EPISCOPIO DI PORTO
Carlo Leopardi architetto 00186 Roma - Piazza S. Anastasia, 3 Tel: +39.06.64770157 e-mail cleopardi@carloleopardi.com Collaboratori Erika Buoncristiani architetto Ivan Contreras Rubio architetto
Aeroporto
Porto
Episcopio Fiumicino
Ostia antica
0 100
500
1000
pianta generale: Fiumicino, Ostia Antica, Porto, Episcopio
disegni: arch. I. Gismondi / arch. C.A. Carpiceci
mappa Roma-Ostia
STORIA DI PORTO A partire dal I secolo d.C., gli imperatori Claudio (41-54) e Traiano (98-117) volendo ampliare il porto di Ostia ormai insufficiente a far fronte all’enorme traffico commerciale di una città con un milione di abitanti quale era ormai Roma diedero avvio alla costruzione di nuovi bacini portuali. Mentre ancora non è molto chiara la conformazione dei moli di Claudio, originale e accertata è la forma della darsena traianea: esagonale, con ciascun lato di m. 357,7 e una superficie di circa 33 ettari, in grado di ospitare circa 200 navi. Un canale lo collegava al porto di Claudio e un alto fossato la metteva in comunicazione con il secondo ramo del Tevere, aperto dallo stesso imperatore e oggi noto come canale di Fiumicino. Come afferma Giuseppe Tomassetti, attorno ai porti sorsero rapidamente magazzini ed edifici di vario genere, tanto che il nuovo agglomerato, chiamato Porto, assunse ben presto l’aspetto di una città. Nel 200 circa l’imperatore Settimio Severo (193 – 211) fece erigere una prima cerchia fortificata. Fu questo il periodo di maggior splendere della città, come dimostrano i grandiosi edifici risalenti al III secolo: tra questi il tempio circolare dedicato al Dio Portumno ubicato ad est del bacino di Traiano. L’archeologo Giuseppe Lugli asserisce che, esisteva forse , in prossimità del fiume, un sito fortificato, cioè un arce, destinata al controllo delle navi che transitavano sul Tevere: potrebbe essere stato questo il primo nucleo sul quale venne edificato, in tempi successivi, L’Episcopio. Secondo G.B. De Rossi, nell’anno 251 sarebbe stata istituita la diocesi cristiana di Porto, forse ancora legata ad Ostia il cui primo vescovo portrebbe essere stato sant’ Ippolito, morto martire nel 235 durante la persecuzione contro i cristiani ordinata da Alessandro Severo. Nell’anno 314 sotto l’imperatore Costantino, la città si separò da Ostia e divenne autonoma acquisendo il nome di Civitas Flavia Constantiniana Portuensis e una nuova cinta muraria chiudeva il nucleo urbano. Nel 408 e 409 si verificò l’assalto del re dei Visigoti, Alarico, che distrusse anche il ponte di Matidia, forse di fronte l’Episcopio,
che lo collegava con l’Isola Sacra. il ponte fu ricostruito nel 425 sotto Galla Placidia. Nel 455 Genserico, re dei Vandali, sbarcò a Porto prima di saccheggiare Roma. Il ponte fu di nuovo distrutto e la basilica di S. Ippolito, sull’Isola Sacra di fronte all’Episcopio, incendiata. Nell’anno 817 la città venne riconosciuta come patrimonio della Chiesa e quindi spettante al Papa Pasquale I. Nell’846 i Mussulmani invasero Ostia e Porto, che furono entrambi abbandonati dai loro abitanti. Il ripopolamento di Porto avvenne grazie ad una colonia di Corsi scacciati dalla loro patria perché inseguiti dai Saraceni. Alla fine del XIII secolo nell’anno 1287, il territorio portuense venne ceduto in feudo a la nobile e potente famiglia romana Stefaneschi, originaria di Trastevere. E’ in questo periodo che, utilizzando murature romane e alto medievale preesistenti, sarebbe stata probabilmente costruita una torre e un palazzo episcopale. Nell corso del quattrocento il territorio portuense ritornò alla Diocesi di Porto: era un posto ormai desolato. il Papa Pio II Piccolomini descriveva: “poco oltre si scorgevano le rovine di Porto, con resti di alcuni templi pagani e scheletri di chiese cristiani. La città fu distrutta e poi ridotta a castello, oggi anche’esso disabitato”. Segnali della