Gallura, limiti incerti
Alle pagine 4-5: la risacca scivola sulla spiaggia dell’Isola dei Gabbiani in una giornata di maestrale.
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Sottili linee solcano le carte geografiche di continenti, stati e regioni; spesso sono affiancate da una linea colorata. Hanno andamenti bizzarri: a volte sono linee rette, altre fanno percorsi sinuosi. Attraversano fiumi, laghi, catene montuose, spesso incuranti delle divisioni naturali che scandiscono i territori. Talvolta sembrano ravvedersi e seguono con diligenza ostacoli e barriere che la natura frappone tra una terra e l’altra. Sono linee virtuali che a volte si interrompono, dove né il buon senso, né le guerre hanno consentito di dar loro vita. Sono i confini: a volte hanno la concretezza del filo spinato, della pietra, del cemento armato o di semplici siepi o di muri a secco. Il più delle volte sono solo da immaginare. Cambiano nel tempo, con lo scorrere della storia e con l’avvicendarsi delle comunità umane. Il tempo, lo spostamento di genti e popoli, la diffusione delle culture, l’evoluzione della lingua a volte li rendono così vaghi che una linea non la si può più tracciare, perché si dilata in modo diseguale. È il caso della Gallura. In queste pagine, forse in modo arbitrario, si è scelto di descrivere il territorio compreso nella Provincia Olbia-Tempio: una specie di Gallura allargata ad alcuni comuni che storicamente hanno sempre fatto da cerniera tra la Gallura, il Logudoro e il Nuorese e in parte compresi nella regione storica del Monte Acuto. Forse qualche purista storcerà il naso, ma il dato di fatto è che i confini della Gallura sono cambiati nel tempo e anche se si dovesse scegliere la lingua parlata, il gallurese, come attestato di appartenenza non mancherebbero i problemi. Se fosse la lingua a guidare dovrebbero essere ricompresi i territori di Viddalba, Santa Maria Coghinas ed Erula e sarebbero esclusi Oschiri, Berchidda, Monti e Alà dei Sardi. Ma si dovrebbe anche riconsiderare se siano galluresi Luras, un’enclave dove si parla il logudorese, La Maddalena, dove diverse influenze hanno prodotto il dialetto maddalenino, e la stessa Olbia, dove si parla un idioma con forti connotazioni logudoresi, a partire dagli articoli determinativi. Anche Golfo Aranci starebbe stretta nell’ambito gallurese, considerate le influenze provenienti dal Campidano, da Ponza e dalla Campania. Anche un’analisi storica non dà risultati univoci. A cominciare dal nome, la cui origine è oltremodo incerta. L’ipotesi più accreditata, tanto suggestiva quanto congetturale, è che il nome derivi da Galil, parola fenicia che indica una regione montuosa. Rimasto questo nome ad indicare le regioni interne fino all’epoca romana, esso sarebbe stato utilizzato dai cartografi romani come toponimo, nell’accezione Galil rura e Gal.rura, cioè terre del Galil, per divenire poi Gallura. La prima certezza è che nella seconda metà dell’XI secolo appare il termine Gallurensis, in un’epistola di papa Gregorio VII. La seconda certezza è che le regioni nord-orientali e parte delle orientali della Sardegna furono comprese nel Giudicato di Gallura, ma non vi è attestazione sulla data d’inizio di questa suddivisione, forse a partire dall’VIII
secolo. Mentre appare comunemente accettato il fatto che il Giudicato di Gallura abbia termine nel 1288 con la cacciata di Nino Visconti, giudice con sede in Tempio, da parte dei Pisani. Da quella data le terre di Gallura entrano nelle vicende sarde senza più essere un’entità autonoma. Si torna così alla questione geografica, perché il Giudicato di Gallura comprendeva un’area ben più vasta degli attuali limiti della Gallura, quali che si vogliano intendere. Così vengono descritti gli antichi confini nel Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna redatto da Casalis e Angius nel 1840: «Questa regione limitavasi dal mare cominciando dalla foce del Termo (fiume di Coguinas o Cocina) verso greco al capo Testa, quindi verso sirocco-levante al Capo Ferro da questo verso ostro-ostro-sirocco al capo Comino, donde si declinava verso ostro-ostro-libeccio alla Cala