JoniaNews Giugno 2009

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Salvo ciao! S. Teresa saluta uno dei suoi concittadini pi첫 rappresentativi



Al lavoro per il futuro prossimo

a cura del Dire ore

rrivederci. Sperando di poter ripetere l’esperimento nei primi sei mesi del prossimo anno, restituisco con piacere ed orgoglio il titolo di Direttore a Massimo Cicala, con la certezza di aver servito il giornale in modo dignitoso e corretto.

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Molto è stato fatto, molto ancora resta da fare. Non solo per il giornale. Abbiamo cercato in questi mesi di portare a termine una rivoluzione copernicana nel nostro piccolo mondo dell’editoria locale, perlopiù riuscendoci. Abbiamo cambiato veste, abbiamo cambiato mentalità. Non era facile, ma ci siamo riusciti. Un caro ringraziamento va a tutti i collaboratori con cui ho avuto il piacere di scambiare opinioni, giudizi e ‘curtigghi’, al grafico Giuseppe Androne (che della rivoluzione è stato parte attiva), a Samuel Savoca, (il copertinaro, come lui stesso si definisce), all’editore Dott. Giuseppe Pantano (per la fiducia), e ovviamente al “di nuovo” Direttore Cicala (per avermi lasciato libero di fare le mie scelte anche quando prevedibilmente

si sarebbero rivelate sbagliate). Vi lascio con un’indiscrezione (cosa che un giornalista serio non dovrebbe mai dare): pare che intorno alla metà del mese di agosto o meglio verso l’inizio di settembre, e salvo caduta del governo Lombardo II, saranno pubblicati in GURS i bandi per le imprese agricole, quelli per le imprese giovanili e quelli per le fonti energetiche rinnovabili. Questo numero lo dedichiamo ovviamente a tutti i nostri lettori, soprattutto ai più giovani, ai quali voglio ricordare che stare seduti all’ombra ad aspettare non serve a molto. Non serve a nulla. Intelligenti pauca sufficiunt. Grazie di cuore a V. Ciarocchi, C. Maccarrone, N. Picciotto, C. Spadaro, G. Agnoni, V. Crisafulli, G. Bonarrigo, C. Scimone, M. Lo Conti, D. Carruba, C. Aliotta, G. Crupi, G. Biella e Padre Tatì. Grazie alla Graph Snc di Sant’Alessio Siculo, a Pablo, Giampaolo, Giangabriele e Rosetta per l’aiuto ed il sostegno.

Carmelo Cutrufello

Exegi monumentum aere perennius

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Orazio, Odi, 30, 1

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EDITORIALE

Costruendo il Nostro

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JoniaNews Giugno 2009 Il mensile di informazione della riviera jonica messinese

www.jonialife.it

Sommario EDITORIALE Pag. 3

Cultura

Editoriale

di C. Cutrufello

Pag. 26 Pag. 28 Pag. 30 Pag. 31 Pag. 32 Pag. 33

PRIMO PIANO Pag. 5 Pag. 6 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 11

Punti di vista Salvo Ciao! I due volti dell’istruzione italiana Il mio distretto Taormina Etna Intervista ad Adele Tirante

di G. M. Cicala di C. Campailla di C. Maccarrone di C. Maccarrone

Angeli e Demoni Tattoo Silenzio! Suona Allevi Tu-Tubo Edipo e Medea MaledettaMente

di C. Aliotta di N. Picciotto di C. Spadaro di M. Lo Giudice di V. Ciarocchi di D. Carrubba

ECONOMIA Pag. 35 Innovazionw

ATTUALITÀ Pag. 14 Pag. 15 Pag. 16 Pag. 17 Pag. 18 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 23

ENERGIA

“Kiss” Castelmola Antillo Sant’Alessio Santa Teresa di Riva Roccalumera Missenso Alì

di V. Crupi di C. Scimone

Pag. 36 Energia Futura

SPORT Pag. 39 Sport Riviera

Registrazione Tribunale Messina n° 10/03 del 22/05/2003 Stampa: Graph snc Via Mantineo, 4 S. Alessio Siculo (ME)

Diretto da Carmelo Cutrufello Supervisore - G. Massimo Cicala GraphicsArtDirector - Giuseppe Androne In Redazione - Veronica Diniz Nunes Caposervizio Web - Carmelo Cutrufello Cultura - Maria Lo Conti Cover Designer - Santi Emanuele Savoca Garante del lettore - Avv. Epifanio Carlo Moschella

di M. Muscolino

Salute Pag. 46 La cervico brachialgia

Voci di corridoio affermano che l’aumento di 10 centesimi sulla tra a Messina – Roccalumera sia dovuto alle nuove e profonde buche che costellano il manto stradale. Un dirigente amministra vo del consorzio per le autostrade (dissestate) siciliane, che per non stupire troppo con la sua capacità di giudizio vuole restare anonimo, ci ha riferito che “Sì, l’aumento è dovuto alle nuove buche, ma non tanto ai loro cos di realizzazione quanto a quelli di proge azione. Infa per rendere più ‘emozionante’ il tragi o in auto ai tan pendolari le nuove voragini a gradoni (!!!) sono state inserite in luoEdiscon Notizie Periodico di informazione Anno III - Giugno 2009 Editore Editing Service Consulting snc Direttore Responsabile Carmela Pantano

di V. Crisafulli e S. Bivona

del Dott. G. Crupi

ghi strategici (gallerie non illuminate, corsie di sorpasso, dietro le curve). Il posizionamento è stato stabilito con un nuovo e poten ssimo programma della Nasa che calcola le traie orie delle auto di modo che sia impossibile evitarle”. Poi dicono che non c’è servizio al ci adino. Per pietà non pubblichiamo i comunica stampa in cui alcuni poli ci locali nei mesi scorsi hanno chiesto la gratuità del servizio autostradale.

Collaborano Gianandrea Agnoni, Claudia Aliotta, Nicola Antonazzo, Aynos, Pippo Biella, Giovanni Bonarrigo, Veronica Bonelli, Domenico Bonvegna, Filippo Brianni, Maria Caminiti Diniz, Valentina Caminiti, Valerio Ciarocchi, Paola Cingari, Dominga Carrubba, Pietro Cascio, Sebiano Chillemi, Salvatore Coglitore, Giuseppe Crupi, Sebastiano Di Bella, Rita D’Amico, Sac. Don Giuseppe Tati D’Urso, Seba-

stiano Scordato, Carmelo Galeano, Giovanni Galeano, Rosario Leonardi, Maria Lo Conti, Mimma Lo Giudice, Antonino Nicita, Cristina Maccarrone, Antonello Mantarro, Don Nunziato Mantarro, Marco Manzella, Giuseppe Migliastro, MariaLaura Moschella, Mimmo Muscolino, Claudia Panicci, Oriana Puglia, Donatello Puliatti, Carmelo Rigano, Cosimo Rigano, Sonia Ruggeri, Natale Russo, Giu-

seppe Savoca, Santi Emanuele Savoca, Carmelo Scimone, Scimpo, Annalisa Sicari, Mariacatena Silaro, Agnese Sturiale, Marco Sturiale, Silvana Sturiale, Antonio Tavilla, Andrea Trimarchi, Giusy Trimarchi, Santo Trimarchi, Maria Antonietta Trimarchi, Trinacrio, Carmelo Tringali, Alessio Triolo, Emanuela Triolo, Natale Triolo, Irene Turiano, Prof. Carmelo Ucchino, Carmelo Ucchino.

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5 a cura d i G . M a s s i mo Ci ca l a

Chissà che alito avrà la new economy

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Sbuffando per le prime cattive mattinate afose di maggio, non so come, il discorso cadde sugli effetti perversi della globalizzazione. Nel nostro caso, come vedremo, la globalizzazione agricola. Raccontavo che giusto il pomeriggio prima mi sono fatto, di puzzo buono, almeno mezza dozzina di alimentari al dettaglio, grandi, medi e piccoli, tutti santateresini, alla ricerca ormai diventata un mio incubetto (si può dire?) tutto personale: una testa d’aglio che sia stramaledettamente made in Italy. Tracciavo il bilancio: turchi, cinesi, spagnoli, marocchini, californiani, greci… nelle loro belle retine a tre a tre, bianchi, immacolati… e la targhetta che arrovellava nell’intimo il mio essere la generazione terminale di contadini: peggio di un coltello bagnato nel sale. Alla fine ci riuscii, con il mio orgoglio di siciliano parzialmente soddisfatto, che devolveva qualche euruccio in direzione di una azienda etnea, mediata da un notissimo fruttaiolo della zona sud di S.Teresa di Riva. Agli profumati, non esteticamente da …passerella, ma trasudavano….salute da tutte le pellicine. Quegli altri, i cinesi su tutti, quelli sì che erano le Carla Bruni, le Naomi Campbell della situazione, le patonze da urlo. Ebbene, me ne lamentavo di questa situazione, e teorizzavo, con il placet del mio amico, che ogni commerciante di alimentari e ortofrutta al dettaglio installatosi in un dato territorio, dovrebbe avere l’obbligo di lavorare una percentuale, anche minima o simbolica, di mercanzia locale. Era presente alla discussione un altro giovanotto, fresco di evidenti studi economici, con il quale si accese una disputa. “L’azienda locale, altrimenti fuori dal mercato, si siederebbe sugli allori…questa non è in linea con l’economia moderna”…. Non faceva una grinza, tutto in ordine a grafici, leggi, formule… Ho risposto che allo stesso tempo, se il coltivatore cinese mette il DDT, antiparassitario di Stato, da noi dichiarato cancerogeno già negli anni ‘50(!) Con la funcia che si avvicina qualche parassita! …magari preferirà svolazzare a piazza Tien An Men a fare qualche foto da turista e rivenderla in

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Occidente, o sperare di incontrare qualche anima degli studenti macellati venti anni fa dal Regime. E se un fornitore di Sparagonà “osasse” portare una partita di agli “andanti sul quasi marcio”, il nostro bottegaio la volta dopo si rivolgerebbe ad un altro contadino, di Fiumedinisi o di Mongiuffi… m’importa poco. Anch’esso incentivato da una microburocrazia magari inventata per accorciare la filiera e far mettere la retìna di agli, dal terreno direttamente al carrello della nostra massaia. Un assaggio di economia me lo posso permettere anche io: se sfrutto il mio terreno in modo che produca senza avere quasi nulla in cambio dei prodotti, a costo teorico zero, e li immetto nel mercato, riaggiusto il mio PIL, massimizzandolo se glieli vendo (fanculo Cina!) a Pechino, alla ricerca di fresh Money; ma se un contadino immette nel supermercato sotto casa una retina di tre aglietti che marciranno dopo una settimana, bianchi, uguali, perfetti e un po’ senza gusto, saranno tre o quattro passaggi intermedi, a contare solo quelli italiani, che compreranno a 4 e venderanno a 6, né più né meno di un negozietto di chincaglierie o di abbigliamento low cost. E togliamo dal discorso la componente “salute”, che con l’economia purtroppo è un parametro che non viene mai valutato, insieme alla qualità. Di sicuro credo che la lotta alla fame di stampo statalista e social-comunista delle zone rurali cinesi non obbliga certo i nostri contadini a barare sulla lotta antiparassitaria: carente finché vorremo il welfare agricolo di lontana memoria mussoliniana, ma ha fatto pur campare generazioni intere. E quindi si risponde con il fatalismo mediterraneo di maniera. Arrivano gli afidi? Il rimedio della nonna è acqua e sapone di Marsiglia. Meglio essere un po’ più profumati e puliti che con una metastasi qua ed un’altra là. Anche se questo non migliorerà l’alito della New Economy dei rampolli che abbiamo mandato ad Economia e Commercio a Messina. Che è tutto dire. Ma che amarezza mi lascia in bocca questa storia! Del resto… dopo cinque anni di Mensa Universitaria vuoi paragonare una surra di Thunnus Alalunga (la nostra “lalonga”) cotto alla brace di mandorlo con salmoriglio di olio di casa, origano raccolto per S.Giovanni a più di 600 metri di altezza, e dell’aglio nostrano spicchiato mezz’ora prima? Ma dài, molto meglio dell’involtino primavera...

ORIZZONTI

ah che tempi… Mi trovavo qualche settimana fa dall’Arch. Franco Gatto, un caro amico Funzionario periferico della Regione Sicilia nel settore che tutti noi (SCICA) associamo alla ricerca, lunga e disperata, proprio come lo studio del Leopardi, dell’agognato lavoro.

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PRIMO PIANO

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Salvo ciao! Santa Teresa saluta uno dei suoi concittadini più rappresentativi Se ne va in silenzio uno dei Signori della vita culturale del paese di Cristina Campailla uando si scrive di qualcuno che possiede doti e qualità straordinarie, è a dir poco ostico trovare le parole giuste. Io, piccola e fioca luce da un lato, Salvatore Triolo, grande fiamma che possiede il sacro fuoco dell’arte dall’altro.

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forse lo scoprono tardi, ma il genio - dove c’è – si vede, non c’è bisogno di clamori, di urla: fa leva il silenzio assordante, quello che possiede Salvatore.

Non è la prima volta che mi capita di parlare di lui: tre anni fa proprio su “Jonia” ne tracciavo, a pennellate ampie, il ritratto. Chi è l’artista? Uno che fa arte, certamente. Ma non basta. L’artista è uno che vive d’arte e s’innamora di essa, dal profondo, in maniera totalizzante e totalitaria, tanto da condurre la propria esistenza al solo fine di “sentire” le emozioni dentro sé e trasmetterle quindi agli altri. L’arte è foriera di emozioni, qualunque forma essa assuma per noi: dalla musica al teatro, dalla danza alla pittura, alla scultura…

Il sipario si apre per lui da ragazzino, a soli nove anni. In giovane età, desideroso di apprendere il pianoforte, inizia a studiare con la guida dalla prof.ssa Macherione e si appassiona al punto che cerca, laddove è possibile, di mettere a frutto gli insegnamenti acquisiti servendosi dell’armonium a pedali gelosamente protetto da un lucchetto, all’interno della Chiesa della Madonna del Carmelo. Alla conoscenza di questo strumento si affianca il nascente interesse per la musica popolare, tanto da entrare a far parte dei “piccoli canterini”, guidati da Vittorio Bruno prima, e dirigere un gruppo folk di Furci Siculo poi.

Quanta gente, ai nostri giorni, crede di essere un artista solo perché è riuscita a fare la caricatura di un noto politico in maniera discreta o perché ha fatto la comparsa in un film! Facile appellativo che ci si cuce addosso, anche per una questione di arrivismo, certo. Chi ha capacità e competenze tali da meritarsi davvero di essere considerato un artista, in realtà non sa nemmeno di esserlo. Lo sanno gli altri, molti

Segue quindi il coro popolare di Santa Teresa. Negli anni ’70 suona con costanza ne “I cadetti” e “Gli angeli”, ricavandone plausi anche da noti personaggi televisivi e, contemporaneamente recita nella compagnia “Nino Martoglio”. Arriviamo così agli anni ’80 ed al periodo fruttuoso nel mondo teatrale. Non vi è alcun dubbio sull’importanza che per Salvatore assume la figura di Romano Bernardi: una delle perGIUGNO ‘09


7 sone da cui il Nostro cerca di assorbire quanto più possibile e col quale si crea una ricchissima produzione per diversi anni.

Oltre a ciò, le collaborazioni con le compagnie non si fermano qui: Salvatore dà una mano anche all’associazione “Teagros”, finchè nel 2006 – in pianta stabile – fa parte de “I Marinoti”, diventandone il Presidente e portando in scena diversi lavori: da “L’eredità” a “Gatta ci cova” a “I marinoti”, curandone la regia e calandosi in un personaggio.

PRIMO PIANO

Salvatore sottolinea la professionalità e la severità di un uomo come il Bernardi, un maestro, una guida sicura ed efficace, tanto da condurre i santateresini verso lidi fortunati. E’ questo il periodo d’oro. Nella vita di ciascuno di noi, e specialmente in quella di chi artisticamente si forma, c’è sempre un momento in cui si intersecano la voglia di apprendere e contemporaneamente la crescita personale ed il plauso per l’impegno profuso. Segue quindi la nascita della compagnia “Liberi attori siciliani”, tirata in piedi da Salvatore, Lina Triolo (compagna anche di vita) e Vittorio Bruno. Ecco dunque che il teatro, all’interno della “bomboniera” del Val D’Agrò, fa capolino nella nostra riviera. Ecco un cartellone di tutto rispetto. Ecco la sala colma di gente che attende con ansia l’apertura del sipario.

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Certo, ciascuno di noi – soprattutto chi gli è stato vicino – porta con sé tante piccole e grandi cose che ha imparato da quest’uomo “senza maschera”, la cui teatralità è nata e vive attorno a lui per sempre. Il palcoscenico non si è chiuso, la vita terrena sì, è vero, finisce, ma ci sono cose che vivono ab aeterno.. “Non so quando smetterò con il teatro..”, così ha detto tempo fa il Nostro. “Mai”, dico io. Chi fa le cose con

Uomo umilissimo, semplice, molto paziente, buono ed altruista, in lui si mescolano una grande professionalità e savoir faire, Salvatore è per molti un maestro di vita e teatro. L’artista, del resto, è tutt’uno con l’uomo. E’ l’uomo che diventa artista e non il contrario. Lui sa per certo di essere uomo e di donare tutto ciò che ha imparato nella sua breve vita. La sottoscritta, che fa parte della famiglia teatrale più recente, insieme a tutta la compagnia “marinota”, tiene racchiusi come in uno scrigno, gli insegnamenti impartiti dall’amico caro: insegnamenti dettati dal cuore e che ad esso arrivano. L’amore forte, puro, per il teatro ha trascinato con la sua possanza giovani e adulti, “contagiando” questi che, infatuati, hanno cercato di ricambiare degnamente questo sentimento. Il capofamiglia è sempre pronto a dare il suo supporto, a consigliare, a tenere affettuosamente per mano tutti i componenti; quando c’è uno spettacolo in allestimento e il batticuore si fa sentire un po’ per tutti, avere accanto chi sa dirti le parole giuste, dopo averti guidato pian piano alla realizzazione del lavoro, è quanto di meglio possa esserci. La stretta di mano sicura, gli occhi fiduciosi… E via, sul palco, nonostante la stanchezza di ore di prove e montaggio scene, nonostante le piccole liti, nonostante gli imprevisti, nonostante tutto lo spettacolo è pronto ed il pubblico è seduto e attende, creandosi aspettative su ciò che vedrà, sapendo anche della presenza di Salvatore, una garanzia, “teatrante” da più di trent’anni. Quando tutto finisce, dopo un’ora e mezza, ci aspetta il suo abbraccio, il suo sorriso: “è andata bene. Certo, da qualche parte ci sono stati errori... Ci fu cu si manciau menzu copioni ‘nto secunnu attu…”. E ancora: “Ma tu com’è chi non trasivi? A cu spittavi? ‘A prossima vota, ti giuru mi sciuppu a scarpa e ta tiru…” (La scarpa ha realmente preso il volo più volte: una di queste, si è persino rotta a mezz’aria in seguito al lancio). Brevi momenti, ironici ma significativi questi descritti, per dare un saggio della straordinaria persona che è Salvatore. GIUGNO ‘09

amore, in modo viscerale, avvolgente, lascia un solco profondo. L’amore dato, che può essere quello per il teatro o per la famiglia o per altro ancora, non svanisce, neanche col tempo: trova un suo cantuccio e lì risiede, trovando alimento e linfa vitale eternamente. “Omnia vincit amor”, disse Virgilio. Ed io aggiungo: “et vitam”. Grazie Salvatore.


