Ultimo numero di settembre 2024

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L’energia solare offre nuove prospettive

La Rivista di Caritas Svizzera

Cara lettrice, caro lettore

«Il nostro impegno è variegato quanto i soggetti che sosteniamo»

Ha mai sentito parlare di Batha? In questa regione nel cuore del Ciad, le persone stanno affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni. Le coltivazioni si sono seccate, il bestiame stenta a sopravvivere. La popolazione soffre la fame e molti bambini sono denutriti. Nonostante tutto, c’è qualcosa che infonde speranza a Meram, una madre di 31 anni con sette figli. Per saperne di più, legga l’articolo a pagina 5.

La siccità a Batha, purtroppo, non è un caso isolato. Soprattutto nel Sud del mondo, le persone interessate spesso non dispongono delle risorse naturali e finanziarie necessarie per affrontare le gravi conseguenze del cambiamento climatico. Ed è proprio qui che entra in gioco Caritas Svizzera. Per consentire alle persone del posto di adattarsi a queste nuove condizioni in continuo mutamento, sviluppiamo insieme a loro e ai nostri partner locali soluzioni sostenibili.

Nel Sud dell’Etiopia, ad esempio, stiamo adottando un approccio innovativo: grazie a piccole unità solari mobili, la gente ha finalmente accesso a una fonte energetica sicura. Questo genera una serie di effetti positivi, sia nelle scuole e nei piccoli ospedali che nelle abitazioni più modeste. Scopra di più in merito nel nostro ampio reportage da pagina 6.

Restare flessibili e rispondere alle esigenze individuali è parte integrante della quotidianità nei nostri centri d’asilo. A livello nazionale, assistiamo 1200 rifugiati, tra cui un numero crescente di richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati. Fra questi vi è Sebghat. I giovani come lui mi sorprendono sempre in positivo: Sebghat è motivato, curioso e guarda con fiducia al futuro. A pagina 12 e 13, può conoscere meglio questo diciassettenne e scoprire i suoi sogni e i suoi progetti.

Come può vedere, cara lettrice, caro lettore, il nostro impegno è variegato quanto i soggetti che sosteniamo. A nome di tutte queste persone e di Caritas Svizzera, la ringrazio sentitamente per il suo prezioso sostegno!

Cordiali saluti

Peter Lack

Direttore Caritas Svizzera

Conseguire un reddito con l’elettricità

Kula Wako ha per la prima volta in vita sua la corrente, grazie alla scatola solare mobile di Caritas Svizzera. Nel suo negozietto nel Sud dell’Etiopia la 25enne vende l’elettricità a chi vuole caricare il cellulare. Può inoltre tenere aperto il suo negozio anche la sera, grazie alla luce prodotta con la scatola solare. Kula Wako genera così un reddito stabile. E non è l’unica. Pagina 6

10 Focus: giocare nel rifugio antiatomico

La guerra continua a imperversare in Ucraina. Xenia (dietro) e Sofia lo reputano ormai normale, benché, in realtà, non lo sia affatto.

11 Personaggi: Fonie Pierre gestisce l’ufficio ad Haiti

Lo Stato caraibico soffre per la violenza tra bande. Nell’intervista, Fonie Pierre racconta cosa significa per le persone del posto.

12 Svizzera: Sebghat impara lo svizzero tedesco

Il giovane è fuggito da solo dall’Afghanistan per venire in Svizzera. Qui partecipa a un famoso gruppo di teatro.

IMPRESSUM

La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Fundraising, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Niels Jost (nj); Livia Leykauf (ll); Vérène Morisod (vm); Daria Jenni (dj); Fabrice Boulé (fb); Anna Haselbach (ah); Stefan Gribi (sg); Lena Baumann (lb), Tamara Bütler (tb), Bernhard Leicht (bl) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Ayaana Publishing Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: IBAN CH69 0900 0000 6000 7000 4 Stampa climaticamente neutra I dati personali sono salvati presso di noi. Informazioni sulla protezione dei dati di Caritas Svizzera sono disponibili alla pagina www.caritas.ch/it/protezione-dati

Bicicletta al posto dell’auto: nei trasporti, le persone con un reddito basso producono meno emissioni di CO2 rispetto alle persone ricche.

Più una famiglia è ricca, più la sua impronta climatica è grande

Il dieci per cento più ricco della popolazione svizzera produce quasi quattro volte più emissioni di CO 2 rispetto al dieci per cento più povero. Lo dimostra uno studio di Caritas Svizzera e la Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW).

Con l’aumento del reddito salgono anche le emissioni pro capite di gas serra. Il motivo è semplice: le economie domestiche più ricche consumano di più rispetto a quelle più povere. Il dieci per cento più ricco della popolazione produce, con il proprio consumo, mediamente 18,7 tonnellate di equivalenti di CO2 all’anno, ovvero quasi quattro volte di più del dieci per cento più povero. Le economie domestiche più grandi, come ad esempio le famiglie, producono meno emissioni pro capite rispetto alle economie domestiche più piccole, i giovani più degli anziani.

