JoniaNews Aprile 2009

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Riforma Sanitaria

BUCO O NON BUCO? L’ARS approva: tra accorpamenti, chiusure, trasferimenti di competenze a rimetterci sarà solo il cittadino?



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Cupio dissolvi

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a cura del Dire ore Avere problemi con il denaro di questi tempi è cosa purtroppo comune. La crisi morde davvero tutti e in modo violento: in pochi mesi ci hanno lasciato delle vere e proprie istituzioni santateresine quali la rosticceria Il Borgo del gentilissimo Sign. Spadaro e la meno conosciuta Sapori di Sicilia. Ci fa ben sperare il fatto che quei locali siano stati in brevissimo tempo occupati da altre aziende, ma lasciatecelo dire … che tristezza. Purtroppo c’è in giro un’aura di Cupio dissolvi. Parafrasando San Pietro, è come se ci fosse un desiderio di scomparire per non affrontare il problema, che invece va preso di petto. La buona notizia per le imprese è che grazie all’interessamento dell’Assessore Regionale all’Industria Pippo Gianni è stato emanato un decreto assessoriale, pubblicato in GURS Venerdì 27 Marzo, che prevede per queste la possibilità, aderendo al bando, di non pagare gli interessi per i prestiti contratti con le banche convenzionate. A Palermo ci hanno confermato che chiunque può accedere alla misura indicata, ché nel fare il decreto si è cercato di mettere tutti nelle stesse condizioni ed allargare al massimo la platea di possibili adesioni. Un’occasione da non perdere.

Altre novità si registrano in campo agricolo, dove è protagonista l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giovanni La Via. Sono stati sbloccati 60 milioni per il settore agroalimentare, 6.2 per le assunzioni di apprendisti avvenute nel 2003 (meglio tardi che mai!), 3 e rotti per l’internazionalizzazione della filiera agricola, che si aggiungono ai 520mila euro per gli impianti di video sorveglianza e agli altri 30 milioni per la misura suddetta riguardante il consolidamento dei debiti. Questo negli ultimi 30 giorni. Un pensiero va poi ai dipendenti degli Enti di formazione professionale, in particolare a quelli dell’Enaip di Santa Teresa di Riva. La recente riforma del settore formazione, varata dall’Assessorato Regionale al Lavoro, rischia di lasciarli disoccupati. Forse una goccia nel mare, ma è un segnale da non sottovalutare in un paese, meglio in una Riviera, che ha perso e continua a perdere tutti i suoi punti di riferimento. Chiudiamo con la buona notizia. Sul mensile Terrà, a cura dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, è apparsa la notizia che finalmente a Roccafiorità partirà la coltivazione del gelso, propedeutica allo sviluppo di un progetto pilota per la reintroduzione dell’allevamento del baco da seta.

Carmelo Cutrufello

Le tre regole di lavoro: esci dalla confusione, trova la semplicità; dalla discordia, trova l’armonia; nel pieno delle difficoltà risiede l'occasione favorevole Albert Einstein

APRILE ‘09

EDITORIALE

Le occasioni non mancano. Bisogna coglierle


JoniaNews Aprile 2009 Il mensile di informazione della riviera jonica messinese

www.jonialife.it

Sommario Pag. 32 Scaletta

EDITORIALE Pag. 3

Editoriale

di C. Cutrufello

Salute PRIMO PIANO Pag. 5 Pag. 6 Pag. 8 Pag. 10 Pag. 13

Pag. 33 Riabilitazione in acqua

Punti di vista Chi salverà i nostri comuni? Semplificare? Riforma sanitaria Care vecchie farmacie di turno

di G. M. Cicala Inchiesta di D. Puliatti Inchiesta di G. M. Cicala

ATTUALITÀ Pag. 14 Castelmoljanskj Pag. 14 Roccafiorita Pag. 15 Antillo Pag. 16 Sant’Alessio: il Cst Pag. 17 Savoca: Passio Christi Pag. 18 Santa Teresa: biblioteca Pag. 22 Carnevali Taorminesi Pag. 24 Tu-Tubo: Saviano e dintorni Pag. 28 Pagliara Pag. 29 Furci Pag. 30 Roccalumera: intervista Miasi Pag. 31 Alì

Ediscon Notizie Periodico di informazione Anno III - Aprile 2009 Editore Editing Service Consulting snc Direttore Responsabile Carmela Pantano

di C. Scimone

Di G. Crupi

ECONOMIA Pag. 33 Intervista a P. Cascio

di G. M. Cicala

ENERGIA Pag. 36 Fotovoltaico - I parte Pag. 36 Girandole per adulti

di V. Crisfulli e S. Bivona di V. Crisfulli e S. Bivona

SPORT di M. Moschella di S. Sturiale di G. M. Cicala di R. D’Amico di M. Lo Giudice

di G. Bonarrigo

Registrazione Tribunale Messina n° 10/03 del 22/05/2003 Stampa: Graph snc Via Mantineo, 4 S. Alessio Siculo (ME)

Diretto da Carmelo Cutrufello Supervisore G. Massimo Cicala GraphicsArtDirector Giuseppe Androne In Redazione Veronica Diniz Nunes Caposervizio Web Carmelo Cutrufello Cultura Maria Lo Conti Cover Designer Santi Emanuele Savoca Garante del lettore Avv. Epifanio Carlo Moschella

Pag. 38 Sport Riviera

di M. Muscolino

Cultura Pag. 39 Pag. 40 Pag. 41 Pag. 42 Pag. 45 Pag. 46

Non è vero, ma... La Traviata The Millionaire Copertinando Dieci Anni di Picchio Edicola del Fumetto

Di N. Picciotto di V. Ciarocchi di C. Aliotta di M. Lo Conti di S. Sturiale di P. Biella, il Prof.

Collaborano Gianandrea Agnoni, Claudia Aliotta, Nicola Antonazzo, Aynos, Pippo Biella, Giovanni Bonarrigo, Veronica Bonelli, Domenico Bonvegna, Filippo Brianni, Maria Caminiti Diniz, Valentina Caminiti, Valerio Ciarocchi, Paola Cingari, Dominga Carrubba, Pietro Cascio, Sebiano Chillemi, Salvatore Coglitore, Giuseppe Crupi, Maria Cristina De Salvo, Massimo Di Bella, Sebastiano Di Bella, Rita D’Amico, Sac. Don Giuseppe Tati D’Urso, Iano, Carmelo Galeano, Giovanni

Galeano, Helena Giorgianni, Stefan Hagl, Ernesta La Spada, Rosario Leonardi, Maria Lo Conti, Mimma Lo Giudice, Anna Logorelli, Ela Karpinska, Antonino Nicita, Cristina Maccarrone, Antonello Mantarro, Don Nunziato Mantarro, Marco Manzella, Riccardo Marin, Giuseppe Migliastro, MariaLaura Moschella, Mattia Muscolino, Mimmo Muscolino, Claudia Panicci, Antonio Perrone, Oriana Puglia, Donatello Puliatti, Silvia Rapisarda, Andrea Rigano, Carmelo Rigano,

Cosimo Rigano, Sonia Ruggeri, Natale Russo, Rosa Anna Salsa, Giuseppe Savoca, Santi Emanuele Savoca, Carmelo Scimone, Scimpo, Annalisa Sicari, Mariacatena Silaro, Agnese Sturiale, Marco Sturiale, Silvana Sturiale, Antonio Tavilla, Andrea Trimarchi, Giusy Trimarchi, Santo Trimarchi, Maria Antonietta Trimarchi, Trinacrio, Carmelo Tringali, Alessio Triolo, Emanuela Triolo, Natale Triolo, Irene Turiano, Prof. Carmelo Ucchino, Carmelo Ucchino. APRILE ‘09


5 a cura di G. Massimo Cicala

brava ‘sta TV, non tanto per i centimetri quadrati di carne femminile sempre più tangenziali a mucose e pertugi, visto l’alto livello di assuefazione che ciò ha comportato negli ultimi anni, ma soprattutto per l’assolutamente stellare accozzaglia di valori pedagogici che si arroga di far uscire da quella scatola maledetta. Torniamo sui nostri passi: televisione bocciata come educatrice e pedagogista del popolo dei telespettatori. Mi sono chiesto se il bicchiere lanciato da Federica avesse centrato nella croce del Battesimo Augusto, e, al tempo, se qualche familiare o genitore del giovane, da casa o in Studio a due metri dalla “intestinale” Alessia, avesse invocato l’intervento delle Forze dell’Ordine dentro la Casa per arrestare, in evidente flagranza di reato, l’autrice nel pieno della sua isteria. The show must go on, anche con Eluana morta da poco (e di lunedì), che costa la testa di E. Mentana. Peccato, il bicchiere è stato evitato, e tutto è rimandato a chissà quale edizione.

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Provoco. Tutti noi gli auguriamo altri centoventi anni di vita, ma se di Lunedì sera dovesse andarsene in Paradiso un “certo” Joseph Ratzinger, così tanto per fare un nome altisonante, quanta audience si rammaricherà di non veder più le zzinne di quella o gli addominali di quell’altro o il tatuaggio di quell’altro ancora o il su e giù notturno di certe coperte? Speriamo che l’eventuale sottotitolo non disturbi troppo i 7, 8, 9 milioni di telerintontiti di cui si cibano i pubblicitari che fanno marketing con i reality, tutti, di ambo i lati. E giusto per rincarare la dose, il vero scempio a livello di messaggio, neanche tanto subliminale che arriva a casa, proviene da “Amici”. La De Filippi ormai presenta seduta sui gradini ed inizia il 90% delle sue frasi con “…lui intende dire che…”: abbiamo dimenticato come si ascolta o come si parla?

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Amici? Ma amici di che? Se mi sto zitto non mi televotano, se lo/la annichilisco verbalmente, divento un idolo delle folle e mi tirano i peluches… amicistafuncia!!! Il paragone evoca queste sensazioni: mancata educazione e senso del rispetto per i pari grado, mancata educazione verso i docenti, contraddire o criticare le valutazioni ricevute, attaccare le performances degli altri, assenza di una vera ricerca di maturità nelle autovalutazioni, incentivare e sbattere al pubblico ludibrio i bisticci clamorosi tra insegnanti, avallare l’esistenza dei “pupilli” (e strisciantemente il concetto di “raccomandazione”) e cercare giustificazioni in gestacci, parole, atteggiamenti contrari alla decenza ed al contesto in cui ci si trova, fino alla vera cotta edipica di un cantantello che si sincera delle condizioni sentimentali della sua matura ma ancora piacente professoressa, costretta a dichiarare di essere già fidanzata per smorzare gli ormoni che ormai si spiaccicavano sul vetro della telecamera e gocciolavano nelle pareti lisce di tutto il set. Domani? Domani, Signori, nelle liti i nostri ragazzi chiederanno l’errevuemme per i faccia a faccia, per chiedere il commento su chi ha ragione, al benzinaio, alla massaia del piano di sopra, alla fruttivendola, alla cassiera del Centro commerciale. Sempre con qualcuno accucciato su un gradino che quando sobbalzi perché ti hanno detto che ti sei comportato da stronzo, invece no, ti senti dire: “lui intendeva dire non stronzo-stronzo, ma semplicemente ‘soggetto con indole tendente a negativizzare i feedback con il prossimo, reagendo il più delle volte con atteggiamenti di chiusura se non di vendetta, finalizzati al mantenimento e/o all’aumento di un significativo livello di tensione reciproca”. Per far prima, siccome sto mandando la pubblicità, t’ha detto stronzo, gliel’ha suggerito nell’auricolare blutooth il regista”. Complimenti!

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E che cada sulle TV, questo benedetto Asteroide!!!

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Per un ‘errore’ li faranno fuori. Chi salverà i nostri comuni?

- di Ignazio Panzica - si ringrazia il Direttore Salvatore Parlagreco di Siciliainformazioni – fonte www.vivienna.it er stravolgere la geografia e la toponomastica dei comuni sulla costa indonesiana nel dicembre 2004 ci volle un epocale e violento tsunami. Per cancellare, invece, circa una settantina di Comuni in tutta Italia, è bastato un solo voto del Parlamento italiano il 17 febbraio 2009. Un colpo secco di votazione elettronica, e via!

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Quando - praticamente all’unanimità – è stata approvata la legge n°9 , più nota come “normativa sulla semplificazione legislativa”, proponente il leghista Roberto Calderoli, Ministro competente. L’intendimento – condiviso da tutti come si abusa dire oggi - era quello di cancellare, con un solo provvedimento, altre 30mila leggi ritenute ormai desuete, prodotte dal Parlamento italiano dal 1° gennaio 1861 al 31 dicembre 1947. Forse sulla via della “semplificazione” in Parlamento hanno esagerato. Convinti com’erano – e non si poteva pensare diversamente – che la “Commissione di studio per la semplificazione legislativa”, all’uopo istituita per tempo, avesse, preventivamente, fatto per intero il suo dovere di filtro critico. Stiamo parlando di una Commissione im-

bottita dei migliori cattedratici del settore e integrata da consulenti in P.A. di vaglia, in totale oltre una ventina di “Teste di Conoscenza”. Ma si sa come vanno queste cose nel nostro bel Paese. Per spiegare all’universo mondo quale lavoro stesse facendo la Commissione i ragazzi hanno, forse, ecceduto in convegni di parata, pubblicazioni inessenziali, generiche comunicazioni interministeriali, pranzi di lavoro un po’ appesantiti. Però, molto poco di sudare sulle carte delle 30.000 leggi, da leggere e valutare attentamente. Vero è che i membri scafati, vere e proprie “Teste di Conoscenza”, si sono - come si dice in siciliano - “messi il ferro dietro la porta” fissando al prossimo 16 dicembre (art.2 comma 1) la possibilità di un intervento di correzione della legge , compresa una verifica di ogni eventuale errore da correggere che si può realizzare, a carico dei funzionari ministeriali, entro il prossimo 30 Giugno (art.2 comma 1 ter). Non c’è dubbio, comunque, che il 17 febbraio 2009 (e poi c’è chi ancora non crede alla sfiga!) sia stato per il Senato della Repubblica il suo “D day”. Dove stavolta la lettera D, sta solo per “Disastro”. Perché, in nome della tanto agognata semplificazione legislativa, i nostri parlamentari hanno pasticciato alla grande. APRILE ‘09


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• cancellati 14 comuni, che a oggi come figura giuridica non esistono più: 2 nella provincia di Palermo (S. Cipirrello e Castellana Sicula); 1 nella provincia di Agrigento (Camastra); 1 nella provincia di Catania (Santa Venerina); 1 nella provincia di Trapani (Paceco); 1 nella provincia di Enna (Villarosa); et voilà, ben 8 nella provincia di Messina (Castel di Iudica, Casalvecchio Siculo, S.Teodoro, Alì, Venetico, Roccafiorita, Itala, Castelmola). • reimpastati 4 comuni, sempre nella sfortunata provincia di Messina: Furci Siculo e Santa Teresa Riva dovranno tornare unico comune, così come Pace del Mela e S. Lucia del Mela. • ridotto sensibilmente l’ambito territoriale di 7 comuni, Ragusa, Monreale, Acate, Caltagirone, Comiso, Vittoria, Chiariamonte Gulfi. • cambiato nome ad un comune della provincia di Siracusa, Porto Palo che tornerà a chiamarsi Porto Costanzo Ciano, in memoria del genero di Mussolini • sottratto alla proprietà dello Stato italiano il piccolo city-airport di Palermo, l’aeroporto di Boccadifalco , avendo abrogato la legge n°1017 del 23 giugno 1932. Naturalmente si tratta di dati, tutti, desunti per difetto, dopo aver faticosamente compulsato oltre 2mila pagine di allegati alla legge. Non è escluso che le cose per la Sicilia, ma anche per il resto d’Italia , possano stare addirittura peggio. Sorge spontanea la domanda: ma può APRILE ‘09

essere che i nostri parlamentari non se ne siano proprio accorti? La risposta, resoconti parlamentari alla mano, non può che essere articolata. Al momento della dichiarazione di voto – unanime con le astensioni del PD e dell’UDC – fatte salve le polemiche di maniera tra maggioranza ed opposizione sul continuo uso del “voto di fiducia”, due soli senatori hanno espresso dubbi di merito sulla legge: il senatore dipietrista Mascitelli ha affermato che “il processo di semplificazione normativa non può essere fondato solo su dati quantitativi, ma è una operazione complessa, che richiede un accurato studio e la definizione di un adeguato piano organico”. Analisi acuta, peccato però che alla fine di questo intervento il senatore Mascitelli abbia dichiarato il suo voto favorevole. Strada inversa, invece, per il senatore siciliano dell’UdC Cintola, il quale notoriamente dotato di un naso di una certa entità, dopo aver parlato bene del provvedimento, sentendo appunto puzza di pochade, per cautela, è stato uno di quelli che si è astenuto. E che si stesse scivolando nella commedia dell’arte, lo si è capito un attimo dopo l’approvazione della legge, quando un paio di solerti funzionari dell’ANCI, piombati a Palazzo Madama, si stavano sbracciando, per avvisare Ministro e senatori del tunnel di pernacchie nel quale il Parlamento si stava inoltrando. Il Ministro Calderoli, già rosso in viso per l’emozione del trionfo appena consumato via voto elettronico, quando ha capito come stavano le cose è diventato ancora più rosso in viso. Si è guardato in giro, con ansia, ma ha riscontrato – da destra a sinistra – solo occhiate di complicità : “poi ci si pensa !”, parevano gli volessero dire. “Minchia! Abbiamo distrutto mezza Italia, “Amu iucato a cù pigghiù, pigghiù” (Abbiamo giocato all’antico gioco siculo “io sputo nel mucchio e a chi prendo, prendo”), ha commentato goliardicamente, ma efficacemente , un senatore siciliano. Del pateracchio, poi, se ne è parlato in un incontro informale, e riservato, tra i vari rappresentanti dei gruppi parlamentari, che invocando le famose clausole di garanzie già contenute nella legge, hanno deciso di tirare avanti, facendo finta di niente, convincendo anche quelli dell’ANCI a soprassedere, a non sollevare troppo scandalo, invitandoli, piuttosto, a

collaborare con il Ministero della semplificazione (“leggetevi voi quelle maledette 30mila leggi”), per risolvere il problema all’appuntamento parlamentare del 30 giugno prossimo. Nel frattempo,come ha commentato, in dialetto,il solito parlamentare bontempone siciliano “mutù a cu sapi ù iuocu, e cu parra è un gran coRnutu!”. Un parlamentare campano, riflettendo sul fatto che alcuni milioni di italiani sono rimasti orfani del loro Comune di nascita e/o di residenza, pur ammettendo che la colpa del pateracchio era più da attribuirsi alla nota Commissione di “Teste di Conoscenza” che al Ministro, ha stigmatizzato la leggerezza di Calderoli, che si era fidato a scatola chiusa dell’oltre ventina di esperti, gratificandolo di un commento in dialetto: “Nu buonu guaglione, ma nu poco scapocchione!”; modo di dire, affettuosamente non elogiativo, reso famoso dal mitico portiere del Plaza di Roma, il napoletanissimo Gigi Esposito. Un difensore di Calderoli, però, fa notare : “OK, Roberto, si sarà pure comportato da scapocchione, ma è anche vero che tutti gli altri parlamentari gli sono andati dietro, senza proferire un fiato”. E adesso cosa accadrà? C’è da chiedersi. Indipendentemente dal “vulnus” sull’esistenza dei comuni in questione, che sicuramente verrà sanato. Perché il vero fatto scandaloso, non è l’errore in sé, ma l’approssimazione ed il cinismo fatalista con i quali continuano a legiferare, “a spanne”, tutti questi parlamentari “nominati” nelle ultime elezioni politiche. O no!?

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PRIMO PIANO

Abrogando e cancellando, a destra e a manca in tutta Italia, una lunga sfilza di Comuni: dal Triveneto (kaputt! Mestre, etc) sino alla provincia di Agrigento (kaputt! Camastra). Non tralasciando, in questo immaginario tragitto lungo lo stivale, nessuna regione italiana. Si sono soffermati in Toscana (kaputt! Follonica), si sono accaniti contro il Lazio (kaputt! Sabaudia, Aprilia, Colleferro, Pontina, Guidonia, etc), non hanno risparmiato la Campania (Pompei ed Anacapri,etc). Hanno ridotto la configurazione territoriale di due capoluoghi di Provincia (Mantova e Como), e quella di un capoluogo di Regione (Bari). Nel mezzo, hanno incasinato antiche acquisizione del demanio pubblico e relativi accordi contrattuali. Ma, more solito, il trattamento di miglior favore è stato riservato alla Sicilia. Producendo, un vero e proprio bollettino di guerra:


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Semplificare … ?

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PRIMO PIANO

a cura del dott. Donatello Puliatti icuramente semplificare è complicato: e non sembre riesce bene. Così è avvenuto anche quando il nostro Parlamento ha approvato la l. 9 del 18 febbraio 2009 di conversione del decreto legge 200/2008 che, emanato con l’intento di semplificare e razionalizzare la legislazione, all’art. 2 prevede l’abrogazione, con effetti a decorrere dal 16 dicembre 2009, delle disposizioni contenute nell’Allegato 1.

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In questo elenco figurano circa 30.000 leggi e atti aventi valore di legge che hanno visto la luce tra il 1861 e il 1947 (nell’epoca, quindi, anteriore all’entrata in vigore della Costituzione) e che ormai contengono norme desuete (perché o mai applicate, o relative a presupposti di fatto e di diritto non più esistenti, o abrogate implicitamente, o travasate in atti normativi più recenti ecc.): gli organi istituzionali hanno inteso dunque fare un’opera di “ripulita” e di “bonifica” immane e sicuramente lodevole, ma si sono fatti prendere dalla foga “distruttiva” che spesso anima chi si decide a sgomberare un luogo disordinatissimo dopo molto tempo e con grande ritardo e poi finisce col buttare nella spazzatura anche cose perfettamente nuove e/o utili. Infatti, tra gli atti abrogati (di cui all’allegato 1) figurano anche decreti aventi ad oggetto la ricostituzione, la divisione, l’accorpamento, la fusione, la creazione di comuni ecc. Per ciò che concerne la nostra zona, sono stati abrogati: a) la legge 1216/1919 che divideva il Comune di Santa Teresa di Riva nei comuni di Santa Teresa di Riva e Furci Siculo; b) la legge 498/1921 con la quale Pace del Mela veniva costituito come comune autonomo; c) le leggi 861/1939 e 1092/1940 con le quali venivano ricostituiti i Comuni di Casalvecchio e San Teodoro; d) il decreto legislativo luogotenenziale n. 181/1946 con cui veniva ricostituito il comune di Alì; e) i decreti legislativi del Capo provvisorio dello Stato nn. 71, 88, 298, 326 e 448 del 1947 con i quali si ricostituivano i Comuni di Roccafiorita, Malvagna, Moio Alcantara, Alì, Itala e Castelmola. L’allarme è subito scattato e ci si è chie-

sti che fine faranno tutti i Comuni interessati. Verrà davvero stravolto l’assetto territoriale-amministrativo delle nostre zone? Davvero, insomma, Furci sarà un quartiere di Santa Teresa di Riva o, ad esempio, si dovranno rifare tutte le indicazioni stradali? La questione è seria, ma solo apparentemente. Non c’è nulla di cui preoccuparsi: salde ragioni giuridiche impediscono che davvero si possa arrivare a tanto e mi sembra opportuno spiegarle, tentando di usare un linguaggio accessibile anche a chi non è un tecnico del diritto. Innanzitutto, lo Statuto della Regione Sicilia (convertito in legge costituzionale 2/1948) stabilisce che la Regione ha potestà legislativa esclusiva nella materia del “regime degli enti locali e delle circoscrizioni relative” (art. 14) e in materia di “circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali” (art. 15); la Corte Costituzionale, inoltre, ha stabilito che la Regione Sicilia, in applicazione dell’art. 133 Cost., non può disporre con legge la fusione dei comuni e per la modificazione delle circoscrizioni territoriali senza che prima vengano sentite le popolazioni direttamente interessate, in base al principio generale, ricavabile dall’art. 133 cost., applicabile anche alle regioni a statuto speciale. Quanto appena detto significa che, per legge costituzionale (è infatti questa la veste nor-

mativa dello Statuto siciliano), solo la Regione Sicilia può disporre fusioni, scissioni, istituzioni ecc. di comuni e, secondo la Corte Costituzionale, in ogni caso deve esserci prima una sorta di “referendum “ che coinvolge le popolazioni interessate, ai sensi dell’art. 133 Cost. Il Parlamento, dunque, nel modificare (seppur indirettamente) l’assetto territoriale dei comuni siciliani, a) ha esercitato una competenza non sua (perché riservata dallo Statuto alla Regione Sicilia), b) ha violato il principio del “referendum popolare”. La legge 9 del 18 febbraio 2009, dunque, è sicuramente incostituzionale per violazione degli artt. 14 e 15 della l. cost. 2/1948 (cioè dello Statuto siciliano) e dell’art. 133 Cost. Tuttavia, molto probabilmente non sarà necessario ricorrere alla Corte Costituzionale (che ci darebbe sicuramente ragione). A questo punto entriamo in discorsi più tecnici e difficili, ma spero di essere comunque chiaro. È necessario spiegare in due parole che una legge va interpretata non solo in senso letterale, ma anche in conformità alla sua ratio legis (cioè allo scopo realmente perseguito dal legislatore con l’emanazione della legge): questo tipo di interpretazione (appunto secondo ratio legis) è giudicato unanimemente come superiore rispetto a quello letterale. La volontà del legislatore della legge 9/2009 non era quella di ridefinire l’assetto APRILE ‘09


