Italy, to feel the presence of the great masters who passionately breathed life into their works and made them immortal. Every Montegrappa writing implement reflects Italian creative flair that both honours and transcends great moments in history. A Montegrappa pen is a child of Italy at its most emotional and spiritual, the object of a love for beautiful things. In 2009, Montegrappa returned to the fold where it belongs: the Aquila family, the leading manufacturers of purely Italian writing equipment. In 2012, Montegrappa marked a century as the world’s most prestigious manufacturer of pens. Montegrappa has always been known for its painstaking production methods and superb craftsmanship, as well as for the style and design of products that possess the essence of Italy. Montegrappa pens are exclusive creations that, line after line, express a series of emotions through the simple act of writing.
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L’amore degli italiani per l’opera supera quello per qualsiasi altro genere musicale è questo il genere più vicino ai loro cuori, perché riprende tante qualità tipiche italiane, non ultimo il desiderio di esprimere le emozioni più profonde e sentite. Esuberante, tempestosa, gioiosa: l’opera è l’anima dell’Italia riprodotta in suoni. Per celebrare la forma più elegante e nobile d’arte radicata in Italia, nata alla fine del XVI secolo, Montegrappa rende omaggio alle opere più amate attraverso la collezione di strumenti da scrittura “Emozioni in Musica”. In questa serie sono già state ricordate La Traviata e Il Barbiere di Siviglia, e la terza a essere celebrata da Montegrappa è il Rigoletto, opera in tre atti di Giuseppe Verdi. Italians’ love for opera is unmatched by their other musical passions. It is the genre closest to their hearts because it embodies so many Italian qualities, not least a desire to express the deepest, most heartfelt emotions. Flamboyant, tempestuous, joyous: opera is Italy’s soul transformed into sound. To celebrate this most elegant and noble of art forms, born in Italy at the end of the 16th Century, Montegrappa pays tribute much-loved operas through the “Emozioni in Musica” collection of writing instruments. Previously-released pens in the series have honoured La Traviata and Il Barbiere di Siviglia. The third to be celebrated by Montegrappa is Giuseppe Verdi’s Rigoletto, an opera in three acts.
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Rappresentata per la prima volta nel famoso Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1851, Rigoletto giunse al debutto nonostante alcuni problemi con la censura delle autorità austriache, che allora controllavano i teatri del nord Italia. La prima fu un trionfo, al di là di qualsiasi controversia, e l’opera è considerata da molti come il primo dei capolavori dell’età matura di Verdi. First performed on 11 March 1851 at La Fenice, the famous opera house in Venice, Rigoletto reached its debut despite initial problems with the Austrian censors who had control over northern Italian theatres at the time. The premiere was a triumph, regardless of any controversy, and is considered by many to be the first of the masterpieces of Verdi’s middle-to-late career.
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La tragedia vede protagonisti il Duca di Mantova, con la sua vita dissoluta, il suo giullare di corte gobbo, Rigoletto, e la splendida figlia di quest’ultimo, Gilda; l’opera narra della maledizione gettata sul Duca e su Rigoletto da un cortigiano la cui figlia era stata sedotta dal Duca con l’incoraggiamento di Rigoletto. La maledizione si compie quando Gilda s’innamora del Duca, sacrificando la propria vita per salvarlo dagli assassini ingaggiati dal proprio padre. L’opera era stata commissionata a Verdi da La Fenice nel 1850. A quell’epoca era ormai un famoso compositore, con una certa libertà nello scegliere i testi da musicare. Avendo collaborato per diverse opere con Francesco Maria Piave, Verdi aveva chiesto al suo collega di considerare Kean, di Alexandre Dumas padre, che narrava anch’essa di una storia d’amore; si rese però conto di aver bisogno di qualcosa di più teatrale e grandioso. Presto, Verdi scoprì il testo di Victor Hugo, Le Roi s’amuse. Quest’opera teatrale lo attirava perché il soggetto era, nelle sue parole, “grande, immenso, e ha un personaggio che è una delle più importanti creazioni del teatro di ogni dove e di ogni tempo”, citato nel famoso Verdi: A biography, di Mary Jane Pillips-Matz (1993).
