Caritas Rivista giugno 2022

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CARITAS N. 3 / Giugno 2022

La Rivista di Caritas Svizzera

Ucraina: Caritas aiuta sul posto Pagina 4

Migrazione

Personaggi

Svizzera

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Famiglie ospitanti per i profughi

Prix Caritas: servizi online innovativi

A un passo dalla povertà


Lettera aperta

Care donatrici, cari donatori Caritas Svizzera presta assistenza nei luoghi dove le persone hanno bisogno di aiuto. Al momento, purtroppo, questi posti sono molti, troppi. Oltre a generare devastazione e grosse difficoltà, la guerra in Ucraina ha creato un numero enorme di sfollati. Sono persone che temono per la propria vita e fuggono per proteggere sé stesse, i loro figli e familiari. Caritas Svizzera è presente al confine polacco insieme a Caritas Polonia. Nelle «Tent of Hope» offriamo cibo, cure mediche d’emergenza e una sistemazione. Siamo al fianco anche di coloro che sono rimasti nelle zone contese in Ucraina. Negli oltre 60 centri di accoglienza allestiti da C ­ aritas Ucraina, gli sfollati ricevono pasti caldi, un posto dove dormire e assistenza psicologica. In Svizzera, Caritas coordina la ricerca e l’assistenza delle famiglie ospitanti: leggete la toccante testimonianza di due giovani donne ucraine, fuggite con i figli e le rispettive suocere, che hanno trovato un alloggio temporaneo nel Canton Argovia.

Noi di Caritas Svizzera siamo una grande «House of Hope» – per la Svizzera, ma anche per il resto del mondo.

La rivista affronta anche il tema della povertà in Svizzera, di cui riferiamo in dettaglio a pagina 12. Riteniamo che, come società, dobbiamo riuscire a combattere questa disuguaglianza e a creare pari opportunità per tutti. Le «Tent of Hope» in Polonia trasmettono un segnale importante per le persone in fuga. Noi di Caritas Svizzera siamo una grande «House of Hope» – per la Svizzera, ma anche per il resto del mondo. Da aprile ho assunto la direzione di questa organizzazione umanitaria. Un compito che costituisce allo stesso tempo un privilegio e una grande responsabilità. Mi impegnerò affinché Caritas Svizzera ripensi e sviluppi continuamente il proprio impatto a favore delle persone bisognose, soprattutto in tempi difficili e incerti come questi. Anche voi condividete questa visione? Volete sostenerci nel nostro operato? Il nuovo diritto successorio prevede maggiori libertà di disporre per il testatore. Nella presente rivista troverete informazioni anche su questo argomento. Augurandovi una piacevole lettura, vi ringrazio sin d’ora per la vostra fiducia e il vostro sostegno.

Peter Lack Direttore Caritas Svizzera

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Foto: Gaëtan Bally


Sommario

Aiuto per la gente in Ucraina

8 Migrazione: famiglie ospitanti per i profughi

In Ucraina da febbraio è in corso la guerra. Milioni di persone sono fuggite dal Paese o sono state sfollate internamente. Vogliono mettere in salvo sé stessi, i loro figli e i familiari. Caritas aiuta i profughi in Ucraina e al confine con i Paesi limitrofi. Hanno perso tutto, hanno bisogno del nostro aiuto. Pagina 4

Olga e Viktoria sono fuggite dall’Ucraina in Svizzera con la loro famiglia. A Muhen hanno trovato una casa e una famiglia che li ha ospitati.

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Personaggi: Prix Caritas: servizi online per i richiedenti l’asilo

Nel 2017 Lea Hungerbühler ha fondato l’organizzazione AsyLex che offre ai richiedenti l’asilo un servizio gratuito di consulenza e assistenza legale online. Ha ottenuto vari successi dinanzi al Tribunale federale.

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vizzera: vivere poco S sopra la soglia di povertà

Se la soglia di povertà ufficiale venisse innalzata di 500 franchi, il numero delle persone indigenti sarebbe il doppio rispetto a oggi. La povertà colpisce soprattutto le famiglie.

IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Lisa Fry (lf); Livia Leykauf (ll); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah); Vérène Morisod Simonazzi (vm) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Philipp Spalek/Caritas Germania Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: CP 60-7000-4 Stampa climaticamente neutra

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Reportage

Guerra in Ucraina: grande iniziativa di sostegno sul posto Testo: Lisa Fry Foto: Philipp Spalek/Caritas Germania, David Smallwood/ Caritas Polonia, Caritas Svizzera

Alina è fuggita dall’Ucraina verso la Polonia con i due figli Alexej e Sascha. Al confine hanno ricevuto un pasto caldo e un posto per dormire in una «Tent of Hope» di Caritas.


Reportage

Case bombardate nei pressi della capitale Kyiv.