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Ma le cose non stanno così: il legislatore le ha davvero considerate inutili e, posso dire sin da ora, non ha sbagliato (almeno da un punto di vista teorico: da un punto di vista pratico, avrebbe fatto bene a spiegare quello che faceva). Per capire meglio è necessario sapere che le leggi si dividono in regolative e costitutive. La legge regolativa regola dei comportamenti umani e continua a regolarli per tutto il tempo in cui è vigente (fino al momento in cui non è abrogata). La legge costitutiva, invece, è relativa all’istituzione, alla modificazione, all’estinzione di enti (come ad esempio le leggi di ricostituzione dei comuni) ed esaurisce la sua efficacia normativa nel momento stesso in cui entra in vigore e, quindi, l’eventuale sua abrogazione rimane completamente senza effetto. Il concetto è difficile e proverò a renderlo con una metafora. Una legge costitutiva è come un albero: una volta che il frutto è stato colto, è ovvio che, anche se l’albero poi viene abbattuto, il frutto rimane perfettamente intatto nelle mani di chi lo ha colto. E così è per le leggi costitutive: una volta che hanno prodotto il “frutto” dell’istituzione di un comune, se poi la legge viene “abbattuta” (come l’albero), il frutto (cioè il comune) rimane perfettamente intatto. Ora, poiché una legge di divisione dei comuni (ad es. quella relativa a Santa Teresa e Furci) è una norma costitutiva, la sua funzione normativa si è conclusa con la divisione dei Comuni e quindi anche se poi la legge viene abrogata l’effetto della divisione dei Comuni rimane intatto. Ecco perché il legislatore l’ha ritenuta inutile! Ci si può chiedere, allora, come si deve fare per eliminare una legge di divisione dei Comuni se, effettivamente, una legge di abrogazione (come ad es. la legge 9/2009) non produce alcun effetto: semplicemente, bisogna fare nuove leggi costitutive che abbiano ad oggetto il nuovo riassetto territoriale e amministrativo dei Comuni. Credo che così sia chiaro in che senso le norme sui comuni siano “inutili”: ed è dunque in questo senso (e con tutte le implicazioni che sono state appena evidenziate) che bisogna interpretare la legge 9/2009 e, quindi, concludere che la legge 9/2009 è assolutamente irrilevante e non produce alcun effetto sull’organizzazione territoriale dei nostri comuni. APRILE ‘09

Mamma, ho perso Furci!!! Con tutta probabilità, se oggi nascesse un bimbo a Furci, nell’estratto dell’atto di nascita, dovrebbe risultare “nato nel Comune di S.Teresa di Riva” come i nati prima del ‘23. Uno smacco del genere credo che non si sia visto sin da quello spettacolare S.Teresa-Furci 2-0 degli anni ’40; narra la leggenda che, nottetempo, gli “ultras” santateresini dell’epoca partirono lemmi lemmi con una utilitaria, raggiungendo il deposito ferroviario di Catania Centrale, individuarono il treno “locale” che sarebbe partito all’alba caricandosi via via tutti i pendolari della riviera, e con il favore delle tenebre scrissero con la vernice bianca il felice risultato a caratteri cubitali su diverse carrozze, sicché tutta la Sicilia nordorientale potesse sapere di quella partita. L’ironia la fa da padrona, su questi eventi, ed abbiamo voluto sentire il sindaco di S.Teresa dott. Alberto Morabito, indiretto protagonista di questa svista legislativa approvata il 18 febbraio e “studiata” solo dopo, a causa della grandissima mole di carteggi che interessava. indaco, a quanto pare, secondo Calderoli ci siamo giocati Furci Siculo e Casalvecchio. Vedremo sventolare il gonfalone delle due torri santateresine su altre terre? “Personalmente, sarei stato molto più contento se avessero accorpato Savoca e non Furci a S.Teresa di Riva, se non altro, per il contenzioso dei territori attorno a Scorsonello che si trascina da mezzo secolo e che sembra non trovare mai fine. Ci saremmo quindi riuniti alla nostra Madrepatria storica, al comune di origine da cui in fondo S.Teresa è nata come “costola”.

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Peccato, forse inconsapevolmente, il destino e il “caso fortuito” di un legislatore distratto ci avevano messo in mano la carta giusta per risolvere il rebus Parisi-Foti… “Aggregarsi a Furci, in questo preciso momento della sua storia politica, particolarmente tempestoso, non sarebbe auspicabile; ci bastano già (e avanzano) i nostri pensieri, per ereditare anche quelli degli altri.” G.M.C.

Elenco decreti abrogati LEGGE 20 LUGLIO 1919, N. 1216. - CHE DIVIDE L’ATTUALE COMUNE DI SANTA TERESA DI RIVA NEI DUE COMUNI DI FURCI SICULO E DI SANTA TERESA DI RIVA. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.177 DEL 25 LUGLIO 1919) DECRETO LEGISLATIVO LUOGOTENENZIALE 22 FEBBRAIO 1946, N. 181. - RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI ALI’ (MESSINA). (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.96 DEL 24 APRILE 1946) DECRETO LEGISLATIVO DEL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO 27 MARZO 1947, N. 298. – RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI ITALA (MESSINA). (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.107 DEL 12 MAGGIO 1947) DECRETO LEGISLATIVO DEL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO 29 MARZO 1947, N. 326. – RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI CASTELMOLA (MESSINA). (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.113 DEL 20 MAGGIO 1947) LEGGE 14 APRILE 1921, N. 498. - CON LA QUALE LA FRAZIONE PACE DEL MELA, DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DEL MELA (PROVINCIA DI MESSINA) È COSTITUITA IN COMUNE AUTONOMO. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.99 DEL 27 APRILE 1921) LEGGE 22 MAGGIO 1939, N. 861. - RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI CASALVECCHIO SICULO IN PROVINCIA DI MESSINA. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.149 DEL 27 GIUGNO 1939) LEGGE 6 LUGLIO 1940, N. 1092. - RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI SAN TEODORO IN PROVINCIA DI MESSINA. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.190 DEL 14 AGOSTO 1940) DECRETO LEGISLATIVO DEL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO 21 GENNAIO 1947, N. 71. – RICOSTITUZIONE DEL COMUNE DI ROCCAFIORITA(MESSINA). (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.60 DEL 13 MARZO 1947)

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territoriale dei nostri comuni, ma solo quella di eliminare un gran numero di norme che non hanno più efficacia e che “non servono a nulla”. Come si dice in gergo, il suo intento era semplicemente “dichiarativo” (cioè quello di prendere atto di una realtà che già c’è e cioè l’inutilità di dette norme) e non “innovativo” (cioè di introdurre cambiamenti) e, quindi, è alla luce di questo intento che va interpretata la vicenda . Ma come possono essere considerate inutili le norme sull’istituzione o sulla divisione dei comuni? Si potrebbe ben dire (e anzi appare ovvio) che, se non ci fosse più la legge sul distacco di Furci da Santa Teresa, allora il paese di Furci tornerebbe santateresino.


10 I PUNTI SALIENTI DELLA LEGGE DI RIORDINO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE

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G. Agnoni iciassette aziende sanitarie complessive al posto delle attuali ventinove, istituzione dei nuovi distretti ospedalieri, criteri rigorosi per la scelta dei manager, deospedalizzazione e potenziamento dei servizi territoriali, controllo interamente pubblico per il servizio di emergenza urgenza, maggiori controlli sui dirigenti e sul raggiungimento degli obiettivi. Sono questi i principali punti contenuti nella legge di riordino del sistema sanitario regionale che l’assemblea regionale siciliana ha approvato questo pomeriggio.

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La legge prevede che il SSN ispira la propria azione al principio della sussidiarietà solidale e della complementarietà tra gli erogatori dei servizi, assicura la parità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto del diritto di libera scelta dei cittadini tra soggetti pubblici e privati accreditati entro i budget individuali assegnati e garantisce i livelli essenziali di assistenza (Lea). Programmazione, obiettivi, controlli, responsabilità, sanzioni: sono questi i pilastri della riforma. La programmazione sanitaria è affidata al piano sanitario regionale, proposto dall’assessore regionale, della durata triennale, ed approvato dalla Giunta col parere vincolante della commissione Sanità dell’Ars. Il primo piano sanitario dovrà essere approvato entro 240 giorni dall’emanazione della legge. Novità sul fronte dei soggetti che concorrono alla programmazione sanitaria: oltre alle realtà territoriali presenti nella conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale, avranno un ruolo le Università, gli Irccs, gli enti di ricerca pubblici e privati, e nell’ambito delle rispettive competenze, anche le associazioni di categoria del settore sanitario maggiormente rappresentative e le associazioni di volontariato e di tutela dell’utenza. Con i piani attuativi, le Aziende sanitarie provinciali (Asp) e le aziende ospedaliere (Ao), sviluppano in loco il piano sanitario, definendo le attività da svolgere nei limiti delle risorse disponibili. Le Asp, le Ao, e le aziende ospedaliero - universitarie concorrono anche allo sviluppo a rete del sistema sanitario regionale attraverso la programmazione

interaziendale di bacino che ha come finalità la integrazione ottimale delle attività sanitarie. I “bacini” saranno due, quello

della Sicilia Occidentale (Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani) e quello della Sicilia Orientale (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna). Sarà istituito un Comitato composto dai dirigenti generali delle Aziende che avrà il compito di programmare e monitorare gli interventi. Istituita anche la Consulta regionale della Sanità che svolgerà gratuitamente funzioni di consulenza in ordine a questioni di rilevanza regionale e di interesse diffuso in materia di servizi sanitari e socio sanitari. Definiti gli obiettivi ed i vincoli di destinazione delle risorse finanziarie al fine di garantire un corretto equilibrio tra la funzione ospedaliera e quella territoriale. Accentuati i poteri di controllo dell’assessore regionale alla Sanità che dovrà verificare la corrispondenza tra i risultati raggiunti dalle Aziende e quelli fissati negli atti di programmazione locale e assicurerà il controllo, anche con verifiche trimestrali effettuate dal dipartimento per la pianificazione strategica, sull’operato dei direttori generali in relazione agli obiettivi programmatici assegnati. La valutazione dei direttori generali è affidata ad un soggetto esterno: l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ovvero altra qualificata agenzia esterna che l’assessore individuerà attraverso procedure ad evidenza pubblica. La legge prevede il divieto per le Aziende di affidare mediante appalto

di servizi o con consulenze esterne l’espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali. Previste deroghe solo nei casi di comprovata necessità con adeguato provvedimento di motivazione del direttore generale e previa approvazione dell’assessorato. Le aziende sono state ridotte da 29 a 17: 9 aziende sanitarie provinciali, 3 aziende ospedaliere di riferimento regionale, 2 aziende Arnas (azienda di riferimento nazionale di alta specializzazione) e tre aziende ospedaliero – universitarie. Ciascuna azienda sanitaria provinciale si articola nei distretti ospedalieri (complessivamente 20) che sono costituiti dall’aggregazione di uno o più presidi ospedalieri appartenenti alle soppresse Ausl con le soppresse Aziende ospedaliere, nonché dalle aggregazioni degli altri presidi ospedalieri pure appartenenti alle soppresse Ausl. I distretti ospedalieri rappresentano strutture dotate di autonomia tecnico gestionale ed economico finanziaria nonché di adeguate risorse e saranno guidati da un coordinatore sanitario e da un coordinatore amministrativo individuati dal direttore generale. I distretti sanitari costituiscono invece l’articolazione territoriale dell’azienda sanitaria provinciale all’interno della quale vengono erogate le prestazioni in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria. APRILE ‘09


11 I distretti sanitari fanno capo all’area territoriale coordinata da un direttore sanitario e un direttore amministrativo individuati con le stesse modalità dei distretti ospedalieri e dotati dello stesso grado di autonomia.

Le Aziende ospedaliere assicurano le attività sanitaria di alta specializzazione, di riferimento nazionale e regionale, con dotazioni di tecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate ed innovative e svolgono i compiti specificamente attribuiti dagli atti della programmazione regionale oltre a rappresentare punto di riferimento per le attività specifiche delle aziende sanitarie provinciali. Le aziende ospedaliero universitarie mantengono la propria autonomia ma è prevista la possibilità di integrazioni tra Aziende ospedaliere e Università sulla base di specifici protocolli d’intesa. La legge assegna all’assessore alla Sanità compiti di controllo sulle attività espletate e sulle prestazioni erogate dalle strutture ospedaliere, specialistiche ed ambulatoriali, sia pubbliche che private sotto il profilo della qualità e dell’appropriatezza, della riduzione del rischio clinico, del mantenimento delle condizioni igienico – sanitarie e dei requisiti dell’accreditamento. L’assessore verificherà anche flussi e

Il rapporto con le strutture private terrà conto, fra l’altro, del fabbisogno sanitario, degli standard occupazionali e del rispetto degli obblighi contrattuali in materia di lavoro e di previdenza. Previsto il criterio della premialità per le strutture capaci di produrre mobilità attiva. Il servizio di emergenza urgenza 118 sarà affidato a un organismo di diritto pubblico. E’ espressamente previsto che nel triennio successivo all’entrata in vigore della legge è fatto divieto di procedere all’impiego di personale in numero superiore a quello utilizzato dall’attuale gestore non ci saranno assunzioni per tre anni rispetto a quello in atto niente costo aggiuntivi. Sarà garantita l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini che si trovino sul territorio regionale senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione senza che ciò implichi alcun tipo di segnalazione all’autorità. La legge prevede anche che le aziende devono conseguire risparmio energetico mediante l’utilizzazione di fonti rinnovabili.

Disposizioni di legge per il riordino del sistema ospedaliero siciliano Aziende di nuova cos tuzione ME

Ex Aziende

Azienda Sanitaria Provinciale di Messina

•Azienda Unità sanitaria Locale 5

Provincia di Messina

Azienda Ospedaliera Ospedali Riuni Papardo -Piemonte

•A.O. Papardo •A.O. Piemonte

Provincia di Messina

Aziende Ospedaliere di Alta Specializzazione CT PA

Azienda Ospedaliera di Alta Specializzazione Garibaldi – (ARNAS) Azienda Ospedaliera di Alta Specializzazione Civico Di Cris na Aziende Ospedaliere - Universitarie

CT CT ME PA

Ambito Territoriale

Azienda Ospedaliero Universitaria G. Rodolico di Catania Azienda Ospedaliero Universitaria V. Emanuele di Catania Azienda Ospedaliero Universitaria G. Mar no di Messina Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico P. Giaccone di Palermo

Ambito Territoriale Regionale Regionale Ambito Territoriale Regionale Regionale Regionale Regionale

Azienda

Distre o

Nome Stru ura Ospedaliera

Località

ASP ME

D.Ospedaliero ME 1

P.O. S. Vincenzo di Taormina P.O. Ospedale di Zona P.O. Cutroni Zodda P.O. Civile P.O. Barone Romeo P.O. S. Salvatore P.O. S. Agata di Militello

Taormina Milazzo Barcellona Lipari Pa Mistre a S. Agata di Militello

D.Ospedaliero ME 2

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Prevista l’istituzione dei presidi territoriali di assistenza (PTA) che anche attraverso il Centro unico prenotazione (CUP) garantiranno in materia capillare l’erogazione delle prestazioni in materia di cure primarie, servizi socio-sanitari integrati con le prestazioni sociali, servizi a favore dei minori e delle famiglie con bisogni complessi, servizi di salute mentale.

dati economici gestionali. Vengono puntualmente disciplinati i requisiti, le condizioni, le modalità di nomina dei direttori generali e l’ipotesi di decadenza e commissariamento. I direttori generali decadranno automaticamente in caso di mancato raggiungimento dell’equilibrio economico di bilancio in relazione alle risorse negoziate nonché in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi: il loro contratto avrà durata triennale, rinnovabile per altri tre anni nella stessa azienda. Gli attuali direttori decadranno automaticamente il primo settembre 2009, allorquando diventerà operativo il nuovo sistema aziendale.


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SANITA’: NESSUN OBBLIGO DI DENUNCIA PER I MEDICI

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Dal Sud un messaggio di solidarietà e civiltà bbiamo semplicemente affermato il naturale e inderogabile principio di civiltà e di solidarietà: ai più deboli, ai più bisognosi, a tutti coloro che si trovano sul territorio della Regione, quale che sia la loro condizione giuridica, razza, sesso, religione, condizione personale e sociale, la Regione Siciliana garantirà le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti ed essenziali senza che ciò implichi alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio per disposizione inderogabile di legge, ed a parità di condizioni con i cittadini italiani”. L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, commenta così l’importante norma approvata dall’Ars all’interno della legge di riordino del sistema sanitario regionale con un emendamento che porta la firma del presidente della Regione Raffaele Lombardo e dello stesso assessore Russo. Questo il testo integrale dell’emendamento approvato: “Nelle more di una nuova disciplina regionale relativa all’assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari, da adottarsi nei limiti della competenza statutaria in materia di igiene e sanità pubblica, la Regione, in applicazione dei prin-

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cipi costituzionali di eguaglianza e di diritto alla salute nonché di gratuità delle cure agli indigenti, garantisce a tutti coloro che si trovino sul territorio regionale, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali individuate dall’articolo 35, comma 3, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, senza che ciò implichi alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio per disposizione inderogabile di legge, ed a parità di condizioni con i cittadini italiani”. G. Agnoni

Sant’Alessio: chiuderanno l’ambulatorio? iciannove su quaranta andranno chiusi davvero secondo la recente riforma della sanità. Ma ne vale davvero la pena? Se è vero quanto dichiarato dal sindaco Gianni Foti, ovvero che il risparmio marginale derivante dalla chiusura dell’ambulatorio e dal suo successivo accorpamento all’Ospedale San Vincenzo di Taormina è valutabile in 64.000 euro, siamo al ridicolo.

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Primo, perché si rischia di lasciare scoperto da servizi alla persona essenziali (prelievi , analisi, visite ambulatoriali) un territorio vastissimo che comprende tutto il bacino dell’Unione dei Comuni, secondo perché l’ambulatorio è un punto di riferimento essenziale soprattutto per gli anziani. Ad esempio: è possibile che una donna di ottant’anni vada a fare un prelievo partendo da Antillo e finendo a Taormina? E il parente che

l’accompagna come può recarsi a lavoro? In termini di tempo quale sarebbe il costo di questa scelta folle? È semplicemente scandaloso. Questo ambulatorio sembra non avere pace: prima sospinto da Santa Teresa a Sant’Alessio e adesso, come se ci fosse una scopa invisibile, verso Taormina. Le soluzioni non sembrano però essere tanto distanti. Se il problema sono solo i 64.000 euro di risparmio previsti ogni comune dell’Unione può tranquillamente mettere mano al portafoglio, pagare una quota integrativa, diciamo sui 3500 euro, da prelevare alla voce Servizi Sociali e Amen; se invece ci sono altri ostacoli, se si vuole favorire qualche studio privato o si hanno altri interessi lo si dica.

Altra alternativa è un provvedimento di legge che mantenga intatte le strutture derogando alla legge. A proposito, l’On. Santi Formica, ci ha dichiarato di voler procedere in tal senso alla prima riunione utile dell’Ars. Carmelo Spadaro, a nome del gruppo Ag, ha precisato che “nelle more delle norme si dovrebbe cercare sempre di migliorare i servizi al cittadino e non di toglierli, così l’azione proposta dall’On. Formica ha lo scopo di ristabilire un diritto per tutti i cittadini, quello alle cure sanitarie”. Per la cronaca. Erano presenti alla manifestazione, tra gli altri i sindaci Gianni Foti, Alberto Morabito, Nino Bartolotta, Gianni Miasi, Di Tommaso, l’assessore Paola Rifatto, il consigliere comunale di Roccalumera Carmelo Spadaro, Romualdo Santoro, il consigliere provinciale Matteo Francilia e molti altri.

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Care, vecchie Farmacie di turno... uesta vuole essere una anticipazione su un approfondimento che pubblicheremo nei prossimi mesi, oppure un modo aboccaperta per dire in modo elegante, rispettoso, ovvio, quello che molti cittadini pensano. Lontano dall’eco dei budget delle Ausl, degli accorpamenti, della crisi, delle statali chiuse per mesi, sui servizi al cittadino, si consumano piano piano dei piccoli e grandi drammi che vorremmo, anzi, pretendiamo possa essere parte in causa anche direttamente la categoria (quella dei proprietari di Farmacie) a poter dire la propria, e confrontarla con le istanze popolari. Oggetto: Farmacie di turno. Quesiti: due in particolare, uno più “ordinario”, l’altro quasi ammiccante e un pelino provocatorio. Andiamo per gradi. Pare che i tempi del farmacista con televisorino e brandina dietro al bancone siano definitivamente tramontati, o sul punto di esserlo. Le bacheche affisse, che nottetempo vengono lette non senza apprensione da gente che per forza di cose tranquilla non è, parlano più o meno chiaramente: la farmacia di turno è taldeitali! Ci rechiamo colà con una veloce, ansiogena, accelerata di automobile, salvo trovare una ulteriore bacheca illuminata, ed un numero di telefono, mobile o fisso poco importa. Non c’è più la saracinesca abbassata con un’asola ritagliata nelle lamiere in modo da proporre in tutta sicurezza lo scambio ricetta/medicina/soldi/resto. Sopra, incombe una croce a neon verdi che lampeggiano inseguendosi, magari dicendoci in un display che giorno è, e che temperatura abbiamo o quanta umidità c’è; il distributore automatico dei preservativi intanto ci guarda, irridendoci… quelli super-resistenti sono andati esauriti. Una voce suadente e assonnata, dall’altro capo del filo, nota a chiunque abbia svolto un lavoro con lo status di “reperibilità”, dice gentilmente di attendere, “…quanto infilo una

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tuta e sono subito lì”. Avere il pied-a-terre nella casa adiacente o in quartiere diverso conta poco, agli occhi del fruitore di questo servizio, che da un lato ha anche il minuscolo patema d’animo di aver rotto le scatole ad un poverocristo che dormiva e che verrà in 5 minuti, per darci il medicamento salvavita, che la Guardia Medica (altro articolo, quello…) ha prescritto, incassando il sovrapprezzo notturno/festivo. Una realtà dolce e amara allo stesso tempo. E la voglio chiosare con un interrogativo che non è rivolto a me, o alla mia middle class italiota perennemente in preallarme (economico) rosso: No! È rivolto a chi, in quel preciso frangente, stando peggio di me, non si trova né cellulare, né credito per poter chiamare. Il secondo aspetto che urlo a voce debitamente alta, e che mi ripropongo di accertare in prima persona è se, e se sì in quanto tempo, si è riaggiustato il meccanismo delle turnazioni farmaceutiche joniche quando ci sono stati i due mesi di blocco tra Scaletta e Giampilieri, Scaletta e Alì Terme, unitamente ai giorni in cui Scaletta è rimasta isolata da entrambi i lati. Ne riparliamo dopo. G. M.Cicala

SANITA’, ISTITUITA UNA NUOVA MAIL PER I CITTADINI assessorato regionale alla Sanità ha istituito un nuovo indirizzo di posta elettronica riservato a tutti i cittadini siciliani che vorranno segnalare episodi di mala sanità di cui sono stati testimoni: l’indirizzo è comunicaresalute@regione.sicilia.it G. Agnoni

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Castelmoljanskj ...

