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03 2017
RIVISTA DIGITALE BIMESTRALE GRATUITA
Fipsas - cfi fiops - lbf
CARPFISHING PICCOLI TESORI NASCOSTI
FEEDER
SORPRESE D’AUTUNNO
CATFISHING SPINNING AL SILURO DALLA BARCA
Pescatori, come te. Ordina comodamente i tuoi materiali per la pesca sul sito www.fishingitalia.com, il più grande store di prodotti per la tua passione. Consegne rapidissime dove preferisci: a casa, al lavoro o dalla suocera. Potrai scegliere tra i migliori articoli delle migliori marche, a prezzi che non temono confronti. Provaci, perchè siamo pescatori, come te.
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LA FORZA DELLA PASSIONE Eccoci nuovamente insieme a parlare di pesca con un altro bel numero a firma dei migliori “specialisti” italiani. Le pagine di CEFF rappresentano l’essenza della tecnica, ciò che ognuno di noi cerca ogni volta che si affaccia sulle sponde di un lago o lungo le rive di un fiume. Noi esprimiamo ciò che ci portiamo dentro da una vita... la nostra vita. A prescindere dal fatto che ogni singolo articolo di questo nuovo numero è fatto con il cuore da parte di chi ama confrontarsi con tutto ciò che la natura offre, vi consiglio di leggere l’articolo scritto da Michele Vallesi, di Any Water “Cadere per poi rialzarsi”. Michele ci racconta le ultime vicende legate alla sua vita e al suo lavoro, un racconto molto personale. Per quanto mi riguarda credo che Michele abbia scritto non una semplice storia, ma il racconto di una grande prova di forza e di coerenza. Il racconto di un dramma di qualche anno fa che ha stroncato e messo in ginocchio centinaia di famiglie e di lavoratori, persone che avevano messo in gioco loro stesse, la loro attività e le loro famiglie, che si sono ritrovate all’improvviso senza più niente. Nonostante le vicende drammatiche (molti interrogativi ancora oggi senza risposta) lui ha deciso di non arrendersi e di combattere, di andare avanti, di rialzarsi proprio come deve fare un bravo imprenditore. Noi di CEFF siamo convinti che per Michele e la sua azienda sarà il tempo a rimettere tutte le cose al loro posto. La coerenza, la voglia e la sua passione faranno sicuramente il resto! Questo di CEFF è il numero che chiuderà questo 2017, un anno non facile per molte attività, ma che ha visto una grande svolta nei confronti delle leggi contro il bracconaggio. Questo è il risultato di un grande lavoro da parte della politica, delle forze dell’ordine, delle associazioni di settore, e degli insostituibili, instancabili e motivati volontari, per restituire all’ambiente, alla pesca sportiva e ai pescatori quella dignità ormai persa negli anni. Detto questo noi di CEFF auguriamo a tutti gli appassionati (con un po’ di anticipo) di trascorrere delle serene feste Natalizie in compagnia dei propri cari oppure facendo ciò che ognuno ama fare di più, magari di fronte ad un bel falò tra amici sulle sponde di un grande lago. Buone feste a tutti, noi ci vediamo a gennaio.
NUMERO 3 Novembre 2017
EDITORE MATTEO MARMOCCHI
Numero Registro Operatori di Comunicazione 26536
direttore responsabile
Matteo Marmocchi matteo@carpefeederfishing.it
direttore editoriale
Graziano Giambastiani graziano@carpefeederfishing.it
videoimpaginazione
Matteo Marmocchi
direzione e redazione
direzione@carpefeederfishing.it
pubblicità
graziano@carpefeederfishing.it
consulenti
White Koy, Graziano Giambastiani, Dario Ferrari, Dino Ferrari, Stefano Francia, Mattia Travasoni, Mauro Pitorri, Marco Rossi, Lorenzo Luciani, Raffaele Mapelli, Ramon Remondi, Simone Gatti, Max Nollert, Michele Vallesi
è una pubblicazione bimestrale MATTEO MARMOCCHI Registrata presso il Tribunale civile e penale di Bologna con il numero 8458
proprietà
MATTEO MARMOCCHI www.carpefeederfishing.it
Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotografie e materiale dattiloscritto alla Redazione, autorizza implicitamente la pubblicazione a titolo gratuito sulla rivista Carp e Feeder Fishing. I manoscritti ed il materiale iconografico inviati in Redazione non verranno restituiti.
graziano giambastiani Direttore Editoriale
Sono vietati la pubblicazione e l’utilizzo anche parziale di testi, foto e disegni, se non espressamente autorizzati.
Sno O M M A R I O v e M B R E - dicem B R E rubriche 6 NEWS 16 fipsas 18 fiops 22 cfi 28 lbf 182 OROSCOPO
pro v e prodotti 44 any water 62 nash 86 meccanica vadese 90 starbaits 106 marukyu 140 imperial baits
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CADERE PER POI RIALZARSI
piccoli tesori nascosti
carpe di fiume
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avventure di escape dalla barca!
BLOW OUT PIT RIG a modo mio!
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pane... a tradimento
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sorprese d’autunno
veloci sessioni in piccoli ambienti
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catfishing
172 feeder in po
spinning al siluro dalla barca
e n i l n o è il nuovo numero della rivista di
Nash
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SOTTOZERO A partire da martedì 14 novembre alle ore 21.30 Pesca (Sky canale 236) presenta Sottozero. Una serie dedicata alla pesca realizzata nei freddi mesi invernali, con tutte le difficoltà e le avventurose complicazioni che la rendono particolarmente appassionante. Il protagonista, Michele Valeriani, compirà un viaggio in barca da Cremona fino alla foce del Po, per affrontare diverse sessioni di pesca invernale. Insomma, una sfida in cui aspi, siluri, carpe e luciperca saranno i protagonisti insieme a tecnica, gag divertenti ed atmosfere tipiche del durissimo inverno padano. Del resto… quando il tempo si fa duro, i duri cominciano a pescare!
CENTOTRENTA 2 A partire da mercoledì 1 novembre alle ore 22.30 Pesca (Sky canale 236) presenta la seconda stagione di Centotrenta. Torna con gli episodi inediti una serie che ha appassionato tanti spettatori amanti delle emozioni forti, dedicata alla pesca al luccio. Anzi, dedicata alla ricerca DEL luccio, nella speranza di incontrare e catturare un esemplare da ricordare per sempre. Matteo De Falco ed Enrico Pini si spingono questa volta fuori dell’Italia per cercare spot sempre più interessanti nei quali incontrare ‘Mister Pike’: protagonista degli episodi è la tecnica, spiegata, illustrata e raccontata da due tra i massimi esperti di pesca al luccio d’Italia. Ma non mancheranno momenti divertenti e la cronaca di qualche avventura inaspettata ed emozionante.
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17-18 Febbraio 2018
Gonzaga - MN
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IL DIARIO DI PESCAVVENTURA A partire da giovedì 2 novembre alle ore 22.00 Pesca (Sky canale 236) presenta Il diario di Pescavventura. Si tratta della prima stagione inedita di una serie interamente dedicata all’universo della pesca a mosca. Il ‘flyfishing’ verrà raccontato e analizzato in tutte le forme e sfaccettature: i migliori itinerari – naturali e artificiali - in cui praticarlo, i personaggi più esperti con cui condividerlo, le diverse tecniche (inclusa la tenkara) da usare per renderlo efficace, lo studio degli artificiali e della filosofia stessa che servono per affrontarlo al meglio. Un’esperienza complessa che comprenderà ambiente, tradizione, innovazione e cultura, per uno sguardo davvero completo sulla pesca a mosca.
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TROUT SESSION A partire da venerdì 10 novembre alle ore 22.00 Pesca (Sky canale 236) presenta Trout Session. Nuovi episodi inediti del programma interamente dedicato alla pesca a spinning dei salmonidi nelle acque europee. Protagonisti del programma sono la tecnica di pesca, le immagini spettacolari e soprattutto la grande bellezza di alcuni tra i predatori più ricercati e iconici del mondo: le trote del Fibreno, le grandi lacustri d’Irlanda, gli eleganti salmerini alpini, le gigantesche e fiere marmorate. Un viaggio esclusivo ed emozionante che farà felici tanti appassionati.
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LURE FISHING A partire da sabato 18 novembre alle ore 21.00 Pesca (Sky canale 236) presenta Lure Fishing. Una serie di pesca inedita e in prima visione, dedicata alla pesca a spinning in mare e in acqua dolce. Esperti del settore accompagneranno lo spettatore nella ricerca degli spot migliori, per descrivere al meglio la pratica dello spinning moderno. Vedremo illustrate le tecniche del momento, con una particolare attenzione al tema della scelta dell’artificiale e del loro utilizzo: un discorso a parte verrà dedicato alle gomme di ultima generazione, i loro inneschi non dimenticando l’impiego delle diverse hard bait. Insomma: un programma davvero da non perdere per ogni appassionato di pesca a spinning.
VITA DA NOMADI A partire da domenica 12 novembre alle ore 21.00 Pesca (Sky canale 236) presenta Vita da nomadi. La serie è un vero e proprio racconto di un’esperienza on the road in Slovenia, tra carpe e trote. Scenari meravigliosi, spesso inseriti in contesti naturali poetici ed evocativi, supportano un programma che non dimentica la descrizione del lato tecnico del carpfishing, seguito con uno stile quasi da reality show. Il teatro delle prime sfide sarà il lago Vogrescek un bacino collinare, famoso in Slovenia, per le sue enormi carpe ma anche per essere uno spot particolarmente complicato da affrontare. Una sfida che Salvatore Perrone, il protagonista di questa serie di avventure, cercherà di vincere a colpi di tecnica ed immagini spettacolari.
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GIORNATA ECOLOGICA
LAGO BRASIMONE Bella giornata quella del 16 ottobre al lago del Brasimone, dove i frequentatori del lago, coloro che pescano a carp fishing, hanno girato tutto il perimetro e raccolto l’immondizia lasciata durante il periodo estivo dai turisti. È la terza edizione, dopo la prima, dove è stata trovata una siringa, in questa ultima sono stati trovati perfino due sci! Molte bottiglie di vetro, assorbenti e pannolini, confezioni di latta. Le brutte abitudini dei turisti non muoiono mai, non costa nulla prendere la propria spazzatura e gettarla negli appositi contenitori, magari differenziandola. Una pratica tipicamente italiana, per chi ha la fortuna di frequentare acque interne straniere, questo fenomeno è assai meno diffuso, ma non c’è tanto da stupirsi quando giriamo per le strade. I volontari hanno svolto un lavoro per la collettività, molto spesso sono i carpisti a pulire i vari corsi d’acqua o bacini presenti sul territorio italiano, sia con l’appoggio di associazioni o magari in gruppi improvvisati. I carpisti si riconoscono anche da questi gesti, i primi a voler bene all’ambiente, sono proprio loro!
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Lavori in corso! Vi aspettiamo a dicembre 2018 in una Fiera più bella, moderna e funzionale! Il Carp Show & Specialist e Artificiali-Lures Expo stanno lavorando per voi e purtroppo ciò comporterà uno stop per l’edizione 2017, che non potrà avere luogo. Ma la sospensione è solo temporanea! Le due manifestazioni vi danno, appuntamento a dicembre 2018, per festeggiare il settimo anno di età in una veste completamente rinnovata. Vi starete chiedendo che cosa succede: dalla scorsa primavera, all’interno della Fiera di Ferrara è all’opera il cantiere per la messa in sicurezza sismica e la riqualificazione dei ventiquattromila metri quadrati di cui si compone il quartiere, tra spazi espositivi, uffici e servizi. Saranno apportate non solo indispensabili interventi strutturali di adeguamento, ma migliorie estetiche all’intero edificio.
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Perciò, tra pochi mesi, gli ambienti della Fiera saranno più sicuri, moderni e funzionali, dal primo all’ultimo padiglione, e questo ci consentirà anche di estendere l’area espositiva e di vendita del Carp Show e di Artificiali-Lurex Expo, per offrirvi un evento più ricco e attraente. Insomma, ancora un po’ di pazienza e poi ci rivediamo nel dicembre 2018, per l’edizione migliore di sempre! Segreteria organizzativa Carp Show & Specialist e Artificiali - lures expo Tel. +39 0532 900713 info@carpshow.it - info@artificialishow.it
carpitaly Carpitaly è giunta al traguardo della sua 20° edizione e si terrà, come di consueto, presso Fiera Millenaria di Gonzaga, il 17 e 18 febbraio 2018. Molte le novità di quest’anno con ospiti sia nazionali che internazionali, nomi che ancora non possono essere svelati, come sempre tra i più conosciuti e importanti del settore. Miss Carpitaly e Mister Siluro, una volta erano separati, adesso saranno insieme sul palco e altra novità 2018 a giocare sul palco ci saranno anche padri e figli. Poi tanti angoli tecnici, a cura della rivista Tutto Carpa e Siluro, con Roberto Ripamonti. Come ogni anno in sala conferenza il convegno, il sabato mattina alle 11.30. E poi best in show e tanto altro ancora. Carpitaly è la fiera mercato più grande d’Italia, oltre 12.000
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news presenze, 10.000 metri quadri di esposizione e 100 espositori presenti. Gonzaga è facilmente raggiungibile in auto, uscita Reggiolo sull’Autostrada del Brennero, oppure in aereo, l’aeroporto di Verona è a meno di mezz’ora. Un’edizione da non perdere, vi aspettiamo numerosi!
Bottiglia in PET:
perché è una minaccia per le nostre acque La storia della bottiglia in plastica parte da molto lontano. Precisamente nel 1941, anno in cui viene brevettato il polietilene tereftalato (PET) ad opera di due chimici britannici. Questo materiale, nato sotto l’infausto clima della guerra, venne poi impiegato nell’industria tessile negli anni successivi, offrendo tanto praticità quanto riduzione dei costi di produzione. Quest’impiego è in qualche modo rimasto nel settore, specie se si considera la diffusione del pile. Si deve aspettare il 1973 perché il PET entri nell’industria alimentare, rispondendo benissimo al bisogno di imbottigliare acqua e bevande gassate senza rischio di esplosioni. Nathaniel Wyeth, ingegnere originario del Maine, vide nel PET il materiale perfetto per offrire al largo consu-
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mo un prodotto facilmente trasportabile, pratico e a basso costo. Inoltre, la bottiglia in PET poteva essere trasparente, offrendo al consumatore un bene di consumo molto più allettante e meno artificiale. Da allora la bottiglia in plastica è entrata prepotentemente nella nostra quotidianeità, facilmente reperibile in (quasi) ogni angolo del globo e, purtroppo, spesso gettata e lasciata alla mercé degli agenti atmosferici. Se si pensa a quanto recente sia l’impiego del PET a scopo alimentare e quanto grande sia l’impatto che già ha lasciato sul pianeta, appare evidente che è interesse di tutti trovare una soluzione in termini di sostenibilità ambientale. Per avere un’idea circa le dimensioni di questo consumo, si prenda in considerazione la quantità d’acqua in bottiglia consumata in Italia nel solo 2016: ben 12Mld di litri. Il belpaese detiene il primato europeo di consumo di acqua imbottigliata pro capite ed è prima al mondo se si escludono le nazioni prive di accesso ad acqua potabile. Tutto ciò nonostante il territorio nazionale pulluli di sorgenti naturali e, a discapito del comune pregiudizio negativo, le acque sgorganti dai rubinetti debbano sottostare ad elevati standard qualitativi. Proprio l’acqua del rubinetto è stata spesso additata come eventuale alternativa al consumo di bottiglie in PET e ci sono alcuni numeri a sostegno. Tra questi il costo ridotto ad un millesimo rispetto alla controparte proveniente dal negozio e i risultati di diversi blind test che hanno riportato una maggiore preferenza verso l’acqua del rubinetto (a confronto con diverse acque imbottigliate). Ciò nonostante, le previsioni per il prossimo quinquennio prospettano un aumento progressivo dei consumi di PET, mettendo seriamente a rischio l’ecosistema del pianeta. Studi di recente pubblicazione hanno evidenziato come le microplastiche siano quasi onnipresenti nella dieta della fauna marina, tanto da finire nello stomaco del 90% dei volatili che fanno del mare il proprio habitat. Le modalità con cui questa plastica arriva negli oceani sono diverse: ad esempio tramite le infiltrazioni nel terreno, procurate dalle pioggie che trascinano con sé detriti di plastica nel suolo (specie in zone dove sono presenti discariche). Ma l’impatto del PET sull’ambiente va al di là di quanto è visibile ad un primo esame. Si deve tenere in considerazione anche tutto ciò che concerne la logistica del mercato dell’acqua in bottiglia, con processi di produzione e trasporto che vanno ad incrementare le già consistenti emissioni di CO². Come detto, un primo passo potrebbe consistere nel maggior consumo di acqua corrente, facilmente reperibile e virtualmente a chilometro zero. Nel caso ci siano dubbi circa la qualità dell’acqua del rubinetto è sempre possibile effettuare test presso enti locali appositi. Per avere una panoramica sul business del PET e il suo impatto sull’ambiente, con numeri e grafici, si può visionare lo studio recentemente pubblicato da http://trademachines.it/info/acqua-in-bottiglia/, concepito per sensibilizzare i propri utenti su questa tematica.
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QUARTO MEMORIAL GIUSEPPE RIZZI “BEPI” Presso il contesto del Lago Margherita a Camisano Vicentino, si è svolto il quarto memorial Giuseppe Rizzi. Il figlio Andrea, dedica ogni anno una bella tre giorni di pesca nel suo lago gestito. Vari premi, tra cui molti di Nash. I partecipanti si sono divertiti, hanno mangiato e si sono goduti belle giornate di pesca rilassandosi in uno spirito, seppur competitivo, sempre all’insegna del divertimento.