A tragedy involving the dissolute Duke of Mantua, his hunch-backed court jester Rigoletto, and Rigoletto’s beautiful daughter Gilda, the opera deals with a curse placed on the Duke and Rigoletto by a courtier whose daughter had been seduced by the Duke, with Rigoletto’s encouragement. The curse comes to fruition when Gilda falls in love with the Duke, sacrificing her life to save him from assassins hired by her father. Verdi had been commissioned to write a new opera for La Fenice in 1850. By that time, he was a well-known composer graced with a degree of freedom in choosing the works he would set to music. Having collaborated on a number of operas with Francesco Maria Piave, Verdi asked his colleague to consider the play Kean by Alexandre Dumas, père, also involving a character of an amorous disposition, but decided that something more grandiose and theatrical was required.Verdi soon discovered Victor Hugo’s Le Roi S’amuse. This play appealed to him because its subject matter was, he said, “great, immense, and has a character that is one of the most important creations of the theatre of all countries and all Ages,” quoted in the acclaimed Verdi: A Biography, by Mary Jane Phillips-Matz (1993).
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Autore controverso, Verdi aveva scelto un lavoro che già aveva suscitato l’attenzione della censura per Hugo in Francia, ed era stato messo al bando già quasi vent’anni prima. Sarebbe rimasto all’indice per altri trent’anni. Il testo di Hugo ritraeva un re, Francesco I di Francia, donnaiolo immorale e cinico, qualcosa di inaccettabile per l’Europa del periodo della Restaurazione. Né Verdi, né Piave si lasciarono scoraggiare, nonostante la forza della censura austraica. Saggiamente, Verdi e Piave diedero ascolto alle pressioni trasferendosi a Busseto, paese natale di Verdi, per proseguire la composizione. Il titolo preliminare, La Maledizione, fu usato dal censore austraico in una lettera scritta nel dicembre 1850 con cui si negava il consenso alla produzione dell’opera, poiché lo zelante funzionario la considerava ripugnante e oscena. Il segretario de La Fenice fu però machiavellico, mostrando agli austriaci lettere e articoli che difendevano quel lavoro, e contribuì a risolvere l’impasse. Nel gennaio 1851, le parti riuscirono ad accordarsi sul fatto che l’azione si spostasse dalla corte francese a un’ambientazione che eliminasse la possibilità di offendere case regnanti contemporanee.
Courting controversy, Verdi had chosen a work that had already invited censorship for Hugo in France, the play having been banned nearly two decades before. It would remain proscribed for another thirty years. Hugo’s play depicted a king, Francis I of France, as an immoral and cynical womanizer, something that was not accepted in Europe during the Restoration period. Neither Verdi nor Piave were to be discouraged, despite the power of the Austrian censors. Wisely, Verdi and Piave responded to pressure by relocating to Busseto, Verdi’s hometown, to continue the composition. Their preliminary title, La Maledizione (The Curse), was used by the Austrian censor in a letter written in December 1850, in which consent to produce the play was denied, the petty official deeming it repugnant and obscene. Clever politicking on the part of La Fenice’s secretary, who showed the Austrians letters and articles defending the work, helped to solve the impasse. By January 1851, the parties were able to agree that the action of the opera would be moved from the royal court of France to a setting that eliminated the possibility of offending contemporary royalty.
Nella versione rivista, il Duca regna su Mantova e appartiene alla famiglia Gonzaga, un casato estinto da lungo tempo già a metà XIX secolo; inoltre, il ducato di Mantova non esisteva più, evitando così ogni possibile affronto. Altri cambiamenti nella trama riguardarono la cancellazione di una scena in cui il sovrano si ritirava nella stanza di Gilda. Il nome del giullare gobbo fu cambiato da Triboulet in Rigoletto, che divenne anche il titolo dell’opera. Verdi completò l’opera il 5 febbraio 1851, a un solo mese dalla prima. Nel frattempo, si prepararono le scenografie, fu selezionato il cast e i cantanti si esercitarono sull’opera, mentre Verdi continuava a raffinare i dettagli. Con una mossa che oggi avrebbe un che di familiare, Verdi si preoccupò di possibili plagi, e chiese dunque la massima riservatezza a cantanti e musicisti. Il libretto fu rilasciato a pochissime sere dalla prima. Un successo immediato, simile a quello delle grandi “hit” moderne: la cinica aria cantata dal Duca, “La donna è mobile”, già il mattino seguente veniva canticchiata nelle strade. Fu un grande successo al botteghino per La Fenice, e fu il primo grande trionfo italiano di Verdi dopo la prima del Macbeth a Firenze, nel 1847. Rigoletto fu replicata 13 volte alla sua prima messa in scena, tornando a Venezia l’anno successivo, e di nuovo nel 1854.