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I due volti dell’istruzione italiana hi Ohi, son finiti i soldi. E non da ora. Infatti è da dicembre del 2008 che gli istituti scolastici italiani non ricevono più risorse per le spese di Funzionamento didattico-amministrativo (toner, fotocopie, cancelleria, detersivi), i fondi per le supplenze sono stati ridotti del 40 per cento e per le visite fiscali, obbligatorie col decreto Brunetta anche per un giorno d’assenza, non ci sono fondi.

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Il fondo per le supplenze è stato ridotto di 250 milioni e altri cento milioni di aggravio sono arrivati dalla riforma della PA del ministro Brunetta (le visite fiscali costano). Mancano, inoltre, i soldi per i corsi di recupero estivi nella scuola superiore che coinvolgeranno mezzo milione di studenti. Come potranno mai reggere così le nostre scuole? Semplice, alla fine i soldi li chiederanno alle famiglie. Non è un caso quindi se più di 250 dirigenti scolastici del Lazio hanno consegnato ai genitori una lettera sulla “grave situazione finanziaria” degli istituti. Così le scuole sono costrette a richiedere “contributi volontari” alle famiglie che oscillano tra i 20 ai 120 euro l’anno. Il ministero sa perfettamente che la scuola sta per crollare sotto il peso dei debiti. Basta vedere le tante interpellanze presentate in aula e in commissione. Le ultime sono del 21 e del 12 maggio, dell’8 aprile e del 5 marzo. Il grido d’allarme arriva dalle scuole di Parma, Piacenza, Settimo milanese, Crema, Bologna, Firenze, Palermo. E qualche settimana prima da Lecco, Ancona, Bergamo e dalla Sardegna. Gli Istituti sono costretti ad elemosinare la carta igienica, gli alunni restano senza docente per molte ore, c’è una forte riduzione del recupero scolastico, l’annullamento dell’ora alternativa alla Religione, le aule restano chiuse perché inagibili.

n occasione della Settimana Europea dei Parchi, presso la scuola primaria “Raffaello Lambruschini”, è stata inaugurata la prima aula verde in Sicilia.

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Si tratta di un vero e proprio laboratorio di didattica ambientale a cielo aperto che offre l’immersione nell’ambiente naturale ricco di essenze e di specie arboree tipiche della macchia mediterranea, per conseguire gli obiettivi fondamentali di educazione, conservazione, ricerca e sviluppo. La realizzazione dell’aula verde rientra nell’ambito del progetto “Vividaria” promosso dalla Fondazione “Klorane” ed attuato d’intesa con la Federparchi, volto a valorizzare il ruolo delle piante e della biodiversità vegetale nei confronti della salute dell’atmosfera e degli equilibri climatici. Il progetto si fregia del logo del Dess (Decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile), ambiziosa campagna globale lanciata dalle Nazioni Unite per promuovere, attraverso diversi strumenti educativi, stili di vita coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile. Attraverso l’impegno sinergico della Federparchi, dell’Institut “Klorane”, della scuola, dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara e del comune ospitante è stato possibile realizzare questo progetto per contribuire a diffondere la cultura della sostenibilità. Fra gli altri sono intervenuti: Luigi Bertone (direttore Federparchi); Maria Villani (promozione Federparchi); Nicoletta Tognoni (coordinatrice progetto vividaria “Institut Klorane”); Giuseppe Castellana (commissario straordinario del Parco Fluviale dell’Alcantara); Francesco Tadduni (sindaco del Comune di Gaggi); Mario Rapisarda (dirigente scolastico Istituto Comprensivo Giardini Naxos); Silvana Mancuso Fuoco, insegnante scuola primaria di Gaggi che ha curato il progetto, coadiuvata da Pina Fiumara, Ninetta Crisafulli e Debora Bongiorno.

A Gaggi si sperimenta l’aula verde. È la prima in Sicilia

Mancano i soldi per le spese correnti e le famiglie devono autotassarsi

PRIMO PIANO

di Veronica Bonelli

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Il “mio” distretto Taormina - Etna Carmine Prestipino: intervista ad uno dei protagonisti

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di Cristina Maccarrone i hanno preso parte 430 concorrenti da tutta Italia e sono state presentate 762 fotografie.

Questi i numeri del primo concorso fotografico “Il mio distretto Taormina Etna”, promosso dal progetto Distretto culturale Taormina Etna e finanziato dalla fondazione Cariplo. Lo scopo? Valorizzare e diffondere la conoscenza del museo “en plean air” ossia di quelle meraviglie all’aria aperta che la Sicilia orientale offre. Quattro le sezioni: Panorami e Natura, Monumenti e Beni Architettonici, Eventi e Manifestazioni, Arti & Mestieri e Personaggi. I vincitori, premiati il 16 maggio al Palazzo dei Congressi di Taormina, sono: Carmine Prestipino per la sezione Panorami con la foto “Nizza magica atmosfera” (in basso), Elisa Benedetta Bisignani con “La Chiesa di San. Martino” (sezione Monumenti), Maria Salvatrice Indelicato con “Abilissimo Pescatore” (Arti e mestieri), Nunzio Rapicavoli con “La Corsa della Fede” (Eventi e manifestazioni). Il concorso ha la particolarità di avere messo insieme i gusti del pubblico con quelli degli “esperti”. A scegliere le foto più belle e votarle sono stati infatti gli internauti collegatisi al sito www.taorminaetna.it (20 mila le mail registrate). La palla è poi passata alla giuria, composta da Vincenzo Indaco, professore dell’Accademia delle Belle arti di Catania, Giuseppe Marullo, fotografo professionista ed Ernesto Del Campo, presidente della S.p.a “Sviluppo Taormina Etna”, che hanno stilato la classifica delle foto che il pubblico aveva decretato come migliori. Ai vincitori è andato un premio di 2500 euro, per un montepremi totale di 10 mila.. A Carmine Prestipino che ha fatto l’en plein con primo e terzo posto abbiamo rivolto alcune domande per capire come nasce la sua passione e se quello che per ora è un hobby potrà diventare presto “una strada di vita”. Come nascono le tue foto e perché questi soggetti per il concorso? Nascono molto spontaneamente, ho sempre la mia amata fotocamera con me. Quando vedo qualcosa che mi stupisce, che mi trasmette un’emozione, io la fotografo. In particolare, la foto scattata a Nizza l’ho realizzata mentre tornavo a casa da un sopralluogo di lavoro: si era alzata una foschia che rendeva tutto molto magico, non ho resistito, sono sceso dalla macchina e ho iniziato a fotografare qua e là. La seconda foto, quella in bianco e nero, è un attimo rubato in una pausa dalle prove con la mia band, gli Uaripat, mentre Marco e Giuseppe pensavano ai fatti propri invece di pensare a produrre... (ride) GIUGNO ‘09

PRIMO PIANO

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E la passione da dove ha inizio? Da bambino giocavo sempre con una macchina fotografica, convinsi poi mio papà a comprarne una nuova ed in occasione di un matrimonio, all’età di circa 7 anni, andai dietro al fotografo riempendo gli sposi di scatti, che poi non vennero neanche malaccio. Per un periodo mi “sparavo” un rullino al mese per avere ricordi di amici e tempi passati. Dopo un po’ mi stufai perché mi scomparivano sempre le foto ma, con l’avvento del digitale, la mia vita fotografica prese nuova linfa, prima con una compatta e poi finalmente con una reflex che sognavo dai tempi dell’analogico. Cosa ha rappresentato per te questo premio? Pensavi che avresti vinto? Intanto ringrazio chi mi è stato vicino (famiglia e amici). A dire la verità in questi premi ci speravo, ma non ci credevo. Sono uno stimolo per migliorarmi, imparare nuove tecniche e cercare di far sì che non sia solo una passione. Concludo dicendo a tutti di crederci in quello che fate e di farlo con passione, che prima o poi i risultati arrivano. CATEGORIA “PANORAMI” 2) SUGGESTIONI VULCANICHE di DARIO LO SCAVO 3) ACITREZZA – ALBA TRA I FARAGLIONI di AMBRA PORRELLO CATEGORIA “MONUMENTI” 2) SOTTO IL PORTICO di MARIA SALVATRICE INDELICATO 3) AL COSPETTO DELLA STORIA di GABRIELE CHIODO CATERGORIA “ARTI E MESTIERI” 2) “U PANARARU” ARTIGIANO ALL’OPERA di DANIELE CASABLANCA 3) MUSICISTI IN PAUSA – CAMPAGNE DI ROCCALUMERA di Carmine Prestipino CATEGORIA “EVENTI E MANIFESTAZIONI” 2) CARNEVALE ‘09 A S. TERESA DI RIVA di DANIELE CASABLANCA 3) LA CALATA DI SAN FILIPPO – CALATABIANO di BIAGIO SCUDERI


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TAORMINA DOVE SEI?

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ATTUALITÀ

raccolta e dava loro fette di pane di casa bagnato nell’acqua e cosparso di zucchero. Mi guardo attorno: la piazzetta è sempre là, le case ugualmente sistemate, magari ristrutturate, ma c’è un silenzio… non più grida gioiose, risate, racconti, pettegolezzi…

pesso, superati gli “anta”, si insinua in ognuno di noi uno strano sentimento: la nostalgia. Essa appare alle volte come un piccolo fantasma scherzoso, altre in modo triste e cupo.

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Ci sono situazioni, luoghi, parentesi di tempo, che scatenano nel nostro cuore crisi di nostalgia; piccolo languore nella bocca dello stomaco per qualcosa che manca, che però abbiamo avuto e al tempo stesso non possiamo più avere. E’ la premessa per raccontare la crisi di nostalgia che mi ha avvolto dopo una passeggiata nella mia Taormina, cittadina in cui sono nata e dove ho vissuto fino a quando 32 anni fa sposandomi sono andata a vivere altrove. Ci vado spesso, come tutti del resto, a Taormina, ma sempre di fretta, magari per stare con gli amici per la pizza o per il gelato. Stavolta però ho deciso: passeggiata lunga, senza fretta, guardando i luoghi a me più cari, per tornare indietro nel tempo, far riaffiorare ricordi accucciati in un angolino del cuore. Sono le 10 di un mattino di aprile,final-

mente di sole; raggiungo il corso Umberto ancora semi deserto,con i negozi non tutti aperti. Cerco qualcosa, ma non riesco a concretizzare cosa… poi, di fronte ad un balcone fiorito, penso di avere trovato quello che cerco, certo non è forte e penetrante, è appena percettibile, ma c’è… è il profumo “du balucu”(la violacciocca). Taormina “qualche anno fa” era avvolta da questo penetrante profumo che, insieme al gelsomino, creava un’atmosfera assolutamente inimitabile. Adesso è nascosto (forse) dall’odore dei cibi cucinati dai ristoranti e dalle pizzerie. Continuo la mia passeggiata e scendo verso via Naumachie: tavolini, sedie, camerieri che apparecchiano per la giornata. Qui abitavo da ragazzina, qui le coppiette si appartavano nelle nicchie antiche delle Naumachie per l’amore tenero del tempo. Più giù in via Calapitrulli c’era la sartoria del mitico don Totò Parisi, e l’osteria dove il signor Pancrazio,detto “Pagghialonga” vendeva lo zibibbo sfuso, dove gli uomini giocavano a carte e mangiavano i fichi secchi. A giugno per il Corpus Domini noi ragazzi addobbavamo la strada con chili di petali di fiori, preparati tutta la notte, per raffigurare i simboli della festa cristiana. Continuo a scendere e raggiungo Piazza Raggia, un piccolo slargo diseguale, in cui le case si incastrano l’una accanto all’altra, si accostano, fanno angolo; qui, ”qualche anno fa”, abitavano alcune delle più brave ricamatrici di sfilato siciliano (Ciccia,Chiarina,Peppina…); sedute fuori, con i loro telai, gli occhiali sul naso, facevano andare l’ago con una maestria impareggiabile; ogni tanto “regalavano” un rimprovero, sostenuto da un proverbio antico, ai ragazzi che là gridavano e giocavano “cu paloggiu”(trottola artigianale fatta girare tirando lo spago).

Sui campanelli delle case pochi cognomi noti,molti quelli sconosciuti:dove sono finiti i cognomi tipici taorminesi a cui si accoppiavano spiritosi e stravaganti soprannomi (Manciariddi, Manciaova, Robbaiadduzzi, Manisicchi, Cacara…) che meglio identificavano la famiglia o la persona? Ecco. La nostalgia prende il sopravvento,mi chiude lo stomaco ma apre la porta a mille altri ricordi che impetuosi vengono a galla nel mare del tempo;faccio fatica a contenerli,così preferisco andarmene alla svelta e raggiungo via di Giovanni e piazza Badia: la piazza dei taxi, dove anche mio nonno negli anni’50 posteggiava il suo e io bambina sulle sue ginocchia mi divertivo a far finta di guidare. Ancora qualche passo ed eccomi al Teatro Greco: qui veramente i ricordi si srolotano velocissimamente. Mi viene in mente la rassegna cinematografica, il David di Donatello, la cavea illuminata da mille e mille candeline, per festeggiare e premiare, in un’atmosfera attesa per un intero anno, i migliori attori della cinematografia mondiale: Sordi, Gassmann, Liz Taylor, Richard Burton, Gregory Peck, Harry Fonda, Fellini, Gina Lollobrigida …mi viene da ridere…”la maggior parte sono morti!” penso. I ricordi no. Quelli rimangono e testardi vengono fuori quando meno te lo aspetti e viene difficile cacciarli indietro, perchè come un domino ne trascinano altri e altri ancora!!! Che fare allora? Vorrei continuare la mia passeggiata, inseguire ancora luoghi e ricordi ma non posso e non voglio farmi del male. Decido di prendere una bella granita.. mi tira su e riesce a rimettere i ricordi in quel cantuccio nascosto del mio cuore, fino a quando basterà un niente per riportarli di nuovo fuori… Taormina dove sei?

Rita D’Amico, una santateresota non di Santa Teresa

Poi la più anziana chiamava i ragazzi a GIUGNO ‘09


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Adele Tirante: che emozioni con Tornatore

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di Cristina Maccarrone nterpreterà il ruolo di Rosalia, madre del protagonista (figura che si ispira alla nonna del regista) nell’atteso film di Giuseppe Tornatore “Baaria”, che uscirà il 25 settembre dopo circa 3 anni di lavorazione. Adele Tirante, 30 anni, di Nizza, alla sua prima esperienza con il cinema d’autore, è un’attrice a tutto tondo che finora si è esibita oltre che nei teatri siciliani, a Roma, a Milano e di recente ha vinto dei premi. E il palcoscenico è davvero la sua vita tant’è che quando non recita si esibisce nella capitale, dove vive da qualche anno, come cantante.

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Intervistarla è un’emozione: tante volte ci siamo scambiate pareri su materie, appunti e tutto quello che riguardava l’università dove ci siamo conosciute. E se allora discutevamo per telefono di appelli e dispense, oggi il mezzo è lo stesso, ma sono cambiati gli scenari. Da Nizza a Roma: quanto coraggio ci vuole per inseguire un sogno? Non è solo un sogno, ma un mestiere che ho iniziato ad intraprendere a livello professionale già quando ero in Sicilia, anche se a Roma le occasioni si moltiplicano. Capita che mentre stai recitando ti vede qualcuno e ti propone qualcosa, ho quindi allargato il mio raggio d’azione. Sì, a stare fuori ci vuole tanto coraggio: ci sono difficoltà economiche, lontananza dagli affetti e poi non è nemmeno facile il passaggio da un posto di mare ad una città grande come Roma, dove ti devi mettere in discussione. Mai pensato di tornare? Tante volte, specie nei momenti più critici, ma non l’ho fatto perché per ora sento che il mio posto è qui, anche se mi piacerebbe tornare in Sicilia più spesso. Com’è nata la passione per la recitazione? È nata quand’ero alle elementari dalle suore, dove cantavo. Ero combattuta perché mi piaceva anche recitare, stare dentro il teatro come sensazione fisica, mi sembrava che tutto potesse succedere. Tuttora provo questa sensazione. I miei genitori non l’hanno presa molto bene perché è un mestiere precario e dell’ambiente si sentono dire sempre cose spiacevoli, ma basta avere un po’ di testa per evitarle. E recitare con Tornatore com’è stato? Come ti ha scelta e di cosa parla il film? Il trailer per ora si vede nei multisala prima del film “Angeli e Demoni”, la storia è ispirata alla famiglia di Tornatore e va dagli anni ’30 ad oggi. Io interpreto la nonna paterna. Recitare con lui è stato troppo emozionante. È un grande maestro, perfezionista e sul set mi ha anche battuto le mani. Poi, dai colleghi, ho saputo che è un gesto molto raro da parte sua… Sono stata scelta per caso, tramite un’attrice che avevo conosciuto al teatro di Catania ho saputo che cercavano attori siciliani per il film e ho scritto una mail, mi hanno subito chiamata, ho fatto il provino e da lì è nato tutto. Non solo Tornatore, tu hai anche vinto dei premi … Con il mio gruppo di lavoro, composto da attori siciliani (associazione culturale “Cosa sono le nuvole”), abbiamo realizzato uno spettacolo, “Euphoria” di 20 minuti, che verrà sviluppato e rappresentato nel festival di Lucca a settembre. L’idea drammaturgica è mia ed è ispirato alla figura di San Cristoforo, con esso abbiamo partecipato al concorso indetto da Eti (Ente nazionale del teatro italiano) e Federgat dal titolo “I teaGIUGNO ‘09

tri del sacro”. Ci hanno contattato perché è piaciuto e saremo aiutati nella distribuzione. E nel 2005 altro premio, con “Scantu”, giusto? Sì, un’esperienza bellissima, sempre con lo stesso gruppo (nel quale recita anche la sorella Nella, ndr) siamo risultati finalisti al premio per il teatro di Riccione. Abbiamo portato in giro lo spettacolo a Racalmuto, Messina ecc… Progetti per il futuro? Mi piacerebbe lavorare in Francia. Sia la drammaturgia che la musica sono molto vive e c’è tantissima produzione. Altro che Monica Bellucci. Adele Tirante ha iniziato con la compagnia “Pubblico Incanto” di Tino Caspanello ed è stata dire a da regis come Walter Manfrè, Donato Castellaneta, Maurizio Marche e Luciano Melchionna con il quale ha recitato nel ruolo di “Mademoseille A” nel suo spe acolo, portato in scena sia a Roma che a Milano “Dignità autonome di pros tuzione”. Tu ora la sua anima si divide tra teatro e musica: con nua a cantare accompagnata da Cris ana Gius ni alla chitarra, nel duo “Le scarpe e rosse”. Prossima data: il 22 giugno al Crossover di Roma.