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IL NUOVO FIPSAS.IT Dopo anni ed anni di onorata carriera, era ormai giunto il tempo di mandare in pensione la vecchia edizione del nostro sito federale. A ciò hanno contribuito la straordinaria velocità con la quale si trasformano oggi i vari mezzi di comunicazione e l’esplosione mondiale dei vari social media che hanno, di fatto, reso molto rapidamente obsoleta la maggior parte di tutto ciò che fino a pochi anni fa ci sembrava nuovo e al passo con i tempi. La telefonia portatile, Facebook, Twitter, Instagram e i vari social media sono, infatti, oggi alla portata di tutti, ricchi e poveri, giovani e meno giovani, e consentono ormai a centinaia di milioni di persone di mettersi in rapido contatto con il mondo e con tutti coloro che, sempre più numerosi, usufruiscono di questi incredibili mezzi di comunicazione e trasmissione delle notizie. Il mondo di Internet non fa eccezione a quanto sopra detto, anzi può e deve essere considerato il naturale complemento ai social media, oggi tanto in voga. Con quest’ultimi, infatti, si può rilanciare, globalmente e con estrema efficacia e rapidità, una notizia, un commento, un’opinione, si riesce cioè ad essere, come si usa dire dalle mie parti, “sul pezzo”, ma se si vogliono approfondire gli argomenti, se si vuole consentire a chiunque una piena conoscenza della nostra Federazione, se si desidera mettere a disposizione tutte le informazioni necessarie a comprendere e vivere appieno la FIPSAS, è assolutamente necessario dotarsi di un sito federale accattivante nella grafica e nei contenuti, ma principalmente di un sito che consenta una facile ed immediata ricerca delle informazioni ritenute necessarie. Ecco dunque il motivo per il quale si è reso necessario un cambio radicale dell’architettura del sito federale: riuscire a mettere a disposizione di tutti i nostri soci, ed anche di coloro che ancora non lo sono, un moderno mezzo di comunicazione che rappresenti un valido punto di riferimento per tutti loro e che possa renderli partecipi e quotidianamente informati sulle numerosissime attività e iniziative della FIPSAS. Certo non è possibile che, a questo stadio, il sito sia già nella versione definitiva. Molte saranno le modifiche e molti i cambiamenti che, di volta in volta, verranno
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http://www.fipsas.it/
apportati in base alla frequenza delle visite degli utenti nelle varie parti del sito ed all’interesse che i diversi argomenti e le diverse tematiche e discipline susciteranno. L’idea è, infatti, quella di mettere a disposizione dei diversi fruitori un sito “interattivo”, un sito che possa cambiare faccia e pelle in base alle richieste e preferenze degli utenti. Ci sarà, perciò, bisogno di tutti voi per un miglioramento continuo di questo prodotto, che speriamo possa finalmente rappresentare un valido riferimento per il mondo alieutico, sia agonistico che ricreativo, e per tutti coloro che seguono le varie discipline praticate in FIPSAS. Chiudo questa breve presentazione ringraziando CONI, ConiNet e Coni Servizi per il contributo che ci ha permesso di realizzare questo importante strumento di comunicazione e tutti coloro che con la loro passione e impegno hanno collaborato alla realizzazione progettuale, grafica e testuale del nuovo sito federale. Presidente Ugo Claudio Matteoli
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Lotta al bracconaggio La Commissione agricoltura del Senato chiede al Governo azioni urgenti
Ruscelli: “Insieme possiamo sconfiggere questo grave fenomeno” E’ di questi giorni la pubblicazione della risoluzione approvata dalla Commissione agricoltura del Senato sulla grave piaga del bracconaggio ittico nelle acque interne. L’audizione sollecitata pochi mesi fa dal direttore della Fiops Francesco Ruscelli, insieme al collaboratore ed esperto Roberto Ripamonti, e dalle altre associazioni di pescatori sportivi, aveva fatto emergere numerose problematiche che necessitavano azioni immediate. Le conclusioni del documento sono quelle fortemente auspicate dalla Federazione italiana operatori di pesca sportiva: “Il Governo - si legge nel testo della risoluzione sull’affare 683 – si impegna ad attivare un tavolo presso il Ministero degli Interni per definire le modalità per una massima coordinata ed omogenea azione sia preventiva che repressiva, a intervenire per garantire la tempestiva e integrale repressione delle condotte criminose, a coordinare gli interventi su tutto il territorio nazionale predisponendo linee guida sul contrasto al bracconaggio, a sollecitare le Regioni per l’intensificazione e valorizzazione delle guardie volontarie sul territorio, a sollecitare divieti temporanei di pesca in aree sensibili e a istituire un osservatorio nazionale sul bracconaggio ittico in acque interne”. “Con questa risoluzione – commenta con orgoglio il direttore della Fiops Francesco Ruscelli – il bracconaggio cessa di essere un problema dei soli pescatori ma diventa una questione di ordine pubblico che dovrà essere affrontata con nuove modalità e nuovi approcci. Ringrazio la senatrice Maria Teresa Bertuzzi e il senatore Bartolomeo Amidei che si sono attivati per portare il tema nella nona commissione del Senato. Allo stesso tempo vorrei fare un plauso alle associazioni che per prime hanno iniziato la lotta al bracconaggio ittico e, con tenacia, la stanno portando avanti. E’ indubbio che, con
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la Fiops, c’è stata un’ulteriore accelerazione del processo e di ciò ne andiamo fieri”. Necessaria è adesso la riqualificazione del reato di bracconaggio ittico come delitto già richiesta dalla Fiops al Ministro della Giustizia Orlando. “I comportamenti messi in atto dai bracconieri seguono spesso modalità mafiose, paragonabili a quelle di un’associazione a delinquere ed è importante consentire alle forze dell’ordine di intervenire con strumenti operativi più incisivi ed efficienti come l’arresto in flagranza di reato. Negli ultimi mesi abbiamo visto una reale attenzione da parte delle istituzioni e una produttiva collaborazione delle associazioni per perseguire un obiettivo comune”, conclude Ruscelli. “E’ il momento quindi di lavorare per modificare la legge, richiedere al Ministro degli Interni adeguati coordinamenti delle forze di polizia e, come proposto dalla Fipsas, prevedere l’attivazione di un osservatorio nazionale. Vedremo ancora fenomeni di bracconaggio nelle nostre acque ma adesso abbiamo la consapevolezza che insieme possiamo sconfiggere questo grave fenomeno”. Ufficio Stampa Fiops La Fiops, Federazione italiana operatori pesca sportiva nasce su spinta di alcune tra le più grandi aziende italiane di pesca, (Colmic, Tubertini, Trabucco e Olympus) con l’obbiettivo di raggruppare e coordinare tutte le energie esistenti nel settore dei produttori e fornitori di servizi per la pesca sportiva, commercianti del settore oltre che quelle dei singoli pescatori, con l’obiettivo di tutelare, promuovere e diffondere, più di quanto sia stato fatto fino ad oggi, la pesca sportiva e ricreativa nelle acque marine e nelle acque interne italiane e favorire la difesa, il rispetto e il miglioramento dell’ambiente, degli ecosistemi e della fauna ittica.
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13 ° Trofeo Carpfishing Italia L’avvenimento risulta sempre una grande festa. Un rincorrersi ed accavallarsi allegro di voci, di suoni, tra loro diversi ma testimonianza di un solo vivere insieme. Espressioni di storie, di saperi e di vita che solo uno sport può far comprendere e superare. Così questo nostro Trofeo si può considerare ormai una tappa significativa per i carpisti che abbiano il privilegio di parteciparvi. Al di là dei pesci catturati, del risultato finale, delle sedi a cui si appartiene, in questi tre giorni lungo il magnifico fiume Dese si è ancor più respirata la consueta aria di amicizia, di lealtà, di voler andare oltre al gesto prettamente tecnico per conservare un ricordo unico, quello di un evento, per noi carpisti di CFI, veramente speciale. Credo che ancora una volta abbiamo fatto centro, ne è nata una tra le più belle finali da quando il Trofeo ha avuto origine!!! Posso affermare con certezza, che solo nella grande famiglia di CFI si riesce a creare una simile condizione. Grandi ragazzi! Il mio stato d’animo, in questa edizione, è diverso, è quello del partecipante. Proprio così, per la prima
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volta dopo 12 edizioni sono presente a respirare a pieni polmoni l’aria della manifestazione, con me Pietro Cicchetti ex vice presidente; tre bei giorni questi con Pietro, ci siamo scoperti in aspetti sino ad allora sconosciuti, bene così. Anche altri due componenti del direttivo Nazionale tra i finalisti, Luca Masiero e Francesco Basile. Per la terza finale consecutiva gli amici siciliani non hanno mancato l’appuntamento e la presenza di una coppia femminile ha dato dimostrazione di come il gentil sesso sia veramente competitivo, brave Silvana e Rita. Possiamo definire questa edizione come quella della rinascita del Dese, un fiume, nel tratto utilizzato per la finale, gestito dalla nostra sede n.ro 144 Dream Carp Revolution e vigilato dal loro gruppo di guardie volontarie capitanate da Mirko Florian. Questo loro attento controllo, continuo e determinato in combinazione a ripopolamenti effettuati ha dato la possibilità al Dese di aver imboccato la strada giusta per guadagnarsi il meritato appellativo di “fiume delle meraviglie” di tale bellezza sono infatti i pesci che lo abitano. Ma oltre a questo non dobbiamo comunque dimenticare l’aspetto tecnico, per il quale tutti hanno rivolto la massima attenzione e sfoderata tutta la propria esperienza, bravi. Alla fine il trofeo, raffigurante una splendida carpa Regina, è andato alla sede veneta di Piombino Dese, 244 “Gli Elementi
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Negativi“, con la coppia Favaro-Vettorazzo. Marco Vettorazzo ha ricevuto anche la targa per la carpa più grossa, una magnifica Regina di oltre 16 kg. In ordine le altre coppie classificate dalla seconda alla decima: Zonato-Pinato, sede 196; Lucchiaro –Randolino, sede 166; Marino-Casella, sede 79; Gallinaro-Loro, sede 144; Ruzzante-Geron, sede 159; Di Paola –Aragno, sede 206; Sparesato-Zanforlin, sede 247; Basile-Giubin, sede 124; Giacomello-Trettel, sede 55. Le altre coppie concorrenti: Pagliarini-Storti, sede 6; Fabbri-Fabbri, sede 30; Naples-Segato, sede 34; Pedrinzani-Bragazzi, sede 45; Maestri-Guaiumi, sede 76; Trevelin-Masiero, sede 116; Di Martini-Ciabattoni,sede 182; Fontana-Saia, sede 185 (coppia femminile); Zurma-Cicchetti, direttivo. Un ringraziamento particolare a tutti i ragazzi delle sede 144 per aver allestito il campo gara, assistito tutti carpisti dal primo all’ultimo minuto della manifestazione,effettuato i numerosi trasborti per portare i concorrenti nelle postazioni altrimenti inaccessibili, veramente grazie! Agostino Zurma Presidente Nazionale
“Una giornata sul grande fiume PO” Alla riscoperta dei luoghi di un tempo...
Manifestazione per bambini e ragazzi sul Fiume PO e Scuola di Carpfishing - Domenica 17 settembre. Nelle bellissime località di Isola Serafini, San Nazzaro e Roncarolo la sede CFI Grisù Carp di Piacenza, in collaborazione con il Direttivo Nazionale CFI e la Polisportiva Coop Pesca di Parma – Arci Fisa hanno organizzato una stupenda giornata all’insegna della riscoperta dei luoghi del grande
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fiume. Il ritrovo a Isola Serafini dove i giovani carpisti in pectore hanno potuto visitare il nuovo impianto di risalita (scala di monta) dello sbarramento della centrale Enel. Il Presidente regionale Arci Fisa Enzo Savoretti ha brillantemente illustrato le caratteristiche dell’impianto fornendo i dati ufficiali sulla risalita delle varie specie ittiche e rispondendo alle varie domande e curiosità dei partecipanti. I ragazzi seguiti da un folto numero di genitori si sono poi trasferiti sulla “terrazza sul Po” a San Nazzaro per una passeggiata nel parco adiacente al corso del fiume sino allo sbocco del torrente Chiavenna. I bravissimi “ciceroni” della sede CFI Grisù carp, capitanati dal Presidente Luca Belloni, hanno così accompagnato i giovani carpisti in erba illustrando la bellezza e le caratteristiche del paesaggio, le peculiarità del tratto di fiume con cenni sulla fauna, le caratteristiche del fiume in quel tratto e sulla storia locali. Non poteva mancare la visita ad una postazione attrezzata dai carpisti del luogo ed i nostri volontari hanno soddisfatto le curiosità di bambini, ragazzi ed accompagnatori esaudendo brillantemente alle varie domande e richieste. Finita la passeggiata, estremamente gradita dai partecipanti, il gruppo è ritornato al campo base allestito nel parco per la parte didattica della manifestazione. Il ns. Vicepresidente Nazionale Matteo Cortelazzi ha quindi accolto tutti i partecipanti portando il saluto dell’Associazione e iniziando la vera Scuola di carpfishing. Gli argomenti trattati da Matteo hanno riguardato i temi più cari a CFI, ed in particolare, l’etica ed il rispetto della natura, dei luoghi e dei pesci, le attività di volontariato dell’associazione per la pulizia delle sponde ed i recuperi ittici, le attività antibracconaggio poste in atto da CFI, i progetti a tutela del pesce ed importantissimo i progetti già avviati di ripopolamento delle nostre acque. Matteo in modo semplice ed efficace ha trasmesso ai giovani (ed anche al folto numero di adulti presenti) l’importanza dell’educazione sulle sponde, il rispetto e la tutela dell’ambiente ma anche il fascino del Cf che rimane quello dell’amicizia, dell’aggregazione e del contatto con la natura. A seguito del seguitissimo ed apprezzato intervento di Matteo non poteva mancare la voce e l’esperienza del Corpo delle Guardie Ittiche CFI di Piacenza rappresentate da Mauro Beghi. Mauro ha illustrato le attività del suo gruppo toccando varie problematiche attuali tra cui si segnala, in particolare, il fenomeno del bracconaggio e le conseguenze di carattere ambientale, della sicurezza, ed anche di carattere sanitario e legale dello stesso. Il messaggio di Mauro ai giovani carpisti è stato anche improntato sull’importanza del rispetto delle regole e, molto apprezzato da tutti il richiamo alla vigilanza sulle sponde per la segnalazione alle Autorità competenti di eventuali comportamenti illegali, insegnando ai partecipanti il comportamento da tenere in queste situazioni che non devono comunque essere di pericolo per noi stessi. Siamo poi passati alla parte tecnica del carp fishing e qui non poteva mancare la presenza di un vero Angler ed un vero conoscitore del fiume PO: Filippo Bulla. Filippo in modo molto coinvolgente e simpatico, interagendo
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con i ragazzi, li ha veramente “stregati” spiegando loro in modo molto efficace e comprensibile gli aspetti tecnici della disciplina. La costruzione del rig, le esche, le attrezzature, la pasturazione, la scelta dello spot e tanto altro, ma soprattutto la cura ed il rispetto del pesce e gli aspetti legati alla sicurezza personale e, per ultimo il vero concetto del carp fishing il rilascio del pescato, insegnando loro che non è importante rincorrere i record ma vivere la propria passione con amore gioia e rispetto. I ragazzi sono poi stati accompagnati da Filippo e dagli organizzatori capitanati da Luca Belloni e Oriano Grazioli (vero motore dell’organizzazione anche se preferisce stare sempre nell’ombra) ragazzi sulla riva del fiume per cimentarsi nel lancio delle boiles con il cobra. Inutile descrivere il divertimento ma anche la progressione di apprendimento dei ragazzi dopo alcuni primi lanci un po goffi. Come al solito anche gli adulti si sono poi voluti cimentare nella disciplina chiaramente stracciati dai propri figli e nipoti. Al termine della Scuola di carpfishing Matteo Cortelazzi ha consegnato ad ogni partecipante una serie di omaggi del direttivo di CFI: adesivi, portachiavi, depliants e, graditissimi alcune pubblicazioni in DVD offerti dalla ditta La Mincio di Luca Foroni sempre disponibile ad appoggiare le iniziative dei giovani. Carp Fishing Italia Apprezzatissimo il logo CFI in tessuto con il simbolo “no fly carp” La carovana si è poi trasferita a Roncarolo dove lo staff della “Tana di Roncarolo” coordinata sempre dall’attivissimo Presidente dell’Associazione Pescatori Fiume Po Filippo Bulla ha servito un pranzo luculliano con primi, salumi vari, salame cotto, pollo allo spiedo, contorno, ecc. super apprezzato da tutti (chissa perchè ritorneremo…). Dopo il fantastico pranzo il momento che tutti aspettavano: la visita dei luoghi del grande fiume sulle barche dei pescatori. I giovani, muniti ognuno di giubbottino salvagente messi a disposizione dai Soci pescatori della Tana di Roncarolo, hanno potuto navigare sul po sotto la guida di pescatori esperti che hanno illustrato habitat, fauna, vegetazione del fiume. C’era anche il “televisore” che illustrava profondità, conformazione del fondo e anche qualche pesce, inutile descrivere la gioia e l’entusiasmo dei bambini e dei ragazzi, tantè che i genitori e gli accompagnatori hanno voluto poi provare l’emozione di vivere il PO dalla barca. Dopo tanto divertimento la ciliegina sulla torta con la cattura di un pesce siluro di 2,30 metri da parte dei pescatori locali con il combattimento seguito dalle sponde da tutti i partecipanti. A fine giornata il saluto ed il ringraziamento di Matteo con la consegna degli attestati di partecipazione a tutti i partecipanti. Che altro dire…. come al solito CFI c’è! I ragazzi della sede Grisù Carp di Piacenza A cui va un caloroso ringraziamento per il fantastico lavoro svolto.
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Un classico, l’esca che è sempre stata richiesta dai migliori carpisti al mondo, Scopex Squid è la miglior ricetta di tutti i tempi. Una speciale formulazione per grossi pesci usando Scopex e Red Liver, con l’esclusivo estratto allo squid della Nashbait. E’ l’esca che ha fatto più record in assoluto in tutto il Regno Unito e l’Europa da oltre 20 anni.
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I° LBF SARDEGNA CHALLENGE, REPORT DI UN’INEDITA GARA PER QUESTA REGIONE
A cura di Andrea Nonnis (Presidente LBF Sardegna)
In una bella domenica di sole si è svolto il I° LBF SARDEGNA CHALLENGE (domenica 17 Settembre 2017 presso Flumini Mannu, Villasor “CA”), inedita gara amatoriale di pesca a feeder organizzata appunto dalla sezione Sarda di LBF Italia in collaborazione con l’Associazione Fishing Villasor. L’evento è uno dei primi esperimenti dedicati al
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100% alla tecnica del feeder in Sardegna e ha riscosso un discreto successo in termini di adesioni. Una meticolosa organizzazione logistica, il supporto di LBF Italia e del Suo Presidente Nazionale insieme all’attenzione verso ogni dettaglio hanno portato al coinvolgimento di numerosi pescatori che già all’orario prefissato per il raduno erano presenti puntualissimi, compresi coloro che provenivano da più lontano. Fatta l’accoglienza e consegnati copia del regolamento di gara insieme ad un cage omaggio costruito artigianalmente dai ragazzi di LBF Sardegna tutti i partecipati hanno raggiunto le rispettive postazioni. Il Flumini Mannu a Villasor, odierno teatro di gara, si è dimostrato un po‘ avaro in termini di catture, anche probabilmente a causa dell’acquazzone della serata precedente e di costante vento di maestrale che non ha dato tregua ai contendenti per l‘intera mattinata. Le carpe, specie prevalente in questo tratto spot, hanno comunque garantito una timida collaborazione, seppure al minimo sindacale, e non sono mancate le mangiate di alcune prede di buona taglia. La gara si è svolta su una durata di 4 ore e i 40 partecipanti suddivisi in 4 settori si son dati battaglia impostando la pescata prevalentemente contro il canneto presente sulla sponda opposta e innescando mais, lombrichi e in taluni casi mini boiles. Il tratto di fiume in questione nonostante sia abbastanza stretto presenta una profondità media tra il metro e mezzo e i 3 metri. Sono state impiegate prevalentemente montature scorrevoli e cage feeder ma dal momento che a differenza delle competizioni „ufficiali“ era
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ammesso anche l’utilizzo del method, chi ha saputo insistere con questa scelta, è stato poi premiato in termini del maggior numero di mangiate. Hanno avuto la meglio infatti coloro che a metà gara in nassa contavano 2-3 prede degne di nota. La seconda metà della gara ha visto calare il numero delle mangiate, ma si è assistito all’arrivo delle carpe più grosse, tant’è che in alcuni casi è risultato impossibile contrastare la loro fuga verso i canneti in cui sapientemente andavano a rifugiarsi. Inesorabile arriva poi il fine gara, tutti iniziano ordinatamente a smontare e riporre con cura le proprie attrezzature, in attesa della pesatura ma soprattutto aspettando di degustare, in perfetto stile ellebieffiano, il pranzo allestito per l’occasione in un ristorante tipico del paese. Effettuata la pesatura e stilata la classifica finale a risultare vittorioso è Nicola Floris, feederista della zona di Cagliari particolarmente a suo agio in questo spot. Insieme a Nicola finiscono sull’albo d’oro al secondo posto il giovane Mirko Pintore e l’esperto Luciano Angius terzo assoluto che con grande perseveranza e caparbietà è riuscito a portare a guadino la preda più grossa di giornata. Il I° LBF Sardegna Challenge è stato senza dubbio un esperimento che può dirsi perfettamente riuscito, considerato e voluto dai suoi organizzatori con una duplice chiave di lettura, una vera e propria sfida, proprio come il suo nome “challenge” lasciava presagire: Una sfida sportiva tra pescatori amanti del feeder ma soprattutto, il tentativo ardito di riuscire ad organizzare un evento singolare nel suo genere in una Regione come la Sardegna in cui la fanno da padrone storicamente numerose altre tecniche che hanno maggior rilievo e simpatizzanti. La vogliamo archiviare con grande orgoglio e soddisfazione, come un successo, con la speranza che sia stimolo per il futuro della sezione LBF Sardegna nel suo tentativo di suscitare sempre maggiore interesse verso questa tecnica di pesca innovativa anche nella nostra amata Regione.
L a fondazione di L B F S ardegna Ormai è passato quasi un anno da quando con un gruppo di alcuni amici appassionati della pesca a feeder nelle acque interne abbiamo dato il via all’avventura LBF Sardegna. Presi i primi contatti col Presidente Nazionale ci siamo ritrovati nel mese di marzo 2017 a dar vita alla sezione. Abbiamo raggiunto in pochi mesi il numero di 25
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iscritti, tutti ragazzi provenienti dal sud e dal centro Sardegna, ma indipendentemente dal Comune di Residenza, tutti accumunati dalla passione per la pesca, in particolare nelle acque interne. Nei primi mesi di attività abbiamo organizzato diversi Raduni in cui ci siamo cimentati direttamente a pesca e sviluppato alcuni tutorial pratici utili alla costruzione artigianale di pasturatori, preparazione delle pasture, esche ed inneschi e collaborato attivamente nell’organizzazione della prima edizione del LBF Sardegna Challenge. Il gruppo si riunisce generalmente a Villasor nel Cagliaritano, ma c’è molto interesse ovviamente soprattutto nell’individuare e condividere nuovi spot in tutta la Regione. C’è molto fervore, tanta voglia di organizzare e oltre ai momenti goliardici necessari per “condividere” e per favorire la vita Associativa, sono già stati immaginati gli obiettivi del gruppo per la prossima stagione, rientrano certamente tra questi l’organizzazione di
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iniziative legate alla divulgazione della tecnica del ledgering, anche in collaborazione con le aziende del settore, e ovviamente la programmazione di altri eventi agonistici sportivi con l’intento di suscitare ulteriore coinvolgimento.
1 ° C O N C O R S O F O T O G R A F I C O L B F C lic k “ I ferri del mestiere ” L’iniziativa invita a raccontare, attraverso le immagini, l’importantissimo ruolo che ogni pescatore attribuisce ai propri “ferri del mestiere”. Molti sostengono che la parte più bella della pesca risieda proprio nella capacità di immaginarsi, magari nella propria cantina buia, i colori, i suoni e gli odori dello spot prescelto, l’approccio da preferire, quali attrezzature, montature, esche, pasture mettere nella sacca. Obiettivo del concorso è la produzione di scatti creativi che non risultino un mero dettaglio degli oggetti in sé, ma che, al contrario, ne evidenzino in modo evocativo pregi, modalità d’utilizzo, funzioni in pesca ma non solo. Il regolamento completo del concorso è visionabile sul ns sito internet www.lbfitalia. net sezione concorsi.
