Le Siciliane n. 65

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Karl du Pigné/Carla del Pigneto

“Io so’ Favolosa” Valentina Ersilia Matrascia Membro della segreteria politica della storica associazione capitolina, attivista, ufficio stampa, drag queen, fondatore e primo presidente di Dragqueenmania, “buttadentro” all'ingresso della serata Muccassassina e anima di tantissimi Pride, Andrea Berardicurti o Carla del Pigneto, alias Karl du Pigné con i suoi lustrini, paillettes, e boa di struzzo è stato un mito per il mondo Lgbtqi. Punto di riferimento per i giovani di diverse generazioni. Sempre al servizio degli altri. Per gli altri. Per obiettivi politici alti. La ricordiamo assieme a tanti altri nell’anniversario della sua morte. Sono passati già due anni da quando le note di Annie Lennox hanno accompagnato, dopo la funzione, la bara verso l’uscita del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, nel quartiere San Paolo a Roma. A tenere il ritmo, l’applauso fragoroso della folla oceanica accorsa a dare l’ultimo saluto all’incontrastata “imperatrice madre” delle drag queen romane ma anche all’amico e attivista punto di riferimento della comunità omosessuale capitolina. Da quel 4 settembre 2018, quando La Karl du Pigné/Andrea Berardicurti si è spenta all’età di 61 anni, come un fiume in piena i messaggi di cordoglio e di amicizia, i ricordi ora nostalgici e ora divertiti continuano ad affiorare sui social. «Eccola, è arrivata st'altra. Mo te che voi?». Spiazzante, brusco e a tratti quasi ruvido ma pronto a sciogliersi subito in una sonora risata accogliente. Da quella scrivania nella segreteria del Mieli con la sua voce roca e l’immancabile sigaretta

tra le dita, Andrea Berardicurti era il primo impatto per generazioni di ragazze e ragazzi con il Circolo e il mondo Lgbtqi. Semplicemente una certezza: membro della segreteria politica della storica associazione capitolina, attivista, ufficio stampa, drag queen, fondatore e primo presidente di Dragqueenmania oltre che “buttadentro” all'ingresso della serata Muccassassina e anima di tantissimi Pride.

Perché Andrea era Andrea ma anche la Karl du Pigné. Lustrini, paillettes, boa di struzzo e un’ironia dirompente ma mai volgare o fine a se stessa, queste le armi che metteva in campo nelle vesti di drag. Un nome nato da un gioco con l’amica di sempre, Vladimir Luxuria. Francesizzazione della Carla del Pigneto perché, raccontava lui stesso, «abitavo al Pigneto e per la mia seconda vita volevo un nome da donna molto semplice, LeSiciliane - Casablanca 41

corto e molto onesto come appunto Carla». Un equilibrio perfetto quello tra Andrea e la Karl, una convivenza di fatto che funziona perfettamente «al punto che ogni tanto mi chiedo se non sia La Karl Du Pigné che ha plasmato Andrea Berardicurti e non viceversa. Siamo molto felici, entrambi, di condividere lo stesso corpo e lo stesso cervello». Un duo, quello tra Andrea e la Karl, affiatato anche nel perseguire l’obiettivo politico e della comunità. «Negli anni si è esibito nei posti e nei contesti più diversi», racconta Deborah Di Cave, amica e presidente del Circolo Mario Mieli dal 1994 al 1996. «Ha sempre avuto aggiunge - la consapevolezza che il ruolo di una drag non era quello di tirar fuori elementi di esibizionismo volgare o di voyerismo. È stata l’unica vera


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