L’invasione dell’esercito russo ha portato la violenza e gli orrori della guerra in Ucraina. La gente teme per la propria vita. Milioni di persone sono in fuga. La rete internazionale di Caritas si è attivata immediatamente per assistere i soggetti colpiti in Ucraina e nei Paesi vicini fornendo generi alimentari e organizzando alloggi. Caritas Svizzera sostiene le organizzazioni Caritas locali. Alina* è seduta in una «Tent of Hope» allestita da Caritas vicino a Dorohusk, in ­Polonia. Insieme ai figli Alexej*, 5 anni, e Sascha*, 2 anni, sta mangiando una zuppa calda, per la quale è immensa-

Nelle «Tent of Hope» i rifugiati ricevono un pasto caldo e un posto per dormire. mente grata. Sul confine polacco-­ucraino, ­Caritas P ­ olonia gestisce otto di queste «tende della speranza» dove i rifugiati trovano un pasto caldo, un posto dove dormire e beneficiano di cure mediche d’emergenza. Alina ha lasciato la sua città * pseudonimi

natale di Lviv, nell’Ucraina occidentale, perché temeva per la vita dei suoi figli. Hanno viaggiato in auto per due giorni e ora la famiglia è al sicuro in Polonia. L’indomani Alina si recherà dalla suocera, dove, insieme ai figli, aspetterà la fine della guerra. «Dopo vorrei tornare a casa il più presto possibile», ci spiega. «Sono grata per il grande sostegno. Qui ricevo un pasto caldo e un posto per dormire per me e i miei bambini. In un punto di distribuzione di indumenti ho trovato anche una giacca calda per Alexej.» Speranza: questo è ciò che le «Tent of Hope» vogliono infondere a coloro che hanno perso così tanto. Aiuto alle persone in fuga I numerosi volontari che lavorano nelle «Tent of Hope» aiutano la gente in fuga a trovare una sistemazione. I rifugiati ottengono anche informazioni affidabili sulla situazione attuale e sul proseguimento del

viaggio – un servizio prezioso in tempo di guerra. 4500 soggetti particolarmente vulnerabili ricevono aiuti in contanti grazie al sostegno della Catena della Solidarietà. In questo modo possono comperarsi del cibo o pagare le spese per continuare il viaggio. Oltre alle sistemazioni temporanee, Caritas Polonia organizza anche famiglie disposte ad accogliere i rifugiati per un lungo periodo. I rifugi di Caritas ospitano i bambini degli orfanotrofi evacuati in Ucraina. Ora si tratta di trovare abbastanza insegnanti per i piccoli profughi. Grazie alla disponibilità di numerosi volontari, finora sono quasi 100 000 le persone coinvolte nei progetti di ­Caritas P ­ olonia. Anche negli altri due Paesi confinanti, ossia in Romania e Moldavia, le reti ­Caritas locali sono intervenute prontamente intensificando i loro sforzi. La solidarietà è enorme. Caritas Svizzera sostiene l’operato delle organizzazioni partner nei tre Paesi. Un nostro delegato in Polonia si occupa del coordinamento degli aiuti, rileva i nuovi bisogni ed è costantemente in contatto con la sede centrale di Caritas ­Svizzera a Lucerna.

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Reportage Il camionista ucraino Danlyo trasporta da volontario tonnellate di beni alimentari verso l’Ucraina dal deposito merci di Caritas in Polonia.

Enormi camion pieni di pacchi alimentari attraversano il confine più volte al giorno.

Sfollati nel proprio Paese Oltre sette milioni di persone sono fuggite all’interno dell’Ucraina, abbandonando le zone orientali fortemente assediate per trovare rifugio nelle regioni occidentali meno colpite. La gente teme per il proprio futuro. Molti hanno perso i

« Quando siamo arrivati, la gente ci ha ringraziati in ginocchio» propri cari, sono traumatizzati dagli orrori della guerra. I volontari di Caritas Ucraina lavorano incessantemente dallo scoppio del conflitto. Attualmente forniscono assistenza, laddove possibile, anche nelle zone contese. Di fronte alla grande sofferenza della gente, la paura dei volontari passa in secondo piano. In tutto il Paese sono stati allestiti oltre 60 centri di accoglienza in cui fino a 2500 sfollati ricevono ogni giorno cibo, un posto caldo per dormire e assistenza psicologica. Per i bambini sono stati creati spazi adeguati dove giocare e dimenticare per un momento le tragiche esperienze vissute.

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Assistenza oltre i confini Alla luce dell’aggravarsi della situazione sul fronte dell’approvvigionamento di cibo in Ucraina, Caritas Polonia organizza trasporti di generi alimentari oltre il confine. Enormi autocarri trasportano pacchi di alimenti, acqua potabile e prodotti per l’igiene dal «Cross Border Hub» (un magazzino centrale di oltre 3000 m2) situato a Lublino, in Polonia, verso i magazzini di Caritas sul lato ucraino. Ogni giorno numerosi camion percorrono le strade stracarichi di materiale. Danlyo* è uno dei molti camionisti ucraini che ritira la merce a Lublino per poi portarla oltre il confine. Lavora come volontario per Caritas e utilizza il proprio automezzo, di cui si occupa anche della manutenzione. Questo significa che se il suo veicolo venisse danneggiato o addirittura distrutto, perderebbe la sua fonte di sostentamento. Ciononostante, vuole continuare la sua missione per sostenere i suoi compatrioti. «È un lavoro duro. Dormiamo, mangiamo e viviamo nel camion. Siamo sempre in viaggio. Ma è gratificante, perché possiamo aiutare chi ha bisogno.» L’enorme gratitudine della gente Danlyo aiuta anche a caricare la merce sul camion a Lublino. Spesso i volontari

