JoniaNews Febbraio 2009

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Siamo tutti sulla stessa barca

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Ma c’è chi rema contro

Nei giorni scorsi a Villa Ragno si è discusso il tema dello sviluppo turistico: erano presenti molti operatori del settore e altrettanti amministratori di peso. Ad emergere dal dibattito sono state, da un lato, le solite recriminazioni contro una politica che negli ultimi trent’anni non ha fatto nulla per il territorio, con le rare eccezioni di Sant’Alessio e Savoca, e dall’altro gli inviti di Gianni Foti, caduti nel vuoto, a fare squadra e proporre, e a non polemizzare sempre e comunque. Ho avuto l’impressione che non esista coesione tra gli operatori del turismo, che non ci siano politiche condivise e nemmeno idee chiare sulle priorità. Mi dispiace, ma credo sia ora di ritrovare la rotta. Durante il dibattito, si è fatta notare l’importanza di collegare le zone interne con la costa per migliorare lo sviluppo turistico del comprensorio: a mio avviso va bene come programmazione ordinaria, come sostegno all’economia locale, ma cosa c’entra con il Turismo? Se si vuole cambiare marcia si deve puntare tutto sulla Riviera: dare respiro al traffico e fare la barriera soffolta lungo il litorale, incentivare lo spostamento a monte della ferrovia, approvare piani regolatori con

funzione di programmazione e sviluppo, premiare chi rischia con bonus di cubatura, favorire l’accesso al credito, premere politicamente perché partano i bandi della programmazione 2007 – 2013, fermi da 2 anni (vergogna assoluta). Anche l’interno trarrebbe i benefici derivanti dalla crescita di presenze in riviera. Ci saranno circa 50 milioni per opere infrastrutturali (ci si DEVE fare la barriera soffolta): nessuno ha recriminato sulla penuria di strade. Quelli che mancano davvero, invece, sono i servizi: i collegamenti in bus con l’aeroporto e le stazioni, i taxi, treni decenti, un rental per autovetture o motocicli. E gli imprenditori per condurli. Unica nota positiva è stata l’iniziativa annunciata da Andrea Ceccio per la futura messa a bando di un servizio di trasporto urbano su autovetture, assimilabile per modalità ad un radiotaxi. E’ stata una riunione che, per toni ed argomenti, sarebbe potuta avvenire in modo identico negli anni ’60, ’70, ’80 o ’90. La morale? Ognuno per sé ed i fondi per tutti (in quota). Appunto: siamo tutti sulla stessa barca, ma c’è qualcuno che rema contro. Sempre.

Carmelo Cutrufello

È la legge di Wimbledon: non è importante chi vinca il torneo di tennis, quello che conta è che la competizione si svolga a casa tua. Tommaso Padoa Schioppa

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EDITORIALE

a cura del Dire ore


JoniaNews Febbraio 2009 Il mensile di informazione della riviera jonica messinese

www.jonialife.it

Sommario EDITORIALE Pag. 3

POLITICA

Editoriale

di C.Cutrufello

PRIMO PIANO Pag. 6 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 13

di O.Puglia

PROGETTO

Terremoto di Messina Filanda Papandrea Albergo Roccalumera Sulla cresta dell’onda

di A.Tavilla di G.Bonarrigo di G.Bonarrigo Inchiesta

ATTUALITÀ Pag. 14 Pag. 15 Pag. 16 Pag. 17 Pag. 18 Pag. 19 Pag. 20 Pag 22 Pag 23

Pag. 29 Intervista F.Raciti

Castelmola Antillo - Savoca Fondo Affitti Sant’Alessio CAG Unione dei comuni Presentazione GAL Itala - Scaletta Alì Scavi Fiumedinisi

di C.Scimone di P.Cingari di M.Moschella di G.Agnoni di F.Brianni di S.Chillemi di C.Tringali di S.Savoca

Pag. 30 Superiori S.Teresa

di O.Puglia

ENERGIA Pag. 32 Sostenibilità energetica di S.Bivona e V.Crisafulli

CULTURA Pag. 34 Pag. 35 Pag. 37 Pag. 38

Giselle Revolutionary Road La figura di Don Bosco L’Edicola del fumetto

di V.Ciarocchi di C.Aliotta di N.Antonazzo di Pippo Biella, il Prof.

SPORT Pag. 39 Calcio

di Mimmo Muscolino

SALUTE Pag. 40 Insufficienza respiratoria di G.Crupi

RUBRICHE Pag. 42 L’amministratore di condominio

AGRICOLTURA Pag. 28 Bachicoltura

Appello dell’Arch. Salvatore Coglitore: Sto per iniziare una nuova avventura editoriale che riguarda la Storia della Fiera quindicinale che si teneva sulla spiaggia fino alla metà degli anni ‘70 a Santa Teresa di Riva. Inviatemi i vostri ricordi personali, aneddoti, foto e documenti attinenti al mondo della fiera. Oltre a quella di S.Teresa, cerco notizie e quant’altro sulle fiere che si tenevano a Limina, a Letojanni, a Nizza di Sicilia, a Casalvecchio Siculo, a Giardini Naxos, ad Antillo, a Mandanici, etc. AIUTAMI A REDIGERE IL LIBRO SULLA FIERA DEGLI ANIMALI. www.fotosantateresadiriva.com

Ediscon Notizie Periodico di informazione Anno III - Febbraio 2009 Editore Editing Service Consulting snc Direttore Responsabile Carmela Pantano

Registrazione Tribunale Messina n° 10/03 del 22/05/2003 Stampa: Graph snc Via Mantineo, 4 S. Alessio Siculo (ME)

Diretto da Carmelo Cutrufello Supervisore G.Massimo Cicala GraphicsArtDirector Giuseppe Androne In Redazione Veronica Diniz Nunes Caposervizio Web Carmelo Cutrufello Cultura Maria Lo Conti Cover Designer Santi Emanuele Savoca Garante del lettore Avv. Epifanio Carlo Moschella

Collaborano: Gianandrea Agnoni, Claudia Aliotta, Nicola Antonazzo, Aynos, Pippo Biella, Giovanni Bonarrigo, Veronica Bonelli, Domenico Bonvegna, Filippo Brianni, Maria Caminiti Diniz, Valentina Caminiti, Valerio Ciarocchi, Paola Cingari, Dominga Carrubba, Pietro Cascio, Sebiano Chillemi, Salvatore Coglitore, Giuseppe Crupi, Maria Cristina De Salvo, Massimo Di Bella, Sebastiano Di Bella, Sac. Don Giuseppe Tati D’Urso, Iano, Carmelo Galeano, Giovanni Galeano, Helena

Giorgianni, Stefan Hagl, Ernesta La Spada, Rosario Leonardi, Maria Lo Conti, Mimma Lo Giudice, Anna Logorelli, Ela Karpinska, Antonino Nicita, Cristina Maccarrone, Antonello Mantarro, Don Nunziato Mantarro, Marco Manzella, Riccardo Marin, Giuseppe Migliastro, MariaLaura Moschella, Mattia Muscolino, Mimmo Muscolino, Claudia Panicci, Antonio Perrone, Oriana Puglia, Donatello Puliatti, Silvia Rapisarda, Andrea Rigano, Carmelo Rigano, Cosimo Rigano, Sonia Rug-

geri, Natale Russo, Rosa Anna Salsa, Giuseppe Savoca, Santi Emanuele Savoca, Carmelo Scimone, Scimpo, Annalisa Sicari, Mariacatena Silaro, Agnese Sturiale, Marco Sturiale, Silvana Sturiale, Antonio Tavilla, Andrea Trimarchi, Giusy Trimarchi, Santo Trimarchi, Maria Antonietta Trimarchi, Trinacrio, Carmelo Tringali, Alessio Triolo, Emanuela Triolo, Natale Triolo, Irene Turiano, Prof. Carmelo Ucchino, Carmelo Ucchino, Michele Urso, Bruno Valenti, Valerio Valenti FEBBRAIO ‘09


5 a cura di G. Massimo Cicala

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Il mio editoriale più bello

Ho visto al di là del vetro i nomi dei bimbi nati nelle stesse ore: Amira (albanese), Kevin (filippino), Jucsas Vimalasuthan (tamil o giù di lì). Sulla seconda fila, campeggiavano tre, diconsi tre, gemelli cinesi. Tutti di mamme giovani e giovanissime. Credo che questa fotografia la dica lunga su dove stiamo andando. Ivan Rui è stato subito messo di fronte a quella che sarà la sua (gli auguro ovviamente lunga) vita: i problemi piccoli e grandi del Policlinico e della nostra sanità, all’interno della quale cervelli e professionalità sono come in trincea; una società multirazziale, multietnica, multiculturale gli farà da culla, con la speranza che sia capace di trarne solo gli aspetti positivi e comunque quelli più veri, al di là del drammatico periodo in cui l’integrazione deve fare i conti con decine di fatti di cronaca non certo edificanti. Sull’A18, unico modo per mettere in relazione casa mia con l’Ospedale, a una settimana di vita, si è fatto

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la prima fila per incidente in galleria, tanto per entrare nel vivo degli accadimenti di una “normale”. Qualcuno mi disse, parecchi anni fa, che le cose più belle, nella vita di un uomo, spesso avvengono proprio nei periodi più strani e solo apparentemente meno adatti: non so se calza sempre in ogni situazione, ma credo profondamente che la fiducia e l’entusiasmo di una nascita siano parti di un arricchimento interiore per i genitori, ma anche di una grande nuova potenzialità per il territorio, che ha sempre “sete” di idee e di forze operative nuove, in qualsiasi campo. Potrei pensare al periodo di difficoltà che il mondo attraversa, ed, in piccolo, allo scempio del nostro territorio che si ripresenta puntualmente ad ogni evento meteo, ma credo che alla base di tutto ci sia una mancanza endemica di un valore troppo ovvio per essere menzionato come tale: l’amore. Per se stessi e per ciò che ci ospita e ci avvolge. E’ l’amore, incondizionato, che va oltre i credi, le coerenze, le convenienze, che smuove la nostra cultura ed il modo di intendere la società. E l’atto più bello, di voler bene al mondo, è di arricchirlo. Ivan Rui leggerà per un periodo il mondo con i miei occhi, e ancor di più attraverso quelli di sua madre, ma poi dovrà lavorare per cambiarlo, con coraggio, forza, consapevolezza ed un pizzico di follia. Artista o elettrauto poco importa: meglio vivere di rimpianti che di rimorsi.

PRIMO PIANO

Con la mia compagna abbiamo messo al mondo il nostro futuro: si chiama Ivan Rui Cicala. Al Nido del Policlinico Universitario G. Martino di Messina era nella culletta n°2. Avevo spento da un mesetto ogni velleità giornalistica per dedicarmi all’evento. Qualche ora dopo la nascita… mi si è riaccesa, giocoforza, giusto… per restare in allenamento e non soccombere alla ovvia inerzia dell’ ubi major minor cessat.


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A cento anni dal terribile terremoto che sconvolse Messina. Cosa è cambiato?

di Antonio Tavilla el 2008 appena passato è ricorso il centenario del tremendo sisma che sconvolse Messina e gran parte del territorio costiero che si affaccia sullo Stretto. Le celebrazioni della ricorrenza che avrebbero dovuto essere l’occasione per trovare la forza di affermare che questa città ha bisogno di un’attenzione diversa e della sinergia di tutti, hanno finito per mostrarsi, ad eccezioni di alcuni momenti, come un’esclusiva parata di uomini e mezzi in divisa, di rappresentazioni teatrali, di improvvisate mostre di dubbio valore.

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Esattamente come qualche giorno dopo quel lontano e funesto 28 dicembre 1908, si è assistito allo sbarco delle autorità, venute a constatare, a farsi riprendere mediaticamente, anche attraverso una diretta satellitare (chissà quanto costata alle casse regionali) conclusasi alle 24 del 27 quando, uscito di scena l’on. Lombardo, lo spettacolo da mandare in onda era concluso. Al di là della parata, poca cosa è sembrato essere cambiata nell’atteggiamento dei politici nazionali – e ci chiediamo come la cittadinanza abbia reagito alla vistosa assenza della deputazione locale – rispetto ai tanti annunci che avevano preceduto l’evento. Anche il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è apparso scontato, e ci chiediamo se l’occasione non meritasse una sua presenza. Più gradito è stato il ricordo del Santo Padre Benedetto XVI durante l’ Angelus domenicale. Così gli unici testimoni “esterni” sono divenuti il Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso e l’arcivescovo emerito Giovanni Marra, con

un’apparizione, opportunistica, dell’attuale sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi. Chi si aspettava dalla presenza e dall’intervento del governatore della nostra regione, l’on. Lombardo, un gesto di rispetto verso questa città, che soffre una crisi economica che coinvolge pubblico e privato è rimasto deluso. A parte aver certificato che per fortuna la Sicilia può contare su una disponibilità di 16 mila volontari di Protezione Civile – ma non ci ha illustrato chi e quanti siano invece i professionisti regionali del ramo e soprattutto quali fondi siano ad essa stati destinati per Messina ed aver dissertato sul dato di fatto che si è costruito lì dove non si poteva, aver realizzato strade strette e tortuose, sottodimensionate rispetto alla popolazione residente, imbrigliato malamente torrenti, violentando la natura, non una parola è stata detta sulle responsabilità del governo regionale in merito alla tutela del territorio, allo sviluppo territoriale attraverso azioni legislative concrete anche in materia di piani regolatori, di riserve naturali ed azioni di destinazione di risorse finanziarie per chiudere il fenomeno delle baracche ormai artificiosamente legato al sisma del 1908 ma sfruttato sino ad oggi da molti per fini propagandistici elettorali. La cronaca ha registrato una presenza tra il 27 ed il 28 dicembre di 2000 volontari siciliani della Protezione Civile che hanno anche schierato parte dei mezzi in dotazione. Molta curiosità hanno destato alcuni mezzi storici dei Vigili del Fuoco: una pompa premente/aspirante a mano (foto accanto) che venne utilizzata proprio durante i soccorsi di cento anni fa ed una pompa a FEBBRAIO ‘09


7 vapore di costruzione francese dei primi del ‘900, ma anche la moderna stazione satellitare mobile.

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L’evento più significativo è finito per risultare la “Via Lucis”, fortemente voluta dalle Confraternite e Pie Associazioni della Diocesi, che da mezzanotte alle 4 del mattino si è svolta per le strade della città per concludersi poi in cattedrale con momenti di preghiera e di riflessione, anche musicale, in attesa che giungessero quelle 5 e 21, a cui non ha fatto mancare la sua presenza l’Arcivescovo mons. Calogero La Piana. Una fiaccolata in-

PRIMO PIANO

Nella mattina del 27 si è svolto un Consiglio Comunale “aperto” alla cittadinanza che è passato alla cronaca più per l’assenza dei consiglieri comunali, che per la partecipazione allargata, e nel pomeriggio, al Teatro Vittorio Emanuele, l’atteso incontro con il Sottosegretario Bertolaso ed il Governatore Lombardo. Poi alle ventuno la cattedrale ha ospitato il “Concerto del Futuro” ad opera del famoso organista Jean Guillou. tensa e partecipata forse più di ogni altra manifestazione, circa cinquemila persone secondo gli organizzatori, che ha unito giovani ed anziani nel testimoniare che si ha voglia di ricordare il passato ma soprattutto di avere speranza nel futuro. Molti erano i giovani presenti, segno che se si toccano le corde giuste il sabato sera si può dedicare a qualcosa di diverso rispetto alla consuetudine. Qualcuno l’ha definita un cammino in una notte di memoria, ma certamente è stata per molti la notte dell’orgoglio di testimoniare l’importanza di esserci nonostante la lunga durata dell’evento, circa sei

ore, e l’orario di svolgimento, l’orgoglio di una messinesità da qualche tempo sempre più sbandierata, ma poco vissuta. Peccato per quelle campane annunziate e rimaste silenziose alle 5 e 21 e per quelle sirene di navi che avrebbero dovuto urlare dal mare la vita e sono rimaste spente. Ma dopotutto, come avrebbe detto il grande Eduardo “a da passà ‘a nuttata” e quindi passata la notte della commemorazione torneremo ad accontentarci di sopravvivere ed a sognare una città normale.

Quell’evento che modificò la storia della città di Messina l 28 dicembre 1908, un lunedì, alle ore 5,21 del mattino, nella piena oscurità e con gli abitanti immersi nel sonno, un terremoto (uno dei più potenti della storia italiana), che raggiunse i 7,1° grado della scala Richter (1112° nella scala Mercalli), seguito da un maremoto, mise a soqquadro le coste calabro-sicule con numerose scosse devastanti. La città di Messina, con il crollo di circa il 90% dei suoi edifici, fu quasi rasa al suolo. Gravissimi i danni riportati da Reggio Calabria e da molteplici altri centri abitati del circondario. Sconvolte le vie di comunicazione stradali e ferroviarie nonché le linee telegrafiche e telefoniche. L’illuminazione stradale e cittadina venne di colpo a mancare a Messina, Reggio, Villa San Giovanni e Palmi, a causa dei guasti che si produssero nei cavi dell’energia elettrica e della rottura dei tubi del gas. Gli addetti all’osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono: «stamani alle 5,21 negli strumenti dell’Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione. Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri.».Solo nel pomeriggio un militare, il tenente di vascello Belleni, da Marina di Nicotera, in Calabria, riuscì a trasmettere un dispaccio telegrafico. Solo nella stessa serata del 28, fu riunito d’urgenza il Consiglio dei Ministri ed il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti esaminò la situazione emanando di concerto le prime direttive del Governo. Interventi che oltre a ritardare a giungere furono soprattutto disorganizzati e in una prima fase addirittura concentrati più al recupero dei valori che dei superstiti, feriti e coperti dalle macerie. Esemplificativo il fatto che il primo gestore delle emergenze, il gen. Mazza, non scese mai dalla nave per organizzare i soccorsi; si dice si dedicasse più al rispetto del cerimoniale che all’emergenza e che abbia fatto allontanare gli aiuti stranieri, giunti per primi, ancor prima dell’arrivo della parte più consistente degli aiuti italiani. di Antonio Tavilla

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Roccalumera, l’ex Filanda Papandrea ritorna Viva di Giovanni BonarRIGO no dei monumenti roccalumeresi sui quali si è intervenuti, è la ex Filanda Papandrea, un edificio, nel quale fu effettuato un sopralluogo da parte Comune già nel lontano 1993, che ne accertò “l’interesse etno-antropologico”. Cinque anni fa iniziarono i lavori per il suo restauro e finalmente, poco più di un mese fa, hanno avuto termine.