rinascita dell’Episcopio si possono rintracciare negli interventi di restauro delle mura perimetrali, condotti da Rodrigo Borgia, futuro Alessandro VI che, vescovo dal 1476 al 1492, fece apporre sulle mura le sue insegne araldiche, inserendo probabilmente nel palazzo vescovile anche le finestre crociate in travertino visibili ancora oggi. Alla fine del XVI secolo le rovine portuensi, più delle sepolte vestigia di Ostia attirarono l’attenzione degli studiosi, artisti e architetti come dimostrano i disegni di Labacco, Pirro Ligorio, Andrea Palladio e le incisioni di Du Pérac. “L’Episcopio di Porto, tranformazioni dal tardo-antico al XXI secolo”. Sonia Gallico. Gangemi Editore
lago di Traiano
Episcopio
vista aerea lago di Traiano / Episcopio
vista aerea dell’Episcopio di Porto
vista dell’Episcopio e il lago di Traiano (Archivio Storico Foto Aldo-Fiumicino)
vista dell’Episcopio dal fiume (Foto P. Larango)
STORIA EPISCOPIO L’antico ed appartato Episcopio di Porto, situato sulla sponda destra del canale di Fiumicino in prossimità del lago di Traiano, è uno dei complessi storico – monumentali più significativi del litorale romano. Antichissima sede vescovile, divenne già a partire dal IV secolo diocesi suburbicaria (ossia esterna alle mura urbane), seconda per importanza soltanto ad Ostia e Albano che nel passato appartenevano ad un unico ambito ecclesiale. Il complesso episcopale di Porto, racchiuso entro una recinzio ne merlata, comprende una massiccia torre con affiancato il palazzo episcopale , la chiesa dedicata ai santi Lucia ed Ippolito, nonché vari edifici rurali addossati alle mura perimetrali. Il complesso presenta, inoltre, due interventi settecenteschi che lo hanno qualificato architettonicamente: il prospetto principale all’interno del piccolo cortile, commissionato dal cardinale Pietro Ottoboni junior agli architetti Domenico Gregorini e Pietro Passalacqua (1738) ed il portale d’ingresso che si apre sulle mura perimetrali, eseguito per ordine del cardinale Federico Lante della Rovere Con i finanziamenti del Giubileo per l’anno 2000 è stato realizzato un importante restauro, condotto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Lazio. “L’Episcopio di Porto, tranformazioni dal tardo-antico al XXI secolo”. Sonia Gallico. Gangemi Editore
vista ingresso est
vista ingresso ovest
LAGO DI TRAIANO
SE EN TU R PO INGRESSO EST IA
V
via del casale Santa Lucia
piazza nuova INGRESSO OVEST
SE
EN
A
VI
U RT PO
FIUMICINO
Episcopio di Porto: proposta di recupero degli spazi esterni
PROPOSTA DI INTERVENTO Attraverso un recupero generale, non solo dei singoli elementi costituenti l’Episcopio ma anche degli importanti spazi esterni, si vorrebbe riconferire all’intero complesso monumentale, la rilevanza di una volta, e non solo dal punto di vista architettonico ma anche dal punto di vista sociale. Punto cardine della proposta progettuale è il ripensamento del piazzale che porta all’entrata principale direttamente dalla via Portuense (ingresso ovest). Grazie alla demolizione dei fabbricati abusivi attualmente presenti nell’area limitrofa alle mura perimetrali e al portale di ingresso, si potrebbe pensare alla
realizzazione di un grande piazzale nel quale potrebbero prendere vita importanti eventi sociali a cui prenderebbe attivamente parte la comunità locale. L’attuale parcheggio prospiciente le antiche mura verrebbe spostato e attraverso dei percorsi pedonali che seguono il naturale declivio del terreno, sarebbe possibile accedere all’argine del fiume, attualmente inaccessibile; un percorso attrezzato e una pista ciclabile potrebbero diventare un piacevole tragitto per arrivare direttamente al centro del paese.
vista generale
vista generale
profilo generale
ipotesi di intervento per la nuova piazza d’ingresso ovest
proposta di recupero degli spazi esterni
B
A
N 0
5
10
pianta Episcopio di Porto.