lo fanno a mano, sollevando pacchi di dieci, venti e a volte trenta chili. Tutti aiutano. «Ho dolori alla schiena, ma va bene così. La gente è talmente grata che mi dà tanta forza.» Poi aggiunge: «Quando lavoriamo fianco a fianco non c’è alcuna differenza tra polacchi e ucraini. Tutti sono contenti di poter fornire il proprio contributo.» Dopo un attimo di riflessione dice di non riuscire a immaginarsi cosa sarebbe successo se non ci fossero stati i polacchi. «Ci hanno aiutato immediatamente. Prima ignoravo che i nostri vicini fossero persone così buone, generose e tanto coraggiose.» E si asciuga gli occhi con la manica della giacca. Gli aiuti umanitari sono stoccati nel «Cross Border Hub» a Lublino. Si tratta perlopiù di generi alimentari, acqua potabile, prodotti per l’igiene e medicinali. Può essere trasportato unicamente cibo a lunga scadenza che non necessita di una conservazione in frigorifero. Caritas Ucraina segnala il fabbisogno alimentare al centro logistico di Lublino, mentre Caritas Polonia acquista i prodotti nei mercati locali e nei Paesi vicini. In questo modo viene sostenuta anche l’economia locale. Di regola, Danlyo si reca a Lutsk, Rivne e in altre città dell’Ucraina occidentale. Da qui la merce viene poi portata nei magaz-


Reportage zini di Caritas Ucraina e ridistribuita con piccoli autobus. «La gente è così grata», dice Danlyo. «Un giorno siamo arrivati in una città e gli abitanti si sono inginocchiati per ringraziarci.» Ostacoli Uno dei principali problemi durante i trasporti è la benzina, perché è difficile da reperire ed è molto cara. A volte in questa regione ci sono pure scontri armati. Anche Danlyo ha già temuto di diventare un bersaglio, nonostante sia in missione umanitaria. Fortunatamente non è mai successo niente. Ma la situazione può cambiare

« Caritas rifornisce la gente con l’essenziale» rapidamente poiché in tempo di guerra non vi sono certezze. Nel frattempo, passare il confine tra l’Ucraina e la Polonia è diventato più semplice. Con il logo di Caritas ben visibile sul veicolo, Danlyo viene fatto passare subito. All’inizio della guerra, invece, il suo camion veniva ispezionato ancora con i raggi X per verificare la presenza di armi. Ora anche il permesso che consentiva agli uomini ucraini di attraversare il confine – siccome non sono autorizzati a lasciare il Paese – è ottenibile più facilmente. Il governo è intervenuto prontamente per risolvere questo problema. Popolo circondato e infrastrutture distrutte Con il perdurare della guerra, la situazione nell’Ucraina orientale diventa sempre più drammatica. La popolazione è circondata, le infrastrutture sono in gran parte distrutte. I bombardamenti hanno colpito anche un centro di Caritas a Mariupol causando la morte di due collaboratori e cinque familiari. Alcuni collaboratori di Caritas hanno fatto pertanto evacuare le proprie famiglie all’estero, mentre loro sono rimasti nel Paese e proseguono l’attività in luoghi più sicuri. Le persone che in primavera sono fuggite dall’est verso l’ovest versano in pessime condizioni. Hanno vissuto espe-

I profughi ucraini ricevono un pasto caldo nelle otto «Tents of Hope» di Caritas.

Da Caritas, i profughi trovano un posto per dormire e potersi riposare prima di proseguire il loro viaggio.

rienze terrificanti, hanno visto la morte in faccia. Per sopravvivere, si sono rifugiate nelle cantine per settimane. Sono fuggite soltanto con i vestiti che avevano addosso. Il loro unico obiettivo era mettere al sicuro sé stesse e i loro figli. Anche nella città di Bucha, nel distretto di Kyiv**, vi sono stati terribili massacri. Caritas aiuta la gente fornendo beni di prima necessità. I volontari distribuiscono pacchi di generi alimentari e medicinali oppure offrono servizi di trasporto. Aiuti mirati Caritas Svizzera può utilizzare le donazioni in modo molto mirato in Ucraina. Il suo delegato Lukáš Voborský afferma:

«Essendo presenti nell’Ucraina orientale da oltre 30 anni, sappiamo esattamente dove sono le persone che hanno maggiormente bisogno di aiuti d’emergenza.» Caritas continuerà a essere operativa in Ucraina e nei Paesi vicini e a prestare assistenza sia alle persone in fuga che a quelle rimaste in patria. Gli aiuti umanitari, inoltre, consentono di ridurre l’emergenza. Allo stesso tempo, Caritas prevede di realizzare progetti a lungo termine per sostenere le persone colpite da questa terribile guerra.

* pseudonimi ** grafia ucraina di Kiev

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Svizzera

Le due famiglie sono fuggite dall’Ucraina in febbraio e hanno trovato una bella sistemazione a Muhen (da sinistra): Viktoria, Irina, Michail, Sergej, Anna, Svetlana e Olga.

Fuga, incertezza e solidarietà Due famiglie imparentate fuggono da Kyiv* in Ucraina senza i mariti per mettersi al sicuro. Hanno già vissuto la guerra a Donetsk nell’Ucraina orientale nel 2014 e quindi agiscono prontamente. A Muhen, nel Canton Argovia, trovano rifugio presso una coppia disposta ad aiutarle. Olga, 30 anni, lavora in un albergo a Kyiv frequentato da molti ospiti internazionali. Ma dopo l’invasione della Russia in Ucraina il 24 febbraio, la struttura rimane senza clientela. L’urlo delle sirene è sempre più frequente, la gente si rifugia nelle cantine. Due giorni dopo, Olga decide in-

«L’ospitabilità è stata grande sin dall’inizio» sieme al marito di lasciare il Paese con la figlia Anna**, 8 anni, e la suocera. Sua cognata Viktoria, 32 anni, anche lei residente a Kyiv, prende la stessa decisione * grafia ucraina di Kiev ** pseudonimi