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PANNOLINI LAVABILI

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Uun mondo più verde per i nostri bambini! ifiuti Zero” è una strategia concreta che, in opposizione al consumismo Usa&Getta, promuove la riduzione dei rifiuti grazie alla diminuzione dei consumi, il riuso, la raccolta differenziata ed il riciclaggio.

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Gli studi più all’avanguardia rilevano, infatti, che la soluzione della “questione rifiuti” non è capire come sbarazzarsene ma smettere di produrli! L’Usa&Getta, a ben guardare, non è mai vantaggioso, né in termini economici, né per quel che concerne la praticità d’uso e la salute. Oggi il 10% dei rifiuti urbani è composto dai pannolini per bambini: rifiuti carichi di sostanze chimiche e impossibili da differenziare che, se bruciati, liberano diossina. Un comune pannolino, che ha un tempo di utilizzo di poche ore, impiega ben 500 anni per degradarsi! Ogni bambino cambia 6000 pannolini nei suoi primi 2 anni e mezzo di vita e questi si trasformano in una tonnellata di rifiuti. A ciò si aggiungono i numerosi inquinanti dispersi nell’ambiente per la loro produzione e le risorse non rinnovabili impiegate. Diversi studi dimostrano che i pannolini Usa&Getta surriscal-

dano i genitali dei bambini, danneggiandone il normale sviluppo e quindi la futura fertilità. Scatenano inoltre gravi irritazioni, rilasciando sulla delicata epidermide le sostanze chimiche di cui sono composti (silicati, acrilati e simili); sostanze di cui non sono noti gli effetti collaterali e che le aziende non dichiarano. Come se non bastasse, i pannolini dei nostri bambini rappresentano una notevole spesa: circa 2500 euro in due anni e mezzo. L’alternativa che il “Comitato Rifiuti Zero Zona Jonica Messina” propone, dopo mesi di felice sperimentazione, è semplice e, affermatasi nel nord Europa, Australia e America, si sta diffondendo in tutta Italia: i pannolini lavabili. Non si tratta dei pannolini di una volta, incubo delle nonne: i moderni pannolini in stoffa sono simili agli Usa&Getta e adatti a chi ha poco tempo. Consigliati da pediatri e dermatologi, sono tecnici, pratici, coloratissimi e si lavano in lavatrice con il resto del bucato a 40° o 60° con poco detersivo. Il consumo d’acqua per lavarli è assai inferiore a quello impiegato per produrre gli Usa&Getta. I nuovi pannolini assicurano il corretto sviluppo delle anche perchè tengono più aperte le gambe del bimbo, sono costituiti da fibre naturalmente assorbenti e drenanti (cotone, canapa, bambù, microfleece) che garantiscono un’ottima tenuta e traspirazione della pelle, il che comporta la scomparsa

degli eritemi da pannolino, con conseguente risparmio delle creme. Inoltre il costo dei pannolini di stoffa è di gran lunga inferiore: per un periodo di tre anni, la spesa è compresa tra i 200 e gli 800 euro, a seconda del tipo di pannolino scelto e il costo si azzera per un eventuale secondo figlio. Ne esistono tantissime tipologie a seconda delle esigenze. Si possono scegliere a taglie o taglia unica, con un comodo sistema ridimensionabile che permette di usare lo stesso pannolino dalla nascita fino al vasino. Finora la vendita quasi esclusiva su internet ne ha penalizzato la diffusione ma sono già più di 60 le Amministrazioni Comunali italiane che hanno scelto di promuoverne l’uso, elargendo contributi per l’acquisto o donandone interi kit alle famiglie dei neonati. Il Comitato Rifiuti Zero nasce per diffondere anche nel nostro territorio la cultura “Rifiuti Zero” ed instaurare un dialogo con gli Organi Competenti. É aperto a quanti credono che il mondo dei nostri figli lo prepariamo anche noi con le scelte che facciamo ogni giorno. Per informazioni, per vedere e toccare con mano vari modelli di pannolini: rifiutizero@lalaponca.com o tel. 3336193211. Informazioni utili su www.pannolinilavabili.info Il Comitato Rifiuti Zero Zona Jonica Messina GIUGNO ‘09


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jonia PER L’ABRUZZO L’ANCI ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi da destinare alle attività di ricostruzione denominato:

ANCI - Emergenza Terremoto Abruzzo

Queste le coordinate: IBAN: IT 56 D 03226 03203 000500074907

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“Kiss”

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Debutta al Teatro Libero di Palermo lo spettacolo di Tino Caspanello

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di Valentina Crupi a debuttato il 31 maggio, presso il Teatro Libero di Palermo e all’interno della rassegna “Presente Futuro 09”, lo spettacolo “Kiss”, della Compagnia Astratti Fu-

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scelto da Trimarchi per molteplici ragioni. “Intanto – dice Andrea Trimarchi – mi è sembrato doveroso tributare un omaggio a un testo poco conosciuto dell’autore Caspanello, i cui testi più recenti hanno ormai una rilevanza anche oltre confine nazionale, e al tempo stesso ‘giocare’ con del materiale di sicuro valore. Così come, indubbiamente, è voluto essere un omaggio a Tino, uomo, amico e in buona parte ‘maestro’. Il gioco del, o sul, teatro di questo testo, è un aspetto che mi è sembrato fondamentale, per cominciare a lavorare con una mia Compagnia teatrale: alla fine di quello si parla: del teatro”.

In scena, oltre allo stesso Trimarchi, anche Mauro Failla, Simona Fiordaliso, Laura Leonardi, Nunzia Lo Presti e Veronica Zito. Assistente alla regia e tecnico audio luci l’altro perno della Compagnia, Enzo Fratalia.

Kiss è un atto d’amore verso il teatro. Verso la magia del teatro, soprattutto: quella dimensione che sta tra la fantasia, il gioco, la sorpresa che il teatro come luogo e come attività è capace di suscitare. “Il testo fa entrare con uno strappo la realtà esterna una realtà che però non può non essere già di per sé spettacolo – in quel luogo in cui tutto può accadere, il teatro appunto. Vi entrano due personaggi – tanto reali quanto bizzarri, tanto stereotipati in apparenza quanto portatori ognuno di un vissuto che viene fuori pian piano – per puro caso, e dal rapporto con il palcoscenico, ognuno di loro compirà un percorso interiore. Per mettersi davanti a se stessi, per incontrare i propri sogni, i propri ricordi, i propri dolori. E uscirne, senza volerlo, cambiati. Come ogni buona esperienza a teatro che si rispetti”.

rori. Lo spettacolo ha ripreso un testo di Tino Caspanello, scritto circa dieci anni fa e rappresentato pochissimo, portandolo in scena appunto al Libero di Palermo, e in attesa di eventuali repliche per la stagione invernale. La regia è stata curata dal fondatore di Astratti Furori, Andrea Trimarchi, che con lo stesso Caspanello lavora da circa sei anni entro la Compagnia Pubblico Incanto.

Il debutto di “Kiss” ha ricevuto consensi di pubblico e critica: presenti infatti giornalisti de La Repubblica e del Tg3 regionale, che hanno positivamente accolto lo spettacolo. “Kiss” racconta di due gangster da “fumetto”, che si ritrovano, dopo un omicidio, dentro un teatro vuoto. All’interno dello stesso, però, cominciano a materializzarsi i loro desideri più intimi, compresi gli amori creduti persi. Attorno al gioco teatrale, e all’amore per il teatro, ruota una drammaturgia brillante e poetica, come nello stile di Caspanello, supportata da una messinscena fresca, leggera ed efficace, e da un cast di professionisti che ha saputo dar vita ai “sogni” del testo con grande efficacia. Il testo, dedicato dall’autore “A tutti coloro che possiedono un grande livello di coscienza dell’assurdo o l’innocenza di un bambino che in fondo, forse, sono la stessa cosa”, è stato

E com’è possibile mettere su una Compagnia professionistica da queste parti? “Boh! In fondo ci si trova sempre in tre o quattro, a voler essere fortunati. Gli attori di ‘Kiss’ sono persone che provengono da Messina o dall’altra parte della provincia: una serie di fortunati eventi, che spero permangano per continuare a lavorare con questi attori giovani ma già serissimi e preparatissimi. Resta l’amarezza per i luoghi dove fare teatro (e altre forme di cultura e intrattenimento), pochi e pure mal sfruttati. Io, nato e cresciuto a Santa Teresa, e alle prese col teatro, in un modo o nell’altro, da 30 anni circa, vedo un Teatro come il Val d’Agrò messo lì, fermo o quasi, e noi con due Compagnie nonostante tutto proviamo a fare teatro di livello (non a caso ci esibiamo spessissimo nel resto d’Italia o comunque fuori provincia) pur facendo i salti mortali per provare, ora qui, ora lì. In questo caso, ho ricevuto l’appoggio del Comune di Nizza di Sicilia, che mi ha permesso di utilizzare l’Auditorium Comunale, e la pazienza di Carmela De Filicaia e Carlo Barbera, pronti e disponibili nella gestione della struttura”. GIUGNO ‘09


Castelmola

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E’ stato comunque visto per le vie del nostro borgo in compagnia dell’ex vicesindaco Angelo D’Agostino e del sig. Giorgio Valentino primo dei non eletti per la lista Libertà e Democrazia. Cos’avranno avuto da dirsi?

Ci sei o ci fai?

ugace apparizione a Castelmola dell’onorevole Cateno De Luca, il quale avrebbe dovuto presenziare ad una riunione con altri esponenti dell’ “MPA” in vista delle elezioni europee. A causa di un ritardo aereo accorso allo stesso onorevole, la riunione non si è più tenuta.

Bingo -Bongo

Taormina si guerreggia da più di quarant’anni per il Casinò, a Castelmola si combatte “casa per casa” per una sala giochi. Un tale amico di qualche consigliere di maggioranza ha avanzato la richiesta di poter aprire una sala giochi chiedendo in affitto un locale di proprietà comunale. Sembra che la risposta sarà picche, poiché la cosa è invisa ai più. Meglio una sala multimediale fruibile per i tutti i ragazzi e certamente più istruttiva.

Tra maggioranza ed opposizione è ancora guerra astelmola è governata dalla banda dei 5 di cinese memoria ed il nepotismo la fa da padrone. La situazione è da inquadrare nella lotta dei due gruppi consiliari: il primo fa capo al Presidente del Consiglio Massimiliano Pizzolo, ed è composto da Giuseppe Alibrando, Giuseppe Falcone e dal presidente stesso, il secondo è invece formato da Alfio Pizzolo, Stefania D’Agostino e Marzio Puglia e fa capo direttamente al Sindaco.

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Proprio Marzio Puglia prima era parte integrante del gruppo D’Agostino (in carica come vicesindaco subito dopo le GIUGNO ‘09

elezioni nel 2007 ma poi allontanato dal Sindaco) ed ha messo in atto il “salto del rospo” diventando un fedelissimo del sindaco. L‘assessore che sostituirà l’ex vice sindaco sarà la sig. Maria Manuli, figlioccia del sindaco, e per questo di sua fiducia. È stata infine scartata l’ipotesi che portava al dottor Eugenio Cundari, uomo politico di ottimo livello con decennale esperienza di incarichi di governo cittadino, e probabilmente per questo più difficile da manovrare. Si deve fare notare però che con questa nomina non sono stati rispettati gli impegni preelettorali: non c’è più dialogo fra le forze della maggioranza oggi in campo. Se si continua così sarà difficile per il Sindaco portare a termine il suo mandato. Altro scenario di difficile interpretazione è quello che vede il sindaco costretto dai suoi a lasciare il P.D. per confluire nelle forze dell’Udc, oppure a rimanere neutrale nell’agone politico regionale e nazionale. Ormai il danno è fatto: Castelmola è fra i pochi comuni al di sotto dei 5000 abitanti ad avere un sindaco catto-comunista e siamo stati marchiati a fuoco come sinistroidi anche noi cittadini ignari senza averne nessuna colpa. Pagina a cura di Carmelo Scimone


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Antillo: torna la forestale

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di Valentina Crupi i concretizza, finalmente, il ritorno dell’Azienda Forestale nel territorio di Antillo, con l’avviamento di operatori del settore che già hanno cominciato a prestare la loro attività nel nuovo bacino.

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Quattro unità sono state avviate la settimana scorsa, mentre per la fine di questa è previsto l’impiego di ulteriori due elementi. Tutti i dipendenti distaccati presso la sede di Antillo saranno impegnati nel territorio affidato in gestione alla Forestale e in aree di aree di proprietà del Comune. Il territorio sottoposto a vigilanza è costituito nella sua massima parte da località a monte del centro abitato, site specificatamente nelle contrade Castello, Catalano e Limbì, per complessive Ha 46,91,59. Si tratta di territori che erano stati interessati da interventi di sistemazione idraulico-forestale negli anni 2003-2004. A poco più di dieci anni dalla chiusura del bacino della forestale, che per tanto tempo aveva rappresentato una concreta valvola di sfogo al problema occupazionale, torna così nel piccolo centro collinare ad esservi una reale opportunità di lavoro per i tanti soggetti che operano nel settore e che dalla seconda metà degli anni ’90 sono stati costretti a recarsi in altro territorio della nostra Provincia, con grave disagio anche economico oltre al dispendio di tempo e risorse. Per l’Amministrazione Comunale di Antillo si tratta di un fondamentale successo, dal momento che il Sindaco Antonio Di

Ciuccio ha fatto, del ritorno della Forestale, un cavallo di battaglia fin dai tempi in cui sedeva nei banchi dell’opposizione, per poi impegnarsi strenuamente per il raggiungimento di questo scopo da quando si insediò come primo cittadino. Il Sindaco ha espresso la sua viva soddisfazione per il fatto che tanti lavoratori del settore forestale stanno cominciando a prestare e sempre più spesso presteranno la propria attività ad Antillo ed ha altresì manifestato la propria intenzione di continuare l’azione di sensibilizzazione nei confronti degli organismi dirigenti dell’Azienda Forestale, anche per riuscire a garantire la salvaguardia dei terreni che sono stati oggetto di forestazione negli anni scorsi e che necessitano di una manutenzione continua per prevenire eventi calamitosi e per preservare le caratteristiche ambientali e territoriali che i lavori svolti volevano assicurare.

Sant’Alessio: i cent’anni di Nonna Carmela on è facile, soprattutto al giorno d’oggi, raggiungere la fatidica soglia dei cento anni. Il perché è presto spiegato visto che i ritmi e l’alimentazione a cui sottoponiamo il nostro corpo non si possono definire certo salutari. Una meravigliosa eccezione ci viene dal paese di Sant’Alessio Siculo,dove appunto “nonna” Carmela Spadaro ha raggiunto e oltrepassato il fantastico traguardo del centenario. Come non festeggiarla? Il comune si è prontamente attivato per realizzare una piccola festa che restasse nella memoria e nei ricordi dell’interessata. “Nonna” Carmela, nata il 25 Maggio del 1909, ha dapprima assistito a una Santa Messa, celebrata, presso la chiesa “Santa Maria delle Grazie”, da Padre Angelo Isaia con la partecipazione del precedente parroco Don Giuseppe Tatì. Si è poi spostata per il ricevimento presso il palazzo comunale, luogo in cui è stata insignita di una targa dal vicesindaco Rosanna Fichera, la quale ha presieduto la cerimonia (il sindaco Foti era assente giustificato). Bravissima all’uncinetto (“Ma non fatemi pubblicità…”), la centenaria ha tra i suoi segreti una colazione spartana, fatta semplicemente con acqua e limone, il latte, infatti, non le va tanto a genio. Alla domanda, riguardante

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quale momento gli è rimasto più impresso in questa gloriosa trafila di anni ha risposto candidamente: “ Nella vita c’è il bene e c’è il male, entrambi generano momenti e sensazioni irripetibili. Dal male inoltre, nella mia vita, molte volte sono scaturite circostanze positive. Quindi mai giudicare a priori”. Alla signora Carmela è stato poi letto un messaggio di auguri da Cettina Puzzolo, assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Savoca, comune in cui nel lontano 1928 si è sposata. Dal matrimonio sono nati due figli. Marialaura Moschella GIUGNO ‘09


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Sant’Alessio: work in progress

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di Marialaura Moschella a una recente intervista alla Dott.ssa Fichera, vicesindaco di S. Alessio, sono emerse delle importanti novità sui lavori pubblici e su altri servizi, di cui l’amministrazione si sta occupando.

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Di quali interventi si tratta? Purtroppo negli scorsi decenni sono stai costruiti degli imbrigliamenti lungo il torrente che hanno ostacolato e ostacolano tutt’ora il percorso verso valle dei detriti. Questi interventi hanno creato un notevole accumulo di materiale nella zona tra Scifí e Passo Murazzo. Il Genio Civile, che ha l’assoluta competenza sul torrente, ha individuato in quella sede la causa dell’accorciamento della spiaggia. È facile concludere che, se ai fini del ripascimento, quel materiale risulta prezioso, lo si potrebbe prelevare e disporre nella foce, dove naturalmente dovrebbe stare. Tra l’altro è stato provato che la sua presenza in loco mette a rischio la recente costruzione dell’anfiteatro e del corridoio ecologico, nei pressi della basilica dei SS. Pietro e Paolo. Quale sarà allora l’epilogo? Adesso attendiamo le autorizzazioni da parte degli organi preposti, nel mentre abbiamo già stanziato 120.000€ per procedere con i lavori. È necessaria l’approvazione del Ministero, visto che il materiale non sarà prelevato da cave marine sotterranee, come invece prevedeva il finanziamento. Sia sul fronte dei costi, sia sul fronte geologico, è auspicabile che convengano a favore della soluzione descritta prima. Altri accertamenti sono stati condotti dai geologi per verificare la GIUGNO ‘09

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Dottoressa Fichera può fornire degli aggiornamenti riguardo al ripascimento della spiaggia di Sant’Alessio ed ai lavori da compiere con la draga marina? Innanzitutto sono due interventi separati. Infatti, tutto l’intervento di tutela del lungomare, che l’amministrazione comunale ha progettato, si svolge in tre fasi. La prima è stata quella della barriera soffolta, quasi completata. Sono stati procurati massi di due dimensioni: dalle sette alle dieci tonnellate e dalle dieci alle quindici tonnellate. Quelli più pesanti fungono da base alla barriera,gli altri la completano. Abbiamo constatato che la barriera soffolta ha retto e i danni provocati dalla mareggiata del 13 gennaio sono stai limitati. Si tratta della parte del paese compresa tra il Torrente Salice e via Sena. Ha retto anche in prossimità del Capo S. Alessio, zona che è stata protetta con urgenza per mettere in sicurezza l’antico caseggiato. Il punto del lungomare in cui si è aperta la voragine è sprovvisto di barriera. Si provvederà alla costruzione non appena arriva il finanziamento del terzo lotto dal Ministero (circa 1 milione di €). La seconda fase è consistita nella costruzione della barriera radente. Anche quest’ultima è pressoché completa, rade il muro di contenimento di tutto il lungomare di S. Alessio, ed è visibile a occhio nudo. Il ripascimento è la terza fase, quella conclusiva. Esso consiste nel prelevare la sabbia dalle cave marine sotterranee, come il Ministero dell’Ambiente ha predisposto e spalmarla ove fosse necessario. In realtà la nostra spiaggia, come anche quella di Santa Teresa si è notevolmente accorciata in conseguenza di alcuni interventi invasivi che negli anni ’80 sono stati effettuai nel torrente Agró, che era la fonte naturale dei detriti e di ghiaia.

compatibilità morfologica. Ufficiosamente il Genio Civile si è già espresso a favore di quest’intervento, che tecnicamente si definisce “riprofilatura del torrente Agró”, al quale seguirà il ripascimento. Resta da stabilire il tempo di attuazione del progetto, perché come già detto, il terzo lotto è stato approvato, ma siamo in attesa dei proventi economici. Le porgo un’ultima domanda. Il progetto di valorizzazione del territorio ideato dall’Unione dei Comuni, prevede la realizzazione di un porticciolo. Può fornirmi novità in proposito? In realtà io non predo parte alle riunioni dell’Unione dei Comuni. La delegazione è formata dal sindaco e da alcuni esponenti di maggioranza e di minoranza. Nonostante ciò, posso dirti che si tratta di un project financing (N.d.r. - un progetto di finanziamento a lungo termine, che comprende interventi da parte di enti pubblici e privati), ancora in fase di approvazione. I tre Comuni interessati, Savoca, S. Alessio e S. Teresa di Riva devono firmare una convenzione che rientra nei termini della valorizzazione turistica del territorio. Il progetto del porto sará accompagnato anche da una serie di strutture satellite, che contribuiranno a stimolare l’economia. Si parla di un centro commerciale e anche della rivalutazione e dell’ingrandimento degli impianti sportivi di Rina. Al contrario del ripascimento, la cui attuazione sarà quasi immediata, in questo caso siamo in fase d’ideazione.