A: area di intervento di restauro della chiesa SS. Ippolito e Lucia B: area di intervento di restauro della corte interna
prospetto ovest
prospetto est
prospetto nord
CHIESA DI SS. IPPOLITO E LUCIA La chiesa dei Ss. Ippolito e Lucia è parte del complesso episcopale edificato su antiche strutture imperiali del porto di Traiano ed attribuito ad epoca tardo imperiale. Il complesso comprende anche una cinta muraria, una Torre, un cortile esterno, il portale di ingresso e il palazzo a cui la chiesa era annessa. Svolgendo fino al 1960 funzione di cattedrale, quest’ultima è costituita da un’unica navata con volta a botte ribassata con lunette, e da due cappelle laterali: a sinistra quella della Madonna del Rosario, originariamente dedicata a S. Erasmo e il Sacello del Ss. Sacramento a destra. Due ambienti adiacenti sul lato sud della navata e di recente messi in comunicazione con la cappella della Madonna de Rosario, sostituiscono la sacrestia originariamente posizionata nel vano retrostante la parete di fondo della chiesa e a cui si accedeva per mezzo di una porta oggi tamponata. Ristrutturata ed ampliata in più volte, la chiesa è stata, soltanto negli ultimi anni, oggetto di studio e di analisi che hanno permesso di stabilire una cronologia delle sue varie fasi costruttive. Sappiamo che la chiesa cinquecentesca era più corta dell’attuale
0
5
10
di due campate e che era priva delle cappelle laterali; la sua facciata era probabilmente a filo con quella del palazzo ed era preceduta da un portico a tetto. Importanti sono stati negli anni 1689-1693 i lavori di ristrutturazione ed ampliamento, promossi da Flavio Chigi e che hanno dato origine all’aggiunta del pulpito, della fonte battesimale, della cappella di S. Erasmo e del rifacimento della facciata della Cattedrale, ad opera di Carlo Fontana. Dal 1715 al 1724, il cardinale Vincenzo Maria Orsini fece modificare la chiesa con l’aggiunta di un nuovo edificio, probabilmente il corpo edilizio sulla sua sinistra, destinato ad ospitare un piccolo Coro da cui si poteva assistere alla messa senza scendere in pubblico. Del 1735 è la realizzazione, sul lato destro, della cappella del SS. Sacramento, opera dell’architetto Ludovico Rusconi Sassi Soltanto nel 1930 la chiesa di S. Lucia diviene parrocchia con l’aggiunta del titolo di S. Ippolito: in quella occasione vennero realizzati alcuni lavori di ristrutturazione dopo decenni di decadimento. Del 2000 e per opera della Soprintendenza Per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio sono invece gli ultimi restauri realizzati in occasione del Giubileo.
B
A: nuova pavimentazione interna B: nuova pavimentazione esterna
1
B A
1 0
1
5
N
pianta chiesa SS. Ippolito e Lucia
nuova pavimentazione
3D pavimentazione interna
altare
recupero della pavimentazione esistente
1. prospetto Est dell’Episcopio di Porto
vista del coro
A: chiesa SS. Ippolito e Lucia
sezione 1-1
3
4
6
6
1
1
2
2
5
5
3
sezione 2-2
4
campionatura dei colori
sezione 3-3
sezione 5-5
sezione 4-4
campionatura dei colori
sezione 6-6
STATO DI CONSERVAZIONE
PROGETTO D’INTERVENTO
Da un attento esame delle strutture e degli impianti della chiesa dei Santi Ippolito e Lucia dell’Episcopio di Porto si è rilevata la necessità di alcuni lavori urgenti relativamente alle opere murarie, all’ adeguamento impiantistico e al ripristino e restauro di alcune parti dell’organismo edilizio. La parte interessata alle presenti osservazioni riguardava la navata centrale della chiesa, le cappelle laterali, la zona del presbiterio e della sacrestia. L’organismo presentava gravi fenomeni di deterioramento degli intonaci e delle pitture dovuti all’azione di risalita di umidità. Gravi le carenze del sistema impiantistico: in particolare quello elettrico e di illuminazione presentavano uno stato di deterioramento tale da considerarsi fuori dalle norme vigenti. Alcuni interventi eseguiti precedentemente sono stati rettificati: in particolare, nella zona del presbiterio il rifacimento della pavimentazione e il ripristino della nicchia absidale.