In the revised version, the Duke reigns over Mantua and belongs to the Gonzaga family, a house long extinct by the mid-19th Century; moreover, the Dukedom of Mantua no longer existed, thus avoiding any potential affront. Plot changes included the deletion of a scene in which the sovereign retires to Gilda’s bedroom. The hunchback jester’s name was changed from Triboulet to Rigoletto, the latter providing the opera’s title as well. Verdi completed the opera on 5 February 1851, leaving only a month before the première. During the remaining period, sets were prepared, the cast was provided with the music it had to learn and Verdi continued to refine the score. In a move that would strike a note of familiarity today, Verdi was concerned with unauthorised copying, so the composer demanded maximum confidentiality from the singers and musicians. He only released the score a few evenings before the première. An immediate success, Rigoletto enjoyed the equivalent of a “smash hit”, as the Duke’s cynical aria, “La donna è mobile” was sung in the streets the next morning. A great box-office success for La Fenice, it was Verdi’s first major Italian triumph since the 1847 première of Macbeth in Florence. Rigoletto’s initial run of 13 performances was revived in Venice the following year, and again in 1854.
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Nel 1852 era in scena in tutte le principali città italiane, seppure con titoli diversi per evitare l’intervento della censura. Nel giro di tre anni fu rappresentata ad Alessandria d’Egitto, Costantinopoli, Montevideo e L’Havana. La prima in Gran Bretagna fu messa in scena nel 1853, in quella che divenne l’odierna Royal Opera House al Covent Garden di Londra. Negli Stati Uniti, la prima rappresentazione fu nel 1855, alla New York Academy of Music. Rigoletto, che oggi è stabilmente fra le prime 25 opere più grandi, è diventata imprescindibile per qualsiasi repertorio operistico standard. Fra il 2006 e il 2010 è stata fra le sei opere più rappresentate in Italia. Naturalmente, i revisionisti hanno potuto dar sfogo alla fantasia con Rigoletto: la produzione del 1982 di Jonathan Miller per l’English National Opera fu ambientata fra i mafiosi della Little Italy di New York negli anni Cinquanta, mentre la produzione di Doris Dorrie del 2005 per la Bavarian State Opera trasformò la corte di Mantova nel Pianeta delle Scimmie, e ancora la produzione di Michael Mayer del 2013 per la Metropolitan Opera è ambientata in un casinò di Las Vegas negli anni Sessanta. La sua universalità è unica.
By 1852, it had opened in all the major cities of Italy, although in some under different titles to avoid issues of censorship. Within three years, it would be performed in Alexandria, Constantinople, Montevideo and Havana. Its British première took place in 1853, at what is now the Royal Opera House in London’s Covent Garden. In the US, the opera was first performed in 1855 at New York’s Academy of Music. Rigoletto, which now appears in the Top 25 of any list of great operas, has become a staple of the standard operatic repertoire. Between 2006 and 2010, it was the 6th most frequently performed opera in Italy. Naturally, revisionists have enjoyed their flings with Rigoletto, Jonathan Miller’s 1982 production for the English National Opera being set amongst the Mafia in New York City’s Little Italy during the 1950s, while Doris Dorrie’s 2005 production for the Bavarian State Opera changed the Court of Mantua to The Planet of the Apes, and Michael Mayer’s 2013 production for the Metropolitan Opera is set in a casino in 1960s Las Vegas. Its universality is inherent.
Rigoletto fu registrata già nel 1912, in una performance in francese con François Ruhlmann a dirigere l’orchestra e il coro dell’Opéra Comique per Pathé. L’opera è stata registrata anche in tedesco, con Wilhelm Schüchter a dirigere orchestra e coro della Berlin Staatsoper in una registrazione del 1953 per la EMI Records, e ancora in inglese con Mark Elder alla direzione di coro e orchestra della English National Opera in una registrazione del 1983 per la EMI. Gli odierni melomani possono godere di una selezione di registrazioni nell’ordine delle centinaia, e in ogni formato, dal vinile ai CD, fino ai file audio in alta risoluzione. Per chi vuole apprezzare gli elementi visivi, oltre alla musica, può ingannare l’attesa di una rappresentazione teatrale con una delle numerose rappresentazioni di Rigoletto su DVD. Fra di esse, una performance registrata alla Royal Opera House di Londra nel 2001, con Paolo Gavanelli nel ruolo di Rigoletto, e Marcelo Alvarez nella parte del Duca (BBC/Opus Arte), e una rappresentazione del 2006 all’Opernhaus di Zurigo, con Leo Nucci nei panni di Rigoletto e Piotr Beczala nel ruolo del Duca (ArtHaus Musik). Luciano Pavarotti, che ha registrato diverse arie per numerosi dischi di lirica, impersonò il Duca in tre registrazioni complete in studio.
