JoniaNews Marzo Ridotto

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L’Unione fa la forza

a cura del Dire ore iù importante di quello che è successo in passato, è ciò che accadrà nel nostro futuro. Mentre pochi si occupano di fare programmazione a lungo termine, vedi Master Plan, gli altri litigano sul contingente, come se il presente o il passato stesso fossero di per sé elementi determinanti.

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Per il futuro bisogna spingere perché si faccia il non fatto: sono stati pubblicati alcuni dei famosi bandi del Por 20072013, eppure non ho visto file di imprenditori dietro le porte dell’Agenzia di Sviluppo a presentar progetti e discutere di pressione fiscale, ammortamenti e quant’altro.

Al di là di come sia andata a finire la riunione di Giunta dell’Unione del 10 Marzo, vorrei fare un appello agli amministratori affinchè si eviti qualsiasi tipo di scissione, anche solo di carattere ideale, tra i vari enti.

Bisogna portare avanti un programma vero di informazione, scovare e valorizzare le eccellenze, credere in noi giovani e nelle nostre idee (e lo dico con orgoglio).

Purtroppo o per fortuna, tutti dobbiamo essere uniti per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissati: nei Vostri documenti si parla di creazione di tessuto imprenditoriale (non un’impresa ma un insieme di diverse imprese), si anela all’uscita dal sottosviluppo, alla creazione di innovazione. Come possiamo pensare di fare tutto questo in soli quattro anni e mentre ancora si litiga per posti di retrobottega o, peggio, quando non si riesce a governare con efficacia? Forse occorre maggiore impegno da parte di tutti: anche noi, semplici cittadini, ci metteremo in gioco, ma abbiamo bisogno di non essere abbandonati a noi stessi.

Il mondo della politica, molto spesso fatto di autoreferenzialità, deve adesso fare ricorso a tutto il supporto possibile perchè le opportunità non vadano sprecate. Queste si sono già concretizzate in bandi per il settore cooperativo agricolo (15 mln), per il settore dell’apicultura, delle politiche giovanili (17 mln), degli aiuti all’impresa (30 mln), senza contare l’ultimo arrivato a sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile presentato dall’Assessore Regionale all’Industria Pippo Gianni ad Alì (vedi articolo di G. Migliastro). Allora, vogliamo coglierle o no queste opportunità? Vogliamo investire o no sul nostro futuro? Per farlo, abbiamo bisogno di una politica forte e sana.

Carmelo Cutrufello

Spesso ci indebitiamo con il futuro per pagare i debiti con il passato Kahlil Gibran

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EDITORIALE

Il treno passa una volta sola, ma se non si cambia atteggiamento anzicchè saltarci sopra, gli iniremo sotto

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JoniaNews Marzo 2009 Il mensile di informazione della riviera jonica messinese

www.jonialife.it

Sommario EDITORIALE Pag. 3

SALUTE

Editoriale

Pag. 31 L’ernia al disco

di C. Cutrufello

PRIMO PIANO Pag. 5 Pag. 6 Pag. 10 Pag. 11

ECONOMIA

Avanti, miei Nani! Febbre da Gioco Una giornata alla Bit Alì - Catena Umana

di G.M. Cicala Inchiesta di C. Maccarrone di C. Tringali

Pag. 32 Intervista con Andrea Ceccio Pag. 34 Intervista con Pietro Cascio

ENERGIA Pag. 35 Pears: e luce fu Pag. 36 Un soffio di energia

ATTUALITÀ Pag. 12 Pag. 13 Pag. 14 Pag. 16 Pag. 17 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 30

del dott. G. Crupi

Castelmola Sant’Alessio Santa Teresa Roccalumera Intervista a M.D’Agostino Tu-Tubo Intervista a Pippo Campagna Intervista aPippo Lombardo

di C. Scimone di M. Moschella di V. Crupi di G. Bonarrigo di M. Lo Giudice

di G .Agnoni di V.C. e S.B.

SPORT Pag. 37 Intervista ad Ernesto Sigillo

di M. Muscolino

Cultura Pag. 39 La passione secondo Matteo Pag. 42 Il club del fumetto Pag. 43 Rubriche

di V. Ciarocchi di G. Biella

Molti mi hanno chiesto che fine abbia fatto la rubrica di grammatica “Dall’italiondo all’italiano”, che manca ormai da due mesi. Be’, capita di aver voglia di cambiare e spesso, soprattutto di questi tempi, si vuole dare spazio anche a qualcosa di più leggero e comunque divertente. E così dal prossimo mese partirà un’altra rubrica per soddisfare tutti quelli che amano conoscere le cosiddette chicche, quelle curiosità che magari ti farebbero vincere “Chi vuol essere milionario”, ma che, diciamocelo, non sa mai nessuno. Curiosità di ogni tipo e di ogni genere avranno il loro spazio qui. E anche voi se avete letto sui giornali o trovato su internet qualcosa di particolare, segnalatecelo. La mail è sempre: cristina.maccarrone@ediscon.it. Il nome della rubrica? Come siete curiosi! Lo saprete il prossimo mese. Cristina Maccarrone

Ediscon Notizie Periodico di informazione Anno III - Gennaio 2009 Editore Editing Service Consulting snc Direttore Responsabile Carmela Pantano

Registrazione Tribunale Messina n° 10/03 del 22/05/2003 Stampa: Graph snc Via Mantineo, 4 S. Alessio Siculo (ME)

Diretto da Carmelo Cutrufello Supervisore G.Massimo Cicala GraphicsArtDirector Giuseppe Androne In Redazione Veronica Diniz Nunes Caposervizio Web Carmelo Cutrufello Cultura Maria Lo Conti Cover Designer Santi Emanuele Savoca Garante del lettore Avv. Epifanio Carlo Moschella

Collaborano Gianandrea Agnoni, Claudia Aliotta, Nicola Antonazzo, Aynos, Pippo Biella, Giovanni Bonarrigo, Veronica Bonelli, Domenico Bonvegna, Filippo Brianni, Maria Caminiti Diniz, Valentina Caminiti, Valerio Ciarocchi, Paola Cingari, Dominga Carrubba, Pietro Cascio, Sebiano Chillemi, Salvatore Coglitore, Giuseppe Crupi, Maria Cristina De Salvo, Massimo Di Bella, Sebastiano Di Bella, Sac. Don Giuseppe Tati D’Urso, Iano, Carmelo Galeano, Giovanni Galeano, Helena

Giorgianni, Stefan Hagl, Ernesta La Spada, Rosario Leonardi, Maria Lo Conti, Mimma Lo Giudice, Anna Logorelli, Ela Karpinska, Antonino Nicita, Cristina Maccarrone, Antonello Mantarro, Don Nunziato Mantarro, Marco Manzella, Riccardo Marin, Giuseppe Migliastro, MariaLaura Moschella, Mattia Muscolino, Mimmo Muscolino, Claudia Panicci, Antonio Perrone, Oriana Puglia, Donatello Puliatti, Silvia Rapisarda, Andrea Rigano, Carmelo Rigano, Cosimo Rigano, Sonia Rug-

geri, Natale Russo, Rosa Anna Salsa, Giuseppe Savoca, Santi Emanuele Savoca, Carmelo Scimone, Scimpo, Annalisa Sicari, Mariacatena Silaro, Agnese Sturiale, Marco Sturiale, Silvana Sturiale, Antonio Tavilla, Andrea Trimarchi, Giusy Trimarchi, Santo Trimarchi, Maria Antonietta Trimarchi, Trinacrio, Carmelo Tringali, Alessio Triolo, Emanuela Triolo, Natale Triolo, Irene Turiano, Prof. Carmelo Ucchino, Carmelo Ucchino.

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5 a cura di G. Massimo Cicala

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Avanti, miei Nani!

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Dal Carnevale a uno “scherzo” maledettamente serio. Mi è caduta addosso la rimozione del consigliere Nino Bartolotta per vicende pregresse incompatibili con la carica che stava ricoprendo a Palazzo dei Leoni. Nella piena solidarietà all’Uomo, alla Giustizia ed al decorso che ha portato Nanni Ricevuto a tirarsi per la giacca lo scalciante Muscarello, non mi nego un paio di riflessioni. La prima è quella di chiedermi come sarebbe cambiata il 6 marzo 2009 la storia santateresina se Sicilia Vera avesse battuto Morabito e Lo Schiavo nelle elezioni del 2007, e se le scelte, attuate in quella tornata Amministrativa e nelle Provinciali successive, fossero moralmente ineccepibili (o elettoralmente opportune) visto che l’affaire-Fuveau era noto al mondo intero. Sulle delegazioni istituzionali in trasferta, l’universo intero è disposto a chiudere un occhio, ma solo se la base demografica ha la percezione di una ricchezza distribuita, di un benessere condiviso, di un buonsenso capace di portare l’azione amministrativa ad essere storicamente significativa, anche “passando col rosso”. Infine, complimenti vivissimi, per come ci aiutano a salvaguardare i diritti inalienabili dell’uomo, al Centro Sociale “Pedro” di Padova, che nella cieca idiozia “liberal”, ha barbaramente aggredito a schiaffi gli associati di Veneto Sicuro durante una passeggiata notturna: ho visto signori tracagnotti, con la pancia che non permetteva di abbottonare le pettorine gialle, i piedi a deci-e-deci, il borsello da pensionati e pochi capelli bianchi. Per intenderci, se passeggiassero a Za’ Lisa, allo Zen, o S.Lucia sopra Contesse, gli prenderebbero cellulare, orologio, giubbotti e portafogli e li rimanderebbero a calcinculo a casa. Più che di sicurezza, quegli imbecilli non hanno capito che semmai era un problema di prostata.

PRIMO PIANO

o concluso la mia scelta, ponderata da un bel po’ di tempo, di dedicarmi per un mese intero agli affetti più cari, e lasciare gli impegni affinché procedessero degnamente anche senza di me. Giornate intere con il pigiamone, che inevitabilmente non cancellano il mio “vizietto” di incuriosirmi su cosa succede attorno a me.. E il tiro di bicchiere di Federica, che per un pelo non massacra Gianluca idealmente non è rivolto per quel coinquilino di Casa GF9, ma è stato tirato dritto dritto tra le corna di Mentana, a cui è stato segato il diritto di uno Special sulla morte di Eluana, per non disturbare il reality; quello stesso in cui si è “avanti” quando noleggi i nani per andare in discoteca presentandoti al bottoghino portandone mezza dozzina al guinzaglio. Mentana disoccupato, e due suoi colleghi di redazione, per una opinione rilasciata su Sorrisi e Canzoni TV sotto “contestazione disciplinare” che leggasi “pre licenziamento”. Tiremm’innanz. Il Carnevale, mi ha visto, mio malgrado, arbitro mediatico di una singolare vicenda in cui tutti hanno potuto dire la loro. E ne approfitto per ribadire che “sentire le due campane” detto da chi non mastica comunicazione, può ridursi a mero esercizio fonatorio se non si è al di qua della barricata: pubblicare una lettera perché giunge in redazione è cosa buona e giusta e fonte di salvezza deontologica, mettere in conto che dopo un po’ arrivi la replica è “normale”. Ma chiedere a sé stessi di idealizzare una forma sublime di democrazia invitando subito la parte offesa a leggersi la prima missiva e rispondere toutcourt, finisce per esulare dai ritmi e dalle finalità dell’organo di informazione, che deve avere le sue forme catalizzatrici e di mediazione (il tempo, il commento del direttore, …). Per cui, mi sarei sentito parte di un pettegolezzo di quartiere; quello lo lascio ad altri più bravi di me. Ho preferito lasciar al tempo ed alla lettura pacata e moderata dei miei due commenti affinché la cosa si riaggiustasse da sé.


Taormina: sì al Casinò Berlusconi accende la speranza

Con il Casinò solo opportunità … A colloquio con Matteo Francilia stato massimo l’impegno profuso da parte loro, e per loro intendiamo Mario D’Agostino e Matteo Francilia, per quanto riguarda la riapertura del Casinò a Taormina. Abbiamo raccolto le impressioni di quest’ultimo, capogruppo alla Provincia per il Centro con D’Alia.

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Consigli, mozioni, interviste. Verrebbe da dire ‘Tanto tuonò che piovve’… Si, soprattutto grazie alle mozioni da noi presentate il presidente Berlusconi si è convinto a dare parere positivo alla riapertura del Casinò. Siamo pienamente soddisfatti del risultato. C’è chi teme che la presenza della struttura rappresenterà una tentazione molto grande per i residenti e che qualcuno possa rovinare se stesso e la propria famiglia al tavolo verde. In realtà esiste una legge che non consente a chi è residente entro un raggio di 22 km dalla sede della casa da gioco di potervi accedere, se non per motivi di lavoro, quindi possiamo stare tranquilli da questo punto di

vista. Se poi uno volesse rovinarsi, potrebbe farlo in mille modi, con o senza casinò a Taormina. Il casinò come soluzione di tutti i mali economici? No, è una risorsa, non fondamentale ma importante. Servirà soprattutto per destagionalizzare il turismo. Chi si recava a Malta nei fine settimana potrà venire a giocare da noi. La licenza sarà data ad un privato, sul modello americano che fonde ricezione – ristorazione - gioco? No, sarà una società comunale a gestire la casa da gioco, sul modello di Venezia. I benefici resteranno sul territorio. Alcuni pensano che il Casinò porterà una diminuzione delle vendite negli esercizi commerciali, secondo l’assioma: più io gioco, meno soldi ho da spendere in giro… Non credo proprio che andrà così. Noi nel casinò ci crediamo: sappiamo che non è una soluzione a tutti i mali che affliggono la nostra terra, ma è un passo avanti.


tavolta è certo, parola di Silvio Berlusconi. Durante un incontro alla Borsa Internazionale del Turismo (Bit) di Milano il Presidente del Consiglio ha dato la notizia che ci sarà il parere positivo necessario per riaprire il Casinò di Taormina dopo la breve parentesi del 1962. Un successo, afferma l’On.Nanni Ricevuto, presidente della Provincia di Messina, che sarà trainante per l’intera area, che consentirà di creare un forte indotto, capace di convogliare investimenti economici, spazi culturali e creare posti di lavoro in una fase difficile del turismo isolano.

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Con la riapertura del Casinò si spera di rimpolpare il numero di visitatori puntando sull’indotto legato alla presenza della casa da gioco: e’ delle settimane scorse infatti la notizia che Taormina, nel solo periodo invernale, ha perso circa il 10% delle presenze turistiche, fatto che ha messo in forte difficoltà albergatori e ristoratori. Questa sembra essere “La Notizia” vera emersa della Bit. La speranza è ora che la politica non si metta di traverso trasformando quest’opportunità in un pantano. Positiva sarà anche la ricaduta che si avrà nei paesi della riviera jonica, i quali concorreranno ad ospitare i numerosi (si spera) turisti che accorreranno nella Perla dello Jonio.

Quanti soldi nella riviera ttomila euro la settimana: a tanto ammonta la media delle giocate incassate da un qualsiasi tabacchino della Riviera Jonica. Di questi denari, un quarto sono rappresentati da giocate al lotto, un altro quarto proviene dalle slot della Sisal, mentre una buona metà è garantita dai Gratta e Vinci. Dal totale è quindi escluso il Superenalotto, gallina dalle uova d’oro di casa Sisal. Ottomila euro che moltiplicati per le cinquantadue settimane dell’anno fanno la bella cifra di quattrocentosedicimila euro (approssimativamente). A loro volta questi denari vanno moltiplicati per il numero di ricevitorie e tabacchini abilitati. Nella sola Santa Teresa se ne contano sette, più due centri scommesse, che per comodità non considereremo: a conti fatti solo in questo comune si sommano giocate annue (in difetto) per duemilioninovecentosedicimila euro. Più il Superenalotto e le scommesse sportive.

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2’916’000 euro. Tanti soldi quanti ne basterebbero per fare le fognature in tutto il paese, tanti quanti ne servirebbero per costruire un centro commerciale da 5000 mq. Se si svincolassero dalle giocate si potrebbe costruire e pagare in soli sette anni il porticciolo turistico da realizzare alla foce del torrente Agrò. E questo solo con i soldi giocati nel comune di Santa Teresa. Si tratta di un business non eccessivamente remunerativo per le ricevitorie che incassano commissioni modeste: a godere di elevatissime entrate fiscali è invece lo Stato, che si accaparra il 25 per cento del monte giocate (3 mld di euro l’anno le entrate fiscali del 2008 da giochi vari), mentre solo il 75 per cento circa viene restituito sotto forma di premi ai giocatori. In più, su questi ultimi gravano imposte assimilabili a quelle sui redditi da lavoro con aliquote fino al 47%. E come al Casinò, il banco vince sempre.


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PRIMO PIANO

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Rien Ne Va Plus: fuori le slot machine dai bar bastato un decreto del governo Berlusconi per mandare in soffitta le vecchie slot dei bar e sostituirle con un terminale grande il doppio, su cui con una puntata da 5 a 20 euro si potrà tentare il black jack, la roulette, i videopoker, il bingo, e accedere anche ai fantastiliardi di un mega jackpot. Videolottery deve essere e videolottery sarà. Niente più bar, solo sale specializzate per le nuove mangiasoldi.

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In Italia si contano circa 300mila macchinette del vecchio tipo che producono 20 miliardi di euro di giro d’affari. I gestori che le hanno in custodia sono pronti a fare quadrato per evitare di perdere il gettito che deriva da quelle giocate. Ad avere il maggiore vantaggio dalla modifica voluta dal Pdl saranno i grandi gestori come Gmatica, Codere, Cirsa, Astro, e Gamenet che sono già strutturati con sale gioco e terminali. Il modello su cui si baseranno le nuove sale è quello già adottato in Usa o Israele e Cina. Qui più del 90 per cento delle puntate viene restituito sotto forma di vincita ai giocatori: una percentuale altissima soprattutto se si pensa che da noi solo il 75 per cento delle giocate torna in premi al pubblico. Il resto va agli operatori della filiera e allo Stato, che si ripaga della concessione. Oggi il guadagno per l’erario italiano dalle slot è di circa tre miliardi di euro, ma è difficile capire a quanto ammonterà col nuovo sistema. Si può pensare che sarà parecchio in più, almeno a giudicare dal fatto che solo nel 2007 lo Stato ha rilasciato concessioni per 14 mila nuovi punti scommesse. C.Spadaro MARZO ‘09


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Roccalumera

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nasce la prima Poker Room di Santi E. Savoca

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Innanzitutto, cos’è una Poker Room Virtuale? È un luogo in cui si potrà giocare a poker come al casinò con l’unica differenza che sul panno verde non ci saranno fiches e carte, ma dei touchscreen (monitor sensibili al tocco) che consentiranno ai giocatori di avere il contatto con la carta (virtuale) e non con un mouse o con la tastiera. La domanda sorge spontanea, se mi dite che si giocherà come al Casinò significa che verranno puntati soldi veri? Certo che si, è possibile partecipare a due modalità di gioco: i “sit and go” che sono delle giocate con un montepremi e un numero di giocatori prestabilito, raggiunti i quali il gioco comincia. Ad ogni partecipante è affidato un basket di 1500 fiches che il giocatore punterà durante le varie manches di gioco, finché tutti gli altri partecipanti non saranno eliminati; i “tornei” non hanno un limite prestabilito di giocatori, il loro inizio è determinato dall’orario: più alto sarà il numero dei partecipanti, più alto sarà il montepremi. Io considero il gioco come un divertimento nel quale non è importante la somma che vai a scommettere, ma è il gioco in se stesso a creare uno stato di tensione che sfocia nella soddisfazione della vincita. Tant’è vero che la durata di una giocata non dipende dalla somma puntata, essendo il numero di fiches fissato a 1500, ma è data dalla fortuna e dall’abilità dei giocatori. Ci si diverte tanto con una partecipazione di 50 centesimi di euro, quanto con una da 100 euro, per il giocatore l’importanza è data dal gioco in se stesso e non dalla somma vinta. Il giocatore è gratificato dalla vincita come affermazione della propria superiorità nella competizione, non dalla somma. Per questo motivo nelle Poker Room

Virtuali non si gioca contro una macchina, ma contro degli avversari reali. Da dove è nata l’idea di aprire una Poker Room Virtuale? La FGM sarà una sala dentro la quale sarà possibile trovare diverse tipologie di giochi, dalle slot machines al calcio balilla, passando per il flipper e il gratta e vinci on-line, fenomeno dilagante in questo periodo. La Poker Room Virtuale è stata un di più che abbiamo intenzione di lanciare, visto l’ampio bacino di utenza. Grossomodo a quanto ammonta l’investimento per realizzare una struttura come questa? Esistono delle società in franchising che propongono una affiliazione che comprende arredamento, una fee d’ingresso e le macchine per i giochi; inizialmente volevamo rivolgerci ad una società di questo stampo, ma abbiamo preferito mantenere una identità ben definita creando un nostro stile nell’arredamento delle sale, un marchio nostro che ci contraddistingue e affidarci a diverse società per i servizi forniti. Il nostro intento è creare un centro di aggregazione, non una sala giochi nel senso stretto del termine. Un luogo dove passare piacevolmente il tempo, giocare in modo responsabile tra una chiacchiera e l’altra. La macchina burocratica come si è dimostrata nei confronti dell’apertura di questa attività? Le autorità si sono dimostrate molto meticolose nella fase di concessione delle licenze, richiedendo una serie di documentazioni molto accurate, ma accessibili ad un qualsiasi imprenditore che intendesse avviare una attività che, visto lo statuto speciale della Regione Siciliana, è affidato alla Questura, e quindi necessita di garanzie morali e legali di alto profilo; il controllo di queste attività, inoltre è sottoposto alla vigilanza della Azienda Autonoma Mo nopoli di Stato (AAMS) che rappresenta il miglior garante di liceità per le attività legate a forme di gioco sicuro e coscienzioso. “Il segreto è giocare con parsimonia: il gioco deve essere un piacere, non un vizio!”