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CADERE PER POI carpfishing
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Testo e foto di Michele Vallesi
Sarà l’effetto dello stare per molto tempo lontano dalle sponde, sia fisicamente che mentalmente o sarà semplicemente la sorte... infatti, dopo quel maledetto 26 ottobre del 2016 è come se avessi staccato la spina un po’ da tutto, da quel mondo che fino ad allora era stato come una “seconda famiglia” per me
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Un’immagine molto cara a chi ha il carpfishing nel sangue
Avendo un’azienda del settore, tutto cio che mi riguardava, girava intorno al carpfishing, amicizie comprese. Ero a conoscenza di tutti i vari andamenti riguardanti i laghi a me più cari, catture in primis. Giornalmente scambiavo informazioni e pareri con almeno una decina di angler, non solo con i ragazzi dei miei Team, bensì anche con altri pescatori. Posso tranquillamente dire che per almeno 18 ore al giorno ero preso dalla pesca e tutte le sue sfumature. Da quel giorno tutto si fermò, ero troppo impegnato a cercare una soluzione valida per far ripartire la mia azienda, dato che entrambi i siti produttivi furono danneggiati in maniera grave e quindi “riutilizzabili” forse dopo qualche anno...inoltre ebbi uno stravolgimento per cio che riguarda la vita sentimentale, una relazione finita nel peggiore (o nel migliore) dei modi, completava un disagio senza precedenti. Per alcuni mesi, esattamente fino al Carpitaly, la pesca fu come un lontano ricordo. Il ritorno sulle sponde fu graduale, a piccoli passi, ripresi a sentire CADERE PER POI RIALZARSI Pag.36
i miei ragazzi in pesca, mi aggiornai sulla situazione di alcuni laghi e ripresi a fare qualche pescata. Lo start fu impressionante! Iniziai affrontando una sessione in una cava non troppo distante da casa, uno di quei posti in cui andavo sin da bambino. Erano i primi giorni di Aprile, giornate calde e assolate si alternavano a nottate fredde e umide, le carpe si stavano svegliando e così pensai di provare a catturarne qualcuna. Fu così che la prima notte catturai il mio attuale record di carpa regina, ben 27,2 kg, l’entusiasmo e la voglia stavano tornando. Da lì a poco decisi di affrontare un lago vulcanico, sempre una short session, dato il tempo a disposizione che, non giocava a mio favore. Anche in quell’occasione il risultato non tardò ad arrivare, infatti, catturai uno dei pesci più grandi che io abbia mai preso in quel lago, una
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spettacolare regina di quasi 23 kg! Conscio che non mi ero poi cosĂŹ tanto rammollito, carico come non mai, partii con il mio socio alla volta di un grandissimo lago del nord Italia, uno tra i piĂš belli, sarebbe stato il mio esame di maturitĂ . Avevamo difronte una tipologia di pesca non del tutto semplice, le calate per posizionare i nostri inneschi erano molto lunghe ed alcune furono rese possibili solo grazie a delle derive, per cercare di prendere i pesci nelle CADERE PER POI RIALZARSI Pag.40
loro “tane”. Con la solita determinazione e caparbietà, affrontammo quelle acque con le dovute accortezze e strategie, così facendo, riuscimmo nel nostro intento, ovvero, catturando una decina di pesci, tra cui un paio di catture veramente importanti. Ero pronto, tutto filava liscio, finalmente si poteva riprendere quel ritmo, o meglio, stile di vita che, nel bene o nel male mi ero cucito addosso. La mia vita sentimentale stava riprendendo nuovamente forma, grazie all’incontro con una ragazza fantastica, la quale mi spinse a “riprendere” la mia vita piscatoria… La tranquillità, o meglio, pace interiore, è fondamentale per riuscire ad ottenere qualsiasi obiettivo, non meno nella pesca. Uno dei Pionieri di questa tecnica, Didier Cottin, mio grandissimo amico, mi disse: la pesca è semplice, ma per avere degli ottimi risultati “devi essere libero e puro qui...e qui” toccandomi testa e petto, non lo dimenticherò mai! A volte la ricerca di nuovi stimoli è fondamentale. Mi serviva un nuovo stimolo, un ulteriore stimolo per far si che quella “malattia” mi riprendesse, così rispolverai un vecchio progetto, un’esca alla quale in passato non avevo dedicato il giusto tempo e dedizione. Ripresi in mano quella dozzina di fogli, appunti mal scritti, idee buttate là. Comparai tutti i dati, compresi quelli dei test svolti e rielaborai una ricetta. Misi in produzione i primi prototipi e sin da subito si rivelarono molto interessanti, l’idea iniziava a prendere forma e tutto il mio entusiasmo iniziale si trasformò in determinazione per la realizzazione , ancora una volta, di qualcosa di unico... la 6.5. Si trattava di una boilie con all’interno del tonno, non la classica farina, bensì del tonno vero e proprio (come quello delle scatolette), operazione assai difficoltosa date le sue proprietà “sleganti” e la difficile conservazione all’interno di una boilie ma, tutto sommato, i test in laboratorio erano molto fiduciosi e con qualche piccola modifica sarei riuscito nel mio intento. CADERE PER POI RIALZARSI Pag.41
Quando tutto prese forma e l’identità iniziava ad apparire, mostrai tutti gli incartamenti al mio socio Paolo e cercai di spiegargli quello che avevo in testa e le varie modifiche da effettuare per far si che tutto risultasse perfetto. Lui si mise subito al lavoro, rielaborando il mix e le parti liquide, aggiungendone di nuove e riequilibrando quelle già presenti e dopo circa un paio di settimane, si presentò da me con quella che sarebbe stata l’esca definitiva... devastante! Era riuscito a riprodurre quanto di meglio io mi potessi aspettare, ai miei occhi “l’esca perfetta”. Al suo interno erano presenti ben 6 farine di pregiata qualità e ben 5 differenti parti liquide altrettanto pregiate, il tutto aromatizzato con una combinazione Salmone/Limone da far invidia ai migliori chef!
Quel qualcosa di unico era stato creato, ancora una volta avevamo fatto centro...
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L’euforia era alle stelle ed in men che non si dica, spedii ingenti quantità a diversi miei collaboratori aspettando con ansia i loro test in pesca. L’aspettativa era alta, ma devo ammettere che data la complessità dell’esca, anche lo scetticismo non era da meno. Purtroppo io personalmente non la potevo provare nel giusto modo, non ne avevo il tempo e la giusta concentrazione data la quantità di lavoro che mi spettava in quel periodo. I test Il rientro dei ragazzi dalle prime sessioni fu qualcosa di sensazionale, over ovunque e personal best letteralmente distrutti! Quel qualcosa di unico era stato creato, ancora una volta avevamo fatto centro, nonostante tutto decidemmo di tenere il progetto “segreto” continuando a pescarci un po’ ovunque, per vedere se erano stati dei casi fortuiti o se realmente avevano quel qualcosa in più rispetto le precedenti. Molti dei ragazzi con cui collaboro ormai da anni, sono stati “stregati” da questa boilie, catturando pesci veramente degni di nota ovunque, laghi differenti l’uno dall’altro, dai bacini del centro Italia fino alle acque francesi e slovene, tutti con un unico comune denominatore, catturare! Ad un anno di distanza posso tranquillamente dire che la 6.5 è una delle esche più performanti che io abbia mai prodotto, esse sono frutto di passione ed esperienza, associate ad una situazione di “malessere” trasformato in stimolo e reso più forte dalla caparbietà che ci spinge a non mollare mai, qualsiasi cosa accada! Michele Vallesi
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FOCUS prodotto carpfishing
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La 6.5 è l’esca per eccellenza, la più completa, la più complessa e la più performante mai prodotta in casa Any Water Il suo mix, un fishmeal, è composto da 6 farine molto pregiate e 5 estratti liquidi altrettanto pregiati. Il tutto atto a comporre un’esca completa sotto tutti i punti di vista, dall’attrazione alla nutritività. Al suo interno l’ingrediente che fa da padrone è sicuramente il tonno, nessuno si era mai spinto così avanti, inserendolo non in forma di farina ma “nudo e crudo”, mantenendo così tutte le sue proprietà. L’aromatizzazione è a dir poco eccezionale, il miglior Salmone selezionato da noi con l’aggiunta di Olio essenziale al Limone a completare il tutto. Elaborata e testata per oltre due anni, è pronta ad esANY WATER 6.5
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sere lanciata sul mercato! Tutti i test svolti, sia in campo nazionale che internazionale sono stati a dir poco sorprendenti, confermando ancora una volta le nostre teorie! Credeteci, provatele e vedrete che non la cambierete mai con nessun’altra esca al pesce! Vengono prodotte in tre diversi diametri, 14, 20 e 25 mm. Disponibili anche nella versione Hookbait, concepite per l’innesco, molto più dure e compatte rispetto le classiche affondanti, in modo tale da non essere “intaccate” da gamberi e pesci di disturbo. La linea verrà completata con Pop-ups, sempre nei rispettivi diametri e con le Balanced con la novità delle 25 mm. Inoltre, i classici Hookbait Dip e Liquid Attractant saranno il fiore all’occhiello per rendere quanto più attrattive le vostre esche, senza tralasciare i Pellet Mix e gli Stick Mix molto apprezzati nel campo agonistico e da chi pratica lo stalker o pescate veloci in generale.
Farine selezionate con l’aggiunta di Tonno e Salmone “nudi e crudi” finemente lavorati per un’esca eccezionale...
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Stanno arrivando... ANY WATER 6.5
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CARPE DI FIUME carpfishing
Le acque correnti sono da sempre il simbolo della pesca sportiva, anche se, per tanti motivi, in questi ultimi anni, alcune categorie di pescatori hanno abbandonato queste acque privilegiando altre tipologie di spot
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Testo e foto di Graziano Giambastiani
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Un approccio che deve essere affrontato in modo semplice con il minimo indispensabile!
La pesca in acque correnti ha nel suo contesto delle caratteristiche uniche che la rendono particolarmente divertente, anche se non sempre viene considerata nel modo opportuno a causa delle catture che risultano essere più piccole di dimensione rispetto a quelle che abitano le acque dei piccoli e grandi laghi. Se affrontate in maniera corretta, ma soprattutto nella giusta ottica, le carpe di fiume possono dare molte soddisfazioni a chi le cerca. Personalmente considero di maggiore “prestigio” permettetemi il termine, una carpa di 10 chili catturata e selezionata in un fiume in mezzo a tantissimi altri pesci molto più piccoli, che di un pesce molCARPE DI FIUME Pag.50
Una delle novità di casa Nash è il segnalatore visivo Wasp, adatto per qualsiasi condizione di pesca e molto pratico, anche per affrontare le fughe violente delle carpe di fiume sulle corte distanze
to più grande catturato in un ambiente dove la presenza dei pesci di taglia è prevalente. Considero molto più importante una cattura dove le condizioni ambientali non sono mai le stesse, e quindi anche le abitudini alimentari dei pesci, rispetto ad un pesce che vive in un ambiente dove si nutre e si muove più o meno in modo sistematico per tutta la sua esistenza. Ritengo importantissime queste considerazioni perché credo che il carpfishing in fiume debba avere maggiore considerazione, se non altro per due motivi molto importanti: il primo per le emozioni che si provano quando si cattura un pesce, secondo perché la presenza dei pescatori sulle sponde è sempre un buon deterrente per molti mele intenzionati. Capisco che spesso le condizioni ambientali non aiutano la scelta, ma è anche vero che il nostro Paese è ricchissimo di corsi di acqua e credo che alla fine, se uno vuole, un pezzettino di sponda riesce a trovarla basta avere la voglia di farlo. L e carpe di fiume A differenza dei pesci che vivono nelle acque ferme e profonde dei laghi, quelli di fiume hanno sicuramente una vita più difficile e movimentata. La
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forza della corrente costringe questi pesci, fin dalla nascita, a nuotare instancabilmente per quasi tutto il tempo della loro vita e a procurarsi il cibo in condizioni a volte veramente difficili. Partendo da queste prime informazioni sarà sicuramente più facile individuare la loro posizione e iniziare la selezione della taglia. E sche grandi e piccole Considero la pesca in fiume un po’ come quella nei piccoli canali, più o meno le condizioni ambientali sono simili, cambia soltanto il flusso della corrente, ma questo è un problema che si risolve con dei piombi adeguati. Ritengo che in fiume la selezione della taglia sia alla base della tecnica e l’unico modo
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Nonostante le piccole dimensioni di certi corsi d’acqua, si possono trovare pesci veramente belli!
che abbiamo per poterlo fare è quello della pasturazione e delle esche. Spesso, a parte qualche caso eccezionale, i pesci di fiume sono molto meno sospettosi e mangiano veramente tutto quello che riescono a trovare, in pratica se riuscissimo a crearci una zona ben pasturata le catture potrebbero essere quasi assicurate. Naturalmente, tenendo sempre in considerazione i livelli dell’acqua e la forza della corrente. A differenza delle acque ferme, in fiume anche se la temperatura dell’acqua scende sotto i 5 gradi è possibile avere delle partenze, ma questo è possibile solo avendo creato una buona zona di alimentazione. Lanciando le esche nei punti del fiume che possono offrire riparo dalla corrente, anche la stagione invernale può regalare bellissime catture. Tornando alle esche e parlando di selezione non posso non ricordare tante catture di piccoli pesci su boilies di grosso diametro. Molte volte ho recuperato carassi allamati su esche del 30 con ami dell’1/0. La voracità dei pesci di fiume a volte mi stupisce, ed è per questo che negli anni continua ad affascinarmi. Solo nei casi estremi, innesco palline più piccole di 20 mm e se
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lo faccio succede soltanto in pieno inverno quando le condizioni sono le peggiori. In tutte le mie sessioni gli inneschi sono sempre molto consistenti e non mi preoccupo quando devo innescare boilies di 30mm, doppie di 24 mm e a volte anche esche triple di 20 mm. Nonostante il mio impegno nella selezione del pesce, spesso rimangono allamati pesci di piccole dimensioni e vedendo le loro bocche rispetto alla dimensione dell’esca non ho mai capito come possano rimanere agganciati con tanta facilità . PerchÊ gli inneschi siano efficaci occorre anche una giusta pasturazione. Per affrontare il fiume ritengo che sia necessario pasturare esclusivamente a Tutti i segnalatori hanno la funzione di avvertire la mangiata, ma gli R3 di Nash hanno di serie le asticelle per evitare che la canna cada con una veloce partenza laterale
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Quando si affrontano i piccoli corsi d’acqua, anche il nostro approccio deve essere proporzionato all’ambiente, ma soprattutto dobbiamo apprezzare ciò che la natura ci offre!
boilies o, al limite, con dei pellet di medie e piccole dimensioni inseriti all’interno delle retine solubili. Per non attirare nella zona interessata una miriadi di piccoli pesci. Durante la sessione è importante concentrare al massimo il prodotto intorno all’esca, mentre per una pasturazione allargata è importante utilizzare solo ed esclusivamente boilies. In questo caso utilizzo boilies di diverso diametro, tra i 30 mm e i 16 mm, questo per abituare i pesci a non diffidare delle dimensioni dell’esca. Vi rammento che per pastura intendo boilies semplici, dolci, con la giusta dose di aroma, ma poco cariche di sostanze varie. A queste palline bastano le sole uova per renderle già abbastanza proteiche. I terminali Per la pesca in fiume non credo che occorrano terminali complicati. Durante questi ultimi anni, nei quale ho avuto modo di sperimentare numerose variazioni sui terminali, sono riuscito a trovare quello adatto e particolarmente efficace: si tratta dell’Uni Rig con anellino di metallo. Per i terminali utilizzo solo trecciati Nash come l’Armourlink o il Combi Link nel diametro di 25 Lb che è una via di mezzo rispetto alla gamma prodotta. Ritengo che questa famiglia di trecciati siano veramente al top della gamma. Questo terminale lo impiego sia affondante che pop up e grazie all’anello di metallo posso variare il diametro dell’esca con facilità.
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L a sessione di pesca Amo affrontare con le mie Scope qualsiasi tipo di ambiente, ma soprattutto alla fine della stagione estiva, quando i primi temporali rimettono in moto le acque di molti fiumi, amo dedicare qualche mezza giornata pescando nei piccoli corsi d’acqua di fondo valle. Non è certo per la dimensione delle catture, questo è comprensibile, ma perché come pescatore sono nato in questi ambienti e, in un certo senso, li ho nel sangue. Per affrontare queste piccole acque, oltre alla difficoltà nel trovare lo spot giusto per insidiare le energiche carpe di fiume, bisogna avere anche uno spiccato senso dell’acqua oltre alla consapevolezza che riuscire a portarle a guadino non è sempre così scontato. Vi posso garantire che carpe di tre o quattro chili al momento della partenza, possono spaccare tranquillamente lo 0,50 senza problemi, mi è successo più di una volta. Per affrontare questi ambienti tutto deve essere ridimensionato, sia per quanto riguarda gli accessori che per le canne. La gamma delle canne retrattili Scope copre qualsiasi esigenza di utiliz-
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zo, ma per questi ambienti sono sicuramente il top. Ma siccome so per esperienza che per riuscire a domare le fughe rabbiose di questi pesci, una Scope 10” 3,5 Lb è sicuramente il top. Questo modello ha un’azione piacevole ma allo stesso decisa grazie alla sua buona reattività sia nella ferrata che nel recupero, ha un libbraggio che ci permette di forzare il recupero anche in caso di presenza di ostacoli sommersi e, grazie alla sua caratteristica, è possibile trasportarla agevolmente. Pescare in questi ambienti mi piace anche perché non è un’azione di pesca statica, spesso è necessario fare brevi spostamenti alla ricerca dei pesci, e un’attrezzatura ridotta è quello che ci vuole. Un piccolo zainetto dove riporre gli accessori e qualche piombo, la linea Scope ne ha di veramente validi, un paio di barattoli di mais e una sacchetto di palline è tutto quello che ci serve per pescare. Un piccolo materassino per la slamatura, un guadino, un picchetto munito di segnalatore, completano l’attrezzatura per affrontare questi ambienti. Il mio consiglio è quello di affrontare questi ambienti con una sola canna, al massimo due se proprio lo spot è agevole e c’è spazio per recuperare, ma altrimenti una sola canna è più che sufficiente. Ricordate comunque che catturare una carpa in questi ambienti è davvero una gran bella soddisfazione, ma sappiate che sarà difficile riuscire a catturarne due pesci nello stesso spot, ci può anche CARPE DI FIUME Pag.57
LEAD WIRE Un prodotto che mancava nella gamma delle minuterie Nash, niente di eccezionale è vero, si tratta semplicemente di un filo di piombo del diametro di 1,2 mm, ma è uno di quei prodotti che fanno felici i veri amanti delle esche bilanciate e non solo. Il filo di piombo può essere
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impiegato per fare affondare meglio la vostra lenza o il vostro terminale, ma se proprio vogliamo essere pignoli è l’ideale per rendere perfettamente bilanciata la vostra presentazione. Prendete una pop up, e con la puntina da trapano fate un foro nella parte inferiore della pallina,
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ma senza forarla completamente. Inserite nel foro un piccolo pezzo di filo di piombo lasciando uscire una piccola eccedenza. Provate a vedere come la pallina si bilancia con l’amo e se è troppo quello che avete inserito
tagliate ciò che non serve, se invece manca fate un altro foro parallelo all’altro e aggiungete il piombo. In questo modo avrete una pallina perfettamente bilanciata con il peso dell’amo.