Sisina: dentro terra avea i suoi termini col Logudoro nella linea del suddetto Termo sino a piè del colle che dicono Montacuto, poscia in quella del ... l'Elema, e nelle falde occidentali dell’altipiano Bittese e del monte di Oliena; col regno di Cagliari ne’ monti di Urselè e in Monte-santo di Baunei. La lunghezza di queste frontiere era di circa miglia 70. Superficie. Così definiti i suoi termini computiamo la totale area territoriale della Gallura di circa miglia quadrate 1370. Divisione principale. Distinguonsi due parti: la superiore, terminata a libeccio dal Termo, indi dall'alveo delle acque scorrenti per la falda australe del Limbara, e da una retta distesa tra Nulvàra e la estremità meridionale del Montenero e dalla sua appendice, che ha capo in Punta Santanna: la inferiore comprende tutta la rimanente regione. La prima ritiene tuttora il nome antico di Gallura, l'altra ha tanti nomi quanti sono li suoi dipartimenti. La Gallura superiore ha di superficie miglia quadrate 703, la inferiore miglia quadrate 667». Questa descrizione di fatto identifica la Gallura superiore del periodo giudicale, che aveva mantenuto nel tempo la sua denominazione, con buona approssimazione con il territorio della Provincia Olbia-Tempio, con l’esclusione della parte più meridionale comprendente i territori di Buddusò, di Alà dei Sardi e parte di quelli di Oschiri e di Monti, che avrebbero fatto parte della Gallura inferiore.
Gallura’s uncertain borders
Thin lines run through the geographical maps of continents, states and regions, often coupled with a coloured line. They follow unpredictable directions, sometimes straight, sometimes winding. They cross rivers, lakes and mountain ranges, often seeming to neglect the divisions created by nature. At times, they seem to mend their ways to diligently follow any obstacles and barriers that nature has devised between one land and another. They are virtual lines, occasionally interrupting wherever neither wars nor common sense allowed them to exist. That is how borders are: sometimes as harsh as barbed wire, as stone, as cement – or else, as simple as hedges or drystone walls. More often than not, they just have to be imagined. They change with the passage of time and the alternation of human communities. Time and the movement of peoples, the spreading of cultures and the evolution of languages often blur them to such a point that a line could no longer be traced, as it would be unevenly dilated. This is Gallura’s case. Maybe in an arbitrary approach, the following pages aim to describe the lands comprised in the province of Olbia-Tempio: a sort of Gallura extended to a few municipalities that, historically, have always acted as a connective tissue between Gallura, Logudoro and Nuoro region, partly comprised in the historic region of Monte Acuto. A purist might turn up his nose, but the truth of the matter is that the borders of Gallura have changed in time and, even if one was to decide through the spoken language, gallurese (Gallurian), problems would still arise. If language was the leading principle, it would include the areas of Viddalba, Santa Maria Coghinas and Erula, while excluding Oschiri, Berchidda, Monti and Alà dei Sardi. One would also have to consider whether Luras, an enclave where logudorese is spoken, is actually part of Gallura, as well as La Maddalena, a place where different influences generated the local dialect, called maddalenino, or Olbia itself, a town whose idiom reveals strong logudorese connotations, starting from the very definite articles. Not even Golfo Aranci would perfectly fit within Gallura borders, considering its influences originating from Campidano, Ponza and Campania. Not even a historical analysis would give an unequivocal answer, starting with the name itself, which has rather uncertain origins. The most credited hypothesis, as fascinating as conjectural, is that the name derives from Galil, a Phoenician word indicating a mountainous region. This name, then used to indicate the inner areas until the Roman age, would later have been used by Roman cartographers as a place-name, in its acceptation meaning Galil rura and Gal rura, ‘the lands of Galil’, later to became Gallura. The first real piece of evidence comes in the second half of the 11th century, when the term Gallurensis appears in an epistle by Pope Gregory VII. The second ascertained fact is that the north-eastern and, partly, eastern regions of Sardinia were included within the ‘Giudicato’ (local kingdom) of Gallura; yet, there is no certainty as to the beginning and end of this subdivision, which probably began in the 8th century. On the other hand, it is com-