Lo studio evidenzia inoltre che le emissioni causate dai trasporti aumentano più elevato è il reddito, in modo molto più marcato rispetto alle emissioni causate dalle abitazioni. «Chi ha più soldi, si sposta più spesso in auto e in aereo, percorrendo distanze nettamente più lunghe», dice Aline Masé di Caritas Svizzera. Per il riscaldamento, invece, le differenze sono molto più ridotte.

Adeguare la politica climatica Da questi risultati si possono trarre importanti conclusioni su come deve essere progettata una politica climatica socialmente accettabile in Svizzera. Per ora viene aumentato soprattutto il costo per il riscaldamento. A dover pagare una percentuale più alta di costi aggiuntivi sono le economie domestiche più povere, che invece verrebbero penalizzate in misura minore nel caso di un aumento del prezzo della benzina o del diesel. «Una tassa di incentivazione sul carburante è giusta nell’ottica di politica sociale e climatica e socialmente più accettabile rispetto alla tassa sul riscaldamento attualmente in vigore», sottolinea Aline Masé. In questo caso, gran parte della tassa deve essere rimborsata alla popolazione in parti uguali. (sg)

Eco mediatica

La Domenica | L’altra faccia della povertà | 21. 7. 2024 La precarietà ha assunto forme e dimensioni diverse. (…) Perché «basta un reddito leggermente superiore al minimo vitale per non riuscire a coprire tutti i bisogni», spiega Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino. Non si sta parlando delle persone che vivono sotto la soglia della povertà (…). Ma di tutte le altre. Di quelle che non compaiono in nessuna statistica. E che preoccupano tutte quelle imprese sociali, enti e organizzazioni che, come Caritas Ticino sono sul terreno.

Agricoltore Ticinese | Un reddito sostenibile in armonia con la foresta | 27. 7. 2024 Javier Pinto coltiva noci del Brasile e bacche di acai nella regione amazzonica della Bolivia. Tuttavia, dato che i frutti della foresta non gli consentivano di garantire il sostentamento della sua famiglia, Javier ha partecipato a un programma governativo che punta sulla coltivazione del riso, anche se comporta un’attività di deforestazione. (…) Javier è venuto a sapere del CIPCA, l’organizzazione partner di Caritas Svizzera. CIPCA passa regolarmente, definendo con gli agricoltori le questioni e trovando soluzioni. «Non si limitano a fornirci le piantine, per poi lasciarci soli a gestire i problemi che si presentano», spiega Javier.

La Regione | Caritas sollecita la politica contro la crisi degli alloggi | 25. 6. 2024 Caritas Svizzera invita gli ambienti politici ed economici a intervenire per combattere la crisi degli alloggi. I costi elevati di questi ultimi non sono più sopportabili per le persone con un reddito modesto. (…) Per il direttore di Caritas, Peter Lack, «la politica dell’alloggio e anche una politica di lotta contro la povertà sono più necessarie che mai».

Link allo studio: caritas.ch/CO2

Meram resiste alla siccità record nel Ciad

Quest’anno la provincia di Batha è travolta da un caldo estremo e dalla peggiore siccità degli ultimi 40 anni. Particolarmente colpite sono le famiglie, ma grazie a Caritas Svizzera riescono ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche.

«Il paesaggio parla chiaro: qui è tutto secco. È servita una terza semina, perché le prime due sono rimaste infruttuose»,

racconta Meram Oumar Abakar, 31 anni e madre di sette figli, che vive a Seheb, nella regione di Batha.

Qui, nel cuore del Ciad, la vita quest’anno è particolarmente difficile. Il

Paese dell’Africa centrale sta vivendo la peggiore siccità dal 1985, con temperature molto elevate. Per la mancanza di pioggia, gli ultimi raccolti sono stati scarsi, mettendo a dura prova le famiglie. Molti bambini sono denutriti.

La desertificazione avanza... La siccità aumenta la pressione sulle risorse naturali e i pascoli sono sempre più scarsi. Il bestiame muore. «È una provincia già molto povera che ora è colpita da questo dramma», afferma Abdoulaye

Alkhalil, responsabile dell’ufficio di Caritas Svizzera a Batha. La disoccupazione giovanile è elevata e molti uomini devono emigrare in cerca di lavoro. «La vita è ancora più difficile per le donne che restano», spiega Alkhalil. «Spesso devono prendersi cura da sole dei figli.»

...ma la terra rifiorirà

Caritas Svizzera interviene con varie misure, tra cui la distribuzione di denaro contante, alimenti ipercalorici per bambini e le cosiddette banche del grano, che consentono di stoccare i raccolti in comune e di renderli accessibili ai contadini in caso di penuria di cibo. Iniziative che producono un effetto immediato.