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ELEMENTI STORICI. La Filanda Papandrea, costruita da Giuseppe Papandrea nei primi anni del secolo, è rimasta attiva fino al 1945/46. La struttura, già originariamente, si componeva di un edificio a due piani di forma rettangolare, i suoi prospetti apparivano caratterizzati da una serie di ampie finestre ad arco, che si aprivano sul piccolo ballatoio in ferro, che correva lungo tutta la costruzione. Nella parte retrostante l’edificio, si elevava una ciminiera in mattoni a faccia vista. Demolita durante la guerra per non diventare facile bersaglio dei bombardamenti nemici, la filanda, è stata ricostruita subito dopo. All’epoca, due erano le filande a vapore di Roccalumera, di queste “la Papandrea” era a 32 bacinelle. Le fasi del ciclo produttivo della seta erano: la macerazione, (nella quale i bozzoli venivano immersi in bacinelle contenenti acqua saponata alla temperatura costante di 60°); la scopinatura, (con una spazzola morbida si battevano i bozzoli per estrarne i capifili); la trattura, (consisteva nel riunire insieme e saldare un certo numero di bave); la binatura e torcitura, (lavorazioni al filatoio); alle quali seguivano la sbiancatura e la tintura della seta. Prima dei restauri di oggi l’edificio, pur apparendo complessivamente in discrete condizioni, in realtà era stato profondamente lesionato in più zone nelle sue strutture portanti a causa di una frana che ne aveva reso precaria la stabilità. All’epoca, il suo piano terra era adibito a magazzino, men-

tre al piano soprastante (di circa quattrocento mq) veniva trattata la seta. In occasione del primo sopralluogo del Comune, sono state rinvenute in loco delle testimonianze documentali. Esse erano rappresentate da opuscoli scientifici, materiale cartaceo vario e libri mastri ove venivano registrati i movimenti <in entrata> dei bozzoli, (provenienti da altre zone della provincia, dove l’allevamento del baco era praticato su larga scala), e <in uscita>, della seta grezza, destinata ai mercati esteri per essere lavorata e tessuta. In una sezione del locale erano ancora visibili le impalcature lignee a torretta (dette Pannalore), che sostenevano gli incannicciati ove veniva posto il bozzolo. Purtroppo, nessun macchinario o parti di esso (destinati alla “trattura”) è stato ritrovato, quale testimonianza del ciclo produttivo. In molti si chiedono da tempo quando avverrà l’inaugurazione della nuova Filanda e quale sarà la finalità ultima di questo grande fabbricato. Interrogato in merito il primo cittadino, Avvocato Gianni Miasi, ha risposto che “Prima di tutto, aspettiamo che venga data, da parte della Commissione di Vigilanza, l’idoneità statica e quindi l’Agibilità. Poi realizzeremo una mostra di abiti da sposa ed il Film Festival a cura di Nello Calabrò”. Quindi, per poter meglio relazionare i nostri lettori su quanto già mi aveva accennato il Sindaco Miasi, qualche giorno dopo, nel mio studio, abbiamo realizzato una breve intervista anche al regista Calabrò. Nello, cosa mi puoi dire di specifico sul vostro prossimo Film Festival? “Stiamo cercando di iniziare la seconda edizione del Festival nei locali della Filanda, probabilmente lo faremo a fine Marzo. Ma prima di spiegarti ciò, gradirei raccontarti brevemente chi siamo. La nostra Associazione, Jonio Olimpia, è stata istituita l’anno scorso. Siamo dieci ragazzi di Roccalumera, Santa Teresa e Nizza, FEBBRAIO ‘09


9 ed il nostro obiettivo è promuovere manifestazioni ed organizzare eventi di carattere culturale e sportivo. Il Presidente è Roberto Scala di Nizza, paese nel quale l’associazione ha sede legale.

L’amico regista Calabrò, (che ringrazio ancora per il contributo informativo datoci), non è voluto entrare nel merito di quale potrà essere la pro-

grammazione degli eventi da svolgersi, ma certo , che una struttura di tali proporzioni meriterebbe una accurata gestione ed un calendario (mese per mese) delle manifestazioni. Inoltre, a mio avviso, poiché la Filanda stessa non è che un “tassello” di quel mosaico costituito dalle nuove attrazioni turistiche roccalumeresi, bisognerà necessariamente mettere “in rete” l’insieme “Arte e Turismo-Balneare, con Cultura e… Centro-Benessere, in modo da attirare una clientela sempre più vasta, più esigente e variegata.

L’attesissimo nuovo maxi albergo di Roccalumera - di Giovanni BonarRIGO Quando un turista (non solo in estate) viene a Roccalumera, dove trova ricovero attualmente? Ci sono le varie palazzine popolate per lo più d’estate e (s)popolate per il resto dell’anno, c’è l’Hotel Piramide in via Piccolo Torrente Pagliara. Da domani si aggiunge una nuova grande opera. A Roccalumera, sta nascendo un nuovo albergo. Il manufatto, che ha il suo maggiore prospetto sul Lungomare Cristoforo Colombo, occupa una vasta area fra la Via Rombes e la via Case Escal, proprio sotto la Piazza Pablo Pino. Voglio precisare che l’albergo (qualora permanessero ancora dei dubbi in merito) è un’opera privata e non comunale o pubblica, progettato dall’Arch. Pino Della Scala, è stato commissionato dalla Ditta Salvatore Maccarrone. Per avere maggiori delucidazioni in merito, mi sono recato direttamente a Nizza di Sicilia, nello studio dell’Architetto Della Scala, onde potergli porre delle domande più precise in merito. Pino, cosa mi puoi dire di questa tua “creatura”? È stata semplicemente sfruttata una parte della zona “T” di destinazione turistica alberghiera, prevista nel Piano Regolatore. La progettazione, prevede un edificio in C.A. a cinque piani fuori terra, (oltre al piano seminterrato), vi è un portico di accesso con terrazza Solarium e piscina. Vi

sono settanta camere per circa duecento posti letto, una sala ristorante, una sala convegni ed anche un centro benessere, che va tanto di moda di questi tempi. Quali saranno secondo te le potenzialità di una tale opera una volta terminata? L’opera è stata pensata per interagire con le potenzialità del turismo locale. Infatti, lo svincolo dell’Autostrada di Roccalumera, offre un collegamento con il resto del territorio, tramite autobus o autovetture, verso ad esempio l’Aeroporto “Bellini” di Catania. In che modo pensi che questa struttura contribuirà allo sviluppo del paese? Un Albergo di livello quattro stelle, in zona non esiste. Sarà senz’altro una struttura che non si limiterà ad apportare turismo nel nostro paese, ma lo farà nell’intero territorio. Un territorio, che oltre alla torre di Roccalumera, oltre ai Bagli, ecc. offre le tante attrazioni dei comuni limitrofi. Ringraziato l’Architetto per la cortese disponibilità e gentilezza, ho pensato bene di completare il servizio con una veloce domanda al primo cittadino di Roccalumera, raggiungendolo telefonicamente. Signor Sindaco cosa state facendo in prospettiva futura per favorire l’impiego nel settore turistico? Concisa e lineare la risposta dell’Avv. Miasi: “Stiamo facendo dei corsi per formare la manodopera che andrà a lavorare in quest’albergo”. Mi sembra opportuno aggiungere una mia considerazione personale: Alberghi, Turismo, Cultura, fruizione durante l’intero arco dell’anno… l’albergo di Roccalumera è un altro “tassello” di un complesso mosaico che sarà completo e bello a vedersi, solo quando ad esso concorreranno comuni vicini con iniziative in sinergia. La concorrenza Europea è fortissima, solo l’unione sarà la forza del nostro successo.

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Dove si è svolta la vostra Prima? La prima manifestazione che l’Associazione ha promosso è stato un “Festival Nazionale dei Cortometraggi” (che si è tenuto verso metà Settembre 2007), ha avuto la durata di quattro giorni, durante i quali, sono stati proiettati 33 cortometraggi (ma i concorrenti selezionati, erano stati ben 124), provenienti da tutta Italia.

Una giuria popolare, (composta da appassionati scelti fra il pubblico in sala), ha votato come miglior film “Tana libera tutti”. Tornando al prossimo evento, in Filanda posso dire che rispetto all’anno scorso, in questa occasione abbiamo pensato di avvalerci di una giuria qualificata di addetti ai lavori. inoltre si è pensato di fare diventare la manifestazione “Jonio in Corto” un appuntamento annuale che cresce.


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Tabella danni viabilità provinciale (ammontare danni stimati 3 milioni di euro) S.P. 25 Mandanici S.P. Nizza – Fiumediunisi – Santissima S.P. Furci – Artale S.P. 23 S. Teresa - Misserio S.P. 24 al bivio per Savoca S.P. 16 al bivio SS 114 Antillo – Castelomola - Roccafiorita S.P. per Rimiti

67 mila euro 30 mila euro 30 mila euro 200 mila euro 70 mila euro 150 mila euro 83 mila euro 40 mila euro

Sulla cresta dell’onda I danni conseguenza del mancato adeguamento stutturale

di Carmelo Spadaro ulle regioni meridionali e in particolare sulla Calabria e sulla Sicilia è in corso “un uragano, una perturbazione violentissima” che “desta preoccupazioni”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, annunciando che un team del Dipartimento è già partito per la Calabria “per garantire sorveglianza e attenzione massima”

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Così recitava giorno 13 gennaio un comunicato della Protezione Civile, emesso mentre ancora non era chiara la quantità dei danni prodotti dal maltempo, valore che per altro rimane ancora oscuro in mancanza di una stima ufficiale. Possiamo però provare a fare una stima approssimata. A Sant’Alessio dove i danni sono stati eccezionali, uno spiazzo è stato letteralmente trascinato a mare lasciando al suo posto una immensa voragine di 50 metri. Qui la cifra complessiva degli interventi infrastrutturali dovrebbe ammontare a circa 2 milioni di euro. Ma se non fosse possibile ripristinare la viabilità prima della stagione estiva, a quanto ammonterebbe il costo degli interventi per sostenere le famiglie che vivono di turismo? Certamente il conto sarebbe salato, e c’è chi ipotizza che potrebbero servire altri 4 o 5 milioni oltre al ripristino delle arterie viarie. Non è purtroppo nemmeno da escludere che alcuni investitori potrebbero rinunciare a costruire gli alberghi che erano intenzionati a realizzare, proprio in virtù della suscettibilità del lungomare a tali fenomeni, con danni ulteriori per l’occupazione. La velocità nella reazione sarà quindi testimonianza di affidabilità del-

l’amministrazione nei confronti dei possibili imprenditori. Danni, anche se minori, si sono verificati ad Antillo, dove il sindaco Di Ciuccio ha chiesto lo stato di calamità naturale al presidente della Regione Lombardo (vedere articolo di seguito). Ma per i comuni che non possono contare su risorse proprie si annuncia un calvario senza soluzioni credibili: per i danni dell’alluvione del 25 ottobre del 2007 l’ammontare delle risorse stanziate è stato solo di cinque milioni, a fronte di richieste per oltre 24. Danni si sono verificati anche a Letojanni, con onde che hanno invaso e danneggiato l’intero lungomare cittadino, Savoca e Roccafiorita. A Roccalumera è andato in tilt il depuratore consortile, così i liquami per giorni sono finiti in una buca sulla spiaggia. Meno drammatica, anche se di forte impatto, la situazione di comuni come Santa Teresa di Riva, Furci e Alì Terme dove il mare ha imposto la sua forza trascinando nelle vie cittadine tonnellate di sabbia che sono state prontamente riposte in spiaggia. Pochi giorni di disagi e qualche migliaio di euro per le pulizie ma tutto è tornato alla normalità. Resta adesso da rispondere ad una sola domanda dalla quale dipende in buona misura il nostro futuro: possiamo, ogni volta che accade un fatto che supera la normalità delle cose, restare nudi o vogliamo cominciare a fare un serio lavoro di programmazione per premunirci da tali situazioni? FEBBRAIO ‘09


11 Sant’Alessio: maltempo e danni sono un binomio inscindibile flutti del mare hanno “alzato la loro voce” su quella parte di lungomare per cui si aspetta il finanziamento del terzo lotto di lavori: nella zona Sena, sotto la spinta dell’impetuosità dei marosi, si è piegata di circa cinquanta centimetri la barriera radente con la conseguente inclinazione del muro di sostegno del marciapiede e l’avvallamento della carreggiata. Nella zona sud, esattamente in corrispondenza della sede della Polizia Municipale, si è ulteriormente lesionato, ed è in procinto di crollare, il muro di sostegno della piazzola. In corrispondenza della via dei Normanni, è crollato il muro di sostegno con conseguente invasione d’acqua e sabbia sulla sede della piazzola e sul lungomare che sono andati completamente distrutti unitamente alla condotta idrica ed elettrica. Nel tratto dove i lavori della barriera soffolta sono stati

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ultimati, si sono verificati depositi di sabbia sulla carreggiata, che è stata chiusa al traffico, e allagamenti di numerosi scantinati ed abitazioni. I suddetti fenomeni hanno interessato in particolare la zona circostante l’albergo Kennedy. In più punti del lungomare è stata divelta la ringhiera in ferro, a protezione del marciapiede e il sottostante cordolo in cemento

su cui la stessa era infissa. Tali zone sono state tutte tempestivamente transennate. Anche personalità politiche come l’europarlamentare Nello Musumeci si sono mossi per constatare i danni prodotti dal mare, la cui potenza è stata classificata forza nove. Si spera che l’Onorevole si sia reso ben conto che i dieci milioni di euro mancanti per il completamento della

barriera soffolta sono più che mai necessari e urgenti. Nuovi strati di barriera sono ormai irrimandabili a nord del paese per centocinquanta metri, per quattrocento metri a sud, per ottanta metri nella zona del Capo. Marialaura Moschella

Furci: i danni ammonterebbero a un milione n milione di euro circa. A tanto ammonterebbero, secondo l’Amministrazione comunale, i danni provocati dalle mareggiate e dal maltempo il 12 e 13 gennaio per Furci Siculo, frazioni comprese. Una somma che tiene conto anche dei problemi che la pioggia incessante ed il mare in tempesta hanno causato ad abitazioni ed esercizi commerciali. 60 mila euro sono stati destinati ai lavori di somma urgenza come la pulizia del lungomare, la sistemazione della rete fognaria, degli impianti elettrici e la messa in sicurezza della frazione Artale, in cui si è dovuto intervenire per liberare il centro abitato da frane e smottamenti. La giunta ha chiesto lo stato di calamità, con non poche polemiche da parte della maggioranza consiliare che voleva che se ne parlasse in consiglio comunale. “Non è stato fatto per una questione di tempi” – puntualizza l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Rigano. Inoltre, se il presidente del consiglio (Sebastiano Foti, ndr) l’avesse ritenuto urgente, avrebbe potuto convocare lui la pubblica assemblea. Oltre ai lavori immediati, sono necessari 500 mila euro

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per rimettere in sesto l’asfalto, i marciapiedi, le panchine, la pensilina del bus, le docce e altre strutture semidanneggiate. Per fare una stima totale dei danni, si devono calcolare, poi, quelli ai privati di cui non abbiamo ancora un resoconto preciso. Per questo, ogni cittadino che ha subito danni, può venire in municipio e chiedere agli uffici tecnici un modulo che serve per fare una stima. In caso di riconoscimento dello stato di calamità e se la Presidenza del Consiglio dei ministri prevederà anche il risarcimento dei danni ai privati, compilare questo modulo può servire al risarcimento. Lo ripeto: solo nel caso in cui è previsto il rimborso anche ai privati». Il maltempo ha causato problemi soprattutto a Furci ed alla frazione Artale, mentre a Calcare il vecchio argine ha retto ed è riuscito a bloccare l’esondazione del torrente. «C’è da dire che, visti gli ultimi eventi alluvionali, - precisa Rigano - stiamo procedendo perché venga approvato un finanziamento per la messa in sicurezza e riqualificazione della zona». Cristina Maccarrone


12 Roccalumera, la quiete dopo la tempesta: strade pulite, tempestività e forza di agire

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Intervista al sindaco Gianni Miasi di Valentina Caminiti olo poche ore dalla mareggiata che ha travolto la costa jonica; pochi attimi dai marosi che con il loro travaglio hanno risucchiato pezzi dell’operato laborioso e cementifero dell’uomo; pochi momenti che potevano pure non far dire che il peggio sarebbe passato. La gran voglia di rimboccarsi le maniche ha coinvolto tutti, dal Primo cittadino all’ultimo. Risultato: lungomare pulito come prima, più di prima.

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Il sindaco del paese della Torre Saracena e dell’antica filanda ci spiega come e perché. Il tratto di litorale di Roccalumera è stato uno dei pochi ad essere ripulito già il giorno dopo la devastante mareggiata. Quanto ha contato l’intervento del Comune e quanto quello dei singoli cittadini che hanno spontaneamente contribuito a ripulirlo? Roccalumera dispone di un buon servizio di Protezione Civile. Ad esso prendono parte tanto i dipendenti del municipio quanto i volontari, tutto ciò in un’ottica di coordinamento dell’organizzazione comunale. Ma è merito in particolare dell’assessore Santisi e dell’efficienza del Consiglio Comunale, i cui componenti sono intervenuti anche in prima persona a dare una mano alle ditte che hanno disposto le loro ruse, tanto quanto, non ultimi, i singoli cittadini che hanno mostrato sensibilità e impegno. Il manto stradale mai come in questo inverno ha riportato danni ingenti e in molti tratti non è possibile solo tamponare con la pece. Per di più le strisce bianche sul lungomare d’estate diventano blu, quindi l’utenza deve pagare il parcheggio della propria auto su una strada dissestata. Non è possibile parlare di sviluppo economico e soprattutto turistico se prima non vengono sistemate le strutture urbane, per cui un buon assetto del lungomare è uno degli obbiettivi principali del nostro operato. Noi speriamo davvero di poter recuperare al più presto i fondi per la ristrutturazione prima dell’estate. I danni più evidenti riguardano anche l’impianto elettrico. Quando tornerà di nuovo in modo completo ed efficiente l’illuminazione nel lungomare? I danni all’impianto elettrico non riguardano solo la singola lampadina fulminata. È tutto il sistema ad esser stato compromesso. A non funzionare è tutta la struttura, per cui occorre ri-

fare il tutto, risolvere il problema alla radice. Il piano di ristrutturazione del lungomare è all’ordine del giorno, ed è una delle priorità di un progetto unitario che considera anche il rifacimento dell’asfalto. Si è parlato tanto in questi ultimi tempi di dissesto idrogeologico. In che stato si trova attualmente Roccalumera? Purtroppo Roccalumera è in una situazione di pericolo grave. Il problema investe soprattutto le colline. È inutile edificare muri di contenimento, perché non servono a nulla. La desertificazione delle campagne dovuta all’abbandono di terreni un tempo coltivati non ha soluzioni così semplici e immediate. Dobbiamo ripartire da una concezione diversa di edificabilità.

Quali sono i rischi cui il paese va incontro in futuro e quali le possibili soluzioni che si possono attuare? La soluzione migliore sarebbe consentire ai cittadini che dispongono di un lotto di terreno proprio di edificare presso di esso una casa ma alla condizione che si occupino del terreno circostante, soprattutto piantando alberi a volontà. Solo col rimboschimento si attenueranno gli effetti dell’erosione La famiglia Briguglio di Allume, dopo l’alluvione del 2007 e la ricostruzione ad opera della trasmissione “Il treno dei desideri”, non dispone ancora della sicurezza di poter vivere all’interno della propria casa. Cosa si farà per loro? Stiamo cercando di fare del nostro meglio, non verremo meno all’impegno preso. Si sta cercando infatti di innalzare quanto meno un muro di protezione, ma anche lì il pericolo ha radici profonde e riguarda tutta la collina che sta dietro. FEBBRAIO ‘09


13 Antillo: chiesto lo stato di calamità e piogge torrenziali e le forti raffiche di vento che hanno imperversato ininterrottamente sulla Sicilia orientale l’11, 12 e 13 gennaio scorsi hanno causato danni stimati in 4,6 milioni di euro nel solo comune di Antillo. In seguito a tali eventi è stato chiesto lo stato di calamità alla presidenza della Regione. Alla seduta del consiglio comunale che lo ha richiesto sono intervenuti anche il deputato regionale On. Giovanni Ardizzone, l’Assessore ai beni culturali della provincia regionale dott. Mario D’Agostino e il consigliere provinciale Matteo Francilia che hanno assicurato il loro sostegno nei rispettivi ruoli di competenza e all’interno delle istituzioni di cui fanno parte, alla richiesta portata avanti dal Sindaco e dalla comunità antillese. Gli smottamenti rendono impossibili i collegamenti sia intercomunali che tra le diverse zone del territorio comunale. Risulta infatti ancora chiusa la strada provinciale Antillo-Fondachelli Fantina, interessata da numerose frane. In un suo tratto il torrente Antillo è esondato ed ha letteralmente divelto il manto stradale. Intransitabile risulta anche la strada comunale che da Antillo conduce alla frazione Pinazzo, ancora isolata . Quasi tutte le arterie viarie comunali che conducono ai fondi agricoli circostanti al centro abitato sono danneggiate. Gravi danni si registrano per il settore agricolo, con i raccolti seriamente compromessi, e per le numerose attività produttive (allevamenti di bestiame, piccoli casei-

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fici, aziende di traformazione). Gravemente danneggiata risulta anche la rete di adduzione idrica che approvvigiona i serbatoi comunali, per cui tutte le abitazioni del centro abitato, frazioni comprese, sono prive di acqua potabile. Intanto in seguito alla missione a Palermo del sindaco Di Ciuccio, il Genio Civile di Messina avvierà nei prossimi giorni, per un importo complessivo di € 175mila, la ricostruzione di due passerelle sommerse di collegamento tra la frazione Canigliari e la Frazione Ballo, gravemente danneggiate dall’impetuosa furia distruttrice del torrente Antillo, e alcuni interventi di risagomatura della sezione idrica di deflusso del torrente.