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A PRANZO CON CARMELO STURIALE

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Intervista all’Ass. ai LLPP di Santa Teresa

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di G. Agnoni uesta intervista a Carmelo Sturiale è costata un pranzo, ma questo per lui non è un problema, non nel senso che è ricco sfondato, ma nel senso che “il Maresciallo” è una persona generosa e nell’improbabile conteggio della pizze o delle cene pagate, io sono di certo in netto svantaggio. Avrete capito che questa intervista è fatta al politico, ma anche all’amico, all’assessore ai Lavori Pubblici, ma anche all’uomo: un Carmelo Sturiale a 360 gradi, che non si sottrae alle domande.

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Carmelo Sturiale, 60 anni, per tutti il Maresciallo Sturiale, come si riassume in breve la tua storia politica? Intanto mi chiamano tutti Maresciallo non a caso, ma per via del lungo servizio che ho prestato nell’Arma. Detto ciò posso dirti che la mia storia politica comincia nel 1985, non ero proprio un ragazzino, mi candido nel partito socialista e vengo eletto consigliere comunale con una messe di voti, una sorpresa per tutti, ma non per me. Erano i tempi di Iaria sindaco. Sì, bei tempi, allora la politica aveva la “P” maiuscola e i partiti contavano parecchio, alle telefonate delle segreterie provinciali si rispondeva “Obbedisco!” Torniamo alla tua storia. Dopo essere stato consigliere e capogruppo del partito socialista a S.Teresa, sono stato anche consigliere e assessore all’urba-

nistica dal 1990 al 1994 (allora le 2 cariche erano cumulabili ndr), poi qualche anno di pausa e nel 1999 ritorno ad impegnarmi attivamente in politica. Nel 2003 sono stato nominato responsabile del CDU per il collegio di Taormina e nel 2006 sono stato anche candidato alle elezioni regionali. Dal 2003 sei con Alberto Morabito o mi sbaglio? Non ti sbagli. Ho sostenuto Alberto sia nella sua prima sfortunata esperienza da sindaco che nella seconda, compreso il triste interregno di Carlo Lo Schiavo. A proposito di quel periodo, si dice che tu sia stato uno degli autori della mozione di sfiducia, non nel senso che l’hai scritta tu… Io sono stato tra gli artefici dell’elezione di Carlo e tra i fautori della sua caduta. Ho lavorato molto, politicamente parlando, per tessere le trame necessarie a far sì che la mozione, una volta presentata, non si rivelasse un buco nell’acqua. Perché? Carlo non ha mantenuto nessuno degli impegni presi in campagna elettorale con me e con il mio gruppo, in politica esistono delle regole non scritte e una di queste è proprio che gli accordi preelettorali si mantengono sempre. Cosa che invece ha fatto Morabito in questa sua seconda esperienza alla guida del paese. Sì, con Alberto ho un

ottimo rapporto sia politico che umano, mi fa lavorare molto, ma in fondo è quello che voglio fare e che ho sempre fatto. Parliamo di cose fatte allora? Cosa si è fatto in questi primi 2 anni di amministrazione a S. Teresa? Soprattutto per ciò che riguarda i LL.PP., ovviamente. Le cose fatte non sono poche, anche se non tutte sono di grande impatto sull’opinione pubblica, sono comunque cose importanti. Te ne dico qualcuna. Sono state riqualificate le due piazzette di via Armando Diaz e via Massimo D’Azeglio nel quartiere di Torrevarata, grazie ad un finanziamento della Protezione Civile. Sono state sistemate e abbellite le piazzette del lungomare che il mare e i vandali avevano reso spesso inagibili. Abbiamo rifatto il manto stradale di via Sparagonà e via Cantitadi. Si è messa la parola fine all’annoso problema della fognatura e della raccolta acque piovane, sempre in via Sparagonà Vico I, grazie ad un investimento di 50.000 euro che abbiamo tirato fuori dalle casse comunali. Ti comunico anzi che è già stato predisposto un progetto analogo per intervenire in Vico II. Abbiamo rifatto il look di via Trieste, quella che collega il lungomare alla piazza della Chiesa di Porto Salvo, grazie ad un cantiere scuola. Ed è diventata isola pedonale, come GIUGNO ‘09


19 la via che porta alla Chiesa della Sacra Famiglia. E’ un esperimento che il Sindaco vuole fare per dare un volto nuovo al nostro paese, manca la via che porta alla piazza della Madonna del Carmelo; anche la piazza antistante il santuario del Carmine tra l’altro è stata di recente abbellita con nuovi sedili, fioriere ed aiuole. Vedremo più in la se l’esperimento è valido o se sarà il caso fare marcia indietro.

Cimitero e PRG, due argomenti caldi, cosa ci dice l’assessore Sturiale? Il cimitero, anzi i cimiteri, di S.Teresa e Misserio saranno ampliati. E’ già tutto pronto e lo faremo con lo strumento del project financing, così come la legge ci consente. Del resto i trasferimenti dalle casse regionali al comune sono sempre meno e se non si utilizzassero soluzioni alternative non si potrebbero fare opere importanti e costose. Ti anticipo che con lo stesso strumento stiamo lavorando al progetto di metanizzazione del Comune. Per quanto riguarda il Piano Regolatore Generale, invece, sono certo che nel corso del mandato di Alberto Morabito finalmente si farà.

Il violinista di Santa Teresa di Riva Samuele Galeano, già in organico dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” è stato invitato dal M° Riccardo Muti a ricoprire il ruolo di primo violino di spalla nell’opera “Demofoonte” di Niccolò Jommelli andata in scena per la prima volta nell’ambito del prestigioso Festival di Pentecoste di Salisburgo lo scorso 29 maggio. Samuele, diplomatosi a soli 16 anni con il massimo dei voti, lode e menzione, e avendo successivamente conseguito il Diploma di Laurea di II livello in Discipline Musicali con 110 e lode, annovera fra i suoi insegnanti i nomi più illustri della didattica violinistica: Beatrice Antonioni, già docente presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma, Boris Belkin presso l’Accademia Chigiana di Siena, Eduard Schmieder presso il Mozarteum di Salisburgo e Dora Schwarzberg a Vienna. È vincitore di dodici Concorsi Nazionali, l’ultimo nell’aprile 2009. Innumerevoli le pubbliche esecuzioni sia come solista chein forma cameristica. Tra le ultime esecuzioni si annoverano il concerto presso il Palazzo Barberini di Roma, per l’Università per Stranieri di Perugia, quello per la Fondazione Internazionale “Arts Academy” di Roma, e l’interpretazione del concerto n. 2 di S. Prokofiev e del Concerto in Re M. di Tchaikovsky per violino e orchestra. A Samuele vanno i migliori auguri di tu a la redazione. CC

Furci Siculo c’era una volta un luogo chiamato “pineta” La pineta di Furci Siculo che si trova nell’entroterra del paese, vicino alla frazione Grotte, ormai è quasi totalmente inutilizzabile.

Cosa speri per Santa Teresa e per la maggioranza di cui fai parte? Mi piacerebbe che al termine di questi 5 anni di intenso lavoro amministrativo sia riuscito, nel mio piccolo, ad aver migliorato la qualità della vita dei miei concittadini. Per la maggioranza, che è solida e corposa, spero che qualche leggero e fisiologico mal di pancia passi presto e non si ripresenti in futuro. Il nostro è un gruppo attivo e concreto, solo i detrattori cercano di sminuire il nostro lavoro.

Purtroppo la mancanza di fondi comunali, con la conseguente impossibilità di ingaggiare la manodopera necessaria per le ristrutturazioni ed il mantenimento in funzione dei percorsi ricavati dalla collina, ha causato danni ormai irreparabili: le strutture della pineta sono infatti al 70% inghiottite dai tanti metri cubi di terra caduti su di esse, che le hanno rese ormai inutilizzabili.

Cosa farà da grande il Maresciallo Sturiale? Te lo dico a fine legislatura, ok?

Anche quest’oasi naturale che attirava molte persone della Riviera alle quali dava l’opportunità di passare una bella giornata in compagnia, magari facendo un pic-nic è oramai inutilizzabile.

Ok…e mi paghi un altro pranzo. Affare fatto, che problema c’è?! Mi posso fidare, il Maresciallo è uno di parola. GIUGNO ‘09

La terra e le piante che ornavano l’ambiente coprono ormai gran parte dei passaggi tra i gazebo. Essi stessi sono oramai pericolanti e pericolosi per chi vi si avventura. Il maltempo ha poi dato il colpo di grazia distruggendo tutte le recinzioni in legno ed i cartelli indicatori. Anche i giochi per i bambini sono inutilizzabili e fatiscenti.

La natura si è ripresa ciò che l’uomo ha duramente costruito, togliendo a Furci una parte della sua identità. di Sebastiano Scordato

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Progetti in cantiere per il triennio mancante? Tanti e molti già a buon punto: in primis la realizzazione della strada di collegamento Lungomare - Via Stradella Savoca, per decongestionare Sparagonà e migliorare i collegamenti con le frazioni. Il progetto ha già ottenuto l’ok del Genio Civile e mancano solo pochi pareri. Abbiamo pronti 2 progetti per la riqualificazione urbana delle 18 traverse di collegamento tra la Nazionale e il Lungomare; stiamo trattando con l’Assessorato Regionale ai LL.PP. il recupero del Centro Polifunzionale che oggi è solo uno scheletro lungo la Panoramica, per far sì che rientri nel patrimonio comunale.

PRESTIGIOSO INCARICO PER IL VIOLINISTA SAMUELE GALEANO


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Roccalumera: donare è vita Incontro - Dibattito sulla Donazione di Sangue ed Organi - di Carmelo Spadaro a registrato un grande successo di partecipazione il convegno “Donare: un gesto che fa la differenza”,organizzato dall’Avis di Alì terme e dall’Associazione “Baglio-Ficara” di Roccalumera. Nella splendida cornice dell’Antica Filanda di Roccalumera, si è discusso dell’importanza e del valore della donazione di sangue e degli organi, con dei bravissimi relatori che con la loro semplicità e pazienza hanno saputo ben chiarire alcuni aspetti e dubbi che ci sono nell’opinione pubblica.

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Ha aperti i lavori l’assessore provinciale alla solidarietà sociale, Pio Amadeo, facendo un’analisi attenta per quanto riguarda il tema “donazione”, ringraziando tutti coloro che ogni giorno si prodigano per cercare di sensibilizzare e informare la gente su questi temi a volte poco conosciuti e lodando tutte le iniziative organizzate dalle associazioni di volontariato, le quali sono spesso appoggiate e sostenute dall’assessorato di cui è responsabile. Sono intervenuti dopo

Francesco Urdì (presidente AVIS Ali Terme) e Nello Miano (presidente Ass. Baglio-Ficara). Il primo ha fatto un riassunto delle numerose attività svolte dalla sede Avis Aliese negli ultimi anni, tra le quali la raccolta periodica presso la propria sede e il secondo ha presentato a tutti l’associazione che è nata spontaneamente nel 2006 da un gruppo di ragazzi devoti alla Madonna della Catena di Roccalumera, e che ogni giorno cresce e opera attivamente sul territorio, anche attraverso attività di volontariato. A seguire gli interventi tecnici dei relatori, coordinati dal bravissimo dott. Enzo Saccà. Sono intervenuti il dott. Mario Alessi (Primario Centro Trasfusionale P.O. “San Vincenzo” Taormina), il dott. Giovanni Costanzo (vice-presidente Associa-

zione pro Bambini e Adulti Leucemici)e la dott.ssa Giusy Zirilli (pediatra ABAL) che ha illustrato tutte le iniziative ABAL e il funzionamento e le modalità di prelievo del Midollo osseo. A seguire l’interessante intervento del dott. Francesco Puliatti (Anestesia e rianimazione- Policlinico Messina) che ha spiegato i vari dubbi sulla donazione dal punto di vista medico, religioso e legislativo e infine il dott. Filippo Isaja (Dirigente Medico Anestesia e Rianimazione P.O. Taormina), che ha portato una testimonianza della Croce Rossa, del quale è responsabile della sede di Roccalumera. “Quando l’AVIS di Alì Terme ci ha proposto di collaborare all’organizzazione di questa importante iniziativa non abbiamo esitato – hanno spiegato i ragazzi dell’Ass. Baglio-Ficara – perché la sensibilizzazione e l’informazione su tematiche così importanti sono fondamentali per una società che vuole essere davvero solidale. È necessario che attorno ad argomenti così importanti ci sia una corretta informazione e speriamo con questa iniziativa di avere dato il nostro contributo”.

Alì Terme– per la grande partecipazione ottenuta, perchè mostra profonda sensibilità e grande senso di solidarietà. Ci fa molto piacere ricevere l’apporto dei ragazzi dall’Ass. Baglio-Ficara che con il loro contributo umano, sociale e culturale favoriscono il nostro operato ma soprattutto si impegnano con noi a diffondere la cultura del volontariato e della donazione” Alla fine del dibattito c’è stata la premiazione dei vincitori del concorso scolastico AVIS “Dona la vita”. Il vero successo è stato il giorno successivo con la numerosa partecipazione della gente a porre domande sui temi affrontati ed a mostrare la propria solidarietà attraverso il gesto della donazione del sangue. Nella giornata di domenica sono state fatte 13 donazioni e 11 pre-donazioni. Grande entusiasmo da parti di tutti gli organizzatori. “Il numero dei donatoridichiarano – continua a crescere, l’obiettivo è di sensibilizzare e già cominciamo a vedere i primi risultati. Siamo davvero molto contenti, tutto ciò ci sprona a lavorare ancora con più caparbietà”.

“Siamo molto contenti – hanno aggiunto i componenti dell’AVIS di GIUGNO ‘09


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Ovvia la soddissfazione della compagine vincente che ha deciso di puntare su un ragazzo di belle speranze, che adesso dovrà dimostrare tu o il suo valore. Entrano in giunta Briguglio e Ama , come assessori designa , menter voci di corridoio danno come papabili agli altri due pos disponibili Pini e Scigliano (quest’ul mo dovrebbe andare a ricoprire la carica di vicesindaco). Già nelle prime riunioni il neosindaco ha posto l’accento sulla difficilissima condizione in cui si trovano i piccoli comuni e sulla necessità di aderire a bandi di finanziamento regionali e comunitari. Alcune delle strade percorribili sono il ‘sempreverde’ turismo ed lo sviluppo agricolo delle valli so ostan . La speranza è che qualcuno, dopo la deludente passata legislatura, possa davvero me ere il paese sulla strada di uno sviluppo concreto e duraturo. Per Mandanici il futuro è ancora tu o da definire.

Forza d’Agrò: Di Cara batte Carullo un risultato con margini risica ssimi quello che ha permesso a Fabio Di cara di sedere sulla poltrona da sindaco del comune di Forza d’Agrò. Sono solo 37 infa le preferenze che separano i due candida e 13 quelle che separano le liste. Si prevedono strali in Consiglio.

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Mandanici: Armando Carpo vince con il 60%

21 Mandanici si conferma roccaforte deluchiana. Con la vi oria di Armando Carpo, giovane trentatreenne residente nel comune collinare, l’onorevole De Luca me e una bandiera importante sullo scacchiere formato dai comuni della valle del Dinarini.


MISSENSO

La band di Maurizio Saccà porta nei negozi il suo primo cd di Valentina Crupi

ISSENSO è una band lecchese che nasce all’inizio del 2002 come progetto finale di cinque elementi che hanno condiviso un percorso musicale durato 10 anni. Dopo aver militato, insieme o separatamente, in band delle più disparate estrazioni musicali (dal punk/rock di “HungWish” al prog-metal di “Evil Wings”, fino allo psichedelico ed al rock italiano), il gruppo si attesta su una personale miscela di elettropop/rock in italiano.

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Dopo tanti sacrifici e duro lavoro è da poco uscito il primo album intitolato “Evasioni”, edito dalla casa discografica Videoradio (famosa per la produzione di due gruppi storici degli anni 70 “I Camaleonti” e gli “Homo Sapiens” , la mitica compilation ”una rotonda sul mare”, che fece storia nella discografia nazionale grazie anche alla fortunata trasmissione televisiva del 90 con Red Ronnie). L’etichetta è nota anche per la viva collaborazione con Rai-Trade e per la produzione di importantissimi nomi come Andrea Braido (chitarrista di Vasco Rossi, Laura Pausini, Zucchero ecc.), Faso meyer Menconi (Elio e le storie tese), orchestra nazionale della RAI e tanti altri. Il CD comprende 11 tracce con un denominatore comune: L’EVASIONE. La realtà tenta spesso di trasformare la nostra vera na-

Riccardo Zanardo

Maurizio Saccà

(bassista) Lecco (LC), 30/03/1977 Trascorsi : ‘92 “HIV”. ‘93 “Traders of Hell”. ‘97 “KOAN” (cover-band). ‘98 “HungWish”. ‘99 “The Bodyguards” (cover-band). ‘00 “Evil Wings”. ‘02 “Innomina”. ‘06“Lolita” (cover-band) Influenze musicali Dark, new psychedelic, heavy metal.

(tastierista) Messina 18/01/1977 Trascorsi: ‘91 “Duo Callas”. ‘92 “Kalibro 9”. ‘95 “N. Scordo Big Band”. ‘98 “Artlavica”. Influenze musicali Classica (diplomato in Pianoforte), pop, rock, progressive.