monly accepted that the Kingdom of Gallura was terminated in 1288 with the expulsion of Nino Visconti (a local sovereign or ‘Giudice’, ruling in Tempio) by the Pisans. From that date onwards, the lands of Gallura made part of Sardinian history but no longer as an autonomous constituency. Going back to the geographical issue, the Kingdom of Gallura comprised an area much larger than the current limits of Gallura, regardless of the way they are considered. These old borders are described in the Geographical, Historical, Statistical and Commercial Dictionary of the States of H.M. the King of Sardinia, edited by Casalis and Angius in 1840: ‘This region bordered the sea, beginning at the mouth of Termo (the river of Coguinas or Cocina) towards north-east at Cape Testa; then, towards south-east/east to Cape Ferro; from this latter, towards south/south-east to Cape Comino, where it went down towards south/south-west to Cala Sisina. Inland, it ended in Logudoro, following the line of the above-mentioned Termo, as far as the foothills called Montacuto, then the region of… the Elema, and on the western slopes of the highlands of Bitti and the mountains of Oliena; with the kingdom of Cagliari in the mountains of Urselè and in Montesanto of Baunei. The length of these frontiers was about 70 miles. Surface. Having defined the limits in this way, the total area of Gallura territories is equal to about 1370 square miles. Main division. Two main parts may be identified: the higher finishes to south west in Termo, then, from the bed of flowing waters, towards the southern slopes of Limbara and from a straight line stretching from Nulvàra and the southernmost tip of Montenero and its end in Santanna Peak. The lower region includes all of the remaining area. While the first region still retains the ancient name of Gallura, the other one has as many names as it has districts. Upper Gallura has a surface area of 703 square miles, lower Gallura of 667 square miles.’ In fact, such description reflects upper Gallura as it was during the period of local kingdoms. It had maintained its name in time, approximately including the area of the Olbia-Tempio province, while excluding the southernmost part, comprising the territories of Buddusò, Alà dei Sardi and, partly, those of Oschiri and Monti, that would have made part of lower Gallura.
On pages 4-5. The swash slithers on the beach of the Isola dei Gabbiani on a Mistral day.
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Nord. Le isole dell’Arcipelago di La Maddalena, in particolare l’isolotto de La Presa, sono l’avamposto più settentrionale del territorio gallurese. In alto nell’immagine, è separato dall’Isola di Santa Maria da uno strettissimo braccio di mare. Santa Maria è l’unica delle isole esterne dell’Arcipelago ad avere un minimo livello di urbanizzazione, mentre La Presa è deserta. Entrambe le isole sono comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, nel Santuario dei Cetacei e nel Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio. North. The islands of the Arcipelago di La Maddalena, particularly the islet of La Presa, are the most northern outpost of Gallura territory. At the top of the picture, it is separated from the Island of Santa Maria by a very narrow inlet. Santa Maria is the only external island of the Archipelago to have a minimal level of urbanization, while La Presa is deserted. Both of the islands are included in the National Park of the Arcipelago di La Maddalena, in the Sanctuary of Cetaceans and in the International Park of Bocche di Bonifacio.