Roccafiorita - La strada di collegamento Roccafiorita-Graniti, che di fatto rappresenta il collegamento diretto tra la Valle dell’Agrò e la Valle dell’Alcantara, ha subito gravi danni a causa delle precipitazioni che si sono verificate nelle settimane scorse. La strada, finita di asfaltare ormai più di un anno fa, non presenta ancora condizioni ottimali di sicurezza adeguate al traffico crescente essendo priva di guardrails, segnaletica sia orizzontale che verticale e di muretti di contenimento. La strada, ad oggi, risulta interrotta a causa di una frana. Nell’ultimo consiglio comunale, datato 22 dicembre 2008, su proposta della minoranza è stata approvata una mozione con la quale si invitava l’Amministrazione Comunale a farsi portavoce presso la Provincia Regionale e gli altri organi deputati dello status quo per richiedere un intervento urgente. FEBBRAIO ‘09

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Il popolo dei Blog si divide nel giudizio sull’amministrazione

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pagina a cura di Carmelo Scimone Castelmola - … la merda ormai ci è arrivata fino alla testa… [povera mola] inviato il 29/12/2008 13.50.23/ ..invece di sentenziare sempre e comunque perché non vi mettete in discussione voi e cercate di produrre qualcosa di costruttivo per tutti... [PRINCIPE] inviato il 30/12/2008 13.17.27/ … Forse melo non è da rimpiangere, ma sicuramente questi non sono da elogiare perché al peggio non c’è mai fine… [x principe] inviato il 02/01/2009 9.33.45 Questi sono i commenti lasciati sul sito www.castelmolese.it a proposito del natale. Come si vede sono discordanti fra di loro: c’è chi loda l’operato della giunta (pochi) e chi lo critica(molti); c’è chi vorrebbe fare da paciere tra le parti, c’è chi mette la politica di mezzo. Sul mio personalissimo cartellino dò la vittoria ai punti al malcontento. Come qualcuno ha già detto nel forum bisogna finirla con la solita scusa secondo la quale “non ci sono soldi”. Il sindaco è riuscito ad ottenere un finanziamento grazie ai buoni uffici dell’assessore provinciale Mario D’Agostino (al quale esprimo tutto il mio consenso e compiacimento per l’ottimo lavoro fin qui svolto).

Restano però delle osservazioni da fare: primo, sui manifesti pubblicitari natalizi, distribuiti anche presso gli hotel a Taormina, campeggiano due voci che potevano essere evitate (12 dicembre: messa in onore di Santa Lucia a casa di Silvana Pavone in contrada Mastrissa e 23 dicembre: tombolata a casa di Cundari Placido in contrada Rossello) . In entrambi i casi non credo che agli avventori di hotel come Timeo e San Domenico possano interessare tali manifestazioni. Queste cose invece fanno passare i Castelmolesi per quello che non sono: provinciali. Secondo, a Castelmola in pratica ci

In ques giorni si fa un gran parlare del balzello sul permesso di soggiorno per gli extracomunitari: c’è chi è a favore e chi no. E mi sarebbe sembrato strano che fossero sta tu d'accordo. Chi è favorevole a questo balzello? E’ u le? Porterà a qualcosa? Prima di rispondere voglio chiarire un paio di pun : clandes ni, extracomunitari, slavi e rom, non ho nulla contro di loro, ma chiediamoci perché c’è una corsa all'Italia. Forse perché qui trovano un paradiso: leggi inadeguate, indennità di disoccupazione, una pensione. Ripeto: non ho nulla contro chi lavora onestamente. C'è l’ho forse con tu quei governi che potevano e non hanno mai fa o nulla per impedire l'allargarsi di questo fenomeno. Par amo dall'inizio: al balzello saranno favorevoli sicuramente tu e quelle forze poli che e non che cercano di arginare questo fenomeno insostenibile. L'u lità sarà comunque aleatoria poiché certamente non bastano i dieci euro richies per mantenere un extracomunitario al cpt di Lampedusa. Porterà però a qualcosa se verrà considerato un punto di partenza e non di arrivo. Chi non è favorevole? In primis i vescovi della Cei (che non dovrebbero fare poli ca e invece…). E chissà se da-

sono stati due natali paralleli: uno organizzato dall’amministrazione e uno organizzato dall’associazione Giovani Castelmolesi. Perchè questa dispersione di forze umane e di risorse? Un plauso, in particolare, va poi all’assessore Luciano Spadaro per l’ottimo lavoro organizzativo svolto per la riuscita del natale. A lui vorrei però ricordare che a due anni dal suo insediamento i giovani aspettano ancora che si possa dare il via a quelle politiche giovanili che in campagna elettorale sembravano tanto stare a cuore a tutti i rappresentanti della lista “civica” Democrazia e Libertà. E là sul documento programmatico, sì che facevano bella mostra.

van ad un "quaquaraqua" di poli co che decidesse di tassarci tu sull'asso di coppe starnazzeranno tanto. Inoltre il provvedimento piacerà a tu e quelle forze poli che che da un lato baciano l'anello del cardinale di turno e dall'altro baciano il sedere al capitalista che finanzia i loro par . Mi torna anche in mente un pensiero fa o tan anni fa ai tempi del Guadiasigilli Martelli, quando il Ministro aveva pensato di dare il diri o al voto a tu gli extracomunitari in regola. Chissà, forse oggi, di nuovo, fa capolino questa idea. Ci sono poi tu e quelle associazioni che lucrano sugli aiu che arrivano dalle nostre tasche e dall'o o per mille: si fanno la guerra tra di loro a chi arraffa di più. E ci sono i poli ci ricicla , e sono tan , che devono fare i con con la loro coscienza democra co cris ana. Potremmo con nuare per molto, ma basta. Concludo dicendo che non si arriverà mai a me ere la parola fine a questa storia finché i troppi interessi in ballo ed i troppi soldi da ges re non saranno regola al meglio. Siamo e sempre saremo la Svizzera per gli africani e l'Africa per gli svizzeri. “Pun di vista” C.S. FEBBRAIO ‘09


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Antillo: al via i lavori per la piscina

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fase, prevedono la realizzazione di tutte le opere strutturali, ivi compreso lo scavo di sbancamento del terreno destinato ad ospitare l’opera. La piscina avrà forma rettangolare con la parte terminale, destinata ai bambini, a forma di semicerchio e con gradino per meglio agevolare l’ingresso dei piccoli bagnanti. Le dimensioni della parte rettangolare sono di metri 10,00 x 20,00 con un andamento di quota crescente da metri 1,20 fino a raggiungere la massima profondità di metri 2,00; mentre la parte destinata ai bambini, a forma di semicerchio, ha un’altezza costante di centimetri 60. L’importo dei lavori a base d’asta ammontano a circa € 37.000,00 oltre IVA ed oneri di sicurezza. Il cottimo appalto è stato aggiudicato alla ditta Palella Carmelo da Santa Teresa di Riva che ha proposto un ribasso del 9,98% sull’importo a base d’asta.

Savoca: al via la ristrutturazione delle Scuole Elementari della frazione Rina Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione ha notificato il Decreto di Finanziamento per un importo pari a €. 90.000,00 relativo alla ristrutturazione del Plesso della Scuola Elementare della Frazione di Rina. Il Plesso Scolastico risalente agli anni settanta nonostante i continui interventi tampone posti in essere dall’Amministrazione Comunale, da tempo era in attesa di una soluzione definitiva. I lavori prevedono l’adeguamento dei locali interni il rifacimento della copertura e dei prospetti esterni e la realizzazione di un laboratorio didattico con postazioni informatiche. I lavori, come concordato con il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Santa Teresa di Riva, Dott.ssa Rosa Crupi, avranno inizio in prossimità della fine dell’anno scolastico e come assicurato dal Sindaco Nino Bartolotta saranno completati prima dell’inizio del prossimo anno didattico. Il Sindaco ha anche annunciato che il Plesso Scolastico è stato intitolato all’insegnante Santi Muscolino, già Sindaco di Savoca negli anni 60’-70’.

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La cerimonia di intitolazione si terrà all’inizio del prossimo anno scolastico.

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breve inizieranno i lavori di realizzazione di una piscina comunale che si andrà ad aggiungere al campo di calcio, al campo di calcetto in erba sintetica e alla palestra polifunzionale. L’Amministrazione Comunale è pervenuta alla determinazione di realizzare tale struttura sportiva al fine di soddisfare la crescente richiesta dei cittadini di disporre di una piscina all’aperto da usufruire nella calda stagione estiva. I lavori preliminari, in questa prima

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Riviera jonica: ripartiti i fondi per gli affitti

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A colloquio con Pablo Spadaro

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A cura di Paola Cingari on il decreto 2 dicembre 2008 ,pubblicato sulla G.U.R.S. del 16 Gennaio 2009 è stato distribuito ai comuni del territorio regionale il fondo di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione anno 2006. Tale fondo sociale è un aiuto economico per pagare l’affitto ,indirizzato alle famiglie con reddito medio-bassi e con un elevata incidenza del canone sul reddito ,per sostenere l’accesso o la permanenza in una abitazione in locazione privata .Ai comuni della riviera jonica i fondi sono stati così ripartiti : Alì Terme 13.298; Furci Siculo 15.249; Itala 21.314; Letojanni 13.423; Nizza di Sicilia 17.572; Roccalumera 20.802; Santa Teresa di Riva 47.766; Scaletta Zanclea 22.096; Taormina 17.107. Per meglio comprendere la ripartizione di tale fondi abbiamo fatto alcune domande a Pablo Spadaro, consigliere di maggioranza nel comune di Santa Teresa di Riva.

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Quali sono i requisiti per usufruire di questi vantaggi? I requisiti minimi per beneficiare di tali contributi sono determinati dall’appartenenza ad una delle seguenti fasce reddituali: Fascia A - Nuclei familiari con reddito annuo imponibile non superiore a due pensioni minime INPS (soglia pari a 11.399,60), rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 14%. Fa-

scia B - Nuclei familiari con reddito annuo imponibile non superiore a quello determinato dalla Regione per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 24%. Tale reddito non deve superare i 13.285,35. Dove bisogna presentare l’istanza e quale documentazione bisogna allegare? Le domande vanno presentate all’Ufficio Servizi Sociali il cui direttore è Massimo Caminiti e devono essere corredate da: contratto di locazione regolarmente registrato, nonché da un’apposita dichiarazione in cui si autocertifica l’ammontare dei redditi di tutti i componenti il nucleo familiare; attestazione ISEE; un’autodichiarazione in cui si dichiara che l’alloggio non è di lusso. Gli aventi diritto al beneficio devono fare pervenire le loro richieste entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando da parte del comune di riferimento per l’accesso al fondo. Per l’anno 2007 il termine per presentare richiesta è scaduto il 7 gennaio 2009. Nel nostro comune sono state presentate circa 80 domande di cui il 70% da famiglie che rientrano in fascia A e il rimanente 30% da famiglie che rientrano in fascia B: in quest’ultimo bando potevano presentare domanda anche gli immigrati ma solo se

abitano in Sicilia da almeno 5 anni. Per quanto riguarda la distribuzione dei fondi 2006, su quali criteri si basa? L’ufficio visiona tutte le domande presentate e in base a questa verifica stabilisce l’assegnazione delle somme. Il 50% del contributo va a tutte le famiglie che hanno presentato domanda; l’altro 50% viene distribuito a quelle famiglie che includano ultra sessantacinquenni, numeri di figli superiori a tre, disabili o che presentano situazioni di particolare debolezza sociale. Fatti questi calcoli, le famiglie vengono contattate direttamente dall’ufficio competente che dà illustrazioni per la riscossione dell’assegno.

Corpo Volontario Soccorso in Mare: a breve i contributi dell’estate 2008 - di Valentina Caminiti ono studenti, inoccupati o disoccupati cronici, qualcuno di essi è padre/madre di famiglia, ma tutti hanno frequentato un corso apposito di salvataggio e primo soccorso, pratica e teoria, potrebbero dirsi “impiegati stagionali”, ma essere bagnini dalle nostre parti è una forma di “volontariato retribuito”. La formula potrebbe essere un vero e proprio ossimoro, poiché dalla maggior parte di associazioni di volontariato sono ben poche le possibilità di ricevere un contributo all’impegno, alla dedizione, alla fatica e al tempo che nessuno riuscirà mai a ridare a chi cerca di guadagnare qualche euro nella stagione del caldo e del caos. A Roccalumera il comune ha già pronti il 25% della quota che spetta agli assistenti bagnanti. L’altro 25% arriva dalla Provincia, in assoluto i più ritardatari nel retribuire il servizio. Il 50% lo mette la Regione, ma mai come quest’anno si sono rilevati questi ritardi. Piero Bartolone, responsabile del Corpo Volontario di Soccorso in Mare, come ogni singolo bagnino, ha più volte fatto pressione agli enti suddetti per stanziare e distribuire i contributi. Al momento si stanno aspettando le quote restanti. Toccherà poi al Banco di Sicilia disporre gli assegni.

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17 Sant’Alessio Siculo: 100mila euro per un sorriso

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di Marialaura Moschella a quasi due mesi a Sant’Alessio è stato inaugurato il Centro di Aggregazione Giovanile, presso i locali di Villa Genovesi. Ancora una volta è il caso di ascrivere al merito dei gestori della cosa pubblica l’attenzione con la quale si prodigano per la cittadinanza e il territorio. Tra le attività promosse, oltre al sostegno scolastico ed a numerosi laboratori artistici e sportivi, si annovera il supporto anche per le famiglie chiamate quotidianamente all’oneroso compito educativo in contesti economici e sociali complessi, a volte insidiosi. Allo stesso tempo è oltremodo apprezzabile il progetto di valorizzazione e conoscenza del territorio, le cui risorse, troppo spesso ignorate, potrebbero essere ben sfruttate per esigenze di vario tipo. Anche le associazioni culturali (Archeoclub d’Italia, ”Sikilia”, la “Compagnia Piccolo teatro Siciliano”, ”la Bottega degli attori”), turistiche (Pro Loco “Arghennon Akron”), e sportive (Polisportiva Sant’Alessio) della zona, in una convergenza di intenti collaborativi, hanno accolto di buon grado l’iniziativa, e si impegneranno a contribuire con i mezzi di cui dispongono. Sarà inoltre attivo uno Sportello Multietnico, per il sostegno e l’integrazione degli stranieri. L’assessore ai Servizi Sociali, dott.ssa Rosanna Fichera, in una breve intervista telefonica, ha chiarito la necessità di tale ente nel paese, e le principali funzioni.

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Dott.ssa Fichera, l’iniziativa è nata “dal basso”, nel senso che erano presenti richieste del genere da parte della popolazione, oppure è scaturita

dall’analisi delle esigenze del territorio, di cui si occupa il suo Assessorato? È evidente che nella nostra realtà si verifica da diversi anni ormai una progressiva crescita della popolazione straniera. Nelle nostre scuole i bambini extracomunitari sono sempre più numerosi e fornire loro un supporto è inevitabile oltre che utile, soprattutto per quanto concerne le competenze linguistiche, imprescindibili ai fini dell’integrazione. Nonostante il nostro intervento curi in particolare l’aspetto prettamente ludico, è certo che il gioco sia efficace anche ai fini della formazione e dell’apprendimento. Tutti i pomeriggi dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19, psicologi, animatori, assistenti sociali, operatori sportivi sono pronti ad accogliere chiunque avesse esigenze particolari, o in generale, chi avesse voglia di trascorrere del tempo in compagnia. Per quanto tempo è previsto questo servizio? Da chi è gestito?

Il contratto con il Consorzio Maresol, è annuale, dopodiché si auspica il rinnovamento per gli anni successivi. Il progetto è cofinanziato dall’Assessorato regionale alla Famiglia e dal comune di Sant’Alessio: se convergeranno le volontà si avrà un prosieguo. La gestione è stata affidata al Consorzio Maresol. Il comune ha espletato un regolare bando, e dalla gara che ne è seguita, dopo ulteriori trattative, l’offerta migliore è stata quella del suddetto Consorzio. L’esperienza ventennale nel campo dei Servizi Sociali fa ben sperare in un’ottima collaborazione. Quanto scritto pone l’Amministrazione in una posizione di avanguardia rispetto alla maggior parte dei comuni della Regione. È lecito sperare in una continuità dell’iniziativa,consci dell’utilità e dei benefici che possono trarne i bambini e tutti coloro che sono o verranno coinvolti.


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QUATTRO CHIACCHIERE CON ROMUALDO SANTORO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE DEI COMUNI

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di Gianandrea Agnoni omualdo Santoro, architetto, dall’ottobre del 2006 fa parte del Consiglio dell’Unione dei Comuni e rappresenta il comune di Antillo, dove è vice presidente del consiglio. Dal 5 ottobre 2008 è il nuovo Presidente del Consiglio dell’Unione. Durante una chiacchierata domenicale, avvenuta di fronte ad un buon cappuccino, in un bar di Santa Teresa sono venute fuori domande semplici e risposte semplici, niente formalismi e niente “lei”, solo la mia curiosità e la voglia di Romualdo di far conoscere gli impegni e le ambizioni di un nuovo organismo in cui crede fortemente.