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Un consiglio per affrontare le acque di molti fiumi: non scendete mai con il filo in bobina sotto lo 0,40, anche se i pesci a volte non sono grandi, hanno una potenza incredibile!
stare, ma questi sono pesci selvatici e non sono abituati ne al rumore sulle sponde ne ai pesci che fuggono attaccati ad una lenza. Le catture in questi corsi d’acqua difficilmente raggiungono pesi e misure importanti, la taglia si aggira spesso tra i due, tre chili, fino a esemplari (in alcuni casi abbastanza rari) che possono raggiungere i dieci, quindici chili di peso, e sono pesci veramente vecchi. Quando affrontate queste acque non dovete assolutamente sottovalutare tecnicamente la forza di queste carpe, quindi come ho detto in precedenza, canne corte e toste, fili non troppo sottili nel mulinello, uno 0,38 va più che bene, e se proprio l’ambiente si presenta particolarmente ricco di ostacoli, un buon Shock leader dello 0,50, come ad esempio lo Snag Leader di Nash prodotto in tre misure diverse: 0,50-0,60-0,70. Gli ami da impiegare dovranno essere abbastanza robusti, come ad esempio la serie Fang Uni di Nash. Questa serie è particolarmente indicata per tutte quelle condizioni CARPE DI FIUME Pag.60
dove è massiccia la presenza di sporco in acque e nel sotto riva. Se preparerete lo spot alcuni giorni prima, preparatelo con una quantità modesta di palline, decidete voi il diametro, se poi la sessione sarà improvvisata all’ultimo minuto organizzatevi con qualche scatola di mais, è sicuramente l’esca che nell’immediato vi può dare i risultati migliori. In bocca al lupo! graziano giambastiani
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FOCUS prodotto carpfishing
LOGIX HIGH LOADER CARRYALL
High Loader
Il fratello maggiore del Low Loader, l’High Loader vi offrirà la stessa protezione e qualità targati Nash con un design ad alta protezione ed uno spazio massimizzato per le vostre sessioni più lunghe e per trasportare grossi carichi. Particolarmente efficiente se utilizzato con il Low Loader, attaccati insieme saranno in grado di trasportare qualsiasi cosa per ogni occasione, quando deciderete di pescare in laghi locali o esteri senza portare via spazio nelle vostre tende. La base rigida e le parti superiori e laterali dello scompartimento principale, dispongono di un accesso a tre lati provvisto di cerniera a
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zip per permettere ai vostri accessori più grandi di essere conservati e posizionati ottimamente. Il design a tre lati provvisto di zip vi permetterà di accedere facilmente allo scompartimento superiore che è capace di contenere una grande Box Logic oppure un grande EVA Bivvy Tray. Inoltre, presenta doppie tasche laterali in grado di conservare i vostri accessori, tenendoli a portata di mano. L’High Loader è provvisto di una cinghia per spalla imbottita, regolabile e removibile. Misure: 36.5 cm (Altezza) x 58 cm (Larghezza) x 30 cm (Profondità)
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LOW Loader L O G I X L O W L O A D E R C A R R YA L L Dedicato al carpista che passa molto tempo in riva al lago, il Low Loader Carryall si adatta alla parte inferiore di tutti i lettini Nash e gli altri sistemi di pernottamento. E’ stato creato per aumentare lo spazio anche nei rifugi più compatti. Dispone di tre cerniere a zip laterali sul coperchio per ottenere uno scompartimento principale ancora più spazioso senza divisori, permettendovi di avere ciò che volete, conservando accessori di qualsiasi misura. La base ad alta protezione ed il coperchio dispongono di un design ad incastro insieme a lati rigidi in grado di mantenere la forma del Low Loader sempre al suo posto, anche quando lo caricate parzialmente. Inoltre, presenta tre tasche provviste di cerniera a zip sulla cima dello scompartimento, le quali vi permetteranno di disporre di un facile accesso al vostro kit anche quando lo conservate al di sotto dei lettini, insieme ad un ulteriore spazio per ospitare una grande scatola Box Logic ed un grande EVA Bivvy Tray, oppure due piccole misure di entrambi gli strumenti appena citati. Per di più, possiede tre tasche laterali provviste di cerniera a zip in grado di offrirvi una maggiore flessibilità per i vostri accessori che scegliete di avere sempre a portata di mano, con una cinghia per spalla regolabile e removibile, la quale vi darà la possibilità di trasportare il vostro Logix Low Loader Carryall. Misure: 24.5 cm (Altezza) x 58 cm (Larghezza) x 30 cm (Profondità)
Visita il sito: www.nashtackle.co.uk o clicca sul LINK AL PRODOTTO LOGIX HIGH LOADER CARRYALL Pag.64
ATTITUDE TO ADVERSE ELEMENTS
RE DEL COMFORT BOSS DELLO STILE
Nonostante la linea Zero Tolerance si sia guadagnata la sua reputazione in particolare per quanto riguarda l’abbigliamento durante condizioni estreme e quindi temperature rigide, l’essenza moderna di ZT è stata pensata per tutte le stagioni. Una linea di indumenti ad alta performance, pensata in ogni dettaglio e dando importanza alla scelta dei materiali. Gli indumenti ZT offrono soluzioni a tutto, dal vento fresco di prima mattina ai temporali improvvisi tipici della stagione estiva, passando dai venti gelidi invernali. Indossati, vi offriranno una comodità senza pari, tenendovi asciutti in qualsiasi condizione estrema. d u m e n t i A l l S e As o n p e r i l p e S c At o r e d i t u t t e l e S tA g i o n i
nashtackle.co.uk
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LINK LEDGERING Testo e foto di Stefano Francia
In un precedente articolo, accennai alla possibilità di attingere dalle varie tecniche di pesca, le strategie e gli accorgimenti necessari per poterle eseguire al meglio e trarre spunto da queste per modificare o migliorare il nostro approccio, vediamo di approfondire l’argomento
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Spesso per trarre in inganno i cavedani più “vecchi” un innesco alternativo può risultare efficace!
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Anche nel feeder esiste questa possibilità e la tecnica del Link Ledgering ne è un fulgido esempio. Una tecnica che mixa il feeder, la pesca al tocco e la bolognese unendone i vantaggi in una disciplina davvero molto dinamica e divertente. Vediamo quindi di spiegare cosa è e soprattutto come si effettua questa particolare tecnica di pesca. Si tratta di una passata rasente il fondale, più o meno veloce a seconda della situazione che ci si trova ad affrontare, regolata da una serie di piombi apposti su uno spezzone di nylon e collegati alla lenza madre, in versione bolt tramite una girella libera di scorrere su di essa e bloccata verso il terminale da un grippa stop. Praticamente la stessa montatura running rig che si utilizza nel più classico feeder fishing e
Si tratta di una passata rasente il fondale, piĂš o meno veloce a seconda della situazione che ci si trova ad affrontare...
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Grossi pallini di piombo morbido facili da togliere o aumentare quando serve
nelle competizioni, ma che al posto del pasturatore prevede una serie di piombi montati a “bulk” ed in numero sufficiente per far compiere all’ esca un passaggio più naturale e catturante possibile sul tratto scandagliato dalla nostra passata. Alla lenza madre collegheremo il terminale del diametro opportuno con un semplice nodo di sangue (o similare) per avere la massima naturalezza nella presentazione ed al contempo un nodo piccolo ma solido. Si può anche optare per un più veloce e semplice congiungimento asola su asola, anche se l’effetto anti tangle perderà efficacia. Anche l’amo sarà scelto LINK LEDGERING Pag.70
in base al tipo di esca utilizzata e le prede che si andranno ad insidiare. Tutto molto semplice a parole, ma... la pratica è un’altra cosa! Oltre alla scelta del peso giusto da apporre come sonda alla nostra montatura, le parti fondamentali diventano: la sensibilità del pescatore nell’individuare le tocche, la velocità di discesa alla quale facciamo procedere l’innesco, la capacità di leggere bene l’ambiente sommerso, la precisione nel fiondare le nostre esche. Infatti in tale tecnica, non essendo presente il pasturatore a fare da alimentatore della linea di pesca, sarà fondamentale l’utilizzo di una buona fionda adatta alle distanze che si vogliono raggiungere ed alle esche utilizzate. L’azione di pesca si svolgerà come nella più classica pesca a bolognese in cui le esche fiondate devono fare da invitante contorno a quella innescata e seguirne perfettamente la discesa, per indurre così i pesci a ghermirla senza troppi scrupoli. Sembrerebbe alquanto innaturale trovare una bella nuvola di bigattini che scende
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Sotto alcuni particolari della montatura, a fianco degli ottimi pellets morbidi da innesco
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verso valle trasportata dalla corrente ed il nostro innesco completamente fuori da tale invitante banchetto... difficile darla a bere (in questo caso a mangiare) a pesci molto smaliziati e sospettosi. Quindi precisione, dosaggi e frequenza delle fiondate sarà uno degli aspetti da curare con maggior attenzione. Avrete notato che ho parlato di bigattini fino ad ora; proprio questa esca è una delle più utilizzate in questo modo di affrontare i nostri avversari, ma molte altre esche possono adattarsi benissimo allo scopo ed anzi, in alcuni casi, risultare ancora più catturanti, come ad esempio il mais, la canapa, i vermi da terra e perfino
Sarà fondamentale l’utilizzo di una buona fionda adatta alle distanze che si vogliono raggiungere e alle esche utilizzate...
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i pellet. Ora veniamo alla parte che riguarda il lancio e l’esecuzione della passata. Consiglio di non forzare cercando di affrontare pesche a lunghe distanze, in quanto la sensibilità e la prontezza sulle mangiate ne sarebbero irrimediabilmente compromesse, mentre a breve media distanza, è una tecnica che regala davvero catture inaspettate e risulta micidiale in alcuni casi. Il lancio avverrà proprio di fronte a noi per entrare in pesca immediatamente, stendendo come fosse una montatura con galleggiante per permettere all’esca di essere immediatamente disponibile e a noi pescatori di iniziare immediatamente il controllo della stessa. Tutto questo solitamente si preferisce farlo con la canna bassa quasi a sfiorarne la superficie, archetto aperto e controllo della fuoriuscita della lenza madre con l’indice oppure utilizzando l’altra mano (molto dipende dall’abitudine del pescatore). Facendo fuoriuscire la giusta quantità di filo volta per volta, si procederà sempre sulla stessa linea di pesca/pasturazione, mentre trattenendo quel minimo che basta per avvertire leggermente il peso del nostro bulk di pallini sul tips della canna, avvertiremo distintamente le tocche di assaggio sulla nostra esca. Alcune volte saranno timidi tremolii, altre volte saranno profondi e violenti strattoni che spesso esibiscono solo i grossi barbi in piena corrente. La lunghezza delle passate non sarà mai troppo elevata, in quanto nonostante la nostra
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Una bellissima tinca, un pesce ormai raro in molti corsi d’acqua, ingannata da una presentazione perfetta dell’esca. Catturare un esemplare del genere è sempre una grandissima soddisfazione!
bravura e precisione nel cedere filo e controllare la discesa, inesorabilmente la corrente tenderà a portare sotto sponda la nostra montatura (solitamente si pesca con grammature piuttosto leggere) mandandola piano piano fuori pastura. Ma tutto rientra nella norma esattamente come per la pesca a bolognese. Si recupera, si fiondano alcune esche e si ricomincia. Gli attrezzi utilizzabili sono piuttosto soggettivi, ma personalmente le 13’ ad azione medium light sono quelle che preferisco soprattutto se mi dedico alla ricerca di grossi esemplari con terminali sottili. Ovviamente anche la scelta del vettino con la giusta sensibilità sarà determinante; dovrà essere abbastanza sensibile da segnalare le mangiate in discesa, ma non tropo morbido per mantenere perfettamente in pesca la nostra montatura. Il mulinello potrà variare dalla taglia 2500 fino alla taglia 4000 ed il nylon in bobina dallo 0.16 mm allo 0,20. Tutto ovviamente sarà da rapportare alle prede che andremo ad insidiare ed alle esche che presenteremo. Link Ledgering: una tecnica dinamica, precisa, divertente, incredibilmente catturante che vi conquisterà alla prima passata! Stefano Francia
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FOCUS prodotto feeder
FREE SPIRIT BARBEL TAMER
FREE SPIRIT BARBEL TAMER Pag.76
fishing
Le nuove BARBEL TAMER sono un progetto completamente nuovo che ha rivoluzionato la precedente SPECIALIST TAMER XWRAP. Fusto sottilissimo, leggerezza ai massimi livelli, reattività del carbonio davvero sorprendente. Come si è potuti arrivare a tale risultato? Semplice: con un continuo, minuzioso, grandissimo lavoro fatto di studi, progettazione, test e che dopo 4 anni si è concretizzato con la realizzazione di questi bellissimi e divertentissimi attrezzi. La sua azione è prettamente parabolica, grazie all’utilizzo di un carbonio alto modulo 30/40 T ed un contenuto in resina inferiore al 25%. Il particolare disegno a trame incrociate del carbonio (XWRAP: progetto ereditato dalla sua precedente versione che tanti consensi ha riscosso negli anni) con inserti verdi, oltre a conferirle quella piacevole ed armoniosa curva in fase di combattimento,
le donano anche un’aspetto davvero elegante. La sua leggerezza e sensibilità non devono però trarre in inganno: sono pur sempre di casa FREE SPIRIT! La capacità di lancio e la riserva di potenza per combattere con potenti avversari non le mancano di sicuro, ma la più accentuata parabolicità nella parte inferiore del fusto, le conferiscono un’azione più “divertente” con pesci di taglia non elevata, rispetto alle sorelle più cattive quali SPIRIT, SEEKER, HI’S. A confermare questo aspetto è il fatto della seconda vetta porta tip’s in dotazione, che permette di utilizzarla anche per pesche più delicate e che necessitano di maggiore sensibilità, proprio grazie all’ausilio del vettino intercambiabile (ne viene fornito uno di potenza diversa a seconda del modello acquistato e sono disponibili ed ordinabili altri vettini di diverso libraggio). In entrambe le configurazioni la canna risulta perfettamente bilanciata ed armoniosa, sia in fase di lancio che in fase di recupero del pesce dimostrandosi sempre all’altezza della situazione. La componentistica è veramente di prim’ordine: • porta mulinello Fuji DPS 16 mm per un bloccaggio ottimale del mulinello senza fastidiose e pericolose oscillazioni • anelli Free Spirit S- Lite per una leggerezza incredibile unita ad una rigidità unica. Adatti all’uso di trecciati, la loro scorrevolezza e capacità di dissipare il calore sono davvero incredibili • calcio completamente rivestito di ottimo sughero per un feeling con la canna che solo gli amanti di questo materiale possono comprendere • fodero portacanna per riporre e trasportare in sicurezza i nostri attrezzi Una canna che abbiamo valutato come un’ottima all round, capace di adattarsi alla pesca in corrente alla ricerca di barbi, cavedani, carpe ma essere altrettanto sfruttabile in carpodromo con la pesca con method, cage, piombi e galleggianti, così come nella pesca stalking marginale. Ovviamente scegliendo il modello adatto che ricordiamo sono quattro: • 11’ 1,5 Lb: la più sensibile e sottile di tutta la gamma. Ottima in carpodromo, in fiume di piccole medie dimensioni alla ricerca di prede mai troppo esagerate ed all’insegna del massimo divertimento. Con la vetta porta quiver, è una fantastica medium ligth per tutte quelle pesche che necessitano sensibilità e parabolicità. • 11’ 2,0 Lb: un pò più cattiva della sorella minore è un’ottima scelta in caso si frequentino spot in cui lanciare diventa difficile ma i pesci sono di buona taglia e si necessita di una maggior potenza sia in fase di lancio per sfruttaFREE SPIRIT BARBEL TAMER Pag.77
re anche lanci sottomano sia in fase di recupero del pesce. Bellissima medium feeder con la vetta porta quiver, adatta anche a fiumi con portate d’acqua fino 70 80 gr. Ottima in carpodromi popolati da esemplari di taglia medio grossa. • 12 1,75 Lb: una 12’ davvero sorprendente per facilità di lancio ma estrema parabolicità in fase di combattimento. Di solito per ottenere un’attrezzo che sia potente e preciso in lancio bisogna affidarsi ad un grezzo piuttosto rigido ed in grado di comprimersi facilmente per poi restituire tutta l’energia di cui necessitiamo in brevissimo tempo. In questo caso il grezzo sottile potrebbe trarre in inganno, ma al primo lancio vi ricrederete! Dodici piedi di puro divertimento! Con la vetta porta quiver potrete utilizzarla in fiumi di media portata insidiando ciprinidi di tutte le specie e taglie oppure nella pesca specialist marginale alla ricerca di pesci anche importanti. • 12 2,25 Lb: la più potente della gamma. Nonostante il libraggio dichiarato, rimane pur sempre un grezzo parabolico progressivo quindi utilizzabile in tutte quelle situazioni in cui vogliamo mettere il divertimento al primo posto a discapito della velocità di recupero. Una canna con cui divertirsi davvero anche con pesci di taglia non esagerata, ma che in caso di belle catture, non si rifiuta di mostrare i muscoli. La più indicata per il Barbel Fishing nudo e crudo. BARBEL TAMER: ora non resta che lasciarvi conquistare dallo Free Spirit che è dentro di voi!
Visita il sito: http://www.meccanicavadese.com
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PICCOLI TESORI
carpfishing
NASCOSTI
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Testo e foto di Lorenzo Luciani
Sono le acque secondarie spesso ritenuti ambienti di minore importanza, ma che possono tornare a farci a sognare!
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Una buona scorta di Tiger nut giĂ preparate per avere sempre a disposizione una presentazione alternativa alle classiche boilies
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Dove meno te lo aspetti, tra boschi, colline o in mezzo ai campi, nascosti in giro per l’Italia possiamo ancora trovare ambienti selvaggi, magari di scarsa importanza rispetto a luoghi più blasonati, ma comunque in grado di regalarci grandi, inaspettate, soddisfazioni. Il nostro paese è ricco di ambienti
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del genere, luoghi dove ad esempio abbiamo maturato la passione per il carpfishing, dove una volta andavamo a pescare da bambini, piccole cave scavate nella seconda metà degli anni cinquanta, oggi regno indiscusso di carpe selvagge che hanno ormai raggiunto una certa maturità e un peso interessante, ma anche luoghi a volte poco accessibili, oppure scomodi e che non vengono comunque affrontati adeguatamente. Tutti ambienti lasciati in disparte, sottovalutati o avari di catture a causa magari di una eccessiva pressione di pesca subita in passato, ambienti a cui oggi vengono preferite altre mete più note e sicuramente più facili da affrontare. Non tutti amano le sfide, ma tentando la sorte in luoghi del genere si possono raggiungere risultati superiori alle aspettative ed è qui, in queste situazioni, che la sfida acquista un valore speciale; è qui che occorre infatti mettere in pratica tutta la propria esperienza per dimostrare prima di tutto a se stessi che nulla é impossibile!
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L O S T U D I O D E L L’ A M B I E N T E E’ proprio in questi ambienti, spesso immersi nel verde, tra boschi o campagne, dove dobbiamo tornare a ‘studiare l’acqua’ come una volta, cercando di captare quei segnali lanciati dai pesci che possano esserci d’aiuto per capire le loro abitudini. I piccoli ambienti necessitano quindi lo stesso impegno nello studio del luogo rispetto ad ambienti più blasonati anzi, meritano addirittura più impegno poiché è spesso complicato ottenere informazioni rilevanti. Magari tornare dopo anni a pescare in una vecchia cava locale potrà sembrare semplice, ma in realtà è più complicato di quanto si pensi. Alimentazione, pressione di pesca e variazioni morfologica del luogo nel tempo, hanno sicuramente spinto le carpe a variare le loro abitudini e per capire se contesti del genere siano oggi abitati da pesci interessanti occorrerà spesso ripartite da zero. La ricerca delle fonti principali di alimento per i ciprinidi sarà quindi il primo aspetto da tenere in considerazione e ci permettera di scovare agevolmente le aree frequentate dalle carpe per poi cercare quei segnali che possano indirizzarci a
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In molti ambienti le carpe hanno abitudini diurne e, evitando di farsi notare o di arrecare disturbo, sarà possibile individuarle facilmente
capire le loro abitudini. Il periodo migliore per lanciarsi in queste suggestive sfide sarà sicuramente la primavera, quando i pesci, risvegliati dall’aumento delle temperature, in particolare nei periodi di frega, inizieranno a spingersi in superficie o in quelle aree con bassa profondità dove spesso saranno facilmente visibili ai nostri occhi; le zone da tenere sotto osservazione fin dai primi approcci saranno nei pressi di ostacoli sommersi, tra i rami di alberi caduti in acqua o vicino alla vegetazione acquatica come canneti o ninfee. Attraverso un accurato metodo di osservazione, che necessita sicuramente una buona dose di pazienza, sarà possibile individuare le aree più redditizie e magari anche il target fish di quel determinato bacino. Nei piccoli ambienti dove regnano oggi indisturbate, la carpe hanno maturato abitudini spesso diurne e, evitando di farsi notare o di arrecare disturbo, sarà possibile individuarle facilmente. PICCOLI TESORI NASCOSTI Pag.86
S C E LTA D E L L O S P O T Una volta individuate le aree maggiormente frequentate dalle carpe dobbiamo necessariamente sapere cosa si nasconde sotto la superficie attraverso un accurato studio del fondale. Specialmente nei piccoli ambienti sarà importante annotare ogni caratteristica, segnando accuramente le peculiarità degli ostacoli (profondità, tipologia, eventuali scalini ecc...). In questo contesto risulta pertanto importante anche la scelta dell’area dove andremo a fissare il nostro ‘campo base’ poiché, spesso, non tutte le zone saranno facilmente accessibili e dovremo evitare che le nostre lenze, per raggiungere gli spot scelti, vadano ad incrociare eventuali ostacoli sommersi ma, allo stesso tempo, dovremo essere posizionati in aree nascoste agli occhi dei pesci. Massima attenzione, quindi, sia alle traiettorie che i nostri fili dovranno percorrere dal punto dove verrà calato l’innesco fino al nostro pod, sia al punto stesso dove piazzeremo le nostre canne. Nei piccoli ambienti tutto va preso in considerazione e una scelta sbagliata o un comportamento superficiale rischia facilmente di compromettere un intera sessione. IL MOMENTO GIUSTO In un contesto del genere sarà molto importante saper scegliere non solo il corretto spot, ma anche il momento adatto in cui organizzare una sessione. In spazi spesso limitati, risulterà infatti più redditizio organizzare sessioni ve-
Nei piccoli ambienti tutto va preso in considerazione per non rischiare di compromettere un intera sessione
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loci, anche solo in giornata, ma sempre al momento giusto e utilizzando strategie di pesca mirate. Luna, pressione e perturbazioni saranno nostri ottimi alleati e, insieme ad un periodo preventivo di osservazione sul lago, ci permetteranno di capire il momento in cui farsi trovare con gli inneschi in acqua e spesso, con poche ore, sarà possibile ottenere risultati sorprendenti. Sessioni veloci saranno pertanto da preferire rispetto a soggiorni più lunghi e, in situazioni così, anche la pasturazione giocherà il suo importante ruolo. Pasturazione contenuta e basata sugli elementi più graditi alle carpe, come le granaglie, ci permetterà di entrare molto rapidamente in pesca. SCACCO IN TRE MOSSE Non sarà facile, ma in tre mosse e con un pizzico di fortuna potremmo quindi riuscire ad ottenere rapidamente risultati soddisfacenti: un corretto spot scelto, il momento giusto e una corretta pasturazione. L’insieme delle scelte di queste tre condizioni sarà il cardine per ottenere successo nei piccoli, ma
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suggestivi, ambienti sparsi qua e lĂ per le campagne del nostro Bel Paese! PerchĂŠ spesso, se affrontate nel modo corretto, le acque secondarie come piccole cave o canali ormai lasciati in disparte, possono nascondere sorprese inaspettate e magari risultati sorprendenti! Lorenzo Luciani
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FOCUS prodotto carpfishing
Starbaits M4
STARBAITS M4 Pag.90
Una canna dal successo scontato, con prezzo accessibile, ma che regge paragoni con attrezzi di alto livello!