In foto: i fratelli Maccarrone MARZO ‘09

PRIMO PIANO

in attesa di ricevere le autorizzazioni dalla Questura di Taormina la prima Poker Room virtuale della riviera jonica. Avrà sede a Roccalumera e farà capo ad un team composto dai Fratelli Maccarrone. Abbiamo avuto il piacere di incontrare i giovani imprenditori per un colloquio del tutto informale e abbiamo posto loro qualche domanda:


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Una giornata alla Bit

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PRIMO PIANO

dal nostro inviato Cristina Maccarrone o confesso: è stata la mia prima volta. E non poteva iniziare meglio il mio ingresso alla Bit (borsa internazionale del turismo), che si svolge nel mese di febbraio a Rho (MI), nei locali – spaziosissimi – della nuova fiera. E’ una grande vetrina per tour operators, strutture ricettive, comuni, regioni, province, consorzi e un’occasione per chi vuole vedere quali sono le novità per le prossime vacanze. Non poteva iniziare meglio perché ho scelto di visitare per primi gli stand italiani e sono capitata nell’area dedicata alla Sicilia: al suono di “Ciuri e ciuri” e della famosa canzone dedicata alla zitella che non si è mai sposata (a differenza di Pippinedda) è iniziato il mio giro tra i padiglioni, fino ad arrivare all’esposizione del Consorzio val d’Agrò, a quella dell’Unioni dei comuni delle Valli Joniche e Peloritane e del Consorzio di Tutela del Limone Interdonato.

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“Quest’anno - mi spiega l’immancabile Giorgio Foti, dirigente dell’Unità operativa 67 di Giampilieri - il successo è già nel fatto che siamo tutti vicini, all’interno dell’area dedicata alla Provincia di Messina”. Ma c’è chi ha dubbi sulla buona riuscita della Bit: “L’afflusso – precisa Attilio Interdonato, presidente del Consorzio del Limone Interdonato – è diminuito rispetto agli altri anni. E anche l’organizzazione lascia a desiderare. ciò fa sì che non ci sia particolare interesse da parte degli operatori del settore”. In effetti, è mezzogiorno di domenica 22 febbraio, siamo all’ultima tappa della quattro giorni della Bit, seconda giornata di accesso al pubblico e i visitatori sono meno di quanto ci si aspetterebbe, ma gli stand della provincia jonica messinese sono comunque molto visitati: in particolare quello del Limone Interdonato e dell’Unione dei comuni, dove la gente fa la fila per gustare la spremuta di arance nostrane, si informa sui vari limoncelli, assaggia un biscotto al bergamotto.

Il giro, poi, continua nel contiguo stand del Consorzio val d’Agrò dove vengono fatte proposte da parte degli operatori per soggiorni nelle nostre zone e vengono dati depliant informativi. “Non è mai mancata la gente – ci dicono qui – e la Sicilia in generale riscuote molta ammirazione”. “Per quanto ci riguarda – continua Giorgio Foti – siamo molto contenti della fiera. Questa è la prima volta che siamo riusciti a portare a Milano gli operatori della nostra zona che si stanno proponendo con offerte e pacchetti, prima ciò non succedeva. Dobbiamo lavorare ancora per proporci in modo del tutto professionale”. Dello stesso parere è anche il sindaco di Sant’Alessio, Giovanni Foti, da sempre molto attento alle vicende turistiche del territorio. E se pur la gente, come mi dicono, resta stupita di fronte all’insalata fatta col limone Interdonato, un confronto, comunque, è d’obbligo con le altre regioni presenti alla Bit: la Calabria stupiva per le splendide immagini che venivano proiettate, ma la regione meglio organizzata, a mio parere, è stata la Lombardia. Ok, “ha giocato in casa”, però lo ha fatto bene. Gli stand sono stati divisi per pro-

vincia e in ognuno sono stati proposti itinerari e percorsi da effettuare in bici, in moto o che avessero uno scopo culturale. Chi voleva un’idea su dove andare e cosa fare lo ha trovato scritto nei depliant, ne ha sentito parlare negli stand. La Lombardia non si è limitata a presentare il territorio e le sue strutture ricettive, ma ha dato suggerimenti su come visitarlo, presentando i prossimi appuntamenti primaverili ed estivi. Credo che anche la provincia jonica dovrebbe organizzarsi meglio, creando per tempo una programmazione di eventi da proporre già per l’estate. Dovremmo attirare la gente non solo per il cibo, il clima e il mare che non sono secondi a nessuno, ma sapere indirizzare la gente su dove andare, cosa fare e in che modo farlo. Per arrivare alla Bit preparati in modo adeguato e soprattutto per far sì che chi si affida ad un tour operator per venire da noi abbia un’esperienza unica e voglia tornare. Tantissime volte (a voi no?) mi è capitato di parlare con turisti che non sapessero dove andare, cosa ci fosse da vedere, né chi potesse mostrarglielo. Questa si deve fare per avere una vera vocazione turistica.

Fiera di Messina: Fabio D’Amore nominato commissario straordinario assessore regionale alla Cooperazione e Commercio, Roberto Di Mauro, ha nominato Fabio D’Amore commissario straordinario dell’Ente Autonomo Fiera di Messina. Il neocommissario subentra a Giuseppe Grazia, che ha mantenuto la carica per due anni. La proroga della ges one commissariale garan rà la ges one degli a urgen e inderogabili. Nella stru ura si con nua a operare con gravissime difficoltà logis che e finanziarie. E’ una condizione irreversibile anche questa,

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con perdite inferiori rispe o all’Ente fieris co di Palermo, ma ugualmente grave. Oggi, i debi ammontano a circa due milioni di euro, di cui uno con l’Autorità portuale che con nua a chiedere le chiavi dei padiglioni e dell’intera area demaniale. Debito che rischia di lievitare. Il commissario avrà il compito di procedere a tu gli adempimen necessari alla liquidazione della stru ura. E’ doveroso, secondo l’assessore, arrivare in tempi rapidissimi alla definizione di un percorso programma co. MARZO ‘09


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Una catena umana per la viabilità

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di Carmelo Tringali

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Tra i presenti, abbiamo voluto ascoltarne alcuni. Nicola Riggio, portalettere aliese, giornalmente deve recarsi, dal centro termale a Scaletta, per recapitare la posta agli utenti, ha persino strappato la tessera elettorale. Ecco il suo sfogo: “Io ho strappato la tessera elettorale davanti a tutti perché penso che i responsabili politici si sentano protetti e che possano fare quello che vogliono limitando la libertà dei cittadini. Fin quando non saranno rimossi i responsabili io non andrò più a votare. Non hanno saputo garantire il minimo di viabilità nemmeno per i mezzi di soccorso e di pronto intervento. Noi, sulla vicenda di Capo Alì, vogliamo che intervenga la magistratura”. A seguire abbiamo sentito il parere del vice sindaco di Alì Terme, Giuseppe Marino.”Siamo stanchi delle promesse che ci hanno fatto. Stiamo cercando di trovare una soluzione locale anche grazie ai 250mila euro della Protezione Civile stanziati per la sicurezza del costone. Speriamo però che arrivino davvero, che questa volta non cambino le carte in tavola come tutte le altre volte. Le manifestazioni fatte dai cittadini sono utili perché servono a dimostrare che la gente soffre e che ci sono disagi infiniti”. A sostenere gli aliesi non è mancata la presenza del parroco P. Vincenzo D’Arrigo il quale, nonostante le celebrazioni domenicali, ha voluto essere a fianco dei suoi parrocchiani. “Fra tre giorni saranno quattro mesi che questa zona è così isolata. L’altro giorno ho letto che il Governo vuole mettere mano al Ponte: io sono d’accordissimo sulla sua realizzazione, però ci sono delle urgenze. Dobbiamo prima ristabilire la viabilità locale. Abbiamo solo questa strada e chiudendola si mettono a disagio non soltanto i cittadini ma le piccole aziende che MARZO ‘09

si strozzano e chiudono: pensiamo ai piccoli ristoranti, trattorie, pizzerie, ai venditori di generi alimentari, alle farmacie. Io inviterei i nostri sindaci, se le cose dovessero tardare ancora ad essere sistemate, ad andare in massa alla Prefettura e consegnare al Prefetto la fascia tricolore”. C’era anche una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Alì con assessori, vice sindaco e il presidente del consiglio, Pietro Fiumara, che ha voluto dire la sua. “Noi prima di essere amministratori siamo cittadini: viviamo questo forte disagio ormai da 3 mesi, soffriamo prima con Capo Scaletta ed ora con Capo Alì. Mi preme sottolineare che siamo protagonisti inconsapevoli di una sceneggiata, una soap opera che ha per protagonisti l’Anas, la Protezione Civile, la Prefettura e i rappresentanti del governo regionale. Effettivamente non si capisce perché questa strada non venga riaperta visto che non ci sono rischi particolari per l’incolumità della gente: basterebbe solo rimettere in sicurezza i punti critici. A questo punto noi, sia come cittadini che come amministratori, chiediamo con forza che venga riaperta immediatamente la statale 114”. A questa catena umana era presente anche il sindaco di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio. “Sono qui per dare il mio contributo di solidarietà a questa manifestazione. Purtroppo non ci sono degli interlocutori validi, i dirigenti dell’Anas si sono dimostrati non all’altezza della situazione. L’Anas, che è l’ente proprietario della strada è l’unico responsabile di ciò che è successo qui ad Alì Terme. A questo punto c’è poco da dire, bisogna assumersi delle responsabilità non indifferenti perché alla fine sono i sindaci che sono messi alla gogna da parte della gente”. A testimoniare la loro presenza e la loro solidarietà ai cittadini aliesi che soffrono questo disagio a Capo Alì, c’erano anche i consiglieri di opposizione al comune di Nizza di Sicilia, Letterio Nocifora e Valentina Briguglio Polò. “Questo disagio – ha dichiarato Nocifora – si estende anche a Nizza. Mi sarei aspettato di vedere qui i primi cittadini di tutti i comuni del comprensorio”. Concludiamo con il commento del dott. Cristelli, titolare dell’omonima farmacia con sede a Scaletta, che è stato uno dei promotori di questa iniziativa. “Sicuramente noi siamo solidali con i cittadini aliesi. Capisco i proprietari di quelle attività che vivono solamente con la clientela esterna: ristoranti e macellerie non riescono nemmeno a sopravvivere. Abbiamo delle famiglie in ginocchio proprio per questo motivo”.

PRIMO PIANO

i è svolta il 1 Marzo scorso a Capo Alì una catena umana in segno di protesta per la chiusura della Strada Statale 114 che ormai rimane occlusa al traffico veicolare dal 3 dicembre nel disinteressamento totale da parte degli organi competenti. Quella mattina per più di due ore i cittadini, e gli amministratori locali di Alì, Alì Terme, Nizza di Sicilia, Itala e Scaletta, tenendosi per mano, hanno formato una catena umana che ha attraversato la transenna che ostruisce il passaggio delle auto. Tante le persone che, munite di megafono, si sono sfogate accusando le istituzioni di indifferenza totale.


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CASTELMOLA

ATTUALITÀ

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di Carmelo Scimone

Chiude i battenti il castelmolese.it

Dimissionato il vicesindaco Angelo D’Agostino

na triste storia di velate minacce e “buoni consigli” hanno portato il signor Francesco Sapuppo, webmaster di castelmolese.it, a chiudere il sito. Questa spiacevole querelle ha inizio dopo il natale del 2008 quando Francesco aggiornava il sito con le locali notizie che poi, come di consueto, erano commentate dai castelmolesi . I miei concittadini si sono mantenuti anonimi dietro un nick, scatenandosi e dicendone di tutti i colori agli amministratori, che sentendosi toccati sul vivo hanno cominciato a tampinare il signor Sapuppo. Già dall’aprile 2007 durante la campagna elettorale per le elezioni del sindaco il sito propone con lo stesso sistema un giro di commenti sui vari personaggi che si apprestavano ad essere coinvolti nell’imminente tornata elettorale con commenti quasi tutti a favore della lista”Democrazia e Liberta”. Col passare dei mesi qualcosa comincia a cambiare e si constata che non è tutto oro quello che luccica. Alcuni rimpiangono il sig.Melo Russotti, vicesindaco di Biondo e Nei mesi successivi si alternano sul castelmolese.it commenti positivi e negativi, sino all’estate 2008 quando diventa lampante il malcontento, ma ancora non si registra nessuna reazione dalla casa comunale. Arriviamo ad oggi: il Natale a Castelmola, secondo me, è stato un mezzo flop e se ne sono accorti tutti, tanto da lasciare commenti acidi in proposito. A questo punto si registra la reazione di chi non è più stato al gioco. Paventando possibili querele da parte di “ignoti” si e arrivati a un punto di esasperazione tale che il webmaster ha deciso di chiudere il sito.

a corazzata Potemkin del sindaco Cundari comincia ad imbarcare acqua. La prima testa e caduta e quella del vicesindaco Angelo D’agostino:la revoca della seconda carica cittadina non è arrivata come un fulmine a ciel sereno solo perché già da giorni si vociferava su un suo imminente allontanamento.

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Come si e giunti a questo? E perché? Chi intralcia la marcia ormai quasi in solitaria del nostro sindaco è destinato a fare questa fine, chi non condivide il suo operato il pensiero verrà relegato ai margini della comunità politica castelmolese. Il signor D’Agostino, politicamente, è tutto il contrario del sindaco in carica e per questo che l’alleanza fra le due parti, vantaggiosa per entrambi al momento della candidatura a sindaco della dottoressa Cundari,ma non in seguito,non poteva che finire cosi. D’Agostino, con tutti i torti che può avere avuto, è persona saggia e morigerata, schietta e onesta: se criticava apertamente l’operato del sindaco e dell’amministrazione di cui anche lui faceva parte probabilmente avrà avuto le sue ragioni. Cosa dobbiamo aspettarci adesso? Intanto si succedono a ritmo frenetico le riunioni delle varie componenti politiche castelmolesi per cercare di trovare una linea comune con cui affrontare questa situazione. Quando verrà reso pubblico il sostituto si procederà ad un rimpasto di giunta, a meno che in perfetto stile sovietico il sindaco non tenga per sé ad interim le deleghe da assessore e nomini un vicesindaco di facciata. Altro problema che si prospetta.

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13 Sant’Alessio: cambio della guardia per CC e Vigili Urbani

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Marialaura Moschella i tratta di un vero e proprio cambio delle guardia nella Caserma dei Carabinieri di Sant’Alessio Siculo, verificatosi a decorrere dal 31 gennaio 2009. Il Luogotenente Comandante Giovanni Fichera è stato trasferito a Giardini Naxos, dopo circa dieci anni di servizio. È stato chiamato a sostituire il Comandante Di Benedetto, in una zona di transizione tra le province di Messina e Catania, in cui le difficoltà di gestione vengono affiancate dalle tracotanze della malavita e della criminalità organizzata. La costa ionica, infatti, di indiscutibile fascino artistico e paesaggistico, da tempo si trova a far da spola tra le pretese dei politici e le mire dei clan. Si è rivelata ormai da tempo anche terreno fertile per lo spaccio di sostanze stupefacenti, che ben si affianca alla movida offerta da locali e discoteche, soprattutto nel periodo estivo. La caserma di Sant’Alessio, che dal 2002 comprende per responsabilità territoriale anche i comuni di Savoca e di Casalvecchio Siculo, ha avuto in questi anni un ruolo centrale in numerose operazioni di soccorso e salva-

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guardia del territorio. Questi interventi sono stati possibili e si sono risolti in bene, grazie a un efficiente e sempre organizzato lavoro di squadra, coordinato dal Comandante e dai suoi collaboratori. Si ricorda, tra le altre, l’operazione “Boccavento”, che ha condotto all’arresto di numerosi malviventi della zona, alcuni presi in flagrante, altri incastrati da attente intercettazioni ambientali. Diversi chili di droga sarebbero altrimenti stati destinati all’abuso da parte dei giovani della nostra comunità. Una piaga sociale questa, la cui lotta è stata intrapresa e condotta da Fichera e dai suoi con astuzia, abnegazione ed estrema diligenza. Per quanto riguarda la salvaguardia del patrimonio artistico, è inevitabile ricordare il furto di opere d’arte nelle chiese di Savoca e Casalvecchio Siculo, risoltosi con l’arresto dei trafugatori. È inevitabile anche ricordare la cattura di malviventi palermitani, responsabili di attentati a scopo estorsivo ai fini del rilascio di una concessione edilizia, avvenuti a Sant’Alessio. Si sono verificati ai danni di una nota carica istituzionale del paese, più volte coinvolta e minacciata.

Sono stati inoltre innumerevoli gli interventi di protezione civile, di cittadini isolati o avvolti dalle fiamme, nelle diverse e frequenti emergenze in caso di alluvione o incendio. Per ovvie ragioni risulta riduttivo il brevissimo elenco di operazioni, che in questa sede non può essere arricchito. È certo però che si tratta di una perdita notevole, che non tarderà a percepirsi, ma che sicuramente sarà sopperita pienamente dal Luogotenente Vito Calì, ex Comandante della Stazione dei Carabinieri di Mongiuffi. Anche il Vice comandante della Polizia Municipale di Sant’Alessio siculo, Diego Mangiò, è stato trasferito a Santa Teresa di Riva, in veste di comandante, per il pensionamento di La Rosa. La cerimonia di commiato, in cui erano presenti le più alte cariche istituzionali del paese, ha avuto luogo il 15 Febbraio Nei locali del Municipio. Anche qui si tratta di una notevole perdita, e allo stesso tempo di una prestigiosa opportunità per il nuovo Comandante, all’insegna della continuità nell’impegno e nella garanzia di benessere dei cittadini.


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S. Teresa: completati i lavori in Via Trieste

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di Valentina Crupi ei giorni scorsi sono stati portati a termine i lavori del cantiere di Via Trieste dirimpetto alla chiesa della Madonna di Porto Salvo. Questo è stato finanziato con fondi regionali avendo una curiosa specificità: si tratta infatti di un cantiere scuola. Il direttore dei lavori e responsabile della sicurezza è stato l’Ing. Luigi Lo Giudice, l’istruttore Ing. Vittorio Moschella. Il direttore, Ing. Luigi Lo Giudice, ci ha raccontato perché questo piccolo cantiere (appena 65 m di strada) ha necessitato di ben 4 mesi per essere chiuso, con alcune disavventure anomale per il tranquillo paese di santa Teresa di Riva.

rotto per 25 giorni poiché scavando abbiamo trovato il tubo dell’acquedotto in pessime condizioni ed era assente la differenziazione tra acque bianche (che contengono le acque piovane e di scolo) e acque nere (gli scarichi domestici, toilettes ndr).

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Come avete risolto il problema? In questi 25 giorni in cui il cantiere è stato interrotto, è stato necessario appaltare i nuovi lavori che noi non potevamo realizzare, ed è quindi subentrata una ditta esterna per provvedere al necessario.