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Sud. Sull’altipiano di Loelle si distende un ampio recinto forestale e, proprio dove confinano i territori del Comune di Buddusò con quello di Bitti, provincia di Nuoro, dai rilievi granitici scendono numerosi rigagnoli che incontrando uno sbarramento di roccia formano un piccolo stagno. Da uno stretto varco zampilla una cascatella ed è proprio lì che ha inizio il corso del Tirso, il maggiore fiume della Sardegna che, subito dopo, abbandona la provincia gallurese per dirigersi verso sud ovest, fino a sboccare in mare nel Golfo di Oristano. South. On the uplands of Loelle, a broad forest enclosure extends. Just at the borders between the territories of the municipalities of Buddusò and Bitti (province of Nuoro), many rivulets descend from the granite rocks, meeting at an obstruction of rocks to form a little pond. A small waterfall gushes from a narrow passage just where the Tirso, the main river of Sardinia, begins its course. Immediately afterwards, it abandons the province of Gallura towards south-west, until it flows into the sea in the Gulf of Oristano.
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Est. Affacciata sul Tirreno, la Gallura ha il suo punto più orientale nell’Isolotto di Molarotto. È uno scoglio di granito con pochissima vegetazione. Le rocce dal tipico colore rosato sono sbiancate dal guano dei marangoni dal ciuffo che nidificano numerosi. Sullo scoglio vive anche uno degli animali più rari in assoluto: la lucertola di Molarotto. È una sottospecie della lucertola tirrenica, esclusiva di questo isolotto, caratterizzata dalla livrea molto scura, chiazzata di turchese. Molarotto è compreso in una delle due zone A, a protezione integrale, dell’Area Marina Protetta di TavolaraPunta Coda Cavallo. East. Looking onto the Tyrrhenian Sea, the most eastern point of Gallura is the Islet of Molarotto, a granite rock with scarce vegetation. The rocks, of a typical rosy colour, are whitened by the guano of Mediterranean Shags, which nest everywhere. One of the rarest animals of all, the Molarotto lizard, also lives on the rocks. It is a subspecies of the Tyrrhenian lizard, exclusive to this island, characterized by a very dark livery spotted in turquoise. Molarotto is included in one of the two A-zones (integral protection) of the Marine Protected Area of Tavolara–Punta Coda Cavallo.
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Ovest. Il territorio del Comune di Badesi giunge fino alla spiaggia di San Pietro a Mare, dove sfocia il fiume Coghinas. È questo l’avamposto più occidentale della Gallura che ha nel corso del fiume il confine naturale con l’Anglona e la provincia di Sassari. La foce del Coghinas è un ambiente mutevole per il gioco dei sedimenti trasportati a valle che vengono rimaneggiati dalle tempeste invernali, trasformando ogni anno il paesaggio e variando la posizione dove il fiume si getta in mare. West. The territory of the Municipality of Badesi reaches as far as the beach of San Pietro a Mare, where the river Coghinas flows out into the sea. This is the most western outpost of Gallura; along the river, it forms a natural border with the region of Anglona and the province of Sassari. The mouth of Coghinas is a changeable environment due to the sediments that are transported downstream, then reshuffled by the winter storms, transforming the landscape each year and varying the position in which the river flows into the sea.
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Nel centro storico di Aggius le case sono costruite in conci di granito grigio, così come la chiesa dell’Oratorio del Rosario, che porta sull’architrave la data del 1727.
In the historic centre of Aggius the houses are built in grey granite ashlars, as is the Church of the Rosary’s Oratory, bearing the date 1727 engraved on its lintel.
Rilievi granitici nel territorio al confine tra i comuni di Luogosanto e Arzachena: è il tipico paesaggio delle zone interne della Gallura, dominate dalla macchia verde scuro, dalla quale emergono svettanti, fessurati e tafonati gli affioramenti granitici. Granite uplands on the border between the municipalities of Luogosanto and Arzachena. This is a typical landscape of the inner part of Gallura, dominated by a dark green maquis where outcrops of fissured and hollowed granite emerge.
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I luoghi dell’uomo Gli spazi della natura Rocce, sabbia e mare Talenti di Gallura
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Man’s places Nature’s spaces Rocks, sand and sea Talents of Gallura
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