A lungo termine, invece, i metodi di coltivazione sostenibili e la perforazione di pozzi per l’acqua potabile consentono ai contadini di continuare a lavorare i campi malgrado la siccità. Inoltre, la donazione di capre, i negozi di articoli per l’agricoltura e i gruppi di risparmio locali migliorano le condizioni di vita in modo duraturo. Caritas Svizzera supporta così circa 35 000 persone, coinvolgendo le donne nei progetti. «Sono il pilastro portante della famiglia», afferma Abdoulaye Alkhalil. Durante le formazioni, Meram Oumar Abakar e le altre donne hanno imparato a gestire una piccola attività commerciale. Ora Meram vende gombo essiccato, arachidi e spezie. Così può provvedere meglio alla sua famiglia e mettere da parte qualche soldo. È fiduciosa: «Ora credo in un futuro migliore, soprattutto per i miei figli.» (vm)

Molti bambini a Batha soffrono di denutrizione
Meram Oumar Abakar ha seguito un corso di Caritas e vende ora gombo, arachidi e spezie. Con il latte delle sue capre può inoltre sfamare meglio i suoi figli.

Una piccola scatola dai grandi poteri:

«Grazie all’energia solare possiamo aiutare il doppio delle persone»

Può finalmente contare su una fonte di energia affidabile: Derartu Shuwe, tecnica di laboratorio presso un centro di assistenza sanitaria nel Sud dell’Etiopia.

Testo: Daria Jenni Foto: Ayaana Publishing

Grazie all’energia solare, oggi il team del centro di assistenza Bulle Korma riesce a curare 25 persone al giorno. Prima erano soltanto una decina.

Più di due terzi della popolazione in Etiopia vive in povertà, pochissime famiglie hanno accesso alla corrente elettrica. Ma grazie a un progetto innovativo di Caritas, che ha scaturito tutta una serie di sviluppi positivi, la situazione è cambiata.

Parti e cure mediche al buio, alla sola luce emanata da una torcia. Fino a poco tempo fa questa era l’amara realtà in gran parte del centro di assistenza me-

« Grazie all’energia solare, oggi possiamo aiutare meglio e tempestivamente i nostri pazienti »

dica Bulle Korma nella regione di Oromia, nell’Etiopia meridionale. «L’illuminazione era presente soltanto in due delle 14 sale mediche», racconta la collaboratrice Derartu Shuwe. Bisognava ricorrere a un costoso generatore a diesel,

poiché mancava la fornitura affidabile di corrente. E il centro non è l’unico con questo problema: soltanto il 14 per cento delle persone nelle regioni rurali del Paese dell’Africa orientale hanno accesso alla corrente elettrica.

Eppure l’energia sostenibile è di primaria importanza per le persone, la società e il clima. Soprattutto nelle zone rurali dell’Etiopia, dove il cambiamento climatico complica ulteriormente le condizioni di vita. Qui, infatti, molte famiglie di piccoli contadini hanno perso il loro bestiame a causa di ripetuti periodi di siccità. Il reddito ricavato dall’agricoltura dipende dalle piogge ed è pertanto sempre più irregolare. Le famiglie fanno quindi sempre più fatica a sfamare tutti. Anche la salute e le prospettive per il futuro dei bambini sono compromesse.

L’energia rinnovabile contro la povertà

A fronte delle sfide lanciate dal cambiamento climatico, l’energia solare regala uno spiraglio di speranza alla regione di Oromia. Grazie a un approccio innovativo, Caritas Svizzera – insieme alla ditta svizzera Power-Blox SA – consente a piccole imprese, centri di assistenza sanitari e scuole l’uso di energia sostenibile. «Con l’accesso a una fonte di energia stabile e sostenibile la gente che vive nelle zone rurali è in grado di migliorare sensibilmente le proprie condizioni di vita. Più persone dispongono di energia solare, meglio è», sottolinea Netsanet Taye, che fino a poco tempo fa era responsabile del progetto Energia presso Caritas Svizzera in Etiopia.

Il cubo Power Blox, sviluppato in Svizzera e orientato all’utente, consente di immagazzinare l’energia solare. Per soddisfare una forte richiesta di energia possono essere collegati più cubi. Questa

Miesa Dukuresa lavora nel negozio di Dermi Boru Godana. Il servizio per caricare il cellulare è molto richiesto.

L’insegnante Ahmed Ibrahim può finalmente caricare il suo laptop direttamente a scuola.

così tempestivamente una diagnosi e la giusta cura.

Oggi il centro può offrire ogni giorno i suoi servizi a più del doppio delle persone rispetto a prima. Avendo così eliminato i costi per il diesel, risparmiano molto denaro, che possono investire in nuovi apparecchi e in un approvvigio -

« Finalmente riesco a mettere da parte un po’ di soldi e a mandare a scuola i miei figli tutti i giorni »

namento sanitario migliore. «Mi auguro che presto tutti i centri di assistenza sanitaria abbiano accesso all’energia solare», spiega Kuya Guyo, direttore del centro Bulle Korma. «Questo sarebbe un enorme progresso per la nostra regione. Abbiamo vissuto il miglioramento in prima persona.»