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Presidente, a pochi mesi dalla tua elezione, come ti senti in questa nuova veste? Sono molto felice di rappresentare il Consiglio dell’Unione, cerco di Da sinistra: Gianni Fo , Andrea Ceccio, Romualdo Santoro farlo al meglio e di imparare in fretta. In Consiglio c’è un clima disteso e collabopreventivo per il nuovo anno, così da accedere subito ai rativo: ho lavorato molto per trovare questa intesa tra fondi che la regione mette a disposizioni per gli organitutti i consiglieri, come dimostra il fatto che tutte le pro- smi sovracomunali come il nostro. Come sappiamo poste di deliberazione nel corso delle ultime due sedute l’Unione vive di fondi propri e non di trasferimenti dei sono state votate all’unanimità. Credo sia un segnale soci. Poi stiamo predisponendo il piano triennale delle forte di come le scelte fatte siano totalmente condivise. opere pubbliche, che dovrà contenere sì grandi infrastrutture, ma non dovrà rappresentare come spesso acQual’ è stato il primo impegno che hai portato avanti cade per i comuni, il libro dei sogni. Dobbiamo nella tua nuova veste? La prima cosa in assoluto su cui individuare opere a carattere sovracomunale, come è giuho focalizzato l’attenzione è stata il Piano Comprensoriale sto che sia, che servano a mettere a sistema costa e coldi Protezione Civile. La mia idea è quella di creare un cen- lina, per consentire uno sviluppo economico e turistico tro di gestione delle emergenze, possibilmente in una reale e non solo teorico. Penso a svincoli autostradali, viazona baricentrica del comprensorio, per esempio tra bilità intervalliva, collegamenti dei lungomari, eliminaSanta Teresa e Roccalumera. Il progetto è costituito da zione dei passaggi a livello dai centri abitati e così via. due parti, entrambe importanti: in primis bisogna realizzare un’attenta analisi del territorio, in collaborazione coi Avete ottenuto una nuova ed elegante sede a Villa singoli comuni e il loro piano di Protezione Civile ed in se- Ragno, nello stesso stabile c’è anche la sede dell’Agencondo luogo si devono riuscire ad individuare le criticità zia di Sviluppo Jonico e Peloritano che rapporto avete? della nostra zona per poter agire in maniera preventiva. Grazie all’amministrazione di Santa Teresa abbiamo una sede importante e centrale, per quanto riguarda l’AgenIn questo modo, secondo te, avremmo evitato i gravi zia, dovrebbe costituire il braccio operativo della giunta danni che il maltempo di questo inverno ha causato? dell’Unione, più che il nostro. Comunque dall’Agenzia ci Forse non del tutto, ma di certo attraverso interventi di aspettiamo grandi cose per il futuro. prevenzione e di manutenzione, molte cose si sarebbero potute evitare o limitare, penso ad esempio alla frana che L’agenzia ha stipulato convenzioni importanti come ha colpito la zona tre Capo Alì e Capo Scaletta. quelle con Crias e Sviluppo italia, i nostri artigiani e i giovani del comprensorio che vogliono scommettersi in atAndiamo alla seconda parte del tuo progetto. Oltre allo tiva in proprio avrebbero dove andare per ottenere studio del territorio dovremmo parallelamente preve- informazioni, perché ancora non vediamo un ufficio o dere, nel caso si verificasse un evento calamitoso di uno sportello aperto al pubblico? Credo che si stiano orgrande portata, un Piano operativo di gestione delle ganizzando in tal senso, è da poco che hanno la sede di emergenze collegato ad un’Unità di crisi, che coordini gli rappresentanza, sono certo che, passata questa normale interventi tra i 14 comuni ricadenti nel territorio dell’ fase organizzativa, vedremo gli uffici aperti ed a disposiUnione. zione dei cittadini per ottenere informazioni e ricevere la documentazione. Quali sono le idee che hai in mente per il 2009? Vogliamo chiudere il bilancio consuntivo 2008 e predisporre quello FEBBRAIO ‘09


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Presidente, un sogno nel cassetto da realizzare durante il tuo mandato c’è? Mi piacerebbe dar vita ad un servizio di bus navetta che ad un costo esiguo per i turisti permetta di collegare le zone a più alta densità alberghiera come Sant’Alessio, al centro commerciale di Santa Teresa ed ai punti di maggiore interesse turistico e paesaggistico del nostro comprensorio, che sono molti. Sarebbe un buon modo per evitare il fuggi fuggi dei turisti verso Taormina e per far girare un po’ l’economia locale. Ci rivedremo da qui a sei mesi per vedere cosa avete fatto e cosa bolle in pentola. Ve lo prometto.

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L’Agenzia di Sviluppo presenta il GAL ’agricoltura del comprensorio jonico ha bisogno di… concime per produrre frutti adeguati. E non solo di concimi biologici o meno, ma soprattutto di concimi concettuali e finanziari. Una possibilità potrebbe arrivare dal Gal, gruppo di azione locale: un “contenitore” di enti pubblici e soggetti privati chiamato a sfornare progetti a misura di territorio. Lo farà unendo le forze e “andando a trovare sul territorio le espressioni produttive esistenti e potenziali”, per utilizzare le parole di Andrea Ceccio, presidente dell’agenzia di sviluppo dell’Unione dei Comuni jonici, che si è intestata il progetto. La presentazione dell’idea ha avuto luogo martedì a S. Teresa di Riva, nei locali di Villa Ragno, mentre il 30 gennaio scorso a Taormina. Gli incontri sono organizzati dalla struttura operativa messinese della Regione, guidata da Giorgio Foti. Il Gal tenterà di intercettare fondi targati Europa e che saranno filtrati attraverso il piano di sviluppo rurale (i bandi previsti questo mese). L’Unione dei comuni dovrà far convergere sul progetto un territorio di almeno 60 mila abitanti, che comprenderà circa cinquanta comuni della fascia jonica e tirrenica.

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“Questo territorio si è fatto sfuggire in passato occasioni simili, ma ora siamo all’ultimo bivio: o sfruttiamo queste ultime opportunità oppure rischiamo il degrado totale ed irreversibile di tutte le nostre potenziali espressioni produttive” ha affermato Giorgio Foti, funzionario dell’assessorato regionale all’agricoltura. Perciò Foti ha individuato nella “creazione di un minimo di imprenditorialità” la condizione essenziale e possibile, perché “la nostra produzione, di basse quantità ed alte qualità, può essere smaltita già dalle attività commerciali della nostra zona, senza richiedere impegni finanziari impossibili”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto Andrea Ceccio, presidente dell’Agenzia di sviluppo dell’Unione, che ha descritto le linee guida del Gal: “anzitutto individuare e certificare nei nostri territori rurali le imprese ed i prodotti esistenti e potenziali; commercializzare sia puntando al consumo locale, dei nostri ristoranti, dei nostri alberghi, sia attraverso la promozione all’esterno di prodotti di eccellenza”. Mario D’Agostino, assessore provinciale all’agricoltura ritiene che è giunto il momento di “fare squadra, per ottenere risultati soddisfacenti, sia nell’attrarre finanziamenti sia e soprattutto nel trasformare questi finanziamenti in imprenditoria e crescita del territorio”. A S.Teresa, di Gal hanno discusso anche i sindaci e gli assessori presenti, sottolineando la necessità di un ruolo più centrale del comune. Gino Savoia, presidente della Cai, si è occupato di evidenziare la necessità di coinvolgere totalmente il mondo rurale e di conferire finalmente un ruolo ai Peloritani, evidenziandone le specificità, come accade con i Nebrodi.

Filippo Brianni

ATTUALITÀ

L’agenzia avrà anche il compito di presentare per conto di terzi progetti che mirano ad aggredire i finanziamenti che la Comunità Europea ci mette a disposizione o sbaglio? Sì certo, a tal proposito ha già dato vita ad un elenco di professionisti di fiducia, a cui tutti possono accedere e che viene aggiornato mensilmente, a cui affidare gli incarichi di progettazione, ma purtroppo ancora siamo in attesa della pubblicazione dei bandi europei e pertanto non è ancora attivo il servizio di apertura al pubblico per dare tutte le delucidazioni del caso.


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Itala: pubblicato il bando per la ristrutturazione della scuola Si registrano ancora polemiche sulla refezione

ATTUALITÀ

di Sebiano Chillemi roprio lo scorso mese nell’intervista al vicesindaco Cacciola vi raccontavamo della chiusura del plesso scolastico di Borgo a seguito della dichiarazione di inagibilità. È notizia di questi giorni invece quella della pubblicazione da parte del Comune di Itala del bando dei lavori di adeguamento sismico della scuola primaria “G.A. Raneri” nella frazione Borgo. L’importo complessivo dell’appalto è di € 104.251,13. Si tratta di un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti-Direzione Generale per l’edilizia Statale e gli Interventi Speciali.

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La scuola, lo ricordiamo, era stata chiusa lo scorso novembre a seguito di infiltrazioni di acqua. Solo pochi giorni dopo , per uno strano scherzo del destino, in una scuola di Torino si verificava la tragedia

che faceva scoppiare l’emergenza sicurezza per gli edifici scolastici su territorio nazionale. Oggi finalmente la buona notizia, e presto dovrebbero iniziare l’opera di ristrutturazione. Nello specifico il plesso scolastico sarà interessato da lavori di impermeabilizzazione del tetto con guaina, il consolidamento dei solai esistenti in legno mediante la messa in opera di rete elettrosaldata nel sottotetto, ed altri interventi di messa in sicurezza. Negli ultimi mesi non si contano i numerosi casi di soffitti crollati nelle scuole messinesi, per fortuna senza recare danni a nessuno. Un fenomeno che preoccupa tutti, ma del quale forse nessuno si sorprende più di tanto. E sempre a proposito di scuola, non si placa il dibattito sulla gestione della refezione scolastica. Con un’interrogazione datata 12 gennaio, i consiglieri di minoranza del gruppo “Per il futuro di Itala” chiedono alla giunta la copia degli atti di gara ed il contratto di convenzione sottoscritta con l’impresa vincitrice dell’appalto di gestione di refezione. “Premesso che – si legge nell’interrogazione – dopo le festività natalizie sono riprese le lezioni scolastiche con l’orario prolungato che prevede quindi l’avvio della refezione, che, malgrado sia stata effettuata la gara ed aggiudicata alla ditta vincitrice la refezione non è ancora iniziata, e che di conseguenza gli alunni all’ora di pranzo sono costretti a limitarsi a mangiare ciò che portano da casa, mentre diversi tornano a casa e nel pomeriggio non rientrano a scuola, recando grave nocumento al regolare svolgimento delle lezioni”. Per questo, interrogano il sindaco Antonio Miceli per sapere “come mai non sono state predisposte per tempo le necessarie procedure per consentire il regolare avvio della refezione ed in ogni caso , come mai non è stato pubblicato alcun avviso sul mancato inizio della refezione e non sono state trovate soluzioni alternative, visto che questo comune ha sempre gestito la refezione scolastica, lasciando gli alunni nel più completo abbandono”. Un’interrogazione molto critica dunque, che i consiglieri di minoranza chiedono che venga discussa nella prima seduta consiliare utile. FEBBRAIO ‘09


21 Danni: la staffetta tra Capo Scaletta e Capo Alì E le imprese fanno lo sciopero alla rovescia

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di Sebiano Chillemi

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Figuriamoci poi quando queste strade sono interro e o interessate da lavori. “Non importa se non ci sono i soldi, i lavori li facciamo a spese nostre! Basta che si apra la strada!”. Queste parole le ho sen te urlare da imprenditori locali, alla faccia di quei luoghi comuni, spesso genera da un certo bigo smo leghista, che descrivono i siciliani come un popolo di pigri e sfa ca . Ma qui il problema non sono solo i lavori. Qui ci vuole qualcuno che si prenda la responsabilità. Ci vuole qualcuno che firmi un pezzo di carta sul quale c’è scri o che “Sì, si può passare, la strada è sicura”. Ma quella strada sarà mai sicura? Ma esistono strade sicure al mondo? La prudenza non è mai troppa per carità. Ben venga questa solerzia nell’appurare la totale sicurezza del tra o stradale. Ma quello che è difficile sopportare è l’immobilismo che siamo costre a subire. Aspe are giorni e set mane senza che venga mossa nemmeno una pietra. Con l’unica certezza che “non ci sono soldi” e che “ci sono tempi tecnici incer ”. --inquant’anni fa il sociologo Danilo Dolci portava all’a enzione mondiale i mali della Sicilia organizzando uno “sciopero alla rovescia”. Per un giorno i ci adini lavorarono gra s, per rime ere a posto una strada accidentata e abbandonata di Par nico, vicino Palermo. Si ritrovarono quasi in mille. Erano contadini, pescatori, operai, allevatori, intelle uali e disoccupa accorsi per gridare la disperazione di un popolo che viveva in condizioni misere. Qualcosa di simile è successa a Scale a Zanclea, lo scorso 16 gennaio, quando cinque di e iscri e all’albo delle imprese di fiducia del Comune di Scale a Zanclea, operan nel se ore edile, hanno inscenato una protesta clamorosa nei confron dell’amministrazione Comunale. Mo vo dello scontro è l’affidamento dei lavori di somma urgenza per la pulitura dei vichi marini, tombini

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e so opassaggi ferroviari intasa a seguito delle mareggiate del 13 gennaio 2009. Con ordinanza Sindacale di Protezione Civile n° 3 del 15/01/2009, a firma del primo ci adino Mario Briguglio, questo compito è stato affidato alla di a Euro Edil di Nizza di Sicilia. «Avevamo dato la nostra immediata disponibilità ad effe uare i lavori, vista la somma urgenza, ma il Sindaco ha inspiegabilmente dato incarico ad una di a con i mezzi, fino ieri, impegna altrove - hanno dichiarato gli imprenditori- per questo, di comune accordo e so o la nostra responsabilità, abbiamo deciso di effe uare la pulizia dei so opassaggi e delle vie di accesso alla spiaggia ». Capita anche questo in tempi di crisi. In un comune le cui casse non godono di o ma salute, le opportunità di lavoro diventano ancora più rare. Pochi i bandi, pochi i lavori pubblici. Per questo, quelle poche occasioni che si presentano diventano di importanza vitale per le piccole imprese locali. Il Comune dal canto suo non ha ancora gius ficato i mo vi per cui alle 5 imprese paesane ne sia stata preferita una di un paese limitrofo.

ATTUALITÀ

che serve l’Anas se non ha i soldi? A che serve la Provincia se non ha i soldi? Domande che ogni ci adino della nostra riviera si pone in ques giorni. Giorni che stanno facendo uscire allo scoperto tu i limi e l’impotenza della classe dirigente locale. Vi me anch’esse di una macchina burocra ca mostruosa che non riesce a risolvere nemmeno casi di estrema urgenza come sono quelli che riguardano la sicurezza e la viabilità quo diana. Che prospe ve di sviluppo possono avere i paesi che puntualmente ogni anno da o obre a marzo si ritrovano con le strade chiuse o a percorsi alterna ? Strade che già in tempi “normali” non riescono a sopportare la mole di traffico automobilis co che a raversa i nostri paesi.


22 Alì Terme: al Consiglio Comunale presenti tutti i “big”

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pagina a cura di Carmelo Tringali onvocato dal presidente Pietro Caminiti, si è svolto il 26 gennaio scorso, presso la sala conferenze del Circolo di Cultura “Micio Garufi” una seduta straordinaria e urgente del consiglio comunale per discutere del nubifragio e della mareggiata del 12 e 13 gennaio scorsi che ha colpito la riviera jonica, per i quali è stato chiesto lo stato di calamità naturale e d’emergenza, ma soprattutto per affrontare il problema inerente la chiusura della SS. 114 all’altezza di Capo Alì per la quale il consiglio ha chiesto interventi urgenti e definitivi di bonifica del costone sovrastante. Nella seduta si è parlati anche della approvazione e realizzazione dello svincolo autostradale. Tutta l’assemblea ha votato gli argomenti all’unanimità. All’adunanza erano presenti i deputati regionali, Cateno De Luca e Filippo Panarello, i consiglieri provinciali Lalla Parisi, Pippo Lombardo, Matteo Francilia e Biagio Gugliotta e il primo cittadino di Alì, Carmelo Satta assieme alla sua giunta e ai consiglieri comunali. Ad inizio di seduta il presidente Pietro Caminiti, (nella foto), ha voluto spiegare i motivi per cui ha ritenuto di convocare questo consiglio. “ Ho ritenuto doveroso – ha detto Ca-

ATTUALITÀ

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miniti - convocare questo consiglio per una questione che ormai da troppo tempo ci affligge e ci complica la vita. Adesso è giunto il momento di intervenire in modo concreto e tempestivo per risolvere definitivamente il problema”. L’Anas dal canto suo però ha fatto sapere che la sistemazione del costone roccioso non rientra nelle loro competenze. Non si è fatta attendere la replica del sindaco Grasso che ha avuto parole dure nei confronti dell’Anas. “La nostra amministrazione – ha detto Grasso - è intenzionata, qualora nell’immediato non ci fossero delle certezze dal punto di vista della riapertura della strada, di provvedere con una propria ordinanza per ripristinare ed arginare quanto meno quello che è il pericolo per poter riaprire questa importante arteria”. E intanto mentre i vari organi di competenza giocano a scarica barile a pagarne le spese sono solo i cittadini che non riescono a raggiungere la città di Messina oppure gli studenti o i docenti per recarsi a lavoro gli istituti scolastici del nostro comprensorio.

Alì: vertice ANAS a Palermo per migliorare la viabilità ertice ieri mattina nella sede Anas di Palermo per trattare il problema inerente la frana verificatosi il 21 gennaio scorso all’altezza di Capo Alì che portò alla chiusura della S.S. 114. All’incontro a Palermo hanno partecipato il responsabile del dipartimento regionale dell’Anas, Ugo Dibennardo, gli ingegneri Sansone e Iosa dell’Anas di Catania, due rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana. Per quanto riguarda l’amministrazione comunale aliese c’erano il sindaco Lorenzo Grasso, il vice Peppe Marino, gli assessori Carmelo Sparacino e Mariarita Muzio, il presidente del consiglio Piero Caminiti e il consigliere Rosario Oliva. All’incontro c’erano anche il deputato regionale e sindaco di Fiumedinisi, Cateno De Luca e rappresentanti del comune di Scaletta Zanclea, quali l’assessore Giuseppe Terrizzi e il presidente del consiglio Guido Di Blasi. La riunione ha avuto un ottimo risultato in quanto il massimo esponente dell’Anas Dibennardo ha dichiarato che il suo ente potrà erogare 250 mila euro. Per quanto riguarda l’altra metà sarà stanziata dalla Protezione Civile grazie all’impegno del direttore regionale l’ingegnere Salvatore Cocina, non presente all’incontro per altri impegni istituzionali, il quale ha garantito al suo collega Dibennardo la somma restante di 250 mila euro. Questa somma naturalmente servirà a riaprire la strada e risolvere l’attuale emergenza in quanto per la risoluzione definitiva necessitano 8 milioni di euro. Siamo soddisfatti - ha detto il sindaco Lorenzo Grasso - perché siamo riusciti ad ottenere, tramite una cooperazione sinergica tra la Protezione Civile e l’Anas la promessa dei finanziamenti necessari a risolvere il problema di somma urgenza e quindi a mettere in atto le opere che dovrebbero consentire la riapertura della strada statale 114. tali opere avranno un costo presuntivo di circa 500 mila euro per cui si sono fatti garante congiuntamente sia la Protezione Civile per 250 mila euro e per la somma restante l’Anas di Palermo nella persona dell’ingegnere Dibennardo. A tutto questo - ha concluso Grasso - dobbiamo ringraziare l’onorevole Cateno De Luca per il suo interessamento perché è stato l’unico deputato regionale siciliano che si è veramente interessato fattivamente del nostro problema”. Intanto lunedì prossimo ci sarà un confronto per stabilire il crono programma delle operazioni anche perché l’amministrazione Grasso è decisa ad andare oltre quello che è il problema della somma urgenza per porre fine alle problematiche di viabilità di Capo Alì in modo da consentire finalmente di liberare da questo annoso inconveniente l’intero territorio che ad ogni temporale viene veramente penalizzato.