RIVIERA

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di Carmelo Scimone i consuma l’ultimo atto riguardante la revoca del vicesindaco Angelo D’Agostino. In un consiglio convocato ad un orario piuttosto anomalo il sindaco Dott. Antonietta Cundari ha comunicato al civico consesso le motivazioni della revoca. Queste, almeno per come le ha enunciate, sono piuttosto serie: sembra non sussistevano più le condizioni per continuare a lavorare congiuntamente e con fiducia da ambo le parti. Le accuse mosse dal sindaco verso il suo vice spaccano il paese in due, nel classico schieramento di colpevolisti ed innocentisti. La cittadinanza adesso si interroga sulle modalità di intervento del primo cittadino, e sulle prospettive future per la macchina amministrativa castelmolese. Porterà questa scissione a nuove elezioni? Si incepperà del tutto la macchina amministrativa? Credo che a questo punto il sindaco sia obbligato a fare una scelta obbligata: per gli accordi pre-elettorali la carica di vice era appannaggio del gruppo D’Agostino, caduto quest’ultimo sembrerebbe naturale che il nome del sostituto esca da quel gruppo, solo cosi si calmerebbero le acque. Se in-

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vece il sindaco volesse forzare la mano (e come finisce finisce) potrebbe nominare qualcuno politicamente a lei vicina/o. In ambedue i casi bisogna fare presto. E l’opposizione? basta dire che in questo consiglio a rappresentare la minoranza erano presenti soltanto i consiglieri Russo ed Intelisano: questo la dice lunga sull’interesse dimostrato. In paese girano voci su un possibile ricompattamento di quella parte politica uscita sconfitta alle ultime elezioni e capitanata dal Dott. Giuseppe Biondo. Inoltre anche Taormina sembra interessarsi alla sitcom castelmolese. Le mire colonialistiche sono cose d’altri tempi, ma forse i signori Pinuccio Composto e Nunzio Corvaja, rispettivamente consigliere di minoranza uno e assessore l’altro a Taormina, non hanno intenzione di stare a guardare. Però a tutto c’è un limite: interessarsi di politica comprensoriale va bene, ma le ingerenze no!!!

Settecentomila euro al comune di Roccafiorita per la realizzazione di lavori n attuazione del programma di cui al 2° piano strategico nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, annualità 2007, approvato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con decreto ministeriale n. DEC/DDS/2006/1081 del 6 novembre 2007, il dirigente generale del dipartimento regionale territorio e ambiente, con decreto n. 1479 del 18 dicembre 2008, registrato dalla ragioneria centrale dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente il 30 dicembre 2008 al n. 292, ha concesso al comune di Roccafiorita il finanziamento di Euro 700.000,00 per la realizzazione del “Consolidamento e messa in sicurezza del costone roccioso Grotta Felicetto a protezione del centro abitato”.

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Antillo: pericolo dissesto in Contrada Portella l Sindaco di Antillo Antonio Di Ciuccio, ha lanciato l’ennesimo allerta sulla gravissima situazione di dissesto e di pericolo per la pubblica incolumità creatasi in contrada Portella e sulla strada provinciale 19 che conduce nel centro abitato, interessate da fenomeni di smottamento di entità evidentissima.

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Infatti, il Sindaco ha segnalato che un intervento urgente e risolutivo non è più procrastinabile, considerato che il costante e continuo cedimento della strada provinciale n. 19 in contrada Portella, irreversibilmente aggravatosi a seguito delle avversità atmosferiche dell’inverno appena trascorso ed in particolare dopo l’alluvione abbattutasi sul territorio

del Comune in data 11, 12 e 13 gennaio 2009, ha determinato varie lesioni di elevata entità sul manto stradale, rappresentando un pericolo concreto per l’incolumità pubblica e rendendo probabile l’isolamento del paese, dal momento che la citata arteria risulta essere l’unica via di fuga. Il dissesto geo-morfologico riguarda anche diversi fabbricati adibiti a civile abitazione posti a valle e interessa in modo rilevante il cimitero comunale, in considerazione della circostanza che è stato necessario procedere alla demolizione di tre banchi di loculi irreversibilmente danneggiati e pericolosi. Il Sindaco ha rilevato che, purtroppo, nonostante tutto ciò sia stato puntualmente rappresentato e documentato, nessun intervento è stato a tutt’oggi posto in essere per fronteggiare tale situazione di serio pericolo e ha manifestato l’intenzione, nella malaugurata ipotesi che non vengano adottati idonei provvedimenti, di trasmettere tutta la documentazione relativa alla situazione determinatasi alla Procura della Repubblica per i conseguenti accertamenti sulla sussistenza di eventuali responsabilità.

Le indagini confermano l’estraneità ai fatti contestati al Sindaco. Antillo festeggia l procedimento penale instaurato a seguito di una denuncia su presunti abusi d’ufficio si è concluso positivamente per il Sindaco di Antillo Antonio Di Ciuccio, che è risultato totalmente estraneo agli addebiti contestatigli, avendo anzi agito correttamente e per salvaguardare l’interesse pubblico.

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I fatti risalgono al giugno del 2006, quando, ad appena poche ore dall’insediamento nella carica a seguito delle elezioni amministrative che lo videro vincitore dopo un breve periodo di commissariamento del Comune, scoppiò il caso che portò all’avvio del procedimento nei suoi confronti, a seguito della denuncia del titolare della ditta Palella di Antillo, alla quale il commissario straordinario aveva appaltato un servizio di pulizia straordinaria del territorio comunale proprio nel periodo elettorale. Il Sindaco aveva deciso di sospendere l’espletamento del servizio in via cautelativa, allo scopo di verificare la sussistenza dei presupposti per l’affidamento e la corretta esecuzione dello stesso. Il Palella aveva ritenuto che in tale comportamento fosse configurabile, a APRILE ‘09

carico del Sindaco, il reato di cui all’art. 323 del c.p. in tema di abuso d’ufficio, supponendo nel presunto responsabile una volontà finalizzata a causargli danno. La d.ssa Maria Angela Nastasi del Tribunale di Messina, esaminando la richiesta di archiviazione formulata dal P.M., ha rilevato invece che la sospensione del servizio alla ditta Palella risultava sostenuta da motivazioni che riflettono la precisa finalità di realiz-

zare l’interesse pubblico ed evitare disfunzioni e sprechi e ha conseguentemente disposto l’archiviazione del procedimento. Il Sindaco di Antillo, che è stato difeso dall’avv. Nunzio Cammaroto, commentando il decreto dal quale emerge che il suo comportamento è assistito dal perseguimento dell’interesse pubblico, ha manifestato la sua viva soddisfazione per l’esito della vicenda.

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Da anni, ormai, il primo cittadino ha segnalato a tutti gli organi preposti, dal Genio Civile alla Provincia Regionale di Messina, al dipartimento provinciale e regionale della Protezione Civile, all’Assessorato Regionale alla Protezione Civile e a quello del Territorio e Ambiente, alla Presidenza della Regione Siciliana per finire con il Ministero dell’Ambiente, il dipartimento nazionale della Protezione Civile e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il progressivo deteriorarsi della situazione.

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S. Alessio: nasce il CST

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di Marialaura Moschella

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Il CST (Centro Servizi Territoriali) diventa realtà nella Provincia di Messina. Dal 2005 la Regione Siciliana aveva promulgato una serie di avvisi informativi riguardo questo importante servizio tecnologico, e sembra che adesso sia iniziata la fase attuativa. Il sindaco di Sant’Alessio, Giovanni Foti, illustra le non poche difficoltà emerse durante l’elaborazione e l’organizzazione del progetto, e le sue caratteristiche. ignor Sindaco, potrebbe spiegare il ruolo che ha avuto il comune di Sant’Alessio ai fini della costituzione del centro e qual è la situazione attuale? Sant’Alessio è il comune capofila del CST Messena. Questo centro si basa sul principio dell’e-government: si rispetterà il principio “meno carta e più servizi”. L’utente avrà la possibilità di pagare bollettini e ricevere informazioni di vario genere, semplicemente collegandosi alla rete civica del suo territorio. All’interno della nostra provincia sono nati solo due CST, uno per la zona ionica e uno per quella tirrenica e dei Nebrodi.

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L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo o con ritrosia dalle autorità dei comuni limitrofi? Da alcuni con entusiasmo, con altri invece ho notato un comprensibile e iniziale scetticismo giacché non erano informati rispetto alle nuove normative. La Regione ha pregato di attuare questa innovazione, e noi, anche se i tempi si sono allungati, per motivi burocratici e organizzativi, stiamo mettendo in atto quanto previsto. La parte organizzativa ha richiesto un notevole sforzo e un non indifferente dispendio di tempo perché in base alle prerogative della Regione, per formare questo ente era necessario accorpare un numero di abitanti di almeno 150.000 unità. È stato difficile cumulare questo risultato poiché la Provincia di Messina ha 108 comuni, e l’evidente frazionamento in questi casi non è d’aiuto. Alla fine sono sessanta i comuni che appartengono al nostro CST ionico. È chiaro che hanno riposto fiducia in noi, faremo in modo di non deluderli. Sembra che non ci sia stata una convergenza d’intenti con alcuni comuni della Valle dell’Agró. Crede che sia ascrivibile a fattori particolari? Sì, Santa Teresa di Riva, Antillo, Savoca e alcuni altri si sono aggregati al comune capofila Giarre, appartenente alla provincia di Catania. Credo che il motivo principale sia ascrivibile all’aspetto organizzativo. Ciò non rappresenta comunque un problema e non creerà

sicuramente disguidi di alcun tipo o malintesi di sorta. Pur essendo confinanti o comunque molto vicini alcuni comuni hanno assunto questa decisione, probabilmente per concorrere con un centro più grosso in termini di abitanti, rispetto a Sant’Alessio. La regione comunque stabilirà la pertinenza di questa scelta, eventualmente “correggendo il tiro” verso la soluzione più coerente. Quali sono i principali servizi a disposizione dell’utenza? In termini quantitativi i servizi offerti sono infiniti, poiché tutto può essere trasmesso attraverso la rete Internet, senza limiti di spazio o tempo. Si potrà fruire di servizi anagrafici, senza dover recarsi necessariamente alla sede dell’ufficio competente, si potranno visionare gli ordini catastali, si potrà agevolmente favorire la promozione turistica, si potranno pubblicare i conti pubblici del Comune, per una maggiore trasparenza riguardo le attività finanziare. Allora è anche implicito il fine di promuovere il territorio e il suo patrimonio in maniera sistematica e aggiornata attraverso la Rete? Sì, senz’altro. Avere come membro del nostro CST la città di Taormina sicuramente contribuirà a favorire la visibilità del nostro paese e per la nostra Valle intera, che meriterebbe di essere valorizzata, anche con i sistemi telematici. A proposito di visibilità, come e quando crede che si possano risolvere i danni della recente mareggiata, la cui gravità è stata maggiore rispetto a quelle precedenti? Ti do una notizia recentissima, credo esclusiva. Mi è giunta una comunicazione ufficiale, datata 18 marzo 2009 dal Ministero degli Interni, in

cui mi si scrive che insieme al Consiglio dei Ministri e alla Protezione Civile Nazionale è stato riconosciuto lo stato di calamitá per Sant’Alessio Siculo e per altri quindici comuni siciliani. L’Amministrazione Comunale aveva avanzato la richiesta, ma essa era stata solo un tentativo, visti i danni ingenti in tutta Italia. L’accertamento che ne è seguito fa ben sperare che i finanziamenti siano stanziati. Al momento la Protezione Civile Regionale non li ancora ricevuti. Si aspetta questo per ricostruire la parte che è stata distrutta. In termini d’innovazione è innegabile il passo in avanti che sarà compiuto quando si potrà fruire dei servizi suddetti. Come si evince dall’avviso emanato dalla Regione Siciliana, il nucleo caratteristico del CST è la sinergia organizzativa, tecnologica ed economica ai fini dello sviluppo della quantità e qualità dei servizi erogati al cittadino e alle imprese. La costituzione di un centro su cui far convergere questi intenti è funzionale alla semplificazione dei processi di gestione. Infatti, è raro che piccoli o medi comuni abbiano la possibilità di sostenere i costi per il mantenimento di una soluzione tecnologica di questo tipo. Sarà agevole anche l’interazione con le istituzioni regionali e nazionali, con altri Enti presenti nel territorio, e la pubblicazione di delibere, bandi di gare, e in ambito culturale di sondaggi, spettacoli, mostre, servizi bibliotecari. La sensazione che si tratti di un’utopia potrebbe lecitamente sorgere. E’ invece un dato di fatto che in altre regioni d’Italia, ormai da anni, i cittadini sono anche internauti.

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LA “PASSIO CHRISTI” DI SAVOCA

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di Silvana Sturiale uggestiva oltre ogni dire… in uno scenario naturale di una bellezza da mozzare il fiato e che ben si presta all’occasione… si svolgerà anche quest’anno a Savoca la “Passio Christi”, rievocazione vivente della Passione di Cristo. Inserito nel cartellone delle manifestazioni del periodo pasquale, è un appuntamento che ormai si ripete da anni e che richiama visitatori e turisti da ogni dove, perché unico nel suo genere in tutto il territorio jonico della provincia di Messina.

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Una di queste bellezze, po-

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La sacra rappresentazione (che sarà messa in scena la domenica delle Palme e, in replica, la domenica di Pasqua), fiore all’occhiello e vero vanto dell’amministrazione comunale, si snoda lungo tutto il percorso naturale del centro storico di Savoca, borgo medievale dalle notevoli bellezze paesaggistiche, monumentali e storico - artistiche.

sizionata sul colle a nord della Chiesa Madre della cittadina collinare, è la Via Crucis Calvario, un luogo straordinario creato nel 1635 dai Padri Gesuiti, al quale si accedeva faticosamente per una via tortuosa, intaccata a scaglioni, con l’ubicazione ad ogni pianerottolo di una stazione della Via Crucis, incastonata nella roccia.

In seguito al finanziamento di un progetto di recupero ambientale il sito è stato ristrutturato nel 1999 in tutte le sue parti principali: la scalinata, il sagrato e i ruderi dell’antica Chiesa. In questo modo la Via Crucis Calvario è divenuto un luogo di più facile accesso, divenendo nella fattispecie il centro focale di tutta la sacra rappresentazione.

Crucis; Crocifissione; Deposizione; Risurrezione.

E’ qui, infatti, che si svolge la scena della crocifissione di Gesù. Un momento toccante e di grande partecipazione emotiva e corale, cui il pubblico partecipa rimanendo giù sul sagrato della Chiesa Madre e contemplando da lontano tutta la scena, arricchita e resa ancora più emozionante da giochi di luci e di suoni.

Savoca, riconosciuta con decreto regionale “Città d’arte e paese ad economia prevalentemente turistica”, punta molto soprattutto sulle manifestazioni a carattere culturale, che possano darle ancora più lustro ed accrescere la sua già notevole vocazione turistica, nell’ambito di una strategia di sviluppo locale, finalizzata ad offrire opportunità sempre maggiori per un ulteriore sviluppo economico e sociale del territorio.

La rappresentazione è composta da dieci atti progressivi che toccano i vari punti di tutto il percorso che portò Gesù al Calvario: Ingresso di Gesù a Gerusalemme; Ultima cena; Orto degli ulivi; Processo dinanzi a Caifa; Processo dinanzi a Pilato; Flagellazione; Via

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Tutto il tragitto, circa 2 Km, è coperto da filodiffusione audio e da maxi schermi in considerazione della grande mole di visitatori che arriva a Savoca nei due giorni della rappresentazione. Si stima che ogni anno ci sia un’affluenza di circa 3000 visitatori.

E’ sicuramente un appuntamento da non perdere perché di immenso valore culturale e storico, oltre che religioso e più sinceramente intimistico.


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S.Teresa di Riva: 10 anni dopo

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Restituita alla cittadinanza la biblioteca comunale

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a cura di G.M.Cicala

n viaggiu e ddù subbizzi” recita un antichissimo adagio siculo, e ieri sera quello che abbiamo visto non è stato da meno, alla Villa Ragno di S.Teresa di Riva.

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I due “servizi”, come potremmo semplicemente tradurre quella dialettata summenzionata, si riscoprono in una luce modernissima, due servizi alla socialità ed alla cittadinanza, con due sto-

rie diverse, due “Passio” diverse, due dimensioni diverse ma da far confluire in una comune e lodevole causa, d’essere al servizio della conoscenza, alla cultura in quanto tale. Questa metà del Cielo è la beneamata Biblioteca Comunale di S.Teresa di Riva, diretta dal dott. G.Massimo Caminiti, che dopo un lungo decennio grigio ha trovato la sua Casa, speriamo, definitiva. Ne sarà valsa la pena, dopo che, in amministrazione Bartolottiana aveva dovuto lasciare il suo posto (piano terra del vecchio Palazzo Comunale) al PTE 118 ed alla guardia Medica, finendo così trasferita per un decennio nel piano seminterrato del comune, con ingresso da V.Lungomare, con parecchio patrimonio librario messo negli scatoloni. Solo l’abnegazione del personale e del dirigente garantirono la fruibilità da parte dei cittadini, ma comunque, al di là dei toni allarmistici che puntualmente tornavano alla ribalta come la cometa Halley, il servizio non si fermò mai totalmente, ma sopravvisse tra migliaia di contrarietà logistiche. Da ieri sera, la biblioteca non sarà mai più, speriamo, inquilina scomoda e sgradita di nessuno, ed i libri, che nel frat-

tempo una politica zelante da parte delle amministrazioni sia bartolottiane che successive, ben consigliate dal dirigente Dott. Massimo Caminiti non si sono mai tirate indietro per acquistare sempre nuovi tomi e presidi didatticoculturali anche di nuova tecnologia, fino ad una onestamente splendida Sezione per Ragazzi, uno dei veri vanti dell’agenzia educativa santa teresina ospitata a Villa Ragno. Risultato: tanto spazio a disposizione ma anche….residui scatoloni dei quali non si sa dove esporne il prezioso contenuto, per “colpa” dell’Unione dei Comuni, che si è accaparrata un’ala della costruzione. “Colpa” ovviamente, ironico. Ma ci assicurano che stavolta sono proprio esigui e le soluzioni sono a portata di…scaffale. Il dott. Caminiti, prima dell’inaugurazione, ci ha fatto fare un rapido percorso tra gli ambienti e l’equilibrio tra il “contenitore” storico ed il “contenuto” talvolta anche ipertecnologico ha una sua personale armonia, corroborata dal grande giardino che ha dietro ( o davanti, se preferite dare le spalle al mare, nei riferimenti cardinali ).

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Nasce quindi sotto il segno dell’ariete la Biblioteca santateresina (come Johann Sebastian Bach, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Papa Benedetto XVI, Fausto Bertinotti, Marlon Brando, Carlo Magno, Giacomo Casanova, Charlie Chaplin, Massimo D’Alema, René Descartes, Alcide De Gasperi, Francesco de Gregori, Luigi Einaudi, Dario Fo, Joseph Haydn, Herbert von Karajan, Akira Kurosawa, Leonardo da Vinci, Nino Manfredi, Mina Sergej, Prokof’ev, Carlo Rubbia, Raffaello Sanzio, Eugenio Scalfari, Quentin Tarantino, Luigi Tenco e altri), e ne ripercorre i valori astrologici che, dicono, siano cuciti addosso ai destini degli uomini nati in questo periodo (prestanza, vigore, giovanilità, passione, impazienza… per fermarci alle virtù), tanto che possiamo dormire sonni sereni e contribuire ad incrementare ancor di più la sensazione e la percezione da rendere all’esterno, di aver eletto villa Ragno come l’ombelico della cultura messinese ionica, checché ne possano dire eventuali detrattori. L’occasione è stata pregna per poter presentare ufficialmente l’anteprima assoluta del sito web del comune di S. Teresa di Riva, dichiarano i gestori, “pienamente operativo dal 2 aprile prossimo”. È anche questo un avvenimento epocale, tenuto conto che nel 2009 siamo “appena” 22 anni dopo il primo sito .it italiano (quello del CNR…capirai), e nessuno si era messo di buona lena a fornire il Comune di un sito degno. Nel frattempo, i “nomi di dominio” comodi ed intuitivi se li assegnavano altri. Questo portale offrirà esempi di moderna interazione istituzione-cittadino, con informazioni, prenotazioni, rilascio di attestazioni valide agli effetti di legge ed altro. Il nome, come detto, non poteva essere immediatamente intuitivo, ma val la pena di appuntarselo www.comune.santateresadiriva.me.it ed aspettare giovedi 2 aprile per cominciare a smanettare sul neonato impianto web del sito santateresino. Il web engineer è la Simplymediaweb di Peppe le Cause, il costo, attorno ai 9.400 euro. Vedremo i parametri di utilizzo dei primi periodi, per le prime recensioni. APRILE ‘09

S.Teresa hi-tech. Morabito “gioca” a poker (e cala il tris) ott. Morabito, certo che è stata una bella soddisfazione poter inaugurare la biblioteca a Villa Ragno, l’altra sera… “Sicuramente. Era uno dei punti del programma elettorale che avevamo inserito e che volevamo perseguire con ogni mezzo. Sono contento, riteniamo di aver sistemato la biblioteca nel migliore dei modi , così come doveva essere da sempre. Ora diventerà il punto di riferimento culturale per i nostri cittadini in modo chiaro ed inequivocabile.”

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E di novità in novità, S.Teresa finalmente si doterà del sito web ufficiale. Si entra quindi ufficialmente nella modernità? “Credo di sì, anche se parecchi altri servizi comunale godono già di interessanti forme di automatismo informatico. Il sito presentato, e operativo, mi dicono, dal 2 aprile, è all’avanguardia rispetto alle possibilità che attualmente hanno le interfacce web istituzionali. Intanto è fruibile dai diversabili, (ipovedenti, daltonici, etc.), sarà disponibile la traduzione in tre lingue e conterrà una immensa mole di dati ed informazioni che… sino al primo aprile(!) costringevano il cittadino a telefonare o recarsi di persona per seguire l’iter di una certa pratica, con i disagi che tutti noi conosciamo per averli vissuti da sempre. Con www.comune.santateresadiriva.me.it ogni cittadino saprà in tempo reale in quale ufficio è la sua pratica, potrà ricevere attestazioni, vedere le delibere, le ordinanze, gli atti della Giunta, le scadenze, i requisiti per accedere ai vari servizi, oltre che i singoli recapiti telefonici di tutti gli operatori municipali in base alla mansione che svolgono. E’ una tappa fondamentale nel cammino verso la totale trasparenza di tutte le attività amministrative, che, ricorderai, è stato la pietra miliare della nostra campagna elettorale, tanto per distaccarci dal passato. Ma ha annunciato anche un’altra bella novità, entro il 2009. Sì, stiamo finendo di predisporre la bozza conclusiva della “Carta dei Servizi del Comune”, nella quale i Cittadini potranno apprendere di tutti i diritti, ma anche i doveri, che legano la popolazione santa teresina all’istituzione municipale. Stiamo studiando una politica di informazione “a tappeto”, che coinvolgerà tutti i canali comunicativi, affinchè ogni famiglia santateresina possa essere raggiunta da questo volumetto. E’ un altro passo in avanti per fare di S.Teresa di Riva un comune all’avanguardia, tanto da mettere in grado i nostri concittadini ad affrontare serenamente tutti i problemi che presenta la quotidianità. G.M.C.

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La freddissima serata domenicale di Marzo è stata una di quelle che restano nella storia, con il pubblico delle grandi occasioni, e uno spaccato degli uomini politici, di cultura ed intellettuali di mezza riviera. Un tributo doveroso malgrado la risaputa sobrietà del dott. Caminiti, più amante dell’essere e della pragmaticità che dell’apparire, avesse voluto far passare l’evento quasi di basso profilo. L’attesa evidentemente era talmente stata lunga e sofferta che l’appuntamento si è via via trasformato in uno degli Eventi di questo 2009 culturale rivierasco.


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www.comune.santateresadiriva.me. it di G. Agnoni online dal 2 Aprile 2009. Può contare su numerosissimi servizi telematici, su una grafica innovativa ma professionale e sulla completa integrazione con la macchina amministrativa. Obiettivi: far risparmiare tempo al cittadino e snellire la macchina burocratica.

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Vediamo quali sono le novità con il responsabile della ditta che lo ha realizzato, Giuseppe Le Cause della Simply Media Web di Santa Teresa di Riva. Sign. Le Cause, siamo di fronte ad una innovazione di processo nella gestione delle pratiche della PA. Tutto questo come renderà più facile la vita a noi cittadini? Certamente, ormai internet è alla base di qualsiasi processo di gestione delle pratiche. Basta guardarsi attorno per capire l’importanza di uno strumento come questo. Cosa si potrà fare attraverso il portale del comune? E’ previsto il pagamento delle tasse on-line? Attraverso il portale del comune si potranno effettuare le autocertificazioni, la prenotazione dei documenti online, segnalare eventuali disservizi del paese, si potrà vedere il consiglio comunale in diretta sul sito, con i sottotitoli per i non udenti (unico comune in Italia), si potrà interagire con il comune attraverso la posta certificata, è stata prevista una voce detta “ho bisogno di…” dove ci sono informazioni utili per il cittadino su tutto quello che è l’iter da fare per alcune pratiche. Il sito è certificato secondo la cosiddetta legge Stanca (Legge 9 gennaio 2004, n. 4). E’

garantita l’accessibilità, ovvero la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. Sarà previsto il pagamento delle tasse online in un secondo momento . Aumenterà la trasparenza degli atti? Si accorceranno i tempi di giacenza delle pratiche? Questo è evidente visto che verrà pubblicato tutto sul sito. Si accorceranno anche i tempi di giacenza delle pratiche grazie alla prenotazione online delle stesse. Quale reputa essere la maggiore innovazione introdotta? Sicuramente ciò che fa si che il portale del comune di Santa Teresa di Riva sia un sito modello è la trasmissione online del consiglio comunale con i sottotitoli per i non udenti e la cura maniacale nei piccoli dettagli.