Rigoletto was the subject of a recording as early as 1912, of a performance in French with François Ruhlmann conducting the orchestra and chorus of the Opéra Comique for Pathé. The opera has also been recorded in German with Wilhelm Schüchter conducting the orchestra and chorus of the Berlin State Opera in a 1953 release for EMI Records and in English with Mark Elder conducting the orchestra and chorus of the English National Opera in a 1983 recording for EMI. Today’s music lovers are spoiled by a selection of releases numbering in the hundreds, and embracing every format from Compact Disc to vinyl LP to high resolution downloads. For those wishing to appreciate the visual elements as well as the musical, between being able to attend live showings, several performances of Rigoletto have been released on DVD. These include a 2001 performance from London’s Royal Opera House with Paolo Gavanelli as Rigoletto and Marcelo Álvarez as the Duke (BBC/Opus Arte) and a 2006 performance at the Opernhaus Zürich with Leo Nucci as Rigoletto and Piotr Beczala as The Duke (ArtHaus Musik). Luciano Pavarotti, who has recorded the arias for several recital discs, also sings The Duke on three complete studio recordings of the opera.
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Con un occhio allo spirito del personaggio che dà il nome all’opera, e che la penna celebra, il design della penna Rigoletto ricorda immediatamente la figura del tradizionale giullare di corte, un costume da arlecchino a rombi rossi, bianchi e neri inconfondibile. Il fusto e il cappuccio, quest’ultimo tutto rosso, sono in resina: per creare l’effetto mosaico, per il fusto è stata utilizzata una tecnica particolare conosciuta come “diffusion bonding”. Tutte le minuterie sono in argento o in oro massiccio, a seconda del modello. With an eye to the spirit of the eponymous player that it commemorates, the design of the Rigoletto pen immediately recalls the attire of the traditional court jester, a harlequin pattern of red, white and black diamond shapes that can be attributed to no other character. The body and the all-red cap are made of resin, the body itself requiring the use of the diffusion bonding technique to create its mosaic effect. All trims are made of solid silver or solid gold, according to the model.
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Una murrina fatta a mano, rossa e nera, orna la sommità del cappuccio: è ispirata agli sbuffi di maniche e calzoni tipici dei costumi da arlecchino, mentre la clip richiama la forma delle calzature dei giullari. L’anello della clip riporta un motivo che ricorda la “gonnella” preferita dai giullari, con punte triangolari ornate da campanelli. Gli anelli del fusto sono stati decorati abilmente con un motivo che ricorda le cinture indossate dai giullari. Il logo Montegrappa è inciso sulla bague del cappuccio. L’edizione limitata Montegrappa “Emozioni in Musica” Rigoletto è composta da versioni in argento sterling e oro massiccio 18K. In entrambi i modelli, i pennini delle stilografiche sono in oro massiccio 18K. L’edizione limitata comprende solo 900 stilografiche e 900 roller con finiture in argento sterling, e 30 stilografiche e 21 roller con finiture in oro massiccio 18K, per un totale di 1851 penne.
A handmade black and red glass “murrina” on top of the red cap was inspired by the puffy sleeves and pantaloons that comprise a harlequin’s garb, while the pocket clip is styled in the manner of the jester’s footwear. Engraved into the ring that secures the pocket clip is a pattern that recalls the “skirt” favoured by jesters, with triangular extensions ending in little bells. For the ring encircling the body, where the threads appear, Montegrappa’s artisans have etched a pattern to denote the type of belt worn by a jester. Montegrappa’s logo is engraved around the wide ring at the bottom of the cap. Your pen is part of a limited edition consisting of sterling silver and solid 18k yellow gold versions. In both models, the fountain pen nibs are fashioned from solid 18k gold. The Limited Edition is comprised of only 900 fountain pens and 900 rollerballs with sterling silver trim, and 30 fountain pens and 21 roller balls with solid 18K gold trim, for a total of 1851 pens.
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Dal 1912, piÚ di un secolo, Montegrappa produce strumenti di scrittura di alta qualità , nello stesso stabilimento storico di Bassano del Grappa, nel Nord Est d’Italia. Since 1912, for more than a century, Montegrappa has been manufacturing high-quality writing instruments in the same historic building in Bassano del Grappa, North East Italy.
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