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idee rimaste

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teorie

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affascinanti

Santi Emanuele Savoca intervista il bioarcheologo Pietro Villari circa gli esiti e la sorte del “Fiumedinisi Project” bbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare il prof. Pietro Villari, bio-archeologo di origine alumense, che insegna presso l’Università della South Florida ed ha diretto i lavori del “Fiumedinisi Project”, una campagna di scavi che ha interessato la vasta area attorno al Castello Belvedere di Fiumedinisi.

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Dott. Villari chi è un bioarcheologo? Un bioarcheologo studia i reperti organici come spore, ossa, tessuti e fossili. All’interno del Fiumedinisi Project si era pensato di ricreare un parco naturalistico con la forestazione locale delle varie epoche, in modo da avere una zona con la foresta dell’età del ferro, del bronzo, del periodo me-

dievale e così via dicendo. Personalmente avrei voluto avere la possibilità di ricreare anche qualche esemplare della fauna autoctona ormai estinto. Una specie di Jurassic Park... Sembra una cosa avveniristica, gli studiosi sono riusciti a ricreare buona parte del codice genetico del Tirannosauro, ma non è il nostro caso: tramite alcuni ritrovamenti di spore e semi, e di DNA animale, avremmo potuto tentare di creare un parco bioarcheologico, unico nel bacino del Mediterraneo, finalizzato alla ricostruzione degli ambienti forestali e boschivi dalla tarda preistoria al medioevo.

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Poi lei ha preso il largo con il vento in poppa ed è uno dei tanti fulgidi casi di Fuga dei Cervelli. Come mai è ritornato, in un certo senso, sui suoi passi? Nell’estate del 2006 ritornai in questa zona con la famiglia, per trascorrere qualche giorno di vacanza. Casualmente, durante una gita presi visione del rarissimo esempio di totale scempio operato dal restauro del Castello di Fiumedinisi, direi un esempio unico al mondo, che genera nel visitatore

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Castello di Fiumedinisi: scavi Settembre 2008. Messa in luce di un vano parzialmente ricavato sotto uno sperone roccioso. ora risate a cuore aperto, ora il mugugno di chi le tasse le paga e se le ritrova tutte spese nell’estemporanea sofisticazione di muri medievali, di finestre trapezoidali in stile Incaico, il tutto ricoperto da una colata di uno scarso impasto a base di cemento. Sono certo che persino quel pastore che vi porta quotidianamente il suo gregge a defecare, avrebbe fatto molto meglio (d’altronde è un terreno demaniale, che

Museo di Nizza di Sicilia: materiali provenienti dagli scavi del Castello in corso di studio.

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in Sicilia vuol dire di nessuno). Si possono anche osservare gli effetti di un disastroso intervento di scavo archeologico effettuato dalla soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina, affidato ad alcuni operai edili sporadicamente controllati. Chiesi un appuntamento al soprintendente e le risposte avute circa il motivo di quella devastazione costata ai contribuenti europei milioni di euro, mi convinsero a cercare una via per contrastare quello che presagiva il verificarsi di una serie di disastri ancora peggiori. Era la terra dei miei avi e decisi di attivarmi immediatamente chiedendo assistenza ad una decina di colleghi appartenenti ad altrettante istituzioni europee e nordamericane. Il Fiumedinisi Project nacque così, dalla spontanea reazione di un gruppo di liberi ricercatori al massimo livello scientifico. Ci riunimmo più volte in varie sedi europee, sino a presentare il progetto e il gruppo di ricerca alla prestigiosa assemblea annuale dell’ European Association of Archaeologists che ci dedicò una tavola rotonda.

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Quando ha cominciato a studiare la zona di Fiumedinisi? Ho cominciato negli anni settanta quando mi inerpicavo di notte dopo essere arrivato con l’ultimo treno della sera da Messina per potere cominciare a lavorare alle prime luci dell’alba: nel ’71 ho trovato dei fossili, un lembo di corallo e delle conchiglie risalenti ad un milione di anni fa; nel ‘77/’78 ho trovato un insediamento dell’età del Bronzo e dei reperti di origine greca; sempre nello stesso periodo rinvenni la prima tomba con i resti di un bambino di circa sei mesi, databile all’incirca verso l’ottavo secolo a.C.


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Quindi avete creato questa equipe e siete sbarcati alla avrebbe ricevuto una fortissima spinta innovatrice dalla ricerca delle civiltà perdute nella Valle del Nisi, molto permanenza di quegli imprenditori americani, geneaffascinante direi… Grazie anche ai finanziamenti pri- rando anche la formazione di nuove figure professiovati statunitensi riuscimmo a mettere assieme fondi nali, un importante indotto economico sull’esempio dei per un milione di dollari, e dopo una serie di ritardi do- grandi parchi statunitensi e canadesi. Oltre alla protevuti alla burocrazia siciliana, nell’Aprile 2008 otte- zione del sito archeologico e al suo studio, la nostra nemmo una concessione di scavo della durata preoccupazione era di creare un parco che avrebbe saltriennale, intestata al Dipartimento di Antropologia vato l’area dalla cementificazione e dalle selvagge dedell’Università della South Florida. Questa pose il pro- vastazioni a seguito di opere pubbliche e private, alle getto sotto la responsabilità del prof. Robert Tykot, af- quali iniziavamo ad assistere impotenti nella valle di fidando a me la direzione generale delle attività di Fiumedinisi, i cui primi scandalosi effetti sono oggi viscavo. La campagna di ricerche si è svolta nel periodo sibili di Maggio-Giugno 2008 e vi hanno preso parte decine di ricercatori e studenti provenienti da ben nove uni- Ora che il progetto sembra sfumato, quali sono stati i maggiori problemi che versità nordamericane ed avete riscontrato? La europee. Una impoburocrazia ha bloccato nente missione archeoloogni nostra attività di gica in terra di Sicilia, ove scavo ed a fronte delle avrebbero dovuto essere ingenti spese sostenute, per la prima volta impiela missione è stata uno gati strumenti e tecniche dei più eclatanti fallidelle moderne scienze menti della storia dell’arbioarcheologiche ed in cheologia moderna. La generale archeometrivicenda ha messo in che. Il futuro è arrivato grave imbarazzo il Diparanche da noi: le nostre ritimento di Antropologia cerche in ambito paleoenei confronti delle ricologico e chieste di spiegazioni del paleoeconomico sarebsenato accademico bero state il fondamento “Reduci da una scampagnata? dell’Università della della realizzazione di un No, stanchi da una giornata di lavoro sotto il sole”. South Florida, il quale si era parco bioarcheologico, come le dicevo, e quindi ad un uso economico del ter- reso garante della educazione in fase di scavo degli sturitorio. I finanziatori americani erano molto entusiasti denti provenienti da numerose università statunitensi e si erano offerti di acquistare l’intera area e iniziare e canadesi. Il soprintendente giunse a inviare una letuno sfruttamento del territorio con l’impianto di atti- tera riservata all’Assessorato Regionale BB.CC.AA. ove vità di ecoturismo a livello internazionale. Eravamo si richiedeva la revoca della concessione. Apprentutti al massimo dell’entusiasmo e i più celebri colleghi demmo di questa assurdità solo parecchi mesi dopo e europei e americani preannunciavano la loro parteci- a tutt’oggi non ne conosciamo la motivazione. Il servipazione o visita alla successiva campagna di nostri zio archeologico della soprintendenza ci ha intimato di scavi. L’intero comprensorio nordorientale siciliano non effettuare scavi all’interno del Castello, dove a Set-

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tenza, nessuno ha effettuato rilevamenti sulla tossicità dei rifiuti, le cui inquietanti esalazioni mi hanno indotto a sospendere ogni attività nell’area al fine di tutelare la salute del gruppo di ricerca.

di Santi E. Savoca

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tembre, nel corso di un blitz da me condotto grazie all’opera di volontariato di una squadra composta da colleghi siciliani, abbiamo messo in luce quello che qualcuno voleva tenere nascosto: il sotterraneo era stato colmato con lo scarico dei materiali di risulta del cantiere di scavo e di restauro eseguiti dalla soprintendenza e dal comune di Fiumedinisi con fondi comunitari. Nonostante io abbia inviato una segnalazione scritta a diverse autorità per quanto di loro compe-


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AGRICOLTURA

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Antillo: al via l’allevamento del baco da seta opo un’iniziativa simile posta in essere dal sindaco di Roccafiorita Pippo Bartolotta, anche il comune di Antillo cerca di imprimere un’importante svolta alla ricerca ed alla sperimentazione nel campo della bachicoltura: l’amministrazione comunale, infatti, ha voluto investire nel futuro di questo settore ed ha dato al Consorzio Val d’Agrò la disponibilità di uno stabile con la finalità di effettuare studi di sviluppo nel campo dell’agricoltura e dei bachi da seta e da adibire esclusivamente all’attività di ricerca in questo campo.

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Proprio alla fine della settimana scorsa è stato formalizzato l’accordo tra il Sindaco di Antillo Antonio Di Ciuccio e il Presidente del Consorzio Valle d’Agrò, Antonino Saglimbeni, che prevede la concessione in comodato d’uso gratuito al Consorzio del Centro Sociale Polifunzionale Giuseppe Manzi. Da anni il Consorzio Valle d’Agrò è impegnato nello sforzo di avviare concretamente l’attività di coltivazione dei bachi e la ricerca sulle malattie in agricoltura e nel campo animale, con inclusione della previsione di sperimentazioni nel campo della bachicoltura. L’assenza di una sede idonea aveva però finora rappresentato un ostacolo insormontabile alla partenza di qualsivoglia concreto progetto nel settore, così solo la disponibilità del Sindaco di Antillo ha consentito di individuare un plesso di

nuova costruzione per permettere la nascita della nuova attività. Tra i vari promotori dell’iniziativa figura anche il conte Giuseppe Tindaro Toscano della Zecca che si è prodigato per la buona riuscita del progetto. Toscano ha espresso la sua profonda soddisfazione per quella che ritiene una concreta prospettiva di crescita per tutta la Valle d’Agrò, e l’apprezzamento per la disponibilità e l’apertura dimostrata dal Sindaco di Antillo. A fianco e a sostegno del conte ci sono i componenti del club Unesco di Catania di cui è membro, dal presidente Bruno di Stefano alla vicepresidente Ofelia Guadagnino, a Giuseppe Furnari tecnico di ingegneria di ricerca scientifica a Alfredo Petralia ordinario di cattedra all’Università di Catania settore zootecnia, a Benito Scazziota direttore del centro per la gelsibachicoltura di Mirtocrosia. Adesso che è stata garantita una sede stabile e funzionale dove svolgere la ricerca, è compito dei membri del Consorzio Valle d’Agrò essere operativi al massimo per poter, nel più breve tempo possibile, cominciare a concretizzare i progetti allo studio da tempo. A coadiuvare il presidente Antonino Saglimbeni ci sarà un qualificato staff nel quale sono presenti importanti professionisti del settore costituito da: Graziella Bongiorno, biologa e vicepresidente del Consorzio, Claudio Bongiorno, imprenditore agricolo e membro del consiglio direttivo, Giampaolo Briguglio, veterinario e socio, l’agronomo Michele Sturiale, il responsabile allevamento bachi Santi Crupi, la professoressa Emilia Palella incaricata per la divulgazione didattica. Sarà garantita inoltre l’assistenza giuridica del dott. Salvatore Puleo esperto di diritto amministrativo e dell’avv. Antonino Scarcella.

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A tu per tu con Fausto Raciti, Segretario Nazionale dei Giovani Democratici

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A cura di Oriana Puglia

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Cosa significa, per un siciliano come te, essere Segretario Nazionale di un partito di sinistra? Sperare di non far parte di una specie protetta e provare a dimostrare che, quando i partiti funzionano, si può anche essere nessuno ed avere nessuno alle spalle, ma ottenere risultati importanti. E’ bene che i giovani democratici siano un’organizzazione di figli di nessuno. In questo momento le condizioni politiche dell’Italia non sono delle migliori, e quelle future non sembrano affatto rosee, quali segnali di svolta possono e devono dare i giovani del Partito Democratico al Paese? Impegnarsi per fare del partito democratico quello che non è ancora: un partito capace di offrire agli italiani, a partire da una prospettiva di riscatto degli strati più deboli della società, una prospettiva di riscatto e crescita per un Paese sempre più piccolo nel mondo che cambia. Significa ricominciare a pensare all’Europa come dimensione po-

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litica essenziale, al welfare come occasione di promozione delle opportunità in un paese bloccato, alla dignità del lavoro come valore essenziale di una società democratica, al territorio alle nostre città, come spazio nel quale le grandi riforme di cui questo paese ha bisogno si devono realizzare, pena la perdita d fiducia da parte dei cittadini nella classe politica.

POLITICA

austo Raciti, 24 anni, è stato eletto Segretario Nazionale dei Giovani Democratici alle primarie del 21 novembre 2008. È siciliano, ma da quando, giovanissimo, fu eletto segretario nazionale della Sinistra Giovanile, vive a Roma, dove studia economia. L’ho incontrato ad Enna, all’Assemblea Costituente dei Giovani Democratici, e sotto lo striscione “La Sicilia riparte da qui” gli ho fatto qualche domanda…

Pensi che noi Giovani Democratici dobbiamo agire in sincronia con il Partito Democratico o chiederai per noi un ampio margine di autonomia? Penso che debbano essere autonomi, esplorare campi nuovi, stimolare il Pd. Ma consapevoli del fatto che quello è il nostro partito e che tutto quello che facciamo di buono può essere utile per cambiarlo e migliorarlo. Come giudichi il rapporto tra i giovani di oggi e la politica? Migliore di quanto non si creda o di quanto non raccontino. Faccio solo notare che quest’ anno è nato un movimento, ribattezzato “l’onda” che ha fischiato Grillo ed applaudito il Presidente Napolitano. Che poi certi aspetti del nostro dibattito politico allontanino non c’è dubbio, ma questo vale anche per i militanti. Questa è una generazione che vuole partecipare alle scelte che riguardano il suo futuro. Un’ultima domanda sulla nostra isola: quale potrebbe essere, secondo te, la ricetta per migliorare il nostro futuro di siciliani? Ricette non

ce ne sono, purtroppo. Voglio però dire una cosa:la Sicilia non è semplicemente un insieme di porti e potenziali infrastrutture, né semplicemente un problema perché qui è nata la criminalità organizzata. La Sicilia sono le nostre intelligenze e le nostre capacità, i nostri studi e le nostre biografie. Se questa regione vuole avere un futuro deve ripartire dalla nostra generazione, provare a liberarla dal peso di un sistema che sterilizza ogni conflitto sociale attraverso la gestione clientelare della spesa pubblica, in barba alle capacità di tanti nostri coetanei, costretti ad accontentarsi di poco o a cercare altrove la propria fortuna. Ecco tutto! Grazie!


30 S. Teresa: al via il nuovo plesso scolastico del Liceo Scienti ico

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A cura di Oriana Puglia iceo scientifico si, liceo scientifico no…plesso nuovo si, plesso nuovo no, plesso nuovo però…

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Il problema della mancanza di aule sufficientemente grandi per ospitare classi numerose e laboratori è all’attenzione della comunità della riviera jonica messinese già da qualche decennio, tuttavia fino ad oggi, non è mai stata trovata, nessuna soluzione definitiva. L’unico rimedio tampone è stato quello di trasferire gli uffici di segreteria dal plesso centrale in una sede distaccata, cosi da adibire quelle stanze rimaste vuote ad aule scolastiche. Per avere chiarimenti circa il futuro ed il passato del progetto del nuovo istituto superiore che sorgerà nel comune di Santa Teresa di Riva ci siamo rivolti al consigliere provinciale Pippo Lombardo, membro della Commissione lavori pubblici e promotore dell’inserimento della realizzazione dell’opera nel piano triennale OO.PP. 2006-2008. Prima di parlare del progetto, ci dica come mai si è dovuto attendere il 2006 per pensare alla costruzione di un nuovo plesso. Innanzitutto è bene precisare che l’edilizia scolastica di secondo grado rientra nelle competenze della Provincia. Prima del 2006 non era giunta alla Provincia di Messina nessuna proposta circa la realizzazione di nuovi locali. certo è che se ci si fosse mossi a tempo debito, Santa Teresa avrebbe già da tempo il suo nuovo liceo scientifico. Invece si è sempre cercato di tamponare l’emergenza. Nel 2006, finalmente è arrivata la ‘Proposta’. Ci descriva l’iter del progetto, fino ad oggi. La proposta di realizzare il nuovo plesso del liceo scientifico “C. Caminiti” è stata presentata il 10 luglio 2006 durante il consiglio che aveva come O.d.G l’aggiornamento del Piano Territoriale OO.PP. 2006/2008 allo scopo di risolvere un problema che va avanti ormai da decenni: la mancanza di aule e laboratori, nell’attuale plesso che ospita oltre al liceo scientifico “C. Caminiti”, il liceo classico “E. Trimarchi”. In seguito all’approvazione dell’O.d.G da parte del Consiglio provinciale, è stata inoltrata al comune di Santa Teresa di Riva la richiesta per reperire l’area in cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo istituto. Ed è qui che si è incontrato il primo grande ostacolo: poiché la cittadina jonica manca di un piano regolatore aggiornato e l’unica area individuata era destinata all’edilizia scolastica di primo grado e non di secondo grado, si è reso necessario apportare una variante. Quando è stata apportata la variante al piano regolatore? Le vicende interne, come il cambio del dirigente dell’ufficio tecnico durante l’amministrazione Lo Schiavo, il commissariamento, l’insediamento della nuova amministrazione Morabito e il nuovo cambio del dirigente dell’ufficio tecnico, hanno rallentato le operazioni, sicché si è giunti all’approvazione della variante del piano regolatore soltanto nell’aprile del 2008, quasi due anni dopo la richiesta da parte della provincia di Messina. Quale è stato il passo successivo? All’approvazione di aprile hanno fatto seguito la pubblicazione della variante e l’approvazione definitiva, durante il Consiglio comunale del 30 settembre 2008. A questo punto però, si è verificato il secondo ostacolo, anzi, è più opportuno parlare di una dimenticanza. Infatti, la variante definitiva approvata, che il Comune avrebbe

immediatamente dovuto inviare a Palermo, è rimasta nei cassetti del Municipio santateresino per circa 40giorni, ed è stata inoltrata soltanto a metà novembre. Adesso siamo in attesa di una risposta da parte degli uffici palermitani, se tale risposta non dovesse arrivare entro 90 giorni, si procederà per silenzio assenso alla pubblicazione del bando di gara. Ci spieghi in cosa consiste tale bando. Una volta ottenuta la conformità urbanistica da parte del Comune di Santa Teresa di Riva, la Provincia pubblicherà un bando per reperire le risorse. Infatti, per questo come per altri progetti che riguardano nuove costruzioni, non sono previsti fondi pubblici, destinati esclusivamente alla messa in sicurezza degli edifici pubblici: la Provincia lo realizzerà in leasing, in base alla Legge Regionale 17/2004. Il bando è destinato agli istituti di credito, che agiscono come se fossero dei privati, la Provincia paga le rate di ammortamento del capitale investito dalla banca, trascorsi 15 anni e rientrato il prestito, l’istituto diventa di proprietà della provincia. È bene precisare però che questa non è una certezza ma soltanto una speranza, perché negli anni passati sono stati indetti dei bandi con le medesime modalità, per realizzare delle scuole a Patti e Barcellona Pozzo di Gotto, ma non abbiamo ottenuta risposta da parte di nessuna banca, perché gli istituti di credito, una volta che decidono di fare l’investimento, non vogliono avere problemi di esproprio con i privati. Per evitare che anche questa volta il progetto vada deserto, la Provincia ha intenzione di modificare il bando specificando che si farà carico essa stessa dell’esproprio dei terreni cosi da cominciare subito i lavori. A tal proposito si è fatto in modo che venissero approvati contemporaneamente da parte del Consiglio comunale di Santa Teresa, tanto il progetto quanto la variante del piano regolatore. Se non ci saranno ulteriori complicazioni, riteniamo che entro due anni Santa Teresa di Riva possa avere il suo nuovo liceo scientifico. E se invece il leasing non dovesse andare a buon fine? In quel caso ci troveremmo di fronte ad una situazione drammatica perché ad oggi non abbiamo un’alternativa, ed è difficile trovarla: come ho già detto, non ci sono fondi destinati alla realizzazione di nuove opere pubbliche. Come dovrebbe essere strutturato l’edificio? In base alla bozza di progetto, l’edificio sorgerà su 3 piani, sono previste aule, laboratori, e la palestra, inoltre si dovrà tenere conto delle nuove direttive comunitarie in materia di impatto ambientale, e utilizzo delle fonti di energia rinnovabili.