Perchè cantiere scuola? Perché attraverso quest’attività formativa si voleva dare la possibilità di acquisire competenze specifiche nel campo dell’edilizia ai nostri 15 allievi. Questi sono stati reclutati dalle liste di collocamento, in base al reddito e alle condizioni familiari. Oggi grazie al cantiere sono tra i pochi che sanno realizzare un lastricato in porfido, il cosiddetto sanpietrino. Potrebbero fare dignitosamente da assistenti a qualsiasi capomastro. La scelta del materiale, su cui io peraltro non ero d’accordo, è stato fortemente voluto dal sindaco, il quale, a ben vedere, ha avuto ragione: dal punto di vista della formazione è stato un successo. Speriamo di riallocare il personale in altri cantieri con lavorazioni simili. Esattamente il cantiere cosa prevedeva? Ristrutturazione della Via Trieste, pavimentazione dei marciapiedi e rifacimento del manto stradale. I marciapiedi sono stati realizzati, come il lungomare, con pietra lavica e cotto, invece il manto stradale è in porfido e marmo bianco, posizionati nella forma così detta “coda di pavone”. Tutto questo avendo solo 15 allievi volenterosi ed un esperto capomastro per soli 26 giorni… Perché il cantiere ha richiesto ben 4 mesi? E’ stato inter-

Ci sono stati anche atti vandalici… Si, un solo fatto, isolato per fortuna. Degli imbecilli hanno rovinato, prendendole a calci, le pietre di porfido già posizionate, facendoci perdere una giornata di lavoro. Ovviamente è stata fatta una regolare denuncia ai carabinieri. In tutto l’importo è stato di…? L’importo del nostro cantiere è stato di 96.282 €. Altri 40.000€ sono andati alla ditta esterna per la sistemazione della rete fognaria. Vuole aggiungere qualcosa? Si, vorrei ringraziare il Sindaco che è stato sempre disponibile, l’amministrazione comunale e gli impiegati degli uffici comunali coinvolti che hanno collaborato con me in questa esperienza formativa. IN BREVE - Per i cantieri scuola da istituire nell’esercizio finanziario 2009 gli importi degli assegni giornalieri spettanti al personale di direzione ed agli allievi sono così rideterminati: - direttore del cantiere: 55,36; - istruttore: 47,46; - lavoratori disoccupati: 31,57. L’importo complessivo finanziabile per ogni cantiere è elevato da 107.830,00 a 111.280,00.

Lavori pubblici, approvato il prezziario unico regionale La giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, ha approvato il Prezziario unico regionale per i Lavori pubblici. Complessivamente il nuovo prezziario contiene 1305 voci di capitolato complete, per un totale 3352 prezzi. Sono state inserite 218 nuove voci, con un incremento pari a circa il 20 per cento, per un totale di 678 prezzi, pari al 39,4 per cento di nuovi prezzi. È stato inoltre inserito un nuovo capitolo riferito agli impianti di produzione di acqua sanitaria, di energia elettrica, riscaldamento e con-

dizionamento, e sono stati corretti ed ampliati altri settori come gli impianti elettrici e sanitari. “La possibilità di uniformare i prezzi – afferma l’assessore Luigi Gentile – è di fondamentale importanza per un corretto sviluppo del settore. Si evitano infatti le sperequazioni nella predisposizione di nuovi prezzi contrattuali provocate anche da fattori esterni. Lo stesso prezziario – sottolinea Gentile – pone certezze interpretative al momento dello svolgimento delle gare d’appalto, ed interviene nel caso di dif-

ficoltà interpretative di eventuali anomalie di ribasso”. “L’attività di aggiornamento del prezziario – conclude l’assessore – è di fondamentale importanza per il settore dei Lavori Pubblici, così come posto in evidenza da numerosi articoli di stampa specializzata e non, ed incide in maniera sostanziale sul prodotto interno lordo della Sicilia nel settore delle costruzioni, offrendo un modello unico per la definizione della progettazione, all’insegna della certezza, legalità e trasparenza”. MARZO ‘09


15 Santa Teresa: Lo Giudice chiede lo sportello universitario

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di Veronica Bonelli

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colto pareri positivi da parte dei colleghi consiglieri del gruppo di minoranza ma sono comunque convinto che anche all’interno della maggioranza ci siano persone con una sensibilità tale da capire l’importanza e la bontà della proposta, affinché si dia una risposta concreta a chi aspetta da troppo tempo.

Di cosa si tratta nel dettaglio? Attraverso questa mozione si chiede un impegno dell’amministrazione per stipulare una convenzione con l’università di Catania per l’apertura di una segreteria territoriale distaccata presso il nostro comune. Al momento il comune di Furci, attraverso il consorzio universitario, offre un servizio simile per gli studenti dell’università di Messina, ma nell’intera nostra provincia non esiste una segreteria distaccata per l’ateneo catanese. Gli studenti del comprensorio potranno rivolgersi presso la segreteria per ottenere informazioni, per il disbrigo delle pratiche di iscrizione, per ricevere un supporto vero e proprio su tutto ciò che riguarda l’aspetto burocratico universitario; inoltre, stipulando anche una convenzione con l’ E.R.S.U. , sarà possibile ricevere informazioni relative alle borse di studio, al rimborso degli alloggi,al disbrigo delle pratiche per ricevere servizi abitativi gratuiti, ecc.

È una domanda scontata: da cosa ha tratto spunto per portare avanti questa iniziativa? Non è la prima volta che si parla di questo argomento, è approdato anche in consiglio comunale, ma quando sembrava quasi fatta si è perso tutto. Lo spunto nasce dal disagio che quotidianamente viviamo: ad esempio è davvero spiacevole arrivare presso la segreteria centrale universitaria, prendere il bigliettino, vedere che sei il n°430, accorgersi che stanno servendo il n°120 e rendersi conto che probabilmente riuscirai a presentare la domanda di iscrizione forse dopo 2 o 3 giorni, sempre se il tuo numero non viene oltrepassato mentre sei a lezione.

Quanto tiene a questa mozione? Sicuramente tanto. Ritengo Consigliere, se passa sarà una che questa mozione rivoluzione. Finora andare in sia di fondamentale Il consigliere comunale Danilo Lo Giudice importanza: rendesegreteria è costato agli studenti un’ira di Dio, sia in rebbe tutto molto più tempo che in denaro. Ci sono state reazioni positive tra semplice agli studenti iscritti presso l’ateneo catanese e, gli altri consiglieri? Dice bene quando parla di vera rivo- secondariamente, se la nostra comunità vuole ritornare luzione, in quanto da studente vivo personalmente i di- ad essere il punto di riferimento della riviera jonica, è insagi dei numerosi giovani iscritti presso l’ateneo catanese dispensabile che sia in grado di fornire ai cittadini dei serche, anche per delle semplici informazioni, sono costretti vizi di base che possono essere realizzati con un spesa a fare delle file interminabili senza avere neanche la sod- minima da parte del Comune, ma che servono a colmare disfazione di essere ascoltati come meritano. Ho già rac- un disagio grande.

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l consigliere di minoranza Danilo Lo Giudice ha presentato nei giorni scorsi una mozione per l’apertura di uno sportello territoriale dell’Università di Catania presso il comune di Santa Teresa di Riva. Con la mozione impegna il Comune a stabilire una convenzione con l’Ersu per il diritto allo studio e con l’Università per il disbrigo pratiche.


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L’ex mattatoio è finalmente Centro Socio-Culturale ari lettori di Jonia News, in questa occasione vi voglio parlare di quel nuovo “palazzo bianco” prospiciente sul lungomare, e sito a pochi metri dalla chiesa Madonna del Carmelo di Roccalumera. Una struttura a lungo attesa e che, una volta inaugurata, (si spera in Aprile), diverrà il nuovo Centro-Culturale, nonché Centro-Anziani per i roccalumeresi. Un’opera da non considerarsi a se stante, ma inserita in un progetto di integrazione culturale e ricreativa per l’intera cittadinanza.

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Il progetto per la nuova struttura: (dati ufficio tecnico Comune di Roccalumera). Il progetto, realizzato dall’Architetto Alessandro Costa, che nella sua stesura originaria era stato validato in data 30.12.2002, è stato successivamente adeguato (richiesta verifiche tecniche del 20.03.2006) alla nuova classifica sismica del territorio (subentrata in data in data 19 dicembre 2003), che ha incluso Roccalumera nella 1° categ. Sismica, predisponendo

nel contempo, le strutture dell’organismo architettonico in oggetto ad una futura eventuale sopraelevazione. Come da pianta esplicativa allegata, mentre i siti “A” e “B”, già si riferivano rispettivamente agli ex locali per la macellazione del bestiame ed alla visita veterinaria della interiora degli stessi, l’ampliamento in pianta della nuova struttura, si espandeva (nella parte frontale dell’edificio, a nord-est) in una zona denominata “C”, in una laterale, (definita da un profilo curvilineo, a sud) da una zona denominata “D”, e, nella parte opposta (a nord), in una ulteriore zona chiamata “E”. Per quanto riguarda le strutture esistenti, dallo studio delle risultanze emerse dalle indagini conoscitive sui solai, travi e pilastri, si è ritenuto necessario per garantire un efficace ed efficiente adeguamento alle intervenute normative, provvedere ad una verifica di calcolo ed una conseguente stesura di progetto di recupero delle strutture (datate 1967, di barre lisce), infatti, tutti i pilastri sono stati dotati di carpenterie costituenti “incamiciature”, che ne hanno anche aumentato le dimensioni finali. Scelte architettoniche del nuovo edificio. Nel DNA del nuovo centro culturale, si sono voluti inserire degli elementi riconoscibili, che richiamassero la famosa Torre saracena. Infatti, seppur stilizzati, possiamo intravedere nel prospetto dell’opera, alcuni richiami alle mura merlate della torre di avvistamento e, nella sua zona sud, la stessa struttura circolare (in calcestruzzo a vista “lavato”), è un chiaro riferimento alla fortificazione della torre stessa. L’auditorium, il Palco, Il Foyer, gli spazi esterni. Al piano terra, un’ampia sala,

verrà adibita “strategicamente” ad Auditorium. Il palco, (struttura sopraelevata rispetto al piano d’imposta del pavimento), è rivestito in parquet in listoni di iroko: questo è il corpo di fabbrica (ampiamente finestrato ed illuminato), che occupa ad est, parte del cortile esistente. Le parti di terreno antistati, (est) saranno curate a prato, mentre un tappeto pavimentato con pietra locale, collega l’adiacente via Caminiti con l’ingresso dell’edificio. La riqualificazione in Centro SocioCulturale. (Da riferimenti della Relazione Tecnica). Il progetto originario del Centro Culturale, oggi viene collocato in un più ampio programma predisposto dall’attuale Amministrazione, finalizzato a dotare il Comune di attrezzature per attività culturali, sociali e per il tempo libero di cui il tessuto urbano è ancora carente. Infatti, la volontà progettuale rivolta al sito del ex-mattatoio rappresenta, sia un’opportunità di dotazione socio-culturale, sia un’importante occasione di riqualificazione urbana di un’area ormai degradata. Il recupero architettonico dell’organismo dismesso, collegato ad una nuova parte che la completa sia funzionalmente che architettonicamente, renderanno fruibile ai cittadini la vecchia struttura, divenendo, così, un punto di riferimento non solo sotto il profilo socio-culturale ma anche urbanistico-architettonico, vista la collocazione del sito sulla promenade del lungomare e al centro del tessuto urbanistico. Tornerò su questo tema prossimamente con un’intervista all’assesore ai Lavori Pubblici Francesco Santisi e ed alsindaco Gianni Miasi. Giovanni BonarRIGO MARZO ‘09


17 29° Congresso dell’UCR Sicilia

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Mentre il 16 febbraio, in mattinata, si è svolta un’escursione a Scaletta Zanclea con visita presso il Castello Rufo Ruffo e a Mandanici, presso il Monastero Basiliano di Santa Maria Annunziata. A seguire si è svolta una tavola rotonda sul tema “Il limone Interdonato e l’olio Dinarini nella proposta turistico-gastronomica della Riviera Jonica Messinese”. Nel pomeriggio è stata visitata la Basilica SS. Pietro e Paolo d’Agrò a Casalvecchio Siculo, mentre in serata verrà sancito il gemellaggio tra “Unione Regionale Cuo-

chi Siciliani” e “Unione Regionale Cuochi Toscana”. Martedì 17 febbraio, i cuochi si sono recati in visita alla Basilica di San Sebastiano in Barcellona Pozzo di Gotto, con la successiva dimostrazione tecnica di zucchero soffiato a cura del maestro pasticcere Davide Malizia. Nel pomeriggio si è svolta una dimostrazione tecnica dell’Electrolux con lo chef Pino Cutaia dedicata a “La memoria dei profumi e dei sapori” e una visita al museo etno-storico “Nello Cassata”. Mercoledì 18 febbraio, il convegno si è chiuso con una visita turistica a Taormina e Messina. Diverse le prelibatezze del territorio delle quali si discuterà e che verranno degustate: Limone Interdonato; Suino Nero dei Nebrodi; Malvasia delle Lipari; Tortino di Pasta “Ncaciata” alla Messinese; Pesce Stocco alla Ghiotta; Pesce Spada alla Ghiotta; Filetto di Maialino Nero dei Nebrodi al Miele d’Arancio; Maialino Nero dei Nebrodi farcito di Castagne; Pignolata; Olio extra vergine d’Oliva “Dinarini” e dolci

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i è svolto tra il 15 al 18 febbraio il 29° Congresso dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani, in programma a Barcellona Pozzo di Gotto. La “girandola peloritana dei sapori e dei profumi e dei sapori dello Stretto di Messina” si è aperta con la cerimonia d’apertura presso l’Hotel “Parco Augusto” di Terme Vigliatore, con un convegno sul “Suino nero dei Nebrodi” durante il quale è intervenuto il Direttore Area Barcellona Pozzo di Gotto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Vincenzo Di Marco.

speciali messinesi come pignolata e piparelli. Il congresso ha avuto il Patrocinio della Provincia regionale e dell’Agenzia di Sviluppo Jonico Peloritani.

Nebrodi, migliorano i servizi di fruizione del Parco Ente Parco dei Nebrodi migliora i servizi escursionistici a disposizione dei visitatori, con l’affermazione del circuito Nebrodi Outdoor che aggrega e segnala tutti i soggetti che svolgono ed offrono servizi di fruizione sostenibile nell’area protetta dei Nebrodi. La rete Nebrodi Outdoor creata da un paio di anni e che vede selezionati in questo momento tredici operatori di servizi escursionistici, garantisce la qualità dei servizi nel Parco e soprattutto obbliga i soggetti aderenti al rispetto delle regole di fruizione del Parco. In questi giorni è stato realizzato dall’Ufficio Promozione e Fruizione un grazioso pieghevole che promuove il territorio e soprattutto segnala ai visitatori i gestori dei servizi escursionistici. Il pieghevole verrà distribuito negli appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali. Intanto è disponibile presso i centri informativi del Parco ed è scaricabile su internet www.parcodeinebrodi.it Si tratta di escursioni a piedi, noleggio bike, educazione ambientale, visite culturali, eventi vari, tour e pacchetti di turismo sostenibile, sono solo alcuni dei servizi che i soggetti selezionati offrono e mettono a disposizione di quanti volessero visitare il Parco. Le attività proposte trovano anche spazio di promozione sempre sul sito del parco nella home page su “La Bacheca del Parco” il banner scorrevole che informa sulle iniziative di fruizione. “Continua l’azione del Parco rivolta a favorire le iniziative dei soggetti privati a creare “impresa nel parco” con servizi di grandissima utilità - afferma il Commissario Straordinario

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Antonio Ceraolo – e questa rete di sviluppo, in pieno partenariato con tutti i soggetti, si basa sulla qualità dei servizi che debbono ben coniugarsi con l’azione di tutela della “sostenibilità” del territorio e del patrimonio ambientale. Ciò significa garantire i fruitori con professionalità ma anche garantire la natura dei luoghi del Parco, evitando eccessi o tecniche e pratiche non compatibili con la fruizione di un parco. Peraltro questa iniziativa è stata segnalata di recente come esempio di marketing territoriale nelle aree protette italiane”. Per aderire i soggetti pubblici e/o privati che sono abilitati a svolgere ed offrire tali attività dovranno formalmente iscriversi al circuito seguendo le indicazioni presenti nel sito web del parco o contattando l’Ufficio promozione e fruizione.


Provincia: la Cultura diventa protagonista A colloquio con Mario D’Agostino

Mario D’Agostino, eletto al consiglio Provinciale nella lista il “Centro con D’Alia” con quasi tremila preferenze, è oggi Assessore alla Cultura. Con il suo attivismo ha dimostrato che anche con pochi denari (e solo Dio sa di quanti ne ha bisogno la Cultura in Sicilia) è possibile dare ai cittadini un servizio di eccezionale valore.

ssessore, tra mostre e presentazioni di libri la sua attività rischia di eclissare quanto fatto dai suoi colleghi di altri assessorati. Di cosa è maggiormente soddisfatto? Ognuno degli Assessori ha un suo preciso campo di azione, e va giudicato dunque in modo individuale. Nel mio Assessorato abbiamo puntato soprattutto a promuovere in modo concreto un sistema di “decentramento” delle attività culturali, senza dover far pesare ai comuni più piccoli la loro situazione di marginalità geografica. L’idea è di esaltare le specificità culturali che ogni comunità naturalmente offre : Chiese, piazze, monumenti diventano il punto di partenza per altrettante iniziative culturali. La maggiore soddisfazione è stata il trovare tanto entusiasmo e collaborazione nel portare avanti queste idee.

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In particolare, l’iniziativa del 14 febbraio da noi citata, che risposta ha avuto da parte della cittadinanza? E’ stata la dimostrazione di quanto sia affamata di Cultura la nostra

Nel corso degli ultimi mesi si sono contate almeno dieci iniziative di livello promosse dal suo assessorato, ultima delle quali, e a nostro avviso la più importante, è stata l’esperienza maturata e promossa sabato 14 febbraio nei musei messinesi, dove l’orario di apertura è stato prorogato fino alle 2 di notte.

Provincia. Soprattutto, però, è la evidenza che, quando opportunamente stimolata, la cittadinanza risponde con entusiasmo agli inviti culturali. Vedere centinaia di persone in fila per entrare ai musei è stata una esperienza assolutamente non prevedibile. La nostra Galleria Provinciale di Arte moderna, per esempio, ha avuto più visitatori in una notte che nei tre mesi precedenti! ‘Fare cultura’ oggi è difficile, ai ragazzi interessa più la Playstation che Caravaggio. Come se ne esce? Bisogna ripartire dalle scuole, per stimolare i ragazzi durante questa delicata fase dello sviluppo. Abbiamo promosso, ad esempio, due progetti nati proprio per le scuole medie e superiori : “Adotta un Monumento”, in cui si invitano le classi a conoscere meglio il loro territorio ed i Beni Architettonici, ed il “I Premio di Poesia S. Quasimodo”, per incentivare lo studio della poesia e ritrovare l’orgoglio del nostro passato letterario. In un mondo che corre veloce, poi, bisogna far scoprire il MARZO ‘09


19 piacere di leggere un libro : magari nelle biblioteche, veri “santuari” della conoscenza, che vanno potenziate.

Posso lanciare un’idea: una permanente dedicata agli artisti emergenti siciliani da tenere nella Galleria Provinciale ogni week end, dedicata alla fotografia, alla pittura o alla scultura. Cosa ne dice? L’idea è certamente ottima. Anche qui, si tratta di saper coordinare gli autori che danno la loro disponibilità. Quello che immagino è una sorta di “salotto “ degli artisti, in cui gli amanti dell’Arte possano darsi appuntamento con cadenza settimanale : musica dal vivo in sottofondo, una esposizione di quadri d’autore in mostra permanente, una mostra di artisti emergenti a rotazione. Credo che riusciremo a portare avanti questa iniziativa. Lei è informato sulla vicenda (da noi trattata sul numero di gennaio) del Prof. Pietro Villari e del Fiumedinisi Project? Cosa ne pensa? Si, come tanti ho letto la lettera del prof. Villari. Come tanti, mi sono amareggiato anch’io. Vicende come questa, fossero vere anche solo in parte, fanno crollare la fiducia nelle Istituzioni. Proprio nel momento in cui dovremmo, al contrario, sentire la necessità di stringerci per superare le difficoltà del presente.

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La raccolta museale vanta importanti opere d’arte: si possono apprezzare capolavori di artisti appartenenti alla corrente neorealista del dopoguerra quali Guttuso, Migneco, Canonico e Santomaso; al movimento della Pop Art italiana (Franco Angeli e Mimmo Rotella) insieme alle sorprendenti installazioni di Agostino Bonalumi ed Alighiero Boetti. Una sezione importante è dedicata agli artisti messinesi, noti in Italia ed all’estero, quali Mazzullo, Migneco e Togo. Tra le opere di rilievo presenti nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea si segnalano: il “Polittico” (1987, composto da sette tele) di Alighiero Boetti, importante esponente del Movimento di Arte Povera; “Trinacria” (1975) di Giuseppe Mazzullo; “Isola spaccata” (1990) di Carlo Moranti; “Carro e sole” (1987) di Giò Pomodoro; “Concetti spaziali” (1956) di Lucio Fontana, importante esponente dell’arte Astratta; “Cespugli” (1978) dell’astrattista Gianni Dova; “Autumn lake” (1985) di Howard Hodgkin; “La ragazza con il libro” di Felice Casorati, espressione del realismo italiano; l’opera neorealista “Ragazza al mercato” (1952) di Mario Mafai; “Attrezzi di campagna” (1953) di Giuseppe Zigaina; “A che punto siamo con fiori” (1988) di Concetto Pozzati; l’inedita opera di Carlo Corsi, dipinta da entrambe le facce in diversi periodi, “Figura femminile con il cappello” (1920) da un lato e “Figura femminile sdraiata su un fianco” dall’altro; “Untitled” di Victor Pasmore; “Ballo di contadini” di Giuseppe Migneco ed il capolavoro “Il picconiere” dell’artista Renato Guttuso. All’interno della Galleria è ospitata la mostra permanente “La vita è un sogno”, dedicata al poeta Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959.