Tra i vari siti del comprensorio crede che questo sia uno dei più innovativi? Guardi, noi abbiamo lavorato parecchi mesi su questo progetto è penso senza presunzione che sia il sito più completo e all’avanguardia dell’intera Provincia. Guardare per credere. Consiglierebbe ai comuni vicini di adottare le stesse misure che voi avete previsto? Non solo lo consiglio ma è legge che lo impone (Legge 9 gennaio 2004, n. 4). Se fosse dipeso da lei cosa avrebbe inserito in più nelle funzionalità del sito? La mia fortuna è aver trovato un’amministrazione capace di capire le esigenze dei cittadini: mi hanno lasciato piena libertà nella realizzazione con una strettissima collaborazione dell’amministrazione. A tal proposito volevo ringraziare per la preziosa collaborazione il consigliere Pippo Arpi che si è messo a completa disposizione mia e della mia ditta. Grazie.

Santa Teresa: nasce il gruppo UDC. Lenzo alla guida arterre de Roi per la presentazione del gruppo Udc di Santa Teresa di Riva, avvenuto venerdì 20 Marzo 2009. A tenere a battesimo l’evento erano presenti il Sen. Giampiero D’Alia, l’On. Giovanni Ardizzone, l’Ass. Provinciale Mario D’Agostino, i consiglieri provinciali Nino Muscarello e Matteo Francilia.

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Protagonista della serata l’Architetto Carmelo Lenzo, nominato reggente del partito al posto del commissario Michele Caudo. Alla manifestazione, tenutasi a Villa Crisafulli Ragno, ha preso parte una foltissima delegazione politica comprensoriale (presenti in sala il sindaco di Roccafiorita Pippo Bartolotta, quello di Nizza Di Tommaso, Furci Bruno Parisi, più una nutrita serie di consiglieri comunali ed i capigruppo all’Unione dei Comuni impegnati in una riunione nei locali adiacenti).

Durante l’incontro si è sottolineato l’impegno da parte di tutte le cariche istituzionali presenti a favorire lo sviluppo e la crescita del nostro territorio attraverso interventi mirati e ad incentivare l’emergere dei giovani sia in campo politico che economico. Curiosità. In seguito alla mancanza del consigliere comunale Pinto e dell’Ass. Natale Rigano in molti hanno pensato che fossero ai ferri corti con l’Arch. Carmelo Lenzo. In realtà è stato lo stesso Lenzo ad affermare che “anche loro, come tutti, contribuiranno alla crescita di un gruppo omogeneo che proporrà idee e soluzioni nel solo interesse del paese”. Inoltre secondo quanto affermato dal Sen. D’Alia l’avvocato Carlo Mastroieni, alla cui corrente appartengono sia Pinto che Rigano, ha inviato i suoi saluti ed i migliori auguri per l’evento sottolineando di non aver potuto presenziare solo perché all’estero. APRILE ‘09


21 Zero rifiuti: per noi e soprattutto per loro (i nostri figli)

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Sign.Ballisto, i rifiuti sono un problema che può diventare una risorsa. Come? Il vero problema è il nostro stile di vita esasperatamente consumistico. I rifiuti sono soldi che si buttano e che si bruciano, che inquinano le acque, l’aria e avvelenano la nostra vita. Fino a 70 anni fa i rifiuti in Italia erano quasi inesistenti, tutto veniva riciclato, perché anche gli scarti avevano un valore. Oggi questo non avviene più e quindi nasce il problema. I rifiuti diventano una risorsa se li consideriamo come un valore, come materie prime da reinserire nel ciclo di lavorazione. Diventano anche una risorsa per far nascere posti di lavoro, personale da impiegare nella raccolta differenziata porta a porta, nei centri di stoccaggio, nelle aziende di trasformazione. Considerarli una risorsa migliora l’ambiente e la qualità della vita. Di bollette dell’Ato e risparmi derivanti dalla differenziata abbiamo già parlato numerose volte, ma la gente ha una scarsa sensibilità verso il tema. Perché? La gente è molto sensibile ai problemi ambientali, basti vedere come i cassonetti della differenziata sono sempre pieni. Ma sul nostro territorio le istituzioni non hanno fatto abbastanza, almeno fin’ora. Non si sono fatte campagne di sensibilizzazione, non si sono pianificate strategie, ma soprattutto non si è spiegato come funziona, cosa conferire nei vari cassonetti. Questo avviene perché la classe politica segue modelli superati come discariche e inceneritori, invece di puntare tutto sulla strategia rifiuti zero. Questa prevede ad esempio la raccolta differenziata porta a porta, un contatto diretto e personale tra cittadino e operatore; una modalità, è scientificamente dimostrato, che è l’unica a dare risultati concreti fino al 90% di materia differenziata. Quello che manca più della sensibilità quindi è la volontà politica ad affrontare questo tema perché si guarda più all’immediato che APRILE ‘09

al futuro. Continuando così pagheremo un caro prezzo sia ambientale che economico. Tra i giovani è più facile parlare di differenziata? Noi speriamo che i giovani siano i veri protagonisti di questa iniziativa. Sono loro il futuro, e se le cose non cambiano troveranno nel loro domani gli errori che si commettono oggi. In concreto, quali obiettivi vi proponete? L’obiettivo principale è quello di raggiungere nel nostro territorio entro il 2020 i rifiuti zero. Le azioni che intraprenderemo saranno rivolte a questo. Ci auspichiamo una partecipazione attiva da parte di tutti. Oggi abbiamo a disposizione parecchie tecnologie per arrivare a rifiuti zero senza rinunciare a niente. Ad esempio le bottiglie dell’acqua minerale: in molte realtà i comuni hanno costruito delle fontane pubbliche con acqua pura buonissima da bere. Questa soluzione potrebbe ridurre notevolmente la quantità di rifiuti da riciclare e offrire a costo zero un servizio indispensabile per i cittadini. Oppure i pannolini che sono fra le cose impossibili da riciclare: il comune potrebbe dare degli incentivi per chi usa i pannolini ecologici. Mia figlia li usa senza problemi ed abbiamo calcolato un risparmio annuo di 600 euro. Oggi soluzioni ce ne sono tante, continuare a parlare di termo-valorizzatori o “cancrovalorizzatori”, come li chiamano alcuni scienziati, è indice di pigrizia intellettuale. Vorrei invitare tutti ad aderire al comitato, perché esso sia espressione di tutte le aree politiche, associative, culturali. Veronica Bonelli

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asce a Santa Teresa di Riva il comitato RIFIUTI ZERO, promosso da Sandro Ballisto e da un gruppo di amici, tra cui JoniaNews ed il portale Jonialife.it. Nasce con l’appoggio di tanta gente comune che non ne può più di cassonetti strapieni, di costi di smaltimento astronomici, di rischi per la salute nostra e dei nostri figli. Il comitato ha anche aperto un gruppo su Facebook – I LOVE RIFIUTI ZERO, al quale siete tutti invitati ad iscrivervi. Abbiamo intervistato Sandro Ballisto, il ‘motore immobile’ dell’iniziativa.

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Carnevali Taorminesi: ricordi dell’adolescenza di Rita D’Amico vevo 15 anni quando a Taormina si svolgeva uno dei Carnevali più belli della Sicilia:cinque giorni di spensieratezza, di gioia, di allegria, di gente assiepata in ogni angolo della cittadina! Si cominciava il Giovedì grasso con l’ingresso in città del Re Carnevale, un carro di cartapesta, raffigurante per l’appunto il Re Burlone circondato da stelle filanti, coriandoli, dolciumi, seguìto dalla banda degli “Umbrillari” con i caratteristici strumenti.

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Il Venerdì c’era l’albero della Cuccagna: altissimo palo di legno

cosparso di grasso con in cima un cerchio da cui pendeva ogni ben di Dio(salsicce, salami, prosciutti, forme di formaggio) e i giovani del tempo a dorso e piedi nudi si cimentavano nella salita, sostenuti dal tifo della gente e soprattutto dalle famiglie (interessate) che battevano le mani scandendo il tempo della scalata. Alla fine il vincitore (ovvero colui che,salendo più volte, vincendo la stanchezza, riusciva a prendere più roba) veniva portato in trionfo e rifocillato con un buon bicchiere di vino. Si proseguiva con le grandi mongolfiere di carta colorata che si alzavano in volo, offrendo uno spettacolo in-

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23 genua di un carnevale che rimane unico e di una cittadina che forse magica non lo è più.

Il sabato era il giorno dedicato ai bambini: le madri, le zie, le nonne, si davano da fare per cucire ogni sorta di mascherine: da quelle mani magiche uscivano principi, damine, fatine, cavalieri, fiori, farfalle, gatti. Ogni bambino dentro ogni vestito cucito egregiamente, partecipava al grande concorso: in palio decine di giocattoli, regalate alle mascherine più belle scelte dalla commissione di turno e che spesso scatenavano liti e discussioni sui giudizi, non condivisi dalle mamme e dai papà.

Sono trascorsi gli anni,sono diventata “grande”, mi sono trasferita in questo paese che non è mio ma che lo è diventato, e che non ha una tradizione carnevalesca vera e propria. I figli sono cresciuti fra carnevali e mascherine, in modo scialbo, passando da un paese all’altro, portandoli magari a Taormina dove il Carnevale c’era, forse meglio degli altri, ma non come ai tempi d’oro.

Finalmente arrivava la domenica e con essa la sfilata dei carri in fiore: sì, proprio in fiore e non di cartapesta. Quell’anno, l’ultimo di quel magico carnevale, sfilarono cinque carri, di cui due rimasero impressi nella mia mente: uno era la riproduzione a grandezza naturale di una locomotiva rivestita totalmente di garofani rossi e minute foglie di alloro; l’altro carro riproduceva una delle caratteristiche torrette della Villa comunale, rivestita di piccole e profumatissime viole, fresie, tulipani, in un trionfo di colori e di profumi. Naturalmente sfilavano numerosi gruppi in maschera che sfoggiavano abiti cuciti con impareggiabile abilità dalle famose sarte taorminesi. E poi c’erano i balli in piazza, e quelli interni, nei mitici locali come “La Giara” e il “Sesto Acuto”,dove fra stelle filanti, coriandoli ed eleganti mascherine, le signore della Taormina bene, con i loro cavalieri, facevano mattina. I coriandoli invadevano le strade al punto che nei giorni clou, camminare era un’impresa, tanto alto era lo strato che si era accumulato. Si compravano ad ogni angolo della strada, sfusi o a pacchi grandi che costavano 100 lire… Noi ragazzi ci divertivamo anche con la caccia al tesoro organizzata il lunedì dall’Azienda Autonoma per il soggiorno ed il turismo: divisi per squadre si risolvevano vari indovinelli proposti dai signori Saro Cipolla e Ciccio Barbera, che all’epoca avevano partecipato con successo alla trasmissione “Lascia o Raddoppia” del mitico Mike Bongiorno e che portavano noi giovani a spostarci da un posto all’altro di quella magica Taormina. Ormai quei tempi purtroppo sono passati e non tornano più. Soprattutto non torna quell’atmosfera gioiosa, semplice, in-

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Poi,circa 7 anni fa,”qualcuno” pensò per Santa Teresa ad un carnevale con carri e premi: l’idea prese piede e così cominciò l’era del Carnevale, bello, ricco, curato, coinvolgente. Da quattro - cinque anni poi, questo si è raffinato, affinato, si e’ reso elegante ed importante, diventando un punto di riferimento. Niente è lasciato al caso: si inizia verso ottobre, programmando il tema, disegnando costumi, scegliendo le stoffe. Poi, dopo Natale, inizia il lavoro vero e proprio e la cittadina si schiera per la formazione di gruppi e carri: chi va con Bucalo, chi con la Sacra Famiglia, chi con Baracca, chi con Cettina Sciacca… e così via. E’ tutto un fermento di sarte, insegnanti di ballo, falegnami, elettricisti. Si fanno strategie, si cerca di scoprire il tema del carro “nemico”, che peraltro viene gelosamente nascosto, si spiano le prove di ballo, si prova e si riprova. Io ci ho provato, trascinata da mia figlia, incoraggiata dagli amici, mi sono immersa in questa impresa dimenticando tutto … età compresa: un tuffo di gioventù e di spensieratezza che vale più di una cura ricostituente. Forse anche per questo il Carnevale,in questo nostro paese deve continuare, consolidarsi, diventare ancora più importante. Mi auguro che si riesca a comprendere come giovani e bambini, almeno in un momento scherzoso e allegro come questo, stando insieme in una sana competizione, possano trarre lezioni di vita, possano imparare come industriarsi, costruire, tagliare, cucire: piccole cose, banali forse, ma che comunque hanno un senso, non dimenticando però che anche nel gioco e nello scherzo ci sono le regole e la disciplina, stando alle quali non viene meno la personalità e la dignità di nessuno!!!

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credibile, e dopo poco, finita la miscela, tornavano a terra, afflosciandosi su se stesse.


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Il servizio pubblico torna a fare il proprio dovere

Saviano racconta La voglia di realtà tocca quota 4.561.000 spettatori. di Mimma Lo Giudice erata formativa quella che lo scorso 25 marzo Rai3 ha regalato ai propri telespettatori nel suo prime time. Roberto Saviano, autore di Gomorra - record di vendite e traduzioni in più di cinquanta paesi - esce dal silenzio dopo molto tempo e parla di un giornalismo che racconta il punto di vista del carnefice, sacrificando ancora una volta le vittime.

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Un monologo lungo un’ora, interrotto solo da qualche applauso sentito. Dinnanzi alle telecamere sta un uomo che da tre anni non conosce più la parola libertà: i sette carabinieri della scorta sono ormai la sua famiglia. Lui continua imperterrito a lottare per ciò in cui crede. Come una costante ossessione parla della camorra, ne scrive, affronta a viso aperto quell’ombra che gli ottenebra la mente. Non molla un colpo, incalza, resta in piedi e incassa. Non è un eroe, bensì un semplice cittadino che racconta la propria realtà in maniera cruda, così come si svolge giornalmente. Nei primi sessanta minuti vengono passati in rassegna più di trenta titoli - predominanti quelli del Giornale di Caserta - commentati da Saviano con una comunicatività e un carisma sconosciuti al pubblico televisivo. Alcuni occhielli terrorizzano e non per populismo spicciolo, ma per reale ribrezzo che smuove le coscienze. Cita alcuni soprannomi dei boss della camorra, li legge dalle stesse prime pagine dei quotidiani locali e mostra come la camorra impone i suoi codici. Un giornalismo complice, quello che si evince dall’analisi dello scrittore, spaventosa è la confidenza con il mondo dei boss. Dietro tutto ciò c’è qualcosa di ferocissimo, dice: «in media si ammazzano una o due persone al giorno, spesso tre e la cronaca nazionale ignora tutto questo che viene lasciato a pochi cronisti coraggiosi. Tutto ciò vive in un silenzio colpevole perchè non permette al Paese di capire ciò che sta succedendo».

ore di trasmissione. Lo scrittore colpevolizza il Paese di non voler ascoltare, di far finta di non vedere, di lasciare che dei bambini assistano quotidianamente al sangue che si sparge per le strade: come se fosse normale, naturale che degli innocenti si rendano conto di ciò che è la prassi. Nella seconda parte dello speciale intervengono alcune personalità illustri della scena letteraria internazionale. In studio, accanto a Saviano, l’americano Paul Auster - autore della Trilogia di New York - e l’israeliano David Grossman - scrittore e saggista noto per il suo impegno, incentrato sul dialogo, in risoluzione della questione israeliano-palestinese sostengono il collega italiano. Oltre agli ospiti in studio, in collegamento da Londra c’è Misha Glenny, autore di McMafia e da New York Suketu Mehta - molto caro allo scrittore partenopeo - autore di Maximum City, entrambi successi editoriali che trattano il tema della malavita organizzata. A concludere e a sdrammatizzare ci pensa Antonio Albanese che dopo aver letto un brano di Don Beppe Diana - il prete ucciso dalla camorra quindici anni fa - veste i panni di Cetto La Qualunque: un boss strampalato che ostenta la sua ridicola grinta malavitosa suscitando non poca ilarità. Non meriterebbero menzione, invece, le discussioni dei dirigenti Rai uscite il giorno dopo sulle prime pagine di alcuni giornali, a proposito dei risultati puramente televisivi. Come delle commari che lodano il proprio vestito della domenica, sminuendo quello altrui, si divertono a puntarsi il dito senza afferrare il vero significato di quel record di ascolti. Deplorevole immagine di un’Italia che se per certi versi è Gomorra, per altri sembra il Paese dei Balocchi.

Saviano ci regala una grande lezione di giornalismo e nello schermo alle sue spalle iniziano a succedersi immagini sanguinose. Sono quattro milioni e mezzo i telespettatori che hanno seguito lo speciale e del 19% è lo share, un evento. Saviano denuncia, parla e invita a non tacere: «Loro hanno paura del rumore. La gente che parla, tutto questo polverone, li spaventa» e poi continua, «hanno paura se si parla di loro. Ma io sono debole. Aspettano solo il momento in cui i riflettori si spegneranno. Allora mi colpiranno». «Perché il male trionfi basta che gli uomini buoni non facciano nulla». Questo è ciò che ripete più volte durante le due APRILE ‘09



26 SPOSIAMOCI2009 Un Evento Sposi anche per la Riviera Jonica

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di Agnese Sturiale ell’Atmosfera suggestiva e raffinata della Filanda di Roccalumera si è svolto il 28 febbraio e 1 marzo SPOSIAMOCI2009 - il 1° Salone dedicato ai Prodotti e Servizi per il Matrimonio, quale primo Evento dell’Antica struttura, organizzato dall’Associazione Desti in Azione di S. Teresa di Riva sulla scia dei medesimi Eventi organizzati nella vitale provincia catanese, in luoghi suggestivi quali gli Antichi Palazzi del Centro, le strutture di Archeologia Industriale ed i Conventi. Tra gli scopi dell’Evento, quello di far rivivere un’antica struttura recuperata dal Passato, incoraggiando e sollecitando gli amministratori a favorirne l’utilizzo come spazio espositivo coperto, scongiurando la scarsa fruizione dei nostri Beni Architettonici, spesso inaccessibili per mancanza di progettualità. Chi ha visto, ha apprezzato soprattutto il clima raffinato ed elegante che una esposizione riguardante il settore Sposi ha saputo imprimere alla struttura. Le presenze hanno sfiorato le 1700 persone, tra cui secondo quanto documentato dagli espositori, coppie in visita provenienti anche da Messina, Torregotta, Graniti e Francavilla, Reggio Calabria, Nicolosi e Mascalucia, mentre in contemporanea si svolgeva anche la Fiera Sposi di Milazzo. Questi dati rimarcano l’importanza che Eventi del genere possono avere per il nostro Territorio, soprattutto quando realizzati in contesti suggestivi che esercitano forte potere attrattivo anche in periodo diversi dall’estate. In qualità di coordinatrice mi preme ringraziare l’Amministrazione Miasi per aver concesso la disponibilità della location; gli operatori, grazie ai quali è stata possibile la realizzazione dell’Evento; i soci dell’Associazione Desti in Azione per la tenacia e la professionalità dimostrata; l’Assessore Provinciale alle Politiche Culturali, Dott. Mario D’Agostino per la presenza ed il sostegno morale; la Fenapi e L’Agenzia di Sviluppo Jonico dei Peloritani, per il supporto fornito. L’Evento ha inteso esprimere un’aspetto dell’identità che caratterizza il comprensorio, nello specifico, la sua vocazione commerciale e artigianale. Abbiamo intenzionalmente voluto valorizzare una “cultura del lavoro”, che in quanto Riviera ci appartiene, dentro un “luogo che fu di lavoro”, nel rispetto delle caratteristiche estetiche della struttura, soprattutto grazie ad operatori che hanno saputo fondere elegantemente ambiente ed esposizioni realizzate. L’Evento SPOSIAMOCI2009 sta ai paesi costieri della Riviera Jo-

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nica nella stessa misura in cui le Sagre dei Prodotti tipici stanno ai paesi collinari !!! Nel rispetto di ciò che la Filanda ha rappresentato in Passato, e degli Operai che in quel luogo hanno sudato, pianto e forse anche innamoratisi, è stato allestito all’entrata della stessa uno angolo con un video estrapolato da You Tube, che documentava le condizioni dell’opificio anteriormente ai lavori di ristrutturazione. Mi preme comunque rilevare che durante la campagna pubblicitaria troppe persone hanno dichiarato la misconoscenza di un’Antica Filanda a Roccalumera, chiedendo anche troppo spesso cosa fosse una Filanda. Questo dimostra la mancata conoscenza del nostro Territorio, con rischio di perdita dell’identità, dei valori, dei simboli e delle tradizioni che ci appartengono, se non opportunamente tutelate e adeguatamente promozionate. Bella e significativa questa frase di Thomas Mann: “Le cose più comuni diventano eccezionali quando avvengono in uno sfondo d’eccezione”. A certe frange roccalumeresi anticipo che anche il prossimo Evento previsto dalla nostra Associazione mirerà a coinvolgere operatori economici del comprensorio; il nostro “sfondo d’eccezione” chissà, sarà forse un Castello, forse una Villa, …forse una Filanda…forse una Biblioteca; luoghi della Cultura che mai saranno dissacrati da chi ogni giorno con il proprio lavoro, crea, inventa o costruisce.

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Pagliara: la comunità si riunisce per la visita del Vescovo arcivescovo di Messina, mons. Calogero la Piana lo scorso 22 marzo si è recato nel piccolo centro collinare per fare visita alla comunità parrocchiale dei santi Pietro e Paolo e Giovanni Battista . Ad accogliere il presule oltre ad un folto numero di fedeli con in testa il parroco, Santi Caminiti, c’erano il sindaco, Santi Di Bella accompagnato da alcuni amministratori, il comandante la stazione dei Carabinieri di Mandanici, M.llo Rosario Carrolo, il comandante del corpo forestale di Savoca, commissario Concetto Scarcella accompagnato dal sovrintendente Cateno Tamà.

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Appena entrati in chiesa, dopo il saluto del sindaco, c’è stato il canto delle litanie di San Paolo e la relativa preghiera dopodiché mons. La Piana ha officiato una solenne liturgia alla quale hanno preso parte, oltre al parroco, anche i due diaconi del vicariato S. Maria della Catena, Pippo Giannetto e Letterio Ciraolo che hanno assistito il vescovo nella funzione. Ad inizio di celebrazione l’arcivescovo ha ringraziato il sindaco. “Ringrazio il signor sindaco per le così calde e affettuose parole che ha voluto rivolgermi a

Mons. La Piana e don Santino Caminiti in un momento della celebrazione nome di tutti voi”. Successivamente l’archimandrita ha voluto spiegare ai fedeli il significato della sua presenza a Pagliara. “ Il desiderio principale - ha detto mons. La Piana - è quello di potere conoscere, incontrare, visitare e godere di qualche momento celebrativo della grazia del Signore con i fratelli e le sorelle che il Signore nella sua bontà ha voluto affidare alle mie cure pastorali. Ho desiderato essere qui mosso dal desiderio di potervi vedere, di poter celebrare con voi il mistero dell’Eucaristia di potere condividere con voi alcuni momenti di grazia ma soprattutto proprio potervi

vedere in faccia e poter gioire per la vostra presenza”. In seguito il parroco, don Santino Caminiti dopo aver rivolto il saluto di benvenuto al metropolita ha avuto per lui parole di ringraziamento. “È un grande evento ecclesiale quello che Pagliara oggi vive: la presenza del Pastore della diocesi che incontra il suo gregge. Vogliamo – ha continuato padre Caminiti guardare a lei come a Gesù Buon Pastore con sentimenti di fede e di amore. Noi la ringraziamo sentitamente per essere venuto a visitarci e per avere scelto la nostra

chiesa parrocchiale come chiesa Giubilare per la zona jonica, essendo essa dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo”. L’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana dovrebbe tornare a Pagliara il prossimo 22 giugno in occasione della conclusione dell’anno paolino nella zona jonica. Come è noto l’Anno Paolino” è stato indetto dal Papa Benedetto XVI in occasione del bi millenario della nascita dell’Apostolo Paolo e si concluderà il 29 giugno nella Basilica di S. Paolo fuori le mura a Roma mentre nella nostra diocesi terminerà nella Basilica Cattedrale di Messina. Carmelo Tringali


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Furci “contro” l’ineffabile Lillo & i Suoi? Cane, se permette, sarà Lei. ra ne abbiamo le prove. I Cani di Furci, precisamente quelli del quartiere “Matrarazzia” venuti alla ribalta ben prima della tragedia di Scicli, navigano in internet e leggono i giornali locali. Talvolta seguono anche la TV locale. Non vi è altra spiegazione, poiché, schivi e furbi come sono, cresciuti dalla dura legge della strada e del “branco” (nell’accezione più nobile del termine, stavolta), si sono subito sentiti dei veri Divi e…sono spariti, si concedono con il contagocce ormai, io per fotografarli ho dovuto contattare il loro ufficio stampa.