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con il marito. La donna deve fuggire insieme alla famiglia di Olga e prendere con sé i figli Michail**, 2 anni e mezzo, e ­Sergej**, 7 anni, nonché la suocera. I mariti, che non possono lasciare il Paese, portano le donne e i bambini in un luogo prestabilito al confine con la Romania. La separazione è un momento carico di emozioni, non sanno quando si rivedranno. Al di là del confine, le famiglie sono accolte da volontari della Repubblica Ceca. L’incontro è stato organizzato dal marito di Viktoria tramite amici. Con loro attraversano l’Ungheria fino a raggiungere la Repubblica Ceca, dove restano per alcuni giorni. I volontari hanno organizzato tutto. Le due famiglie in fuga ricevono infatti cibo e un posto per dormire. Sono molto grate della grande

s­ olidarietà. «Veniamo da Donetsk e otto anni fa siamo fuggite a Kyiv a causa della guerra. Conosciamo la sensazione di dover vivere sempre nella paura», raccontano le due donne. Un contributo concreto Il 7 marzo arrivano in Svizzera in treno passando dall’Austria. A Zurigo sono accolte da un uomo che Olga ha conosciuto quando lavorava nell’albergo. Si recano subito al Centro federale d’asilo per richiedere lo statuto di protezione S. Nel frattempo è iniziata la ricerca di una famiglia ospitante. Il loro desiderio è di poter rimanere tutti insieme, ma trovare un alloggio per sette persone è un’impresa tutt’altro che facile. La maggior parte delle abitazioni private segnalate non sono abbastanza grandi per ospitarli. Ma questa volta il destino è dalla loro parte. Jan, 42 anni, e Béatrice, 33 anni, di Muhen, nel Canton Argovia, desiderano accogliere una famiglia dall’Ucraina. Foto: Jürg Waldmeier


Svizzera Jan vuole offrire un contributo concreto per alleviare le sofferenze dei rifugiati. I due coniugi hanno acquistato da poco una vecchia fattoria nel villaggio con l’intenzione di ristrutturarla. Per il momento, però, vivono ancora in un appartamento in affitto con i due figli piccoli. La decisione è subito presa. La famiglia resta unita Jan e Béatrice dichiarano di poter ospitare più di cinque persone. Un vero colpo di fortuna per la famiglia di Olga e Viktoria, perché restando insieme possono superare meglio questo momento difficile. Salgono sul treno per Aarau, dove Jan le sta già aspettando. «Sono stati molto ospitali sin dall’inizio», dice Olga. Al loro arrivo a Muhen li attende una piacevole sorpresa: ognuno di loro riceve una stanza con bagno al piano superiore (in passato nella fattoria si tenevano dei seminari). Non avrebbero mai pensato di poter vivere così comodamente in una vecchia casa. Béatrice si è messa subito all’opera per cercare dei letti presso conoscenti, che però devono ancora essere montati perché non c’è stato abbastanza tempo per preparare tutto. Più tardi ricevono due divani dai vicini, che ora stanno nel soggiorno accanto al grande tavolo

Ricerca e assistenza Finora la Svizzera ha già accolto decine di migliaia di rifugiati dall’Ucraina. Caritas assiste le famiglie ospitanti nei Cantoni di Argovia, Zugo e Ginevra e ha il compito di verificare il buon funzionamento della convivenza e di accompagnare i rifugiati fino a quando ritroveranno la loro indipendenza. Caritas organizza anche la ricerca di famiglie ospitanti per i rifugiati in arrivo nei Centri federali d’asilo di Boudry e Berna. Maggiori informazioni: caritas.ch/ucraina-svizzera

Jan e Béatrice mettono a disposizione dei rifugiati ucraini la loro casa che avevano appena acquistato con l’intenzione di ristrutturarla a breve.

da pranzo. La voglia di aiutare nel villaggio è enorme. Alcuni conoscenti portano cibo e indumenti. Jan e Béatrice si occupano delle varie incombenze amministrative. Siccome hanno ottenuto lo statuto di protezione S, i rifugiati ricevono già un contributo dal Cantone per poter acquistare cibo e articoli per l’igiene. «Anche noi come famiglia ospitante dovremmo ricevere presto un sostegno finanziario», afferma il marito. «Ma questi dettagli sono ancora in fase di elaborazione.» La vita deve continuare La famiglia è arrivata a Muhen il 16 marzo e dopo una decina di giorni Anna e Sergej frequentano già la scuola. Poiché a Muhen ci sono le pluriclassi, i due bambini sono stati inseriti nella stessa classe. I vicini hanno regalato a entrambi uno zainetto praticamente nuovo, matite colorate e un portamerenda con uno spuntino. I due bambini si ambientano subito. Le due famiglie iniziano a integrarsi nella realtà locale. L’intesa con la famiglia ospitante è ottima. «Siamo quasi diventati una nuova famiglia», osserva Viktoria. «Abbiamo già potuto partecipare a diverse feste organizzate qui in casa o in giardino. Questo ci consente di ridere ed essere felici e di dimenticare i nostri pen-