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Cosa si può fare per promuovere le intelligenze locali? Esperienze di altri paesi ci dimostrano che i soldi son una variabile relativa se c’è un sostrato che favorisce l’emergere dei talenti. Servono ancora le accademie? In effetti diversi indicatori ci dicono come le politiche culturali siano decisive non solo nel favorire un migliore sviluppo sociale, ma anche nel promuovere un benessere economico; abbiamo così immaginato dei momenti di incontro collegiale con tutti coloro che animano il complesso mondo della Cultura. Su queste basi nasce la “Convocazione degli Stati Generali della Cultura della Provincia di Messina”, che in più appuntamenti (i primi sono il 16 marzo ed il 02 aprile) incontrerà e porrà a confronto i soggetti istituzionali, le Associazioni e le diverse personalità del mondo dell’arte : chi crea la cultura, chi la vive, chi ha il compito di coordinarla. Dalla sinergia reale delle intelligenze locali possiamo attenderci risultati importanti, ma soprattutto percorsi “condivisi”.

ell’ambito della “Notte della Cultura”, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Provincia regionale è rimasta aperta al pubblico sino alle due di notte permettendo a tutta la cittadinanza di poter fruire gratuitamente dello straordinario patrimonio culturale che custodiRenato Guttuso sce. Grazie alla collaborazione del Rettore dell’Accademia di Belle Arti di Messina, Eugenio Caratozzolo, saranno presenti esperti d’arte che guideranno ed esporranno ai visitatori il valore artistico delle opere esposte nella Galleria d’arte della Provincia regionale.


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Alì: incontro con l’On. Gianni sull’imprenditoria giovanile rande partecipazione di pubblico lo scorso 26 febbraio nei locali del Circolo di Cultura di Alì Terme in occasione del convegno “Imprenditoria giovanile e femminile, grandi opportunità per il territorio”. Dopo i saluti iniziali del primo cittadino Lorenzo Grasso, hanno preso la parola, l’Ingegnere Carmelo Melato, coordinatore per Alì Terme del Centro Studi di Cultura Europea , che ha promosso il Convegno, il consigliere comunale Teresa Vittiglio, il Presidente dell’Agenzia Sviluppo Jonico Peloritani Andrea Ceccio, l’avvocato Carlo Mastroeni,organizzatore dell’evento, già Presidente del nucleo di valutazione per l’imprenditoria giovanile della Regione Sicilia, nonché coordinatore dei Liberali e Democratici di Centro, e l’assessore regionale all’industria Pippo Gianni, il quale ha illustrato minuziosamente i dettagli della legge regionale riguardante appunto l’imprenditoria giovanile e femminile legge regionale 16 dicembre 2008, n. 23 (Legge Gianni ) ed in attuazione del P.O. FESR 2007/2013 . L’obiettivo che ci prefiggiamo, ha dichiarato l’onorevole Gianni, è quello di promuovere la nascita e lo sviluppo di imprese “di nuova costituzione” nonché di sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile. L’intervento si rivolge, pertanto, sia ai soggetti che abbiano appena avviato o intendano avviare un’attività sia a specifiche categorie di soggetti (giovani e donne), maggiormente esposte alle dinamiche del mercato del lavoro e dei capitali. Tali agevolazioni sono rivolte a micro, piccole e medie imprese di nuova costituzione, imprese giovanili o imprese femminili già iscritte nel Registro delle imprese. Sono considerate di nuova costituzione tutte le imprese iscritte nel suddetto Registro da non più di cinque anni e che non siano state operanti negli ultimi tre anni. Per rientrare, invece, nella categoria delle imprese giovanili è necessario che il titolare non abbia compiuto trentasei anni alla data di presentazione della domanda, nel caso di società di persone, invece, la maggioranza sia numerica, che di capitale deve essere rappresentata da soggetti che non abbiano compiuto i trentasei anni. Sono considerate imprese femminili le imprese individuali il cui titolare sia una donna e le società di persone costituite in maggioranza, sia numerica che di capitale, da donne.

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L’Avv. Mastroeni ha sottolineato l’importanza sociale ed economica della nuova normativa per stimolare i giovani e le donne a creare impresa per concretizzare attività imprenditoriali nuove, finalizzate a dare quelle risposte sia in termini occupazionali che di complessiva crescita economica che la nostra provincia ha, oggi più che mai, necessità di avere. L’Avv. Mastroeni ha ancora evidenziato come nel nostro territorio mancano completamente molte tipologie di attività economiche e che ciò è causa di impoverimento complessivo per il territorio. Ha auspicato anche la diffusione di una nuova cultura di impresa e dell’auto impresa tra i giovani non potendo più essere alimentate aspettative di occupazione tramite i lavori socialmente utili o iniziative analoghe non più sopportabili dalla situazione di crisi complessiva dell’economia . Numerose le presenze di autorità in sala tra le quali quella del Vice Sindaco Giuseppe Marino , i consiglieri comunali Francesco Gregorio ed Emanuele Briguglio (che hanno attivamente partecipato alla organizzazione dell’evento), nonché l’Assessore Micalizzi, la consigliere Mariella Basile, il Sindaco di Nizza di Sicilia Giuseppe Di Tommaso , il Presidente del Consiglio Carmelo Rasconà, L’assessore Natale Rigano ed il Consigliere Sebastiano Pinto del Comune di S. Teresa di Riva, il Consigliere Palella di Casalvecchio, il presidente dell’Associazione “Il Vincolo” di Alì Terme Brunetto . G. Migliastro

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IL SANGUE DONA LA VITA!!!

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Presidente,ci parli d e l l ’a t t i v i t à svolta dall’associazione nel 2008? La nostra associazione nel 2008 ha vissuto bei momenti: il 30 Marzo siamo stati protagonisti dell’Assemblea Provinciale che si è svolta a Santa Teresa di Riva presso Villa Ragno. Un’altra grande prova è stata la scelta di organizzare le donazioni senza l’aiuto degli amici di Alì Terme, spinti anche dalla nostra Direttrice Sanitaria, la dottoressa Maria Concetta Santoro, consapevoli che organizzare le donazioni di sangue autonomamente ci farà crescere maggiormente nel territorio. Abbiamo contribuito alla raccolta di fondi per Desireè attraverso alcune manifestazioni che abbiamo svolto nel periodo di Pasqua. Il 21 Dicembre, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Provinciale, abbiamo organizzato presso l’Oasi di S’Antonio una manifestazione sulla donazione che ha visto ospiti gli amici dell’ABAL di Messina, la VDS Croce Rossa e la dottoressa Santoro. Ma ciò di cui tutti i membri dell’associazione vanno fieri è stata la raccolta di ben 51 sacche di sangue intero a Santa Teresa e 12 aferesi e 17 sacche di sangue intero di nostre donatori fatte a Ta-

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ormina. Presidente,nonostante gli ottimi risultati raggiunti nel 2008,resta ancora molto diffidenza nei confronti della donazione di sangue. Cosa si può fare per eliminare queste incertezze? A mio avviso è fondamentale avviare una campagna di sensibilizzazione, che coinvolga soprattutto i giovani dal momento che saranno loro i donatori del futuro. Vorrei aggiungere che non bisogna avere paura di donare dal momento che durante le donazioni promosse dalla nostra associazione tutte le operazioni (prelievi ,controlli ed altro) sono effettuate esclusivamente da personale medico specialistico mediante l’utilizzo di attrezzature mediche per la raccolta del sangue. Il nostro impegno,come volontari ,è solo organizzare le donazioni, coinvolgere più persone possibili e far comprendere il valore della donazione dato che una donazione salva la VITA. Quali sono l’obiettivi che l’associazione si prefissa di raggiungere nel 2009? Nel 2009 ci sono tanti obiettivi da raggiungere come ad esempio l’acquisto del Gonfalone e l’acquisto di un altro lettino a valigia (uno già è stato comprato nel 2008). Stiamo cercando di trovare negli istituti delle scuole superiori maggiore collaborazione per fare avvicinare gli studenti che hanno raggiunto i diciott’anni alla donazione. Vorremmo poi organizzare numerose iniziative di sensibilizzazione e manifestazioni estive in collaborazione con le amministrazioni locali. Solo in questo modo sarà possibile avvicinare sempre più persone alla donazione e soprattutto fare scomparire e superare quelle perplessità che ancora permangono sulla donazione di sangue. Sono obiettivi importanti e impegnativi,ma la nostra associazione si darà da fare, e c’è tanto da fare, affinchè tutti vengano raggiunti. Grazie Presidente! Paola Cingari

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iorno 1 Marzo, presso l’Ex Istituto Ancelle Riparatrici a S.Alessio Siculo, si è svolta la prima donazione del 2009 organizzata dall’Avis comunale di Santa Teresa di Riva, associazione di volontariato non lucrativa, che ormai opera nel nostro territorio da quasi vent’anni contribuendo a sensibilizzare le persone su una tematica sociale fondamentale. Per conoscere a fondo tale associazione e il suo operato abbiamo intervistato il presidente Maurizio Crisafulli. Salve Presidente, com’è andata la donazione di domenica 1 Marzo? Posso ritenermi soddisfatto. Sono state raccolte ben 15 sacche di sangue e ci sono state 9 pre-donazioni. Un risultato apprezzabile che ci fa ben sperare per i prossimi appuntamenti.

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‘FIGLI DI UN DIO MINORE’

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Oltre l’Orizzonte per assistere i bisognosi

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del Prof. Pippo Biella arliamone, anche se a volte facciamo finta di non vedere o di non voler capire.

relativamente per aiutare queste categorie di invalidi. I disabili hanno spesso bisogno di un’assistenza continua, di una parola di conforto, di affatto e di tanta … assistenza. Ma lo Stato ( o chi per lui) fa arenare le loro richieste dietro tonnellate di “scartoffie” (domande) da riempire per ottenere un minimo di collaborazione.

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Parliamone … di quelle persone sfortunate che la natura ha privato della normalità della vita, di potersi godere un giorno tranquillo, di assaporare e comprendere il mondo che ci circonda, di quegli esseri umani, meno fortunati di noi, che vivono e non comprendono o percepiscono relativamente la realtà, oppure sono obbligati ad avere una piccola vita, lontana da quei sogni che noi abbiamo coltivato o da quella quotidianità che noi abbiamo vissuto o viviamo. Esistono, ci sono in tutto il mondo, sono una piccola parte di noi, sembrano diversi, ma respirano, mangiano, dormono come noi, sono solo “figli di un dio minore” dell’”ottavo giorno”, ai quali è stato concesso di meno … molto di meno. Nei secoli passati avevano poche possibilità di sopravvivere perché mancavano i mezzi e le medicine per assisterli, ma i tempi si sa che cambiano, ed ora, oltre ai familiari esistono delle associazioni che li aiutano e si interessano di questi nostri “piccoli” fra-

telli che non hanno avuto la possibilità di crescere come noi. Una di queste è “Oltre l’orizzonte”, associazione onlus per il volontariato che è sorta per la difesa di questi esseri umani, per sostenere i pazienti affetti da patologie croniche e le famiglie che vivono il disagio; per aiutare i disabili e per abbattere il loro isolamento sociale. Assiste i pazienti della Valle dell’Alcantara ed oltre; si muove a livello ragionale e nazionale cercando di fornire aiuti e consigli alle persone che ne hanno realmente bisogno. Ne fanno parte molte persone che vivono questo disagio, ma anche altri che hanno un’anima e un sentimento per capire ed aiutare chi ne ha realmente necessità. Lo Stato, spesso latitante, sembra non vedere e collabora

La burocrazia non aiuta, anzi, affossa. Accade spesso, anche, che chi ha realmente bisogno non riesce ad ottenere quello che gli spetta e, magari, qualche altro, con qualche “santo in paradiso”, ottiene tutto, anche quello di cui non ha realmente bisogno. La cecità e la sordità delle istituzioni trascurano le famiglie dei malati, creando dei grandi problemi economici (perché servono medicine ed assistenza), dai quali è difficile poter uscire. L’anima, le istituzioni non ce l’hanno, e solo poche delle persone delegate ad assistere tali pazienti, fanno onestamente il loro dovere. Chi svolge questa mansione, dimentica spesso che dietro queste richieste ci sono esseri umani, e non capisce che un giorno potrebbe capitare anche a lui. Le famiglie devono quindi operare dividersi compiti ed assumere infermieri per permettere ai loro cari di avere un’esistenza giornaliera dignitosa. Le associazioni di volontariato restano le uniche valide, ma le persone sono poche e i bisogni sono tanti. Sarebbe necessario che noi ci risvegliassimo dal torpore e incominciassimo ad agire, secondo le nostre possibilità per venire incontro ai nostri “fratelli” più sfortunati … visto che chi è istituzionalmente delegato risulta spesso … introvabile o impegnato in altro …. Quindi , praticamente evanescente. MARZO ‘09



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TUTTI A SPASSO SU INTERNET

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C’è chi si organizza su facebook, ma anche a Locadi...

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di Cristina Maccarrone acebook, mon amour! Ormai chi non è iscritto al mitico “libro delle facce”? Nella riviera jonica, dalla fine del 2008 ad ora, sono aumentate le persone che hanno deciso di avere un profilo. E tanta gente porta ovviamente alla formazione di altrettanti gruppi. Qualcuno serio, che si propone di risolvere o comunque farsi sentire per i problemi della riviera, qualcuno che è già associazione in realtà, altri più “leggeri”, ma comunque seguitissimi, al pari di una squadra di calcio.

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Ha tantissimi membri il gruppo “Vogliamo l’Autostrada A18 e non…questo Vietnam a cielo aperto”, che si propone come obiettivo di raccogliere firme per richiedere il miglioramento delle condizioni dell’autostrada e di abolire il pedaggio perché, si legge, “è inutile pagarlo se quei soldi non vengono investiti per migliorare un’arteria in condizioni disastrose”. Servizio utile, quello di “info buche”, dove ogni utente avvisa sulle fosse che incontra lungo la MessinaCatania, (e come immaginerete, sempre aggiornato…). Dello stesso genere il gruppo “Piove e fa danni e nessuno parla della riviera jonica e della provincia”, in cui si evidenzia come il maltempo faccia sempre danni ingenti, ma i media non ne parlino mai perché non si tratta di Roma e Milano. Tanti ancora gli “Ex alunni Liceo Classico Enrico

Trimarchi” che nella loro pagina, oltre a ritrovarsi e a ricostruire la storia degli anni del liceo, hanno realizzato anche l’albo dei rappresentanti di istituto. Simile il gruppo “Istituto tecnico commerciale “Itcg” Furci Siculo. Ma, d’altronde, se facebook è nato proprio per ritrovare gli ex compagni, è normale che ci siano tantissime pagine dedicate a questo. Anche l’Avis di Santa Teresa ha il suo spazio su Facebook, come l’associazione Imagine Promotion che tutti in riviera conoscono per gli eventi dentro e fuori le discoteche. E non potevano mancare musica e calcio. Tantissime le pagine dedicate ai gruppi della zona, tra cui spiccano “Gli amici degli Acoustic Experience”, che hanno più di 250 iscritti. E i nostalgici della domenica allo stadio, quando il Messina era in

serie A, hanno creato la pagina “Quanto mi manca il mio Messina”, a pensarla così sono più di 800 persone e anche la sottoscritta. Tra gli svaghi, non poteva mancare il gruppo “Tutti quello che…vogliono bere bene” e responsabilmente, dedicato infatti all’arte di preparare ottimi cocktail. Per finire la nostra carrellata – alla quale mancheranno sicuramente tanti gruppi e di questo ci scusiamo e vi chiediamo di aggiornarci – non potevano mancare i gruppi campanilistici, come la ”Riviera jonica siamo noi” o le pagina che raccoglie i membri di “Tutti quelli che pensano che Allume sia più bello di Sciglio”, nel quale è entrato a far parte anche il parroco di Allume e dove si vota per scegliere i personaggi storici della frazione di Roccalumera.

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25 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Locadi

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china più come un tempo. Penso sia stato un bene soprattutto per le persone anziane che non hanno più la stessa agilità di quando erano giovani (l’età media dei residenti è infatti straordinariamente alta). Ma davvero questo è il problema principale del paese? Le modifiche apportata “all’acqua”, così chiamata nella vulgata locale, o forse è questo solo l’ultimo problema di Locadi? Ci siamo mai chiesti come mai il paese sta scomparendo e come mai non si è mai fatto nulla per evitarlo? Perché la nostra Torre Saracena è abbandonata a se stessa e non viene valorizzata com’è giusto che sia? Tante, tantissime domande che non hanno mai avuto una risposta e chissà se mai ce l’avranno! Mi auguro solo che questo sito creato per il paese, e sottolineo che nei primi tempi è stato un boom di accessi e consensi, non si trasformi nella solita sede politica! Questa lasciamola fare veramente a chi la sa fare…e qui, mille punti interrogativi. E non a coloro che si ergono a difensori o sapientoni non si sa di cosa, rivestendo un ruolo che non gli appartiene! Un paese si vive nella sua totalità, abitandoci e vivendo quotidianamente i vari problemi che lo circondano!... Giudicare da lontano o gestire a distanza con un immaginario joystick gli altri come fossero giocattoli, ha portato sino ad oggi solo ad una inarrestabile decadenza. La domanda è sempre la stessa: ci sarà un futuro per Locadi? Concettina Bercolli

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ocadi, piccola frazione del Comune di Pagliara, è situato su un colle a 200 metri sul livello del mare e dista da Messina circa 36 Km. Pochi conoscono il paesino…eppure esiste!!! Era un borgo prevalentemente agricolo, ma ai suoi tempi aveva la dignità di Comune. La stessa pineta di Furci, un tempo apparteneva ai suoi confini, e ancora esiste una strada di collegamento. Il toponimo si dice derivasse probabilmente da una principessa, proprio chiamata “Lòcadi” e gli abitanti erano molti! Oggi siamo solo in trente (più o meno) ed il paese si divide in due parti: la parte “vecchia” disabitata, ma comunque storica (Lucati vecchiu o Burrucu) ed una parte nuova ed abitata! Da poco è stato creato un sito su questo paes e l l o (http://www.locadi.altervista.org), grazie a qualcuno che si è ric o r d a t o dell’esistenza di Locadi..Bene! Complimenti. L’emozione di quei pochi giovani residenti è salita alle stelle. Così almeno non rischiamo di essere ricordati solo per la celebrazione del Santo Patrono (ricorre in Giugno, si festeggia in Agosto…!) allorquando il paese, foss’anche per un giorno, si risveglia. Il dibattito che per ora campeggia sul Forum di questo sito (“il muro”) è rivolto alle modifiche fatte alla rinomata sorgente “all’acqua ‘i Lucati”. Prima di questa ristrutturazione, per prendere l’acqua bisognava chinarsi (chi ce la faceva), insomma…una vera fatica! Adesso invece la sorgiva è stata spostata in posizione più comoda e non ci si

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Giustizia è stata fatta

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Nino Muscarello Consigliere Provinciale ATTUALITÀ

di Santi E. Savoca

seguito delle condanne riportate, il consigliere Antonino Bartolotta, eletto alle scorse elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale nelle file degli “Autonomisti del MPA” è stato sospeso dall’incarico. Oggi abbiamo avuto il piacere di rincontrare Nino Muscarello, primo dei non eletti, quindi avente diritto al seggio lasciato vacante da Bartolotta, un giovane della riviera jonica che si è speso in politica già negli anni passati avendo ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio del Comune di Alì Terme e con un “pedigree” politico e di attività sociali di tutto rispetto.