Nel distretto di Teltele, Caritas Svizzera sostiene tre dei quattro centri sanitari con energia solare. In tutta la regione di Oromia vi sono tuttavia 36 centri, la maggior parte dei quali non dispone tuttora di un accesso affidabile all’elettricità. Anche loro saranno riforniti con energia solare.

«Per la prima volta in vita mia ho la luce»

tecnologia colma la lacuna tra semplici impianti solari e grandi reti energetiche. Piccole imprese ed enti pubblici in Etiopia possono così contare su un approvvigionamento energetico affidabile.

Derartu può offrire un’assistenza migliore ai pazienti

Grazie al sistema di energia solare

Power-Blox, il centro di assistenza sanitaria Bulle Korma ha già conosciuto

grandi cambiamenti positivi. «L’energia solare facilita enormemente il nostro lavoro. Oggi possiamo assistere meglio e più rapidamente le nostre pazienti e i nostri pazienti», racconta Derartu Shuwe. In qualità di tecnica di laboratorio, la 24enne dipende molto dall’energia elettrica per far funzionare le apparecchiature. Ora il microscopio e la centrifuga del sangue possono essere sempre in funzione. Le pazienti e i pazienti ricevono

Anche la vita quotidiana di Dermi Boru Gordana è migliorata molto con l’energia solare. Caritas Svizzera ha rifornito lei e altre piccole imprenditrici con Power-Blox, pannelli solari e accessori vari istruendole nella manutenzione. Fino ad allora, la 29enne e la sua famiglia vivevano maggiormente di allevamento di bestiame. Siccome 32 dei loro 36 capi di bestiame sono periti durante la siccità devastante del 2022, sono stati costretti a cercare possibilità di reddito alternative per far fronte agli effetti del cambiamento climatico.

Oggi, nel suo negozio, la piccola imprenditrice carica cellulari dietro pagamento e vende elettricità alle famiglie

nelle vicinanze. Da quando lavora con Power-Blox i suoi introiti si sono moltiplicati. Dermi racconta: «Per la prima volta in vita mia ho la luce, è geniale. In più, posso dare la corrente alle altre persone del mio villaggio e cambiare così anche la loro vita in modo sostanziale.»

La giovane donna in affari ha grossi progetti per il futuro: vuole aprire una piccola pensione con ristorante integrato. Per questo desidera avere un’altra Power-Blox. La piccola scatola rossa viene impiegata anche in molti altri ambiti commerciali: serve a far funzionare gli apparecchi dei parrucchieri, a migliorare le prestazioni degli studi medici e a raffreddare il latte fresco e altri cibi nei bar.

Novità: lezioni digitali, anche la sera «Prima di produrre la nostra propria energia solare, stampavamo i nostri do -

cumenti nel copyshop del prossimo villaggio più grande, dove facevamo caricare anche i nostri laptop e cellulari. Questo non costava soltanto denaro, ma anche tempo», ricorda Ebisa Anota, il direttore della scuola primaria Danisa Kerkero che ora, grazie a quattro PowerBlox, dispone di energia elettrica per gli apparecchi, la luce nelle aule e i file audio e video durante le lezioni. «I bambini sono particolarmente felici di ascoltare la musica mentre giocano a pallavolo durante la ricreazione», dice Anota sorridente.

Ora, quando scende la sera e si fa buio, la scuola può offrire anche corsi per adulti. E poi i bambini hanno la possibilità di accedere alla biblioteca. «Con la Power-Blox la qualità delle nostre lezioni è molto migliorata sia per noi insegnanti che per i bambini e gli adulti», spiega Anota. Come gli altri partecipanti al progetto, Caritas ha sostenuto anche la scuola con Power-Blox, pannelli solari, accessori tecnici come cavi e prese multiple nonché con un corso sull’utilizzo e la manutenzione del sistema.

L’energia solare convince la gente del posto: costa meno, è più affidabile e più ecologica della corrente generata con il diesel. Si creano così nuovi posti di lavoro, si incrementano i redditi, si migliorano la salute e la formazione – tutta una serie di sviluppi positivi, il tutto senza pesare sull’ambiente.

Maggiori informazioni: caritas.ch/solar

Investimenti anziché tagli e risparmi

Il Parlamento svizzero sta attualmente discutendo su ampie misure di risparmio nella cooperazione allo sviluppo. Per i Paesi nel Sud del mondo come l’Etiopia si rivela fatale. Le organizzazioni umanitarie lanciano pertanto un appello comune per evitare questo taglio netto.

Crisi, conflitti e catastrofi mettono in difficoltà sempre più persone a livello mondiale. L’impegno nell’ambito degli aiuti umanitari e della cooperazione allo sviluppo produce importanti cambiamenti sul breve e lungo periodo, di modo che le persone riescano a superare le difficoltà sfuggendo in modo duraturo al vortice della povertà.