A. Deumidificazione dell’ umidità ascendente su murature portanti B. Recupero delle coloriture e velatura a calce pigmentata C. Saggi tendenti alla verifica di pavimentazioni storiche esistenti (precedenti a quella risalente ai primi anni del sec XX) finalizzati alla valutazione di un recupero o demolizione e posa di nuovo pavimento D.Impianto elettrico e posa in opera di nuovi corpi illuminanti
scavo archeologico
ritrovamenti degli scavi archeologici
scavi per l’isolamento e deumidificazione dei muri perimetrali
1
1
sezione 1-1, dettaglio per l’isolamento e deumidificazione dei muri perimetrali
vista 3D post operam della nuova pavimentazione interna e dei gradini dell’ altare
vista 3D post operam della nuova pavimentazione interna e dei gradini dell’ altare
foto post operam della nuova pavimentazione interna e dei gradini dell’ altare
navata centrale ante operam
navata centrale post operam
cappella laterale destra ante e post operam
cappella laterale sinistra ante e post operam
recupero della bussola di ingresso
post operam della bussola di ingresso
post operam - volta cappella laterale destra
post operam - volta cappella laterale destra
post operam - volta navata centrale
post operam - volta navata centrale
porta d’ingresso ante e post operam
vista della facciata principale della chiesa
1
2
4 CORTE INTERNA
3
1
3
2
4
5
INGRESSO OVEST
5
CHIESA
INGRESSO EST
N pianta ante operam della corte; fabbricati A, B e C
sezione 1-1
sezione 5-5
0 1
sezione 2-2
sezione 3-3
5
sezione 4-4
10
STORIA CORTE INTERNA Oggetto dell’intervento di restauro sono gli edifici dislocati alla destra dell’ingresso principale settecentesco del complesso dell’Episcopio di Porto e il cortile principale su cui essi affacciano. Gli edifici, che circondano il palazzo vescovile e la chiesa, pur non avendo mai avuto molta attenzione da parte degli studio si, hanno anch’essi la loro importanza sia dal punto di vista storico che architettonico. Originariamente e fino agli anni trenta, il grande piazzale che oggi vediamo, era diviso in due parti; dalla chiesa, fino al portale di ingresso quattrocentesco, un muro continuo divideva la chiesa con il palazzo episcopale, dagli edifici situati sul lato nord della corte che identifichiamo come edificio A,B,C. La costruzione subito alla destra dell’ingresso est, il fabbricato A, si presenta sopraelevata rispetto all’attuale quota del piazzale; il piano terra originariamente ospitava un portico voltato, oggi tamponato, ma ancora riconoscibile ad un attento esame della pianta e dell’intonaco esterno che lo ricopre. All’interno, gli ambienti le volte a crociera sono ancora oggi perfettamente leggibili. Questo edificio anticamente era una “casa ad uso osteria” de stinata ad accogliere i viandanti; oggi invece oltre ad ospitare una cappella religiosa, vi è stato dislocato un cucinino, una sala riunioni e al piano superiore camere e servizi. Adiacente al fabbricato A, troviamo il fabbricato B, edificio a due piani che ingloba il perimetro difensivo est e nord. Ci troviamo in presenza di un edificio quattrocentesco originariamente destinato agli svaghi e alla caccia; la datazione è legata essenzialmente alle grandi finestre guelfe molto ampie, ricavate in
marmo cipollino. Queste grandi aperture crociate, danno in un ampio ambiente a tutta altezza che accoglieva funzioni di svago, di rappresentanza e che oggi ospita il teatro/oratorio della congregazione. La parte restante dell’edificio è a due piani, attualmente organizzato in camere da letto e servizi. Da alcune documentazioni, appare probabile che l’edificio, un tempo fosse ampliato verso ovest e destinato ad ospedale. Il terzo ed ultimo blocco, confinante con il fabbricato A, è il fabbricato C, una costruzione senza dubbio più recente, realizzata dalla famiglia