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Nino, certamente non è il momento di parlare di realizzazione del Programma elettorale, ma la domanda va un po’ più all’immediato: quali pensi che siano le priorità per le quali ti farai avanti in Consiglio Provinciale? Ci sono diversi interventi necessari nell’immediato, la viabilità sulla riviera jonica è sicuramente di grande interesse e di pressante attualità, non parlo solo delle strade di collegamento tra i centri collinari e quelli rivieraschi, ma della sistemazione dell’intera Autostrada A18 della realizzazione dello svincolo ad Alì Terme e della messa in progetto di quello a Santa Teresa di Riva. Importante è il ruolo della Provincia Regionale di Messina, in quanto socio del Consorzio per le Autostrade. Di importanza non minore è il caso della messa in sicurezza di Capo Alì e Capo Scaletta. Già, al momento, i disagi alla circolazione sono notevoli, come pensi si possa intervenire in tal senso? Ho pensato di recarmi presso gli uffici competenti per fare un bilancio delle spese che sono state sostenute per la messa in sicurezza straordinaria che annualmente diventa necessaria quando alle prime piogge i costoni rocciosi si staccano interrompendo il traffico e che fortunatamente ancora non hanno mietuto vittime. Penso di presentarlo al Consiglio Provinciale come base per una proposta DEFINITIVA per la viabilità, perché secondo me la via intrapresa fino ad ora nelle due porzioni di Strada Statale 114 all’altezza dei due promontori sul mare, hanno rappresentato degli sprechi enormi e il risultato è sempre stato lo stesso, quindi, visti i disagi che la popolazione sta affrontando, visto che esi-

stono dei fondi per le infrastrutture e i trasporti, proporrò, quanto prima, che vengano eseguite delle opere per rendere la viabilità sicura a Capo Alì e Capo Scaletta. Quali altre priorità pensi interessino il Consiglio Provinciale? Vista la mia esperienza nell’amministrazione pubblica posso dirti che mi batterò affinché la Provincia si faccia carico della pulizia dei torrenti e degli arenili, cosa che troppe volte è stata delegata ai Comuni o alla Protezione Civile (in caso di emergenza n.d.r.), ma che è e resta una competenza dell’Ente Provincia, e come tale deve essere effettuata nei tempi e nei modi opportuni. La prima per prevenire nei periodi delle piogge torrenziali fenomeni di straripamento di esondazione e quanto altro; la seconda per sgravare i Comuni da interventi che troppo pesano sui loro esigui bilanci e che vanno effettuati con regolarità al fine di rendere fruibile il litorale delle nostre bellissime coste per la maggior parte dell’arco annuale, così che il turismo balneare possa avere una ampiezza temporale maggiore per il suo svolgimento. Ovviamente questo pacchetto di iniziative deve essere collegato ad altre volte a valorizzare e potenziare la vocazione turistica della nostra Provincia e soprattutto della Riviera Jonica, zona alla quale devo molto e che è al centro dei miei interessi come rappresentante eletto soprattutto dalla popolazione ivi residente.

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Maria Saitta: un artista tra noi

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di Valentina Crupi un’arte composta da mente e mani, ed invece abbraccia sempre di più un “arte” computerizzata, più ridefinita e senza sbavature di certo, ma molto meno pura e appassionante. Vediamo come vede questo mondo Maria Saitta, laureanda all’accademia delle belle arti di Catania.

a quanto tempo ha iniziato ad interessarsi all’arte? Ero molto piccola, appena 8 anni e già disegnavo volti umani. Certo non erano perfetti ma da allora in poi non mi sono più fermata, ovviamente migliorandomi sempre di più.

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mie emozioni: insomma la mia realtà. A quale autore si ispira? In particolare a nessuno, ma sono molto vicina a Salvador Dalì, Mirò e Monet. La tua arte come viene rappresentata? Dammi qualsiasi cosa che scriva ed io esprimerò la mia arte. Ho fatto davvero di tutto, ma la mia principale forma d’espressione è la pittura. Mi occupo anche di scultura, composizioni, affreschi e restauro. Ho anche fatto dei lavori molto più moderni come il body art o la xerografia.

Che tipo di arte è la sua? Il mio genere è il surreale, le mie opere infatti non ritraggono la realtà così com’è, ma dentro ogni mia opera c’è una parte di me, il mio pensiero, i miei stati d’animo, le

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Ha composto delle opere per la nostra zona? Certo. L’ultimo è stato proprio il carnevale di S.Teresa, truccando i partecipanti di un carro. Andando a ritroso, ad Alì superiore ho composto un’infiorata per il corpus domini, e sempre ad Alì superiore, con altri collaboratori, abbiamo ristrutturato la statua di S.Agata. A Roccalumera invece ho partecipato ad una serata incentrata sul body paiting. A S.Alessio ho partecipato ad un manifestazione di estemporanea, io ho dipinto il capo S.Alessio, ovviamente a modo mio,

ATTUALITÀ

Maria Salvatrice Saitta è un’artista a tutto tondo che si sta facendo strada, è il caso di dire con le proprie mani, nel mondo dell’arte. Lei rappresenta una di quei casi in cui la nostra realtà culturale non valorizza nel modo dovuto i talenti che la riviera jonica porta con sé. È anche il nuovo millennio che poco si presta ad

dandogli le sembianze di una donna sdraiata. Il lavoro più bizzarro che ho compiuto è stato quello di dipingere le stanze di una villa, villa Bottari a Messina, nella quale con altri collaboratori abbiamo affrescato tutte le stanze. C’è stato un primo premio ? Si, ad Acibonaccorsi, nel maggio dell’anno scorso. L’opera si chiama “Primavera ad Acibonaccorsi”. Propositi per continuare al meglio il suo operato? In questo momento il mio sogno è quello di lavorare, artisticamente parlando, con i malati di mente o anche con i ciechi. È un mondo che mi affascina: credo che l’arte sia un modo speciale di interagire con queste persone.


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CULTURA

Maria De Filippi detta legge anche in Rai di Mimma Lo Giudice talent scout sono stati dichiarati specie in estinzione, ma ci sta pensato la televisione postmoderna, con i vari “talent” show, a scoprire gli artisti di domani. Riteniamoci “fortunati” insomma! Prova di ciò è la vittoria del ventiquattrenne Marco Carta sul palco dell’Ariston con “La forza mia”, che dalla sua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi non ha arrestato la sua corsa al premio. Primo classificato di un Sanremo innovativo e svecchiato dalla consueta maschera floreale di frak e abiti da sera luccicanti, ha al suo attivo 170.000 copie vendute dei suoi due primi album e migliaia di ragazzine a tifare per lui a suon di voti. E’ riuscito a sostenere gli attacchi pacifici degli altri concorrenti lasciando a bocca aperta sia Povia con la sua discutissima “Luca era gay”, sia lo scugnizzo neomelodico Sal Da Vinci con “Non riesco a farti innamorare”, brano dall’inconfondibile marca partenopea e appositamente scritto da Gigi D’Alessio. A loro sono spettati i gradini più bassi del podio sanremese.

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Nonostante il polverone sollevato da Striscia la Notizia sui pacchetti di voti acquistati, tramite i call center delegati, dalle case discografiche e dai produttori, il figlioccio della De Filippi - “casuale” valletta di Bonolis nella serata finale sembra non essersi scomposto e diretto come un aereo di linea - speriamo non emuli certe compagnie di bandiera mantiene la rotta verso la meta. Chi invece non crede alle sue orecchie è la lucana Arisa (26), creatura di SanremoLab, che vede realizzati tanti sogni tra i quali quello di duettare con il maestro Lelio Luttazzi (86) nella serata di venerdì - la stessa di conigliette e arzilli vecchietti - e vincere nella sezione nuove proposte con “Sincerità”, brano che impazza nei network radiofonici nazionali. In barba alle cantanti dai cognomi celebri accompagnate dai rispettivi papà - un po’ come agli scrutini scolastici - e amici illustri. Il talento non è una merce acquistabile in bottega ma in uno star system postmoderno così capriccioso e corruttibile sembra un vizio comune. I consumatori di prodotti mediali però osservano e sanno discernere il vero talento da quello orientato dal marketing televisivo, radiofonico o virtuale che sia. Plauso va a Paolo Bonolis, perfetto padrone di casa e degno padrino artistico di un’edizione, la cinquantanovesima, che sin dalla sua ideazione puntava alla rivalutazione massiccia del classico Festival a cui gli italiani si erano ormai assuefatti. Tante le novità apportate dal nuovo direttore artistico, uno su tutti il concorso on line di Sanremo.59 nel quale a disputarsi la vittoria sono stati molti giovani, ma ad avere l’opportunità di esibirsi sul palco di Sanremo, nella serata finale, è stata la vincitrice Ania. Un Festival di indubbia qualità e misurata quantità che hanno fatto di Sanremo09 uno spettacolo degno della migliore tradizione nazionale canora.

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Roccalumera: la Corte dei Conti contesta il bilancio

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E nel frattempo i campetti, la filanda, la scala mobile … A colloquio con il Consigliere Pippo Campagna

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Parliamone, ma che c’entrano? C’entrano, perché nel campetto, che a detta del Sindaco è inagibile, si allenano e giocano i nostri figli, e spesso è capitato che anche le scuole mandassero lì gli alunni a fare educazione motoria.

Cominciamo da quanto scritto dalla Corte dei Conti? Per mesi davanti alle nostre richieste circa la situazione di bilancio del comune il Sindaco ha ribadito che tutto era a posto, invece la Corte dei Conti, organo della magistratura contabile, interviene accertando irregolarità e gravi criticità per il nostro bilancio, ordinando urgenti correttivi. Tra le altre cose la sentenza della Corte dei Conti era stata trasmessa al comune il primo dicembre 2008, gli atti relativi però ci sono stati presentati solo dopo 3 mesi, tre giorni prima della scadenza del temine imposto per prendere i necessari e urgenti provvedimenti, se tutto era apposto, perché gli atti gli hanno tenuti nei cassetti? Cosa contestano? La Corte ha accertato che il comune ha sforato i parametri di spesa previsti per il personale dipendente, ha accertato “la presenza di fattori di criticità tali da poter incidere sugli equilibri di bilancio, quali la presenza di debiti fuori bilancio per importi significativi, il previsto disavanzo di parte corrente e il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, in tutti i 3 anni che vanno dal 2005 al 2007”. In più non si capisce perché (e il Sindaco nicchia sull’argomento) una società privata quale la San Giorgio Spa, assorbita oggi dalla Tributi Spa, possa trattenere nelle sue casse le imposte dei cittadini roccalumeresi per un valore di 400mila euro, privando il comune di queste somme e obbligandolo allo scoperto in conto corrente per provvedere alla liquidità di cassa col doppio danno di far pagare ai cittadini, che hanno già pagato le tasse, anche gli interessi sui soldi anticipati dalle banche, privandoli al contempo dell’uso delle loro risorse. Perché tutto questo? Il sindaco (ma per la verità anche noi) non vuole mettere a rischio il posto di alcuni concittadini che operano per la Tributi Italia Spa, e così preferisce camminare sul filo del rasoio con il rischio che saltino i conti MARZO ‘09

vono circa 900mila euro per metterli in sicurezza” [omissis] “ivi si svolgono due manifestazioni l’anno, ma se il consiglio ritiene che debbano essere vietate non si faranno più”. Io le devo vietare? Ma scherziamo? Vuole scaricare su di noi le sue responsabilità: I campetti non sono agibili dall’alluvione del 25 ottobre 2007 non da ieri. Loro non hanno nemmeno un progetto, definitivo o esecutivo per la riqualificazione, e sono già passati due anni, e la colpa sarebbe nostra? E vogliamo parlare dei bambini?

per Lsu annullati … Cosa mi diceva sulla polemica con l’Agenzia di Sviluppo? Miasi dà un colpo al cerchio e un altro alla botte: in consiglio si dissocia pubblicamente dall’operato dell’Unione e dell’Agenzia di Sviluppo, restituisce i soldi del biglietto aereo per la Bit, si dimette dalla Giunta dell’Unione, salvo poi scrivere nella lettera di dimissioni che questa scelta non è assolutamente riconducibile né all’operato dell’una, né a quello dell’altra. E allora perché si è dimesso? Che confusione … In più il comune di Roccalumera è uscito dal consorzio universitario, annullando una precedente delibera proposta dalla maggioranza. La stessa delibera rendeva nulli tutti gli atti compiuti dall’amministrazione e dai due consorzi. Altro flop della maggioranza. In consiglio avete presentato una mozione sulle condizioni del centro sportivo polivalente. Altra vicenda aberrante. Guardi cosa scrivono nel verbale del consiglio: “Il Sindaco ammette che il centro sportivo polivalente sicuramente non è agibile e non ha le prescritte autorizzazioni” [omissis] “ser-

Nel verbale dice pure che il Sindaco “mette al primo posto la sicurezza dei bambini e che esistono le condizioni minime di sicurezza”, chiarisce ancora che “la sicurezza formale non c’è, quella sostanziale si” e che “farà eseguire un accertamento da parte dei vigili urbani e se si verificherà che i campetti sono frequentati farà mettere i lucchetti” . Bentornato, pare che Miasi viva da sei anni in Alaska, che non sappia quello che accada davvero nel paese. Sono sconcertato. Qui dice anche che il Sindaco “ritiene di essere l’unico a rischiare penalmente”. La responsabilità legale se la assume. E che vale? Dico, se un bambino si fa male, ma male davvero, chi si assume la responsabilità morale con la famiglia? Chi? Si diano una risposta i cittadini riguardo ciò.

POLITICA

onsigliere Campagna, cosa sta succedendo? Vorrei sottolineare una cosa prima di entrare nel vivo delle questioni da trattare: quanto sto per esporre è frutto del lavoro dell’intero gruppo di minoranza formato dal sottoscritto più Andrea Vadalà, Elio Cisca, Natia Basile, Marco Maccarrone e Carmelo Spadaro.

del comune. Da 4 mesi dice che interverrà, farà, vedrà, rifletterà … Usa sempre il futuro, ma i fatti sono scarsi e ora anziché ricevere per intero le somme che i concittadini hanno versato, si parla addirittura di un piano di rientro. Tutto ciò non è accettabile. Si sono incassati le tasse pagate dai cittadini, hanno trattenuto le competenze e non restituiscono il capitale. E il sindaco sta a guardare. Mi chiedo se sappia cosa comporterebbe il dissesto: licenziamenti, chiusure di cantieri avviati, blocco delle opere pubbliche, contratti


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Lombardo: lascio AN per l’MPA

POLITICA

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iuseppe Lombardo, consigliere provinciale fino a ieri in quota An, ha comunicato nelle settimane scorse la sua volontà di iscriversi al gruppo misto rispolverando il simbolo che nelle ultime tornate elettorali lo ha accompagnato alla vittoria: Provincia Punto Freccia. Molti colleghi, sia di partito che non, lo hanno accusato di protagonismo per aver più volte arrogato a sé il merito degli inverti infrastrutturali (è presidente della III commissione Lavori Pubblici) che si sono susseguiti nel nostro territorio: ricordiamo la messa in sicurezza della provinciale tra Antillo e Casalvecchio, quella tra Santa Teresa e Savoca, i lavori in fase di appalto nel tratto tra Misserio e Santa Teresa, la sistemazione del fondo stradale di via Sparagonà in Santa Teresa, il progetto per il plesso scolastico di Bucalo (vedi numero Gennaio ‘09 di JoniaNews). L’ultima polemica è poi montata in merito alla presunta realizzazione di una sede staccata del liceo scientifico C.Caminiti a Roccalumera, che lo ha visto scontrarsi con i pesi massimi Udc della Riviera.

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Consigliere dopo una vita se ne va da An così, senza nemmeno salutare? Perché? Senza salutare non direi, visto che ai vertici del mio partito in più di una occasione ho manifestato il mio disagio, vista l’indifferenza nei confronti del nostro territorio e nei mie confronti. Perché lo spiegato nella affollata conferenza stampa del 23 febbraio scorso che si è svolta alla provincia. Dove ho semplicemente detto che dopo venta’anni di militanza nel MSI prima e Alleanza Nazionale dopo, non mi trovo più in un contesto, dove i candidati vengono scelti in base alla posizione sociale, o in base a titoli professionali dei familiari, e non si scelgono valutando il lavoro fatto sul territorio. Inoltre, anche perché, i vertici di un partito, non possono consentire che un consigliere senza averne titolo possa criticare pubblicamente altri consiglieri dello stesso partito, solo per avere visibilità. Entrare nel MPA e lasciare i suoi colleghi non è cosa da poco. Quanto meno chiederanno il conto. Come dicevo, ho militato in AN per 20 anni, e facendo beni i conti, penso che il conto dovrei presentarlo io. Ho fatto il segretario della sezione del MSI di Roccalumera per alcuni anni, sono stato consigliere al comune di Roccalumera per nove anni, ricoprendo anche il ruolo di presidente del consiglio, e ho difeso sempre l’interesse collettivo e fatto ben figurare il mio ex partito, senza mai nulla a pretendere. Ho fatto decine di campagne elettorali fra elezioni amministrative, regionali, nazionali ed europee, e penso di aver contribuito ampiamente per difendere i valori della destra italiana. Valori come l’uguaglianza e le peri opportunità per tutti, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, che oggi vengono, non rinnegati, ma dimenticati dalla nostra classe dirigente. Anche se in molti le riconoscono i meriti derivanti dalla sua azione, c’è chi l’accusa di protagonismo. Cosa risponde? Se essere protagonista significa comunicare cosa ho fatto alla provincia, o cosa ho proposto di fare, allora mi considero un protagonista. Fino a 5 anni addietro il nostro territorio nemmeno era considerato dalla provincia regionale di Messina, adesso tutti fanno a gara a chi si deve prendere i meriti per questa o quell’altra iniziativa. E di pochi giorni fa la diatriba fra un consigliere dell’UDC e di un Assessore dello stesso partito, per chi doveva ringraziare per primo il Presidente, su una cosa

che addirittura risale al 2002, ( la richiesta di una sezione staccata del Liceo Scientifico di S. Teresa di Riva a Roccalumera ), dimenticando che nel frattempo ancora si deve pronunciare l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione e l’Ufficio Scolastico Regionale, oltre al fatto che l’iniziativa e partita da altri amministratori e da altri consiglieri. E in ogni caso è una vicenda che andrebbe approfondita visto che su iniziativa del sottoscritto si sta cercando di realizzare una nuova sede del Liceo Scientifico a S. Teresa. Si aspettava di più da An, dato che in campagna elettorale ha raccolto più di 2000 voti di preferenza personale e quasi 5000 di lista nel solo collegio di Taormina?Da AN non mi aspettavo nulla, visto che alle elezione provinciali sono stato lasciato da solo, ad esclusione del gruppo di A. G. di S. Teresa, ai quali mi ha sempre legato un rapporto di amicizia personale e non politico. Tutto il resto del partito, Formica, Buzzanca con Renato Fichera, assessore designato e Nania erano concentrati sull’Avv. Lalla Parisi, perchè la partita più dura, a loro dire si giocava sulla lista del PDL. A me è toccata, quella di serie B, ma penso che insieme ad altri 2042 elettori ci siamo difesi lo stesso. Il suo gruppo (e mi riferisco ad A.G.) come ha preso questa sua decisione? La loro forza è stata la sua. Non c’è dubbio che la loro sarà la mancanza che avvertirò di più, visto che siamo cresciuti politicamente insieme, non c’è stata vicenda politica negli ultimi dieci anni che non ci abbia visto insieme. Ma purtroppo, come ho detto in conferenza stampa la negligenza e l’indifferenza della classe dirigente di Alleanza Nazionale, non mi hanno lasciato altra scelta. Spero e mi auguro che gli amici di S. Teresa di Riva, anche se non condividono, capiscano il mio stato d’animo e il mio disagio per i quali ho lasciato AN per approdare nel MPA: Un’ultima cosa, che ci può dire sui lavori da realizzare nel tratto provinciale tra Santa Teresa e Misserio? Sulla S. Teresa - Misserio, in atto ci sono tre cantieri aperti, a seguito dei danni dell’alluvione del 12 e 13 gennaio scorsi. Uno al KM 3 + 200, per il rifacimento del muro di contenimento della sede stradale, per un importo di circa 300 mila euro, e i lavori procedo celermente. L’altro su ponte di Vallone Guardiano di circa 200 mila euro per eliminare il pericolo di crollo delle spallette e per la messa in sicurezza dello stesso, e i lavori sono consegnati il 9 febbraio scorso, e altri 100 mila si stanno utilizzando, per riaprire la provinciale per Savoca dal bivio di Misserio . Penso che più di quanto si sta facendo non si poteva fare. Inoltre, con il piano triennale degli interventi stradali, per il prossimo anno è previsto un intervento su tutta la provinciale da S. Teresa, passando per Misserio e arrivando fino a Rimiti per un milione di euro.