sieri per un attimo.» Per il resto, le famiglie sono sempre molto preoccupate. Ogni giorno seguono le terribili notizie che giungono dal loro Paese. Per il momento i loro mariti non sono stati arruolati nell’esercito, ma nessuno sa cosa riserverà il futuro. Le due famiglie potranno essere tranquille solo quando saranno di nuovo riunite, qui in Svizzera o nella loro patria. La cosa più importante è che ora i bambini siano al sicuro e possano andare a scuola qui. Trovare un lavoro Olga e Viktoria vogliono trovare un impiego. Olga vorrebbe lavorare di nuovo in un albergo, Viktoria è laboratorista in chimica e vuole guadagnarsi da vivere per riacquistare la propria autonomia. La mamma di Béatrice insegna il tedesco alle due giovani donne. Le famiglie ucraine sono davvero molto grate e fanno tutto il possibile per dare il proprio contributo. Cucinano per la famiglia ospitante, si occupano dei loro bambini e «sono estremamente rispettose delle nostre cose», racconta Jan. Vi è una grande stima reciproca. Anche l’assistente sociale di Caritas l’ha notato quando ha fatto visita ai rifugiati ucraini e alla famiglia ospitante per verificare se la situazione abitativa è adeguata e soddisfa i criteri richiesti. (lf)

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Brennpunkt Eco

Uno stipendio per i familiari curanti Decine di migliaia di persone in Svizzera assistono e curano un familiare in casa. Un lavoro importante svolto a titolo gratuito. Caritas Svizzera intende cambiare la situazione con un progetto nuovo: i familiari curanti devono essere pagati per il loro lavoro. Caritas assume persone del Canton Lucerna che curano i familiari, le paga a ore e versa loro i contributi sociali. Il tutto viene contabilizzato mediante la rispettiva cassa malati. Un’infermiera o un infermiere diplomata/o incontra inoltre regolarmente i familiari, allestisce insieme a loro un piano di cura, garantendo così la qualità dell’assistenza. Dopo una fase pilota si prevede di estendere il progetto anche ad altri Cantoni. (lf)

Cercasi volontari per fattorie di montagna Anche quest’anno Caritas Svizzera cerca circa 1400 volontari disposti a dare una mano alle famiglie di contadini di montagna. I volontari aiutano nei lavori di stalla e manutenzione, fienagione o nelle faccende domestiche. Sono benvenuti tutti coloro che hanno compiuto 18 anni e hanno voglia di aiutare i contadini. Chi decide di intraprendere quest’avventura

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conosce un mondo nuovo, lontano dalla frenesia della città, lavora nella natura e fa nuove amicizie che spesso durano una vita. Potete scegliere e prenotare una fattoria online. (lf)

Eco mediatica ticinonews | «Avevamo tutto, ora non ci è rimasto più niente» | 14.3.2022 Tra le numerose persone fuggite dall’Ucraina ci sono anche Oksana e la sua famiglia. Oksana con sua figlia e i nipoti è scappata dalla sua città natale, Ivano-Frankivs’k, quando è stata presa di mira dalle bombe russe. Ha passato la frontiera con l’Ungheria. Dopo un lungo e travagliato viaggio ha trovato aiuto in una delle strutture della Caritas in Polonia, dove il nostro collega di Teleticino Alessandro Cocca l’ha incontrata. catt.ch | «Perché le donne sono le prime vittime della povertà?» | 8.4.2022 ­ Le donne in Svizzera sono più colpite dalla povertà e sono esposte a un rischio maggiore di indigenza rispetto agli uomini. In occasione del forum di Caritas tenutosi oggi a Berna, circa 300 esperti hanno discusso delle cause della povertà femminile e cercato delle modalità più adatte per ridurre il rischio di povertà per genere. Gisèle Girgis-Musy, membro del collegio presidenziale di Caritas Svizzera, ha sottolineato che, sebbene la parità di genere in Svizzera sia sancita dal diritto costituzionale, nella realtà ci sono ancora molte lacune in questo ambito. azione | «Youssef, 43 anni: sopravvivere in un Paese alla deriva» | 11.4.2022 «Anche se abbiamo sempre vissuto in condizioni modeste, riuscivamo a sbarcare il lunario», racconta il tassista Youssef di Beirut. Ma da quando l’economia libanese è crollata, anche la famiglia Ghanem è caduta rapidamente nella spirale della povertà. Oggi lotta ogni giorno per sopravvivere. Gli aiuti in contanti di C ­ aritas danno un po’ di respiro alla famiglia.

Maggiori informazioni: montagnards.ch Foto: Sarah Hablützel, Monika Flückiger


Personaggi

Nel 2017 Lea Hungerbühler ha fondato l’organizzazione AsyLex che offre ai profughi gratuitamente assistenza giuridica online.

Prix Caritas: più sostegno ai profughi Il sistema di asilo elvetico è complesso. Ecco perché si apprezza molto il servizio gratuito di consulenza e assistenza giuridica online per richiedenti l’asilo. Il Prix Caritas 2022 premierà per il suo impegno Lea Hungerbühler, fondatrice e presidente di AsyLex. Informazioni online e consulenza e rappresentanza legali gratuite: l’idea di base è semplice e molto efficace. Con la fondazione di AsyLex nel 2017, Lea Hungerbühler intendeva mettere le proprie conoscenze in campo giuridico al servizio

«L’idea mi è venuta anni fa quando mi trovavo su un’isola greca a lavorare per un’ONG» della società, più precisamente dei richiedenti l’asilo arrivati in Svizzera, che si ritrovano di fronte a un sistema di asilo elvetico complesso e non sempre comprensibile. Anche con il nuovo sistema di asilo, infatti, molte persone – in particolare i soggetti più vulnerabili – non hanno ancora un accesso adeguato alla consulenza giuridica. Foto: Leximpact