RIVIERA

O

“Alla ricerca dei cani fantasma” potrebbe essere il prossimo titolo di articolo d’apertura di certa stampa. Siamo stati contattati dai rappresentanti della maggioranza degli abitanti di quello strano quadrivio tra le Vie Crispi, Spinelli, Madonna delle Grazie, e la bretella verso la Nazionale, divenuto ormai inaspettatamente battutissimo e quindi pericolosissimo da un traffico che preferisce la parte alta dell’abitato piuttosto che infognarsi nella congestionata via IV Novembre. Ed è venuta fuori un’altra realtà, parallela ma rispettosa delle posizioni di tutti, che val la pena di essere raccontata. Alla fine, il capoBranco Lillo, lungi dall’essere quel meticcione “randagio” e ringhiante che aggredisce i passanti, si è messo “di panza” in attesa che qualcuno gli facesse le coccole (vedi foto). Ecco la storia: cinque anni fa, un signore trovò nel torrente Pagliara un cucciolo legato ad un metro di corda. Lo liberò e l’atteggiamento seguente dell’animale fu il più prevedibile: seguì il suo benefattore sino a casa. Da lì, fu naturale, non potendolo adottare per l’interno dell’abitazione, che diventasse il cane di quartiere ante litteram, soggetto di diritto in civiltà ben più progredite (guardiamoci, tutti insieme, la circolare n. 5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità e chiediamo lumi ai regolamenti dei comuni di Roma, Lecce, Marsala, Cosenza e decine di altri). Certo, l’animale incontrò poi un compare, che si portò la zita, che poi fece i cuccioli, fino al gruppo di oggi, che vede cinque esemplari di cagnoni randagi, nutriti, accuditi e coccolati se mi passate il termine, a quanto pare dalla maggioranza degli abitanti di quel crocevia anzidetto. Ma cosa significa “coccolati”? significa che quella sera invernale che arrivarono all’appuntamento sotto i soliti balconi, fradici a causa delle frequenti piogge del 2008/2009, non accettarono né acqua, né cibo, ma avevano semplicemente freddo. Quindi una mano che non vorrei dire pietosa ma definirei più efficacemente “umana”, prese dei teli da mare dismessi, pronti per i cassonetti, e li coprì, scoprendo che era ciò che gli animali volevano: passare la notte solo riparati dall’acqua. Quella foto, che parla più di mille parole, ci riferiscono Carmelina e MariaRosa, (donne normali, ma con una marcia in più, in tema di amore verso gli animali) è finita sui giornali, inaspettatamente, e non

per dare notorietà al gesto, quanto per la “stranezza” che qualcuno compia simili azioni quando il Sindaco, invece, riceve segnalazioni di disturbo della quiete nel tempo degli amori, inseguimenti e mezze aggressioni da parte di questi animali, ben prima della tragedia e mezza di Scicli (che comunque, sottolineo, è avvenuta in ben altre circostanze). E il dibattito sulla Rete e sui Media furcesi impazza. I cani “d’a matrarazzia”, quindi, come ennesimo caso di strumentalizzazione politica e soprattutto come speculazione mediatica furcesi, qualora ce ne fosse ancora bisogno per migliorare la qualità della vita del comune. Il concetto di Canile o di Rifugio gestito dai privati, se qualcuno ci stesse pensando, “è debole”, nel senso che “stoccare” a malo modo animali per impiegare fondi pubblici è filosoficamente aberrante, soprattutto quando si conclama nella soppressione sistematica degli ospiti. Ci si rende conto che in periodi di crisi i problemi degli italiani sono altri, ma appunto per questo bisogna andare avanti e guardare oltre all’idea di canile, per planare sul concetto di “Parco Canile” (che è tutt’altra roba) a gestione pubblica e direttamente regolato dalle ASL senza pericolose intermediazioni che trasformino le convenzioni in scambievoli alibi politico-amministrativi per creare dei veri lager. In una società perfetta non servono i canili, e se pure dovessero esserci, dovrebbero servire per andarci a prendere gli animali quando nostro figlio ne desidera uno, anziché farci abbagliare da pedigree, mostre, pet-business di maniera. E’ tutta una questione di educazione, degli uomini, e di cultura; anzi, di aggressione a tutti i pregiudizi relativi ai rapporti uomocane sin sul nascere. Niente da fare: il grado di civiltà di uno Stato si misura anche su come il proprio ordinamento si prende cura degli animali. Per testare quanto questo sia misurabile per il “branco di Lillo”, fate vobis. .

G.M.C.

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Roccalumera: Gianni Miasi risponde Le accuse della minoranza, la situazione finanziaria, i campetti, e tanto altro ancora

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di Giovanni BonarRIGO

ignor Sindaco, in un’intervista rilasciataci su Jonia News il mese scorso, è stato dichiarato che la Corte dei Conti avrebbe accertato gravi criticità nel bilancio del comune di Roccalumera. Tutto ciò, risponde a verità? Risponde sicuro: Nulla di tutto ciò! La Corte dei Conti, “ha consigliato di fare parsimonioso ricorso ai debiti fuori bilancio” e di “non eccedere, per quanto riguarda le anticipazioni di cassa”. Accogliendo di buon grado il consiglio della Corte dei Conti, cercheremo di ridurre al massimo i debiti fuori bilancio. Per le anticipazioni, penso che sia più importante garantire i pagamenti a chi ha lavorato. E’ avvenuto infatti, che l’Assessorato Regionale ci ha finanziato delle opere che noi abbiamo appaltato, corrispondendoci il denaro dopo un anno. Nel frattempo, i lavori erano stati eseguiti, quindi, mi è sembrato giusto e onesto pagare chi aveva lavorato, senza fargli aspettare i comodi della Regione.

RIVIERA

Giungo in anticipo sull’appuntamento in Comune, il sindaco arriva poco dopo scusandosi per il ritardo e mi invita a sedermi alla sua scrivania. Inizio subito con le domande.

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E, a proposito della “San Giorgio S.p.A.”, cosa ha da dire in merito a quanto dichiarato dall’opposizione? Per quanto riguarda la San Giorgio, il Piano di Rientro è già operante, e già ci sono stati accreditati oltre centomila euro, e a breve rientreremo di tutte le somme, ivi compresi gli interessi. Si è parlato anche di Consorzi, tutto a posto anche in questo caso? Per quanto riguarda i consorzi, abbiamo adempiuto alle prescrizioni di una legge, che impone al Comune di fare parte di un solo consorzio. Non comprendo dove sia lo scandalo, e non comprendo nemmeno cosa proponesse sul punto la minoranza. Vogliamo parlare del Centro Sportivo Polivalente e della sua agibilità o meno? Il Centro Sportivo Polivalente ha subito gravissimi danni, a seguito dell’alluvione dell’Ottobre 2007. E’ chiaro che, per metterlo in perfetta norma per potervi disputare le gare ufficiali, occorrono una serie di lavori. APRILE ‘09

Ma si possono benissimo effettuare allenamenti e garantire la sicurezza a chi vi gioca dentro. Quindi, tanto rumore per niente? Risponde deciso: La minoranza, intende fare terra bruciata e seminare il malcontento ed impedire ai ragazzi di trascorrere qualche ora spensieratamente, lontano dai pericoli della droga e dell’ozio. Ma, alla minoranza, interessa solamente il “tanto peggio, tanto meglio”. Sindaco, ha qualche documento che possa comprovare quanto afferma in proposito? Velocemente, estrae dalle sue carte dei fogli che mi spiega essere la “Relazione dell’impianto polisportivo”. Su tale relazione, sono attenzionati tre punti, che lui stesso mi legge e che lui stesso (fra le tre pagine di cui è composta), esamina uno per uno. Ma io, mi permetto di chiedere le fotocopie di tale documento, ove poterle visionare ed esaminare con calma e offrirne più complete conclusioni ai nostri lettori. Con la “Relazione” (con nota del 27/02/09 e prot. 3098), il Sindaco pone al Geom. Responsabile Nunzio Di Bella tre quesiti dai quali ho estrapolato i tratti salienti: Al primo punto: “Se la struttura presenta le idonee condizioni di sicurezza, in relazione all’impianto elettrico, e in caso negativo, quali rimedi occorre eseguire;” Risposta del Tecnico dopo il sopralluogo: “La struttura presenta idonee condizioni di sicurezza per quanto attiene l’impianto elettrico…”. Al secondo punto: “Se la struttura possa essere utilizzata in via occasio-

nale o continuativa per allenamenti di sportivi, singoli o in associazione;” Risposta del Tecnico dopo il sopralluogo: “La struttura, limitatamente ai campi da tennis e basket, può essere utilizzata sia occasionalmente o continuativamente per allenamenti di sportivi singoli o in associazioni, mentre il campo di calcetto non è utilizzabile per l’assenza totale del manto in erba sintetica… Al terzo punto: “Cosa occorre per mettere la struttura in condizioni di ospitare eventi sportivi”. Risposta del Tecnico dopo il sopralluogo: L’impianto non è agibile per ospitare gare ufficiali di campionati… per i punti a)… b)… c)... A tale scopo, l’ufficio Tecnico sta predisponendo un progetto mirato a risolvere definitivamente tutte le problematiche, per essere sottoposto al parere del CONI e degli enti e successivamente poter partecipare ai bandi di finanziamento. Cosa ha da aggiungere, Sindaco? Io non ho nulla da insegnare alla minoranza, ma mi sembra che, solamente le denunzie senza nessuna risposta concreta, sono sterili e servono solo ad avvelenare il clima, che invece dovrebbe essere, pur nel rispetto dei ruoli, di collaborazione con lo scopo di migliorare le condizioni del paese. Così, termina la mia intervista al Sindaco Miasi. Con una stretta di mano. Spero di aver fornito ai lettori di Jonia News una lettura interessante e completa, corredata altresì da informazioni chiare.


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Riviera: giovani artisti crescono

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- di C. Spadaro proprio un momento positivo per i giovani artisti della riviera jonica messinese. Questo è il caso di Nella ed Adele Tirante, le due sorelle originarie di Nizza di Sicilia che, dopo aver studiato con i più grandi maestri teatrali italiani stanno raccogliendo i primi frutti. La ‘maggiore’, Nella, impegnata con diverse produzioni teatrali ha appena concluso di girare il nuovo film di Luciano Melchionna, “Ce n’è per tutti” con Stefania Sandrelli ed uno spot promosso dal Ministero dei Beni Culturali “Il teatro torna a casa”, con Franca Valeri. Stesso discorso per Adele che ha concluso le riprese del nuovo attesissimo film del Premio

RIVIERA

È

tro, scritto da Adele Tirante ed interpretato dalla stessa autrice con Nella Tirante, Francesca Giuliano, Marco Carroccio ed Alessandro Scarcella con il coordinamento artistico di Donato Castellaneta, conosciuto per le sue interpretazioni in La dolce vita di Federico Fellini e per aver ‘vestito’ i panni di Marx ne La classe operaia va in paradiso. L’Associazione Culturale “Cosa sono le nuvole”, che produce “Scantu” ha scelto per il debutto italiano le due date siciliane che rappresentano un ‘passaporto’ ideale verso importanti ‘piazze’ nazionali. Il 17 aprile al Teatro Regina Margherita di Racalmuto (Ag), diretto in passato da Leonardo Sciascia, si alzerà il sipario su un doppio appuntamento siciliano che vedrà la giovane compagnia ‘chiudere’ alla Sala Laudamo – Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 23 al 26 aprile. “Scantu”, cioè spavento, si riferisce ad un rito di liberazione dalla paura, che fa parte della cultura magica siciliana. Proprio attorno ad un terrore si consuma la vicenda, il tormento domestico di una ragazza, una paura improvvisa che scomoda lo stupore di diverse interpretazioni: si scontrano la cultura magica popolare, le spiegazioni della scienza, le soluzioni dell’ortodossia religiosa ufficiale.

Nella Tirante Oscar Giuseppe Tornatore, Baaria. Per loro si prepara il ‘ritorno a casa’ anche se momentaneo grazie al loro primo amore, il teatro. Infatti arriva in Sicilia “Scantu”, un testo, finalista alla 48° edizione del Premio Riccione per il Tea-

Una scena scarna, il confortante e a tratti inquietante volto di una vecchia, delle voci che emergono dal buio a fare da contraltare a ricordi e pensieri sospesi; una statua che prende vita… il tutto veicolato da una lingua stilizzata, un dialetto siciliano trattato attraverso il ritmo delle cantilene dei riti magici,

Adele Tirante delle preghiere pagane, che invadono l’immaginario di un mondo ingenuo. Una cifra stilistica caratterizza questo lavoro sia nella scrittura che nelle immagini, ed è quella della ripetizione ossessiva, che porta ad un ritmo ipnotico, e ad una dimensione che parte dal reale e ha le qualità di una visione onirica. Il mondo raccontato pervade la lingua in cui si esprime e viceversa in una inestricabile fusione: questo testo non avrebbe potuto essere scritto altrimenti. Alla base dell’operazione una vicenda semplice, una passione profonda per la lingua e la sua fascinazione, per la cultura popolare e il tentativo di sanare le contraddizioni di diverse prospettive culturali attraverso la forza unificante dell’ispirazione nella creazione artistica. Un’innegabile vocazione musicale pervade la scrittura, se si potesse usare questa espressione, si potrebbe proprio dire che questo testo è stato scritto “a orecchio”.

Aria di festa al Parco Quasimodo occalumera. Grande partecipazione di pubblico il 28 e 29 marzo in occasione di “Butti china e muggeri ‘mbriaca”, evento organizzato dal Parco Letterario Salvatore Quasimodo e dall’Associazione Eventijonici (con a capo Davide Lo Turco), con la collaborazione dell’Associazione Internazionale Impegno Civile e l’Associazione “E… Berta Filava”.

R

Un’occasione per visitare i vari stand artistici e degustare prodotti tipici locali ascoltando della buona musica grazie

alle performances di vari gruppi locali, si sono, infatti, esibiti “Frank e the sbengs friends”, “Real funky club band”, “Uaripat” e “Al(l) and alone”. Il Presidente del Parco Letterario Salvatore Quasimodo, Sergio Mastroeni, ha manifestato la sua soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento, anticipandoci che è intenzione del Parco continuare ad impegnarsi oltre che nel campo culturale anche in quello locale, offrendo ai giovani un nuovo punto di aggregazione. G. Migliatro APRILE ‘09


31 Sottosuolo di Alì: alla ricerca delle acque minerali

Capo Alì: riapre la strada

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stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 febbraio 2009 il decreto del dirigente del servizio II “Risorse minerarie ed energetiche” del dipartimento regionale industria n. 1546/serv. II del 24 ottobre 2008. Con esso,a i sensi e per gli effetti della legge regionale 1 ottobre 1956, n. 54, è stato accordato alla società Elim Terme s.r.l., con sede in Alì Terme (ME), via Francesco Crispi n. 449, il permesso di ricerca di acque minerali e termominerali denominato Elim Terme, per una superficie estesa ettari 16.92.31,5 in territorio del comune di Alì Terme (ME) e per la durata di 3 anni decorrenti dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del decreto dirigenziale citato.

È

spetta all’Anas completare i lavori con la messa in sicurezza del costone sovrastante tramite la posa delle reti. Compiaciuti i numerosi imprenditori del versante jonico i quali a causa delle due frane, prima a capo Scaletta e dopo a Capo Alì, hanno visto, in questi due mesi, un calo impressionante dei

loro affari. Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco, Lorenzo Grasso il quale si è sempre dimostrato dalla parte dei cittadini ed ha sempre aderito ad ogni forma di protesta organizzata affinché in questa importante strada venisse ripresa regolarmente la circolazione .

Auguri a Padre Murolo per i suoi 75 anni ultima domenica di marzo è stata una giornata particolare per tutta la comunità della Madonna del Carmelo di Roccalumera. Nella Chiesa gremita di gente, protagonisti non sono stati solo due splendidi bambini, Martina ed Antonio, che accompagnati dalle loro rispettive famiglie hanno ricevuto il Santo Battesimo. Vero protagonista è stato Don Gaetano Murolo, che il 29 marzo di quest’anno ha compiuto 75 anni.

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Il prete è da 46 anni protagonista della vita religiosa e sociale della comunità roccalumerese che ha l’onore di guidare, e proprio tutte queste persone che gli sono vicine ogni giorno, lo hanno voluto ringraziare durante la Santa Messa. Prima la signora Giovanna Chillemi, che durante il suo intervento ha fatto gli auguri a Don Gaetano “per la sua attiva ed umanissima missione che svolge ogni giorno”, non solo come sacerdote, ma anche come amico. Poi anche Melino Romolo, a nome della Schola Cantorum , che ha detto che “Padre Murolo ha portato la chiesa fuori dalla chiesa”, cioè nei bar, nelle piazze e nelle case. APRILE ‘09

Da tanti anni è l’organizzatore del palio roccalumerese, di incontri, concerti, e altri eventi organizzati per fare divertire, cercare di sensibilizzare e avvicinare alla chiesa soprattutto le giovani generazioni. Anche se qualche volta è stato oggetto di critiche sterili ed inutili, Don Gaetano lo si trova quotidianamente per strada, a piedi o con la sua bicicletta da passeggio, sempre a testa alta e pronto a regalarti un sorriso. Non ci crede nessuno, a giudicare dallo spirito vivace e giovanile che lo caratterizza. Ma noi conosciamo il suo segreto: è giovane perché sta bene con i giovani e con i bambini. Roccalumera è orgogliosa anche perché Gaetano Murolo è un affermato pittore contemporaneo, ormai riconosciuto a livello internazionale e che spesso si trova a esporre i propri quadri alla storica Galleria Bolzani, a San Babila di Milano. I suoi bellissimi quadri sono pieni di poesia. Elementi dominanti sono quasi sempre il cielo e la terra, divisi tra un tratto di mare, del quale si vede sempre la linea d’orizzone ed esprimono

quella sensazione di infinito. le sue opere rappresentano il legame con la Sicilia e l’amore per questa terra. Da tutta la redazione i nostri più cari auguri affinchè possa per tanto tempo accompagnare quella comunità roccalumerese che le vuole tanto bene.

RIVIERA

opo più di due mesi finalmente lo scorso 23 marzo è stata riaperta al traffico la strada statale 114 all’altezza di Capo Alì.Come si ricorderà la via di comunicazione era stata chiusa al transito il 21 gennaio scorso a causa di una frana venuta giù dalla collina sovrastante. L’ok definitivo per la riapertura è stato dato dal direttore regionale dell’Anas della Sicilia, Ugo Dibennardo dopo aver letto la relazione positiva, firmata dal dirigente dell’area tecnica del comune aliese, geometra Aldo Barbera e dal rappresentante della ditta appaltatrice dei lavori a seguito di un sopralluogo, dove si evinceva che in conseguenza dei lavori fin qui svolti, a Capo Alì non sussistono pericoli di nuove frane. Adesso

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Carmelo Spadaro nel direttivo regionale di A.G. di Nunzia Picciotto n si è lanciata con fervore verso il nuovo progetto del Pdl, e così anche Azione Giovani, pur rimanendo fedele ai suoi valori fondativi, continua nell’ottica del nuovo partito il suo percorso di crescita formando nuovi esponenti della politica locale, dando loro voce, carattere e spirito d’iniziativa. Da pochi giorni Carmelo Spadaro, consigliere comunale di Roccalumera (ME) e rappresentante all’Unione dei Comuni, è stato nominato componente dell’esecutivo regionale di A.G. Attivo fra le fila del partito da ben undici anni, Carmelo Spadaro si è distinto in quanto figura innovativa, per la sua capacità di analisi e per le numerose proposte effettuate miranti al miglioramento delle condizioni della comunità che rappresenta. Lo abbiamo intervistato per voi.

RIVIERA

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Cosa ti ha spinto a provare questa esperienza? Sin da piccolo mi ha sempre affascinato il mondo politica. Ho sempre pensato che chi va a rappresentare una comunità oltre ad avere la responsabilità di decidere per gli altri, deve avere anche la collaborazione ed il sostegno di chi sposa la stessa causa. Nel 1998 mi sono avvicinato al circolo di Azione Giovani di S. Teresa di riva: eravamo pochi, ma avevamo la voglia di affrontare una nuova sfida ovvero creare un movimento giovanile forte e che fosse punto di riferimento sul territorio. Ci siamo riusciti e da allora molti giovani del territorio jonico, e non solo, hanno sposato il nostro progetto: via via il nostro movimento è diventato e continua ad essere fucina di idee e progetti, oltre che di uomini o donne posti al servizio delle comunità che rappresentano. La mia nomina di componente dell’esecutivo regionale è il frutto di tanti anni di lavoro che tutti noi abbiamo fatto e orgogliosamente continuiamo a fare con AG. Le nostre scelte sono sempre frutto di ragionamenti e vengono prese insieme con tutto il gruppo. Per esempio la mia candidatura alle comunali di Roccalumera, nel 2008, è espressione di un gruppo di giovani, che credono in me ed hanno voluto fortemente la mia presenza all’interno di una lista. Cosa pensi del distacco dei giovani dalla politica? Spesso a tanti giovani interessa poco o niente della politica. Quando tanti anni fa abbiamo iniziato la nostra militanza, ci proponevamo proprio di colmare questo distacco. Oggi possiamo dire fieramente di esserci riusciti in buona parte perché su tutto il territorio, molti di noi sono diventati parte attiva delle amministrazioni, consiglieri e assessori sia comunali che provinciali, siamo sempre presenti sul territorio e notiamo che tanta gente si avvicina a noi con tranquillità e senza nessuna pretesa, segno tangibile di un gradimento della nostra azione politica. Che tipo di intervento sul territorio pensi sia necessario attuare per primo? Bisognerebbe risolvere tanti grandi e piccoli problemi. Uno dei più gravi è quello della mancanza

di infrastrutture. Bisognerebbe anche creare dei centri di aggregazione giovanile dove tutti i ragazzi possano sentirsi protagonisti del tessuto sociale in cui vivono e dove possano relazionarsi senza cadere negli eccessi che purtroppo tutti conosciamo. Questi luoghi dovrebbero essere dei veri e propri laboratori di idee da dove possano nascere spunti, iniziative e dibattiti, ma dove si possa anche far emergere il disagio di quelli che troppo spesso si chiudono in sé stessi. Bisogna potenziare anche le strutture sportive, a volte abbandonate e tenute senza manutenzione. Sport e associazionismo sono un binomio perfetto, mi sono reso conto nel tempo che riescono a permeare nella società meglio della politica attraverso le loro mille forme. Che futuro pensi avrà il movimento adesso che nasce il Pdl? Alla mia prima riunione del direttivo regionale di AG abbiamo trattato questo argomento. Ora che AN è confluita nel Popolo della Libertà è iniziata una nuova sfida. Il nostro movimento giovanile ancora esisterà, probabilmente, fino a marzo 2010. Stiamo lavorando per creare l’organizzazione giovanile unica del PdL, cercando di mantenere la nostra autonomia decisionale rispetto al partito, come è sempre stato con AG. Noi crediamo in quello che facciamo. Il PdL è un nuovo soggetto politico, non sarà un partito di nominati, ma sarà basato su merito, impegno e passione. Proprio per questo ci batteremo per modificare la legge elettorale reintroducendo il voto di preferenza, dando così la possibilità agli elettori di scegliere i propri rappresentanti

Cosa significa per te fare politica? Per me, fare politica significa risolvere i problemi, e non fare promesse, come si permettono di fare tante persone in campagna elettorale, illudendo l’elettorato. Mi permetto di dire che la mia campagna elettorale è iniziata il giorno dopo che sono stato eletto, e lo dimostriamo col fare un’azione amministrativa costruttiva. Fare politica significa mettersi in gioco con impegno passione e coerenza. Proprio la politica, soprattutto in questo periodo di crisi, deve ripartire dalla volontà di restituire una speranza ai giovani. APRILE ‘09


33 a cura del fisioterapista Dott.Giuseppe Crupi

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La riabilitazione in acqua SALUTE

a riabilitazione in acqua da pochi anni è entrata a far parte dei protocolli di riabilitazione in campo ortopedico, neurologico e sportivo. Negli ultimi trent’anni la terapia in acqua, conosciuta già dall’antichità, si è integrata sempre più nei percorsi di recupero tradizionali. La riabilitazione in acqua è indicata sia come mezzo di preparazione fisica in vista dell’intervento chirurgico sia come efficace strumento riabilitativo nella fase di rieducazione post-operatoria. In quest’ultimo caso la riabilitazione in acqua inizia, solitamente quando gli esercizi tradizionali sono controindicati.