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L’ERNIA AL DISCO

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Il punto debole in un disco è sotto la radice del nervo e un’ernia del disco in quest’aera mette una pressione diretta al nervo che a sua volta può causare dolore,irradiandosi giù per la gamba del paziente fino al piede. Circa il 90 % delle ernie del disco sono al livello delle vertebre L4-L5(le ultime due vertebre lombari) o L5-S1(ultima vertebra lombare e prima vertebra sacrale). La ripercussione sul nervo L5 causa di un’ernia del disco può indurre debolezza nell’estensione dell’alluce e potenzialmente nella caviglia; La ripercussione sul nervo S1 causa di un’ernia del disco può indurre la perdita del riflesso e debolezza della caviglia al momento della spinta(il paziente non riesce ad estendere le dita). L’ernia del disco e responsabile della maggior parte dei casi di sciatica (ben 9 su 10), una malattia caratterizzata da un forte dolore alla parte bassa della schiena, che si estende anche: alla gamba; alla coscia; all’inguine; alla natica. Le cause sono legate al contatto dell’ernia con il nervo sciatico. Questo nervo si distribuisce proprio lungo la gamba, ha origine da terminazioni nervose che fuoriescono dalla colonna vertebrale in corrispondenza dell’ultima vertebra lombare e di quelle sacrali. Per questo, in alcuni casi, Il dolore può essere accompagnato da: - formicolii; - una ridotta forza muscolare a livello della gamba. Con il passare degli anni, i dischi intervertebrali possono subire una serie di danni, soprattutto a causa di forti o continui traumi alla schiena. Essi possono essere dovuti a: MARZO ‘09

- sport che prevedono un intenso contatto fisico; - incidenti; - lavori pesanti. Nell’anello fibroso si formano piccole lesioni che favorendo la fuoriuscita della porzione centrale del disco verso l’esterno, causano un’ernia. Questa, vista la vicinanza con le terminazioni nervose, può toccare alcuni nervi e provocare disturbi, tra cui, appunto, il dolore. L’ernia si manifesta in due tempi successivi: dolore lombare o lombalgia (“mal di schiena”) cui col tempo si associa la sciatica, o dolore lungo la faccia posteriore dell’arto inferiore, fino alla pianta o al dorso del piede. Il dolore all’esordio può essere improvviso e violento, tanto da meritarsi il nome di “colpo della strega”. Il colpo della strega indica un mal di schiena improvviso e violento, che “blocca” il paziente in flessione. Questo atteggiamento persiste anche per molti giorni e si attenua quando il dolore comincia a calmarsi. La lombalgia spesso precede la sciatica, ma nella fase di acuzie il dolore lungo la gamba può “mascherare” la lombalgia, ed essere il sintomo rilevante La presenza di sciatica viene verificata con la manovra di Laségue, che si esegue col paziente supino (sdraiato sul dorso): si eleva la gamba estesa fino a provocare tensione e poi dolore nel territorio sciatico (deve comparire al di sotto dei 60°). è positivo nell’83% dei casi specie nei pazienti giovani e per ernie L5-S1. L’ernia può essere diagnosticata tramite la RADIOGRAFIA,la TAC e la RISONANZA MAGNETICA. La radiografia diretta mostra la colonna vertebrale con le modificazioni (transitorie), indotte del dolore (irrigidimento, scoliosi etc.), o le modificazioni indotte da processi degenerativi (permanenti), come la riduzione dello spazio discale o la presenza di osteofiti. La TAC evidenzia il disco e l’ernia,mentre

SALUTE

ernia del disco è una patologia molto frequente e come tutte le altre erniazioni, è data dalla fuoriuscita di un contenuto dal proprio naturale contenitore. In questo caso il contenuto è il nucleo del disco intervertebrale, il contenitore è il cosiddetto anulus, ossia la parte esterna del disco intervertebrale, che è quel cuscinetto che ha il compito di ammortizzare le forze che si sviluppano all’interno della colonna tra una vertebra e l’altra.

la RMN dimostra meglio la posizione dell’ernia in rapporto allo spazio discale. Il trattamento deve essere in primo luogo conservativo. Si ricorre per questo all’uso di antinfiammatori ed antidolorifici, compreso i cortisonici. Particolare rilievo assume il riposo a letto per qualche giorno in modo da evitare sollecitazioni meccaniche sulla colonna. Allo stesso scopo, specie per quei pazienti che per il dolore non riescono a riposare, può essere consigliabile, un busto ortopedico per qualche giorno. Negli ultimi anni,grazie alle tecniche osteopatiche si può attuare un trattamento conservativo tramite delle manovre di manipolazioni e mobilizzazioni per ridurre la pressione sulla radice del nervo. Nel caso in cui il trattamento conservativo non bastasse per risolvere il problema,si passa all’intervento chirurgico. L’intervento chirurgico è riservato ai pazienti che presentano segni e sintomi di decompressione urgente;Il dolore radicolare scompare subito dopo l’intervento. La regressione degli altri sintomi non sempre è così immediata ed avviene con gradualità: nei primi giorni scompaiono le parestesie e ritorna la sensibilità, poi migliorano i riflessi e da ultimo la motilità (anche più di sei mesi). I risultati statistici indicano la scomparsa del dolore radicolare in più dell’ 80% dei casi, mentre il dolore lombare ne risente meno favorevolmente.


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Agenzia di Sviluppo: è guerra per bande

ECONOMIA

Le trenta iniziative dell’Agenzia bloccate dallo stallo politico dell’Unione (fonte Agenzia di Sviluppo - prot 1/2009 del 29 gennaio 2009): Agricoltura – Costituzione Gruppo di Azione Locale, Programma Agricoltura (assistenza tecnica alle imprese agricole), Progetto Olio Dinari, Mercato Contadino Artigianato / Commercio / Servizi – Convenzione Crias e Consorzio Fidi Pesca - Tavolo tecnico Italia Lavoro Internet – Banda Larga – Wirless in ogni comune Inclusione Sociale - Accordo di Programma Quadro Energia - Piano della Luce Industria - Accordo Consorzio industriale Messina per installazione Asi Consolidamenti – Interventi per prevenire gli effetti delle calamità naturali Assistenza Tecnica – CST Messenia, accordo Invitalia, Sportello Unico Comprensoriale, Ufficio Tecnico Comprensoriale Mobilità Sostenibile – Progetto mobilità sostenibile Infrastrutture – Apq MMEEFF – Cipe, Porticciolo Turistico Val D’Agrò. Documento integrale al Link: http://www.jonialife.it/index.asp?action=viewart&id=3640

PLUSVALENZE: TREMONTI INVENTA IL CONDONO PREVENTIVO ià, chi venderà i propri immobili non pagherà tasse sulla plusvalenza, perché se la può cavare oggi con un forte sconto: grazie alla norma introdotta dal Governo Berlusconi, tutte le imprese, piccole o grandi che siano (con l’eccezione di società quotate, banche e assicurazioni) potranno pagare subito un’imposta sostitutiva modesta anziché versare l’intera tassa una volta venduto l’immobile. Esempio: se un’azienda ha comprato nel 1980 il proprio capannone per un milione di euro, oggi l’immobile potrebbe valerne anche dieci. Vendendolo oggi, l’azienda pagherebbe il 31,4 per cento di imposte societarie sulla plusvalenza maturata, cioè 2.826.000 euro di tasse. Con il decreto appena approvato, invece, conviene adeguare in bilancio il valore dell’immobile e pagare subito un’imposta sostitutiva del 3 per cento sulla rivalutazione il che, per lo stesso esempio, significa pagare soltanto 270 mila euro (diluiti in tre rate annuali). Unico impegno: non vendere l’immobile prima del 2014. Uno sconto mai visto: l’ultima rivalutazione, concessa da Visco nel 2000, applicava una aliquota del 19 per cento. Effetto lifting quindi per i bilanci di chi aderisce: rivalutare gli immobili significa evidenziare un maggior attivo e quindi, sic et simpliciter, avere aziende improvvisamente più sane. Attenzione: dato che la rivalutazione non necessita di certificazione, potremmo vedere aziende che gonfiano il valore degli immobili al solo scopo di ottenere credito dal sistema bancario. C.Spadaro

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A colloquio con il presidente Andrea Ceccio residente, ventiquattro convenzioni in due anni, incarico gratuito con solo rimborso spese, un centinaio di viaggi tra Roma e Palermo … e ce l’hanno pure con lei accusandola di cattiva gestione.

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Alla fine si dimette? Ma nemmeno per sogno, non ho compiuto nessun atto che travalica la mia autorità di presidente. Figuriamoci. Tra l’altro nessuno ha mai parlato di dimissioni in ambito Agenzia, certo mi rendo conto che la mia presenza è scomoda a certi interessi, ma l’Agenzia è nata ed io ne sono stato nominato presidente dalla politica sana di questo territorio che intende realmente dare una svolta al processo di impoverimento che domina sul nostro territorio. Eppure le hanno contestato sia le assunzioni che le consulenze, e il viaggio alla Bit … Per quel che riguarda l’incarico di segreteria, non si tratta di assunzioni ma di incarichi professionali che coprono 12-14-16-21 mesi da circa 400 euro al mese, tutto compreso, ovvero senza alcun tipo di rimborso spese. Il personale è qualificato: essendosi già occupato del territorio collaborando con il consorzio Val D’Agrò, con i consorzi di Pagliara, con il Consorzio Limone Interdonato, ecc … Per quanto riguarda l’incarico di consulente legale dato all’avvocato Logorelli, anche qui, le cifre sono ridicole: per un professionista percepire 10.000,00 euro per 21 mesi di lavoro ovvero una media di 450,00 euro/mese, senza alcun altro rimborso spese, non è certo arricchirsi. Ricordo a me stesso, tra l’altro, che quando è stato ingaggiato dall’Agenzia era già stato nominato responsabile della pianificazione strategica sia del comune di Roccalumera che di quello di Santa Teresa di Riva, mi sembravano buone credenziali ... Oggi qualcuno non apprezza più la sua professionalità: misteri della politica, non aggiungo altro. Per quanto riguarda la Bit, l’idea è quella di creare un tavolo permanente composto dagli attori che a vario titolo partecipano al rilancio turistico del territorio e farli “dialogare” veramente, dunque Pubblica Amministrazione, locale e provinciale, seduta al tavolo con le imprese, con chi rappresenta l’economia vera del territorio. La partecipazione alla Bit costituisce un momento di condivisione e comprensione del fenomeno turistico nella sua complessità e globalità che serve tanto agli amministratori che agli imprenditori. Dalla conoscenza dei processi che governano i flussi turistici mondiali può generarsi uno stesso pensiero sulla individuazione dei problemi del territorio e sulla sua risoluzione. Ritengo che sia stata un’esperienza che abbia arricchito tutti. E se poi qualcuno, poiché in tutte le ceste di mele ce n’è qualcuna marcia, si è fatto una passeggiata, è andato a trovare parenti e amici, questo attiene alla sua persona, alla responsabilità con cui si interpreta il ruolo ricoperto, non è certo imputabile all’Agenzia, che ovviamente condanna l’accaduto. Del resto voglio aggiungere che eravamo tanti, 70, ma solo 54 a carico dell’Agenzia, gli altri hanno pagato il biglietto e l’albergo da soli, hanno dormito tutti in doppie, chi ha voluto la singola si è pagato la differenza. Sono stati ospitati gli amministratori, compresi consiglieri e assessori provinciali, e fin qui nulla di contestato, tra l’altro era quanto fatto negli anni passati, abbiamo aggiunto operatori turistici professionali, proprietari di strutture alberghiere, di bad & beackfast, di agenzie di viaggio, di produttori di prodotti tipici: persone, imMARZO ‘09


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Eppure qualche frecciata in Radio gliel’hanno tirata … Questa è la verità. E’ poi mi passi una piccola caduta di stile, gli antichi recitavano un detto: il bue che dice cornuto all’asino. Siamo veramente nel paradosso e nel ridicolo. Non mi faccia aggiungere altro. Qualcuno vuole la sua testa, almeno questo è vero? Certo, questo è vero. Ma in gioco non c’è solo la mia persona, quello che in realtà vorrebbero far saltare è la possibilità di questo territorio di autogovernarsi, di avere una identità politica ed una economia autonoma che possa controbilanciare gli interessi degli altri territori e portare risorse da noi. In verità è molto più facile fare accordi personali con “Agenzie” provenienti da altri territori. Vendere il proprio territorio per interessi di parte o, ancor più grave, personali è un concetto che non mi appartiene, e credetemi le proposte personali le ho avute ed anche allettanti. Ma io credo nel principio di autogoverno, lo pensavo già dai tempi dell’università: chi mi conosce lo ricorderà senz’altro. Ho difeso il territorio quando è stata proposta la società consortile che doveva occuparsi del turismo, una proposta indecente che lo avrebbe vampirizzato per l’ennesima volta, finivamo per contare come al solito il 2% della compagine sociale, ovvero NULLA. L’Ho difeso nella creazione di un CST autonomo, Centri di Servizio Territoriali, dove una corrente politica ci voleva aggregati in coda ad un altro. Siamo diventati CAPOFILA di un raggruppamento di 250.000 abitanti, tutta l’area dei peloritani compresa la provincia di Messina, decreto già deliberato e ammesso a finanziamento. Il primo atto che questa Agenzia ha fatto nel 2009 con protocollo 1/2009 è stato ricordare all’Unione quella trentina di iniziative che l’Agenzia ha attivato e che attendono il battesimo “politico” dell’Unione, (Sportello CRIAS, Sviluppo Italia, oggi Invitalia, Italia lavoro, Consorzio ASI, INPS, Sportello Pesca, Consorzi fidi per credito agevolato…. Ecc….) Qualcuno dovrà pur prendersi la responsabilità politica di governare questi processi visto che l’Agenzia ha solo un ruolo tecnico. Probabilmente nei progetti di qualcuno, la “colpevole inerzia” doveva servire a “BOLLARE” l’Agenzia come incapace di svolgere il proprio ruolo, si SBAGLIAVANO. Ma tutto finalmente comincia ad essere più chiaro. Certo qualche posizione politica e qualche assunzione sono sospette ed indicative MARZO ‘09

quantomeno di un potenziale conflitto di interessi. Ma vedremo anche questo…. Si parlava di dissapori con Miasi e Foti, due che in passato di certo non hanno fatto mancare l’appoggio all’Agenzia. Sono due nomi inventati: Foti ha creato l’Agenzia figuriamoci se mi vuole fuori e l’Avv. Miasi nelle sue dimissioni dalla Giunta dell’Unione scrive testualmente che ‘la vicenda non ha alcuni riferimento con il caso denominato ‘Agenzia’, credendo fermamente sia nell’Ente che nella dirigenza’. Le pare uno che ce l’ha con me personalmente? Come già detto il chiarimento tocca livelli ben più alti. Vedremo se la nostra politica sana sarà in grado di difendere gli interessi collettivi dell’UNIONE. Dal canto mio, Foti e Miasi sono e restano i fondatori dell’UNIONE, e dell’Agenzia: Miasi in particolare ha sostenuto la mia nomina a presidente. Il tentativo di scardinare un legame anzitutto di amicizia, fa parte del processo di indebolimento che certa politica sta tentando di fare. Non dice con chi ce l’ha però … Non lo so nemmeno io, posso immaginare però. Quindi lei non si dimette, magari la cacciano …? La mia non è una nomina politica, si è detto sempre nell’Agenzia solo tecnici. È l’Unione l’organo politico. Sono stato nominato come professionista iscritto all’Albo dei dottori commercialisti, dovrebbero dimostrare che ho fatto danno al territorio … ma non so su questo terreno chi ci perderebbe…. Eppure ogni volta che la si nomina … Allora usciamo dall’equivoco: non è che questi politici ce l’hanno con Andrea Ceccio, quello che si cerca di fare da parte di alcuni ‘sabotatori’ è delegittimare del tutto l’Agenzia. Non ce l’hanno con la persona ma con l’Istituzione che rappresento. Ripeto, per taluni, è meglio essere fanalino di coda di altri territori, la cosa è più “gestibile”, meno evidente, meno trasparente. Attaccano lei per non attaccare l’Agenzia, ma se è vero perché? Perché ci sono alcuni soggetti che preferiscono barattare la possibilità di migliorare il proprio territorio con qualche prebenda di second’ordine. Si vuole delegittimare l’Agenzia per trasferire le sue competenze ad un altro ente esterno all’Unione di modo che i nostri finanziamenti vengano governati lontano da qui in modo poco trasparente. Ad esempio l’attacco ai consorzi di Pagliara e del tutto fuori luogo, sul territorio dell’Unione ci sono circa 70 consorzi che hanno gestito circa 20 milioni di euro. Solo i 4 di Pagliara hanno trasferito i loro fondi all’Agenzia. Gli altri? Perché non chiediamo conto di come sono stati spese le altre somme, di quali incarichi sono stati dati, di quali assunzioni sono state fatte, ecc. Anche qui l’attacco sa di ridicolo credetemi. Alla fine della giostra, insomma, la salvano? Non sono io che devo essere il salvato, ma il nostro territorio e dalle grinfie di certa politica. Ma mi creda la nostra politica non è così sprovveduta, ha ben compreso il gioco e ha pur compreso il ruolo che ognuno recita. Ogni sindaco è ad un tempo un cittadino ed un padre e come tale ha dei doveri verso i propri concittadini e verso i propri figli. Questo ne sono certo…. ci salverà.

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prese sane del nostro territorio che hanno speso ed investito risorse nel partecipare alla BIT. Ricordo che solo aereo e albergo sono stati rimborsati, il resto è stato sostenuto dalle imprese partecipanti. Ho pensato che in un momento di profonda crisi come questo sgravare di parte dei costi le imprese turistiche, che per me sono i produttori di economia reale del territorio, quelli che poi portano i “soldini” nelle nostre case e nei nostri paesi, fosse un dovere di chi ha un ruolo pubblico, di chi pensa di generare processi virtuosi di sviluppo economico sul territorio. Mi sbaglio? Vedremo. Voglio ancora ricordare che ci sono state diverse riunioni a Villa Ragno sul tema, articoli sulla stampa, su tele90, ecc… tutti erano a conoscenza di questa iniziativa, diversi fax e telefonate sono state fatte a tutte le amministrazioni dell’Unione, chi ha voluto e potuto è venuto. Il tutto con la massima pubblicità e trasparenza.


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Un welfare perfetto ucciderebbe i “vizietti” del Sud?

ECONOMIA

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Quinto episodio degli “appuntamenti” del Presidente Provinciale della Fenapi Messina con il ns. direttore, per parlare di economia & Società. ietro, questa volta vorrei analizzare le attuali politiche di sostegno alle famiglie e magari discutere di modalità nuove e ragionate per un nuovo welfare. Comincerei con l’affermare che lo Stato Italiano, in questi ultimi cinquant’anni, si è comportato con una inusitata contraddizione alla base, quando si parla di questo argomento: talvolta è liberale e filo-occidentale, e talvolta è anche statalista, sulla falsa riga degli esempi dell’Est. Questo controsenso ha uno dei suoi capisaldi nell’affermazione che il 70% delle grandi attività economiche italiane è in mano al Ministero del Tesoro. Gli ammortizzatori sociali per i cittadini non sono atti di grande respiro, pianificati con sufficiente anticipo, o effetto di una certa filosofia politica, ma espedienti di Finanziarie ad hoc cambiate annualmente, votate di notte, con il fiato sul collo dei media, delle opposizioni, dei sindacati.

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La “regina” degli ammortizzatori, è la Cassa integrazione. Si applica solo per le grandi e grandissime aziende. Non solo, a ragionarci bene, la cassa integrazione è sin troppo ovvio percepirla come un giusto e sacrosanto aiuto agli operai quando le linee di produzione sono in crisi, ma contemporaneamente finiscono per essere aiuti alle imprese poiché gli si consente di continuare produzioni fallimentari, o non produzioni e paradossalmente non avere quell’incentivo a cambiare seriamente le cose. Esagero: la CIG sembra pensata per i dipendenti, ma vista da diversa ottica, mantiene lo status agli imprenditori, garantendogli la sopravvivenza e probabilmente anche qualche guadagno. I piccoli imprenditori, devono rispondere a crisi e difficoltà continuando a pagare i dipendenti o a licenziarli. Dov’è la grande miopia statalista italiana? La famiglia media italiana spesso è impegnata nella media e piccola impresa, al disotto dei quindici dipendenti, se fallisce, lo Stato dov’è? Quelle famiglie dove attingono i fondi per campare? Ancor più tragico per micro realtà da uno o due lavoratori. Dovrebbe essere lo stato ad aiutare i grandi come i piccoli Come se ne esce ? Lo stato italiano si ostina a non volersi chiedere “come fai a vivere?”, “come posso aiutarti quando sei in difficoltà”? Ad esempio in Canada le aziende sono fatte rientrare in una specie di macro dipendenza statalista.