Daniele Scicchitano (batterista) Lecco (LC), 12/12/1978

tura... qual è il ruolo delle piccole evasioni quotidiane? Lievi ribellioni o la nostra pura essenza che si fa largo tra le sbarre delle regole che ci vengono imposte? Come si muovono i nostri istinti primordiali quando qualcosa o qualcuno cerca di sopprimerli? La matrice portante e il sound globale dell’album risultano caricati di una forte impronta rock-elettronica, ma passano attraverso le varie esperienze musicali e i gusti personali dei singoli componenti. E’ un rock italiano che affronta tematiche singolari e al contempo molto introspettive. Il nome Missenso è riportato nelle principali riviste nazionali di intrattenimento musicale come JAM, GUITAR CLUB, DRUM CLUB, ROCKSOUND e presto usciranno le recensioni dei brani. Inoltre è presente sui maggiori portali di musica digitale come NOKIA, ITUNES, FNAC e DEEZER. E’ prevista entro fine Giugno la presentazione dell’album proprio a Lecco, sarà il punto di partenza di un lungo tour promozionale che comprenderà anche passaggi in radio locali. www.myspace.com/myspacemissenso Trascorsi : ‘92 “HIV”. ‘93 “Traders of Hell”. ‘94 “Amici Interattivi”. ‘98 “HungWish”. ‘99 “The Bodyguards” (cover-band). ‘04 “Morgana” (cover-band). ‘07 “Lolita” (cover-band). Influenze musicali Rock, dark, prog metal.

Raffaele Maira (cantante) Lecco (LC), 30/09/85 Trascorsi : ‘01 “PSP”. ‘04 “Quintaclasse” (cover-band), ‘05 Pianobar e animazione

Influenze musicali Rock, brit pop, musica d’autore. Appassionato di Queen, Oasis e Fabrizio de Andrè

Rino Santo (chitarrista) Tricase (LE), 24/09/74 Trascorsi : ‘89 “Ripest Rock”. ‘90 “Illusica”. ‘97 “KOAN” (cover-band) ‘98 “HungWish”. ‘99 “The Bodyguards” (cover-band). Influenze musicali Hard rock, heavy metal. Appassionato di Bon Jovi e Guns’n’Roses GIUGNO ‘09


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Alì: le europee portano scompiglio La maggioranza perde consensi, l’opposizione non riesce a crescere

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di Santi E. Savoca

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sini” che l’Amministrazione Comunale ha in questo momento, tra PRG messo in discussione, problemi con il raddoppio ferroviario, le spiagge sporche delle quali si parla da mesi o il giochetto mediatico che vede protagoniste/vittime le donne della minoranza che senza sapere né come, né perché si vedono proiettate nell’agone di improbabili mercanteggiamenti di incarichi (di Te r e s a

Vittiglio si è detto che stava per lasciare la minoranza per un posto al Parco Quasimodo; di Maria Basile si è detto che, anche lei, avrebbe lasciato la minoranza per un posto in Giunta). Ebbene, non vogliamo parlare di questo, perché è doveroso da parte nostra fare una analisi strettamente numerica, cosa che in pochi fanno, circa gli esiti delle consultazioni per l’elezione dei rappresentanti al Parlamento Europeo. Il Gruppo Grasso, ad un anno esatto dall’eclatante vittoria alle Amministrative, ha dimostrato di avere un bassissimo peso politico, giacché, con i dati alla mano si evince che il Movimento per l’Autonomia di Lombardo, sostenuto ad Alì Terme dal Sindaco Grasso, in persona, dall’Ass. Tommaso Micalizzi, dal consigliere di maggioranza Pippo Coglitore, nonché dai consiglieri di minoranza Basile e Gregorio ha raccolto SOLO 307 voti. Le preferenze potenziali che avreb-

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l ì Terme – Sar e b b e molto facile sparare sulla Croce Rossa e parlare di tutti i “ca-


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bero potuto raccogliere sono circa 900 , ma visto l’ampio bacino nel quale si poteva pescare (stiamo parlando di 6 rappresentanti equamente divisi tra Giunta, Maggioranza e Minoranza) è bene fare anche un attimo il punto della situazione per vedere come in realtà si è espressa la popolazione che ha votato l’MPA. Ora se consideriamo appunto le preferenze, è possibile notare che il gruppo di maggioranza (formato da 4 amministratori) legato a Lombardo ha raccolto 161 preferenze, invece i due consiglieri Basile e Gregorio (di minoranza) hanno portato al loro candidato (Lo Monte) 124 preferenze. Quindi gli sforzi di due persone che siedono nei banchi della minoranza hanno prodotto un maggiore consenso di quello che è stato ottenuto dal Sindaco, dall’Assessore Micalizzi e dal resto della ciurma di maggioranza che ha portato voti all’MPA. Una analisi a parte è destinata ai supporter del Popolo delle Libertà (Forza Italia ed Alleanza Nazionale) 285 voti di Lista hanno invece dimostrato che non c’è coesione e poco attaccamento ai colori/candidati della vecchia AN. Questo stupisce, a parte per l’esiguo numero di voti, ma per la divisione netta che c’è all’interno delle preferenze. Vediamo intanto chi si è prodigato per il partito del Premier: il vice-sindaco Giuseppe Marino, l’assessore Muzio e i consiglieri di maggioranza Romeo, Di Nuzzo, Cassisi e Sterrantino (questi ultimi provenienti dalle file di AN). Ebbene una pletora di sostenitori ha disomogeneamente indirizzato i propri elettori ottenendo 123 voti per Berlusconi, 53 per Cimino, 52 per Strano (AN) e 45 per La Via, solo 20 risicate preferenze per Iacolino. È possibile vedere che (oltre i due casi limite Berlusconi-Iacolino) non c’è stata una intesa per ottenere preferenze incrociate che alla fine dei conti hanno prodotto solo 18 voti in più di quelli di lista. È disarmante. Impone una riflessione su quanto poco siano coesi i nostri amministratori anche all’interno degli stessi partiti. Non ci resta che analizzare come sono andate le cose per coloro che propongono i candidati del Partito Democratico: ci sembra che nel microcosmo aliese si sia riflessa la situazione nazionale, quindi i nostalgici del Centro Sinistra sarebbero rappresentati in consiglio comunale dal Presidente Caminiti e dal consigliere di maggioranza

Oliva, (ma questi sono in buona compagnia di altri politicanti ritenuti alle ultime consultazioni amministrative, non rappresentativi) e hanno così votato 90 preferenze per Rita Borsellino, 48 per il sindaco Crocetta, 36 per Tripi, 30 per Timbro e soli 24 voti per Barbagallo, quindi i 176 voti di lista si sono moltiplicati (ma non abbastanza) in 231 preferenze. Sempre tenuto conto che Rita Borsellino rappresenta un caso limite per il ruolo che ricopre nella società civile e che la sua presenza in politica ha un ruolo precipuamente di indirizzo ideologico, le preferenze ricevute dagli altri candidati sono state scarse e ci sono state disparità di poche manciate di voti. Infine, ultima compagine, (per posizione nella nostra analisi ma non per importanza) è l’Unione di Centro che ha ricevuto 197 voti di lista e ben 295 preferenze. Quale dato merita allora una importante riflessione? Ebbene politicamente è rilevante che 118 preferenze siano andate al candidato Naro, mentre i candidati “comprimari” si sono equamente divisi la torta della cinquantina di preferenze a testa (per l’esattezza Romano 55, Lantieri 51, Gianni 49). Ciò cosa sta a significare? L’analisi per un politologo è di palmare evidenza: i sostenitori del partito di Pierferdinando Casini sono riusciti a mettersi d’accordo su Naro e poi con il meccanismo delle preferenze incrociate hanno portato avanti equanimemente i gli altri candidati. Quindi non ci sembra scorretto affermare alla fine di questa analisi che il maggior peso politico e la migliore capacità di portare avanti un progetto politico comune sia da attribuire ai consiglieri di minoranza Carmelo Todaro, Emanuele Briguglio e Teresa Vittiglio che hanno lavorato in concerto col Consigliere Provinciale Nino Muscarello (e ovviamente a parecchi amici ex-democristiani) , fornendo una lezione di politica che gli altri gruppi citati nell’analisi dovrebbero fare loro. Come sempre dopo una analisi sorge spontanea una domanda: se queste persone non sono l’esempio lampante di una nuova classe dirigente chi riuscirà a fare meglio di loro, sul piano politico? [ndr: in questo resoconto non vengono riportati i voti residui per altri candidati che hanno concorso a generare i dati dei totali].

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Amgeli e demoni di Claudia Aliotta

ittà del Vaticano: è morto il papa, una folla di fedeli gremisce Piazza San Pietro, mentre scattano le operazioni preparatorie per l’elezione del nuovo pontefice. Un nemico venuto dal passato però minaccia l’intera istituzione ecclesiastica e dopo essersi appropriato della particella anti-materia generata nei laboratori Cern di Ginevra, vuole distruggere Città del Vaticano e tutti i prelati presenti facendo uso di questo delicatissimo composto. Dopo secoli di silenzio infatti la società segreta degli Illuminati è tornata per vendicarsi della chiesa cattolica che, in virtù del loro amore per la scienza, contrapposto agli intoccabili dogmi della fede, ne aveva decretato lo sterminio, eliminando degli scomodi antagonisti. Gli Illuminati rapiscono i quattro

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cardinali potenzialmente favoriti per l’elezione al seggio papale comunicando che ne uccideranno uno ogni ora. Con l’intento di fermare la sciagura che sta per abbattersi sulla chiesa di Roma, viene convocato il prof. Robert Langdon, eminente studioso di Harward di simbologia cristiana e no, specialista in codici e crittogrammi, il quale dà la chiave per comprendere il significato di alcune scritte attraverso cui si potrebbe risalire ai luoghi dove avverranno gli omicidi, con la possibilità di sventare la catena di delitti preordinata. La secolare controversia fra scienza e fede, ma ancora di più

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Il film si snoda quasi come una caccia al tesoro con indizi enigmatici la cui risoluzione è legata sempre alla città e a un’opera d’arte, il ritmo è serrato, intriganti le situazioni che si vengono a creare con il giusto alone di mistero e fascino. Non sono mancate le difficoltà per la realizzazione di questa pellicola: Piazza San Pietro e il Vaticano sono stati interamente ricostruiti al computer con eccellenti effetti speciali visto il divieto del Vaticano di girare e filmare in questi luoghi. Anche gli interni delle chiese di Santa Maria del Popolo e Santa Maria della Vittoria sono stati ricostruiti in teatro, a causa degli stessi

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Interpreti: Tom Hanks, Ayelet Zurer, Ewan McGregor, Stellan Skarsgård, David Pasquesi, Pierfrancesco Favino, Armin Mueller-Stahl. Regia: Ron Howard Montaggio: Daniel P. Hanley Mike Hill Fotografia: Salvatore Totino Scenografia: Allan Cameron Costumi: Daniel Orlandi Musiche: Hans Zimmer

divieti (alcuni interni del Vaticano ad esempio sono stati sostituiti con la Reggia di Caserta). Ma la maggior parte degli esterni mostrano le bellezze di Roma e tutto il suo fascino, grazie anche alla fotografia di Salvatore Totino. Come per il Codice da Vinci, la regia è di Ron Howard, cineasta di rilievo che ci ha regalato opere significative come Apollo 13, A beautiful mind e il recente Frost/Nixon – Il duello, che qui realizza un prodotto sicuramente più convincente del precedente anello di Brown, confezionando un thriller di buona fat-

tura, dove non mancano sorprese e colpi di scena. Nel cast Tom Hanks torna a essere Langdon, affiancato stavolta dalla presenza femminile di Ayelet Zurer; meritevole la recitazione di Stellan Skarsgård ed Ewan McGregor accanto ai quali non sfigura il nostro Pierfrancesco Savino, già alla sua seconda esperienza nelle produzioni americane, dopo aver partecipato anche al secondo capitolo de Le Cronache di Narnia. Pregevole la colonna sonora di Hans Zimmer (Il Principe D’Egitto, Il Gladiatore, Pearl Harbour).

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CULTURA

la sconcertante realtà che il male si possa insinuare e nascondere, assumendo le insospettabili vesti del bene, sono fra le tematiche che emergono in questo thriller tratto dall’omonimo romanzo di Dan Brown, lo scrittore statunitense autore del famigerato e controverso Codice da Vinci che tanto scandalo ha suscitato qualche anno fa. Angeli e demoni ne è in pratica il prequel, ma nel passaggio dalla carta scritta al grande schermo si notano numerose differenze, non solo nei toni o nella caratterizzazione di alcuni personaggi, ma anche nel finale stesso. Di sicuro, rispetto alla precedente pellicola, sono molto ridotti i riferimenti squisitamente religiosi o dogmatici, mentre in modo del tutto verosimile sono storia, artisti e opere d’arte a creare un mix originale ed interessante. In fondo, è proprio Roma con i suoi splendidi monumenti e il suo glorioso passato la vera protagonista che quasi ruba la scena alla corte papale, ai suoi intrighi e al suo misterioso quanto immenso archivio segreto.


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Tattoo: la pelle dice chi siamo pagina a cura di Nunzia Picciotto el Brasile centrale gli Indios sono, insieme ai Maori, il popolo più tatuato del mondo. Una persona non tatuata non esiste: “Solo i bru e le bes e si tengono il corpo così com’è”. È questa la filosofia tribale.

CULTURA

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Con i loro tatuaggi ed i loro anelli al naso hanno tanto da dire: in questo modo comunicano la loro voglia di differenziarsi dalla massa. La pelle diventa così una pagina da scrivere e una storia da decorare, al fine di esprimere l’iden tà individuale e quella della propria colle vità. Se il tatuaggio appar ene idealmente al campo della pi ura e del disegno, il piercing si può considerare una branca dell’incisione e della scultura. Cosa ci spinge a modificare il nostro corpo: esibizionismo, vanità, moda? Sicuramente, ma non può essere solo questo. È un fenomeno che permane da secoli. La sua diffusione universale ci fa capire che la società fa del proprio corpo il primo mezzo di comunicazione. La pelle dice subito chi siamo. Quando Cesare invase la Britannia rimase impressionato dall’aspe o dei guerrieri locali che si dipingevano di un azzurro indelebile per terrorizzare i nemici. Si dice che il nome Britanni derivi da una radice indoeuropea che significa incisione. Invece gli an chi scozzesi erano chiama Pic , ovvero dipin , perche si tatuavano il corpo secondo il loro rango similmente alle “moderne” stelle e e medaglie, impresse però sull’epidermide. Più la persona era importante, più informazioni doveva avere il suo corpo. Così nell’Africa sub-sahariana, gli schiavi erano i soli a non essere tatua . A dispe o dell’apparente aspe o narcisis co, l’indelebilità del tatuaggio sembra che voglia rappresentare una sorta di sfida contro il tempo, contro un mondo che consuma e dimen ca con rapidissima velocità. In tal modo l’incisione diviene anche un punto fermo della propria storia. Ci si tatua per fissare nella memoria un momento par colare della vita o per dimen carlo, per

rafforzare un’amicizia o per sen rsi più belle. Le donne spesso u lizzano i disegni per sedurre, mentre gli uomini, che scelgono immagini generalmente più grandi ed evoca ve, puntano su forza e virilità. Secondo Levi Strauss (famoso antropologo moderno) la prima superficie che l'uomo ha sen to l'impulso di abbellire sarebbe stato il corpo, inteso come involucro della propria persona e mediatore con il mondo esterno. Incredibilmente pare che la nostra società ipercomunicante, abbia ancora bisogno di comunicare e di esprimersi a raverso “l’a o sociale primi vo”.

I più rari ed i più frequenti: ecco i nostri preferiti asta fare un veloce giro su internet per accorgersi che sempre più gente si lascia tentare dai tatuaggi, e che mol cercano di scoprire il significato dei loro disegni preferi , o cercano un tatuaggio che rispecchi i loro pun di forza. Si ha proprio l’imbarazzo della scelta, visto i numerosissimi sogge da poter raffigurare.

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Ecco una top ten dei più richies : Farfalla, Stella, Fiore, Sole, Drago, Geko, Ideogrammi Giapponesi, Segno Zodiacale, Tigre, Delfino. Ogni tatuaggio come ben sappiamo ha il proprio significato. La farfalla ad esempio rappresenta la libertà di amare, la voglia di libertà, di eva-

sione da tu o quello che ci circonda, rappresenta la delicatezza e la dolcezza. Alla stella il significato più comune che le si a ribuisce è quello di guida e protezione. Storicamente le stelle e il compasso erano i due temi più tatua tra i marinai e i navigan come simbolo di buon auspicio per i loro viaggi. Il fiore è simbolo di purezza ma anche di fragilità, chi si tatua un fiore spesso vuole comunicare il proprio bisogno di ricevere cure, affe o e amore, proprio come tu i fiori. Il sole rappresenta spensieratezza, allegria, solarità e voglia di vivere. Il drago ha un’infinità di significa , i più no che gli si a ribuiscono sono: potenza, saggezza, forza e immortalità. Il Geko, per alcune culture aborigene, rappresenta l'ada abilità, la rigenerazione, la forza e la capacità di sopravvivenza. GIUGNO ‘09


29 Insegna all'uomo che per sopravvivere bisogna essere in grado di ada arsi ad ogni situazione e trovare sempre la forza di andare avan anche quando tu o sembra volerci ostacolare.

La Tigre è un simbolo che rappresenta potenza in diverse culture ed è stata per molto tempo uno dei sogge più tatua nelle culture dell'India, della Thailandia, dell'Indonesia, della Cina e del Giappone. Dalle Geishe alle Carpe Koi, passando per i Samurai e finendo ai Dragoni, la simbologia dei tatuaggi giapponesi abbraccia mol ssimi sta d’animo e significa . In par colare la carpa è un simbolo molto caro ai giapponesi, indice di forza e virilità e per questo molto richiesto soprattu o dagli uomini. Altro tema è il fiore di ciliegio, simbolo della trascendenza ed evanescenza della vita umana. Chi si tatua i segni zodiacali ci comunica la sua passione per l’astrologia o magari si ritrova a riconoscersi nelle cara eris che del proprio segno zodiacale. La gre è associata al Potere, alla Ferocia, alla Passione, alla Sensualità, alla Bellezza. Invece chi si tatua un delfino porta con sé il bisogno di equilibrio, gioia e libertà. Perché farsi un tatuaggio oggi? Non certo per trasgredire come facevano i nostri genitori. Per moda sicuramente, ma anche per darsi un senso a raverso l’applicazione di segni che si vogliono avere impressi sulla pelle, come un ricordo stampato, come una foto della propria vita.

- di Maria Lo Con a in un paese in cui le spose erano infelici la volontà di illudersi era più forte di qualunque cosa, dare per un breve periodo un senso ai propri sogni, alla propria vanagloria.»