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31 Il nuovo progetto dal punto di vista degli studenti a realizzazione di un nuovo edificio per il liceo scientifico “C. Caminiti”, tuttavia, ha visto e vede in prima linea soprattutto gli studenti, che per primi hanno lamentato la mancanza di spazi adeguati per i loro studi. In particolare molto attenti alla problematica sono stati gli attuali rappresentanti dell’istituto scientifico C.Caminiti Agostino Gullotta e Santi Di Pietro.

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Si è parlato anche di una sede distaccata da costruire a Roccalumera. Voi siete d’accordo? SDP -“I licei di Santa Teresa di Riva vantano una tradizione di oltre mezzo secolo ormai, e, per la centralità del paese, accolgono studenti provenienti da Scaletta a Giardini Naxos e dai paesi collinari. La scelta di realizzare una nuova sede in loco ci sembra più opportuna rispetto a quella di creare delle sezioni staccate che avrebbero sicuramente un numero inferiore di iscritti, problemi di carattere logistico e di trasporto pubblico. E poi, io come tutti gli altri studenti, preferirei compiere i miei studi in un edificio nuovo ed all’avanguardia anche dal punto di vista dei servizi: il plesso che nascerà a Santa Teresa è in grado di offrirci tutto questo. Per questo spero che i lavori inizino al più presto FEBBRAIO ‘09

PROGETTO

Cosa ne pensate del nuovo progetto?AG - Riteniamo che il progetto del nuovo liceo scientifico sia il più valido che la Provincia di Messina abbia avviato nella riviera jonica. Dispiace il fatto che in due anni si sia riusciti a fare poco o nulla, ma questo è dipeso soprattutto dalla nostra amministrazione alla quale dobbiamo rimproverare gravi dimenticanze, come il non aver inviato tempestivamente la variante definitiva del piano regolatore a Palermo e la mancanza di un piano regolatore adeguato, senza il quale si è impiegato moltissimo tempo solamente per individuare la zona in cui la scuola dovrà sorgere. Inoltre, abbiamo, come tutti, il rammarico che nessuno si sia mobilitato prima del 2006 per creare una nuova struttura e abbiamo come il sospetto che anche nella nostra provincia l’istruzione sia vista soltanto come una ingombrante spesa che è preferibile evitare piuttosto che affrontare.

e si concludano in tempi brevi. Sono stato l’unico astenuto durante le votazioni per la creazione della sezione staccata a Roccalumera, e non per un motivo politico, come è stato sospettato: ho voluto tutelare l’interesse di tutti gli studenti. Non condivido tale scelta neppure come cittadino. Il fatto che si voglia costruire un doppione di qualcosa di già esistente a distanza di soli quattro chilometri si scontra con l’altra volontà espressa dal comprensorio jonico, ossia quella di cementificare l’Unione dei Comuni.” Com’è l’attuale liceo scientifico? AG - Le aule che sono troppo piccole: basti pensare che per legge ogni studente dovrebbe avere a disposizione 1,50 metri cubi di spazio ma non li ha. Mancano i laboratori, ad eccezione di quello di fisica che è stato realizzato dopo aver trasferito gli uffici della segreteria in altra sede, la palestra e il cortile ci sono, ma li dividiamo con i ragazzi del liceo classico. In genere mancano gli spazi per poter condurre adeguatamente le lezioni. Positivo è invece il giudizio sulla manutenzione degli spazi esistenti, dei servizi igienici e dell’edificio in generale. Anno dopo anno si parla di un calo delle iscrizioni al liceo scientifico, secondo voi, il problema è riconducibile al fatto che mancano le aule e i laboratori? SDP - Certamente si, il

fatto che da decenni si è al corrente della situazione ma prima del 2006 non si sia fatto nulla ha sicuramente influito sulle scelte dei ragazzi e delle famiglie che desiderano il meglio per i propri figli e nelle condizioni migliori. Cosa vi aspettate dal nuovo liceo scientifico? AG - Ci aspettiamo che possa essere davvero un liceo sperimentale, al momento il nostro è un liceo scientifico senza un indirizzo specifico e questo è un vero peccato. Se facciamo il confronto con le scuole del Nord ci accorgiamo che siamo almeno 20 anni indietro. Lì ormai ogni istituto superiore ha un proprio indirizzo, esiste persino un indirizzo che prepara i ragazzi ad accedere alla facoltà di medicina, agevolando di gran lunga gli studi universitari. Ci auguriamo che ciò sia possibile anche nel nuovo liceo scientifico che speriamo sorga a Santa Teresa. Anche se come studenti non nascondiamo che i dubbi, le perplessità e lo scoraggiamento non mancano in seguito alle manovre del Ministro Gelmini; dubbi soprattutto perché oggi, a distanza di soli due mesi non se ne parla più, come se tutto si fosse risolto per il meglio e invece se ne dovrebbe parlare. Ricordiamoci che molte disposizioni non sono state annullate ma soltanto procrastinate di uno due anni Oriana Puglia


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“Sostenibilità energetica in Italia”

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a cura di Santo Bivona e Vittorio Crisafulli l sistema energetico italiano presenta proprie peculiarità. Uno dei momenti fondamentali della storia del nostro sistema energetico è rappresentato dal mancato ricorso all’energia nucleare, sancito nel 1987, quando un referendum popolare ha di fatto bloccato l’uso di questa tecnologia. Da quel momento in avanti c’è stato un progressivo distacco rispetto alle altre principali politiche energetiche europee.

ENERGIA

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Esistono però altri aspetti interessanti, sia negativi che positivi, che ci caratterizzano in modo unico. In negativo, troviamo che è più vulnerabile sul lato dell’approvvigionamento perché l’Italia non dispone di risorse interne sufficienti a coprire il suo fabbisogno e quindi è fortemente dipendente dall’estero; è più soggetto agli idrocarburi, perché questi pesano per circa l’80% sulla domanda interna; è meno competitivo avendo costi medi più elevati; è maggiormente tassato sui prodotti e sulle imprese; è più rigido dal punto di vista autorizzativo (la costruzione e l’ammodernamento degli impianti e delle infrastrutture energetiche spesso vedono iter complessi e tortuosi, solo

da pochi anni si è visto una leggera apertura da parte del legislatore). In positivo, invece, il nostro sistema energetico presenta una bassa intensità energetica, cioè un contenuto di energia per unità di PIL minore di altri Paesi; una altrettanto bassa intensità carbonica, cioè un peso dell’anidride carbonica per

unità di PIL inferiore a quasi tutti i Paesi europei. Quindi è evidente, da quanto detto in precedenza, che stiamo meglio sul piano ambientale e peggio su quello dei costi sostenuti. Anche se la prima affermazione non è del tutto vera. La domanda di energia in Italia è coperta per circa l’85% da importazioni (petrolio, prodotti petroliferi, gas naturale, combustibili solidi ed energia elettrica), mentre la produzione nazionale, peraltro in fase di forte declino, copre il restante 15% (fonte International Energy Agency, anno 2006). Rispetto agli altri paesi europei, la nostra domanda di energia viene soddisfatta con una più elevata componente di petrolio (insieme con la Spagna), che rappresenta ancora il 48% del totale. Elevata è anche la quota di gas naturale (come

l’Olanda), che è passata dal 10 al 31% in pochi anni. Il ruolo dei combustibili solidi è invece rimasto fermo al 7%, con una bassissima presenza di carbone, mentre è ancora piuttosto presente l’olio combustibile. Un altro 7% del consumo di energia primaria è rappresentato dalle fonti rinnovabili, incentrate sull’idroelettrico e ancora lontane dal vedere il frutto delle politiche di incentivazione al loro sviluppo. Nel bilancio totale entra, infine, un 6% d’importazione diretta di energia dall’estero. La domanda di energia in Italia, come quella di tutto il mondo, è in crescita costante. Esigenza fondamentale è quindi provvedere ai bisogni attuali e futuri del nostro Paese, ciò significa costruire e realizzare, nel rispetto dell’ambiente e dei valori etici e sociali, nuove centrali elettriche, nuove infrastrutture per l’importazione di gas ed energia elettrica, nuovi impianti basati su fonti rinnovabili. Questo ovviamente senza perdere di vista una gestione equilibrata ed armonica della crescita dei consumi, in modo da evitare sprechi, ridurre le emissioni inquinanti, far pagare ai consumatori solo ciò che veramente è necessario per soddisfare i loro fabbisogni primari. Obiettivi che si possono ottenere con una politica attenta di risparmio ed efficienza nei vari settori industriali, civili e dei trasporti. FEBBRAIO ‘09


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L’età del petrolio è alla fine?

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a cura di Santo Bivona e Vittorio Crisafulli

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alle riserve appartengono solamente i giacimenti che attualmente producono petrolio greggio e quelli che si pensa di rendere operativi in un futuro prossimo. Un indicatore dell’ammontare delle riserve di petrolio comunemente utilizzato è il rapporto fra la quantità presente nel sottosuolo e la quantità che ne viene estratta in un intero anno: in altre parole il rapporto R/P (riserve/produzione) esprime per quanti anni sarà ancora possibile estrarre petrolio al ritmo attuale. È ovviamente un parametro variabile nel tempo perche sia la quantità di petrolio consumato che le riserve accertate variano negli anni. A metà degli anni ’70 si ebbe un minimo, il rapporto scese poco sopra i 25 anni, e il prezzo di un barile di greggio (1 barile = 159 litri) salì rapidamente superando i 100 $ (prezzo attualizzato tenendo conto dell’inflazione). Lo “shock petrolifero” colpì il mondo industrializzato, si moltiplicarono iniziative volte al contenimento dei consumi, in molti videro l’inizio della presa di coscienza ambientalista e si diffuse l’interesse verso le fonti energeti-

Il petrolio è stato prima definito “estraibile”. Perché questa definizione? Il petrolio è certamente una risorsa che tende ad esaurirsi con il passare del tempo: la quantità iniziale è fissata ma non è detto che siano ancora stati individuati tutti i giacimenti, ciò può essere considerato vero per i più evidenti, i più accessibili, ma certamente non per tutti, dato che se ne scoprono infatti sempre di nuovi con il progredire delle ricerche. I giacimenti inoltre non sono completamente sfruttabili, molti vengono “svuotati” per meno del 25% (il restante 75% rimane sottoterra) perche le attuali tecnologie di trivellazione non lo rendono economicamente conveniente. Ecco perché è necessario effettuare una distinzione fra “Riserve” e “Risorse” petrolifere: con il termine risorse si fa riferimento alla totalità dei giacimenti petroliferi: a quelli sfruttabili, a quelli economicamente non convenienti, ai più inaccessibili e perfino a quelli non ancora scoperti, mentre

c h e alternative. Ma il panico cessò in pochi anni, le compagnie petrolifere, spinte dal cartello dei Paesi produttori di petrolio, l’Opec, iniziarono nuove e fruttuose campagne di ricerca rendendo possibile potere affermare che i pozzi avrebbero prodotto per altri 40 anni ( dato del 1987). Ancora oggi, complici nuove scoperte e progressi tecnologici, nonostante l’aumento costate della domanda energetica mondiale, le riserve accertate saranno bastevoli per oltre 40 anni. Ma, come disse lo sceicco Yamani quando era a capo dell’Opec “L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre e l’era del petrolio non finirà perché è finito il petrolio”.

MESSINA: NUOVA CENTRALE DI COMPRESSIONE GAS a Snam Rete Gas ha accettato la proposta dell’Assessore Regionale all’Industria, Pippo Gianni, di realizzare in una zona ricadente nel comune di Fondachelli Fantina, in provincia di Messina, la centrale di compressione gas, denominata ‘Sealine’, inizialmente prevista a Monforte San Giorgio. La centrale assicurerà la spinta per garantire il flusso del gas tra la Sicilia e la costa della Campania.

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uotidianamente, dall’inizio alla fine della nostra giornata, che essa sia di lavoro o di svago, le nostre azioni implicano, in maniera più o meno diretta, l’utilizzo di energia. A noi utenti, ultimi anelli della catena che unisce le nostre case con i giacimenti sperduti nei deserti africani o in fondo ai freddi mari del nord, l’energia viene fornita già “addomesticata” e pronta all’uso. La troviamo comodamente disponibile alla presa di corrente o alla pompa della nostra stazione di rifornimento, ma proviene nella quasi totalità dei casi da fonti fossili e più in particolare da giacimenti che si sono formati e arricchiti come conseguenza di processi durati milioni di anni. La domanda energetica mondiale è infatti soddisfatta per l’80% del totale attraverso lo sfruttamento di petrolio (35%), carbone (24%) e gas naturale (21%). La parte restante è coperta utilizzando fonti di energia rinnovabile (14%). Non si pensi a solare od eolico, ancora applicazioni allo stato iniziale dello sviluppo, ma alle più tradizionali centrali idroelettriche e alla termovalorizzazione dei rifiuti. Mentre il restante 6% viene fornito tramite l’utilizzo dell’energia nucleare. Lo sfruttamento del petrolio è quindi determinante è viene ininterrottamente estratto dai giacimenti sparsi, in modo purtroppo eterogeneo, nel mondo. La parte del leone la fa il Medio Oriente: i rapporti più recenti indicano che nel sottosuolo di Emirati Arabi, Arabia Saudita, Kuwait, Iran e Iraq si trova circa il 70% del petrolio oggi estraibile, poco meno del 10% è localizzato in Venezuela, mentre riserve minori ma comunque apprezzabili si trovano in Libia, Nigeria e Russia. Pochi Paesi produttori per un mercato che con le proprie oscillazioni di prezzo influenza le politiche energetiche di tutto il mondo industrializzato.


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GISELLE DI ADOLF ADAM

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pagina a cura del M° Valerio Ciarocchi ell’ambito della stagione di musica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, sarà protagonista a febbraio anche il balletto, nell’allestimento di Giselle di T. Gautier, su musiche di A. Adam1.

CULTURA

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Giselle è un balletto classico-romantico, il cui libretto fu scritto da Théophile Gautier nel 1841 in collaborazione con Jules Vernoy, ispirato alla leggende delle Villi2, una sorta di Elfi della cultura slava. La musica fu composta da Adolph Adam, uno dei maggiori compositori di balletti dell’epoca, su coreografie di Jean Coralli e Jules Perrot. La prima si ebbe il 28 giugno 1841, all’Opéra National de Paris, con un grande successo di pubblico ed i favori della critica. Ad oggi è considerato uno dei migliori balletti classici mai rappresentati. Suddivisa in due atti, essa narra la storia di Giselle, una ragazza innamorata d’un uomo, Albrecht. Nel primo atto si narra della morte della giovane, nel secondo, divenuta una vilja, si rappresentano le vicende delle Villi e la volontà di Giselle di salvare l’amato in pericolo di vita, nonostante egli sia stato la causa della sua stessa morte. È fondamentale ricordare che, riguardo alla coreografia, a differenza di altri celebri balletti, Giselle non ha avuto modifiche sostanziali nel tempo, mantenendo ancora oggi le indicazioni dei primi coreografi. Di per sé, si tratta d’una storia semplice. La novità maggiore del balletto è costituita dalla sua originalità. Infatti, a differenza di altri balletti dell’epoca, questo non ha musiche prese a prestito da altri balletti, ma, musicalmente parlando, è totalmente originale. Adam cioè compose la musica per il balletto senza rifarsi ad altro materiale preesistente, anche di sua composizione, rispettando le intenzioni di librettista e coreografo, e non mostrando sostanziali somiglianze con la musica coeva. Si possono riconoscere sette temi melodici principali, di cui quattro rappresentano il popolo, ed alcuni personaggi: mietitori, cacciatori, Villi, Hilarion. Uno è il tema della danza, due sono temi d’amore, quasi due leitmotiv. Tutto ciò però non ha impedito che, nel tempo, le musiche di Adam subissero delle modifiche, non volute dall’autore, ma a lui successive, vittime di alterazioni, modifiche, aggiunte, tagli, secondo le necessità dei coreografi. La riuscita del balletto è dovuta certamente anche alla bravura di Adam, il quale, rispetto agli altri maestri francesi della cosiddetta Restaurazione post-napoleonica, ebbe la capacità di creare una musica che «rivela indubbi pregi di fattura e un solida formazione sui modelli, ma dichiara una tendenza nettamente antiromantica nella propensione al genere parodistico, […] una solida 1

Il 21-22-23 febbraio 2009, coreografia di E. Polyakov da Coralli – Perrot. 2 Nella tradizione slava, legata alla

vilja, cioè la fata, esse sono le anime di giovani morte prima del matrimonio. Nel romanzo di Heine che ispira il

formazione musicale e pregi di scrittura»3, molto ben delineati anche in Giselle. l ruolo di Giselle è stato interpretato la prima volta da Carlotta Grisi, ballerina di straordinario talento, capace di personificare la contadina quanto la villi con grande maestria, diversamente però dalla ballerina Fanny Essler che interpretò il personaggio due anni dopo. Questa ballerina infatti fu capace di incentrare il balletto, grazie alle sue doti, non più sulla fine del secondo atto, durante l’atmosfera magica delle villi danzanti, ma alla morte di Giselle, alla fine del primo atto.

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Questa contrapposizione tra i due talenti sottolinea la difficoltà che richiede l’interpretazione del ruolo di Giselle: intensità, mimica e capacità dammatiche nel primo atto; tecnicismo e leggerezza nel secondo. Le due ballerine dunque, insieme, hanno saputo ricreare il personaggio nel migliore dei modi. I nomi della danza che hanno interpretato questo ruolo sono tra i più famosi: Tamara Karsavina, una pietra miliare della danza, ha ballato nel 1910; Olga Spessivtseva, Galina Ulanova, Alicia Markova, Alicia Alonso, Beryl Goldwyn, Antoinette Sibley, Margot Fonteyn, Natalia Makarova, Gelsey Kirkland, Irina Kolpakova, Ekaterina Maximova, l’italiana Carla Fracci, Altynai Asylmuratova e per finire un’altra italiana, Alessandra Ferri, definita da molti l’erede di Carla Fracci. Per quanto riguarda invece il ruolo di Albrecht, si ricordano i nomi di Rudolf Nureyev ed Erik Bruhn. balletto, esse provano un irrefrenabile desiderio di danzare. 3 C. CASINI, Adam, in A. BASSO (ed.), Di-

zionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, UTET, Torino 1985, vol. I Le Biografie, 14.