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Questa è la M4 Starbaits, vincitrice del concorso Best in Show 2016 al Carpitaly, un prodotto sicuramente adatto ad ogni esigenza e condizione di pesca, straordinariamente reattivo, potente all’occorrenza e piacevole nell’utilizzo. Le M4 si pongono in una fascia medio/alta di mercato, mantenendo comunque un prezzo incredibilmente accessibile a tutti nonostante una qualità costruttiva eccellente grazie alla scelta di materiali di pregio, con finiture curate nel minimo dettaglio che rendono l’attrezzo esteticamente accattivante ed elegante. La M4 é realizzata con carbonio grezzo a trama intrecciata che dona alla canna un’azione progressiva molto reattiva per mantenere il pescatore sempre in contatto diretto con il pesce durante il recupero.
STARBAITS M4 Pag.91
I sei anelli sono tutti in SIC, così come la placca, DPS 18 mm, adatta ad ospitare anche mulinelli di grandi dimensioni; mentre la lunghezza del calcio, con impugnatura in EVA, é perfetta per i combattimenti sia da natante che da riva e permette di avere sempre saldamente sotto controllo l’attrezzo nell’azione di recupero. L’anello di punta é strutturato con un ponte anti groviglio, utilissimo per calare senza problemi dalla barca, mente i primi due anelli del fusto, spesso oggetto di maggiori sollecitazioni, sono a doppio ponte.
In queste foto si nota il particolare intreccio del carbonio delle nuove M4
STARBAITS M4 Pag.92
La qualità dell’attrezzo, adatto anche ai più esigenti, ma comunque economicamente accessibile a tutti, rende le M4 un prodotto con un rapporto qualità/prezzo incredibile. La M4 é disponibile in versione da 10 ft, 12 ft e 13 ft, da 3 lb o 3,5 lb, con possibilità di scelta del primo anello da 40 mm o da 50 mm. Per gli amanti dell’“old style” infine, la M4 é inoltre disponibile in tutte le sue versioni nella variante del modello FC (full carbon), con calcio in sughero.
L’apicale è anti groviglio e la placca porta mulinello può ospitare mulinelli di grandi dimensioni
Visita il sito: www.starbaits.com
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VELOCI SESSIONI F
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fishing
IN PICCOLI AMBIENTI
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Testo e foto di Marco Rossi
Ci sono periodi dell’anno che gli impegni lavorativi e quelli familiari non ci permettono di passare un’intera giornata di pesca sui nostri spot preferiti. Ci vuole una soluzione! Veloci sessioni in piccoli Ambienti Pag.95
Per essere veloci ad entrare in pesca, i pellets morbidi da innesco aromatizzati, sono un’ottima soluzione!
Il problema di una sessione di feeder molte volte è che ci vuole un’intera giornata a disposizione tra viaggio verso lo spot, montare e preparare tutto l’occorrente per la pescata, l’aspettare che il pesce entri in pastura e a fine giornata serve tempo per smontare tutta l’attrezzatura e rientrare a casa. Vediamo quindi come affrontare una veloce sessione di pesca in piccoli ambienti magari vicino casa riuscendo ad ottimizzare il tempo a disposizione per cercare di divertirci catturando diverse tipologie di pesci. Principalmente sono quattro le regole che secondo la mia esperienza vanno seguite. Regola numero uno, ridurre ai minimi termini l’attrezzatura impiegata, regola numero due scegliere degli spot abbastanza vicini a casa di dimenVeloci sessioni in piccoli Ambienti Pag.96
sioni ridotte quali piccoli canali o rami secondari dei fiumi, quei posti che molte volte snobbiamo ma che spesso nascondono vere e proprie sorprese, regola numero tre arrivare con tutto l’occorrente già pronto per entrare in pesca immediatamente e regola numero quattro affrontare lo spot cercando di farlo nel miglior modo possibile.
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Sicuramente, l’uso di un Cage come pasturatore, favorisce la distribuzione sul fondo di pellets e pastura, creando un’ottima scia attrattiva P rimo P unto : R idurre al minimo l ’ attrezzatura da usare Mi affido quasi sempre ad una canna massimo di 10 piedi abbastanza progressiva abbinata ad un mulinello taglia 4000 imbobinato con dello 0,20/0,22 se l’ambiente risulta sgombero da ostacoli, con dello 0,24/0,26 se invece il corso d’acqua presenta ostacoli dove il pesce potrebbe intanarsi o in presenza massiccia di carpe o barbi XXL. Una sedia molto leggera munita di un piccolo piatto per appoggiare lo stretto necessario, un feeder-arm se il terreno non mi permette di usare un picchetto, qualche piombo secco, una manciata di pasturatori di varie tipologie in base a come voglio affrontare la pescata, qualche bobina di filo da finale, alcune buste di ami, un leggero materassino ed il guadino. In aggiunta un piccolo secchio dove ripongo un sacchetto di pastura, un liquido potenziatore, qualche vasetto di pellets morbidi da innesco e se servono dei bigattini.
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S econdo P unto : la scelta degli spot se possibile v icini a casa e di ridotte dimensioni Per delle veloci sessioni di feeder scelgo molte volte piccoli spot dove il pesce è più concentrato e quindi dove risulta più facile localizzarlo e farlo entrare in pastura, possibilmente vicino a casa. Ho quindi iniziato ad affrontare corsi d’acqua minori quali canali d’irrigazione, piccoli navigli o rami secondari dei fiumi. Spot che spesso non sono più larghi di 10 metri, con acque relativamente basse ma molto spesso molto ricchi di pesce di varie specie. Affrontare questi ambienti non è facile, i bassi livelli e le acque limpide rendono i pesci molto diffidenti, ma se mettiamo in atto alcuni accorgimenti possiamo passare qualche oretta divertendoci. T erzo P unto : A v ere tutto l ’ occorrente gi à pronto per iniziare a pescare Negli ultimi tempi mi sto sempre più affidando a Mix pronti di casa Marukyu. Sono comodi da usare quando non abbiamo tempo di bagnare bene la pastura e vogliamo entrare subito in pesca. Molte pasture necessitano di tempo dopo essere state bagnate perché tutti i componenti al loro interno assorbano correttamente l’acqua, tempo che nelle sessioni veloci spesso non abbiamo, ecco perché ci vengono in aiuto i ready mix. I componenti di
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queste pasture sono già inumiditi, serve solo un filo d’acqua per correggere la pastura e via che si può entrare in pesca. Nello specifico sto usando la EFG 661 una pastura di estrema qualità a base Krill molto ricca di olii, aminoacidi e Sali di Krill. Le varie montature da utilizzare le preparo a casa disponendole in comode bustine ermetiche che apro sullo spot. Per affrontare questi piccoli ambienti uso sempre montature fatte in feedergum, questo perché mi permettono di abbassare il diametro del finale visto le acque cristalline, e anche perché in acque basse i pesci tengono a fare partenze molto violente cercando di liberarsi. Sfrutto l’estrema elasticità di quest’ultimo per contrastare le partenze poderose e gestire poi i finali leggeri evitando di perdere il pesce. Anche i finali li preparo a casa. Ne porto con me di due tipologie: uno per l’uso di pellets morbidi tipo JPZ con ami a gambo medio-corto e curva molto accentuata con un filo medio che vanno dal 10 al 16 in base a quanti soft-pellets voglio innescare. La misura media dei terminali può variare di diametro da un minimo dello 0,16 ad un massimo dello 0,22 e di almeno 1 metro così potrò in u secondo momento accorciarli a piacimento. La seconda tipologia di finali che mi preparo prima è da classica pesca a bigatto quindi sempre Veloci sessioni in piccoli Ambienti Pag.104
da un metro di lunghezza con dei diametri che oscillano tra uno 0,128 fino ad arrivare a uno 0,20 con ami che spaziano tra del 20 al 14. Quarto punto : A ffronare lo spot nel migliore dei modi Quando arrivo in questi piccoli ambienti non mi metto subito in pesca, investo qualche minuto nell’osservare bene la conformità del fondale e la presenza di pesci. Se trovo una curva del corso d’acqua dove spacca leggermente la corrente o un leggero salto di fondale cerco di impostare la pescata lì. Una volta scelta la piazzola dove posizionarsi monto il tutto stando attendo a non fare troppo rumore e cercando di limitare i movimenti bruschi per non allarmare i pesci presenti. In questi piccoli ambienti preferisco fare poco fondo a mano, quindi lancio e cerco di tenere alimentata la zona solo con il feeder per evitare che lanciando palle di pastura pesanti i pesci già presenti si spaventino allontanandosi. Un altro accorgimento che pratico è il lanciare leggermente a monte o leggermente a valle della mia postazione sempre per non essere troppo visibile agli occhi dei pesci. Quest’accorgimento lo pratico ormai da tempo perché negli anni ho notato che in ambienti con poca acqua, e pesci molto diffidenti, se si vuole aver continuità di catture si è obbligati a farlo. Inoltre nel periodo estivo se la presenza di vegetazione sulla sponda è elevata sfrutto questo riparo naturale a mio favore. Calo il pasturatore appena a valle della la mia postazione dove la vegetazione crea ombra e riparo ai pesci, e immobile aspetto la mangiata che spesso non tarda ad arrivare. La bellezza di queste acque minori che spesso snobbiamo è che possono regalarci belle sorprese in termini di quantità e qualità di pescato. La grande varietà di specie che popolano quei piccoli ambienti non è da sottovalutare, e quando il cimino della vostra canna vibrerà non saprete mai quale specie starà assaggiando la vostra esca. Non ultimo queste piccole acque ci obbligano a impiegare qualche ora del nostro tempo per cercare (anche senza attrezzatura, ma solo camminando e scrutando l’acqua) le migliori zone di pesca scoprendo spot sempre più belli e ricchi di fascino! Marco rossi
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focus prodotto feeder
fishing
MARUKYU EFG 661 KRILL READY MIX
Una groundbait unica nel suo genere! Un mix ad altissimo contenuto di Krill atlantico, naturale al 100%, già bagnata e pronta all’uso una volta tolta dalla confezione. Nessuna bagnatura è necessaria per renderla collosa e compatta, ma basta la pressione con mani in caso si vogliano confezionare delle palle da lanciare o fiondare, con apposito stampino in caso di utilizzo con i
MARUKYU EFG 661 KRILL READY MIX Pag.106
Clicca e guarda il video
method feeder od ancora una semplice pressione con le dita nell’uso con i vari tipi di feeder. Inoltre la sua bagnatura con estratti puri di krill la rende perfetta da inserire in qualsiasi prodotto a base di PVA per preparare vere e proprie bombe di profondità! La sua malleabilità è tale che se pressata per bene con le dita, è in grado di assumere la consistenza di una pastella da
MARUKYU EFG 661 KRILL READY MIX Pag.107
poter modellare direttamente sugli ami o con gli appositi paste cage. Ottima in tuttte le situazioni e tutte le specie, dà sicuramente il meglio di sè nel periodo invernale, momento in cui il krill esprime tutto il suo potere attrattivo ed alimentare. L’alto contenuto di vitamine essenziali inoltre, ne fa una delle groundbait più complete a livello alimentare, organolettico e digestivo.
Questo è un prodotto di facile utilizzo adatto sia come pastura da lanciare, che per essere utilizzata nei pasturatori. In alcuni casi non è necessario bagnarla
Visita il sito: www.marukyu.co.uk o clicca sul LINK AL PRODOTTO
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carpfishing
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BLOW OUT PIT RIG Testo e foto di Mauro Pitorri
A MODO MIO!
Una micro girella può cambiare in meglio la meccanica di un rig. Mauro Pitorri continua con la sua inventiva nei rigs, creando con pochi e semplici passaggi un’alternativa allo storico “Blow Out”
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Non mi chiedo mai il perché, lo faccio e basta! Spesso ho tra le mani la minuteria da pesca, adoro la minuteria perché seppur così piccola fa sognare in grande. Le mie mani spesso sembrano un tutt’uno con la mente, lavorano
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pensando tra quelle piccole cose da mettere insieme e spesso, come per magia tra semplici nodi rituali si fondono silenziosamente creazioni che fanno volare la fantasia. L ’ in v enti v a fa migliorare Nella pesca, come in altre milioni di passioni, le idee arrivano dalla pratica per poi trovare conferme dall’ utilità oggettiva e dall’atto pratico. I rigs nel tempo hanno avuto tante evoluzioni: alcune “belle da vedere” e magari poco funzionanti, altre “semplici e bruttine” ma molto efficaci in termini di funzionalità. La mia versione “Pit Rig” del “Blow Out” non vuole assolutamente denigrare o mandare in pensione un rig che ha lasciato un segno indelebile nel tempo sulla provata funzionalità, ma solo dare una valida alternativa come proposta di montaggio facilitato grazie ai nuovi accessori di minuteria. Dopo tantissime sessioni dove ho utilizzato questo rig, posso affermare con certezza che è molto funzionale e assolutamente performante in termini di “allamate”. T utto in due semplici nodi Questo rig si fonda principalmente su due nodi: quello che assicura la girella al trecciato è
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SEQUENZA DI COSTRUZIONE Non è un rig difficile, ma serve pazienza per realizzarlo al meglio
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Assicuriamo il nostro amo in modo saldo o in un morsetto da mosca o tra le dita. 2
Cosa occorre per costruire CONETTO anti garbuglio e ferma girella; TRECCIATO Fox Armadillo o similari da 30 libbre; AMO Fox Curve Shank o similari; GIRELLA Kuro micro hook ring swivels o similari; ANTIESPULZIONE Micro line alignas o similari; AFFONDA FINALE Tungsten hooklink sinkers o similari. 3
Infiliamo il trecciato nell’ occhiello della girella.
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Infiliamo nel gambo dell’amo il ring più grande della girella Kuro micro hook ring swivels. 4
Annodiamo il trecciato con un nodo semplice.
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Serriamo il nodo.
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Recidere tramite una forbice il trecciato Con attenzione tramite un accendino in eccedenza. bruciamo il trecciato precedentemente tagliato, fino a creare una piccola pallina. 9
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Tirare il nodo fino a far bloccare la pallina di trecciato fatta con l’accendino, questa bloccherà il ring. 10
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Con il trecciato impostiamo per effettuare un nodo non nodo a filo. Posizioniamo il ring della girella all’altezza dell’ardiglione dell’amo e poi infiliamo il trecciato nella parte superiore dell’occhiello dell’amo. 12
Serriamo il nodo.
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Inseriamo in un ago da leadcore Micro line alignas.
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Trasferiamo il Micro line alignas nel trecciato.
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Trasferiamo il Micro line alignas nel trecciato.
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Tramite un movimento deciso e leggermente rotatorio spingiamo il Micro line alignas verso l’occhiello dell’amofono a coprire completamente il nodo. 18
In queste due foto si vede chiaramente il lavoro di scivolamento del ring sul gambo dell’amo.
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In queste due foto si vede chiaramente il lavoro di scivolamento del ring sul gambo dell’amo. 19
Inseriamo nel trecciato due Tungsten hooklink sinkers.
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Inseriamo in un ago da leadcore un conetto anti garbuglio e poi trasferiamo lo stesso nel trecciato per poi creare un’asola nel trecciato. 21
Il “Blow Out Pit Rig” innescato e terminato.
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praticamente il primo nodo che si impara da bambini, mentre per legare l’amo si utilizza il classico nodo non nodo a filo interno. Niente di più facile! U tilizzo in pesca Il “Blow Out Pit Rig”, è un rig che si presta in modo eccellente in quasi tutte le situazioni di pesca. Si può spaziare da ambienti ad alta pressione di pesca con carpe sospettose ad ambienti tipo fiume, canali o grandi laghi sia naturali che artificiali…veramente un rig “FOR ALL”. Nella sequenza di montaggio mi sono affidato alla particolare forma di amo a gambo curvo come il Curve Shank Fox, trovando questa tipologia di amo molto performante e in grado di far lavorare bene questo rig in quasi tute le situazioni di pesca. Per pescare in presenza di ostacoli dove dovevo forzare di più il pesce, ho fatto varie prove assemblando questo rig con ami a schiena dritta e curvatura ampia e i risultati sono stati davvero soddisfacenti. Mauro Pitorri
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feeder
fishing
SORPRESE D’AUTUNNO SORPRESE D’AUTUNNO Pag.118
Testo e foto di Raffaele Mapelli
Autunno, il periodo che tutti i pescatori aspettano, il freddo è alle porte. I piccoli pesci cominciano a sparire e i grossi pesci hanno bisogno di alimentarsi in vista dell’inverno. Ma oltre ai grossi pesci, l’autunno regala giochi di colore stupendi che ripagano dei sacrifici e delle alzatacce SORPRESE D’AUTUNNO Pag.119
La scelta del pasturatore dipende molto dal tipo di spot che si affronta e dalla forza della corrente
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Se volete sperare nel pesce di taglia, sicuramente questa stagione è una delle migliori per fare centro, ma vediamo come comportarsi. Io affronto ambienti con grosse quantità d’acqua quindi la pasturazione deve essere perfetta quasi maniacale, prima di iniziare a pescare faccio un fondo con palle grosse come un arancio, circa una decina, aggiungo all’impasto mais, canapa, pellets e boilies, ma soprattutto la farina bianca. Grazie ad essa riesco a inglobare nelle mie palle di pastura tutti questi ingredienti che una volta lanciati devono arrivare perfettamente sul fondo. La farina bianca ha un potere legante e ci aiuta a formare delle palle più compatte che arriveranno perfettamente sul fondo senza sgretolarsi, è importante creare un buon mix di esche per mettere i pesci in competizione alimentare. STRATEGIE DI PESCA Andremo a utilizzare grossi cage riempiti di “bigattini in colla” e chiusi da due tappi di pastura. Perché andremo a utilizzare il cage? Il cage ci aiuterà a portare sul fondo esche diverse pellet, boiles mais, creando appunto quel giu-
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In certe condizioni è consigliabile l’impiego di un buon Rod pod
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sto mix di esche che metterà in competizione i grossi ciprinidi. Vi consiglio, se pescate su spot con grosse profondità, di incollare anche i bigattini questo per far si che una volta inseriti all’interno del cage arrivino sul fondo senza disperdersi causa il rischio di portare il pesce fuori pastura. Come esca visto che ormai l’acqua si sta raffreddando vi consiglio l’utilizzo di bigattini, ma soprattutto un esca che forse a volte noi pescatori sottovalutiamo o non prendiamo in considerazione il verme di terra,vi assicuro che vi potrà dare grandi soddisfazioni fidatevi. Un’altra cosa molto importante è la costanza del lancio e dare sempre cibo ai nostri pesci, in questo periodo hanno fame e avere una buona regolarità nel lancio (ogni 15-20 minuti ricarichiamo i nostri cage) sarà essenziale per avere i risultati sperati nella giornata di pesca. MONTATURA La mia montatura è realizzata in modo molto semplice, la semplicità nella pesca può rivelarsi anch’essa una soluzione vincente, una girella con il mo-
Una fredda mattina invernale...