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altrettanto intensa, viscerale, che rapisce il corpo e lo spirito, che fa vivere al lettore lo stesso turbamento di Veleno. Lei si chiama Annalisa, ma la gente la chiama «la regina delle bestie» e non la considera che una pazza o una prostituta. Tutti approfittano della sua generosità e della sua

Il paese delle spose infelici è un titolo che nasce da una suggestione popolare. Martina Franca è una cittadina del Sud dove nel giorno delle nozze certe spose si lasciano precipitare dalle gravine o dai tetti delle sinagoghe. Donne infelici a strapiombo su due mari, sui matrimoni combinati, sui destini segnati di un’intera comunità. Una comunità di cui Mario Desiati racconta magistralmente le deboli aspirazioni, ma soprattutto le sconfitte. A cominciare da Francesco, tutti lo chiamano Veleno, il protagonista di questa storia, taciturno e confuso, innamorato di Annalisa che ammalia con la sua aria misteriosa e ambigua, amico di Zazà, un ragazzino «senza cattiveria» che sogna di diventare calciatore ignorando che la vita gli riserva altro.

Titolo: Il paese delle spose infelici Autore: Mario Desiati Editore: Mondadori Dati: 229 pp., 2008, rilegato Prezzo: 17,50 €

La storia lentamente si spiega tra ricordi e sentimenti guizzanti, e respira l’aria malata della provincia tarantina. Una provincia che non si accontenta di un campo di calcio scorticato come ginocchia, non si accontenta di un paesaggio gonfio di bellezza, non si limita a piangere le sue spose infelici. I ragazzi sognano la Juve, sognano un talent scout che li porti via con in tasca un contratto per la serie A. Le donne – e una in particolare – sognano di viaggiare, di scoprire l’Italia e il suo inventario di rovine e bellezze. I padri e le madri sognano un figlio sistemato, laureato, rispettato. La provincia di Desiati sembra non arrendersi, malgrado i morti, malgrado i suicidi, malgrado il Siderurgico che divora i corpi e le teste come un polipo di ferro spaventoso e insaziabile. E accanto alla storia di degrado di un gruppetto di adolescenti, accanto ai loro sogni sfibrati, Desiati ne racconta un’altra,

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bellezza, tutti tranne Veleno. Per lui Annalisa non è né prostituta né pazza. Annalisa è metafora per eccellenza: è l’amore trasfigurato e non corrisposto; è capro espiatorio di un’umanità bieca; è il mistero che rimane incompiuto, che neppure la morte risolve; è la pietà incarnata di una «madonna randagia»; è carne fantasmagorica, violata e sconsacrata. È fantasma che siede, la notte, sul petto di quell’unico fedele che l’ha perdutamente amata. Il paese delle spose infelici è un romanzo ben riuscito che si mescola a ricordi e maldicenze. Scritto con un ritmo lento, ha un andamento che assorbe, inghiotte, che costringe il lettore a gustare ogni parola. E le parole da assaporare sono tante, diverse in un lessico che indugia nella ricerca della perfezione, che riporta in vita certe parole della nostra lingua che sembravano dimenticate.

CULTURA

Come la tartaruga, anche il Geko spesso è visto come un animale che fa da tramite tra vita terrena e vita ultraterrena.

Il paese delle spose infelici


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Silenzio, suona Allevi

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Per il pianista prodigio il Vittorio Emanuele a festa

CULTURA

a cura di Carmelo Spadaro l 3 giugno è andato di scena al gremito Teatro Vittorio Emanuele II di Messina, un grande artista della musica classica contemporanea: Giovanni Allevi.

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tutto il mondo e ciò è testimoniato dal grande entusiasmo con cui è ovunque accolto da tanti giovani.

Nella città dello Stretto ha fatto una tappa del tour internazionale “ALLEVILIVE - Piano Solo 2009” in cui il pianista di Ascoli Piceno torna ad esibirsi esclusivamente con il piano, solo nella sua più intima e personale dimensione.

La sua musica è conosciuta e famosa e lo abbiamo sentito tutti più volte perché è l’autore delle colonne sonore di alcuni spot famosi, tra tutti quello della Fiat 500 e della BMW.

Si è presentato al numeroso pubblico messinese com’è nel suo stile: con scarpe sportive, jeans e t-shirt e come sempre osannato da lunghi applausi. Ogni volta il primo applauso è così lungo e impetuoso che sembra quello finale.

Negli ultimi anni quest’artista è diventato molto famoso in tutto il mondo, soprattutto tra i giovani. Ma chi è Giovanni Allevi? Compositore, direttore d’orchestra e pianista, ha all’attivo sei album di proprie composizioni originali:”13 Dita“ (1997), “Composizioni“ (2003), “No Concept“ (2005), “Joy“ (2006), “Allevilive“ (2007), per pianoforte solo, ed “Evolution“ (2008) con l’orchestra sinfonica. Allevi è anche filosofo, laureato con lode in Filosofia con la tesi “Il vuoto nella Fisica Contemporanea”, e scrittore ( “La musica in testa“ Ed. Rizzoli).

Le sue tournée internazionali, che più volte hanno toccato Stati Uniti, Canada, Russia, Austria, Francia, Germania, Belgio, Balcani, Ungheria, Hong Kong e Cina, registrano ovunque il tutto esaurito, proprio per questo Giovanni Allevi è uno degli artisti contemporanei più amati dal pubblico di

Allevi ha avuto il grande pregio di avvicinare alla musica classica i non addetti ai lavori ed al contempo di entusiasmare anche i cosiddetti competenti. È geniale e moderno, e con la sua musica continua senza sosta a deliziare il pubblico di tutto il mondo. Ho avuto il piacere di assistere a due concerti di Giovanni Allevi: un ragazzo esile, un personaggio buffo, impacciato, totalmente fuori dagli schemi, un artista che stimola qualche risata per il suo modo di parlare o di muoversi, ma che quando si siede al pianoforte e con questo diventa tutt’uno, inizia a esprimere arte ed emotività con una musica che è coinvolgente. L’esibizione è stata emozionante, lo spettacolo, per chi lo ha già visto in concerto, forse un pò ripetitivo, ma poco importa perché quando si concentra sulla sua musica è unico, le introduzioni poco contano, conta la qualità. E non può non piacere la musica di Allevi, non si può non amare. Anche colloquiare con lui è stata davvero una bella esperienza: è unico come le sue canzoni. Provate ad ascoltarlo… vi innamorerete delle sue note.

Alle Eolie la prima mondiale de “L’era glaciale III” a terza puntata dell'Era Glaciale, fortunata serie di film d'animazione della Twen eth Century Fox, verrà presentata in anteprima mondiale a Lipari dal 1 al 3 luglio. Grazie a un accordo con il dipar mento Turismo della Regione siciliana, le immagini di “Era Glaciale III, l'Alba dei dinosauri” faranno il loro debu o al Teatro Greco di Lipari il 1° di luglio. Alla presentazione, che si svolge in contemporanea con l'uscita del film negli Sta Uni , prenderanno parte anche Claudio Bisio e Pino Insegno, che fanno parte del cast di doppiatori italiani della saga degli eroi “so ozero”.

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Il caso Mentana-Mediaset torna a far discutere di Mimma Lo Giudice n molti ricorderanno l’episodio che costò ad Enrico Mentana, ex direttore editoriale di Mediaset, la poltrona nel gruppo della famiglia Berlusconi. Quella fatidica sera del 9 febbraio, i Tg di mezzo mondo diedero la notizia della morte di Eluana Englaro; Vespa ebbe il suo speciale e il Tg5 invece rimase a guardare, e con lui anche Mentana, mentre un annuente Fede andava in onda su rete4 con il compito di contrastare l’alveare di ospiti sull’ammiraglia della Rai.

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Il quinto canale, come si diceva nel secolo scorso, continua la sua programmazione senza batter ciglio, infondo “the show must go on”. Ma la professionalità di Mentana grida a gran voce. Alza la cornetta e chiama subito Confalonieri minacciando le dimissioni, non solo per la negata andata in onda, in prima serata, del suo Matrix (attualmente diretto da Alessio Vinci) preferendo il Grande Fratello, ma anche per la mancanza di informazione che si respira a Mediaset da qualche tempo e per il vergonoso spettacolo mandato avanti dal GF condotto da Alessia Marcuzzi - con tanto di processo alla biondina pazzoide di turno - senza modificare nulla del palinsesto. Davanti a scelte del genere e con la morte del caso clinico più discusso in Parlamento e nel mondo, il buon Mentana non riesce a calpestare la propria deontologia professionale. Intorno alle 22 annuncia le dimissioni e l’azienda le accetta senza commenti di sorta. Anche l’appuntamento con la seconda serata di Matrix viene annullato. GIUGNO ‘09

Inizia la caccia all’uomo e l’ex direttore rilascia interviste a caldo: «Non è così che si fa informazione su una grande rete nazionale, non esiste solo l’audience. Eravamo pronti ad andare in onda, il Tg5 era pronto ad aprire finestre informative». Parole dure dettate dal rammarico, quelle di Mentana, per non aver potuto svolgere il proprio mestiere. Che qualcuno lo volesse fuori dal gruppo Mediaset si vociferava da tempo e forse è stato confermato sia dal niet aziendale che dalle presunte parole del Premier Berlusconi alla notizia delle dimissioni dell’ex direttore: «Se va fora, l’è meglio». Fatto sta che adesso il Tribunale di Roma ha disposto il reintegro del giornalista alla conduzione del programma Matrix. Il giudice, Giudo Rosa, ha dichiarato essere illegittimo il licenziamento di Mentana da parte della Mediaset, la quale si vedrà costretta anche a pagare un risarcimento danni. Secondo la difesa, infatti, Mentana aveva presentato le dimissioni dal ruolo di direttore editoriale in quanto non ha condiviso la scelta editoriale presa in occasione del caso Englaro e invece è stato licenziato anche come giornalista e direttore del programma Matrix - di cui fu il realizzatore e conduttore. L’azienda della famiglia Berlusconi infuriata, si dichiara incredula e così ribatte: «Mediaset prende atto della sentenza, a nostro avviso sorprendente, nella causa intentata da Enrico Mentana contro il nostro Gruppo - di-

chiara in una nota il gruppo - Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati, ma fin d’ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti». Staremo a vedere quali saranno i futuri sviluppi del caso Mentana-Mediaset. Intanto attendiamo - specialmente noi addetti ai lavori - di sapere come si comporteranno l’Ordine dei Giornalisti e la magistratura rispetto al problema di negazione della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), perchè se di doveri, giustamente da rispettare, è fatta la professione giornalistica, non bisogna dimenticare i diritti di chi si batte per garantire l’informazione ai cittadini.

CULTURA

Chi sarà l’assassino?


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EDIPO A COLONO E MEDEA: LA TRAGEDIA È DI SCENA A SIRACUSA

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RIVIERA

a cura del Maestro Valerio CIAROCCHI ei mesi di maggio e giugno si svolgono tradizionalmente i cicli di rappresentazioni classiche nel teatro greco di Siracusa, organizzati dall’INDA. Un evento che richiama appassionati da tutto il mondo, facendo rivivere il teatro classico antico, con le sue tragedie dall’intento pedagogico, secondo le intenzioni dei grandi tragediografi classici: Sofocle, Eschilo ed Euripide.

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Quest’anno saranno rappresentate l’Edipo a Colono di Sofocle e la Medea di Euripide1. Protagonista dell’Edipo a Colono è Giorgio Albertazzi, uno tra i maggiori attori italiani viventi ed un intenso Edipo. Sofocle, nativo di Colono, sobborgo di Atene, scrisse questa tragedia (rappresentata postuma nel 401 A.C.) quando era novantenne, quasi una riflessione personale sulla morte ormai prossima. Ed insieme una sorta di riabilitazione del personaggio di Edipo, figura in bilico tra l’essere eroe e l’avere in sé i connotati negativi del patricida e del figlio incestuoso, sia pur involontario autore delle sue disgrazie. Dicevamo di una riabilitazione, poiché la sparizione nel boschetto di Colono di Edipo, ormai anziano e malato, lo fa assurgere quasi a nume tutelare e ad un prescelto che addirittura profetizza a Teseo lunga e prospera vita. Un prescelto che mostra la sua grandezza fin dall’inizio (è lui il re di Tebe che secondo la leggenda risolse l’enigma della Sfinge), nel suo portarsi a Colono con la figlia Antigone, in obbedienza alla profezia che voleva la fine dei suoi giorni proprio lì. Grande nel suo accettare il Fato come unico, ineluttabile elemento determinante della vita, sua personale e dell’umanità. Di particolare pregio è il primo stasimo, dove si decantano le bellezze di Colono, ultimo omaggio di Sofocle alla sua patria.

novato il personaggio, superando e non copiando nulla dall’omonima tragedia di Neofrone. Per la prima volta nel teatro greco protagonista è una donna, debole e forte al contempo, determinata, orgogliosa al punto che pur di vedere morti i propri nemici non esita a vedere e procurare la morte dei propri figli, in odio a Giasone, che qui è una figura minore e negativa, al punto che Dante lo collocherà nel suo Inferno in seguito alla lettura di questa tragedia. È curioso che figure sempre presenti come i figli di Medea e Glauce siano sempre presenti in scena e non si esprimano mai. Questa tragedia ha una spiccata presenza umana, lascia da parte gli dèi, che fanno da spettatori al pari del pubblico. Medea contiene in sé due personaggi: l’una vorrebbe risparmiare i figli, l’altra è disposta a tutto pur di di-

ventare quel pericolo che tutti la ritengono. Ciò crea una tensione drammatica tra le più forti ed appassionanti di tutta la storia del teatro. Fatto questo che varrà a Medea una continua fortuna in tutti i tempi.

Medea, messa in scena nel 431 A.C., è una delle più belle e riuscite tragedie di Euripide: gli studiosi concordano nel dare ad Euripide il merito d’avere in-

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Per approfondire suggeriamo D. DEL CORNO, Letteratura greca, Principato, Milano, 1992. GIUGNO ‘09


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Carpe diem quam minimum credula postero

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a cura di Dominga Carrubba a Galleria “Il Gabbiano” a Messina è stata maledettamente affollata nel mese di maggio nella lettura dei Poètes Maudits. Il “maledettamente” è da intendersi un gioco di prestigio che in una sola parola racchiude il movimento letterario dei “ Poeti Maledetti ”, lo stile di artisti disumanizzati e reietti dalla società. Chi non ricorda la grotta che ospitava ad ogni crepuscolo gli studenti del Liceo Welton nella pellicola “L’attimo fuggente”, che rifondano la “setta dei poeti estinti” col motto carpe diem, la cui filosofia rende felice chi la pratica non per l’effetto che le proprie azioni causano, ma per l’agire fine a stesso. Vivi il presente confidando il meno possibile nel domani. Questo il messaggio tramandato dal poeta latino Orazio nelle sue Odi.

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RIVIERA

E’ l’anticonformismo che così come ha suggerito l’immaginaria setta dei poeti estinti nella pellicola del 1989, allo stesso modo diede vita al mito del poeta maledetto. Armando Riitano, poeta di Lipari, ha ideato il volume “Maledettamente”, selezionando versi e citazioni dei maggiori artisti maudits, interpreti della vita bohèmienne, fra cui Charles Baudelaire, Dino Campana, Stephane Mallarmé, Friedrich Nietzsche, Arthur Rimbaud, Igino Ugo Tarchetti. E’ la Rivoluzione del 1848 che liquida il Romanticismo, che segna la spaccatura tra letteratura e politica, e apre la strada al Positivismo e allo Scientismo, al Naturalismo e al Verismo. Mentre da contraltare dilaga la poesia condannata, maledetta dalla società al cui conformismo i poeti maledetti si oppongono. Perché conformarsi ad una realtà sociale orientata soltanto verso gli interessi economico-capitalistici, trascurando le ragioni dello spirito, i valori dell’uomo cui è dato conoscere il presente ed esserne responsabile, e non il futuro di cui si ignorano le emozioni dei giorni non ancora vissuti? Ecco gli artisti disumanizzati dalla morsa della scienza che si

vanta di potere spiegare ogni evento o fatto, privati dei valori eccelsi e infilzati da un paradiso artificiale, dove il sesso mercenario, l’abuso di alcool e droghe sono nel contempo gli emblemi della ribellione alla borghesia e le armi di autoannientamento, unica soluzione per chi non trova un posto in una società con un’ideologia sovra-costruita. Da qui l’esaltante attrazione per la morte, ricercata per le vie della trasgressione, a fronte di una vita negata e sprezzante dell’amore. Da qui la fuga dai sentimenti tramite un diverso realismo: quello che chiamerei sinestesia disarmonica che in “Fontana di sangue” di Charles Baudelaire, si esprime con …Molte volte ho domandato a vini capziosi di assopire per un giorno il terrore che mi strugge: il vino fa più limpida la vista, l’orecchio più sensibile!... La pubblica lettura di Lorenzo Calogero, poeta calabrese, evidenzia che sebbene non sia ufficialmente ascritto fra i Poètes Maudits, è definito da vari critici il “nuovo Rimbaud italiano”. Lorenzo Calogero è stato prigioniero di una vita condotta nello svolgimento della professione di medico per se stesso piuttosto che degli altri, incompreso da parte dei letterati del suo tempo, tanto che la notorietà è soltanto postuma, grazie alla pubblicazione del I vol. delle Opere Poetiche della Collana “Poeti Europei ” della Casa Editrice Lerici. Per Lorenzo Calogero la fonte di sregolatezza dei sensi per scoprire l’ignoto era la follia che alimentava il bisogno incessante di scrivere poesia, perché… “Di tanto rovinoso mare poco suono giunge al mio orecchio assorto in ascoltazione dell’Eterno che come un angelo passa” …Fin quando si leggono le parole che si possono ritenere l’ultima poesia trovata sulla sua scrivania, che sintetizza maledettamente l’essenza del poeta: “Vi prego di non essere sotterrato vivo”. Forse che dalla morte possa derivare la vita di un’anima, quando finalmente sia compresa?!

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L’Aquila ferita ma non prostrata tornerà a volare in alto on ci sentiamo in lena trattare del devastante evento, abbattutosi in Abruzzo. Questo scritto esula completamente da esso, per non ridestare la memoria e quindi l’universale tristezza e la coscienza di non pochi. Vogliamo trattare solo un caso che ha del prodigioso, se non addirittura segno di Risurrezione. Alla morte di Papa Niccolò IV (1292) trascorsero ben 27 mesi per eleggere il nuovo Pontefice. Per contrasti interni e di partito i 12 Cardinali non riuscivano a mettersi d’accordo. Uno dei dodici prospettò agli elettori l’idea insolita che in quel di Collemaggio in Abruzzo, vi era un personaggio di Chiesa che già aveva dato prova di forza carismatica nei riguardi del popolo che ne ammirava la testimonianza evangelica. Sia pure con riluttanza l’Eremita accettò l’elezione, determinando un vero giubilo popolare. I circoli spirituali lo salutarono come “Papa angelico”, che avrebbe soddisfatto le aspettative di riforma. A cavallo di un asino (!?), scortato da due Principi (Carlo II D’Angiò e il figlio Carlo) il Papa-eremita fece il suo solenne ingresso a l’Aquila, dove nella Chiesa di Santa Maria di Collemaggio, il 29 Agosto 1294, fu consacrato con il nome di Celestino V°. Papa Celestino V, al secolo Pietro del Morrone, pur animato da un sincero desiderio di rinnovare la Chiesa e le sue strutture, non disponeva tuttavia di capacità organizzativa e di competenza giuridica per realizzare il suo sogno, viveva la sua vita in un faticoso dilemma.