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REVOLUTIONARY ROAD

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di Claudia Aliotta

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Il sogno americano, la villetta e la brava mogliettina, angelo del focolare, sono state icone dell’immaginario collettivo prima che si svelassero i retroscena dell’apparente perfezione e si avesse il coraggio di scavare dietro la facciata del perbenismo e delle convenzioni. Il miraggio di una vita ideale non incrinata da alcuna tensione era la negazione di turbamenti e frustrazioni dell’uomo moderno, schiacciato da una società già avviata alla massificazione e al consumismo. Ma la vera schizofrenia fu vissuta proprio dalle donne, cristallizzate nel loro ruolo tradizionale ma già pronte a seguire la strada della realizzazione personale con l’inevitabile crisi dei rapporti di coppia e il vacillare delle dinamiche familiari. Il romanzo “Revolutionary road”, pubblicato da Richard Yates nel 1961, da cui è tratta la pellicola di Mendes, affronta

queste tematiche con straordinaria lucidità, rappresentando il complesso mondo della vita di coppia alla luce della trasformazione dei ruoli tradizionali. Diciamolo subito, il regista di “American Beauty” e “Era mio padre”, questa volta non ha realizzato il capolavoro che il battage pubblicitario e la corsa agli oscar lascerebbero credere. Il ritorno della coppia Di CaprioWinslet è la notizia di richiamo che vuole evocare la magica alchimia vissuta a bordo del Titanic, ma stavolta niente romanticherie, è la volta della routine familiare, delle incomprensioni e delle aspirazioni negate. Kate Winslet riesce a dare voce in modo assolutamente convincente ai tormenti e alle insoddisfazioni della protagonista, la sua adesione al personaggio e alle sue lacerazioni interiori è totale e sentita in modo intimo, Di Caprio impersona l’uomo medio con i suoi limiti e i suoi travagli nascosti, sfoderando insieme alla sua partner momenti di grande potenza drammatica. Niente da rimproverare ai due attori, che regalano momenti di alta e intensa recitazione nel rappresentare le tensioni della coppia e i loro desideri inappagati. Eppure manca qualcosa, probabilmente nelle scelte narrative operate dal regista che a volte prendono ritmi lenti o nel mancato approfondimento di alcuni aspetti dei protagonisti, per esempio il ruolo di genitori.

Interpreti: Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Michael Shannon Regia: Sam Mendes Sceneggiatura: Justin Haythe Fotografia: Roger Deakins Montaggio: Tariq Anwar

Si vorrebbe capire di più su come da giovani innamorati i protagonisti arrivano ad una relazione insoddisfacente. Di spicco invece la figura del folle, interpretata con grande bravura da Michael Shannon (già visto in “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet), l’unica persona insieme ad April, ad avere l’esatta percezione della realtà con una profondità ed una sensibilità disarmanti. Nel cast anche Kathy Bates ( Misery non deve morire, A proposito di Schimdt) che regala un’interpretazione ben riuscita. Il lavoro di Sam Mendes ( nella vita di tutti i giorni è il marito di Kate Winslet) risulta comunque un prodotto di buon livello, ben curato nel ricreare il contesto sociale degli anni ’50, supportato da fotografia e scenografie adeguate alle atmosfere del tempo. Avrebbe giovato di più alle pellicola una maggiore tensione e un occhio meno distaccato e più partecipe. La performance della ritrovata coppia Di Caprio-Winslet è sicuramente uno dei maggiori punti di forza del film.

Non più musa - L’arte femminista arte femminista è l’arte che affronta per l’appunto questioni specificatamente legate all’identità e all’esperienza delle donne. Nacque inevitabilmente negli anni sessanta e mira a dare alle donne un giusto spazio nel mondo e specialmente nel mondo dell’arte, che le artiste femministe considerano come pesantemente polarizzato a favore degli uomini. La donna incominciò per esempio ad occuparsi dell’organizzazione di mostre (dedicate tanto a rinvigorire la reputazione delle donne artiste del passato quanto a promuovere l’opera delle donne artiste del presente), nell’organizzare dei corsi in relazione con l’arte delle donne e nella pubblicazione di riviste, molte delle quali sono state pubblicate dai primi anni Settanta. Parte dell’arte femminista è stata abbastanza tradizionale nella rappresentazione, per esempio i dipinti di Sylvia Sleigh (1916) , con lei vennero ribaltati gli stereotipi, presentando figure maschili come oggetto di diletto

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erotico femminile. D’altra parte, molta arte femminista fu considerata all’avanguardia. La sessualità era spesso al centro dell’arte femminista, sia nel celebrare l’erotismo femminile sia nell’attaccare la violenza sessuale maschile; un altro tema ricorrente è il matriarcato. Un parte dell’arte femminista, poi, è più interessata alla tecnica che ai contenuti della figurazione. Infatti un aspetto importante del movimento è stato il desiderio di ravvivare l’interesse per le forme artistiche come la produzione dei quilt (coperte lavorate a patchwork) che si basano su capacità tradizionalmente considerate come femminili e alle quali è stato dato generalmente poco prestigio in confronto alle ‘belle arti’. Questo ritorno all’artigianato è sottolineato in quello che è probabilmente il più noto emblema dell’arte femminista. In sostanza la donna non volle essere più semplice musa ma importante creatrice e produttrice di grandi opere.

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tati Uniti anni ‘50: sono giovani e belli, hanno due figli ma il vuoto esistenziale sta corrodendo le loro esistenze. April è un’attrice mancata, prigioniera delle mura domestiche e di un ruolo che non da spazio alle sue ambizioni, Frankie un brav’uomo che ha smesso di sognare e che ha un lavoro noioso che non sopporta. Come sfuggire alle convenzioni della società borghese e ad una vita avara di gratificazioni e di senso? Nel disperato tentativo di sfuggire alla propria crisi esistenziale e di coppia si profila il miraggio di un cambiamento decisivo: trasferirsi a Parigi e provare ad essere quello che si è sempre desiderato. Il nuovo entusiasmante orizzonte dona nuova linfa alla giovane coppia, ma il necessario ritorno alla realtà avrà conseguenze drammatiche.


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La vita fa rima con la morte

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di Maria Lo Conti no scrittore si prepara per un incontro letterario in una Casa della cultura di Tel Aviv. Dire “si prepara” in realtà è inopportuno perché lo scrittore in questione non è affatto pronto. Sì, vede il pubblico: un ragazzo bigotto in fondo alla sala, un paio di gambe accavallate, una ragazza in sesta fila, un sedicenne che si muove nervosamente sulla sedia. Immagina pure i discorsi, nel mormorio di inizio serata: quanti anni avrà di preciso questo scrittore? Ma guarda che camicia, non sembra affatto un artista, di sicuro avrà avuto un’infanzia difficile. Lui, tuttavia, è assolutamente distratto, né assente né nervoso, forse un po’ annoiato. Fissa un quadro alla parete, attende le fatidiche domande. A nessuna di esse risponderà in maniera pertinente perché non esiste una maniera pertinente per rispondere a certe domande. E allora perché scrivi? E per chi? Qual è il tuo messaggio, sempre che tu ne abbia uno? Che ruolo assumono le tue storie e a chi servono? Sono domande che nascono nello stesso mo-

Titolo: La vita fa rima con la morte Autore: Oz Amos Editore: Feltrinelli (collana I narratori) Dati: 2008, 106 p., brossura Prezzo: € 10,00

triste, tutti i personaggi di questa storia, in fondo, non sono altri che l’autore in persona: Riki e Charlie e Lucy e Leon e Ovaia e Yuval e Yeruham, sono tutti soltanto lui e tutto quello che succede loro qui in fondo succede solo a lui, e anche tu Rachel anche tu sei soltanto un mio pensiero e tutto quel che ora sta succedendo, a te e a me, in fondo succede soltanto a me.

Dominga Carrubba ul crinale del giorno è il quarto libro di poesie di Marisa Pelle, calabrese di origine, Ordinaria di Lettere al Liceo Classico “G. La Farina” di Messina. Il percorso della vita, anche professionale, dell’autrice è paragonabile, se vogliamo adoperare una figura retorica, ad un ossimoro. Un contrasto perentorio dove si confondono, da una parte, i sentimenti adagiati sul crinale della sofferenza “di questa vita in percentuale…cantata sull’ascissa del dolore”, che noi tutti percorriamo come “monadi sperse nell’universo” intenti e quasi bisognosi di trattenere il passato nel nostro presente, fino a

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La vita in poesia

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mento in cui inventi una storia. E lui prende a inventarne una, e un’altra e un’altra ancora. A ogni persona che gli capita a tiro inventa un passato e un presente: ci sono Riki e Charlie e Lucy e Leon. Poi c’è Ruchale Reznik, la lettrice che con voce tremante ha presentato nel corso della serata dei brani scelti dell’autore. Per lei inventerà un futuro, con lei condividerà un futuro. Sempre in bilico tra la realtà e la finzione letteraria, in un’ambiguità che il lettore non è sicuro di riuscire a sciogliere. La stessa ambiguità che confonde lo scrittore nell’annullamento del limitare tra la vita vissuta e quella letta, immaginata, scritta. L’ultimo romanzo di Oz è una riflessione sul processo di creazione concessa al lettore da un punto di vista privilegiato: gli occhi dello scrittore, la creazione in presa diretta, con i ripensamenti, le possibilità e le scelte che guidano la mano dell’artista durante l’atto creativo, rendendolo inevitabilmente un atto di esclusività ed estrema concentrazione su se stessi. Senti, Rachel, per favore non essere

quando, perché “memoria di noi stessi”, rimaniamo al termine dell’ascissa del dolore “lembi di cielo in questa creta mortale”. E, dall’altra parte persiste il pensiero positivo pervaso dalla speranza che noi tutti alimenta in “diagrammi di emozioni” di una vita non nostra ma donataci nella forma di una battuta del pentagramma il cui canto “una volta sola è dato eseguire” con “vere le sole note/ silenti e misteriose/ non scritte sullo spartito” . La formazione classica dell’autrice, già presente in copertina con “Le Muse” (1893) di Maurice Denis, è da ritenersi il fermo approdo di un’anima non sola, sebbene monade tra monadi, ma pur sempre motivata dall’amore per la vita, che inizio e fine non conosce perché destinata all’eterno silenzio e alla luce di una lontana galassia dove non vi è tempo che sfugga e si rincorra, con la convinzione che per quanto acclive è il sentiero della vita, comunque si lambiscono i fiordi di speranza

seguendo i valori senza tempo dell’amicizia, dell’amore verso Dio, verso il prossimo e soprattutto verso la vita non chiusa in una clessidra ma destinata ad un’alba redenta come quella “che unì per sempre Ero e Leandro”. Quegli stessi valori radicati in arcaici miti ma vie maestre per chi già conosce oppure avrà imparato che “durare a valle è pensiero vano/ menare come Sisifo bisogna/ su per la china il masso della vita”. E’ ancora l’immaginario ossimoro. Come ha detto Camus “la felicità e l’assurdo sono figli della stessa terra. e sono inseparabili. Non vi è sole senza ombra e bisogna conoscere la notte”. Il masso è la vita che richiede di essere non solo vissuta, ma anche saputa vivere prima ancora che capita. Chi di noi ogni giorno non porta e sopporta il masso della vita, superando fatiche e conquistando la gioia tanto breve quanto lunga da desiderare di ricominciare la sfida della vita ? FEBBRAIO ‘09


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Don Bosco: il Padre dei Giovani

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di Nicola Antonazzo

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In un periodo storico fortemente caratterizzato, e per certi aspetti sconvolto, dai prepotenti cambiamenti politici e sociali che investirono l’Europa del XVIII secolo, la proposta educativa del giovane sacerdote piemontese da un lato si pone in continuità con un percorso iniziato già da altri (esistevano già istituzioni interne ed esterne alla cultura cattolica che promuovevano il sostegno alla gioventù attraverso opere che oggi diremo di inserimento sociale), dall’altro segna un indirizzo decisamente nuovo e per certi versi alternativo. Don Bosco, venne definito “padre della gioventù” da Giovanni Paolo II nella Lettera Juvenum Patris (§ 5), un modello per l’educatore moderno che deve saper leggere attentamente i segni dei tempi per individuarne i valori emergenti che attraggono i giovani: la pace, la libertà, la giustizia, la comunione e la partecipazione, la promozione della donna, la solidarietà, lo sviluppo, le urgenze ecologiche. Ma è da ben altra prospettiva culturale che Don Bosco riceve l’imprimatur pedagogico più inaspettato. Se, infatti, proviamo a tornare indietro di qualche decennio, ci imbattiamo in un giudizio altrettanto lusinghiero da parte di un pedagogista di ben altra estrazione culturale: Giuseppe Lombardo-Radice. In appendice ad un suo opuscolo del 1920, il pedagogista catanese indicava il sacerdote piemontese come «eroe dell’educazione preventiva», e individuava il segreto della riuscita del sistema stesso nella presenza in un’unica idea di base da cui tutto muoveva: «un’idea, vuol dire un’anima» ; unicità per certi versi contrapposta alla molteplicità di idee, intesa in negativo, presenti nella scuola italiana del tempo. Correttore, sempre secondo il Lombardo-Radice, del Gesuitismo, Don Bosco aveva il merito di aver creato una scuola «centro attivo della

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Cfr. G. Lombardo-Radice, Clericali e massoni di fronte al problema della scuola, La Voce, Roma 1920, pp. 62-64.

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vita giovanile», di aver legato a se i giovani anche ad espereinza scolastica conclusa. Le parole di saluto che Lombardo-Radice utilizza rivolgendosi ai proseguitori del’opera di don Bosco sono un invito rinvigorire la scuola, insegnando non un dogma, ma tutte le fedi al fine di «acquistar fede in sé»1. Per comprendere in maniera adeguata il modello educativo di Giovanni Bosco è necessaria una sommaria indagine storica, relativa non solo alle vicende politiche e sociali ma più strettamente legata

alla prassi educativa dell’epoca. La questione educativa nel secolo XIX, infatti, è fortemente sentita a tutti i livelli, da quello politico a quello culturale. È questo il periodo in cui singoli e gruppi, associazioni e istituzioni, tanto i laici quanto gli esponenti del mondo confessionale si impegnano a diffondere la cultura tra il popolo. Il frutto di questo impegno non si limita ad elaborare meri progetti assistenziali, ma veri e propri progetti culturali, educativi, promozionali. Ad innescare tale impegno è la convinzione di fondo che la rigenerazione della società passa dall’educazione e dunque dal prevenire, anziché dal recuperare.2 Da questo punto di vista Francia e Italia presentano analoghi orientamenti e coordinate comuni. Il tutto avviene, infatti, secondo finalità che superano quella pastorale, tipica

Cfr. BRAIDO Pietro, Prevenire non reprimere. Il sistema educativo di don Bosco, Roma, LAS 1998, p. 15

della sfera ecclesiale, aprendosi ad una più ampia visione culturale. Mutato è infatti lo stile di approccio meno rigido e impositivo, e più amorevole. Le stesse istituzioni educative non sono infatti semplicemente scolastiche ma anche extrascolastiche (scuole, asili infantili, oratori, catechesi, laboratori): Si cerca di riprodurre un ambiente più favorevole in qualche modo analogo a quello familiare In questo senso, per rispondere ad una società non più globalmente cristiana e sopravvivere ad uno Stato che sostiene un progetto esplicito di laicizzare la vita e tutte le sue espressioni, i protagonisti della pedagogia preventiva puntano sul recupero dei valori cristiani, fattore di rinnovamento della cultura. Si impegnano ad elaborare una “risposta cristiana” ai nuovi problemi posti dalla graduale modernizzazione della società. Non mancano voci del mondo cattolico che si attestano su posizioni di netta intransigenza rispetto alle iniziative sostenute dal mondo liberale in campo educativo. Non è raro incontrare posizioni che, criticando l’istruzione popolare, giungono ad affermare che per essere un buon cristiano non è indispensabile saper leggere e scrivere! Differente è la posizione di molti altri cattolici, soprattutto dei membri di Congregazioni religiose, che si mostrano intraprendenti nel realizzare iniziative per la formazione dei bambini, dei ragazzi, delle donne, dei ceti popolari. Storicamente si parla di un “Cattolicesimo sociale”, capace di incidere sulla società e interagire con audacia con i cambiamenti culturali e sociali della seconda metà dell’Ottocento, rafforzando il legame con i ceti popolari e supplendo alle carenze dello Stato. La “carità educativa” di cui si parla a ragione, non svolge così un ruolo solo assistenziale, ma diventa una presenza dagli evidenti risvolti sociali.

CULTURA

ella storia della pedagogia moderna, la figura di Don Giovanni Bosco assume un ruolo di primissimo piano, per il carattere fortemente innovativo della sua proposta educativa, il cosiddetto “sistema preventivo”. Frutto più di un’esperienza personale che di un costrutto teorico pensato a tavolino, il sistema preventivo è, soprattutto agli inizi, un tutt’uno con la vita di educatore di Don Giovanni Bosco.


38 a c u r a d e l p r o f. P i p p o B i e l l a

L’EIDOCLA DEL FUMETTO

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IL COMANDANTE MARK erso la fine degli anni Sessanta, apparve in edicola, per la serie Nuova Collana Araldo , il n. 1 de “ Il Comandante Mark” della EsseGesse. La serie si chiamava “Nuova Collana Araldo”, perché esisteva una Collana Araldo di 5 numeri, della stessa casa editrice e che oggi ha un valore di mercato che oscilla sulle 1000,00 euro se in ottime condizioni e come dicono i collezionisti “ da edicola”. A pubblicarla era sempre la casa editrice di Gianluigi Bonelli, il patriarca del fumetto italiano, dagli anni Trenta alla conclusione della sia esistenza terrena.

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Della EsseGesse , ne abbiamo parlato su un precedente articolo dedicato al Grande Blek. Erano un gruppo di torinesi (Sinchetto,Guzzon, Sartoris) che si erano messi insieme e avevano creato dei capolavori del fumetto italiano come Kinowa, si soggetto di Andrea Levazzolo, Il Cavaliere Nero ,su soggetto di Gianluigi Bonelli, e poi Capitan Miki e il Grande Blek dei cui testi e disegni erano autori. Verso la fine degli anni Sessanta si staccarono dalla Casa Editrice Dardo, per la quale disegnavano le storie di Miki e Blek e tentarono la via dell’autoproduzione, creando la casa editrice SiSaG e il personaggio di Alan Mistero ( che sarà ripreso in seguito sulla pagine del Comandante Mark). L’avventura fallì e il progetto naufragò dopo una ventina di numeri.Allora si misero in contatto con la Bonelli (allora Audace), che li corteggiava da un po’ di tempo perché voleva entrassero a far parte della sua scuderia di autori, e costruirono il personaggio del Comandante Mark che rimase sulla scena per oltre 280 numeri ,una carriera ultra ventennale. Le storie erano semplici, di quelle che sai già come finiscono; si svolgevano in 64 tavole mensili ed erano ambientate durante la Rivoluzione Americana; sembrava quasi una imitazione del Grande Blek. L’eroe e le sue due “spalle” Mister Bluff e Gufo Triste. Ma al n.8 “Mister Bluff” si aggiunge uno strano animale, il cane Flok, pieno di pulci, sembra un mucchio di ossa ambulante, non si sa che razza di incrocio sia, sembra che il peggio

di tutti i cani del mondo si sia immortalato in lui. L’animale diventa subito amico di Mister Bluff e nemico di Gufo Triste (una specie di stregone ambulante che governa la tribù dei Grandi Laghi). L’azione si svolge nei pressi del lago Ontario , dove abitano i Lupi dell’Ontario, cacciatori che sono nemici degli oppressori inglesi e della Giubbe Rosse. Il Comandante Mark comanda i patrioti dell’Ontario che hanno un fortino proprio su questo lago. L’eroe è alto, aitante, con berretto di pelle di animale , monta un cavallo bianco e si lancia nella mischia dando dimostrazione del suo coraggio. Ha la

caratteristica dei personaggi usciti dai romanzi di F: Cooper come “L’ultimo dei Mohicani”, “La prateria”…. Ma d’altronde molte storie si rifanno al retroterra culturale degli autori che attingono a piene mani da Salgari, Dumas, Verne, Dickens, De La Hire …. Tutti quei scrittori che avevano reso felici i ragazzi della prima metà del Novecento. Fumetto pedagogico, insegna la lealtà, il perdono, il rispetto dei poveri e degli oppressi, il senso dell’amicizia o della famiglia … tutti quei valori che hanno forgiato la nostra società.