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Spesso il verme di terra, rispetto al classico bigattino, può fare la differenza soprattutto per quanto riguarda la taglia delle catture
schettone libera di scorrere sulla lenza madre dove attacco il mio cage, un gommino salva nodo e una girella dove legare il finale. Un piccolo suggerimento in caso di ostacoli, come ad esempio delle rocce sul fondo, vi consiglio l’utilizzo di finali in fluorocoated o fluorocarbon che hanno una resistenza all’abrasione superiore rispetto alla treccia. Gli ami anche se volete utilizzarli di piccolo spessore vi coniglio ami robusti e la lunghezza del finale varierà a seconda dello spot di pesca. CONCLUSIONI Usate sempre il giusto compromesso tra spessore dell’amo e diametro del filo ma tenete conto una cosa: in questa stagione le sorprese sono sempre
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dietro l’angolo quindi, vista la taglia dei pesci, vi consiglio di non scendere troppo di diametro del filo e di spessore dell’amo il pesce dei vostri sogni può essere proprio dietro a quel sasso. Alla prossima ragazzi sempre su Carp e Feeder Fishing. Raffaele Mapelli
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Avventure di escape carpfishing
dalla barca!
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Testo e foto di Max Nollert
Inizio Novembre. In Germania è autunno inoltrato, questo significa Francia - le carpe ci stanno aspettando!Ma come ben sappiamo non è così facile, e questo è un bene! Sarebbe troppo noioso e “la fatica prima del piacere” è un detto molto concreto! Questo vale anche per la pesca alla carpa e nessuno può negarlo
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P esca dalla barca Iniziai 20 anni fa a pescare carpe da una barca ancorata. Nessun comfort, ma il successo mi fece capire che era la strada giusta. La prima cosa che abbiamo fatto in vista del viaggio è stata quella di adeguare le nostre attrezzature alle condizioni locali. Dal momento che doveva essere una pescata dalla barca abbiamo montato il Rod Pod di Amiaud adattato alla parte posteriore della barca. In estate ho applicato una pratica tenda sulla barca che ci avrebbe dato riparo durante le cattive condizioni. Abbiamo anche arricchito la tenda con un riscaldatore con termostato perché un po’ di comfort può essere molto utile durante la caccia alle grosse carpe. Trecciato da 0,17 mm Visible Touch e 30 mm Snaggy Water giallo, Shock Leader fino a 0,70 mm si sono guadagnati un posto nella nostra tackle box. Varie clip di sicurezza, diversi piombi fino a 240 g dovrebbero aiutare ad adattarci nel miglior modo possibile in molte situazioni. In questo viaggio abbiamo messo tutte le nostre uova in una scatola per quando sarà necessaria la scelta delle esche, e il cesto è stato chiamato CRAWFISH! Oltre ad una selezione di ingredienti idrosolubili che avevano già dimostrato in passato il loro successo, abbiamo fatto affidamento sul contenuto di farina di gambero al 27% che ha reso questa boilies particolarmente attrattiva. Partimmo ed il viaggio serale fu privo di stress, come al solito visto che il traffico nelle auto-
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strade francesi scorre fluido. Mentre il sole era alto nel cielo iniziammo la ricerca per la nostra prima posta. Attraccammo la barca ad una parete metallica e avemmo un buon presentimento fintanto che il vento non era troppo. Grazie alla nostra posizione eravamo in grado di pescare in due aree di questo complesso canale-lago contemporaneamente. Avevamo due gommoni. Uno era lungo 2,60 m con un motore fuoribordo 4 cv, l’altro era 2,10 m equipaggiato con un potente motore elettrico digitale con una durata della batteria agli ioni di litio molto lunga. Come ci aspettavamo c’erano molti siluri nel canale e c’era una forte corrente così durante la settimana mettemmo la barca più grande dietro il muro di metallo nel canale. Avevamo esplorato la zona con l’ecoscandaglio, ma non avevamo trovato nessun hot spot interessante così continuammo percorrendo la siepe metallica che circonda il canale adiacente il lago. Qui l’ecoscandaglio ci mostrò gli spot che stavamo cercando. Un innalzamento del letto del fiume, un accumulo di detriti raccolti in acque profonde a circa 4 metri ed uno scalino particolarmente distinto ci
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Una barca perfettamente attrezzata per affrontare delle lunghe sessioni
diedero la spinta necessaria per collocare i nostri terminali. Avevamo trattato ripetutamente a casa le nostre esche con additivi ormai di provato successo ed ora eravamo in grado di utilizzare esche asciutte ma estremamente solubili in acqua. Eravamo in cerca in quel lago un buco tra le alghe, preferibilmente vicino ai grandi banchi di alghe. Le piante acquatiche e le vegetazio-
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ne esercitavano un’attrazione speciale sulle carpe, i grandi spazi aperti sono spesso meno produttivi. Era già buio quando misi il mio ultimo rig in acqua e la fievole luce della tenda mi mostrò la via del ritorno alla barca. Fu una bella sensazione l’idea di passare il tempo dell’attesa, dopo una buona giornata di lavoro e rilassarsi con una tazza del miglior caffè con un bicchierino di Bailey. Avevamo una bombola da 5 kg di gas per la settimana e non c’era nessun motivo per non scaldare la tenda con una piccola stufa. Anche se il clima era estivo durante il giorno, era impressionante quanto velocemente si raffreddasse l’atmosfera appena il sole scompariva all’orizzonte. Entro 10 minuti era già il momento di indossare la giacca. Tanto velocemente la indossammo e altrettanto velocemente la levammo una volta riscaldata la tenda. S alti nel canale Ci stavamo godendo il nostro primo sorso quando un balzo nel canale non lontano dalla nostra barca ci mise sull’attenti. Erano qui! Presto guadinammo la nostra prima specchi di 12 kg. Uno o due foto e il visitatore notturno scivolò di nuovo in acqua. La nebbia si avvicinò e ne sentimmo l’umidità. All’interno della tenda si stava bene. Eravamo già nei nostri sacchi a pelo quando un avvisatore di Rene iniziò lentamente la sua melodia. Poco dopo Rene scomparve nella nebbia. L’abboccata era avvenuta nel lago e avevamo buone ragioni per sperare che sarebbe stato un pesce più grande. Ed era una 18,5 kg comune: un buon inizio. La mattina dopo rilasciammo un’altra specchi all’incirca della stessa dimensione di quella prima senza una foto. Un’altra abboccata non andò a buon fine perché un bordo tagliente aveva tagliato un filo da 0,70. La notte successiva iniziò.
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B ig carp on the line ? E poi accadde. Una corsa perfetta e la bobina girava. Un salto sul gommone, accesi il motore e seguii il pesce. Cavalcando il fiume mi avvicinai velocemente, la canna si piegò in acqua di fronte a me, non mi restava che aspettare e fare le cose con calma, fino a quando iniziai a nutrire seri dubbi che fosse davvero una carpa che avevo allamato. Cominciavo a pensare male, i movimenti febbrili ed il peso indicavano un siluro, ma io non volevo fosse un siluro…non riuscivo a capire cosa avevo in canna… Restava così in profondità e silenzioso che doveva essere un pesce di 30 o 35 kg. Ci spingevamo sempre più lontano lungo il fiume. La luce che Rene aveva acceso alla mia partenza era a malapena visibile. Non volevo forzare la mano troppo a lungo perché ancora non ero sicuro che non fosse una carpa. Così continuai il combattimento sperando in una grande carpa. I minuti passavano e l’avversario si era stancato e lentamente venne in superficie. Ero così curioso di sapere cosa avrei visto da un momento all’altro… ma la mia curiosità rimase e il pesce affondò ancora una volta. La punta della canna affondò così a lungo che anche senza vedere il pesce sapevo che non sarebbe stata una carpa. Delle bolle vennero in superficie, il pesce le seguì e sì, era un siluro. Con un po’ di pressione in poco tempo il pesce era sul mio gommone. Rispetto a quello catturato nel Reno in estate non era nemmeno tanto grande, ma con questo avevo dovuto guidare con un piccolo motore
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a lungo contro una forte corrente e sembrava davvero molto più grande di quello che era in realtà. Rene aveva già previsto un siluro, anche se nutriva ancora speranza che sarei tornato con un carpa enorme. Abbiamo fatto le foto, ho messo la canna di nuovo in acqua e pasturato con una manciata di boilies immaginando quel siluro sul fondo del canale che le avrebbe presto aspirate. Sparsi anche alcune boilies invece un po’ più avanti. Una volta tornato in tenda mi riscaldai e spiegai a Rene le mie sensazioni durante il combattimento. Ad un certo punto durante la notte un’altra mangiata sulla stessa canna e poco dopo ero nella stessa situazione, di nuovo. Questa volta accellerai il tutto e gli scatti del siluro divennero di nuovo evidenti. Questo siluro era un po’ più piccolo, lo liberai subito, recuperato il filo, pasturato e ancora una volta immaginai queste boilies scomparire nella bocca del siluro… Avrei tanto voluto avere un boilie che non piacesse al siluro e che invece le carpe adorassero, forse un giorno, con un po’ di fortuna, troverò la ricetta giusta per queste boilies. La maggior parte delle volte pasturare di meno aiuta, ma è sempre necessario un po’ di tempo in pesca sul posto per trovare la giusta strategia. Il resto della notte e la mattina seguente non ci fu nessun movimento. Non importa in quali acque si pesca, di solito la mattina prima delle 10 o delle 11 porta sempre un pesce. A volte anche uno speciale. Ma non oggi. AVVENTURE DI ESCAPE DALLA BARCA! Pag.133
C i spostiamo Decidemmo di dirigerci verso uno spot diverso. Pescare con la barca rende gli spostamenti particolarmente piacevoli e facili. Canne in acqua e via. Pescammo per due giorni in un posto diverso nel lago prendendo solo carpe di medie dimensioni poi ci trasferimmo più in fondo al lago e poi lungo il canale. Avevamo raggiunto un punto largo con enormi alberi in acqua sulla parte destra dell’area, un hot spot con acque limpide, perché la profondità dell’acqua era di 2,5-4,5 mt intorno agli alberi. Una postazione ideale! In primo luogo attraccammo la barca a monte degli alberi, poi ci sedemmo nel iBoat piccolo, guidandolo attraverso gli alberi a colpi di pagaia in modo fluido, lento e silenzioso. Rene individuò per primo la sua postazione e prima ancora di girarmi era già sparito. Poi vidi lei, una carpa di circa 20 kg, che si sentiva al sicuro tra gli alberi. “Ora il mio obiettivo era farla sentire più al sicuro possibile dove volevo catturarla e guadinarla”. Controllammo meglio la zona e la osizione degli alberi in modo più dettagliato e decidemmo che strategicamente parlando era meglio posizionare i gommoni sull’altro lato, a valle degli alberi. Posizionammo la barca a 20-25 metri di distanza e mettemmo i nostri rig su piccole aree sabbiose nel letto erboso, poco prima degli alberi. Naturalmente utilizzammo fili più spessi e ami robusti e ci Una grande prova di astuzia e di tenacia che ha permesso di catturare pesci bellissimi e combattivi, in un ambiente certamente non facile
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allontanammo il più possibile. Un test veloce dalla barca simulando una cattura ci assicurò che, anche durante una corsa potente e veloce del pesce, le canne sarebbero rimaste sul rod pod. Una carpa appena allamata avrebbe dovuto spostarsi a destra o a sinistra per seguire il suo istintivo bisogno di fuga. Settammo gli swingers molto sensibili vicino alla riva per assicurarci il contatto immediato con il pesce. L a cattura Il mattino seguente ancora non erano le 11 quando il beep degli avvisatori di Rene richiamò la nostra attenzione. Rene, che era nel suo sacco a pelo aperto con indosso le scarpe scattò immediatamente. Rene fu in grado di calibrare una certa pressione sul pesce grazie all’azione progressiva delle Temptation con una punta studiata per ridurre al minimo la ferita dell’amo. Era bello vedere come la canna si piegava e la carpa si spostava verso sinistra e verso destra proprio come avevamo previsto. Rene guadagnava sempre più filo. Finché la carpa non avesse accellerato troppo, le nostre chance erano buone. “Questo è uno dei fattori più importanti nella cattura di un pesce quando ci sono ostacoli”. La giusta attrezzatura e le giuste tattiche nel combattimento fanno la differenza. Quando il rischio causato degli alberi scomparve, Rene saltò sul gommone più piccolo e la inseguì in acque aperte. Lo seguii con la macchina fotografica e filmai la bella cattura dalla barca di una specchi da 19,7 kg. La stima di Rene del peso del pesce era giusta. Oltre ai canneti più vicini alla riva, c’erano letti di piante acquatiche nelle quali sembrava più probabile che le carpe cercassero cibo. Intorno alle 21 arrivò la prima cattura dalla canna più lontana. Già dai primi movimenti percepiti dalla can-
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na capimmo che probabilmente non si trattava di una carpa. Ad un grande cavedano erano piaciute le nostre boilies Crawfish. Le notti in inverno dopo il cambio dell’ora legale sono lunghe ed è molto confortevole tornare in tenda, ma è anche bello quando c’è qualcosa da fare. D i v ertimento e . . . B A M ! Guardare DVD mentre siamo in pesca non fa per noi. I giornali che avevamo portato erano già stati letti e così mi venne voglia di cominciare a giocare con il buon vecchio Backgammon che avevo scaricato di recente sul mio iPad.
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La difficoltà maggiore, nonostante la prontezza nella ferrata, è stata quella di evitare che il pesce si andasse a rifugiare nelle piante sommerse. Un buon gommone in questo caso ci ha aiutato molto...
Un divertente gioco con effetti speciali accattivanti fece velocemente passare il tempo che mancava al prossimo combattimento. Dopo qualche istante ero in piedi sulla barca con una canna piegata nel mezzo della notte. Il tutto era accaduto in acque libere e volevo entrare nel gommone quando il pesce girò di colpo correndo verso di me ad alta velocità. Non avevo altra scelta che recuperare il filo il più velocemente possibile in modo da mantenere la pressione. Sembrava sapere esattamente quello che stava facendo e quando aveva solo 5 metri di distanza dalla parte posteriore della barca saltai nel gonfiabile per avere più possibilità di portare il pesce sotto la barca. Stava nuotando velocemente verso il motore, spinsi metà canna in acqua per evitare il contatto con l’elica e chiesi a Rene di alzare il motore più velocemente possibile. Quando temetti che il filo fosse stato risucchiato dal propulsore vidi Rene con un pollice in alto in quanto il filo aveva passato la zona di pericolo. Non volevo e non potevo esercitare più pressione di così e quindi dovetti fare affidamento su Rene, che aveva il filo tra le mani e manteneva la calma. Il pesce aveva già nuotato sotto la barca ed il suo obiettivo erano gli alberi, ma allo stesso tempo era stanco e stava perdendo potenza. Rene lo capì e lasciò che delicatamente passasse vicino al filo che aveva tra le mani. Potevo guardare solo da lontano. I l combattimento a mano Oltre 15 anni fa avevamo catturato molti pesci che fuggivano in profondità nei canneti del Lac Du Der. Durante queste “esercitazioni” allora era una
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cosa normale una volta arrivati al canneto tagliare i 20 metri di shock leader in monofilo, indossare in nostri waders, seguire il pesce tra le canne e forzare il pesce con le nostre mani. Non era facile, ma era diverso ed efficace. Se si sa che la pressione sulla canna va ben ponderata e raramente supera i due kg (è ancora più vicino a un kg), allora si può immaginare che la sensibilità e il feeling con la carpa contano molto di più della forza che si esercita. Sarebbe facile esercitare 5 o più kg di pressione. Chi non sa o non tiene conto di questo rapporto, potrebbe finire con il perdere il pesce dopo un combattimento a mano. Il pesce nel frattempo si era davvero stancato. Ero ancora sul gommone sul lato opposto con la mia canna e non potevo fare nient’altro che sperare che Rene stesse facendo la cosa giusta. “Questa è più piccola della mia” il richiamo di Rene mi preparò come lui mi avrebbe detto in seguito, per una eventuale perdita. Questo perché quando il pesce emerse per la prima volta vide molto bene che questo pesce era un vero fiore all’occhiello. Il pesce era ora proprio accanto al gommone di Rene quando calò il guadino in acqua. Con il braccio alzato e il filo in mano, Rene guidò il pesce, l’avevamo catturata. Mi voltai e guardai il “mio” pesce, ringraAVVENTURE DI ESCAPE DALLA BARCA! Pag.138
ziando e congratulandomi con Rene per il suo eccellente comportamento. La bilancia ci rivelò che era 24,6 kg, molto bene. Foto, foto e via. A carpe eravamo stati fortunati. U n ’ altra ? Ero in testa in Backgammon l’ultima notte quando un avvisatore di Rene suonò e quando non appena afferrò la canna tutto sparì, il filo si ruppe. Che cosa era successo? Restavano solo 5 m di filo attaccati alla canna e ci diede l’impressione che si fosse rotto su qualcosa, anche se nelle vicinanze non c’erano ostacoli. Ipotizzammo che forse un luccio nuotando vicino al filo con la bocca aperta l’avesse rotto o che si fosse rovinato a causa di un contatto con l’elica del motore durante il viaggio. Non c’era altra spiegazione. Rene non voleva perdere a Backgammon e così continuammo a giocare fino a tarda notte. La mattina seguente Rene venne svegliato dalla sveglia più bella che ci sia. Ci fu un altro combattimento nello spot con gli alberi che Rene affrontò in modo incredibile. Le carpe di 15 kg molto spesso sanno essere fiere combattenti, proprio come questa carpa, che fu anche il nostro ultimo pesce di questo viaggio di novembre.
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S iamo alla fine del nostro v iaggio Oggi il tempo in tardo autunno è diverso da quello a cui eravamo abituati negli anni passati. Durante gli anni scorsi sono stato deluso dai nostri viaggi in ottobre perché sembravano viaggi estivi. Il cambiamento climatico del nostro pianeta è evidente. Ciò che sembra essere un vantaggio per noi carpisti è che i periodi di vegetazione subacquea più lunghi significano un alimentazione più lunga per le carpe. Così, la taglia standard dei pesci, come quelle del Lac Du Der arrivano a livelli quasi mostruosi con carpe di 90 libbre. Per la nostra cara terra, il cambiamento del clima è, purtroppo, una situazione sempre più spaventosa. Attraverso il riscaldamento globale lo scioglimento dei ghiacci causerà non solo l’innalzamento del livello del mare “bagnando i piedi” dei nostri amici olandesi, ma anche il disboscamento delle foreste pluviali farà paurosamente diminuire le condizioni per creare le piogge tropicali. Quindi i miliardi di metri cubi di acqua al di sopra della foresta pluviale diventeranno sempre meno e il nostro polmone verde si indebolirà sempre di più. Le foreste hanno bisogno della pioggia e la pioggia ha anche bisogno delle foreste.
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Così ci troveremo a vedere i due lati della medaglia: da una parte avremo una carpa che diventerà 50 kg, dall’altra speriamo che la terra abbia la possibilità di renderlo possibile con un ambiente sano e naturale! Con questo spirito, buona fortuna e fili tesi!
Max Nollert Max Nollert
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Le nuove Max Nollert Temptation TEN – 10ft / 3lb – feel the fish! Compatte, leggere, bilanciate, reattive e sensibili
Adatta soprattutto per le moderne tecniche di carpfishing come la pesca dalla barca, per portare le canne sullo spot e / o guadinare il pesce dalla barca. Questa nuova variante delle Temptation di Max Nollert è stata sviluppata anche per lo stalking. Dettagli: • pesa solo 295 g, leggera e perfettamente bilanciata • azione parabolica progressiva •m ateriale: Puro carbonio IM7, levigato, verniciato. La punta è, come anche nelle Temptations dal 2002, una struttura con un tessuto più fine per dare maggiore sensibilità durante l‘azione
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• nuovo stile degli anelli: BKWAG “double foot“ appositamente sagomato per evitare fili attorcigliati • anelli 6 + 1 SIC nelle seguenti misure: 30-25-20-16-12-10-10 • portamulinello ad alta resistenza da 18er RAMBO black edition • impugnatura classica in sughero, elegante e leggera - styling assolutamente fresco diametro perfetto per Butt Grip • finiture con inserti arancioni decorativi sulle legature degli anelli
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• finitura dell‘impugnatura con elegante tappo di metallo con inciso il logo IB Ciò che è stato particolarmente curato durante lo sviluppo: Come si sa, le canne corte tendono ad essere più potenti e meno sensibili. Ed è su questo che ci siamo focalizzati per trovare il miglior compromesso! Siamo riusciti anche a mantenere la nervatura e la riserva di energia che sono le caratteristiche principali della serie Temptation. Questo avviene grazie al corretto spessore del materiale e dalla corretta dimensione strutturale del tessuto in ogni centimetro della canna. La misura 18 della placca porta mulinello RAMBO ha questo nome non senza una ragione e mantiene la posizione serrata come lo stallone italiano avrebbe fatto! Non deve essere controllata prima di ogni sessione, che è particolarmente importante per noi! Gli innesti di entrambe le sezioni sono particolarmente precisi e possono essere allentati comodamente in qualsiasi momento, anche quando sono stati inseriti bagnati. Nella progettazione si è lavorato per riuscire ad avere un risultato che avrebbe garantito una facile gestione della canna in pesca! Sono stati effettuati test limite con piombi fino a 170 g, la Temptation TEN rende facile la pesca a grande distanza.