SACRO

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Papa Celestino V diede inizio al suo Pontificato, tanto carico di speranza quanto di situazioni drammatiche e delusioni. Lo stesso Jacopone da Todi, rigoroso sostenitore, lo avvertì con parole dure “…se non sai, ben canterai mala canzone”. Celestino fu vittima della Sua inadeguatezza e del suo isolamento, che lo resero diffidente e lo portarono ad abdicare. Non ascoltò i Cardinali che lo sollecitavano a raggiungere Roma ma rimase a L’Aquila sotto la politica dei Principi. Fu generoso con tutti, quasi presentendo dell’abdicazione, fece la proposta ai Cardinali di affidare il governo della Chiesa a tre Cardinali, proposta respinta e dopo aver preparato tutto per il bene della Chiesa con tre Documenti, uno dei quali esortava i Cardinali ad aprire un nuovo Conclave, firmò l’abdicazione. Quindi spogliatosi dell’abito papale e tornato ad essere semplice frate, avrebbe desiderato soltanto tornare al suo eremo. Ma il suo Successore glielo impedì ed infine, arrestato, fu chiuso prigioniero in un castello. Il povero frate visse addolorato e morì in una cella dalle dimensioni molto ridotte il 19 maggio 1296, in circostanze poco chiare da fare pensare ad un incidente grave. I suoi resti furono traslati nella stessa chiesa di Collemaggio ove era stato incoronato Papa. Clemente V lo canonizzò, il 5 maggio 1313, come Confessore nel nome di S.Pietro. Dante confinò Celestino tra gli ignavi

(III C. dell’Inferno), dicendo che “fece per viltade” il gran rifiuto (v.59). Celestino V, rinunciando alla carica di Pontefice, non solo aveva deluso le attese di coloro che credevano in una riforma del Papa santo, ma aveva offerto l’occasione propizia all’ambizione di Bonifacio VIII di salire al seggio papale, causa delle sventure del Poeta. Dante coerentemente con quanto aveva detto Virgilio “non ragioniam di loro, ma guarda e passa” (v.50), non lo nomina, anche perché vuole che rimanga anonimo, però lascia intendere benissimo il nome con una formula allusiva alla sua suprema colpa: appunto il “gran rifiuto”, e rincalzando la dose del suo disprezzo. Anche se il suo no fu rifiuto quanto una rinuncia, perché si rifiuta una cosa che non si ha, mentre si rinuncia a una cosa che già si possiede. La vicenda di Celestino V, oltre che una questione di ordine canonico e religioso, diventò poi anche un caso letterario. È diventata ora, un caso di estrema riflessione. Fra le macerie è stata ritrovata l’urna che conserva la sue spoglie mortali in buonissime condizioni. Papa Benedetto XVI, in visita ai luoghi del sisma, ha voluto visitare e rendere omaggio al suo predecessore e su l’urna che ne contiene le spoglie ha deposto il Pallio che ha aveva indossato il primo giorno di pontificato, 4 anni fa. È una stola di lana bianca con le croci, che simboleggia il legame fra il successore di Pietro e la Chiesa universale. Lì innanzi alla facciata della Basilica, attorno al Papa, si sono visti i segni della fede ritrovata che risvegliano memoria e pietà. Attorno al Papa si è visto un popolo vero, sfollati avvolti in impermeabili di plastica sotto l’acqua battente, vecchi, ragazzi, volontari, pompieri e finanzieri attenti e devoti alla recita di “Regina Coeli”, mentre la campana di Onna, a distanza, continuava a suonare da un campanile di Travi. L’arcivescovo de L’Aquila, presente il Papa, anima alla ricostruzione e afferma: “La ricostruzione ci sarà subito o non ci sarà”. E sarebbe la nostra morte, più brutta di quella, già tanto tragica causata dal terremoto. Momenti tristi ma di speranza, l’Aquila tornerà a volare alto. E già si muove nel segno della fede, Una chiesa donata dalla Valsuga, dalla Provincia e dalla Diocesi di Trente. Sarà la Chiesa della Risurrezione.

Sac. Giuseppe Tatì d’Urso, Cappellano per merito Sacro Militare Ordine Costantiniano di S.Giorgio GIUGNO ‘09


35 INNOVAZIONE: ILARDA FIRMA DECRETO SU GARE TELEMATICHE E MERCATO ELETTRONICO CON NORME ANTIRACKET E ANTI CORRUZIONE

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Dopo la posta elettronica e il cedolino digitale per il pagamento degli stipendi, arriva ora l’e-procurement. Un vero shock per un apparato burocratico abituato a fare affidamento per il trasporto di montagne di carta su corrieri chiamati “camminatori”. “L‘ammodernamento del settore pubblico - dice Ilarda - deve mirare non ad introdurre tagli indiscriminati a scapito dei servizi, ma a ridurre la spesa razionalizzandola ed eliminando costi superfui, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche nell’interesse dei cittadini. E in tema di razionalizzazione della spesa pubblica uno degli strumenti più efficaci si è rivelato il mercato elettronico”. Gare telematiche e acquisti on line saranno avviati in via sperimentale dal dipartimento del Personale e dei servizi generali, per essere successivamente estesi all’intera amministrazione regionale. Il sistema verrà gestito su piattaforma informatica realizzata dalla società a partecipazione regionale Sicilia e-Servizi e permetterà di acquisire quanto necessario al funzionamento della macchina amministrativa - carta, GIUGNO ‘09

fotocopiatori, servizi di manutenzione e pulizia - attraverso processi automatizzati di scelta del contraente. “Sarà così assicurata - continua Ilarda la parità di condizioni dei partecipanti, la massima trasparenza e la semplificazione delle procedure, con velocizzazione delle transazioni e rilevanti economie di scala. Altri vantaggi sono rappresenti dalla tracciabilità e dal monitoraggio della spesa”. Anticipando alcune delle regole alle quali sta lavorando la Commissione per il codice etico anti infiltrazione ed antimafia della Pubblica Amministrazione voluto dallo stesso assessore, sono state introdotte anche disposizioni dirette a contrastare possibili infiltrazioni della criminalità. Il fornitore sarà obbligato a segnalare qualsiasi tentativo di turbativa o irregolarità della gara o nell’esecuzione del contratto e a denunciare qualunque fatto collegato all’attività dell’impresa che costituisca reato contro la pubblica amministrazione o sia riconducibile ad attività di associazioni mafiose, intimidazioni, richieste

di tangenti, pressioni per l’assunzione di personale e danneggiamenti di beni aziendali. “Gli interventi di ottimizzazione e automazione dei processi di acquisto prosegue Ilarda - hanno già prodotto grandi benefici nel settore privato, garantendo un’importante riduzione dei costi e hanno oggi assunto un ruolo rilevante anche per le amministrazioni pubbliche italiane, in particolare, per numerose Regioni del centro e del nord. La Sicilia non poteva restare indietro”. “I vantaggi non sono solo per l’amministrazione poichè si tratta di una straordinaria opportunità anche per le nostre imprese, che potranno competere alla pari, ridurre i costi di vendita, ampliare il proprio mercato con l’accesso al sistema degli approvvigionamenti pubblici con cataloghi on line e con l’esposizione permanente di prodotti e servizi a costi prossimi allo zero”. “Il sistema - continua l’assessore - costituisce, quindi, anche un mezzo per la valorizzazione del tessuto produttivo regionale, stimolando la diffusione dell’innovazione tecnologica, soprattutto nel settore tipico di questo segmento di mercato che è quello delle piccole e medie imprese. L’ingresso nell’area del commercio elettronico servirà ad ampliare enormemente il raggio d’azione dell’offerta e il volume degli affari delle imprese siciliane, permettendo transazioni transfrontaliere e concorrendo alla creazione di nuovi spazi occupazionali”. L’assessore Ilarda assicura comunque che, al fine di consentire agli operatori di adeguarsi alle nuove procedure, il ricorso al mercato elettronico avverrà progressivamente per cui, nella fase iniziale, per le gare e gli acquisti di beni e servizi dell’amministrazione regionale si utilizzeranno anche i sistemi tradizionali.

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l via in Sicilia il sistema telematico di approvvigionamento dell’amministrazione regionale. L’ex assessore regionale alla Presidenza Giovanni Ilarda ha firmato il decreto che introduce e regolamenta la gestione elettronica delle procedure di acquisizione di beni e servizi della Regione attraverso gare telematiche o con acquisti diretti di prodotti selezionati sui cataloghi on line dei fornitori accreditati. Il testo del decreto con le modalità di partecipazione delle imprese sono pubblicati sul sito istituzionale della Regione Siciliana (www.regione.sicilia.it) dal quale sarà possibile anche accedere direttamente al sistema che sarà attivato entro il 31 luglio 2009. Procede, quindi, a ritmo sostenuto la svolta impressa per l’ammodernamento dell’apparato pubblico.

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Energia Futura

ENERGIA

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n tema sempre più dibattuto dalla comunità scientifica, ma non solo, è quello del ruolo che dovranno avere le “nuove” forme di energia nei prossimi anni. Per analizzare il problema è bene fare un riassunto di ciò che attualmente costituisce il mix delle fonti energetiche primarie che soddisfano i nostri bisogni quotidiani. Le fonti fossili forniscono insieme l’80% dell’energia da noi consumata (gas naturale 21%, carbone 24%, petrolio 35%), il nucleare contribuisce con il 6%, l’idroelettrico e le altre fonti rinnovabili con il 5%, il restante 9% rappresenta il consumo di biomasse (principalmente legna) prodotto dalle popolazioni tecnologicamente più arretrate.

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Il totale prodotto viene destinato, in parti uguali, alle esigenze di mobilità, riscaldamento, energia elettrica per usi industriali. Le richieste energetiche sono strettamente connesse all’aumento della popolazione mondiale ed alla variazione del tenore di vita nelle nazioni emergenti: è indubbio che le comodità costano. Secondo previsioni condivise, la popolazione mondiale nel 2050 toccherà quota 9 miliardi e la richiesta energetica (in termini di potenza) passerà dagli attuali 14000 MW a circa 25000 MW. Dovranno essere quindi garantiti altri 11000 MW da produrre con tecnologie “pulite”: non bisogna dimenticare infatti che le emissioni di CO2 responsabili dell’aumento dell’effetto serra dovranno diminuire nel corso degli anni per evitare conseguenze da molti ritenute catastrofiche e soprattutto irreversibili. Come trovare dunque il modo di generare 11 TW senza produrre anidride carbonica? I tre campi d’azione che sembrano essere più promettenti sono: carbon sequestration, fissione nucleare, fonti rinnovabili. Non potendo rinunciare, almeno nel futuro prossimo, allo sfruttamento delle fonti fossili si stanno compiendo sforzi per trovare un modo

di catturare le emissioni (sequestration) prodotte dalle convenzionali centrali termoelettriche. La CO2 dovrà essere separata dal resto dei fumi, che subiscono già oggi trattamenti di desolforazione e denitrificazione, e trattata in modo da non nuocere all’ecosistema, si sta in particolare studiando come poterla stoccare in sicurezza (profondità oceaniche, US Department of Energy) oppure biofissarla mediante l’impiego di microalghe in grado di assimilarla e contemporaneamente depurare acque reflue (Eni). La tecnologia nucleare giocherà certamente un ruolo importante, certamente, non arriverà come si prevedeva negli anni ’50, a coprire il 100% della produzione, ma crescendo potrebbe mantenersi sui livelli percentuali attuali. Non bisogna dimenticare che le centrali nucleari utilizzano anch’esse un combustibile non rinnovabile, il cui prezzo non è detto che rimanga insensibile a variazioni causate da fattori diversi da quelli puramente tecnologici, come già accade con il petrolio. Le energie rinnovabili dovranno anche fare la loro parte. L’idroelettrico è già vicino al suo limite di sfruttamento, l’eolico cresce di anno in anno e dà buone aspettative ma la promessa più grande è lo sfruttamento dell’ energia solare. Oggi, con le tecnologie attuali, gli 11 TW necessari da qui al 2050 potrebbero essere prodotti da un campo solare posizionato in una zona tropicale di superficie 4 volte più grande della Sicilia. Bisogna inoltre considerare che quella del fotovoltaico è un’industria dinamica e in continua crescita, che ha migliorato di circa il 40% ogni anno le proprie prestazioni nell’ultimo decennio. Ma con l’avvenire bisogna sempre andarci cauti: “È sempre difficile fare previsioni, in particolare quando riguardano il futuro“ (Niels Bohr, Nobel per la fisica nel 1922). Santo Bivona e Vittorio Crisafulli

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ENERGIA: PRESENTATO PROGETTO FABBRICA PANNELLI FOTOVOLTAICI

n investimento iniziale di 35 milioni di euro per una capacità produttiva di 50 MW. Una crescita programmata della produzione stimata in 50 MW ogni due anni che in quattro fasi di estensione porterà la produzione sino a 200 MW. Circa 170 impiegati ad avvio della produzione per arrivare, quando la produzione sarà a pieno regime, ad un totale di 680. Questi, in sintesi, i dati della fabbrica di pannelli fotovoltaici che nascerà in un lotto dell’Asi di Caltagirone e che sarà realizzata da Asp Solar Italia, società con sede a Catania e parte del gruppo svizzero AspAton Sun Power.

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L’iniziativa è stata presentata negli uffici della Presidenza della Regione Siciliana a Catania, dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dai vertici di Asp Solar Italia, rappresentati da Heinz Grossmann, managing director, Ernst Landsmann, board director e Jean Claude Nussbaumer e dal presidente dell’Asi di Caltagirone, Giuseppe Greco. “E’ una iniziativa avviata e definita in pochi mesi, grazie anche alla collaborazione dell’Asi di Caltagirone - ha affermato il presidente della Regione - che può diventare un riferimento per il mercato del bacino del Mediterraneo, rappresenta una fonte di sviluppo e dà una ulteriore spinta alla produzione di energia da fonti non rinnovabili in Sicilia”.


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FOTOVOLTAICO (PARTE SECONDA)

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a cura di Vittorio Crisafulli e Santo Bivona ccoci qui di nuovo a trattare l’argomento fotovoltaico. Questa volta mi soffermerò sul sistema di incentivi italiano. Nel nostro paese lo sviluppo degli investimenti, per energie rinnovabili, è trainato dalle politiche di promozione e dagli strumenti di sostegno che lasciano intravedere buone opportunità per il futuro.

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La tecnologia solare e quella eolica continueranno a registrare tassi significativi di crescita nei prossimi anni, soprattutto se accompagnati da interventi resi a semplificare gli iter autorizzativi ed a risolvere i problemi di connessione alla rete elettrica dei grandi impianti. Bolletta azzerata e incentivi del Conto energia: grazie a queste due voci una famiglia media può guadagnare ogni anno più di mille euro e risparmiarne altri 500. La passione per il fotovoltaico non è isolata: nonostante la contrazione dei consumi e degli investimenti che stiamo vivendo, il numero di famiglie italiane che stanno spendendo 14mila-20mila euro per un impianto fotovoltaico è in forte ascesa. L’occasione è ghiotta, tra Conto energia e scambio sul posto, l’investimento rende più dei BoT e dei Btp. Partiamo dall’indice più significativo: il tasso interno di rendimento (Tir o Irr, tasso annuale di ritorno effettivo che un investimento genera). Quello medio di un impianto fotovoltaico residenziale integrato architettonicamente è del 9

per cento. Vale a dire il doppio del rendimento dei Btp con scadenza nel 2034 (25 anni da oggi, una durata pari alla vita media di un impianto): quelli dell’asta del 19 maggio garantivano il 4,6% netto (il 5,25% lordo). Facciamo un piccolo esempio. Una famiglia media di 3/4 persone ha un bisogno energetico colmabile con un impianto di 2.5/3 kW/h. Prendiamo in considerazione un impianto da 2.5 kW/h. Tale impianto ha un costo di circa 17 mila euro Iva inclusa. Lo stesso, in Italia centrale e con integrazione architettonica parziale (maggiormente incentivato), garantisce un introito di circa 1900 euro all’anno. A questi 1900 euro bisogna aggiungere il risparmio proveniente dalle bollette

non più pagate, perché il fabbisogno energetico della casa viene soddisfatto dall’impianto sul posto. Facendo un calcolo forfettario possiamo dire di avere un introito annuo di circa 2400 euro, con un investimento iniziale di 17000 euro (8 anni tempo di “pay back”). Ma la redditività e il tempo di “pay back” dipendono da tanti fattori: gli impianti sono tanto più convenienti quanto più sono integrati architettonicamente e di potenza ridotta. Inoltre i sistemi piccoli sono favoriti dal fisco, perché al di sotto dei 20 kW, almeno se destinati alle famiglie, non sono soggetti a Iva e alle altre forme di tassazione. Conta molto anche la zona geografica. Favoriti, a causa del maggiore irraggiamento solare, sono ovviamente il Sud e la Sicilia in particolare. Dietro il successo e i numeri del fotovoltaico ci sono i generosi incentivi italiani. Si tratta del Conto energia, che remunera per 20 anni l’energia prodotta, e dello scambio sul posto, che permette di non pagare la bolletta per l’energia consumata. Gli incentivi, va ricordato, non sono destinati a durare in eterno, visto che il Conto energia starà in piedi, salvo ravvedimenti, solo fino al raggiungimento della soglia dei 1.200 MW di potenza installata in Italia (il che potrebbe avvenire entro il 2010-2011). Il crollo delle installazioni in Spagna dopo la riduzione degli incentivi indica chiaramente che la sola sensibilità ambientale non basta.

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Carmelo Rigano: Il Campionato del Ciumaredda tra alti e bassi si può considerare positivo

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pagina a cura di Di Mimmo Muscolino

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Un Ciumaredda altalenante: grandi prestazioni contro le “grandi del torneo”, vedi la vittoria contro la capolista Furci, di contro pessime prestazioni contro le squadre di media-bassa classifica. Diverso l’atteggiamento in Coppa, dove il Ciumaredda, eliminato immeritatamente nei quarti di finale dal Novara di Sicilia, affrontava le gare con un altro spirito, con più concentrazione, eliminando squadre di un certo spessore tecnico: Furci e Akron Sport Savoca nel girone eliminatorio, l’Aci Bonaccorsi negli ottavi di finale. Al timone del Ciumaredda, il giovane mister Carmelo Rigano, al suo primo

campionato di Terza Categoria, con un passato di allenatore nel settore giovanile dell’Atletico Furci, e preparatore atletico dello Sportinsieme, il quale ci spiega questa metamorfosi della sua squadra. “Come organico, la nostra è una squadra tecnicamente forte, purtroppo l’aspetto mentale è stato quello che ci ha un po’ penalizzato. Le migliori prestazioni sono state fatte quando in palio la posta era alta, vedi le partite di Coppa o come è successo contro le prime cinque in campionato. Invece, molte partite – sostiene mister Rigano – sono state affrontate in maniera superficiale snobbando gli avversari”. Un pregio dei suoi giocatori? “Senza dubbio la prova di carattere: quando scendevano in campo con la massima concentrazione non hanno avuto avversari”. Nei momenti negativi della stagione ha pensato a dimettersi? “No. Era il primo campionato per tutti. La Società mi è stata molto vicina nei momenti critici. Diversi fattori hanno contribuito: uno su tutti diversi giocatori venivano da diversi anni di inattività, quindi riprendere il ritmo partita non è così semplice”. Per la prossima stagione siederà ancora sulla panchina del Ciumaredda?