L

Principali vantaggi della riabilitazione in acqua: La diminuzione della forza di gravità, rende i movimenti più naturali e meno stressanti per le articolazioni consentendo l’esecuzione di movimenti impensabili; la resistenza offerta dall’acqua è graduale e ciò consente di mantenere una tensione muscolare uniforme durante i movimenti favorendo il recupero del tono e della flessibilità muscolare. Nelle vasche destinate alla riabilitazione il livello dell’acqua normalmente non supera i 120 cm e sono comunque presenti piccoli attrezzi per favorire il galleggiamento. Impostare un programma riabilitativo in acqua Il programma riabilitativo andrà impostato sulla base di un programma specifico individuale messo a punto dal fisioterapista. In linea di massima la rieducazione in acqua, come molte altre attività sportive e riabilitative si compone di due o tre sedute settimanali per un periodo variabile in relazione al grado di disabilità individuale.

grandi categorie possiamo parlare di esercitazioni mirate al miglioramento: -del tono muscolare; -della mobilità articolare e dell’equilibrio; -al recupero degli schemi motori; -al recupero del gesto sportivo.

qua non dovrebbe superare i 28-30°C. La routine di stretching è invece più efficace se eseguita nella vasca destinata alla riabilitazione dove la temperatura raggiunge i 32-35°C.

Per aumentare la difficoltà dei movimenti basta aumentarne l’ampiezza, la velocità,oppure utilizzare un equipaggiamento che crei resistenza. Si può anche giocare sul grado di profondità dell’acqua diminuendola mano a mano che il paziente riacquisisce la funzionalità perduta tollerando carichi maggiori.

La riabilitazione in acqua, come abbiamo visto, rappresenta l’attività ideale per molti pazienti. Tuttavia in alcuni casi le esercitazioni in acqua possono essere controindicate. E’ il caso per esempio dei soggetti che soffrono di diabete avanzato, di cardiopatia ischemica (specie se la temperatura dell’acqua è troppo fredda), di febbre, di incontinenza, infezioni e micosi cutanee. In altre situazioni, per esempio per i pazienti che soffrono di osteoporosi non avanzata, è invece consigliabile mantenere le forme di esercizio tradizionali fuori dall’acqua. Per tutti questi motivi è buona regola sentire il parere di un medico prima di intraprendere un programma terapeutico in acqua.

La riabilitazione in acqua rientra nella più grande famiglia delle terapie acquatiche. In acqua è possibile non solo ristabilire le migliori funzionalità articolari e muscolari dopo un incidente, ma anche eseguire delle forme di esercizio specifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologie idiopatiche croniche come la lombalgia. Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per i soggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimento legate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni. Nella maggior parte di questi casi si registra un netto miglioramento del tono muscolare e del range articolare dopo un adeguato programma terapeutico.

Tecniche ed esercizi: La riabilitazione in acqua consiste nel fare svolgere al paziente vari esercizi, spesso sono gli stessi che si eseguono in palestra, con il corpo parzialmente immerso nell’acqua. Dividendo tali esercizi in quattro APRILE ‘09

Se usata correttamente, la terapia acquatica, è inoltre uno strumento molto efficace per completare i normali allenamenti degli atleti che possono in questo modo evitare lesioni da overtraining. In questi casi la temperatura dell’ac-

Controindicazioni

Indicazioni - esiti di fratture - distorsioni; - lussazioni; - patologie alla cuffia dei rotatori; - tonificazione muscolare in preparazione all’intervento chirurgico; - mal di schiena; - dolori cervicali; - dolori artrosici; - osteoporosi; - emiplegie; - paraplegie; - atassie; - sclerosi multipla.


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Agricoltura, regina del No-Global

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G.Massimo Cicala intervista Pietro Cascio nche questo mese Massimo Cicala incontra il Presidente Provinciale della Fenapi di Messina, per la consueta chiacchierata. L’argomento di aprile parte dall’agricoltura ma finisce con il sottolineare quelle possibili iniziative, anche estreme ed ai limiti della lucida provocazione, tali da poter rilanciare ed affermare la dignità del nostro territorio.

ECONOMIA

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Presidente, ammettiamo che un giovane, in controtendenza rispetto ai tempi ed alle mode, scelga proprio l’agricoltura come mezzo per il proprio sostentamento e produzione del reddito, avendone voglia, conoscenza, entusiasmo e… qualche idea. Cosa gli consiglieremmo? Sembra ovvio, ma si comincia dal puro marketing. Occuparsi di agricoltura in riviera ed entroterra jonico messinese significa almeno due cose: dare cose diverse ai clienti rispetto alla concorrenza, anche nel senso di esteticamente non perfette e/o qualitativamente superiori, a prezzi minori. E…, giusto per dargli ancora qualche idea? Ardui problemi, hanno quasi sempre semplicissime soluzioni. Va analizzato il territorio per quello che può dare e come poter essere vocato a questa o quella coltura. E sai qual è il bello? Che il più delle volte a vincere le sfide riescono meglio le vecchie vocazioni, quelle che hai sotto gli occhi e non ti rendi conto che esistano. Penso agli immensi castagneti dei nostri contrafforti montani. Il prezzo è da sempre retto, e molti considerano quasi un “peso” autunnale la produzione di castagne. Se nelle sere invernali, all’uscita dai teatri e cinema delle grandi città italiane, il caldarrostaio ce le passa a un euro l’una, evidentemente c’è della redditività dietro. Basta organizzarsi. E non dimenticare che ogni biennio i succhioni del castagno, che si dipartono dalla base e che vanno tagliati, raggiungono la dimensione per essere ottimamente

commercializzati come pali: con la base intagliata a punta e bruciacchiata durano per parecchi anni. Infatti, da un catalogo del 2005 vedo che costa(va)no anche 22 euro a metro lineare. Ma il vero “colpo gobbo” che si dovrebbe fare, e di cui abbiamo solo accennato qualche intervista fa, è giusto un altro, vero? Certo Massimo, penso incessantemente ai mercati del contadino.. Proprio di questi mercati in via di ideazione, quali critiche possiamo muovere e quali consigli ti senti di dare? Intanto sento di non promuovere i mercati come “poli” sovracomunali. Ti spiego: inutile pensarli nel nostro comprensorio a S.Teresa ed a Nizza, e farli di grandezza media; oltreché paesi costieri, una certa onestà e pulizia intellettuale mi farebbe pensare a semplici mercati ittici ove il pescatore incontra direttamente il cliente e non il gestore della pescheria. Invece paesi e frazioni di collina dovrebbero avere il loro unico mercato di frutta, verdura, ortaggi, in cui il cliente vi si reca, smuove l’economia perché vi prende il caffè al bar, o parcheggia, mette la benzina, entra in una rosticceria…; poi fa del bene alla salute perché respira aria buona, e infine acquista prodotti di qualità dei quali contratta il prezzo con convenienti forfait. Il contadino è contento perché elimina almeno due intermediari, e anche la Natura respira poiché egli non ha impiegato il gasolio per portarli ai grandi mercati provinciali. Certo, Pietro, che ove c’è agricoltura c’è anche zootecnia, per cui dalle uova, al formaggio, ad animali nostrani macellati in sicurezza e venduti, in rispetto all’HACCP, incrementerebbe ancora di più il sistema….non solo, Direttore, ma ricordati che alimenterebbe e favorirebbe la formazione di una microimpresa agricola. E non c’è neanche paura che qualche contadino si improvvisi “furbo” e tiri sul prezzo puntando troppo sulla genuinità e biologicità dei prodotti: secondo me, il sistema sarebbe automaticamente calmierato. E la globalizzazione dove va a finire? Altrove, ove e se funziona. Sicuramente possiamo dire che qui nella provincia del profondo sud ha fallito, ed ha mostrato tutti i suoi rovesci della medaglia. Andando nel Centro commerciale il guadagno finisce spesso fuori Nazione, invece acquistare il chiodo nella ferramenta sotto casa rafforza l’economia interna, soprattutto se per forza di cose il mio pasticciere-barista non commercializza la pignolata o la granita al caffè con panna in Australia. Certe cose sono impossibili da fare, e la globalizzazione, pensata a molte migliaia di chilometri APRILE ‘09


35 lontano da qui, non la si può applicare dappertutto bidirezionalmente. Quale straniero investirà in Sicilia, quando nei mercati asiatici la pressione fiscale ed il costo del lavoro sono spesso irrisori?

- Mercato immobiliare segnali negativi da Messina

E il mercato del contadino come si inscrive in ciò? Semplice, se va a regime diciamo in un annetto, anticipa ancora di un paio di anni la fine dei finanziamenti europei 2006-2013. Una chiusura del rubinetto comunitario che ci dovrebbe ritrovare nuovamente in crisi, ma forti e rodati nel mantenere la ricchezza all’interno dei singoli comprensori territoriali.

econdo l’analisi di Nomisma, nel 2008, il mercato immobiliare di Messina è stato caratterizzato da segnali negativi in quasi tutti i comparti analizzati. E tuttavia, il mercato nel complesso non ha mostrato performance pesantemente negative.

Pensa alla elettrificazione di tutta la rete ferroviaria siciliana per i nove capoluoghi o al semplice doppio binario Giampilieri - Fiumefreddo. Facciamo per un attimo, finta che non ci interessa che l’alta velocità si fermi a Napoli: e se facessimo una “media velocità” tutta siciliana sui soli assi Messina-Palermo e Messina-Catania. Raggiungere il capoluogo in un’ora e mezza o la città etnea in un’ora, con le stazioni al centro delle città, e non come gli aeroporti che sono sempre decine di chilometri fuori…guarda quanti business-man sarebbero avvantaggiati. Lo sta facendo Montenzemolo al nord: non è forse ora che la Regione partecipi con quote proprie ad un sistema di trasporto integrato pubblico?

- di Pierpaolo Molinengo -

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Analizzando i diversi comparti, il mercato residenziale di Messina è stato caratterizzato da un deciso rallentamento nel tasso di crescita dei prezzi delle abitazioni. In rallentamento anche il segmento locativo anche se con accenti meno negativi di quelli che emergono nel segmento della compravendita. Il comparto degli immobili direzionali è stato, invece, caratterizzato da un rallentamento nel tasso di crescita sia dei prezzi che dei canoni. Dopo la stazionarietà del 2007, anche il comparto commerciale ha registrato rallentamenti nel numero dei contratti e nei valori. Nel comparto locativo, però, sebbene i dati rivelino un deciso rallentamento nel tasso di crescita dei canoni su base annua, Messina è stata una delle città del campione con la migliore tenuta dei canoni. Infine, sebbene il mercato dei capannoni e quello dei box e garage abbiano fatto registrare un forte rallentamento dei valori sia della compravendita che della locazione rispetto all’anno precedente, le variazione di prezzi e canoni sono state le migliori tra quelli delle città analizzate. Per il 2009 si prevede una flessione generalizzata sui valori di compravendita – cui si dovrebbero esimere solo sui box auto e garage – che consegue ad una riduzione dei volumi contrattuali. Più stabili le previsioni per il mercato delle locazioni con possibili incrementi sui volumi contrattuali nel residenziale, ma con canoni che non aumenteranno, data l’abbondante offerta disponibile.

SCUOLA: IN PAGAMENTO CONTRIBUTI UNA-TANTUM NON RISCOSSI ono stati riaperti i pagamenti per i contributi una-tantum non riscossi. Lo rende noto il dirigente dell’ Ufficio speciale per l’erogazione del buono scuola e una-tantum, Fabio Ballo. Sono nuovamente in pagamento da lunedì 23 marzo, i 170.867 contributi una-tantum precedentemente non riscossi con il seguente calendario dalla lettera A alla lettera C dal giorno 23/03/2009 al giorno 21/07/2009 e dalla lettera D alla lettera K dal giorno 30/03/2009 al giorno 28/07/2009 dalla lettera L alla lettera P dal giorno 06/04/2009 al giorno 04/08/2009 dalla lettera Q alla lettera Z dal giorno 14/04/2009 al giorno 12/08/2009

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Il contributo una-tantum di euro 60,00 per l’ anno scolastico 2002/03 ed euro 85,00 per l’ anno scolastico 2003/04 e 2004/05 è stato previsto dall’art. 6 della L.r. 14/2002 per le famiglie degli studenti delle scuole statali con un indicatore ISEE di euro 10.632,94 (26.157,03 euro di reddito imponibile per una famiglia di 4 persone). A partire dall’anno scolastico 2005/06 il contributo una-tantum è stato sostituito da un intervento diretto nell’edilizia scolastica. Il pagamento in corso, che non riguarda nuovi contributi ma quelli precedentemente non riscossi, è disponibile presso tutte le agenzie del Banco di Sicilia esibendo: un valido documento di identità il codice fiscale. Dal sito internet www.buonoscuola.regione.sicilia.it sarà possibile verificare quali contributi sono in pagamento, basta digitare il proprio codice fiscale, e stampare l’apposito avviso da presentare in Banca per richiedere il pagamento. Invece, per avere conferma della precedente riscossione del contributo, con la data di pagamento, sarà possibile rivolgersi alla segreteria della scuola dove è stata presentata l’istanza e prendere visione dell’elenco dei contributi già riscossi con la data di pagamento. APRILE ‘09

ECONOMIA

Non è che somiglia un po’ troppo ad una autarchia troppo demodè? No, ma un pensiero simile viene fuori per chi è conscio di produrre in loco pasta, pane, ortaggi, carne, pesce, sale, latte e casearia, e persino il petrolio per il fabbisogno regionale. E per le energie rinnovabili abbiamo vento, sole ed onde a tink’itè. Insomma, alziamo il ponte levatoio sul fossato con i coccodrilli e chi s’è visto s’è visto? Non è proprio così. Pensa a quanto turismo potrebbe arrivare in più, se consentissero ad esempio alla Ryanair di atterrare a Catania in LowCost, o se il governo romano pensasse a Fontanarossa come provocatorio Hub principale del sud Europa e del bacino Mediterraneo.

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IL FOTOVOLTAICO

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ENERGIA

di Vittorio Crisafulli e Santo Bivona l fotovoltaico è uno degli argomenti più in voga del momento per svariati motivi, quindi mi sembra giusto trattarlo in modo esaustivo. Innanzitutto farò una panoramica generale su cosa è, e quali sono i volumi che si stanno sviluppando in Europa e nel mondo.

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Un impianto fotovoltaico è costituito da un insieme di apparecchiature che consentono di trasformare direttamente l’energia solare in elettrica. Gli impianti per la produzione di energia elettrica mediante tecnologia fotovoltaica presentano diversi vantaggi come assenza di qualsiasi emissione inq u i n a n t e , risparmio combustibili fossili e costi di manutenzione ridotti. Questi impianti possono essere sia autonomi (funzionanti in isola), che collegati alla rete elettrica. Da qualche anno a questa parte in Italia è stato istituito un regime di incentivi volti alle energie rinnovabili, con special focus sulle fonti fotovoltaiche (“Conto energia”). Questo incentivo può essere richiesto solamente dagli impianti connessi in rete. Il proprietario di un impianto fotovoltaico al quale è stato concesso l’incentivo in conto energia ha la possibilità di recuperare il capitale speso per la realizzazione dell’impianto durante gli anni di funzionamento dello stesso. Questo incentivo viene erogato per vent’anni in base a tutta l’energia prodotta. Il 2008, in Italia, è stato un buon anno per il fotovoltaico, con una crescita del 100% rispetto al 2007 e mercati come quello spagnolo sono cresciuti di oltre il 200%. Causa “Global Economical Crisis” le previsioni per il 2009 sono in discesa: la domanda rallenterà, scenderanno prezzi dei moduli e guadagni. Dati alla mano, come quelli della IEA (acronimo di “International Energy Agency”), parlano di crescite pari al 110% rispetto all’anno precedente, con la Spa-

gna che diviene il mercato più grande al mondo, superando la Germania. Nel 2008 l’industria del solare ha generato utili per 37 miliardi di dollari, installando a livello mondiale 5,95 gigawatt. La produzione di celle solari è praticamente raddoppiata: se nell’anno precedente era stata di 3,44 gigawatt, nel 2008 ha raggiunto i 6,85. Sempre di più le celle made in China (e Taiwan): il 44% del totale (contro il 35% del 2007). In rapida espansione anche la produzione di film sottile, cresciuta del 123% nell’ultimo anno arrivando a 0,89 GW. La fornitura di polysilicon (il silicio adatto alla fabbricazione delle celle) è invece cresciuta del 127% in termini di megawatt, abbastanza da far dimenticare il cosiddetto “collo di bottiglia del silicio”, ossia i problemi di disponibilità del materiale che in passato avevano minacciato di rallentare l’espansione del settore. Il prezzo dei moduli di tipo cristallino all’ingrosso, infine, è aumentato del 3% rispetto al 2007, compensando il calo significativo dell’ultimo quarto dell’anno; per il primo quarto del 2009 è previsto che il prezzo scenda del 24%. A livello di mercati si vede come le politiche incentivanti siano il fattore determinante. L’Europa rimane il mercato più grande, con l’82% della domanda mondiale. La Spagna in particolare, con un mercato cresciuto del 285% e 2,46 GW installati, supera la Germania (1,86 GW). Gli Stati Uniti avanzano al terzo posto (360 MW), seguiti dalla Corea del Sud (280 MW, il più grande mercato asiatico), dall’Italia al quinto posto (240 MW) e dal Giappone al sesto (230 MW). Dati sostanzialmente conformi a quelli pubblicati da altre società di consulenza: Displaybank parla di 5,5 GW installati nel mondo nel 2008. Green Tech Media invece parla di 4,5 GW di installazioni nell’anno appena concluso.

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Girandole per adulti

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di Vittorio Crisafulli e Santo Bivona utti conosciamo le girandole. Le vediamo piantate nei vasi o legate alle ringhiere dei balconi, oggetti colorati contraddistinti dalla strana geometria che permette di raccogliere energia dal vento e trasformarla in movimento.

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Di dimensioni maggiori sono le turbine utilizzate in ambito motoristico per la sovralimentazione dei motori, sia diesel che benzina. Queste sono messe in rotazione dagli stessi gas di scarico prodotti dal motore durante il suo funzionamento, riuscendo cosi a recuperare una parte di energia altrimenti inutilizzata. Il loro compito è quello di porre in rotazione un piccolo com-

ENERGIA

Lo stesso principio, fatte le dovute proporzioni, è alla base del funzionamento delle turbine eoliche sono solo una delle tante tecnologie, che rappresentano l’evoluzione ingegneristica di quello che non è altro un gioco per bambini. Le turbine sono macchine motrici (in contrapposizione alle operatrici) in grado cioè di estrarre potenza da un fluido (liquido o gas) portato ad elevata pressione e di trasformarla in movimento. Hanno tutte una geometria circolare, sono caratterizzate da altissime velocità di rotazione e possono avere diametri di dimensione variabile da qualche centimetro a diversi metri. Le più piccole che possiamo, a volte nostro malgrado, incrociare sono quelle utilizzate dai dentisti, in grado di mettere in rotazione i piccoli trapani. Sono azionate da acqua o aria e ruotano anche a velocità di centinaia di migliaia giri al minuto ma non trasmettono potenza ad altri organi meccanici, sono quindi dei puri utilizzatori.

pressore, macchina come già detto operatrice, il cui compito è aumentare la pressione dell’aria in ingresso nella camera di combustione. In questo modo, entrando più aria nel motore, è possibile bruciare maggiori quantità di combustibile e quindi ottenere elevate prestazioni. Queste turbine, cosi come i compressori ad esse accoppiati, non sono molto più grandi di un CD, la loro tipica velocità di rotazione è dell’ordine di decine di migliaia di giri al minuto.

Come è facile immaginare, aumentando le dimensioni diminuisce la velocità di rotazione, ma aumenta considerevolmente la potenza (migliaia di CV). Con i dovuti accorgimenti, prima delle versioni leggermente modificate, poi delle altre progettate specificatamente, di questi stessi motori sono state utilizzate e lo sono ancora oggi per la produzione di potenza elettrica nelle centrali elettriche, come farebbero delle grosse dinamo per bicicletta.

Anche l’industria aeronautica fa uso di turbine e compressori accoppiati: sono questi, insieme alla camera di combustione, i principali componenti dei motori che spingono gli aerei. I fumi in uscita dalla parte posteriore sono caratterizzati da un contenuto di energia cinetica (velocità) che gli consente di spingere in avanti il velivolo, come fa l’aria che esce da un palloncino gonfiato e poi lasciato libero di sgonfiarsi.

Ed è proprio nelle centrali elettriche che le turbine trovano applicazione nella loro forma più imponente: esistono turbine dal diametro di diversi metri, mosse non più da aria ma da vapore ad alta pressione e temperatura (80 – 90 bar, 500 – 550 °C), che ruotano ininterrottamente, eccetto che per gli interventi di manutenzione, alla velocità 3000 giri al minuto, in grado di sviluppare potenze di centinaia di MW.

Palermo: Ri kin promuove con lode il piano energetico regionale un 110 con lode quello che, simbolicamente, il professore Jeremy Rifkin assegna alla svolta energetica della Sicilia capace di puntare, con il piano adottato dalla giunta Lombardo, su fonti inesauribili quali il sole e il vento e di entrare di fatto, come sostiene il consulente di Barak Obama, “nella terza rivoluzione industriale”. Se ne parla nel TgWeb (www.regione.sicilia.it/tgweb). Nel nuovo numero, il telegiornale on line della Regione Siciliana si occupa anche della prima riunione dell’unità di crisi istituita per fronteggiare l’emergenza occupazionale; del decreto taglia carta che consentirà un risparmio di almeno 100 mila euro l’anno; del progetto “In&Out” che offrirà la possibilità a 200 giovani detenuti nei penitenziari minorili di imparare un mestiere. Infine, l’interessante indagine sulle abitudini alimentari degli studenti siciliani commissionata dall’assessorato all’Agricoltura all’Istituto nazionale di ricerche Demopolis.

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Lo Sportinsieme si arrende al Ghibellina di Mimmo Muscolino i è concluso il campionato di Prima Categoria con la vittoria al fotofinish del Ghibellina (54 punti) sullo Sportinsieme (53). Un punto di vantaggio sulla squadra santateresina, decisivo per la compagine di mister Pasquale Rando per conquistare il primo posto in classifica valevole per il salto in …..PROMOZIONE. La formazione del Presidente Domenico Saglimbene, per un soffio ha perso il salto di categoria, fatali visto l’andamento finale del torneo, senza dubbio i due punti persi in casa nell’ultima giornata di andata con il Riviera dello Stretto (0-0) e il giallo della partita giocata contro la Robur (1-1), con il gol della vittoria segnato al 90’ dai ragazzi di mister Enzo Filoramo, annullato dal direttore di gara “negli spogliatoi” dopo 20’ dalla fine dell’incontro. Due episodi determinanti che hanno condizionato il cammino dello Sportinsiem in un momento cruciale del campionato. Ad inizio torneo i favori dei pronostici erano in favore della compagine messinese del Ghibellina, un organico attrezzato per il salto di categoria, poi rafforzato ulteriormente nel mercato dicembrino, con gli arrivi di Minissale, Broccio, Nava e Romeo, elementi di categoria supe-

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riore. Nel girone di ritorno il Ghibellina invertiva la rotta dei risultati ed iniziava la scalata verso la prima posizione occupata per quasi tutto il girone d’andata dallo Sportinsieme e dalla rivelazione Pistunina. Rimonta favorita dalla crisi di risultati dello Sportinsieme, coincisi con le due gare casalinghe consecutive, Riviera dello Stretto (ultima di andata) finita 0-0 e la sconfitta per 1-0 con il Solicchiata (prima di ritorno), su sei punti a disposizione lo Sportinsieme poteva allungare il distacco sulle dirette rivali, invece, conquistava solamente un punto, sperperando in 180’ il vantaggio accumulato nei confronti del Ghibellina, facendosi scavalcare in classifica anche del Limina. Uscita dal tunnel dei risultati negativi, grazie al risveglio del bomber Roberto Frazzica, riduceva partita dopo partita il divario dalla capolista Ghibellina fino a portarsi a 90’ dal termine a una sola lunghezza. Un campionato positivo con la conquista del secondo posto (la scorsa stagione sportiva lo Sportinsieme aveva fallito l’accesso ai play-off, classificandosi al sesto posto), che pone i ragazzi di Enzo Filoramo come la squadra favorita nella lotteria dei play-off, avendo nel proprio arco

Il presidente Saglimbene due risultati a proprio favore ( vittoria o pareggio) per conquistare la “ PROMOZIONE”. Il primo ostacolo da superare il prossimo 19 Aprile la matricola temibile del Solicchiata, classificatasi al quinto posto con elementi di notevole spessore tecnico, su tutti, il bomber Luca Brunetto. La vincente tra SportinsiemeSolicchiata affronterà, sempre in gara unica in campo neutro, la vincente dell’altro play-off Trappitello – Limina, per la gara finale decisiva per il salto di categoria.