Si stabilisce un tetto di vivibilità per l’imprenditore. Se il guadagno copre e raggiunge quel livello, bene, altrimenti se non lo raggiunge, integra lo Stato. Si determinano almeno due effetti: si abbatte completamente l’evasione fiscale poiché quei capoazienda sono portati a dichiarare al fisco anche le forcine per i capelli, e dall’altro si mette in grado lo stato di elevare a numeri parecchio forti la tassazione, anche a circa il 50%; in fondo non sarai mai in mezzo ad una strada. Per questo in Italia lo Stato non deve mandare i finanzieri per debellare l’evasione, ma semplicemente garantire la vivibilità minima alla famiglia dell’imprenditore. E Franceschini con il suo assegno a tutti i lavoratori che abbiano perso il posto? Non mi trova d’accordo perché non credo a masse di cittadini che non facciano nulla e che camminino con in tasca i sussidi statali. Creerebbe plotoni di mantenuti a vita dalla comunità, e portati al lavoro nero per “arrotondare”. Suggerirei a Governo ed Opposizione anche di diminuire all’osso quella giungla burocratica legata alle assunzioni. E, in mancanza dei lavori “canonici”, anche per averli persi, cosa ce ne facciamo di queste masse di neomantenuti dallo Stato? Li impieghiamo come forza lavoro-jolly in tutte quei settori di utilità pubblica o privata che vanno in affanno per motivi congiunturali: aiuto salumieri, camerieri, aiuto pizzaioli nel week end, manovalanza dopo le mareggiate, ausiliari del traffico negli eventi turistici, uscieri ed impiegati nell’occorrenza di scadenze amministrative degli enti locali, bidelli, lavoratori agricoli e chissà in quanti altri modi. Che è ben diverso, se ci fai caso, di creare neo-articolisti o neo-LSU. Lo so, Pietro, mi stai per dichiarare una cosa un po’ provocatoria… Sì, in effetti è vero. Rivedrei anche il fondamento filosofico del Trattamento di Disoccupazione, che fino a quando esiste secondo me non incentiverà i lavoratori ad aumentare i propri sforzi per una occupazione durevole nell’anno. Saranno sempre sui marciapiedi o in fila all’INPS, o al bar, con in tasca quel paio di euro per vegetare sino alla successiva assunzione, senza neanche poter …lavorare, se non in nero. Con un sistema premiale, sia per i lavoratori che per le imprese, che sappia incentivare le assunzioni a Tempo indeterminato, si stroncherebbe anche quest’ennesimo vizietto del Sud. E finiamo con Card, Bonus, indennità varie, una tantum, etc… Quest’ultimo è una macro-modalità per sfruttare la miopia degli italiani, le strumentalizzazioni dei politici ed anche di certi mezzi di informazione. Fine dell’ ICI prima casa, sconto Enel per famiglie indigenti, e i vari bonus tanto reclamizzati si riabbatteranno sulla popolazione sotto forma di imposte indirette. Il sistema Italia, di questi tempi, non è in grado né di fare sconti a nessuno né di fare il Buon Samaritano. Dovrebbe fare il Robin Hood, ma per ora ci sta provando Obama, vediamo se sopravvive. a cura di G.M. Cicala MARZO ‘09


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IL MIRACOLO DEL PEARS: E LUCE FU!

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Cosa attenderci dal nuovo Piano energetico siciliano di Gianandrea Agnoni abemus PEARS! E che è? Un nuovo hamburger di McDonald’s? Il cognome dell’attore americano del momento? Una medicina per la tosse? Ma no! E’ il Piano Energetico Ambientale delle Regione Siciliana. Ad annunciarlo è stato lo stesso Presidente Lombardo, suscitando le “ire” del capogruppo UDC all’Assemblea Regionale l’onorevole Rudy Maira, che ha subito fatto notare come il governatore abbia dimenticato di citare l’assessore regionale all’industria Pippo Gianni (UDC, ovvio) nel comunicato stampa della Presidenza che annunciava il lieto evento dell’approvazione del Piano da parte della giunta. Maira spera che “la dimenticanza del Presidente sia dovuta ad un eccesso di zelo, poiché Pippo Gianni è stato fautore, ispiratore e sostenitore convinto del nuovo piano energetico siciliano”.

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Diversificazione delle fonti energetiche, ricerca di tecnologie “pulite”, valorizzazione delle risorse endogene, potenziamento di infrastrutture energetiche, completamento della rete metanifera e diffusione dell’idrogeno saranno le parole chiave dei prossimi anni. E’ questa la sfida che il governo regionale ha accettato, forte della sua assoluta ed esclusiva competenza in materia. Al Piano vanno affiancati interventi strutturali di primaria imporMARZO ‘09

ENERGIA

Andando oltre le beghe di carattere meramente politico e la reale o presunta paternità del PEARS, l’importante è avercelo e la speranza e che lo si metta in opera, visto che spesso, al momento dell’attuazione di una qualsivoglia norma, sorgono problemi inattesi. In teoria d’ora in avanti i nostri corregionali avranno la libertà di scegliersi la fonte di energia alternativa che preferiscono e potranno accedere ai finanziamenti che la comunità europea mette a disposizione della nostra regione per il periodo 2007-2013. I siciliani diventeranno produttori e non più solo consumatori di energia, un po’ come avviene per chi ha l’orto sotto casa e si coltiva i pomodori e i fagiolini! La programmazione comunitaria tende a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto attraverso il finanziamento di progetti pilota, anche sperimentali.

L’On. Pippo Gianni Assessore Regionale all’Industria tanza come il raddoppio dell’elettrodotto che collega la nostra isola al continente, la costruzione di terminali di rigassificazione e, dulcis in fundo, la realizzazione della rete ad altissima tensione. Appare lapalissiano che non investendo anche in questa direzione, sarebbe del tutto paradossale innalzare la soglia di energia prodotta in Sicilia se poi le infrastrutture necessarie ad accoglierla e smaltirla restassero quelle super datate che ben conosciamo. Il PEARS permetterà alla Sicilia di rientrare nei parametri del protocollo di Kyoto ed è stato pensato seguendo le idee del guru della terza rivoluzione industriale, lo statunitense Jeremy Rifkin. Autore di diversi volumi che trattano delle conseguenze che i cambiamenti tecnici e scientifici provocano su economia, società e ambiente, in aggiunta al suo impegno negli States, Rifkin è stato consulente di diversi capi di stato europei, della commissione europea e anche del nostro ministero dell’ambiente per le politiche climatiche ed energetiche; la sua teoria riguarda una terza rivoluzione industriale, che si basa su comunicazione ed energie: per farla breve mentre la comunità europea è nata basandosi su carbone e acciaio, ora è necessario ripensarla sull’idrogeno.

Edifici vecchi e nuovi, con l’ausilio di tecnologie solari e mini impianti eolici diventeranno centrali energetiche, l’energia prodotta in surplus sarà stoccata sotto forma di idrogeno, utilizzato a sua volta come carburante pulito, sarà possibile scambiare l’energia prodotta grazie a reti controllate da sistemi elettronici intelligenti. Al di là delle teorie più o meno futuristiche di Rifkin, la cosa che appare importante la sottolinea l’assessore regionale al territorio ed ambiente Giuseppe Sorbello, il quale sostiene che in Sicilia si creeranno decine di migliaia di nuovi posti di lavoro e che la nostra isola, in sostanza, diventerà una grande impresa ad alta tecnologia. Il raggiungimento dell’indipendenza energetica sarebbe già un grande passo in avanti, l’ammodernamento della rete un successo notevole, se poi aggiungessimo a ciò la possibilità di sfruttare e adottare le tecnologie più innovative che il mercato offre, così da avvantaggiare economicamente i nostri nuclei familiari e le nostre imprese, e riuscissimo davvero a creare anche opportunità di impiego per i nostri giovani, allora ben venga il PEARS e ben venga Rifkin … ma non mi dite che per tutto questo basta un Piano, perché per me ci vuole un miracolo …


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Un soffio di energia

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- a cura di Vi orio Crisafulli e Santo Bivona ’utilizzo dell’energia eolica oggi è il risultato di un perfezionamento che continua da diversi secoli. Le prime prove dell’esistenza di mulini a vento risalgono al VII secolo DC, e si riferiscono a costruzioni situate nell’ antica Persia, in una zona situata al confine degli odierni Iran e Iraq. Se questi possono essere considerati i prototipi dei caratteristici mulini a vento olandesi le moderne turbine eoliche ne rappresentano l’ evoluzione. Ovviamente la capacità di raccogliere energia è notevolmente aumentata ma la principale differenza è da ricercarsi nella conversione della stessa energia da meccanica (movimento rotatorio di un albero) a elettrica. Sebbene l’Italia non sia fra le nazioni che fanno più ricorso allo sfruttamento di questa risorsa energetica (in Italia nel 2006 solo l’1% dell’energia elettrica è stato prodotto dal vento) negli ultimi anni l’interesse verso questa tecnologia va aumentando. I produttori offrono a catalogo un’ampia scelta di turbine, dalle più piccole, capaci di erogare al massimo potenze di decine di kW, fino alle più grandi in grado, in condizioni di vento favorevoli, di produrre fino a 3 MW elettrici.

ENERGIA

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È ovvio che la potenza generata da una

turbina eolica varia sensibilmente con l’intensità del vento quindi, visti anche i costi non indifferenti necessari per l’installazione di uno o più generatori, la convenienza economica non è sempre assicurata. In generale, il parametro di confronto utilizzato in prima analisi per la valutazione di un impianto è la sua producibilità specifica, ovvero la quantità di energia raccolta in un anno in rapporto alla massima potenzialità installata. Il valore minimo di tale parametro, affinché l’investimento sia conveniente, è fissato in circa 1500 MWh/MW, in altre parole l’impianto deve essere in grado di funzionare al massimo della propria capacità per almeno 1500 ore l’anno. Tali valori di producibilità possono essere raggiunti solo se la velocità del vento che investe le pale è sufficientemente elevata ed in particolare superiore a 5,5 – 6 m/s. In Sicilia sono parecchie le zone nelle quali i venti soffiano con sufficiente intensità soprattutto in prossimità delle aree crinaliche, la risorsa eolica è quindi ampiamente sfruttabile, come testimoniano le numerose installazioni già realizzate ma anche quelle per cui è stata autorizzata la costruzione (600 MW complessivi).

Lo sfruttamento dell’energia eolica è, al pari delle altre soluzioni che consentono di muoversi verso il traguardo della sostenibilità energetica, incentivato dalla Pubblica Amministrazione. L’energia prodotta da fonte rinnovabile, e quindi anche dal vento, permette infatti di accedere ai benefici connessi ai Certificati Verdi, un bonus economico riservato ai produttori di energia non inquinante. Tali incentivazioni rendono l’investimento necessario per la costruzione di un parco eolico, oggi valutato in circa 800,00 – 1000,00 €/kWh installato, recuperabile in meno di 10 anni e quindi appetibile.

Al via la rivoluzione dei bio-carburanti a produzione di BioCarburanti da prodotti agricoli tra il 200 e il 2007 è triplicata (2% del consumo globale di carburante). Questa crescita si prevede continuerà, mantenendo il contributo totale dei biocombustibili liquidi all’energia per il trasporto modesto. Questo trend è pilotato dai seguenti fattori: Energy supply security, Support for agricultural industries and rural comunities, Reduction of oil import and The potential for GreenHouse Gas Immigration. Se da un lato l’utilizzo di bio-Fuel risolve problemi legati alla produzione di CO2 e allo sviluppo Economico, dall’altro, l’utilizzo dei Bio_Fuel di 1°generazione crea scompensi nel mercato Alimentare dei paesi Poveri aumentando il numero di affamati. Infatti l’impennata dei prezzi delle derrate alimentari, durante il 2007, ha creato 75 milioni di ‘nuovi’ affamati, portando il numero totale a 923 milioni. E’ l’ultimo rapporto della Fao sullo stato dell’alimentazione e l’agricoltura, che mette in evidenza come queste politiche, favorevoli allo

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sviluppo di biocombustibili da prodotti agricoli attraverso sussidi siano più che triplicate dal 2000 e il 2007 e mettano a rischio la sicurezza alimentare. Questo è dovuto poichè biofuel ed etanolo incidono prepotentemente sull’aumento dei prezzi delle materie prime agricole. Inoltre, sussidi e barriere commerciali adottate dai Paesi Ocse creano un mercato artificiale che danneggia i Paesi poveri e ne ostacola lo sviluppo agricolo e rurale. Tutto ciò senza considerare che, pur raddoppiando nei prossimi dieci anni la produzione, il ricorso ai biocombustibili avrà un impatto modesto nel settore energetico. Nonostante questa limitata importanza dei biocomustibili liquidi in termini di fornitura di energia a livello globale, la domanda di materie prime agricole(zucchero, mais, semi oleosi) per la loro produzione continuerà a crescere nel prossimo decennio, e forse anche dopo, ponendo una pressione al rialzo dei prezzi alimentari. Un alternativa valida a tutto ciò è l’utilizzo di Bio-Combustibili di Seconda

Generazione,ossia i combustibili ottenuti tramite la lavorazione di materiale lignocellulosico, anziché gli attuali prodotti derivati da olii e cereali. Se si procederà ad estrarre il materiale lignocellulosico dagli alberi senza danneggiare il suolo e le radici, si potranno mantenere realmente intatte le foreste e si potrà garantire lo sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili. Alcuni paesi, come Germania RegnoUnito e StatiUniti, stanno sperimentando questi biocarburanti di seconda generazione. Tuttavia l’ostacolo maggiore sono le ingenti spese per costruire BioRaffinerie Adeguate(Alcuni studiosi sostengono che una raffineria per i nuovi biocombustibili costi almeno quattro o cinque volte tanto una centrale per la produzione del bioetanolo.). Certo è che questi carburanti di seconda generazione probabilmente metterebbero d’accordo tutti, persino ambientalisti e consorzi consumatori che non considerano sostenibili gli ormai “sorpassati” primi biocarburanti. MARZO ‘09


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ERNESTO SIGILLO:

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“Il mio Savoca ai play-off” - a cura di Mimmo Muscolino in da piccolo sono cresciuto con pane e calcio” queste sono le parole di uno dei protagonisti del Campionato di Terza Categoria: il portiere dell’Akron Sport Savoca, Ernesto Sigillo. L’estremo difensore, 22 anni, alla sua seconda stagione nelle file della squadra biancazzurra, con un passato nelle giovanili dell’InterClub e dello Sportinsieme, con il suo carisma è uno dei punti di forza della squadra. In questa stagione, ha totalizzato 14 presenze subendo 14 reti, e risultando in più di una circostanza fondamentale per il risultato finale. Nella scorsa stagione invece Ernesto ha collezionato 10 presenze e subito 12 reti, disputando la finale dei play- off contro il Cariddi, e mancando per un soffio la promozione in seconda categoria, traguardo che il giovane portiere savocese vuole raggiungere in questa stagione, pur essendo consapevole che il cammino è difficile ma non impossibile.

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SPORT

Come nasce la tua passione per il calcio? Mi è stata trasmessa dai miei familiari che sin da piccolo mi hanno cresciuto a pane e calcio. A quale campione t’ispiri? Buffon, ma anche Peruzzi è stato un grande... La tua squadra del cuore? Messina. Perché? Fin da subito, circa 6 anni fa mi ha coinvolto, facendomi diventare un accanito ultrà. Quali sono i tuoi hobby? Calcio, musica e discoteca. In quale ruolo ti piacerebbe giocare oltre al tuo? Attaccante: è sempre stato il mio pallino. Il momento più bello della tua carriera sportiva? Forse ancora deve arrivare, ma la prima convocazione in prima squadra a 16 anni è un bel ricordo... E’ quello negativo? La finale play-off dello scorso anno con il Savoca...che brutta giornata... Perché hai scelto di giocare nella squadra attuale? “Mi hanno convinto il progetto e la mentalità vincente del mister. In più i miei compagni sono davvero eccezionali...” In quale squadra hai giocato in passato? Interclub (ma ero davvero piccolo) e Sportinsieme.

NOME: ERNESTO SIGILLO ETA’: 22 N. DI MAGLIA: 1 RUOLO: PORTIERE SQUADRA: AKRON SPORT SAVOCA Come giudichi il campionato in cui giochi? Molto equilibrato, qualsiasi squadra può perdere ovunque. La squadra favorita per la vittoria finale? Dopo questo inizio sicuramente il Furci. Quali sono i fattori determinanti per vincere un campionato o giocare ad alti livelli? Sicuramente mentalità, spirito di sacrificio, gruppo compatto e tanta fortuna... Secondo te come deve essere una società-modello? Sempre presente e ben organizzata... Come giudichi il calcio della riviera jonica? Da quest’anno sicuramente in crescita, soprattutto di entusiasmo....”. Un tuo parere sui campi di calcio del nostro comprensorio? Davvero approssimativi, a volte addirittura scandalosi... La classe arbitraria è all’altezza dei nostri campionati? Assolutamente no, ma non per colpa loro, non è facile essere soli contro 22 giocatori, più panchina e pubblico...” Come ti definisci? Coreografico. Il tuo sogno nel cassetto? Naturalmente portare il Savoca nei palcoscenici che merita...

SPORT: BUFARDECI, 200 MILIONI EURO PER IMPIANTI IN SICILIA on la prossima programmazione comunitaria la Regione siciliana metterà a disposizione dell’impiantistica sportiva quasi 200 milioni di euro. E’ stata inoltre siglata la convenzione che sblocca circa 3 milioni di euro che potranno essere utilizzati in conto interessi per mutui accessi con l’Istituto del Credito Sportivo, che mette a disposizione risorse per oltre 50 milioni di euro. “I dati che ci ha fornito il Coni regionale parlano di circa 1000 impianti che in Sicilia vanno completati – spiega Bufardeci – e dobbiamo intervenire immediatamente. Non soltanto perchè lo sport è un fattore di promozione sociale e individuale primario, ma anche perchè la Sicilia, se veramente vuole competere sugli scenari internazionali, deve puntare sulla qualificazione delle sue strutture. Anche di quelle sportive”.

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Bufera nel S. Alessio Calcio - Il bomber Giuseppe Mangiò annuncia: a fine stagione vado via di Mimmo Muscolino ALESSIO – Il giocattolo S. Alessio si è rotto: con la crisi di risultati sono venuti fuori i problemi e le incomprensioni tra giocatori, allenatore e una parte della dirigenza. La squadra si è frantumata in poche settimane, il morale, già a terra per la mancanza di risultati, è precipitato sotto le scarpe: basti pensare che i ragazzi del Presidente Mimmo Costa alla fine del girone di andata occupavano la prima posizione. Un ambiente, quello alessese composto da giocatori capaci, entusiasti del momento felice dei colori arancio-neri, un gruppo unito, affiatato, che andava oltre lo sport. Una squadra giovane, ma che allo stesso tempo si è rivelata fragile ed è crollata al primo vero scossone. Forse hanno pesato in queste ultime partite l’assenza di giocatori esperti (Davide Garufi è stato ceduto a dicembre alla Robur) o l’infortunio al capitano Antonio Tamà. Fatto sta che la gara persa contro la Messana ha fatto precipitare il S. Alessio fuori dalla zona play-off ed ha provocato un ulteriore terremoto all’interno della squadra: la decisione del capitano ed allenatore della Juniores, Peppe Mangiò, di lasciare la squadra per contrasti con l’allenatore Giuseppe Mancuso che lo ha escluso dal match (esclusione che pare dovuta alla schiettezza dell’attaccante sui problemi della squadra). Tutti pensavano, visto l’attaccamento di “Peppe” alla maglia, ad uno sfogo di fine gara per la sconfitta subita con la convinzione che a mente fredda il tutto sarebbe rientrato. Invece la rottura sembra definitiva.

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con la Società e con l’Allenatore. Allenerò le ultime due gare della squadra Juniores con cui ho avuto un bellissimo rapporto e che meritano tutto il mio rispetto e la mia stima, sicuro di aver svolto un buon lavoro in questi anni con massimo impegno, dedizione e grande sacrificio. Dico grazie a me stesso per essermi sempre comportato con lealtà verso tutti i tesserati del S. Alessio e di aver rispettato tutti. Chiedo scusa ai miei compagni se a causa del mio carattere istintivo e del mio forte attaccamento alla maglia a volte ci siamo scontrati. Rispetto tutti, ma invito qualche mio compagno a parlare chiaro quando qualcosa non va, come ho fatto io pagando con l’esclusione nella gara più importante della stagione. Infine ringrazio il Presidente Mimmo Costa, che ho sempre rispettato e che rimane uno dei più grandi sportivi da me conosciuti, per avermi dato la possibilità di allenare il settore giovanile. Ringrazio la società e in particolar modo il direttore sportivo Salvatore D’Agata.” Peccato davvero.

Conoscendo l’ambiente, quanto è successo fa solo male allo sport ed a tutti coloro che credono nell’impegno sportivo. Il bomber Giuseppe Mangiò, ci ha spiegato i motivi di tale scelta: “Un capitano non abbandona la nave quando sta per affondare. Per il forte attaccamento alla maglia arancionera del S. Alessio, ho deciso di finire il campionato con la prima squadra e onorare l’impegno preso. Desidero ricordare che in questi anni Peppe Mangiò è stato sempre presente, sia nei momenti belli che in quelli brutti, cosa che qualcun’altro vedendo le cose messe male non ha fatto. Inoltre il sottoscritto è stato in campo dalla mattina alla sera con la Juniores, con la prima squadra, con gli allievi, oltre alle trasferte e alle tante battaglie fatte. Quindi, quando si parla dell’uomo qualcuno dovrebbe mostrare un po’ di rispetto, poi come giocatore sarò un peso massimo che nonostante i dolori vuole giocare, come allenatore della Juniores sarò mezzo pazzo, ma sono un uomo che ha dato anima, cuore e corpo a questa squadra. Continuerò fino alla fine della stagione, escludendo ogni tipo di collaborazione

TURISMO: BUFARDECI; LA SICILIA TERRA DI GRANDI EVENTI SPORTIVI port e turismo congressuale: la Sicilia si candida a diventare la capitale euromediterranea delle grandi manifestazioni intenazionali. Parte il progetto per sostenere la candidatura di Catania per i mondiali assoluti di scherma del 2011. Evento che sarà costruito passo dopo passo, partendo dalla conferenza internazionale che si terrà a Palermo alla fine di quest’anno, per passare dai campionati nazionali di Siracusa del 2010”.