Visita il sito: www.imperial-fishing.it o clicca sul LINK AL PRODOTTO Le nuove Max Nollert Temptation TEN – 10ft / 3lb – feel the fish! Pag.144
FEEDER feeder
IN PO
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fishing
Testo e foto di Simone Gatti
Siamo alla fine settembre, un buon periodo per insidiare i grossi barbi...questo tratto di fiume dovrebbe darmi ragione
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Una presentazione irresistibile accompagnata da una pastura ricca di tante particelle in grado di mantenere i pesci in pastura!
Dopo aver fatto alcuni sopralluoghi per rendermi conto della condizione del fiume noto una portata d’acqua molto inferiore rispetto alla norma, non mi stupisco più di tanto visto che sono parecchi mesi che qui in Piemonte le precipitazioni sono rare per non dire assenti. Dopo aver scambiato alcune parole con i pescatori del posto decido di sondare un punto del fiume che a loro dire è ricco di splendidi esemplari di barbo. Lo spot presenta fin da subito una sponda molto ripida con fondo ghiaioso, poco più in basso sulla linea dell’acqua noto una fila di blocchi in cemento che prosegue anche sotto la superficie. La profondità nel sotto sponda declina bruscamente e mi accorgo che a circa 7-8 metri dalla sponda si crea un bel canale con una profondità di circa 3 metri. Il fondo è regolare con una buona presenza di sabbia mista a ciottoli. Anche la velocità della corrente è perfetta per sfoderare i miei pasturatori, il mio senso dell’acqua mi dice che sono nel punto giusto. APPROCIO DI PESCA Per questa battuta di pesca decido di utilizzare delle canne da feeder di 4 metri con un’azione di punta progressiva da 90 gr. Tenendo conto che si pesca in fiume su pesci molto tenaci e corrente veloce le canne usate devono
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reggere le forti pressioni, anche perchÊ lancerò dei pasturatori zavorrati da 70-80 gr. Decido di montare un mulinello di taglia 4000 con frizione anteriore, in bobina carico un mono filo dello 0,28 per quanto riguarda la montatura che andrò ad impiegare si dovrà tener conto alla moltitudine di ostacoli sommersi soprattutto nel sotto sponda, mi riferisco a quei blocchi di cemento che sono disseminati sul fondale.
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PARTICOLARI DELLA NOSTRA MONTATURA Lenza madre in bobina 0,28. Sul tratto terminale decido di montare uno spezzone di fluoro carbon da 15 lb di circa 150 cm sia per dare rigidità alla lenza e non meno importante aumentare la tenuta in caso di sfregamento. Fatto questo proseguo unendo tramite una girella il mio Powergum col metodo della brillatura, in uscita prima del terminale andrò a chiudere il mio montaggio con una girella munita di moschettone dove mi andrò ad agganciare col mio pasturatore, il terminale che in questo caso è realizzato con fluoro carbon dello 0,22- 0,25 lungo circa 50cm viene direttamente montato su di una girella in uscita del nostro spezzone di powergum montato in precedenza. In questo caso la scelta dell’amo è ricaduta su un modello con occhiello del n°12 legato con una doppia asola, in questo modo il nostro innesco a base di bigattini lavorerà a 360 gradi assicurando una allamata perfetta. TIPO DI PASTURA UTILIZZATA Per insidiare i barbi e fare fin da subito una buona selezione cercando di far entrare in pastura le taglie XL decido di miscelare due tipologie di pastura, due pasture con stesse caratteristiche gustative ossia salate, ma con granulometrie differenti. Una a grana fine e la seconda a grana più grossa, in aggiunta al mio mix metto alcuni micro pellet molto oleosi a base di farina di pesce. Ora spiego il motivo per il quale ho deciso di usare granulometrie differenti. Il primo punto e sicuramente la forte corrente il secondo punto è che per la pescata sono andato ad utilizzare dei pasturatori classici a gabbietta aperti, per facilitare la fuoriuscita del method, questo mix bagnato a dovere con una moderata aggiunta di bigattini nel momento in cui carico il mio pasturatore andrà a scaricarsi in modo costante solo dopo aver raggiunto il punto esatto del fondale, mantenendo sempre la stessa precisione senza aprire in anticipo la striscia di richiamo. Questa scelta mi da spesso ragione, riducendo durante la sessione i quantitativi sia di esche, in questo caso i bigattini, che di pastura.
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RESOCONTO E PUNTI DI VISTA A FINE GIORNATA Tengo a precisare che la pescata in questione è stata fatta su di un tratto di fiume che non conoscevo o meglio non frequentavo a livello di pesca. Sono molto felice per l’esito positivo della giornata, non mi riferisco solo ed esclusivamente alla cattura di pesci stupendi che sicuramente mi fa piacere e soprattutto mi fa ben sperare. Ma il mio pensiero va oltre... a lui, proprio lui, quel fiume, bello, maestoso, imponente, a volta spaventoso che non finirà mai di stupirmi, non finirà mai di insegnarmi nuove lezioni. A fine giornata oltre al piacere, posso dire di aver imparato qualcosa di nuovo. Ciao a tutti Simone Gatti
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carpfishing
PANE...
A TRADIMENTO Pane… a tradimento Pag.152
Testo e foto di Mattia Travasoni
Ci si ferma in loop mentali in cui la ricerca di un’esca perfetta ci fa perdere di vista gli elementi che davvero potrebbero fruttare pesci su pesci. Solitamente si tratta di prodotti usati e pluritestati negli anni da chi, prima di noi, era semplicemente un pescatore
Il pane, tra tutti, sembra essere un prodotto che non riesce a far tramontare la sua efficacia. Dapprima usato come semplice esca, magari innescando la sua mollica, successivamente prendendo parte a moltissime delle varie pasture per la pesca al colpo con l’impiego del classico pane grattugiato. La cottura del pane come l’essiccazione fanno sì di ottenere un elemento affine alla pesca sportiva con il continuo annoverare di catture sia in acqua dolce che in mare. Personalmente faceva parte degli ingredienti di base per ogni mio mix, quando ancora mi rullavo circa 300Kg di esche all’anno. Penso di aver trascorso moltissimo tempo studiando mix e rullando boilies utilizzando sempre una buona percentuale di pangrattato, solitamente al posto della farina di mais. In un periodo in cui avevo necessità di un’esca che veicolasse la sua funzione attrattiva e soprattutto la funzione attrattiva dei liquidi introdotti, trovai una buona soluzione nell’impiego del pane sopra le boilies. Di certo con una foto sequenza diventa più semplice e pratico capire “come”.
Le fasi di preparazione per una “pasturazione” ben condita!
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Una incredibile regina di bellezza catturata da un obiettivo 50 mm, f impostato a 2,2. Tempo 1/400, iso 100 U sare il pane come un richiamo Prima di tutto, ovviamente serve una buona quantità di esche sulle quali fondare la nostra strategia, quindi versiamole in un secchio nella quantità che ci servirà approssimativamente per due giorni di pesca; Scegliamo un liquido attrattivo. Preferiamolo ovviamente in base al gusto delle esche come al gradimento delle carpe, in tal caso, dopo aver versato
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esche Equinox in un secchiello, mi accingevo ad aprire un flacone di Responce Fruit; Versiamolo copiosamente sulle boilies; Facciamo in modo che tutte siano coperte con il liquido; Quindi omogeneizziamo il liquido su tutte le boilies scuotendo il secchio; Prendiamo quindi l’ingrediente principale: il pane! Meglio trovarlo a scaglie grossolane e non troppo fine; Il pane a scaglie grossolane è perfetto per aggrapparsi sulle esche bagnate, assorbire il liquido e disperdersi sul fondale; Versiamolo a più ripetizioni sulle esche;
Il pane grattugiato, bagnato con un buon attrattore, si attaccherà perfettamente alle palline, arricchendo il loro potere attrattivo. Lasciatele riposare prima di lanciarle in acqua
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Le boilies devono essere assolutamente bagnate per poter incollare le scaglie di pane grattugiato; Shekeriamo bene fino a quando tutte le esche non saranno cosparse dalle piccole scaglie; Controlliamo attentamente e facciamo riposare almeno 20 minuti; Le boilies super attrattive saranno pronte! Ma perché fare questo? La risposta è semplice: il liquido incollerà le “briciole” di pane sulla loro superficie e una volta in acqua lo rilasceranno. Essendo il pane molto poroso, avrà assorbito parte del liquido rilasciandolo solo una volta in acqua. Alcune scaglie invece manterranno i pori carichi d’aria fluttuando sul fondale e raggiungendo lunghe distanze. Questo meccanismo creerà i presupposti per emettere forti segnali attrattivi Pane… a tradimento Pag.158
raggiungendo le carpe senza però un investimento economico elevato. Si tratta appunto di un ingrediente “povero” che però possiede un’efficacia superlativa in ogni circostanza e stagione. Il pane è da sempre un elemento di facile digeribilità e dal costo assai contenuto ottenendo così il giusto consenso per chi desidera un’esca altamente attrattiva ma allo stesso tempo abbastanza economica; Ora dovremmo solo preparare le lenze e la sfida sarà aperta! Mattia Travasoni
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MIMETISMO carpfishing
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Testo e foto di Ramon Remondi
Colgo l’occasione per salutare i nostri cari lettori. Oggi sono a proporvi un argomento molto interessante e curioso: il mimetismo. Mi piacerebbe molto condividere con voi, alcuni aspetti di questo argomento perchÊ ritengo che siano un punto fondamentale per una buona riuscita della sessione oltre che una buona regola in generale
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Sicuramente si è affrontato spesso questo tema negli anni precedenti, soprattutto in alcune riviste e dvd, non solo di qualche tempo fa, ma anche recenti. Ricordo che mi perdevo in quei testi perché riponevo in loro un qualcosa di straordinario che non poteva essere assolutamente trascurato, e a dirla tutta ho imparato molto, grazie ad alcuni insegnamenti illustrativi, dettagliati e “tecniche” dettate per lo più da esperti del settore, come ad esempio Kevin Nash, e detto questo non aggiungerei altro...
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PERCHE’? Direi che il perché più sensato è comune a tutti. Mi sembra fondamentale pensare che lo scopo principale sia quello di avere i nostri inganni in acqua in modo impeccabile, più simili possibili alla natura del fondo che lo circonda, cosi da non insospettire ulteriormente il pesce. Sicuramente mi concentrerei laddove avremo fondali visibili ad occhio nudo e fondali chiari caratterizzati da acque cristalline, ma non solo, anche dove ci
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A destra: i piombi migliori hanno un rivestimento in grado di mimetizzarsi perfettamente con qualsiasi tipo di fondale
saranno fondali medi e acque “normali” con la presenza di un sottile strato di limo, dove noi non percepiremo alcun dettaglio, ma loro sicuramente si! Personalmente ritengo che, un’altra buona ragione sia quella di poterci differenziare dagli altri, per esempio in luoghi dove la pressione è molto elevata e i pesci sono molto attenti al dettaglio di tutto ciò che accade sott’acqua. Oggi, ci sono in commercio molti prodotti di varie aziende che propongono materiali adeguati quali: ami, filati, piombi ecc davvero all’avanguardia che ci permettono di realizzare lenze davvero speciali e invisibili. A c q ue limpide Mi capita alcune volte di pescare in luoghi dove sia ha una visibilità del fondale quasi fino ai 10 metri, di conseguenza è importante partire da un concetto di fluoro carbon soprattutto per quanto riguarda il terminale. Essendoci un fondale ricco di pietre, come già detto in precedenza, utilizzare un buon filato non inferiore alle 20 lb ci permetterà di avere una certa sicurezza sia in
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caso di abrasione, sia per l’invisibilità che lo stesso fluoro carbon ci permette di avere. Detto questo, nella maniera più assoluta un altro passo importare è quello di scegliere la tipologia del piombo adatto, personalmente cerco di studiare nel dettaglio quale colore presentano i sassi presenti essendocene di varie forme e colori potrò cosi farmi un’idea di cosa utilizzare. Abbiamo visto molte volte foto di sassi agganciati ad una clip tramite un elastico ed un sottile filo e ritengo che, come in questo caso, sia azzeccato utilizzarlo in primo luogo perché potremmo trovarne di adatti per via del colore naturale presente, oltre ad avere una maggiore certezza di non incagliare sul fondale e avere più chance di successo a guadino. Un aspetto di cui tengo conto se possibile, è osservare se c’è del cibo naturale in vista in modo da attribuire il giusto innesco in base al colore ecc. Dico
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Spesso su fondali sporchi e irregolari, una presentazione Pop up staccata di pochi centimetri, è un’ottima soluzione
questo perché mi è capitato spesso di notare nei pressi di un grosso sasso o tronchi di alberi in acqua, molte lumachine dal colore biancastro, di conseguenza utilizzare un innesco bianco come ad esempio una Mutan di nash un po’ tagliuzzata qua e là si è rivelato essere corretto in termini di catture, forse perché la stessa esca richiamava in qualche maniera ciò loro erano abituate a vedere e a cibarsi. La scelta dell’amo a mio avviso è altrettanto cruciale soprattutto dove avremo un ottima visibilità del fondale, in quanto, più è possibile diminuire lo spessore e la stessa lunghezza, più avremo la possibilità di essere invisibili attorno all’innesco. F ondali M edi e bassi E’ molto comune che, in certe situazioni perlustrando i bassi e medi fondali, magari di un lago o di un fiume, troviamo sul fondale stesso non dei sassi o ghiaietta, ma piuttosto della sabbia o del leggero limo. In questo caso è possibile notare delle piccole buche o piccoli canali setacciati e come spesso accade anche molti pezzi di gusci di cozze o altro che sono sicuramente un indizio chiaro di dove le carpe vanno a cibarsi.
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Il passo successivo adesso è stabilire come presentare la nostra trappola partendo dalla lenza e terminando all’esca stessa. Valutando la “sporcizia” presente sul fondale e dintorni decideremo il filato da utilizzare, treccia e relativo lead core oppure se possibile ridurre il tutto a del buon nylon che sarà di certo meno aggressivo rispetto ad una treccia. In questo caso il primo passo è quello di prendere il piombo, magari piatto, e ricoprirlo con della terra scura, i miei preferiti infatti sono i piombi flat pear della NASH in grado di avere il grip corretto grazie al loro rivestimento ruvido e davvero molto bello. E’ altrettanto fondamentale però aggregare la giusta grammatura in modo che non affondi troppo compromettendo il tutto. Abbinare una clip a sgancio rapido e dall’aspetto corretto sarà di certo favorevole per un buon esito. Ecco che qui infatti la mia scelta cade sulle lead clip abbinate ad un diffusion camo leaders che Nash propone in molti modelli studiati per garantire il più possibile l’invisibilità nell’ultima parte della lenza, ma soprattutto una maggiore sicurezza in termini di rottura. Un amo che in questo caso adoro utilizzare è costituito da una forma larga e allungata, ma allo stesso tempo anche con uno spessore ridotto in modo da non affondare e creare problemi in caso di “aspirata”. Le corrette misure da utilizzare saranno dettate ovviamente dalla dimensione dell’esca che andremo a utilizzare. MIMETISMO Pag.167
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Ultimo ma non per questo meno importante sarà quello di utilizzare un giusto terminale sia in base all’innesco scelto, sia in base alla tipologia di fondale che avremo. Il materiale del terminale che andremo a costruire sarà scelto in base a molti fattori che tutti noi conosciamo, io per lo più utilizzo un dyneema rivestito di almeno 25 lb e di colorazione corretta in base alla presentazione del fondale stesso. Spesso utilizzo una tonalità verde scura qualora trovassi
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un fondale con presenza di alghe oppure una tonalità marrone e nera qualora ci fosse del limo. Il perché utilizzi un rivestito è dovuto dal fatto che, pescando in uno spot “non troppo pulito” ho la certezza che il terminale abbia poche probabilità di aggrovigliarsi alla mia lenza. In queste situazioni a me piace innescare una boiles alleggerita e di diametro abbondante, una 28/30 mm dalla colorazione un po’ spenta e tendenzialmente verso le colorazioni nero/marrone. Sapendo che nei fondali medio bassi c’è la possibilità di imbattermi in pesci di disturbo, l’innesco grosso mi darà la certezza di restare in pesca tranquillamente e inoltre, in base alle esperienze passate, mi piace pensare che le carpe trovino spesso del cibo naturale di una certa dimensione in quei fondali come ad esempio delle cozze, lumache o altro quindi, la mia idea è semplicemente quella di avvicinarmi a tutto questo il più possibile. Ovviamente è una mia convinzione la scelta del diametro dell’esca, non nego che in altre condizioni l’esca piccola abbia reso meglio, quindi starà alla nostra esperienza capire cosa scegliere magari sapendo già prima che in quel luogo le carpe adorano il grosso o il piccolo innesco. Credo che un innesco “generoso”, ovviamente oltre alla colorazione e al diametro debba avere una giusta dose di elementi sia liquidi che in polvere. Di conseguenza opto spesso per un’esca al pesce soprattutto se aggregata a qualche spezia come nel mio caso alla mia preferita: il sale. Non spiego il perché della mia scelta in quanto è molto individuale e non tutti sono d’’accordo con il tema sale, a me personalmente ha reso in situazioni toste e resto dell’idea che i cristalli di sale abbiano un qualcosa di magico nel creare una sorta di appetito naturale… in fondo mi chiedo spesso, come sarebbe un piatto di pasta o altro senza il sale? Sarebbe di certo appetibile sono d accordo ma mancherebbe qualcosa! A presto Ramon Remondi
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SPINNING ca
T
fishing
AL SILURO DALLA BARCA
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Testo e foto di Dino e Dario Ferrari
Lo spinning al siluro è senza dubbio una delle tecniche da me preferite, si batte molta acqua, gli spot cambiano di continuo e c’è la possibilità di catturare uno dei predatori più grandi al mondo con esche artificiali
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Una discesa lenta e regolare perlustrando il sotto riva con lanci precisi
Una delle difficoltà maggiori nel praticare lo spinning al siluro è che l’azione di pesca si svolge generalmente quando il livello dei fiumi, dopo abbondanti piogge, tende a salire rapidamente e di conseguenza le loro acque sono alte, veloci, torbide e ricche di alberi e detriti vari in superficie. Queste sono le condizioni ideali per praticare lo spinning al siluro in fiume, più l’acqua è tor-
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bida e meglio è, i pesci foraggio in genere durante le piene tendono a salire in superficie e rimanere in prossimità delle sponde, di conseguenza i siluri li troviamo in caccia proprio li a tendere agguati a quello che gli passa vicino. La principale raccomandazione è quella di essere sempre molto prudenti, affrontare il fiume in piena con rispetto e soprattutto nelle zone che conosciamo molto bene dove abbiamo già navigato diverse volte con livelli dell’acqua normali, così facendo non correremo il rischio di incappare in ostacoli dei quali non conoscevamo l’esistenza. Una delle tecniche più produttive è senza dubbio quella di battere la sponda del fiume mantenendo la nostra imbarcazione parallela alla sponda aiutati da uno o due motori elettrici ad una distanza di circa 10 metri da essa e lanciare con precisione nel sotto riva mente la nostra barca scende scarrocciando lungo la corrente del fiume. I motori elettrici ci servono anche per rallentare l’imbarcazione e fare più lanci in prossimità di uno spot che ci sembra ido-
La cosa più importante è quella di essere sempre prudenti, affrontando il fiume con rispetto e soprattutto con prudenza, così facendo non correrete il rischio di incappare in pericolosi ostacoli trasportati dalla corrente che non si possono prevedere
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neo a ospitare siluri Generalmente, anzi sempre io lancio e mio fratello Dario manovra la barca. In genere le sponde più idonee ad ospitare siluri sono quelle con alberi sommersi e rive franate dove nel sotto riva si creano rigiri d’acqua abbastanza lenti, ed è proprio li che dovete lanciare il vostro artificiale con la massima precisione e senza fare rumore, frenando la caduta dell’artificiale poco prima che tocchi l’acqua, altrimenti rischiamo che il siluro si insospettisca e rifiuti il nostro artificiale, anche se vi può sembrare strano, visto le sue dimensioni, il siluro è un pesce molto sospettoso e diffidente soprattutto nei tratti di fiume con una maggiore pressione di pesca. Spesso si capisce il rifiuto perché in superficie si forma un vortice creato proprio SPINNING AL SILURO DALLA BARCA Pag.176
dal siluro mentre rifiuta la nostra esca. Altro spot da tenere sempre in considerazione sono le foci dei fiumi o dei canali che si immettono nel corso d’acqua principale. In questi spot lanciate l’artificiale sul filo della corrente e nei sotto riva adiacenti. Si possono trovare siluri in caccia anche lungo le sponde dove a causa dall’innalzamento del fiume si sono fornati erbai sommersi, li il pesce foraggio va ad alimentarsi, anche in questo caso lasciatevi trascinare dalla corrente e lanciate perpendicolare lungo tutta la sponda, qui vi può capitare di assistere a spettacolari cacciate di siluri su branchi di cefali, in questo caso lanciategli sopra senza indugio. La tecnica sembrerebbe abbastanza semplice ma va fatta con molta discrezione e precisione nei lanci.