Atl. Roccalumera: intervista a Pietro Sturiale no dei protagonisti del Campionato di Terza Categoria è senza dubbio l’esperto portiere dell’Atl. Roccalumera, Piero Sturiale. Uno sportivo, nonostante l’età, pieno di grinta e tanta voglia di “pallone”. Una passione nata sin da piccolo, come afferma lo stesso Piero. All’età di 32 anni, con una ricca esperienza alle spalle acquisita nei vari campionati disputati in Prima e Seconda Categoria, confermandosi uno dei migliori portieri della riviera jonica, ha scelto di scendere di categoria e giocare con la casacca della squadra del suo paese: l’Atletico Roccalumera, con un sogno nel cassetto, il salto di categoria. In campionato ha totalizzato 16 presenze e subendo solamente 10 reti, risultando più di una volta determinate nel successo della propria squadra. Come nasce la tua passione per il calcio? Fin quando ero piccolo giocavo con i miei compagni nel cortile di casa. A quale campione t’ispiri? A nessuno, solo a me stesso. La tua squadra del cuore? Sono tifoso dell’Inter, ma preferisco la mia squadra: il Roccalumera.

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Quali sono i tuoi hobby? Leggere, viaggiare e naturalmente giocare a calcio, anche se ne ho molti altri. In quale ruolo ti piacerebbe giocare oltre al tuo? Ho iniziato a giocare in porta e visti i miei risultati non mi vedo in nessun altro ruolo. Il momento più bello della tua carriera sportiva? Quando ho vinto il Campionato. E’ quello negativo? Grazie addio nes-

NOME: PIERO ETA’:32 N. DI MAGLIA: 1 RUOLO: PORTIERE SQUADRA: ROCCALUMERA

suno. Perché hai scelto di giocare nella squadra attuale? Perché sono affezionato alla squadra del mio paese. In quali squadre hai giocato in passato? Mediterranea Nizza, Roccalumera, Limina, Robur e moltissime altre. Sarebbe un elenco infinito … Come giudichi il campionato in cui giochi? Discreto. La squadra favorita per la vittoria finale? Furci. Quali sono i fattori determinanti per vincere un campionato o giocare ad alti livelli? Avere un gruppo e allenarsi con serietà e continuità. Come giudichi il calcio della riviera jonica? Divertente. Un tuo parere sui campi di calcio del nostro comprensorio? Non posso lamentarmi, c’e di peggio … La classe arbitraria è all’altezza dei nostri campionati? E’ discreta. Come ti definisci? Un buon portiere di esperienza. Il tuo sogno nel cassetto? Fare il salto di categoria con l’Atletico Roccalumera. APRILE ‘09


39 “Non è vero ma ci credo”. Breve guida alla scaramanzia nche il meno scaramantico, in verità, non rinuncia a qualche gesto particolare prima di un evento importante. E così ci ritroviamo a percorrere la stessa strada per andare a sostenere un esame all’università o indossiamo sempre la stessa maglietta portafortuna, magari anche viola basta che con questa non ci si rechi a teatro. Per quale motivo? Il viola è il colore dei paramenti sacri usati durante la Quaresima. Nel medioevo venivano sospesi, in quel periodo, tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici che si tenevano per la città. attori e tutti coloro che vivevano di solo teatro, non potendo lavorare, vivevano notevoli disagi. Questo è il motivo per cui il colore viola è odiato da tutti gli artisti, in generale, ma è vietato soprattutto in teatro dove con il passare dei secoli è diventato vera e propria superstizione. Anche i vip hanno i loro gesti scaramantici: ecco i più curiosi. Chi non ricorda Trapattoni ai Mondiali di Corea mentre cospargeva la panchina con l’acqua santa? Felipe Massa, invece, se nelle prove del weekend ottiene un buon risultato, la domenica indossa le stesse mutande. Lo slip è anche “un’usanza” per David Beckham che, ai propri, preferisce quelli della moglie Victoria, chè portano bene. Mentre Silvio Berlusconi ricorre al gesto scaccia guai delle corna quando deve allontanare la sfortuna, al pari di alcuni ex Presidenti della Repubblica. Possiamo notare come certe “credenze” ci portano ad assumere comportamenti che possiamo considerare del tutto innocui. Ma non tutti i casi sono tali, alcuni hanno avuto un tragico epilogo. Nel campo della musica italiana vi sono due casi celebri. Mia Martini, deceduta nel 1995, era stata timbrata come jettatrice dai suoi colleghi e questo l’ha costretta all’isolamento, non solo professionale. Più recente-

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oi ci credete? Chi non ripete gli stessi gesti ogni volta che deve fare qualcosa di importante, chi non tocca ferro (o altro) per allontanare la sfiga, chi passa il sale appoggiandolo al tavolo, chi il venerdì 17 non si sveglia preoccupato per le disgrazie che gli capiteranno? Forza fatevi avanti: Siamo un popolo di scaramantici! La scaramanzia, i gesti scaramantici, le superstizioni esistono da sempre.

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CULTURA

Sarà vero?

mente, Marco Masini, per via delle sue canzoni con temi molto angoscianti come droga, morte e solitudine, fu vittima di sfottò di numerosi ascoltatori e anche colleghi. Queste battute, divennero sempre più insistenti, al punto che Masini fu considerato un personaggio nefasto, spingendolo quasi ad abbandonare la carriera. Ciascuno ha una propria concezione su questo tema, forse molti saranno d’accordo con Eduardo De Filippo, attore e autore tra i più noti, il quale sosteneva che “La superstizione è sinonimo d’ignoranza, ma non porta male essere superstiziosi”.

Nel significato originario Cicerone indicava coloro che si rivolgevano alla divinità con preghiere, voti e sacrifici, affinché li “serbasse superstiti”. Da qui il termine, come espressione di atteggiamento verso il soprannaturale con lo scopo di scamparla. Toccare gli organi genitali per Ebrei ed Egiziani era un modo per porre Dio creatore come testimone del giuramento. L’antipatia per il 13 ha radici antichissime, religiose e mitologiche. Già nel Codice di Hammurabi (1686 a.C. circa) manca il numero 13 nell’elenco numerato delle leggi. Nella mitologia norrena, Loki (traditore e malvagio) era il tredicesimo dio. Un celebre riferimento al 13 nei Vangeli riguarda l’Ultima Cena, in cui Giuda Iscariota fu il tredicesimo a sedersi a tavola. Sempre nel cristianesimo, Satana viene descritto come il “tredicesimo angelo”. Che dire poi del nefasto “13 a tavola”? Nonostante la condanna esplicita della cultura moderna verso la superstizione (come ad esempio la

canzone degli Europe “Superstitious”), molte credenze di questo genere sono estremamente diffuse anche nella società occidentale e persino favorite dai media. È il caso per esempio dell’astrologia dell’oroscopo, una pratica divinatoria. Oggi, in pieno Duemila, quando passa per la strada un carro funebre, quale individuo di natura maschile non fa sparire le mani per un attimo dal volante per compiere uno dei gesti scaramantici più antichi del mondo? Nel caso delle donne? È in espansione la pratica di toccare con la mano destra il seno sinistro! Alcuni affermano che la scaramanzia sia addirittura una filosofia di vita, altri una malattia dell’essere. Perché ironizzare su questi pregiudizi tutto sommato innocui? Chi non ha le sue superstizioni? Aveva forse capito tutto sulle superstizione e sulla sfortuna e le credenze popolari ad essa legate il filosofo Benedetto Croce, il quale interrogato sugli effetti di certi pregiudizi, rispose con prontezza: “Non è vero... ma ci credo!”. Nunzia Picciotto


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“AMAMI, ALFREDO”: LA TRAVIATA DI VERDI

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a cura del M° Valerio CIAROCCHI Pianista accompagnatore ed insegnante l cartellone della stagione lirica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina prevede ad aprile la rappresentazione de La Traviata di Verdi1. Si tratta di una delle maggiori opere del compositore di Busseto, tra le più amate e rappresentate in Italia e nel mondo. Non c’è teatro lirico che non l’abbia allestita, chiamando i maggiori nomi tra cantanti, registi e direttori. Anche i più lontani dal mondo della lirica conoscono il Brindisi del primo atto (Libiamo nei lieti calici) o le arie dei protagonisti (Sempre libera, Dei miei bollenti spiriti, Di Provenza il mare il suol).

CULTURA

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Verdi la compose, su libretto di F. M. Piave, nel 1852, dopo appena tredici anni di carriera, ma con ben diciotto titoli già alle spalle. Essa costituisce con Rigoletto ed Il Trovatore la cosiddetta “trilogia popolare”, la quale contrassegna la raggiunta maturità artistica del compositore e sancisce inequivocabilmente la sua concezione drammatur-

gica, mostrando al contempo, nella netta differenza fra le tre opere, quanto egli fosse capace di padroneggiare tutti i suoi numerosi mezzi espressivi. Il libretto, in tre atti, è tratto dal dramma A. Dumas figlio La dame aux camélias, tra i maggiori dell’autore francese, il quale era certamente noto a Verdi, lettore attento, amico di intellettuali, scrittori e traduttori, quale egli era. Sulle ragioni che lo spinsero a musicare questo libretto, però, nulla sappiamo. La documentazione relativa alla genesi dell’opera in questione è anzi una delle più scarne di tutta la produzione verdiana. È comunque certo che Verdi conoscesse il back-ground della vicenda, realmente accaduta. La protagonista infatti altri non è se non Marie Duplessis, una delle donne più in vista e più chiacchierate della società parigina. Morì nel 1847. Si potrebbe definirla una sorta di cortigiana, comunque una donna che per il perbenismo borghese dell’epoca era moralmente eccepibile. Qualcuno ha visto in questo aspetto il reale interessamento di Verdi alla vicenda, poiché egli stesso ebbe molto a dolersi per le maldicenze ed i commenti rivoltigli a lungo riguardo la sua vita privata, poiché legato da una relazione con il soprano Giuseppina Strepponi. L’opera si presenta nel più classico stile romantico, con i due protagonisti, Violetta (soprano) ed Alfredo (tenore), legati da un amore “impossibile”, che verrà osteggiato dal padre di lui Germont (baritono), fino al punto di far lasciare i due, salvo poi ricon-

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Il 22, 24, 26 aprile 2009, produzione del Teatro di Messina, regia di Baiocco, Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele diretta dal M° Panni, Coro Lirico Cilea. Si suggeriscono per l’ascolto le

giungersi nel finale, dove, come sempre accade nei melodrammi basati sul romantico “amore e morte” Violetta muore di tisi tra le braccia di Alfredo, mentre per contrasto, fuori impazza il carnevale, tra quella gente che ha ormai dimenticato Violetta, un tempo animatrice di feste e conviti. La composizione dell’opera procedette velocemente e giunse senza intoppi al debutto a La Fenice: «a Venezia Verdi portò una partitura completa, ancorché tutta da strumentare»2. Fra tutti il personaggio più complesso e difficile è quello di Violetta, sulla quale Verdi concentra molte delle sue energie creative: «In lei si fonde l’esaltazione di amore e morte con la nobiltà e la grandezza lirica verdiane. Su essa infatti Verdi riversò la tenace malinconia del suo spirito in una sorta di “narrar poetando” dove la fatica del comporre si dissolve nella magistrale coerenza stilistica che sembra svelare il capitolo di un suo “stil novo”»3. La tessitura vocale impegna molto le voci, specialmente il soprano. L’orchestra è chiamata a sottolineare vicende e situazioni con diverse idee musicali. Per esempio di pregio appare l’uso degli accordi di ostinato nel finale: è una figura ritmica «implacabile, ossessiva, che continua sino al concertato finale, in cui la voce di Violetta sembra innalzarsi verso una luce lontana. Fino al parlato improvvisamente calmo e stupefatto che prelude alla morte»4. Una curiosità fra tutte: il successo dell’opera è tale che essa ha avuto anche trasposizioni cinematografiche (Lanfranchi nel 1967 e Zeffirelli nel 1983) fino alla storica registrazione avvenuta in presa diretta a Parigi negli anni Novanta sui luoghi dove si svolgono le scene dell’opera.

incisioni EMI (Scotto, Kraus, Bruson, Muti) e Decca (Sutherland, Pavarotti, Manuguerra) 2 G. CRICO (ed.), La Traviata. Libretto e guida all’opera, Gremese Editore, Roma, 1988, 13. 3 G. BARBLAN, L’intimi-

smo de La Traviata, in Storia dell’Opera, UTET, Torino, 1977, 86. 4 G. CRICO (ed.), La Traviata. Libretto e guida all’opera, Gremese Editore, Roma, 1988, 35.

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THE MILLIONAIRE

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(Slumdog Millionaire)

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Interpreti: Dev Patel, Madhur Mittal, Freida Pinto, Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoor, Irfan Khan, Madhur Mittal, Shruti Seth Regia: Danny Boyle Sceneggiatura: Simon Beaufoy Fotografia: Anthony Dod Mantle Montaggio: Chris Dickens Musiche: A.R. Rahman

di Claudia Aliotta ell’India dell’estrema povertà degli slum, di Bollywood e dei conflitti religiosi, Jamal Malik, un diciottenne semianalfabeta strabilia milioni di telespettatori accaniti fan della trasmissione “Chi vuol essere milionario” rispondendo a tutte le domande cui viene sottoposto, ma alla vigilia della serata decisiva viene segretamente prelevato dalla polizia. Il conduttore del gioco infatti, pur avendo umilissime origini come l’incredibile concorrente, è convinto che stia imbrogliando, ma soprattutto non sopporta l’idea che qualcun altro raggiunga la fama come lui. Jamal viene interrogato, picchiato e torturato, ma è inutile, non c’è nessun trucco. Come mai allora il giovane cameriere conosceva le risposte? Jamal spiegherà tutto agli agenti raccontando la sua dura vita di orfano a Mumbay e svelerà come in modo del tutto casuale ogni domanda fosse collegata a un episodio della sua infanzia. Ma c’è di più: il ragazzo sta partecipando al programma televisivo per un solo motivo: ritrovare Latika, l’unico amore della sua vita.

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Cos’è The millionaire? Una favola, una storia d’amore, denuncia sociale o il riscatto del più debole? Tutto questo insieme. Un miscuglio di ingredienti vincenti con un sano tocco drammatico e realistico. L’India che questa pellicola ci presenta è cruda, violenta

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e senza pietà, in mezzo a tanta miseria e sofferenza seguiamo le opposte strade di due fratelli: uno cinico e malvagio che sceglie la via della delinquenza, l’altro che miracolosamente, nonostante le traversie di una sopravvivenza fatta spesso di espedienti, non viene contaminato né abbrutito dal male, anzi ama, spera, sogna e vince. Tratto dal best seller Le dodici domande di Vikas Swarup, il film di Danny Boyle, famigerato regista di Trainspotting e The beach, ha trionfato alla recente edizione degli Oscar, collezionandone ben 8, su 10 candidature ricevute. Discontinuo nella sua produzione, Boyle si è aggiudicato addirittura i premi come miglior film e miglior regia, forse un po’ troppo, ma va anche detto che c’erano in lizza buoni film sì, ma non capolavori. Certo sceneggiatura e regia sono stati elementi vincenti, sapendo dosare con buon ritmo gli elementi drammatici presenti nella trama, senza appesantirla e rendendo fluida e appassionante la narrazione. È vero che l’amore trionfa, arriva la ricchezza e la fine di tanti anni di povertà, ma ciò che resta più impresso in questo film sono le tremende condizioni di vita dell’infanzia abbandonata, il degrado e il futuro negato a migliaia di bambini. Cast intenso e convincente dai piccoli presi dalla strada ai protagonisti Dev Patel, Madhur Mittal e Freida Pinto.


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Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra

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di Maria Lo Conti embrava non ci fosse mai nessun impiegato a tener d’occhio i visitatori; e in effetti se qualcuno, invece di sgraffignare un libro e uscirsene tranquillamente, voleva pagare, doveva dirigersi verso una porta sul retrobottega con la scritta: ufficio – si paga qui. Se foste entrati da quella porta, avreste trovato sia Mr William Buggage sia la di lui assistente Miss Muriel Tottle seduti alle rispettive scrivanie, entrambi assorti e indaffarati.

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Un libro, un titolo, due racconti. Due editori. Il primo, Tea, che lo ha pubblicato nel 2008 e il secondo, Guanda, ce lo ripropone oggi. Si è detto due racconti, il primo dei quali dà il titolo al libro. A Mr Buggage, proprietario di una libreria antiquaria, è concesso di vivere una vita di agi e di lussi insieme alla sua compagna, Miss Tottle. Possibile che la vendita di libri antichi riservi tanti privilegi? Evidentemente no, soprattutto se si considera il fatto che l’attività principale dei due si svolge totalmente nel retrobottega. Soprattutto se si considera il totale disinteresse di Mr Buggage nei confronti dei suoi libri più o meno antichi, più o meno di valore. Se anche qualcuno provasse a rubargliene uno o più di uno, la cosa non solo non lo sconvolgerebbe ma lo lascerebbe totalmente indifferente. Allora com’è possibile? Come possono i

due permettersi piccoli lussi che un comune libraio si sognerebbe? Ebbene, nel più banale dei modi. Non c’è spazio per l’immaginazione, per la sorpresa o per il colpo di scena. Non c’è niente su cui riflettere, e a dire il vero questo racconto non fa neanche ridere. È, insomma, una storia che si regge in piedi, ma che dopo le frecciate ironiche e sottili delle prime pagine lascia spazio soltanto a qualche sbadiglio. Allora peccato. Peccato per quel titolo che lasciava presagire un mistero, che prometteva colpi di scena, che lasciava fantasticare il lettore. Peccato anche che a dare il titolo al libro sia, tra i due, il racconto meno riuscito. Sì, perché il secondo, inserito quasi a margine, per fare spessore, è più amaro, più caustico e fresco d’invettiva. Lo scrittore automatico racconta la storia di un piccolo e geniale impiegato informatico con la passione per la letteratura. Amareggiato dai continui rifiuti da parte delle case editrici, decide un giorno di progettare una macchina sforna-libri, un marchingegno in grado di scrivere un potenziale best seller dietro l’altro. Un’invenzione che gli permetterebbe di entrare nel circuito editoriale a pieni voti e di guadagnare un mucchio di soldi. L’idea, è vero, è quasi futuristica. Forse andrebbe bene per un racconto di fantascienza. Eppure funziona. Funziona in primo luogo la macchina inventata da

Titolo: Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra Autore: Dahl Roald Prezzo: € 6,50 Dati: 2008, 61 p., brossura, 4 ed. Editore: TEA Mr Knipe che lo fa diventare subito uno scrittore di grande successo. E in secondo luogo, funziona l’idea di Roal Dahl, che in poche pagine riesce a presentare l’immagine di una cultura editoriale sacrificata alle più becere logiche commerciali.

COLUI CHE GLI DEI VOGLIONO DISTRUGGERE - di Michele Urso colui che gli dei vogliono distruggere, viene fatto, per prima cosa, dono della follia”. È questa l’altisonante frase, scritta da Euripide, che nella nostra epoca è stata citata nel fumetto Aquaman, e sulla quale si basa il titolo del nuovo romanzo di Gianluca Morozzi, scrittore bolognese (edito da Guanda) e autore di vari romanzi tra cui Despero, L’era del Porco e di una raccolta di racconti e di alcuni “Graphic Novel”. Questo divertente e surreale romanzo presenta non solo varie vicende più o meno incrociate tra loro, ma addirittura ambientate in due mondi diversi, posizionati in realtà spazio-temporali diverse: prima su Terra, (il nostro mondo) si svolgono le disavventure del disastrato Kabra, leader della band “I Despero”, che ha conosciuto momenti migliori. Kabra, in piena crisi creativa, ha poco tempo per scrivere la canzone perfetta e al tempo stesso la sua sanità mentale viene duramente messa alla prova da Elettra, bellissima e pazza chitarrista della band. Su Terra L, uguale al nostro pianeta a parte il piccolo particolare che i supereroi fanno parte della vita quotidiana e non solo delle storie nei fumetti, si ha invece la presenza di due esseri dotati di superpoteri. Leviatan, protagonista delle vicende in questo strano mondo, si trova alle prese con il fatto che i suoi due superpoteri cambiano ogni 12 ore in maniera totalmente casuale e con i problemi derivanti dall’avere una movimentata doppia personalità: è il malvagio e misterioso Ragnarock, ma anche un uomo, Johnny Grey, che comparso in circostanze misteriose nella New York nei primi anni Sessanta, ha scritto tutte le canzoni più famose della storia della musica. Artisti come David Bowie o Leu Reed, privati del proprio sfogo artistico e invidiosi del suo successo, sono diventati folli supercriminali. Questo è un libro stravagante, piacevole alla lettura e divertente, in esso si ha la presenza di una tragicomica ironia che porta il lettore a ridere, arrabbiarsi o riflettere su temi come la crisi creativa, la fama, la confusione di idee e i sentimenti che ogni essere umano porta con sé dalla nascita. Ricco di citazioni di altre storie scritte da Morozzi, Colui che gli dei vogliono distruggere è un libro da leggere se si vuol ridere un po’ e al tempo stesso fantasticare ad occhi aperti…

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Il peccato di non avere peccato

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di Dominga Carrubba ercoledì 04 marzo 2009 a Palazzo Zanca è stato presentato il romanzo “Nessun peccato”, edito da Tanit, della palermitana Maria Luce Bondì.

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E il promuovere la cultura è l’obiettivo della neo casa editrice, il cui nome evoca proprio la dea cartaginese Tanit, divinità della fertilità, dell’amore e del piacere. Tanit sfida il settore dell’editoria con la licenza Creative Commons (by-nc-sa), che sta a significare che è possibile condividere allo stesso modo (sa) un’opera non commerciale ovvero senza ricavarne un guadagno (nc), rispettandone comunque il riferimento all’autore cui è attribuita (by) in ogni eventuale uso. In tal modo pur tutelando l’autore e il bene immateriale quale frutto del suo intelletto, si favorisce la diffusione dell’opera una volta pubblicata, ovviamente gratuitamente. Sì, gratuitamente. Tanit promuove la fertilità dell’immaginario dei libri dando ai potenziali autori la possibilità di pubblicare gratuitamente la loro opera, in quanto si tratta di una creazione intellet-

“Nessun peccato” è il primo romanzo di Maria Luce Bondì, che dal 1996 si è dedicata alla direzione e interpretazione di cortometraggi selezionati e premiati in

tutta Italia, nonché a scrivere apprezzabili racconti che hanno trovato consenso in varie riviste. Attualmente collabora con la RAI in qualità di montatore. Il libro appare elegante, ben curato nell’editor e correzione delle bozze, con uno stile scorrevole e calzante nei dialoghi, tale da coinvolgere il lettore incu-

riosendolo e appassionandolo con emozioni e colpi di scena. Il lettore si ritrova spesso ad essere il confidente di confessioni e frammenti intimi dei protagonisti: Adele, studentessa universitaria, e Gianni che le impartisce lezioni private di greco; intorno ai quali gravitano tanti personaggi che fanno da contraltare ai due giovani, quasi a volere dar voce al disagio di Adele, che scopre di aspettare un figlio pur essendo vergine. Infine, il lettore ripone la toga del confessore ritrovandosi “fra tonnellate di indifferenza e colesterolo”, come il giornalista Nero, la cui intenzione di montare lo scoop della rinascita della “Madonna”, mette in fuga Adele e Gianni, suo professore, amico e persino complice. Ma da cosa fuggono? Da una vita che non si vuole accettare o che si vuole cambiare? E’ l’eco delle notizie che rimbalza di lettore in lettore di una pagina di cronaca, oppure il boato della nuova situazione che forte echeggia nella mente dei protagonisti, che costretti a fare una scelta, si fermano ad interpretare il significato della vicenda piombata nella loro vita, fin quando Gianni, il professore, dice “non mi saranno concessi altri prodigi e se ora non so meravigliarmi di questo l’unico cui mi si concede di partecipare e in cui mi si condanna ad essere attore - io sarò annientato”. Come dice la stessa autrice “il libro è stato scritto con tre chiavi di lettura: intima, corale e universale, le dimensioni della vita di ciascuno di noi”.