«L’idea mi è venuta anni fa quando mi trovavo su un’isola greca a lavorare per un’ONG che offriva ai profughi supporto giuridico con l’ausilio di tecnologie digitali», racconta Lea Hungerbühler. Questo lavoro di volontariato l’ha ispirata a fondare in Svizzera, nel 2017, l’organizzazione AsyLex. Oltre a lavorare come avvocatessa indipendente in ambito di diritto dei mercati finanziari, Lea Hungerbühler è anche giudice presso il Tribunale penale di Basilea Campagna. Inoltre è attiva come volontaria per l’organizzazione AsyLex. Consulenza giuridica gratuita online AsyLex può contare su sei dipendenti fissi e circa 150 volontari in Svizzera e all’estero. L’organizzazione senza fini di lucro viene sostenuta da diversi esperti provenienti dal settore della migrazione e dell’asilo che consentono a decine di giuristi e

avvocati attivi a titolo volontario di consultarsi con una persona specializzata se dovessero presentarsi questioni difficili o casi complessi. Innumerevoli interpreti – gran parte di loro ex clienti – garantiscono inoltre la comprensione tra le varie lingue. L’organizzazione viene finanziata in prevalenza da donazioni. Ogni persona richiedente l’asilo deve comprendere sin dall’inizio a grandi linee la procedura a cui è sottoposta, conoscere i criteri per la concessione dell’asilo e poter accedere in ogni momento a un servizio di consulenza giuridica gratuito. La particolarità di AsyLex è che la consulenza giuridica avviene esclusivamente online, ovvero i clienti contattano l’organizzazione tramite e-mail e social media. Per informazioni sistematizzate vengono messi a disposizione anche dei chatbot. Il sito Internet di AsyLex fornisce brevi informazioni sul sistema di asilo in un linguaggio semplice e comprensibile e offre modelli di lettere e moduli in sette lingue. Successo dinanzi al Tribunale ­federale e sul piano internazionale Nel 2020 il team di AsyLex ha riscosso grande successo con l’«AsyLex Detention Project». L’organizzazione è infatti riuscita a liberare oltre 50 persone detenute illegalmente. «Ho visto diversi casi in cui le persone venivano tenute in prigione senza che ci fossero i presupposti legali», dice Lea Hungerbühler. Fino ad ora AsyLex ha registrato 15 successi davanti al Tribunale federale – a fronte di tre rifiuti – e anche a livello internazionale, segnatamente dinanzi ai comitati ONU, AsyLex ha ottenuto per ben 20 volte le cosiddette «Interim Measures» (misure provvisorie), mentre le richieste respinte sono state soltanto tre. Con il conferimento del Prix C ­ aritas 2022 a Lea Hungerbühler, Caritas ­Svizzera intende sostenere un impegno sociale, innovativo e sostenibile. I servizi offerti da AsyLex sono caratterizzati da grande umanità e professionalità. (fb)

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Brennpunkt Svizzera

Solo con lo 0 % di povertà siamo una Svizzera al 100 %

A scivolare nel vortice della povertà sono il più delle volte le famiglie classiche o i nuclei monoparentali.

Vivere a ridosso della povertà Se la soglia di povertà applicata attualmente in Svizzera fosse innalzata di soli 500 franchi al mese, il numero dei soggetti colpiti da povertà raddoppierebbe in un solo colpo. Lo dimostra un’indagine effettuata nel Canton Berna. Secondo le cifre più recenti pubblicate dall’Ufficio federale di statistica, una persona su dodici in Svizzera è colpita da povertà, ovvero 722 000 persone. «Con 2279 franchi al mese per una persona singola e 3963 franchi per una famiglia composta da due adulti e due bambini,

«Molte persone hanno soltanto 100 franchi in più al mese rispetto ai soggetti ufficialmente indigenti» la soglia di povertà nel nostro Paese è fissata molto in basso. Anche chi ha qualche possibilità finanziaria in più riesce a malapena a sbarcare il lunario, per non parlare della totale assenza di risparmi per spese impreviste o perdite di guadagno», dice Aline Masé, responsabile

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del Servizio Politica sociale di ­ Caritas ­ vizzera. La crisi dovuta al coronavirus ha S dimostrato chiaramente che molte persone in Svizzera stanno camminando sul filo del rasoio. «Ci siamo chiesti chi sono le persone che vivono appena al di sopra della soglia di povertà», spiega Aline Masé. Un’indagine svolta dalla Scuola universitaria professionale bernese fornisce le risposte. «I risultati mostrano chiaramente che molte persone hanno soltanto 100 franchi in più al mese rispetto ai soggetti ufficialmente indigenti. Se la soglia di povertà fosse innalzata di 500 franchi, il numero dei poveri sarebbe addirittura il doppio.» Lo studio evidenzia inoltre che nella fascia precaria poco al di sopra della soglia di povertà rientrano tantissime coppie con figli, quindi le classiche famiglie. ­Appartengono alla stessa fascia anche molti nuclei monoparentali, il gruppo della

Appello per una Svizzera senza povertà A dicembre 2021 Caritas ha lanciato l’«Appello per una Svizzera senza povertà». Chiediamo un’azione decisa da parte della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, in particolare per quanto concerne la politica familiare. Lo studio effettuato dalla Scuola universitaria professionale bernese rivela in modo ancora più palese che vi è molto da fare in questo ambito. Il presente esemplare della rivista contiene un modulo per la raccolta delle firme. È possibile firmare l’appello anche su caritas.ch/appello. Grazie di cuore per il vostro sostegno!