Il Consiglio federale propone al Parlamento di impiegare i fondi per la ricostruzione in Ucraina a scapito di questi urgenti aiuti nel Sud del mondo. E come se non bastasse, si discutono persino ulteriori tagli – fino a un terzo del budget annuo – al fine di compensare i crescenti costi dell’Esercito svizzero.

Di conseguenza verrebbero bloccati progetti correnti e distrutte strutture co-

struite negli ultimi decenni a favore dei soggetti che hanno più urgentemente bisogno di aiuto. Con l’allarme solidarietà, le organizzazioni non governative svizzere (ONG) riunite in Alliance Sud si adoperano pertanto a impedire detti tagli. «Ci impegniamo affinché la Svizzera fornisca anche in futuro aiuti allo sviluppo forti ed equi, contribuendo a un equilibrio solidale con i più poveri al mondo», sottolinea Peter Lack, Direttore di Caritas Svizzera.

Partecipi anche lei!

Diamo ora l’allarme e fermiamo i drastici tagli alla cooperazione allo sviluppo

e i bisogni dei bambini. «Ogni bambino reagisce in modo diverso alle esperienze vissute.»

Quando la guerra diventa normalità

L’emergenza umanitaria in Ucraina perdura implacabile. 3,7 milioni di persone sono in fuga all’interno del Paese. Caritas Svizzera continua il suo impegno per le famiglie nelle zone fortemente contese nell’Est e nel Sud e oltre all’aiuto umanitario punta sempre più sulla stabilizzazione economica.

«Per i bambini è diventato normale andare nel rifugio antiaereo», dice Anastasija. «Invece è tutt’altro che normale.» L’operatrice giovanile lavora presso Caritas Ucraina nella metropoli di Dnipro. Anche dopo due anni e mezzo, la vita in guerra non ha perso nulla della sua durezza. La

I bambini sono traumatizzati e dormono male

parte orientale continua a essere bombardata senza sosta e i combattimenti causano nuovi sfollamenti.

Anche lontano dal fronte la gente è stretta nella morsa della guerra. I bambini soffrono in particolar modo, sono traumatizzati e dormono male. Molte scuole sono chiuse e le lezioni si tengono online, se si tengono. Dato che devono occuparsi dei figli, molte donne non hanno la possibilità

di lavorare. Le persone fanno molta fatica a soddisfare i propri bisogni primari.

Aiuti in contanti, umanità e prospettive Il calore umano e gli aiuti finanziari sono in questi casi ancora più importanti. Ed è qui che fanno leva i progetti attuali di Caritas Svizzera. Da un lato, offriamo assistenza psicologica e spazi protetti ai bambini per elaborare i traumi vissuti e una consulenza psicosociale agli adulti. Dall’altro, grazie agli aiuti in contanti, le famiglie bisognose di protezione possono coprire le proprie esigenze più urgenti, come pagare l’affitto o le riparazioni effettuate alle case danneggiate, comprare indumenti o un laptop per poter seguire i corsi online. Da agosto sosteniamo inoltre gli sfollati e le persone che ritornano a casa nel loro nuovo inizio economico. Grazie ai contributi alle piccole imprese e ai pro-

grammi di formazione e con il collocamento professionale ricevono il sostegno necessario per ricominciare e per conseguire un reddito. Non si intravede nessuna fine dell’emergenza e la gente ha urgentemente bisogno di prospettive.

Notevole impegno delle organizzazioni partner

Caritas Svizzera resta pertanto al fianco della popolazione ucraina. Questo è possibile grazie ai nostri partner locali Caritas Spes e Caritas Ucraina. Hanno buoni contatti e riescono così a operare anche in zone difficilmente accessibili vicino al fronte. I loro collaboratori lavorano con grande impegno, correndo rischi personali sin dall’inizio della guerra. Sono persone come Anastasija, che dice: «Mio fratello è un militare e io non possono starmene con le mani in mano. I bambini sono il nostro futuro. Dobbiamo fare tutto il possibile per farli stare bene mentalmente.» (ah)

Maggiori informazioni: caritas.ch/ucraina

Quando suona la sirena, i corsi di lavoretti manuali si trasferiscono nello scantinato, lontano dai vetri e da altri oggetti pericolosi.
Anastasija, assistente sociale, conosce le preoccupazioni

La popolazione di Haiti soffre la fame: l’aiuto deve continuare

L’insicurezza nella capitale Port-au-Prince e il blocco delle vie di comunicazione rendono difficoltoso l’aiuto di Caritas, presente a Haiti da quasi 40 anni. Fonie Pierre, nuova responsabile delle operazioni in loco, illustra le sfide da affrontare.