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La passione secondo Matteo BWV 244 di Bach

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M° Valerio CIAROCCHI - Pianista ed insegnante

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Molto religioso, di fede luterana, scrisse molta musica sacra, tanto che i due terzi del suo catalogo sono composizioni di carattere ieratico. «Personalità profondamente religiosa, Bach si fece apprezzare improvvisatore ed esecutore all’organo ed al clavicembalo; la sua vasta mole di opere fu apprezzata postuma nell’Ottocento, grazie alla Bach-renaissance, tanto voluta e divulgata da Mendelssohn»2. Unici esemplari che ci sono giunti completi, certamente composte da Bach, «le due Passioni (Gv e Mt) sono capolavori che trascendono un’antica tradizione liturgicomusicale, che situa il racconto della Passione come culmine della Settimana Santa»3. L’adattamento musicale di questi testi non avviene accidentalmente, ma assume nel tempo aspetti svariati, in funzione delle diverse interpretazioni teologiche date: «Fino al V secolo la liturgia romana recita salmodiando monodicamente il testo sacro pensando alla dottrina antica e tanto forte in Sant’Agostino della remissione dei peccati mediante Cristo»4. Una drammatizzazione s’avrà dalla metà del Duecento in poi, tramite la mistica del dolore di Bernardo di Chiaravalle e della compassione pronunciate dai discepoli o dalla folla. In Germania il Protestantesimo sostituì il latino con il tedesco, con uno stile semplice. Fischer individua nella seconda metà del Seicento l’origine della Passione-Oratorio, contraddistinta da recitativi di sapore operistico e dal potenziamento strumentale, da testi lirici moderni ivi inseriti e Corali comunitari. Ciò è legato al fenomeno del pietismo che promosse la devozione sentimentale e soggettiva. Bach sente in qualche modo anche il pietismo (per la Passione giovannea scrive sul libretto di Brockes), ma resta fedele al messaggio del testo evangelico alla luce dell’esegesi e della teologia luterana. Resta legato alla vecchia prassi di 1

Suggeriamo per l’ascolto la buona incisione per la Label della Concertgebouw Orchestra e del Toonkunst Choir di Amsterdam, diretti da Mengelberg, in cofanetto da tre

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cd. M. G. DELLA SALA, J. S. Bach, il luteranesimo e la musica sacra, in “La grande musica sacra”, Gruppo ed. Futura, Milano 1998, 48.

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dare a Gesù la voce del basso e quella del tenore all’evangelista. Della partitura abbiamo due versioni: una eseguita il Venerdì Santo del 1729 (la prima assoluta) a Lipsia; l’altra eseguita nel 1736. Quest’ultima presenta qualche aggiunta o modifica come la sostituzione del finale della prima parte. La struttura è potenziata con corali, arie ed ariosi. L’orchestra ed il coro sono molto ricchi di elementi. Il testo è appunto quello del Vangelo di Matteo: «La Passione di Cristo ha già una forte connotazione di teatralità e Bach si serve magistralmente del testo con l’ausilio d’adattamenti fatti da diversi scrittori ed esegeti luterani»5.

La Passione secondo Matteo colpisce rispetto a quella giovannea per la grandiosità della concezione: Bach vi inserisce molte forme. Ci sono recitativi, mottetti, arie, ariosi madrigalistici, il Corale che garantisce la matrice luterana. Questa Passione consta d’una prima parte che racconta l’Ultima Cena e la cattura di Cristo (Mt 26, 1-56) ed una seconda che comprende gli interrogatori e la Crocifissione di Cristo. Nella Passione matteana egli è meno propenso alla meditazione, ma punta piuttosto a sconvolgere il fedele con la potenza e la forza che già il testo di Matteo propone in termini realistici. Maggiore resa realistica danno elementi come il canto del gallo sul rinnegamento di Pietro e lo scampanio alla Resurrezione di Cristo. Il recitativo è finalizzato a mettere in risalto il testo: duttile nella linea melodica, lirico ma non retorico, fedele all’intento dottrinale. La liricità è sempre pacata e composta, senza abbandono, esprimente ora il turbamento, ora l’emozione, ora l’appagamento del credente.

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M. MILA, J. S. Bach e la Passione, in “La musica di Dio”, RCS, Milano 1995, 4. 4 R. FRATTALLONE, Musica e liturgia, CLV Ed. Liturgiche, Roma 1991, 42.

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M. G. DELLA SALA, Il sacrificio di Cristo sulla croce. Ragioni dell’arte e ragioni dottrinali nelle Passioni di Bach, in “La grande musica sacra, Gruppo ed. Futura, Milano 1998, 55.

CULTURA

n periodo di Quaresima ci pare opportuno offrire ai lettori una riflessione sulla Passione in musica, proponendo l’ascolto della monumentale Passione secondo Matteo BWV 244 di Bach1. Egli trattò tutti i generi musicali tranne il melodramma, ma per quanto non abbia mai musicato libretti d’opera, ben sappiamo quanta teatralità c’è nelle Passioni.


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CULTURA

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di Claudia Aliotta : si festeggia la fine della I Guerra Mondiale, ma in una elegante villa si consuma una tragedia. Una giovane sposa muore di parto dando alla luce un bambino che ha le sembianze di un ottantenne e che di conseguenza viene abbandonato. Accolto da una coppia di colore che gestisce una casa di riposo per anziani il piccolo sembrerebbe destinato a una fine prematura, ma sorprendentemente sopravvive e in modo ancor più straordinario avviene che con il passare degli anni il suo corpo ringiovanisce. Inizia così la strana parabola di Benjamin Button, una vita al contrario ricca di esperienze e il cui filo conduttore sarà il suo amore per Daisy.

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Essere giovani in un corpo da anziano, essere vecchi in un corpo infantile, paradossi che potrebbero far pensare a qualcosa di avventuroso ma in realtà evidenziano la solitudine di chi è diverso, di chi non trova una collocazione che gli permetta di vivere la vita in tutta la sua naturalezza, concedendo e più spesso negando gli affetti più duraturi. È il tempo il grande protagonista del film di Fincher, il tempo che sovrasta, controlla e imprigiona l’esistenza dell’uomo, un tempo irreversibile che non torna indietro, come illusoriamente si propone di fare il grande orologio che si vede all’inizio della pellicola. Ma per quanto possa essere appassionante seguire le sorti del protagonista, manca una certa magia, mentre si percepisce soprattutto nella seconda parte del film la profonda tristezza di un’esistenza che perde tutti gli approdi che ha voluto comunque trovare. Se da un lato c’è la sfida di vivere ogni esperienza nonostante la propria condizione, dall’altro c’è la sconfitta che tocca ad ogni uomo, quella della morte e della separazione dagli affetti.

Strano che Fincher abbia raggiunto la sua prima candidatura all’oscar con un film che non ha il mordente e lo spessore dei suoi precedenti. Dal geniale Seven, all’incubo giallo di The Game, all’innovativo e visionario Fight Club, fino al thriller da camera Panic Room, il regista aveva brillato su tutti i fronti, ma non aveva raggiunto mai nessuna nomination, benché apprezzato sia dalla critica che dal pubblico. Adesso invece per il suo Benjamin ottiene ben 13 candidature e 3 Oscar (scenografia, effetti speciali e trucco). La pellicola, oltre due ore e mezza di durata, scorre con ritmi lenti, quasi a mettersi in sintonia con la vita dei primi decenni del 900 sul cui sfondo si snoda il racconto. La poesia non manca: la casa di riposo e suoi ospiti sono presentati come un mondo perduto, con i suoi personaggi dal ricco passato (la cantante lirica, la pianista, l’uomo colpito sette volte da un fulmine) e il sapore genuino di uno stato del Sud dell’America. Il film è da apprezzare più nel suo aspetto visivo che narrativo: una splendida fotografia accompagna lo scorrere delle vicende, regalando momenti poetici; Fincher dal canto suo sfoggia alcune scelte vincenti come quelle delle immagini seppiate o l’effetto pellicola tipico dei primi film del 900. Senz’altro di buon livello il lavoro attoriale, con Cate Blanchett nel ruolo di Daisy, capace di mettere in evidenza tutte le sfumature; Brad Pitt è misurato ma convincente, perfetta l’eleganza e la classe di Tilda Swinton. In evidenza anche l’attrice emergente Taraji P. Hensonm, che con il ruolo della madre adottiva ha ricevuto la candidatura come miglior attrice non protagonista.

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La giovinezza di Flora Crapanzano Nunnari

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viaggio di ciascuna anima chiara della giovinezza. La raccolta è pervasa di sinestesie e dei termini – cielo e lontano - a volere significare la duplice lettura che dal cielo e verso il cielo è vissuto il sogno della vita “…e intanto / una voce irreale / che sa di lontanissime distanze / dice l’atto di fede”, forse è la voce della figura che accompagna l’artista oltre le nuvole verso l’infinito, da dove “fra caligini chiare” si rivive “il lontano fluire della vita”. E’ proprio la poesia “Forse in futuro” che meglio sintetizza la visione onirica della vita dell’artista, che immagina avere due “ali immense / trasparenti qual tela di ragno” e potere volare “fra l’alba e i tramonti / emozionata come cera al sole”. Come cera al sole e la giovinezza che ci motiva e al contempo spaurisce inoltrandoci in un “Bosco sconosciuto” . La raccolta di Flora Crapanzano Nunnari non ha immagini ricercate o costrutti sintattici articolati, ma è caratterizzata da ciò che è tipico di ogni fase della nostra vita, la regolare quotidianità comune, di fronte alla quale tutto è appunto regolare, come il ricordo dell’infanzia o il timore di non intravedere più la luce nonostante la nebbia perché “bella era la vita, bella e fugace la felicità, bella e presto appassita la giovinezza” come scrisse Hermann Hesse. Tuttavia è la quotidianità che ci accomuna nei sentimenti e nella riflessione sul vivere senza tempo. Dominga Carrubba

EFFETTI COLLATERALI e non amate Woody Allen non leggete questo libro. Rischiate di ritrovare la stessa caustica ironia dei suoi film, solo espressa in maniera sistematica. Non leggetelo se non amate l’umorismo ebraico, il motto di spirito e la battuta pungente. Effetti collaterali è una raccolta di brevi racconti, ma non solo. Sono anche osservazioni autobiografiche e allucinazioni croniche. Più il racconto si stacca dal reale maggiore diventa la sua carica parodistica, fino a sfociare quasi nel paradosso. L’estremo è rappresentato dal racconto Reminiscenze: luoghi e persone, un titolo che già da sé indica la provvisorietà e la frammentarietà del testo, in una mancanza assoluta di fabula o intreccio. In effetti lo si può erroneamente definire un racconto, perché in realtà è l’emblema della satira: una pagina come un vassoio, ricca di sapori decisi e inconciliabili, servita a caldo, cacciata in gola con furia; e il boccone sospeso non appena affiora il senso di nausea. Il boccone sospeso di Allen è la battuta che non ti aspetti dopo righe e righe di allucinazioni. O almeno così sembra. Solo alla fine ti accorgi che le pagine allucinate erano anche pagine farcite di ogni sorta di disturbo semantico: «“Benny! Benny!” Una madre sta chiamando suo figlio.

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Benny ha sedici anni, ma ha già la fedina sporca. A ventisei anni andrà sulla sedia elettrica. A trentasei, sarà impiccato. A cinquanta, sarà proprietario di una lavanderia a secco. Ora sua madre serve la colazione, e siccome la famiglia è troppo povera per permettersi pane fresco spalma la marmellata sul News». L’edizione qui proposta vede come curatore Daniele Luttazzi, che nella prefazione pone opportunamente delle premesse soprattutto allo stile del libro. Per stile stavolta non si fa riferimento all’aspetto formale, ma a una sottile azione corrosiva che pervade ogni pagina e che rende la lettura iniziale fastidiosa, quasi pruriginosa. E non è solo questione di abitudine, è che questo genere di umorismo sembra tanto lontano da noi quanto efficace. Come nota giustamente Luttazzi, è un umorismo che si serve di elementi strategici basilari come l’allusione («Sono noto per aver avuto delle pensate ragionevolmente profonde, anche se le mie ruotano invariabilmente attorno a una hostess svedese e a delle manette»), il non sequitur, e la parodia. Il non sequitur nella logica indica un errore di ragionamento, una conseguenza dedotta da una falsa causa: «Breve racconto: un uomo si

sveglia al mattino e scopre di essersi trasformato nei propri plantari». Che vuol dire? Probabilmente niente. Probabilmente Allen ci sta mettendo davanti a una sconcertante evidenza: la più completa e pacifica mancanza di senso in ciò che regola la nostra esistenza.

Titolo: Effetti collaterali Autore: Woody Allen Editore: Bompiani Dati: 2004, 141 p., brossura, 9 ed. Prezzo: € 7,50

CULTURA

l 12 febbraio 2009 presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca in Messina è stato presentato il libro di poesie e prose “L’anima chiara della giovinezza” di Flora Crapanzano Nunnari – Ed.“Il Gabbiano”. Flora Crapanzano Nunnari è un’artista messinese che esprime i suoi sentimenti o su bianchi fogli in attesa di versi o prose o con le forme e movenze delle sue sculture. E’ la “Musa dell’arte”, scultura in argilla sintetica dell’artista, che anticipa sulla copertina la leggiadria della giovinezza cantata nella propria raccolta. Che cos’è la giovinezza se non un’emozione da scoprire in “pomeriggi di mille incertezze / di mute domande / e perplessità di fanciullina / che non capiva nulla della vita”; se non la futura espressione del rimorso che diventa un “canto acerbo ed accorato / dentro la solitudine del mondo / facendo affiorare nel ricordo / le passate sconfitte”; e comunque “un novello virgulto di speranza/ emoziona…/ lottando il tempo /con la passata gioventù / che nello spirito / vuol tornare a fiorire” ! La raccolta si può paragonare ad uno dei quadri di Salvador Dalì, dove il surrealismo è la trasfigurazione dei sentimenti affidati con malinconia ad un mondo onirico. E’ il caso della prosa “L’infinito con me”, dove sono le nuvole chiaroscure che traghettano il corpo dell’autrice oltre l’azzurro del cielo per incontrare figure coi tratti umani che verosimilmente sono i custodi dell’infinito, da dove inizia il

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42 a c u r a d e l p r o f. P i p p o B i e l l a

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ANNI SESSANTA

CULTURA

NASCE IL FUMETTO PER ADULTI nni Sessanta, fra le altre rivoluzioni sociali e culturali, nasce come innovamento e come contrasto al “perbenismo” dominante il fumetto per adulti.

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Lo Stato aveva chiuso le “maglie” della libertà di pensiero e di espressione creando il marchio MG (morale e garanzia) a cui dovevano essere sottoposti i fumetti ( come accadeva al cinema).Così si erano allungati i gonnellini delle eroine di carta, si erano cancellate scene violente, si erano tagliati dialoghi, insomma … “avete la libertà di scrivere e di disegnare quello che vogliamo noi”..

o qualche anno e poi sparirono dal mercato. Ne ricordiamo solo alcuni nomi: Zakimort, Sadik, Spettrus, La Iena, Demoniak, Mister-X… . La “grandeur” di questi fumetti era dovuta all’imitare i grandi ladri del panorama librario del passato (Lupin, Fantomas, Vidoc…).. aggiungendo un tono di avventura e suspence .. in cui i personaggi si salvavano all’ultimo minuto, ed anche una notevole esoticità, trasportandoli nelle più disparate località del mondo.

In questa categoria vennero inclusi sia i Fumetti Neri (Diabolik, Kriminal, Satanik, Sadik, Zakimort…), sia i fumetti erotici, che oggi sembrerebbero tante telenovelas o dei normali film d’avventura o di spionaggio con qualche scena osée.

Su questi fumetti i migliori autori e disegnatori hanno fatto la loro gavetta, per citarne uno: Milo Manara con il suo Jolanda de Almaviva.

Nonostante questo “taglia … taglia…” e la campagna morale e sociale contro questo dissacrato e dissacrante tipo di fumetto il successo fu notevole, anche se spesso i contenuti e i disegni erano approssimativi.

I lettori erano divisi in due gruppi, gli amanti del fumetto nero e quelli del fumetto erotico. I fumetti come Diabolik, delle sorelle Giussani, Satanik e Kriminal di Magnus e Bunker ebbero fortuna altri furono solo meteore, durarono qualche mese

In questo genere si preferiva la storia, una storia nera, che portava in scena le depravazione di personaggi del passato quali Lucrezia Borgia, Nerone, Messalina, Teodora… si tiravano fuori dai meandri oscuri della storia quegli avvenimenti di cui spesso i libri non parlavano e i professori non spiegavano, ed essi diventavano una cronaca nera storica che incuriosiva il lettore. E’ evidente che il tutto veniva romanzato, aggiungendo particolari piccanti o tragici, per instaurare nel lettore l’interesse … non finivano in un solo numero, come i Neri, ma nel momento culminante c’era il “continua”... fra quindici giorni o fra un mese … e quest’attesa contribuiva ad aumentare le vendite.

Si riuscì a superare quest’ostacolo creando il cinema per adulti (vietato ai minori di 14 o di 18 anni), e così, di conseguenza , si creò il fumetto per adulti.

Come accade in tutto il mondo, il senso del proibito sviluppò la curiosità, così al contrario di quello che volevano i “ benpensanti” ci fu un vero boom del fumetto per adulti.

Molto spesso queste eroine assomigliavano a dive del cinema B.B., come Ursula Andress, che erano entrate nel desiderio immaginario di molti loro fans, soprattutto per le loro forme.

Il formato era Pocket (piccolo), due strisce per pagina. Molti erano i primi piani, facili da disegnare e le storia si chiudevano in 114 o al massimo 130 pagine. Il fumetto erotico, era leggermente diverso e la maggior parte degli eroi era di sesso femminile: Messalina, Pompea, Isabella, Vartàn, La Vergine Nera, Uranella …. E c’era anche qualche maschietto come Goldrake (personaggio con il viso di Jean Paul Belmondo).

Piccola curiosità. A questo genere si aggiunsero, in contemporanea, alcuni fotoromanzi per adulti formato pocket, fra cui i più importanti furono Genius e Killing. Si può affermare, che per quanto ci si impegni a bloccare l’evoluzione, nascondendola sotto forma di moralismo, niente può fermare la voglia di conoscere del lettore di fumetti ( nel bene o nel male).

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SHODO: SCRITTURA CREATIVA a cura di M.A. Trimarchi GIAPPONESE l Giappone è da sempre sinonimo di fascino e di cultura infinita. La sua storia ci regala sempre qualcosa di nuovo e interessante ma soprattutto lontana dalla nostra cultura. Lo shodo, per esempio, è una di queste. Si tratta di calligrafia ma realizzata con pennello e inchiostro nero: un’arte tradizionale giapponese.

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In un primo momento, per la sua assenza di colore, era considerato un passatempo per anziani, un’arte di poco valore ma negli ultimi anni è emersa una nuova generazione di calligrafi che cerca di dare più prestigio a quest’arte. Le basi dello scrivere con il pennello venivano insegnate anche nelle scuole elementari. Oggi però, nell’era della tecnologia, l’interesse verso lo shodo è drasticamente calato. Contrariamente a questa tendenza, vi sono giovani calligrafi che realizzano forme di shodo non proprio convenzionali. Non si tratta di semplici lettere dipinte, lo shodo esprime un’infinita varietà di sentimenti, dall’austerità alla dolcezza a seconda di come viene impresso il tratto con il pennello; quindi la calligrafia diventa forma d’arte ma anche un mezzo per esprimere se stessi. Uno dei più accreditati calligrafi moderni è Takeda Soun, noto per le sue “Shodo performance”, infatti dipinge su di un palco accompagnato da musica dal vivo, come pianoforte, sassofono e tamburi giapponesi, creando sicuramente un’atmosfera magica.

L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO ovendo fare dei lavori di manutenzione ordinaria dell’ascensore, come si dividono le spese? Le spese di manutenzione ordinarie si dividono per metà in base ai millesimi di proprietà e per metà in relazione all’altezza dei singoli piani o porzioni di piano dal suolo. (e-mail Firmata)

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Posso evitare di pagare le spese se rinuncio alla sua quota di proprietà sulle parti comuni che abitualmente non uso? Il dovere del condomino di concorrere alle spese per la conservazione delle parti comuni deriva dal suo titolo di proprietà cioè dall’essere proprietario di un appartamento ed è indipendente dall’uso che tale condomino faccia o meno delle parti comuni e dei servizi comuni, perciò egli sarà tenuto a concorrere alla spese relative fintanto che conserverà la proprietà di una porzione dell’immobile. (e-mail Firmata) Desidero conoscere con quanti millesimi si nomina l’amministratore e con quanti può essere revocato, poiché abbiamo intenzione di cambiarlo? Secondo l’art. 1125 c.c., sia in prima che in seconda convocazione, l’amministratore viene nominato con il voto della maggioranza dei presenti in assemblea in rappresentanza di almeno 500 millesimi. La stessa maggioranza è necessaria per la revoca dell’amministratore. (e-mail Firmata)



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