popolazione maggiormente colpito dalla povertà. «Non dobbiamo perdere tempo, bensì chiederci se la Svizzera vuole permettersi di avere un numero così grande di famiglie che vivono a ridosso dell’indigenza», continua Aline Masé. Le conclusioni non lasciano dubbi: «Secondo ­Caritas, i risultati emersi da questa nuova indagine richiedono una risposta a livello politico: la prevenzione della povertà va potenziata e bisogna avere un occhio di riguardo per la situazione delle famiglie.» (sg) Il documento di posizione di Caritas sulle famiglie che vivono appena al di sopra della soglia di povertà è disponibile su: caritas.ch/documenti-di-posizione Foto: Conradin Frei


Svizzera

Molte persone che vivono al di sotto della soglia di povertà rischiano di indebitarsi. Caritas offre un servizio di consulenza sui debiti per evitare che questo accada.

Caritas fornisce sostegno ad hoc Moltissime coppie con figli – le classiche famiglie – vivono nella fascia appena al di sopra della soglia di povertà. Caritas ha potenziato il proprio servizio di sostegno ad hoc per poter fornire un aiuto in modo mirato. Chi sono le persone che vivono soltanto poco al di sopra della soglia di povertà in Svizzera? L’esempio della famiglia A. dimostra quanto sia critica la situazione per molti interessati. La figlia frequenta la

Caritas ha sostenuto la famiglia e ha così permesso ai bambini di svolgere attività nel tempo libero. scuola dell’infanzia, il figlio la scuola elementare. La preoccupazione principale dei genitori è riuscire a offrire ai due figli un ambiente sicuro per il futuro. Ma non sarà facile, considerata la loro situazione professionale. Il padre lavora su chiamata nel settore delle pulizie, con un grado occupazionale tra il 40 e il 60 per cento. La madre ha un impiego a tempo determinato come assistente di cura per il Foto: Thomas Plain

s­ ervizio Spitex e lavora al 90 per cento. Il livello salariale in questi settori è molto basso e il reddito del padre dipende dalla frequenza con cui viene chiamato dalla ditta. Di conseguenza, il budget della famiglia A. è molto limitato. Quando entrambi i genitori lavorano, i due bambini vanno in una struttura diurna. I costi per la custodia dei figli sono elevati e i sussidi erogati dal Comune non sono sufficienti. Ad aggravare la situazione è la depressione di cui soffre la signora A. per la quale ha bisogno di una consulenza psicologica periodica. Ogni spesa aggiuntiva, come ad esempio una cura dentistica per il signor A. assolutamente necessaria, non rientra nel budget. Caritas ha sostenuto la famiglia e ha così permesso ai bambini di svolgere attività nel tempo libero.

Caritas resta un importante punto di contatto Negli ultimi due anni, Caritas Svizzera e le organizzazioni Caritas regionali hanno aiutato oltre 20 000 persone mediante un sostegno finanziario. La pandemia ha ridotto ulteriormente il budget già limitato di innumerevoli famiglie. Le organizzazioni Caritas regionali continuano però a essere un importante punto di contatto per le persone in difficoltà. I consultori sociali e i servizi di consulenza sui debiti analizzano la situazione degli interessati, preparano un budget e insieme agli utenti elaborano soluzioni sostenibili sul lungo periodo. Spesso le persone in difficoltà economiche si rivolgono ai consultori quando sono già con l’acqua alla gola. Perciò è fondamentale offrire un sostegno rapido e non burocratico. A tale scopo, Caritas ha istituito un nuovo fondo per il sostegno finanziario ad hoc, soprattutto anche per le famiglie e le persone sole. Tutti questi aiuti, tuttavia, non sostituiscono una politica familiare volta a prevenire efficacemente la povertà. (sg)

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Servizi

Agenda 8/9 settembre 2022, 13.30–17.00 Evento informativo sul tema «Autodeterminazione nella vecchiaia», San Gallo 12 settembre 2022, 19.00 Serata informativa per gli interessati al tema famiglia affidataria Caritas Svizzera, Lucerna

Domande e risposte relative al nuovo diritto successorio Dal 1° gennaio 2023 in Svizzera entrerà in vigore il nuovo diritto successorio che prevede una maggiore flessibilità. Cosa occorre sapere. Cosa cambia in sostanza con il nuovo diritto successorio? La porzione legittima per i figli viene ridotta, mentre quella per i genitori nonché i coniugi in fase di divorzio viene persino interamente abolita. Rimane immutata invece quella destinata al coniuge e al partner registrato. Quali vantaggi comporta la revisione? Dal 1° gennaio 2023, gli ereditandi avranno una più ampia libertà di disporre del proprio patrimonio e avvantaggiare quindi maggiormente persone o organizzazioni a cui tengono particolarmente. A tale scopo è necessario redigere un testamento dove si dichiarano chiaramente le proprie volontà. Cosa succede se non redigo un testamento? In questo caso si applica la successione legale. La legge stabilisce quale quota ereditaria spetta a quali superstiti. Vale il principio secondo cui «il patrimonio scorre come il sangue», ossia che l’eredità dovrebbe restare all’interno della famiglia. In mancanza di un testamento,

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28 settembre 2022, 18.00 Presentazione del libro Almanacco Politica di sviluppo 2023: Urbanizzazione nel Sud globale stattkino, Lucerna 8 novembre 2022, 19.00 Serata informativa per gli interessati al tema famiglia affidataria Caritas Svizzera, Lucerna

non è possibile favorire membri estranei alla famiglia come partner conviventi, membri di famiglie allargate, figli nati da un altro matrimonio, amici o organizzazioni caritatevoli.