«Nou se wozo, nou pliye men nou pap kase. «Siamo come la canna: ci pieghiamo, ma non ci spezziamo.» Questa frase illustra la capacità di resilienza della popolazione haitiana. «La grande solidarietà tra la gente è ammirevole», aggiunge

Fonie Pierre, direttrice di Caritas Svizzera

«Sul campo ci concentriamo sulle necessità più urgenti»

ad Haiti da novembre 2023. Originaria di Port-au-Prince, vive a Les Cayes, nel Sud-ovest, da oltre 16 anni. Ad agosto 2023, l’ufficio di Caritas Svizzera è stato trasferito lì a causa dell’insicurezza nella capitale. Lo Stato è in disfacimento e le bande armate dettano la loro legge. Secondo il Programma alimentare mondiale, una persona su due soffre la

fame nel Paese. 160 000 persone sono fuggite dalla violenza, la maggior parte delle quali verso il Sud del Paese. I blocchi stradali impediscono il trasporto di merci in molte zone, facendo salire i prezzi alle stelle. Una grave carenza di carburante ha fatto aumentare i costi dei trasporti pubblici, causando anche interruzioni dell’elettricità e la chiusura di infrastrutture come ospedali e centri di assistenza. Parallelamente, la popolazione continua a fronteggiare le conseguenze devastanti dell’uragano Matthew del 2016 e del terremoto del 2021.

Fonie Pierre, come lavora il vostro team in condizioni così difficili? I nostri dipendenti di Port-au-Prince tornano periodicamente a casa. Tutto è diventato più caro, dai materiali di base ai trasporti. I trasportatori privati devono ne-

goziare i passaggi con le bande criminali. Tutto è diventato più complicato.

Nel frattempo, i bisogni sono enormi. Sul campo, ci concentriamo sulle necessità più urgenti. Oltre all’insicurezza, la popolazione è vulnerabile ai fenomeni sismici, climatici e meteorologici. La stagione dei cicloni dura da giugno a novembre. Nel Sud, circa 160 000 persone si sono trasferite presso parenti per sfuggire all’insicurezza. Queste famiglie allargate hanno difficoltà a procurarsi il cibo. Caritas fornisce quindi aiuti di emergenza e crea opportunità di reddito a lungo termine come la fornitura di piccoli animali da reddito, sementi migliorate, migliori rendimenti agricoli attraverso la preservazione dei suoli, formazione tecnica per i giovani, in particolare nel settore edile, e altro ancora.

E c’è anche un nuovo progetto legato alla pesca...

Belle-Anse, nel Sud-est del Paese, è una zona isolata. La popolazione dipende in gran parte dalla pesca come fonte di reddito e di sostentamento. La sfida principale è la conservazione del pesce, essenziale per pescatori, commercianti e acquirenti. Costruiamo celle frigorifere alimentate a energia solare e formiamo dei giovani per la manutenzione delle attrezzature. Questo permette di vendere il pesce pescato in condizioni migliori e a più persone. (fb)

Foto: Pierre Whicpen Buteau
Nonostante le circostanze avverse, Fonie Pierre si impegna con il suo team di 13 persone per la popolazione di Haiti.

La recitazione aiuta Sebghat a integrarsi

Per conto dei Cantoni di Svitto, Zugo, Zurigo e Friburgo, Caritas Svizzera assiste richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati almeno fino alla maggiore età. Dopo la fuga, questi giovani si ritrovano in una realtà di vita sicura, ma del tutto estranea.

A Einsiedeln tutti conoscono Sebghat

Kazimi, benché il diciassettenne afghano sia arrivato in Svizzera centrale soltanto pochi mesi fa. Vive con altri 15 cosiddetti

«Chi vuole apprendere, farà qualsiasi cosa. Chi non vuole apprendere, farà fatica sempre»

MNA (minori non accompagnati) all’ex Hotel Sonne, direttamente sulla Klosterplatz. Il Cantone ha destinato l’edificio temporaneamente all’alloggio di giovani profughi seguiti da Caritas Svizzera. Al momento, l’ex albergo viene utilizzato anche per il «teatro del mondo» di Einsiedeln.

Questo evento ha cambiato radicalmente la vita di Sebghat. Come altre centinaia di donne e uomini della città, ha deciso di partecipare allo spettacolo all’aperto, anche se durante le prime prove sapeva poco il tedesco e non conosceva la pièce teatrale che a Einsiedeln vanta una tradizione centenaria. È un personaggio senza dialogo, eppure: «Attraverso il teatro conosco la cultura, incontro tanta gente e imparo la lingua», spiega Sebghat. «La pièce è in svizzero tedesco», dice sorridendo, «e non è sempre facile da capire.» Ciononostante, vuole impararlo. È fermamente convinto che questa sia la chiave per iniziare bene la sua permanenza nella nuova patria. «Chi vuole apprendere, farà

qualsiasi cosa. Chi non vuole apprendere, farà fatica sempre.»

Gli adolescenti hanno il diritto di ricevere particolare attenzione Sebghat ha lasciato l’Afghanistan all’età di 14 anni; un anno e mezzo fa è arrivato in Svizzera attraversando la Turchia. È minorenne e pertanto «particolarmente vulnerabile». Per questo motivo, gli vengono assicurati una «protezione adeguata», «particolare attenzione» e «aiuto», come a tutti i MNA. In tal senso si sono impegnati Confederazione e Cantoni quando, nel 1997, la Svizzera ha sottoscritto la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. In Svizzera, più del dieci per cento delle domande di asilo provengono da MNA. Nel 2023 sono stati 3271 gli adolescenti in cerca di un alloggio e di sostegno adeguato alla loro età. Nei Cantoni di Zugo, Svitto, Zurigo e Friburgo, Caritas

Il diciassettenne afghano si è già integrato molto bene a Einsiedeln.