SPORT

on l’eliminazione dal “Trofeo delle Provincie”, manifestazione riservata alle squadre di Terza Categoria, si è conclusa ufficialmente la prima stagione sportiva del Ciumaredda Calcio. La formazione santateresina al suo primo Campionato Figc, si è classificata al settimo posto con 23 punti, frutto di 6 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte, mettendo a segno nelle 22 giornate di campionato 27 reti subendone 32. Un bilancio mediocre, visto che alla vigilia del torneo, la compagine santateresina del Ciumaredda del Presidente, Nino Santoro, visti i nomi in organico, era stata indicata come una delle pretendenti alla vittoria finale.

“Da parte mia non ci sono problemi, anzi stiamo già lavorando per la prossima stagione…” Un Suo parere sul Campionato appena conclusosi. “Molto positivo, affascinante merito di tanti derby. L’unica cosa negativa sono stata gli arbitri. Un giudizio sui campi di gioco? “Questo, purtroppo è un tasto dolente, il mio giudizio è che sono davvero mediocri.”

Giuseppe Bartorilla torna a Gennaio l difensore santalessese dello Sportinsieme, Giuseppe Bartorilla, è stato operato al ginocchio destro per la rottura del legamento crociato anteriore. L’intervento è stato eseguito dal prof. Santino Foti, una settimana fa presso la Clinica Carbona di Messina. Tutto è andato per il verso giusto, tanto che dopo alcuni giorni il giovane giocatore dello Sportinsieme è stato dimesso.

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tempi di recupero variano da individuo ad individuo: un giovane sportivo professionista che si allena ogni giorno ed ha la possibilità di dedicare 6-8 ore al giorno al ginocchio potrà riprendere sicuramente prima dello sportivo amatoriale. Tuttavia numerosi studi scientifici hanno dimostrato che in genere, per questo tipo di intervento, sia ragionevole ritornare all’attività sportiva circa 5-6 mesi dopo l’intervento.

Adesso per il difensore Bartorilla, inizia la seconda fase, quella della riabilitazione (circa 6-8 mesi). Il giocatore della formazione dello Sportinsieme, dovrebbe ritornare a disposizione di mister Enzo Filoramo, a Gennaio 2010. Prima di iniziare la riabilitazione vera e propria, Giuseppe Bartorilla, dovrà portare ancora per un mese un tutore, quindi, ai primi di luglio intraprendere la rieducazione al ginocchio.

Il giocatore santalessese dello Sportinsieme si era infortunato in occasione della finale play-off giocata a Pedara contro il Trappitello. Entrato nei minuti finali della gara a difendere il risultato di 1-1, che in quel momento qualificava lo Sportinsieme, è stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco per l’infortunio al ginocchio. Auguriamo una pronta guarigione al giovane difensore gialloblù, Giuseppe Bartorilla, la cui intenzione è di ritornare a calcare i campi di calcio, conoscendo la persona, la volontà a fare ciò non manca, metterà tutte le proprie energie e forze per ritornare più forte di prima.

La domanda sorge spontanea: quanto tempo ci vuole per ritornare a praticare sport dopo un intervento di ricostruzione pro LCA con il terzo centrale del tendine rotuleo? I GIUGNO ‘09


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SALUTE

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La cervicobrachialgia l collo è una parte del corpo estremamente mobile, le sue componenti ossee, le vertebre, sono articolate con l’intermediario dei dischi intervertebrali in maniera da offrire le massime possibilità di movimento. Però è una parte meno protetta del resto della colonna vertebrale ed è quindi vulnerabile da una serie di traumi o di disordini che possono produrre dolore o restrizione del movimento. Per molte persone il dolore al collo è una condizione transitoria, che scompare nel tempo. Altri richiedono una diagnosi medica ed un trattamento per liberarsi dai sintomi.

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Il dolore al collo può risultare da anomalie dei tessuti molli, muscoli,legamenti e nervi, come delle ossa. Le cause più comuni di cervicalgia sono le anomalie dei tessuti molli per effetto o di traumi, o prolungati meccanismi di trazione o distorsione. In rari casi la causa può essere un’infezione o un tumore. Per qualcuno i problemi del collo possono essere la fonte di dolori nella parte alta del dorso, nella spalla, nel braccio e nella mano malattie degenerative e infiammatorie. Tra queste malattie sono incluse l’artrite reumatoide e l’artrosi. Quest’ultima riguarda generalmente la persona in età avanzata, ed è l’effetto di ripetuti traumatismi o attriti delle articolazioni tra le ossa del collo. L’artrite reumatoide può causare distruzione delle articolazioni del collo. Da tutte queste forme può nascere rigidità e dolore. La degenerazione discale può essere causa di cervicalgia. Il disco funziona come un ammortizzatore degli eventi traumatici e compressivi tra le vertebre. Nella degenerazione discale (tipicamente dai 40 anni in poi) il contenuto gelatinoso centrale del disco, degenera e lo spazio tra le vertebre diminuisce. Il disco può anche protrudere per il cedimento della sua parete marginale e causare compressione sul midollo spinale retrostante o sulle radici nervose poste lateralmente. Questa è la forma-

zione dell’ernia del disco e i disturbi che conseguono (dolore irradiato alla spalla e lungo il braccio sino alle dita della mano, possibilmente anche con formicolio o bruciore) dipendono dalla compressione dei nervi. Il collo è così flessibile e sostiene il peso della testa ed è estremamente vulnerabile ai traumi. Gli incidenti automobilistici o causati dai tuffi o da sport o da cadute sul lavoro, possono coinvolgere pesantemente le strutture ossee legamentose o muscolari del collo. Il tipico meccanismo del colpo di frusta cervicale nel tamponamento tra automobili è l’effetto di una iperestensione all’indietro del collo oltre i normali limiti di motilità, seguito da una iperflessione in avanti. Secondo l’intensità dell’impatto si potrà avere frattura e dislocazione delle vertebre, con compressione e danno del midollo spinale (sino alla tetraplegia), o lesione dei legamenti intervertebrali con formazione di ernia discale cervicale, o stiramento e lesione dei legamenti e dei muscoli ai lati delle vertebre, con contusione delle radici nervose e del plesso brachiale (la complessa innervazione che va dalle vertebre al braccio). Cause molto meno frequenti di dolore al collo sono i tumori, le infezioni o le anomalie congenite delle vertebre. Se un forte dolore al collo consegue ad un trauma, il medico proporrà l’immobilizzazione del paziente per evitare che il danno possa aggravarsi per effetto di una mancanza di stabilità delle vertebre. Occorre procedere alla valutazione radiologica che dimostri se esistono fratture ossee o lacerazioni legamentose. L’intervento medico è necessario anche quando vi sia dolore cervicale irradiato ad un braccio (cervicobrachialgia) o dolore irradiato alle gambe con rigidità delle stesse o addirittura perdita di movimento. In fase acuta queste evenienze richiedono immobilizzazione, ricovero in istituto di cura, e indagini TAC o RM per definire la causa e le eventuali necessità chirurgiche. Il problema può invece apparire modesto in fase iniziale (con poco dolore al collo, con riscontro radiologico negativo per fratture o instabilità) ma può farsi via via più importante con il passare delle settimane o dei mesi. Può svilupparsi progressivamente una cervicobrachialgia, con dolore irradiato alle spalle o sino alle dita, affa-

a cura del fisioterapista Dott.Giuseppe Crupi GIUGNO ‘09


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La corretta diagnosi della causa del dolore cervicale è essenziale per indicare il trattamento più appropriato. L’indagine inizia con la raccolta anamnestica, cioè con l’ascoltare dal paziente il racconto dell’evoluzione dei disturbi dal loro primo manifestarsi. Lo specialista passerà alla visita il cui scopo è annotare tutte le manifestazioni di disfunzione dei vari apparati coinvolti. Si rileveranno infatti alterazioni dei movimenti per causa di cattivi rapporti tra le ossa, o per causa di contratture o al contrario per cedimenti della muscolatura, o per causa di mancata funzione dei nervi. Si rileveranno ancora alterazioni della sensibilità, e alterazioni dei

riflessi, dovute a cattivo funzionamento dei tronchi nervosi. Da tutto questo scaturirà la terapia. La maggior parte dei pazienti trova soluzione ai suoi problemi con il riposo, qualche farmaco, l’immobilizzazione, la terapia fisica, la ginnastica, la modificazione delle abitudini posturali. Per altri pazienti invece si renderà necessaria una terapia diretta sul problema, con infiltrazioni o con iniezioni di farmaci o sostanze come l’ozono nella regione interessata. Per alcuni occorrerà fare di più, passando ad azioni chirurgiche di vario grado di aggressività, secondo la gravità del problema. Il disco che sporga contro il nervo senza frammenti rotti e dislocati può essere trattato con le moderne tecniche che lo riducono di volume per effetto del calore o di sostanze chimiche. Queste tecniche hanno l’enorme vantaggio di poter essere eseguite senza apertura chirurgica, senza anestesia generale, senza lungo ricovero, senza interruzione dei programmi di fisioterapia . La chirurgia a cielo aperto (microdiscectomia) avrà per scopo la riduzione della pressione sulla radice nervosa o sul midollo. Questa pressione può essere causata da un’ernia discale o da un osteofita, dalla stenosi ossea del canale vertebrale o dei forami di coniugazione.

SANITA’, PARTE IL DAY SERVICE: PREVISTI RISPARMI PER 70 MILIONI DI EURO n altro provvedimento predisposto dall’assessorato regionale alla Sanità consentirà forti risparmi, valutabili intorno ai 70 milioni di euro all’anno, per il sistema sanitario regionale senza che venga modificata la qualità dell’assistenza.

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L’assessore Massimo Russo ha infatti firmato il decreto che fissa gli indirizzi, gli obiettivi e la metodologia per l’attuazione, a partire dall’1 giugno 2009, del “day service ambulatoriale ospedaliero” (Dsao) nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate e definisce le tariffe delle prestazioni. Il day service, seguendo le più recenti indicazioni ministeriali, rappresenta un nuovo ‘contenitore assistenziale’ che, da un punto di vista organizzativo, si colloca tra il day hospital e il livello ambulatoriale e servirà ad affrontare in maniera codificata alcune specifiche patologie oltre che le prestazioni di chemioterapia: in pratica, permetterà una drastica riduzione dei ricoveri diurni inappropriati, con minore impiego di risorse ma con identico, se non addirittura maggiore, beneficio per il paziente. “E’ un provvedimento di straordinaria importanza - commenta l’assessore Russo - che va nella direzione dell’inGIUGNO ‘09

teresse primario del cittadino perché viene semplificato e migliorato il percorso diagnostico e terapeutico per alcune patologie, secondo il concetto primario che il paziente non va soltanto curato ma anche ‘preso in cura’. Il day service permetterà di gestire casi che prevedono indagini cliniche e strumentali plurime e multidisciplinari, anche complesse, sotto un’unica regia e senza inutili frammentazioni. Inoltre ci farà risparmiare risorse che finora erano destinate impropriamente all’assistenza ospedaliera e che potremo poi investire in modo più produttivo. Senza dimenticare che prima saremo capaci di azzerare il deficit e prima i siciliani potranno pagare meno tasse. Con il day service ci mettiamo al pari delle più virtuose regioni italiane e diamo seguito ai principi della legge di riforma che prevede la riorganizzazione e il contestuale potenziamento della rete territoriale”. Il decreto individua con precisione le patologie che dovranno essere trattate in regime di day service: sono l’intervento sul cristallino, con o senza vitrectomia; interventi sul ginocchio senza diagnosi principale di infezione; la decompressione del tunnel carpale; trapianti di pelle; altri interventi sul tessuto sottocutaneo e sulla mammella.

Secondo le statistiche dell’ultimo triennio, i ricoveri per queste patologie (che costituiscono il 18% del totale dei ricoveri in day hospital ma incidono per il 29,3% sotto l’impatto economico) hanno fatto registrare il più alto tasso di inappropriatezza. Il decreto impone che queste patologie vengano trattate in regime di day service, tranne quelle che giustificano particolari necessità di sicurezza. Per quanto riguarda le prestazioni di chemioterapia, non associate a diagnosi secondaria di leucemia (138 mila accessi nell’ultimo anno), il trattamento in day service prevede anche la presa in carico del paziente, la somministrazione del farmaco e le indagini utili per monitorare eventuali effetti collaterali. Con questo provvedimento si prevede una forte riduzione della percentuale di ospedalizzazione (circa 15 per mille) che in Sicilia è attualmente del 249 per mille a fronte di una media nazionale del 180 per mille. E’ prevista in una seconda fase l’individuazione di ulteriori patologie da trasferire in regime di day service.

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SALUTE

ticabilità e debolezza delle braccia o di un braccio, dolori notturni e perdita di forza di presa della mano. Questo avviene perchè progressivamente si sviluppa la fibrosi cicatriziale a ridosso dei nervi della regione laterale del collo (plesso brachiale). Queste strutture nervose restano così poco vascolarizzate e soffrono causando dolore e perdita di capacità di comandare la muscolatura dell’arto. Se invece non vi è stato un trauma e si presenta un dolore cervicale continuo e persistente, forte, accompagnato da irradiazione al braccio o alle gambe con cefalea, formicolio al braccio e alla mano, bisogna pensare a una patologia discale, con dislocazione del nucleo polposo a comprimere le strutture nervose.


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SANITA’: ON LINE NUOVO SERVIZIO INFORMAZIONI assessorato regionale alla Sanità lancia un nuovo e innovativo servizio per i cittadini. Da oggi, infatti, è possibile visualizzare tutti gli ambulatori pubblici e le strutture private convenzionate della Sicilia, compresi i laboratori, suddivise per provincia e comune: basterà collegarsi al sito internet dell’assessorato Sanità, all’indirizzo www.regione.sicilia.it/sanita, dove è stata inserita una pagina dal titolo “Dove fare una visita o un esame?” che contiene tutte le istruzioni per ottenere immediate risposte. Inoltre, cosa assolutamente nuova in Italia, il progetto pilota consente di individuare l'indirizzo della struttura sanitaria e di visualizzarlo sulla cartina della Sicilia, rimandando a Google Map dove è possibile verificare il percorso e il tempo medio di percorrenza che sono necessari per raggiungerlo. “Un altro segnale di modernità ed efficienza – commenta l’assessore regionale Massimo Russo – con il quale vogliamo avvicinarci agli utenti del sistema sanitario regionale. Il nuovo servizio telematico offre ai cittadini importanti informazioni in tempo reale e consente di orientarsi al meglio nell'offerta sanitaria. Più sono le informazioni che si mettono a disposizione del cittadino e maggiore è la trasparenza del sistema. Questo servizio è stato pensato anche per i tanti turisti che affollano la Sicilia e che, non conoscendo il territorio, potranno ottenere risposte immediate ai loro bisogni di salute”.

CULTURA

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Curiosità

In tempi brevissimi, all’interno di questo servizio, sarà prevista la possibilità di ottenere ulteriori informazioni, come ad esempio la ricerca delle strutture sanitarie in grado di effettuare esami di diagnostica ad alta complessità (Pet, mammografie, scintigrafie, etc.). Il servizio on line darà anche la possibilità, sia ai cittadini che agli operatori del settore, di interagire per segnalare eventuali aggiornamenti o correzioni ma soprattutto indicare quale tipo di informazioni vorrebbero trovare sul sito. “Lo strumento telematico – aggiunge Russo - è ormai alla portata di tutti ed è necessario per semplificare e velocizzare certi processi. Basterebbe pensare alla Nar, la nuova anagrafe regionale che gestisce il rapporto tra medici di base e pazienti, o al protocollo d’intesa firmato con l’Inps per accelerare le verifiche necessarie per l’erogazione delle pensioni di invalidità: tutti servizi che hanno permesso di ridurre gli errori o i tentativi di truffa e che hanno offerto un servizio migliore agli utenti. Oggi, con questo servizio, basterà un “clic” per ottenere informazioni che finora potevano risultare complesse o imprecise”. Il progetto pilota sperimenta e anticipa alcuni servizi che l'assessorato regionale alla Sanità intende inserire nel nuovo “portale della salute” che sarà curato dalle società di servizio della Regione siciliana.

a cura di Cristina Maccarrone

iete depressi? Potrebbe essere colpa di una vita troppo insipida! No, non è la metafora per cui ci vuole un po’ di sale (e magari di pepe) nelle vostre vite, ma il risultato di uno studio scientifico dai ricercatori dell’Università dello Iowa, pubblicato nella rivista “Physiology & Behavior” e ripreso nella rubrica della salute di Agi (agenzia giornalistica Italia).

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Se siete giù, secondo gli studiosi, è perché mettete poco sale negli alimenti. Non è una novità. Quante volte vi hanno detto: “Se desiderate mangiare troppi dolci, avete carenza d’affetto, se vi piace il salato, siete depressi”. E pare che a questa diceria si possa dare un fondamento scientifico. A fare da cavie sempre i soliti topolini che quando in laboratorio sono stati privati del sale, hanno perso interesse, nonché piacere, per le cose che normalmente glielo danno. Inoltre, sondando la loro attività cerebrale, gli scienziati hanno notato che c’erano dei cambiamenti, come se l’essere in astinenza da sale equivalesse al privarsi di una droga. Altro che psicologo per curare la depressione, per l’università dello Iowa basterebbe un po’ più di sale. Senza esagerare ché sennò il medico non ce lo toglie nessuno!

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Neoplasticismo: una perfezione utopistica di Maria Antonietta Trimarchi na sfrenata ricerca di un nuovo equilibrio tra individuale e universale si concre zza nel Neoplas cismo, una corrente ar s ca che nasce in Olanda nel 1918. L'obie vo era quello di liberare l'arte dai vincoli impos dalla tradizione, lo slogan infa era: L'obiet vo della natura è l'uomo, l'obie vo dell'uomo è lo s le.

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Un'opera neoplas ca nasceva dall'assemblaggio di elemen singoli secondo determinate regole geometriche. Infa nel Neoplas cismo si fondono archite ura, pi ura e scultura. In questa corrente ar s ca chi dipinge ha una visione molto schema ca della realtà, si diverte a incastrare forme semplici, come quadra re angoli o semplici linee che prendono vita a raverso i colori. È proprio il colore, secondo me, il protagonista di questo par colare s le, sono i colori, rigorosamente primari, che danno movimento e definiscono il ruolo di una figura rispe o ad un'altra. Il rappresentante più significa vo di questo movimento fù Piet Mondrian, il suo Neoplas cismo è imperniato su linee ver cali ed orizzontali, perpendicolari le une alle altre. In sostanza questa è un'arte che punta, utopis camente, a raggiungere un equilibrio e un'armonia non solo nell'arte ma anche nella società a raverso un nuovo modo di vedere il materiale e lo spirituale.



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