Un grande sì alla vita umana osì la grande Stampa (non tutta purtroppo) titola un suo “primo piano” l’Istruzione del Vaticano sulla Bioetica che mette al centro l’intoccabilità dell’embrione. Una questione, da lungo tempo trattata, in modo soggettivo da non pochi studiosi, ma nessuno ha mai concluso la “vexata quaestio”. “Dignitatae personae”, così viene chiamato il Documento della Sacra Congregazione della Fede, dalla prime parole con le quali ha inizio il documento Pontificio. Noi qui vogliamo esporre in sintesi il lungo Documento, certamente senza alterare le parole e il significato delle stesse. Scorrendo l’indice del Documento ci persuade essere un forte sì alla vita umana e ribaditi i molti “no” più volte consolidati dal Magistero morale della Chiesa Cattolica. In breve: il figlio non può essere “un prodotto” della tecnica, che manipola, seleziona, scarta. L’embrione, fin dal primo istante, è “persona vitale”, in tutti i sensi e quindi intoccabile per operazioni contrarie al suo essere, grazie allo “zigote” (zigote è parola greca che significa “congiunzione” e in virtù di ciò vi si riconoscono i diritti inviolabili della persona). L’origine umana quindi ha il suo autentico contesto nel matrimonio e nella famiglia, in cui viene generata con un atto espresso dall’amore fra l’uomo e la donna. E’ un atto (il matrimonio) presente in tutti i tempi e in tutte le creature perché

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l’uomo e la donna di per sé hanno una vocazione eterna, insita nell’animo di ciascuno, posta provvidenzialmente e sapientemente da Dio Creatore. Il dogma del Matrimonio – Sacramento ha una lunga storia come la storia della nostra salvezza. Esso è stato istituito da Dio: nel Vecchio Testamento veniva considerato sacro (Vedi Proverbi II, 7-18), nel Nuovo Testamento lo restituì all’originaria monogamia ed indissolubilità e lo elevò alla dignità di Sacramento (I Cor. VII, 10). La Chiesa, tramite i Pontefici romani, primo fra tutti Papa Innocenzo XIII (14/2/1130 – 24/9/1143), eletto lo stesso giorno che moriva il suo predecessore da 15 Cardinali con molta polemica) con la Costituzione “Speculatores”; il Concilio di Trento (4/2/1694 ) sessione VII, seguenti ed ultimo; Papa Pio XI con l’enciclica “Casti connubi” (31/12/1930) tratta proprio della dignità del Matrimonio, specifica la portata e il valore del “Magnum Sacramentum”, traccia il sublime compito dei genitori, ne rinnova la proclamazione dell’Indissolubilità. E’ doveroso ricordare l’enciclica “Arcanum (1880) del grande Leone XIII per la consacrazione della cellula vitale dell’umana società; i numerosi discorsi di Papa Pio XII agli Sposi Novelli ed infine i molteplici messaggi degli ultimi Pontefici sulla Santità del Matrimonio. Sac. Tatì Giuseppe d’Urso

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CULTURA

La presentazione, patrocinata dal Comune di Messina, è stata curata dal giornalista Francesco Bonardelli, e vi hanno preso parte il Sindaco, Dr. Giuseppe Buzzanca, il vice-Sindaco, Dr. Giovanni Ardizzone e l’Assessore alla Protezione civile, Dr. Fortunato Romano. Il Sindaco di Messina non ha trascurato di sottolineare l’attenzione rivolta dal Comune ad ogni iniziativa che possa promuovere lo scambio culturale.

tuale che, solo dopo pubblicata, diventa anche un prodotto.


44 a “Ministra” ha nazionalizzato la scuola, per creare una “scuola nazionale” e non una scuola delle idee. Va nazionalizzata perché è di “sinistra”, a quanto mi è parso di capire alla televisione, ascoltando il Telegiornale. Non l’ho ancora vista, ma ho letto qualcosa sulla scuola nazionale, forse me ne parlava mio nonno …. “i figli della Lupa”, “i Balilla”, “La gioventù fascista” … Se ben ricordo è una scuola dove si diceva “ siete liberi di pensare quello che vi dico io”: certamente oggi non sarà così, ora siamo aggiornati, prima vi faccio il lavaggio del cervello con la televisione e poi vi indottrino ben bene. I professori non debbono più pensare, i professori sono pericolosi, sono lo “zoccolo duro della sinistra” e questo solo perché insegnano agli studenti a ragionare con la propria testa, mettono in discussione tutto, dicono che si deve avere una propria opinione, si deve protestare se le cose non sono giuste, si deve riflettere, si deve parlare. D’altronde, un certo Voltaire, a quanto pare, affermava: anche se non sono d’accordo con la tua idea io combatterò perché tu abbia il diritto di esprimerla. Ma questo forse non vale per la scuola nazionale.Sono i giovani che devono costruire un futuro diverso, che non sia un futuro già deciso da chi ha dettato la regole.

L CULTURA

L’Ultimo dei professori

Scuola addio

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(lettera firmata)

La “Ministra” ha fatto tutto con i suoi amici e la sinistra e i sindacati sono rimasti a guardare il panorama come accadeva ai tempi del caso Matteotti, quando il duce si impadronì del potere. I professori … un problema … lo risolviamo subito … Diminuiamo le ore alla Scuola Media così abbiamo un po’ di perdenti posto, poi chiudiamo un paio di plessi con pochi alunni, perché sono uno spreco di denaro … d’altronde a chi volete che interessi la cultura, più si è ignoranti meno si protesta, così si può governare bene il paese … e ci dicono che l’Italia è in crisi per i troppi impiegati pubblici e che non lavorano, ma perché non parlano della maggioranza che fa onestamente il proprio dovere.

agonizzante, ora è stata seppellita, in poche ore si dovranno fare diventare gli alunni geni.

Secondo la “Ministra” bastano due taglietti qua e là e il problema è risolto; così migliaia di precari della scuola non verranno assunti, i bidelli saranno dimezzati, le segreterie perderanno due o tre impiegati. I professori a tempo indeterminato rimangono a disposizione per essere spediti chissà dove e se si riesce a trovare un posto dove ci sia bisogno. La “Ministra” ha risolto il problema della crisi economica, ora l’Italia dopo questi tagli sarà sicuramente in attivo. Se abbiamo permesso di fare questo, vuol dire che ora potranno fare tutto quello che vogliono … la scuola era

Pensate che questi “Esperti” prendono oltre 50,00 euro l’ora nette e che magari un professore che deve fare loro da Tutor prende 30,00 euro l’ora lorde (18 ripulite) Non mi sono laureato per fare il portaborse forse a una persona più ignorante di me. Gli alunni fanno i progetti nelle ore extra scolastiche, ma quando devono studiare? Forse solo il buon Dio lo sa. Ma se questa è la scuola a cui andiamo incontro … forse è meglio che smetta di fare questo lavoro … incomincio a vergognarmi di essere chiamato professore.

Ci sono professori che in 18 ore vanno in 9 classi e non devono fare né educazione fisica, né religione … Gli alunni sono stati ammassati in 25 o 30 per classe … Che futuro riserva la “ministra “ ai giovani d’oggi … Nessuna possibilità di imparare, di allargare il loro orizzonti … solo nozioni… poche e semplici. È sicuro che le scuole hanno i vari progetti e i vari corsi … (adotta un monumento, fai il giornalino, impara l’inglese, approfondisci l’italiano, impara a valutare ...), che possibilmente si dividono fra tre o quattro amici preferiti, sempre gli stessi, difficili le varianti.

Educazione: la specificità del sistema preventivo - di Nicola Antonazzo on Bosco si presenta così come un punto di equilibrio tra due tendenze, un trait d’union tra le istanze della “carità educatrice” d’inizio secolo e le posizioni più intransigenti del cattolicesimo della seconda metà XIX secolo.1 Il suo progetto si presenta come un paradigma significativo di interazione dialettica tra istanze religiose e bisogni educativi e sociali, tra la tradizione cattolica e i processi di modernizzazione della società borghese e capitalista. Non cede alla polemica né si rinchiude nella denuncia degli incipienti processi di laicizzazione, ma manifesta un atteggiamento quasi di concorrenza più che di aperta condanna. La sua preoccupazione iniziali non è quella di sistematizzare la sua proposta educativa. Ciò non toglie che le sue realizzazioni sono sostenute da scelte mirate: la sua è un’opzione preventiva, non di recupero! Bosco ha le idee chiare, soprattutto per quel che riguarda il suo obiettivo e i suoi destinatari: occuparsi dei giovani “poveri e abbandonati”, (r)accoglierli, radunarli per fornir loro istruzione, (ri)donarli alle proprie famiglie e alla società come “buoni cristiani e onesti cittadini”. Tale finalità viene raggiunta e concretizzata in molteplici iniziative sorprendenti per la loro creatività, all’interno di una comunità di educatori che assicura la continuità dell’opera.2 L’azione di Don Bosco si pone in maniera coerente con la tradizione cristiano-educativa dell’età moderna. L’assunto di base che guiderà tutta la sua opera così come quella dei suoi successori è l’idea della prevenzione come strategia alternativa. I sistemi punitivi e repressivi venivano soppiantati da un’azione educativa anticipativi che andava alla radice del problema. Idee come preservare, proteggere,

preparare, promuovere erano già disseminate negli animi di chi voleva occuparsi delle principali riforme politiche e sociali del tempo. Da parte sua Don Bosco diede loro «un’anima»3 dando loro la dignità di sistema. Tale sistema si regge su poche ma fondamentali idee-forza, la cui conoscenza diventa necessaria per chi decide di affiancare don Bosco nella sua azione educativa Il “metodo salesiano”, quindi, prima ancora di essere formalizzato e sistematizzato diventa oggetto di studio per i giovani che chiedono di entrare a far parte della Congregazione (Società).4 La trattazione sistematica, preceduta da una lunga introduzione sul fine dell’educazione, è suddivisa in questi capitoli: educazione fisica, intellettuale, estetica, morale, religiosa. I nuclei portanti posso già essere attinti dall’introduzione. - “L’educazione è la grande arte di formare l’uomo”. - L’ambiente in cui si educa meglio è quello in cui il giovane non è oppresso, ma aiutato a sviluppare le sue attività, cioè quello più simile ad un’ordinata famiglia. - L’educazione non è “opera di compressione”, ma di “espansione”; è “un concorde cooperare dell’educatore e dell’educando”. - Il fine dell’educazione è quello di rendere il giovane “pienamente libero”, condurlo verso la meta a cui è chiamato dal suo sesso, dalle sue condizioni... dalle sue tendenze, “il che forma ciò che si chiama vocazione”. - L’opera educativa è governata dalla legge dell’armonia pedagogica. Essa si realizza tra autorità e libertà, scuola e vita, con l’ambiente familiare, sociale, nella relazione con Dio e con lo stesso educando.5

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Cf CHIOSSO Giorgio, Dalla “carità educatrice” al cristianesimo sociale. Il caso di don Bosco e dei salesiani, in ID., Profilo storico della pedagogia cristiana in Italia (XIX e XX secolo), Pedagogia cristiana. Saggi e

testi. Brescia, La Scuola 2001, pp.70-88.. 2 Salesiani, FMA e Cooperatori e Cooperatrici. 3 G. Lombardo Radice, Meglio Don Bosco, La Voce, Roma1920, p. 64.

Fin dal 1874 incarica il maestro dei novizi don Giulio Barberis di tenere un corso per i nuovi candidati alla Congregazione Salesiana dal titolo: Pedagogia sacra per avviarli alla pratica del metodo sale-

siano(Cf BARBERIS Giulio, Appunti di Pedagogia Sacra esposti agli Ascritti della Pia Società Salesiana, Torino, Litografia Salesiana 1897.). 5 Cf. ivi 4. 27.33.35.44. APRILE ‘09


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Dieci anni di Picchio. Solidarietà e aiuto ai bisognosi

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di Silvana Sturiale

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Per conoscere com’è la situazione nella nostra zona jonica abbiamo fatto qualche domanda alla dott.ssa Antonella Casablanca, responsabile dell’Associazione Penelope e del centro sociale “Il Picchio”. Dott.ssa Casablanca, da sempre l’Associazione Penelope si interessa di persone in difficoltà, anche immigrati… Qual è la situazione attuale

degli immigrati nella nostra zona? Il fenomeno migratorio che interessa il comprensorio ionico in questi ultimi anni si è notevolmente intensificato. Dai dati ufficiali relativi agli immigrati residenti iscritti all’Ufficio anagrafe del Comune di S. Teresa di Riva si evince un incremento della presenza regolare delle comunità straniere sul territorio: siamo passati, infatti, dai 123 iscritti del 2007 ai 217 del 2008. Questo dato aumenta se ci si riferisce all’utenza accolta presso il centro il Picchio, sono 300 gli

immigrati tra il 2007 e il 2008 che hanno u s u fruito dei servizi attivati. Ciò dim o s t r a l’esistenza di una realtà sommersa, non registrata dagli uffici pubblici preposti. La presenza sul nostro territorio è principalmente caratterizzata da nuclei familiari in molti casi numerosi con minori integrati nel tessuto scolastico. Dal punto di vista lavorativo, le donne svolgono lavori di assistenza o pulizia, mentre gli uomini si dedicano, per lo più, lavori manuali come braccianti agricoli o operai nel settore edile. La maggior parte degli immigrati ha un titolo di studio medio alto che non riesce a spendere e tutti cercano di darsi un’opportunità che nei propri paesi gli è stata negata. Cosa fate in concreto per aiutarli? Da 10 anni l’associazione Penelope è l’unica realtà del territorio che si occupa di integrazione interculturale e di servizi rivolti agli immigrati. A S. Teresa di Riva il centro il Picchio ha attivato lo sportello Itaca che si occupa di disbrigo pratiche, inserimento lavorativo, mediazione abitativa, accompagnamento e mediazione con

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i servizi pubblici socio – sanitari. Le famiglie immigrate possono contare su di un supporto ai minori attraverso le attività (recupero scolastico, animazione di gruppo) organizzate all’interno del centro il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 15.00 alle ore 20.00. Sempre il mercoledì e il sabato dalle ore 14.00 alle ore 16.00 è attivo il corso di alfabetizzazione italiana per donne badanti prevalentemente di nazionalità russa. Ai servizi si aggiungono le iniziative volte a favorire l’integrazione interculturale (feste interetniche, corsi di cucina multietnica) e gli incontri pubblici organizzati per affrontare le diverse problematiche sull’immigrazione (ricordiamo ad esempio la festa Clandestina). Chi, e in che modo, vi aiuta ad affrontare questa emergenza? Chi si occupa di sociale oggi non ha molte risorse su cui puntare. Grazie al Comune di S. Teresa di Riva abbiamo finalmente una sede dove poter svolgere con serenità le nostre attività. Il Cesv (Centro servizi per il volontariato) di Messina e alcune fondazioni private a livello nazionale sono al momento i nostri interlocutori, in attesa che anche le istituzioni pubbliche sappiano riprogrammare le proprie risorse in favore di progetti di integrazione sociale non solo rivolti agli immigrati, ma a tutte le categorie sociali più deboli (disabili, minori, etc.) che in questo momento sono sempre più emarginate e senza tutela. Sempre più spesso arrivano notizie sconfortanti di immigrati che compiono atti criminosi. Come incide ciò sul vostro lavoro? Da un po’ di tempo sento esprimere giudizi pesanti nei confronti degli stranieri, soprattutto di nazionalità rumena, legati ai fatti che in questo periodo vengono continuamente riportati dai telegiornali. Questa eccessiva concentrazione sull’aspetto del colore della pelle o del paese di provenienza, penso possa sviare l’opinione pubblica dal tema centrale: ogni reato va punito secondo le leggi del paese in cui questo viene commesso. Ciò non è legato minimante allo stato di provenienza, né questo può o deve rappresentare una discriminante.

CULTURA

all’Unità d’Italia in poi, i flussi migratori sono stati una componente importante della dinamica demografica. Negli anni che vanno dal 1992 al 2003 le iscrizioni dall’estero hanno determinato un afflusso netto di popolazione superiore ad un milione e mezzo di persone. Se adesso, anno 2009, siamo arrivati a 60 milioni di cittadini lo dobbiamo anche e soprattutto agli stranieri che, in maniera costante, si vanno via via spostando nel nostro paese, prediligendo la zona del centro-nord. Per capire la portata dell’eccezionale crescita riportiamo qualche numero: nel 1991 i censiti stranieri furono 356 mila; all’anagrafe, all’inizio del 2006, ne risultavano iscritti 2,7 milioni, corrispondenti al 4,5% della popolazione italiana. Se poi teniamo conto anche degli stranieri non residenti, sia quelli in regola col permesso di soggiorno che quelli clandestini, arriviamo ad una presenza globale di circa 3 milioni e 500 mila stranieri. Il cambiamento più marcato osservato negli ultimi 15 anni ha forse riguardato il progressivo prevalere delle migrazioni dall’Est europeo su quelle relative alla sponda sud del Mediterraneo.


46 a c u r a d e l p r o f. P i p p o B i e l l a

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DAVID MURPHY – 911

CULTURA

Per eredità una maledizione avid Murphy – 911 è una miniserie di quattro numeri pubblicata dalla Panini Comics fra il novembre 2008 e il febbraio 2009. I testi sono di Roberto Recchioni, un autore già affermato nel campo del fumetto per la sua capacità di affrontare argomenti attuali in modo critico e tragico. Ai disegni troviamo una promessa del fumetto italiano, Matteo Cremona, il cui stile in bianco e nero è tutto particolare perché da risalto all’impostazione della pagina, con i suoi tratti senza limiti e la sua divisione particolare delle vignette che danno dinamicità alle visioni apocalittiche che spesso occupano una o due pagine.

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Le sue tavole, con un nero particolarmente dominante, e la dinamicità dei suoi personaggi danno una carica adrenalinica a tutta la storia. Alcune tavole a mezza tinta, con uno sfumato matita servono a evidenziare i ricordi che hanno determinato i cambiamenti dei personaggi. Le copertine sono di Gabriele Dell’Otto: niente da dire, per quest’autore già affermato, parlano da sole. C’è tutto: tensione anatomica, espressività, dinamicità, dramma, colore … dei veri e propri quadri. L’interno è arricchito a pagina 2 da un disegno di Walter Venturi e da delle didascalie comportamentali in caso di necessità. Ad esempio: come comportarsi quando si pensa di aver incontrato un serial killer. La storia è particolare, piena di movimento e azione, con spaccati di vita presente e passata, molto spesso ci si muove a rebours (a ritroso ) e poi si ricostruisce il tutto…

pompiere di nome David Murphy, senza nessuna pretesa, innamorato della propria mo-

dopo la morte e consiste nel fatto che dovunque si trovi il nostro personaggio succedono disastri. Tutto arriverà all’improvviso, prima un dirottamento, poi un ciclone e David Murphy comincia a pensare. La maledizione è vera. Nel terzo numero , si scopre che nonostante il padre avesse chiesto perdono agli eredi della donna cinese non era finita, però cambiano le regole. Forse non è una maledizione è un dono, un dono fatto a un uomo per aiutare altri uomini, un dono che consiste nel trovarsi nel posto dove c’è un disastro per salvare delle persone. È cambiato l’ordine del fumetto, ma c’è un nuovo nemico, una Holding che si vuole impossessare di David per usarlo, inviarlo nei luoghi dove devono succedere disastri e poi reinvestire i soldi nella ricostruzione di questi luoghi. I suoi nemici gli rapiscono la moglie, ma alla fine l’eroe riesce a salvarla. Il destino, crudele, non gli permette di avere una vita tranquilla e deve fuggire della famiglia, per non arrecargli danni con la sua maledizione.

glie incinta sta vivendo pacatamente la sua vita diviso fra casa e lavoro. Arriva una telefonata, la madre : “Tuo padre è tornato a casa e vuole vederti”, pensiero di David : “Chi se ne frega è sparito vent’anni fa”… La madre “… sta morendo, l’ho ripreso in casa”. L’incontro fra padre e figlio non è dei più felici. Il genitore racconta di una maledizione che il suo bis-bisnonno ha avuto da una donna cinese e che si ripresenterà per sette generazioni. Il ragazzo non ci crede. Alla morte del padre molte persone, inaspettatamente , sono al funerale, questa gente lo aiuterà in futuro. La maledizione passa da padre in figlio solo

Scena finale, pagina intera, un uomo che corre su una moto verso un luogo dove è scoppiato un incendio. Nel fumetto si nota l’influenza di molti film disastrosi, l’autore ha attinto a piene mani dai grandi registri cinematografici. L’originalità … il cambio di marcia e di opinione al terzo numero, dalla maledizione al dono, il bello del fumetto, lo spirito di avventura e di lotta, che esiste in ognuno di noi, che sembra assopito, ma si risveglia nei momenti di necessità per farci dare il meglio di noi stessi. Curiosità : il numero 911 è il numero di telefono americano per le emergenze.

Trama. L’inizio: un uomo tranquillo, un

L’Amministratore di condominio A cura di Giovanni Sergi - per domande al nostro esperto info@jonialife.it Nel palazzo in cui abito siamo 12 condomini. Amici mi hanno riferito che nel mio caso è obbligatorio nominare un amministratore di condominio? I sui amici sono nel giusto, infatti l’art. 1129 del Codice Civile prevede (obbliga) che quando i condomini sono più di 4 si deve nominare un amministratore. Poiché siete in numero superiore a 10 condomini deve essere formato anche il regolamento, art. 1138 del Codice Civile, che deve contenere le norme circa l’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese, secondo i diritti e gli obblighi spettanti a ciascun condomino, nonché le norme per la tutela del decoro dell’edificio e quelle relative all’amministrazione. (E-Mail Firmata). Dopo parecchie lamentele di noi condomini l’amministratore ha

licenziato il portiere, rientra nei suoi poteri? Il servizio di portierato rientra tra i servizi di gestione ordinaria che l’amministratore ha l’obbligo di curare ai sensi dell’art. 1130 comma.2 Codice Civile. (E-Mail Firmata). Abbiamo chiesto al nostro amministratore di fare due assemblee ordinarie all’anno, una ogni sei mesi, e la risposta è stata rifiutata poiché la seconda non gli compete, è vero? L’assemblea ordinaria del condominio deve essere convocata una volta l’anno per rendere conto della sua gestione e sulla nomina dell’amministratore nonché per approvare il preventivo dell’esercizio successivo. L’amministratore può convocare l’assemblea ogni volta in cui ne ravvisi la necessità che, solo perché eventuale, prende il nome di straordinaria. (E-Mail Firmata). MARZO ‘09


EDVARD MUNCH Anche dal dolore può nascere l’arte di Maria A. Trimarchi dvard Munch è stato l’artista moderno per eccellenza che dal suo dolore ha saputo dar vita ad una vastissima produzione di opere d’arte. Infatti Munch perde madre e sorella in giovane età e ha dovuto subire le continue crisi nervose del padre: tutto questo contribuì alla formazione di una sensibilità straordinaria, capace di cogliere e rioffrire allo spettatore le ansie e le sensazioni inconscie dell’animo umano. L’uso di colori forti, applicati con intensità, sottolineano le ansie dell’autore. Nei suoi dipinti, uno dei temi ricorrenti è quello della morte e della malattia che raffigura attraverso personaggi sinistri e spettrali con visi pallidi e sguardi allucinati. Un altro tema presente è quello del rapporto con l’altro sesso, che per Munch fu sempre difficile e tormentato. I dipinti che più illustrano questo suo dramma sono “Il vampiro”, “L’abbandono” e “Gelosia”. Ma anche “Madonna” esprime questa visione pessimistica, rappresentando la Vergine nuda, sensuale, in atteggiamento di abbandono, conscia della sua bellezza e per questo superiore, pericolosa, da tenere lontana. Con il passare del tempo lo stile espressionista si installa in Munch: i personaggi diventano sempre meno umani e lontani dalla realtà e la massima espressione di questa dolorosa metamorfosi è “Il grido”, l’opera più popolare ma anche più rappresentativa di Munch. In essa il personaggio ha forme innaturali, è composto da linee ondeggianti e il volto è una maschera di morte che si muove in un contesto desolato e anonimo. L’uomo si proietta verso lo spettatore come in una corsa folle, come a chiedergli aiuto. Qui sono presenti tutti i sintomi di paura, di non-comprensione, una caduta verso l’abisso. Guardando quest’opera così drammatica si ha la sensazione di sentire il grido di quell’essere indefinito, un grido disperato che rimbomba nella testa di chi l’osserva.

E

Curiosando... I colori che in luenzano la nostra vita (o quasi) - di Cris na Maccarrone a nostra rubrica con le curiosità inizia con un tocco di colore. Anzi, di più colori. Quelli che nel mondo fisico non esistono e che invece per noi hanno un’importanza fondamentale che da secoli viene studiata dalla cromoterapia. Ora, non prendetevela con il vostro cervello se non riuscite a creare! È sbagliato l’ambiente: o ve ne andate in riva al mare oppure dovete prendere pennello e secchiello e dipingere la vostra stanza di blu. Infa , secondo una ricerca canadese pubblicata su “Science”, è il blu che migliore le capacità di pensiero e dà una buona mano ai crea vi, oltre a far rilassare come si è sempre saputo.

L

Se invece, avete bisogno di concentrazione e di a enzione ai de agli, dovete scegliere il rosso. Non a caso è il colore del segnale di stop, delle sirene delle ambulanze e delle penne rosse che segnavano gli errori a scuola… Uno studio apparso sulla rivista “Nature” qualche tempo provava che il rosso vince nelle compe zioni spor ve verificando che chi è ves to di questo colore di solito straccia gli avversari. E il rosso non a caso è il colore afrodisiaco per eccellenza: ca ura l’a enzione su una donna o su un uomo. Ha un aspe o nega vo: ci porta ad essere a ra verso i par colari, ma ci distrae dallo sperimentare nuove cose e dal rischiare, a differenza del blu che ci porta a viaggiare e a provare. Quindi doma na, prima di scegliere cosa indossare, pensateci: i colori potrebbero cambiare la vostra vita… o quanto meno il vostro umore!



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