Torlonia sul terreno in cui anticamente sorgeva un ospedale. L’edificio presente una pianta ad U disposta su due livelli con una corte interna separata dal cortile attraverso un muro aperto da un arco. Inizialmente l’edificio ospitava una scuola, oggi viene adoperato dai religiosi come casa di accoglienza per i pellegrini. Il cortile può essere idealmente suddiviso in due parti; una antistante la chiesa e l’altra antistante i suddetti edifici ad U. La pavimentazione è in brecciolino e nel mezzo dei due spiazzi sono presenti due grandi aiuole circolari che fino a poco tempo fa ospitavano due palme secolari. La sistemazione delle aiuole perimetrali risulta essere piuttosto casuale, non solo nel disegno ma anche nelle alberature che ospita, molte delle quali sono malate e ormai morenti. Ultimo spazio esterno di interesse è quello retrostante alla chiesa e a cui si accede tramite l’ingresso ovest. Anch’esso presenta un disegno casuale e una carenza di vegetazione principalmente data dalla recente moria di alcuni alberi .
foto stato di fatto della corte
infissi da sostituire
prospetto Est
prospetto Sud
prospetto Ovest
B
C
D
A
pianta della corte interna, prima proposta
0
1
5
10
N
PROPOSTA D’INTERVENTO Attraverso un piccolo intervento di restauro esterno, si vorrebbe riportare omogeneità ai prospetti con la ricostituzione degli intonaci e, dove possibile, l’ eliminazione di quegli elementi anacronistici inseriti nel tempo. Si procederebbe alla ricoloritura delle facciate dei tre fabbricati, dopo l’esecuzione di idonee scalettature, attraverso la ripresa degli intonaci lì dove molto danneggiati, e una successiva ritinteggiatura, cercando di eliminare le consistenti risalite di umidità che hanno contribuito al deterioramento dei suddetti intonaci. Le tecniche di intervento verranno ovviamente con-
cordate con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali e Paesaggistici del Lazio. Per quanto concerne il fabbricato A in particolare, l’intenzione è quella di definire meglio la sistemazione esterna delle scale in mattoni e tufo che conducono all’ingresso e sostituire gli attuali infissi in ferro dei portoni, che si presentano piuttosto ammalorati. La sostituzione degli infissi è anche parte integrante dell’intervento che interessa il fabbricato B dove le importanti finestre crociate quattrocentesche presentano inadeguati infis-
vista A, 3D della prima proposta
foto dello stato di fatto
vista B, 3D della prima proposta
vista C, 3D della prima proposta
vista D, 3D della prima proposta
pianta proposta definitiva
si realizzati in parte in ferro e in parte in alluminio anodizzato. Per il fabbricato C si prevede la sola ripresa degli intonaci. Per quanto concerne gli spazi esterni l’intento è quello di riconferire l’originaria omogeneità al piazzale, rendendolo più fruibile dalla comunità. Saranno infatti rimosse le aiuole circolari – centrali ai cortili e alla destra dell’ingresso est- realizzate con materiale di poco pregio – tufo- ed in epoca piuttosto recente. Sarà inoltre appor-
0
1
5
10
N
tata una modifica all’ aiuola antistante il fabbricato A; verrà ridisegnato il sistema di gradini che porta all’ingresso dell’edificio e la parte a verde verrà spostata a ridosso del muro che originariamente arrivava fino alla chiesa e che oggi è presente solo in parte. Il materiale utilizzato sarà il mattone. Attraverso un’ attento studio delle alberature, sarà possibile reintegrare quelle morte con delle nuove, tenendo conto della vegetazione locale e della necessità in alcune zone, di creare spazi ombreggiati in estate.
3
2 4
1 assonometria sistemazione esterna
dettaglio 1
dettaglio 2
dettaglio 3
dettaglio 4
sezione F-F
sezione E-E
sezione D-D
sezione G-G
vista 1, 3D della seconda proposta
vista 1, 3D della proposta deffinitiva