Svizzera si occupa dell’assistenza ai MNA per conto dei Cantoni, che a loro volta mettono a disposizione gli edifici da destinare all’alloggio.

Obiettivo: standard massimi e non minimi «È una sfida quotidiana», racconta Regula Heggli, che presso Caritas Svizzera è responsabile dei concetti pedagogici e dei mezzi ausiliari per l’assistenza ai MNA. Per diversi anni è stata la persona di riferimento per i giovani profughi che completamente soli cercavano protezione in Svizzera.

Heggli sottolinea che ogni storia di fuga significa mettere in campo un concetto di integrazione individuale che comprende la frequentazione scolastica, l’assistenza sanitaria e la gestione del tempo libero. La società si aspetta che i richiedenti l’asilo si integrino rapidamente, facciano parte di un’associazione o trovino amicizie che abbiano lo stesso hobby. «Tutte queste strut-

ture, però, sono nuove per questi giovani.»

E non solo le strutture, tutto è sconosciuto: la lingua, i ruoli, il mangiare, il clima. Ecco perché è estremamente importante che nel loro percorso di integrazione vengano accompagnati da persone di riferimento.

«Se ci prendiamo cura di questi adolescenti, dobbiamo sostenerli come se fossero figli nostri. Come società non possiamo accontentarci di standard minimi.»

Heggli conosce i limiti, sa bene in che modo la mancanza di personale specializzato e la pressione per ridurre i costi si ripercuotono sulla quotidianità. È tuttavia convinta che ogni ragazza e ogni ragazzo meriti di ricevere l’opportunità di integrarsi nel nostro Paese.

Guardare sempre e solo avanti Sebghat sfrutta questa possibilità. Studia tedesco con entusiasmo e in futuro vorrebbe lavorare nella sanità. È desideroso di imparare, forse perché in Afghanistan non è quasi mai andato a scuola.

Il ragazzo emana ottimismo, voglia di futuro ed energia vitale, sebbene non veda la sua famiglia da oltre tre anni e abbia alle spalle una fuga molto difficile. Non vuole abbattersi a causa degli aspetti più complicati della sua vita. Invece di essere nostalgico, cucina le ricette di sua nonna. Non vuole caricarsi troppo del passato. Adesso vive qui, gioca a hockey e tifa per la squadra di Svitto. La partecipazione al teatro del mondo è una vera fortuna. Prima dello spettacolo, gli altri partecipanti lo salutano gridando «il ragazzo è davvero fantastico». Una volontaria dice: «Questo farà tanta strada! Se tutti si integrassero così velocemente, non ci sarebbero problemi.»

Come Regula Heggli, anche Sebghat non vuole accontentarsi di standard minimi. Vuole un’integrazione massima in Svizzera, anche se finora è solo una persona «ammessa temporaneamente». (ll)

Nella recita del teatro del mondo, Sebgaht ha un ruolo portante: sostiene la locusta gigante.

La CartaCultura è richiesta più che mai

Spesso la povertà è sinonimo di rinuncia. I soggetti colpiti subiscono limitazioni sociali e vivono il più delle volte isolati. La CartaCultura di Caritas – un’offerta di cui usufruiscono sempre più persone – aiuta a contrastare questa tendenza.

«Negli ultimi quattro anni abbiamo registrato un aumento degli utenti dell’80 per cento», conferma Esther Hirzel, responsabile di filiale presso CartaCultura Svizzera fino a fine luglio. Nel frattempo circa 185 000 persone possiedono questa carta che offre fino al 70 per cento di

sconto su migliaia di offerte in ambito di cultura, sport, formazione e sanità. Le ragioni che ne hanno fatto aumentare la domanda sono molteplici: a causa dell’inflazione, dell’incremento degli affitti e della guerra in Ucraina, sempre più persone in Svizzera dipendono da soste-

gni finanziari. Le organizzazioni Caritas regionali hanno inoltre intensificato le relazioni pubbliche e potenziato la cooperazione con le autorità. «Nei Cantoni di Basilea Campagna e Basilea Città i servizi sociali ora assistono i soggetti colpiti a compilare il modulo di richiesta», spiega ad esempio Hirzel.