Personaggio femminile : Betty, la fidanzata eterna, che Mark sposerà solo nell’ultimo numero della serie. Betty ha le caratteristiche spiccate della fidanzata gelosa, permalosa, presuntuosa, ma anche buona, onesta e premurosa e… qualche volta.. quando c’è qualche lite fra fidanzati … volano piatti e tutto quello che ha a portata di mano. Il comandante Mark rimase sulla scena del fumetto fino a quando quei valori tramandati non vennero sentiti superati dai giovani e fino a quando i cartoni animati giapponesi non cominciarono a impazzare nelle televisioni italiane. Il personaggio ebbe un grande successo in Francia dove prese il nome di Capitan Swing perché metteva in evidenza l’atavica rivalità fra Francesi e Inglesi che durava fin dai tempi della Guerra dei Cento Anni. Fu tradotto in molte lingue e fu in cima alle classifiche di vendita nell’ex-Jugoslavia e in Turchia. In quest’ultimo paese vennero girati due films abusivi, cioè senza richiedere l’autorizzazione della casa editrice madre e senza pagare i diritti d’autore. Oggi viene ristampato dalle edizioni If, che stanno cercando di riportare in auge i fumetti degli anni Sessanta e Settanta. Il valore di mercato della serie oscilla sulle 3.000,00 euro, in ottime condizioni. “Oggi” in questo mondo che cambia, Il Comandante Mark non potrebbe esistere perché non ci sono Lupi dell’Ontario a portare avanti gli ideali … ma ci sono ben altri “giovani lupi”…. Lupi che bruciano i barboni, che distruggono i beni della società … che si ubriacano …. Che sballano in discoteca … e che corrono per le strade seminando morte e distruzione … giovani lupi allo sbando…. A cui la famiglia e la società non riescono a porre rimedio. ... Il Comandante Mark e i suoi Lupi dell’Ontario … vivono le avventure in quel mondo fatato dove i giovani, senza cellulari e antenne paraboliche,possono ancora sognare e assaporare il senso buono della libertà. FEBBRAIO ‘09


39 SERGIO CASABLANCA:

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“ Sogno una rete nella finale play- off per il mio Ciumaredda” pagina a cura di Mimmo Muscolino

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Come nasce la tua passione per il calcio? “Guardando la Juve in tv” A quale campione t’ispiri? “A me stesso” La tua squadra del cuore? “Juventus” Perché? “È unica” Quali sono i tuoi hobby? “Serate in

discoteca” In quale ruolo ti piacerebbe giocare oltre al tuo? “Centrocampista” Il momento più bello della tua carriera sportiva? “La promozione che otterremo quest’anno” E’ quello negativo? “Rottura dei crociati” Perché hai scelto di giocare nella squadra attuale? “Perche l’ho creata” In quale squadra hai giocato in passato? “Sportinsieme” Come giudichi il campionato in cui giochi? “Avvincente”. La squadra favorita per la vittoria finale? “Ad inizio campionato l’Akron Sport Savoca” Quali sono i fattori determinanti per vincere un campionato? “Gruppo solido,spirito di sacrificio, qualità e un pizzico di fortuna” Secondo te come deve essere una società-modello? “Presente nel bene e nel male con il giusto equilibrio” Come giudichi il calcio della riviera jonica? “In crescita” Un tuo parere sui campi di calcio del

SPORT

el Campionato di Terza Categoria, il più affascinante e spettacolare degli ultimi anni, fanno parte diversi protagonisti che hanno militato in passato in categorie superiori, contribuendo notevolmente ad aumentarne il tasso tecnico complessivo. Ma chi sono questi giocari, molti dei quali, hanno ripreso le “scarpette” dal chiodo, per scendere di nuovo in campo, alle volte non solo come giocatori,ma nella doppia veste di dirigente. In proposito abbiamo intervistato Sergio Casablanca che è stato uno dei promotori della nascita della società “ Ciumaredda Accademy”, simpaticamente nominato “Sindaco di Ciumaredda” a furor di popolo, e Capitano storico del “Ciumaredda Beach” durante la partecipazione del palio cittadino.

Sergio Casablanca ETA’: ETA’: 30 N. DI MAGLIA: MAGLIA: 9 RUOLO: attaccante SQUADRA: Ciumaredda

nostro comprensorio? “Approssimativi” La classe arbitraria è all’altezza dei nostri campionati? “Decisamente no” Come ti definisci? “Uno dei tanti, utile ma non indispensabile” Il tuo sogno nel cassetto? “Goal beffa a Sigillo in una potenziale finale play-off magari negli ultimi minuti, per mandare la mia squadra in paradiso e lui all’inferno”.

IL FURCI NON CONOSCE OSTACOLI: UN PRIMATO DA RECORD iamo giunti alla dodicesima giornata, la prima di ritorno, del campionato di Terza Categoria. A guidare la classifica c’è il Furci, allenato da mister Carmelo Fasolo, con 31 punti. A seguire con sette punti di distacco troviamo l’Atl. Roccalumera (24), che dopo una breve flessione, ha ripreso nuovamente il passo giusto risalendo posizioni fino ad arrivare alla piazza d’onore. La sorpresa del campionato, è invece il Riviera Sud, compagine che ha dato il primo e unico dispiacere alla capolista Furci, sconfitta per 2-0, e ridimensionato l’ambizione della Peloro (2-0), due vittorie che hanno portato la rivelazione del torneo in piena zona play- off, al terzo posto in coabitazione con la stessa Peloro (23 punti). Ad occupare l’ultimo posto utile per accedere agli spareggi- promozione c’è l’Alì Terme con 22 punti.

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Ha perso lo smalto di inizio stagione, l’Akron Sport Savoca , fuori al momento dalla zona play-off e in crisi di risultati (nelle ultime gare, tre pareggi (0-0) e una sconfitta in casa con l’Atl. Roccalumera). La formazione di Alessandro Fleres, dopo la pausa natalizia, non riesce più ad andare in rete. L’unica squadra senza vittoria resta il Motta, solo un punto conquistato. Finora in campionato si sono giocate 72 gare, 215 le reti in totale realizzati, di cui 121 in casa e 94 in trasferta. Nelle varie casistiche analizzate, la capolista Furci è la compagine che detiene più primati: miglior vittoria in casa (7-0 con il Mandanici), miglior difesa (4 i gol subiti), maggior numero di vittorie (10), maggior vittorie casalinghe (7). La Peloro Annunziata, è la squadra con la miglior vittoria fuori casa: 0-6 con il Motta e il miglior attacco (33 reti). Il Motta è la formazione con il peggior attacco del torneo, (all’attivo solo 4 reti). Primato negativo per il Mandanici: peggior difesa del campionato con 40 reti subite e il maggior numero di sconfitte in casa, insieme al Contesse e Motta (5). Fuori casa il peggior trend negativo è del Motta, con 6 sconfitte esterne. Con 3 vittorie, l’Atl. Roccalumera è la compagine che ha vinto più partite in trasferta (5). Il Mongiuffi Melia, invece, è la squadra che ha totalizzato più pareggi (5) in casa, mentre fuori casa il primato spetta all’Ali’(3).Ecco in dettaglio i dati statistici del campionato di Terza Categoria:


40 a cura del fisioterapista Dott.Giuseppe Crupi

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Insufficienza respiratoria. Pt. 2 utti i sintomi e i segni di cui abbiamo appena parlato dipendono o dalla riduzione dell’ossigeno o dall’aumento dell’anidride carbonica o da entrambi i fattori associati. Ma il protrarsi della IRC determina nel tempo il coinvolgimento del cuore che è costretto ad un maggior lavoro. Ciò può portare precocemente a segni di sofferenza ed insufficienza cardio-circolatoria. Potranno comparire allora altri segni di malattia: -gonfiore dei piedi e delle gambe in quanto il cuore fa più fatica a compiere il suo normale lavoro ed una certa quantità di “acqua” si accumula nelle zone più basse del corpo;

SALUTE

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-Il normale battito del cuore può essere alterato e possono quindi manifestarsi delle extrasistoli che il paziente può avvertire come fastidiosi “colpi a vuoto del cuore”. E’ opportuno sottoporsi a controllo elettrocardiografico allo scopo di verificare la presenza di tali turbe; -Nei pazienti affetti da IRC la pressione dell’ossigeno nel sangue diminuisce ulteriormente durante il sonno. Inoltre, durante il sonno, si possono verificare delle saltuarie e anche prolungate interruzione della respirazione con gravi effetti collaterali. Di questi fenomeni il paziente non ha coscienza. Gli obiettivi principali sono mantenere un adeguato trasporto dell’O2, ridurre l’eccessivo lavoro respiratorio e stabilizzare l’equilibrio elettrolitico e acido-base, prevenendo allo stesso tempo danni ulteriori da tossicità da O2, da infezioni o da altre complicanze iatrogene. L’atelettasia, il sovraccarico di liquidi, il broncospasmo, l’aumento delle secrezioni respiratorie e le infezioni impongono specifiche misure terapeutiche, ma il trattamento di altri problemi come la sindrome da distress respiratorio nell’adulto,l’affaticamento muscolare respiratorio e le anomalie strutturali dei polmoni e della

parete toracica è in larga misura solo di supporto. Le modificazioni della postura è molto utile. Il cambio dalla posizione supina a quella ortostatica produce un aumento del volume polmonare,a seconda della compliance toracica. Se possibile, i pazienti allettati devono essere girati spesso (specialmente se in coma o paralizzati). Le posizioni in decubito laterale alternato espandono al massimo diverse regioni polmonari e migliorano il drenaggio delle secrezioni. Il drenaggio delle secrezioni delle vie aeree superiori e inferiori è essenziale. L’idratazione parenterale può aiutare a mantenere le secrezioni adeguatamente fluide. Occasionalmente vengono impiegati agenti mucolitici,se le secrezioni rimangono vischiose nonostante un’adeguata idratazione e l’umidificazione dell’aria inspirata. Gli antibiotici e i corticosteroidi possono aiutare a ridurre la quantità delle secrezioni in pazienti selezionati.Quando gli sforzi del paziente per tossire risultano inefficaci, le tecniche di fisioterapia respiratoria (drenaggio posturale, percussione del torace) possono essere utili. Le secrezioni trattenute malgrado queste misure devono essere rimosse tramite aspirazione. Le secrezioni nelle basse vie aeree possono essere rimosse con un catetere introdotto al di sotto delle corde vocali attraverso il naso. Se ciò non riesce o se le secrezioni delle basse vie aeree sono troppo abbondanti, si rende di solito necessaria una via aerea artificiale. Per brevi periodi può essere impiegato un tubo endotracheale nasale od orale; se è necessario effettuare l’aspirazione per periodi prolungati, può essere richiesta la tracheostomia.

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ANA ON THE WEB

Jn di Annalisa Sicari

iti pro -ana. Siti pro-mia. Una realtà incalzante che non può essere più ignorata, un nuovo stile di vita che travolge ragazze di tutto il mondo, che preoccupa sociologi, medici, genitori.

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SALUTE

Da un sito pro ana riporto: <<“10 comandamenti delle anoressiche”: 1) Se non sei magra, non sei attraente; 2) Essere magri è più importante che essere sani; 3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra; 4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole; 5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo; 6) Devi contare le calorie e ridurne l’ assunzione di conseguenza; 7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante; 8)Perdere peso è bene, guadagnare peso è male; 9) Non sarai mai troppo magra; 10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.>> Uno studio pilota sui disordini alimentari pubblicato nel bollettino “Pediatrics” dell’Accademia Americana dei Pediatri ha denunciato che fino ad 1/3 dei pazienti d’età compresa tra i 10 ed i 22 anni, ha imparato a dimagrire, ad usare purghe ed a vomitare grazie a siti web specializzati. Ed una fetta ancora più grande di tali pazienti cercano molto meno aiuto e cure rispetto agli altri. Demonizzare questi siti non porterà alla soluzione del problema, in quanto il problema è costituito da chi questi siti li cerca, da chi crea “preghiere” come questa: << IL CREDO ANA : “Credo nel CONTROLLO, unica forza ordinatrice del caos che altrimenti sarebbe la mia vita Credo che fino a quando sarò grasso resterò l’essere più disgustoso e inutile a questo mondo e non meriterò il tempo e l’attenzione di nessuno. Credo negli sforzi, nei doveri e nelle autoimposizioni come assolute ed infrangibili leggi per determinare il mio comportamento quotidiano.

Credo nella PERFEZIONE, mia unica meta verso la quale rivolgere tutti i miei sforzi. Credo nella bilancia come unico indicatore di successi e fallimenti . Credo nell’Ana, mia unica filosofia e religione . Credo nell’inferno, perché questo mondo me lo ha mostrato .”>>

SAN I TA’ : P RO N TO N U OVO D ECRETO PER PRESTA Z ION I INT E GRATI V E A I M A L AT I C RO N ICI Il nuovo decreto dispone la fornitura gratuita di materiale sanitario (medicazioni per piaghe da decubito e altri presidi) in favore di particolari soggetti, afflitti da particolari stati patologici, che rientrano nei programmi assistenziali di cure domiciliari integrate. La fornitura del materiale sanitario dovrà essere curata dalle Ausl nell’ambito del programma di cure domiciliari, nel rispetto dei protocolli terapeutici stabiliti. Il provvedimento riguarda anche coloro ai quali è stato riconosciuto il diritto all’esenzione per condizioni di reddito (Isee uguale o inferiore a 9000) che pur non rientrando nei programmi di cure domiciliari integrate si trovano nelle medesime condizioni di criticità. “Ci siamo resi conto degli oggettivi disagi subiti da molti soggetti che usufruivano di queste agevolazioni – ha aggiunto Russo - e abbiamo riformulato il provvedimento, tenendo conto dell’atto di programmazione regionale sul potenziamento dell’attività di assistenza domiciliare. Ci è sembrato giusto tutelare le fasce più deboli della popolazione e soprattutto eviteremo che il peggiorare delle situazioni più gravi possa provocare il ricorso a ricoveri inappropriati in strutture ospedaliere, con aggravio dei costi”. FEBBRAIO ‘09


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L’Amministratore di condominio

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A cura di Giovanni Sergi – per domande al nostro esperto info@jonialife.it el condominio in cui abito si devono sostituire i citofoni perché ormai vecchi, il nostro Amministratore riferisce che la spesa dovrà essere sostenuta in parti uguali e non in millesimi, è corretto questo modo di operare? (E-Mail Firmata). Il Suo Amministratore si comporta correttamente poiché gli impianti citofonici sono un sistema di comunicazione tra ciascun appartamento condominiale e l’esterno (portone d’ingresso). Quanto alle parti di proprietà comune dell’impianto, tutti i tribunali dispongo sempre la suddivisione delle spese di installazione in quote identiche, considerando che la cosa comune è destinata a servire ugualmente e indiscriminatamente le singole proprietà.

RUBRICA

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L’amministratore riferisce che non posso essere delegato da mia moglie a rappresentarla nelle assemblee condominiali, in quanto l’intestataria dell’appartamento è lei. Mia moglie ed io, ci domandiamo quale sia l’articolo del codice civile che ci vieta quanto asserito, tenendo conto di essere sposati regolarmente ed in regime di comunione dei beni. (E-Mail Firmata). Accade spesso agli “Amministratori fai da te”, non avendo le conoscenze necessarie, facciano errori gravissimi. Essendo subentrate nuove Leggi in materia fiscale molto rigorose, possono esporre il condominio divenuto “sostituto d’Imposta” a gravi rischi. Comunque per le deleghe ci aiuta l’art. 67 Disposizioni Attuazione Codice Civile 1° comma che recita: Ogni condomino può intervenire all’assemblea anche a mezzo di rappresentante. Da nessuna parte viene specificato chi può rappresentare il condomino e chi no.

Solo se entrambi andate alla riunione, uno potrebbe essere invitato ad uscire non essendo legalmente proprietario. Nel condominio che amministro, la verifica periodica dell’ascensore viene effettuata dall’ASL competente, la quale richiede la sostituzione del quadro di manovra con altro di più moderna concezione e rispondente alle attuali normative di legge. Il regolamento di condominio prevede che sia le spese di gestione che quelle di manutenzione degli impianti debbano essere ripartite con i millesimi della tabella C (ascensore). Al contrario, ritenendo io che si tratti di lavori di adeguamento dell’impianto e tenendo presente l’art. 1117 3° comma del Codice Civile, faccio la ripartizione della spesa con i millesimi di proprietà. Ho scatenato l’ira dei condomini dei piani bassi, i quali ritengono che la ripartizione debba comunque essere fatta con i millesimi della tabella dell’ascensore. Qual è il Suo parere? (E-Mail Firmata) Gli interventi di adeguamento dell’ascensore alla normativa CEE, essendo diretti al conseguimento di obiettivi di sicurezza della vita umana e incolumità delle persone, onde proteggere efficacemente gli utenti e i terzi, non attengono all’ordinaria manutenzione dello stesso o al suo uso e godimento, bensì alla straordinaria manutenzione, riguardando l’ascensore nella sua unità strutturale. Le relative spese devono quindi essere sopportate da tutti i condomini, in ragione dei rispettivi millesimi di proprietà, compresi i proprietari degli appartamenti posti al piano terra.

L'ACCADEMIA DEL GUSTO E DELLA FANTASIA SPEZZATINO DI VITELLO vitello, patate, pomodoro, cipolla, sedano, carote,

pepe, sale, olio extra vergine di oliva.

Procedimento: fare soffriggere la cipolla, con carote, sedano, concentrato di pomodoro, pomodoro a pezzetti, alloro, dopo aggiungere il vitello a pezzetti farlo rosolare e sfumare con il vino, sale, pepe, ag-

a cura dalla prof.ssa Ernesta La Spada dell’Enaip di Galati Marina e della struttura ristorativa “Club du Gourmet” giungere un po' di acqua e lasciare cuocere lentamente. Tagliare le patate, friggerle ed aggiungerle alla carne.

LIMINA – Nel cuore della prima notte di nozze hanno lasciato il letto nuziale per… volare in Australia. E’ cominciata così, qualche settimana fa, l’ “avventura” coniugale di Cicco Saglimbeni “Ntantè” e Pina Correnti, uniti in matrimonio nella chiesa S. Sebastiano di Limina dal parroco don Francesco Broccio. Testimoni per lo sposo Sebastiano Occhino e Giuseppe Melita; per la sposa, Maria Grazia Pirri e Cinza Correnti. Il padre dello sposo, l’edicolante Giovanni “Ntantè” ha voluto celebrare l’evento con una gigantografia sulla vetrina del proprio negozio di via Roma ed un avviso che l’esercizio sarebbe rimasto chiuso “pirchì si spusa Ciccu”. Agli sposi ed ai loro genitori, tra cui l’originale e vulcanico “Ntantè” gli auguri di JoniaNews.

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