Per informazioni e iscrizioni scrivere a event@caritas.ch oppure telefonare allo 041 419 24 19.

Come redigo un testamento giuridicamente valido? Il testamento va scritto interamente a mano, preferibilmente con una penna, e in modo ben leggibile. Deve inoltre essere formulato in maniera inequivocabile e dotato di luogo, data e firma alla fine. Si consiglia di conservare il documento originale racchiuso in una busta contrassegnata, in un luogo accessibile. Il dossier previdenza di Caritas contiene una guida con le istruzioni per redigere correttamente un testamento. Il testamento può, ma non deve, essere autenticato da un notaio. Tale procedura è raccomandata solo nel caso in cui la capacità di discernimento dell’ereditando potrebbe essere messa in dubbio.

Se le porzioni legittime sono indicate con una quota o una percentuale concreta, queste devono essere modificate. Se invece non è menzionata alcuna quota o percentuale riferita alle porzioni legittime, non occorre cambiare il testamento. Nella maggior parte dei casi verrà quindi applicata la nuova porzione legittima. Questo significherebbe, ad esempio, che ai genitori non spetterebbe nulla e ai discendenti la porzione legittima ridotta. (lf)

In quali casi devo modificare un testamento già esistente a seguito della revisione del diritto successorio?

Maggiori informazioni sono disponibili anche sul sito: caritas.ch/testamento

In caso di domande rivolgersi a Nicole Rogenmoser, responsabile delle questioni di diritto successorio, nrogenmoser@caritas.ch, tel. 041 419 22 12.

Foto: Adobe Stock


Insieme

Volontari in Polonia

Agnjetschka Padzlowska, stazione di Przemyśl

ento sui temi o corsi di perfezionam ction-Weekend» seguon igrA ntari. «M al volo di nti to ipa tec l’aiu par I zzato con settimana viene organi migrazione e asilo. Il fine

Al passo con i tempi L’ultima pagina di questa rivista fornisce informazioni specifiche sulla vasta area di attività di youngCaritas. Ma qual è la visione di youngCaritas e come lavora? Una panoramica. youngCaritas è il settore giovanile di ­Caritas. Da oltre 20 anni perseguiamo l’obiettivo di sensibilizzare i giovani per le sfide sociali e appoggiarli nella creazione di un mondo solidale e sostenibile. Le varie offerte da noi proposte sono ­rivolte ad adolescenti e giovani adulti tra i 12 e i 30 anni. Nell’ambito scolastico ed extrascolastico mettiamo a disposizione informazioni, corsi di formazione continua e materiale didattico adeguati ai vari gruppi target. Numerosi progetti danno ai giovani la possibilità di impegnarsi attivamente e noi riconosciamo e promuoviamo il loro potenziale. Infatti, accompagniamo e sosteniamo adolescenti e giovani adulti che avviano progetti innovativi in modo autonomo. Il nostro leitmotiv: la partecipazione Attraverso i tre campi di lavoro «informare e sensibilizzare», «rendersi attivi» e «promozione progetto», avviciniamo i giovani ai temi che tanto stanno a cuore a ­Caritas Foto: youngCaritas, Philipp Spalek/Caritas Germania

e li potenziamo a plasmare consapevol­ mente il loro ambiente di vita. I progetti sono costruiti in modo tale che i parteci­ panti possano contribuire alle decisioni, all’organizzazione e allo sviluppo di sva­ riate competenze sul lungo periodo. Investimento nel futuro youngCaritas è in continua crescita. Oltre al team composto da sei persone presso Caritas Svizzera a Lucerna, young­ Caritas è presente anche nelle organiz­ zazioni C ­ aritas regionali di Zurigo, Argo­ via, ­Basilea, Berna, San Gallo e Lucerna. Ci impegniamo a favore della gioventù anche a livello europeo. Il messaggio è chiaro: offriamo una piattaforma che dà alle giovani generazioni la possibilità di difendere le proprie esigenze sociali, ora e in futuro. Svolgiamo il nostro lavoro con passione e convinzione. Insieme ai gio­ vani ci impegniamo per un mondo più giusto e più sostenibile. Chantal Zimmermann, responsabile youngCaritas

«Il destino del popolo ucraino potrebbe essere il nostro. Appena scoppiata la guerra, i volontari nella cucina del ristorante gestito da Caritas nella stazione di Przemyśl sono subito stati impiegati per preparare zuppe e panini. Ogni giorno prepariamo 1800 litri di zuppa per le persone che fuggono dall’Ucraina. Lavoro dalle sei del mattino fino a mezzanotte. Caritas ha bisogno dell’impegno di tutti»

Pavel Szuzdak, pompiere e volontario

«Sono un pompiere professionista. Aiutare fa parte del mio lavoro. È un impegno che mi assumo pienamente. Ecco perché sono qui come volontario. Diverse tonnellate di beni di prima necessità vengono caricate ogni giorno sui camion diretti a Lviv. Carichiamo e scarichiamo cibo, acqua, medicinali e tutto ciò di cui la popolazione in Ucraina ha bisogno. Lavoriamo dieci ore al giorno»

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Ma non per Marco: ha infatti bisogno di due lavori per riuscire ad andare avanti.

Per una Svizzera senza povertà. Sottoscrivete ora l’appello: caritas.ch/appello

Nome e immagine modificate a tutela della personalità.

In Svizzera vi è un elevato livello di salario.


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