Alla scoperta di nuove offerte con le guide

Le offerte della CartaCultura sono variegate: spaziano dal tifo comune allo stadio alla visita in teatro. Ce n’è per tutti i gusti. Affinché nessuno debba seguire queste attività da solo, quattro anni fa è stato lanciato il programma delle guide. Alcuni volontari accompagnano nella Svizzera centrale – in Argovia, Basilea, Berna e nel Giura – gli utenti della CartaCultura a varie manifestazioni, creando così esperienze comuni. In questo modo la CartaCultura offre una preziosa opportunità di evadere dalla vita di tutti i giorni, stringere nuove amicizie e partecipare alla vita sociale. (tb)

Maggiori informazioni: kulturlegi.ch

Testamento e previdenza: nuove guide online

Desidera fare del bene anche al di là della vita e proseguire con la sua solidarietà e umanità? Allora nel suo testamento favorisca, oltre ai suoi cari, anche Caritas. Offriamo da subito un aiuto gratuito online per la redazione del testamento e l’allestimento dei suoi documenti per la previdenza su caritas.ch/testamento oppure tramite scansione del codice QR.

Previdenza tempestiva, in piena autonomia e giuridicamente valida: è il tema dei nostri eventi informativi gratuiti «Piena libertà nella vecchiaia» previsti per il 12 e 13 settembre 2024 a Lucerna. Saranno presenti un’esperta di cure e un avvocato che dispenseranno consigli e aiuti. Saremo lieti di accogliervi numerosi. (bl)

Per maggiori dettagli e iscrizione telefono: 041 419 24 19 e-mail: event@caritas.ch online: caritas.ch/selbstbestimmt-im-alter

Grazie alla CartaCultura, chi ha un budget limitato può permettersi anche di andare a teatro.

Il falò unisce, ma la settimana trascorsa insieme ancora di più: giovani rifugiati provenienti da diverse strutture di accoglienza al campo estivo di youngCaritas.

Un campo, 35 giovani, nove lingue

Il campo estivo di youngCaritas riunisce giovani rifugiati provenienti da diverse strutture di accoglienza e culture. Nell’intervista, Lena Baumann, responsabile del progetto, parla di talenti nascosti e delle soluzioni creative adottate per superare le barriere linguistiche.

Lena Baumann, nei centri di accoglienza i ragazzi tra i 14 e i 17 anni tendono spesso a restare tra loro. Quanto è importante il confronto con altri giovani?

I giovani apprezzano molto l’opportunità di conoscere nuove persone. Dopo una settimana, sono quasi inseparabili! Allo stesso tempo, possono evadere dalla loro routine quotidiana e godere di una settimana di «vacanza». Il campo diventa così un’esperienza fantastica durante le lunghe ferie scolastiche.

Il campo si è svolto nell’Oberland bernese. Cosa prevedeva il programma?

Grazie all’enorme impegno di 13 volontari, abbiamo offerto un programma variegato:

dalle uscite in piscina alle escursioni, dalle passeggiate con le lanterne alle serate in discoteca, fino ai laboratori creativi. I giovani hanno partecipato con grande entusiasmo e l’atmosfera è stata sempre positiva. Le attività comuni hanno subito creato una forte dinamica di gruppo.

Quali sono stati i momenti più memorabili?

Il più bello è stato vedere i ragazzi sentirsi a proprio agio, aprirsi e divertirsi. È stato alquanto toccante vedere come persone inizialmente riservate si siano aperte durante le attività sportive o la serata dei talenti. Molti hanno trovato il coraggio di mostrare le loro abilità davanti a tutti, come un ragazzo piuttosto silenzioso che, all’improvviso, ha cantato una canzone in susu, una lingua della Guinea.

Volontari cercansi

YoungCaritas è il settore giovanile di Caritas che si orienta ai giovani e ai giovani adulti tra i 16 e i 30 anni. Tra i suoi progetti principali c’è il campo estivo, organizzato dai responsabili di progetto del settore giovanile insieme a giovani volontari. Partecipando, i volontari hanno l’opportunità di vivere in prima persona il tema della migrazione, spesso oggetto di discussione, e di sviluppare competenze sociali e transculturali.

YoungCaritas è sempre alla ricerca di giovani volontari per il campo estivo annuale e per altre iniziative, come le attività ricreative con rifugiati, gli incontri linguistici con persone di lingua straniera o il gruppo d’azione contro la povertà.

Ulteriori informazioni: youngcaritas.ch

Giovani provenienti da culture molto diverse trascorrono una settimana insieme. Una grande sfida?

Sì, decisamente. Abbiamo avuto 35 ragazzi provenienti da nove Paesi diversi e non è stato sempre facile far sì che tutti capissero tutto. Abbiamo lavorato con i cosiddetti «buddy linguistici»: i ragazzi che parlavano bene il tedesco traducevano nella loro lingua madre per coloro che avevano ancora difficoltà. Questo approccio è stato un successo. Inoltre, le differenze linguistiche si sono rivelate un’opportunità, poiché i ragazzi hanno dovuto comunicare in tedesco, stimolando così un vivace scambio reciproco. (lb)

Grazie all’energia solare, Derartu Shuwe, 24 anni, può aiutare il doppio delle persone nel centro di assistenza sanitaria Bulle Korma in Etiopia.

Fare la cosa giusta

L’energia solare cambia la vita. Per saperne di più: caritas.ch/solar

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