Clicca e guarda il video
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Tutte le ore del giorno possono riservare catture, non ci sono regole precise, sia di giorno che di notte, l’importante è la prudenza che non è mai troppa, ricordarsi sempre che siete in pesca lungo un fiume in piena, tenete sempre sotto controllo gli alberi e i pericoli che si trovano dinanzi a voi. L ’ attrezzatura Le attrezzature che si usa in barca sono generalmente canne che vanno dai 2,40 / 2,70 metri con una potenza che varia tra i 70 / 180 grammi. Canne di buona qualità non troppo pesanti altrimenti dopo poco ci si stanca, diventiamo imprecisi nei lanci e inefficaci nell’azione di pesca. L’azione della canna è preferibile parabolica progressiva. Oggi diverse aziende producono canne specifiche per la pesca a spinning del siluro quindi trovare una canne di buona qualità non è difficile. M ulinelli Io preferisco usare mulinelli a bobina fissa, la taglia si aggira tra i 5.500 e 6.500, con un recupero potente e soprattutto materiali affidabili, non usate
Pesci del genere non sono facili da catturare, ma se le condizioni del fiume sono quelle giuste, allora ci sono buone possibilità!
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canne o mulinelli sottodimensionati perché potreste incappare anche in pesci oltre 100 kg e perderlo con in bocca il vostro artificiale sarebbe un peccato. L enze E’ obbligatorio usare trecciati multi fibre almeno da 100 lb 0.40 /0.50 mm perché peschiamo in mezzo a rami ed ostacoli sommersi, la corrente del fiume è impetuosa e vi garantisco che un siluro appena allamato parte come un treno. Vi consiglio di orientarvi su i nuovi trecciati a 8 fili, risultano più lisci al tatto e meno rumorosi nel recupero, anche in questo caso molte aziende si sono orientate su questo tipo ti trecciati e trovali non sarà difficile. A rtificiali Gli artificiali più usati da me sono i crank, con rattle interni non troppo accentuati o addirittura assenti e una paletta pronunciata, dimensioni di circa 11/15 cm e dal peso che può variare dai 20/30 gr, oppure un altro artificiale da usare in superficie è lo shad fisso oppure snodato, comunque non è detto che non si possa provare ad usare anche ondulanti o rotanti o meglio ancora artificiali in gomma che sicuramente illustreremo il loro utilizzo nei prossimi numeri. La prima cosa da fare quando acquistate un artificiale e controllare la tenuta delle ancorette e degli anelli perché molto spesso vengono assemblati con materiali di scarsa qualità, nel dubbio cambiateli con materiali adeguati alla pesca che state per affrontare, il libraggio degli anelli non deve essere sotto alle 70 lb. Le ancorette oppure i doppi ami con un filo molto robusto, dopo qualsiasi modifica è sempre bene controllare che il nuoto sia rimasto adescante. Altra cosa molto importante da verificare è l’armatura del vostro artificiale. E’ buona norma legare tra loro con un multi fibre gli anelli che ospitano le ancorette e l’anello di traina, questa pratica è obbligatoria per gli artificiali in balsa sprovvisti di armatura passante. Spero di esservi stato di aiuto, sono poche cose ma essenziali per un buon esito della battuta di pesca, non date niente per scontato perché nella pesca le sorprese e le varianti sono molte. Un saluto a tutti e alla prossima avventura. dino e dario ferrari
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OROSCOPO NOVEMBRE-DICEMBRE
gemelli
Birichini, qualcosa vi farà star lontano dalla pesca, non si tratta di lavoro, ma di qualcosa sentimentale, gli astri indicano una nuova storia d’amore per voi e le percentuali di trovare qualcuno con il quale condividere la vostra passione, sono davvero alte! Non lasciatevi sfuggire l’occasione, ma attenti se siete già impegnati, potrete pentirvene la prossima primavera! Chi la fa l’aspetti! Attenti con il mangiare, anche a pesca portatevi dietro un insalata di tonno, frutta e verdura, non esagerate con le grigliate o con alimenti troppo conditi. Ci potranno essere dei forti mal di pancia durante le vostre pescate, e ciò potrebbe davvero rovinare le giornate, ma soprattutto l’ambiente! LOL Attenti al denaro, non è il momento per spendere, alcuni di voi vivono un momento precario al lavoro, qualche lavoretto part time o a tempo determinato, non vi devono far venire in mente di poter spendere troppo per la pesca, il consiglio degli astri è quello di spendere per minuterie ed esche, magari qualche borsa, ma niente di più grande, ora non potete permettervelo, abbiate fiducia nella prossima primavera, qualche situazione migliorerà, e quelle belle canne sulla rastrelliera del negozio, potranno essere vostre!
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toro
Problemi in vista con un socio di pesca, oppure se siete dentro ad un club, ci potranno essere delle discussioni con una persona. Il problema sarà il vostro atteggiamento finale, si può discutere per la pesca, ma tale deve rimanere un hobby ed un divertimento, non prendetela troppo sul serio, caso mai lasciatevi scivolare una piccola offesa ricevuta, o una critica. Anno nuovo, se stringete i denti, potete perfino fare qualche pescata con questa persona e diventare amici. Il problema sopra sta nel fatto che sarete davvero troppo nervosi, anche per la pesca, meglio se le pescate le fate da soli, almeno se sbagliate qualcosa, o magari rompete un oggetto, dovete rifarvela solo con voi stessi, a volte è importante anche staccare dalla pesca, un fine settimana uscite con gli amici, con la moglie o fidanzata, vi aiuterà a pensare ad altro. Nonostante tutto, avrete delle soddisfazioni a pesca, non tanti pesci, ma quelli catturati, saranno di qualità, sudati ed ancora più accettati se derivati da pasturazioni preventive o da qualche nuova tattica o spot di pesca. Strani gli astri del denaro nella pesca, vi suggeriscono di cambiare l’attrezzatura, vendete la vostra nei mercatini dell’usato, qualcuno sopravaluterà le vostre attrezzature e questo vi permetterà di acquistare del materiale nuovo con poca spesa aggiuntiva!
Avete il Sole, Venere e Mercurio dal vostro lato più “spinto”, le giornate fredde a pesca saranno una bella occasione per montare una tenda o una bella stufetta per affievolire le nottate. Non vi fermerete davanti a niente, nebbia, temperature sotto lo zero, neve, avrete la voglia di pescare, ovunque e sempre! Potreste avere qualche problema alla gola, tutto derivato dallo stare troppo al freddo, curatevi con caramelle contro il mal di gola e bevete molto, acqua e niente alcolici. La vostra voglia di mettervi in gioco, vi porterà a successi desiderati e quindi aspettati per il sacrificio che andrete a fare o che state facendo. Saranno gli spot più impervi a darvi le maggiori soddisfazioni, quelli comodi, con la macchina dietro al sedere, non avranno un gran successo nelle vostre sessioni, munitevi di carrello o di barca, andate alla ricerca di quello spot che vedevate da lontano, ma ora è disponibile perché ormai molti pescatori, pescano solo sui social! Saranno due mesi di fuoco! Spenderete come non mai e non ve ne pentirete! Se volete cambiare tenda, o sedia, o lettino, fatelo! È il giusto momento per fare ed azzeccare i giusti acquisti, occhio alla marca però! Fidatevi solo di chi le cose le sa fare.
cancro
ARIETE
Siete in un periodo socialmente attivo. Volete stare in mezzo alla gente e spesso le persone vi cercano. Le pescate in compagnia sono le uniche che possono farvi veramente rilassare, divertire e sicuramente anche catturare qualche bel pesce. Le pescate in solitario non sono ben viste dagli astri. Un periodo dove dovete stare attenti alla cervicale o zona lombare, potrebbero esserci dei brutti colpi d’aria, usate sempre una tuta termica a contatto con la pelle, vi salverà molte giornate! Evitate anche gli sforzi eccessivi. Qualcuno di voi ha trovato lavoro, o ha consolidato una questione economica, non dovete preoccuparvi di eventuali spese folli per la pesca. Qualche discussione a casa per tali spese, anche se saranno ben fatte, e poi, dai! E’ Natale, fatevi un bel regalo! Gli astri consigliano spese per l’abbigliamento della tua passione, un nuovo brand da indossare, di marca, niente spese al mercato, ora molti di voi possono permetterselo!
A cura di White Koy
bilancia
Qualcuno di voi è stato criticato ultimamente per alcuni questioni inerenti alla pesca, social network o semplicemente una “crisi di coppia” sempre nella pesca. Critiche forse legittime causate dal vostro comportamento non sempre lineare e a volte lunatico, non in stile Bilancia, ma causato da alcuni pianeti che vi remano contro. Bisogna aspettare l’anno nuovo per risolvere le questioni sociali, magari per Natale, cercate un regalino da fare, gli oggetti non fanno la felicità, ma il pensiero può stemperare sicuramente gli animi. Avrete anche dei fastidi con voi stessi, ma per situazioni davvero frivole, il look, non volete apparire dei barboni mentre siete a pesca e penso sia arrivata l’ora di svuotare quell’armadio pieno di robaccia mimetica mezza bucata e prendervi qualcosa di nuovo e decisamente più alla moda, che poi sicuramente risulta anche essere migliore di quello che indossate per le vostre sessioni di pesca. Avrete al vostro fianco astri che favoriscono il successo nelle attività all’aperto, eccezionale visto che siete pescatori, si prevedono catture importanti anche se la stagione non è delle migliori, il tempo sembra reggere e questo vi aiuta, se le catture non arriveranno, sarete comunque soddisfatti dei risultati ottenuti, magari l’esperienza fatta o la scoperta di nuovi posti di pesca. Oltre a rifarvi il guardaroba, potete anche permettervi di comprare altro, ma sarete così bravi da ottenere il massimo spendendo poco, o il giusto, quindi non abbiate paura, ma fiducia nella vostra parlantina, lo sconto e le occasioni le saprete sfruttare al massimo, magari provate alla lotteria!
v ergine
Siete il segno social degli astri, un momento dove se pubblicate una foto con un pesce, molti vi metteranno il “like”, forse perché siete simpatici, o forse perché effettivamente ve la sapete cavare. Non prendetela troppo sul serio, la pesca è uno sport umile e tale deve rimanere, non esistono professori, ma tante persone con le proprie esperienze. Sotto l’aspetto fisico sarete in gran forma, valutate però il vaccino antinfluenzale, potrebbe farvi stare ancora meglio e al riparo da eventuali virus. Avrete le giuste energie anche nelle giornate più fredde che stanno arrivando, la mattina presto, con la brina, un bel paio di scarponi e i giusti capi di abbigliamento, affronterete tutti i sentieri e tutte le postazioni che volete, senza aver nessun problema nel farlo. Saturno vi sarà vicino dal lato economico/lavorativo, tutto andrà per il meglio e se siete tranquilli al lavoro, poterete la tranquillità anche a casa e di conseguenza le vostre pescate saranno indimenticabili, serenità deve essere il motto di questo fine autunno ed inizio inverno! Avete risparmiato nei mesi precedenti? Se lo avete fatto, ora potete darvi alla pazza gioia, con grande entusiasmo anche del tuo negozio preferito, è Natale, non avere paura di farti qualche regalino, quando mai se non in queste occasioni, è concesso qualche extra?
Avete passato dei momenti non tanto felici in famiglia per colpa della pesca, oppure tensioni di troppo con colleghi o amici. Questo periodo, per chi lo ha vissuto, sta per passare e tornerete tranquilli e sereni anche praticando il vostro amato hobby, imparate dagli errori e dopo alcune esperienze, sicuramente darete meno confidenza a chi evidentemente non la merita. Ottimi gli astri sotto l’aspetto della vostra energia e vitalità, sarete coloro che terranno allegria durante cene natalizie o riunioni, la pesca è divertimento anche stando in compagnia tra club, ma anche nei social network, vi farete nuovi amici per questo vostro modo di porvi con gli altri e ciò è un bene! Astri molto favorevoli anche per l’aspetto delle attività fisiche e del lavoro, se vi sentite appagati dal lavoro che state facendo, continuate, se desiderate cambiare, fatelo! Le vostre scelte saranno le migliori per voi stessi e ciò si ripercuoterà in famiglia e nel vostro hobby, più serenità, più libertà di scelta, è quello che fa per voi. Anche sul lato economico potete far faville! Non abbiate paura di acquistare l’oggetto che desiderate, una nuova tenda o un nuovo lettino con una canna che tanto desiderano i pescatori? Ora è il vostro momento!
scorpione
leone
Gelosie in vista con il vostro socio di pesca, a volte capita che lui sia più bravo, lui catturerà e tu starai a guardare, anzi! Guadinerai le sue prede, le fotograferai e lo aiuterai nel rilascio. Eppure state pescando con le solite esche, solito terminale., forse qualche metro più lontano. Ci sono quei periodi dove la pesca va storta, non si sa come chiamare questo periodo, non esiste un aggettivo, forse è solo sfortuna. Non demordete voi del Leone, in primavera, quello che non avete fatto in questi due mesi e negli altri mesi invernali, lo farete alla grande nel 2018! Copritevi! Sembra una provocazione, dopo i cappotti a pesca, dire di indossare dell’abbigliamento tecnico specifico, ma è così, potrete soffrire di reumatismi derivati da umidità, sono dolori fastidiosi che si portano dietro anche a casa, maledetta pesca, direte voi, ma invece solo prevenendo, potrete evitare questi fastidi. Per fortuna che dal lato sociale e lavorativo, sarete ben accetti, molti vi chiederanno di fare pescate in compagnia, fatelo! Prendetevi anche due giorni di ferie, non vi faranno di certo male, anzi! Non siate incerti nei vostri acquisti per l’attrezzatura, qualcosa vi frena, magari il mutuo o il fare i regali di Natale. Pensate un po’ anche a voi stessi e se risparmiate un po’ per gli altri e spendete un po’ di più per voi, fate solo bene!
oroscopo Pag.183
A c q uario
Siete stati ad ascoltare qualcuno che vi ha cambiato il modo di vedere la vita. Oppure avete fatto un discorso con voi stessi, vi siete chiesti cosa ne sarà di voi, ci sono state molte difficoltà che hanno avuto un impatto psicologico notevole, ma ne state uscendo, avete capito che non ci si può piangere addosso e che la fortuna può bussare alla porta quando meno ci se lo aspetta, questo momento è stato gettato contro alla vostra passione, che non ha visto un grosso impegno sotto l’aspetto dalla sua praticità, avete pescato più su internet che veramente e ciò non va bene, la mente ha bisogno di staccare. La salute è una conseguenza delle proprie attività, dovete rilassarvi, cercate di dormire almeno 7 ore al giorno, di andare a pescare almeno un giorno ogni dieci giorni come minimo, se trovate la giusta serenità, troverete il giusto spirito per fare tutto, poi magari a pesca, se prendete qualche pesce in più, vi renderà ancora più felici! Non fatevi sfuggire le occasioni, Novembre potrebbe essere quel mese, al quale non avete mai dato tanto peso, ma potrà riservarvi grosse novità, sia a livello lavorativo che a livello del vostro hobby, avete la giusta immaginazione per poter fare qualcosa di concreto, ma questo concreto è lì seminato da un po’, raccoglietelo. Attenti invece al denaro, evitate le scommesse, sia sportive che anche di acquisto in materiale usato, meglio andare sul sicuro oppure rimandare ai primi due mesi dell’anno, Giove non è tanto favorevole e non vi proteggerà, evitate spese inutili, perché, saranno davvero inutili, fate il necessario. Attenzione anche a non far troppi regali di Natale, siete sempre quelli che amano farli, ma ne ricevete sempre pochi in cambio, fateli a chi davvero se li merita, gli altri, se non riceveranno nulla da voi, capiranno anche il perché! Però concedetevi un regalo a voi stessi, se vi piace una cosa, dico una, non due, prendetela, alla fine Natale è anche per sé stessi.
oroscopo Pag.184
CAPRICORNO
Sarete sensualmente attiranti, il segno che più avrà la possibilità di incontrare l’anima gemella, alla quale piacerà anche il vostro hobby, esistono infinite possibilità che questo accada, ma occhio! Se siete sposati/e, non lasciatevi troppo abbindolare, potranno essere occasioni che dopo 3 mesi andranno a finire se non le curate abbastanza e soprattutto se siete già impegnati. Meglio dedicarsi al 100% alla pesca? Ni…al cuor non si comanda! Sarete in forma fisica ottimale, salvo qualche acciacco di mal di gola nel mese di novembre, copritevi e tenetevi sempre una confezione di pastiglie per la gola, usate degli ottimi scalda collo, cercate di non sudare, con questi piccoli accorgimenti, potrete andare a pescare tutti i weekend! Qualcuno di voi ha avuto delle tensioni al lavoro e quindi poca voglia di andare a pescare, si sono visti dei brutti momenti dove era più facile abbandonare, ma chi non lo ha fatto, troverà in questo fine 2017 e ad inizio 2018, i frutti di quanto raccolto, il Capricorno è paziente, ma anche testardo, si sta intravedendo una bella luce. Il tutto si ripercuoterà sulla famiglia e sulla pesca, la voglia salirà al massimo e se qualcuno odia l’inverno per pescare, non vedrà l’ora che inizi la primavera e si preparerà al meglio per la prossima stagione. Questo aspetto si rispecchierà anche sulle finanze, dove gli acquisti per la pesca, saranno azzeccati e si riveleranno dei veri e propri investimenti proficui: utili, a buon prezzo e durevoli! Cogliete l’occasione che vi stanno dando gli astri!
Ecco, ci risiamo, a volte fate buon viso e cattivo gioco, ma in queste settimane non ci riuscite affatto! Vi siete domandati perché a volte siete da soli a pesca? O perché capita che il vostro compagno di pesca trovi delle scuse? Dovete imparare a non essere troppo critici verso gli altri, poi venite a noia, chi vi sta a fianco potrà pensare che sparlate male anche di lui in presenza di altri. Per fortuna è un momento passeggero e la vostra allegria contagerà tutti nuovamente, specialmente se siete in un club di pesca. Qualche problema d’intestino per alcuni nati sotto questo segno, ma problemi dei mesi passati, ora dovete solo stare attenti a coprirvi, avrete energia da vendere e nemmeno le fredde e umide giornate che fanno parte della fine autunno e inizio inverno, vi scoraggeranno. Gli astri consigliano di fare anche attività fisica in palestra, questo aiuterà moltissimo il moto a pesca per raggiungere sentieri o per gli amanti della barca e dei trasbordi. Avrete la lucidità giusta per capire cosa va e cosa non va, a pesca specialmente. Non intestarditevi troppo con una postazione che ha reso poco in settembre e ottobre, non vi darà nemmeno risultati nei prossimi mesi, cambiate spot o strategia, avrete molte più opportunità! Dovete far pulizia nel vostro garage, è arrivato il momento di sbarazzarvi della vecchia attrezzatura e sostituirla con della nuova, ne avete il bisogno; mentalmente farà una grossa differenza, perché se ci sarà qualche lacuna nelle catture, almeno avete la soddisfazione, in questo periodo, di vedere la nuova attrezzatura pronta per la prossima stagione.
pesci
sagittario
In questi due mesi sarete il segno più critico verso gli altri, non vi va bene niente e lo mostrate pure, occhio però a non parlare troppo, a volte tacere può salvaguardare una bella amicizia, soprattutto se si tratta di sciocchezze. Siete talmente intolleranti che non ne volete sapere di pescare in compagnia, a volte vi scoccia pure. D’altro canto siete invece in piena forma fisica, non vi spaventano lunghi sentieri a piedi con carichi di attrezzature, magari 4 viaggi nel mezzo della pioggia e di quei gradi centigradi che si avvicinano allo zero, almeno qui, chi pesca con voi, vi perdonerà qualche sparlata di troppo, ma solo perché siete pieni di energia e a volte la fatica, meglio farla fare agli altri, se la vogliono fare! Mercurio e Venere sono congiunti e ciò significa che sotto l’aspetto lavorativo sarete protetti, ma in quale modo? Le scelte di cambiare il lavoro, o consolidarlo ancora di più chiedendo di poter avanzare di grado, potranno essere le scelte migliori, avrete il giusto peso lavorativo per farlo, se vi siete impegnati abbastanza, non abbiate paura a chiedere quello che desiderate, e se le risposte saranno negative, ve ne farete una ragione, perché sapete che quello che state facendo è sicuramente importante non solo per voi, ma per la famiglia, per l’azienda e di conseguenza anche per stare sereni godendovi il vostro hobby. Attenti alle fregature! I mercatini dell’usato a volte sono il covo di personaggi che derubano gli altri, ciò potrebbe accadere a voi, meglio aspettare se volete acquistare dell’usato, oppure andate sul sicuro con il nuovo, anche se costa un po’ di più, almeno non avete la percentuale di fregatura che incombe fino a che non aprite il pacco del corriere e vedete ciò che avete acquistato. Prestate massima attenzione!
CARPeFEEDER f
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01 2018
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